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www.giunti.it
ISBN: 9788898937363
TOM
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…
Luke Skywalker è tornato al suo remoto pianeta natale Tatooine, nel tentativo di
strappare il suo amico Han Solo dalle grinfie del malvagio bandito, Jabba the Hutt.
Luke non può sapere che L’IMPERO GALATTICO ha iniziato in gran segreto la
costruzione di una nuova stazione spaziale corazzata ancor più potente della
temuta Morte Nera.
Una volta completata, quest’arma risolutiva segnerà la fine del piccolo gruppo di
ribelli che lottano per restituire la libertà alla galassia…
CAPITOLO UNO
IN CUI DUE ROBOT ARRANCANO IN UN
DESERTO INTERMINABILE
UN DESERTO INTERMINABILE
Due robot.
Due robot che arrancano in un deserto interminabile.
Non temere, lettore! Andrà tutto per il meglio.
Ma non tutte le storie possono iniziare col botto o l’attacco di un wampa,
del resto.
È come la storia va a finire che conta, e noi abbiamo un grande botto in
arrivo, e persino un colpo più grande dopo il primo, oltre a un’infinità di
esplosioni più o meno grandi, implosioni, deflagrazioni, collisioni,
distruzioni, duelli con le spade laser e, in mezzo, persino oscuri e malvagi
fulmini.
Può darsi che tu sia già a conoscenza di tutto questo. Se è così, sai che la
tua pazienza sarà ben ricompensata non appena avremo finito di attraversare
questo deserto interminabile.
Quindi, facciamoci forza e tiriamo avanti!
Due robot… un deserto interminabile… arranca, arranca, arranca…
Sì, è davvero un deserto interminabile. Riempie questo pianeta tutto
intero. Potresti vagare all’infinito e non vedere altro che sabbia… finché
qualcuno – o qualcosa – non salta fuori da dietro una duna e ti mangia.
Ma i nostri coraggiosi eroi perseverano, arrancando sotto il caldo torrido
dei due soli di Tatooine. Sono droidi, un po’ come dei robot ma meglio.
Uno è color oro e alto e cammina su un paio di gambe come un uomo.
L’altro è bianco e bassino, con tre gambe, diverse minuscole braccia
retrattili e una testa semisferica argentata che ruota di qua e di là in modo da
tener d’occhio quel che c’è intorno.
Insieme hanno vissuto molte avventure e affrontato molti pericoli, e ora
continuano ad arrancare in questo deserto mortale, senza avere paura né
lamentarsi.
Be’, forse ogni tanto si lamentano anche.
“Non ce la faremo mai, R2,” dice quello alto, C-3PO1. “La sabbia si sta
accumulando nei miei servomotori e mi si stanno congelando le giunture!”
“Beeep whirr,” risponde quello basso, R2-D2, e anche se non possiamo
sapere che cosa significhi, ha un suono rassicurante.
“Quasi arrivati?” sbotta C-3PO. “E come fai a dirlo? Non hai la minima
idea di dove siamo. Stiamo girando a vuoto da una vita.”
“Bleeee blip!”
“Stiamo seguendo la strada? Ma quale strada? Questa non assomiglia a
nessuna strada che io abbia mai visto.”
Era una strada… una volta. Portava a un monastero, passando per il Mare
delle Dune. Seppur fatiscente e quasi dimenticata, in questi tempi di
landspeeder e mezzi suborbitali, la strada porta ancora allo stesso luogo, che
però non è più un monastero. Anzi, è esattamente l’opposto. È il più
diabolico di tutti i posti su questo pianeta diabolico… il monastero è ora il
covo del signore del crimine intergalattico, Jabba the Hutt.
Finalmente, i droidi oltrepassano un affioramento roccioso e vedono il
palazzo di Jabba in lontananza.
I circuiti del sollievo di C-3PO si scaldano a malapena, prima che la
modalità di auto-protezione entri di nuovo in funzione.
“Siamo spacciati!”
“Breeep!” Di nuovo una nota rassicurante che proviene dal piccolo
droide.
“Certo che sono preoccupato,” brontola C-3PO2. “Dovresti esserlo anche
tu. Lando Calrissian e il povero Chewbecca non sono mai tornati da questo
orribile posto.”
“Whirrr.” È una nota meno sicura, questa volta.
“Se ti raccontassi la metà di quel che ho sentito su quel Jabba the Hutt, ti
prenderebbe un corto circuito!”
Appena si inoltrano nell’ombra del palazzo una piccola creatura
attraversa la strada dietro di loro, correndo veloce sulle sue dodici zampe.
Non abbastanza veloce, però!
Quello che sembrava un affioramento roccioso in realtà era una sorta di
predatore del deserto. In un attimo, ha spalancato l’enorme bocca irta di
denti, sparato fuori una lunga lingua, catturato, masticato… e trangugiato la
creaturina tutta intera, con tutte e dodici le zampe.
Poi chiude la bocca, si sistema nella sabbia e torna a sembrare in tutto e
per tutto un affioramento roccioso, in attesa della prossima vittima.
E, davanti ai nostri eroici robot, c’è anche Jabba che aspetta.
1 - C-3PO è un droide protocollare, una macchina progettata per lavori leggeri in ambienti di lusso.
Tuttavia, è stato costruito su Tatooine molti anni fa e ha subito particolari modifiche per resistere alla
sabbia e al calore del pianeta. Il suo compagno, R2-D2, è un droide astromeccanico, progettato per
resistere praticamente a qualunque cosa.
2 - C-3PO è, a ben guardare, famoso perché si lamenta troppo, ma non questa volta. Questa volta, in
realtà, ha sottovalutato gli orrori che li attendono. R2-D2, che ne sa di più, sceglie di parlare poco, in
questo momento.
CAPITOLO DUE
IN CUI INCONTRIAMO JABBA
E CHI POTREBBE BIASIMARE C-3PO, per aver esitato davanti alla porta
di questo terribile edificio?
“R2… sei sicuro che sia il posto giusto?”
“Whrrrr.”
“Sarà meglio bussare, immagino.”
Il droide batte piano le esili dita di metallo contro la gigantesca porta di
ferro, così grossa che ci vorrebbe un’ascia di guerra gamorreana per bussare
come si deve.
“Sembra che non ci sia nessuno, R2. Torniamo indietro a dirlo a padron
Luke.”
“TEE CHUTA HHAT YUDD!” strilla una voce metallica che somiglia a
un latrato.
Questa non è, ovviamente, la voce di R2.
Proviene invece da un altoparlante attaccato a un occhio elettronico
all’estremità di un lungo braccio meccanico che è appena spuntato da un
piccolo oblò sulla porta. L’occhio fulmina con lo sguardo C-3PO, in modo
piuttosto brutale.
6 - Insomma, i Twi’lek non sono tutti ignobili. In realtà, alcuni sono considerati creature piacevoli a
vedersi. Tuttavia, proprio come una vita malvagia può rendere un uomo orribile, una vita
eccezionalmente malvagia ha reso questa creatura un Twi’lek eccezionalmente orribile: un verme più
che altro, con denti, bernoccoli e tentacoli che sporgono in modo veramente sgradevole dalla pallida
testa.
CAPITOLO SEI
IN CUI INCONTRIAMO JABBA E I SUOI
OSPITI
E ora dobbiamo – sì, temo proprio che dobbiamo – seguire Bib Fortuna in
mezzo a questa sudicia moltitudine di scellerati, mentre si avvicina
all’ammasso di grasso marezzato di verde, marrone e giallo di cui è fatto il
suo padrone: Jabba the Hutt.
L’ho descritto come un lumacone spaziale, ma neanche i lumaconi
senzienti di Nusa Sept V sono così brutti da guardare, perché la loro bocca
non si apre tanto e la lingua non lecca la faccia. E, ovviamente, non hanno
occhi.
Invece sono proprio gli occhi la cosa peggiore di Jabba. Le montagna di
grasso, le narici gocciolanti di muco e brulicanti di parassiti, i metri di pelle
squamosa e trasudante: queste sono tutte cose che potresti tranquillamente
trovare in un mostro o in una belva, se andassi a guardare nei posti più
orribili.
Ma gli occhi di Jabba non sono gli occhi di un mostro o di una belva.
Sono vigili e acuti, pieni di un’intelligenza fuori del comune. Questi sono
gli occhi di un genio: una mente intelligente e astuta, per essere un Hutt. Gli
occhi di un predatore più furbo, non solo più potente, della sua preda.
E ora quegli occhi si posano su C-3PO e R2-D2… e si stringono
minacciosi non appena Fortuna fa il nome di Skywalker. Jabba ha già
sentito parlare di Luke Skywalker: un fattore che viene dalla vicina stazione
Tosche e che si è immischiato con Han Solo. In realtà, Jabba sta aspettando
che Luke arrivi per cercare di salvare il suo amico. Cosa che potrebbe
rappresentare un bel divertimento! Potrebbe finalmente alleviare la noia!
