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A cura di:

Alberto Di Teresa

Fondatore e CEO di ADT Esports Academy®

Creatore di Pilota Vincente e Metodo ADT

Assetto Perfetto © 2021 di Alberto Di Teresa. Tutti i diritti riservati


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INDICE

1. INTRODUZIONE.......................................................................................... 7
2. AERODINAMICA ....................................................................................... 21
2.1 Aerodinamica ala anteriore .................................................................. 23
2.2 Aerodinamica ala posteriore ................................................................ 25
2.3 Bilanciamento Aerodinamico ............................................................... 28
3. Trasmissione ............................................................................................. 31
3.1 Differenziale in pressione acceleratore ............................................... 34
3.2 Differenziale in rilascio acceleratore ................................................... 38
4. Geometria delle sospensioni ................................................................... 45
4.1 Campanatura ......................................................................................... 48
4.2 Convergenza/divergenza...................................................................... 52
5. Sospensioni ............................................................................................... 60
5.1 Sospensioni anteriori e posteriori ....................................................... 62
5.2 Barre stabilizzatrici anteriore e posteriore ......................................... 73
6. Freni........................................................................................................... 86
6.1 Pressione freni ....................................................................................... 90
6.2 Bilanciamento frenata frontale ............................................................ 94
7. Gomme .................................................................................................... 105
7.1 Pressione gomme anteriori e posteriori ........................................... 107
8. Il metodo di creazione setup di ADT .................................................... 112

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1. INTRODUZIONE

Ciao Top Driver!

Benvenuto su ASSETTO PERFETTO, la guida definitiva al setup su F1

a cura di ADT Esports Academy!

Grazie a questo manuale imparerai dettagliatamente ogni singolo

parametro del setup, quali effetti ha sulla monoposto e come settare

al meglio una vettura in base alle esigenze della pista e al tuo stile di

guida.

Ti garantisco che al termine della lettura di questo manuale non

avrai più bisogno di scervellarti con gli assetti!

Grazie alle spiegazioni che ti darò nel corso di questa guida, sarai in

grado di comprendere dettagliatamente l’importanza di ogni singolo

parametro e di sentirti, oltre che un Top Driver, anche un po’

ingegnere!

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Prima di addentrarci nell’affascinante mondo dei Setup su F1 2021,

voglio parlarti un po’ della mia storia per conoscerci meglio…

Chi sono?

Sono Alberto Di Teresa, fondatore e CEO di ADT Esports Academy.

Sono un malato di Formula 1 praticamente sin da quando ho imparato

a camminare.

Sono cresciuto con il sogno di essere un pilota di Formula 1, proprio

come te…

…Ma come ben sai, tra sogno e realtà ne passa un bel po’, perché per

poter arrivare lassù ci vogliono sacrifici e soprattutto …denaro!

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Non avendo le possibilità economiche per inseguire il mio sogno,

l’unico modo che avevo per sentirmi un vero pilota era quello di

approcciarmi ai simulatori sin da piccolo e lo facevo con la

professionalità degna di un vero pilota: cercavo di curare tutti i dettagli

del caso, scandagliavo ogni singolo parametro che il gioco metteva a

disposizione e… studiavo, studiavo e studiavo.

Guardavo gli onboard dei campioni cercando di assorbire quante più

informazioni possibili per poterle poi riportare nel mio mondo di

simulatori.

Tutte quelle ore passate a studiare un modo per andare più veloce

hanno contribuito a rendermi così attento ai dettagli, perché so

benissimo che in F1 anche un millesimo di secondo può fare la

differenza.

Col passare del tempo sono cresciuto, ho avuto sempre meno tempo

mentre F1 si evolveva e richiedeva sempre più impegno e dedizione per

poter andare davvero forti.

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Ho iniziato a lavorare per importanti multinazionali, fin quando un

giorno decisi di fare della mia passione un lavoro vero e proprio.

Fu così che creai da zero ADT Esports Academy, la prima Sim Racing

Academy a livello mondiale su F1.

Ho visto tanti, troppi piloti bisognosi di un aiuto per migliorare le

proprie prestazioni su F1.

Ho sentito che c’era il bisogno di educare il settore della F1 virtuale con

Metodo, dedizione e approccio professionale.

Ed ecco che, in pochi anni, grazie soprattutto all’aiuto dei miei

collaboratori, ADT è diventata una bellissima realtà a livello nazionale,

ponendosi come riferimento principale per migliaia di piloti su F1.

Ad oggi, più di 700 piloti che si sono affidati ai nostri percorsi di

Academy a pagamento e non ci fermeremo di certo qui!

La nostra mission è quella di migliorare il settore della Formula 1

virtuale in modo da consentire a tutti, TU compreso, di vivere appieno

questa splendida passione che ci accomuna: la Formula 1.


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Ciò che ha contraddistinto sempre ADT è l’assoluta disponibilità ad

aiutare TUTTI i piloti che hanno bisogno di dritte su F1.

Ecco perché hai accesso GRATUITO a questo manuale PDF di altissimo

valore… perchè teniamo al tuo miglioramento, caro Top Driver!

Detto questo, spegniamo i semafori e partiamo!

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Prima di entrare nello specifico dei setup, è necessario farti alcune

premesse…

NON SOTTOVALUTARE L’IMPORTANZA DI UN CORRETTO

ASSETTO BASATO SUL TUO STILE DI GUIDA!

Mi capita troppo spesso di leggere commenti di persone che dicono:

“Ho preso l’assetto del più veloce dalla Prova a Tempo” oppure “Io

gioco con assetto standard, tanto non cambia nulla”.

Nulla di più falso!

Se i parametri dell’assetto sono tanti un motivo ci sarà, e se ci sono

tanti valori da impostare a maggior ragione diventa fondamentale

non sottovalutare questo aspetto!

Un assetto è come un abito cucito su misura per te, caro Top Driver,

e può farti fare davvero la differenza sia sul giro secco che nel passo

gara.

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QUANDO TI APPROCCERAI A CREARE UN ASSETTO, MODIFICA

UN SOLO PARAMETRO PER VOLTA!

È fondamentale, quando si fanno delle modifiche all’assetto,

cambiare un solo valore per volta: è importantissimo per riuscire a

capire come la modifica di quel parametro influisca sul

comportamento della vettura in pista.

Troppo spesso ho visto piloti modificare 4 o 5 parametri alla volta e

il risultato è stato sempre lo stesso: un casino totale!

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Questo perché ci si trova con il setup stravolto e un sacco di problemi

in più.

Quindi mi raccomando, non fare questo errore!

Magari pensi erroneamente di risparmiare tempo ma in realtà non è

così, ti stai infilando in un circolo vizioso senza fine!

Considera, inoltre, che la modifica di un singolo parametro va ad

influire anche sugli altri parametri non modificati.

Sarà necessario, dunque, modificare anche gli altri parametri per

bilanciare.

Fai come ti dico e cambia un solo settaggio per volta; questo ti

renderà la vita più facile, te lo garantisco!

Senza dubbio riuscirai ad imparare molto più velocemente perché

capirai meglio gli effetti di quella determinata modifica sul

comportamento della vettura in pista.

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CONOSCI LA TUA VETTURA MEGLIO DELLE TUE TASCHE!

Quando si lavora ad un assetto è di vitale importanza avere un'ottima

capacità di analisi e identificare le reazioni della vettura.

Un buon pilota capisce qual è la situazione reale, cioè tutte quelle

sensazioni e reazioni della monoposto che avverte mentre guida.

Il Top Driver, invece, riesce anche a capire immediatamente il

problema che sente alla vettura e risolverlo, per essere performante

a 360° in termini di assetto.

Innanzitutto, quando sentirai dei “problemi” di setup, dovrai

ragionare metodicamente e capire se il problema avviene in:

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• Ingresso curva

• Centro curva

• Uscita di curva

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Ingresso curva

Centro curva

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Uscita curva

Poi bisogna scendere ancora di più nel dettaglio e distinguere, ad

esempio, tra l'ingresso curva in rilascio (cioè quel momento in

inserimento curva che va da quando avete rilasciato i freni fino a

quando rimettete il piede sul gas, il cosiddetto attimo di transizione)

e l'ingresso in curva col gas puntato.

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Molte volte ho sentito dire frasi del tipo: “La vettura non gira come

vorrei” oppure “ho sovrasterzo”...

Sì, ma dove? Quando? In ingresso o in uscita?

Capisci bene che frasi del genere significano poco o nulla perché le

cause possono essere diverse a seconda delle condizioni.

SE VUOI DAVVERO ESSERE UN PILOTA VINCENTE, DOVRAI

CONOSCERE ALLA PERFEZIONE LA TUA VETTURA E I SUOI

COMPORTAMENTI!

Bene Top Driver, ora bando alle chiacchiere e addentriamoci subito

nel fantastico mondo del setup di una vettura da Formula 1!

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STORIE DI SUCCESSO

Sono Maggi Daniele, ho 47 anni, sono di La Spezia e sono iscritto al Metodo


ADT.

Guardando i video su internet ho avuto la possibilità di fare un videocorso


gratuito. Ho deciso di abbonarmi in quanto mi sono accorto che il metodo è
per tutti i piloti e non solo per quelli Top; può migliorare sia il pilota “saltuario”
sia quello che aspira a diventare un eSports Pro.

Grazie ai videocorsi e agli esercizi presenti in Metodo ADT i miei tempi sono
migliorati di circa 3 secondi, e ora giro mediamente a 5-6 decimi dai PRO.

