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LA

MEDICINA PITTORESCA

MUSEO MEDICO - CHIRURGICO

TOMO I.
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MUSEO MEDICO - CHIRURGICO


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a
I) AIÎATOBIIA GENERALE, DESCRITTIVA, CHIRURGICA E PATOLOGICA, DI PATOLOGIA INTERNA ED ESTERNA,

DI MEDICINA OPERATORIA, I), OSTETRICIA, DI MATERIA MEDICA E TERAPEUTICA

Zrabugionc bel Sottor

GIUSEPPE CGAÎNZ

VENEZIA
PRESSO GIUSEPPE ANTONELLI TIP.ED.
r:nuuro DELLA MEDAGUA D’ono
1834

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PREFAZIONE
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IJe umane cognizioni che si riferiscono agli oggetti materiali, ed in ispecialità le scien
ze mediche, abbisognano di figure e di tavole che rappresentino al lettore l’immagine del sog
getto dei suoi studii. Per quanto esatta sia una descrizione non lascia nella mente che una vaga
E fugace impressione se non viene accompagnata da questo indispensabile appoggio; vi sono
anzi dei fatti che non si possono appieno comprendere limitandosi soltanto ad una sempli
ce descrittiva narrazione. La più viva immaginazione che non abbia altro soccorso che quel
lo di un testo, non potrà formarsi un’idea chiara e permanente di un organo, di un istru
meuto, di un apparato, di una pianta; che è quanto accade in moltissimi casi patologici
che non si possono osservare che dal piccolo numero di medici che frequentano gli spe
dali. Inoltre coi soli libri e impossibile risovvenirsi alquanto minutamente gli oggetti
materiali che altra volta si studiarono, se le relative figure non richiamino alla memoria
1’ immagine da gran tempo cancellata.
. Fu tanto conosciuta generalmente la grande utilità di queste tavole, e quindi la necessità
da una iconografia medica, che non vi ha opera di qualche merito in tale argomento che non
8.13 fornita d' intagli. Ma sifi‘atte opere piene di nuovi ritrovati e ricerche, sfoggiano un lusso
"P°3Tafi60 e iconografico, e quindi divenute di prezzo eccedente per la più parte dei medici,
‘95Ì3n0 COflfinate nelle grandi biblioteche, e appena a taluno è concesso il consultarle. Senza
tema di errare si può sostenere esservi pochi medici i quali posseggano le magnifiche tavo
le dl S°emmerlllg, Scarpa, Walter, Caldani, Albino, Loder, Mascagni, Haller, Meckel, ‘
liuriter, Carlo Bel], Tiedemann, Langenbecli, Boch, Sandil‘orî, Gal], Brera, Bremser, Bul
hard, VVanrudtorll‘er e Simili.
La Medicina Pittoresca ha per iscopo, atteso la modicità del suo prezzo, di offrire a
tulti i medici e chirurghi maggiori o minori, ciò che v' ha di veramente utile nelle tavole
di tutte le specie di anatomie fino a qui pubblicate, unitamente ad un gran numero di altre
originali e necessarie per compiere l’opera, formare un complesso di cui non si abbia ancora
avuto esempio nella scienza.
Questo Museo Medico-Chirurgico rappresenterà tutto quello che si può indicare col
mezzo di figure nelle scienze mediche, cioè:
I tessuti primitivi e i sistemi organici ’- Tutti gli organi dell’economia nello stato sano -
Le diverse fasi dell‘embrione e del feto -La circolazione fetale - Le mostruosità - Le de
viazioni della colonna vertebrale e degli arti, ed i mezzi meccanici adoperati per la loro
guarigione - Le malattie della pelle, degli occhi, delle ossa, ivermi e cose analoghe; tutte
le alterazioni anatomiche de’ nostri organi -- Le regioni esteriori del corpo ravvisate sotto
il punto di vista dell’anatomia chirurgica - Le fasciature e gli apparecchi - Gl’istromenti
usati oggid‘r in chirurgia -- Le operazioni chirurgiche considerate sotto il rapporto della
posizione dell’operatore e dell’operato e del modo di atteggiare lo strumento - Il meccani
smo e gli istromenti riferibili ai parti - Le piante adoperate in medicina -- Le più belle
tavole d’ anatomia patologica dei principali Musei di Medicina.
Dal sin qui esposto chiaramente si scorge che la medicina pittoresca costituirà un museo
indispensabile per chiunque si dedica all’ arte del guarire, e sarà un compiuto corredo di
tutte le biblioteche, ed un ausiliario richiesto per tutte le opere di anatomia, patologia, me
dicina operatoria, ostetricia, terapeutica. Ciascun articolo indicherà i libri più importanti,
e soprattutto quelli che si trovano fra le mani di molti, dimodochè, quantunque la medi
cina pitt0resm formi da per sè un libro compiuto, ed indipendente da qualunque altro, po
trà nel tempo stesso servire d’atlante a tutte quelle opere che non sono adorne di tavole.
Perchè poi all’interesse sia aggiunta la varietà degli oggetti, ciascun fascicolo della me
dicina pittomsca comprenderà da sei a dieci soggetti appartenenti ai diversi rami della me
dicina con una concisa ed esatta spiegazione.
Per quello che spetta alla compilazione dell’opera non v’ ha dubbio sulla Sua eccel
lenza, concorrendovi un gran numero de’ principali e più distinti medici, di cui ciascuno
scelse a trattare quelle materie che ai propri studii sono più confacenti.
La direzione è affidata al Dottor Baer professore aggregato e bibliotecario aggiunto
della facoltà di Medicina in Parigi.
LA
MEDICINA PITTORESCA
o
MUSEO MEDICO-CHIRURGICO
l

6708
RACCOLTA COΑIPLETA DI TAVOLE, IFCISE IN ACCIAIO, D’ANATOMIA GENERALE, DESCRITTlTA, CHIRURGICL E PATOLOGICA,

Dl PATOLOGIA IXTERÀ'A ED ESTERNA, DI MEDICINA OPERATOR“, D’OSTETRICIA; DI MATEI‘JA MEDICA E TEWEUTIU

ANATOMIA
+%Gài+

CERVELLO Vedesi tutto all’ intorno di questa regione


la cassa ossea del cranio, che è stata segata (6).

