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LA
MEDICINA PITTORESCA
TOMO I.
L A
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I) AIÎATOBIIA GENERALE, DESCRITTIVA, CHIRURGICA E PATOLOGICA, DI PATOLOGIA INTERNA ED ESTERNA,
GIUSEPPE CGAÎNZ
VENEZIA
PRESSO GIUSEPPE ANTONELLI TIP.ED.
r:nuuro DELLA MEDAGUA D’ono
1834
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PREFAZIONE
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IJe umane cognizioni che si riferiscono agli oggetti materiali, ed in ispecialità le scien
ze mediche, abbisognano di figure e di tavole che rappresentino al lettore l’immagine del sog
getto dei suoi studii. Per quanto esatta sia una descrizione non lascia nella mente che una vaga
E fugace impressione se non viene accompagnata da questo indispensabile appoggio; vi sono
anzi dei fatti che non si possono appieno comprendere limitandosi soltanto ad una sempli
ce descrittiva narrazione. La più viva immaginazione che non abbia altro soccorso che quel
lo di un testo, non potrà formarsi un’idea chiara e permanente di un organo, di un istru
meuto, di un apparato, di una pianta; che è quanto accade in moltissimi casi patologici
che non si possono osservare che dal piccolo numero di medici che frequentano gli spe
dali. Inoltre coi soli libri e impossibile risovvenirsi alquanto minutamente gli oggetti
materiali che altra volta si studiarono, se le relative figure non richiamino alla memoria
1’ immagine da gran tempo cancellata.
. Fu tanto conosciuta generalmente la grande utilità di queste tavole, e quindi la necessità
da una iconografia medica, che non vi ha opera di qualche merito in tale argomento che non
8.13 fornita d' intagli. Ma sifi‘atte opere piene di nuovi ritrovati e ricerche, sfoggiano un lusso
"P°3Tafi60 e iconografico, e quindi divenute di prezzo eccedente per la più parte dei medici,
‘95Ì3n0 COflfinate nelle grandi biblioteche, e appena a taluno è concesso il consultarle. Senza
tema di errare si può sostenere esservi pochi medici i quali posseggano le magnifiche tavo
le dl S°emmerlllg, Scarpa, Walter, Caldani, Albino, Loder, Mascagni, Haller, Meckel, ‘
liuriter, Carlo Bel], Tiedemann, Langenbecli, Boch, Sandil‘orî, Gal], Brera, Bremser, Bul
hard, VVanrudtorll‘er e Simili.
La Medicina Pittoresca ha per iscopo, atteso la modicità del suo prezzo, di offrire a
tulti i medici e chirurghi maggiori o minori, ciò che v' ha di veramente utile nelle tavole
di tutte le specie di anatomie fino a qui pubblicate, unitamente ad un gran numero di altre
originali e necessarie per compiere l’opera, formare un complesso di cui non si abbia ancora
avuto esempio nella scienza.
Questo Museo Medico-Chirurgico rappresenterà tutto quello che si può indicare col
mezzo di figure nelle scienze mediche, cioè:
I tessuti primitivi e i sistemi organici ’- Tutti gli organi dell’economia nello stato sano -
Le diverse fasi dell‘embrione e del feto -La circolazione fetale - Le mostruosità - Le de
viazioni della colonna vertebrale e degli arti, ed i mezzi meccanici adoperati per la loro
guarigione - Le malattie della pelle, degli occhi, delle ossa, ivermi e cose analoghe; tutte
le alterazioni anatomiche de’ nostri organi -- Le regioni esteriori del corpo ravvisate sotto
il punto di vista dell’anatomia chirurgica - Le fasciature e gli apparecchi - Gl’istromenti
usati oggid‘r in chirurgia -- Le operazioni chirurgiche considerate sotto il rapporto della
posizione dell’operatore e dell’operato e del modo di atteggiare lo strumento - Il meccani
smo e gli istromenti riferibili ai parti - Le piante adoperate in medicina -- Le più belle
tavole d’ anatomia patologica dei principali Musei di Medicina.
Dal sin qui esposto chiaramente si scorge che la medicina pittoresca costituirà un museo
indispensabile per chiunque si dedica all’ arte del guarire, e sarà un compiuto corredo di
tutte le biblioteche, ed un ausiliario richiesto per tutte le opere di anatomia, patologia, me
dicina operatoria, ostetricia, terapeutica. Ciascun articolo indicherà i libri più importanti,
e soprattutto quelli che si trovano fra le mani di molti, dimodochè, quantunque la medi
cina pitt0resm formi da per sè un libro compiuto, ed indipendente da qualunque altro, po
trà nel tempo stesso servire d’atlante a tutte quelle opere che non sono adorne di tavole.
Perchè poi all’interesse sia aggiunta la varietà degli oggetti, ciascun fascicolo della me
dicina pittomsca comprenderà da sei a dieci soggetti appartenenti ai diversi rami della me
dicina con una concisa ed esatta spiegazione.
Per quello che spetta alla compilazione dell’opera non v’ ha dubbio sulla Sua eccel
lenza, concorrendovi un gran numero de’ principali e più distinti medici, di cui ciascuno
scelse a trattare quelle materie che ai propri studii sono più confacenti.
La direzione è affidata al Dottor Baer professore aggregato e bibliotecario aggiunto
della facoltà di Medicina in Parigi.
LA
MEDICINA PITTORESCA
o
MUSEO MEDICO-CHIRURGICO
l
6708
RACCOLTA COΑIPLETA DI TAVOLE, IFCISE IN ACCIAIO, D’ANATOMIA GENERALE, DESCRITTlTA, CHIRURGICL E PATOLOGICA,
ANATOMIA
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Regione superiore del cervello. (Tav. I, fig. 1). Regione inferiore dell’ encq/Ìz/o, ed origine
dei nervi. (Tav. I, fig. 2).
nesta regione, la cui forma si avvicina Sulla linea mediana di questa regione, e
all‘orale, ha due estremità: la anteriore un poco dall’ innanzi all’ indietro si presentano gli og- ’
ristretta, e la posteriore più allargata; lungo la getti seguenti.
linea mediana (1,2) si osserva un solco nomina I. Una fessura, in cui va a terminare nella
to la grande scissura, che viene occupata dalla parte anteriore la grande scissura del cervello,
falce formata dalla dura madre, e che divide il e per cui restan divisi i lobi anteriori (I).
cervello per tutta la sua spessezza tanto nella 9.. Una membrana trasparente e sottile, che
parte anteriore che posteriore, mentre nel mez ottura il fondo del ventricolo medio, e che si
zo non arriva che fino al corpo calloso. estende dalla parte inferiore ed anteriore del
Questa scissura forma del cervello due par corpo calloso lino alla riunione dei nervi ottici;
ti eguali, che si dicono emisferi ( 3, 4),i quali 3. La commessura dei nervi ottici (e);
sono convessi all’ esterno e piani nell’ interno; 4. Una sostanza grigiastra quadrilatera uni
hanno due facce interna 1’ una e piana, ester ta anteriormente a questi nervi, e posterior
ma l’ altra e convessa. La faccia interna, che in mente alle eminenze mammillari, che concorre
questa tavola non è visibile, è piana, verticale, a lbrmar la base del ventricolo medio legger
ed in contatto con quella del lato opposto, des mente sporgente nel mezzo, per cui ebbe il
sa ofli‘0 allo in basso sul corpo calloso una fen nome di tubercolo cinereo (tuher cinereum,
ditura longitudinale. La faccia esterna, la sola Soè'mm.) (3);
che viene rappresentata dalla figura, è formata 5. Il peduncolo piluitarz'o, piccolo prolun
dalle czìconvoluzioni del cervello (5); eminen gamento, rossastro, conico, unito nella parte
zc pronunciate, rotondeggianti, intestiniformi, più alta alla sostanza precedente, e continuo
e separate fra loro da_ solchi intermedii sinuo in basso colla glandola dello stesso nome (4);
si, disposti come le circonvoluzioni, della pro-, 6. La glandola, o corpo piluilaflb (hypo
fondità di un pollice mcima, e distinte col no physis, Soèmm.), corpo arrotondato, trz;v_ersal
me (1’ arfialtuosilà. mente allungato, grigiastro all’esterno, inter
3 LA MEDICINA PITTORESCA
namente giallastro, situato nella fossa pituitaria sta tavola vedesi in gran parte coperto dal cer
dello sfenoide, circondato dalla dura madre, e velletto.
ricoperto superiormente dall’aracnoidea;
7. I tubercoli mammillari, due biancheggian Origine dei nervi del cranio. (Tav. I, fig. 2)
ti proeminenze, del volume e della forma di
un pisello, corrispondenti alla base del ven I nervi o_lfattorii (primo paio) (d) nascono
tricolo medio, e poste subito dopo la sostan con tre radici, una esterna (e) che proviene
za grigia già descritta (5); dalla regione esterna dei corpi striati; una in
8. Uno spazio triangolare situato posterior terna (f), confusa all’indietro e al di dentro
mente a questi tubercoli, tra i prolungamenti colla sostanza bianca, che occupa la parte in
anteriori della protuberanza cerebrale, i quali terna della fessura del Silvio, ed una media (g)
sono uniti da una lamina midollare, che con collocata nel punto del congiungimento delle
corre a formare la parete inferiore del ventri due precedenti.
colo medio (6); I nervi ottici (secondo paio) (h) traggono la
9. La protuberanza cerebrale, eminenza loro origine dalla parte inferiore dei talami
quadrilatera, collocata tra il cervello ed il cer dei nervi ottici, ed in parte dalle prominenze
velletto, un po’ convessa, con in mezzo un leg quadrigemine. Si uniscono dopo un breve tra
ger solco, per cui scorre l’arteria basilare (7); gitto, e formano la così detta commessura (i).
10. La midolla allungata, o bulbo rachidi I nervi motori comuni dell’occhio (terzo pa
co (8); è l’ estremità superiore della midolla io) (j) provengono dalla parte interna dei pro
spinale. Essa presenta sei eminenze cioè: nel lungamenti anteriori della protuberanza.
mezzo le due eminenze piramidali (a), più in I nervi patetici (quarto paio) (k) derivano
fuori le eminenze olivari (b) e, più esternamen dal dissotto delle prominenze quadrigemine
te ancora, le eminenze restiformi (c). sulle parti laterali della valvola del Vieussens.
1 I. Una fessura che separa all’indietro i lobi I nervi trigemini (quinto paio) (l) nascono dal
posteriori del cervello, e che fa parte della gran la parte esterna ed inferiore dei prolungamenti
de scissura di questo organo (g). posteriori della protuberanza cerebrale, presso
Sui lati della linea mediana la superficie in all’orlo posteriore di quest’ ultima prominenza.
feriore dell’ encefalo offre dall’ avanti all’ in I nervi motori esterni dell’ occhio (sesto pa
dietro: io) (m) hanno origine dal solco che separa la
I. Il lobo anteriore (10); piano triangola protuberanza cerebrale della midolla vertebrale
re, con un solco per contenere inervi olfat e da questa istessa protuberanza.
torii, appoggiato sulla regione orbitale del co I nervi facciali (porzione dura del settimo
ronale. paio) (n) provengono dalla parte inferiore e la
2. Il lobo medio (1 I) assai pronunciato, ro terale della protuberanza cerebrale, nell’ inca
tondo, che occupa le fosse media e laterale del vatura che la separa dalla midolla vertebrale, al
la base del cranio. _ dissopra e un po’ al di fuori dei corpi olivari.
3. La fessura del Silvia (12), infossatura, I nervi uditorj ad acustici (porzion molle
obliqua, diretta all’infuori ed all’innanzi, cor del settimo paio) (o) nascono posteriormente
rispondente al margine posteriore dell’apofisi dalla estremità laterale del ventricolo del cer
d’ Ingrassia, formante una divisione tra i lobi velletto, ed all’innanzi dalla porzione anteriore
anteriore e medio, continua al di dentro ad dei prolungamenti posteriori della protuberan
un’ altra fessura, per cui penetra la pia madre za cerebrale.
nei ventricoli laterali del cervello; I nervi glosso_-faringei (porzione dell’ ot
4. Un’altra fessura longitudinale limitata tavo paio) (p) traggono origine dalle parti su
all'esterno dal lobo medio, ed al di dentr0 dal periore e laterale della midolla vertebrale tra
prolungamento anteriore della protuberanza ce i nervi facciali e pneumo-gastrico.
rehrale. I nervi preamo-gastrici (nervi vaghi, o del
1’ ottavo paio) (q) provengono immediatamente
5. La superficie inferiore del cervelletto co
perta nel mezzo dalla midolla e presentante al dissotto dei precedenti, dietro le prominen
delle circonvoluzioni concentriche (13); ze olivari, vicino ai corpi restiformi.
6. Il lobo posteriore separato dal medio I nervi ipoglosi (nono paio), (r) derivano con
per mezzo di una leggera incavatura, appog dieci o dodici filamenti (s) dai solchi che se
giato sul padiglione del cervelletto (14). In-que parano le eminenze olivari e piramidali.
PATOLOGIA 9
_ I nervi spinali (nervi accessori del Wil dóno ingrossandosi per 1’ aggiunta di nuovi
hs) (t), vengono dalle parti laterali della midol filamenti (u), ed escono dal cranio col pneumo
la nell’ interno del canal vertebrale dirimpetto gastrico.
alla regione della 4.‘ vertebra, in seguito ascen
--»sew
PATOLOGIA É'
e talvolta ne portano una seconda alquanto più serva una doppia fila circolare di piccoli unci
piccola e posta un po’ indietro. In alcuni casi ni (b). Bremser, perché non ha sempre riscon
da questa fossetta esce un picciolo dardo, che trato questa particolare organizzazione, preten
Bremser ritiene, essere probabilmente l’organo de che la tenia invecchiando perda una tal co
sessuale del maschio. rona. \
Il collo del verme solitario è molto stretto,
Tam propriamente detto o venne somramo. piatto e depresso, e non fornito d’articolazio
(Tav. I, fig. 7 2.; frammenti di questo ni. La parte che vien poi, o il corpo, è articola
verme.) to. Le prime articolazioni sono vicine le une alle
altre, e sempre più corte che larghe; a misura
Il vero tenia, o verme solitario (taenia so che si allargano, aumentano in proporzione an
lium), che si chiama pure tenia ad anelli lunghi, che in lunghezza, dimodochè vanno finalmente
annida negli intestini tenui degli uomini di a formare dei veri quadrati; che poscia avvi
tutti i paesi 5 ma più particolarmente, secondo cinandosi alla coda diventano quadrati bis
Bremser, degli Europei. E cosa difficile il voler lunghi, la cui lunghezza sorpassa almeno del
determinar la sua lunghezza, poichè tanto facil doppio la larghezza.
mente si rompe, che forse non si è potuto an
cora vedere una tenia tutta intera. Non è raro Sintomi prodotti dalla tenia.
di trovarne della lunghezza di 9.4 piedi. Beinel
fa giugnere la loro lunghezza dalle 40 alle 50 I vermi intestinali, di qualunque specie es
aune. Gli atti di Copenhagen (t. II, pag. 148) si sieno, producono colla loro presenza nel tu
parlano d’ una tenia lunga 300 aune, ma è pro bo digerente, dei sintomi analoghi. Secondo
babile che in tale cifra sia corso un errore, e che Bremser, i principali sono i seguenti:
si sieno numerati dei frammenti espulsi in tempi La fisionomia del malato è alterata; ordina
diversi dal malato. Si sa infatti, che i pezzi che riamente si fa pallidissima, e prende anche una
si staccano, in seguito si riproducono. tinta plumbea. Talvolta però tutto ad un tratto
La tenia varia nella sua larghezza; sul finire si anima, ed il rossore fu allora osservato li
della testa non è sovente che di un terzo o di mitarsi ad una sola guancia; gli occhi perdono
un arto di linea. Aumenta poscia poco a il loro splendore, e si appannano; la pupilla è di
poco fino alle tre, quattro ed anche sei linee; latata, e le palpebre inferiori sono circondate
per giudicare però di questa larghezza, convien da un cerchio ceruleo.
bene osservare se il verme sia in istato di con I malati hanno sovente il naso enfiato, e vi
trazione o di espansione. soffrono un rurito quasi continuo, per cui sono
E egualmente variabilissimo nella sua gros sforzati di regare, e grattarlo senza posa. Pati
sezza. Talvolta è d’ una sottigliezza quasi tras scono frequenti emorragie nasali ; e di trat
parente , tal altra invece è grosso e perfetta to in tratto de’ mali di testa con susurro d’ o
mente opaco. La sua testa è in generale si pic recchie. La lingua è sporca, e la bocca è sem
cola, che per ravvisarla convien servirsi della pre piena di un’ incomoda scialiva, il fiato feti
lente. In qualche raro caso però è bastantemen do, specialmente a digiuno.
te grossa, per esser vista ad occhio nudo. L’ appetito non è costante: in certi momenti
Secondo che la si esamina sopra un indivi gli ammalati ributtano tutto, in altri sono come
duo morto 0 viv0, differisce di molto nella sua affamati. Hanno pure delle nausee, ed anche dei
forma la testa della tenia. Veduta col microscopio vomiti di un liquido acquoso, delle coliche so
(fig.8), presenta quattro succhiatoj 0 trombe (a) vente violentissime, principalmente alla regio
che nello stato vivente sono ora più prominenti, ne dell’ ombellico; delle dejezioni mucose, e
ora iù ritirate. Ordinariamente introducesi spesso sanguinolenti, un’orina torbida, sedi
nei canaletti che costituiscono queste trombe, mentosa, e simile al latte con acqua diluto, il
basso ventre si fa tumido e duro, ed il corpo
un po’ di materia nerastra, per cui la testa della
tenia sembra esser fornita di quattro occhi. in generale si dimagra. Il sonno è inquieto, ac
Allorché la testa è allungata, si scorge fra compagnato talvolta da uno stridor di denti. I
queste quattro trombe o succhiatoj_ una protu malati generalmente diventano pigri, ora di
bemnza convessa sulla quale trovasx sempre un buono ora di cattivo umore.
cerchio, nel cui centro vi ha una piccola aper Si veggono di tanto in tanto nelle materie
tura quasi impercettibile. Su questo disco Si os fecali dei pezzetti di verme. Quest’ ultimo sin
'12 LA' MEDICINA PITTORESCA‘
torna è il solo che con certezza possa far giudi granato (punica-granatum). Tale medicamerr
care della presenza dei vermi nel tubo intesti to, che godeva di una grande popolarità ai tem
nale. Gli altri fenomeni sopra indicati è diffici pi di Catone il censore, di Plinio e di Dioscori
le che tutti riuniti si osservino in uno stesso de, era stato dimenticato per molti secoli, ed a
individuo, e ciascun di quelli può appartenere riprese ritrovato. E una ventina (1’ anni final
a diverse malattie; quando però si rinvengono in mente che ci pervenne per ultima volta dal
un certo numero nella medesima persona, si 1’ Indie. Ma in realtà non è che da sette od ot
può quasi con certezza ritenere, che son dovuti to anni che è divenuto di un uso generale. Il
alla presenza dei vermi; ma non si può però modo di adoperarlo è semplicissimo. Si fanno
ancora decidere a quale spezie questi appar bollire da un’ oncia e mezza a due di questa
tengono. E‘ soltanto dall’ispezione dei pezzetti scorza in un boccale d’acqua da ridursi a due
di vermi, o dei vermi interi espulsi colle fec o tre bicchieri, e si prendono in . due o tre
cie, che si potrà avere un esatto criterio a que volte nella giornata, cioè la mattina a digiuno,
sto riguardo. verso il mezzo di, e la sera molto tempo do
po il cibo per non disordinare la digestione.
Trattamento contro la tenia. Comecchè si possa usarne senza alcuna cura pre
paratoria, ciò non pertanto torna utile di cibar-
Una farraggine di diversi trattamenti sono si poco il giorno in cui lo si prende, e di sca
stati prescritti contro la tenia. Sarebbe cosa ricare il grosso intestino dalle materie fecali
superflua il farne qui menzione di tutti. Noi per con un clistere ammolliente, o con un lassati
ciò ci limiteremo a far conoscere soltanto quel vo, come 1’ olio di ricino. Il verme ordinaria
lo, la cui efficacia è appoggiata su un gran nu mente viene espulso senza dolori, o con qual
mero di osservazioni, e che si può giustamen che leggera colica poco dopo il secondo o il
te onorare col titolo di specifico. Consiste que terzo bicchiere del decotto.
sto nell’ uso della scorza della radice del melo
13
ANATOMIA
#HHOÌ‘
MIDOLLA SPINALE.
in vicinanza alle faccie anterioree posteriore, dei
Faccia posteriore della midolla spinale ed ori solchi collaterali, superficiali, ed abbastanza am
gine dei nervi vertebrali (Tav. II, il. I, se pii, ove partono le radici dei nervi vertebrali(c).
condo Lucanmacx. ) Estremità inferiore della midolla (d). Scor
Questa tavola rappresenta la faccia poste gonsi in essa due rigonfiamenti: superior l’uno,
riore della midolla spinale, 1’ origine dei nervi ovoideo, più voluminoso, l’ altro inferiore, più
spinali, ed i ganglii delle loro radici posteriori. piccolo e conoideo
Anziché limitarci ad un’arida nomenclatura de Organizzazione della midolch vertebrale
gli oggetti rappresentati da questa figura, fare La consistenza della midolla è minore di
mo ' una succinta descrizione della midolla. quella delle altre parti dell’ encefalo. Essa è forù
ituazione. Nel canal vertebrale, dalla protu mata all’ esterno da uno strato di sostanza bian
beranza cerebrale sino a livello della prima o Ca della spessezza di mezza linea, ed all’interno
seconda vertebra dei lombi. dalla sostanza cinerea divisa in tre porzioni:
Forma. Quella di un lungo cordone irrego una media, trasversale, più larga al collo ed ai
larmente cilindrico, di una ineguale grossezza lombi di quello che al dorso, e due porzioni la
nelle diverse parti del suo tragitto, diviso in terali pronunciatissime alla regione Superiore
estremità ed in corpo. del collo, che poscia diminuiscono fino alle ulti-»
Estremità superiore della midolla. (Bulbo me vertebre del dorso,ove di nuovo s’ingrossano.
rachidico,‘ Ch; midollo allungato di parecchi Le eminenze Olivari, involte da uno strato
autori.) E un rigonfiamento che va estenden di sostanza midollare, presentano internamen
dosi dalla protuberanza cerebrale sino al forame te un cordone oblungo di sostanza cinerea,che
occipitale. Vi si distinguono due faccie: I. Fac per tutta la sua circonferenza è circondato da
cia anteriore : è convessa ed ofi're quattro emi una striscia tortuosa giallastra.
nenze disposte le une a canto delle altre, le due La midolla spinale è divisa in due colonne
interne, che si chiamano eminenze piramidali laterali mediante due solcature medie, di cui
(piramidi anteriori, GALL), estendonsi per otto una è anteriore e l’ altra è posteriore. Nella sua
o dieci linee al dissotto della protuberanza cere parte superiore, che si chiama midollo allun
brale, diminuendo progressivamente di volume; gato, ciascuna di queste colonne dividesi in tre '
Le due esterne o laterali, dette olivari (corpo fascetti più piccoli, che sono: il piramidale, l’od
ra olivaria, Sonna.), sono oblunghe, pronun livare, il cerebrale o restiforme, e che costitui
ciate, e separate dalle precedenti per mezzo scono le eminenze del medesimo nome..
(1’ una solcatura, d’ onde hanno origine 1"fila Le due eminenze piramidali poste sui lati
menti del nervo ipoglosso. 2. Faccia posteriore. della solcatura longitudinale anteriore, dividon
E una continuazione della protuberanza cere si in tanti piccoli fascetti, i quali intrecciandosi
brale; nella sua linea media osservansi alcune fra loro passano quelli del lato destro del cer
piccole doccie formate da una parte del cala vello al sinistro, e quelli del sinistro al destro.
mu.r scriptorius, e da ciascun lato dl questa lmea In seguito s’ ingrossano e danno origine alle
media sporgono due oblunghe e bmncastre e gambe del cervello, o prolungamenti anteriori
minenze che concorrono alla formazione del della protuberanza. '
cervelletto, e si distinguono col nome di emi Le due eminenze olivari che sporgono a‘
nen:e re:t_z]òrmi. (Processus resti/ormes, Ban lato delle precedenti, penetrano dal basso in alto
Lnr; piramidi posteriori, GAEL.) . nella protuberanza cerebrale, appoggiandosi po»
Corpo della midolla (a). La sua facc:a ante eia sulle eminenze piramidali. La maggior parte
riore vedesi segnata da alcuni piccoli solchp o delle loro fibre, che sono limgitudinali', e s’ in
trasversali ripiegature, e divisa in due parti e nalzano verso la massa comune dei tubercoli
guali per tutta la sua estensione‘da una scxssura quadrigemini, si piegano all’ indentro ed uni’
media molto profonda. La sua faccia poster1pre sconsi a quelle del lato opposto per formare quel
presenta pure una scanalatura media long1tw la porzione di sostanza cerebrale che serve di
dinale (b) e delle striscia trasversali. Le sue vòlto all’ acquedotto del Silvio. Le altre conti»
{accie laterali sono rotondeggîanti, ed offrono nuano innanzi fino nei talami dei nervi ottici,,
14 LA MEDICINA PITTORESCA
ove unisconsi con quelle delle eminenze pira all’innanzi. Arrivato all’angolo della mascella
midali. curvasi sotto il tendine medio del muscolo dis
Le eminenze cerebellari 0 corpi restiformi, astrico, si rivolge in avanti verso la lingua, do
sorgono dalle parti lateriali e posteriori del mi po aver formato un’ansa (b) che mandain basso
dollo allungato, e servono di limite al quarto il ramo cervicale discendente (c), il quale di
ventricolo, internandosi in seguito nella sostan scende innanzi alla vena jugulare interna ((1). Da
za del cervelletto.‘ esso hanno origine due filamenti nervosi, desti
nati uno al muscolo omoplatojoideo (e), e 1’ al
Origine dei nervi vertebrali. tro allo sternotirodeo (f) rivolgesi esternamen
te e si anostomizza alla metà circa del collo con
Questi nervi, di cui se ne contano trent’uno il ramo discendente interno del plesso cervica
er ciascun lato, nascono dalle parti laterali del le (g), sotto il muscolo sternomastoideo for1nan
midollo spinale, e vengono distinti col nome do un arco rovesciato (h) e tortuoso; dalla cui
numerico di primo,secondo paio, ecc. -- comin convessità partono due filamenti interni che
ciando a contare dall’ alto al basso; e, secondo vanno al muscolo sterno-tiroideo (i), e due altri
poi la regione che occupano, dividonsi in cer medii che si perdono nell’ omoplatoideoaj (j),
vicali, dorsali, lombari e sacri. Traggono origine e due o trejilamenti esterni (la), che si anasto
con due radici, anteriore l’una, e l’ altra poste mizzauo con il terzo e quarto paio de’ nervi
riore (d); ciascuna di queste radici è formata cervicali.
da un maggiore o minor numero di filamenti (e), Il nervo iploglosso penetra in seguito tra i
che si uniscono fra loro nel passare per i forami muscoli milojoideo e joglosso, e dopo aver
intervetebrali e quelli dell’osso sacro, dopo aver somministrato un piccolo filamento al muscolo
presentato un rigonfiamento ovoideo e ganglifor tirojoideo, numerosi ne manda al costrittore su
me (f) composto dai filamenti della radice po eriore della faringe, al muscolo stilo-faringeo,
steriore. Nell’ escire da questi fori il tronco di alla faccia esterna del joglosso, al genio-joideo,
ciascun nervo dividesi in due rami, l’ uno ante alla parte anteriore del genioglosso, e al milo
riore l’altro posteriore (g). joideo; e quindi dividendosi in molti nervi sot
tili s’ immerge nella sostanza della lingua dalla
Del nervo ipoglosso o nono paio de’ nervi. base sino all’apice, e principalmente nei lati del
(Tavola II, fig. 9.. , secondo SCARPA.) (a) muscolo genioglosso (l).
Scorgesi pure su questa tavola, i.° Il nervo
Prende origine con dieci o dodici filamenti spinale (m) ed ifilamenti che manda al muscolo
dai solchi frapposti al corpo olivare epiramidale sterno-mastoideo (n); 2.° il 2, 3, 4 e 5 paio di
mediante dieci o dodici filamenti che subito in nervi cervicali (o), 3.‘J quel ramo delnervo lin
sieme raccolti in un cordone escono dal cranio guale che scorre tra i muscoli stiloglosso e ge
pel forame condiloideo anteriore; questo cordo nioglosso per distribuirsi alle papille della lin
ne dà tosto uno o due filamenti, che comuni gua (p); 4.° la vena jugulare interna (q) e l’arte
cano coll’ ansa nervosa formata dai due primi ria carotide primitiva (r).
nervi cervicali, secandosi poscia all’ imbasso ed
-‘OGI°ÌQM
OSTETRICIA
POSIZIONE DEL FETO.
Prima posizione del feto distinta col nome di e presentare differenti parti del suo corpo: ma
occipito-cotiloidea sinistra. ( Tav. II, quella che più costantemente si offre è la testa ','
fig. 3 secondo Maremma.) dacchè sopra 21,723 parti osservati nell’ospizio
della Maternità di Parigi, 20,698 si presenta
Nel travaglio del parto, al momento in cui rono per il vertice o per la sommità della testa.
il feto sta per oltrepassare lo stretto superior La direzione del diametro utero-posterio
del bacino, può atteggiarsi in diverse posizioni re della testa del feto, relativamente ai diame
OSTETRICIA 15
tri del bacino della madre, può assumere quat testa non fece che aumentare, ora comincia a
tro differenti posizioni: I posizione. L’ occipi
diminuire, succedendo il movimento (1’ esten
te è volto all’ innanzi ed a sinistra verso la ca
sione; l’occipite nell’ avvicinarsi allo stretto in
feriore si rialza, ed il mento a poco a poco ab
vità cotiloidea sinistra del bacino della madre:
sopra 20,698 parti, in 15,809 ebbe luogo una bandona il dinnanzi del torace su cui appoggia
tal posizione. 9. posizione. L’ occipite è ri va; e la testa in luogo di continuare a flettersi
volto all’ innanzi ed a destra verso la cavità anteriormente, tende a rovesciarsi posterior
cotiloidea destra, 4,659 volte. 3 posizione. L’oc mente acciocchè il diametro occipito-mentale
cipite è all’indietro ed a sinistra verso la sinfisi possa mettersi in rapporto coll’asse dello stret
sacroiliaca destra, 164 volte. 4 posizione. L’oc to perineale, senza porre ostacolo al resto del
cipite è rivolto all’indietro ed a sinistra verso tronco di seguire ancora la direzione della linea
la sinfisi sacroiliaca sinistra, 66 volte. centrale dello stretto superiore; succedono ed
Dietro 1’ esposto si vede che la prima posi il tenesmo e i premiti, atteso 1’ urto maggiore
zione succede per tre volte più frequentemen sofferto dal retto e dal collo della vescica orina
te delle altre, ed è per conseguenza la più na ria; la matrice ed i muscoli addominali si con
turale di tutte. traggono con più violenza; il perineo si disten
In questa posizione, che viene rappresenta de, si assottiglia, allungando cosi per tre o quat
ta dalla figura terza, il dorso del feto guarda al tro pollici la parete posterior delbacino. La testa
I’ innanzi ed a sinistra, ed il ventre posterior impegnata una volta nello stretto inferiore, non
mente ed a destra; 1’ occipite è situato dietro è più nei medesimi rapporti come quando si
1‘ eminenza ileo-pettinea sinistra, o la cavità co trovava nello stretto superiore
tiloidea, e la sommità della fronte o la fonta Gli sforzi si raddoppiano, la testa a poco a
nella anteriore, anzichè la fronte propriamente poco s’impegna alla vulva dal di dietro al di
detta, guarda la sinfisi sacro-iliaca destra; il lato nanzi, e scorre sul piano assai inclinato in que
destro sporge all’ innanzi ed a destra, il lato sto verso, formato dalla faccia posteriore del
«-pposto all’ indietro ed a sinistra. “ In questa coccige, e prolungato da quella del perineo; le
posizione il feto non esce dal bacino pria che grandi labbra graduatamente scompaiono assot
la testa non abbia eseguiti quattro movimenti tigliandosi dalla loro commissura perineale ver
particolari. 1. Un movimento di flessione, 9.. so la loro estremità opposta o pubica ; le pic
di rotazione, 3. (l’estensione, di restituzione. cole labbra sono spinte con forza in alto e dal
u Flessione. Subito dopo la rottura delle lato, senza però perder quella loro rugosità; che
membrane, le contrazioni dell’utero necessa- anzi piuttosto succederebbe il loro laceramento
riamente far debbono che le diverse parti del o distaccamento dalla faccia interna della vulva;
feto si premano le une contro le altre; la co la pelle della parte superiore delle coscie cede
lonna vertebrale spinta dall’alto in basso fa 0- essa pure, talvolta, e sembra che con quella della
>cillare per tal modo la testa, che 1’ occipite si pudenda e del perineo venga a formare la specie
abbassi verso il centro del bacino, ed il mento di caschetto, di che la testain parte si copre sino
a che essa è interamente fuori del bacino,infine,
si porti con più o meno forza di contro il petto."
anche le rilevatezze parietali valicano il diame
u Rotazione. La testa in questo stato e nella
miglior possibile disposizione per oltrepassare tro bisciatico, e la testa non trovando che la re
seri-La ostacolo 1’ apertura addominale del baci sistenza delle parti molli, è ben tosto espulsa...
no ', i dolori che vanno succedendosi la fan di Restituzione. La testa, libera da ogni impe
scendere a poco a poco, giunta all’incavatura dimento, non potendo mantenere la torsione
della pelvi, e fermata subito dal piano di que del collo, che 1’ avea fatta passare sotto l’amata
sta cavità, vi eseguisce il movimento di rota del pube, riprende tosto colle spalle ed il rima
zione; vale a dire, si gira sovrail suo asse mag nente del corpo i suoi naturali rapporti, ch’ e
giore, e l’occipite rotola sopra Il piano melma rano mutati solo momentaneamente; vale a dire,
to anteriore sinistro dal dietro all’ innanzi, da che idiametri antero-posteriori vanno ad in
sinistra a destra, per collocarsi posteriormente crocicchiar di bel nuovo ad angolo retto il diame
alla sinfisi od arcata del pube, mentre la fronte tro traverso delle spalle, come avveniva sul prin
sdrucciola da destra a sinistra e dall’ innanzi cipio allo stretto superiore. In somma 1’ occi
111’ indietro sopra il piano inclinato posterior pite si gira verso la anguinaglia sinistra nell’atto
destro per portarsi nella curvatura del sacro stesso che il mento si porta nell’incavatura sot
- Llrtensione. Fino a qu11a flessrone della to-ischiatica destra; ed è appunto questo mo-
'i6 LA MEDICINA PITTORESCA
vimcnto di rotazione che si credette dover chia co del feto curvasi sul suo lato destro per acco
mare col nome di restituzione. modarsi alla forma del bacino; la sinistra giunge:
« Dopo una calma di alcuni minuti primi 0 sul davanti del perineo; 1’ asse verticale del pet
secondi, le spalle pervengono all’incavatura, gi to è parallelo all’ asse del distretto perineale ;
rano come su un perno per il piano inclinato l’asse verticale dell’addome rappresenta quella
anteriore destro e posteriore sinistro; la spalla dello stretto superiore; oltrepassano insieme la
destra portasi dietro la sinfisi o nell’arcata del vulva, e il corpo tutto reso sdrucciolevole e per
pube, e la sinistra sul dinanzi dell’ osso sacro, 1’ acqua dell’ amnios, e per il sevo da cui è spal
facendo eseguire alla testa un simile movimen mato, nè presentando altrimenti che la sommi
ta, per cui si colloca trasversalmente, coll’occi tà di un cono, la base del quale è già escita,
pite a sinistra, e colla faccia a destra. Con questa viene spinto fuori per lo stesso impulso, ed il
direzione s’impiantano nello stretto inferiore. parto è terminato n. (VELPEAU. Trattato di Oste
La destra sporge la prima sotto il pube, il tron tricia. )
-*504*
PATOLOGIA
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' TERAPEUTICA
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22 LA MEDICINA PITTORESCA
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sono dure, resistenti, e d’una consistenza tan lalgie. Ma ben tosto si vide preso da un nuo
to solida, quanto quella delle ossa. Esse attac va malore : giacché si manifestarono molte
cano talvolta gli animali domestici, particolar lupie alla superficie del cranio. Le più ri
mente i cani, i buoi e i cavalli, finalmente una marchevoli erano situate, l’una sulla regione
tal fatta di tumori mostra una relazione evi palpebrale, superiore all’ occhio destro; l’al
dente colle escrescenze che si sviluppano sulla tra sul temporale destro alquanto al disopra
corteccia di certi alberi. Il prof. Alibert ascrive dell’orecchio. La prima era bernoccoluta e di
le lupie alla famiglia delle Etkmoplocosi, perciò considerabile volume, la seconda meno vo
che esse crescono a spese del tessuto cellula luminosa e liscia, la pelle che la ricopriva era
re, base primitiva della loro mm osizione. Di iniettata di sangue, e mostrava delle vene as
remo qui soltanto della lupia me ceride la qua sai dilatate; col tatto si rilevava un intenso ca
le, dietro la divisione ammessa dagli autori, ap_ lore, ed un liquido fluttuante. Ambidue questi
partiene alla prima specie. tumori cistici erano coperti da molte scaglie
furfuracee; e dalla periferia loro, specialmente
Lu ia meliceride ( lupia melicepis ), Tavola V, dalla seconda, si aveva un copioso e continuo
gura 3 dietro la Nosologia naturale del prof. trasudamento. Erano inoltre tali lupie soste
Àmnanr. nute da un ristretto peduncolo, attorno il
ale il malato provava forte e molesto pru
La meliceride, di cui la figura 3 rappresem rito ; talvolta sorgevano nel loro centro dolo
ta un caso assai curioso, ci si offre ordinaria ri vivi e lancinanti. Esisteva alla regione oc
mente sotto la forma di un tumore circoscritto cipitale una terza lupia di picciola mole, as
rotondo, molle, indolente, che prende la forma sai dura, e che nulla offriva di notabile, ol
impressale delle dita, e che rinchiude nell’in tre la quale se ne osservavano alla stessa
terno una materia simile al miele, ragion per regione altre quattro, di cui tre situate ad
cui fu distinta con tal nome. La cisti conte eguale distanza fra loro. La più inferiore of
nente tale materia, che si addensa, e prende friva il volume di una noce coperta da una
una consistenza caseosa allorché si espone al pelle assottigliata, che talvolta rompendosi
fuoco, ha comunemente una tessitura dilicata e asciava scolare una materia rossiccia e flui
sottile. Questa lupia non acquista giammai volu da come il miele ; godeva di assai squisita
me considerabile dacchè la sua media grandez sensibilità, benché non portasse dolori. Le,
42 LA MEDICINA PITTORESCA
"due seguenti erano di volume quasi simile primieramente sottratte alle ricerche dei medi
” a questa, e differivano solo probabilmente ci, i quali trascurarono gli unici mezzi di ben
» per la natura della materia contenuta: impe confermarle. Eccettuato un qualche caso di
” rocchè erano molli, e lasciandosi comprimere idrorachite e di ferite, troviamo appena negli
» facilmente conservavano tutte le forme che autori un qualche cenno sulle alterazioni del
a loro venivano impresse. Un’ ultima situata prolungamento spinale e de’ suoi inviluppi. E
9 sul parietale destro, direttamente sopra 1’ o se ad onta di questo pensiamo alla grande in
recchio offriva ciò di particolare, che sembra fluenza che esercitar deve sulla universale eco
3 3 3 3 3 i8 va contenere un corpo rotondo e mobile nomia un organo tanto essenziale alla vita, egli
i cui movimenti impressi erano accompagna è impossibile non esser convinti che le sue
ti da certa molestia. Il restante della super malattie devono pure essere molteplici. Una
ficie del capo, benché sano, mostravasi in delle più rare fra queste è certamente l’ apo
ogni dove evidentemente disposto a produr plessia dello spinale midollo risguardata dal
re simili lupie, giacché osservavasi qua e là prof. Cruveilhier come una emorragia sponta
un gran numero di bernocoli, od elevatez nea e simile a quella che avviene nell’ apoples
ze, le quali già assumevano il Carattere degli sia del cervello; da cui solo differisce, secondo
altri tumori principali, e si univano succes quest’ abile anatomico, per non essere instan
sivamente tra loro, locchè dava un aspetto tanea; sotto il quale aspetto offre una maggio
singolare e bizzarro alla fisonomia del mala re aflinità col rammollimento cerebrale.
» to n. (ALIBEBT, Op. cit.) L’apoplessia dello spinale midollo si annun
Allorché Pietro Huot, la cui testa era a que cia per lo più con un dolore vivo alla parte cui
st’ epoca coperta di tumori fluttuanti, si pre corisponde la sede dello spandimento. Tal dolo
. sentò per la prima volta all’Alibert, questi aprì re che l’ammalato paragona a quello di un reu
i tumori con una lancetta, sicché tosto furono matismo si estende agli arti sotto forma di un
vuoti versando un fluido denso giallastro, o formicolio doloroso, e viene tosto conseguito
piuttosto rosso giallo simile al miele. Ciò poi da paralisi completa del senso e del moto; ma
che vi ebbe a notarsi fu, che il giorno dopo, e siccome tali fenomeni occorrono pure nella
gli altri giorni consecutivi, tali borse organiche compressione del cervello 5 così è sempre diffi
furono di nuovo piene di un umore analogo al cile il distinguerli da quelli che si manifestano
già da prima estratto. Dopo molte successive in tali casi , come è pur facile confondere l’ìa
punture esse si disseccarono, nè il malato soffri Poplessia del midollo spinale colla aracmte
perciò alcun incomodo:il medico poi altro non spinale. _ .
fece che seguire la natura, la quale ben spesso Dietro l’analog1a esistente fra 1’ apoplessm
vuota spontaneamente i cisti del meliceride. cerebrale e la spinale, sembra che i mezzi più
atti a combattere tal malattia si abbiano nei
salassi generali e locali, nei derivativi cutanei
APOPLESSIA e intestinali : e il Cruveilhier ammette la pos
sibilità della guarigione di una tal malattia ap
Apoplessia del midollo spinale. poggiandosi alle cicatrizzazionicellulose riscon
trate nella spessezza di quest’ organo , alla
(Tav, V, fig. 4, secondo il prof. Cauvzn-nnan.)
scomparsa della sostanza grigia sostituita da
Se le malattie del midollo spinale sono an un tessuto cellulare a larghe maglie, di cui tro
cora poco note, se molte fra esse sono ancora vansi molti esempi nella memoria del sig. Hutin,
quasi del tutto sconosciute, e se quelle che pur inserita nel tomo I della nuova biblioteca me
furono dalle osservazioni stabilite, non furono dica pag. 170, anno 1828.
ciò non ostante con sufficiente chiarezza de L’ osservazione seguente occorsa nella casa
scritte, devesi di tutto ciò attribuir la cagione reale di sanità al prof. Dumeril è riferibile ad
alla niuna diligenza usata, allorché si esamina un caso assai curioso di apoplessia dello spinal
tal parte nelle autopsie in apparenza instituite midollo. Noi l’abbiamo tolto dalla bella opera
col maggior studio possibile; e ciò tanto per del Cruveilhier, e se la ristrettèzza c’ impedi
la persuasione in cui si può essere della inuti sce di trascriverlo minutamente, indicheremo
lità di siffatto esame, quanto per la difficoltà almeno testualmente le diverse lesioni che of
di rettamente instituirlo. Non è quindi mera fri 1’ apertura del cadavere.
viglia se le malattie del midollo spinale siansi M.’ ’ " che forma il soggetto di questa
PATOLOGIA 43
osservazione, si accorse nel giorno 10 decembre Necroscopia eseguita ventiquattro ore do
189.8, mentre tornava dal proprio paese, e sen po la morte.
za evidente cagione, del primo apparire della Aperto il canale rachidiano in tutta la sua
malattia, cui dovette soccombere. L’invasione lunghezza, si trovarono le membrane dell’ asse
si manifestò con vivo dolore alla nuca corri cerebro-rachidiano in uno stato di perfetta in
spondente alla terza e quarta vertebra cervica tegrità. Grande quantità di siero trovossi raccol
le, con perdita di movimento in questa parte: ta fra l’aracnoide e la pia madre spinale, con
nello spazio di tre o quattro giorni il dolore si centrata principalmente al livello del bulbo ra
diffuse alle estremità superiori ed inferiori, le chidiano e della regione cervicale; appariva at
quali furono successivamente colpite da para traverso la trasparenza di tale sierosità, in cor<
lisi. Il capo era inclinato verso la spalla destra, rispondenza all’origine del quarto, quinto, e
e non poteva essere raddrizzato senza dolore. sesto paio cervicale sinistri un tumore violaceo
La paralisi si estese a tutto il tronco, alla ve del volume, e della forma d’una grossa man
scica orinaria, al retto; l’addome era teso e dorla. lfascetti posteriori della metà sinistra
meteorizzato ; l’urina non poteva essere espul della midolla erano a questo punto penetrati
sa senza l’ aiuto del catetere: il malato si la da sangue, leggermente sollevati, disgiunti, ma
gnava di legger cefalalgia. Tale era lo stato di non lacerati. Questo focolare sanguigno pro
M."‘ il 21 decembre 1828, undici giorni dopo lungavasi all’ esterno fra le radici anteriori e le
l’ invasione della malattia. posteriori delle paia cervicali indicate; sollevan
Il primo gennaio isintomi offrirono degli dole, scostandole, e dando loro una tinta viola
altri caratteri che si conservarono senza alcuno cea, senza però avere alterata la loro continuità.
cangiamemto fino alla morte. I movimenti del Il restante della faccia posteriore della mi
la testa, benché poco estesi, erano però resi più dolla non presentava alcun che di particolare,
facili che al principio della malattta. La faccia eccettuato inferiormente ove la parte inferiore
era in calma, il passo regolare, non vi aveva della coda equina mostravasi circondata da una
più cefalea, e in generale tutte le funzioni in callosità bruna-giallastra.
terne si esercitavano normalmente. L’ammalato Osservato anteriormente il focolaio apople
accusava dei dolori assai forti al braccio destro, tico presentava una protuberanza assai più con
particolarmente all’articolazione della spalla; siderevole di quello era posteriormente, giac
tutto il restante del corpo, e la stessa estremi chè in questo ultimo senso esso non superava
tà superiore sinistra era colpita da perfetta la linea mediana, la quale mostravasi solamente
perdita si del moto che del senso. Comprimen spinta a destra. Qui invece il sangue mostra
do la colonna spinale, evitavasi forte dolore al vasi quasi a nudo sotto la pia madre; e non
la regione del collo in corrispondenza alla ter solo riscontrossi disgiunzione tra le fibre del
za e quarta vertebra, senza che però si mo fascetto anteriore, ma si rilevò pur anche lace-'
strasse alcuna protuberanza. Il calore era egua razione e mancanza di esse fibre, o i filamenti
le in tutto il corpo: la escrezione delle urine in delle radici anteriori tinti di sangue sembrava
volontaria ; l’appetito, e il sonno per nulla di no ridotti al loro neurilema; od almeno essi
minuiti, la lingua umida e rosea. Ad onta di ciò non offrirono tutti i loro caratteri, se non dopo
il malato si giudicava in istato di sicurezza che superato il focolaio sanguigno. Nell’ interno del
contrastava col danno reale della sua situazio focolaio apopletico, al centro della midolla si
ne; esso viveva, per cosi dire, solo colla te scopri del sangue recentemente efl‘uso; ed aper
sta, e colle funzioni esterne e sorrideva soven ta posteriormente la midolla per tutta la sua
ti, e mostravasi capace soltanto (1’ impressioni lunghezza, apparve che la sostanza grigia della
piacevoli. midolla era sostituita da sangue concreto il
Lo stato di M. '" si mantenne stazionario quale occupava tutta la lunghezza del condotto
fin verso alla metà di gennaio, alla qual epoca rachidiano dal colletto del bulbo d’origine fino
smagrì e s’indebolì sensibilmente; i tratti del al bulbo in cui finisce: in modo tale che l’in
volto si resero affilati, scomparvero l’ apettito tero spinal-midollo trovavasi convertito in un
ed il sonno, e dopo di aver sofferto nella notte canale zeppo di sangue. La quantità poi del san
del 15 un vomito di sangue abbondante e gue efl‘uso era assai maggiore sotto e sopra il
nero, morì il 18 alle 4 ore del mattino senza focolaio apopletico , partendo dal quale di
delirio, senza convulsioni dopo quaranta gior minuiva andando alla estremità inferiore del
ni di malattia. midollo. ‘
_-\
44 LA MEDICINA PITTOBESCA
Tal sangue ofi'riva tutti i caratteri di una assai compatto, formato da un tessuto cellulo
recente elfusione; ma le pareti del canale, in fibroso densissimo di un colore variegato di gial
cui esso conteneasi, offrivano un colore giallo lo ranciato, bruno marrone. Le lamine di tale
diluto, indizio certo di uno spandimento san tessuto erano piene di un sangue concreto ne
guigno. Quanto al focolaio apopletico esso era nsmmo.