Consiglio vivamente il metodo ADT poiché quando ho partecipato al


videocorso ero abbastanza scettico pensando fosse un metodo per piloti TOP
ed, invece, mi sono accorto, con mia grande sorpresa, che è per tutti i pilota
perché vengono spiegate cose che neanche pensavo esistessero.

I video del CEO ADT, Alberto Di Teresa, sono una cosa incredibile

per la professionalità e la passione ed, inoltre, la disponibilità dell’Academy è


di primissimo livello.

Ringrazio tutti i componenti di ADT e nel dubbio tengo giù!”

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2. AERODINAMICA

L’aerodinamica, per definizione, è una branca della meccanica che si

occupa di studiare il moto dell’aria e le forze che questa esercita su

corpi in quiete o in movimento relativo rispetto a essa.

Negli ultimi anni l’aerodinamica è diventata sempre più importante e

determinante, specie nelle Formula 1 moderne.

Riuscire a capirne il funzionamento ed imparare a gestirla può davvero

fare la differenza.

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Trasponendo questo concetto sulle Formula 1 si parlerà di carico

aerodinamico. Per livello di carico aerodinamico si intende la

capacità di produrre deportanza per poter tenere la monoposto sempre

incollata a terra.

I parametri del setup da modificare in F1 sono:

• Aerodinamica ala anteriore

• Aerodinamica ala posteriore

N.B. La parola chiave non è CARICO ma BILANCIAMENTO, perché più

che il carico generato dalla vettura, è fondamentale il bilanciamento

che questa presenta, tenendo in considerazione che il carico deriva sì

dalle ali ma anche dall’altezza da terra della vettura (approfondiremo

l’altezza della vettura nei prossimi capitoli).

Vedrai che non sarà tanto il valore assoluto del parametro impostato

a fare la differenza, ma più di tutto sarà importante il bilanciamento

aerodinamico.

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2.1 Aerodinamica ala anteriore

L’ala anteriore è stata introdotta all’inizio degli anni ’70 per consentire

alle vetture di generare carico aerodinamico al fine di aumentarne la

loro stabilità in curva e, dunque, la loro velocità di percorrenza.

Le moderne ali anteriori hanno anche il compito di “direzionare” le

turbolenze generate dalle ruote anteriori.

Tuttavia, la principale funzione dell’ala anteriore è quella di produrre

un carico aerodinamico che consenta alle ruote anteriori di

restare ben adese al suolo.


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Cosa succede se aumento il carico all’ala anteriore?

Più carico all’anteriore Posteriore meno stabile senza

un adueguato bilanciamento

Più precisione durante la guida Minore velocità di punta

Maggiore velocità di ingresso e Maggiore stress della

percorrenza curva monoposto in frenata

Più grip e direzionalità Se si esagera, si rischia


all’anteriore in ingresso curva sovrasterzo

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2.2 Aerodinamica ala posteriore

L’ala posteriore è stata introdotta alla fine degli anni ’60 in Formula 1.

Dal 2011, è stato introdotto il Drag Reduction System (DRS), un flap

regolabile posizionato sull’ala posteriore che se aperto consente di

aumentare significativamente la velocità di punta, generando tuttavia

un’importante riduzione di deportanza.

La principale funzione di tale ala è quella di deviare i flussi d’aria verso

l’alto.

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Grazie al principio di azione e reazione di Newton, a una deviazione

dell’aria verso l’alto corrisponde una reazione uguale e contraria che

spinge l’ala posteriore verso il basso.

L’ala posteriore è sicuramente la parte della monoposto che più è in

grado di generare carico e va bilanciata alla perfezione con le restanti

componenti del setup.

Un’ala posteriore molto carica si farà sentire nei curvoni veloci e nei

circuiti cittadini, garantendo un retrotreno ben piantato e tanta velocità

di percorrenza.

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Cosa succede se aumento il carico all’ala posteriore?

Più carico al posteriore Vettura meno agile

Riduzione del sovrasterzo Minore velocità di punta

Si può spostare il ripartitore di Se si esagera, si ha sottosterzo

frenata sul posteriore senza


perdere troppa stabilità

Maggiore trazione Se si esagera, maggiore usura


alle gomme posteriori

Bene Top Driver, fin qui è tutto chiaro?

Continua a leggere il manuale e vedrai che alla fine fare un ASSETTO

PERFETTO sarà divertente!

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2.3 Bilanciamento Aerodinamico

Per bilanciamento aerodinamico si intende il valore assoluto ottenuto

dalla differenza tra valori dell’ala anteriore e valori dell’ala

posteriore.

Esempio:

• Aerodinamica ala anteriore: 5

• Aerodinamica ala posteriore: 7

Il bilanciamento aerodinamico, in tal caso, sarà di 7-5 = 2.

Il comportamento della vettura e le sue reazioni saranno simili se il

bilanciamento aerodinamico rimarrà lo stesso. Ad esempio, una

vettura con ali 6-8 avrà un comportamento simile, MA NON UGUALE,

a una vettura con ali 7-9.

Il perché non è uguale è dovuto al fatto che non è importante la

risultanza “matematica” della differenza tra le ali, quanto dove è situato

il CoP (centre of pressure, ovvero il punto di incontro tra il

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bilanciamento anteriore e posteriore), se più sull’anteriore – ed in

questo caso avremo tendenzialmente del sovrasterzo – o se più al

posteriore – in questo caso avremo tendenzialmente del sottosterzo)

Dunque, se al posto di settare le ali 5-7 le setti a 7-5 allora le cose

cambiano radicalmente.

RICORDA: all’interno di uno stesso circuito ci sono settori che

richiedono determinati livelli di carico aerodinamico rispetto ad altri

settori.

Purtroppo, però, non è possibile modificare il livello di carico

aerodinamico tra un settore e l’altro, dunque il segreto è quello di

trovare il giusto compromesso tra vettura, conformazione della

pista e stile di guida.

È inutile, ad esempio, impostare una vettura con un livello di carico

aerodinamico elevatissimo a Monza per percorrere scioltamente le

chicanes presenti se poi sui rettilinei si perde un’eternità.

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STORIE DI SUCCESSO

Ciao a tutti, sono Manlio Giarraffa e mi sono iscritto a Pilota Vincente ad


Aprile 2020.

Ho cominciato a giocare con il PAD nel 2019, fino a quando ho avuto il


desiderio di provare un’esperienza di guida più realistica possibile, e, quindi,
ho comprato il mio primo volante e la mia prima pedaliera.

Mentre facevo delle prove distruttive, anche a livello psicologico, ho capito che
c’era qualcosa che non andava e che dovevo migliorare perché all’inizio hai
un’idea completamente diversa da com’è la realtà in pista.

All’inizio guardavo dei video su YouTube, riuscivo a migliorare ma di poco.


Fino a quando ho scoperto Pilota Vincente dell’ADT Esports Academy e mi
sono iscritto.

All’inizio sicuramente il miglioramento è stato incredibile: ho fatto 11 mesi di


lavoro, di videocorsi, prima della quale giravo 5-6 secondi più lento.

Pilota Vincente ti dà la possibilità di accedere a dei videocorsi che trattano di


tutto, dalle impostazioni del PAD e del volante fino a dettagli incredibili come:
l’ingresso curva, il centro curva, l’uscita curva, la trazione, la frenata, l’angolo
volante. È veramente un corso straordinario che ti cambia tantissimo. Io
consiglio davvero di iscriverti ai percorsi di ADT perché se vuoi divertirti devi
anche sapere COME ti devi divertire.

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3. Trasmissione

Il differenziale è un elemento importantissimo nelle monoposto di

Formula 1, perché gioca un ruolo fondamentale nella tenuta di strada

in curva della vettura, sia in transizione che in accelerazione.

Esso permette di distribuire la coppia motrice su ciascuna delle

ruote, e quindi di farle ruotare a una velocità diversa.

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Se necessario, il differenziale può trasferire parte della coppia della

ruota che gira più rapidamente alla ruota che presenta maggiore

aderenza.

Il differenziale è stato ideato per aggirare il movimento di opposizione

che l’auto esercita sul proprio asse al momento di svolta (rotazione).

Il differenziale può essere di due tipi: “aperto” o “bloccato”.

Nel primo caso il differenziale farà in modo che il pneumatico interno

ed esterno girino ad una velocità indipendente l’uno dall’altro, aiutando

il movimento di rotazione della vettura ma riducendo la potenza

disponibile in fase di trazione.

Nel caso di un differenziale bloccato avremo uno scenario opposto, una

vettura con maggiore difficoltà di rotazione ma con una maggiore

trazione.

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Rispetto a F1 2020, il differenziale in F1 2021 viene gestito in maniera

più realistica e si possono impostare mediamente dei valori molto più

alti rispetto ai vecchi “50-55”.

Specie per il differenziale in pressione, possiamo tranquillamente

impostare valori vicini al 70% per avere un’ottima trazione ed un

posteriore comunque stabile (cosa impensabile con i valori del 2020).

Stesso discordo per il differenziale in rilascio, è possibile impostare

valori mediamente più alti senza dover per forza di cose settare al

minimo. Il tutto però, stando sempre ben attenti ai valori troppo alti

che possono aumentare il consumo dei pneumatici posteriori.

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3.1 Differenziale in pressione acceleratore

La regolazione del differenziale in pressione acceleratore influisce sul

bilanciamento meccanico, sul sottosterzo e sul sovrasterzo in

accelerazione, e permette di avere la giusta trazione per poter dosare

il gas secondo il tuo stile di guida.

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Cosa succede alzando il valore?