Diamo inizio al gioco, pensa. Mentre si china in avanti, ridendo e
sbavando, una nuova ondata di muco gli scorre dal naso, e già pregusta il
piacere che lo aspetta.
7 - In effetti, una delle guardie del corpo di Jabba, il tirapiedi rettiliano Klaatu, non solo si è
macchiato di sangue innocente ma la sua tunica pare ne sia addirittura inzuppata.
CAPITOLO SETTE
IN CUI JABBA RIDE DEL MESSAGGIO DI
PACE DI LUKE
UNA GUARDIA GAMORREANA spinge fuori dalla sala del trono R2-D2
e C-3PO e li conduce nelle prigioni, situate in un luogo adatto.
“Che cosa mai gli sarà preso, a padron Luke?” mormora C-3PO. “Avrò
fatto qualcosa? Non ha mai espresso alcuna lamentela sul mio lavoro. Oh!
Che cosa orribile! Ooh!”
Un tentacolo è spuntato fuori da una sudicia cella davanti alla quale
stavano passando i droidi, e si è attorcigliato intorno al collo di C-3PO.
Il gamorreano lo colpisce con un poderoso pugno. Il tentacolo si ritrae
nella cella lasciando andare C-3PO, che gira su se stesso e segue goffamente
R2-D2 nel corridoio di pietra. Di solito si sarebbe lamentato a lungo del
trattamento ricevuto ma una porta si apre cigolando e si trova di fronte a
nuovi orrori. È il locale delle caldaie del palazzo, in cui enormi e antiche
fornaci producono parecchio calore, nuvole di vapore e, sorpresa sorpresa,
poca energia.
Negli anni è diventato il centro delle attività dei robot al servizio di
Jabba: una combinazione di centro ricarica, officina, deposito rottami e
camera di tortura.
Proprio quando entrano C-3PO e R2-D2 una macchina sta strappando
lentamente braccia e gambe a un vecchio cyborg, mentre un inerme droide
gonk giace capovolto e un robot di tortura lo marchia a fuoco sui piedi.
Cosa potrebbe aver mai fatto, un droide, per meritare un trattamento simile?
Temo che basti cadere nelle mani di Jabba. Niente di più di quanto C-3PO
ed R2-D2 non abbiano già fatto, comunque.
“Ah, bene! Nuovi acquisizioni,” dice una voce in qualche modo
meccanica e crudele. È EV-9D98, un’alta ed esile robot, con varie parti
mancanti che forse la facevano somigliare meno a uno scheletro.
“Sei un droide protocollare, non è vero?” chiede a C-3PO.
“Sono C-3PO, relazioni fra umano-cyborg e…”
“Rispondi solo sì o no,” sbotta 9D9.
“Oh. Be’… sì. Conosco più di sei milioni di forme di comunicazione e
posso facilmente…”
“Splendido! Siamo senza interprete da quando il padrone si è adirato con
l’ultimo protocollare e lo ha disintegrato.”
“Disintegrato?” geme C-3PO.
9D9 indica un mucchio di rottami abbandonati vicino alla porta di una
fornace.
“Guardia! Questo droide protocollare ci può essere utile. Mettigli il
bullone di costrizione e riportalo su, nella sala delle udienze di sua
eccellenza.”
L’unica parte di questo discorso che la guardia capisce è “guardia” e
“riportalo”, così spinge di nuovo C-3PO, nel passaggio buio, verso l’uscita.
“R2! Non lasciarmi! Oooh!”
“Whurrrrr,” fa R2. Poi si gira verso 9D9 e prorompe in una rabbiosa
raffica di bip.
“Blee-dee-bleep-blipp-o-bleep-whrrrrr!”
Fortunatamente per R2, 9D9 non ha colto alcune delle parti più offensive
dell’invettiva, anche se ha afferrato il concetto.
“Sei un tipetto impudente, ma presto imparerai ad aver rispetto. Mi farai
comodo sul galeone a vela del padrone. E sarà un lavoro proprio fatto per
te.”
Un lungo grido elettronico del droide gonk capovolto ricorda a R2 che per
ora, in effetti, il suo compito è obbedire.
8 - In origine era un pacifico meccanico di evaporatore che lavorava duramente. È finita a dirigere
questa discarica a causa di una cattiva riprogrammazione in un deposito di rottami di Mos Eisley.
CAPITOLO NOVE
IN CUI JABBA INTRATTIENE I PROPRI OSPITI
CON SPETTACOLI VARI
PRESTO C-3PO SI RITROVA nella sala del trono, in fondo al grande palco
dove, come gli è stato richiesto, potrà fare da interprete per quel grasso
signore del crimine. Comunque, al momento, tutto ciò che può fare è
osservare con disgusto la scena che si svolge davanti a lui.
Jabba sembra essere dell’umore giusto per una festa.
Max Rebo – un fagotto grassoccio tutto blu che pesta sulla tastiera con le
mani – e la sua band stanno suonando a tutto volume una musica dal ritmo
roboante.
Nel frattempo Sy Snootles – un anfibio femmina panciuto dalle macchie
blu, con grosse labbra rosse all’estremità di una lunga proboscide – canta
strofe brutte quasi quanto lei. Un coro di sventurate aliene strilla
all’unisono, mentre una bestiolina pelosa, Joh Yowza, saltella per la stanza
ripetendo a squarciagola alcune delle strofe peggiori.9
Tutto ciò, per quanto rappresenti un’offesa al buon – e anche medio –
gusto, non è nemmeno il peggio dello spettacolo. La musica è un segnale
per le danzatrici: è giunto il momento di ballare e dimenarsi come piace a
Jabba.
Oola, la schiava twi’lek, sa quanto sarà drastica la punizione se non riesce
ad accontentarlo. Anche se incatenata al trono, balla e volteggia e, ahimè,
accontenta Jabba fin troppo.
Il lumacone tira la catena con le braccine, desideroso di trascinarla nel
suo avido e viscido abbraccio.
“Da Eitha!”
È troppo. Il ribrezzo per il corpo gonfio di Jabba è persino più forte della
paura. La ragazza lo respinge.
“Na Chuba negatorie Na!” lo implora.
Jabba ringhia e tira con più forza.
“Na!” grida lei. Disperata, afferra la catena e la tira dalla parte opposta.
“Natoota!”
“Boscka!” ruggisce Jabba e, a questo punto, la sua rabbia è più forte del
desiderio. Questo non è degno di lui! Giocare al tiro alla fune con una
danzatrice twi’lek! Come osa!
Jabba molla la catena per battere il pugno su un pulsante del bracciolo.
In un attimo – una frazione di secondo – Oola si rende conto che pagherà
caro il proprio rifiuto di abbracciare il mostro.
Sente un rumore metallico sotto i piedi e abbassa gli occhi, anche se sa
benissimo che cosa vedrà. Il pavimento sparisce sotto di lei. Il tasto premuto
ha aperto una botola.
E adesso la danzatrice ci cade dentro, schiantandosi su un pavimento duro
e roccioso e ruzzolando poi giù per una piccola rampa, fino ad atterrare in
una fossa cosparsa di ossa.
Alza lo sguardo… disposta a fare qualunque cosa le chieda Jabba,
adesso… disposta a implorare pietà…
Ma non c’è alcuna pietà. C’è solo la folla di creature accorse intorno alla
grata del pavimento per scrutare nell’oscurità, bramosa di assistere alla sua
fine. Tutti ridono, esultano e fanno scommesse.
I Gamorreani si affrettano a spingere il trono di Jabba più vicino alla
grata. E lui si sporge per godersi lo spettacolo. È molto meglio, pensa, molto
meglio.
Oola sente un altro rumore metallico.
Sul lato della fossa si apre una porta, ma non è una via d’uscita.
È un accesso. L’entrata per un altro genere di mostro.
Mentre Jabba è debole e grasso, quest’altro è forte e nerboruto, tutto denti
e artigli.
Quello che hanno in comune è l’avidità.
Jabba vuole tutto, mentre questo mostro vuole solo una cosa. Cibo.
Questo mostro, che si chiama rancor, è enorme e affamato, così Oola gli
sembra in qualche modo più gustosa di qualsiasi cosa abbia mangiato il
giorno prima, ed è l’unico pensiero che c’è nel suo cervellino.
Ho fame, ora! Qui c’è cibo! Mangia!
Il rancor mangia.
In un attimo, la festa si scatena di nuovo. Le urla di agonia di Oola non
hanno affatto guastato l’atmosfera. Anzi. Max Rebo ordina alla band di
aumentare il ritmo. Le danzatrici rimanenti ballano e si dimenano più
rapide. Salacious Crumb strilla e ridacchia.
Sì, sono tutti più allegri… O forse qualcuno ha appena ricordato loro
l’eventuale punizione, nel caso non riescano ad accontentare Jabba.
9 - Nella stanza ci sono tante creature che sognano di zittire Yowza con un blaster, ma Jabba sembra
apprezzarlo, e l’opinione di Jabba è l’unica che conta.