OSTETRICIA
-mw
--05-!°!99
TERAPEUTICA
;f‘"= _---Me-ss+_
sere maggiormente preso ad esame da chiunque professi l’arte I3 fatti, che tale vantaggio comprovavano a meraviglia vennero
salutare, ed ifatti fino ad ora osservati formano un numero da diversi pratici Napolitani a varie epoche negli anni successivi
tale di prove da persuadere chiunque ad usare prontamente di nello stesso giornale pubblicati. Non pochi altri giornali riferi
nesta sostanu nei primi momenti d‘un incarceramcnto, e da rono anteriori rimh:nnenti favorevolissimi ad un tal metodo, e fin
dover tentare quasi sempre un tal mezzo avanti d’intraprendere dal 1828, nella Gazeltc de Santi ne fu pubblicato uno dal sig.
l‘ erniotomia; e benché noi siamo anche ben lontani dal credere dott. Amand; nel 1829, nella Gaulle Me‘dìcale è citato, par
Rdct‘sl avveralo il vaticinio del sig. Meola, che cioè, grazie lando in generale dei vantaggi della belladonna, quattro casi
alla pomata di belladonna, la chirurgia non può esser lonta osservati da Van-Loot cc. dove riuscì utile nell’crnia strango
no dal cancellare l’erninlornia dal catalogo delle sue opera lata, del pari che in altri di rislringimenli spasmodici del retto
zioni: pure onde incoraggiare o i troppo soverchiamcnte ti e dell‘urslra; e ne veggiamo pure un caso riferito nella sud
midi. o i troppo l'ill‘osi da qualsiasi novità, faremo qui men detta Gaulle me’dicale 1834 dal dott. Enrico Jqfl‘re. Nel I83I
zione di alcuni autori, e dei giornali in cui inseriremo le loro il Repertorio medico-chirurgico di Piemonte in un rendiconto
osservazioni in tal proposito. onde posso ognuno farne a suo del Barletta rende noto un fatto che prova l’utilità in un si
bell’agl0 lettura, e restarne convinto. mile caso, del pari che in Ipuello Il‘ una ernia dell' iride. Nello
Nell‘ anno 1837 rendeva noto per primo nell’ Osservatore stesso anno nella Revue mc' icalc ne vennero ri ortate in favore
nndico di Napoli pag. 170 il dott. Magliari, ora estensore quattro osservazioni. Nel I833, nel Rullefin ;hérapoulique il
molto accreditato del suddetto Giornale, come riescisse di som Neu!icr persuaso del vantaggio d‘ un tal mezzo terapeutico ri
mo vantaggio in una donna di 50 anni incirca, che da più di porta un altro fatto che ne viene in appoggio. E finalmente nel
20 ore solfriva ipiò manifesti sintoni d‘incarccramento. la no I' Osservatore medico di quest‘ anno, ne troviamo riferiti altri
zione al tumore erniario con unguento d’estratto di belladonna. sei fatti, quattro raccolti dal dott. Frantoi, uno dal dott. Il.
Veniva poco dopo nello stesso anno ciò confermato con altro Marino, e l‘ altro dal dott. G. 8. Meola. (T.) ’
[atto riferito a p. 186 del dott. Fr. Sagliocchi. Quindi più di
--*ifiii+‘r*
ANATOMIA
-N%=H+
Nanvr cannum DEL LATO nssrao. ri. -- 17 Ramo cardiaco superficiale del nervo
vago.- 18 Altro ramo cardiaco superficiale del
(Tavola VI, fig. I, secondo SCARPA). nervo vago che si unisce nel torace con il gran
nervo cardiaco del trisplanico. - 19 Origine
Spiegazione dellafigura. del nervo ricorrente. -- 20 Ramo che proviene
dal ganglio cervicale inferiore, e dal primo gan
I Polmoni 1’ uno dall’altro allontanati. glie toracico per unirsi al nervo ricorrente. -
a Faccia anteriore del cuore-3 Vena cava 21 Nervo ricorrente che ascende posteriormen
superiore. - 4 Vena cava inferiore. - 5 Aor te al tronco dell’ arteria tiroidea abbracciandm
ta rivolta a sinistra. -- 6 Arteria innominata. ne i suoi rami.-22 Ramo del nervo ricorren
7 Arteria sotto-claveare. -- 8 Arteria ascella te, che stabilisce la principale anastomosi tra
re. -- g Arteria carotide primitiva. - 10 Arte questo nervo, e la branca interna del ramo la
ria carotide interna. - I I Arteria carotide e ringeo superiore del pneummgastrico.- 33 Fi
sterna-1 2. Arteria carotide sinistra. -I 3 Glau lamenti che artono dal tronco del pneumo
dola sotto-mascellare. -- 14 Aspera arteria in gastrico, e dalle branche discendenti del ricor
clinata a sinistra colla faringe. -- 15 Muscolo rente, e che vanno a perdersi nel plesso pol
scaleno_ anteriore.- I 6 Nervo vago tratto in fuo monare anteriore. -- 24 Ramo del pneuma
4
48 LA MEDICINA PITTORESCA
gastrico che penetra nel polmone con l’arteria
polmonare.- 25 Ramo del pneumo-gastrico che DESCRIZIONE SUCCIN'I‘L DEI PRINCIPALI FERVI
concorre in gran parte alla formazione del INDICATI SU QUESTA FIGURA.
26 plesso polmonare superficiale destro. - 27
Piccolo plesso polmonare anteriore del pneu-l Nervi cardiaci.
mo-gastrico. -- 28 Filamento del plesso polmo
nare anteriore del pneumo-gastrico e del gran I nervi cardiaci, in numero di tre per cia
nervo cardiaco, che abbraccia l’arteria polino scun lato, sono distinti in superiori, in medi,
nare alla guisa di un’ansa. - 29 Gran simpati ed in inferiori; essi vanno a terminare nel ples
co che sorte dal canal carotic_o_.-30 Ganglio so cardiaco.
cervical superiore.- 31_ Tre dei nervi molli che
aàcendono su per l’arteria carotide. - 32 Ner Nervi cardiaci superiori.
vi molli del ganglio cervicale superiore che ac
compagnano l’arteria facciale. - 33 Nervi mol Il nervo cardiaco del lato destro e formato
li che accompagnano 1’ arteria linguale . - da cinque o sei filamenti, che provengono dal
34 Nervi molli che vanno a formare in unione ganglio cervical superiore, e si riuniscono in
del pneumo-gastrico il nervo laringeo ester un sol tronco sottilissimo, che discende lungo
no. - 35 Due filamenti del nervo laringeo e il collo accanto dell’ aspera arteria e del corpo
sterno che portansi al plesso cardiaco superfi tiroideo. Questo nervo dà alcuni filamenti al
ciale.- 36 I nervi molli che sortono dalla par plesso faringeo, al corpo tiroideo, al nervo
te inferiore del ganglio cervicale per concor pneumo-grastico. A livello del ganglio cervical
‘ rere alla formazione - 37 del nervo cardiaco medio, getta internamente un filamento che si
superficiale.-« 38 Nervo cardiaco superficia porta al plesso dell’arteria tiroidea inferiore,
le. -- 39 Nervo gran simpatico. - 40 Ganglio un altro che comunica con il plesso della bran
cervicale medio. - 41 Tre rami provenienti ca cervicale del nervo ipoglosso, ed alcuni altri
dal terzo, quarto' e quinto nervi cervicali per che vanno ai muscoli della regione ioidea in
unirsi al ganglio cervicale medio. - 42 Gran feriore. In seguito il nervo cardiaco penetra
nervo cardiaco profondo del trisplanico. - nel petto, posteriormente alla vena succlavia,
43 Ganglio molle del nervo cardiaco profon e si unisce a dei filamenti del ganglio cervica
do. - Filamento del ganglio cardiaco che le inferiore, e del nervo ricorrente. Il nervo
si anastomizza con quelli del plesso polmona cardiaco superiore sinistro discende tra le ar
re. - 45 Nervo cardiaco superficiale sini terie carotide primitiva e succlavia, e dividesi
stro. - 46 Anastomosi tra i tronchi dei nervi presso la sua origine in un gran numero di fi
cardiaci dell’ uno e dell’ altro lato. - 47 Ples lamenti che passano sopra l’aorta per unirsi a
so coronario destro. - 48 Filamenti dei nervi quelli del nervo cardiaco inferiore.
cardiaci sinistri che si portano al plesso coro
nario anteriore. - 49 Nervo glosso faringeo. _Nervi cardiaci medi.
, 50 Nervo laringeo interno penetrante nella la
ringe. -- 51 Ramo discendente del nervo la Quello del lato destro, più voluminoso dei
ringeo interno che va ad anastomizzarsi col due altri nervi cardiaci dello stesso lato prende
‘n_ervo ricorrente. -- 59. Filamenti del plesso origine dalla parte interna ed anteriore del gan
coronarie anteriore che si distribuiscono sulla glio cervical medio con cinque o sei filamenti,
faccia anteriore del cuore. -. 53 Filamenti del discende internamente accanto dell’arteria ca
plesso coronario sinistro che accompagnano la rotide primitiva, si anastomizza con il nervo ri
branca anteriore dell’ arteria coronaria poste corrente, e col pneumo-gastrico, si dirige in
riore. - 54 Branca d’anastomòsi tra i due pri seguito sul lato interno dell’arteria brachio-ce
mi nervi cervicali ed il ganglio cervical supe falica, e termina nel plesso cardiaco; quello
riore. -- 55 Terzo nervo cervicale. - 56 Ramo della parte sinistra riceve la sua branca princi
d’anastomosi tra il terzo ed il quarto nervo pale dal ganglio cervicale inferiore, discende
cervicale . - 57 Quarto nervo cervicale. - posteriormente all’arteria'succlavia, molti rami
58, 59, 60, 61. I quattro ultimi nervi cervica gli provengono dal ganglio cervical medio, e
li. - 62 Il primo nervo dorsale. -- 63 Tronco portasi posteri0rmente all’arco dell’aorta, e va
del nervo frenico. ’ a finire nel plesso cardiaco.
PATOLOGIA 49
ed inferiormente moltissimi filamer '«i, che si
Nervi cardiaci inferiori. distinguono in anteriori, posteriori ed in eric
ri. Questi ultimi sono di due specie: 1. Gli uni
I filamenti che formano quello del lato de-‘ riuniti in fascetti circondano posteriormente
stro provengono dal ganglio cervicale inferio il ligamento arterioso, si volgono sopra l’arte
re, dirigonsi a destra lungo il tronco brachio ria polmonare .sinistra, ed intrecciati col ples
cefalico, portansi sulla parte anteriore dell’ar so polmonare discendono lungo il tronco del
co dell’aorta, fino al plesso cardiaco anteriore, l’arteria: un ramo più considerevole portasi al
ove hanno termine. Dal lato sinistro i nervi ‘la' parte posteriore del cuore, e dividesi in un
cardiaci medio ed inferiore sono riuniti in un gran numero di tenuissimi filamenti, che in
sol-tronco. trecciati intorno all’ arteria coronaria posterio
re formano il plesso coronario posteriore, e
Plesso cardiaco. ‘ separansi in altrettanti plessi secondarii quanti
sono i rami di questa arteria. a Una parte de
Situazione. Posteriormen te all’arco dell’aor gli altri filamenti passa posteriormente all’ar
ta vicino all’ origine di questa arteria. Esten teria polmonare, e giugne al plesso coronario
sione. Dal principio dell’arteria brachio-cefali posteriore. Gli altri circondano 1’ aorta, vanno
ca fino alla biforcazione dell’arteria polmonare. alla parete anteriore della base del cuore, per
Forma. Allungata, sinuosa, d’un volume ine formare il plesso coronario anteriore che ac
guale. Ram;ficazioni. Riceve i nervi cardiaci, e compagna l’arteria dello stesso nome.
somministra anteriormente, posteriormente,
«more»
PATOLOGIA
_-+HOW
MEDICINA OPERATORIA
_*ÉGQ#-_
TERAPEUTICA
--m»n-w
Hed. Pia. T. I.
54 LA 'ΑEEDICINA‘. PITTORESCA.
.‘3. N A_ T_ 0 M I A.
_«Mrî‘i%_
Arterie superficiali degli arti superiori,‘ tolta: (Tavole VII, fig. Il, dietro il Tiaoan.wx.).,
appena la cute e l’ aponeurori.
Spiegazione della figura.
(Tavola VII', fig. I, dietro il Trsnenuu )'(1)._
I. Muscolo coraco-bracchiale. -« 2. Porzione
Spiegazione dellafigura. lunga del muscolo tricipite. -- 3. Muscolo brac-
chiale anteriore. - Muscolo primo radiale
I. Muscolo bicipite. -« 2. Apoueurosi di esterno. -<- 5. Muscolo secondo radialeesterno.
questo muscolo. -- 3. Muscolo rotondo prena -«- 6. Muscolo pronatore quadrato. -- 7. Lega-«
tore. -. Muscolo lungo supinatore. -- 5. Mu mento inter-osseo. -- 8, 8. Arteria bracchiale.
‘ scolo palmare piccolo. -- (i. Aponeurosi palma-. -- 9. Arteria omerale profonda. -- IO. Arteria
re. --. 7. Muscolo palmare grande. --- 8, 8, 8. collaterale interna o inferiore. -- I I. Divisione
Tendine del muscolo superficiale delle dita. -« dell’arteria omerale in radiale e in cubitale. -
g. Arteria bracchiale od omerale che sorged’al 12. Arteria radiale. -«- 13. Arteria cubitale. -
cavo dell’ascella. -- IO. Arteria omerale pro-. 14. Arteria ricorrente radiale. -- 15. Arteria
fonda discendente fra le porzioni del tricipite. ricorrente cubitale. -- 16. Ramo dell’ arteria
-' I i. Arteria collaterale interna. "f‘-l2. Arteria radiale pel muscolo pronatore quadrato che si
radiale ricorrente. -- [3, 13. Arteria,radiale. anastomizza colle ramificazioni del ramo pal
- 14. Arteria-palmare superficiale. -« x5. Tron mare dell’arteria interossea. -- r7. Ramo del
co dell’arteria radiale che si dirige verso il carpo che si anastomizza coll’arteria Cubitale,
dprso della mano. -- 16. Arteria cubitale. « e l’interossea anteriore formando una rete sul
17. Artéria palmare superficiale, che forma l’ar carpo. -- 18. Ramo palmare dell’arteria radiale
co palmare superficiale coi ramoscelli corrispom tagliata. -- rg. Arteria radiale diretta al dorso
denti della radiale. --- [8. Arteria»palmzure pro della mano. -- 2o. Arteria interossea. - 21. Ar
fonda. -- 19. Primo ramo digitale, che forma. teria interossea che passa sotto il muscolo pro
l’arteria collaterale interna del dito minimo. --. natore quadrato. -- 22. Ramo palmare superfi
20. Secondo ramo digitale. -- 21. Terzo e ciale dell’arteria cubitale. -- 23, 23. Arteria.
quarto ramo digitale. -« 22, 22, 22. Divisioni palmare profondadella cubitale, formante colla
del secondo, terzo e-quarto ramo digitale per sua anastomosi colla radiale l’arco palmare pro
formare le arterie collaterali propriamente dette. fondo. - 24. Arteria del pollice dando origine
- 23. Arteria collaterale interna. dell’indice. -' ai -- 25 e 26 Arterie collaterali esterne, e in.
24, Arteria collaterale esterna del medio. -- 25. teme di questo dito. -« 27. Arteria collaterale
Arteria collaterale internadello stesso dito. --' esterna dell’indice. -- 28, 28, 28. Arteria inter-.
26. Arteria collaterale esterna dell’ anulare. - ossea palmare. _ 29.. Rami inter-ossei perfo
27. Arteria collaterale interna del medesimo ranti. - 30, 30, 30. Anastomosi dei rami inter
dito. - 28. Arteria collaterale esterna del dito ossei dell’arteria palmare profonda coi ramo»
minimo. -- 2g. Arteria. collaterale del pollice, scelli digitali dell’arcata palmare superficiale.
proveniente dall’ arteria radiale. --- 3o. Arteria -- 31, 3:. Arteria collaterale interna del dito
collaterale interna del pollice derivante dalla minimo. -- 32, 32. Rami digitali dell’armata.
stessa arteria. palmare superficiale troncata. -- 33. Arteria
collaterale interna dell’indice. - 34. Arteria.
collaterale interna del dito minimo. 35.,Ramo.
dorsale dell’ arteria cubitale._
(i) Tabulae Arteriarumborpori; humani. Carslrhuaa: 1823,
1, Voi. in foglie, Atlante.
ANATOMIA 55
verso la cavità dell’olecrano va a»distribuirsi
’BBEVE DESCRIZIONE DELLE ARTERIE INDICATE NELLE alla parte inferiore del tricipîte.
DUE FIGURE PRECEDENTI.
Àrteria radiale.
Àrteria bracc/ziale.
Nata quest’ arteria dalla biforcazione della
Ella è la continuazione dell’arteriaascellare. bracchiale, superiormente alla piegatura del
Situazione. Alla parte interna e anteriore braccio, si allontana dalla cubitale, formando
del braccio. con essa un angolo acuto.
Estensione. Dalla ascella fino ad un dito Situazione. Alla parte anteriore ed esterna
traverso sopra la piegatura del braccio. dell’ avea-braccio.
Direzione. Alquanto obbliqua dall’alto al Estensione. Dalla:piegatura del braccio, fino
basso, dal di dentro al di fuori, edall’ indietro alla articolazione del radio col carpo, dove si
all’ innanzi. rivolge all’ esterno per insinuarsi nell’intervallo
Relazioni. 1. Anterz’ormenle, e dall’alto al delle due prime ossa del matacarpo, ed indi
basso, col coraco-bracchiale, coll’a‘poneurosi alla palma della mano, per formarvi l’arco pal
‘-bracchiale e colla cute, indi coll’aponeurosi . mare profondo. Essa deve esaminarsi all’avan
‘inferiore del bicipite, e la vena mediana basilica. braccio, dietro l’articolazione della mano col
2. Posteriormente col tricipite braccbiale ed il braccio ed alla palma.
brachiale-anteriore. 3. Internamente colla vena "I. Arteria radiale all’ avan-braccio. - Re
bracchiale, il nervo mediano e la cute. 4. Ester lazioni. Anteriormente colla radiale ed il supi
namente colla faccia interna dell’omero, e il mator grande, anteriormente e inferiormente
.margine interno del bicipite. colla sola cute; posteriormente colla faccia an
Rami/icazioni. L’arteria bracchiale dà molti teriore del radio: da cui è dessa separata dal
rami, i quali distribuisconsi ai muscoli «coraco l’alto in basso dal piccolo supinatoro, dal gran
bracchiali, bicipite, braccbiale anteriore, trici pronatore, dal flessor grande del pollice, e dal
ipit‘e bracchiale e'deltoide, ai tegumenti e al piccolo pronatore, internamente, e dall’alto in
>T omero. Due di questi rami, più considerabili basso, col gran pronatore, col palmar grande,
hanno il nome di arterie collaterali esterne, e -ed il flessore superficiale delle dita; esterna
interne superiormente all’ articolazione omero mente col supinator grande.
-cubitale; l’arteria bracchiale si divide nelle ar Bami'ficazioni. L’arteria radiale somministra:
.terie radiale e cubitale. “1. dei rami anteriori, indeterminati di numero,
1. Arteria omerale profonda, o collaterale che si distribuiscono alla cute: 2. dei rami po
esterna. Ha origine varia; allorquando è data steri0ri assai tenui distribuiti al flessor grande
dalla bracchiale, si separa dalla sua parte si1pe del pollice, ed al piccolo pronatore, 3. dei ra
riore e posteriore al livello del solco dell’ome mi esterni, assai numerosi, ramificati ai muscoli
ero, destinatoall’alindietro
ldall’avanti nervo radiale;
fra le treessa del su. inator grande, radiale e grande adduttore
discende
porzioni
de pollice. Fra queste arterie la più considera
-tricipite, accompagnata dal nervo accennato, bile è la ricorrente radiale. Questa dirigendosi
dando rami allo stesso muscolo ed all’omero. trasversalmente al di fuori, indi dal basso in
Giunta che sia alla faccia posteriore di quest’es alto fino in vicinanza dell’olecrano, forma una
so, si divide in due rami, di cui uno si perde , Specie d’ arcata dalla cui parte convessa partono
nel tricipite bracchiale vicino alla sua inse1» rami pei due supinatori, pei due radiali, pel
zione coll’ olecrano; l’ altro si porta fra il brac 1’ estensor comune delle dita, pel grande ad
chiale anteriore e i tegumenti, cui si distribui duttore, e pei due estensori del pollice. 4. Oltre
sce, come pure al gran supinatore. di questi rami 1’ arteria radiale dà dei rami in
2. Arleria collaterale interna. Nata dal lato fterni assai numerosi, i quali si distribuiscono
interno della bracchiale, vicino all’epitrocleo, ai muscoli anteriore e superficiale della regione
si dirige trasversalmente al di dentro, all’ inau dell’ man-braccio. Uno fra questi si porta tra
'zi del 'bracchiale anteriore; dà rami a questo sversalmente all’indentro sul margine inferiore
muscolo, al gran pronatore, all’articolazione del-piccolo 1.1onatore, e si anastomizza, me
del cubito, e si divide in due rami, di cui l’uno diante un arco, con un ramo dell’arteria cubi
segue il margine interno dell’omero.fino all’ e tale, Un altro ramo discende obbliquamentc
pitrocleo su cui si divide, l’altro dirigendosi -all’ avanti del legamento anulare anteriore del
56 L.-\ MEDICINA PITTORESCA
carpe, e giunto alla palma della mano si anasto bricoidi, dei rami posteriori (arterie per/o
mizza coll’estremità dell’ arco palmare super _mnti), in numero di tre, i quali-"attraversanoi
ficiale, formato dall’arteria cubitale, dopo di muscoli inter-ossei, evanno ad anastomizzarsi
aver somministrati dei rami alle parti vicine. al dorso della- mano colla dorsale del carpo..
2. Arteria radiale posteriore die‘tro l’arti L’arco palmare finisce vicino al margine inter
colazione del carpa. Essa è‘ in. questa regione no della. mano anastomizzandosi con un ramo
coperta dai muscoli adduttor grande ed esten dell’ arteria cubitale..
sore del pollice, ed applicata alla parte supe
riore del primo ossof del metacarpo; dà rami Arteria cubitale.
esterni e interni.
I. Rami esterni. Sono in numero di tre, di Sz'thzione. Alla parte anteriore ed interna
stribuiti al pollice. Il primo si perde nell’ad dell’ avanbraccio.
duttor breve di questo dito; il secondo, detto Estensione. Dalla piegatura del braccio fino
arteria dorsale del pollice, discende dietro. il alla palma della mano, dove essa forma l’arco
primo osso del metacarpo, e la prima falange palmarè ‘superficiale, dopo di essere passata sul
del pollice, e termina anastomizzandosi colla legamento anulare anteriore del carpo, e di es
collaterale esterna. Il terzo discendesul mar-. sersi curvata all’ infuori.
gineinterno del primo osso. del metacarpo. Relazioni. r. In avanti, da prima col nervo
a. Rami interni. In numero di due, l’uno mediano, indi coi muscoli pronator grande,
.pel carpe, l’altro pel metacarpo. - almari grande e piccolo, flessore superficiale
Arteria dorsale del carpa. Diretta trasver delle dita, e cubitale anteriore; inferiormente,
salmente all’indentro sulla faccia posteriore-della coll’aponeurosi e- la. cute; 2-. all’indietro dal
seconda serie delle ossa del carpo, va a finire I’ alto in basso, coi muscoli bracchiale anteriore,
anastomizzandosi con un ramo della cubitale, flessor profondo delle dita, piccolo pronatore,.
dopo aver dato alcuni rami superiori, i quali e col legamento anulare anteriore del carpo;
si perdono sopra l’articolazione del radio col 3. internamente, col nervo cubitale anteriore;
carpo; ed alcuni inferiori, i quali si anastomiz einl‘eriormente coll’osso pisiforme; esterna«
zano colle arterie perforanti dell’arco palmare mente col muscolo flessore superficiale delle
profondo, e si distribuiscono ai muscoli inter dita.
ossei ed alla cute. ' ’ Barni/icazioni. L’ arteria cubitale sommini
‘Arteria dorsale del metacarpo. Discende stra alla sua origine, ed al lato interno, l’arteria
lungo il secondo osso del matacarpo fino alla ricorrente cubitale anteriore. Questa arteria di
metà del dorso della mano, distribuendosi al scende dapprima un po’ all’infuori sul muscolo
l’adduttorc dell’indice ed agli integumenti. ’ bracchiale anteriore; indi riascend=e aldavanti,
3. Arteria radiale della alma della mano. verso l’ epitrocleo, dove si anastomizza colla
Giunta l’arteria radiale alla palma, si divide in. collaterale interna dopo d’avere somministrati
due rami, 1’ uno esterno, l’altro interno. Il pri dei rami al gran pronatore, al gran palmare, ed
mo dividesi in due rami, di cui l’ uno va al lato al flessoresuperficiale delle dita. L’ arteria cu<
interno del pollice, l’altro al lato interno del bitale fornisce all’ avau-braccio dei rami interni,
l’indice. Il secondo si dirige trasversalmente esterni, anteriori e posteriori.
all’interno fino al dito annulare, formando una L. Rami interni. Assai vari e in numero ed
curva detta arcata palmare profonda. Quest’ar in disposizione. Il più considerabile è l’arteria
cata è ricoperta dai'tendini dei muscoli flessori ricorrente cubitale posteriore. Essa discende
delle dita, e riposa sulle estremità delle ossa rima all’interno, anteriormente al muscolo
del metacarpo. ' Eessore profondo delle dita; risale in seguito
' L’arco palmare profondo dà varie ramifica dietro l’epitrocleo, fra questa eminenza e l’ele
cazioni, cioè: I. dei rami superiori sottili, di crano, comunica coll’omerale profonda e la
stribuiti al legamento del carpe ed ai muscoli collaterale interna, e manda molti rami ai mu
del pollice; 2. dei rami inferiori in numero di scoli flessor comune delle dita, cubitale ante
cinque, i quali discendono negli spazi inter-os riore, tricipite bracchiale, ed all’articolazione
sei dal secondo fino al quarto; si dividono vi del cubito.
cino alle articolazioni dei carpi colla prinn l'a 2.. Rami esterni. Assai numerosi, distribuiti
lange in molti ramoscelli che vanno alle dita; ai muscoli llessore superficiale, e cubitaleante-l
3. dei rami anteriori distribuiti ai muscoli lon riore. Uno di essi si anastomizza sul margine:
ANATOMIA 57
inferiore del piccolo pronatore con un ramo stribuirsi ai m'uscbli cubitale posteriore, anco
della radiale. neo, tricipite, ed all’articolazione del cubito.
3. Rami anteriori. Numerosi essi pure, si 2. L’arteria inter-ossea posteriore propria
distribuiscono ai muscoli della regione anterio mente detta. Essa discende verticalmente fra i
re e su erficiale dell’ avan-braccio. muscoli piccolo supinatore e grande adduttore
4. iiami posteriori. Avvene un solo detto del pollice, e in seguito fra i due strati dei mu
arteria interi-ossea. Essa nasce dalla parte po scoli posteriori dell’avambraccio, fino alla faccia
steriore della cubitale, inferiormente alla tube posteriore del carpo, dove si anastomizza col
rosità bicipitale; portasi orizzontalmente all’in- ( l’inter-ossea anteriore. Fornisce gran numero
dietro, e si divide tosto in due rami, l-’ uno an di rami alla maggior parte dei muscoli poste
teriore, l’ altro posteriore. riori dell’avambraccio. _
Arteria inter-ossea anteriore. Discende an Arco palmare superficiale. Giunta l’arteria
teriormente al legamento inter-osseo, e giunta eubitale inferiormente all’osso pisiforme, di
alla di lui parte inferiore la attraversa dopo di scende all’innanzi del legamento anulare del
essersi impegnata. dietro il piccolo pronatore. carpo, e si curva dall" indentro all’infuori, nella
Discende in seguito nel solco, in cui scorrono palma della mano per formare l’ arco palmare
i tendini estensori delle dita, e giunta al carpo superficiale, il quale finisce c0municando colla
si divide anastomizzandosi coll’arteria: dorsale radiale, vicino alla estremità superiore del se
di questa parte. Questa arteria fornisce da ogni condo osso del metacarpo. La concavità dell’ar
lato gran numero di vasi ai muscoli flessor gran co è rivolta in alto, e fornisce dei piccoli rami
de del pollice, flessor profondo delle dita e pic aimuscoli lombricoidi ed al legamento anulare;
colo pronatore. Alcuni di tali vasi si ramificano la convessità somministra cinque rami detti
ai muscoli posteriori e profondi. dell’avambrac arterie collaterali delle dita. La prima di queste
cio dopo avere attraversato. il legamento inter-. arterie discende dapprima sui muscoli del dito
osseo. minimo; indi sul di lui margine interno, e si
Arterièz inter-ossea posteriore. Dopo avere porta alla sua estremità. Gli altri rami discen
attraversato il legamento inter-osseo, e giunta dono negli spazj inter-ossei fino alle articolazio
alla parte superiore e posteriore dell’ avan ni dei metacarpi colle falangi, ove dividesi cia
braccio, sotto il muscolo anconeo, si divide in scuno in due rami, i quali seguono i margini
due rami che sono: corrispondenti delle quattro dita e l’interno
I. L’arteria riccorrente radiale posteriore. del pollice. Essi si distribuiscono a tutte le parti
Risale dessa fino alla parte posteriore dell’ epi delle dita e giunte ai polpastrelli si anastomiz
' condilo, dove si anastomizza coll’ omerale pro zano fra loro col mezzo di archi.
fonda, e colla ricorrente radiale. Finisce col di
LA MEDICINA PITTORESCA
' 'PATOLOGIA
--*sse-ae-
rl‘lSl POLMONARE. TUBEBCOLOS'A
e. Piccola cavità tubercolosa del tutto vuota,
e che non è tappezzata da alcuna membrana.
Poln_zoni contenenti dei tubercoli con vari gradi f Parte della superficie esterna del polmone.
del loro processo, ed una vasta cavità. tuber g. Tubercolo già in parte rammollito ed
colosa (Tavola VII, fig. 3 dietro il Laennec). evacùato.
h. Incipiente infiltrazione tubercolosa del
Offre questa figura un brano del lobo supe tessuto polmonare.
riore del polmone che rappresenta dei tubercoli
giunti a diversi gradi, ed una vasta cavità tu Cicatrice polmonare ‘( Tavola VII, fig. 5,
bercolosa. Si distinguono qua e là delle mac dietro il medesimo autore).
chie di sostanza polmonare nerastra, le quali
trovansi in maggior numero riunite fra la inca Questa figura rappresenta una depressione
vatura e la sommità del polmone. in forma di cicatrice alla su erficie del polmone,
a. Cavità tubercolosa assai vasta e tortuosa, indizio d’ una cicatrice reale all’interno.
prodotta dal rammollimento della materia tuber a. Depressione formata vicino alla sommità
colosa, che tappezza ancora qua e là le sue del polmone.
pareti. b. Lamine accidentali del tessuto sierosa
bb. Specie di colonne informi e irregolari, che riunite in forma di fasci congiungono la
le quali da una parete della cavità vanno all’op sommità del polmone alla pleura polmonare.
posta. Tali colonne risultano da tessuto polmo
nare condensato e compresso: esse sono coper
te da un leggero strato di materia tubercolosa. Queste tre figure possono dare un’idea e
cc. Masse formate dall’unione di molti tu satta delle diverse forme vestite dai tubercoli
bercoli crudi, la cui sezione offre una figura polmonari, e dei cangiamenti che sopraggiun
frastagliata simile a quella del fiore delle carte > gono agli organi di respirazione a cagione di
da giuoco. Le parti ombreggiate indicano il tali produzioni accidentali. Ognuno sa che i
tessuto grigio, e semi-trasparente dei tuber tubercoli sono corpi sviluppati spontaneamente
coli incipienti: i punti bianchi indicano la ma nel tessuto dei nostri organi, d’un bianco spon
teria tubercolosa già fatta gialla ed opaca. co tendente al giallo, d’una consistenza caseosa,
d. Granulazione migliare di Bayle. d’ una tessitura omogenea. Nei primi tempi pe
ee. Rami bronchiali che si aprono nella rò essi sono assai densi ed anche duri; e se
detta cavità. . condo il Laennec sono essi per lo più al loro
principio semi trasparenti, di piccolo volume,
Parte della superficie esterna delpolmone.
costituendo così le granulazioni migliari del
Sezione di un polmone, che o_fl're tubercoli di Ba_yle (I).
diversa forma. (Tavola VII, fig. 4 dietro il
Laennec.) (1) Non torneri discaro ai lettori della Medicina pillorelca,
che noi qui riferiamo come la pensò intorno la forma ed indole
Questa figura offre diverse forme della ina dei tubercoli un celebre naturalista, il dott. Kit/III di 1Vierderbrun,
estraendo tali pensamenti da una memoria intilolata. Ricerche
teria tubercolosa ed alcuni dei suoi effetti. microscopiche sulla formazione e sulla natura dei tubercoli
a. Tubercoli crudi, e già affatto gialli. nell’uomo, e negli sputi dein etici:
I.° Le granulazioni grigie del polmone sono composte di un
b. Gruppo di tubercoli incipienti, e la cui tessuto filamentoso che è circondato dl un gran numero di
parte esterna è ancor grigia e semi-trasparente. globctti albuminosi e di una spessa mucosità: 2.° Queste granu
lazinni hanno una decisa analogia con alcuni prodotti del mondo
0. Piccolo sacco cartilaginoso, che ha conte esteriore appartenenti alla classe dei nemazoairii del sig._ Gaillon:
nuto materia tubercolosa, e che si è vuotata esse possono considerarsi come una produzione parassita, vege
tante a danno del polmone, che minacciano di totalmente inva
pel totale suo rammollimento. dere appena che vi presero origine: 3.° Esse asono estmguersi
d. Cavìtà tubercolosa affatto vuota, e tappez mutandosi in tubercoli,. ma detta metamor osi non è sempre
necessariamente assoluta: 4.° Nel lavoro della tubercoliuazione.
zata da due membrane, l’una esterna e semi il tessuto filamentoso cdi globetti si riavvicinano, si agglomerano
eartailaginea, l’altra interna e molle‘7 vi si distin e si alterano, mentre che il muco che gli inzuppava _dispare:_
5.° Si trovano gli elementi di simile produzione parassita negli
gue l’ apertura (1’ un ramo bronchiale. sputi dei tisici, e qualche volta in uno stato di molto sviluppo;
PATOLOGIA 59
Comunque sia, dopo un certo-tempo, in cui di tutto da una tosse piccola, secca, ostinata e
itubercoli si mantengono allo stato detto di che niente calma, da una leggiera dispnea: tal
crudità, stato assai variabile nella durata, subi volta vanno soggetti a sudori notturni, e mo
scono un movimento intestino, pel quale ram strano già qualche sensibile smagrimento. Que
molliscono. Allora sono essi espulsi dalla tosse, sti sintomi costituiscono il primo grado della
unitamente ad una secrezione mucosa, abbon malattia. Nel secondo la tosse fassi più molesta
dante, sotto forma di sputi densi, d’ un: bianco. e frequente, 1’ escreato è denso, giallastro, gru
giallastre, con striscie bianche e sovente con moso, striato, abbondante, specialmente alla
piccoli grumi giallast’ri, caseiformil. ’ notte, cui si aggiunge leggera febbre, che mostra
L’ evacuazione loro dalla sostanza. del pel; dei paressismi vespertini; compaiono durante
mene dà origine a della cavità, la cui forma ed la notte dei sudori, che indeboliscono 1’ infer
estensione è relativa al- volume dei tubercoli, e mo, e che si mostrano particolarmente alle parti
che varia da una cavità capace di contenere un toraciche: lo smagrimento appena osservabile
pisello, fino a-quella capace per un uovo, ed nel primo periodo mostra di far rapidi progressi.
anche il pugno . Ognuno intende come in. L’ascoltazione instituita mentre l’ammalato par
quest’ ultimo caso l’eruzione della secrezione la fa sentire un susurro, quasi come se la voce
della materia tubercolosa esser debba oltremo sertisse dal tubo, il qual fenomeno fu dal Lacu
do abbondante; e ciò sia che nei polmoni ab nec chiamato pectoriloquio ,‘ e mentre 1’ amma
biano avuto origine delle masse. di questa ma- lato respira, o tessisce, fa sentire bene spesso
teria‘, oppure che siasi sviluppata una moltitu un suono, come se l’aria passasse per una ca
dine di grossi tubercoli, vicini gli uni agli altri, vità contenente un liquido; o una specie di
i quali abbiano distrutto a poco a poco l’inter gorgoglio, tante frequente-quanto le è il pect0
posto parenchima polmonare. Le caverne tu riloquio..Nel terzo grado gli sputi sono più ab
bercolosa sono irregolarmente rotonde, tortuo bondanti, la febbre continua, lo smagrimento
se, sinuosa; comunicano spesso le une colle estremo, e i sudori pure copiosi; cui vien die
altre ;- la superficie loro è fermata di. tessuto tro una diarrea colliquativa, ed una estenuazio
polmonare condensato, e. tappezzato da una ne, che va al massimo grado.
pseudo-membrana biancastra, di diversa den Dobbiamola maggior parte delle nozioni po
sttà, e fortemente aderente da un lato alle pa sitive che abbiamo al presente intornega questa
reti dell’ ulcera, dall’altra liscia, molto analoga malattia, al Bayle ed al Laennec. E a quest’ulti
alle membrane mucose, e secernente gran co mo medico siam debitori di un punto dallo stes
pia di muco denso, biancastro. so più particolarmente rischiarate: quello cioè
E' cosa assai rara che i tuberceli polmonari della curabilità dei tubercoli. Provarono le
sieno sempre circenscritti ai soli polmoni: al sue investigazioni,,che alcuni individui i quali
contrario essi adottano bene spesso e contem avevano di tali cavità nei polmoni, potevano vi
poraneamente molti altri organi; nel qual caso vere lungo tempo, ed anche guarire radicalmen
avvi una vera cacchessia tubercolosa. te senza alcun residuo di male, avendo egli pre
Gli effetti dei tubercoli sulle funzioni del vate, dietro esatte ricerche d"anatomia patolo
1’ organismo sono dei più funesti; certo essendo gica, che in- tali casi le caverne a poco a poco si
che per essi perisce un quinto circa degli am ristringono, e finiscono cella perfetta cicatriz
malati che entrano negli ospitali. zazione. In questo caso 1’ esterno del polmone
Finché tali produzioni morbose rimangono si mostra come increspate in corrispondenza
allo stato di crudità, l’ esistenza loro può appe alla cicatrice; come esservasi nella figura 5 di
na cadere in sospetto; e ciò specialmente se la qpesta tavola (1). "
loro agglomerazione nel polmone non sia con.
siderabile..Gli» ammalati vengono molestati più (1) Anche il dot. Martin-501m ha ottenuto la guarigione di
una tisi mediante le polmonali fumigazioni, in un giovane, che
G.° H lavoro della.tubereolizzazione è uno stato di deperimentoo morì in seguito per una affezione delle vie digerenti,enella sua
Pniale, o compiuto della produzione parassita; e sovente questa sezione si riscontrarnno delle ulcerazioni cavernose nei polmoni
perisaa al centro a misura che ella fa dei progressi alla. circon belle e cicatrizzata. li quanto meno rari non sarebbero mai tali
ferenza: 7.° Tale deperimento sembra ora essere la morte natu felici risultamenti, se i pratici si decidessero una volta ad usare
rale del parassita, ed altre volte invece venir determinata dalla più frequentemente l‘atmìatria polmonare! L’immorlale Mor agni
reazione organica: 8.° Non sarebbero adunque essi stessi i tuber p8nmva, che se mai si arriverà a scoprire un rimedio e esce
w|i che la parte morta; cui sono sem re inerti, e determinano contro la lisi polmonare, egli sarà fra quelle sostanze che si_pos
sovente la fusione purulenta che su iscon0. una febbre elica sono applicare direttamente ai polmrni per via dell’inspi‘azxonc.
"all'individuo od animale che. ne va affetto. (T).
60 LA MEDICINA PITTORESCA
'TEIIAP EUTICA
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\_1
TERAPEUTICA 61
degli scritti per essa pubblicati; sia che si de di preparazioni: e ciò può vedersi nel gran nu
suma l’ utilità d’ un medicamento dal numero, mero di formole contenute nelle diverse farma
e più di tutto dalla frequenza degli inaspettati copee d’ Europa. Ciò nulla meno di tutte le
vantaggi ottenuti nelle più gravi affezioni, sia preparazioni armaceutiche di cui questa cor
che se ne consideri pur anche l’ abuso fatto, il teccia formava la base, rimangono ora soltanto
quale è sempre ID relazione colle numerose ma la polvere, 1’ infuso o il decotto, il quale si ado
lattie, nelle quali si è creduto di doverlo pre pera piuttosto per le lozioni, per le fomenta
scrivere. Tali corteccie infatti possedono due zioni ed iniezioni, che per l’uso interno: il
ben distinte proprietà: essendo esse nel mede siroppo, che si prescrive ancora come stoma
simo tempo, e febbrifughe e toniche. Indi qua chico e fortificante; il vino, la tintura e l’estrat
tunque sia il modo con cui la china data a to, il quale si amministra in pillole, o in bolli eo
gran dose produce la propria azione, questa è me stomachico, tonico e febbrifugo. E alcune
eminentemente febbrifuga; ma più di tutto si fra queste preparazioni sono anche cadute fuor
ha ricorso a questo farmaco nelle febbri inter d’ uso, specialmente dopo la scoperta della cin
mittenti ostinate, sieno esse regolari o irrego conina, e della chinina,alcaloidipreziosi,iquali
lari, nelle febbri continue gravi con esacerba uniti a degli acidi‘ formano dei sali, cui la me
zioni, nelle febbri larvate, e in generale nella dicina pratica è da molto tempo debitrice di
maggior parte delle affezioni accompagnate da cure meravigliose. Credevasi da principio che
periodo. E tale necessità è anche più urgente la prima di queste alcoidi (la cinconina) fosse
nelle febbri intermittenti perniciose, nelle quali assai meno attiva della chinina, la quale pre
il più piccolo ritardo nella sua amministra domina principalmente nella china gialla, ma
zione può riescire fatale all’ informo. Come to l’esperienza mostrò tale falsità. (1’ opinione ,
nico poi, ed a piccole dosi, onde agire insensi e che puossi sostituire 1’ uno all’altro di tali
bilmente sui tessuti da corroborarsi, la china solfati, ciò però non toglie che la maggior parte
può essere prescritta in un immenso numero dei pratici usino quasi esclusivamente del sotto
di malattie. Ed è dietro tale virtù che si è po solfato di chinina. Questo sale, che è in piccoli
tuto verificare gli ottimi di lei effetti in alcune cristalli di color bianco sporco, setacei, flessi
rouiche flemmasie, in certi catarri, i quali già bili, solubilissimi nell’ alcool, e poco solubili
iù non consistevano che in un semplice flusso nell’acqua e nell’etere, si amministra sotto di
mucose dei bronchi, nelle emorraggie passive, verse forme, e si usa in un gran numero di af
nelle diarree atoniche, in alcune affezioni linfa fezioni come rimedio tonico ed antiperiodico.
tiche, in molte malattie organiche, in certe neu La dose, in cui si amministra il sotto-solfato
rosi o neuralgie periodiche, finalmente nella di chinina varia a seconda dell’idiosincrasia, e
convalescenza di molte malattie, specialmente della malattia che si ha a combattere; in gene
se vi abbia debolezza delle vie digerenti. rale si usa internamente come tonico alla dose
Anche la chirurgia ottiene dei grandi van di uno o due grani al giorno, ripetendolo per
taggi dall’uso della china: sia essa usata all’in molti giorni di seguito. Come febbrifugo si por
terno per tonizzare e fortificare 5 sia all’ esterno ta la dose da due a trentasei grani e più nelle
per impedire la putridità. In quest’ultimo caso ventiquattro ore, diviso in più prese, entro le
mostrò essa i suoi vantaggi più di tutto nel ostie, o'sotto forma di bolli o di pillole unito
trattamento della gangrena, specialmente nella alla polvere d’anisi, di finocchio, od a qualche
nosocomiale, delle ulceri atoniche, fetide, sa estratto. Per l’uso esterno si amministra il sot
niose o scorbutiche, e nella cura delle piaghe tosolfato di chinina sotto forma di‘frizione o
fistolose, massime se offrano uno stato di mol sulla cute intatta, oppure spogliata dell’epider
lezza, conseguenza della privazione di vitalità ma; e ciò specialmente in que’ casi di febbri
nel tessuto. accessionali in cui l’irritazione delle vie dige
Pochi sono i farmaci che abbiano come la renti offra una controindicazione al suo uso
china prestato un numero si grande e variato interno. ‘
--_QGO.*-
Ued. Fin. T. I.
