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TITOLO I
OGGETTO E CAMPO DI APPLICAZIONE
Art. 1
- Definizione -
Il Codice di Deontologia Medica contiene principi e regole che il medico-chirurgo e
l'odontoiatra, iscritti agli albi professionali dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli
Odontoiatri, di seguito indicati con il termine di medico, devono osservare nell'esercizio
della professione.
Il comportamento del medico anche al di fuori dell'esercizio della professione, deve essere
con sono al decoro e alla dignità della stessa, in armonia con i principi di solidarietà,
umanità e impegno civile che la ispirano.
Il medico è tenuto a prestare la massima collaborazione e disponibilità nei rapporti con il
proprio Ordine professionale.
Il medico è tenuto alla conoscenza delle norme del presente Codice e degli orientamenti
espressi nelle allegate linee guida, la ignoranza dei quali, non lo esime dalla responsabilità
disciplinare.
Il medico deve prestare giuramento professionale.
Art. 2
TITOLO II
CAP. I
Libertà, indipendenza e dignità della professione
Art. 3
Art. 4
Art. 5
Art. 6
Art. 7
CAPO II
Prestazioni d'urgenza
Art. 8
- Obbligo di intervento -
Il medico, indipendentemente dalla sua abituale attività, non può mai rifiutarsi di prestare
soccorso o cure d'urgenza e deve tempestivamente attivarsi per assicurare assistenza.
Art. 9
Calamità -
Il medico, in caso di catastrofe, di calamità o di epidemia, deve mettersi a disposizione
dell'Autorità competente.
CAPO III
Obblighi peculiari del medico
Art. 10
- Segreto professionale -
Il medico deve mantenere il segreto su tutto ciò che gli è confidato o di cui venga a
conoscenza nell'esercizio della professione.
La morte del paziente non esime il medico dall' obbligo del segreto.
Il medico deve informare i suoi collaboratori dell' obbligo del segreto professionale.
L'inosservanza del segreto medico costituisce mancanza grave quando possa derivarne
profitto proprio o altrui ovvero nocumento della persona assistita o di altri.
La rivelazione è ammessa ove motivata da una giusta causa, rappresentata
dall'adempimento di un obbligo previsto dalla legge (denuncia e referto all' Autorità
Giudiziaria, denunce sanitarie, notifiche di malattie infettive, certificazioni obbligatorie)
ovvero da quanto previsto dai successivi artt. 11 e 12.
Il medico non deve rendere al Giudice testimonianza su fatti e circostanze inerenti il
segreto professionale.
La cancellazione dall'albo non esime moralmente il medico dagli obblighi del presente
articolo.
Art. 11
Art. 12
CAPO IV
Accertamenti diagnostici e trattamenti terapeutici
Art. 13
Art. 14
Art. 15
Art. 16
Accanimento diagnostico-terapeutico -
Il medico, anche tenendo conto delle volontà del paziente laddove espresse, deve
astenersi dall'ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa
fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della
qualità della vita.
Art. 17
- Eutanasia -
Il medico, anche su richiesta del malato, non deve effettuare né favorire trattamenti
finalizzati a provocarne la morte.
Art. 18
CAPO V
Obblighi professionali
Art. 19
TITOLO III
RAPPORTI CON IL CITTADINO
CAPO I
Art. 20
Art. 21
- Competenza professionale -
Il medico deve garantire impegno e competenza professionale, non assumendo obblighi
che non sia in condizione di soddisfare.
Egli deve affrontare nell'ambito delle specifiche responsabilità e competenze ogni
problematica con il massimo scrupolo e disponibilità, dedicandovi il tempo necessario per
una accurata valutazione dei dati oggettivi, in particolare dei dati anamnestici, avvalendosi
delle procedure e degli strumenti ritenuti essenziali e coerenti allo scopo e assicurando
attenzione alla disponibilità dei presidi e delle risorse.
Art. 22
Art. 23
Art. 24
- Certificazione -
Il medico è tenuto a rilasciare al cittadino certificazioni relative al suo stato di salute che
attestino dati clinici direttamente constatati e/o oggettivamente documentati. Egli è tenuto
alla massima diligenza, alla più attenta e corretta registrazione dei dati e alla formulazione
di giudizi obiettivi e scientificamente corretti.