CAPITOLO DIECI
IN CUI IL POSSENTE CHEWBECCA VIENE
INCATENATO
11 - Lettore, bada a non giudicare Lando troppo duramente per questo tradimento, perché, anche se
ha messo in pericolo i nostri eroi, lo ha fatto per salvare un’intera città dalla morsa letale di Darth
Vader.
CAPITOLO UNDICI
IN CUI HAN SOLO SI SVEGLIA
E LUKE? Dov’è?
Sta arrivando.
Mentre attende con impazienza nella grotta del deserto che avevano
scelto come punto d’incontro, balza in piedi non appena riceve il messaggio
di Leia.
Con la speranza di passare inosservato il più a lungo possibile, si
incammina a piedi tra le dune. Indossa un mantello con cappuccio come il
suo primo maestro, Obi-Wan Kenobi.
Ultimamente, Luke ha pensato molto a Obi-Wan.
Non si aspettava di tornare lì, su Tatooine, il suo pianeta d’origine, e
nemmeno voleva farlo, questo è certo. Ma una volta che il salvataggio di
Han l’ha costretto a tornarci, non ha avuto la sensazione di tornare a casa
sua14, bensì in quella di Obi-Wan.
Là, nel solitario eremo del maestro nelle distese desolate dello Juntland,
aveva trovato alcune cose che Obi-Wan gli aveva lasciato e che si erano
rivelate utili… tra cui le parti mancanti per la costruzione della spada laser,
l’arma di un vero Cavaliere Jedi.
Luke aveva intrapreso le sue avventure con una spada laser che era
appartenuta a suo padre, Anakin Skywalker.
In principio l’aveva custodita gelosamente. Con l’aiuto prima di Obi-Wan
e poi di Yoda, aveva imparato a usarla nel modo giusto e a fare affidamento
su di lei, e a impugnarla ogni volta in cui c’era da affrontare un pericolo.
Aveva persino affrontato Darth Vader, con quella spada, convinto che
Vader fosse l’uomo che aveva ucciso suo padre. Almeno, questo era ciò che
gli aveva detto Obi-Wan.
Ma Darth Vader gli aveva detto un’altra cosa. Una cosa più oscura. Vader
sosteneva di essere lui, il padre di Luke. Di essere lui, Anakin Skywalker.
Allora Luke era sicuro che fosse una bugia, ma ne era stato sempre meno
convinto. E ora temeva fosse la verità.
Che la spada laser fosse appartenuta a un eroe o a un criminale, o a
entrambe le cose, adesso era scomparsa, perduta insieme alla mano destra di
Luke nel devastante duello con Vader a Città delle Nuvole.15
Per affrontare nuovamente Vader, Luke sapeva che avrebbe avuto bisogno
di quell’arma.
I Maestri Obi-Wan e Yoda gli avevano detto ben poco del modo in cui un
Jedi doveva usare la Forza per costruire una spada laser.
Eppure, il ragazzo sembrava sapere esattamente ciò che doveva sapere.
Aprendo la mente, aveva trovato i pezzi giusti: alcuni facilmente reperibili,
altri molto più difficili da scovare.
Dopo aver lasciato la dimora di Obi-Wan, Luke aveva capito che, alla
fine, aveva trovato tutto ciò di cui aveva bisogno. E mentre il resto dei
nostri eroi si dava da fare per prepararsi al salvataggio, Luke si era ritirato
nella solitudine di una grotta nel deserto e si era scervellato per mettere
insieme tutti i pezzi… E alla fine ci erano voluti non solo gli utensili
materiali, ma anche la Forza necessaria a montare il tutto e ad attivare il
cristallo all’interno della spada.
E quando finalmente l’opera fu completata, era scaturito uno sfolgorante
raggio verde che emetteva un ronzio di energia pura e pericolosa. Era
davvero la sua spada laser, quasi un’estensione di se stesso.
Ciò lo aveva reso felice, e si era sempre più convinto, forse stupidamente,
che se avesse dovuto affrontare ancora Vader la nuova spada laser l’avrebbe
aiutato a vincere la battaglia. Eppure… se ciò che Vader aveva detto era
vero, avrebbe voluto vincere una battaglia contro il suo stesso padre?
I sentimenti di Luke si erano fatti nuovamente confusi. Aveva bisogno di
risposte. Aveva bisogno di tornare da Yoda. Prima, tuttavia, avrebbe dovuto
liberare il suo amico Han Solo dalle grinfie di Jabba.
Perciò, una volta architettato questo folle piano, Luke attraversa a grandi
passi il deserto, pronto a fare la sua parte.
14 - Tanti anni fa, quando Luke viveva con la zia e lo zio che lo avevano cresciuto, la sua casa era
stata distrutta dall’Impero. In effetti, era stato quello l’atto malvagio che aveva portato Luke ad
abbandonare la sua noiosa vita di fattore per intraprendere le sue avventure con Obi-Wan.
15 - Dove Luke aveva già tentato – ma senza successo – di salvare Han una volta.
CAPITOLO QUINDICI
IN CUI LUKE AFFRONTA JABBA
A bordo dell’altra, Luke si rende conto che il cannone del galeone deve
essere immediatamente fermato, prima che colpisca uno dei suoi amici… o
distrugga la scialuppa e segni la fine per tutti loro!
Con mossa repentina scatta in avanti, tagliando in due l’ultima guardia e
saltando oltre il parapetto della scialuppa, sulla parete ripida, praticamente
verticale, del galeone a vela. All’inizio scivola giù, lungo la superficie
metallica, ma presto trova un appiglio, si ferma e comincia ad arrampicarsi:
avvalendosi, ancora una volta, del proprio addestramento Jedi.
Un portello si apre all’improvviso alla sua destra e una guardia del
galeone si sporge in fuori, per sparare con una pistola blaster. Ma Luke
afferra l’arma e tira… trascinando la guardia, che ha perso l’equilibrio, fuori
dal portello e giù nel pozzo, incontro a morte certa.
Finalmente, Lando riesce ad agguantare la lancia.
“Piano,” dice Han. “Ecco, così. Piano, piano. Tienimi, Ciube!”
Ma uno dei frenetici tentacoli ha raggiunto Lando e gli si attorciglia
intorno alla caviglia.
“Mi ha preso,” urla Lando per il dolore, mentre potenti ventose gli
stringono la gamba e il tentacolo inizia a tirarlo.
“Ciube! Ciube! Dammi la pistola,” grida Han, allungando la mano verso
il Wookiee, che gli porge un blaster che aveva tolto a una delle guardie
uccise.
Han lo afferra e mira verso ciò che pensa possa somigliare a un tentacolo.
“No, aspetta!” grida Lando, guardando direttamente nella canna del fucile
blaster. “Come fai se non ci vedi?”
“Stai tranquillo, fidati. E non muoverti.”
“D’accordo,” risponde Lando. “Ma mira un po’ più in alto!”
Han alza leggermente la pistola, Lando si china e – PUM! – un colpo
diretto. Il tentacolo lascia andare Lando e Ciube comincia subito a issarli a
bordo.
Ma il cannone del galeone è carico e pronto a sparare di nuovo. Ancora
un colpo e la scialuppa sarà distrutta, pensa l’artigliere, stringendo il
grilletto con un artiglio squamoso.
Sente un rumore, guarda in su, vede Luke e la sua spada laser… e non ha
nessuna possibilità, di premere quel grilletto.
Altre guardie si riversano su per la rampa, anche Klaatu, il tirapiedi che
somiglia a un rettile.
Luke si prepara allo scontro, ma poi individua un problema più serio. In
fondo al ponte c’è un cannone ben più grande, con diversi artiglieri che si
danno freneticamente da fare per caricarlo e prepararlo al fuoco. Un colpo
di quel cannone distruggerebbe la scialuppa una volta per tutte.
Luke si scaglia in quella direzione, usando la spada laser per deviare il
fuoco del blaster di Klaatu e falciare il Gamorreano, un attimo prima che il
bruto possa menare un colpo d’ascia.
19 - Da qualche parte, nascosto nelle sue banche dati, R2-D2 ricorda quando avrebbe potuto attivare i
razzi e abbandonare la nave con agilità. Ma non funzionano più da anni e la sua garanzia è scaduta da
molto, molto tempo.
CAPITOLO VENTITRÉ
IN CUI LA NOSTRA ATTENZIONE SI SPOSTA
SULL’IMPERO E LA SUA NUOVA MORTE
NERA
AH, SCOMMETTO che stai pensando che premere un interruttore sia una
cosetta di poco conto, in una guerra galattica.
Oh, no: premere un interruttore, stringere un bullone e persino archiviare
documenti possono essere azioni importanti quanto sparare con un’arma.
Anzi, sono queste piccole cose che permettono all’Imperatore di gestire
un’intera galassia senza mai alzarsi dal trono. Non è mai lui a compiere
materialmente questi atti. Eppure, qualcuno li compie.
Su, andiamo a osservare da vicino una di queste piccole azioni malvagie.