Regione superiore del cervello. (Tav. I, fig. 1). Regione inferiore dell’ encq/Ìz/o, ed origine
dei nervi. (Tav. I, fig. 2).

nesta regione, la cui forma si avvicina Sulla linea mediana di questa regione, e
all‘orale, ha due estremità: la anteriore un poco dall’ innanzi all’ indietro si presentano gli og- ’
ristretta, e la posteriore più allargata; lungo la getti seguenti.
linea mediana (1,2) si osserva un solco nomina I. Una fessura, in cui va a terminare nella
to la grande scissura, che viene occupata dalla parte anteriore la grande scissura del cervello,
falce formata dalla dura madre, e che divide il e per cui restan divisi i lobi anteriori (I).
cervello per tutta la sua spessezza tanto nella 9.. Una membrana trasparente e sottile, che
parte anteriore che posteriore, mentre nel mez ottura il fondo del ventricolo medio, e che si
zo non arriva che fino al corpo calloso. estende dalla parte inferiore ed anteriore del
Questa scissura forma del cervello due par corpo calloso lino alla riunione dei nervi ottici;
ti eguali, che si dicono emisferi ( 3, 4),i quali 3. La commessura dei nervi ottici (e);
sono convessi all’ esterno e piani nell’ interno; 4. Una sostanza grigiastra quadrilatera uni
hanno due facce interna 1’ una e piana, ester ta anteriormente a questi nervi, e posterior
ma l’ altra e convessa. La faccia interna, che in mente alle eminenze mammillari, che concorre
questa tavola non è visibile, è piana, verticale, a lbrmar la base del ventricolo medio legger
ed in contatto con quella del lato opposto, des mente sporgente nel mezzo, per cui ebbe il
sa ofli‘0 allo in basso sul corpo calloso una fen nome di tubercolo cinereo (tuher cinereum,
ditura longitudinale. La faccia esterna, la sola Soè'mm.) (3);
che viene rappresentata dalla figura, è formata 5. Il peduncolo piluitarz'o, piccolo prolun
dalle czìconvoluzioni del cervello (5); eminen gamento, rossastro, conico, unito nella parte
zc pronunciate, rotondeggianti, intestiniformi, più alta alla sostanza precedente, e continuo
e separate fra loro da_ solchi intermedii sinuo in basso colla glandola dello stesso nome (4);
si, disposti come le circonvoluzioni, della pro-, 6. La glandola, o corpo piluilaflb (hypo
fondità di un pollice mcima, e distinte col no physis, Soèmm.), corpo arrotondato, trz;v_ersal
me (1’ arfialtuosilà. mente allungato, grigiastro all’esterno, inter
3 LA MEDICINA PITTORESCA
namente giallastro, situato nella fossa pituitaria sta tavola vedesi in gran parte coperto dal cer
dello sfenoide, circondato dalla dura madre, e velletto.
ricoperto superiormente dall’aracnoidea;
7. I tubercoli mammillari, due biancheggian Origine dei nervi del cranio. (Tav. I, fig. 2)
ti proeminenze, del volume e della forma di
un pisello, corrispondenti alla base del ven I nervi o_lfattorii (primo paio) (d) nascono
tricolo medio, e poste subito dopo la sostan con tre radici, una esterna (e) che proviene
za grigia già descritta (5); dalla regione esterna dei corpi striati; una in
8. Uno spazio triangolare situato posterior terna (f), confusa all’indietro e al di dentro
mente a questi tubercoli, tra i prolungamenti colla sostanza bianca, che occupa la parte in
anteriori della protuberanza cerebrale, i quali terna della fessura del Silvio, ed una media (g)
sono uniti da una lamina midollare, che con collocata nel punto del congiungimento delle
corre a formare la parete inferiore del ventri due precedenti.
colo medio (6); I nervi ottici (secondo paio) (h) traggono la
9. La protuberanza cerebrale, eminenza loro origine dalla parte inferiore dei talami
quadrilatera, collocata tra il cervello ed il cer dei nervi ottici, ed in parte dalle prominenze
velletto, un po’ convessa, con in mezzo un leg quadrigemine. Si uniscono dopo un breve tra
ger solco, per cui scorre l’arteria basilare (7); gitto, e formano la così detta commessura (i).
10. La midolla allungata, o bulbo rachidi I nervi motori comuni dell’occhio (terzo pa
co (8); è l’ estremità superiore della midolla io) (j) provengono dalla parte interna dei pro
spinale. Essa presenta sei eminenze cioè: nel lungamenti anteriori della protuberanza.
mezzo le due eminenze piramidali (a), più in I nervi patetici (quarto paio) (k) derivano
fuori le eminenze olivari (b) e, più esternamen dal dissotto delle prominenze quadrigemine
te ancora, le eminenze restiformi (c). sulle parti laterali della valvola del Vieussens.
1 I. Una fessura che separa all’indietro i lobi I nervi trigemini (quinto paio) (l) nascono dal
posteriori del cervello, e che fa parte della gran la parte esterna ed inferiore dei prolungamenti
de scissura di questo organo (g). posteriori della protuberanza cerebrale, presso
Sui lati della linea mediana la superficie in all’orlo posteriore di quest’ ultima prominenza.
feriore dell’ encefalo offre dall’ avanti all’ in I nervi motori esterni dell’ occhio (sesto pa
dietro: io) (m) hanno origine dal solco che separa la
I. Il lobo anteriore (10); piano triangola protuberanza cerebrale della midolla vertebrale
re, con un solco per contenere inervi olfat e da questa istessa protuberanza.
torii, appoggiato sulla regione orbitale del co I nervi facciali (porzione dura del settimo
ronale. paio) (n) provengono dalla parte inferiore e la
2. Il lobo medio (1 I) assai pronunciato, ro terale della protuberanza cerebrale, nell’ inca
tondo, che occupa le fosse media e laterale del vatura che la separa dalla midolla vertebrale, al
la base del cranio. _ dissopra e un po’ al di fuori dei corpi olivari.
3. La fessura del Silvia (12), infossatura, I nervi uditorj ad acustici (porzion molle
obliqua, diretta all’infuori ed all’innanzi, cor del settimo paio) (o) nascono posteriormente
rispondente al margine posteriore dell’apofisi dalla estremità laterale del ventricolo del cer
d’ Ingrassia, formante una divisione tra i lobi velletto, ed all’innanzi dalla porzione anteriore
anteriore e medio, continua al di dentro ad dei prolungamenti posteriori della protuberan
un’ altra fessura, per cui penetra la pia madre za cerebrale.
nei ventricoli laterali del cervello; I nervi glosso_-faringei (porzione dell’ ot
4. Un’altra fessura longitudinale limitata tavo paio) (p) traggono origine dalle parti su
all'esterno dal lobo medio, ed al di dentr0 dal periore e laterale della midolla vertebrale tra
prolungamento anteriore della protuberanza ce i nervi facciali e pneumo-gastrico.
rehrale. I nervi preamo-gastrici (nervi vaghi, o del
1’ ottavo paio) (q) provengono immediatamente
5. La superficie inferiore del cervelletto co
perta nel mezzo dalla midolla e presentante al dissotto dei precedenti, dietro le prominen
delle circonvoluzioni concentriche (13); ze olivari, vicino ai corpi restiformi.
6. Il lobo posteriore separato dal medio I nervi ipoglosi (nono paio), (r) derivano con
per mezzo di una leggera incavatura, appog dieci o dodici filamenti (s) dai solchi che se
giato sul padiglione del cervelletto (14). In-que parano le eminenze olivari e piramidali.
PATOLOGIA 9
_ I nervi spinali (nervi accessori del Wil dóno ingrossandosi per 1’ aggiunta di nuovi
hs) (t), vengono dalle parti laterali della midol filamenti (u), ed escono dal cranio col pneumo
la nell’ interno del canal vertebrale dirimpetto gastrico.
alla regione della 4.‘ vertebra, in seguito ascen