Art. 25
- Documentazione clinica -
Il medico deve, nell'interesse esclusivo della persona assistita, mettere la documentazione
clinica in suo possesso a disposizione della stessa o dei suoi legali rappresentanti o di
medici e istituzioni da essa indicati per iscritto.
Art. 26
- Cartella clinica-
La cartella clinica delle strutture pubbliche e private deve essere redatta chiaramente, con
puntualità e diligenza, nel rispetto delle regole della buona pratica clinica e contenere,
oltre ad ogni dato obiettivo relativo alla condizione patologica e al suo decorso, le attività
diagnostico-terapeutiche praticate.
La cartella clinica deve registrare i modi e i tempi delle informazioni nonché i termini del
consenso del paziente, o di chi ne esercita la tutela, alle proposte diagnostiche e
terapeutiche; deve inoltre registrare il consenso del paziente al trattamento dei dati
sensibili, con particolare riguardo ai casi di arruolamento in un protocollo sperimentale.
CAPO II
Doveri del medico e diritti del cittadino
Art. 27
Art. 28
Art. 29
- Fornitura di farmaci -
Il medico non può fornire i farmaci necessari alla cura a titolo oneroso.
Art. 30
-Conflitto di interesse -
Il medico deve evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante
l'interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato
da un interesse secondario.
Il conflitto di interesse riguarda aspetti economici e non, e si può manifestare nella ricerca
scientifica, nella formazione e nell'aggiornamento professionale, nella prescrizione
terapeutica e di esami diagnostici e nei rapporti individuali e di gruppo con industrie, enti,
organizzazioni e istituzioni, nonché con la Pubblica Amministrazione.
Il medico deve:
– essere consapevole del possibile verificarsi di un conflitto di interesse e valutarne
l'importanza e gli eventuali rischi;
– prevenire ogni situazione che possa essere evitata;
– dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare le sue
scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica consapevole.
Il medico non deve in alcun modo subordinare il proprio comportamento prescrittivi ad
accordi economici o di altra natura, per trarne indebito profitto per sé e per altri.
Art. 31
Comparaggio -
Ogni forma di comparaggio è vietata.
CAPO III
Doveri di assistenza
Art. 32
CAPO IV
Informazione e consenso
Art. 33
- Informazione al cittadino -
Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi,
sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili
conseguenze delle scelte operate.
Il medico dovrà comunicare con il soggetto tenendo conto delle sue capacità di
comprensione, al fine di promuoverne la massima partecipazione alle scelte decisionali e
l'adesione alle proposte diagnostico-terapeutiche.
Ogni ulteriore richiesta di informazione da parte del paziente deve essere soddisfatta.
Il medico deve, altresì, soddisfare le richieste di informazione del cittadino in tema di
prevenzione. Le informazioni riguardanti prognosi gravi o infauste o tali da poter procurare
preoccupazione e sofferenza alla persona, devono essere fornite con prudenza, usando
terminologie non traumatizzanti e senza escludere elementi di speranza.
La documentata volontà della persona assistita di non essere informata o di delegare ad
altro soggetto l'informazione deve essere rispettata.
Art. 34
- Informazione a terzi -
L'informazione a terzi presuppone il consenso esplicitamente espresso dal paziente, fatto
salvo quanto previsto all' art. 10 e all'art. 12, allorché sia in grave pericolo la salute o la
vita del soggetto stesso o di altri.
In caso di paziente ricoverato, il medico deve raccogliere gli eventuali nominativi delle
persone preliminarmente indicate dallo stesso a ricevere la comunicazione dei dati
sensibili.
Art. 35
Art. 36
Assistenza d'urgenza-
Allorché sussistano condizioni di urgenza, tenendo conto delle volontà della persona se
espresse, il medico deve attivarsi per assicurare l'assistenza indispensabile.
Art. 37
Art. 38
CAPO V
Art. 39
CAPO VI
Art. 40
Art. 41
CAPO VII
Sessualità e riproduzione
Art. 42
Art. 43
Art. 44
- Fecondazione assistita -
La fecondazione medicalmente assistita è un atto integralmente medico ed in ogni sua fase
il medico dovrà agire nei confronti dei soggetti coinvolti secondo scienza e coscienza. Alla
coppia vanno prospettate tutte le opportune soluzioni in base alle più recenti ed
accreditate acquisizioni scientifiche ed è dovuta la più esauriente e chiara informazione
sulle possibilità di successo nei confronti dell'infertilità e sui rischi eventualmente incidenti
sulla salute della donna e del nascituro e sulle adeguate e possibili misure di prevenzione.