• Più trazione in generale: riuscirai a dosare meglio il gas in

accelerazione perché questo risulterà più graduale

• Minore percezione dell’eventuale perdita di trazione, perché

risulterà più brusca: questo succede perché il differenziale,

lavorando ad una percentuale diversa sulla rotazione delle ruote,

può generare reazioni meno prevedibili

• Leggero sottosterzo in accelerazione: se tale valore risulterà

troppo elevato il posteriore non riuscirà a ruotare correttamente,

causando sottosterzo in curva.

• Più usura delle gomme quando si accelera in curva: perché il

differenziale, lavorando di più, fa lavorare di più le gomme,

aumentandone la temperatura e di conseguenza l’usura.

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Cosa succede abbassando il valore?

• La perdita di trazione al retrotreno è più graduale: la vettura ti

“avvisa” di più quando sta per partire il posteriore perché le

sensazioni che ti arrivano tramite il lavoro del differenziale sono

meno filtrate

• Più difficoltà di trazione: perché bisogna essere più bravi nel

dosare l’acceleratore, che risulterà più sensibile

• Meno usura: perché le gomme, essendo meno sollecitate in

accelerazione dall’intervento del differenziale, sono soggette a

stress minori, si scaldano meno lavorando nel corretto range di

temperatura e hanno sempre il giusto grip, usurandosi di meno.

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In alcuni circuiti risulta fondamentale gestire il differenziale durante

la gara, a causa della differente conformazione dei diversi settori

della pista, i quali possono richiedere una regolazione ad hoc del

differenziale in pressione.

Un’altra situazione da considerare è quando cambiano le condizioni

metereologiche (da pista asciutta a bagnata e viceversa).

Puoi ottenere enormi vantaggi adattando il differenziale dal DMF

mentre sei in pista anche al variare del meteo.

Infine, un’ulteriore situazione può essere il passaggio da uno Stint

all’altro, dove il probabile montaggio di mescole diverse (Soft-

Media, Soft-Hard, ad esempio) causa una risposta diversa da parte

dell’acceleratore che si riflette su una differente trazione.

Affina la tua sensibilità e impara a effettuare le diverse regolazioni e

ti assicuro che riuscirai a gestire meglio le diverse situazioni di gara e

trarne notevoli benefici.

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3.2 Differenziale in rilascio acceleratore

Il differenziale in rilascio acceleratore regola la differenza di velocità

di rotazione tra la ruota interna e la ruota esterna quando si è in

transizione, ad esempio quando si sta inserendo la vettura in curva

senza freno né gas.

In questo caso, è il differenziale in rilascio a lavorare e gestire le

reazioni della vettura al posteriore, facendo chiudere di più o di meno

la traiettoria a seconda della sua regolazione.

È molto importante intervenire sul differenziale in rilascio per lavorare

sulla reattività della vettura di inserimento in curva e sulla stabilità del

posteriore.

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Cosa succede alzando il valore?

• È possibile portare più velocità di percorrenza a centro

curva, perché la vettura decelera meno in inserimento,

risultando più fluida

• Il posteriore chiude meno fino ad arrivare al sottosterzo,

proprio perché la vettura decelera meno in inserimento. Infatti,

“bloccando” il differenziale in rilascio obblighi le due ruote

posteriori a ruotare alla stessa velocità, quindi la ruota esterna

non girerà più velocemente per aiutarti a ruotare.

• Meno usura degli pneumatici: a causa della minore

sollecitazione delle gomme in fase di percorrenza curva.

ATTENZIONE! Non esagerare nell’alzare il valore del

differenziale in rilascio, altrimenti rischi di avere una vettura

fortemente sottosterzante in ingresso e, di conseguenza, farai

più difficoltà a inserirla in curva. Potresti, paradossalmente,

avere anche un’usura maggiore alzando troppo questo valore.

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Cosa succede abbassando il valore?

• Miglioramento dell’inserimento in transizione, poiché la

vettura chiuderà di più la traiettoria verso l’interno.

• Aumento del sovrasterzo in ingresso curva, il quale può

essere utile per portare più velocità in inserimento. Tuttavia,

esagerando, tale sovrasterzo risulterà più dannoso per le tue

gomme.

• Minore velocità a centro curva: perché esagerando

nell’abbassare il valore, la vettura decelererà più del necessario

facendoti rallentare eccessivamente

• Più usura degli pneumatici: perché la troppa decelerazione

causa più stress alle gomme e fa innalzare la loro temperatura

Un valore mediamente alto del differenziale in rilascio acceleratore

può essere più adatto se hai uno stile di guida fluido, con traiettorie

tonde, dolci e scorrevoli. Invece, un valore di differenziale in rilascio


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acceleratore mediamente più basso è indicato se il tuo stile di guida

è più aggressivo e tendi a spigolare maggiormente le traiettorie.

Non sottovalutare il contributo che può dare una regolazione

ottimale del differenziale e inizia a testare differenti valori

lasciando inalterati tutti gli altri parametri del setup.

In tal modo, potrai facilmente renderti conto delle differenze delle

reazioni della monoposto a seconda di come interviene il

differenziale, il quale influenza notevolmente l’equilibrio della vettura.

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L’ASSETTO, SEBBENE SIA IMPORTANTE,

NON E’ L’UNICA COSA CHE CONTA!

È credenza popolare ormai che non appena si è lenti su una pista si

dia la colpa a un assetto errato, quando poi nella maggior parte dei

casi non è tanto l’assetto il problema, quanto un errato stile di guida.

Non saper sfruttare tecniche di guida basilari e avanzate può essere

dannoso e demoralizzante.

Per questo motivo, il consiglio che ti do è di focalizzarti soprattutto

su TE stesso e sul tuo stile di guida.

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A tal proposito, ti invito (se non l’hai ancora fatto) a entrare nel nostro

Gruppo privato Facebook ADT TOP DRIVER – F1 2021.

Un gruppo di cui fanno parte già più di 3000 piloti che, come te,

hanno voglia di migliorare su F1.

Sul nostro gruppo non ci sarà spam di gare di campionati, non ci

saranno post inutili...

Si tratta di un gruppo in cui ci si può liberamente confrontare per

migliorare, un gruppo in cui si possono chiedere consigli per

arricchire il proprio bagaglio di conoscenze sul mondo della F1

virtuale.
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Nessuna pubblicità spam, nessun membro arrogante, soltanto gente

che ha voglia di migliorare e crescere insieme!

Se non ti sei ancora iscritto fallo adesso:

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Ok Top Driver, abbiamo affrontato finora argomenti molto importanti

e spero che questo viaggio nel fantastico mondo dei setup ti stia

piacendo.

Ora proseguiamo Full gas la lettura! Sei pronto?

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4. Geometria delle sospensioni

Quello della geometria delle sospensioni è un campo del setup

spesso sottovalutato.

Le geometrie sono di fondamentale importanza sia per la

manovrabilità della monoposto ma SOPRATTUTTO per far

operare i pneumatici alla temperatura ottimale (temperatura

interna, esterna e di mezzo).

Dato che F1 2021 non simula questi diversi tipi di temperatura

ma solamente una generica di superficie unica (oltre che quella

della carcassa che però è direttamente influenzata dalla

pressione dei pneumatici), si può assumere che le diverse

regolazioni abbiano un impatto limitato sul consumo dei

pneumatici (per questo si vedono settaggi così estremi).


Invece, è fondamentale adattare campanatura e convergenza al

layout del tracciato e al proprio stile di guida. In tal modo, sentirai sin

da subito migliorare il feeling con la vettura e le tue prestazioni in

pista.

Quelle di campanatura e convergenza sono regolazioni di fino

che devi effettuare se necessario per equilibrare nel dettaglio il

comportamento della monoposto.

Ti consiglio perciò di lasciare il settaggio di questi parametri per

ultimo, dopo esserti occupato del resto

dell’assetto!

Capire come rendere la vettura più performante tramite il corretto

settaggio dei valori delle geometrie è una cosa sconosciuta alla

maggior parte dei piloti, che magari utilizza i valori di default oppure

la classica configurazione con la campanatura e la convergenza al

minimo, copiando i setup dalla prova a tempo.

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Questo accade sia per mancanza di tempo/voglia di studiare e

testare, sia perchè campanatura e convergenza sono valori in cui

l’effetto di una modifica risulta molto soggettivo. Ciò per i meno

esperti risulterà poco percepibile in termini di reazioni della

monoposto

Per tua fortuna hai scaricato questa guida, per cui non preoccuparti:

seguimi e capiamo insieme cosa sono campanatura e convergenza e

cosa comporta una loro modifica!

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4.1 Campanatura

La campanatura consiste nell’angolo che viene a crearsi tra l’asse

verticale dello pneumatico e la perpendicolare sull’asfalto, guardando

anteriormente la monoposto.

La campanatura può essere:

• Negativa

• Neutra

• Positiva

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Le vetture di Formula 1 sono progettate per avere un assetto con

campanatura negativa, maggiormente accentuata all’anteriore rispetto

al posteriore.

Con valori maggiori di campanatura (gradi ridotti) e gradi ridotti di

convergenza (valori minori), la vettura è più performante in quasi

tutte le situazioni, sia per quanto riguarda la velocità pura che per

quanto riguarda la gestione gomme.

Tuttavia, puoi intervenire sulle geometrie per migliorare l’aderenza e le

reazioni della vettura in determinate situazioni.

Aumentando i valori di campanatura negativa (dunque, spostando

lo slide verso sinistra nel menù del setup) puoi migliorare il grip e

la tenuta laterale in curva. Immagina, ad esempio, i lunghi curvoni

in appoggio che ci sono in Spagna o a Silverstone.