--»sew
PATOLOGIA É'

MALATTIE DELLE OSSA quarto parto che fu felicissimo, svanito essen


do anche il gonfiore delle estremità inferiori;
contuttociò rimase impotente, perché non p0
Caso di rammollimento generale delle ossa con teva reggersi in piedi, ed i suoi membri erano
compiuta dq/òrmazione degli arti e del tron dolenti.
co. (Tav. 1, fig. 3 e Sei mesi incirca dopo quest’ ultimo parto,
i dolori che l’ ammalata pativa per tutto il cor
Il rammollimento delle ossa è malattia rara, po si fecero sentire molto più vivi del solito, e
ma l’ esempio che noi siamo per citare è forse cominciò ad’ apparire nelle sue orine un sedi
unico nella scienza, almeno quanto all’esten mento bianco, che le rendeva di color bianco
sione dell7 alterazione ed al rapido suo corso. lattiginoso. Un tal fenomeno persistette fino al
La tal caso menò tanto rumore nell’ epoca in termine della malattia.
cui l’ ammalata morì, che la maggior parte Fu allora che l’ ammalata s’avvide, le sue
de’ medici di Parigi assister vollero alla prepa gambe contrarsi involontariamente dalla parte
razione dello scheletro di questa donna, e si dei muscoli, i quali, a poco a poco piegandole,
durò fatica ad impedire che una gran parte del egualmente che le cosce dal di dentro al di fuori,
le ossa non venisse involata, anzi uno degli ar resero insensibilmente le due estremità inferio
ti venne sottratto; il rimanente dello scheletro ri per tal modo ritirate in alto verso i bracci, e
fu nel I 753 donato all’ Accademia delle scienze posteriormente, che il piede sinistro poteva
da Morand, e trovasi oggidi nel Museo anoto servire all7 ammalata di piccolo cuscino, su cui
mica della Facoltà di Medicina di Parigi (galle appoggiare la testa. Questo incurvament.o di
ria r, armadio 13, n. 55). venne tale, che si avrebbe detto a primo aspet
Ecco l’ estratto della storia di questa malat to, non aver 1’ ammalata nè gambe nè coscie, e
tia, che venne pubblicata minutamente nel terminare essa al pube.
1752 e 1753 da Morand padre e figlio. Nel tempo stesso il petto si sformò in una
Anna Elisabetta Queriau, maritata Supiot, maniera sensibilissima, i membri superiori pie
di anni 33, di temperamento debole e delicato, garonsi attortigliandosi in diversi lati, e pre
era di buona costituzione e traea origine da una sto la Supiot offri 1’ esempio il più straordina
famiglia sanissima; partorì nel settembre del rio di una generale difformità. Allorquando il
1747, per cui restò sciancata da ambo i lati, rammollimento progrediva con più forza, la
un secondo parto 1’ ebbe in giugno del 1748, parte che ne era affetta, diveniva la sede di do
ed una falsa gravidanza in febbraio 1749. lori vivissimi, che l’ammalata li dinotava dicen
In conseguenza ad una caduta ch’ ella fece do: questa parte lavora.
sei settimane dopo, pati un dolore acutissimo Nel mese di luglio 1752 , questa donna,
alla gamba sinistra, su cui era caduta, come che fino allora non avea sofferto notabili scon
pure un gonfiore considerevole che estendeva certi nelle principali funzioni, fu presa da un
si lungo la coscia fin all’ anca, senza peraltro vi dolore sotto la mammella destra con tosse, dis
si scorgesse notabile sconcerto nelle parti soli pnea, sputi intrisi di sangue e febbre. Morand
de. Nel mese di settembre apparvero nell’ altro rinvenne che nel luogo del dolore le coste era
arto i medesimi fenomeni, ed i dolori si diffu no depresse. Tali sintomi cessarono a poco a
sera per tutti i membri. Da quell’ epoca 1’ am poco, e l’ammalata ritornò quasi nel suo stato
malata fu costretta rimanersene a letto, e la abituale che durò fino al 20 (1’ agosto. In que
malattia venne Curata come un’ affezione reu sto giorno un dolor pulsante si fece sentire nel
matica_ Durò cagioneVole e malescia fino al lato destro della testa accompagnato da una
Med. Pl’lt. T- I- - . I
IO LA MEDICINA PITTO RESCA
fortissima oppressione,con delirio e, di tratto in esso molto accorciato, tenue e mollissimo. Il fe
tratto, perdita di conoscenza. Questi fenomeni more si poteva risguardare come una guaina
cessarono tosto, ma vennero in campo la sor membranosa contenente un fluido sanguinolen
dità temporaria, un indebolimento di vista, do to, spesso e nerastro. La sua lunghezza era di
lori violentissimi di testa, e una grande sensi 9 pollici. La tibia avea la sua lunghezza e volume