Si comincia sullo Star Destroyer, una di quelle terribili e spaventose
astronavi imperiali dalla forma triangolare. La grande astronave è entrata in
orbita intorno alla luna boscosa di Endor. Da un hangar situato nel suo
ventre esce una piccola navetta, spiega le ali e sfreccia verso un altro
oggetto, in orbita intorno alla luna: una massa metallica così grande da far
sembrare piccolo piccolo persino lo Star Destroyer.
È la Morte Nera20… un orribile ibrido tra una stazione spaziale, un
reattore ad antimateria e un’arma potentissima.
Grande com’è, la Morte Nera è ancora in espansione, ancora in
costruzione. Non è ancora una sfera completa. Ma cresce di giorno in
giorno, anche se non abbastanza rapidamente da compiacere l’Imperatore.
All’interno della Morte Nera, innumerevoli operatori monitorano gli
schermi con i dettagli delle varie operazioni della stazione spaziale. Molto
di questo lavoro non sembra particolarmente malvagio: richiedere gli elmi
per una certa squadra di assaltatori da trasferire dal livello K39 al livello
K47, per esempio, o ricevere un carico di propulsori per i turboascensori.
Non fatevi ingannare, però. L’obiettivo finale di ogni azione è soddisfare i
desideri oscuri dell’Imperatore.
E, mio caro lettore, sappiamo bene che l’imperatore Palpatine ha desideri
molto, ma molto oscuri.
Sono indescrivibili. Impensabili!
Eppure, se scomposti in minuscoli pezzi non sembrano poi tanto malefici.
Quindi, il supervisore degli elmi controlla gli elmi e l’installatore dei
turboascensori installa i propulsori.
E da qualche parte, nelle viscere della gigantesca stazione spaziale, un
controllore di volo riceve un messaggio dalla navetta in arrivo.
“Stazione di comando, qui ST tre-ventuno. Identificazione blu. Inizio
avvicinamento. Disattivate lo scudo di sicurezza.”
“Lo scudo deflettore di sicurezza verrà disattivato quando avremo
conferma del vostro codice di trasmissione,” risponde il controllore di volo.
Attende il segnale sullo schermo, poi preme l’interruttore menzionato in
precedenza, che invia un altro segnale alla luna boscosa. Laggiù, nel cuore
di una grande foresta, un generatore delle dimensioni di una piccola città sta
creando uno scudo attorno alla Morte Nera.
Quando riceve il segnale, un settore dello scudo si apre
momentaneamente per far passare la navetta.
“Siete autorizzati a procedere,” annuncia il controllore.
“Manovra di avvicinamento,” risponde il capitano della navetta.
Ma adesso c’è trambusto, nella sala di controllo. Il controllore di volo si
precipita a dare la comunicazione all’ufficiale di servizio.
“La navetta di Lord Vader è arrivata.”
L’ufficiale gira i tacchi e grida al sottufficiale.
“Informa il comandante che la navetta di Lord Vader è arrivata.”
“Sì, signore!” E se ne va.
Intanto il controllore di volo si risiede. Ha fatto il suo lavoro e, di lì a
poco, dimenticherà tutto.
Avevi ragione, non è stato molto eccitante. Tuttavia, è in questo modo che
i malvagi piani dell’Imperatore stanno diventando un’oscura realtà.
20 - Ovviamente, questa non è la stessa Morte Nera che annientò il pianeta Alderaan con un solo
colpo. Luke e l’Alleanza Ribelle l’hanno distrutta… con grande dispiacere dell’Imperatore. No,
questa è nuova, e più potente.
CAPITOLO VENTICINQUE
IN CUI JERJERROD SPERA CHE DARTH
VADER LEGGA ALCUNI DOCUMENTI
"UHM,” DICE YODA. Che faccia tu fai. Sembro tanto vecchio a giovani
occhi?”
“No… certo che no,” risponde Luke, ma naturalmente Yoda gli sembra
vecchio. Incredibilmente vecchio. La sua pelle verde è pallida e le rughe
sono più profonde, dall’ultima volta che l’ha visto. Per non parlare delle
lunghe orecchie, esili e cadenti.
E Luke avverte parte del dolore del suo Maestro, anche se Yoda tenta di
celarlo.
“Vecchio sono. Malato diventato. Debole e vecchio.” Ma Yoda ridacchia.
“Quando novecento anni di età tu avrai, bello non sembrerai! Uhmmm?”
Yoda attraversa zoppicando la minuscola capanna e si arrampica sul letto,
facendo fatica persino a tirare su la coperta.
“Presto riposerò. Sì. Per sempre dormirò. Meritato avrò.”
“Non puoi morire, Maestro Yoda,” protesta Luke.
“Resistente sono io grazie alla Forza… ma non così resistente!” risponde
Yoda. “Sceso su me è il tramonto, e presto la notte scenderà. È l’andare
delle cose… e anche della Forza.”
“Ma devi ancora aiutarmi. Sono tornato per completare la mia
istruzione.” insiste Luke, anche se sa già che, per questo, è troppo tardi.
“Altro non ti serve ormai,” mormora Yoda, sprofondando nel letto. “Ora
tu conosci già tutto ciò che occorre a te.”
“Allora sono un Jedi,” mormora Luke.
“Oooh,” fa Yoda, sollevando un sopracciglio proprio come ha fatto nel
corso dei secoli con centinaia di ostinati apprendisti impazienti. Ma questo
apprendista è diverso da tutti gli altri: se sbaglia la prova finale, l’intera
galassia ne patirà le conseguenze.
“Una cosa rimane,” gli dice Yoda. “Vader. Dovrai confrontarti con Vader.
Allora, solo allora, un Jedi diventerai. Devi confrontarti con lui.”
“Maestro Yoda… Darth Vader è mio padre?”
“Uhm… riposo mi serve. Sì… riposo,” mormora Yoda, provando a
fingere di non aver sentito la domanda. Invece l’ha sentita. E non è di
questo che aveva previsto di discutere con Luke. Si tratta di
un’informazione pericolosa, che aveva sperato di tenergli nascosta per
sempre.
Ma Luke è troppo vicino alla verità ormai.
“Yoda, devo saperlo.”
“Tuo padre è lui.”
Entrambi percepiscono questa rivelazione come un colpo, come se
fossero stati effettivamente colpiti da Vader in persona. Luke ora sa che le
sue paure più grandi corrispondono all’effettiva verità. Non può più
aggrapparsi alla speranza che Vader gli stia semplicemente mentendo. E con
questa speranza svanita, aumenta la paura. Come pure la rabbia… la rabbia
che questo segreto gli sia stato nascosto così a lungo.
Yoda non ha mai combattuto con Vader faccia a faccia, ma alla fine si
sente sconfitto da lui. Nonostante tutti i suoi sforzi e tutti gli anni in cui
Obi-Wan ha vigilato, Vader ha guadagnato un grande potere su Luke. Per
tutta la vita ha cercato di scacciare rabbia e paura, ma ora, esausto e
morente, le sente riaffiorare all’improvviso.
Yoda sprofonda nel letto. Chiude gli occhi. Cerca di controllare queste
oscure emozioni. Dopo una lunga pausa, parla di nuovo: “L’ha detto a te lui,
vero?”
“Sì.”
“Inaspettato è questo. E non è bene.”
“Non è bene che io conosca la verità?” ribatte Luke brusco.
“No,” risponde Yoda, trovando la forza che gli serve per girarsi di nuovo
verso Luke, per affrontarlo come un maestro deve affrontare un suo
discepolo. “Non è bene che tu ti sia affrettato ad affrontarlo. Era incompleta
la tua istruzione. Non preparato al compito eri tu.”
“Mi dispiace,” risponde Luke.
Ma in realtà non è dispiaciuto. E Yoda non si aspetta che lo sia davvero.
Entrambi conoscono le ragioni per cui Luke ha compiuto certe azioni. Si
è precipitato a salvare i suoi amici. Ha lasciato che i suoi sentimenti
prevalessero sul proprio dovere.
Adesso, in questi ultimi minuti della sua lunga vita, Yoda si domanda se
Luke possa aver fatto bene. Se, forse, i sentimenti non siano più importanti
del dovere.
Forse… ma è anche più pericoloso. Pericolosissimo. Ricorda bene quel
che è successo quando Anakin Skywalker ha anteposto i sentimenti al
dovere: è passato al Lato Oscuro, è diventato uno strumento dell’Imperatore
e ha dato il via allo sterminio dei Jedi.
“Ricorda: il vigore di un Jedi proviene dalla Forza. Ma stai attento…
collera, paura, aggressività. Il Lato Oscuro esse sono. Quando il sentiero
oscuro tu intraprendi, per sempre esso dominerà il tuo destino.”
Trae un respiro doloroso.
“Luke… Luke… Tu… tu non sottovalutare i poteri dell’Imperatore, o il
fato di tuo padre tu soffrirai.”
Sì, questo era l’insegnamento che aveva tanto atteso di trasmettere a
Luke. Ma c’è ancora una cosa. Un’ultima cosa da dire a Luke. Un ultimo
dovere per questo Jedi che voleva la pace, ma ha trascorso così tanti anni a
combattere i servitori del Lato Oscuro.