Se rendi più negativa la campanatura (e questo vale in particolare

sull’asse anteriore) la risposta del volante sarà più lenta; noterai che

a livello fisico dovrai sterzare di più il volante per ottenere la stessa

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rotazione. Se questo ti viene innaturale, ti ricordo che puoi intervenire

diminuendo l’angolo di sterzo ad esempio da 360° a 350° per

adattarlo alle tue esigenze.

Se aumentiamo la negatività della campanatura posteriore (ovvero se

portiamo lo slide nel gioco verso sinistra) la monoposto avrà più grip

al posteriore in situazioni di appoggio prolungate.

La vettura si comporta meglio durante il trail braking.

Tuttavia, al tempo stesso, la macchina è meno reattiva perché più

piantata col posteriore e si comporta peggio nelle curve in cui lo

pneumatico viene messo sotto stress.

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Quindi, ricapitolando, aumentando i valori di campanatura negativa

(spostando lo slide verso sinistra):

• Migliorano il grip e la tenuta laterale in curva

• La vettura si comporta meglio durante il trail braking

• Risposta del volante più lenta

• Monoposto meno reattiva

• La vettura si comporta peggio nelle curve in cui lo pneumatico

viene messo sotto stress

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4.2 Convergenza/divergenza

La convergenza è l’angolo che si viene a formare tra gli pneumatici

e l’asse longitudinale della monoposto,

guardandola dall’alto. In altre parole, la convergenza regola la distanza

delle gomme anteriori tra di loro e delle posteriori

tra di loro.

Regolando la convergenza puoi modificare il

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comportamento della vettura in curva. Se percepisci, ad esempio,

di avere un leggero sottosterzo, puoi rendere più positivo il valore

di convergenza anteriore o posteriore andando a spostare lo slide

verso destra. Se, invece, soffri di un fastidioso sovrasterzo in curva,

puoi fare il percorso inverso.

Come puoi migliorare il comportamento dinamico della vettura

in curva tramite la convergenza?

Prima ti ho detto di occuparti per ultimo del settaggio di questo

parametro, perché deve essere rapportato e valutato in base a tutti

gli altri valori dell’assetto. Una volta trovato un bilanciamento

meccanico che ti soddisfa sia a livello di performance che di feeling,

lavora sulla convergenza e fai un lavoro di fino per limare quei

dettagli che sono troppo specifici per essere corretti intervenendo

sugli altri parametri.

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Ad esempio, modificare di una tacca le barre stabilizzatrici ha un

effetto sulla monoposto di gran lunga maggiore rispetto a modificare

di una tacca la convergenza.

La convergenza è un parametro molto soggettivo, che puoi variare a

seconda delle tue preferenze di guida: intervieni su questo valore per

adattare il comportamento della

monoposto in base al tuo stile di guida, rendendo la vettura più o

meno aggressiva.

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Cosa succede se aumento convergenza anteriore?

• Più grip centro curva (in particolare nelle curve che si fanno in

pieno)

• Vettura più stabile in ingresso curva

• Vettura meno pronta e reattiva in ingresso curva

• Leggero scivolamento dell’anteriore in uscita curva

• Leggera riduzione di trazione in uscita curva

Cosa succede se diminuisco convergenza anteriore?

• Vettura più pronta e reattiva in ingresso curva

• Vettura meno stabile in ingresso curva

• Leggero miglioramento della trazione in uscita curva

• Meno scivolamento dell’anteriore in uscita curva

• Meno grip centro curva (in particolare nelle curve che si fanno in

pieno)

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Cosa succede se aumento convergenza posteriore?

• Più grip a centro curva (in particolare nelle curve che si fanno in

pieno)

• Più rotazione a centro curva

• Vettura più stabile in ingresso curva

• Vettura meno pronta e reattiva in ingresso curva

• Leggero scivolamento del posteriore in uscita curva Leggera

riduzione di trazione in uscita curva

Cosa succede se diminuisco convergenza posteriore?

• Vettura più pronta e reattiva in ingresso curva

• Vettura meno stabile in ingresso curva

• Leggero miglioramento della trazione in uscita curva

• Meno scivolamento del posteriore in uscita curva

• Meno grip a centro curva

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N.B. Devi essere bravo durante la guida, anche con l’aiuto del tuo

personale coach o ingegnere di pista (se ne hai uno) e dell’analisi

della telemetria, a capire se il problema è da ricondurre all’anteriore

o al posteriore.

Quando intervieni sui valori delle geometrie delle sospensioni devi

sempre tener conto che a volte una determinata modifica può anche

non dare il risultato sperato.

Ciò accade perché l’influenza delle geometrie sui comportamenti

dinamici della monoposto è strettamente correlata a tutti gli altri

parametri del setup.

Per questo devi isolare questi concetti e contestualizzarli di volta in

volta in base all’assetto utilizzato, e continuare a testare (come

nell’esempio della Copse) finchè non trovi il valore ideale adatto a te.

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STORIE DI SUCCESSO

Ciao a tutti! Sono Domenico Cordì, ho 29 anni e nella vita sono un

responsabile di produzione. Giocavo con il PAD fino a Dicembre quando mi


sono fatto convincere da un amico e ho deciso di comprare il primo volante.
Quando mi sono ritrovato con il primo volante le aspettative erano diverse ed
ho pensato che bisognasse fare qualcosa per girare con un senso.

Proprio in quel periodo ho scoperto anche ADT tramite una pubblicità e mi


sono informato. Ho sentito Alberto che mi ha dato subito le informazioni
necessarie per iscrivermi al metodo ed ho deciso di farlo perché avevo bisogno
di imparare già solo le basi per potermi divertire.

Non volevo più utilizzare nessun aiuto, correre totalmente libero e volevo
avere un’esperienza quanto più reale possibile. Il mio problema principale
era… tutto!

Grazie ad ADT, a tutti i suoi moduli e a tutti i suoi formidabili esercizi, ho


iniziato a prendere confidenza con il gioco ed i miei problemi iniziali di
approccio al volante sono stati risolti, grazie anche alla disponibilità di Alberto
ed il suo team.

Grazie anche al loro entusiasmo non ho mollato alle prime difficoltà, anzi mi
sono ritrovato in un campionato completamente Élite dove non sono una
cima, ma comunque riesco ad arrivare a fine gara.

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La cosa che mi ha colpito di più in ADT è stato proprio il completo
assorbimento in quello che è il team, nel senso che ti fanno sentire uno di loro
e sono sempre disponibili. Ci sono state tante domande da parte mia e tante
risposte da parte loro con le quali hanno tolto ogni mio dubbio.

Mi hanno motivato ancor di più a seguire i moduli con la giusta attenzione, il


giusto approccio e, seppur non avendo tantissimo tempo, grazie ad ADT è
stato possibile massimizzare a rendere al meglio nel minor tempo possibile.

Consiglio ADT soprattutto a chi è entrato a far parte in questo mondo da poco
perché ti dà le basi per poterti divertire, togliere gli aiuti ed avere
un’esperienza a 360°.

Lo consiglio anche ad un pilota più esperto che magari gira già fortissimo, ma
non riesce a migliorare quel decimo o millesimo mancante, perché secondo
me con un ottimo metodo, studiato dal team ADT, è possibile.

Lo consiglio a tutti. ADT ti fa sentire parte di un team dove ci sono diversi


gruppi dove puoi confrontarti soprattutto con persone migliori di te ed è
fantastico. Nel dubbio tieni giù!”

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5. Sospensioni

Quello delle sospensioni è un capitolo fondamentale della creazione di

un ASSETTO PERFETTO, poiché la loro regolazione (e il loro

bilanciamento) influenza più di qualunque altro parametro il

comportamento dinamico di una vettura di Formula 1.

In F1, i parametri da modificare nelle sospensioni sono:

• Sospensione anteriore

• Sospensione posteriore

• Barra stabilizzatrice anteriore

• Barra stabilizzatrice posteriore

• Altezza anteriore

• Altezza posteriore

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Su F1 2021 la forza delle sospensioni e delle barre è stata rivista,

non in maniera uniforme, rispetto a F1 2020.

Infatti, ad alcuni valori del 2020 corrispondono altri del 2021 a

volte più rigidi (ai valori più bassi) per poi ammorbidirsi a quelli

più alti, ma la linea generale è che quest’anno dovremo irrigidire

di più tutto il pacchetto meccanico.

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5.1 Sospensioni anteriori e posteriori

Le sospensioni regolano il comportamento dinamico della

monoposto in accelerazione, frenata o quando si passa su cordoli

e sconnessioni.

Il movimento che la vettura compie in avanti in fase di frenata e

all’indietro durante l’accelerazione si chiama beccheggio.

Più precisamente, il beccheggio è costituito dall’inclinazione

dell’anteriore o del posteriore della vettura durante l’accelerazione o la

frenata.

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Quando si accelera l’anteriore tende ad alzarsi, mentre il posteriore si

abbassa perché il centro di massa si sposta verso l’asse posteriore. In

caso di frenata avviene il fenomeno inverso.

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Se sei a 300 km/h e freni, tutto il peso si sposta in avanti e il retrotreno

si alleggerisce. Il muso è schiacciato, di conseguenza se il

bilanciamento meccanico non è adeguato, arriverà troppa forza alla

gomma e bloccherai.

Cerca, pertanto, di settare le sospensioni in modo tali che non siano

né troppo rigide né troppo morbide e riescano a gestire tutta la forza

applicata alla vettura.

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Le sospensioni giocano un ruolo importante anche in fase di

accelerazione.

Ad esempio, se hai poca trazione in uscita dopo aver raddrizzato il

volante, ammorbidisci la sospensione

posteriore.

Impostando le sospensioni morbide, il vantaggio principale sarà

quello di poter aggredire i cordoli più facilmente senza rischiare che

la monoposto si scomponga.

