Oltre 2000 anni fa, in un remoto angolo dell’Europa del Nord
confinante con la regione scandinava, sorgeva il regno di Asgard. Asgard era considerabile alla pari di una monarchia federale, dove il potere esecutivo era nelle mani del re, il dio Odino. I restanti poteri erano nelle mani di Heimdall, considerato il più puro degli déi. Dunque, un governo che nell’umanità si affermò in ritardo, era già usata da una civiltà antecedente l’umanità. Ma nonostante ciò, gli déi non erano alla pari con l’umanità. Essi erano centinaia di volte più resistenti e longevi di un uomo comune. Ma la cosa che gli accumunava, e che li rese venerati, fu un’altra: La loro predisposizione, quasi naturale, con l’occulto. Essi, infatti, erano in grado di poter usufruire in modo quasi illimitato di arti magiche, spesso diverse per ogni dio. Ciò, però, era possibile solo tramite una debolezza: Gli déi, se uccisi da un essere pari ad un dio nel piano esistenziale, potevano venir rubati della loro magia peculiare. Però, c’è da dire che gli déi non avevano compreso una cosa del loro potere: Il fatto che, non importa cosa sarebbe successo, la loro civiltà sarebbe stata distrutta con l’evento noto come Ragnarok. Durante il Ragnarok, il dominio divino verrebbe spezzato, e con esso un nuovo dominio si imporrebbe sul mondo. Dunque, il Ragnarok non è l’estinzione degli déi, ma la morte e rinascita della civiltà. L’inizio del declino divino iniziò con una lussuosa cena nel palazzo di Odino nel Valhalla, avvenuta per commemorare la nascita dell’Impero Romano. Alla cena parteciparono i più influenti déi dell’epoca: A capo del tavolo vi erano il re degli déi Odino, dall’aspetto fisico simile a quello di un uomo sulla sessantina con una lunga barba nera e con il capo coperto da un cappuccio per velare la sua pelata e dagli occhi azzurri, e la moglie Frigg, il cui aspetto era più giovane di quello di Odino: Frigg, infatti, sembrava essere sui 25 anni, ed aveva lunghi capelli biondi e occhi anch’essi azzurri. Entrambi gli déi indossavano un abito da cerimonia romano, utilizzato apposta per la consacrazione dell’Impero Romano. Alla destra vi erano seduti, partendo dal posto più vicino a quello di Odino: Skadi, la dea della caccia, con capelli neri corti ed occhi viola, con indosso delle vesti da cacciatore; Bragi, il dio della poesia, dai capelli castani e gli occhi neri, con indosso uno smoking nero completamente fuori epoca; al centro vi stava Vidarr il muto, dio della vendetta, dai lunghi capelli bianchi e il viso ricoperto di cicatrici, indossava un’armatura romana dipinta d’argento. Il posto di Vidarr, riservato a Thor, era vuoto. Infine, il posto più vicino a Frigg era di Freyja, la dea di amore, guerra, oro e soprattutto della magia. Freyja vestiva abiti tipici di una donna della nobiltà romana, e possedeva lunghi capelli ricci di color blu scuro ed occhi verdi. Alla sinistra, invece, i posti spettavano agli déi stranieri invitati alla cena. Erano seduti, partendo dal posto più vicino a Frigg: Ares, il famoso dio greco alto circa 2,50 metri e con un minimo di 100 kg di muscoli, indossava una toga rossa. Possedeva una lunga barba castana ma la sua potenza lo ha reso completamente calvo, capace di poter vaporizzare anche Captain Marvel con la brillantezza della sua pelata. Egli, per finire, aveva un solo occhio, poiché perse l’occhio destro durante lo scontro con Achille. Il suo unico occhio era marrone; Niya, il presunto dio dell’inferno polacco, il cui sesso era sconosciuto. Il suo aspetto, piuttosto che essere come gli altri déi, era completamente nero, ma al suo interno era possibile osservare lo spazio. Inoltre, Niya possedeva lunghi capelli, sempre neri, in cui vi si poteva osservare direttamente una porzione della Via Lattea, più specificatamente quella che mostrava la Terra. I suoi occhi erano completamente bianchi. Nonostante il suo sesso fosse sconosciuto, il corpo di Niya presentava forme femminili, eppure Niya non parlò mai pubblicamente nel corso della sua vita, rendendo il suo aspetto solo una plausibile facciata dell’identità del dio. Niya, inoltre, non era vestito per la cena e dunque era completamente nudo; Il posto di fronte a Vidarr era anch’esso vuoto, ed era riservato al dio Izanagi; Vicino a quello che doveva essere il posto di Izanagi vi era seduto il dio Thanatos, la personificazione della morte. Il suo aspetto era celato da un’armatura composta in maggior parte da torio e piombo. L’interno dell’armatura produceva fiamme bianche, dovute ad un ulteriore rivestimento di torio che copriva il corpo del dio; Infine, seduto vicino ad Odino vi era Zeus. Zeus, ovviamente, è considerato come il padre degli déi dell’Olimpo, e creatore del Pantheon greco. Egli aveva capelli bianchi mossi ed una folta barba, ed i suoi occhi erano castani. Zeus indossava una toga bianca ed una corona d’alloro d’oro. Egli aveva indosso questi vestiti in onore della formazione dell’Impero Romano. La cena dovette attendere l’arrivo di Thor e Izanagi prima di iniziare, e nel mentre aspettavano i due, i restanti déi discorrevano tra di loro, ad eccezione di Niya che rimaneva in silenzio. Thanatos diede una pacca sulla spalla a Zeus, e gli disse con voce profonda ma trionfante: “Zeus, vecchio mio! E’ da anni che non ci rivediamo! Ho sentito che questa cena la avete organizzata in onore del primo Imperatore di Roma. Mi pare fosse Giulio Cesare?”