LA MEDICINA PITTORESCA
ANATOMIA
-*H* 4.3.".
PA 'I‘OL'O'GIA
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MA-LA'I TIE DEGLI OCCHI Nella cura della procidenza dell’iride, a nor
ma della recente od antica data della malattia,
Piocidenza od ernia dell’ iride. devonsi aver di mira due indicazioni, eauteriz
zare il tumore, o farne l’eccisione.
(Tavola VIII, fig. 3 e 4, secondo SCARPA.) Si tocca, nel primo caso, la porzione dell’i
ride sporgente sulla cornea, con del proto-clo
Allorquando, per qualsiasi causa, l’ umor ruro d’antimonio, o, ciò che torna ancor più
acqueo dell’occhio si è fatto strada per una comodo e sollecito, col nitrato d’ argento, in
qualche apertura della cornea, e che la pressio guisa da produrre sul centro del tumore una
ne esercitata da questo umore posteriormente escara di sufficiente ampiezza; quest’operazio
all’ iride, non è più contrabilanciata dalla resi ne verrà rinnovellata tante volte quanto tor
stenza del liquido contenuto nella camera ante nerà necessario, perché la porzione protube
riore, non solamente viene questa membrana a rante dell’iride venga distrutta fino al disotto
poco a poco spinta innanzi, ma esce anche in dei margini della ferita 0 dell’ ulcera, onde non
parte fuori dall’ occhio. In tal caso ne insorge insorga verun ostacolo, non solamente allo svi
una malattia malamente da alcuni pratici espres luppo dei bottoni carnosi dal fondo della pia
sa col nome di stqfiloma, da altri però più giu ga, ma ancora alla sua perfetta cicatrizzazione.
diziosamente appellata procidenza, od ernia Nel secondo caso, quart’do cioè la procidenza
dell’ iride. dell’iride sia antica, è d’uopo asportare, me
Questa affezione, della quale nella figura 3 e diante delle forbici curve sulla parte piatta ed
4 se ne veggono due esempi, uno prima, l’al a livello dei margini esterni della cornea, la
tro di poi la guarigione è sempre la conseguen parte prominente dell’iride che trovasi ade
za d’ una soluzione di continuità della cornea, rente ai labbri inferiori della ferita, o dell’ul
con perdita o senza di sostanza, può ella quin cera della cornea. Ma, come è avvertimento del
di esser prodotta da ulceri che abbiano corroso lo Scarpa, non bisogna ricorrere all’eccisione
tutte le lamine di questa membrana, da ferite se non quando divenuta col tempo questa por
fatte con istromenti taglienti alla cornea tra zione dell’ iride dura, callosa, e quasi insensibi
sparente, e da violenti contusioni all’occhio le, offra alla sua base un peduncolo facile da
con rottura. Non è raro veder succedere dietro troncarsi. Per tal maniera non si corre perico
l’ operazione della cateratta e dell’ipopro la lo di veder rinnovarsi l’uscita dell’umor ac
procidenza dell’iride; come può egualmente queo, nè quella di una nuova porzione dell’iri
" avvenire per causa di una troppo stretta _ o de. Per destare poi in seguito nell’ ulcera della
compressiva fasciatura sul margine dell’occhio. cornea il grado (1’ infiammazione opportuno
Il tumore che risulta da quest’ ernia è necessa alla sua cicatrizzazione‘bastono due applicazio
riamente del medesimo colore dell’ iride, cioè ni di nitrato, d’ argento.
bruno o grigio. Talvolta ha una forma rotonda,
èliscio, pedunculato, globuloso, ineguale, quasi
che fosse ingenerato dalla riunione di parecchi MALATTIE DEL CUORE
globetti; tal’ altra è isolato, o moltiplicato a se
conda del numero delle soluzioni di continuità Aneurisma del canal arterioso osservato in un
della cornea. Facilmente si comprende che bambino lattante.
non può l’iride sortire da una simile ferita
senza che la pupilla cangi di situazione e di (Tavola VIII, fig. 5, secondo Bruno.)
forma; non è quindi raro lo scorgere che dl
poi essersi trasportata verso la procidenza, Ne’ fanciulli, non meno che negli adulti, con
prenda essa una figura ovale ed oblunga (veg. sistono per la maggior parte le malattie del cuo
la fig. 3), come pure sparisca anche sul fatto re in organiche lesioni, che sovente esistono fi
compiutamente. no dalla nascita, ma i cui effetti non si fanno
PATOLOGIA 65
palesi che in una età più avanzata. Egli è que del corpo umano quella che cade più sotto oc
sto il motivo che nei bambini da latte è raris chio, e che è d’una grande incomodità per co
simo l’ osservare le diverse varietà d’ aneuri lui che ne va affetto.
smi del cuore e dei grossi vasi che sì frequen Cause dei piedi torti. Può succedere la
ti rinvengonsi in un epoca più matura della kyllopodia o nella parte interna o nell’ ester
vita. Billard, al quale noi dobbiamo esser grati na dei piedi, afl'ettarli contemporaneamente
per un eccellente Trattato delle malattie dei tutti e due od uno soltanto, essere acciden
neonati, non riscontrò che una sol fiata in un tale 0 congenita. Nelprimo di questi ultimi
bambino di due giorni un caso di dilatazione casi la mala conformazione dei piedi può es
passiva ed eccentrica delle cavità del cuore. sere la conseguenza di una qualunque arci
Egli non ha mai osservato aneurismi dei grossi dentale cagione, come sarebbe una caduta sui
vasi in soggetti cosi teneri, ed il solo esempio piedi, le morbose affezioni ai muscoli, ai lega
d’aneurisma del canal arterioso che ha avuto menti, alle ossa di tali regioni, le distorsioni,
occasione di vedere nella sua pratica, e l’ esi ed il cattivo modo di portare ipiedi camminan
stanza del quale non poteva sospettarsi per al do. Al contrario nel secondo caso, la malattia
cun segno esterno, lo rinvenne in un bambino manifestasi nei fanciulli anche prima della loro
di giorni quattro. E’ appunto questo curiosissi nascita, ed essa attribuir devesi ad una viziosa'
mo caso che noi abbiamo rappresentato colla posizione del febó nell’ utero materno; ma una
figura 5, riferendo qui le principali anatomiche tale opinione non è per altro generalmente am
particolarità relative a tale osservazione. messa; e perciò si suole ricercarne le cause o
Il cuore era in questo feto più voluminoso nel disiquilibrio delle forze_ muscolari, che
di quello suol esserlo ordinariamente in fan muovono il piede, per cui i fanciulli vengono
ciulli appena nati: le due cavità laterali riem costretti ad una progressione contro natura, o
pite d’ un sangue nero ed aggrumato offrivano in una qualunque lesione dei legamenti dell’ar
una capacità ad un dipresso eguale. Il cana ticolazione del piede colla gamba.
le arterioso, che avea in circa tre linee e Si riconosce una tale deformità dai seguenti
mezzo di diametro trasversale, e nove di cir caratteri. Il margine esterno del piede è diretto
conferenza, rassomigliava a un grosso nocciuolo contro il suolo, sul quale appoggia durante la
di ciriegia (veg. fig. 5), e, esaminandolo ester stazione. Soventi volte lo stesso malleolo ester
namente, avrebbesi detto mettere nell’ aorta no del piede sostiene una parte del peso del
con una larga apertura. Ma tale larghezza non corpo; la punta del piede viene rivolta all’ in
era cheppparente ed esterna, avvegnachè 1’ in dentro ed in alto, e forma una specie d’ango
terno del tumóre era chiuso da grumi strati lo acuto col lato interno della gamba, ed un ot»
formi, fibrinosi organizzati, nè scorgevasi nel tuso coll’ esterno. Il malleolo interno quasi del
suo mezzo che una specie di pertugio pel qua tutto scomparve, e la pianta dei piedi diventa
le poteva appena passare la penna di un cor verticale in luogo di mantenersi orizzontale;
vo. La bocca e l’esofago trovavansi in uno stato le loro estremità anteriori avvicinansi più o
sano; il fegato era zeppo di sangue, ed i polmo meno 17 una all’ altra, e talvolta nel camminare
ni ingorgati. Nello stomaco e nel tubo intesti si toccano: pure la posizione delle ossa della
nale vi avea forte congestione sanguigna; ma gli gamba non ha provato alcun cangiamento.Scom
altri organi del corpo non presentavano veruna parsa la sporgenza posterior del calcagno si ve
particolarità. de rivolta al lato interno del piede. Nel cammi
nare il malato non appoggia giammai il tallone
Vlle Dl CONFOBMAZIONE sulla terra, e ne addiviene da una si fatta pro
'gressione che la pianta del piede è molto con
Due esempi di piedi torti dalla nascita. cava, e Solcata più o meno profondamente. Il
margine esterno, diventando il punto d’appog
(Tavola VIII, fig. 6 e 7, secondo Cnuvzrzmea.) gio di'tutto il corpo, prende necessariamente
un aspetto differente dallo stato suo naturale,
Il vizio di conformazione de’piedi conosciu e però lo si vede coperto di spesse e dure cal
to generalmente da lungo tempo sotto il nome -.losità, ed acquista una super mie ovale più o
di piedi torti, e che il D.' Ivernois vorrebbe si meno ineguale, o piatta. Gli individui quindi
chiamasse kyllopodie dal greco appunto xuÀÀ1 attaccati da tale difl'ormità camminano con mol
aro5n; piede torto, è forse di tutte le infermità ta pena ed incomodo, ed\ anzi che nel pro
esv
LA MEDICINA PITTOBESCA
gredire descrivere una linea orizzontale, sono senza anchilosi, e che venga semplicemente de“
costretti di far a’ lor piedi percorrere un mezzo terminata o mantenuta dal disiquilibrio dell’ a:
cerchio portandoli uno innanzi l’ altro; da una zion muscolare. E‘ in questi casi, quando cioè I
simile diflicoltà ed imbarazzo di camminare ne piedi torti non sieno complicati a deformazione
succede poi la facilissima probabilità di cadere, dell’ astragalo, che si ottengono dei grandi van
o anteriormente o posteriormente a cui sono taggi dal temporario raddrizzamento del membro
esposti tali malati, perché essendo il loro pia deviato, eseguito parecchie volte fra il giorno, e
no di sostegno variabile, non trovasi più nella dall’ uso delle frizioni e della percussione sulla
linea verticale indispensabile onde la progres parte malàta: mezzi i quali, contro i veri piedi
sione si mantenga solida e sicura. torti non devono risguardarsi che come acces
Caratteri anatomici dei piedi torti. In questa sorii. Se 1’ astragalo ha patito una deformazio‘
' deformità le ossa del tarso non soffrono ordi ne, siccome questa non può esser stata prodotta
nariamente lussazione di sorta; ma restano sol che da unaforza, la quale abbia agito imprimendo
tanto deviate dai loro naturali rapporti, e di al piede un movimento dal di fuori al di dentro,
versamente rivolte : ad una tale deviazione van e lo abbia poi trattenuto in una viziosa posizione,
no principalmente soggetti l’osso scafoide, cu cosi conviene sul principio, alla guisa che insegna
boide, e calcagno. Nissun per altro di tali ossi il prof. Cruveilhier, dare all’astragalo una dire
si vede interamente abbandonare le superficie zione in senso inverso, vale a dire, un movimen
articolari che lo univano alle ossa vicine, e tut to di rotazione dal di dentro al di fuori combi
ti rinvengonsi rivolti sul loro piccolo asse dal nato ad un movimento di rotazione dall’innanzi
di dentro all’ infuori del piede. Nei piccoli fan all’ indietro. Mantiensi di poi per lungo tempo
ciulli l’ articolazione tibio-tarsiana pochissimo quest’osso in tale direzione, in guisa che il pie
in generale partecipa della deformità congenita; de si ristabilisca per mezzo di un meccanismo
al di dentro, 1’ astragalo pure devia pochissimo affatto consimilg a quello che ha operato il suo
dalla sua naturale posizione; un tal accidente rimovimento. Il punto essenziale di cura è adun
non succede mai nei fanciulli più avanzati in que quello di rinvenire una macchina, la. quale
età affetti da killopodia accidentale, e ne’ quali tenda incessantemente a ritornare l’astragalo alla
questo osso rivolgesi molto internamente, e sua naturale direzione, operando per gradi, e,
presenta uno marcatissimo spostamento. Sembra per quanto sia possibile, con mezzi elastici.
inoltre che siffatta malattia eserciti un’ influen Non imprenderemo qui ad esporre in un esame
za particolare sulla nutrizione delle ossa, che in comparativo i diversi apparecchi in proposito
generale non veggonsi giammai cotanto volumi immaginati, riservandosi di descriverne qualcu
nose, quanto in un piede bene conformato. I no più minutamente in uno dei successivi fasci
nervi, i muscoli, le vene del membro malato coli, limitandoci ora a terminare questo articolo
sono parimenti più esili del consueto. colla succinta descrizione di due piedi-torti dal
Ravvisata questa morbosità nel suo stato di la nascita riscontrati uno in una femmina adulta,
semplicità non è un’ affezione pericolosa, ma 1’ altro in un fanciullo.
solamente una deformità che rende diflicoltato Rappresenta'la figura 6 il piede-torto di un
il moto senza alterar punto la salute; perocchè fanciullo da sei a sette anni, colla parte inferio
quegli individui che ne sono vittima, quando re della gamba troncata verso la riunione dei
del resto godano perfetta salute, vivono una due terzi superiori col terzo inferiore. Questo
lunga vita, non altrimenti che se avessero iloro piede fu sezionato in modo da potersi ben rile
piedi ben conformati. Ciò per altro non addivie varele deviazionisofferte dalle ossa; vedesi quin
ne allorquando delle esterne locali affezioni si di l’ epifisi che costituisce il malleolo esterno -,
complicano a questa infermità; in generale, il malleolo interno, e 1’ estremità della tibia co
quando a queste morbosità altre pur se ne as stituita dalla sua epifisi; l’astragalo protratto
sociano, come_ scrofole, sifilide, ulceri, tumori all’ innanzi ed articolato collo scafoide per mez
bianchi, fratture, distorsioni, il pronostico deve zo di una faceetta siftàttamente piccola che la
esser piuttosto infausto, e l’ amputazion della si direbbe piuttosto un orlo; il calcagno, la sua
gamba e la sola risorsa che rimane al chirurgo. tuberosità anteriore; lo scafoide che è estrema
Terapeutica dei piedi-torti. L’indicazione te mente piccolo, e che giugne quasi alla sommità
rapeutica è sempre facile a comprendersi, ogni del malleolo interno; l’osso cuboide; le ossa
qualvolta una tale deformità non dipenda che cuneiformi.
da una semplice deviazione delle ossa del piede Vedesi nella figura 7 la gamba di una donna
TERAPEUTICA 67
di anni 41. Tanto la pelle che l’aponeurosi del una degenerazione grassosar i tendini stessi era
la gamba furon levate, e questa è disegnata in no tenuissimi, il tendine d’Achille offriva appe
modo da offrire alla vista il suo lato esterno. In la metà del volume di quello del lato opposto;
uesta donna, che morì alla Maison Royale de e tale stato atrofico avean pure subito le aponeu
ganté, in conseguenza di una apoplesia polmo rosi. Le arterie e le vene della gamba eran ben
nare, tutti i muscoli di questa parte avean patito lungi dall’ avere il loro ordinario calibro.
“N°290.
T EiIì.A P E II'T I C A
ANATOMIA
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PATOLOGIA
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ne. Sembra che non riceva dall’ individuo alcuna faccia succedono delle scaglie furfuracee che
modificazione; perocchè il pus di una pustola mandano un odore particolare, le quali lascia -'f
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vajuolosa confluente può comunicarne una che no nella pelle delle impresfioni più o meno
sia discreta, e vice versa. profonde.
Sintomi del ruajuolo discreto. L’ invasione Sintomi del vajuolo confluente. I sintomi
del vajuolo discreto e benigno è distinta gene d’ invasione, come la cefalalgia, i dolori a’ lombi,
ralmente da vaghe orripilazioni, seguite da fre la febbre, i vomiti, le ansietà ec., giungono al
quenza nel polso, da un calore vivo, da sponta più alto grado, comechè d’ ordinario siavi miE
nee lassezze, da cefalalgie, da nausee, da dolori nor disposizione al sudore. Le bolle, nell’ eru
all’ epigastrio , al dorso ed a’ lombi, da una zione, sono in maggior numero e più ravv1m .
disposizione singolare al sudore, soprattutto nel nate; o se sopravvengono eruzioni particolari, _
'14"
"’II“'
..'
I’ età adulta, e da uno stato di assopimento nel i sintomi dell’ invasione perdurano, e sono por
I.
PATOLOGIA 73
tati al più alto grado di violenza. Le pustole orina mista a sangue, emottisi, epistassi, petec
non s’ innalzano molto sopra il livello della pel chie, gangrena , infiammazioni interne, catarri
le, sono di piccolo volume, e sembrano confon sofl‘ocativi, sussulti di tendini, uno stato apo
dersi insieme, pel loro ravvicinamento, in una pletico. Durante la'suppurazione, una febbre
vescica rossa che copre tutto il viso ;‘ o piutto asSai viva, pustole sierose, livide o nerastre, con
sto formano alla faccia una specie di pellicola iscolo di materia saniosa; movimenti convulsi
comune agglutinata. Verso l’ ottavo giorno que vi, la peripneumonia, il crup , le afte, le sin
st’ agglomerazione di pustole termina col non copi, la prostrazione delle forze, un odore feti
essere più che una pellicola bianca, la quale di dissimo; talvolta la tensione ed una specie di
venta di giorno in giorno più aspra al tatto, con meteorismo addominale, una disuria, una eru
un colore tendente al bruno, ed un sentimento zione di macchie nerastre, emorragie ricorrenti,
di distensione e di dolore; questo stato aumen ptialismo copioso, una affezione comatosa. Du
ta di giorno in giorno, sino a che in ultimo que rante la squamazione, talvolta una viva cefa
sta pellicola si stacca a lembi più o meno estesi, lalgia, veglie ostinate, il delirio, ciò che talvolta
ciò che può accadere in un’ epoca più o meno termina con un attacco d’ apoplessia, altre volte
ritardata , come al quindecesimo, vigesimo, vi con una resipola alla gamba od al piede, con
gesimo-quinto giorno, per 1’ intima adesione di tendenza alla cancrena. In questo periodo tal
questa specie d’ incrostamento più o meno den volta succede una specie di febbre lenta colla
so, soprattutto alla faccia. Dopo la sua caduta, successiva formazione di diversi tumori flem
si formano pure delle scaglie orforacee, che la monosi alle braccia, alle articolazioni, alle ma
sciano sotto di esse de’ segni, od incavature più ni, a’ piedi, ciò che provoca ulcere maligne, fi
o meno distinte, e talvolta pure delle cicatrici stolose, talvolta con carie delle ossa, uno stato
che più o meno sfigurano i lineamenti. Ciò pro di deperimento e di consunzione. Una sperien
va che nel vajuolo confluente, la cute può esse-. za reiterata ha pure dimostrato che fanciulli 0d
re attaccata, e che il male non si limita al tessuto adulti, ne’ quali il vajuolo fu trattato con medi»
reticolare come nel vajuolo discreto. Due altri camenti o con un regime riscaldante, cadono,
sintomi assai comuni al vajuolo confluente sono dopo il corso ordinario del vajuolo, nello sma
la diarrea ne’ fanciulli, e la salivazione negli grimento, nella tisi, succedono vizi all’organo
adulti. Il ptialismo accade tal finta all’ epoca del della vista, la cecità, ottalmie incurabili, o ci
I’ eruzione, oppure uno o due giorni appresso. catrici al viso proprie ad isfigurare i lineamenti
La materia di codesto scolamento diventa assai più regolari. Tali sono le incidenti affezioni che,
più vischiòsa verso 1’ undecimo giorno; allora ne’ diversi periodi del vajuolo naturale, posso
viene separata con grande difficoltà, ed il ma no alterare il suo corso, o produrre un altro
lato prova pure un senso di sofi'ocazione, se, a ordine di sintomi più gravi.
quest’ epoca , non succede la tumefazione della Trattamento del vajuolo. Tutti i buoni os
faccia e delle mani, o dejezioni alvine, o sudori, servatori si‘sono sempre accordati per tributa
od orine copiose. In alcuni casi estremi, si scor re giusti elogi a Sydenbam, il quale, cammi
ge allora sopravvenire una grande difficoltà di nando sulle tracce degli antichi nella descri
respirare, un tono di voce rauca, uno stato di zione delle malattie, si è soprattutto applicato
stupore, il coma, le convulsioni, od altre affe a ben conoscere il corso del vajuolo, e s’ oppose
zioni del più funesto presagio. In ultimo si deo con energia all’uso generalmente adottato, in
no orre tra’ sintomi accidentali del vajuolo questa malattia, di un regime e di rimedi ri
con nente, la peripneumonia, la pleurisia, l’ot scaldanti; esempio che successivamente venne
talmia, il delirio, 1’ ematuria, e, colla complica con successo imitato da’ medici più illuminati.
zione di questo esantema colla febbre adina Se non che Boerahave a ragione riflette (Van
mica, la prostrazione delle forze, le emorragie, Swièten, Comm. in Aph., tom. V) che codesto
l’ angina sofiogativa, i punti cancrenosi alla fac- generale precetto merita qualche eccezione, e
ria, od ad altre parti del corpo cc. cerca parimente di conciliare, sopra un tal pun
Durante l’incubazione o l’invasione, un son to, l’opposizione che sembra esistere tra Sy
no agitato, conati ripetuti di vomito, una vio denham e Morton, richiamando alla memoria
lenta cefalalgia, il delirio, dolori intensi a’lombi, che il primo avea trattato il vajuolo accompagna
sembianze vaghe di gotta, coliche nefritiche, to da sintomi infiammatori più o meno gravi,
pleurisia, movimenti convulsivi delle membra, e che Morton, per contrario, trattava de’ vajuo
prostrazione di forze. Durante l’ eruzi0ne, una losi che provavano un grande abbattimento, e
74 LA MEDICINA PITTORESCA
per conseguenza aveano bisogno (1’ essere trat cine, od elevazione circolare, s’ allarga ed au‘
tati co’ tonici. Per la qual cosa il mediéo pru menta, ciò che fa’ sembrare la piccola cicatrice
dente dee fare attenzione a’ sintomi accessori, più depressa: un cerchio rosso, di una mezza
od alle varie complicazioni del vajuolo che si linea di diametro, circoscrive allora la bolla. Il
manifestano, sia nella sua invasione, sia durante settimo giorno, il cercine circolare prende un
il suo corso. Talvolta non rimarrà che semplice aspetto argentino, la tinta rossa chiara che lo
spettatore, dirigendo il trattamento, quando il coloriva s’ affonda nella depressione centrale.
vajuolo è benigno e percorre regolarmente i L’ ottavo giorno, il cercine s’ allarga, la materia,
suoi periodi; ma in altre circostanze egli cer separata in maggior copia, solleva i suoi bordi,
cherà di calmare l’intensità de’ sintomi con be i quali diventano tesi, gonfi e di un bianco ten«
vande diluenti, acidule o nitrate, o col rinnova dente al grigio. Il cerchio rosso assai ristretto
mento dell’ aria; avrà parimente ricorso, in al il quale, sino a quest’ epoca, ha circoscritto la
coni casi, al salasso ed a tutti i mezzi più atti pustola, sembra acquistare un colore meno vi
a calmare l’ efl'ervescenza febbrile. Egli è age v0; ed estendersi come per irradiazione nel
vole il vedere che il vajuolo confinante, per la tessuto cellulare vicino. Il nono gi0rno, tutto
sua più ordinaria complicazione colla febbre questo apparecchio prende un maggior grado
adinamica, richiede un trattamento ed una ma d’ intensità ; il cercine vescicolare è più largo,
niera di vitto di diversa natura , che fa d’uopo più elevato e più ripieno di materia. Il decimo
aver ricorso agli stimolanti ed a’ tonici, all’ ap giorno, 1’ areola diventa più larga, e talvolta a
plicazione de’ vescicanti, od alle gambe, od alla cquista il diametro di uno a due pollici. La
nuca, alla prescrizione del‘vino chinato, ed ai pelle che copre l’ areola si fa più densa ; si di
tonici più decisi quali convengono nelle febbri rebbe che una risipola flemmonosa occupa tut
adinamiche ed atassiche. Per altra parte, non si ta la porzione della pelle che n’ è la sede. À
possono dissimulare i pericoli che seco traggo quest’epoca il vaccinato prova talvolta un do
no alcune epidemie di vajuolo descritte da vari lore nelle glandule ascellari, ed il più sovente
autori, non che la difficoltà di rimediare a certi un movimento febbrile distinto da sbadigli, da
sintomi accessori e dominanti che le rendono pallore e rosso realternativi della faccia, e da fre
cosi funeste. quenza del polso. Verso l’undecimo giorno sem
bra terminare il periodo infiammatorio. Se si
Vaccina. punge la pustola, si vede uscire una piccola
goccia assai limpida, cui tosto un’ altra succede;
(Tavola IX, ti“. 4. Vi si vedono i diversi stati giammai si vuota compiutamente, ciò che è in
della pustola vaccina, dal quarto giorno sino dizio che il vaccino è buono da vaccinare. Al
al nono del suo innesto.) dodicesimo giorno, la depressione centrale co
mincia a diseccarsi e prende 1’ aspetto di una
Tutti sanno in oggi che la vaccina è il pre crosta; il liquore contenuto nel cercine vescico
servativo certo del vajuolo. Non è neccessario lare, sino allora limpido e che dà a questo cer
1’ addurre prove di un fatto che più non ha cine una tinta argentina, s’ intorbida. Al tredi
contradditori. Noi ci limitiamo ad indicare, se cesimo giorno, la diseccazione fa progressi,
guendo le tracce di Husson, i principali carat progredendo dal centro alla circonferenza; il
teri del corso della vaccina. cercine vescicolare ingiallisce, si restringe a
La puntura fatta colla lancetta, per inoculare misura che la diseccazione si fa al centro. In ul
la vaccina, non offre notabili cangiamenti se non timo , dal quattordicesimo al vigesimo terzo
sul finire del terzo giorno, o nel corso del quar giorno, la crosta solida, dura, prende un colore
to; a quest’ epoca, si sente distintamente al tat più carico, e conserva quasi sempre, al centro,
to, una leggera durezza nel tessuto della pelle la depressione che vi si è osservata sino dalla
che forma il bordo della piccola cicatrice: si formazione della pustola. Tale è il corso più
può scorgere, ad occhio nudo, una tinta di 0010- ordinario della vaccine vera, sottoposto talvolta
re rosso, ed una elevazione. Il quinto giorno, a leggiere variazioni, ma senza essenziali diffe
la piccola cicatrice sembra attaccarsi Sul corpo renze. -
della cute , l’ elevazione, già sensibile il giorno Husson ha vaccinato un grandissimo numero
innanzi prende un’apparenza circolare, ed il di bambini ne’ primi quindici giorni di loro e
vaccinato comincia a sentire qualche prurito. Il sistenza , ed ha osservato che sopra loro la
sesto giorno la tinta rossa si fa chiara, il cer vaccina prende con molta difficoltà; la loro pelle,
PATOLOGIA 75
allora spugnosa, molle, polposa , non permette luogo onde porgere la storia di questa scoperta
per ance l’ assorbimento od imperfettamente. e solamente ci limiteremo a descrivere, seguen
L’ età favorevole da vaccinare è dai due ai tre do IIusson, i sintomi del cowpox. .
mesi. Egli non Osservo giammai che la vaccina Ilusson ammette quattro periodi in questa
abbia recato danno alla dentizione; anzi per eruzione.
contrario apparvero alcuni denti durante il cor I. Il primo periodo, 0 quello d’ infezione, è
so della vaccine. Ein inoculò sopra tumori sere. per ordinario caratterizzato da difetto d’ appe.
folosi, il cui volume diminuì sensibilmente per tito e da repugnanza per gli alimenti: la rami
la provocata infiammazione. Egli vide, in molte nazione continua senza che alcuna materia ali
malattie di languore, imprimersi all’ economia mentare ritorni in bocca, e, secondo la espres
animale un movimento salutare. Sembra certo, sione de’ villici che hanno osservato questa ma.
secondo i suoi sperimenti, come venne confer lattia, le vacche fanno, colle labbra, un movi*
mato da vari suoi corrispondenti del comitato, mento simile a quello che fanno colla bocca
che la pertosse abbia preso sovente, nel corso gli uomini che ne cacciano il fumo di tabacco ;
della vaccinazione, un carattere benigno da non ciò che loro fa dire che le vacche fumano. La
potersi attribuire a’ rimedi , che allora erano secrezione del latte è sensibilmente diminuita;
stati sospesi. Il metodo delle punture superfi e questo è meno denso dell’ usato; 1’ occhio è
ciali è da preferirsi per vaccinare: riesce quasi tetro, melanconieo; si dichiara la febbre, e tre
costantemente, e non espone ad alcuno incon o quattro giorni appresso, comincia il periodo
veniente. Si videro ulcere cancrenose soprav dell’ eruzione.
venire alla vaccinazione, fatta col vescicatorio. II. Allora compariscono alcune pustole alle
Il vaccino è buono da inoculare dal momento mammelle, massimamente attorno a’ capezzoli ;
in che la pustola si fa argentina, sino a quello talvolta, ma assai di rado se ne vedono elevarsi
in che l’ areola comincia ad allargarsi ; allora è sul naso e sulle palpebre. Esse sono piane, cir
vischioso,filamentoso. Quando 1’ areola è assai 00181'l , incavate nel centro e circondate, alla
viva, comincia a diventare acquosa, e cessa di loro base, d’una fascia stretta e rossa, la cui
essere atta a riprodursi. Egli è preferibile ino estensione gradatamente aumenta. L’ eruzione
culare da braccio a braccio. Per conservare il si compie il quarto o quinto giorno dalla sua
vaccino ed inviarlo a grandi distanze, si ripone prima comparsa. Allora tutti i sintomi d’ infe
tra due piastre di vetro, o meglio si aspira in zione generale diminuiscono, e comincia il pe
un tubo capillare, le cui due estremità si chiu riodo di maturazione.
dono con cera ; si tiene al coperto del contatto III. Pertanto la vacca diventa vie maggior
della luce, non che dall’ umidità e dai cangia mente inquieta a misura che le pustole ingros
menti instantanei della temperatura. Per ser sano ed avanzano verso la loro maturità, ciò che
virsi del vaccino diseccato, si diluisce sopra una accade d’ ordinario tra il settimo e l’ ottavo
piastra di vetro, ed appresso si fa l’ inoculazio giorno di malattia, od il terzo 0 quarto di eru
ne. Lo sviluppo della vaccina ed il suo corso zione. Se si comprimano le pustole, l’ animale
sono più rapidi nella calda che nella fredda dà segno del più vivo dolore; queste pustole
stagione. diventano vie più grosse, e conservano sempre
nel loro mezzo una incavatura ombellicale che
Cowpox. non è propria se non di questa eruzione. Di
ventano tosto dial‘ane , e prendono un colore
(Tavola IX, fig. 5, secondo Sacco. Essa presen plumbeo tendente all’ argentino.
ta tre capezzoli di Vacca, coperti di cowpox.) IV. Nel quarto periodo, 0 di diseccazione,
il cerchio rosso osservato nel secondo periodo
Si chiama con questo nome , composto di prende un colore livido, la mammella s’ indu
due voci inglesi, cow, vacca, e posa, vajuolo, una risce profondamente ai luoghi sui quali le pu
malattia eruttiva pustolosa che si manifesta sui stole sono situate, e nel medesimo tempo 1’ in
capezzoli delle vacche ; la quale ha la proprietà quietudine dell’ animale s’ aumenta 5 il liquido
straordinaria, quando è trasmessa nell’ uomo, contenuto nelle ustole diventa limpido, non
di preservarlo dal contagio vajuoloso. Ognuno ha odore, e talvolia leggermente si colora; ri
sa che dobbiamo a Jenner il grande e sempre mane nelle pustole , s’ inspessisce insensibil
glorioso benefizio d3 aver fatto questa scoperta mente, ed appresso si disecca verso l’ unde_cx
e di averla nel mondo propagàta. Quivi non è moo duodecimo giorno, allora le pustole comm
76 LA MEDICINA PITTORESCA
ciano ad imbrunire nel centro, e gradatamente nia, e nella quale il delirio esclusivo è triste, e
la monomania, nella quale i pensieri dominanti
verso i bordi 5 poscia si riducono in una crosta
di colore rosso oscuro, compatta e densa, che non hanno un carattere particolare.
incomoda e cagiona dolori all’animale, quando La mania èuno sconcerto generale delle fa
si munge. A codeste croste abbisognano dieci coltà intellettuali, delle idee e de’ movimenti,
ed anche dodici giorni per giungere alla loro un delirio universale con esaltazione, agitazio’
intiera diseccazione, e per distaccarsi 5 appres ne e furore. Il maniaco non ha alcuna coerenza
so restano altrettante cicatrici sulle mammelle. nelle sue idee ; grida, parla, canta, declama, va
Tale è il corso ordinario di questa malattia, e viene senza posa, si agita, salta, danza, piange,
che si comunica da una vacca all’ altra pel tra rompe, manda in pezzi, lacera alternativamen
sporto del liquido contenuto nelle pustole. Le te, e senza essere determinato da una serie di
persone incaricate di mungerle premono neces ragionamenti, le sue facoltà presentano 1’ im
sariamente queste pustole e le fanno crepare ; magine del caos.
la materia che contengono s’ attacca alle dita, La demenza è caratterizzata da un indebo
ed appresso si porta sui capezzoli di un altro limento generale dell’ intelligenza, e da una in
animale; vi si impianta, per cosi dire, pel mec coerenza più o meno completa delle idee, senza
canismo del mungere; ed in questa guisa, il agitazione, o tutto al più con una esaltazione
contagio si propaga nelle stalle. Questa affezio passeggera e poco intensa. Talvolta 1’ indeboli
ne, del resto, nulla ofire a temere , egli è pari mento delle facoltà è portato ad un grado assai.
mente certo che, se essa non diminuisce dap esteso, e forma una specie d’obliterazione del
prima la secrezione del latte, se le vacche non I’ intendimento. Gli insensati di tal maniera si
provassero il dolore locale che dee naturalmen avvicinano molto agli idioti, sotto il rapporto
te risultare dalla pressione che si esercita sulle de’ fenomeni intellettuali.
mammelle, ed in ultimo, se i domestici incari L’ idiotism'o è un difetto congenito dello ‘
cati di mungerle, non contrassero delle pustole sviluppo delle facoltà intellettuali e delle idee,
alle mani, i pastori non vi farebbero punto at un’ imbecillità della nascita nella quale avvi
tenzione. Per la qual cosa si deono attribuire privazione delle idee più necessarie onde sod
le nozioni poco esatte che si aveano sulla sua disfare i primi bisogni e onde ristabilire irap
natura ed indole contagiosa se non alla sua in porti sociali. Questa malattia è essenzialmente
inocuità, pria che il dottore Jenner richiamasse dovuta ad una cattiva conformazione del cer
l’ attenzione dei dotti sulla sua trasmissione al vello o del cranio.
l’ uomo e sui grandi cangiamenti che portava Le figure 6, 7 e 8 rappresentano le teste di
alla umana economia. un melanconico, d’ un maniaco e d’ un idiota,
disegni che il dottore Esquirol ha inserito nel
suo eccellente articolo Follie, del Dizionario del
MALATTIE MENTALI - le Scienze mediche. Noi abbiamo pensato qui
collocarle per dare un’ idea esatta dell’ esterno
Considerate sotto il rapporto del disordine che presentano gli infermi attaccati da melan
delle facoltà intellettuali che le caratterizzano, conia, da mania e da demenza.
le malattie mentali presentano quattro spezie Abbiamo aggiunto a questi disegni la sue
ben distinte, che si distinguono sotto inomi cinta storia di questi tre ammalati, secondo il
di melanconia, di mania, di demenza e di idio medesimo autore.
tismo.
La melanconia consiste in un delirio par Busto d’ un melanconico che può servire di tipo
ziale, vale a dire, che non si aggira se non sopra per giudicare l’ esterno degli ammalati presi
un solo oggetto o sopra un piccolo numero di da questa specie di malattia mentale.
oggetti, con preoccupazione abituale delle idee
che si riferiscono a questo delirio e lesione del (Tavola IX, fig. 6, secondo Esqurnon.)
le aifezioni del cuore, mentre i malati conser
vano in gran parte 1’ integrità delle loro facoltà Storia della malata, presa da quest’ autore.
e delle loro idee sugli oggetti che non hanno -- Madama "’", d’ anni 23 , venne condotta
relazione co’ loro pensieri predominanti. V’ ha all’ ospizio della Salpetrière, il giorno 8 luglio
due specie di melanconia, la melanconia, pro 1812, che non preferiva una parola, e Che volea
priamente detta, che Esquirol chiama lypema rimanere a letto; conveuue ricorrere a vari mez
PATOLOGIA 7?
si per determinarla a prendere alimento. Le af prescritto a gran dose, le docciature, ibagni
fusioni di acqua fredda sembrarono vincere la freddi, nulla ha potuto calmarla ', convenne
sua risoluzione. Ella si decise di mangiare. A quasi costantemente tenerla obbligata col gilet
quando a quando, dopo d’ allora, manifestò la di forza, altrimenti lacerando tutto rimaneva
medesima repugnanza, ma fu meno ostinata. nuda. Durante l’ inverno, ella non abbandonava
Già da quattr’ anni che questa malata si tro la sua celletta, avviluppandosi colla maggior at
va nell’ ospizio non proferì che qualche parola, tenzione nella sua paglia , insofferente di qua
e tale da far comprendere che lo spavento as lunque vestito. Il 4 gennaio 1815, un anno ap
sorbe tutte le sue facoltà. Fa duopo farla alzare; presso l’ invasione dalla sua malattia, assai bas
ella si veste , tosto dopo, si siede, e riprende sa essendo la temperatura , spirò inaspettata
costantemente l’ attitudine espressa nel dise mente alle ore otto di mattina. Nulla avea po
gno: il capo chinato sulla spalla sinistra, le brac finto dare indizio di un così fattotermine: alcuni
cia incrocicchiate, gli occhi immobili , ella non minuti innanzi, la cameriera era entrata nella
cangia sito in tutto il giorno. All’ ora del pasto, sua cella. L’ autopsia non presentò alcuna alte
fa d’ uopo portarle gli alimenti. Mangia senza razione.
cangiar posizione, non servendosi che del brac Questo disegno, d’ una rassomiglianza sor
cio destro. La sera conviene avvertirla di cori prendente , offre tutti i caratteri della mania
carsi; ella si aggomitola nel suo letto, e s’ avvi‘ portata sino al furore. I capelli bianchi, costan
luppa interamente tra le coperte. Avvicinan temente rizzati, danno maggior espressione alla
dosi ad essa, e parlandole, s’ arrossa in faccia, fisonomia. Contenuta dal gilet di forza, questa
talvolta rivolge altrove gli occhi, giammai can donna fa degli sforzi per romperne le maniche,
gia posizione. mentre lancia un colpo di piede.
La sua statura è mediocre, i capelli castagni,
i suoi occhi del medesimo colore. Le sopracci Busto d’ una idiota.
glia nere, aggrottate, che, avvicinandosi verso la
radice del naso, danno al suo sguardo, che è (Tavola IX, fig. 8, secondo il medesimo autore.)
fisso, qualche cosa d’ inquieto. Ella è magra; la
sua pelle bruna, le mani sovente violette, non Questo profilo rappresenta una idiota, d’an
chè i piedi -, ilpolso lento, debole. I tributi men ni ventuno, entrata nella Salpétriere, il 3 mag
sili sono assai irregolari ,_poco abbondanti, e gio 1813. La sua statura è picciola, la sua nu
restano soppressi per cinque a sei mesi; la sti trizione mediocre. Il suo capo è voluminoso ed
tichezza è ostinata , e talvolta la malata ha la irregolarmente confermato, la sua alta fronte fa
diarrea. Ella ha delle macchie scorbutiche sulle protuberanza ', in modo che la linea facciale ha
estremità inferiori. ‘ - più di go.° La gobba frontale del lato sinistro
è più prominente di quella del lato destro. I
Busto d’ un maniaco. suoi 'cappelli sono biondi; gli occhi castagni,
convulsivi ‘, lo sguardo è losco; i denti bianchi,
(Tavola IX, fig. 7, secondo Esqurnon.) ed il suo colorito è assai bruno e abbronzato.
Ella mangia con ghiottoneria, senza discer
Storia della malata.-La signora B "', ma nimento, spingendo in bocca gli alimenti colle
ritata, (1’ anni cinquantacinque, mercantessa di dita; non è capace di andarli a prendere alle
piazza, venne condotta all’ ospizio della Salpe ore della distribuzione, comechè questa distri
triere, il 2 aprile 1814, in uno stato di mania buzione si facesse presso di lei, e le sue com
con furore. pagne l’ avvertissero. Le sue deiezioni sono in
Statura assai alta; capelli bianchi, rizzati, oc volontarie. I mestrui sono regolari ed abbon
chi celesti, vivi,brillanti, fieri; fisonomia mobi dantissimi. Ella cammina poco. Tutti i suoi mo
le, senza colorito; pelle bianca, smagrimento. vimenti sono convulsivi: trascina il lato sini
Sembra che alcune contrarietà nel suo com stro del corpo, e si serve difficilmente del brac
mercio, alcune proposizioni ingiuriose e dispia- cio sinistro. Quando s’alza fa d’uopo vestirla,
ceri domestici, abbiano cagionato la sua malat e coricarla come un bambino. Insensibile a tutte
tia. Il delirio suo era generale ; ingiuriava tutti,
le intemperie, non sa ripararsi né dal freddo,
minacciava, batteva, lacerava. In preda ad una né dal caldo, né dalla pioggia. Non è affatto in
continua agitazione, sovente diventava furiosa. sensibile alle cure che le si prestano: conosce
lba ni tic idi le bevande rinfrescanti l’0 io la persona che la serve; sovente 1’ abbraccia;
Écd. Pi"? T. , Il
78 LA MEDICINA PITTORESCA
è pure sensibile a”suoi rimproveri, ma quando non articola che i seguenti monosillabi, papa,
sono accompagnati da un’aria di corruccio, pe mamma, ta, ta, che ad ogni occasione ripete,
rocchè ella è fuori di stato da comprendere ciò non pure per esprimere la collera che la gioja.
che le si dice. Per esprimere riconoscenza, gioia, Ella rammenta una frase di nn’ aria popolare, e
si bacia la mano reiteratamente e sorride crol talvolta la canta più volte successivamente e
lando il capo. Quando si veste il mattino e quan coll’ espressione del contento.
do si corica, ha l’attenzione di coprirsi la gola; Nulla ho potuto raccogliere sui suoi parenti,
se si fa sembianza di voler sollevare i suoi ve nè sopra le cause della malattia , nè sulle cure
stiti, allontana le mani ; allora non arrossisce, ad essa prestate prima del suo ingresso nel
ciò che prova ch’ ella non è suscettibile di pu I’ ospedale : dopo tre anni, lo stato di lei rimase
dòre, ma che il contegno decente è dipendente il medesimo senza alcun cangiamento.
dall’ abitudine contratta sino dall’ infanzia. Ella
ANATOMIA
--»s+m
Situazione del cuore e dell’ aorta. Organi della digestione, aperti per una grande
estensione, sopra il cadavere di un uomo di
(Tavola X, fig. 1, secondo Trennunm.) circa quarant’ anni.
1 Glandula tiroidea. -- 2 Aspera arteria. - L’ esofago venne tagliato verso la sua parte
3, 3 I polmoni. -- 4 La pleura. - 5 Il pericar di mezzo : i mesenterj e gli cruenti furono le
dio coperto, nel quale si vede il cuore. -- 6 Tron vati, e fu disposto il condotto intestinale in mo
co comune delle vene succlavia e giugulare de do da far vedere la continuità delle sue diverse
stra. -- 7 Tronco comune delle vene succlavia parti. (Le freccie indicano la direzione che pren
e giugulare sinistra. - 8 Tronco della vena ca dono le sostanze alimentari nel condotto in
va superiore. -- 9 Tronco della medesima vena testinale.)
discendente nell’ orecchietta destra, e coperta
dal pericardio. - 10 Orecchietta destra. - Spiegazione dellafiga ra.
11 Appendice dell’ orecchietta precedente. -
12 Ventricolo destro, o polmonare del cuore. - x Il velo alatino. - 2 L’ ugola. - 3 La
13 Arteria polmonare che ha origine dal ven lingua. - 4 Borzione dell’ aspera arteria. -
tricolo destro. -- 14 Orecchiette sinistra. - 5 L’ esofago. --6 Faccia interna dell’esofago. -
15 Ventricolo sinistro od aortico del cuore. - 7 Faccia interna dello stomaco. - 8 Cardia, od
16 Ramo dell’ arteria coronarie destra, coperto orificio esofageo dello stomaco-g Il piloro. -
dallo strato sieroso del pericardio che invilup 10 Prima porzione del duodeno. -- I I Secon
pa immediatamente il cuore. -- 17 Ramo an da porzione e - 12 terza porzione del mede
teriore dell’ aorta coronaria sinistra, discenden simo intestino. - 13 Valvole conniventi che
te lungo la scanalatura anteriore del cuore, sino presenta la membrana mucosa del duodeno. -
alla punta di quest’ organo. - 18 Tronco del 14 La vescichetta del fiele. -- 15 Condotto" ci
1’ aorta che sorge tra 1’ arteria polmonare e l’o stico. - 16 Divisione del condotto epatico. -'
recchietta destra. - 19 Arco dell’ aorta. - 17 Condotto epatico. - 18 Condotto coledoco
20 Tronco comune delle arterie carotide e suc che risulta dalla riunione de’ condotti cistico ed
clavia destra. (Arteria brachia-cqfalica). - epatico. - 19 Condotto pancreatico iniettato
21 Arteria carotide destra. -- 22 Arteria sotto ed isolato dal pancreas. - 20 Il digiuno. -.
claveare destra. - 23 Arteria vertebrale. - 21 L’ ileo. -- 22 Ileo che s’ apre ne’ crassi in
24 Tronco dell’ arteria tiroidea inferiore. - testini. - 23 Valvola ileo-cecale. - 24 Cavità
25 Ramo tiroideo dell’ arteria precedente. - del cieco.- 25 Appendice vermiforme del cie
26 Arteria scapolare trasversa. - 27 Arteria co fossa in tutta la sua lunghezza. -- 26 Colon
cervicale superficiale. -- 28 Arteria cervicale ascendente o lombare destro. -- 27 Colon tra.
ascendente. -- 29 Arteria mammaria interna. - sverso od arco del colon. -- 28 Colon discen
30 Arteria carotide sinistra. -- 31 Arteria sotto dente o lombare sinistro. -2g S iliaco' del co
claveare sinistra. lon. -- 30 Il retto. - 3 1 L’ ano attorno il quale
si è conservata la pelle e il tessuto cellulare che
lo circonda.