E' fatto divieto al medico, anche nell'interesse del bene del nascituro, di attuare:
a) forme di maternità surrogata;
b) forme di fecondazione assistita al di fuori di coppie eterosessuali stabili;
c) pratiche di fecondazione assistita in donne in menopausa non precoce;
d) forme di fecondazione assistita dopo la morte del partner.
E' proscritta ogni pratica di fecondazione assistita ispirata a selezione etnica e a fini
eugenetici; non è consentita la produzione di embrioni ai soli fini di ricerca ed è vietato
ogni sfruttamento commerciale, pubblicitario, industriale di gameti, embrioni e tessuti
embrionali o fetali.
Sono vietate pratiche di fecondazione assistita in centri non autorizzati o privi di idonei
requisiti strutturali e professionali.
Sono fatte salve le norme in materia di obiezione di coscienza.
Art. 45
Art. 46
- Test predittivi-
I test diretti in modo esclusivo a rilevare o predire malformazioni o malattie su base
ereditaria, devono essere espressamente richiesti, per iscritto, dalla gestante o dalla
persona interessata.
Il medico deve fornire al paziente informazioni preventive e dare la più ampia ed adeguata
illustrazione sul significato e sul valore predittivo dei test, sui rischi per la gravidanza, sulle
conseguenze delle malattie genetiche sulla salute e sulla qualità della vita, nonché sui
possibili interventi di prevenzione e di terapia.
Il medico non deve eseguire test genetici o predittivi a fini assicurativi od occupazionali se
non a seguito di espressa e consapevole manifestazione di volontà da parte del cittadino
interessato che è l'unico destinatario dell'informazione ..
E' vietato eseguire test genetici o predittivi in centri privi dei requisiti strutturali e
professionali previsti dalle vigenti norme nazionali e/o regionali.
CAP. VIII
Sperimentazione
Art. 47
- Sperimentazione scientifica -
Il progresso della medicina è fondato sulla ricerca scientifica che SI avvale anche della
sperimentazione sull'animale e sull'uomo.
Art. 48
Art. 49
- Sperimentazione clinica -
La sperimentazione può essere inserita in trattamenti diagnostici e/o terapeutici, solo in
quanto sia razionalmente e scientificamente suscettibile di utilità diagnostica o terapeutica
per i cittadini interessati.
In ogni caso di studio clinico, il malato non potrà essere deliberatamente privato dei
consolidati mezzi diagnostici e terapeutici indispensabili al mantenimento e/o al ripristino
dello stato di salute.
I predetti principi adottati in tema di sperimentazione sono applicabili anche ai volontari
sani.
Art. 50
- Sperimentazione sull'animale -
La sperimentazione sull'animale deve essere improntata a esigenze e a finalità di sviluppo
delle conoscenze non altrimenti conseguibili e non a finalità di lucro, deve essere condotta
con metodi e mezzi idonei a evitare inutili sofferenze e i protocolli devono avere ricevuto il
preventivo assenso di un Comitato etico indipendente.
Sono fatte salve le norme in materia di obiezione di coscienza.
CAPO IX
Trattamento medico e libertà personale
Art. 51
Art. 52
Art. 53
CAPO X
Onorari professionali nell'esercizio libero professionale
Art. 54
- Onorari professionali-
Nell'esercizio libero professionale, fermo restando il principio dell'intesa diretta tra medico
e cittadino e nel rispetto del decoro professionale, l'onorario deve essere commisurato alla
difficoltà, alla complessità e alla qualità della prestazione, tenendo conto delle competenze
e dei mezzi impegnati.
Il medico è tenuto a far conoscere il suo onorario preventivamente al cittadino.
La corresponsione dei compensi per le prestazioni professionali non deve essere
subordinata ai risultati delle prestazioni medesime.
Il medico può, in particolari circostanze, prestare gratuitamente la sua opera purché tale
comportamento non costituisca concorrenza sleale o illecito accaparramento di clientela.
