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1.

Conservare le opere nei musei


Dove conservare i beni artistici versi per genere e organizzazione. Un buon museo deve
II nostro Paese ha un patrimonio artistico di enorme valo- conservare, ma anche valorizzare i beni che custodisce. Le
re, conosciuto e ammirato in tutto il mondo: ogni anno, mi- opere vengono catalogate ed esposte secondo precisi crite-
lioni di turisti raggiungono le nostre città per visitare monu- ri, perché il visitatore possa meglio interpretarle.
menti, chiese, palazzi, zone archeologiche e musei. Molti musei sono pubblici, ovvero gestiti dallo Stato, dalle
Questo patrimonio deve essere salvaguardato, attraverso Regioni o dai Comuni; altri, invece, sono gestiti da fonda-
la conservazione degli edifici e delle aree di esposizione. zioni private.
I beni culturali possono essere collocati in ambienti diver- Per i beni archeologici, invece, non vi sono soltanto i mu-
si, chiusi o all’aperto, pubblici e privati. sei; si possono visitare gli scavi, distinti in due tipologie:
Il luogo privilegiato per la conservazione e lo studio delle • le aree archeologiche, dove si possono visitare i luoghi di
opere d’arte resta, comunque, il museo (dal greco Museion, scavo, ad esempio tombe o parti di antichi edifici;
nome di un centro culturale di Alessandria d’Egitto; letteral- • i parchi archeologici, vaste aree nelle quali i reperti ar-
mente significa “luogo sacro alle Muse”, le divinità protettri- cheologici sono inseriti in un ambiente di pregio sotto il
ci delle arti). Ne esistono moltissimi in ogni città d’Italia, di- profilo storico, paesaggistico o ambientale.

Nuovi servizi per i musei


Oggi i musei si stanno attrezzando per diveni-
re più accoglienti e più “attivi”, ad esem- Una sala può essere adibita
pio promuovendo l’informazione e ad archivio del museo o a
sala di consultazione anche
curando l’ospitalità. Vediamo computerizzata.
quali sono i servizi principa-
li e quali figure professio-
nali vi operano.

Una sala può ospitare


mostre temporanee o
iniziative promozionali.