Zeus osservò Thanatos e lo corresse: “Ottaviano Augusto, caro
Thanatos. Il nipote dell’ormai defunto Giulio Cesare. La loro dinastia ha la vittoria nel sangue: Cesare, infatti, era dotato di discendenza divina poiché lontano antenato di Enea.” Ares ascoltò i due greci discutere, e decise di prendere parte alla loro discussione. Con un tono di voce fermo, Ares affermò: “Non sono certo che Cesare fosse antenato di Enea, ma di certo egli ricevette le mie benedizioni. Soprattutto per fare lo sfregio a quel bastardo che mi ha cavato un occhio.” Ares disse quell’ultima frase con un’inaudita collera, e Odino decise di far cambiare discorso. Dunque, osservò la moglie Frigg e, dopo essersi schiarito la voce, iniziò a parlare con una voce rauca: “Comunque sia, siamo qui non solo per celebrare la nascita dell’Impero Romano, ma anche per inaugurare il centesimo anniversario dalla nascita di Thor, l’eroe nordico, se non mondiale, più potente di sempre!” Gli déi nordici applaudirono alle parole di Odino, mentre negli déi stranieri ci fu un silenzio imbarazzante. Thanatos pensò per un attimo di deridere Odino, ma non lo fece e continuò ad aspettare l’arrivo di Izanagi e Thor. Dopo dieci minuti, dal nulla apparve il messaggero degli déi, Hermes. Egli indossava abiti da maggiordomo ed aveva capelli castani di media lunghezza ed aveva occhi neri. Hermes osservò la tavolata, dunque si schiarì la voce e con voce triste comunicò agli déi una notizia: “Signore e signori, la dea Izanami è deceduta in seguito al parto del figlio Kagutsuchi. Izanagi sta elaborando il lutto, e perciò non parteciperà. Mi dispiace.” Detto questo, senza lasciar trasparire nessuna emozione, Hermes sparì nel nulla. La notizia lasciò gli déi seduti con emozioni miste. Ma quelle emozioni miste divennero rabbia, paura o disgusto appena un certo individuo spalancò le porte della sala. Quell’individuo era Loki, il dio nordico più controverso. Indossava uno smoking verde con una cravatta nera, ed aveva lunghi capelli bianchi con striature nere. Inoltre, aveva occhi verdi ed aveva un aspetto androgino. “Che bella giornata!”, disse Loki sorridendo. Naturalmente, egli aveva sentito la notizia, eppure non gli interessava. “Izanami è morta e Izanagi è depresso! Gli sta bene, non trovate? Oh comunque, ciao Ares! Ho sentito che quel fallito di tuo figlio è stato pugnalato 44 volte! Sfortunatamente dovevano mirare alla testa. Solo un colpo gli è stato fatale.” Loki iniziò a sorridere con passione, e fissò direttamente Ares, per poi pronunciare con tono di scherno: “Che morte tremenda! Ma scommetto che non ti importa, ancora bruci per la ferita che Achille ti ha inflitto, vero?” Ares si alzò dal suo posto e fissò Loki con uno sguardo iracondo. “Non osare pronunciare quel nome, bastardo. Non capiresti mai l’umiliazione di venir sfregiato da un uo--“ “Semidio,” corresse Loki. “Ti brucia solo perché quel pastorello lo ha ucciso al tuo posto. Come si chiamava? Paride? Ha fatto un lavoro migliore del tuo!” Odino fissò sconcertato Loki e si alzò dal trono. “Loki, per favore. Siamo tutti sconcertati per la morte della saggia Izanami. Stava cara a molti, qui.” Loki osservò Odino e gli rise in faccia. “Vostra Altezza! Non mi avete invitato al banchetto, dunque mi son invitato di mia spontanea volontà senza il Vostro consenso. Non è un problema, ovviamente.” Loki si sedette al posto di Thor e mise i piedi sul tavolo, per poi fissare Vidarr al suo fianco. “Oh, ma tu guarda! C’è, uh… Come ti chiamavi? Puoi ripeterme- AH NO! SEI MUTO!” L’ultima frase rivolta a Vidarr riecheggiò nella sala, ed egli, iracondo, fissò Loki ma decise di non fare nulla, perché non poteva opporsi al destino che il Ragnarok riservava per entrambi. Zeus si alzò e guardò Loki, per poi sbraitare: “Via di qui, dio dell’inganno! Non