CAPO XI
Pubblicità e informazione sanitaria
Art. 55
- Informazione sanitaria -
Nella comunicazione in materia sanitaria è sempre necessaria la massima cautela al fine di
fornire una efficace e trasparente informazione al cittadino.
Il medico deve attenersi in materia di comunicazione ai criteri contenuti nel presente
Codice in tema di pubblicità e informazione sanitaria; l'Ordine vigila sulla corretta
applicazione dei criteri stessi.
Il medico collabora con le istituzioni pubbliche al fine di una corretta informazione sanitaria
ed una corretta educazione alla salute.
Art. 56
Art. 57
- Divieto di patrocinio-
Il medico singolo o componente di associazioni scientifiche o professionali non deve
concedere avallo o patrocinio a iniziative o forme di pubblicità o comunque promozionali a
favore di aziende o istituzioni relativamente a prodotti sanitari o commerciali.
TITOLO IV
RAPPORTI CON I COLLEGHI
CAPO I
Rapporti di collaborazione
Art. 58
- Rispetto reciproco -
Il rapporto tra medici deve ispirarsi ai principi di corretta solidarietà, di reciproco rispetto e
di considerazione della attività professionale di ognuno.
Il contrasto di opinione non deve violare i principi di un collegiale comportamento e di un
civile dibattito.
Il medico deve assistere i colleghi senza fini di lucro salvo il diritto al ristoro delle spese.
Il medico deve essere solidale nei confronti dei colleghi risultati essere ingiustamente
accusati.
Art. 59
- Rapporti con il medico curante -
Il medico che presti la propria opera in situazioni di urgenza o per ragioni di
specializzazione a un ammalato in cura presso altro collega, previo consenso
dell'interessato o del suo legale rappresentante, è tenuto a dare comunicazione al medico
curante o ad altro medico eventualmente indicato dal paziente, degli indirizzi diagnostico-
terapeutici attuati e delle valutazioni cliniche relative, tenuto conto delle norme di tutela
della riservatezza.
Tra medico curante e colleghi operanti nelle strutture pubbliche e private, anche per
assicurare la corretta informazione all'ammalato, deve sussistere, nel rispetto dell'
autonomia e del diritto alla riservatezza, un rapporto di consultazione, di collaborazione e
di informazione reciproca al fine di garantire coerenza e continuità diagnostico-terapeutica.
La lettera di dimissione deve essere indirizzata, di norma tramite il paziente, al medico
curante o ad altro medico indicato dal paziente.
CAPO II
Consulenza e consulto
Art. 60
- Consulenza e consulto -
Qualora la complessità del caso clinico o l'interesse del paziente esigano il ricorso a
specifiche competenze specialistiche diagnostiche e/o terapeutiche, il medico curante deve
proporre il consulto con altro collega o la consulenza presso idonee strutture di specifica
qualificazione, ponendo gli adeguati quesiti e fornendo la documentazione in suo possesso.
In caso di divergenza di opinioni, si dovrà comunque salvaguardare la tutela della salute
del paziente che dovrà essere adeguatamente informato e le cui volontà dovranno essere
rispettate.
I giudizi espressi in sede di consulto o di consulenza devono rispettare la dignità sia del
curante che del consulente.
Il medico, che sia di contrario avviso, qualora il consulto sia richiesto dal malato o dai suoi
familiari, può astenersi dal parteciparvi, fornendo, comunque, tutte le informazioni e
l'eventuale documentazione relativa al caso.
Lo specialista o consulente che visiti un ammalato in assenza del curante deve fornire una
dettagliata relazione diagnostica e l'indirizzo terapeutico consigliato.
CAPO III
Altri rapporti tra medici
Art. 61
- Supplenza -
Il medico che sostituisce nell'attività professionale un collega è tenuto, cessata la
supplenza, a fornire al collega sostituito le informazioni cliniche relative ai malati sino
allora assistiti, al fine di assicurare la continuità terapeutica.
CAPO IV
Attività medico-legale
Art. 62
Art. 63
- Medicina fiscale -
Nell'esercizio delle funzioni di controllo, il medico deve far conoscere al soggetto
sottoposto all'accertamento la propria qualifica e la propria funzione.