80 LA MEDICINA PITTORFBCA
’ PATOLOGIA
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LA MEDICINA PITTORESCA
MEDICINA OPERATORIA
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ANATOMIA
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FISIOLOGIA
l‘4.»
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Animaletti spermatici osservati nell’ uomo per sivamente tal materia alla fisiologia sublime;
mezzo del microscopio. noi diremo soltanto, che nello sperma degli
animali esistono degli animaletti microscopici,
(Tavola XI, fig. _4, secondo Gnmcunr.) e ci ingegneremo soprattutto descrivere con
esattezza quelli che rinvengonsi nello sperma
Fra tutte le scoperte, che mediante l’in dell’ uomo. ‘
venzione del microscopio, sono stati in caso gli Secondo 1’ avviso del maggior numero degli ‘
osservatori di poter fare, nissuna forse parve osservatori, questi animaletti spermatici sono
meritare tanta attenzione, ed avere una mag formati nell’ uomo da una specie di testa, gros
gior importanza , di quella. che la presenza ci sa, rotonda, come vescicolosa, e da una coda
fece conoscere degli animaletti viventi nello in proporzione molto esile, flessibile, e ponti
sperma degli animali, ove muovonsi con viva ta; figura che in qualche modo li rassomiglia
cità, e nuotouo in truppe si strette, che questo al girino della rana (veg. la lettera a, fig. 4).‘
umore sembra essere di essi interamente com La loro piccolezza è tale, che mille (1’ essi non
posto, sia che si osservi quando venne per le eguagliano la grossezza di un capello, e secon
vie ordinarie eiaculato , sia che lo si esamini do alcuni naturalisti degni di fede, cinquanta
per entro ancora alle proprie vescichette sper mila di questi animaletti potrebbero star collo
matiche. cati in un granello di sabbia: Keil calcolò la
Questa scoperta, che sembra esser stata pre loro lunghezza arrivare alla trecento millesima
sentita da Luigi Dugardin, professore a Douai, parte di un pollice, e Wintringham, dietro in
venne da oltre un secolo fatta da Aut. Leeu gegnose ricerche, il peso di ciascun di essi alla
wenhoeck, al quale, per quanto appare, fu in cento quaranta milionesima parte di un grano.
dicata da un giovine medico di Danzica, Luigi Bulfon ha stimato che un verme spermatico era
de Hammen allora studente a Leida. Nel con oltre mille milioni di volte più piccolo di un
fessare il fatto con tutta sincerità, Leeuwcn uomo. Infine , la vita in questi esseri si singo
hoeck, comunicò egli medesimo , nel mese di lari appalesasi per mezzo di atti, che è impos
novembre 1677, il frutto delle proprie osser sibile di rivocare in dubbio: tutti infatti sono
vazioni a lord Brouncker, presidente della so dotati di movimenti rapidi e svariati.
cietà reale di Londra, efece in seguito di questo Allorquando lo sperma è ancora vischioso,
studio 1’ oggetto costante della sua applicazio il lor moto è lento e languido : ma se, mediante
ne, fiuo ad un età molto avanzata. Oggidì adun una piccola quantità d7 acqua tiepida, lo si ren
que gli viene accordato tutto intero 1’ onore di de più fluido, il moto di questi animaletti di
tale scoperta, la quale, dappoichè fu bene com vien più sciolto e più vivo; veggonsi allora, nel
provata da altri osservatori, contribuì a rinno lor corso, percorrere una linea tortuosa, nella
vare con maggior forza una teoria della genera guisa che abbiam mostrato in a; slanciano sem
zione in assoluta opposizione con quella degli pre il lor corpo da un lato all’altro; e sembrano
ovaristi. Tutti, infatti, si basarono sull’ esi remar con forza colla lor coda. Quando la goc
stenza di questi animaletti per innalzare dei cia è un po’ troppo grossa, o troppo densa, si
sistemi atti a spiegare la riproduzione, e la for scorgou soltanto quelli che si alzano dal fondo;
mazione degli animali superiori, e quella perfino e per quello che ne può giudicar l’ occhio ar
dell’ uomo. Ma sventuratameute dai moltiplici mato di un eccellente microscopio, essi portansi
e numerosi lavori intrapresi su tal proposito una o due linee innanzi, e poi si\tulfano nel
non ne derivarono che delle opinioni vaghe, le liquido. Non si ravvisa ordinariamente che quel
quali, parlando fisiologicamente, per nulla con la parte della coda dell’ animaletto, che è più
tribuirono a vantaggio della scienza. Noi non prossima al suo corpo. La sua estremità rimane
esporremo le differenti ipotesi alla lor volta al disotto della parte fluida; talvolta eziandio
proposte su questo riguardo; appartiene esclu nel piegarsi dall’ alto al basso è dessa trascinata
FISIOLOGIA 89
all’insù, come si può vedere alla lettera b. In col miglior microscopio. Ciò nonstante questi
generale, le code di questi animaletti sono cotan animaletti possono vivere per tre oquattro gior
to sottili, che anche sotto il più sensibile ingran ni, nello sperma ottenuto da un’ animal viven-»
dimento non giungono alla spessezza del capel te ; si è pure talvolta riscontrato che vivevano
lo il più fino : è d’ uopo quindi della più scru ancora dopo ventiquattro ore nelle vescichette
pelosa attenzione per ravvisare e non tener (1’ uomini periti da una morte violenta.
d’occhio che quelli che si alzano tanto da ren Non si rinvengono questi animaletti soltanto
der visibili le loro code. Taluni si affondano in nello sperma dell’ uomo, ma eziandio in quello
guisa di non apparire che come un’ ombra c , dei mammiferi, e di alcuni animali appartenenti
altri rovesciano per tal modo la parte inferior ad altre classi: in quello, per esempio del gallo
del lor corpo , che si fan vedere appianati e domestico, e dell’ anitra in particolare; come
trasparenti, quasi che mostrassero la schiena d. pure nel latte di certi pesci, quali il carpione,
Allorquando si espone ad una dolce tempe il luccio, la tinca, la trotta cc. cc. Se ne osserva
ratura il liquore seminale dell’ uomo, desse rono pure negli organi genitali dei molluschi,
ispessisce, ed il moto di questi animaletti cessa degli insetti e dei crostacei; ma da qualsiasi
prontamente. Se poi si lascia raffreddare , si animale provengan essi, ella è però cosa di fat
scioglie di nuovo, ed essi riprendono la loro to, che tali animaletti han sempre ad un dipres
attività fino al momento, in cui il liquore ritor so lo stesso volume; nell’ uomo soltanto la loro
na ad addensami. Gleichen, dall’ opera del quale pretesa testa è più grossa e voluminosa di quel
noi abbiam tratto una parte di queste nozioni, che nei mammiferi; negli uccelli, negli insetti,
li.vide sovente conservar la medesima attività nei molluschi testacei, sono generalmente più:
per tre ore ; ma alla quarta divenivano langui tenui e più vermilbrmi.
di, e non era più possibile di ravvisarli anche
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90 LA MEDICINA PITTORESCA
PATOLOGIA ‘
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LA MEDICINA PITTORESCA
ANATOMIA
AÉteria aorta toracica e rami che ne derivano. (Tavola XII, fig. 2, secondo Trapum.)
MEDICINA OPERATORIA
--*fiQH+-.
- Legatura dell’ arteria sotto-claveare sinistra. scolo sterno-mas toideo ; una seconda incisione
lunga due pollici e parallela al detto margine,
’ (Tavola XII, fig. 3. Secondo il sig. Dazrncn.) viene abbassata sopra la prima ; quindi si passa
al di sotto delle un ioni della porzione clavico
Coperta dalla clavicola, rinchiusa in parte lare del muscolo sterno-mastoideo una sonda
nel petto, almeno difesa dalle pareti di questa scanalata , che serve di guida ad un bistorì col
cavità, 1’ arteria sotto-claveare ofl're all’ esterno quale viene quella divisa fino al tendine esclu
poca presa. Tuttavia essa non è invulnerabile, sivamente. Un assistente solleva il lembo, ed
e fu più volte sede delle afl'ezioni alle quali sono allora l’operatore portando il dito dietro il mu
esposte tutte le altre arterie. Nulla meno egli scolo scaleno, nella parte più bassa della ferita,
è piuttosto per le malattie dell’ ascellare, anzi rinviene l’ arteria, l’ isola, vi passa sotto il filo
chè per le proprie che. si sega l’ arteria sotto e la lega.
claveare, ciò che importa una delicatissima ope La figura 3 rappresenta 1’ arteria sotto-cla
razione, sia attesa la profondità alla quale si veare isolata, e disposta per essere legata. Il
trova quest’ arteria, come pegli organi nume dito indice della mano sinistra ha abbracciato
rosi che la circondano, i quali devono colla il plesso brachiale, e lo ha portato quasi al li
maggior circospezione essere risparmiati. Al vello del taglio esterno. Si scorge al di sotto di
lorquando si vuol legare il tronco medesimo questo dito la vena succlavia, che, attesa la vio
di quest’ arteria, conviene afl'errarlo avanti il lenza che ha sofferto il plesso, sembra descri
suo passaggio tra i muscoli scaleni. A tal uopo vere una linea semi-spirale intorno all’ arteria
posto 1’ ammalato a giacere colla testa piegata al disotto del punto dove quest’ ultima è solle
verso la spalla opposta ed il dorso,'si fa un’in vata da una sonda scanalata e ricurva, la.quale
cisione, nella regione inferiore del collo, paral deve servire a condurre una legatura int0rno al
lela al margine superiore della clavicola, la quale detto vaso, mediante un ago flessibile che deve
si dilata dall’ articolazione stemale di questo esserne munito.
osso fino al di là del margine esterno del mu
_*Hfiî‘i*_
LA MEDICINA PITTORESCA
TERAP EUTICA
-*P‘ÙW
1’ uso, non solo nello stato di pletora e di in termine generale delle sanguisughe medicinali,
fiammazione, ma eziandio nelle malattie del veruna specie dei sette altri generi creati per in
cervello con congestione ed esaltamento. del si smembramento delle hirudo, Lin., non essendo
stema nervoso. nè potendo venir impiegate al medesimo scopo.
Il muschio ordinariamente si prescrive in Le sanguisug/ze che abitano le acque dolci,
polvere , sia mescolato allo zucchero o ad altre sono dunque le sole veramente medicinali. Esse
medicine polverulenti , sia in oleosaccaro , sia si conoscono dalla forma di frutto d’ oliva che
sospeso in bevande, in julebhi, in clisteri, sia vestono per poco che vengano stuzzicate. il
in fine associato a diversi estratti e ridotto alla loro corpo è allungato, depresso, ottuso poste
forma di pillole. Pure talvolta lo si prescrive in riormente, gradatamente assottigliato in avanti,
tintura alcoolica od eterea 5 altre fiate se ne l'ab composto di 98 segmenti, corti, eguali, distin
bricò un’ acqua distillata , la dose della quale tissimi e rilevati sui lati; il loro succhiatoio,
può variarsi da una a tre once. In generale tre poco concavo, è a doppie labbra, il superiore
o quattro grani di muschio polverizzato, presi delle quali è molto sporgente, quasi lanceolato,
ogni otto o dodici ore, bastano alle persone ir formato da cinque primi segmenti. La bocca è
ritabili, e se ne può accrescere la dose per quel grande, le mascelle dure, molto compresse , ha
le che sono meno impressionabili. Preso in tal due file di numerosi denticini, acutissimi e sti
forma il muschio non è quasi mai respinto dal patissimi, tanto più grossi ed acuti quanto sono
vomito, nemmeno negl’ individui che sono av più vicini al margine esterno. Se ne distingue
versi al suo odore. Quanto alla sua tintura, la un grande numero di specie, tra le quali cinque
si prescrive da venti gocce fino a mezza dram sono ancora poco conosciute; tuttavia potreb
ma, ed anche più in là. - bero esser tutte impiegate in medicina, ma
Si unisce talvolta il muschio al nitro, al ci presso di noi si fa più particolarmente uso della
nabro, che ne modera, si dice, la virtù eccitante : sanguisuga officinale (sanguisuga oflicinalz's), il
alla canfora, che si crede pel contrario che ne corpo oblungo , depresso e ristrettissimo della
la accresca : ali” oppio, alle resine, ai balsami, quale è composto di un grande numero di anelli
all’ ambra, agli olii essenziali, all’ ossido di zin e termina in due estremità tronche, ciascuna
co, a certi antispasmodici. Forma per ultimo la capace di dilatarsi in un disco carnoso, che, non
base di un gran numero di formule officinali o meno,di una ventosa, si attacca formando il vuoto
magistrali, la maggior parte delle quali è oggidì con un valido succhiamento. Il dorso di questa
posta in dimenticanza. sanguiÈuga, che è la specie principale , è con
vesso, nerastro, listato di giallo. Il suo ventre
è piano, giallastro e macchiato di nero, la sua
DELLE SANGUISUGHE pelle, benchè molto ruvida , sembra sempre li
scia al tatto perché trasuda un umore vischioso,
Della sanguiruga q/fzcinale e del suo uso destinato ad agevolare i moti dell’ animale. Il
terapeutico. suo ano è dorsale e non terminale 3 la sua testa,
nello stato di contrazione, è molto più puntata
(Tavola XII, lig. 10.) dell’ estremità posteriore 3 in fine la sua bocca
presenta un’ apertura triangolare , collocata al
La cognizione di questi animali, successiva fondo della ventosa anteriore, armata di tre pic
mente classificati tra i pesci, i rettili, i vermi e cole mascelle, con una sessantina di denti acu
gli insetti, ascende alla più rimota antichità, e tissimi e fortissimi per ognuna, onde forare la
se la distinzione un po’ accurata dei medesimi pelle degli animali col sangue dei quali si nutre
è recente, il loro uso terapeutico è molto anti questa sangmsuga.
co. Per lungo tempo, le sanguisughe non furono La sua lunghezza varia dai tre ai sei pollici.
muosciute che pegli accidenti che potevano ca La sanguisuga medicinale (IO), nella quale si
gionare attaccandosi al fondo della bocca di co conoscono due varietà di colori, 1’ un nero e
loro che per sbadataggine le avessero inghiot l’ altro verde, 5’ incontra in tutte le parti d’Eu
tite. Esse quindi non vennero usate nella cura ropa, soprattutto nelle acque stagnanti e pure,
delle malattie se non assai tardi. I greci le chia dove nuota alla guisa delle anguille, mediante
mavano fi3!ÀÀa, ed i Romani hirudo,ovvero san un muoversi vermicolare che quasi sempre suc
guisuga. Quest’ ultimo vocabolo che s’ incontra cede dal basso all’alto. Essa cresce non solo
in Plinio, è oggidi ricevuto dai naturalisti, come _ per isviluppo di parti. ma ancora per aggiunta,
.‘.“1 al. fin. ‘l
[02 LA MEDICINA PITTORESCA
cioè a dire, le sanguisughe più grandi hanno un con acqua un po’ riscaldata. Si avrà specialmen
numero più grande di anelli delle giovani. Il te cura di scansare gli estremi della temperatura,
suo nutrimento sembra essere comunemente il sole ed il ghiaccio, gli odori acuti, non per
animale ; il suo accrescimento avviene assai len mettere che si ammassino nel vaso le mucosità
temente ‘, s’ ignora a quale età precisamente le che da esse trasudano, la putrefazione la quale
sanguisughe officinali sono in istato di ripro è una delle cause più frequenti delle epizoozie
dursi; ma ciò che si conosce molto bene da che le fanno perire ; bisognerà pure cavar fuori
qualche anno, si è che esse depongono nelle le morte e le ammalate , in fine sarà opportuno
paludi o nei ruscelli che abitano, una massa il non porle in vaso troppo angusto onde pos
d’ uovi sotto la forma del bozzolo del bacco da sano liberamente agitarsi senza tocczusi di so
seta, composta d’ una massa gelatinosa formante vente.
capsula all’ esterno e rinchiudendo nel su0 seno La conservazione delle sanguisughe si pro
un numero più o meno grande (1’ uova, dai quali cura in vivai costrutti di diverse materie, e
devono uscire le giovani sanguisughe. propri ad agevolare la loro riproduzione; indu
Raccolta, scelta e conservazione delle san stria novella sopra la quale si fonda la speranza
guisughe. -- La raccolta delle sanguisughe me di non restar privi di questi animaletti. Uno
dicinali non richiede molta diligenza; uomini e dei migliori processi promulgato dal sig. Achard,
fanciulli vanno a pescarle colle gambe nude nei farmacista alla Martinica, consiste nel rinchiu
luoghi ove riposano, e prendono quelle che 50 derne più migliaia in un ampio tino di legno,
prannotano o si attaccano alloro corpo. Talvolta di marmo o di terra inverniciata , intorno ed
SI. valgono dell’ esca per avvicinarle. In generale inferiormente al quale si praticano molte aper
si raccolgono nelle paludi o negli stagni dove ture a graticola; il fondo di questo tino è co
l7 acqua è placida; se ne raccoglie anche nelle perto da uno strato di argilla della consistenza
fosse. di una molle pasta, che si ricopre di acqua in
La scelta delle sanguisughe non è indiffe guisa che ne venga solamente umettato. Egli è
rente, non che ve ne sieno il cui morso torni in questa argilla mescolata di museo e di zolle,
più pericoloso di quello delle altre, siccome per che le sanguisughe depongono iloro bozzoli
molto tempo si ha opinato, ma perché soventi ovoidei, composti di un involucro spugnoso e
volte si confonde colla sanguisuga oflicinale una di una doppia membrana che rinchiude da 6 a
altra specie che non morde. Bisogna dunque 8 individui, immersi in una specie di mucilag
saper ben distinguere queste due specie. Le gine. Le giovani sanguisughe che nascono cosi
più apprezzate sono quelle che si trovano nei domestiche, possono vivere colà per molto tem
ruscelli d’ acqua corrente, o che si prendono, po, e ciò tanto più facilmente, che traversando
sia colla mano, sia con un filo di crini. Egual i bronchi di museo nei quali amano appiatarsi,
mente buone sono quelle che si attaccano alle più agevolmente si purgano dalle mucosità che
gambe dei pescatori, specialmente quando que ricoprono il loro corpo, specialmente nelle sta
sti uomini giungono a staccarle prima di pro gioni tempestose, e sono la più ovvia cagione
varne il morso; si devono rigettare possibil della loro morte. Parecchi farmacisti, princi
mente tutte quelle che furono prese coll’ esca. palmente in provincia, e le persone che ne fanno
Il modo di conservare questi animali sem un grande commercio, stabbiano , a cosi dire,
bra a bella prima molto facile, poiché consiste le loro sanguisughe in piccoli bacini d’acqua
nel metterli in una sufficiente quantità di acqua, nei loro giardini dove possano di leggeri nu
che si deve frequentemente cambiare, special drirsi e moltiplicarsi. In generale, da più anni,
mente durante i grandi calori. Nulla di meno li si dà una grande impartanza alla conservazione
si vede spesso morire in grande numero, sia delle sanguisughe, il consumo annuo delle quali
per Cagione delle variazioni atmosferiche, sia è calcolato per la città di Parigi a tre milioni.
per le malattie alle quali essi sono abitualmente Il trasporto delle sanguisughe si fa in sac
sottoposti. Si schiverà questo sconcio, conser chi, che si mantengono accuratamente umettati,
vandoli nell’ estate in vasi coperti da una tela quando il viaggio dura solamente alcuni giorni,
mediocremente stipata , con entro dell’ argilla ma quando deve essere più lungo, si pongono
o sabbia di riviera, la cui acqua sarà spesso can in botti piene di acqua e foracchiate al di so
giata, od anche si rinnoverà mediante un getto pra. E in questa guisa che si portano dal con
continuo. Nell’inverno si collocheranno le sangui tinente in Inghilterra, dove sono ancora raris
sughe in sabbia umida che ogni giorno si laverà sime, malgrado le frequenti importazioni che
TERAPEUTICA 103
si fanno in questo paese per la via di Bordeaux ghe fu ritenuta utile e necessaria, importa so
e specialmente di Lisbona. prattutto di stabilire il luogo in cui questa deve
Dell’ mo terapeutico delle sanguisughe. - esser fatta. Ordinariamente vengono applicate
Le sanguisughe possono essere collocate fra ilalla pelle, e, ad eccezione della palma delle mani
novero dei mezzi più preziosi che possiede la e della pianta dei piedi, posson esser poste su
medicina. Sthal dice pure che se si vuol am tutte le parti del sistema dermoideo ; si dovrà
mettere gli specifici, esse meritano questo no però in generale astenersi dall’ applicarle in
me, attesa la loro sperimentata efficacia nelle que’ siti in cui desso è molto esile, e vi sia flo
soppressioni delle evacuazioni sanguigne; ma scio il sottoposto tessuto cellulare, come alle
la loro applicazione deve essere sempre fatta palpebre , allo scroto, altrimenti succeder ne
con discernimento : esse sono indicate nella potrebbero degli ecchimosi considerabili ed 0
maggior parte delle congestioni sanguigne ed stinati. Si applicano talvolta sopra le membrane
infiammatorie. Siccome ci è impossibile l’espor mucose; sulla _pituitaria, ad es., sulla congiun
re i casi numerosi nei quali il loro uso è neces tiva, la membrana che investe il condotto auri
sario, noi ne indicheremo solamente alcuni. colare esterno, quella della bocca, della faringe,
Adopransi di rado le sanguisughe nelle febbri della vulva. In questi ultimi tempi si è cercato
essenziali a meno che non succeda una conge di rimettere in vigore la loro applicazione sul
stione sanguigna verso un organo importante, collo istesso dell’utero, applicazione consigliata
come è il cervello. Applicate alle tempia ed al già fin dal secolo decimo settimo ; ma 1’ espe
collo fanno cessare le ostinata cefalalgie, che com rienza non ha ancor pronunciato sugli avvan
plicano sovente le febbri intermittenti. Esse taggi di siffatto processo, all’ ammissibilità del
mostrano una grande efficacia nel trattamento quale le sociali convenienze opporranno mai
delle flemmasie cutanee croniche: quali sono sempre un possente ostacolo. Si possono pure
parecchie specie di erpe'ti, la copparosa, le pu far mordere le sanguisughe sovra tessuti nudi;
stole inveterate della faccia; nè tornano meno si ricorre talvolta a questa pratica, onde sgor
vantaggiose nei casi (1’ oftalmia, d’ angina ton gare le ulcerazioni di diversa natura; ma aver
sillare, laringea o tracheale, in certe flemmasie si può il medesimo effetto collocandole ai din
degli organi toracici, nelle blenorragie con in torni di tali esulcerate superficie.
cordatura del pene e gonfiamento dei testicoli, Maniera d’ applicare le sanguisughe. -- La
nella gotta infiammatoria, e nel reumatismo, principale avvertenza da aversi prima di venire
nel quale tornano vantaggiose sotto duplice a alla pratica di questa piccola operazione,si èquel
spetto, e per torre l’ ingorgo alla parte dolente, la di scegliere fra le sanguisughe le|più propriea
e per far un punto di contro-irritazione sulla quest’ uso. In generale saranno pre eribili quelle
pglle. Prescrivonsi pure con successo nel trat di una mezzana grandezza, che son vive, che si
tamento delle emorroidi, per richiamare la sop contraggono, che diventan ferme e dure allor
pressione dei locbi, per favorire la riordinazio quando si toccano, od attaccansi facilmente alla
ne dei catameni, allorché succedono senza re mano di chi le raccoglie. Fatto questo, se la
gola, osieno soppressi, od abbian preso altra pelle del malato è per natura ontuosa, odorosa
strada, o perché infine all’ epoca critica la ces o sporca per le diverse escrezioni, la si lava in
sazione non sia troppo rapida. Nella cefalalgia ' a con acqua e sapone, poscia con acqua
e nell’apo lessia, le sanguisughe, applicate al tiepida, dalla quale si asciugherà con molta dl
collo, alla fiionte, alle tempie e posteriormente ligenza. Se è coperta da peli, questi verran rasi
alle orecchie, possono riuscire salutari. Poste per quanto si può, onde riesca più facde a que
all’ ano, furon sovente molto utili nell’ ipocon sti animaletti l’ attaccarsi ed il succhiare, che
dria, nella melanconia e mania. La loro appli per ciò si applicheranno in allora sia ad uno
cazione agli angoli della mascella ha, molte volte, ad uno, prendendoli per la coda fra il pollice e
ne’ fanciulli calmato quelle convulsioni che pro l’indice, sia in massa, ponendoli tutti in una
vengono dalla dentizione. In generale sono di coppetta di vetro , od un calicetto , al cui orlo
una grande risorsa in tutte le acute flemmasie stia accomodato e sporgente un pezzo di doppia
addominali, nelle infiammazioni o turgori san tela : cesto mezzo è ritenuto come infallibile
guigni dei vasi capillari, ed in tutti quei casi in da Debreims. Talvolta si fa uso di un tubo aperto
cui si voglia operare una derivazione od eva in ambo le estremità, nel quale 5’ introduce per
cuazione sanguigna lenta e graduata. primo il capo di questi animali. Mediante una
Allorquando l’ applicazione delle sanguisu specie di stantuffo che ottura perfettamente il
ro4 LA MEDICINA PITTORESCA TERAPEUTICA
tubo, e striscia con facilità lungo tutta l’ interna verle a numero , dosarle secondo il lor peso,
superficie, vengono le sanguisughe spinte verso partendo da questo dato, che ciascun’ indivi
il luogo che devon mordere, modo che torna duo di una mezzaua grossezza deve succhiare
molto utile, allorquando è necessario applicarle una quantità di sangue doppia del suo peso.
sulla congiuntiva, alle gingive, per entro le na' Accidenti che possono conseguire all’ ap
rici, ed ai dintorni dell’ano. Se 1’ applicazione plicazione delle sanguisughe, e mezzi di rime
si fa sulla pelle, giova fregarla dolcemente con diarvi. - Diversi accidenti possono risultare
un pannolino asciutto, fino a che comincia ad dall’ applicazione delle sanguisughe. In qualun
arrossare; d’ ordinario però la si inumidiscc que luogo, in fatti, sien esse applicate ne pos
con un po’ di latte, od aequa inzuccherata, pre son derivare delle emoraggie talmente forti da
cauzione inutile, imperocchè se, come osserva compromettere la vita dei malati , o da gettarli
Dehreims, per questo mezzo le sanguisughe at per lo meno in una tal prostazione di forze, che
taccano meglio, non mordono per altro che più valga a prolungare notabilmente la loro conva«
difficilmente. Posti questi animali sul luogo in lescenza. Un tal accidente è temibile soprattutto
dicato, non bisogna tormentarli acciocchè si di nei ragazzi, particolarmente dietro l’ applica
stacchino presto, meno poi strapparli, perché zione di sanguisughe al collo, parte sulla quale
non sarebbe difficile che si sviluppassero dei non si può esercitare che una assai debole corn
piccoli flemmoni dolorosissirpi. Allorquando si pressione. Si dovrà in tutti i casi ricorrere im
sono essi empiti di sangue, vale a dire, in capo mediatamente a questa, allorquando possa venir
di tre quarti (1’ ora od un’ ora, cadono natural posta in pratica ; altrimenti, se il pericolo non
mente privi di moto ; se è necessario provoca è grave ed imminente da necessitare la caute
re il loro distacco, sia perché hanno morsicato rizzazione delle ferite con il ferro rosso o gli
fuori del sito in cui dovevan esser poste, sia escarotici, si dovrà tentare l’ uso dei mezzi
perché il loro morso è troppo doloroso, si piz emostatici propriamente detti. Si adopera co
zica loro la coda, o si spolverano leggermente munemente un doppio strato d’agarico di quer
di sai marino oppure di tabacco. cia, sia solo, sia spolverato di resina o d’ allu
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E raro che appena staccate le sanguisughe me, sia inzuppato d’ aceto; si impiega pure le |
7% ,J
si voglia fermare il sangue che scola dalle ferite filaccica, la spugna fine ed asciutta, l’ esca, l’al
da esse prodotte. Al contrario, si cerca ordina cool, l’ aceto, la gomma arabica in polvere, la
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riamente di favorirne più o meno la uscita con tela di ragno , il gesso polverizzato , la colofo
delle lozioni di acqua tepida, delle fumigazioni, nia ec. Ma fra tutti questi mezzi nello al quale
o per mezzo dell applicazione di cataplasmi dar si deve la preferenza, si è l introduzione
caldi fatti con farina di lino o di riso, a seconda forzata mediante la testa di un ago, 0 di uno spe
della quantità del sangue che si vuol estrarre, e cillo, di un pezzetto di carta masticata nel fondo
di quella già succhiata dalle sanguisughe. Do o dell’ apertura, d’ onde sgorga il sangue. Se, co
ciò si sospende lo scolo ricoprendo ciascuna f) me é talvolta avvenuto, qualche sanguisuga siasi
rita con uri pezzo di agarico preparato sopra introdotta oltre le fauci , nello stomaco, od in
cui si applicano delle piccole compresse ed una qualcuna delle cavità all’ orificio delle quali si
fasciatura contentiva. Di rado si è stati (1’ ac sia fatta l’ applicazione, è d’ uopo cercar subito
cordo sopra la quantità di sangue che succhiar (1’ afl'errarla colla pinzetta, e nei casi ne’ quali
e ritener possono le sanguisughe , la maggior non si potesse riuscirvi, si rimedierà a questo
parte degli autori la calcolano ad una mezza accidente, col far giugnere , nella cavità in cui
oncia. In generale, una sanguisuga officinale, questi animali si sono introdotti, un liquido,
piccola, ne assorbe all’ incirca 50 grani o due che li sforzerebbe a distaccarsi , come il vino,
volte e mezza il suo peso, una mediocre 80, o una soluzione d’ idroclorato di soda, 0 dell’ 3.
due volte il suo peso -, una grossa 80 egualmente, equa con aceto. Se le sanguisughe fossero di
od una volta soltanto il suo peso. Dietro un tal scese fin nello stomaco , indipendentemente
calcolo, il metodo generalmente adottato per la dall’ ingestione dei liquidi sunnotati, l’ uso dei ’
prescrizione delle sanguisughe riuscirebbe dun vomitivi i più energici sarebbe dalla massima
que incerto, sarebbe meglio, invece di prescri indicazione.
LA MEDICINA rmonssca 105
ANATOMIA
--»saca sw
PATOLOGIA
TERAP EUTICA
-*r<-esv
ANATOMIA
PATOLOGIA
--4DÈO=H+_
Un’ abbondevolissima esalazione sierosa succe antiche città del Rubicone presso le rive del
de tra le lamine del tessuto sotto-cutaneo della Mediterraneo e in altre località della vecchia
parete anteriore del basso-ventre, e sovente Europa, non è nè c<mtagiosa nè ereditaria. Ella
pure fra quello delle grandi labbra dei margini attacca tutte le età, tutti i sessi, i ricchi egual
dell’ ano o dello scroto. Se quest’ ultima parte mente che ipoveri, quelli che si nutrono di
è la sede primitiva della malattia, i dolori sono vivande buone e delicate, come quelli che vi.
vivissimi 5 talvolta l’ infiammazione si propaga vono d’ alimenti malsani 5 infierisce sui negri
fino ai testicoli ed al pene, indi sopraviene un’e non altrimenti che sui bianchi, e non risparmia
salazione morbosa, per la quale questa parti neppure gli animali. Sembra soprattutto provato
giungono ad un volume mostruoso. (Ved. la fi che la subitanea impressione del freddo sopra
gura 3.) un corpo riscaldato dalla temperatura in seno
Il più ordinariamente la malattia si fissa so alla quale egli vive, che la frescura penetrante
vra uno dei membri addominali 5 di raro gl’in delle notti,aumentata talvolta da’correnti d’aria
vade tutti due ad un tratto. Questi membri a che a bella posta si stabiliscono nelle abitazioni,
cquistano allora delle dimensioni cosi spropor come suol praticarsi all’ isola delle Barbadi 5
zionate relativamente alle altre parti, e presen che i passaggi repentini dal caldo al freddo, ne
tana delle forme sifi'attamente bizzarre, che egli sieno le cause le più generali. Ella si fa endemica
è impossibile di formarsene un’ idea. La fig. 4 se come nella zona torrida, o in alcuni altri siti
rappresenta uno di questi enfiamenti prodigiosi, dell’ Europa meridionale, queste cause agiscono
accaduto in una donna di 44 anni, la malattia continuamente a cagione di venti irregolari. Di,
della quale, e per riguardo al suo modo (17 in venta al contrario epidemica, se, come ebbero
vasione e a’ suoi differenti accessi, offriva la occasione di osservare parecchi medici, il can
maggior parte dei sintomi morbosi, che carat giamento delle stagioni riconduca una certa riu
terizzano la vera elefantiasi degli Arabi. In al nione di circostanze proprie a darle origine. Le
cune circostanze manifestansi all’ intorno dei cause particolari od individuali che valgono a
malleoli delle piccole ulceri, che divengono fi produrla sono ancor troppo poco note, perché
stolose, e, lasciando sgorgare una gran quantità si possano avvertire. Frattanto, secondo Alard,
di sierosità diminuiscono il tumore ed alleviano considerar si può, qual una delle più frequenti e
l” incomodo suo peso. Altre volte il tumore è la soppressione di qualche naturale od abituale
pieno ed unito alla guisa di un sacco ben empito evacuazione. Questa infiammazione non è quasi
o di un otre 5 sovente offre come delle conca mai mortale, e se termina in una maniera fune
merazioni di modo che ciascun degli accessi sem sta, ciò accade perché lo stomaco , gl’ intestini
bra esser prodotto di una parte della grossezza o il cervello divennero la sede di una lesione
del tumore. La pelle, dice Alard, vedesi ordi simpatica profonda.
nariamente liscia, nè mostra alcun mutamento Si conoscono alcuni esempi di elefantiasi
di colore nei climi di una temperatura modera guariti spontaneamente dopo uno o più mesi
ta, e di una certa secchezza , e a seconda pure di durata. Ma 1’ esperienza ha provato che non
della fortuna e delle occupazioni dei malati. bisogna abbandonare questa malattia alle sole
Nell’ Egitto marittimo, lungo le riviere di C0 risorse della natura. Devesi pure in alcune cir
chin, e sovente alle Asturie, presso ad abitanti costanze , andar molti cauti nell’ uso di certi
che vivono in luoghi bassi ed umidi, o che son rimedi curativi, quali il salasso, le scarificazioni
costretti per la lor condizione atenere continua e i vomitivi, de’ quali forse un po’ troppo abu
mente le gambe in acqua, i vasi della pelle es sarono i medici dell’isola delle Barbadi. In ge
sendo varicosi, questa si mostra di un color bru nerale, egli è sul primo principio dell’irritazio
no 5 a poco a poco gl’ integumenti perdono della ne, che devono essere adoperati gli antispasmo
loro mollezza; copronsi nell’ isola delle Barbadi dici. In tal caso si dà la preferenza all’ ossido
di piccole verrucche , e nell’ Egitto di croste di zinco sublimato, il qualesembra godere della
gialle o di un aspetto ributtante. Infine si for facoltà di calmare, in questa malattia, i vomiti
mano delle screpolature sul membro affetto, il e le ansietà, cui vanno soggetti imalati nel
quale aumentando di volume ad ogni accesso momento degli accessi o delle esacerbazioni
diventa enorme, e di una defformità altrettanto periodiche dell‘infiammazione. Si può parimenti
svariata che bizzarra. ricorrere con vantaggio ai bagni freddi, e a
Questa malattia, che si rinviene nell’ Asia e quelli di mare , poi alla china 0 sola od unita
nell’ America, che si osserva ancora in alcune all’ oppio, affine di prevenire gli accessi, e cer
H]; LA MEDICINA PITTORESCA
car di togliere quella specie di periodicità, che di sopportare il suo incomoda , piuttosto che
sembra affettare 1’ elefantiasi. Si dovrà inoltre sottomettersi ad una cura, che tornar potea do
guarentire la parte malata dalle impressioni lorosa. Per due anni restò in uno stato sifatta
dell’ orina , o meglio ancora involgerla in una mente penoso, a quest’ epoca tutte le parti creb
flanella imbevuta di decozioni ammollienti, e bero considexfiilmente di volume. Lo scroto
narcotiche. Calmati iprimi accidenti infiamma abbassò di alcuni pollici, il pene, divenuto mo
tori, si favorirà il riassorbimento dell’umore struoso, avea quasi 12. pollici di circonferenza,
contenuto fra le areole del tessuto cellulare col e terminava in una specie di tumore della gros
mezzo di una fasciatura compressiva conve sezza all’ incirca di una noce, il quale era for
nientemente applicata. Torneranno utili per se mato dal prepuzio. Superiormente a questo tu
condare gli effetti salutari della compressione, more, ricurvo all’indietro, e come, trattenuto
alcuni topici sedativi, dei leggeri ripercussivi, dal frenulo (ved. la figura) ci avea un foro, che
uali l’ acetato di piombo liquido, od una solu metteva nel canal uretrale , ove poteasi i'acil.
zione di solfato di zinco. Se il gonfiamento ha mente introdurre il dito mignolo; nissuna traccia
invaso o 1’ una o l’ altra delle estremità inferiori, si scorgeva de’ testicoli. In fine, per quasi tutta
il malato sottoposto ad un tal trattamento con la loro estensione, lo scroto e la verga vedeansi
verrà rimanga a letto per alcune settimane, ac coperti da rugosità , da piccoli tubercoli, e da
ciocchè il membro affetto possa sempre star in ineguaglianze più o men pronunciate, simili a
una posizione orizzontale. Se i tumori contano quelle che si osservavano ai taloni, ed ai ginoc
parecchi anni d’ esistenza , poca è la speranza clxi. Essendo questo malato morto di tutt7 altra
del successo, anche praticando l’ amputazione, malattia, di quella che abbiam ora narrata, ven
la quale, nella maggior parte de’ casi, riesce più ne sezionato, e si trovò che la pelle del tumore
dannosa che utile. non era solamente più ispessita del naturale,
Osservazione d’ un equantiasi, della serata, ma che presentava ancora delle piccole cellule
dei testicoli e del pene. -- Cristiano Ketwig, la o separazioni, di cui ciascuna capiva una certa
cui malattia offre molta rassomiglianza con quella quantità di un’- amor denso e gelatinoso. I piedi
che Larrey ha fatto disegnare nella sua Memo ed i tegumenti del pube mostravano il medesi
ria sul sarc0cele, fu, nel I 723, attaccato da una mo fenomeno. I due testicoli voluminosissimi
risipola intermittente, la quale dopo aver sulle occupavano il centro di questo tumore -, il de
prime afl‘etto ad una volta, e le due gambe è i stro, mancante della sua tonaca vaginale, era
due piedi si propagò fino allo scroto. Questa della grosaezza di un’ uovo di oca, diviso in tre
parte, conservando pure il suo color naturale, scompartimenti, e tanto nella sua parte superiore
prese ad un tratto delle dimensioni enormi, e che inferiore conteneva un fluido affatto analogo
si allungò in modo, da starsene pendente fino a quello contenuto nella pelle del tumore ; in
alle ginocchia , poscia diventò rossa dura ed fine il suo centro veniva occupato da un corpo
aspra nel luogo, che toccava le cosce, senza che della grossezza di una noce, al quale mettevano
perciò il malato provasse dolor di sorta. I testi i condotti deferenti. L’ albuginea, più densa
coli si mantenevano nella loro naturale posizio dello stato normale, raccoglieva egualmente tra
ne, erano sensibilissimi al tatto, il pene mo: la sua spessezza, un liquido scolorato, il quale
stravasi grossissimo, molto duro ed allungato, stava ristretto in piccole cellule simili a quelle
per guisa che la distanza che correva dall’ in che presenta fra il suo parenchima un limone.
guinaglia al prepuzio poteva essere di 34 a 36 Avendosi aperta la vaginale del lato sinistro, ne
pollici. La regione degli inguini non avea mutato sortirono due libbre di un fluido sieroso, poco
di forma, ma le coscie, le gambe ed i piedi pre colorato, e quando si tolse il denso involucro
sentavano una tumefazione considerabile (Ved. che ricopriva il pene , si ravvisò quest’ organo
la fig. 3..) Le ginocchia ed i taloni mostravano di una piccolezza maggiore del normale. Tutto'
delle non equivoche tracce di screpolature e di il resto del corpo era perfettamente sano, salvo
rugosità. Ketwig, il quale ad onta del peso enor però il rene destro , il quale-portava una pro
me di un tal tumore poteva camminare, e che fonda ulcerazione, la quale probabilmente sarà
mangiava con un appetito eccellente , preferì stata causa della morte. '
--*fiîii+-
110
MEDICINA OPERATORIA
-*P%ìfi
sul dorso, e riduca da sè stesso le parti, o che sione ineguale e dolorosa, ratterranno esatta
mandi a cercare un chirurgo. mente il tumor erniariq nella cavità addominale,
I Cinti elastici convengono perfettamente e che senza scomporsi permetteranno ai pazienti
nel maggior numero dei casi, e allorquando di eseguire tutti ipossibili movimenti del tron
sieno ben costrutti possono contribuire effica co 0 delle membra. Qualunque cinto che non
cemente alla cura radicale delle ernia. In ge soddisfi a queste condizioni, dovrà ritenersi
nerale, tali fasciature, adempiranno perfetta come imperfetto, quasi inutile e sovente peri
mente le indicazioni, per le quali vengono ap coloso. (Begin.)
plicate, allorquando senza occasionare una pres
%Yèb
TERAPEUTICA .
_MW_
ANATOMIA
Arterie della base del cervello. (Tavola XV, fig. 2, secondo Txnnauaua.)
--ar+es+
l 20 L.\ MEDICINA PI'ITORESCA
PATOLOGIA
--*eew-
pena nelle parti inferiori di questa cavità. Un riscontrato in una donna guarita dopo lungo
tal stato dura tutta la vista congiunto sovente tempo da tisi polmonare. L’ osservazione di
ad una più che discreta salute. questa malattia, rimarclxevole specialmente, per-’
Nelle autopsie di individui che aveano si ché offre un esempio, di ciò che ordinariamente
fatti ristringimenti ad alto grado, Laennec ha si chiama ulcera del polmone, fu raccolta da
sempre rinvenuto delle aderenze fibro-cartila Laer_mec, e consegnata nel primo volume della
ginose intimamente riunite col mezzo di un sua opera sopra l’Ascoltozione mediata. Sicco
tessuto cellulàre,prodotto di un’ infiammazione me non la possiamo riferir qui con tutte le sue
secondaria. Il polmone presentava quello stato particolarità ,,e che un semplice estratto non
di compressione e flacidità, che lo fa rassomi« basterebbe a dar un’ idea esatta della malattia,
gliare a della carne muscolare, le cui fibre sono . noi indicheremo soltanto sommariamente col
talmente esili, che non si possono distinguere. l’ aiuto di lettere le diverse parti del polmone
Il suo tessuto, aggiunge quest’ abile pratico, ne che furon la sede di questo enfisema. a, a I
avea talvolta anche il colore; altre volte, inve margini del polmone insufflato e diseccato.
ce, era di un grigio un po’ carico, e meno tras b, b, b Grosse vescicole trasparenti e piene d’a
parente di quello dei muscoli dei pesci. Con ria, formate dalla riunione di parecchie cellule
chiude finalmente che non sono le aderenze aeree fortemente dilatate e confuse in una so
per sè che restringono la capacità del petto, la. c, c Vescicole aeree in un minor grado di
ma bensì il modo più o men lento, col quale dilatazione. dBilievo coperto di vescichette dì
esse sviluppansi, aggiungendo che in una pleu latate e corrispondenti ad una rottura inferiore
risia, quanto più pronto sarà‘ stato l’assorbi del tessuto polmonare. e Vescicola aerea forte
mento dello stravaso siero-purulento, tanto mi mente dilatata, sporgente, e come eduncolata,
nore sarà a temersi il grado di ristringimento alla superficie" del polmone. rosse bolle
del torace. d’ aria poste tra la pleura ed il tessuto polmo
nare. g,’ g Taglio fatto con un rasoio alla super
Porzione del lobo superior del polmone dimo: ficie del polmone, che lascia vedere la dilata
strante le diverse varietà dell’ enfisema pol zione delle cellule polmonari. Il, 11 Porzione
monare. della superficie del polmone, staccata per que
sto taglio.
(Tavola XV, fig. 4, secondo LAENNEC.)