Im-
portan-
ti figure pro-
I principali musei hanno servizi di caffet-
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fessionali lega-
teria, di ristorazione e di guardaroba. te ai musei sono:
• il conservatore, che
è incaricato di dirigere un
Il servizio editoriale e di vendita di museo, curandone la conserva-
cataloghi e sussidi audiovisivi e in- zione e l’arricchimento;
formatici. • l’archivista, che si occupa della catalo-
gazione e del reperimento, all’interno degli ar-
chivi, del bene richiesto per la visione, la con-
sultazione o la riproduzione;
• i custodi, che garantiscono la tutela delle
Nell’atrio vi sono i servizi di accoglienza, di infor- opere esposte durante le ore di apertura;
mazione, di guida e assistenza didattica. • le guide, che organizzano i percorsi in ba-
se alle diverse esigenze del pubblico.
1 PARTE 7 - I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
Il museo nella Storia
La conservazione delle opere nel Rinascimento per cronologia e per scuole di appartenenza.
Ai musei d’arte si affiancano musei di storia, della scienza
Nel Rinascimento, il desiderio di collezionare opere d’ar-
e della tecnologia, di arti decorative e applicate, ecc.
te antica ha spinto numerosi umanisti, per lo più prìncipi,
In Italia, in molte città sorgono Musei Civici, spesso collo-
aristocratici e prelati, ad acquistare monete, piccoli oggetti,
cati all’interno di importanti edifici pubblici.
sculture, pietre preziose e rare.
Alla fine dell’Ottocento vengono inaugurate le esposizio-
Le opere venivano conservate in sale o giardini apposita-
ni dei prodotti industriali. A seguito della prima Esposizio-
mente progettati, perché ciascuna fosse valorizzata al me-
ne Universale, tenutasi a Londra nel 1851, venne fondato
glio: celebre è il cinquecentesco Giardino del Belvedere in
un vero e proprio museo permanente, il South Kensington
Vaticano, di Donato Bramante, che ospitava le statue del
Museum. Qui si comprendono i legami tra industria e ar-
Laocoonte e l’Apollo del Belvedere.
te: si possono seguire le nuove tecniche di lavorazione e il
A Firenze la ricca collezione della famiglia Medici trovò
percorso che porterà alla nascita del disegno industriale.
posto, nel 1574, nella Tribuna in Palazzo degli Uffizi: è
questa, probabilmente, la prima sala al mondo ad essere
concepita per esporre e conservare opere d’arte. Principali musei pubblici tra Settecento e Ottocento
• Roma, Museo Capitolino (1734)
Dall’Età dei Lumi all’Ottocento • Roma, Musei Vaticani (seconda metà del XVIII sec.)
Nel Settecento, Età dell’Illuminismo, si afferma la volontà • Londra, British Museum (1759)
di elevare il livello di cultura di tutti gli uomini. Parallela- • Parigi, Museo del Louvre (1793)
mente, le opere d’arte vengono conservate e valorizzate, • Firenze, Galleria degli Uffizi (pubblico dal 1743)
perché considerate patrimonio della collettività. • Madrid, Museo del Prado (1811-1819)
In Europa vengono aperti musei al pubblico. Nelle capi- • Berlino, Altes Museum (1823-1830)
• Monaco di Baviera, Alte Pinakothek (1816-1836)
tali vengono inaugurati i Musei Nazionali. La loro organiz-
• Londra, National Gallery (1824, 1832-1838)
zazione ubbidisce a princìpi illuministi: le opere sono clas- • San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage (1845-1851)
sificate e ordinate sulla base di rigorosi criteri, in particolare
Una sala della National Gallery a Londra.

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Frank O. Gehry, Guggenheim Museum, 1991-1997. Bilbao, Spagna.

Il museo nel Novecento La sistemazione della Tate Modern a Londra,


opera degli architetti Jacques Herzog e
Intorno agli anni Venti del Novecento, il tema dello spazio Pierre de Meuron.
museale entra nel dibattito sull’architettura moderna.
Buona parte della produzione tardo ottocentesca e del primo
Novecento trova posto in musei d’arte moderna e contempo-
ranea, numerosi anche grazie a finanziamenti privati: esempla-
re è il caso del Museum of Modern Art (anche conosciuto co-
me MoMA), fondato nel 1929 a New York e caratterizzato dal
continuo arricchimento delle collezioni con opere di artisti
emergenti.
Da qualche decennio i nuovi musei sono studiati per essere
luoghi multifunzionali e di promozione culturale. Essi presen-
tano una struttura organizzativa ed espositiva flessibile: ospita-
no laboratori artistici e di restauro, sale per conferenze ed aule
didattiche, archivi e mediateche, strumentazione audiovisiva e
interattiva, negozi e punti di ristoro.
Questa tendenza è stata inaugurata dal Centre Georges Pompi-
dou (noto con il nome di Beaubourg) a Parigi, realizzato nel 1977
da Renzo Piano e Richard Rogers: esso si apre a mostre tempora-
nee e varie attività, mentre agli ultimi piani ospita una delle più
prestigiose collezioni d’arte contemporanea del mondo.
In alcuni casi la realizzazione di un museo è stata l’occasio-
ne per riqualificare intere parti di città, ad esempio affiancando
nuove sedi espositive alle antiche. A Berlino, ad esempio, la ri-
costruzione nel 1998 del Neues Museum, posto nell’Isola dei
Musei (Museumsinsel), ha affermato la rinnovata identità cultu-
rale della città.
Oggi la progettazione dell’edificio museale è un’occasione
importante per il confronto tra i maggiori architetti del mondo,
tanto che le sedi espositive possono essere considerate impor-
tanti quanto le opere che ospitano.