Il medico fiscale e il curante, nel reciproco rispetto del diverso ruolo, non devono
esprimere al cospetto del paziente giudizi critici sul rispettivo operato.
CAPO V
Rapporti con l'Ordine professionale
Art. 64
- Doveri di collaborazione -
Il medico è tenuto a comunicare al Presidente dell'Ordine i titoli conseguiti utili al fine della
compilazione e tenuta degli albi.
Il medico che cambia di residenza, trasferisce in altra provincia la sua attività o modifica la
sua condizione di esercizio o cessa di esercitare la professione, è tenuto a dame
tempestiva comunicazione al Consiglio provinciale dell'Ordine.
Il medico è tenuto a comunicare al Presidente dell'Ordine eventuali infrazioni alle regole, al
reciproco rispetto e alla corretta collaborazione tra colleghi e alla salvaguardia delle
specifiche competenze che devono informare i rapporti della professione medica con le
altre professioni sanitarie.
Nell'ambito del procedimento disciplinare la mancata collaborazione e disponibilità del
medico convocato dal Presidente della rispettiva Commissione di albo costituiscono esse
stesse ulteriore elemento di valutazione a fini disciplinari.
Il Presidente della rispettiva Commissione di albo, nell'ambito dei suoi poteri di vigilanza
deontologica, può convocare i colleghi esercenti la professione nella provincia stessa, sia in
ambito pubblico che privato, anche se iscritti ad altro Ordine, informandone l'Ordine di
appartenenza per le eventuali conseguenti valutazioni.
Il medico eletto negli organi istituzionali dell'Ordine deve adempiere all'incarico con
diligenza e imparzialità nell'interesse della collettività e osservare prudenza e riservatezza
nell' espletamento dei propri compiti.
TITOLO V
RAPPORTI CON I TERZI
CAPO I
Modalità e forme di espletamento dell'attività professionale
Art. 65
Art. 66
Art. 67
TITOLO VI
RAPPORTI CON IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E CON ENTI PUBBLICI E
PRIVATI
CAPO I
Obblighi deontologici del medico
a rapporto di impiego o convenzionato
Art. 68
- Direzione sanitaria -
Il medico che svolge funzioni di direzione sanitaria nelle strutture pubbliche o private
ovvero di responsabile sanitario in una struttura privata deve garantire, nell'espletamento
della sua attività, il rispetto delle norme del Codice di Deontologia Medica e la difesa
dell'autonomia e della dignità professionale all' interno della struttura in cui opera.
Egli comunica all'Ordine il proprio incarico e collabora con l'Ordine professionale,
competente per territorio, nei compiti di vigilanza sulla collegialità nei rapporti con e tra
medici per la correttezza delle prestazioni professionali nell'interesse dei cittadini.
Egli, altresì, deve vigilare sulla correttezza del materiale informativo attinente alla
organizzazione e alle prestazioni erogate dalla struttura.
Egli, infine vigila perché nelle strutture sanitarie non si manifestino atteggiamenti vessatori
nei confronti dei colleghi.
Art. 70
CAPO II
Medicina dello Sport
Art. 71
Art. 72
Art. 73
- Doping-
Ai fini della tutela della salute il medico non deve consigliare, prescrivere o somministrare
trattamenti farmacologici o di altra natura finalizzati ad alterare le prestazioni psico-fisiche
correlate ad attività sportiva a qualunque titolo praticata, in particolare qualora tali
interventi agiscano direttamente o indirettamente modificando il naturale equilibrio psico-
fisico del soggetto.
CAPO III
Tutela della salute collettiva
Art. 74
Art. 75
DISPOSIZIONE FINALE
Gli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri sono tenuti a recepire il
presente Codice e a garantirne il rispetto delle norme, nel quadro dell'azione di indirizzo e
coordinamento esercitata dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e
degli odontoiatri; sono tenuti inoltre a consegnare ufficialmente o, comunque, ad inviare ai
singoli iscritti agli albi il Codice di Deontologia Medica e a tenere periodicamente corsi di
aggiornamento e di approfondimento in materia deontologica.
Le presenti norme saranno oggetto di costante monitoraggio da parte della FNOMCeO al
fine di garantirne l'eventuale aggiornamento.