Tuttavia, esagerando nell’ammorbidire le sospensioni, la vettura

durante le fasi di frenata e accelerazione potrebbe risultare instabile

e potrebbe scomporsi.

Ancora una volta è fondamentale trovare il giusto compromesso nella

creazione di un setup!

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Sospensioni morbide

Vettura più prevedibile da Spazi di frenata più lunghi,


guidare e controllare vettura più ballerina in frenata

Si possono sfruttare di più i Minore reattività sia in ingresso


cordoli e si assorbono meglio che a centro curva

sconnessioni e avvallamenti

Moderato miglioramento della Minore tenuta

trazione

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Sospensioni rigide

Vettura più diretta e pronta in Vettura più imprevedibile da


inserimento guidare e da controllare

Vettura più rapida nei cambi di Minore trazione


direzione

Spazi di frenata più brevi e Non si possono sfruttare troppo


vettura più stabile in frenata i cordoli e si assorbono peggio
sconnessioni e avvallamenti

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Bilanciamento più rigido sull’anteriore

Sterzata più diretta in ingresso Si può avere leggero sottosterzo


curva in percorrenza curva dopo aver
inserito la vettura

Più precisone nell’impostare Se si esagera, si ha sottosterzo in


l’inserimento ingresso

Migliore trazione in uscita curva Non si possono sfruttare molto i

(posteriore più stabile) cordoli e si assorbono peggio


sconnessioni e avvallamenti

Eventuale correzione del Rischio di bloccaggio all’anteriore


sovrasterzo in uscita più rapida durante la frenata

Monoposto stabile in frenata, si Possibili difficoltà di inserimento

riduce sovrasterzo in ingresso e si a causa del bloccaggio

può usare meglio il trail braking

Vettura stabile nei cambi di Difficoltà nei raccordi


direzione

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Bilanciamento più rigido sul posteriore

La vettura entra più rapidamente Possibile sovrasterzo in ingresso


in curva curva

Si può usare di più il freno senza Rischio di sovrasterzo durante la


rischiare il bloccaggio frenata

Vettura più diretta, reattiva e Minore precisione durante i


immediata nei cambi di direzione cambi di direzione

Facilità nei raccordi Possibili difficoltà di inserimento


a causa del posteriore “ballerino”

Il posteriore comunica subito Trazione più scorbutica, bisogna

quando sta per andare in dosare bene il gas


sovrasterzo
Vettura più sensibile alle

sconnessioni in trazione

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Tutto chiaro fin qui, Top Driver?

Fai particolare attenzione a questo capitolo e a quello che sto per

spiegarti perché si tratta di parametri fondamentali nel decidere il

comportamento dinamico di una monoposto.

Continuiamo FULL GAS la nostra lettura!

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STORIE DI SUCCESSO

“Ciao a tutti, sono Luca, nella vita mi occupo della progettazione per punti
vendita. Sono entrato nel mondo del Metodo ADT perché sentivo la necessità di
dover far qualcosa in più per migliorare i tempi ed essere un po’ più costante
durante le gare.

A me piace correre nelle 100% senza aiuti, tuttavia avevo molte difficoltà,
soprattutto nella costanza. Poteva essere abbastanza frustrante perché nell’arco
della gara non riuscivo mai ad ottenere i risultati che volevo. Mi sono chiesto
come poter migliorare ed un amico mi ha suggerito di contattare Alberto per
capire se poteva essere una cosa interessante. Fin da subito ho trovato grande
disponibilità, ho capito che lì si poteva trovare una risposta e così è stato. I miei
grossi problemi erano soprattutto nella costanza e nel non riuscire a migliorare:
giravo e giravo, miglioravo un decimo qua e là, ma non riuscivo mai ad essere
performante come mi ero prefissato. Innanzitutto, la cosa che mi ha colpito di
più di ADT è stato il metodo attraverso il quale crescere: infatti, solitamente si
tende a focalizzarsi sul tempo finale, senza capire esattamente quali sono i
problemi che ti portano a non essere veloce.

Metodo ADT ha una documentazione completa e ti mette a disposizione un


percorso di crescita che, se seguito come viene insegnato, ti porta ad avere
grandi risultati. Il miglioramento che ho trovato subito è stato proprio nella
costanza, nel senso che quando facevo le simulazioni per prepararmi alle gare

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riuscivo a trovare un tempo nei vari stint con le varie tipologie di gomme, con i
vari carichi di benzina e riuscivo a percorrere giro dopo giro mantenendo un
gap accettabile, ovvero solo qualche decimo. È chiaro che c’è sempre da
migliorare.

Consiglio di avvicinarsi al mondo ADT anche a chi è bravo. Io partivo da una


base abbastanza bassa perché alla mia età, con figli e lavoro, il tempo a
disposizione per giocare è sempre poco, però secondo me anche i ragazzi che
sono molto veloci con il giusto metodo sarebbero capaci di migliorare ancora.

Il concetto più importante che ho fatto mio è proprio quello di non avere fretta
nel migliorare, di sezionare ogni singola parte del circuito, studiarla, fare
pratica, capire l’errore e, poi, mettere insieme il tutto solo nella fase finale.

Consiglio a tutti Metodo ADT, sia a quelli che iniziano, perché può aiutare a
togliere gli aiuti e la traiettoria, e sia a chi vuole perfezionare al centesimo i
tempi.

Il materiale a disposizione è straordinariamente preciso, spiegato molto bene e


tutti quelli che lavorano nel Metodo ADT sono persone molto disponibili e molte
preparate. Questo è fondamentale e non scontato perché ci sono tanti che
vantano di essere bravi e che alla fine non sono in grado di trasferire
l’insegnamento.

È molto diverso saper andar forte ed insegnare ad andar forte e devo dire che
qui ho trovato davvero tutto. Grazie!”

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5.2 Barre stabilizzatrici anteriore e posteriore

Le barre stabilizzatrici collegano le due estremità della vettura,

regolano il trasferimento di peso durante tutte le fasi di una

curva, e sono fondamentali per ottenere il giusto grip e la giusta

stabilità. Le barre stabilizzatrici regolano il rollio della monoposto in

curva, pertanto vengono definite anche barre antirollio.

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Che cos’è il rollio?

Il rollio è il fenomeno di oscillazione di una vettura attorno al suo

asse verticale. Quando si percorre una curva, infatti, la monoposto è

soggetta a due forze tra di loro contrastanti: la forza centrifuga, che

tende a “portare all’esterno” la vettura, e la forza centripeta, che

tende a tenerla incollata all’interno della curva.

Tali forze, entrando in contrasto tra di loro, generano l’oscillazione

chiamata rollio. Nel pratico ciò si traduce con il lato della monoposto

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vicino alla curva che tende ad alzarsi e il lato opposto che tende ad

abbassarsi.

Il rollio puoi sentirlo quando stai percorrendo a velocità sostenuta

una rotatoria.

Se perdi la monoposto nei cambi di direzione veloce, se sovrasterza

o se hai problemi di trazione in uscita curva, devi ammorbidire la

barra posteriore, questo perché se la barra è troppo rigida essa

trasferisce il peso troppo velocemente alle ruote posteriori che si

usureranno rapidamente. Rendi il posteriore più morbido per

ottenere una vettura più dolce, soprattutto in accelerazione.

Generalmente, ti consiglio di settare le barre stabilizzatrici più rigide

sull’anteriore.

RICORDA: LE BARRE STABILIZZATRICI AGISCONO IN CURVA,

NON IN RETTILINEO.

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Barra stabilizzatrice anteriore

RIGIDA MORBIDA

Risposta della guida più pronta, Risposta di guida meno pronta,


anteriore della vettura più agile anteriore della vettura meno
agile

Sottosterzo Sovrasterzo

Maggiore usura degli Minore usura degli pneumatici


pneumatici anteriori anteriori

Vettura con minore grip su Vettura con maggiore grip su

superfici irregolari superfici irregolari

Minore grip nelle curve Maggiore grip nelle curve


prolungate prolungate

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Barra stabilizzatrice posteriore

RIGIDA MORBIDA

Risposta della guida più pronta, Risposta di guida meno pronta,

posteriore della vettura più posteriore della vettura meno


agile agile

Sovrasterzo, perdita di trazione Sottosterzo, maggiore trazione


in uscita curva in uscita curva

Maggiore usura degli Minore usura degli pneumatici


pneumatici posteriori posteriori

Vettura con minore grip su Minore usura degli pneumatici


superfici irregolari posteriori

Minore grip nelle curve Maggiore grip nelle curve


prolungate prolungate

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STORIE DI SUCCESSO

“Ciao a tutti! Sono Michael Ammirato, sono un istruttore sportivo di arti


marziali, precisamente di Taekwondo. Sono entrato in ADT perché non ho mai
giocato ai giochi di Motorsport, ma ho sempre giocato ad altri tipi di giochi
sportivi e mi sono affacciato in questo mondo di F1. Approcciandomi a livello
competitivo vedevo che c’era un gap mostruoso, venivo doppiato in gara e,
quindi, non mi divertivo più di tanto. Facendo un sondaggio tra amici e gruppi
Facebook ho visto ADT Esports Academy, così ho contattato Alberto, mi sono
informato sul programma e mi ha illustrato in maniera super professionale il
percorso da fare insieme. Mi aveva assicurato di aiutarmi ad essere più
competitivo e di conseguenza a divertirmi di più. I problemi che avevo erano
tantissimi: usavo tutti gli aiuti, come trazione completa, ABS, cambio
automatico poiché non riuscivo a stare in pista. Per questo ho deciso di
affidarmi al Metodo ADT (cosa che farei altre 200 volte) perché fin da subito mi
ha aiutato, innanzitutto, a togliere tutti gli aiuti iniziando a sentire sensazioni e
feedback della monoposto, quindi già a livello di divertimento, anche se solo in
prova tempo, era tutto diverso. Ad oggi sono 3 mesi che giro senza aiuti.
Pertanto, grazie ad Alberto, già dopo qualche settimana ho iniziato a notare
delle differenze e a fare i primi punti in campionato. La cosa bella è che all’inizio
pensavo che togliendo gli aiuti in campionato dovessi avere comunque quel gap

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e quella paura di sbinnarla, di non arrivare a fine gara; invece, incredibilmente,
mi sono ricreduto perché ci sono delle tecniche che funzionano.