sei stato invitato per l’assassinio del servo di Aegir!” “Ah, ma quindi ora i jotunn hanno diritti?” Disse Loki con tono scherzoso. “Pensavo che Vostra Altezza li volesse sterminare tutti. Cos’è, ora Vi hanno venduto un nuovo schiavo?” Odino ignorò la provocazione di Loki, e rivolto alle dee presenti alla sala disse: “Signore, perdonate la nostra scortesia, ma è giunta l’ora che la cena finisca.” Loki si alzò e fissò Odino. “La cena non è nemmeno iniziata, e volete già farla finire? Cos’è, l’età vi ha fatto un brutto scherzo? State per caso iniziando a soffrire di demenza senile, Vostra Altezza?” Ares tentò di materializzare una spada, ma Zeus lo fermò con lo sguardo. Ares, dunque, capì che non dovevano far ricorso alla violenza. Almeno, non finché il salone non fosse fatto evacuare adeguatamente. Diverse ninfe entrarono nel salone e forzarono le dee ad alzarsi e ad uscire dalla sala. Con loro uscirono pure Bragi, incapace di lottare, Vidarr, al quale non importava di combattere con Loki al momento, e Niya, che pareva essere annoiato. A questo, Loki rispose con un sorriso di scherno e fissò Odino. “Quindi, volete davvero combattermi? Sarebbe un 1vs4, e tra di voi ci stanno l’incarnazione della morte, due déi Creatori e il dio della guerra. Non è un combattimento equo!” Odino rispose alla dichiarazione di Loki: “Naturalmente 4 contro 1 è sleale, ma siamo senza Thor, e io e Zeus non combattiamo da quando non sconfiggemmo le razze titaniche che minacciavano i nostri reami. Invece tu sei riuscito ad uccidere il servo più potente di uno jotunn con facilità. Non è mai stato un combattimento equo .” Loki sorrise, e sfoderò la sua lama. “Non posso morire, poiché sono di importanza per il Ragnarok. Le Moire lo hanno predetto, e non possono fallire, poiché il nostro regno si scontrerà con quello degli uomini tra qualche mil- Ops! Non dovevo dirvelo!” Zeus fissò Loki e fece apparire la sua Folgore. “Stolto. I tuoi inganni non intaccano noi greci, che conosciamo le Moire da quando Nyx le generò. Non possono mostrare il futuro degli déi, dunque il “Ragnarok” non andrà come vuoi tu. Verrai punito qui ed ora da me, dio dell’inganno!” Loki sorrise alla dichiarazione di Zeus. “Ma davvero? Ti brucia che ho rovinato il banchetto dedicato a quel folle di Augusto?” Ares scagliò un coltello verso Loki, che sfiorò la sua guancia destra. Del sangue scorse dalla ferita, e Loki si voltò verso Ares. “Dio della guerra, dunque è così?” Ares guardò Loki dall’alto verso il basso, e sguainò la spada, dunque si avventò contro Loki. Ma in mezzo secondo, il dio dell’inganno riuscì a sfuggire al fendente del dio della guerra, e mise al tappeto Ares con un calcio ben assestato in testa. Zeus si affrettò a vedere come stava Ares e a controllare il suo battito cardiaco, mentre Loki indietreggiava verso l’entrata del salone, senza però uscire. “Questa è una rissa, cari i miei amici. E io non perdo mai le risse!”, disse Loki con voce allegra. Zeus scaglio la Folgore verso Loki, tentando di trafiggerlo, ma Loki materializzò uno scudo dal nulla e con esso riuscì a proteggersi in parte dalla Folgore. La Folgore, però, generò delle saette che colpirono Loki. Il dio non cedette alle ferite e fissò Zeus, che dunque iniziò a levitare verso Loki e a generare un’aura elettrica attorno a sé. “Oh, il vecchio è un Super Saiyan!”, esclamò Loki con falso stupore. Zeus guardò Loki confuso e chiese “Cos’è un Super Saiyan?” Alla domanda Loki rispose con un sonorissimo “STOCAZZO”, e Zeus si ritrovò a terra con una ferita sul fianco destro. Il suo corpo era inoltre ricoperto di ustioni. Odino, dunque, osservò Loki in silenzio. “E’ questo ciò che vuoi, Loki?”, chiese Odino con tono deluso. “Hai rovinato una celebrazione solo per tuo capriccio, e ora stai combattendo contro dei tuoi compagni. Lascia