Ha un’ultima cosa da dire, che potrebbe contribuire a spostare l’equilibrio
verso la Luce.
“Luke… quando più non sarò, l’ultimo dei Jedi sarai tu. Luke… la Forza
scorre potente nella tua famiglia. Trasmetti ciò che imparato hai, Luke…
C’è un… un altro… Sky… walker.…”
E, con queste parole, Yoda se ne va… il suo corpo svanisce, anche se lui
non sparisce veramente dalla galassia.
Ora è parte della Forza, come lo è sempre stato e come sempre sarà.
CAPITOLO VENTINOVE
IN CUI RITORNA OBI-WAN
WICKET È UN GUERRIERO.
Insomma, si sta addestrando per diventarlo. In realtà, non è molto diverso
da Luke Skywalker quando Luke era un adolescente annoiato che viveva su
Tatooine, stanco di lavorare nella fattoria e preso dal sogno di una grande
avventura.
Anche a Wicket piacerebbe vivere un’avventura.
E infatti sta per succedere.
Wicket è un Ewok… una di quelle piccole creature simili a roditori che
vivono sulla luna boscosa. Ti ricordi? Quelli che l’imperatore Palpatine ha
liquidato con un semplice gesto della mano.
Wicket appartiene a una tribù che vive in alto, tra gli alberi di questa
foresta in cui Luke e Leia hanno inseguito gli esploratori imperiali in sella
alle speeder bike.
A Wicket non piacciono quelle strane creature bianche che volano
facendo un sacco di rumore. Uccidono gli Ewok per divertimento. Di solito,
quando queste creature bianche volanti sono in circolazione, più in alto ti
trovi sull’albero e meglio è.
Ma Wicket è sceso a terra per controllare il luogo in cui ha visto
schiantarsi due creature bianche. Tuttavia, una volta sul posto, si accorge
che la creatura è diversa. Non è chiusa dentro una dura armatura bianca, ma
indossa abiti verdi e morbidi.
E parti di quella creatura che spuntano da sotto gli abiti verdi sembrano
ancor più morbide. Wicket vede la pelle liscia… e senza pelliccia! È
qualcosa che non ha ma visto prima.
Che cos’è, questa cosa? È morta? Si mangia?
Deve scoprirlo. Perciò, le dà un paio di colpetti con la lancia. È una cosa
piuttosto stupida da fare e la sua avventatezza per poco non gli è fatale.
La principessa Leia lo è davvero, una guerriera, non si sta solo
addestrando per diventarlo.
Pungolata dalla lancia si sveglia e vede Wicket che la fissa dall’alto.
Immediatamente la sua mano cerca il blaster! Anche se è ancora stordita
dall’incidente, potrebbe estrarre l’arma e sparare a Wicket prima che
l’Ewok abbia il tempo di gridare aiuto.
Invece non lo fa.
E perché no?
Be’, se Wicket fosse stata una creatura orribile con tanto di zanne e
artigli, l’avrebbe fatto.
Ma Wicket è… carino. È minuscolo; persino più piccolo di R2-D2. Ed è
tutto coperto di pelo. Voglio dire tutto: pancia, faccia, piedi, tutto coperto di
peli. E ha un muso schiacciato e due grandi occhi luminosi, che ti scrutano
da sotto un piccolo cappuccio.
Ciò di cui Leia non si rende conto è che se fosse stata lei un’orribile
creatura, lui avrebbe potuto azzannarla e trafiggerla con la lancia. Ma…
sono rimasti affascinati l’uno dall’altra all’istante… Così, per un attimo si
limitano a guardarsi, sul terreno della foresta.
Poi Leia si alza in piedi e Wicket fa un balzo indietro, spaventato. È
davvero grande!
La principessa, però, gli parla in tono amichevole.
“Non ti farò del male,” lo rassicura. Ovviamente, l’Ewok non ha idea di
che cosa significhino queste parole, ma non avverte alcuna minaccia, solo
gentilezza.
Leia si guarda intorno. Ovunque sembra tutto uguale: felci, alberi, tronchi
caduti.
Trasalendo, si ricorda di come è arrivata in quel posto, del folle
inseguimento nella foresta e della caduta dallo speeder. D’istinto, cerca il
comlink per chiamare Han, ma poi le viene in mente che hanno concordato
che l’uso del comlink sarebbe stata proprio l’ultima risorsa.31
La principessa esamina, una dopo l’altra, le varie possibilità.
Potrebbe cercare la speeder bike distrutta e, forse, seguire a ritroso le
proprie tracce fino agli altri compagni. Ma ci potrebbero essere altri
Imperiali, là fuori, che proprio adesso stanno seguendo la stessa pista per
scoprire che fine hanno fatto tutte le speeder bike che mancano all’appello.
Forse sarebbe meglio se Leia andasse verso il punto di ritrovo. Peccato si
sia resa conto che non ha alcuna idea di come arrivarci. Né sa dove lei
stessa si trovi, del resto.
Alla fine decide che, per il momento, è meglio restare nascosta. La
missione può – e deve – procedere senza di lei.
Si siede su un tronco caduto. E sospira. È già finita la sua parte in
quest’avventura?
“Bene, pare che sia bloccata qui,” si rivolge a Wicket. “Il guaio è che non
so neanche dov’è, il qui.”
Ma poi Leia comprende che quella piccola creatura sa esattamente dove
si trovi il qui.
“Forse puoi aiutarmi tu,” chiede.
Wicket ringhia, ma non in modo ostile.
“Ti prometto di non farti del male,” ripete Leia. “Vieni, dai.”
Facendo un cenno con la mano su un tronco, lo invita a sedersi. Wicket
sale sul ceppo ma non si siede. È curioso, ma prudente. A Leia viene
un’idea per superare la barriera linguistica. Prende una barretta nutritiva
dalla tasca e gliela porge.
“Bene. Vuoi qualcosa da mangiare?”
Sì, Wicket la vuole. Gli Ewok vogliono sempre qualcosa da mangiare.32
Wicket non ha mai mangiato una barretta nutritiva prima d’ora ma
capisce subito che è commestibile. La prende e la trova molto gradevole.
L’alimentazione consueta di un Ewok è a base di radici, nocciole, splledark
allo spiedo. Magari un cinghialupo, se le partite di caccia sono state
fortunate, o verkle33 se sono state sfortunate.
Ma la barretta è morbida e gommosa e…
L’Ewok fa un balzo indietro spaventato! L’alta creatura si sta togliendo la
testa!
“Mer chee WAYA!” ringhia, agitando di nuovo la lancia. “Ner esso
oohSUM!”
“Guarda, è un casco,” lo rassicura Leia. “Non ti farà niente. Guarda.” Lo
appoggia sul tronco e Wicket gli dà dei colpetti con la lancia. Poi, l’Ewok
nota che il capo della creatura è coperto di pelliccia. Una pelliccia molto
lunga e bella.
“Mer bollup bollup,” commenta fra sé. E si siede accanto a Leia per
finire la barretta nutritiva.
“Sei una creaturina impaurita, vero?” domanda Leia.
E improvvisamente l’Ewok è di nuovo in piedi con la lancia pronta. Ma
questa volta non sta minacciando Leia, la sta proteggendo da qualcosa.
“Yee so nolla nolla…” sussurra.
“Che succede?” bisbiglia Leia.
KERFZZZZZZZZKRAK!
Una raffica laser colpisce il tronco proprio accanto a loro.
Entrambi si buttano a terra e si rannicchiano dietro il tronco.
Con il blaster spianato, Leia si arrischia a sbirciare sopra il ceppo e…
KERFZZZZKRAK!
Un’altra raffica colpisce il tronco, ma Leia non riesce a capire da dove
provenga e si abbassa di nuovo.
Wicket è sparito… in compenso è arrivato un esploratore imperiale.
“Ferma!” intima il soldato. “Avanti, alzati! Dammi il blaster!”
Leia lo considera un attacco. Potrebbe riuscire a prenderlo di sorpresa:
balzargli addosso e disarmarlo. Ma si rende conto che potrebbe non essere
stato lui a sparare. Ce ne deve essere almeno un altro nascosto nella foresta,
con il blaster puntato su di lei, proprio adesso.
Così, per quanto riluttante, consegna l’arma.
“È disarmata,” annuncia l’esploratore e il suo compagno sbuca da dietro
un albero.
“Vai a prendere il tuo mezzo e conducila alla base,” ordina il primo
esploratore.
“Sì, signore!”
Leia e il primo esploratore si fissano negli occhi per un attimo, mentre
l’altro torna tra le felci.
Il soldato rimasto con Leia preme un tasto sul guanto per attivare il
comlink dell’elmo. “Base? Qui…”
Poi, di colpo, urla di dolore. L’assaltatore guarda in basso e vede che
Wicket gli ha conficcato la lancia in una fessura dell’armatura, nel
ginocchio destro. La punta di pietra affilata gli si sta conficcando proprio
nella gamba.