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Numerosi tipi di museo
I musei possono avere specializzazioni diverse, a seconda delle • musei etnografici e di cultura materiale, che consentono di
opere conservate e della loro organizzazione. Distinguiamo: conoscere l’evoluzione delle civiltà e delle tradizioni popolari;
• musei d’arte, che ospitano grandi raccolte d’arte antica e mo- • musei dedicati a scuole o correnti, che spesso raccolgono an-
derna; che pubblicazioni, fotografie ed altro materiale documentario;
• musei archeologici, che ospitano testimonianze dalla Preisto- • musei dedicati ad un solo artista, molto spesso collocati nei
ria all’Età tardo-antica; luoghi in cui questi ha lavorato;
• gallerie e pinacoteche, riservate quasi esclusivamente alle • musei di storia industriale, che raccolgono oggetti e macchi-
raccolte di quadri; nari testimoni della storia della produzione industriale.
• gipsoteche, che raccolgono statue, gessi e lastre in rilievo, ot- Numerose opere sono poi collocate in chiese, conventi, antichi
tenuti con calco sull’originale; palazzi. Esse possono così essere ammirate nel contesto origina-
• raccolte di sculture, che contengono esclusivamente opere di rio per il quale sono state create.
scultura e, oggi, assemblaggi polimaterici;

Scheda Museo Nazionale del Bargello a Firenze


La storia dell’edificio
Il Museo Nazionale del Bargello,
fondato nel 1865, si trova nel Palaz-
zo del Bargello, un edificio medie-
vale tra i più importanti di Firenze:
costruito prima del 1255, fu sede
del Capitano del Popolo quando la
città si diede lo statuto di libero Co-
mune e, nel Trecento, del Podestà.
Nella sua costruzione, l’edificio
inglobò parti più antiche, co-
me altre case e torri.
Il cortile porticato che ve-
diamo a destra fu costruito
a seguito di un ampliamen-
to, che raccordava due edi-
fici distinti.
Tumulti popolari, in-
cendi, calamità naturali
causarono gravi danni
e richiesero più volte
restauri al palazzo
che, nella metà del
Trecento doveva
avere una fisiono-
mia simile a quella
attuale. Un museo di sculture
L’edificio deve il suo All’atto della sua fondazione, il museo era destinato a luogo di raccolta ed espo-
nome al Bargello, il ca- sizione di opere che illustrassero la storia della Toscana. Divenne presto, però,
po delle Guardie o di Museo Nazionale. Raccolse armi antiche, sculture e opere d’arte minore
Piazza, che vi operava da (maioliche, smalti, cere, oreficeria).
Dal 1873, il museo è destinato in massima parte alla scultura del Medioevo e
quando il palazzo divenne
del Rinascimento. Lo testimoniano la Sala di Michelangelo e il Salone di Do-
una sede carceraria. natello. Queste sale sono un’occasione per confrontare i grandi scultori con
la produzione del loro tempo.

Donatello, David-Mercurio, 1443 ca. Bronzo, 158x51 cm.


(diametro della base). Firenze, Museo Nazionale del Bargello.

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Scheda National Gallery a Londra
La storia del museo
La National Gallery fu aperta nel 1824 e nel
1832 fu trasferita nella centrale Trafalgar Square a
Londra. Ospita più di 2300 dipinti, risalenti al pe-
riodo compreso tra la metà del XII secolo e l’Ot-
tocento.
A differenza di altri importanti Paesi europei, il
governo britannico non ha nazionalizzato le colle-
zioni appartenute alla famiglia reale; pertanto, la
collezione è stata per decenni piuttosto modesta.
Essa fu composta da un primo nucleo di opere ac-
quisite dal Regno Unito, cui si è aggiunta una se-
rie di donazioni dei privati: oggi, queste sono cir-
ca due terzi dell’intera collezione.
I nuclei forti della collezione sono l’arte del
Rinascimento, soprattutto italiano, e del tardo
Ottocento.
L’edificio originario fu presto ritenuto insuffi-
ciente e fu oggetto di ampi lavori di adeguamen-
to per ospitare nuove opere e nuove strutture. La
parte originaria risale al 1832-1838 e corrisponde
alla facciata neoclassica dell’architetto William
Wilkins.
Le principali modifiche appartengono all’arte
postmoderna e sono opera di Robert Venturi e
Denise Scott Brown.