bilità del cuoio capelluto; intanto la deformità ordinario; nella sua estremità superiore era ine
continuava a progredire, gli angoli delle ma gualmente membranacea e cartilaginea; nel re
scelle s’infossarono, si deviò la colonna verte sto della sua estensione conservava ancora qual
brale, il tronco tutto perdette una gran parte che porzione ossosa. L’ arto inferiore sinistro
delle sue dimensioni. Le camicie e i fazzoletti, era ancora più deforme del destro; ma Morand
che l’ammalata sporcava co’suoi sudori e sputi, non poté farne la sezione, essendo stato dagli
non potevano venir netti, nemmeno lisoivian amatori involato.
doli. I muscoli in generale erano raccorciati e di
La Supiod mori li 9 novembre sotto i pro una spessezza maggiore dell’ ordinario, dipen
gressi di tali sintomi. dentemente dalla vicinanza delle loro inserzio
Alla sezione del cadavere. (Tav. I, fig. 4), si ni. V’avea un leggero spandimento sanguigno
trovò la vòlta del cranio schiacciata, e nissuna nei ventricoli. Tutti i visceri addominali erano
traccia di sutura. Le ossa del cranio rossastre sani. I due reni contenevano dei calcoli.
e spugnose, si piegavano con somma facilità,
e non avevano conservato alcuna traccia della VE BMI
loro solida consistenza, che era minore di quel
la delle cartilagini; doppio era il loro spessore: Tenia lata o botriocqfalo (Tav. I, fig. 5.)
incisi poi e compressi lasciavan gemere il san
gue. Questa alterazione si'estendeva a tutte le La tenia lata, botrioce/‘alo di Bremser, è una
ossa del cranio. La mascella inferiore era ap specie di verme schiacciato che, secondo alcuni
pianata al mento, nè presentava vestigio di an’ autori, trovasi di preferenza negli intestini te
goli. I denti, ad onta che vacillassero, conserva nui degli abitanti della Polonia, della Russia,
vano nonostante la loro naturale durezza. della Svizzera, e di alcune contrade della Fran
La lunghezza del corpo, attesa la deformità cia; ma è molto raro, dacchè Rudolphi assicura
e raccorciamento del tronco, non era che di 21 non aversi ancora riscontrato questo verme nel
pollici. La colonna vertebrale presentava le de« cadavere di un uomo, e sembra che l’ istesso
viazioni che si possono scorgere dando un’ oc Bremser, il quale ha trattato un sì gran numero
chiata allo scheletro (Tav. I, fig. 4). Il bacino di persone affette da malattie verminose, non
era estremamente difforme. Il diametro trasver ne abbia trovato che alcuni esempi nella specie
so dei I'orami sciatichi non avea che sette od umana.
otto linee. Del resto le ossa del tronco erano Questo verme è in generale schiacciato, più
molli egualmente che quelle del cranio, eccet sottile, e spessissimo molto più largo del verme
tuate alcune coste, che in alcuni punti conser solitario (la vera tenia) di color bianco tenden
vavano ancora un po’ di durezza. te un po’ al grigio; giunge sovente ai 9.0 piedi
Gli arti erano molli, cartilaginei, curvi, dis di lunghezza. Goeze però ne ebbe uno da Bloch
posti a zig-zag, e molto raccorciati. Così 1’ o della lunghezza di 60 aune ed un quarto, e
mero sinistro misurandolo dal suo capo ai con Boerhaave pretende di averne fatto espellere
dili per una linea retta, non avea che cinque uno ad un Russo di 300 aune. Nella sua parte
pollici di lunghezza, mentre seguendo le sue più larga il botriocefalo è raro che arrivi a sei
inflessioni arrivava agli otto e mezzo. Queste linee, ma può anche giugnere fino ad un pollice.
particolarità si osservavano ancor più signifi La sua testa, che qui vedesi di molto ingran
canti nel lato destro. dita (fig. 6), è allungata, e presenta varie depres
Le estremità inferiori erano portate all’ in sioni bislunghe, nel mezzo delle quali, a parere
dietro, e poggiavano sulle coste, e dietro il di Bremser, trovasi l’apertura della bocca: il collo
tronco. Il capo del femore destro esciva dalla varia in lunghezza ed in grossezza, ed il corpo
cavità cotiloidea con porzione del suo lega è contesto da certi anelli stretti, o meglio ancora
mento rotondo, e si produceva all’ innanzi e al da articolazioni più larghe che lunghe. Qualora
di fuori; la sua forma era ovale e tanto molle da questi animali sieno perfettamente sviluppati
conservare l’impressione del dito, il collo di hanno nel mezzo una depressione od apertura ,'
PATOLOGIA II