Ora che si ricorda di alzare di nuovo gli occhi, è troppo tardi. Leia ha
afferrato un ramo e lo sta colpendo forte, proprio in testa. Senza elmo quel
colpo lo avrebbe ucciso. Così invece viene solo stordito e si accascia.
Ma prima che cada a terra, Leia gli strappa di mano il blaster.
Saltando sul tronco, vede l’altro esploratore balzare in sella alla speeder
bike.
KERFZAPP! KERFZAPPP! KERFZZZKRAK!
Leia spara un terzo colpo e l’esploratore si accascia in avanti, sui
comandi. Per sfortuna di Leia, il mezzo si schianta contro quello dell’altro
esploratore ed esplodono entrambi, in una doppia palla di fuoco.
KRRRKOOMSHKAKOOMSH!
Subito dopo, Leia sente un urlo.
Il primo soldato, malgrado sia ancora disteso a terra, si è ripreso
abbastanza da afferrare Wicket alla gola.
KERFZZZKRAK!
Leia lo uccide con il blaster.
Il silenzio cala improvviso sulla foresta.
Leia e Wicket si guardano con rinnovato rispetto. Ognuno dei due si
rende conto di aver sottovalutato l’altro.
E adesso Leia sa che ha un alleato di cui fidarsi.
“Andiamocene di qui,” suggerisce la principessa, e Wicket afferra il senso
delle sue parole.
L’Ewok si lancia nella foresta con sorprendente rapidità, portando Leia al
sicuro nel suo villaggio sulle cime degli alberi.
È chiaro che Wicket e Leia non sono veramente al sicuro sulle cime degli
alberi di questa luna boscosa…
Finché la grande Morte Nera incombe nel cielo sopra di loro.
31 - Ogni comunicazione elettronica, anche se criptata, avvertirebbe l’Impero della loro presenza.
32 - La civiltà ewok ha raggiunto quel punto della sua evoluzione in cui ci si occupa a tempo perso di
religione, medicina, arte e persino politica, ma concentra ancora molte energie nel procurarsi cibo a
sufficienza ogni giorno.
33 - Bleah!
CAPITOLO QUARANTATRÉ
IN CUI DARTH VADER VIENE MANDATO SU
ENDOR
ALCUNE ORE PIÙ TARDI gli Ewok ritornano trionfanti al loro villaggio
sulle cime degli alberi, con molte cose di cui vantarsi!
Prima arriva il divino C-3PO, portato con grande fatica su un trono di
legno da circa una decina di Ewok. Poi viene la carne: due umani e un
Wookiee legati a dei pali, trasportati anche loro da una decina di Ewok
ciascuno.
E per ultimo, un’altra orda di Ewok porta R2-D2, disteso su una specie di
zattera di legno. Per qualche ragione, gli Ewok non considerano affatto R2-
D2 una divinità, e infatti lo hanno legato con delle liane. Questa strana
parata ha sortito l’effetto desiderato e gli abitanti del villaggio si sono
prostrati a terra, fra esclamazioni di stupore e chiacchiere che hanno reso
molto contenta la squadra di caccia.
Poi, Han viene sistemato sopra una catasta di legno.
“Ho davvero un brutto presentimento,” commenta Han, rendendosi conto
che adesso lo è davvero, impotente, con le mani e i piedi legati a un palo e il
blaster confiscato.
Nel frattempo, i capi della squadra di caccia si sono messi a parlottare
animatamente con i due Ewok più anziani.
Uno è il capotribù, Chirpa; l’altro è lo sciamano, Logray. Parlano con
grande vivacità, e Logray agita il bastone con aria mistica.
Il capo Chirpa fa un passo avanti, con una mano stringe il suo medaglione
di capo – una pietra piuttosto bella – e con l’altra alza il bastone: il femore
di una grande lucertola che Chirpa ha ucciso molti, ma molti anni fa.36
“Acha, meecho iyo bugdoo!” ordina.
Alcuni Ewok accorrono con la legna da ardere e cominciano a sistemarla
sotto Han Solo. Altri, invece, iniziano a far rullare i tamburi.
Han guarda tutto ciò con crescente preoccupazione. “Che cosa diavolo
succede?”
“Mi è imbarazzante dirlo, generale Solo, ma sembra che lei sarà il piatto
forte di un banchetto in mio onore.”
C’è trambusto, all’ingresso di una capanna e tutti guardano in su:
qualcuno molto più grande di un Ewok abbassa la testa per passare.
“Leia?”
“Leia!”
“GRHHHHWWRL!”
“Wreeeee boo-deep!”
“Vostra grazia!”
Sì, è Leia. Ha sciolto i capelli e si è tolta gli abiti mimetici per indossare
un vestito, messo insieme in fretta e furia con qualche coperta di scorta
degli Ewok. In un modo o nell’altro, sembra sentirsi abbastanza a suo agio
qui, in questo strano villaggio, lassù fra i rami degli alberi più grandi della
foresta. Leia si lancia in avanti, confusa e scossa nel vedere Han, Luke e
Chewbecca prigionieri di queste creaturine.
“Che cosa state facendo? Questi sono amici miei.”
Chirpa fa un cenno e numerosi Ewok si frappongono con le lance tra Leia
e gli altri.
“Sì, siamo suoi amici!” urla Han. “C-3PO, diglielo! Siamo suoi amici!”
“Roke ta toe-toe,” traduce C-3P0 in modo alquanto affrettato. “In nee
chandu toma tiktik. Ree peetah bah.”
“Ah vey vey vey,” insiste Chirpa, scuotendo la testa. Poi grida: “Tohtha ya
peek.”
Un Ewok fa un passo avanti con una torcia, per accendere le cataste.
“Ho l’impressione che l’intervento della divinità non sia servito a molto,”
si lamenta Han.
“C-3PO!” ordina Luke in tono autoritario “digli che se non fanno quello
che vuoi, ti arrabbierai e userai la tua magia.”
“Ma, padron Luke, quale magia? Non potrei assolutamente…”
“Tu diglielo.”
“Horomee ana fu, toron togosh! Toron togosh!” inizia C-3PO, avvertendo
gli Ewok. “Terro way. Qee t’woos twotoe ai. Ue wee de dozja. Boom!”
“Tohtha ya peek,” ripete Chirpa. Poi fa un cenno e l’Ewok con la torcia
comincia a dar fuoco alla legna sotto Han.
“Vede, padron Luke? Non mi credono. Proprio come avevo detto,”
conclude C-3PO, ma ancor prima che possa finire, comincia a sollevarsi in
aria con tutto il trono di legno.
“Aiutooo! Soccorso! Padron Luke! R2! Soccorso!” grida C-3PO mentre
comincia a roteare per aria. “Fate qualcosa! Oh! Oh!”
Nel frattempo gli Ewok sono terrorizzati e chi potrebbe biasimarli? Una
cosa è avere uno sfavillante dio dorato che visita il tuo villaggio, un’altra è
avere uno sfavillante dio dorato che fluttua sopra il tuo villaggio gridando
come un forsennato in una lingua sconosciuta.
Chirpa ordina di liberare i prigionieri e gli Ewok si affrettano a obbedire.
Han viene liberato per primo e si precipita ad abbracciare Leia.
Chewbecca lo segue a ruota. R2-D2 viene liberato delle corde, cade a terra
con un forte tonfo e poi si rialza, arrabbiatissimo. Protendendo uno dei suoi
strumenti astromeccanici, corre dietro al capo della squadra di caccia,
Teebo, tempestandolo di scosse elettriche.
E Luke, concentrandosi in silenzio, riporta C-3PO sul ponte di legno con
un piccolo gesto della mano.
“Oh! Grazie al cielo!” esclama il droide.
“Grazie, C-3PO!” risponde Luke ridendo.
“Non sapevo di avere questo dono,” mormora il droide, non avendo
capito quel che è appena successo.
36 - Ah, quella sì che era stata una grande battaglia! Ricordami di raccontartela un giorno!
CAPITOLO QUARANTASETTE
IN CUI SI TIENE UN BANCHETTO E SI
RACCONTA UNA STORIA
AH, SÌ, gli Ewok tengono il loro banchetto. E dal momento che le prede
catturate sono diventate ospiti, dovranno accontentarsi di stufato di radici.
Non così cattivo come quello di Yoda, però, pensa Luke con un sorriso.
Poi C-3PO comincia a raccontare una storia agli Ewok. Tutta quanta la
storia! La storia di come lui e R2-D2 avessero servito con lealtà la
Repubblica.
FWOOSH! Di come R2 avesse affrontato missioni pericolose con i suoi
razzi di manovra durante le Guerre dei Cloni.
PZAP! PZAP! PZAP! Di come i cloni soldato avessero tradito e ucciso
tutti i Jedi.
HEH HEH HEH… Di come il cancelliere Palpatine fosse diventato
Imperatore e avesse represso la libertà in tutta la galassia.