Una preziosa raccolta della pittura italiana


Fulcro della National Gallery è la collezione della pittura italiana del Ri-
nascimento, raccolta proprio nei primi anni di esistenza del museo.
Furono acquisite opere nel Regno Unito e in Italia, come la celebre Bat-
taglia di San Romano di Paolo Uccello.
Dal 1897, molte opere del tardo Settecento e dell’Ottocento furono tra-
sferite nell’appena nata Tate Gallery, portando il museo nazionale ad
una specializzazione del periodo rinascimentale e barocco.

A lato vediamo un’opera di Leonardo, il cartone (ovvero il disegno pre-


paratorio di un affresco) di Sant’Anna, la Madonna, il Bambino e san
Giovannino. Si tratta di un’acquisizione piuttosto recente, visto che giun-
se alla National Gallery soltanto nel 1966, dopo avere lasciato Venezia
nel 1763 per essere acquisito da varie collezioni britanniche.
Stilisticamente, l’opera è vicina al Cenacolo che Leonardo ha dipinto nel
refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano. Le figure sacre appaio-
no monumentali, e nello stesso tempo, mostrano una naturale eleganza
nella libertà dei movimenti.

Leonardo, Sant’Anna, la Madonna, il Bambino e san Giovannino


(Cartone di Burlington House), 1501-1505 circa. Gessetto nero,
biacca e sfumino su carta, 141,5x 104 cm. Londra, National Gallery.

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Scheda Museo del Prado a Madrid
La storia del museo
In castigliano la parola ‘prado’ significa ‘prato’;
il Museo del Prado sorge, infatti, in una zona ad
est di Madrid, che dal XVI secolo era un luogo di
svago.
Fu Carlo III, sovrano di Spagna dal 1759 al
1788, a decidere la costruzione dell’edificio, che
in origine, in realtà, doveva ospitare un Museo di
Scienze Naturali. I lavori iniziarono, su progetto di
Juan de Villanueva, nel 1786, ma l’edificio ven-
ne inaugurato solo nel 1819 da Ferdinando VII. Il
museo ospitava 311 dipinti; oggi vi sono conser-
vate migliaia di opere, il cui nucleo originario è
rappresentato dalla Collezione Reale Spagnola.
L’edificio rappresenta una testimonianza esem-
plare dell’architettura neoclassica spagnola, anche
se il protrarsi dei lavori ne ha modificato il disegno
originario.
Fin dai primi decenni, lo spazio espositivo è sta-
to considerato insufficiente; così, già nel corso dell’Ottocento, vennero realizzate nu- Nel 2007 è stata aperta una nuova ala
merose trasformazioni ed ampliamenti. del Prado, realizzata dall’architetto
Nel 1971 venne aggregato al Museo il Casòn del Buen Retiro, ospitato in un grande Rafael Moneo. Fulcro dell’ampliamen-
to è il Chiostro della Chiesa di
parco donato nel Cinquecento a Filippo IV. Al suo interno è ospitata la collezione d’ar- San Geronimo, sopra illustrato.
te dell’Ottocento e del Novecento.
Nel 2007 è stato inaugurato un ulteriore ampliamento dell’edificio, su progetto del-
l’architetto spagnolo Rafael Moneo; senza alterare il complesso originario, la sede può
così contare su oltre trentamila metri quadrati in più, da adibire, oltre che a spazi espo-
sitivi, anche a spazi per documentazione, archiviazione, studio ed altre attività com-
plementari.