le armi, e abbandona il combattimento.” Loki iniziò a ridere fragorosamente e diede un pugno all’aria alle sue spalle. D’improvviso Thanatos si materializzò dal nulla e cadde a terra dolorante. Il pugno di Loki riuscì a rompere l’armatura, e schegge di torio gli perforarono lo stomaco. Loki, dunque, rimase solo con Odino. Loki si avvicinò minacciosamente ad Odino, che ad ogni passo di Loki indietreggiava, cercando di non perdere la calma. “Vostra Altezza! Siamo solo io e Voi ancora in piedi. Non è vero?” Odino rimase in silenzio a pensare ad un piano per sconfiggere Loki, ma nemmeno Thanatos era stato in grado di sconfiggere il dio dell’inganno. Il tono di voce, dunque, si fece per Loki serio per la prima volta. “Odino! Osserva come il nuovo re di Asgard usurpa quello vecchio. Il dio “trickster” diventerà il Re degli déi!” Loki alzò la sua mano destra e la ricoprì di magia, e si teletrasporto alle spalle di Odino. Ma all’improvviso, un martello scagliato dall’esterno colpì la mano del dio, spappolandogliela. Loki non capì subito, ma appena vide il martello, seppe di essere finito. Dall’entrata del salone un dio alto due metri, con più muscoli di Ares e dei lunghi capelli biondi. Anche la barba del dio era bionda e folta. Ma, al contrario degli altri déi, i suoi occhi erano iniettati di sangue. Alla vista del dio, Loki tento di fuggire dalla finestra, ma il dio richiamò a sé il martello, che colpì Loki al petto, frantumando ogni costola colpita. Loki cadde a terra ed iniziò a tossire sangue. Con voce flebile, Loki esclamò: “T… Thor…” Odino fissò Loki dall’alto verso il basso e, dopo aver preso un ago intriso di oppio, drogò Loki e lo fece svenire. Odino si voltò verso Thor. “Figlio mio, ti ringrazio per aver salvato me ed Asgard. Sei davvero degno della tua forza…!” Thor, però, non rispose, e prese il corpo svenuto di Loki. Poi, Thor si voltò verso Odino e disse: “Vecchio. Chiama Skadi, necessito di un po’ di veleno di serpe. Incatenerò Loki per il resto della sua vita.” Odino osservò Thor ed acconsentì alla sua richiesta. Loki venne esiliato da Asgard ed incatenato nelle rive del Po, nascosto dentro una grotta scavata vicino al fiume. Una serpe immortale venne posizionato sopra la testa del dio, che venne dunque forzato a fissare il serpente tramite un incantesimo. Il serpente faceva gocciolare dai suoi denti un veleno che feriva in modo atroce gli occhi di Loki. L’inaspettato, almeno per il dio, fu quando anche la moglie Sigyn venne esiliata, ma non incatenata. Sigyn si portò appresso una scodella, la quale riusciva a contenere il veleno di serpe. Ma sfortunatamente, la scodella non aveva capienza illimitata ed andava svuotata. Quando Sigyn svuotava la scodella, Loki si contorceva dal dolore, causando terremoti per i suoi potenti spasmi. Passarono i secoli, e Loki e Sigyn continuarono il loro ciclo finché, durante una notte del 2016, Loki continuò a ricevere il veleno del serpente. Ma per un motivo sconosciuto, la testa del serpente gli cadde addosso, ed una figura alata gli apparve di fronte. “Loki, dio trickster, vero?” Loki non rispose alla domanda della figura. “I cani di Odino hanno ucciso tua moglie. Ma sono venuto qui per salvarti.” Loki fissò la figura alata, e notò di non essere più legato. Dunque, Loki sorrise e fissò la figura. “Quindi, il Ragnarok è vicino?” La figura alata sorrise nell’ombra, e porse la mano a Loki. “Sì. Il Ragnarok è alle porte. Ma a governare il nuovo mondo sarai tu, Loki. Lascia che io sia il tuo Angelo custode.” Loki sorrise e si alzo, fissando la figura. “Un Angelo, eh? Chissà come sarà progredita l’umanità mentre ero in questa grotta…” Loki, ora libero sia dalle catene si teletrasportò alle spalle dell’Angelo, e gli fece cenno di seguirlo. “Andiamo. E’ giunta l’ora di conquistare Asgard.”