Questa figura rappresenta un enfisema del
polmone , con rottura del tessuto polmonare,
--=H=î-tfi
TERAPEUTICA
--MQW-
(|) Tra questi merita onorata menzione il‘ d.r Lombard di mczzograno due volte al giorno; poi ripete questa dose ogni
Ginevra dalle esperienze del quale risulta essere l’aconilo dotato due ore, e a misura della_tolleranza, sa a sei, nove grani. non
di virtù specifica per dissipare le flussioni reumatiche fisse alle avendo mai trovato necessario di andare colla dose più in su; Il
articolazioni, e raggiunge la sua azione essere oltre modo solle che egli avrebbe potuto fare, seduta l’innocuità del rimedio. Da
cita, sì che bene spesso attutiscc idolori a capo di un’ora. Uc tutti questi fatti il D.r Lombard conchiude:
ncralmente però l’ azione del rimedio non si appalesa che dopo 1.° L‘estratto alcolico di aconito napello. essere fornito di azio
alcune ore anzi sovente dopo un giorno o trentasei ore. Le grandi ne specifica contro il reumatismo acuto.-'a." Cessar egli perfet
-tsmente i dolori e l’ cofinmenta, e sciogliere gli stranasamcnti di
articolazioni si risentono del rimedio, più presto che le piccole ; e
non è raro di vedere dissipati gli ingorghi alle giunture delle gi sinovia nelle articolazioni assalite da reumatismo acuto. - 3.° Non
nocchia e delle mani, molti giorni prima di quelli delle falangi. operare questo medicamento a modo di derivative in sul canale
l) influenza dell’ aconito non si estende soltanto alle articolaintestinale o sopra la pelle -4.°Amminislrato ad alla dose sti
zioni, ma si propaga alle membrane sinoviali contribuendo tflica molare fortemente l’encefalo, di cui e’ pare modifichi la circo
cemente a promuovere l' assorbimento del liquido stravasato, da lazione. - 5.” Finalmente l’estratto altoolico d’aconito napello
cui è quasi sem re accompagnato il reumatismo acuto. Le spe contenere il principio attivo di questa sostanza, per lo meno in
rienze cliniche i Lombanl non hanno confermato 1‘ azione su riguardo alle sue proprietà snti'reumatiche.
doril'era attribuita all’aconito da Stoerck. Di otto infermi sotto Questi pochi germi furono estratti da una Nota che il d.r
messi all‘ uso dell‘aconito dal medico Ginevrino , in un solo la Lombard inseri nel n.° a6, 1834 della Gaz. Itlc'd. di Parigi; nota
Malattia terminò con abbondanti sudori; anzi in un altro l’uso che ci è sembrato di tanta importanza da dover esser general
di questo rimedio ha interrotto i sudori che durarano da 15 di. mente conosciuta dai pratici, acciocchè moltiplicando le esperienze,
L’aconilo esercita notevolissima influenza sul sistema nervo-V sanzionare con ulteriori fatti le proprietà sntireumslichc dell‘acc
so: i suoi effetti sono in certo modo analoghi a quelli della bella nito. messe in si bella luce dal medico Ginerrino; se non che.
donna e del giusguismo. lnfatli,amministrato ad alta dose eccita perché gti esperimenti abbiano luogo su una scala possibilmente
sensibilmente il cervello ; cioè roduce visioni notturne fantasti analoga , noi daremo il modo col quale Lombard faceva repl
che. garrnlìtà callcgrczza inso ita. soventi vampa di ralore alla rare il suo estratto alcoolico, ed è il seguente: spremuto i succo
faccia, sbbagliamcnti di vista. ll D.r Lombard non ebbe ad osser della pianta e sommesso a leggera ebollizione per congelare l‘al
vare altri fenomeni gravi, pur unco quando colla dose era salito buminu , si fa sraporare a bagno maria, e, ripreso coll’alcoole,
ad una dramma e mezza al giorno. Al primo far uso del lime si fa di nuora superare a dolce truperatura. In questo modoi
dio, lo stomaco generalmente se ne risente, ma poco a poco si grincipii volatili non vanno perduti, come nella preparazione or
avuzza e l‘ appetito non tarda a rianin.arsi. Ninna modificazione inaria degli estratti; e il principio attivo, che secondo alcuni
imprime il rimedio alle cvacuazioni dell‘alro e all‘orina. chimici, si lascia distruggere dal calore, non ha sofferto alcuna
Quanto alle dosi dell’estratto di aconito il ll.l' Lombard modificazione dannosa. t'l‘.)
suole quasi sempre darlo solo, cominciando da un quarto o da
-*at+se+
ANATOMIA
--»»e-s Oboe
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MEDICINA OPERATORIA
-’Ni€fii-be.
dacchè una cassetta da trapanazione conteneva della piramide sul pezzo osseo che si deve levare,
oltre quattordici pezzi, consistono oggidi in un tra e preme sulla corona per mancar questo punto,
pan0, propriamente detto , col suo albero e le sue mentre che coll’ altra mano sostiene il resto dello
corone, in un tiralbndo , e in un perforatore colla stromento; dopo ciò si leva questa corona, che vien
sua vite, in diverse leve, in un coltello lenticolare, tosto sostituita dal trapano perforatore , del quale
in una forbice , e tanàglie incisive , in una 'sega a si applica la sommità sul punto segnato dalla pi
cresta di gallo, in un rastiatojo , e in una piccola ramide, indi, abbracciando la piastra in ebano che
spatola, ai quali stromenti si suole aggiungere, al termina in b, il manico del trapano ,- mediante il
momento dell’ operazione , uno scalpello o un bi pollice e l’ indice della mano sinistra riuniti in cer
stori dritto e convesso per incidere i tegomenti del chio c c, si preme su questa piastra, si afferra colla
cranio, ed una foglia di mirto od uno stuzzica-denti man destra il corpo d dell’ albero del trapano e lo
per levare la segatura che ordinariamente ingombra si fa girare per due o tre volte da destra a sinistra:
la scanalatura circolare. Indipendentemente da una mettendo di nuovo la corona in sito col perforatore,
spugna, da vasi contenenti dell’ acqua calda e fred-‘ si riprende l’ istromento come la prima volta: la
da, di alcuni cerini , qualora la camera non fosse piramide s’ impianta nel foro già praticato, e si fa
abbastanza illuminata, è d’ uopo aver in pronto per girar l’ istromento come precedentemente , avver
la pri1na medicazione, 1.° delle piccole listelle di tendo di premere egualmente su tutti i denti del
finissin:o pannolino per coprire i bordi della ferita, margine libero della sega , per tracciare cosi una
e sostenere i lembi degli integumenti durante l’ ope circolare incavatura per quanto è possibile regolare.
razione ; 2.° un pezzo di tela fine detta sindone, Quando il cammino percorso è così profondo da
tagliata in rotondo, un po’ più grande dell’ apertura impedire alla corona di sfuggire , si leva il perfora
che deve fare la corona del trapano , e traversata tore, per evitare che l’operazione divenga più lun-'
nel centro da un’ ansa del filo destinato a racco ga e più pericolosa. Riposto il trapano nella prima
mandarla esternamente; 3.° una spatola, alcuni sti-, incavatura , il chirurgo accelera il movimento di
letti bottonati, o un meningo-filace , che serve per rotazione, fino a che si è ancora ad una certa di
introdurre la sindone nell’ apertura del cranio ‘, stanza dalla dura-madre ; avendo cura però di riti
4.° finalmente delle filaccia, alcrme compresse e rar di tempo in tempo la corona non solo per ve
fascie. dere se questa agisca egualmente su tutti i punti
Processo operatorio. Disposto conveniente della sua circonferenza, ma per nettare contempo
mente l’apparecchio e rasata la testa, si oorica l’am raneamente colle spazzolette i denti, e levare la se.
malato sul lato destro, se si _vuol operare sul sini gatura che ingombra la circolare scanalatura, Quan
stro e viceversa -, sull’occipite si vuole applicare do si crede di aver quasi tutto attraversato f osso,
il trapano alla fronte o sulla sommità della testa, la si deve agire più lentamente e ricercare frequente
quale dovrà esser sempre appoggiata su di un ta mente di staccare con un elevatore od una lami
volo munito di un origliere. Essendo mantenuta netta metallica un po’ forte il disco osseo circo
fissa da assistenti (real. fig. 3) si fa un’ incisione a scritto dalla ‘corona ', infine si cessa d’ agire col
lettera Ì’o T nei tegomenti del cranio , per met trapano allorquando si fa sentire un scricchiolio
tere l’ osso allo scoperto, qualora già non lo sia per particolare, impossibile da confondersi con qualun
effetto della malattia ', l’ incisione in questa forma è que altro qualora lo si abbia pur una sola volta per
preferibile, perché nel caso che si avesse sbagliato cepito, suono che indica esser già'arn'vati alle mem
la vera sede dello stravaso, riesce più facile di riap brane. Il pezzo osseo , quando è compiutamente
plicare i lembi, di quello che l’ incisione fosse a diviso, esce qualche volta nel medesimo tempo della
croce ; incisione consigliata ed adottata pure da al corona; altrimenti lo si fa saltar fuori coll’ estremità
cuni Ciò fatto si rialzano i lembi, e con di un elevatore, adoperato a modo di leva del pri
essi il pericranio, che si distacca o coll’ unghia, o mo genere. _
con un rastiatojo od una spatola, poscia si coprono Se la sezione dell’ osso è netta , torna inutile
queste parti con un finissimo pannolino onde gua impiegare altri stromenti per regolare l’apertura;
rantirle dall’ azione della corona del trapano a a, ma siccome è raro che alla sua parte profonda vi
specie di sega circolare, avente la forma di uno ‘restino alcuni pezzi d’ osso sporgenti , cosi dovrà
staio, alta un pollice incirca , e del diametro di sei usare per asportarli del coltello lenticolare , il bot
a dieci linee. Poste a nudo per questo modo le os tone del quale sarà mantenuto tra la dura-madre e
sa, 1’ operatore afferra colla destra 1’ albero del tra le ossa, alline di far percorrere al suo tagliente tutta
pano armato della sua corona, poscia tenendo l’istro la circonferenza del foro praticato 5 se l’ apertura è
mento come una penna da scrivere, porta la punta sulla sede del male , il liquido stravasato'confimia
130 LA MEDICINA PITTORESCA
immediatamente a sortire ', se si rinviene un cor cerotto e tutta pertuggiata di forellini. Una spatola
solido straniero, lo si afferra estraendolo col mezzo od un semplice stiletto bottonato servir possono a
di pinzette od altro idoneo stromento. tal effetto, e, con 1’ uno o con l’ altro di questi stro
Comunque sia la cosa , allorquando si pratica menti, si approfonda la parte media del pannolino
la trapanazione per estrarre o rialzare della scheg nell’ apertura dell’ osso, mentre il rimanente copre
ge , tale operazione richiede delle modificazioni la faccia interna rovesciata dei lembi, e tutta la fe
particolari. Nel primo caso bisogna applicare la rita. Al disopra vi si pone della filaccica , alcune
punta della piramide sul margine dell’ osso che compresse, mantenendo poi tutto a sito mediante
presenta maggiore solidità, e far portare la corona una fascia moderatamente stretta od un fimzoletto
nel tempo stesso sui due lati della frattura ; poscia, a triangolo (1). Ne’ casi in cui per l’ applicazione
tolto lo stravaso , si deve cercare 1’ estrazione delle di più corone di trapano, avesse avuto luogo molta
parti ossee infossate distaccandole o con delle pin perdita di sostanza ossea, sideve limitarsi a coprire
zette, 0 per mezzo di tanaglie incisive, oppure, ma la dura-madre con un finissimo pannolino, ed ap
giammai senza necessità, coll’ aiuto di forbici o di plicarvi poscia l’ apparecchio che abbiamo testé
sgorbie ; nel secondo caso, quando cioè si tratta di accennato. Dopo una tal medicatura , si trasporta
rialzare dei pezzi d’ osso approfondati , si può ri l’ operato con tutti ipossihili riguardi nel suo letto,
correre, adoperandoli a guisa di leve, alla spatola dandoin una posizione favorevole alla sortita del
ordinaria, o meglio ancora all’ elevator semplice, liquido per l’ apertura. Si prescrivono delle bevande
della lunghezza- di sei pollici incirca, curvato in S, e rinfrescanti e lassative , dei clisteri dell’ istessa na
guernito di denti di lima sulla faccia concava delle tura , ed una dieta rigorosa. Si praticano , se son
sue estremità piatte a foggia di forbici. Se, dopo necessarie , anche delle sottrazioni sanguigne. La
l’ operazione, si riscontrasse che lo versamento si camera del malato dovrà possibilmente esser lon
prolunga a qualche distanza dal punto ove fu ap tana da qualunque strepito, ed avere una tempe
plicata la corona , siccome una sola non sarebbe ratura moderata. In mp0 a dodici ore la medicatura
sufficiente per dar sortita al liquido stravasato, così sarà rinnovata, e così una o più volte al giorno, se
non bisogna esitare ad applicarne una seconda ed l’ abbondanza dello scolo sembrasse necessitare una
anche una terza, avendo già l’ esperienza provato tale precauzione. Allorquando la suppurazione è
che può aver luogo senza alcun inconveniente la cessata, e scomparsa l’affezion cerebrale, allorquan
distruzione di una gran parte della volta del cranio; do infine più non vi rimane che la ferita dell’ ope
solamente quando si applicano parecchie corone di razione, si deve_ cercare di ottenere la cicatrizzazio
trapano al solo scopo di ottenere una larga aper ne avvicinando i margini, e trattandola come qua.
tura, non bisogna lasciar tra esse delle specie di lunque altra ferita semplice.
ponti, come usavano gli antichi e molti chirurghi Se il soggetto sopravvive alla grave malattia che
dei bassi-tempi ; ma al contrario disporle in modo, ha necessitato la trapanazione, si osserva, che dopo
che la circonferenza dell’ una si estendi per quanto un tempo più o men lungo, imargini dell’ apertura:
è possibile su quella dell’ altra, acciocchè non vi ri fatta dal trapano spogli del loro periostio e della
mangano tra esse che gli angoli più o meno spor dura-madre passano alla necrosi o si sfogliano, e si
genti facili a- levarsi colle tanaglia incisive ', in simil coprono bentosto di bottoni cellul08i_ e vascolari, i
caso, essendo delle nuove perforazioni del cranio quali, con quelli confondendosi che si alzano dalla.
che si fanno, il chirurgo dovrà dirigersi come ab superficie della dura-madre, e formando una specie
biam più sopra accennato (Velpeau.) di turacciolo, riempiono per questa guisa l’ apertu
1l’ledicazione e cura €011.recutiva. Terminata ra del cranio, e vengono ad unirsi a quelli che na
l’ operazione , ed evacuati _i liquidi, tolti o ridotti scono dai lembi, che riapplicansi tosto che i liquidi
in sito i pezzi ossei, conviene immediatamente oc sono compiutamente versati. Talvolta pure i mar.
giui dell’ apertura si assottigliano , avvicinansi al
cuparsi della medicatura, la quale consiste a portare
con estremo riguardo tra la dura-madre e le ossa (1)centro, e formano una specie di membrana cartila-v
sia un disco di finissimo pannolino , sindone , sia ginosa che la otturano perfettamente. Questa mem
una piccola compressa di finissima tela spalmata di brana che è tanto più sottile , quanto maggiore è
stata la perdita della sostanza del cranio, protegge
(1) Su questo noi siamo d’avviso opposto stando coll'opi
nione di Malgaique, espressa nel_ suo Illanlulle di medicina ope (1) Alcuni autori andarono più lungi, e vollero che si chiu
ratoria, pag.225; di caprzre Cioè la ferita con un_pannolzno dessc l‘ apertura del cranio con un pezzo d’asso levato dalla le
tutto pertugiala di fori nel modo stesso di una ferita ordina sta di un animale mediante una corona di trapano un poco più
ria, guardandosi bene però dal fÈU‘ [scorrere questo pannolino larga di quella di cui si è fatto uso per lo malato; pratica di
tra l’osso e la dura-madre , come lo insegnano alcuni chi un'utililà assai dubbi0sa, malgrado alcuni casi di successo che
rurghi. ' (l'.) vengono riferiti. ('l'.)
TERAPEUTICA 13:
male il cervello; per cui conviene ricorrere in tal difende nel tempo stesso questa porzione indebo
caso ad una calottola di cuoio o di cartone bollito, lita del cranio, dai bruschi cangiamenti di tempe‘
mezzo tanto più vantaggioso che nel mentre impe ratura e dall’ ingiurie dei corpi esterni.
disce alla dura-madre ed al cervello di far ernia,
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TERAPEUTICA
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ANATOMIA
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FISIOLOGIA COMPARATA
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137
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_ MEDICINA OPERATORIA
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TERAPEUTICA
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ANATOMIA
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Mal. Pi“. T. I. 19
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LA MEDICINA PITTOBESCA
PATOLOGIA
-_flélà‘ta- --
DELLE EBXlE IN GENERALE: dalla vescica, dalla matrice, da’ suoi legamenti e
dall’ovario, di rado dal colon trasverso, più di rado
e dell’ ernia inguinale in particolare. ancora dalla milza, dal fegato e dallo stomaco. La
Erniolomia , od operazione dell’ ernia. Facoltà di medicina di Parigi possede tuttavolta fra
le sue collezioni, sotto il n.° 257, il modello in cera
(Tavola XVIII, fig. 3, secondo VELPEAU.) di un curiosissimo pezzo, regalatole dal professor
Lallement, nel quale vedesi quasi tutta la metà dello
Intender devesi per ernia, dice Bicherand, dal stomaco contenuto in un’ ernia inguinale del lato
quale togliamo la maggior parte di quest’ articolo, destro. L’ ernia inguinale che si distingue in ester
qualunque spostura di un viscere, che spinto fuori na ed interna, ebbe diverse denominazioni, a nor
della cavità, che lo conteneva, protrude esterna ma della situazione del tumore e della natura del
mente formando un tumore più o meno pronun le parti per entro racchiuse. Quando queste parti
ciato, ed il più di sovente riconoscibile all’ esterno. sortono dall’ anello inguinale, la si chiama babbo
Vi hanno delle ernia del cervello, del cervelletto, nocele od incompleta. Se è formata da una porzion
del cuore, e della maggior parte dei visceri conte soltanto dell’ intestino, appellasi enterocele ,' ed
nuti nell’ addome: ma, paragonate tra loro que epiplocele se è, al contrario, costituita unicamente
ste arnie, offrono importanti differenze, per ciò dall’ epiploon ; allorquando poi amendue queste
non si è propriamente con tal nome distinto per arti entrano egualmente nel tumore dicesi entero
lungo tempo se non que’ tumori che risultavano epiplocele. Si distingue pure sotto il nome di o
da una spostura_dei visceri addominali, ed anche scheocele quando discende fin nello scroto.
oggidl, allorquando si dice che una persona è af Se 1’ ernia inguinale succede repentinamente in
etta di ernia, intendesi di un male di questa fat conseguenza di uno sforzo, apparisce ad un tratto
ta. Infatti questi slogamenti sono più ordinari. Non all’ inguine, senza che alcun prodromo aumenti la
vi ha punto delle pareti addominali, che non possa dilatazione progressiva del canal inguinale, e qua
divenire naturalmente od accidentalmente la sede lunque sia il volume dopo aver oltrepassato il ca
d’ un’ ernia. Ma 1’ anello inguinale è il sito, da nale, presentasi sempre sotto la forma di un tumore
cui più facilmente protrudono i visceri addominali, piriforme obbliquamente allungato dall’alto in bas
e quindi questa specie di ernie sono pure incontra so e dal di fuori al di dentro, colla base risguar
stabihnente più frequenti di tutte le altre prese in dante inferiormente e col peduncolo attaccato al
sieme, e costituiscono i nove decimi incirca dei tu I’ anello. Questo tumore, molle, globoso, rientra o
mori erniari. Dopo l’ anello inguinale vien l’ arco diminuisce di volume qualora l’ ammalato si pone
crurale; egli è per quest’ ultimo, che il più di so supino ; ed al contrario sorte e diventa più pronun
vente sortono i visceri addominali nella donna, la ciato se si mantiene in una posizione verticale, sotto
quale è meno esposta dell’ uomo all’ ernia inguina-' la tosse, sotto qualunque contrazione violenta e bru
le, la sol: di cui qui faremo parola: infine, le ernie sca del diaframma e dei muscoli addominali. Se un
ombellicali, considerate sotto il rapporto della loro tal tumore svanisce comprimendolo, e ricomparisce
frequenza, vengono appresso all’ ernie inguinali o tolta la compressione; se rientra senzaprodurre alcun
crurali: esse sono meno rare delle ernie della linea gorgogliamento, rumore particolare proveniente dal
bianca, le quali ultime sono ancor meno frequenti passaggio dell’ aria dall’ intestino fuori protruso nel
di quelle che avvengono alla scanalatura ischiatica, rimanente del tubo intestinale, si può presumere
ed al forame ovale. che è intestinale. Se è oblungo, pastoso, ineguale,
I visceri racchiusi nell’ addome sono tanto più difficilmente riducibile, si può risguardarlo come
soggetti a far ernia, quanto più son liberi, così l’in epiplqico; come pure se in luogo di rientrare ad un
testino tenue e l’epiploon nuotanti in questa cavità, tratto, rientra a poco a poco senza rumore, e per
trovansi a far parte di quasi tutti itumori erniari, sia mezzo di una compressione continuata, fino a che
riuniti sia i501ati. Le ernie inguinali possono esser sia interamente scomparso; infine, se una parte vien
formate dall’ intestino cieco, dal colon disccudente, ridotta con facilità, mentre il. rimanente rientra
PATOLOGIA
difficilmente è probabile che l’ernia sia formata nel Ma non è sempre facile far sparire un simil tu
tempo stesso dall’ intestino e dall’ epiploon. more spingendo nell’ addome i visceri protrusi per
Le principali cause delle ernia inguinali sono l’ anello inguinale. Il suo volume ,la sua antica du
l’esercizio del cavallo, la genuflessione protratta, rata, l’ aderenze contratte dalle parti fra loro ed il
un’ estrema magrezza succeduta in breve tempo ad sacco, l’ ingorgo, vale a dire, 1’ accumulamento del
uno stato opposto che indebolisce l’elasticità delle le materie alimentari nella porzione intestinale for
parti ; un’ inormale dilatazione delle aperture in mante ernia, infine lo strangolamento dei visceri
guinali ed addominali, la debolezza e lassezza dei per l’apertura, che gliene ha dato il passaggio, pos
margini di queste aperture, gli sforzi cui sovente, sono porre ostacolo alla riduzione. Tali sono le
si espose l’ individuo ‘, allorquando , verbigrazia, circostanze che indicano positivamente 1’ operazio
vuole spostare, caricare o portare un pesante far ne, ed alla quale si deve tanto più prontamente aver
dello. Producono eguale effetto 1’ azione del soffiar ricorso, quanto più l’ ammalato è forte e robusto,
ed i sintomi alarmanti si succedono con maggiore
si il naso, il canto, le grida violenti, l’uso degli istro
menti da fiato, il vomito, il salto, la tosse, la defe rapidità.
cazione, 1’ espulsione delle orine, e via discorrendo. Processo operatorio. L’ incisione degli inte
Molti tumori, che hanno la lor sede all’ inguine gumenti, la divisione dei tessuti posti tra l’ involu
o nello scroto, possono offrire una tale analogia lucro cutaneo, e lo strato peritoneale, l’apertura del
coll’ ernie inguinali, da rendere talvolta imbaraz sacco erniario , lo sbrigliamento dell’anello, o la di
zante la diagnostica: con un po’ d’ attenzione però, struzione dello strangolamento, la riduzione delle
e coll’ajuto dei segni commemorativi, si arriverà viscere fi10ri protruse sono le principali circostanze
sempre ad evitare degli errori pregiudicevoli. Co dell’ operazione dell’ ernia : l’ allargamento impor
munque sia la cosa, l’ernia inguinale è sempre una tante dell’ apertura erniaria non è sempre necessa
malattia molesta, incomoda e tanto più pericolosa, ria, e la riduzione immediata delle parti, suppone
quanto è più voluminosa, più antica, e che le parti che esse non sieno per anco gangrenate.
che la costituiscono subirono delle alterazioni orga Per praticare l’erniotomia si abbisogna di un
niche più considerabili. Il corso delle materie ali pannolino fino trapassato da molti piccoli buchi,
mentari è sempre più o meno impedito nella por della filaccica, di diverse liste conglutinative, di non
zione intestinale che fa ernia. Il malato va frequente poche compresse fine di differente forma, di un
mente soggetto a sconcerti nella digestione, a coli cinto di configurazione corrispondente al sito del
che più o men vive, ed anche all’intercettamento del l’ ernia, di una fascia ruotolata, di un bistori retto,
corso delle materie, sia che queste, accumulate in uno convesso, un bistori concavo di Polt, a un bi
troppo grande quantità in un’ansa intestinale che ha stori retto bottonuto, di alcune buone pinzette da
perduto della sua elasticità, la ingorghino in modo dissecare, di forbici ritte a punta ottusa, di varie
che le materie, che incessantemente vi sopraggiun sonde scanalate flessibili, ottuse, di alcuni fili ince
gono si soffermino al di sopra di questo ostacolo, sia rati e di aghi curvi da suture, non dimenticando
che sortendo una nuova porzione d’intestino o d’ e nel tempo stesso tutti quegli accessorii, che sono
piploon, I’ aner troppo ristretto strangoli le parti indicati per eseguire qualunque grande operazione.
che lo attraversano, e queste vengano ad esercitare Disposto l’ apparecchio, si colloca 1’ ammalato
sopra le medesime una costrizione dolorosa : don orizzontalmente sulla sponda destra del letto, qua
de ne proviene non solamente 1’ intercettamento lunque‘sia il lato in cui esiste 1’ ernia, e pria di
del corso delle materie, ma l’ infiammazione pure passare all’ operazione si fa radere nettare, ed
delle parti circonvicine allo strangolamento. Questi asciugare la parte. Un assistente verrà incaricato di
due accidenti, l’ incarceramento per ingorgo, e lo vegliare i movimenti della testa e delle braccia
strozzamento delle ernie minacciano del continuo dell’ ammalato : un altro farà altrettanto per riguar
le persone afflitto da tali malattie. Il primo è molto do agli arti inferiori : un terzo si porrà in faccia al
più comune nei vecchi e nelle ernie di antica data l’ operatore per tendere la pelle, e ripulire colla
e voluminose: il secondo succede più di sovente spugna la ferita -, il quarto finalmente è libero e
nei giovani e negli adulti ; infine tutti e due di presenterà gli istromenti. Il chirurgo pizzica e solh
mandano frequentemente un’ operazione pericolo leva la pelle che copre la parte superiore del tumo
sissima e sovente mortale, a meno che non si giun re col pollice e l’indice di ogni mano, e le fa ese
ga a far rientrare l’ ernia, e a mantenerla ridotta guire una doppiatura la cui direzione sia perpendi
mediante una Compressione abitualmente sostenuta colare a quella del taglio che si propone praticare.
sull’ ertura erniaria, come noi 1’ abbiamo indica Un assistente prende l’ estremità interna di siffatta
t0 parlando dei brachieri elastici, pag. 1 15. doppiatura, e l’ operatore colla sua mano destra»
144 LA MEDICINA PITTORESCA
resa cosi libera, piglia un bistori, e ne porta sulla alquanto verso la sua estremità anteriore dalla par
parte media la lamina lunga e convessa ; la incide te della scanallatura, poscia la si introduce facen
fino alla sua base, indi ingrandisce questa incisio dola scorrere tra 1’ intestino o l’ epiploon, e la
ne, la quale riesce sempre troppo ristretta, facendo faccia interna del peritoneo. Introdotta la sonda
sollevare da un assistente il labbro interno della fe se ne abbassa la piastra per applicare esattamente
rita, e sollevando e tendendo egli stesso il labbro la sua scanalatura contro il collo del sacco perito
esterno di questa divisione. L’ incisione, la quale neale, dopo avergli fatto eseguire alcuni piccoli mo-_
dovrà avere in generale una direzione obbliqua dal vimenti laterali onde assicurarsi che non si com
I’ alto al basso, e dal di fuori al di dentro, si esten prese fra questa membrana e l’ istromento alcuna
derà per un pollice al disopra dell’angolo superiore porzione d’ intestino o d’ epiploon : per prevenir la
dell’ anello fino alla parte inferior del tumore: in lesione di quelle anse che si alzano dai lati della
quanto ai vasi che vengono interessati in questo sonda, un’assistente ne terrà abbassati gl’ intestini.
primo tempo dell’ operazione basterà d’ ordinario, L’ operatore allora conduce con tutta diligenza il
che un’ assistente applichi sul loro orificizio mo suo bistori per la scanalatura, e dopo averlo appe
mentaneamente un dito, oppure si potrà eseguire na approfondato di alcune linee, ne rialza il mani
sovra essi una leggiera torsione, perché cessino di co per compiere il taglio del collo del sacco emia-l
gettar sangue. rio, e l’ orlo aponeurotico dell’anello, che viene
Dopo l’ incisione della pelle si deve passare a annunciato da un rumore simile a quello che forma
quella del sacco erniario, per far ciò l’ operatore un pezzo di stagno che si rompe, oppure di una
afferra con una pinzetta da dissezione il tessuto carta pecora che si spiega. Lo sbrigliamento dall’a
cellulare verso la parte inferiore ed anteriore del nello si eseguisce ancora con più facilità, allorquan
tumore e lo solleva esportandolo a strati, e conti do non ci sieno vasi da ferire, mediante il bistori
nuando 1’ assistente a togliere con una spugna, il concavo di Pott, che oggidì rimpiazza tutti gli altri
sangue che scola continuamente, ed impedisce di bistori per ernie. L’ unghia dell’ indice destro c è
poter vedere distintamente il fondo della piccola in pria condotta tra l’ intestino ed il cingolo da di
ferita. La sortita di alcune gocce di siero, l’aspetto vidersi : il polpastrello serve in seguito di guida al
liscio, e la rete vascolare cotanto rimarcabile degli 1’ istromento di Pott, del quale si fa penetrare il
intestini, avvertono che si è penetrati nel sacco er bottone fino nel basso-ventre, innanzi di rivol
niario. Una sonda scanalata di argento o di acciaio gere il tagliente verso il margine resistente.
flessibile, è bastevole ordinariamente per guidare il Le mani di un’ assistente dopo aver tenute
bistori lungo 1’ incisione del sacco, la quale s’intro fortemente allontanate in g g la pelle, e gli
duce dal basso in alto dirigendone la punta di ma strati sottoposti a a, e questo è il tempo del
niera, che non abbandoni giammai il fondo della 1’ operazione a presentato dallafig. 3, ne trae
il sacco b b. n altro,si dirige nella medesima
scanalatura ', se poi le pareti del sacco atteso il loro
rilasciamento si tagliassero con difficoltà si può far maniera, per rispetto alle due labbra della fe
use di forbici ben acute, servendosi però sempre rita, dopo di che il chirurgo, combinando i
per conduttore della sonda scanalata. movimenti della sua mano sinistra d che affer
Aperto per tutta la sua lunghezza il sacco ernia ra il manico del bistori e, con quelli del dito
rio, e messe a nudo le parti che esso contiene, si indice c della mano destra, che sostiene il dor
deve procedere immediatamente alla loro riduzio so dell’ istromento e tien depressi gli intestini
ne, ma è quasi sempre necessario di allargare l’a comprime segando sull’ anello, fino a che
nello incidendolo in uno de’ suoi lati: in questo questo cede, e resta decisamente tagliato. In
sbrigliamento, che è la parte la più delicata e la più generale 1’ estensione dell’ incisione dell’ aper
pericolosa dell’ operazione, si taglia nel tempo stes lume
tura erniaria deve essere proporzionata al vo
delle parti che si tratta di far rientrare ;Y
so 1’ aponeurosi dei muscoli addominali, ed il collo
del sacco erniario verso l’angolo superiore ed ester è miglior cosa, che sia poi piuttosto un poco
no dell’anello inguinale: facendo l’incisione in que troppo grande, di quello che troppo piccola :
sto sito, dice Riclrerand, si evita la lesione dell’ ar non bisogna però estenderla a più di due 'o tre
teria epigastrica, che scorre sempre internamente e linee, altrimenti 1’ anello diverebbe troppo de
dietro il pilastro interno dell’ anello, mentre, come bole, od il malato rimarebbe esposto ad una
è il caso più ordinario, il cordone spermatica tro nuova ernia ben più voluminosa di quella, per
vasi posteriormente al tumore. Una scanalata sonda cui si è ricorsi all’ operazione. ‘
ed un bistori retto bastano per operare lo sbriglia Sbrigliato l’ anello, si esamina lo stato dei
mento dell’ anello. La prima deve essere incurvata 'visceri, si tira in fuori la porzione d’ epiploon
PATOLOGIA 145
o d’ intestino, che era immediatamente al di Ridotte le parti rimosse , conviene portar
sopra dello strozzamento, per rilevare l’ im l’indice per l’ apertura erniaria fin nell’ addo
pressione che questo ha prodotto, e procurare me, ed esaminare i margini dell’ apertura per
uno spazio maggiore alle materie ed ai gas che assicurarsi che la riduzione è compiuta e bene
si trovan racchiusi nell’ ansa intestinale conte eseguita, e che nissuna briglia interna continua
nuta nell’ ernia. Se la porzione d’ intestino a strozzare le parti fuor uscite, che se mai esi
pizzicato all’ anello avesse contratto un tal stesse sarà d’ uopo distruggerla tagliandola con
grado (1’ ispessimento e di durezza, che il ca forbici ottuse , o con un bistorì , guidato sul
nale fosse quasi chiuso in questo sito, la ridu dito indice.
zione potrebbe divenir funesta all’ ammalato. Medicazione. Cura consecutiva. Finita l’ope
In tal caso convien esportare il ristringimento razione e nettata la ferita si applica sopra di
e stabilire un ano artificiale. Tutte le volte che essa un pezzo di pannolino trapassato da pic
l’intestino mantiene la sua resistenza ad "onta coli fori ‘, si pone mollemente della filaccic‘a su
del color rosso o bruno, od anche nerastro po tal pannolino, e si sostiene il tutto mediante
trà essere ridotto, non così però se si presenti compresse e fasciature , la cui forma deve cor
avvizzito e di un color grigio-ardesia, che sono rispondere alla situazione dell’ ernia. Dopo una
i soli segni caratteristici della sua gangrena. tal medicazione, vien collocato l’inferno nel
Per eseguire _la riduzione si usa della dita suo letto ed in una posizione favorevole al ri
indici, spingendo successivamente le parti in lasciamento dei muscoli addominali; si prescri
testinali con un ordine inverso da quello tenuto ve il riposo, la dieta, una bevanda diluente, un
da esse nello spostarsi, e cominciando per con clistere emolliente. Si farà un pronostico felice
seguenza da quelle che sortirono le ultime, e sull’ esito dell’ operazione, se il vomito e gli al
che trovansi più vicine all’ anello; la direzione tri sintomi dello strangolamento cessano o di
con cui si faranno rientrare sarà obliqua in alto minuiscano, e qualora riordinansi le evacuazio
e all’ infuori, vale a dire nel senso del più gran ni alvine. Dopo due o tre giorni si leva l’ appa
diametro dell’ apertura. L’ azione alternativa recchio , e si comporterà il chirurgo come fa
degli indici deve esser tale, che uno di essi sia nelle ferite suppuranti. Svanitiaffatto i sintomi
sempre occupato a contenere la porzione già dello strozzamento, si aumenterà gradatamente
rientrata, e l’altro ad introdurne una nuova. la dieta, usando però la essenziale attenzione
L’ epiploon verrà ridotto nell’ istessa maniera: di prescrivere alimenti leggeri , ed in piccola
se però avesse molto adipe, e riuscisse difficile quantità. Rimarginata la ferita, e ràssodatasi la
la sua introduzione, se ne dovrà esportar una cicatrice, si applica uncinto, cui deve l’ amma
parte, trattenendo il rimanente nella ferita. lato portar del continuo.
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146 LA MEDICINA PITTOBESCA
TERAPEUTICA
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venienti dall’ Africa: fa però ec_cezi0ne"a ‘(Îùef
Il dragoncello o verme di illeciti/zar,{a .
‘
!' . sta regola 1’ isola di Gurassab, impercechè, se
condo Dam'pier, ;ne' vengono in questa attaccati
(Tavola XIX, fig. 2, secondo Baeirsiza.l indistintamente i bianchi ed i negri; Se00ndo
Bremser , questo verme non solo incomoda
Il dragoncello, che si conosce pure sotto.;i,. gli__indigeni del paese in che trovasi, ma anco
nomi di verme di Medina , verme di Guinea, ra i forestieri che vi pervengono di qualunque
fa parte di un genere di vermi intestinali chia-î nazione essi sieno. Non si è giammai prodotto
mato da Mullerfilarr'a, imperocchè rassomiglizi spontaneamente in Europa, ma si è osservato,
110 nella lor forma ad un filo 0 ad una corda di più di una volta che gli Europei lo trasporta
violino, terminata in punta alle due estremità. rono dal paese in cui esso abita.
Questa specie, la più celebre di tutte quelle del Gli antichi non vanno punto d’ accordo in
genere, non si rinviene in tutte le contrade, nè torno_ l’origine del dragoncello: essi hanno del
in tutte le parti del globo: la zona torrida le opinioni molto singolari sulla sua natura. Gli
( Kunsemmuller) sembra esserne la ‘.vera patria: uni (Ambrogio Parco, Aldrovar_rdo, Montano)
nondimeno non si ritrova in tutti-i p'aesi situa lo risguardano come un tumore, un ascesso
ti tra i tropici. Questo verme ò cpir‘rurrissini0 proveniente da un sangue acre ;, ‘gli altri pen
nell’ Arabia Petrea, sulle'rive del golfo ,Persi« sano 'è'ssiére un’àpdsterna prodotta dall’inspessi
co, del mar Caspio, del ‘Ga.nge,flell’ Alto' Egit mento del sangue, una vena allungata, una so
to, in Abissinia, e su tutta’la 'cpsta della Gui-_ stanza nervosa corrotta,“del tessuto cellulare
nea, principalmente a Corman'zia e ad Apa_u. mortificato. La maggior parte però dei medici
Al Senegal, a Gabon ed alle Indie Orientali re e dei’n_àturalisti,i quali ebbero'l’ occasi0nè di
gnain' un modo endemico; e più (1’ dita fiata os_seyrvar“qnesto verme, assicurano eSSere un a»
fu veduta la metà della _ opolazio'n‘e di certi nir'nale vivente, , 'che‘ svolge'si 'spontaneapaeflte
villaggi andarne presa, particolarmente nei mesi néll’ economia animale alla guisafstèssà degli
di novembre, dicembre e gennaio. Sembra in altri vermi 'intèst'inalia’ln generale, la sua orb
oltre che questo verme si sviluppi piuttosto in gine 'noryp'uò essere ancora esattamente preèì*
una che in un’ altra annata (Sloan_e), e si mol sata. Parecchi attribuiscono la sua 'l’orn'razion‘e
tiplichi quanto maggiore è il caldo (Koempfer). alla cattiva qualità dell’ acqua, 'all_’ uso "del vi ho
PATOLOGIA 15!
di palma, del frumento, del pane che gli India cole vescichette, le quali eccitano' dei vivissi
ni chiamano Icaulriens, ad uno smodato eserci mi pruriti nel luogo, ove l’ animale fora la pel«
zio degli organi della generazione, ai venti,alla le. Infine questo dolore si fa continuo.La parte
rugiada. Mercuriale crede che lo si acquisti affetta si g0nfia straordinariamente, s"infiamma'
mangiando delle cavallette. Alcuni ritengono e suppura. Appena succede questo fenomeno,
questa malattia come contagiosa, e Lind consi si distingue la testa‘0 il muso del verme; tal-a
glia agli Europei, di non trattare inegri che volta non appare se non quando l’infiamma
nelvanno affetti. ' zione è quasigiùntav al suo termine, tal altra
Il dragoncello ( Filaria medinensis, Gmel. invece la parte al disotto della quale esso si
Gordius medinensis, Linn.) che noi abbiam mostra, gonfiasiìe co'nformasi'in una specie' di
fatto rappresentare a, sur un disegno di sacco pieno di'un'liquido trasparente. In altre
Rudolphi, tolto dal naturale, èdi un color bian circostanze non si riscontra in questo sito che
castro, e quasi di un’ eguale grossezza dapper una durezza senza grande infiammazione. Se il
tutto, tranne alla sua estremità posteriore che verme è posto al disotto d’ una articolazione ,
è più sottile e un po’ curva.î La Sua testa è quando si estende, ad esempio, dalla coscia
provveduta di una piccola tromba (Kampfer) , alla gamba, passando sopra il ginocchio, imo
che, esaminata col microscopio, pare, per quel vimenti dell’ articolazione divengono dolorosi,
che dicesi, esser formata da iccoli peli. La sua ed anche impossibili. Tali sono i principali ac
lunghezza sembra molto variabile, dacchè gli cidenti che succedono allorché questo verme
autori da due piedi la fanno giungere fino a cerca di procurarsi un passaggio all’ esterno.
parecchie aune (Trans. filosq/Î, 1x, n.° 225 ). Trattamento. Quando dopo due o tre gior
D’ ordinario soggiorna questo verme nel tessu ni, il liquido si è accumulato nella pustola,
to cellulare sottocutaneo : rinviensi il più di questa si rompe sovente da sé stessa; ma or
sovente alle estremità superiori e particolar dinariamente conviene aprirla colla lancetta.
mente in‘fei‘iori attortigliato intorno i malleoli ‘, Ne sorte allora un pus sanguinolento , od una
le altre parti del corpo non ne van-no per altro materia icorosa scioltissima, e l’estremità ce
esenti, Koempfer lo estrasse vivo due volte falica del verme e due o tre pollici del suo
dallo scroto; Parco lo trovò alla testa, sul collo, corpo appariscono fuori contemporaneamente.
al tronco. Sovente si è pure manifestato alle Si prende in tal caso la testa e con molta pre
braccia, alle cosce ed al opiite. cauzione si esercitano sovra essa delle lente
Diagnosi. Sintomi. Secondo Gallandat, che trazioni. Operando per questa guisa se ne fa
è» uno degli autori che meglio hanno Iscritto sovente sortire diversi pollici; ma se il verme
sull’ argomento, non appena nei paesi in cui n0n cede facilmente, non si deve usar troppa
questo verme abitualmente riscontrasi, qualcu forza, pemiocchè lo si potrebbe lacerare , ed
no si legna di un incomodo prurito in una allora la malattia.diverrebbe più lunga e com
parte qualunque del corpo specialmente ai pie plicata, potendo questo accidente dar origine
di, vicino ai malleoli, si può già pre5umere a delle fistole di assai difficile guarigione. Non
l’ esistenza del verme di Medina, tanto più se sono rari i casi, che ne sia succeduta per una
si formi un tumore, che assuma tutti i caratte simile rottura la gangrena ed anche la morte.
ri d’ un foruncolo. Talvolta resta nascosto nel La porzione estratta si rotola attorno ad un
corpo per un certo tempo senza produrre il piccolo cilindro di tela , od anche listerella
ben che menomo disturbo; il malato prova sottile di legno, e poscia la si fissa al disopra
tutto al più la sensazione di un animale che va del sito sia con cerotti adesivi , sia mediante
serpeggiando sotto la pelle ; ma quando il ver una compressa. Il consiglio in generale da se
me è li per sortire, aggiunge Bremser, soven guirsi si è quello di non fare più di due o tre
te senza la precedenza di alcun accidente, ma lente trazioni per giorno, fino a che il verme
nifestasi una pustola nel sito, per la quale vuo sia interamente sortito. Si può anche serrare
le aprirsi una strada , parecchi giorni innanzi la parte del verme che si presenta, fra la fes
la formazione di questo tumore, il malato pro sura di un pezzetto di legno, ed esercitare
va un mal essere generale, della cefalalgia, del quindi delle trazioni ora sull’ una ora sull’altra
la cardialgia, delle nausee, ed un vivo dolore, metà del corpo dell’ animale: questo è il meto
che per uno o due giorni prima, si avea fatto do adoperato dai medici indiani.
sentire presso il luogo, donde il verme deve Questi due metodi di trattamento sempli
uscire. Nel tempo stesso si formano delle pic cissimi, corrispondono nella maggior parte dei
152 LA MEDICINA PITTORESCA
casi ordinari, per ottenere la sortita del ver pajà; Questo serpente, dice IppolfClocjuet, ha la
me, e non si ha bisogno di usare medicamenti testa cordiforme, più larga del restante del corpo,
nè internamente nè esternamente 5 ma quando vestita di scaglie, un po’ allungata, depressa, lieve
il verme è sito in parti molto muscolose, quan mente assóttigliata verso il muso, che è ottuso, ri
do, prima della sua comparsa, abbiagià susai coperto da sei squame, in due delle quali segnate
tato una forte infiammazione ' con tumore e da una macchia nerastra, si aprono i ori delle na
dolore ; quando non cede alle trazioni, quando rici. Un’ altra macchia dell’ istessa tinta esiste su
infine si sia lacerato, i soccorsi della medicina ciascuno de’suoi occhi e si dirigein cima oblique
divengono necessari. Allora," siccome pratica verso la base delle mandibole al lato del collo, men
no i medici arabi, e molti altri-stranieri, con tre se ne osserva un’altra circoscritta e. circondata
vieu ricorrere, a seconda delle circostanze, alle di un’ areolagrigia, occupare lo spazio che vi ha
fomentazioni calde, ai cataplasmi- ammollienti ', tra gli occhi, ove si riscontra pure una gran squa
ai salassi, ai purganti, all’ uso dell’aloe inter ma esagonale, con due altre adiacenti di forma
namente od esternamente, ali‘umo‘ di tabacco , oblunga. ‘ ‘ ' =’ -- .'|‘f -
al liquore di Wànswieten, (Gallandat) al lau La mandibola inferiore della: vipera comune,
dano liquido con l’aggiunta di un po’ d’olio, ecc. sotto la quale esistono duegrandi ìsquanie ovali,
oblunge, guarnite sui lati di scaglie, è.gillltlStlî;
l’orlo della.suPeridre è bianco, picchettat'o di nero,
STORIA NATURALE ed i labbri son.vestiti da piccole lamine liscie. La;
parte Posteriore'della testa3i allarga, ed è' còperta
DELLA VIPEBA comune. di piccole scagliel‘esag'onali, che si prolungano fino
dietro agli occhi che sono piccoli_e vivissimi. La
La vipera comune ( Coluberberus, L. ) Sua lingua, biforcuta, ora nera, ora grigia, che può
prendere un grande allungamento; e terminata in
(Tavola XIX, fig. 3, dietro le Lezioni di due linguette acute, ’che le danno la figura di un
medicina legale di’0nrma. ) " ’ doppio dardo, è non solamente molle; ma sibbene
incapace di produrre delle ferite pericolose, o di.