Francisco de Goya y Lucientes, La famiglia di Carlo IV, 1800-1801.


Le collezioni, testimonianza delle fortune Olio su tela, 280x336 cm. Madrid, Museo del Prado.
della corona
Il Museo del Prado ospita una delle più vaste raccolte di pit-
tura europea dal Rinascimento al Settecento. Le collezioni ri-
specchiano il gusto dei sovrani spagnoli, committenti dei più
grandi artisti del proprio tempo, come Tiziano, Tiepolo,
Mengs, Velàzquez, Goya. Inoltre, questo patrimonio testi-
monia la grande fortuna politica della Spagna e, infatti, mol-
te opere provengono da Paesi legati alla corona, come l’Italia
e le Fiandre.
Le sezioni più importanti ospitano l’arte spagnola dal XIV al
XVI secolo e dal XVII al XIX secolo, l’arte italiana dal XIV al XVI
secolo e l’arte fiamminga e tedesca dal XV al XVI secolo.
Alcune sale sono dedicate ai due maggiori pittori spagnoli:
Diego Velàzquez e Francisco Goya.
Quest’ultimo è stato il principale testimone della fine dell’età
illuminista e del passaggio alla Restaurazione, che in Spagna
si è associata all’assolutismo politico e ad una crisi culturale.
Nelle opere esposte al Prado si possono leggere tutte le fasi di
questo percorso: dai cartoni per gli arazzi di corte, con colori
luminosi e atmosfere serene, alla denuncia degli orrori dell’in-
vasione napoleonica, fino alle Pitture nere, opere visionarie e
allucinate dipinte nelle pareti della sua casa di campagna.

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Scheda L’architettura del museo in Italia
L’architettura del museo in Italia
Dopo l’apertura di importanti musei nazio-
nali, soprattutto nell’Ottocento, le nuove sedi
museali in Italia hanno riguardato soprattutto
i musei civici o localizzati in palazzi storici
privati.
Negli anni Cinquanta del XX secolo, però, si
sono distinti alcuni allestimenti in importanti
palazzi storici: le gallerie di Palazzo Bianco
(1950-1951) e del Tesoro della Cattedrale
(1950-1957) a Genova, di Franco Albini; le
sale del Castello Sforzesco a Milano (1954-
1956), del gruppo BBPR; il Museo di Castel-
vecchio a Verona (1958-1964) e Palazzo Aba-
tellis a Palermo, di Carlo Scarpa. Gli artisti va-
lorizzano gli scorci visivi, la tecnica e il detta-
glio: i materiali, l’uso della luce, i supporti,
ecc.
Negli ultimi decenni, alcuni interventi han-
no riguardato l’ampliamento o la razionalizza-
zione espositiva in aree di scavo archeologi-
co, ma di recente si è manifestata anche una
certa attenzione verso l’arte contemporanea.
Tra le nuove realizzazioni, ricordiamo il Mu-
seo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto e Trento (MART, 1992-2000), centro Mario Botta, MART,
polivalente dell’architetto ticinese Mario Botta, il Museo MADRE (Museo d’Arte Donnare- Museo d’Arte Moderna e
Contemporanea di Rovereto e
gina) a Napoli, ricavato nello storico Palazzo di Donna Regina su progetto di Alvaro Siza. Trento.
Di recente, un importante ruolo di promozione dell’arte contemporanea è svolto dalle gal-
lerie private, che ospitano in mostre temporanee i lavori di artisti affermati ed emergenti.