La professionalità di ADT è qualcosa di eccezionale e sono veramente contento


di far parte di questo mondo. La cosa che mi ha colpito di ADT a livello di
percorso è stata la parte strategica perché davo valore alla strategia ma non
quanto dovevo: la gestione dell’ERS, della benzina ecc. sono piccoli fattori che ti
influenzano qualsiasi cosa, come la gara e la qualifica.

Il metodo ADT lo consiglio davvero a ogni tipo di pilota perché si può consigliare
a piloti inesperti, neofiti come me, che si approcciano a questo nuovo mondo e
non sanno neanche le basi. Il bello di questo metodo è che ti porta dalla base
ad essere professionale, anche se sicuramente sta a te decidere se vuoi essere
un pilota amatore o un pilota professionista in quanto basta vedere la squadra
ADT che nomi porta. A mio parere è la migliore Academy.

Inoltre, lo consiglio anche a piloti che già volano in pista perché chi è già forte
non ha bisogno di togliere secondi ma decimi e questo lo può fare solamente
mediante una strategia, delle tecniche specifiche che ti tolgono il millesimo che
tra piloti forti fa davvero la differenza. È consigliato non ad un range di abilità,
ma credo che sia consigliato a tutti coloro che praticano Motorsport ed, in
particolare, F1. Tutto questo lo dico davvero con il cuore.

Ringrazio Alberto, tutti i coach e tutta la squadra ADT perché anche i piloti che
non fanno da coach ci sono vicini, ci aiutano, ci consigliano nei gruppi e ci
tengono a farci migliorare davvero. Sono contento di far parte di questa
famiglia. Ciao!”

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5.3 Altezza anteriore e posteriore

L’altezza regola la distanza tra il fondo della vettura e l’asfalto. È

un parametro che influisce tanto sull’efficacia di barre e sospensioni.

Da diversi anni ormai in F1 va di moda, per così dire, l’assetto “rake”

che benché in inglese significhi “rastrello”, viene anche tradotto come

“assetto picchiato”.

Introdotto dal genio di Adrian Newey sulla RedBull 2010, l’assetto rake

è ben riconoscibile dalla posizione del muso vettura che punta deciso

verso l’asfalto (da qui il termine picchiato).

L’angolo che si viene quindi a creare tra l’anteriore ed il posteriore

della monoposto garantisce un’ulteriore accelerazione dell’aria che

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scorre al di sotto della vettura, generando così un maggior carico

aerodinamico in curva.

Attenzione ad interpretare i valori su F1: 1 – 11 non sono i mm da

terra, ma sono valori arbitrari.

Quindi, se ad esempio la sospensione anteriore ha rigidezza 3 (molto

morbida, per cui l’auto in frenata e sui cordoli si abbasserà molto) ed

un’altezza da terra impostata a 5, potresti avere un retrotreno più

BASSO rispetto a una vettura con sospensione posteriore a 8 (rigida,

quindi in frenata e sui cordoli si abbasserà di meno) e l’altezza da terra

a 3.

In linea di massima, più una vettura è bassa, più basso sarà il suo

centro di gravità.

Ciò si traduce in un aumento del carico aerodinamico che non

inficia sulla velocità di punta della monoposto sul rettilineo (al

contrario delle ali anteriori e posteriori).

Verrebbe da pensare dunque di impostare la vettura con altezza 1-1.


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Ancora una volta, bisogna trovare però il giusto compromesso

nella creazione del setup!

Una vettura troppo bassa, infatti, potrebbe essere difficile da guidare

su superfici sconnesse o asfalti irregolari, oltre che rendere davvero

dura la vita sui cordoli.

Inoltre, una vettura troppo bassa non consente a sospensioni e barre

stabilizzatrici di lavorare appropriatamente.

Dunque, il mio consiglio è quello di impostare una vettura più bassa

possibile, in relazione a quelle che sono le caratteristiche del circuito.

Ad esempio, è impensabile impostare altezza 2-2 nel circuito degli USA,

mentre in circuiti come quello di Russia, dove ci sono cordoli “dolci” e

poche sconnessioni, si può azzardare una vettura più bassa.

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Altezza anteriore

BASSA ALTA

Maggiore carico aerodinamico Minore carico aerodinamico


all’anteriore all’anteriore

Sovrasterzo/minor sottosterzo Sottosterzo

La sospensione anteriore La sospensione anteriore può

morbida viene limitata nella essere ammorbidita,


sua efficacia migliorandone così le
prestazioni

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Altezza posteriore

BASSA ALTA

Maggior carico aerodinamico al Minor carico aerodinamico al


posteriore posteriore

Sottosterzo/minor sovrasterzo Sovrasterzo/minor sottosterzo

La sospensione posteriore La sospensione posteriore può

morbida viene limitata nella essere ammorbidita,


sua efficacia migliorandone così le
prestazioni

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Tutto chiaro fin qui, Top Driver?

Sono sicuro che dopo la lettura di questo manuale PDF gratuito

riuscirai a migliorare drasticamente nella creazione e modifica dei

setup!

Ora voglio invitarti a iscriverti al nostro Canale YouTube ADT

ESPORTS ACADEMY.

Sul canale troverai Video-Tutorial su F1 di ogni tipo, dalle tecniche di

frenata alla partenza, dalla trazione a come rimuovere la traiettoria.

Se non ti sei ancora iscritto fallo adesso:

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6. Freni

La frenata è una delle componenti fondamentali della guida, per cui

deve essere padroneggiata sotto ogni aspetto. Ogni anno le aziende

produttrici di freni e componenti investono milioni in ricerca e

sviluppo: pensa che in 10 anni gli spazi di frenata in F1 si sono

accorciati più del 20% con una media di almeno 30 metri in meno

a frenata.

I freni nelle moderne F1 sono un capolavoro di ingegneria e

permettono alle monoposto di passare da 300 Km/h a 50 Km/h in

pochissimi metri.

Quanta forza deve avere un pilota per franare una F1?

Molta forza.

I piloti devono davvero premere con forza sui freni, quasi alzandosi

dalla macchina. Sulle vetture stradali, i sistemi frenanti servoassistiti

moltiplicano la pressione esercitata sulla pompa del freno, ma i

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regolamenti in Formula Uno richiedono che la forza frenante debba

essere generata dal solo pilota.

I piloti di F1 hanno bisogno di gambe molto forti per riuscire a

frenare, ma ottengono un aiuto dalla violenza della stessa manovra

di frenata. Le auto decelerano a circa 5G (rispetto all'1G che

potremmo vedere durante una frenata di emergenza nelle nostre

auto stradali).

A questa decelerazione, la loro gamba peserà circa 100 kg ed il peso

sul pedale del freno fornisce la propria forma di servoassistenza

“naturale”: più premono, più l'auto rallenta, più rallenta, il più la loro

gamba pesa, il che li aiuta a premere più forte.

Quello che impressiona, è che in mezzo a tutto questo, pur premendo

il pedale con ben oltre 100 kg di forza, i piloti devono modulare il

loro sforzo sul pedale con tutta la delicatezza di un pianista da

concerto, per inserire l’auto in curva al limite che i pneumatici

possono sopportare…è un delizioso contrasto di violenza e dolcezza.

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Ricorda che la maggior parte dei sorpassi avviene in “staccata”, di

conseguenza saper frenare all’ultimo è un’abilità che ogni Top Driver

deve padroneggiare al meglio.

Vediamo ora come intervenire al meglio sull’assetto della tua

monoposto per renderla sempre efficace e performante durante la fase

di frenata.

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6.1 Pressione freni

Il valore pressione freni regola quanta potenza frenante viene

trasmessa alle ruote della monoposto in base

all’input che dai sul pedale.

Settando il valore a 100% avremo a disposizione tutta la potenza

frenante della monoposto, quindi quando presseremo il pedale fino

in fondo raggiungeremo il 100% della potenza frenante.

Se ad esempio abbassiamo il valore a 80% e premiamo il pedale fino

in fondo la potenza frenante erogata sarà dell’80%.


ATTENZIONE: nella telemetria di F1 vedrai che la “barra” del freno

risulterà piena al 100% anche se la pressione freni non è a 100%,

perché con pressione freni si intende la potenza frenante a livello di

setup.

Questo valore è molto soggettivo, perché dipende principalmente

dalle preferenze e dallo stile di guida del pilota.

Alcuni piloti preferiscono sviluppare una forza frenante massimale,

altri preferiscono una potenza frenante minore a favore di un miglior

controllo della monoposto.

È bene tenere un valore di potenza frenante elevato in circuiti come

Monza, USA o Spa, dove ci sono punti in cui frenare violentemente

e di questi gran parte della frenata avverrà in linea retta.

Ci sono dei casi, invece, in cui conviene abbassare leggermente la

pressione dei freni perché questo rende più facile la gestione della

potenza frenante quando si va a inserire la vettura in curva,

specialmente in circuiti che richiedono un elevato utilizzo della

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tecnica del Trail Braking, ovvero in circuiti in cui non ci sono punti di

frenata eccessive (Silverstone, Suzuka, Hungaroring).