La vipera comune, tanto piccola, tanto debole lanciare un veleno mortale, come generalmente si
in apparenza, quanto pericolosa pel suo veleno, e crede dal volgo. Nonè pbi‘così degli uncini dei
sparsa generalmente ne’ siti boschivi, montuosi, quali va armata la gola di questo serpe; lunghissi
pietrósi di tutta l’Europa temperata e meridionale, mi in proporzione degli altri denti, che sono in un.
in Francia, in Italia, nelle Isole Britanniche, in Ger-‘ mero di ventotto sulle branche ìpalafine,'e di venti-3
mania, in Prussia, Polonia, Svezia, e perfino in quattro Sulle marginali della mascella inferiore ',
Siberia ed in Norvegia. Abita dessa sui ciglioni del queSti uncini, dei quali non si rinviene traccia al
le rupi, le sabbie e le macchieesposte al sole. La cuna nella, mascella inferior;e,.sonb sempre molto
sua' totale lunghezza’è ordinariamente di due piedi, acuti, e forniti di un piccolo ca;naletto destinato, a
ed il suo corpo, che è grosso nel mezzo un pollice dar sortita ad‘un' liqu’or velenoso. secreto da una
circa, ha un color bruno od un grigio cinereo, oli gland'ola comglobata di un volume considerabile, la
vastro. Cominciando dalla nuca ed arrivando" fino quale è posta, come nelle altre vipere .«e serpenti
alla coda porta questo rettile lungo il dorso’una stri velenosi, sui lati di ciascuna branca della mascella
scia nerastra,’ composta di macchie dello stesso co superiore posteriormente all’orbita, e quasi imme
lore di forma irregolare, le quali riunendosi le une diatamente sotto la pelle. Questa glandola è traver«
alle altre, in parecchi siti, raffigurano benissimo seta dall’ innanzi all’indietro, esternamente ed in
una catena dentata in zig-zag. Le medesime mac feriormente, da due: muscoli destinati da ciascun
chie, ma di minor dimensione, e simmetricamente latoad abbassare le ossa' sopramascellari, e a rad
spaziate, osservansi su ciascun lato_del suo Corpo, drizzare gli uncini di cui parliamo, in guisa che
ed un gran numero di smglié coprono la testa ed il contribuendo a chiudere la gola dell’animale, questi
dorso di questo animale. Il ventre ed il dissotto muscoli comprimono l’organo secernente il veleno,
della coda è coperto di squame di color ardesia. il quale, dopo esser uscito dal canal escretore, ar
Le squame addominali in numero di cento quaran riva alla base del dente ricurvo, traversa la guaina
ta o di cento settanta, sette sono semplicigle cattdali che 1’ involge, ed entra nella sua cavità per una fen
di un nero tendente al cilestro; più piccole e più pal ditura situata alla base.
lide sui loro margini di quello chele precedenti Sono Stille da qui lungo la scanalatura dei denti, en
disposte su due file, ed in numero di trenta nove tra poscia per lo forame che è presso la lor punta,
STORIA NATURALE 153.
per penetrare in seguito nella nior'sicatura. Questo' la ferita, sia mediante il ferrb rovente, il nitrato
veleno riesce in generale tanto più pericoloso, quan d’argento o la Pietra caustica, sia mediante il butir
to più l’aniuflale è irritato, quanto più lungo è il ro d’antimonio, 1’ olio di vetriolo, 1’ olio bollente o
tempo da che ha morsicato, o quanto è più vicina la moxa: questo è il mezzo più sicuro non solo di
alla testa al cuore, alle vie aeree la parte morsi0ata. impedire che il veleno penetri profondamente, ma
Le morsicatura fatte al cpllo,per e5empio,sono mol di distruggere pure gli effetti del suo assorbimento.
lo più pericolose che quelle fatte ai membri, e ciò Se dopo aver adoperato uno di questi caustici, non
a motivo della vicinanza della laringe, della farin« si calmasSero gli accidenti, si allarga la ferita con
ge, dei nervi pneum'ò-gaàtrici "e della‘moltiplicità un bistori, e la si cauterizza di bel nuovo, ma an
deiîvasiîassorbenti e dei gangli linfatici che vi si cor più profondamente della prima volta. Fatto ciò,
trovano» frn»o . “a si pone sulle parti intormei1tite, vicine al sito mor
La vipera, il più velenoso di tutti i rettili del sicato, un miscuglio preparato con dueparti di Olio,
l’Europa, è, non v’ha dubbio,quellola cui morsica ed una d’amaioniaca liquida; Allorquando gli acci
tura torna più pericolosa e per gli animali e per denti si sono ammansati, si leva questo caustico e
gli uomini,per quelli in ispecialità che sono deboli, si sostituisce un pannolino inzuppato d’olio d’ oli
e per conseguenza più suscettibili. di spavento. Die va, col quale Si va di tratto in tratto fregando la
tro la sua morsicatura succedono degli a‘ccide'nti di parte morsicata, non trascurando però di aggiu
maggiore o minor gravezza, talvolta anche può av gnere a quest’olio qualche goccia d’ammoniaca : fi
venire la morte: a giusta ragione quindi inspirò nalmente, quando è tolto ogni pericolo, si medica'
questo rettile in tutti i tempi del timore, ed un or la ferita con della filacicca, alla guisa delle piaghe
rore quasi invincibile. Ecco, secondo 1’ ordine col semplici. ’
quale succedono, i-principali fenomeni che appale Subito dopo l’accidente, e nel tempo stesso che
sansi in chi venne morsicato da questo rettile. si pone in pratica il trattamento esterno, il solo
Un acuto dolore, preceduto da un senso (1’ in che, fino al presente, abbia veramente corrisposto,
torpidimento, si fa ben tosto sentire al sito deliri si farà prendere al malato un bicchiere d’ infusion
morsicatura, che si gonfia, divien rosso e poi livido. di sambuco, o di foglie d’ arancio, a cui siensi ag
Il gonfiore si propaga alle parti vicine, ed il ferito giunte sei od otto gocce d’ammoniaca : questa be
prova un tremor generale, delle sincopi, delle nau vanda sarà rinovata ogni due ore, contemporanea
see, dei vomiti, dei sudori freddi, dei moti convul mente si procurerà all’ammalato un letto ben co
Sîvi, del delirio, e talvolta dei dolori verso la re perto. Se insorgessero dei vomiti biliosi o l’itteri
gione ombellicale : il polso diventa frequente, irre zie si somministrerà l’ ipecacuana o il tartaro eme
golare. Se il male è estremo, la ferita passa alla tico. - Che se la gangrena facesse dei progressi, si
gangrena, scola una sanie ictida, rossastra,gli sfinte darà alla dose di tre o quattro bicchieri per giorno,
ri si rilasciano, e l’ individuo può soccombere per un decotto di china co'ntusa, preparato con ’quattro
questi accidenti. D’ ordinario però i sintomi non oncie di questa sostanza, bollita per mezza ora
presentano tanta intensità, e, quand’anche l’amma incirca in un litro d’acqua, a cui si aggiungerà mez
lato rati abbandonato a sè stesso non ha luogo la za oncia d’idroclorato d’ ammoniaca e due pizzichi
morte : talvolta in sifatta circostanza manifestasi di fiori di camomilla. Se al contrario la malattia di
un’ itterizia universale, il più di sovente parziale, minuisce nell’ intensità, ed il ferito fosse presso alla
con dei di generale irritazione, febbre, ansie convalescenza, non si concederà nei primi giorni
là, cc. ec.i quali accidenti durano per più giorni, alcun alimento solido, e si permetteranno soltanto
ed anche per più settimane ', ma dopo un certo las due o tre leggerissime zuppe.
so di tempo tutto si riordina, e l’ammalato guarisce. Qualora la morsicatura non avesse occasionale
Trattamento. Il trattamento tanto per la mor che una lieve malattia, il gonfiore fosse poco consi
sicatura della vipera, che per quella in generale di derabile,ed il malato non provasse nè conati al vomi
tutti i serpenti velenosi, consistere deve, immedia to, nè sfinimenti, la cura si limiterà a versare per
tamente, per quanto lo si può, nella applicazione di entro la ferita, dopo averne aperti con diligen
una legatura al di sopra del sito morsicato, coll’ at za i margini, una o due gocce d’alcali volatile, e di
tenzione però di non stringerla troppo, affine di evi coprirla con una compressa inumidita collo stesso
tar la gangrena, che potrebbe determinare una trop alcali, e mantenuta in sito mediante apposita fascia
po forte compressione. Pescia si applica una vento tura: sulle parti vicine alla morsicatura si pratiche
sa Sulla ferita, della quale in pria si avranno scari ranno poscia delle leggere frizioni con olio tepido
-ficate le labbra, e, dopo aver ottenuto il propostosi di oliva, mantenendovi sopra un pannolino inzu
effetto, la si toglie, e si cauterizza profondamente pato nello stesso liquido. Finalmente, si farà bere
1 54 LA MEDICINA PITTORESCA
ogni due ore all’ammalato un bicchiere d’acqua di nella sua parte inferiore da macchie fpurpul'ee,
foglie d’arancio, in cui siensi versate alcune goc specialmente quando la pianta è ancor giovine.
ce d’ alcali volatile. (Orfila, Tossicologia gener. Le foglie grandi, alterne, un po’molli, sono bi
t. n, 557.) pennate, a piccole foglioline ovali, incise ed
Gli antichi preconizzavano l’uso della vipera e acute, d’ un verde scuro, un po’ lucenti al di
delle diverse com osizioni di cui faceva parte, non sotto e molto simili a quelle del petroselin0
solo contro una olla di malattie, quali la lepre, le selvaggio. I fiori (5) son bianchi, disposti in
scrofole, 1’ impetiggine, la scabbia, ma ancora qua] grandi ombrellé, con un involucro a tre o cin
mezzo proprio a neutralizzare qualunque specie que foglioline unilaterali ; il frutto (6), che a
di veleno, e qual preservativo delle febbri maligne queste succede, corto, ovale, un po’ globoso ,
epestilenziali. Fu perciò che il grasso, il vino, la si divide in due sementi , convesse esterna
gelatina, il sa] volatile, la polvere, che entrava nella mente, ed aventi su ciascuna metà laterale cin
composizione-della teriaca e dell’ orvietano, lo sci que coste sporgenti e tubercolose.
roppo ed i trochisci della vipera godettero per lun Il Conium maculatum, cosi denominato a
go tempo di una grande riputazione. Questi medi motivo delle macchie purpuree che si osserva
camenti ai quali attribuivasi la proprietà (1’ accele no sul suo fusto, e talvolta pure sulle sue fo
rare la circolazione, nel tempo stesso che scioglie glie inferiori, spande, allorché si sfregano tra
vano, si diceva, le concrezioni linfatiche, sono in le dita, un odore nauseoso fetido, che si para
teramente dimenticati La carne impertanto di gonò a quello dell’ orina di un gatto, o meglio
questo rettile si usa per far dei brodi risguardati ancora a quello del rame giallo riscaldato fra le
generalmente come cordiali, depurativi, alessifar mani. Questo odore, capace di produrre una
maci, e che si possono adoperare con qualche van specie di narcotismo, quando lo si inspiri er
taggio nei casi di consunzione, di scorbuto e di lungo tempo, è molto più manifesto, allorche la
sifilide inveterata. pianta è secca ed intera, che contusa e recen
te. Sembra pure che il clima abbia una grande
influenza sulle proprietà di questa cicnta : in
fatti, quanto più quello è caldo, tanto più que
TERAPEUTICA. ste sono energiche, perciò la cicuta maggiore
che cresce nelle provincie meridionali, è mol
DELLA CICUTA MAGGIORE to più attiva che quella delle aitre_contrade, e
quindi in Ispagna, in Italia ed in Grecia che
E del suo uso terapeutico. questa pianta arriva a godere di tutta l’energia,
di cui è suscettibile. La cicuta maggiore ha in
(Tavola XIX fig. 4 porzione del fusto della oltre un sapore amaro disaggradevole, e l’aere
pianta,- 5 il fiore,--6 il frutto,- 7 ibid. in dine di tutte le sue parti, ed in ispecialità del
grandito, -- 8 ibid. tagliato orizzontalmen la radice, che, allorquando si mastida , eccita
te, ---9 metà del frutto tagliato per la sua rapidamente il gonfiore e l’ infiammazione della
lunghezza, - 10 embrione, dietro le Lezio lingua, sono un indizio certo delle sue qualità
ni di med. legale di Canna.) deleterie. '
Le foglie fresche della cicuta maggiore fornisco
La cicuta maggiore, la cicuta officinale (Co no infatti ad una certa epoca dell’ anno un succo,
nium maculatum, Linn. ; cicuta major oflic.) è dotato di energiche proprietà velenose, proprietà,
una pianta biennale, che cresce appo noi nei che, ad un grado bensì minore, possiede pure quel
luoghi incolti, le terre aride, lungo le siepi ed lo delle radici. In generale l’avvelenamento prodot
i casolari. Trovasi pure nella maggior parte del to da questa pianta, è più raro di quello occasiona
1’ Europa particolarmente al mezzo giorno, nel to per la cicuta virosa, e dietro le numerose spe
Peloponneso, tra Atene e Megara ; ella vegeta rienze di Orfila il Conium maculatum non fu cau
pure nei circondari di Vienna. La sua radice sa di morte che in piccol numero di casi. Questa
lunga dagli otto ai dieci pollici circa, è bianca, pianta ha un’azione sul cervello, o su qualche altra
napiforme, allungata, della grossezza di un di parte del sistema nervoso, e suscita il più (1’ ordi
to, e contiene nel primo anno un succo bianco, nario l’ infiammazione dello stomaco. I principali
che si perde nel secondo. Il suo stelo (4) cilin sintomi di tal avvelenamento sono i seguenti : agi
drico, ramoso, glabro, alto da tre in quattro tazione, grida acute, delirio più o meno gajo, moti
piedi è cavo, di un verde chiaro, e segnato convulsivi dei muscoli della faccia, delle mascelle, e
TERAPEUTICA 155
dei membri; pupille dilatate , contratte, o nello e poscia sovra sè stesso prendendone il succo
stato naturale; polso forte, frequente irregolare; inspessito. Convinto che somministrata conve
dolori più o meno acuti all’ epigastrio, e per le di nientemente poteva questa pianta non tornare
verse parti dell’addome: nausee, vomiti ostinati, pericolosa, la diede nelle malattie cutanee ,
deiezioni alvine ; talvolta, in luogo di una grande negli ingorghi scirrosi e negli ascessi cronici
agitazione, si osserva una specie di ebbrezza, un della pelle. Nel primo lavoro che Stoerck pub
sommo abbattimento, dell’ insensibilità, con gene blicò su questo soggetto riferisce venti osser
rale tremore, nè i malati provano alcun conato al vazioni intorno l’ uso delle pillole preparate
v0mito. Iprincipali sussidi che si devono porre in coll’ estratto di cicuta, per la guarigione d’ in
pratica per combattere gli accidenti di cui abbiam gorghi scirrosi, d’ ascessi cronici , d’ ulceri di
fatto parola, sono: ivomiti ouscitfitl specialmente cattiva indole, ed, in altre opere, venne poi a
mezzi meccanici, o pel tartaro ermetico, nel confermare novellamente l’ efficacia di questa
primo istante innanzi che l’infiammazione abbia sostanza nel cancro, nella rachitide, nella carie,
aggiunto un certo grado ; un salasso praticato alla nelle cachessie, ecc. ecc. ‘( Delens e Merat,
giugulare, se dopo l’espulsione della sostanza vele Diz. di materia med. ). D’ allora in poi i pratici
nosa, si manifestassero dei segni di congestione ce si accinsero da tutte parti ad impiegare la ci
rebrale; l’uso di bevande acidule, e principalmente cuta, ma con successi differenti, i quali pro
dell’acqua con aceto,“a piccole dosi e ripetute di babilmente dipendevano o dalla natura del me
sovente : l’uso pure d’ infusioni e di decozioni ad dicamento stesso , o dal modo con cui era
dolcenti, l’applicazione di alcune sanguisughe sul preparato, o finalmente delle circostanze in cui
l’addbme, qualora mediante gli accennati soccorsi era stato amministrato. Gli effetti prodotti da
terapeutici, si fosse giunti a far cessarei sintomi questo medicamento furono portati all’ esage
nervòsi. razione, e gli si attribuirono delle qualità emi
. Brandes, al quale è dovuta.la più recente ana nenti, straordinarie, ma bentosto perdettc la
lisi della cicuta maggiore, ha trovato composto que sua riputazione, la quale, anche oggidi è mol
sto vegetabile di un olio volatile odor0sissimo, di to decaduta, ad onta che si faccia ancor uso di
dbumina, diîresina, di materie coloranti, di sale questo rimedio in un gran numero di malattie
alcalino, e dinna- materia alcalina particolare, da tanto del sistema linfatico che del nervoso.
lui distinta col nomadi cicutina o chneina, nella Il cancro occulto o 1’ ingorgo scirroso; delle
quale sembra risiedere essenzialmente il principio mammelle e delle altre glandole del corpo, co
viroso, che rende cosi deleteria questa pianta. Non me i testicoli ecc. è l’ affezione contro la quale
dimeno parecchi mammiferi, le capre ed intento si ha specialmente preconizzato 1’ uso della
ni,_ ad esempio, possono pa’scolarla'sènza inconve cicuta maggiore, e quella contro la quale si
niente. Certi uccelli e storni particolarmente si continua tuttora a prescriverla; ma i resultati
nutrono eziandio de’suoi semi; ma per l’ uomo e non furono sempre soddisfacenti ; si può anzi
gli altri animali questa pianta riesce un veleno pe soggiugnere che essi furono variabilissimi, ciò
ricolosissimo. che proveniva non v’ ha dubbio dalla gravezza
Malgrado le proprietà eminentemente tossiche e dalla natura stessa dell’affezione, contro cui
della cicuta maggiore, gli antichi non temetter0 di era stata somministrata questa pianta: si è pe
usarla come medicamento : così almeno rilevasi rò osservato che il suo uso torna più efficace
dalle opere di Ippocrate e di Galeno. Se si consul nei cancri della pelle, di quello che nelle glan
tino questi autori, vedesi che le radici, le foglie ed dole. Qual fondente negli ingorghi dei visceri
il succo di questa pianta, parti tutte considerate offre la cicuta ancor maggiori probabilità di
come addolcenti, calmanti, risolutive e disostruen« successo; cosi venne più di una volta data
ti, erano adoperate nei prolassi del retto, nei dolo con vantaggio negli infarti del fegato, del me
ri degli occhi, contro la gotta, il reumatismo, la senterio, dell’intero, ed anche dello stomaco;
sciatica, le differenti nevralgie, la risipola ed altri ma è specialmente nelle scrofolc od in altre
esantemi. Dietro l’ esempio degli antichi, volle malattie linfatiche, che questo medicamento
ro pure imoderni far servire questa specie di sembrò riuscire il più di sovente. (Merat, op.
cicuta al trattamento di parecchie malattie, e, cit.) L’ estratto di cicuta è pur stato sommini
verso il i 760, Antonio Stoerck, al quale andiam strato con vantaggio nelle nevralgie facciali
debitori di dottissime ricerche sull’ uso della anomale, negli spasmi, nelle sciatiche ostinate
digitale purpurea, sottomise pur questo vege non complicate ad imbarazzo gastrico, nelle
tabile a delle sperienze, in pria sugli animali idropisie delle articolazioni, nella tosse canina,
156 LA MEDICINA PITTORESCA
negli ingorghi lattei delle mammglle, ec. Parecchi riandone la dose e modo di amministrarla a
ostetrici ottennero pure dei buoni efl‘etti dall’ uso tenore degli individui e degli effetti che il me
della cicuta maggiore, unita alla valeriana, sull’ in dico si propone di produrre. Quando l’estratto
enza della febbre puerperale. Non è tornata di di cicuta viene prescritto nelle afl'ezioni nervo
minore utilità nelle leucorree, nelle gonorree, nelle se, nelle nevralgie acute,dolorosis'sime,fa_’d’uo
amaurosi dipendenti da qualche vizio venereo,scro po di seguitdsom'ministrarne la, 15, 20 grani
foloso od impetiginoso, nelle malattie cutanee pro nello spazio di 2.4 ore. Per lo contrario nelle
priamente dette, quali le impetigini, la tigna, la malattie del sistema linfatico, 'ove vuolsi otte.
scabbie retropulsa.Molte osservazioni provano egual nere un moderato eccitàmento, si dee subito
mente l’eflicacia del suo uso tanto esternamente che cominciare da‘picc'ole dosi, p. e. di 2 grani,
internamente in diverse affezioni sifilitidie, ribelli massime se l’ informo usi la cicala p‘er la pri
talune al trattamento mercuriale. Finalmente, ven ma volta; appresso e’ vuolsi accrescere suc
ne pure accordata alla cicuta una virtù sedativa, e cessivamente la quantità a tale di produrre
fu, senza dubbio per una simile proprietà, che Are certe modificazioni nelle proprietà vitali. La
teo ed un gran numero dei medici dell’ antichità, polvere di cicuta, che Cullen antepone ad ogni
l’usavano per calmare gli appetiti venerei. Secondo altro preparato ed al medesimo estratto, si pre.
san Girolamo i sacerdoti egizi si riducevano al para tanto colle foglie_tanto colla radice della
1’ impotenza bevendo tutti i giorni un po’di cicùta, pianta._ Si prescrive sotto forma pillolare il più
od una preparazione nella quale l’azione velenosa spesso, ovvero in un liquido di mezza dram
di questa pianta trovavasi mitigata. Tali opinioni ma al giorno, ma oggidi ‘è raro'l’yusd di lei.
degli antichi sembrano confermate dall’ uso che di L’ infuso, di cui fassi 'pui’e poco uso si appa
poi si è fatto della cicuta maggiore in certe nevrosi recchia con 2 once di foglie fresche ella pian
degli organi della generazione, la ninfomania, la ta per due libbre di acqua ; qualora si prescri
satiriasi: tuttavolta, secondo Stoerck ella può pro va il succo della cicuta maggiore, 1’ ordinaria
durre un effetto contrario, e Bergius parla di una dose, allo stato recente, sarà di 10 gocce a
impotenza guarita con questa pianta. mezz’oncia, ed anche più là. ’ " ‘
Per uso interno s’ impiega la cicuta mag La cicuta'mag'giore recente ed_appena in
giore sotto forma di estratto, pillole, infuso: cisa si usa con vantaggio esternamente ne’scir
puossi usare il succo fresco depurato, ma una ri, cancri, durezze mammillari causate dal lat
tal preparazione è poco adoperata; in generale te. Cotta’nell’acqùa o nell’olio-serve per gli
l’estratto ha la preferenza, il quale si disecca empiastri risolventi‘. Ella vale anche a- pnepa
al sole, all’ aria od alla stufa senza feltrare il rare infusioni o macerazioni vinose, acetose ,
succo della pianta istessa e senza estrarne la oleose e latticinose, le qpali servono di rimedi
materia feculenta. Siifatta preparazione supera topici in più malattie. nfine dessa fa parte
d’ assai tutte le usate fin oggi, e 1’ estratto per dell’ empiastm Diabotario, ed è" un'de’ preci-_
tal mezzo ottenuto, detto estratto collafe'cula, pui elementi delle pillole, ed in isPeaiàlità degli
possede tutte le possibili qualità. Sotto forma empiastri che portano il suo nome, di cui usa
pillolare la dose è di mezzo grano a due fino no 'largamente ichirurghinel trattamento de’ tu
ad una dramma, ed anche più al giorno, va. mori freddi ed indolenti. » ‘ '
-+swss+
157
AlîA.T()DIIA
-+HQH*
FASCIATUBE ED APPARECCHI DI MEDICAZIONE. l’uno e dall’altro lato, lasciando nel centro pn pie
no di quattro dita trasverse,locchè forma tre divi
Bendquio di Galeno ossia de’ poveri : ovvero sioni o tre parti a ciascuna delle estremità del pez
fron a della testa a sei capi : Bendaîgio fibbia» zo di tela, due laterali ed una nel mezzo, in tutto 6
to del prqfîBoyer,per la frattura de a clavicola. capi, i quali si distinguono in capo di mezzo, capo
posteriore od occipitale, ed in anteriore 0 frontale.
(Tavola XX, fig. 2, A e B secondo Gsanr.) Quando vuolsi applicare questo bendaggi'o, si
prende tosto il capo posteriore, che si piega in due
A. Bendaggio di Galeno ossia de’poveri. Si sopra quello di mezzo, indi rovesdando il capo an
adopra d’ordinario per fare questo bendaggio un teriore s0pra il posteriore si lascia pendere quer
pezzo di tela lungo mezzo braccio, e largoun quar di mezzo sopra le orecchie in modo da coprirle.
to di braccio; si piega in tre, poscia segnativi ac Ciò fatto, si passano i diti d’ambedue le mani sotto
curatamente il mezzo si fendono le due pieghe del quest’ultimo capo appoggiandoi pollici sopra i due
Med. Piu. T. I. al
158 LA MEDICINA PITTORESCA
altri, e dopo aver posto il capo di mezzo sopra la Quando la finttura della clavicola è semplice,
sommità della testa ( a, a, a ) , lo si dirige sugli e massime quand’ ella non_dipenda da una-causa
orecchi sotto il mento per annodarne poscia le e immediata costituisce un malore di poca importan
stremità con un apice del bendaggio (b). Allora si za : abbandonata a sé stessa, toccandosi ancora i
stende il capo anteriore (e, 0) sotto il quale si pas frammenti, benché rimossi, questa frattura si con
sano i diti acciò il suo margine si trovi fra loro e’l solida perfettamente; con una difformità, in vero,
pollice, dirigendolo poi dalla parte anteriore alla più o meno grande, ma che non reca incomodo
posteriore pertandolo sopra le ciglia, le orecchie, e in seguito ne’ movimenti del membro; nientemeno
dietro la testa ove si incrocicchiano onde fissarle il pericolo è maggiore in ragione della contusione
colle spille ; si piegano i capi posteriori ( d, d) e delle parti molli, e può divenire grave, ove il plesso
si riconducono sopra la fronte per incrocicchiarli brachiale ed i vasi sottoclaveari siano stati lesi. In
ed attaccarli nello stesso modo. Il capo di mezzo si generale non havvi frattura più facile a ridursi, e
annoda di consueto sotto il mento, ovvero si rivol più malagevole a mantener ridotta quanto quella
ge sopra gli altri due come le acconciature di testa della clavicola; quindi egli è assai raro, che una
delle donne. totale frattura si consolidi senza diminuzione nella
Questo hendaggio semplice e leggero è uno lunghezza dell’osso, e senza deformità dell’osso nel
de’ migliori, ch’ usare si possa per contenere delle punto di riunione. In quasi tutte le fratture, dice
parti di apparecchj sopra la testa, sia per piaghe al Boyer, dopo d’avere rimessi i frammenti nei loro
cranio, sia dopo l’operazione del trapano. General-_ rapporti naturali, si può applicare intorno all’osso
mente si preferisce al gran capo-coperto, primo de’ bendaggi e degliapparccchi, iquali oppongansi
perchè di più facile applicazione, in secondo luogo a novelle rimozioni, _mantenendo le porzioni del
perché eccita meno calore,e più facile ad aversi per 1’ osso fratturato a contatto, e nelle situazioni loro
ché colla metà di un fazzoletto si può fare ; la qual date nella riduzione. Non avviene lo stesso nella;
cosa è al sommo vantaggiosa pe’chirurghi d’armata, frattura della clavicola -, non puossi ottenere la riu
i quali assai spessohanno gran pena onde procu nione senza raccomiamento e senza deformità; che
rarsi la tela per la prima medicatura. continuando per tutto il tempo della medicazione
B.Bendaggio aflibbiato delpmleoyer per la l’estensione, e la contro-estensione, che si usa al
frattura della Clavicola. La posizione superficiale momento della riduzionezquesto é il solo mezzo di
della clavicola nella parte superior_ed anteriore del prevenire rimozione, di mantenere i fram
1’ omero, la sua forma cilindrica e curva in due menti e contatto, e di ottenere la loro unione in
versi contrari, la sua struttura compatta, e perciò questa situazione. Parecchi bendaggi o fasc1ature
anche facile a rompersi, infine gli usi a’ quali que-‘ iù o meno ingegnoso sono state poste in uso a
st’osso è destinato rendono le fratture della clavico torre la difficoltà che presenta il trattamento della
la frequentissime. Quest’osso può essere fratturato frattura in quistione, e tutti, è forza confessarlo,
in ciascun punto di sua estensione, ma in ispeziel sono lontani dall’ unire le condizioni necessarie a.
tà nel mezzo, ove la sua curvatura è più grande, conseguirne la guarigione meno difettosa. _
suole accadere questo accidente. Egli è raro, che la Il bendaggio il più antico e comune usato in
clavicola si fiatturi alla sua estremità acromiale: simile caso, è il bendaggio stellato, il quale si la.
per altro una violenza diretta, una caduta sulla per una fascia di dodici braccia di lunghezza e tre
spalla possono fratturarla nel punto qualunque siasi dita trasverse di larghezza condotta da una spalla
in cui agiscono quea@ cause, né è cosa rara in si all’altra sopra la parte posteriore del petto in modo
mili casi vedere le parti molli contuse ed alcuna da descrivere la cifra- 8, le cui croci rispondono
fiata lacerato. Quando la causa della frattura agisce all’intervallo degli omoplati, mentre che i giri di
sopra l’estremità dell’osso, come nel caso d’una ca questa stessa fascia abbracciano il moncone della
duta sopra la sommità della spalla, o sulla mano spalla per portarla indietro, e mantenerla in questa
mentre il braccio è teso, la clavicola può essere as posizione. Per accrescere la forza di questo bendag
sai piegata, e fratturata in una direzione si obbli gio, e rendere la sua azione permanente senza b1-:
qua, che le estremità pasàino gli integumenti. sogno di scioglierla interamente" ogni _volta che 51
Le fratture di quest’osso sono generalmente ac rilascia, I. L. Petit consiglia porre una, compres
compagnate dalla rimozione delle estremità frattu sa stretta e lunga sopra la pelle dietro il dorso, e
rato, qualora non faccia eccezione il caso di solu da una spalla' all’ altra avanti applicarvi la fascia.
zione di continuo verso l’acromio al di là del pun Finita la fasciatura egli prescrive tirare in verso
to, ove si fissa il legamento che riunisce la clavicola Opposto l’estremità della compressa transversale, e
all’apofisi coracoitlca dell’omoplata. di fissarlc insieme, ciòcché debbe di necessità au
MEDICINA OPERATORIA
bre chirurgo ha immaginato il seguente benS315
mentare la sua costrizione, renderla più incomo
da, e più difficile a sopportarsi. La croce di ferro daggio. '
groposta da Heistero, il Giubettino descritto da Il bendaggio fibbiato di Boyer (vedi lafig. 3)
rasdor nelle Memorie dell’Acwdemiadi chirurgia, è composto 1.° di un cuscino cuneiforme (I, 2)
la coreg ia consigliata da Bruninghziusen ed altri pieno di lolla d’ avena, o meglio di cotone , il
apparecc ', agendo tutti con maggior forza non so quale debb’essere fissato sotto l’ascella del lato
no che modificazioni delle fasciatura a cifra 8, nè affetto col mezzo di due legacci (3, 4) adattati
‘ compiono lo scopo che vuolsi proporre nel ridur ai suoi angoli superiori, e che vengono con
re simile frattura. dotti dalle parti anteriore e posteriore del
Era serbato a Desault lo scoprire un ben petto, sopra la spalla del lato sano per esser
daggio , che soddisfi per poco leccndizioni ivi fissati; 2_° d’ una cintura di tela nu0va fo
necessarie all’ esatto mantenimento delle frat rata ( 5, 6, 7 ) della larghezza di cinque pollici
ture della clavicola, usando dell’ omero come posta attorno il petto all’altezza del cubito, so
(1’ una leva di primo genere, mediante un cu stenuta da una fascia scapolare ( 8, 9) e chiusa
scino posto fra la sua parte superiore ed il to da 3 anelli ( 10, 1 I, 12) e tre coregge fissate
race. Boyer ha anche immaginato un apparec alle sue estremità; 3.° d’un braccialetto (13, 14,
chio molto più semplice di quello di Desault ; 15) egualmente di tela nuova, e forata, larga
desso è il bendaggio che vien presentato dalla quattro o cinque dita trasverse, postmattorno
1g. 3 Brma innanzi di descriverlo, faremo pa la parte inferiore del braccio malato, e che vie
rola del modo per cui si dee operare la ridu ne fissata per una stringa (16, 17) e quattro
zione della frattura di questo osso. coregge attaccate al braccialetto, due all’ in
Onde ridurre le fratture della clavicola, nanzi (18) due addietro (19, 20) si introduco
conviene, qualunque siasi la specie della rimo no nelle fibbie corrispondenti attaccate alla cin
zione, fare eseguire ai frammenti di quest’os tura, e servono a ricondurre il cubito contro il .
so movimenti al tutto opposti a que’ eseguiti tronco, mentre il cuscino che oppone resisten
nella
sezzarimozione. Ove nesta spetti
della lclavicola,cliasterà alzaresola
la alla spese za sotto l’ ascella spinge all’infuori la parte su
spalla,
periore del braccio e della spalla. Serrando più
mantenern0la ', e qualora siavi la rimozione an o meno le coregge esteriori, si riconduce in
che nella lunghezza di quest’ osso, sarà neces proporzione il cubito in avanti. Finalmente vie
sario per la riduzione portar il moncone della ne s’ostenuto il peso dell’ estremità superiore
spalla in alto, addietro, ed in fuori, qualunque col mezzo «1’ una sciarpa fissata sopra la spalla
siasi d’altronde la direzione che i frammenti del lato sano, la quale abbraccia l’ avambrac
hanno l’uno in rapporto all’ altro. Per tale ri cio, il cubito e la mano. . .
duzione non potendosi agire immediatamente Tale bendaggio, da Boyer il più usato con
nè sulla clavicola nè sull’ omoplata, si agirà so ottimo_succe‘sso, è, come chiaro apparisce, sem
pra il braccio, di cui si userà come d’una leva plicissimo; desso è anche meno incomodo di
di primo genere. Così colla mano che serve di quello di Desault, e nulla havvi di più agevo
potenza si prende il gomito , si pone l’altra le, che fissarlo al punto conveniente , dacchè
mano sulla parte interna e superiore del brac’ basta perciò tendere le coregge , cosa che lo
cio per formare il punto (1’ appoggio della le-. stesso malato può eseguire; e che le cure ne
va; e portando il cubito dinanzi e addentro nel cessarie a mantenerlo stretto quanto abbisogna,
tempoptesso che s’ innalza la spalla , si fa la non portano pericolo alcuno, che i frammenti
coattazxone, mentre uno o più assistenti ten dell’ osso fratturato riportino movimenti noce
gono il corpo del malatp dal lato opposto. Qua voli alla loro riunione. Silfatto bendaggio non
lunque siasi il bendaggio ' osto in opera per la è puramente adatto a mantenere ridottii fram
riduzione della clavicola, a d’uopo, er tenere menti della clavicola, come si potrebbe crede
i frammenti a contatto, che agisca cl’ una ma re dietro la sua denominazione, vale ancora al
niera permanente non altrimenti che la forza medesimo scopo ne’ casi di lussazione in alto
riduttrice ha agito al momento della riduzione. della estremità scapolare dell’ osso medesimo.
Sifl'atto bendaggio adunque debbe ne’ casi più Non è raro abbattersi in individui, il cui
ordinari mantenere la spalla in alto, in die petto è intollerante di qualsiasi Compressione,
tro ed all’ infuori . Questa si è la miraldi ed appo i quali, come appo gli asmatici e.,
Boyer dietro l’ esempio di Desault , ed è un tale apparecchio per quanto ben app icato
sono questo punto di vista, che questo cele ci sia, non ha vantaggio alcuno sopra gli altri ;
160 LA MEDICINA PITTORESCA
havvi ancora de’ casi in cui trattandosi di V tenute, si consolidano generalmente più presto
frattura com licata a contusione ovvero ad in delle altre. Di consueto 40 giorni bastano al
gorgo flogist1co non si può pensare alla ridu perfetto consolidamento, così il malato dee
zione. Nelle quali circostanze, bisogna conten portare il suo bendaggio per tutto questo tem
tarsi di tenere immobile il braccio presso il po, ed alcuna fiata più là finché il callo sia di
tronco, e sostenerne il peso colla massima ac venuto abbastanza solido, onde resistere a’vari
curatezza per mezzo (1’ una buona sciarpa. Le movimenti propri della spalla.
fratture della clavicola, quando son bene man
-mass+-
TERAPEUTICA
_.;.@.g.__
_‘II’ÈOW_
ANATOMIA
-m-
PATOLOGIA CHIRURGICA
_4ÙÌOW -
tonereiioni carlilaginee svilup ate accidental di evitare l’incisione parallela della pelle e
mente nelle articolazioni. ( avola xxl, fig. della capsula articolare, sopra ogni altra cosa è
3, 4, 5, secondo la Clinica chirurgica del duopo convenire sul modo di sua formazione.
baron Laaaar.) Frattanto dietro i sintomi concomitanti lo svi
luppo di questi corpi estranei, fino al momento
, Avviene alcuna volta, che in seguito a lus dell’ estrazione e’sembra probabile, che la loro
sazioni, stiramenti, idropisia delle articolazio formazione riconosca una causa comune. Eccoti
ni, ovvero alle contusioni in qualche punto per altro le varie opinioni emesse a questo pro«
della superficie delle articolazioni ginglimoidee posito. Avvisano gli uni, che il principio di tali
formansi nel tessuto sinoviale di queste mede concrezioni sia in qualche porzione della mem.
sime articolazioni alcune concrezioni affini alla brana sinoviale,che tappezzala cavità articolare;
natura delle cartilagini, le quali però differi pensano gli altri essere nel tessuto adiposo e
scono dalle cartilagini diartroidee. Tali concre vascolare dell’incavo posteriore de’ condili fe
zioni diventano altrettanti corpi stranieri, i morali, e che una percossa più o meno,forte
quali ponno fissarsi ad una delle pareti artico valga a distaccarle. Molti finalmente, e forma
lari , ovvero rimanersi liberi, e fluttuanti nella l’opinione più accreditata, affermano che la
propria cavità articolare. Sifl'atte anomalie, che sinovia addensandosi in maggiore o minore
assai di rado trovansi in pratica , erano intera quantità in su’ punti declivi dell’ articolazione
mente ignote agli antichi, e la sola accurata os dà origine a questi corpi stranieri, i quali van
servazione, che abbiamo della presenza di-que no prognessivamente aumentandpsi.
sti corpi estranei nell’ articolazioni del ginoc Larrey, cui dobbiamo la più parte di questo
chio ci venne tramandata da Ambrogio Parè, il articolo, si allontana da queste idee; ma pensa,
quale, nel 1558, dietro un’incisione per poste che alcune molecole della sostanza cartilaginea
ma in questa parte vide sortire per la stessa già cristallizzate sulla superficie de’ condili, di
apertura una concrezione bianca, dura, liscia, staccandosi, si conglomerino nella cavità arti
della grossezza di una amandorla. Nel 1685, il colare, ove vengono unite per mezzo de’ vasi
dott. Vagnerus ne trovava molte analoghe nel della capsula sinoviale; tali concrezioni restano
ginocchio d’ un bue, e nel secolo decimo otta attaccate ad un pedunculo , il quale si rompe
vo molti Celebri pratici (Monro , Cruikshank , quand’ elle hanno acquistato un certo volume ,
Mocgagni, Bell) ebbero opportunità di estrarne e questo primo nucleo cartilagineo a guisa dei
di somiglianti dalla stessa articolazione del calcoli urinarj aumenta di volume per la so
1’ 11101110. ' vrapposizione degli strati di albumina e di fo
.Setutti gli autori convengono sulla diagnosi sfato di calce.
di questo malore, e sopra il processo operativo, Ciò posto, si vede , che qualsiasi causa va
le cui condizioni precipue sono di metter al levole ad alterare lo stato normale del sistema
coperto del contatto dell’aria l’ articolazione, e vascolare esalante della capsula sinoviale è ca
PATOLOGIA CIHRURGICA 167
pace di produrre simili concrezioni. Tuttavia za, incidendo in modo che l’apertura dei tegu
alcuna fiata una tale sostanza viene assorbita; menti, non sia arallela a quella della capsula
assorbimento, che in certe circostanze giugne articolare. Ma af nchè il processo operativo ab
a denudare l’estremità articolari dell’osso, delle bia un felice risultamento, e’bisogna, come sag
loro proprie cartilagini, in allora si addensano giamente osserva Larrey, che la riunione dei
vieppiù le superficie acquistando la pulitezza lembi della ferita sia fatta colla massima pre
dell’ avorio. In simili casi, mantiensi libero il cauzione, che l’articolazione sia guardata dal
movimento articolare, ma tale movimento viene contatto dell’aria, e che gli apparecchi conten
accompagnato da un suono particolare legger tivi non esercitino una compressione tro po
mente incommodo al malato. forte sull’ articolazione; altri-menti ne potr be
Sifiàtti corpi cartilaginei, qualunque esser succedere una viva irritazione, e tutti gli acci
possa d’ altra parte la cagione, riscontransi il denti, che l’accompagnauo.
più nelle articolazioni ginglimoidee, come nel E ben raro trovare corpi cartilaginosi nelle
ginocchio, nella mascella e nel piede. Appena articolazioni, ed è perciò che noi abbiamo cre-‘
formate tali concrezioni sono libere e fluttuanti duto di farne soggetto de’nostri articoli. Si
nell’ articolazione, e possono quindi cangiar po hanno su ciò molte osservazioni, e due casi in
sizione. Egli è perciò, che vedesi tal corpo nel teressanti ce li offre il citato Larrey. Il primo
ginocchio passar sotto la rotula, ovvero sotto il di un granatiere della guardia imperiale, cui si
ligamento rotondo. Nel primo caso non eccita estrasse una simile concrezione articolare della
dolore per l’ insensibilità delle cartilagini; nel grossezza di un’amandorla, biancastra, rugosa
secondo, per l’ opposto, cagiona un vivissimo da un lato e liscia dall’altro. Viene rappresen
dolore , in ispezieltà quando tocca iligamenti, tata dalla fig. 3. Secondo 1’ analisi di Vauquelin
ossia la capsula articolare. tal corpo differisce assai dalla natura delle car
I colpi, le cadute e le violenti percosse sono tilagini comuni. Un altro granatiere di nome
le cause determinanti, ed anche essenziali di Berens ci offre il secondo caso, dietro l’opera
tal fatta di corpi estranei, i quali, dopo la loro zione eseguita da Larrey; ma in luogo di una
formazione, generano impedimento nei moti del sola Concrezione, ne trovò due (vedi fig. 1| e 5)
membro affetto, tumefanno il ginocchio più o il cui volume, ed apparenze esteriori, differi
meno, e giusta il lor cangiamento di posizione vano poco dalle precedenti. Larrey è d’avviso,
formano al di fuori una gonfiezza visibile sui che indipendentemente dalla causa meccanica
vari punti dell’articolazione. Finché tali concre esterna capace di produrre tal malattia in que
zioni sono piccolissime e molli, riescono assai sto granatiere, una reumatica affezione vi deb
poco moleste, ma accrescendo di volume im be avere energicamente contribuito al suo svi
pediscono i movimenti, producono una sim luppo. Un accurato esame del malato dopo la
patica irritazione , la quale intacca il libero guarigione, gli fece sospettare, che le cartilagini
esercizio delle funzioni. Allora fa duopo ricor che incrostavano le estremità ossee articolari
rere allîoperazione, la quale si pratica tanto erano in parte assorbite, dacchè, oltre il_suono
coll’ incidere le parti molli direttamente sopra manifesto particolare che udivasi nei movlmenh
la cartilagine, onde estrarli per la strada più ’della gamba, eravi un principio di ADChÌÌOSÎ.
corta, come eziandio, lochè- merita la preferen
-=aaeésa=
168 LA MEDICINA PI'ITORESCA
MEDICINA OPERATIVA
-m+w
DELL' IDBOCELE. gior copia del convenevole , ovvero se i vasi,
che debbono recarla al di fuori, compiano male
I:troménto da usarsi nell’operazione dell’1dro le loro funzioni, un tal liquido si accumula po
,cele per efl'usione. (Tavola xxx, fig. 6, 7, 8 e co a poco nella cavità della tonaca vaginale,
9, secondo Lunar.) dando origine all’idrocele accidentale. Una tale
raccolta formasi il più delle volte dietro cause
La parola Idrocele, secondo la sua etimolo ignote,e la esistenza di lei viene solo riconosciuta
gia è applicabile a qualunque tumore, che con dalla progressiva tumefazione dello scroto.
tenga acqua; ma si è pecu iarmente limitato ad L’idrocele della tonaca vaginale si appalesa
indicare le varie raccolte di acqua nello scroto. di rado pe’ sintomi flogistici: ordinariamente
E difi'atti, ora il liquido s’infiltra nel tessuto comincia da un leggiero tumore alla parte infe
cellulare, ch’unisce gl’involucri de’ testicoli, riore dello scroto, che cresce dal basso all’alto,
ed allora dicesi idrocele per infiltrazione ,- ora,
senza calore, senza dolore, senza gran rossore ,
al contrario, si raccoglie in una borsa, in un ascende dinanzi al cordone del testicolo fin
sacco particolare, e sifiàtta raccolta viene chia presso l’ orificio del canal inguinale, e enetra
mata idrocele per efl’inione, la qual elfusioue alcuna finta nel suo orificio; havvi poche ma
può aver luogo tanto in un antico sacco ernia lattie così lente nel suo progresso, dacchè il
rio, come in una cisti formata di mezzo alle to termine ordinario del suo maggior sviluppo è
nache comuni 0 cellulari del cordone dei vasi da sei fino a diciotto mesi. La tonaca vaginale ,
spermatici, e finalmente nella tonaca vaginale. poco estendibile, resiste subito con forza, ma
Di quest’ultima varietà d’ idrocele essendo più perde poscia gradatamente di sua elasticità.
frequente delle altre, ci crediamo in dovere di Finché questa membrana serosa contiene pic
trattarne peculiarmeute. cola quantità di liquido, il tumore è molle ,
L’ idrocele per allusione nella tonaca vagi fluttuante, poco sensibile ad una moderata pres
nale distinguesi in congenita ed accidentale. sione; ma a seconda del suo sviluppo, ella va
Nel primo caso il tumore viene formato da una acquistando solidità e densità; scorgesi mani
raccolta di acqua nella tonaca vaginale, allor festa la fluttuazione, allorquando si preme con
' quando la cavità di questo sacco comunica col una mano sopra un punto, e battesi coll’ altra
I addome. Nel secondo 1’ idrocele può essere sul lato diametralmente opposto. Qualora l’ af
l’effetto della compressione graduata od anche fezione progredisca essendo abbandonata a sé
subitanea sopra le borse, d’ un esercizio vio stessa, arriva ad un epoca in cui la tonaca va
lento, massime del cavalcare senza esserne bene ginale, al sommo distesa, avendo perduta la sua
“er0itati, degli eccessi di venere, e loro conse estensibilità, presenta un tumore più o meno
guenze, di ma peculiar disposizione dell’indivi voluminoso e variabile di forma, in cui non
duo, la qual disposizione non è di frequente valu puossi sentire che una fluttuazione oscura,
tata: daC0hè persone robuste, e della più ridente spesso anche impossibile a scoprirsi. Le rughe
salute ne sono egualmente attaccate che le cache dello scroto diventano meno pronunciate , alle
tiche; sembra di più, che siffatto idrocele nasca in
volte si cancellano del tutto 5 il rafe è incurvato
seguito alle idropisie ; puossi finalmente asseri al lato opposto del tumore. L’ idrocele acquista
re: Che (16550 è sempre il prodotto del tolto equiuna grandissima distensione, la pelle della verga
librio fra i sistemi vascolare assorbente, ed esa vien parimenti distesa, le urine fnon sortono
lante. E‘ noto, infatti, che l’ interna superficie più a getto; colano esse lungo lo scroto esco
della tonaca vaginale è del continuo umettata riando le parti vicine, e 1’ atto della generazio
dalla serosità, che trapela dalle sue pareti. Par ne torna al tutto impossibile.