Il Castello di Rivoli

Le sale settecentesche del


Castello di Rivoli, presso
Torino, sono destinate dal
1984 a Museo d’Arte
Contemporanea. L’idea
progettuale è stata quella
di mantenere a vista il
cantiere lasciato incom-
piuto nel Settecento dal-
l’architetto Filippo Juvarra, La Collezione Guggenheim a Venezia
di cui si vedono le struttu-
re dell’atrio, le rampe del- La Peggy Guggenheim Collection a Venezia fa par-
lo scalone, gli attacchi di te della Solomon R. Guggenheim Foundation. Si tro-
volte e archi, mai costruiti. va in quella che fu l’abitazione di Peggy Guggen-
L’uso di materiali e di tec- heim, che raccolse le opere ora esposte.
niche moderne sottolinea La collezione è piccola ma prestigiosa. Si conserva-
la differenza con le anti- no opere delle Avanguardie storiche del primo No-
che strutture. vecento, come Cubismo, Surrealismo e Futurismo,
e del dopoguerra statunitense e italiano.

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Il MAXXI a Roma
MAXXI è la sigla che denomina il Museo Nazionale
delle Arti del XXI secolo, con sede a Roma, in via di
completamento. Ha l’obiettivo di promuovere l’arte e
l’architettura contemporanee, conservarne le testimo-
nianze e creare una documentazione d’archivio aperta
al pubblico.
Autrice del progetto è l’architetto Zaha Hadid, irache-
na. Il complesso proposto si integra al contesto esisten-
te, affermando l’idea dell’arte come parte integrante
della vita contemporanea, non relegata in uno spazio
esclusivo.
Due musei, il MAXXI arte e il MAXXI architettura, so-
no disposti attorno ad una grande sala centrale, artico-
landosi con andamenti sinuosi e su diversi livelli. Pre-
senta sale espositive, il bookshop, i laboratori didattici,
l’auditorium, sale per esposizioni temporanee.
Gli ambienti sono disposti in modo che il visitatore si
trovi a percorrere itinerari sempre diversi.

1 Scheda di analisi di uno spazio espositivo


Una visita ad un museo può essere valorizzata attraverso un attento lavoro
di analisi. A questo scopo utilizza la scheda qui riportata. Puoi approfondi-
re le informazioni consultando il sito Internet del museo. La sede del Museo MADRE a Napoli.

Tipo di esposizione
Museo nazionale o Museo regionale Museo civico
Casa-museo Chiesa Museo d’arte moderna
Galleria/Pinacoteca Mostra temporanea ......................
Si trova in un:
edificio nato come luogo di esposizione
edificio riadattato temporaneamente all’uso espositivo
edificio storico ristrutturato edificio moderno
luogo all’aperto ...........................................................

Altre funzioni svolte nello stesso edificio


………..................................................... Nessuna

Proprietà
Stato Regione Provincia Comune Curia
Consorzio di enti pubblici e/o privati Privati
Vi si conservano opere di età
preistorica antica romana medievale
rinascimentale barocca ottocentesca
contemporanea ...........................................
Vi sono strutture di supporto didattico quali:
sala multimediale sala conferenze visita guidata
biblioteca computer bookshop nessuna
Esiste una sezione interna di studi e ricerche, di promozione culturale?
Sì No
Il museo cura anche delle pubblicazioni? Sì No

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Scheda Il MoMA a New York

Il MoMA, The Museum of Modern Art di New York, è il


più grande museo d’arte moderna e contemporanea del
mondo. È stato inaugurato nel 1929.
New York si apprestava a divenire il riferimento economi-
co e culturale per l’intero mondo occidentale, ma non era
ancora partecipe del dibattito sull’arte che animava gli in-
tellettuali europei; per questo motivo l’idea fu fin dall’ini-
zio quella di realizzare un “museo sperimentale”. Il nucleo
originario era ridottissimo: otto stampe e un disegno, frutto
di una donazione privata. La collezione, però, si arricchì ra-
pidamente, facendo in breve conoscere al pubblico ameri-
cano l’arte europea d’avanguardia. In quello stesso anno
1929 si tenne anche la prima mostra, con opere di Van
Gogh, Gauguin, Cézanne, Seurat.
Il museo cambiò sede più volte nei primi dieci anni; fu
John Rockefeller, ricchissimo imprenditore americano, a
donare il terreno sul quale venne poi realizzato l’edificio
museale. Nel 1939 il MoMa si trasferì all’interno del Rocke-
feller Center; quindici anni dopo, l’architetto Philip Johnson
realizzò una nuova ala espositiva e il Giardino delle Sculture.
Negli anni Ottanta del Novecento si sono succeduti ulte-
riori interventi di ampliamento, tra cui quello realizzato da
César Pelli, con la facciata in lastre di vetro bianche e blu.
L’ultimo, ad opera dell’architetto giapponese Yoshio
Taniguchi, è stato inaugurato nel 2004.
Oggi il MoMA è visitato ogni anno da più di 2 milioni di
visitatori.