Voglio farti riflettere sulla situazione opposta, cioè avere un settaggio

della pressione freni troppo bassa. Essendo troppo bassa la vettura

non frena abbastanza quindi capita che pesti fortissimo sul freno e

arrivi comunque al bloccaggio. Cerca di capire qual è il tuo caso.

Inizia sempre con un valore mediamente alto per poi calare man

mano di un punto alla volta. Cerca comunque di prediligere una

pressione freni adeguatamente elevata.

Ricordati che si frena in modo molto potente all’inizio della staccata

per poi rilasciare gradualmente la pressione sui freni, e non viceversa!


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Non sottovalutare l’importanza di avere una frenata adatta al tuo

stile di guida, perché il processo che ti porta a inserirti bene in curva

comincia con una frenata. Dunque, anche se avessi un corretto

bilanciamento meccanico e aerodinamico, potresti soffrire con una

pressione freni non adeguata al tuo stile. Ti consiglio comunque di

tenere una pressione dei freni moderatamente elevata in maniera tale

da avere più potenza frenante.

In linea di massima, su F1 2021 puoi tenere la pressione freni al

97-100% su tutte le piste.

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6.2 Bilanciamento frenata frontale

Il ripartitore di frenata (o Bilanciamento frenata frontale) regola la

suddivisione tra asse anteriore e posteriore della potenza

frenante generale. In altri termini, il ripartitore regola la potenza di

freno delle ruote anteriori e delle ruote posteriori.

Alzando il valore si sposterà il bilanciamento verso l’anteriore, che

riceverà così più forza frenante.

Abbassando il valore, la ripartizione di frenata sarà orientata sul

posteriore e avverrà il fenomeno opposto. Il ripartitore di frenata è

un parametro spesso sottovalutato dalla maggior parte dei piloti, che

dedicano poco tempo e attenzione a settare perfettamente tale

parametro. Personalmente, ritengo che il ripartitore sia di

fondamentale importanza per avere un giusto equilibrio della forza

frenante in inserimento curva.

Il ripartitore è ancora più influente rispetto alla pressione dei freni sul

bloccaggio delle ruote in frenata, quindi anche in questo caso, come

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nell’aerodinamica e nella meccanica, il dato più rilevante non è il

valore in sé ma il Bilanciamento che si viene a creare. Solo un corretto

bilanciamento permetterà di creare un vero e proprio feeling intimo

tra pilota e vettura.

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Cosa succede quando freni?

Il peso della vettura si sposta in avanti, il retrotreno si alza, il muso si

schiaccia e di conseguenza le sospensioni anteriori si comprimono.

Pertanto, le gomme anteriori vengono caricate; inoltre, sappi che più

è rigida una ruota, maggiore sarà il carico che questa dovrà

sopportare e quindi è più facile che potrà perdere aderenza.

Possiamo variare il comportamento dinamico della monoposto in

frenata andando ad intervenire in modo corretto sul settaggio del

ripartitore di frenata e regolarne il relativo bilanciamento.


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Ripartitore di frenata orientato sull’anteriore

Un ripartitore di frenata orientato sull’anteriore renderà la vettura

più stabile in frenata, ciò può aiutarti soprattutto se hai problemi di

sovrasterzo in frenata e inserimento curva. Un bilanciamento più

spostato sull’anteriore aiuta nelle frenate più decise e in linea retta,

come la frenata dopo il rettifilo a Monza in Curva 1.

Quindi, quando ti trovi di fronte a frenate molto violente e

prevalentemente in linea retta è bene avere una monoposto con un

ripartitore di frenata più orientato sull’anteriore.

ATTENZIONE: non esagerare, perché altrimenti caricando troppo le

ruote anteriore rischi molto facilmente il bloccaggio e rischi di

soffrire di sottosterzo in ingresso curva.

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Ripartitore di frenata orientato sul posteriore

Ci sono alcuni tipi di curve dove un ripartitore di frenata leggermente

più spostato sul retrotreno può fare una differenza davvero

importante e coinvolgere il comportamento della monoposto.

Tali curve sono quelle che vanno solitamente in modo molto fluido

senza penalizzare la velocità di percorrenza. Alcuni esempi possono

essere la maggior parte delle curve presenti a Silverstone, le curve

del settore centrale in

Russia e le curve presenti nell’ultimo settore in Francia o in Brasile.

Con un ripartitore di frenata più sul posteriore, la vettura sarà molto

più rapida in inserimento e più facile da accompagnare fin dentro

la curva, al punto di corda, tenendo il freno pinzato. Ciò permette di

eseguire in modo più facile e funzionale la tecnica del Trail Braking.

È vero che in caso di una frenata intensa gli spazi d’arresto possono

leggermente aumentare, perché è come se la vettura “frenasse

meno”, perciò devi anche adattare il tuo stile di guida a questa

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situazione, cercando di trarne grande vantaggio portando più

velocità in ingresso e percorrenza di curva.

Ti ricordo che anche questo valore come il differenziale può essere

regolato mentre guidi dal DMF. Abituati a farlo per ottenere il

massimo della prestazione in frenata.

Schumacher faceva queste regolazioni modificando spesso il

ripartitore. Hai vissuto l’era Schumacher? Se sì sei stato fortunato, se

no guardati video, leggi libri o interviste.

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Il “Kaiser” era un perfezionista ed un lavoratore infaticabile che faceva

a caso ad ogni dettaglio per essere sempre più veloce, migliorando

la vettura e se stesso.

Riuscì a creare un binomio pilota-vettura eccezionale, il connubio

perfetto che ancora oggi ricordo con nostalgia.

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Su F1 2021, possiamo finalmente dire addio alla irrealistica e

famigerata accoppiata “50-50” che si vedeva in quasi tutti i setup su

F1 2021.

Impostare il ripartitore della frenata al 50% da quest’anno ti garantirà

uno spettacolare e realistico testacoda in ingresso causato dal

repentino bloccaggio delle ruote posteriori.

Da quest’anno è ancora più importante trovare il giusto valore di

bilanciamento frenata frontale per ogni curva, per cui testa diversi

valori e scegli quello con cui ti trovi meglio per affrontare una

determinata sezione del circuito.

Quindi, stai attento ai valori del ripartitore di frenata!

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Curiosità:

GP BAKU – Hamilton e l’errore che gli è costato la vittoria

Se hai visto il GP di Baku di quest’anno, avrai notato sicuramente

l’errore di Hamilton negli ultimi giri di gara.

Il pilota Mercedes ha spostato il bilanciamento dei freni verso le

ruote anteriori per far sì che la forza frenante extra applicata

producesse un surplus di calore nei dischi che viene poi irradiato ai

pneumatici anteriori.

Di fatto spostando in maniera così pesante il ripartitore sull'asse

anteriore, vuol dire in primis che l'asse posteriore non aiuta

minimamente a decelerare la vettura e, in più l'asse anteriore, già al

limite di grip in frenata, si vede "scaricato addosso" tutto il peso del

posteriore (la parte più pesante di una monoposto di F1, basti

considerare già il solo peso del motore).

Morale della favola: BLOCCAGGIO ASSICURATO.

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STORIE DI SUCCESSO

““Ciao a tutti, mi chiamo Massimo Zecchinelli, ho 42 anni, lavoro presso uno


studio di Commercialista, sono sposato e sono papà di una meravigliosa
bambina. Sin da piccolo sono stato un appassionato di F1, anche se ho
cominciato a seguirla assiduamente dalla seconda media, quando mi capitò per
le mani in gita un numero di Autosprint che parlava del Gran Premio di San
Marino e da lì me ne sono perdutamente innamorato. Ho sempre effettuato
molte ricerche e molti studi tra video, dispense e PDF.

Nella mia continua ricerca mi sono imbattuto sul sito di ADT Pilota Vincente e
sono rimasto molto colpito perché effettivamente il messaggi che lancia è molto
chiaro e diretto. All’inizio sono stato un po’ titubante e non ero sicuro, ma tra le
recensioni che i ragazzi iscritti al corso hanno lasciato ho riconosciuto il nome
di un ragazzo dal quale pochi mesi prima avevo comprato il volante usato; al
che, ne ho approfittato, gli ho chiesto delle informazioni e ancora mi ricordo la
risposta che mi ha dato: “Fallo ad occhi chiusi!”.

A un anno di distanza non solo lo ringrazio, ma è un qualcosa che rifarei


immediatamente. I miei errori erano sotto il mio naso, però io non me ne
accorgevo: l’angolo volante sbagliato, l’errato utilizzo del freno e acceleratore
in curva e traiettorie non esattamente lineari. Alberto e Mattia mi hanno fatto
sentire da subito al centro del progetto, sono estremamente disponibili a

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qualsiasi ora del giorno e della notte: basti pensare che la mia coaching con
Alberto è iniziata alle 23 passate e finita alle 2 e 30 del mattino.

È un vero e proprio corso di guida, dove si passa dalla parte teorica a quella
pratica, compresa anche quella sul bagnato. Secondo me il solo servizio di
coaching varrebbe il prezzo del biglietto, cosa che non trovi da nessuna parte.

Per chi non è pratico di messa a punto della vettura e di setup, c’è già un
database sconfinato, utilissimo, con dei setup già pronti e stabili per tutte le
piste e in tutte le condizioni; viceversa, se c’è qualcuno che vuole avvicinarsi allo
studio della messa a punto e capire cosa c’è dietro un setup ci sono delle guide
di manuali da studiare.