e talvolta ne portano una seconda alquanto più serva una doppia fila circolare di piccoli unci
piccola e posta un po’ indietro. In alcuni casi ni (b). Bremser, perché non ha sempre riscon
da questa fossetta esce un picciolo dardo, che trato questa particolare organizzazione, preten
Bremser ritiene, essere probabilmente l’organo de che la tenia invecchiando perda una tal co
sessuale del maschio. rona. \
Il collo del verme solitario è molto stretto,
Tam propriamente detto o venne somramo. piatto e depresso, e non fornito d’articolazio
(Tav. I, fig. 7 2.; frammenti di questo ni. La parte che vien poi, o il corpo, è articola
verme.) to. Le prime articolazioni sono vicine le une alle
altre, e sempre più corte che larghe; a misura
Il vero tenia, o verme solitario (taenia so che si allargano, aumentano in proporzione an
lium), che si chiama pure tenia ad anelli lunghi, che in lunghezza, dimodochè vanno finalmente
annida negli intestini tenui degli uomini di a formare dei veri quadrati; che poscia avvi
tutti i paesi 5 ma più particolarmente, secondo cinandosi alla coda diventano quadrati bis
Bremser, degli Europei. E cosa difficile il voler lunghi, la cui lunghezza sorpassa almeno del
determinar la sua lunghezza, poichè tanto facil doppio la larghezza.
mente si rompe, che forse non si è potuto an
cora vedere una tenia tutta intera. Non è raro Sintomi prodotti dalla tenia.
di trovarne della lunghezza di 9.4 piedi. Beinel
fa giugnere la loro lunghezza dalle 40 alle 50 I vermi intestinali, di qualunque specie es
aune. Gli atti di Copenhagen (t. II, pag. 148) si sieno, producono colla loro presenza nel tu
parlano d’ una tenia lunga 300 aune, ma è pro bo digerente, dei sintomi analoghi. Secondo
babile che in tale cifra sia corso un errore, e che Bremser, i principali sono i seguenti:
si sieno numerati dei frammenti espulsi in tempi La fisionomia del malato è alterata; ordina
diversi dal malato. Si sa infatti, che i pezzi che riamente si fa pallidissima, e prende anche una
si staccano, in seguito si riproducono. tinta plumbea. Talvolta però tutto ad un tratto
La tenia varia nella sua larghezza; sul finire si anima, ed il rossore fu allora osservato li
della testa non è sovente che di un terzo o di mitarsi ad una sola guancia; gli occhi perdono
un arto di linea. Aumenta poscia poco a il loro splendore, e si appannano; la pupilla è di
poco fino alle tre, quattro ed anche sei linee; latata, e le palpebre inferiori sono circondate
per giudicare però di questa larghezza, convien da un cerchio ceruleo.
bene osservare se il verme sia in istato di con I malati hanno sovente il naso enfiato, e vi
trazione o di espansione. soffrono un rurito quasi continuo, per cui sono
E egualmente variabilissimo nella sua gros sforzati di regare, e grattarlo senza posa. Pati
sezza. Talvolta è d’ una sottigliezza quasi tras scono frequenti emorragie nasali ; e di trat
parente , tal altra invece è grosso e perfetta to in tratto de’ mali di testa con susurro d’ o
mente opaco. La sua testa è in generale si pic recchie. La lingua è sporca, e la bocca è sem
cola, che per ravvisarla convien servirsi della pre piena di un’ incomoda scialiva, il fiato feti
lente. In qualche raro caso però è bastantemen do, specialmente a digiuno.
te grossa, per esser vista ad occhio nudo. L’ appetito non è costante: in certi momenti
Secondo che la si esamina sopra un indivi gli ammalati ributtano tutto, in altri sono come
duo morto 0 viv0, differisce di molto nella sua affamati. Hanno pure delle nausee, ed anche dei
forma la testa della tenia. Veduta col microscopio vomiti di un liquido acquoso, delle coliche so
(fig.8), presenta quattro succhiatoj 0 trombe (a) vente violentissime, principalmente alla regio
che nello stato vivente sono ora più prominenti, ne dell’ ombellico; delle dejezioni mucose, e
ora iù ritirate. Ordinariamente introducesi spesso sanguinolenti, un’orina torbida, sedi
nei canaletti che costituiscono queste trombe, mentosa, e simile al latte con acqua diluto, il
basso ventre si fa tumido e duro, ed il corpo
un po’ di materia nerastra, per cui la testa della
tenia sembra esser fornita di quattro occhi. in generale si dimagra. Il sonno è inquieto, ac
Allorché la testa è allungata, si scorge fra compagnato talvolta da uno stridor di denti. I
queste quattro trombe o succhiatoj_ una protu malati generalmente diventano pigri, ora di
bemnza convessa sulla quale trovasx sempre un buono ora di cattivo umore.
cerchio, nel cui centro vi ha una piccola aper Si veggono di tanto in tanto nelle materie
tura quasi impercettibile. Su questo disco Si os fecali dei pezzetti di verme. Quest’ ultimo sin
'12 LA' MEDICINA PITTORESCA‘
torna è il solo che con certezza possa far giudi granato (punica-granatum). Tale medicamerr
care della presenza dei vermi nel tubo intesti to, che godeva di una grande popolarità ai tem
nale. Gli altri fenomeni sopra indicati è diffici pi di Catone il censore, di Plinio e di Dioscori