te di questo liquido non servendo che a lubri Questo tumore acquoso, il cui peso specifi
ficarne la cavità è assorbito dai vasi linfatici co è sempre poco considerabile relativamente
Che Si distribuiscono nella tonaca istessa. Ora al suo volume, nella maggior parte de’ casi è
tolto l’equilibrio fra l’esalazione e l’assorbi trasparente come si può ratificare ponendo un
mento, qualora cioè la serosità infiltrasi in mag lume alla parte posteriore del lato opposto a
MEDICINA OPERATIVA 169
quello dell’ osservatore; e siffatta trasparenza è scroto, l’operatore, posto nello stesso lato del
anche più manifesta, seilliquido, comunemente paziente‘prende il tumore di dietro colla mano
d’un'giallo citrino, sia più limpido e meno manca in modo che il testicolo sia tenuto in
viscoso. Circa la sua grossezza, e forma varia alto ed all’indietro, che la borsa faccia protu
assaissimo: ora in vero la tunica vaginale non beranza all’ innanzi, e lo scroto ne venga disteso.
capisce che qualche cucchiaio di serosità: ora Allora colla mano destra prende il tre-quarti, in
'per' contrario contiene il tumore due tre e quat maniera cheil manico essendo poggiato alla pal
’ tro libbre di fluido, il quale in certi individui ma della mano, sia fissato dal pollice e dalle tre
si fa strada fino al ginocchio (Voigtel, Hand ultime dita, poscia allungando l’ indice sopra
buch der pract., anat., tom. 111, pag. 388). questo istromento, la cui punta sarà prima spal
Comunemente l’ idrocele ha la forma d’una pe mata di grasso, con un colpo secco lo s’immerge
ra colla base all’ingiù e la sommità in alto. dal basso all’alto, e dall’ avanti all’indietro nella
Havvi però alcune circostanze, nelle quali il parte inferiore, anteriore ed esterna del tumore.
tumore e irregolare, globoso, ovvcro presenta La mancanza di resistenza, una goccia di liqui
desso una depressione circolare che lo divide do che sorte di quando in quando tra la ferita
in due. ' ela cannula, la profondità cuiè giunto, sono cri
L’idrocele è semplice allorquando l’ effu teri valevoli ad indicare, che il tre-quarti è
sione non ha luogo che da un lato, doppio se penetrato nella tonaca vaginale. Ciò atto, il
la raccolta sierosa fassi ad un tempo in tutti e chirurgo estrae la punta dell’istromento coll’av<
due i lati; puossi complicare a molti altri idro vertenza di tener ferma la cannula colla mano
celi, all’ernia inguinale (enterocele, epiplocele, sinistra finché il “liquido, che debbe sortire die
o cistocele) alle varici delle vene spermatiche tro leggiera pressione eseguita sul tumore, sia
o scrotali, agli‘induramenti della tunica vagie al tutto evacuato, indi colla destra ritira la can
nale, ec.‘ ec. In generale è agevole la diagnosi nula, intanto che col pollice ed indice della si
di questa affezione, e se havvi alcuna eccezione, nistra tiene uniti i lembi della piccola ferita.
e’ torna raro che un pratico anche poco eserci Finita 1’ operazione, copresi il luogo della pun
tato possa confonderla con altra affezione della tura d’ un pezzo di tela sovrapponendovi una
medesima parte. ‘ compressa, e sostenendo le borse per un so
L’ idrocele non è punto morbo pericoloso spensorio. Presso il maggior numero de’ malati
per la poca influenza ch’ esercita sull’ animale la ferita cagionata dal tre-quarti viene sanata
economia 5 ma torna assai incomoda tale in poche ore, ma in qualche circostanza dessa
gonfiezza pel suo peso e volume, e la cui con s’ infiamma, e passa alla suppurazione. Tale
fricazione colla parte interna delle coscie dà suppurazione è di consueto superficiale, e si
spesso origine ad escoriazioni dolentissime. toglie prestamente con una semplice medica
Puossi per altro portar siffatto tumore per tutta zione: alcune fiato diviene abbondante, si di
la vita senza incommodo, avendo la precauzio lata attaccando la tonaca. vaginale, e produce a
ne di fare "eseguire la paracentesi ogni volta caso una cura radicale. E duopo soprattutto li
che il suo peso lo rende molesto. Tale sempli mitarsi a questo primo modo di cura presso i
cissima operazione, non è di vero, che un mezzo vecchi ed i cachettici, i pusillanimi, i gottosi,
palliativo , ma per guarire radicalmente l’ idro que’ sottoposti alle affezioni reumatiche, allor
cele è d’uopo ricorrere ad un’ operazione più quando molto voluminoso è l’ idrocele, quando
complicata; cosi è costume di dividere la cura è la conseguenza d’una gonfiezza scirrosa al te
chirurgica dell’ idrocele in palliativa e radicale. sticolo, e quando finalmente questo organo e
Trattamento e processo operativo. La cura dolente, ed il cordone spermatico tumefatto.
palliativa consiste nel vuotare di tratto in tratto Nella cura radicale dell’ idrocele, non si si
il tumore, ogni otto o dieci mesi, per esempio, propone solo di evacuare la sierosità contenuta
con una puntura fatta colla lancetta, ovvero con nel tumore, ma di opporsi eziandio alla sua ri
un piccolo tre-quarti leggermente schiacciato; produzione, suscitando un processo infiammato
egli èquest’ultimo stromento più comunemente rio abbastanza forte nella tonaca vaginale enella
scelto, a meno che la quantità di siero efl'usa membrana albuginea onde determinarvi 1’ ade
non sia assai piccola, nel qual caso può bastare renza di ambedue le tonache in tutti i Punti
la lancetta sul timore di ledere il testicolo. della loro superficie. L’ incisione, ,l’GCCÎSÎODB,
Stando l’infermo collocato sulla banda diritta l’ applicazione de’ caustici, 1’ intf0d02Î008 di
‘121 suo letto, e rasi i peli del pube e delle una tenta, dell’esca, d’un settone, di una can
170 LA MEDICINA PITTORESCA
nula, e l’iniezione di un liquido stimolante in sempre la cannula’alla sua inferiore estremità,
queste cavità sono stati i mezzi impiegati di l’ operatore impedisce, ch’ ella non penetri
quando in quando per ottenere questo scopo; troppo nell’interno del sacco, e che non si ri
ma il più di tali processi operativi, tornando tiri nella spessezza dello scroto, mentre che
poco sicuri, e spesso dolentissimi, usasi solo in coll’ indice la tien ferma, e si oppone allo scolo
oggi 1’ eccisione e l’iniezione; quest’ultimo del liquido nel momento in cui l’assistente rie
mezzo ha eziandio la preferenza all’ altro, cui trae la sciringa.Una nuova quantità d’ihiezi0ne
debbesi solo ricorrere nel caso di scirro al te s’ introduce immantinente nello stesso modo,
sticolo OVVero alla tonaca vaginale, e qualora la ed anche per la terza volta, se fosse necessario
puntura od una violenta percossa diede origine per dare al tumore quel volume, ch’ avea di
all’ematocele, che non si possa togliere nè cogli nanzi l’ operazione; ma affine di ottenere il
emollienti nè co’risolventi. In generale, come bramato risultamento, bisogna che ognuna delle
si è più sopra indicato, la preferenza dee darsi iniezioni resti nel tumore per lo spazio di tre
al metodo per iniezione, e siffatta ingegnosa o sei minuti, secondo la sensibilità dell’indif
maniera di curare l’ idrocele è in oggi dai più viduo, il suo stato e l’epoca della malattia; fi
celebri pratici posta in opera. nalmente prima di levare la cannula conduttri
Un tal metodo più semplice, meno doloroso ce, devesi vuotare il tumore fino all’ultima goc
degli altri tutti, e del quale Alessandro Mauro cia di liquido, nonché la minima quantità di
attribuisce la scoperta ad un chirurgo dello aria introdottavisi; cuopresi poscia lo scroto
stesso suo nome, consiste nello spingere fino colle compresse imbevute di vino somigliante
alla tonaca vaginale nel luogo della serosità già a quello usato per le iniezioni; si rinuova l’ e
evacuata per la puntura, un liquido abbastanza sterna medicazione tre o quattro volte nello
irritante da produrvi un processo flogistico. spazio di 24 ore, ed allorché l’ infiammazione
Componesi l’ apparecchio; I.° d’un tre-quarti acquistò il grado di acutezza necessario, vale a
men grosso di quello usato per la paracentesi dire in capo a cinque o sei giorni, si sostituia
addominale, e più grosso di quello destinato scono alle irritanti applicazioni, i topici cata
per la semplice puntura dell’ idrocele; 2.° di plasmi emollienti. Poco a poco le parti mino
una buona sciringa, capace di contenere otto o rano‘ il loro volume, e di consueto nello spazio
dieci once di liquido, la cui estremità si adatti di venti o venticinque_giorni il testicolo già tu
Perfettamente alla cannula del tre-quarti; 3.° mefatto riprende il pristino volume naturale,
di uno o due litri di pretto vino rosso avvalo e la cura è radicale.
rato dall’alcool, caldo o freddo, affine di averne Li risultamenti ottenuti da questo metodo
la conveniente temperatura per quello che deesi curativo sono tuttodi certificati; tuttavia videsi
iniettare; 4.° di uno scaldino pieno di carbone mancar di effetto, e recare funesti accidenti,
ardente onde riscaldarlo all’uopo; 5.° di cerotto cui il barone Larrey provvede nella più parte
per ispalmare l’ istromento; 6.° di molti bacini de’ casi, sostituendo alle iniezioni una porzione
tanto pel vino da iniettarsi, come per raccoglier di sonda di gomma elastica, ch’ ci introduce
1’ acqua dell’idrocele; 7.0 di filaccia, compresse dopo la puntura nella tonaca vaginale. Moltissi
e sospensorio. mi malati di differente età e costituzione, il cui
Così disposte le cose, fattasi la puntura del idrocele era più o meno di antica data, ed assai
tumore nel modo stesso, e con egual cura del voluminoso vennero operati con questo meto
trattamento palliativo dell’idrocele, l’operatore, do, e tutti sanati in brevissimo tempo; Larrey
tenendo la cannula del tre-quarti colla sinistra quindi nell’atto di riconoscere però che molti
mano, per timore che non sorta dalla cavità celebri chirurghi del secolo XVIII aveano ezian
della tonica vaginale, v’introduce colla destra dio prima di lui posto in opera un mezzo per
il sifone della sciringa già ripieno di vino caldo poco analogo al suo, ritiene il proprio come
avvalorato dall’ alcool, il quale debb’ esser con preferibile ad ogni altro nella cura radicale
tinuamente alla temperatura di 32° , ed anche dell’ idrocele per efl‘usione.
più là,ove i tessuti dell’individuo fossero poco Per eseguirla , dice Larrey , si adopera
irritabili, come sarà minore in casi opposti, e un piccolo tre-quarti o meglio un tre arti
nei giovmetti; finalmente il grado sarà tale da schiacciato, che è rappresentato dalla . 6,
ESSGPG a mala pena sopportato dalla mano: allor armato se si vuole della sua c‘annula; prima di
un altro spinga leggermente lo stantuffo finché passare alla puntura, si pratica una piccola in_0î
la sciringa sia perfettamente vuota; sostenendo sione degli integumenti nel punto più declwe
ANATOMIA 171'
del tumore. Evacuato interamente il liquido, si tabile, che 1’ idrocele non abbia un’antica data,
introduce, col mezzo della cannula del tre e che il malato sia operato per la prima volta,
quartij rimasta in sito, una porzione di sonda bastano sovente per ottenere un tal risultato
di gomma elastica, lunga un pollice incirca, e anche sole ventiquattro ore. La sonda dovrà
traforata in molti punti alla sua estremità supe allora esser immediatamente estratta, imperoc
riore (veg. fig. 9); estratta poscia la cannula delchè rimanendo essa nella ferita per qualche
tre-quarti, mediante un sospensorio bene stretto tempo dopo che la secrezione sierosa è scom
si mantiene in sito la sonda. La presenza di que parsa, può suscitare un’infiammazione troppo
sto corpo straniero per entro la tonaca vaginale, orte: se poi l’ idrocele fosse antico , ed il ma
aggiunge Larrey, non produce nè troppo inco lato avesse rapportato altra operazione, la son
modo nè troppo dolore. Durante le prime do da in tal caso non si ritirerà dal tumore tanto
dici ore la sierosità si fa strada per la sonda, prontamente. Il testicolo si fa leggiermente tu
ma in seguito la secrezione diminuisce, e cessa mido e dolente, e la risoluzione succede ben
interamente, cominciando allora il processo flo preSto, per non dover ricorrere all’applicazione
gistico d’ adesione, che ha luogo contempora di alcun topico. Gli induramenti che mai ne
neamente su tutti i punti della periferia del te. conseguitassero, si tolgono con alcune frizioni
sticolo, eccettuati quelli ove posa la sonda, la mercuriali. Tutti gli ammalati operati da Lar
quale perciò dovrà venir estratta non appena è rey con tal processo, guarirono senza recidiva,
cessato lo scolo sieroso; che è il segno certo prima del venticinquesimo giorno; né si mani
del primo grado d’ infiammazione. festarono giammai gravi accidenti; per cui un
E raro che una tal infiammazione, la quale tal metodo sembra dover esser adoperato in
benché lieve, è capace di stabilire un processo tutti que’ casi, ne’ quali si ha da trattare un
(l’adesione, non si stabilisca prima del terzo idrocele per efi‘usione nella tonaca vaginale.
giorno; che se poi il soggetto sia giovane, irri
-*È*Q‘H-
ANATOMIA
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PATOLOGIA CHIRURGICA
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TERAPEUTICA
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ANAT OMIA
_*bîifi
Aarsnu ranorra (75, 76.) Quest’ arteria situata alla parte posteriore
della gamba come la tibiale anteriore, ma meno
Situata profondamente alla parte posteriore profondamente di questa, si dirige un po’ ob
della gamba dirigesi tosto l’ arteria peronea un bliquamente all’ indentro, discende poscia ver
po’ obbliquamente all’ infuori, lungo il margine ticalmente tra le due superficie dei muscoli
e la faccia interna della fibula. La sua parte po posteriori della gamba, e termina sotto la vol
steriore ècopcrta dai muscoli solco e flessor ta del calcagno, dividendosi in due branche che
lungo proprio del dito grosso (15,49). Appog sono le arterie plantari. Nei due terzi supe
giata superiormente sul muscolo tibiale poste riori l’arteria tibiale posteriore è coperta dai
riore, lo attraversa più inferiormente, 'compa muscoli gemelli e solco; nel suo terzoinferiore è
rendo sul legamento interosseo. I rami, che osta lungo il lato interno del tendine d’ Achil
manda nel suo tragitto ques__t’ arteria, si distin lie, che la copre un po’ sul principio, ma che in
guono in rami esterni e posteriori, i quali sper seguito la lascia soltanto in rapporto con l’apo
donsi pei muscoli solco e gemelli ; in rami neurosi della gamba e la pelle. Anteriormen
interni, che hanno molto minor volume dei te corrisponde lungo lo spazio interosseo ed
precedenti e si propagano pei muscoli tibiale il muscolo tibiade posteriore : inferiormen.
posteriore, flessor lungo delle dita, e flessor te osa sul muscolo flessor lungo comune
lungo del dito grosso. Uno di questi, partito delle dita (i I) e corrisponde alla faccia poste
dalla regione inferiore dell’ arteria, portasi tra rior delle dita. Nel suo Cammino è accompagnata,
sversalmente all’ innanzi, e si anastomizza colla alla parte esterna, del nervo popliteo interno.
tibiale posteriore. Presso il malleolo esterno si Manda nel tragitto l’arteria tibiale posterio
divide l’ arteria pegronea in due rami, che pren re dei rami poco considerabili ed in numero
dono il nome di peronea posteriore e di pero indeterminato. Ne dà pochissimi , e talvolta
nea inferiore. nessuno affatto, ai muscoli gemelli e solco ; ma
1." L’ arteria peronea posteriore continua quasi tutti distribuisc0nsi lateralmente ai mu
il tragitto primitivo dell’ arteria, discende po scoli tibiale posteriore ed ai flessori, alla pelle ed
steriormente (77,78,80) all’ articolazione della al periostio delle tibia. Uno di questi ultimi
fibula, e portasi sulla parte esterna del calcagno, si è l’ arteria nulricia della tibia, la più volu
distribuisce molti rami ai muscoli tibiale po minosa delle arterie di tal fatta, la quale discen
steriore (88), ilessor della dita, grande e medio de in una specie di scanalatura, che si osserva
peroneo, all’ articolazione del collo del piede, alla parte posterior di quest’ osso, e penetra
180 LA MEDICINA PITTORESCA
nel canal midollare, ove si ramifica all’infinito. dei rami ai muscoli interossei ed al periostio
Talvolta proviene dal tronco dell’ arteria po delle ossa del metatarso, e si anastomizzano sul
plitea. dorso del piede coi rami interossei dell’arteria
Allorquando l’ arteria tibiale posteriore è del metatarso. I rami inferiori e posteriori sono
giunta sotto la volta del calcagno, e prima di piccolissimi e distribuisconsi ai muscoli inter
dividersi , somministra rami molto conside _ossei, ai lombricali, al tessuto cellulare ed alle
rabili al periostio di quest’ osso, ai muscoli ade articolazioni del tarso col metatarso. I rami
duttori del dito grosso e flessor corto comune anteriori sono più voluminosi degli altri : e
delle dita, al tessuto cellulare ed alla pelle. Al Sono quattro ordinariamente. Il primo portasi
cuni, meno considerabili, ascendono sul mar all’ innanzi ed un po’ all’infuori al disotto del
gine interno del piede e si anastomizzano con muscolo flessor corto del dito piccolo, a cui
quelli della tibiale anteriore. getta molti rami, e termina al margine esterno
In quanto alle arterie plantari che in que di questo dito. Il secondo, terzo, quarto seguo
sta tavola non si veggono, si distinguono in no i tre ultimi spazii interossei dando dei rami
interna ed esterna. L’ arteria plantare esterna, ai muscoliclxeli riempiono ed ai lombricali. Pres
che veramente è la continuazione della tibiale so l’estremità anteriore delle ossa del metatarso
posteriore, si allontana dall’ interna, portando s’insinuano disopra del muscolo abduttore tras
si obbliquamente in basso ed all’ infuori nella verso del dito grosso, mandando ciascuno per sua
scanalatura del calcagno, e passa tra i muscoli parte sul dorso del piede un ramo perforante
flessor corto comune ed accessorio e flessor anteriore, che comunica con quelli dell’ arteria
lungo delle dita. Scorre poscia all’ innanzi nel del metatarso. Infine, tra le articolazioni del
l’intervallo che vi ha tra il primo di questi mu metatarso colle falangi, ognuna di queste bran.
scoli e l’ abduttore del dito piccolo, indi si ri che dividesi in due rami che distribuisconsi ai
volge all’ indentro verso l’ estremità posteriore lati corrispondenti delle dita, cominciando dal
del quinto osso del metatarso, per nasconder la parte interna del dito minimo fino all’ ester
si tra i muscoli abduttore obliquo del dito gros na del secondo, i quali seguono il medesimo
so ed interosseo, e le estremità posteriori dello andamento delle arterie celleterali delle dita.
ossa del metatarso, descrivendo una curva, che L’ arteria plantare interna nata come la
la ravvicini al primo osso di questa ragione, al precedente dall’arteria tibiale posteriore, nasco
disotto del quale si anatomizza colla pedidia sta alla sua origine dal legamento anulare inter
e forma così 1’ arco plantare, la cui concavità no del tarso, molto meno voluminosa della
guarda all’indietro. Prima di formar questo ar plantare esterna, corre orizzontalmente all’ in
co, getta dei rami ai muscoli superficiali della nanzi lungo la parte interna della pianta del
pianta del piede ed agli integumenti. Uno di piede, al disopra del muscolo adduttore del
essi, abbastanza considerabile, discende verti dito grosso 5 poscia verso la metà della lun
calmente sulla parte interna del calcagno e si ghezza del piede si rivolge un po’ all’indentro,
distribuisce alle inserzioni dei muscoli addutto posta sotto il muscolo flessor corto del dito
re del dito grosso e flessor corto comune delle grosso, e termina anastomizzando parecchi ra
dita; i muscoli accessori del flessor lungo ed mi colle prime arterie collaterali.
abduttor del dito piccolo sono egualmente pro Nel suo tragitto manda questa arteria un
veduti dialcuni ramoscelli. gran numero di rami, alcuni dei quali si por
I rami che nascono dell’ arco plantare si di tauo all’ articolazione del piede, ai muscoli ad
stinguono in superi0ri, inferiori, posteriori ed duttore del dito grosso e flessor corto comune
anteriori. delle dita, non che agli integumenti: mentre
I rami superiori, in numero di tre, attraver gli altri più anteriori si distribuiscono agli stes
sano verticalmente gli spazii interossei, e dicon si muscoli, al flessor piccolo del dito grosso ed
si arterie perforanti posteriori. Mandano subito al lato interno. -
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181
TERAPEUTICA
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ANATOMIA
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TERAPEUTICA
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Kaz9azprug, purgatore. In appresso venne pure que boro nero fra i veleni acri. Risulta infatti dagli espe
sta pianta denominata Jlfelampodium ,‘ e que rimenti fatti da Orfila sugli animali, e da un gran
sto pastore medico ed indovino nel tempo stesso, numero di osservazioni sugli uomini, 1.° che la
ne fece uso per guarire le figlie di Preso re di radice di elleboro nero riesce velenosa per i mam
Argo,attaccate da follia, le quali, per esser in miferi, gli uccelli, i rettili, i molluschi, gli insetti,
corse nell’ira di Bacco, si credevano trasmutate e probabilmente per tutti gli altri animali; 2.° che
in vacche. La mano d’una di queste principesse le sue proprietà deleterie risiedono nella parte solubile
come pure una parte del regno di suo padre, nell’acqua; 3.” che agisce meno energicamente se
furono, si dice, il premio delle cure di Melampo, la si introduce nel canal digestivo, di quello che
al quale si innalzarono anche dei templi in me posta a contatto di una piaga sanguinolente, o del
moria di una si bella guarigione. Molti autori, Dio la membrana mucosa delle vie aeree, o del tessuto
scoricle, Plinio, Galeno ecc. riferiscono questa isto cellulare sotto cutaneo; 4.“ che nulla è la sua azio
ria con circostanze un po’ diverse, ma tutti nondi he posta sull’ epidermide, sugli organi fibrosi, o i
meno si accordano riguardo al fatto, Notissimo è il nervi; 5.° che la sua soluzione acquosa iniettata
proverbio latino navigare Ant_yras, per dire di nel sistema sanguigno, nelle cavità sierose, od ap
andare a cercare nell’elleboro d’Anticira, imperoc plicata sovra organi provveduti di vasi è molto più
chè in quest’isola si pretendeva crescere l’elleboro attiva, di quello che applicata a qualsiasi altra par
di miglior qualità, un rimedio contro la mania. te; 6." Che questa radice assorbita e portata nel
Gli antichi, i quali adopravano sovente l’elle torrente della circolazione suscita dei vomiti vio
boro, come ne fan prova le opere di Ippocrate, lo lenti, e determina diverse lesioni nel sistema ner
ritenevano come un purgante attivissimo, od un voso, per le quali gli animali non tardano a soc
energico vomitivo, un buon emenagogo,un antelmin combere; 7.° he nondimeno dessa può non tor
tioo certo, infine come un eccellente medicamento nare letale, essendo stata introdotta nel ventricolo
per guarire le più ribelli e le più inveterate malat qualora non si tolga agli animali la facoltà di vomi
tie della pelle; e cosi bene conoscevano gli incon tare; 8.° che nissuna delle sostanze velenose adope
venienti che possono derivare, da un uso mal di rate fino al giorno d’oggi, vale cosi prontamente
retto, che, sotto il nome di elleborismo, essi avea ad eccitare il vomito quanto questa, allorchè sia ap
no fissato dei precetti e delle precauzioni divenute plicata sovra piaghe sanguinolenti; g.° che la mor
necessarie, tanto per assicurare il successo di que te, effetto di un tale avvelenamento, avviene il più
sto eroico rimedio, come pure per opporsi agli efl di sovente nel periodo di mezza ora od un’ ora;
fetti che poteva produrre. Le proprietà mediche talvolta non succede che in capo a parecchie ore,
dell’elleboro nero differiscono poco da quelle deL laddove in altre circostanze bastano alcuni minuti
l’ elleboro d’Oriente (Helleborus Orientalis), e si per determinarla.
può attribuire al primo tutto quello che gli antichi A malgrado di una si grande attività tanto gli
aveano detto del secondo, il solo, secondo l’avviso antichi che i moderni non si astennero dall’adope
di Tournefort, del quale essi facessero uso. rare siffatto medicamento per uso interno, e non
In generale è varia l’azione dell’elleboro nero manchiamo di fatti, che attestino la sua efficacia
sull’economia animale, a seconda del suo stato di nelle malattie mentali non febbrili, nelle febbri in-_
freschezza e secchezza, e del luogo in cui fu rac termittenti, nelle affezioni verminose, nella parali
colto, e delle diverse preparazioni, a cui fu sotto si, apoplessia, letargo, torpore. Non riuscì meno
posto, e della dose, a cui viene amministrato. La utile l’alleboro nero nella paralisi, nel reumatismo,
radice fresca applicata per alcuni minuti sur una la gotta, l’epilepsia, l’isterismo, la chorea, in certe
piaga sanguinolenta determina il vomito: medio affezioni della pelle, come la lepra, l’ elefantiasi, le
cremente secca ed in dose opportuna data intema impetigini croniche. Sotto il suo uso si è veduto
mente fa pur recere, purga, eccita lo starnuto, la sovente ricomparire il flusso emorroidale, e lo sco
secrezione orinaria, può provocare il flusso men lo dei menstrui soppressi per una generale atonia.
struale ed emorroidale; talvolta, ma di rado, non pro L’esperienza ha inoltre provato che per le sue pro
duce alcun efl‘etto sensibile; altre invece, se sop prietà eminentemente purgative, poteva la radice
prattutto la dose è stata un po’forte succedono de di elleboro nero tornar vantaggiosa in que’ casi in
gli accidenti gravissimi, quali violenti soprappurga cui si voleva suscitare una forte derivazione: pa
zioni,vomiti ostinati, infiammazioni intestinali, star recchi pratici la‘ vantano nelle idropisie passive od
nuti che posson tornar funesti: in certe circostanze essenziali, quando cioè queste non dipendano da
la morte avviene prontamente; perciò tutti i tratta infiammazione del peritoneo e le orine scolino ra
tisti di tossicologia si accordano nel porre l’elle re e con difficoltà: è pure a questa radice che de"
188 LA MEDICINA PITTORESCA TERAPEUTICA
vono la loro tanta riputàzione nel trattamento di canza. Questa pianta non è più adoperata in me
questa specie di malattie le famose pillole taniche dicina, ma l’arte veterinaria se ne serve spessissi
di Bacher. mo, sia per guarire il farcino, sia per mantenere
Nell’amministrazione però di questo medica aperti i setoni. .
mento, non si deve giammai dimenticarsi esser egli Il genere Elleboro contiene molte altre specie
dotato di un’azione irritante: convien quindi aste quasi tutte indigene delle contrade settentrionali
nersi dal suo uso, quando gli individui, appo i qua od orientali dell’ antico continente; talune crescono
li si vuole adoprare, siano pletorici o molto irrita pure in Francia e tutte son acri e più o meno pur
bili, nei fanciulli, i vecchi o le donne gracili e de gative; tali sono, 1.“ l’elleboro d’Oriente, l’alle
licate, così pure non lo si userà in que’casi, ove boro degli antichi (Helleborus orientalis), il qua
esista una sovcrchia sensibilità del ventricolo, nelle le cresce in Grecia sul monte Athos, a Delfo, in
flemmasie addominali : oltre a ciò prima di adoprarlo Tessaglia, e specialmente nelle vicinanze di Costan
sarà ottimo precetto quello di assicurarsi della sui tinopoli (Flora Greca 1,386 )', 2.° l’ elleboro a
buona o cattiva qualità, ed amministrarlo,per quan foglie verdi (Helleborus viridis), specie vicinissi
to è possibile, recente, qualora si voglia far calcolo ma alla precedente, che trovasi nei boschi e luoghi
della sua efficacia. petrosi delle montagne, in Isvizzera, in Inghilterra
Egli è molto difficile di giugnere a determina in Provenza, e perfino nei contorni di Parigi; 3. °
re le dosi alle quali si deve prescrivere l’ elleboro l’ elleboro fetido (Elleborus foetidus), specie vi
nero, dappoichè una tale determinazione dipende vace a fiori verdastri macchiati in rosso, che vege
da parecchie circostanze relative al suo grado di ta indigena in Francia, in Germania, in Inghilterra,
reschezza o secchezza, al modo d’ amministra nei campi incolti e petrosi, e lungo le strade. Si
zione ed alla costituzione del malato. Comunque usano le foglie fresche di questo elleboro, che da
sia, d’ordinario si dà la sua radice in polvere dai alcuni anni si adopera con qualche successo qual
dieci fino ai ventiquattro grani a più riprese 5 la vermifugo, in decozione alla dose di una dramma;
sua infusione si prescrive alla dose di una a due fanciulli
secche e di
ridotte
cinque
in polvere
o sei anni.
a quella
In maggior
di 15 grani
quantità
dramme in sei od otto oncie di acqua: si amministra
l’clleboro nero sotto ferma (1’ estratto dai sei fino ai riesce questa pianta purgante ed emetica. Si pre
quindici grani, aumentandone poi graduatamente para pure con essa uno sciroppo. Venne prescritta
la dose. Fa parte nella composizione di molte tin con qualche vantaggio nell’ asma umido, nell’iste
ture, fra le quali si annovera quella detta di Me ria, nell’ipooondriasi. I veterinari l’adoperano co
lampo ; come pure dell’ estratto parenchymago me purgante, ° infine l’ elleboro a fiori gialli
go di Crollius, delle pillole balsamiche di Stahl, (Helleborus hyemalis) comunissimo sulle Alpi,
di quelle di Bacher e di molte altre preparazioni ed il quale coltivasi per ornamento nei giardini.
più o men complicate, oggidi cadute in dimenti
-TAVOLA PER ORDINE SCIENTIFICO
‘ DELLE MATERIE
Apoplessia del midollo spinale, pag. 42 a 44, tav. V, fig. 4. Opelazione della fistola lagrimale, p. 35 e 36, tav. IV, fig. 4 a 7.
Busto di un melanconico, che può servire di tipo per giudicare del Processo operatorio della litotrizia, secondo il metodo di Civiale,
. la fisonomia dei malati di melanconia, pag. 76, tav. IX, fig. 6. pag. 27, tav. III, fig. 4, 5, 6.
Busto di un maniaco, pag. 77, tav. IX, fig. 7. Nuovo frangi-pietra d‘ Ileurteloup, per praticare la litotrizia per
Busto di una idiota, pag. 77, tav. lX,fig. 8. percussione, pag. 51, tav. VI, fig. ID e 11.
Cl'isi polmonari tubercolosa. Polmoni contenenti dei tubercoli a di Legatura dell’arteria solto-claveat‘e sinistra, pag. 97, tav. XII, fig. 3.
versi gradi, ed una vasta cavità tubercolosa, pag. 58, tav. VII, Legatura dell’arteria carotide primitiva, pag. 85, tav. X, fig. 5.
lì . 3. _ IDROCELE
Seziîne di un polmone presentante dei tubercoli sotto diversa for
ma, pag. 58, tav. VII, fig. 4.
Cicatrice polmonare, pag. 58, tav. VII, fig. 5. I ' Istromeuto da usarsi nell‘ operazione dell‘ idrocele per efl'usione,
Riatringimento del lato destro del torace in conseguensa di cronica 'g. 170 e 171, tav. XXI, fig. 9.
e latente plenrisia, pag. 120, tav. XV, fig. 3.
FASCIATURE ED APPARECCHI DI MEDICAZIONE.
MALATTIE DEL CUORE
Fasciatura di Galeno, o dei poveri, o fr0fldl della’ testa a sei capi
Aneurismu del canal arteriouo in un fanciullo da latte, pag. 64 e 65, - Fasciatura a fibbia del professor Boyer per la frattura della
tav. VIII, fig. 5. clavicola, pag. 157, tav. XX, fig. 2, a e b. .
VAJUOLO Molla di un cinto elastico e cinto doppio, pag. 115 a I 17, tav. XIV
fig. 5 e 6.
Vajuolo, pag. 72 a 74, tav. IX, fig. 3.
SPECULUM
COWPOX
Speculuin bivalva di Sir-Ilenry, pag. 84 e 85, tav. X, fig. 6.
Cowpox; essa presenta tre capezzoli di vacca coperti di cowpox,
pag.. 75 e 76, tav. IX, fig. 5.
OSTETRICIA
VACCINO
Prima posizione del feto nel parto, pag. 14 a 16, tav. Il, fig. 3.
‘ Vaccino. Si osservano i difl‘erenti stati della ‘pustola vaccinica, co Forceps, pag. 44 e 45, tav. V, fig. 5 e 7.
minciando dal quarto sino al nono glorno ell’moculauone, pag
74 e 75, tav. IX, fig. 4. _
TERAPEUTICA
ELEFANTIASI
Dell’ aconito napello e del suo uso terapeutico, pag. 124, tav. XV,
Elefantiasi, pag. 112, tav. XIV, fig. 3 e 4. t‘w. la a 18. ‘
_ -- sviluppato alle parti genitali di una donna di 31 anno, pag. Dellîa belladonna e del suo uso terapeutico, pag. 45 a 47, tav. V. fig.
93 a 95, tav. XI, fig. 5. 8 a la.
Deflìle cantaridi e del lor uso terapeutico, pag. 52 e 53, tav. VI,
CORNI UMANI 0. 12 a 14.
Delîastoro, e dell’uso terapeutico del castoreo, pag. 148 e 149,
Corni umani, pag. 16 a 19, tav. Il, fig. 4 e 5. tav. XVIII, fig. 8.
Del corallo e del suo uso terapeutico, pag. 146 e 147, tav. XVIII,
VERMI fig. 4 e 5.
Della corallina oflicinale e del suo uso terapeutica, pag. 147, tav.
Tricocefalo, pag. 49, tav. VI, fig. 2, 3, 4, 5. XVIII, fig. 6 e 7.
Ascardi Iombricoidi, pag. 90 e 91, tav. XI, fig. 6 a 9. Della cicuta maggiore e del suo uso terapeutico, pag. 154 a 157,
Oxyuris vermicularis, pag. 50, tav. VI, fig. 6 a 9. tav. XIX, fig. 4 a 10.
DELLE MATERIE 19'
Del datura stramonio e del suo uso terapeutico, pag. 117 e 118, Del ufl'enl‘lflo e del suo uso terapeutico, pag. 174 e 175, tav. XXII’
tav. XIV, fig. 7 a 12. ' fig. 4 a . ‘ . ,
Della digitale purpurea e del suo uso terapeutico, pag. 121, tav. XV, Della sanguisuga oflicinale e del suo uso terapeutico, pag. 101 a
fi . 5 11 11. 104, tav. XII, lig..1o.
Dellgelleboro nero e del suo uso terapeuticu, pag. 186, tav. XXIV, Della scilla e del suo uso terapeutico, pag. 67 e 68, tav. VIII, fig. 8
fin. 6 a 8. a 14. '
Dcl°moschus moschiferus, e dell‘ uso terapeutico del muschio, pag. Della regala comuln e del suo uso terapeutico nei casi d‘inerzia
99 11 101, tav. XII, fig. 9. d‘ utero, pag. 19 a 21, t2v. Il, fig. 6 2 9.
Del ranno catartico e del suo uso terapeutico, pag. 139, tav. XVII, Della una e del suo uso terapeutico, pag. 68e69, tav. VIII, fig.
fig. 14 a 17. _ 15 a 19.
Della noce vomica e del suo uso terapeutico, pag. 109 e 110, tav. Del Iamarind0 e del suo uso terapeutico, pag. 131 e 132, tav. XVI,
XIII, fig. 6 a 12. _ fig. 4 a 8. -
Del papavero coltivato e del suo uso terapeutico, pag. 160 2 164,
tav. XX, fig. 3 a g.
Della poligala comune e del suo uso terapeutico, pag. 181 a 183, ISTORIA NATURALE.
tav. XXIII, fig. 3 a 8.
Della china-china officinali: e del suo uso terapeutico, pag. 60 e61, La.vipera comune, pag. 152 a 154, tav. XIX, fig. 3.
Iav. VII, fig. 6 a 12. ' De1 pesc1 elettric1, e della torpedine comune in particolare, pag. '
Del rabarbaro e del suo uso terapeutico, pag.g8 cgg,tav. XII, fig.4 a 8. 134 a 136, tav. XVII, fig. 8.
îrv
Abduttore del piccolo dito del piede (muscolo), pag. 176, tav. Arilenoidca (cartilagine), p. 133.
XXIII, fig. 1 e 2, n. 19-56. Articolazione del cubito, p. 87.
-- lungo del pollice ( muscolo), pag. 86, tav. XI, fig. 1, n. 8 Ascaridi, p. 50. .
Acetato di morfina, pflg. 164. Astragalo, p. 172, tav. XXII, fig. 1, n. 44.
Achille ( tendine d’ ), pag. 176, tav. XXIII, fig. 1 e 2, n. 10-53. Ascellare (arteria), p. 37, lav. V, fig. 1, n. 25. -Ihid., p. 4;, luv. VI,
Acunito napello, pag. 124, tav. XV, fig. 12 a 18. fig. 1, n. 8.
Acromiale ( arteria), pag. 37, lav. V, fig. 1, a. 27. -- Idem, pag. 133, -- (vena), p. 62 Iav. VIII. fi . 1, n. 31 e 36.
tav. XVII, fig. 1, n. 1. Auricolare (arteria), p. 3;, Iav. V, 6;. 1,11. 13. - lbid., p. 127, tav.
Acustici (nervi), p. 8, tav. I, 65. 2, 0-- lbid., p. 1 19, tav.XV, fig. 1, XVI, fig. 2, n. 2 e 3. - Ibid .p. 133, 121‘. XVII, fig. 1, n.18-21.
n. 22-22. lbid., p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n 14 e 15.
Adduttore (mu1colo grande), pag. 176, tav. XXII], fig. 2, n. 37. -- (nervo), p. 24, tav. III, fig. 1, n. 25.
Alvcolare (arteria), p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 25. Azigm (vena), p. 62, tav. VIII, fig. 1,11. 39.
Anconco (muscolo), p. 86, tav. Xl, fig. 1, n. 14. Bacino (la pelvi), p. 173. tav. XXII, fig. 1, n. 17.
Ang_urisma (del canale arterioso), p. 64 e 65. Barilerre (arteria), p. 8, liv. 1, lig. 2, n. 7. - lbid., p. 119, tav. XV,
Anfrattuon'tà, pag. 7. fig. 1, n. 29.
Animalctli spermatici, p. 88 e Belladonna, p. 45, e 46. '
Ano, p. 79, tav. X, fi . 2, n. 31. Bendaggio di Galeno o dei poveri, p. 157 e 158, 1:“. XX, fig. 2, a.
Aorta, pag. 30, tav. I , fig. 3, n. 22--- lbid., p. 126, tav. XVI, fig. 1, fi cài Boyer per la frattura della clavicola, p. 158, tav.XX,
n. 23. -- lbid., p. 105, tav. XIII, fig. 2, n. 10 -- Id., p. 141, tav. g. 2, .
XVIII, fig. 2, n. 12. Bicipite ( muscolo), p. 54, tav. VI]. fig. 1, n. 1. - Id., p. 86, tav.
-- (arco dell‘), p. 61, tav. VIII, fig. 1, n. 2. --- lbid., p. 79, XI, fig. 1, n. 2. - lbid., p. 165, lav. XXI, fig. 1, n. 6. - lbid.,
tav. X, fig. 1, n. 19. --- Ibid, ag. 96, tav. XII, fig. 1, n.9. p. 176, tav. XXIII, fig. 1 e 2, n. 6 e 38. ’
-- addominale, p. 37, tav. , fig. 1, n. 12-12. -- lbid., pag.62, Bil1are (vescichetta), p. 111, tav. XIV, fig. 2, 11. 12 e 13.
tu. VIII, fig. 1, n. 13. --- lbid., p. 96, tav. XII, fig. 1, n.28. -- Botriocefalo, p. 10 a 12, tav. 1, fig. 5.
lbid., p. 1 11, tnv. XIV, fig. 2, 11. 26. Brachiale anteriore (muscolo), . 54, tav. VII, fig. 2, n. 3. - lbid.,
-- ascendente, p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 8. p. 86, tav. XI, fig. 1 e 2, n. 1-3.
-- toracica, p. 96, tav. XII, fig. 1. Brachiale (arteria), p. 38, tav. V, fig. 1, n. 33. - lbid., . 54. tav. VII,
Apofisi coronoidea, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, e 2, 11. 7-31. fig. 1, n. g, 1: fig. 2, n. 8-8. - lbid., p. 133, Iuv. XXII, fig. 1, 11.
-- masloidca, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 33. 35 a 36.
_ orbitale, . 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 22. Bracchiere doppio o semicircolare, p. 114, tuv. XIV, fig. 6.
-- vaginale del temporale, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 32. -- elastico, ibid., ibid. fig. 5.
Apotìsi trasverse delle vertebre, . 111, tav. XIV, fig. 1, n. 1-6. Bronchiale (arteria) destra, p. 96, tav. XII, fig. 1, 11. 16.
Aponeumsi plantare, p. 176, tav. XIII, fig. 1 e 2, n. 18-57. sinistra, p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 16.
Apparecchi (fasciature ed), p. 157 e 158, tav. XX, fig. 2, a e b. Brachio-CCfulicn (arteria), p. 79, 121. X, 6g. 1,11. 20. - lbid.. p. 96,
Appendice venniformc, p. 119, tav. XV, fig. 2, n. 7. tav XII, fig. 1, n. 10. - lbid., p. I 11, tav. XIV, fig. 1, n. 15.
Arcate orbitale, pag. 183, 121'. XXIV, fig. 1, n. 16. Bronchi, p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 2-3.
--- zigomatica, p. 183, tnv. XXIV, hg. 1, n. 28. Buccale (arteria), p. 140, tav. XVIII, fig. 1. n. 23.
Areo del colon, p. 79, tav. X, fig. 2, n.27. (cavità), p. 69, tav. IX, fig. 1, n. 6.
--- dell’ aorta. V. Aorta. Calcagno, p. 172,12v. XXII, lì . 1, n. 43.
Arcate dentali, pag. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 8. -- Id.,p. 183, tav. Calcoli urinarii, p. 172, In. XXII. fig. 2 e 3.
XXIV, fig. 1, n. 10-11. Canale coledoco, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 18. - lbid. , pag. 111,
Articolarì inferiori del ginocchio (arterie), p. 165, tav. XXI, fig. 2, tav. XIV, fig. 2, n. 14.
n. 2. -- Id., esterna del ginocchio, p. 176, tav. XXIII, fig. 2, - cistico, pag. 79, tav. X, 6 . 2, n. 15.
n. 65. - Id., interna del ginocchio, p. 176, tav. XXIII, tìg. 2, - deferentc, pag. 141,12v. VIII, fig. 2, n. g.
n. 66. - epatico, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 16 e 17.
_ m_cdie, p. 176, tav. XXIII, fig. 2, n. 64. - 3'nguinale (apertura hterna dell’), pag. 126, tav. XVI, fig.
Articolari superiori esterne (arterie) del)ginocchio, p. 176, tav. XXIII, 1, n. .
fig. 1. n. 23. -- lbid., p. 176, tav. X III, fig. 2, n. 5 . - Ib1d., -- pancreatica, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 19. .
p. 165, tav. XXI, fig. 2, n. 2.- lbid., pag. 176, tav. X III, 11. 61. -- pterigoideo-platino, pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 4. -
-_ superiori interne (arterie) del ginocchio, p. 176, luv. XXIII, Canina (fossa), pag. 183, lav. XXIV, fig. 1. n. 27.
fig. 1, n. 22. -- lbid., pag. 176, In. XXIII, fig. 1, n. 24. - Cantaridi, pag. 52, tav. VI, tìg. 12 a 14.
192' TAVOLA ALFABETICA DELLE MATERIE
Cardia, p. 79, tav.X, lig. 2, n.8. - Ibid. , pag. 105, tav. XIII, 3- Ibid., p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 17. - Ibid., p. 87, tav. XI, fig.
‘ fig. 1, n. 2. , n. 10.
Cardiaci ( nervi), pag. 48, lav. VI, fig. 1, n. 38-42-45. Collo (arterie del), p. 133, tav. XVII, fig. 1. - Ibid., p. 37, tav. V,
Carotide e1terna (arteria), pag. 37, tav. V, fig. 1, n. 3. - Ibid. 006;. 1, n. 24.
pag. 47, tuv. VI, fig. 1, n. 11. - Ibid., pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 1011 ascendente,
XII, fig. 2, n. - p. 79, tav.p.X,119,8t2v.
Ibid., {i . 2, n.
XV,26.fig.-2,Ibid.,
n. 8. P . 96 , tav.
g. - Ibid., pag. 133, tav. XVII..fig. 1, n. 3.
Carotide (arteria ) interna, pag. 37, lav. V, lig. 1, n. 1. - Ibid. , -- discendente, p. 79, tav. X, fig. 2, n. 28. - Ibid., p. 96, tav.
pag. 47, tav. VI, 6;. 1, n. 10. -lbid., pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. XII, fig. 2, n. 6. - Ibid. p. 119, lav. XV, fig. 2, n. IO.
10. - Ibid., ag. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 2. . -- trasveno, p. 79, tav. X, 6;. 2, n, 27. - Ibid., p. 96, tav.
Carotidi primitive (arterie), pag. 14, lav. Il, fig 2, q. - Ibid., pag. XII, ti . 2, n. 5. - Ibid., p. 119, tav. XV, fig. 2, n. g.
37, tav. V, 6g. , n. 1. - Ibid. , pag. 47, tav. VI, fig, 1, n. g. - Condilì ell‘ omero, p. 87, lav. XI, fig. 3, n. 7 a 8.
Ibid., pag. 61, lav. VIII, fig. 1, n. 1-4. - Ibid. , pag. 69, tav. -- della mascella, p. 183, tav. XXIV, fig. 1 e 2, n. 30 ed 8.
IX, fig. 1, n. 8.- Ibid. , pag. 79, tav. X, fig. I , n.21 e 30. - Condotto coledoco. 7. Canale coiedoco.