È un corso che oltre ad essere a 360° è anche valido veramente per tutti, per chi
punta agli Esports, per chi punta a migliorarsi nei rispettivi campionati online e
per chi si avvicina solo ora al mondo della Formula1. Quello che ho capito
entrando a far parte del progetto è che non bisogna mai sentirsi arrivati, ma è
importante mettersi sempre in discussione per migliorarsi continuamente.

Non posso che consigliare l’acquisto di Pilota Vincente, anche perché le menti
dietro al progetto, ossia Alberto e Mattia, hanno, oltre che a delle inconfutabili
qualità tecniche, anche altre due qualità che difficilmente troverete altrove e
che, purtroppo, al giorno d’oggi scarseggiano, ovvero rispetto ed educazione.

Se avevate dei dubbi sulla validità del corso, spero che questa mia
testimonianza, che è solo la prima di una lunga serie, possa aver chiarito alcuni
dubbi fondamentali. Con questo è tutto, vi saluto e ci vediamo in pista. Ciao!”

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7. Gomme

Anche quello delle gomme è un capitolo molto importante nel setup

di una Formula 1, soprattutto perché il loro corretto utilizzo può

migliorare notevolmente i tempi sul giro.

Tramite la corretta pressione delle gomme si possono migliorare tanti

aspetti della monoposto, dalla reattività al grip.

L’aspetto più importante su cui focalizzarsi è però quello di far

lavorare le gomme nella giusta finestra di temperatura; non

devono mai essere né troppo fredde né surriscaldate.

La finestra di utilizzo ottimale varia da mescola a mescola ma è

comunque tipicamente compresa tra gli 85°C e 105°C per compound

da asciutto.

Con l’introduzione a partire da F1 2020 della gestione separata di

ogni gomma a livello di pressione, diviene vitale conoscere come la

diversa pressione di una singola gomma possa modificare le reazioni

della monoposto.
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Inoltre, è possibile correggere qualche scompenso di temperatura

che si crea quando una pista a causa della sua conformazione fa

lavorare molto una determinata gomma.

Pensa al circuito di Catalunya in Spagna ad esempio, l’anteriore sinistra

soffre tantissimo a livello di temperature ed usura a causa

dell’eccessivo stress al quale è sottoposta!

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7.1 Pressione gomme anteriori e posteriori

La pressione delle gomme regola la quantità d’aria presente negli

pneumatici.

Generalmente, una pressione delle gomme più elevata donerà più

reattività alla monoposto, aumentando però le temperature degli

pneumatici e, di conseguenza, l’usura (se si esagera).

Una pressione delle gomme più bassa invece aumenterà la superficie

di contatto dello pneumatico con l’asfalto, causando più grip ma meno

reattività della monoposto. Una pressione gomme minore, inoltre, fa


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lavorare gli pneumatici a temperature minori e genera minore usura.

Tuttavia, esagerando, c’è il rischio che le gomme non entrino mai in

temperatura e che non lavorino nel corretto range di temperatura.

Ovviamente, la pressione gomme va adattata alle caratteristiche

della pista, ai parametri dell’assetto ma soprattutto al compound

utilizzato.

Come abbiamo visto prima, una gomma Hard lavora diversamente

da una Soft e quindi adattare la pressione gomme è fondamentale

per rendere al meglio in ogni situazione.

Ad esempio, sul bagnato è necessario impostare una pressione

gomme inferiore rispetto a condizioni di asciutto, perché le gomme

da bagnato raggiungono il corretto range di temperatura a pressioni

minori.

Infine, ricorda che un corretto bilanciamento meccanico fa lavorare le

gomme in un ideale range di temperatura.

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Ciò migliora la vita e l’usura degli pneumatici, oltre che renderli più

performanti.

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Pressione gomme maggiore

Vettura più reattiva Vettura più scivolosa

Maggiore velocità di punta Aumento temperatura

Vettura più rapida nei cambi di Aumento usura pneumatici


direzione

Vettura più precisa Minore trazione

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Pressione gomme minore

Vettura più stabile Minore velocità di punta

Maggiore grip Minore reattività

Maggiore trazione Vettura meno rapida nei cambi


di direzione

Diminuzione temperatura e Vettura talvolta meno precisa


usura

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8. Il metodo di creazione setup di ADT

Come ben avrai capito, non è tanto il valore assoluto dei parametri a

fare la differenza, quanto il bilanciamento tra questi ultimi.

Il bilanciamento meccanico è la differenza di rigidità tra l’asse

anteriore e l’asse posteriore. È possibile trovare il bilanciamento

perfetto, ma è più complicato rispetto a trovare il bilanciamento

aerodinamico, perché i parametri da considerare sono di più, ad

esempio le barre antirollio, il ripartitore di frenata e il differenziale.

La meccanica determina la maggior parte dei comportamenti della

vettura in pista, influenzando il tuo stile di guida e la tua capacità di

essere veloce e costante.

Con un bilancio meccanico rigido, la monoposto sarà più reattiva,

agile, performante, veloce nei cambi di direzione, ma al tempo stesso

sarà più nervosa e usurante.

Con un bilanciamento meccanico morbido la guida sarà più dolce e

le reazioni più sincere, dovrai preoccuparti meno dei cordoli, degli


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avvallamenti e delle sconnessioni di pista. Sarà più facile portare la

macchina al limite perché la perdita di grip è più prevedibile e

graduale, inoltre l’usura delle gomme sarà inferiore e potrai avere un

passo gara più costante. Bisogna trovare il giusto equilibrio per il tuo

stile di guida e coerente con il circuito, che ti permetta di esprimere

tutto il potenziale.

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“Ok, Alberto, mi hai dato un sacco di informazioni utili…ma, nel pratico,

da dove comincio per modificare un assetto?”

Per questo motivo ho deciso di dirti un ultimo segreto personale,

ovvero come preparo personalmente un assetto e che metodo

seguo!

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Solitamente, nella creazione di un setup vado a modificare i parametri

in questo ordine:

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1° Step - AERODINAMICA

Analizzo la pista e il livello di carico aerodinamico richiesto (basso

carico aerodinamico per le piste veloci con lunghi rettilinei e poche

curve, medio carico aerodinamico per piste intermedie, alto carico

aerodinamico per piste con molte curve) stabilendo un range nel

quale lavorare.

2° Step -BILANCIAMENTO AERODINAMICO

Qui lavoro già sul bilanciamento aerodinamico andando a trovare gli

iniziali valori ideali di ala anteriore e posteriore dopo aver testato

diversi valori. Dico iniziali perché spesso vanno adattati dopo aver

settato altri parametri!

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3° Step - FRENI

Regolo la pressione del freno e il bilanciamento frenata frontale in

base al mio stile di guida e alle esigenze della

pista.

Nelle piste con frenate più complesse parto da un valore mediamente

basso e lo alzo man mano fino a trovare il valore ideale.

Nei circuiti con frenate più semplici e a ruote dritte parto da un valore

mediamente più elevato e in caso di necessità lo abbasso un po’.

4° Step – Bilanciamento frenata frontale

Adesso è il momento di intervenire sul ripartitore di frenata per

bilanciare il comportamento della monoposto durante la staccata e

l’inserimento in curva.

Può bastare anche 1 solo punto di differenza per migliorare

notevolmente le reazioni della vettura, perciò dedica il giusto tempo

al settaggio di questo parametro!

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5° Step – SOSPENSIONI E ALTEZZA

Vado a modificare le sospensioni e l’altezza della vettura.

Cerco di basarmi sugli avvallamenti, sulle sconnessioni, sull’altezza e

conformazione dei cordoli, oltre che a tener conto di come ho

impostato gli altri parametri del setup.

6° Step – BARRE STABILIZZATRICI

Dedico molto tempo alla regolazione delle barre

stabilizzatrici, perché esse influiscono in maniera importante sul

bilanciamento meccanico della vettura in molte fasi della guida e

incidono anche sull’usura delle gomme.

Comincio, dunque, stabilendo il grado di rigidità generale e poi passo

ad affinare il bilancio testando diverse

configurazioni.

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7° Step – TRASMISSIONE

Modifico il differenziale in pressione acceleratore e rilascio

acceleratore, parametri fondamentali per modificare il

comportamento dinamico della vettura in ingresso e uscita curva.

Trovo un valore a livello generale e lo affino più avanti, una volta

concluso il setup.

8° Step – PRESSIONE GOMME

Trovo la pressione ottimale degli pneumatici sempre in base alle

esigenze della pista e all’utilizzo medio dei vari compound durante

le fasi di gara.

Cerco di focalizzarmi nel far lavorare le gomme sempre nel giusto

range di temperatura, poi penso alla differenza tra anteriore e

posteriore per regolare il bilanciamento con precisione in base alle

mie esigenze.

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9° Step – GEOMETRIA SOSPENSIONI

I valori di campanatura e convergenza sono gli ultimi parametri che

vado a modificare per dare il tocco finale al meraviglioso capolavoro

chiamato SETUP!

Modifico questi parametri per sopperire alla mancanza di grip in

alcune specifiche situazioni e adattare la vettura al mio stile di guida.

10° Step – OTTIMIZZAZIONE

Ovviamente, non è detto che dopo aver modificato campanatura e

convergenza il lavoro finisca qui.

Devi tornare sui parametri per cercare di bilanciarli ancora meglio

l’uno con l’altro. Ricorda che ogni parametro influenza in maniera

diretta o indiretta anche gli altri parametri!

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Bene Top Driver, ci siamo detti tutto, ma proprio tutto, per quanto

riguarda gli Assetti!

Ora non resta che mettere in pratica questi concetti teorici e buttare

giù i tuoi tempi.

Nel dubbio, tieni giù!

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