Vedute dell’esterno e di una sala del MoMA.

La collezione
Il MoMA ospita oggi oltre centocinquan-
tamila opere tra pittura e scultura, che
compongono un panorama completo
dell’arte moderna e contemporanea
mondiale.
Esse sono suddivise in diverse sezioni: ol-
tre alla pittura ed alla scultura, i disegni,
l’illustrazione, il manifesto, la fotografia,
l’architettura e il design, il cinema e le
tecniche multimediali.
La biblioteca e gli archivi raccolgono ol-
tre 300 000 libri e periodici, e biografie
di più di 70 000 artisti.

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1 Come allestire una mostra a scuola
a. L’organizzazione del percorso
Il percorso deve essere studiato con cura, in relazione alle dimensioni della sa-
la (o delle sale), per consentire una buona fruizione da parte dei visitatori.
È necessario predisporre una chiara planimetria degli spazi, con l’indicazione del
percorso, della posizione dei pannelli, di eventuali uscite di sicurezza e servizi.
Quando la mostra presenta un contenuto culturale o didattico è opportuno or-
ganizzare un percorso fisso e lineare, segnato da pannelli numerati posti in lo-
gica sequenza.
Nel caso di una mostra-mercato di lavori di artigianato, il percorso potrà esse-
re libero e lo spazio suddiviso in settori inerenti alle varie tecniche (pittura, cera-
mica, decorazione su vetro, vimini, ecc.), alla provenienza dei manufatti o altro.
b. Pannelli e piani d’appoggio
L’impaginazione dei pannelli espositivi va eseguita con cura e precisione. Il pan-
nello introduttivo deve esprimere il significato globale della mostra: deve quindi
possedere un forte impatto visivo e magari fungere da manifesto della mostra
stessa.
Per proteggere fotografie e disegni, possiamo rivestire i pannelli con plastica
Una struttura metallica modulare per esposizioni.
adesiva o con fogli di acetato, materiale plastico trasparente.
I piani d’appoggio devono essere solidi, non troppo ampi e ricoperti di stoffa
di colore uniforme.
c. La struttura espositiva
La struttura espositiva, che sorregge i pannelli, deve essere semplice ed econo-
mica, possibilmente modulare e componibile, quindi adattabile a qualunque
spazio. In commercio esistono vari sistemi di strutture componibili per mostre, a
prezzo relativamente contenuto; è possibile però progettare e costruire autono-
mamente semplici elementi in legno.

Impariamo dagli allestimenti dei musei


La concezione moderna del museo porta a privilegiare allestimenti flessibi-
li e percorsi aperti. Vengono frequentemente urtilizzati pannelli che con-
sentono di suddividere lo spazio senza delimitarlo, introducendo nel con-
tempo note di colore e consentendo di valorizzare alcune opere, ad esem-
pio isolandole o ponendole in prospettive particolari. Antonia Astori,
Sotto a sinistra possiamo osservare l’allestimento del Zentrum Paul Klee a Progetto espositivo.
Berna, opera di Renzo Piano; sotto a destra, una sala del Museo di Castel-
vecchio a Verona, allestito negli anni 1958-1964 da Carlo Scarpa.

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