WSHHHH-WSHHH-WSHHHH. Di come un Signore dei Sith, con una
terrificante maschera nera, fosse spuntato per aiutare l’Imperatore a
governare con la paura e la violenza.
“Eek!” strilla Nippett, un piccolo Ewok.
WHOOOOSH! E poi di come coraggiosi ribelli, molto lontano da lì,
avessero cominciato a persuadere un pianeta dopo l’altro a reagire. E di
come un ragazzo avesse mandato un messaggio in tutta la galassia che
aveva acceso una scintilla di ribellione.
ECCONE UNA, PREPARATEVI A STORDIRLA! Di come Darth Vader
e gli assaltatori avessero catturato uno di quei ribelli, la principessa Leia,
ma non prima che lei fosse riuscita a consegnare i piani segreti a R2-D2.
“Aaah!” fa Wicket, sorridendo a Leia pieno di orgoglio.
PLOD PLOD PLOD! Di come R2 e C-3PO si fossero schiantati nel
deserto e avessero vagato senza aiuto, finché non vennero riuniti dai Jawa –
“UTINI!” – e venduti a Luke Skywalker.
DO DO DO DOO DE DOO DEE… Di come si fossero recati con Obi-
Wan Kenobi, eroe delle Guerre dei Cloni, a Mos Eisley…
RGGGGHHAR! Dove avevano conosciuto Chewbecca e Han Solo…
ZOOOOM! E, da lì, di come si fossero diretti ad Alderaan con il
Millennium Falcon.
“Oh, santo cielo!” esclama C-3PO, interrompendo il racconto non appena
si rende conto di quanto potrebbe essere doloroso, per la principessa Leia,
ascoltare quello che viene dopo.
“Neeb chub! Neeb chub!” chiedono a gran voce tutti gli Ewok. Leia fa un
cenno a C-3PO, perché continui a raccontare. Era ora che questi Ewok
conoscessero lo scopo della Morte Nera.
Così C-3PO prosegue, raccontando agli Ewok di come l’Impero avesse
costruito una grande luna di metallo che sparava nel cielo e che aveva
distrutto un intero pianeta… il pianeta d’origine di Leia, Alderaan.
BZAP BZAP BZAP! E poi di come lui e R2-D2, insieme agli altri, fossero
stati fatti prigionieri sulla Morte Nera, ma fossero anche riusciti a fuggire e
avessero liberato la principessa con un astuto stratagemma.
“ROSSO CINQUE, IO PROVO A ENTRARE!” E di come Luke e R2
fossero tornati sulla Morte Nera a bordo di un piccolo caccia…
ZROOOOOSHHHH ZROOOSHHH! E fossero stati colpiti da Darth
Vader e dalla sua squadriglia di caccia TIE…
Gli Ewok hanno gli occhi sbarrati per il terrore.
YEEEHA! Ma Han e Ciube erano piombati lì all’ultimo momento, e a
loro volta avevano colpito Darth Vader…
“Nub chee hoah!” esclama Teebo tutto contento.
KABLROOOOOOSSSHHHHHHHHHHHH! E poi Luke aveva fatto
saltare in aria la Morte Nera!
A questo punto, tutti gli Ewok applaudono.
“Mirchiwa…”
Ma le loro grida di vittoria vengono interrotte da un: WSHHHH-WSHHH-
WSHHHH.
Gli Ewok impietriscono inorriditi, nel sentire il respiro di Darth Vader.
Non è morto? “No,” racconta C-3PO, “è sopravvissuto ed è ancora vivo!”
“Mitka-gana!” geme la cacciatrice, Asha Fahn.
STOMP! STOMP! STOMP! Ha preso d’assalto la fortezza nelle nevi dei
ribelli con mastodontici mostri metallici…
PZAP! PZAP! ZOOOOOM! Ma loro sono fuggiti appena in tempo con il
Millennium Falcon…
SMASH SMASH CRASH! Solo per trovarsi intrappolati in un campo di
asteroidi! Con i caccia TIE alle calcagna!
GULP! E poi per poco non sono stati divorati da un lumacone spaziale…
KERSHMASH! E poi ancora C-3PO è stato colpito dai soldati delle truppe
d’assalto a Città delle Nuvole!
WSHHHH-WSHHHH-WSHHHHH! E c’era anche Darth Vader!
ZZZZZK! ZZZZK! E Luke ha combattuto contro di lui… ma ha perso.
Nooooo!
“Neesh Zon CHA!” geme Teebo.
WHOOSH! E sono riusciti a scappare via appena in tempo con il
Falcon…
Gli Ewok cominciano di nuovo ad applaudire ma C-3PO li ferma. Darth
Vader e l’Imperatore hanno una nuova luna di metallo, spiega loro, e indica
il cielo.
Così, è di questo che si tratta. Gli Ewok hanno trascorso parecchie
stagioni a domandarsi che cosa fosse quella cosa appesa in cielo, sopra la
loro foresta.
E adesso lo sanno.
È un mostro che uccide col fuoco non solo le foreste ma interi pianeti.
“Neesh zon cha!” ringhia Chirpa. “Neesh CHA GREE!”
CAPITOLO QUARANTOTTO
IN CUI DARTH VADER ARRIVA SULLA LUNA
BOSCOSA DI ENDOR
Piomba sulle cime degli alberi e si tuffa nel cuore dell’oscura foresta,
vedendo solo l’enorme generatore di scudo e la sua piattaforma di
atterraggio perfettamente illuminata.
È una visione orribile, un groviglio di tubature, cavi, scudi antiblaster e
bunker: un grande sfregio industriale nel mezzo di una foresta che una volta
era bella.
Chiaramente, Vader non vede questo orrore, ma solo il suo scopo. Gli
scudi proteggeranno la nuova Morte Nera finché non sarà pronta a riportare
l’ordine nella galassia, distruggendo quelle parti che in ordine non sono.
Vader non ci bada molto. La sue preoccupazioni sono di carattere più
personale. La Forza è potente in suo figlio, Luke. E Vader sa bene che la
Forza è più potente di qualsiasi Morte Nera.
Nulla gli importa, finché non rivedrà suo figlio.
E ora, mentre atterra con la navetta e scende con passo pesante giù dalla
rampa, lui è vicino. Vicinissimo. Eppure, non può proseguire. L’Imperatore
gli ha ordinato di attendere alla base.
Perché aspettare? Perché non chiamare i propri assaltatori, quelli della
501A Legione? Perché non distruggere l’intera foresta e trovare suo figlio,
adesso?
Ma ci sono altri modi per cercarlo. Quindi Vader lo cerca con la mente…
E avverte la presenza di Luke, come Luke avverte la sua: una presenza
oscura.
Luke ha paura. Sa che deve confrontarsi di nuovo con Vader. Si è
preparato per questo. Eppure, l’oscurità profonda che lo chiama è
terrificante.
Lotta per controllare le proprie emozioni. Si allontana dagli altri, esce
dalla capanna chinando il capo e si ferma su un lungo ponte che si protende
nel buio, verso uno degli alberi più piccoli del villaggio.
Da qui Luke ha una vista più chiara della nuova Morte Nera, una metà
liscia e corazzata, l’altra un groviglio frastagliato di travi e livelli non
ancora completati.
È la cosa più terrificante che la galassia abbia mai visto.
Eppure là fuori, tra gli alberi, su questa luna… c’è qualcosa di più
malvagio, più vicino, non ancora visibile che lo sta cercando.
E Luke sa che non può nascondersi.
CAPITOLO QUARANTANOVE
IN CUI ALLA FINE LEIA CONOSCE LA VERITÀ
FINALMENTE!
Vader riceve la notizia che stava aspettando: una pattuglia ha catturato
una spia ribelle nei boschi.
È suo figlio. Il suo destino.
Stanno portando il prigioniero con un AT-AT. 37
Lord Vader vuole aspettare qui oppure…?
Ovvio che non vuole aspettare! Togliti di mezzo, razza di stupido!
Si dirige con passo pesante verso la piattaforma di carico dell’AT-AT,
mentre due assaltatori accorrono verso di lui. Con il suo respiro metallico
terrorizza molti stupidi Imperiali, che scattano sull’attenti quando passa
come una furia. Quindi, mentre attraversa con ampie falcate una passerella,
all’altra estremità le porte scorrevoli di un turboascensore si aprono e vede
Luke.
Eccolo lì! Indifeso. Nessuna arma in vista. Vestito di nero, senza
armatura. Ah, sì, il ragazzo ha di nuovo due mani. Ma sono legate.
Vader potrebbe mettere fine a tutto in questo esatto momento. Potrebbe
uccidere Luke e sarebbe finita lì, se non fosse per gli ordini del suo maestro.
Nutre odio a sufficienza per farlo, sappiamo chiaramente, lettore, che l’odio
di Vader non è veramente l’odio per Luke, ma per il proprio passato. Ma
Vader ha paura di Luke. E la paura e l’odio hanno a lungo dominato questo
Signore dei Sith.