Ibid. , ag. 96, tav. XII, fig. 1, n. 12-13. - Ibid. , pag. 111, Conformazione (vizii di), p. 65 a 67.
tav. Xl ’, fig. 1, n. 16. - Ibid. , pag. 133, lav. XVII, fig. 1, n. 1. Conca-brachiale (muscolo), p. 54, tav. VII, fig. 2, n. 1.
Cartilagini aritenoidee, pag. 134, tav. XVII, fig. 6 e 7, n. 1 a 11. Coralliua olficinale, 147, lav. XVIII, fig. 6 e 7.
-- 'costali, pag. 157, tav. XX, fig. 1, n. 12 a 14. Corallo, p. 146, tav. VIII, fig. 4 e 5.
-- cricoidea, pag. 133, lav. XVII, fig. 2, n. 1 a 5. , Cordone ombellicale, p. 26, tav. III, fig. 3, Il. 2.
tiroidea, pag. 134, tav. XVII, fig. 4, n. 1 a 7. Corna umane, p. 16, tav. II, fig. 4 e 5.
Castoro,-pag. 148, lav. XVIII, fig. 8. --(grandi), della cartilagine tiroidea, p. 134, tav. XVII, tig. 3,n.g.
Castoreo, pag. 148. I Coronaria del ventricolo (arteria), p. 1 11, tav. XIV, fig. 2, n. 19 a 21.
Cava superiore (vena), pag. 30, tav. IV, fig. 3, n. 13. - Ibid. , p. Coronaria anteriore (vena), p. 62, lav. VIII, fig. 1, n. 40.
47, tav. VI, fig. 1, n. 3. - Ibid. , pag. 62, tav. VIII, fig. 1, n. 38. Coronarie (arterie), p. 79, tav. X, fig. 1, n. 16 e 1 . -Ibid., p. 96,
- Ibid. , pag. 105, lav. XIII, lig. 2, n. 7. _ tav. XII, fig. 1, n. 6e 7. - Ibid., p. 105, 12v. III, fig. 2, n. 1 r
Cava inferiore ( vena), pag. 30, tar. IV, fig. 3, n. 10. - Ibid. , pag. 11 21.- Ibid., p. 133, tav. XVII, lig. 1, n. 11 e 12.- Ibid., p. 140,
47, tav. VI, fig. 1, n. 4. - Ibid. , pag. 62, 63. 1, n. 41. lav. XVIII, fig. 1, n. 3 e 6. -- Ibid., p. 149. tav. XIX, 6;. 1, n.
Cavità boccale, pag. 69, lav. IX, Iig. 1, n. 6. 7 e 8. - Ibid., p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 33 e 34.
Cecale (arteria ), pag. 119, tav. XV, fig. 2, n. 22. ' ' Coronale (osso), p. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 2.
Celiaca (arteria), pag. 62, lav. VIII, fig. 1, n. 14. -- Ibid.. pag. Coronoide (apolisi), p. 183, tav. XXIV, fig. 1 e 2, n. 7 e 31.
96, tav. XII, fig. 1, n. 29. - Ibid., pag. 111, tav. XIV, hg. Corpo calloso (arterie del), p. 119, lav. XV, fig. 1, n. 36.
Corpi pisiformi, p. 119, tav. XV, fig. 1, n. 13. ,
2, n, 1 .
Centro fre21ico, pag. 39, tav. V, fig. 2,11. 2, 2. Cogle, p. 157,3tav. XX, fig. 1, n. 7 a 10. - Ibid., p. 171, tav. XXII,
Cerebellari (arterie), posteriori ed inferiori, pag. 119, tav. XV, g. 1, n. 1 .
Cowpox, p. 75 e 76, tav. IX, fig. 5.
fig. 1, n. 28.
Cerebrale (arteria), pag. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 2. Cridoidea (cartilagine), p. 133, tav. XVII, tig. 2, n. 4. - Ibid., p.
Ceggello (arterie della base del ), pag. 119, lav. XV, fig. 1, 11. 134, tav. XVII, tig. 5, n. 1 a 5.
a 36. ’ Crico»tiroidea (membrana), p. 133, lav. XVII, fig. 2, n. 5.
_ (lobi del) pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 1, 2, 3. Crurale (arteria), p. 40, tav. V, fig. 2, n. 30. - Ibid., p. 126, tav.
( circonvoluzioni del ) , pag. 7. lav. I, fig. 1, n. 5. XVI, fig. 1, n. 34. - Ibid., p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 20.
Cervelletto, pag. 8, tav. II, fig. 2, n. 13. Cubitale anteriore (muscolo), p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 15.
(arterie del), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 30 e 32. posteriore (muscolo), p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 13.
- (eminenze vermil'ormi del), pag. 119, tav. XV, fig. 1,11. 5. Cubitale (arteria), p. 54, tav. VII, tig. 2, n. 13.
-- ( masse midollari del), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 7. Cubito (articolazione del), p. 87.
(emisferi del ), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 4. p, 87, tav. XI, fig. 3, n. 2. - Ibid., p. 171, tav. XXII, fig.
Cervicale superiore ( ganglio ), pag. 70, tav. IX, fig. 1, n. 39. I, n. 2|. .
Cervicale (nervo ). pag. 47, tav. VI, tig. 1, n. 1 a 61. -_ Ibid., pag. Cuneiformi (ossi), p. 172, lav. XXII, ti . 1, n. 46 a 48.
127, tav. XVI, fig. 2, n. 12 a 18. Cuore, p.847, tav. VI, fig. 1, n. a. -I id., p. 105, tav. XIII, fig. 2,
Cervicale(arteria ascendente), pag. 37, lav. V, fig. 1, n. 23. - n. 1 a .
Ibid. , pa‘g. 79, lav. X, fig. 1, n. 28. (malattie del), p. 64.
-- pro onda, pag. 111, lav. XIV, fig. 1, n. 31. - Ibid., pag. Curvatura del colon, p. 79, mv. X, 65. 2, n. 27.
157, tav. XX, fig. 1, n. 25. Cutaneo anteriore‘(nervo), . 63, tav. VIII, fig. 2, n. 25.
_- superficiale, pag. 37, lav. V, tig. 1, n. 22. -- Ibid., pag. 79, -- esterno (nervo), p. 63. tnv. VIII, fig. 2, n. 24.
tav. X, hg. 1, n. 27. - Ibid. , pag. 133,t11v. XVII, lig. 1, n. 27. medio (nervo), p. 63, lav. VIII, fig. 2, n. 26.
- trasverse, pag. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 32. Datura-1tramonium, pag. 117, tav. XIV, fig. 7, n. 8 a 12’.
Cervicali (nervi), pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 12 a 19. - Ibid. pag. Deferente (canale), p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 9.
127, tav. XVI, tig. 2, n. 12 a 18. Deltoide (muscolo), pag. 86, tav. IX, lig. 1, n. 1.
China oflicinale, pag. 60, tav. VII, lig. 6 a 12. Dentale inferiore ( arteria), pag. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 20. -
Chorion, pag. 26, tav. III, fig. 3, n. 4. Ibid. , pag. 150, lav. XIX, fig. 1, n. 31.
Cicca, pag. 79. tav. X, fig. 2, n. 24 e 25. _- anteriore (nervo ), pag. 23, lav. III, Iig‘. 1, n. 15. - Ibid. ,
(appendice vermilorme del), pag. 115), lav. XV, lig. 2, n, 7 pag. 29, tav. IV, 63. 1’, d.
Cicuta (maggiore), pag.15’,tav. XIX, fig. 4 a 10. .___ inferiore (nervo), pag. 24, tav. III, fig. 1, n. 24. - Ibid.,
Circonflesae iliache (arterie), pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 31 e 35. pag. 29, tav. IV, fig. 1, g.
_ Ibid., pag. 126, tav, XVI, fig. 1, n. 45. -lbid., pag. 141, (foro) inferiore. pag. 183, tav. XXIV, fig. 2, n. 6.
- tav. XVIII, fig. 2, 11. 30. Dentali posteriori (nervi), pag. 29, tav. IV, ,Iig. 1, a.
(arterie) della spalla e del braccio, p. 37, lav. V, fig. 1, n. Diaframmatìche (arterie), pag. 39, tav. V, fig. 2, n. 15.- Ibid., pa .
30 a 32. 96, tav. XII, fig. 1, n. 30. - Ibid., pag. 11 1, tav. XIV, 6g. 2,11. 131
Circolazione nel feto, p. 34, tav. IV, fig. 3. Diaframma (gambe del ) , pag. 39, tav. V, tig. 2, n. 1-1. - Ibid,
Circonvoluzioni. V. Cervello. pag. 111, tav. XIV, fig. 2,11. 1.
Cisticerco, p. 91 a 93, tav. XI, fig. 10 a 13. Digestione (organi della), pag. 79, tav. X, fig. 2.
Cistica (arteria), p. 1 11, tav. XIV, fig. 2, n. 32. Digitale, pag. 121, tav. XV, fig. 2 1 1.
Cistica (condotto), p. 79, tav. X, fig. 2, n. 15. Digiuno, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 20.
Clavicola, p. 171, lav. XXII, lig. 1,11. 20. Dita, pag. 86, tav. XI, fig. 2. - Ibid. , pag. 171, tav. XXII, fig. 1,
(bendaggio per la frattura deila), p. 157, tav. XX, fig. 2,‘ B. n. 35 a 38 e 50.
Coccige, p. 171,1av. XXII, fig. 1,11. 19. Dorsale (nervo primo), pag. 48, tav. VI, 6;. 1, n. 62.
Coledoco (canale), p. 79, lav. X, fig. 2, n, 18. - Ibid., p. 111, tav. Dragoncello, pag. 150, tav. XIX, fig.'2. '
XIV, fig. 2, n. 14. Duodeno, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 10' a 13. - Ibid., pag. 96, tav.
Coliche (arterie), destra, p.’ 1 19, tav. XV, fig. 2, n. 20. XII, fig. 2, n.2. -- Ibid., pag. 105, tav. XIII, 65. 1, n. 14. -
-- sinistra, p. 96, lav. XII, fig. 2,n. 24-25. - Ibid. , pag. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 6. - Ibid., pag. 119, tav.
-- media, p. 96, lav. XII, fig. 2, n. 14 a 16. XV, fig. 2, n. 1.
Ibid. p. 119, tnv. XV, fig. 2, n. 16 a 18. Elgl'anàiasif, pag. 93, tav. XI, fig. 5. - Ibid., pag. 112, tav. XIV,
Collaterali (arterie), p. 54, tav. VII, fig. 1 e 2, m. 10 e 11, 23 a 30._ g. e- .
CONTENUTE IN QUESTO VOLUME 193
Elleboro nero, pag. 186, tav. XXIV, fig. 6 a 8. Gamba
lbid., anteriore (muscolo
p. 176, tav. XXIII, della),
fig. 2, ii.. 165
12., tav. XXI, fi g. 1 , n. 1 I . -
Eminenze olivari, pag. 8, tav. I, fig. 2, b. - lbid. , pag. 119, tav.
XV, fig. 2, n. so. _
Gambe posteriore (muscolo
del diaframma, della),
p. 38, . 1 fig.
tav.iV, 6, tav.
2,11.XXIII 6 . 2 n. 111,
1- -’Ibigd.,,p. 12.
-- piramidali, pag. 8, tav. I,fig. 2, a. - lbid., pag. 119,
tav. XV, fig. 1,n. 9. tav. XIV, fig. 2, n. 1.
-- restiformi, pag. 8, tav. I, fig, 2, e. Ganglio cervicale medio, p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 40.
Emisferi del cervello, pag. 7, tav. I, fig. 1, n. 3, 4. cervicale spperiore, p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 30.
- del cervelletto,
Emorroidale pag. 119,pag.
interna (arteria), tav.96,
XV,
tav.fig. 1, n.
XII, fig. 2, n. 27 a 29. naso-palatmo, p. 25, tav. III, fig. 2, e.
Ganglii Iombari, p. 63, tav. VIII, fig. 2, n. 6.
- media (arteria), g. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 42. - lbid. Castro-duodenale (arteria), p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 24.
pag. 141, tav. XVIII. fig. 2, n. 27. Gastro-epiploica (arteria), p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 25.
Epatica (arteria), pag. 111, tav. XIV. fig, 2, n. 23. Gemelli (muscoli), p. 165, tav. XXI, fig. 1, n. g. - lbid., p. 176, tav.
Epatico (condotto), pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 16 e 17. XXIII, fig. 1, n. 8, e fig. 2, n. 41. '
-- (vena), pag. 30, tav. IV, fig. 3, n. 12. Gemelle (arterie), p. 176,.tav. XXIII, fig. 1, n. 27.
Epigastrit:a (arteria), pag. 3g,ftav. V, fig. 2, n. 34.- lbid., pag. 126, G1ugulare esterna (vena), p. 62, tav. VIII, fig. 1, n. 28.
tav. XVI, fig. 1, n. 46. - lbid., pag. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 31. VIII, interna
fig. 1, n.(vena),
32, e 3’).. 1 4’ tav. 11 ’ ti g . 2 ’ d. -- lbid. ’ p . 6 a, tu v .
Epiglota, pag. 133, tav. XVII, fig. 3, n. 5
Em1e in generale, pag. 142. Glandola pituitaria, p. 7, tav. 1, fig. 2, n. 4.
Ernia crurale, pag. 80, tav. X, fig. 3. tiroidea, p. 79, tav. X, fig. 1, n. 1‘.
_ femorale, pag. 80, tav. X, fig. 3. Glandole sotto-mascellari, p. 47, tav. VI, fig, 1, n. 13.
_ inguinale, pag. 142, tav. XVIII, fig. 3. soprarrenali, p. 39, tav. V, fig. 2, n. 7.
dell’ iride, pag. 64, tav. VIII, fig. 3. GlossO-fsrlngei (nervi ), p. 8, tav. l,lig. 2 .- lbid., p. 48, tav
Erniotomia, pag. 142, tav. XVIII, fig. 3. VI_. 53- I, II- 49. - lbid., p. 69, tav. IX, g. 1, n. 20 a 23. -'
Esofago, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 5 e 6. - lbid., pag. 96, tav. lbid., p. 119, tav. XV, fig. 1, n. 23.
XII, fig. 1, n. 4, -- lbid. , pag. 105, tav. XIII, fig. 1, n. 1. - Gole (ossa delle), p. 173, tav. XXII, fig. 1, n. 3.
lbid., pag. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 2. - lbid., pag. 134, tav. Idutidi. Vedi Vermi vescicolari, p. go.
. XVII, fig. 3, n. 12. ’ Idiotismo, p. 77, tav. IX, liv. 8. '
Esofagee superiori (arterie ), pag. 96, tav. XII, fig. 1, n. 18. Idrocele (per stravaw), p. 168, tav. XXI, fig. 6 a 9.
Estensori delle dita (muscoli), pag. 86, tav. XI, fig. 1,n. 1 1-1 1. Ileo-cecale (arteria), p. 119. tav. XV, fig. 2, n. 24.
_- dell’indice ( muscolo ), pag. 86. tav. XI, fig. 1, n. 12. (valvola), p. 79, tav. X, fig. 2, n. 23.
_- della gamba (muscoli ), pag. 165, tav. XXI, fig. 1, n. 3. Ileo-eolica (arteria), p. 1 19, tav. XV, fig. 2, n. 21. I
comune delle dita dei piedi (muscolo lungo), pag. 165, Ileo, p. 79, tav. X, fig. 2, n. 21 e 22.
tav. XXI, fig. 1, n. 12. lliache primitive (arterie), p. 30, tav. IV, fig. 3, n. 26. - lbid., p. 3'
-- del dito grosso del piede (muscolo), pag. 165, tav. XXI, tav. V, fig. 2, n. 28. - lbid., p. 62, tav. VIII, fig. 1, n. 16 e 1 .
fig. 1, n. 11. - lbid., p. 96, tav. XII, fig. 2, n. 22. - lbid., p. 126, tav. XVI,
-_ del pollice (muscoso breve), pag. 86, tav. XI, fig. 1, n. 9. fig. 1, n. 24 e 28. - lbid.. p. 141, tav. XVIII, fig. 2, 11. 14.
del pollice ( muscolo lungo ) , pag, 86, tav. XI, fig. 1, n. 10. lliaca esterna (arteria), p. 39, tav. V, fig. 2, n. 30. - lbid. p. 62,
Eustachio (tromba d’), pag. 69, tav. IX, fig- 1, n. 7. tav. VIII, fig. 1, n. 16 e 1 . - lbid., p. 126, tav. XVI, fig. 1, n.
Faccia (arterie della), pag. 149, tav. XIX, fig. 1, n. 15. 44. - lbid., p. 141, tav. VIII, fig. 2, n. 29.
Facciale (arteria), pag. 37, tav. V, fig. 1, 11. 6 e 14. - lbid., pag. - (muscolo), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 5.
133, tav. XVII, fig. 1, n. 3 e 19. Ilio-inguinale (nervo) di Schmidt, p. 63, tav. VIII, fig. 2, n. 20.
anteriore (vena), pag. 62, tav. XIII. Ii . I, n, 22. Ilio-aipogastrico (nervo) di Schmidt, p. 63, tav. VIII, fig. 2, n.
-- posteriore (vena), pag. 62, tav. XIII, g. 1, n. 21. ‘ 1 e 19.
Facciali (nervi) , pag. 8, tav. 1, fig. 2. - lbid., pag. 24, tav, III. Ilio-lombare (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 31.
fig. 1, n. 26.- lbid. pag. 70, tav. IX, fig. 2, n. I a 8. - lbid., Innominata (arteria), p. 47, tav. VI, fig. 1, n. 6. - lbid., p. 111,
pag. 119. tav. XV, fig. 1, n. 21. tav. XIV, fig. 1, n. 15.
Falloppio ( tromba del), pag. 125, tav. XVI, fig. 1, n. 19 e 20. Intercoslali inferiori (arterie), p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 24 11 a7- -
Faringea ascendente (arteria), pag. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 6. lbid., n. 20. .
Fegato (legamento sospensorio del). p. 1 1 1, tav. XIV, fig. 2, n. 11. -- su lfîv.
p. 157, riori(arterie), . 111, tav. XIV, Iig - 1, 11- 3°- - IbÎd-»
XX, fig. 1, n.p26.
I"emorale (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 44.
I“emore, . 172, tav. XXII, fig. 1, n. 39. Intercostali (arterie), p. 157, tav. XX, 6 . 1, n. 23 a 37:
Fessura dòl Silvio. V. Silvio (scissura del). lnterpssea dorsale (arteria), p. 86. tav. I, fig. 1, n. 34. - lbid., p.
Feto, p. 30 a 34. 54, tav. VII, fig. 2, n. 20. - lbid., .165, tav. XXI, fig. 1, n. 33.
(1.11» posizione del), p. 14, tav. Il, fig. 3. Interossei (legamenti), p. 54, tav. VII? fig. 2, n. 7. - lbid., p. 86,
(spoglio delle sue membrane), p. 26, tav. III, fig. 3. tav. XI, fig. 2, n. 7
Fjbula (la) od osso del peroneo, pag. 172, tav. XXII, fig. 1, 11.42. -- dorsali (muscoli), p. 165, tav. XXI, fig.2, n. 1. -- lbid., p.
Pistola Iagrimale, p. 35, tav. IV, fig. 4 a 7. 86, tav. XI, fig. 2, n. 9 a 11.
Flessore del'dit0 grosso del piede (muscolo), p. 176, tav. XXIII, fig. Ioide (osso), p. 133’, tav. XVII, fig. 2,11. 1‘.
102,n. 15e47. Ipogastrica (arteria), p. 30, tav. IV, fig. 3, n. 27;- lbid., p. 39, tav.
_ delle dita dei piedi (muscolo), p. 176, tav. XXIII, fig. 1 e a, fig. V, 2, n. 29. -- lbid., p.62, tav. VIII, fig. 1, n. 17 e 20. -
n. 11 e 4 . lbid., p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 29. - lbid., p. 141, tav. XVII,
Forceps, p. 44, tav. V. fig. 5 ai. fig. 2, n. 15, 16, 21.
Foro zigomatico, p. 183, tav. XIV, fig. 1, n. 23. Ipoglossi (nervi), p. 8, tav. Il; fig. 2,- r. - lbid., p. 14, tav. 1], fig.
del mento. p. 183, lav- XXIV, fig. 1, n. 37. 2. - lbid. p. 71, tav. IX, fig. 2, n. 15 a 17. - lbid., p. 119, tav.
sotto-orbitale, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 16 e 27. XV, fig. 1, n. 25.
Fossa sigmoidea, p. 183, tav. XXIV, fig. 1 e 2, n. 29 e 10. Iride (procidenza dell’), p. 64, tav. VIII, fig. 3 e 4..
Fossa temporale, . 183, tav. XXIV, ii . 1 n. 18. Ischiatica (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 43- - lbid-» P- '4h
Fosse nasali, p. 2;, tav. 111, fig. 2. -1 1.1., p. 183, tav. xxw, fig. tav. XVIII, fig. 2, n. 28.
1, n. 8. Labiale (arteria), p. 37, tav. V, fig. 1, 11. 10. - Ibid-, P- 133‘ l'av
Frattura della clavicola (fasciatura perla), p. 158, tav. XX, fig. 2, B. XVII, fig. 1, n. 10. - lbid., p. 141, tav. XVIII. fig. 5. - lbid..
Frenico (centro), p. 38, tav. V, fig. 2, n. 2-2. p. 14%, tav. XIX, fig. 1, n. 2 a 6. - lbid., p. 150, tav. XIX, fig
(nervo), p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 63. 1, n. 2.
Fronda a sei capi, p. 157,t11v. XX, fig. 2, A. Lagrimale (nervo), p. 22, tav. III, fig. 1, n. 5.
Frontale (nervo), p. 22, tav. III, fig. 1, n. 6. -- (arteria), p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 38, 43,
osso, p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 2. - Ibid., p. 183, tav. Lambdoidea (sutura), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 4.
XXIV, fig. 1, n. 2. Laringeo interno (nervo), p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 50.
Frontale (arteria), p. 133. tav, XVII, fig. 1, n. 23. - lbid., p. 150, superiore (nervo), p. 69, tav. IX. ti . 1, n. 26 a 28.
tav. XIX, fig. 1. n. 27 e 28. Laringea interiore (arteria), p. 37, tav. V, g. 1, n. 19.
Galeno (bendaggio di) o dei poveri. p. 157, tav. XX, fig. 2, A. -- interna (arteria), p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 5.
Gamba (arterie della), p. 165, tav. XXI, fig. 1. - lbid., p. 176, lav superiore (arteria), ..37, tav. V, fig. 1, n. 5.
XXIII, fig. 1 e 2. laringe, p. 133 e 134, tav. VII, 3, n. 6.
194
TAVOLA ALFABETICA DELLE MATERIE
L ei-
mento so: nsorio del
delginocchin,p.
fegato, p. 111, Mostruosità, p. 28.
lateralepîsterno 176,tav.
tav.XIV, fig. 2,111
XXlll,fig. 1 1.43.
2, n. Motori (nervi) comuni dell’ occhio, p. 8, tav. I, fig. 2..
«posteriore del ginocchio,p 176, tav. XXIII, Iìg. 2I n. 44. Nani, p. 107, tav. XIII, fig. 5.
-.-- interosseo, p. 54, tav. VI , f1g. 2, n. 7. - lb1d., p. 86, tav. Narcotina, p. 105.
I\'asale (nervo), p. 82, tav. III, fig. 1.
XI Ii agneliare7del
-4 . 2 n. . radio, p. se, in. XI, fig. 2, n. 6. Nasale laterale (arteria), p. 149 e 150, tav.XlX, fig. 1, n. 11, 35 e 36.
-- della rotula, p. 165, tav. XXI, fig. 1,'n. 4. -- posteriore (arteria), p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 27.
-- della vena ombellicale, p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 10. Naso-pa atino (ganglio), p. 25, tav. III, fig. 2, e.
Legamenti rotondi (dell‘1flero), p. 126, tav. XVI, fig. 1, o. 18. -- (nervo), p. 25, tav. III, fig. 2. b
Linea mediana, . , tar. n. 1 e 2. ' ' Nervi (origine dei), p. 7 29, tav. I, fig. 2. - Ved.pure tav. II e III .,
Lingua, p. 79, tîv.7X, (ig. 2, 11. 3. - lbid., p. 133, tav. XVII, fig. Naso (orso proprio del), p. 171, XXII, fig. 1, 11. 6. - Ibid., p. 183.
tav. XXIV. fig. 1, n. 7.
3, 11. 1 e 2. Noce romica, p. 109, tav. XIII, fig. 6 a 2.
Linguale (nervo),'p. 233,3ta1'. Ilk\i_ilgl. 1fi, n. 15.
Nutricìa (arteria) della tibia, p. 176, tav. XXIII, 6;. 2, 11
.I.in uale (arteria),
LitoIrizia, p. 27, tapv.. 1 III,. 121’. , g.
fig. 4 116. 1, n. 7. p. 51,
-Ib1d., ‘ tav.Vl, fig.
Obliquo inferiore della testa (muscolo), p. 1 1 1, tav. XIV, fig. 2, n. 12.
-- superiore della testa (muscolo), p. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 13.
10 e 11. ' Occipitale (nervo sotto), p. 127, tav. XVI, fig. 2, 11. 5 a 8.
Lobi del cervello, p. 8, tav. Il, tig. 2, n. 10 e 11. -« Ib11l., p. 119,
.._ (osso), p. 183, tav. XX V, fig. 1. 11. 3.
421'. XV, fig. 1, n.1, 2, 3.
-‘- della glandula tiroidea, pag. 134, tav. XVII, tig. 3, n. 14. Occipitale (arten'a), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 1 1. - lbid., p. 12;, tav.
Lombarc (regione), p. 173. tav. XXII, fig. 1, n. 16. _ XIV, fig. 2, 11. - lbid., p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 142 16.
Lombari (arterie), p. 39, tav. V, f1g. 2, n. 25. - Ib1d., p. 96, tir. Oculari (nervi motori), p. 8, tav. I, fig. 2,je m.- lbid., p. 1 19, tav.
XII, fig. 2, n. 21. - lbid. p. 126, tav, XVI, fig. 1, 11. _25, 27. XV, tig. 1, n. 17.
Lombari (nervi), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 10. - Ib1d., p. 141, Occhio, p. l85, tav. XXIV, fig. 5.
..-_(muscoli dell‘) p. 185, tav, XXIV, fig. 5, o. 1 a 12.
tav. XVIII, fig. 2, 11. 1 e 3.
Lombi (muscoli quadrati dei). p. 39, tav. V, fig. 2, n. 5. Olecrano, p. 87, tav. XI, Iig. 3, n. 4.
Incubo-inguinale (nervo), p. 63, 121. VIII, fig. 2, 11. 23. Olf'atorii (nervi), p. 8, tav. I, fig. 2, d. - lbid., p. 25, tav. III, fig .
g, a. - lbid., p. 119,1av. XV, fig. 1, n. 15.
Lombrichi, uedi Ascaridi, p. 49.
Lungo del collo (muscolo), p. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 10._ Ombelliculc (arteria), p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 22. ‘
Mascella inferiore, p. 171, tav. XXII, fig. 1, mg, 10. - lbid., p. 183, __ (rem) p. 30, tav. IV, (ig. 3, n.5. - lbid., p. 111, tav. XIV,
tav. XXIV, fig. 1, n. 13 a 15, e fig. 2, n. 1. fig. 2, n. 10.
1 Malleolare anteriore esterna (arteria), p. 165, tav. XXI, fig. 1, n. 27, Omerale profonda (arteria), p. 38, tav. V, tig. 1, n. 33. - lbid., p.
54, tav. VII, fig. 2, n. g. -- lbid. p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 17, 1:
2 fig. 2. n. .
anteri%re interna (arteria), p. 165, tav. XXI, fig. 1, a. 30,2 fig. 2, n.12.-Ibid., p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 37.
fig. 2. n. 11. . Omero, p. 87.t21. XI, fig. 3, n. 1, - lbid., p. 171, tav. XXII, fig.
-- posteriore interna (arteria), p. 176, tav. XXIII, fig. 1, 11. 30, 1, n. 22.
Omoplata-ioideo (muscolo), p. 14. tav. II, fig. 2, e.
fig. 2, 11. 73. _ Omoplata, p. 191,12v. XXII, tig. 1, n. 21.
Mamuaria 1nterna ( arteria), p. 37._tav. V, fig. 1, n. 17. - lbid., p.
111, tav. XIV, fig. 1, n. 18. -- lb1d., p. 133, tav. XIII, fig. 1, 11. Oppio, p. 161 e seguenti.
2411 25. - lbid., p. 157, tav. XX, fig. 1, n. 17. 01 itale (apofisi), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 22.
Mania, p. 77, tav. IX, fig. 7. -- (arcata e foro), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 16.
Mastoidea (apofisi), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, 11. 33. _ -_ (arteria sotto), p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 9 e 26. - lbid.
Muscoline interna (arteria), p. 37, 121’. V, tip. 1. n.6, 15. - lbid., p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 37, 45,46. '
p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 8. - lbid., p. 140, tav. X\ III, fig. 1, q-I (nena), p. 71, tav. IX, fig. 2, n. 13.
n. 17.
Orbita, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 25, 26.
Mascellare (glandole sotto), p. 47. tav. VI. fig. 1, n. 13. Orecchieta (destra del cuore), p. 62, tav. VIII, fig. 1, 11. 63. - Ibid. ,
inferiore (nervo), p. 23. tavola III, Ii;I 1, 11. 4. p, 79, tav. X, 6;. 1, n. 10.- lbid., pag. 105, tav. XIII, Ilg. 2,11. 8.
-- superiore (nervo), p. 23, tav. III, fig. 1, n. 3. __(1ioistra del cuore), p. 62, tav. VIII, fig. 1. o. 7. - lbid., p.
M isccllare superiore (osso), p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 7. 79, tav. X. 12g. 1, n. 14. - lbid., p. 105,1av. XIII, fig. 2, n. 8.
Medicazione (apparecchio di), p. 157, tav. XX, fig. 2, 1. B. Osta (rammollimento delle), p. 9. tav. I, fig. 3 e 4.
Medina (verme di), p. 150, tav. XIX, fig. 2. , 01s0‘(l‘ ) maggiore, p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 31.
Melanconia, p. 76, tav. IX, fig. 6. Ottalnaica (arteria), p. 150, tav. XIX, fig. 1. u. 39.
Melicerido (lupia). p. 41, tav. V, fig. 3. Ottalmici (ncrri), p. 22, tav. III, fig. 1, n. 2.
Membrana crico-tiroidea, p. 133, tav. XVII, fig. 2, n. 5. Ottici (nervi), p. 8, tav. I, fig. 2. li. -- lbid., p. 30, tar. IV, fig. 2. a:
-- tiroidea, p. 133, tav. XVII, fig. 2,11. 2. - lbid., p. 1 19, tav. XV, fig, 1, n. 16. - lbid., p. 186, tav. XX.I V,
Membri inferiori (arterie dei), 177, tav. XXIII, _fig. 1 e 2. fig. 5, 11. 14.
superiori (arterie super ciali e profondo del), p. 54. tav. VII, Oxynri vermicolari, p. 50, tav. VI, fig. 6 a g.
fig. 1. Palatino (velo del), p. 79, tav. X, fig. 2, n. 1.
Meniugea media (arteria), p. 140, tav. XVIII, 1, n. 18_. Palatina inferiore (arteria), p. 37, tav. V, 6;. 1, n. 7.
Mentale ( arteria sotto), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 9. - IbltI'., p. 133, -- superiore (ar'teria), e, 140, tav. XVIII, fig. 1 , p. 24.
121. XVII, fig. 1,11.9. - lbid., p. 149 e 150, tav. XlX,fig. 1, 11. Palmare profonda (arteria), p. 54, tav. VII, fig. 1, n. 18.
re 30. -_- superficiale, p. 54, tav. VII, fig. 1, n. 14.
Mentale (venn_ rotto), p. 62, tar. VIII, 63- 1, 11. 23. (muscolo grande), p. 54, tav. VII, fig. 1, n. 7.
Mento, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 12. -- (muscolo piccolo), p. 54, tav. VII, ti". 1, 11. 5.
(nervo del), pag. 30; p. 71, tav. IX, fig. 2, n. 14. . Palpebrale inferiore (artena), p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 41.
Mesenterica inferiore (arteria), p. 39, tav. V, fig. 2I n. 23. - lbid., -- superiore (arteria), p. 150, tav. XIX, fig. 1, u. 40.
P' 961 tav. XII, fig. 2, n. 23. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, Pancreas, p. 96, tav. XII. fig 2, n. 1, - lbid., p. 119, tav. XV, fig.
2, n. 3. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 7.
n. 42. _
-- superiore ( arteria ), p. 96, tav. XII, fig. 2, n. 11. - lbid., Pancreatico-duodenale inferiori (arterie), p. 96, tav.XlI, fig. 2, n.
p. 111, tav. XIV, fig. 2, 11. 39. - lbid., p. Hg, tav. XV, fig. 2, 12. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 40, 41. -- lbid., p. 1 19,
n. 13. tav. XV, 65. 2, 11. 14.
Itlesocolon discendente, p. 96, tav. XII, fig. 2, n. 10. -- superiore (arteria), p. 99, tav. XII, fig. 2, n. 13. - lbid., p.
trasverso, p. 96, tav. XII, fig. 2, 11. 9. 119, tav. XV, fig. 2, n. 15.
Metacarpo, p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 33. Pancreatico (condotto), p. 79, tav. X, fig. 2, 11. 19.
Metatarso, p. 172, fig. 1, n. 49. Parietale (0110), p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. - lbid., p. 183, tar.
(arteria prima del), p. 165 e 166, tav. XXI, n. 16, 24, 28, 33 XXIV, fig. 1, n. 20 e 36.
Mìdolla spinale, p. 8, tav. Il, fig. 2, n.8. - lbid., p. 13, tav. II, fig- 1 Papavero coltivato, p. 160, tav. XX, fig. 3 a 9.
Milza (arteria della), p. 111, tav. XIV, fig. 2, 11. 8. Patelici (geni), p. 8, tav. I, 63. 2, k. - lbid., p. 115), tav. XV, 65.
Molli (nervi), p. 48, tav. VI, fig._1, n. 31 a 34. 1, 11. 1 .
Morfina, p. 164. Pele (la). V. Bacino.
.__- (acetato di), p. 164. Perforante auperiore (arteria), p. 86, tav. Xl, fig. 2, n. 16.
_- (solfato di), p. 164. V Pericardio, p. 79, tav. X, fig. 1, 11. 5.
CONTENUTE IN QUESTO VOLUME ' 195
Peroneo anteriore (muscolo), p. 165, tav. XXI, fig. 1, n. 16. - Ibid., Regione inferiore dell‘ cucefalo, pag. 7, tu. I, fig. 2.
p. 176, tav. XXIII, fig. 2, n. 52. Renali (arterie),
a . 3 ,tav. \‘ ’ fin.
m. xn, fig.2,ii.g19.9 ° 2’ n. 20.-I ' .b'd ’ P’g . 96‘
_- inferiore (muscolo), p. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 17.
_ laterale muscolo corto, 165, lav. XXI,fig. 1, n. 15. n_ (vene),
lav. VIII, fig. a . 43.
30, tav.lV ’ fi g . 3, n. 11.-- Ibid. ’ pan11. 62’
lungo p. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 13.
Perone. anteriore(arteria), pag, 165, lav. XXI, fig. 1, n. 25, e cui, a . 8_8‘
n. 6psî 30, lav. IV, fi g . 3 , n. 32.- Ibid. , pag . 39, tav . W,
’ ho.
'n 2,
fig.’2, n. 10.
comune (arteria), pag. 176, lav. XXIII, fig. 2, n. 75. -- (auccenturiati ) , pag. 30, tu. IV. fig. 3, n. 33. _
-_- esteriore (arteria ), pag. 176, tav. XXIII, fig. 1, n, 32 a Rette, pag. 39, _tav. V, fig. 2, n. 1 1. -'- Ibid., pag. 79, lav. X, fig. 2,
34, e g. 2, n. 77 e 78. _ n. 30. - Ib1d., pag. 96, lav. XII, tig. 2, n. 8. Ibid., pag. 126,
Pesci elettrici della lorpedine, pag. 134, tav. XVII, fig. 8. tav. XVI, fig. 1, n_ 22.-Ibid., pag. 141,lav. XVIII, fig. 2, n. 11.
Petto, pag. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 1 e 15. Rette (muscolo grande) posteriore della testa , pag. 111, lav.
Piano (osso) (tramezzo osseo dell’etmoide), pag. 183, tav. XXIV, fig. XIV, fig. 1, n. 14.
1, n. 25 _ i3nterno della coscia (muscolo) , pag. 176, In. XXIII, fig.
Piede ( arterie superficiali della faccia anteriore della gamba e 1, n. .
del), pag. 165, lav. XXI, fig. 1. Rimrente (nervo), pag. 47, tav. VI, fig. 1, n. 19.
Piedi torti, pag. 65, lav. VIII, tig. 6 e 7. . B1corrente cubitale (arteria), pag. 54, lav. VII, fig. 2, n. 15. -
Piloro, pag. 79, tav.-X,-fig. 2, n. 9. -- Ib1d., pag. 105, lav. XIII, Ibid. , pag. 87, tav. XI, fig. 3, n-12.
fig. 1, n. 6. - Ibid., pag. 111, lav. ’XIV, fig. 2, n. 5. _- radiale (arteria), pag. 54, lav. VII, fig. 1, n. 12, 2 fig. 2.
-- (arteria del ) , pag. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 22 e 30. n. 14. - Ibid., pag. 86 e 87, tav. XI, fig. 2, n. 13, 1: fig. 3, n. 14.
Piramidale (osso ), pag. 171, lav. XXII, tig. 1, n. 27. Rislringimento del torace, pag. 120, tuv. XV, fig. 3. ’
Pisiforme (osso ) , pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 28. Rilthristina, pag. 28, lav. III, fig. 7.
Pisii'ormi ( corpi), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 13. Rotula, pag. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 40.
Pituitaria ( glandola), pag. 7, lav. I, fig. 2, 11. 6; pag. 119, tav. XV, _ (legamento della), pag. 165,t21. XXI, fig. 1. n. 4.
ti . 1, n. 1 .26, tav. III, Iig. 3, n. 3. - Ibid. , pag. 3o, tar. IV, S iliaco del colon, pag. 79, lav. X, fig. 2, n. 2g). -- Ibid., pag.gti.
Placgenta, pag.4
lav. XII, fig. 2, n. 7.
ti . 3, n. 1.
I’langtare(aponeurosi), pag. 176, tav. XXIII, fig. 1, n. 18, e fig, Sacra laterale ( arteria), pag. 126, lav. XVI, Iìg. 1, n. 30. -- Ibid.,
pag. 141, IN. XVIII, fig. 2, n. 18.
2 n. 5 . _- media (arteria), pag, 39, 'I11V. V, lig. 2, n. 26. - Ibid.,
’ (Zrteria), p. 165, lav. XXI, fig. 1, n. 31, e fig. 2, n, 12, pag. 126, lav. XVI, fig. 1,11. 26. - Ibid., pag. 141, lav. XVIII,
(muscolo), pag. 176, IN. XXIII, 'fig. 1, n. 7, e fig. 2, n, 4;, 6g. 2, n. 13.
Plesso cervicale, pag. ‘14, tav. Il, fig.*2. - Sacro, pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 18.
Plesso coronario destro. pag, 48, lav. VI, 63. 1, n. 47. Sanguiauga uflicinale, pag. 101, lav. XII, fig. 10.
sinistro, pag. 105, tav. XIII, fig 2, n. 27 a 31. Sartorio (muscolo) :‘ suo tendine, png\ 165, lav. XXI, fig. 1, n. 7.
lombare, pag. 63, lav. VIII, fig. 2. ' -.- Ibid., pag. 176, lav. XXIII, lìg. 1, n. :1.
polmonare superficiale destro, pag. 48, lav. VI, fig, 1, Scatoide ( osso ), pag. 171 e 172, tav.XXll, fig. 1, n. 25 e 45.
u. 26. Scaleno anteriore (muscolo ) , pag. 47, lav. \l, fig. 1, n. 15.
Pleura, . , tav. X, fig. 1 n. 4. Sca _ lare superiore (arteria), pag. 37, tav. V, fig. 1, n. 20. -
Plenriaifîîogiìa, pag. 120. tav. XV, fig. 3. 1 "1.. pag. 79, m. 11, fig.1,n.atì.-Ibid.,pag. 133.1...XV11,
Pneumo-gastrici (nervi), pag. 8, lav. I, fig. 2. fig. 1, n. 26. '
Poligala, pag. 181,'tav. XXIII. fig. 3 a 10. Scheletro, pag. 171, tav. XXII, fig. 1.
Pollice (arterie del) , (pag. 86, lav. XI, fig. 1, n. 27, 29, 30, e fig. Scilla, pa . 67, lav. VII, fig. 8 a 14.
2, n. 24 e 25. - bi . , pag. 174, tav. XXII. fig. 1, n. 34. Scissunt 1Iel cervello, pag. 8, tav. 1, 6g. a, n. 9.
Polmoni, pag. 47, tav. V], fig. 1 , n. 1. -- Ibid. , pag. 58. - Ibid., Segala cornuta, pag. 19, tav. Il, 6;. 6 a 9. »
pag. 79, lav. X, fig- 1, n. 3. Semilunare (osso ) , pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 26,
Polmonare (arteria), pag. 30, tav. IV, fig. 3, n. 16. - Ibid., pag. Semi-membranoso (muscolo), pag. 176, lav. XXIII, fig. 1 e a,
61, lav. VIII, fig, 1, n. 1o.- Ibid., I, pag. 79, lav. X. fig. 1, n. 13. n. 5 e o. '
- Ibid., pag. 105, tav. XIII, fig. 2, n. g. Semi-tendmoao (muscolo), pag. 176, tav. XXIII, lig. 1, n. 4, 2 fig
Polmonari ( rene ), pag. 30, t21'.'IV, fig. 3, n. 19. 2, n. 39.
I’olpaccio (arterie superficiali del), (mg. 176, lav. XXIII, tig. 1, Seno coronale. pag. 69, tu. IX, 6”. 1, n. 1.
n. 25 e 26. -_ alenoidale, pag. 69, tav. IX, tig. 1, n. 2. ,
Popliteo (muscolo), pag. 176, tav. XXIII, fig. 2, n. 45. -_ venoso del cuore, pag. 105, I:1\'. XIII, tìg, 2, n. 6.
Poplitea (arteria), pag. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 20, 21,e fig. Sfenoide (grande ala dello), pag. 183,121. XXIV, fig. 1 n. 21.
2, n. 58. Sfeno palatino (gapglio),pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 31.
Porta
tav. (vena), a .3o,tav.
XIV, fig.p2,gn. 15. IV, Ii g . 3, n, 7 .- Ibid., P a 5 . 111, Sigmmdea (fossa), pag. 183, lav. XXIV, fig. 1 , n. 29, e tig.
2, n. 10.
Prominenaa (promontorio) nasale, pag. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 6. Sigmoidec (valrole), pag. 96, tav. XII, fig. 1. n- 51
Pronatore (muscolo rotondo), pag. 54, lav. VII, fig. 1, n. 3. Silvio ( seisaura del), pag. 8, lav. I, 6;. 2, n. 12. .
Protuberanza anellare, (non cerebrale), pag. 1 19, lav. XV, 63. I. " Simpatico (nervo grande ) , pag. 47, tar. \‘l, fig. 1, n. 29e 3g.
11 e 12. lbid., pag. 63, lav. VIII, fig. 2. n. 1. _
Paoas ( muscoli grandi ) , pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 3-3. - Ibid. , Soleo (musrolo), png. 165,t21. XXI, Iig. 1, n. 1o.-Ibtd., pag.
pag. 126, tav. XVI, fig. 1, 11. 4. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 9 e fig. 2, n. 46.
(muscolo piccolo), pag. 39, tu. V, fig. 2. n.4. Solfato di morfina, pag. 164.
Plgrigt;idd(muacoli) esterno ed interno, pag. 185, lav. XXIV, Sopra-renali destre ( arterie ) , pag. 39, tav. V, fig. 2, n. 16
g. , n. 1, 2. ' sinistre (arterie), pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 14.
Pterigoideo-palatino( canale ) , pag. 69, lav. IX, fig. 1, n. 4. '_ medie (arterie), pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 19.
Pterìgo-palatinu (arteria), pag. 140, lav. XVIII, fig. 1, n. 24. __ (ghiandole) , pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 7. _
Pudenda interna (arteria), pag. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 41. -Ibid.. Sotto-claveari (arterie), pag. 47, lav. VI, fig. 1, n. 7. - Ibid.,
pag. 141, lav. XVIII, fig. 2, n. 26. pag. 62. Iav. VIII, fig. 1, n. 5. - Ibid. , pag. 79, tàv. X, lig. I,
Qua rati dei lombi (muscoli ) , pag. 39, tav. V, 6;. I, n. 5-5. n. 22e 31. -- Ibid., g. 96, lav. XII, fig. 1_, n.11 e'15. -
Quadrigemine (prominenze), pag. 30. lav. IV, fig. 2, b. Ibid., pag. 111, lav. X V, fig. 1, n. 17. - Ibid., pag. 133, tav.
Rabarbaro, pag. 98, tav. XII, fig. 4 a 8. XVII, fig. 1, n. 30. - Ibid., ag. 157, l111'. XX, fig. 1, n. 15.
Iladiule esterno (muscolo l, pag. 54, lav. VII, 65- 2. l'l- 4 C 5- ' (vene), pag. 62, tav. V] I, fig. 1, n. 33 e 35. '
Ibitl., pag. 86, lav. XI, fig. 1, n. 6 e 7, e fig. 2, n. 3. Sottorbilale (arteria). Ved. Orhitale, pag. 140.
_-( arteria), pa . 5 , lav. VII, fig. 1, n. 13, e fig. 2, n. 19. - Speculum, p. 84, lav. X, fig. 6. v .
Ibid., pag. 88, tav. Xl, g. 1, n. 25, e fig, 2, n. 20. -Spermatico (nervo), esterno,óp. 63, lav. \ III, fig. 2, n. 22.
Radio, pag. 86, tav. Xl, fi . 1, n. 5, e pag. 87, fig. 3, n. 3. - Spermatica destra (vena), . 2, tav. VIII, fig. 1, n. 42. _
Ibid., pag. 171. tar. XXII, fig. 1, n. 23. Spermatiche (arterie), p. , tav. V, 6;. 2, n. 21 e 22. - lb1d., p.
Rammollimento delle oaaa, pag. , tav. I. fig. 3 e 4. 96, lav. XII, fig. 2, n. 2o.-lbid., p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 32.
Hanno eatartico, pag. 139, lav. VII, fig. 14 a 17. Sperma. Ved. Animaletti spermatici, p. 88 e 89.
Regione lombare, pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 16, Spina nasale, p. 183, tav. XXIV, tig. 1, n. 9.
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