le che tutti riuniti si osservino in uno stesso de, era stato dimenticato per molti secoli, ed a
individuo, e ciascun di quelli può appartenere riprese ritrovato. E una ventina (1’ anni final
a diverse malattie; quando però si rinvengono in mente che ci pervenne per ultima volta dal
un certo numero nella medesima persona, si 1’ Indie. Ma in realtà non è che da sette od ot
può quasi con certezza ritenere, che son dovuti to anni che è divenuto di un uso generale. Il
alla presenza dei vermi; ma non si può però modo di adoperarlo è semplicissimo. Si fanno
ancora decidere a quale spezie questi appar bollire da un’ oncia e mezza a due di questa
tengono. E‘ soltanto dall’ispezione dei pezzetti scorza in un boccale d’acqua da ridursi a due
di vermi, o dei vermi interi espulsi colle fec o tre bicchieri, e si prendono in . due o tre
cie, che si potrà avere un esatto criterio a que volte nella giornata, cioè la mattina a digiuno,
sto riguardo. verso il mezzo di, e la sera molto tempo do
po il cibo per non disordinare la digestione.
Trattamento contro la tenia. Comecchè si possa usarne senza alcuna cura pre
paratoria, ciò non pertanto torna utile di cibar-
Una farraggine di diversi trattamenti sono si poco il giorno in cui lo si prende, e di sca
stati prescritti contro la tenia. Sarebbe cosa ricare il grosso intestino dalle materie fecali
superflua il farne qui menzione di tutti. Noi per con un clistere ammolliente, o con un lassati
ciò ci limiteremo a far conoscere soltanto quel vo, come 1’ olio di ricino. Il verme ordinaria
lo, la cui efficacia è appoggiata su un gran nu mente viene espulso senza dolori, o con qual
mero di osservazioni, e che si può giustamen che leggera colica poco dopo il secondo o il
te onorare col titolo di specifico. Consiste que terzo bicchiere del decotto.
sto nell’ uso della scorza della radice del melo
13
ANATOMIA
#HHOÌ‘
MIDOLLA SPINALE.
in vicinanza alle faccie anterioree posteriore, dei
Faccia posteriore della midolla spinale ed ori solchi collaterali, superficiali, ed abbastanza am
gine dei nervi vertebrali (Tav. II, il. I, se pii, ove partono le radici dei nervi vertebrali(c).
condo Lucanmacx. ) Estremità inferiore della midolla (d). Scor
Questa tavola rappresenta la faccia poste gonsi in essa due rigonfiamenti: superior l’uno,
riore della midolla spinale, 1’ origine dei nervi ovoideo, più voluminoso, l’ altro inferiore, più
spinali, ed i ganglii delle loro radici posteriori. piccolo e conoideo
Anziché limitarci ad un’arida nomenclatura de Organizzazione della midolch vertebrale
gli oggetti rappresentati da questa figura, fare La consistenza della midolla è minore di
mo ' una succinta descrizione della midolla. quella delle altre parti dell’ encefalo. Essa è forù
ituazione. Nel canal vertebrale, dalla protu mata all’ esterno da uno strato di sostanza bian
beranza cerebrale sino a livello della prima o Ca della spessezza di mezza linea, ed all’interno
seconda vertebra dei lombi. dalla sostanza cinerea divisa in tre porzioni:
Forma. Quella di un lungo cordone irrego una media, trasversale, più larga al collo ed ai
larmente cilindrico, di una ineguale grossezza lombi di quello che al dorso, e due porzioni la
nelle diverse parti del suo tragitto, diviso in terali pronunciatissime alla regione Superiore
estremità ed in corpo. del collo, che poscia diminuiscono fino alle ulti-»
Estremità superiore della midolla. (Bulbo me vertebre del dorso,ove di nuovo s’ingrossano.
rachidico,‘ Ch; midollo allungato di parecchi Le eminenze Olivari, involte da uno strato
autori.) E un rigonfiamento che va estenden di sostanza midollare, presentano internamen
dosi dalla protuberanza cerebrale sino al forame te un cordone oblungo di sostanza cinerea,che
occipitale. Vi si distinguono due faccie: I. Fac per tutta la sua circonferenza è circondato da
cia anteriore : è convessa ed ofi're quattro emi una striscia tortuosa giallastra.
nenze disposte le une a canto delle altre, le due La midolla spinale è divisa in due colonne
interne, che si chiamano eminenze piramidali laterali mediante due solcature medie, di cui
(piramidi anteriori, GALL), estendonsi per otto una è anteriore e l’ altra è posteriore. Nella sua
o dieci linee al dissotto della protuberanza cere parte superiore, che si chiama midollo allun
brale, diminuendo progressivamente di volume; gato, ciascuna di queste colonne dividesi in tre '
Le due esterne o laterali, dette olivari (corpo fascetti più piccoli, che sono: il piramidale, l’od
ra olivaria, Sonna.), sono oblunghe, pronun livare, il cerebrale o restiforme, e che costitui
ciate, e separate dalle precedenti per mezzo scono le eminenze del medesimo nome..
(1’ una solcatura, d’ onde hanno origine 1"fila Le due eminenze piramidali poste sui lati
menti del nervo ipoglosso. 2. Faccia posteriore. della solcatura longitudinale anteriore, dividon