“Lord Vader,” annuncia con aria compiaciuta un ufficiale imperiale che
Vader non aveva notato fino a quel momento. Ci sono anche due assaltatori
lì, presumibilmente per fare la guardia al prigioniero. Quanto sono stupidi.
“Questo è un ribelle che si è arreso a noi,” continua l’ufficiale.
Vader osserva l’espressione di sfida sul viso di Luke. Sa benissimo che
non si è affatto arreso. Sarà una dura lotta.
Vader non proferisce parola, quindi l’ufficiale va avanti: “Anche se lo
nega, credo che possano essercene altri e chiedo il permesso di fare un’altra
ricognizione nella zona.”
Di nuovo Vader sta in silenzio, così l’ufficiale è costretto a consegnare le
ultime informazioni.
“Aveva solo quest’arma,” comunica a Vader, porgendo la spada laser di
Luke.
“Bel lavoro, comandante!” sentenzia Vader, afferrando l’arma. “Ci lasci.
Faccia la sua ricognizione e mi porti gli altri suoi compagni.”
“Sì, mio signore,” risponde l’ufficiale, meno compiaciuto di prima. Lui e
i soldati indietreggiano rientrando nel turboascensore e così alla fine Vader
e Luke sono di nuovo uno di fronte all’altro.
Ma Vader volta le spalle al ragazzo. La sua missione non è impegnarsi in
un combattimento – vuoi con le armi vuoi a parole – bensì solo di
consegnare Luke al proprio maestro.
“L’Imperatore ti stava aspettando.”
“Lo so, padre,” dichiara Luke, impaziente di volgere questo incontro a
proprio vantaggio.
“Allora hai accettato la verità.”
“Ho accettato la verità che tu una volta eri Anakin Skywalker, mio
padre.”
Ora Vader si volta a guardarlo.
“Quel nome non ha più alcun significato per me,” tuona, torreggiando su
Luke.
Ma Luke risponde con compassione, non con paura: “Quello è il nome
del tuo vero io. L’hai solo dimenticato. So che c’è del buono in te.
L’Imperatore non è riuscito del tutto a privartene. Ecco perché non hai
potuto distruggermi. E perché non mi porterai ora dal tuo Imperatore.”
La lotta è già più impegnativa di quanto Vader si aspettasse. Distoglie di
nuovo lo sguardo, questa volta per fissare la spada che ha in mano.
Quella non è la sua vecchia spada laser, si rende conto. Da dove viene?
La accende. Ne ammira l’intensa luce verde. Con uno scatto del polso
potrebbe uccidere Luke, ma non gli passa neanche per la testa.
“Vedo che hai fabbricato una nuova spada laser. Le tue facoltà sono
complete. Sei veramente potente come aveva previsto l’Imperatore.”
Ma Luke non si distrae.
“Vieni con me,” lo esorta.
Adesso Vader capisce davvero il motivo per cui aveva temuto così tanto
suo figlio. Non per la sua padronanza della Forza o per la sua destrezza con
la spada laser, ma perché Luke riesce a fargli mettere in dubbio le oscure
verità che lo dominano da molto tempo.
Per difesa, ora ripete queste verità… proprio quando comincia a
domandarsi se siano davvero assolute. “Obi-Wan, un tempo, la pensava
come te. Tu non conosci la potenza del Lato Oscuro. Io devo obbedire al
mio signore.”
“Io non cederò… e sarai obbligato a uccidermi.”
“Se è quello il tuo destino…”
È una risposta gelida. Specie da parte di un padre a un figlio. Ma è anche
debole. E Luke lo sa. Lo incalza.
“Ritrova te stesso, padre! Non puoi farlo! Avverto il conflitto che è in te!
Lascia che l’odio vada via.”
Luke è riuscito finalmente a farsi strada nell’oscura mente turbata di
Anakin Skywalker. E per Vader è molto più doloroso del colpo di spada che
Luke gli ha sferrato a Città delle Nuvole. Ma non è sufficiente nemmeno
questo, Luke! Tutti hanno tentato di metterti in guardia: il Lato Oscuro è
potente. Vader lo usa per bloccare le domande, i ricordi, le speranze. Le
verità oscure sono di nuovo assolute.
“Per me è troppo tardi, figlio. L’Imperatore ti mostrerà la vera natura
della Forza. È lui il tuo maestro ora.”
Vader si volta di scatto e fa cenno a due dei suoi assaltatori di venire a
prendere il prigioniero.
La battaglia è finita e Luke ha perso.
“Allora mio padre è davvero morto,” sussurra, mentre viene sospinto
verso la piattaforma di atterraggio.
Sì, Luke ha perso questa battaglia ma anche Vader ha perso qualcosa.
Fissa gli alberi, non più così impaziente di agire.
37 - Ricorderai, nell’attacco imperiale su Hoth, questi mostruosi camminatori metallici muniti di
quattro zampe e i più piccoli AT-ST, con due zampe.
CAPITOLO CINQUANTADUE
IN CUI LA NOTTE TRASCORRE LENTA SU
ENDOR
Si dicono cose che non sono tanto belle. Gli Ewok parlano di battaglie,
armi, trappole e morte.
Sono creature feroci. Predatori. L’apice della catena alimentare in una
foresta letale. E sono pronti a uccidere.
Perché, vedi, ora che gli Ewok capiscono che i nostri eroi sono davvero
tali – e sono lì per distruggere quei maledetti esploratori imperiali e far
esplodere il grande groviglio metallico nel cielo – sono impazienti di dare
un mano. Erano completamente all’oscuro della grande battaglia galattica
per la libertà che l’Alleanza Ribelle aveva portato avanti per decenni.
Tuttavia, ricorda loro Chirpa, sapevano che una grande presenza maligna
sarebbe dovuta arrivare nella loro foresta. Il capo rammenta loro i membri
della tribù uccisi dai soldati imperiali e dai mostri metallici.
Molti Ewok presenti sono profughi, i cui villaggi sono stati distrutti
quando l’Impero è arrivato per costruire il suo enorme generatore e la base
per l’esercito. Chirpa invita uno di loro, Romba, a raccontare della notte in
cui è tornato dalla caccia e ha trovato il suo villaggio in fiamme, e tutti i
membri della sua tribù uccisi.
Gli Ewok hanno già ascoltato questa storia, terrorizzati. Ma Chirpa sa che
adesso deve dare loro un motivo per combattere, non per nascondersi.
Ora la tribù ha una nuova speranza, dice loro. Questi stranieri credono
che l’Impero possa essere sconfitto e ci crede anche lui. Ma… li mette in
guardia: gli stranieri non potranno vincere senza l’aiuto degli Ewok.
“Quindi aiutiamoli,” dichiara Asha. Hanno già combattuto per proteggere
il loro territorio e ora l’intera foresta è in pericolo.
“È più importante di una tribù di Ewok,” concorda Romba. “La battaglia
di domani si ripercuoterà su tutti gli Ewok. Quindi tutti gli Ewok
dovrebbero avere la possibilità di partecipare.”
Logray borbotta qualcosa a proposito di un certo rifugio sacro dove
potrebbero nascondersi, ma nessun altro è interessato.
Così, alla fine la decisione di Chirpa coincide davvero con la decisione
del villaggio.
Invia messaggeri nella foresta per spiegare tutto ai capi delle altre tribù…
e chiedere il loro aiuto. Il messaggio, composto da Teebo, è splendidamente
formulato nella lingua ewok, ma C-3PO lo traduce in modo piuttosto
meccanico, così: “Domani combatteremo per salvare la nostra foresta e
sconfiggere la fredda luna di metallo. Il nostro dio dorato ci ha mostrato
come. Unitevi a noi e saremo di nuovo liberi.”38
Che cosa avrebbe detto di tutto questo Han Solo, il comandante di questa
missione dopotutto, non lo sapremo mai, perché lui e Ciube si erano
finalmente addormentati.
Leia alla fine dorme, la confusione della sua mente placata dalla grande
stanchezza.
Anche R2-D2 e C-3PO si sono spenti, per risparmiare energia in vista
della giornata campale che li aspetta.
E forse anche noi, lettore, dovremmo fare una pausa… perché quando
domani il sole sorgerà, si scatenerà il pandemonio. Non arrancheranno più
nella foresta. La fatica è finita.
Quindi… respira a fondo, e quando sei pronto facciamo un salto a
velocità luce.
38 - Ancora una volta, la versione originale ewok è molto più commovente e a tutti quelli che
l’hanno ascoltata ha infuso speranza e determinazione.
CAPITOLO CINQUANTATRÉ
IN CUI ACKBAR LANCIA L’ATTACCO DELLA
FLOTTA RIBELLE
39 - Romba è la guida “ufficiale”. Chirpa ha deciso che Wicket e Paploo sono troppo giovani per
unirsi ai principali combattenti ewok, ma il pensiero di starsene semplicemente con le mani in mano
tutto il giorno al villaggio lo fa impazzire.
CAPITOLO CINQUANTACINQUE
IN CUI LUKE AFFRONTA L’IMPERATORE