E una continuazione della protuberanza cere si in tanti piccoli fascetti, i quali intrecciandosi
brale; nella sua linea media osservansi alcune fra loro passano quelli del lato destro del cer
piccole doccie formate da una parte del cala vello al sinistro, e quelli del sinistro al destro.
mu.r scriptorius, e da ciascun lato dl questa lmea In seguito s’ ingrossano e danno origine alle
media sporgono due oblunghe e bmncastre e gambe del cervello, o prolungamenti anteriori
minenze che concorrono alla formazione del della protuberanza. '
cervelletto, e si distinguono col nome di emi Le due eminenze olivari che sporgono a‘
nen:e re:t_z]òrmi. (Processus resti/ormes, Ban lato delle precedenti, penetrano dal basso in alto
Lnr; piramidi posteriori, GAEL.) . nella protuberanza cerebrale, appoggiandosi po»
Corpo della midolla (a). La sua facc:a ante eia sulle eminenze piramidali. La maggior parte
riore vedesi segnata da alcuni piccoli solchp o delle loro fibre, che sono limgitudinali', e s’ in
trasversali ripiegature, e divisa in due parti e nalzano verso la massa comune dei tubercoli
guali per tutta la sua estensione‘da una scxssura quadrigemini, si piegano all’ indentro ed uni’
media molto profonda. La sua faccia poster1pre sconsi a quelle del lato opposto per formare quel
presenta pure una scanalatura media long1tw la porzione di sostanza cerebrale che serve di
dinale (b) e delle striscia trasversali. Le sue vòlto all’ acquedotto del Silvio. Le altre conti»
{accie laterali sono rotondeggîanti, ed offrono nuano innanzi fino nei talami dei nervi ottici,,
14 LA MEDICINA PITTORESCA
ove unisconsi con quelle delle eminenze pira all’innanzi. Arrivato all’angolo della mascella
midali. curvasi sotto il tendine medio del muscolo dis
Le eminenze cerebellari 0 corpi restiformi, astrico, si rivolge in avanti verso la lingua, do
sorgono dalle parti lateriali e posteriori del mi po aver formato un’ansa (b) che mandain basso
dollo allungato, e servono di limite al quarto il ramo cervicale discendente (c), il quale di
ventricolo, internandosi in seguito nella sostan scende innanzi alla vena jugulare interna ((1). Da
za del cervelletto.‘ esso hanno origine due filamenti nervosi, desti
nati uno al muscolo omoplatojoideo (e), e 1’ al
Origine dei nervi vertebrali. tro allo sternotirodeo (f) rivolgesi esternamen
te e si anostomizza alla metà circa del collo con
Questi nervi, di cui se ne contano trent’uno il ramo discendente interno del plesso cervica
er ciascun lato, nascono dalle parti laterali del le (g), sotto il muscolo sternomastoideo for1nan
midollo spinale, e vengono distinti col nome do un arco rovesciato (h) e tortuoso; dalla cui
numerico di primo,secondo paio, ecc. -- comin convessità partono due filamenti interni che
ciando a contare dall’ alto al basso; e, secondo vanno al muscolo sterno-tiroideo (i), e due altri
poi la regione che occupano, dividonsi in cer medii che si perdono nell’ omoplatoideoaj (j),
vicali, dorsali, lombari e sacri. Traggono origine e due o trejilamenti esterni (la), che si anasto
con due radici, anteriore l’una, e l’ altra poste mizzauo con il terzo e quarto paio de’ nervi
riore (d); ciascuna di queste radici è formata cervicali.
da un maggiore o minor numero di filamenti (e), Il nervo iploglosso penetra in seguito tra i
che si uniscono fra loro nel passare per i forami muscoli milojoideo e joglosso, e dopo aver
intervetebrali e quelli dell’osso sacro, dopo aver somministrato un piccolo filamento al muscolo
presentato un rigonfiamento ovoideo e ganglifor tirojoideo, numerosi ne manda al costrittore su
me (f) composto dai filamenti della radice po eriore della faringe, al muscolo stilo-faringeo,
steriore. Nell’ escire da questi fori il tronco di alla faccia esterna del joglosso, al genio-joideo,
ciascun nervo dividesi in due rami, l’ uno ante alla parte anteriore del genioglosso, e al milo
riore l’altro posteriore (g). joideo; e quindi dividendosi in molti nervi sot
tili s’ immerge nella sostanza della lingua dalla
Del nervo ipoglosso o nono paio de’ nervi. base sino all’apice, e principalmente nei lati del
(Tavola II, fig. 9.. , secondo SCARPA.) (a) muscolo genioglosso (l).
Scorgesi pure su questa tavola, i.° Il nervo
Prende origine con dieci o dodici filamenti spinale (m) ed ifilamenti che manda al muscolo
dai solchi frapposti al corpo olivare epiramidale sterno-mastoideo (n); 2.° il 2, 3, 4 e 5 paio di
mediante dieci o dodici filamenti che subito in nervi cervicali (o), 3.‘J quel ramo delnervo lin
sieme raccolti in un cordone escono dal cranio guale che scorre tra i muscoli stiloglosso e ge
pel forame condiloideo anteriore; questo cordo nioglosso per distribuirsi alle papille della lin
ne dà tosto uno o due filamenti, che comuni gua (p); 4.° la vena jugulare interna (q) e l’arte
cano coll’ ansa nervosa formata dai due primi ria carotide primitiva (r).
nervi cervicali, secandosi poscia all’ imbasso ed

-‘OGI°ÌQM

OSTETRICIA
POSIZIONE DEL FETO.

Prima posizione del feto distinta col nome di e presentare differenti parti del suo corpo: ma
occipito-cotiloidea sinistra. ( Tav. II, quella che più costantemente si offre è la testa ','
fig. 3 secondo Maremma.) dacchè sopra 21,723 parti osservati nell’ospizio
della Maternità di Parigi, 20,698 si presenta
Nel travaglio del parto, al momento in cui rono per il vertice o per la sommità della testa.
il feto sta per oltrepassare lo stretto superior La direzione del diametro utero-posterio
del bacino, può atteggiarsi in diverse posizioni re della testa del feto, relativamente ai diame
OSTETRICIA 15
tri del bacino della madre, può assumere quat testa non fece che aumentare, ora comincia a
tro differenti posizioni: I posizione. L’ occipi
diminuire, succedendo il movimento (1’ esten
te è volto all’ innanzi ed a sinistra verso la ca
sione; l’occipite nell’ avvicinarsi allo stretto in
feriore si rialza, ed il mento a poco a poco ab
vità cotiloidea sinistra del bacino della madre:
sopra 20,698 parti, in 15,809 ebbe luogo una bandona il dinnanzi del torace su cui appoggia
tal posizione. 9. posizione. L’ occipite è ri va; e la testa in luogo di continuare a flettersi
volto all’ innanzi ed a destra verso la cavità anteriormente, tende a rovesciarsi posterior
cotiloidea destra, 4,659 volte. 3 posizione. L’oc mente acciocchè il diametro occipito-mentale
cipite è all’indietro ed a sinistra verso la sinfisi possa mettersi in rapporto coll’asse dello stret
sacroiliaca destra, 164 volte. 4 posizione. L’oc to perineale, senza porre ostacolo al resto del
cipite è rivolto all’indietro ed a sinistra verso tronco di seguire ancora la direzione della linea
la sinfisi sacroiliaca sinistra, 66 volte. centrale dello stretto superiore; succedono ed
Dietro 1’ esposto si vede che la prima posi il tenesmo e i premiti, atteso 1’ urto maggiore
zione succede per tre volte più frequentemen sofferto dal retto e dal collo della vescica orina
te delle altre, ed è per conseguenza la più na ria; la matrice ed i muscoli addominali si con
turale di tutte. traggono con più violenza; il perineo si disten
In questa posizione, che viene rappresenta de, si assottiglia, allungando cosi per tre o quat
ta dalla figura terza, il dorso del feto guarda al tro pollici la parete posterior delbacino. La testa
I’ innanzi ed a sinistra, ed il ventre posterior impegnata una volta nello stretto inferiore, non
mente ed a destra; 1’ occipite è situato dietro è più nei medesimi rapporti come quando si
1‘ eminenza ileo-pettinea sinistra, o la cavità co trovava nello stretto superiore
tiloidea, e la sommità della fronte o la fonta Gli sforzi si raddoppiano, la testa a poco a
nella anteriore, anzichè la fronte propriamente poco s’impegna alla vulva dal di dietro al di
detta, guarda la sinfisi sacro-iliaca destra; il lato nanzi, e scorre sul piano assai inclinato in que
destro sporge all’ innanzi ed a destra, il lato sto verso, formato dalla faccia posteriore del
«-pposto all’ indietro ed a sinistra. “ In questa coccige, e prolungato da quella del perineo; le
posizione il feto non esce dal bacino pria che grandi labbra graduatamente scompaiono assot
la testa non abbia eseguiti quattro movimenti tigliandosi dalla loro commissura perineale ver
particolari. 1. Un movimento di flessione, 9.. so la loro estremità opposta o pubica ; le pic
di rotazione, 3. (l’estensione, di restituzione. cole labbra sono spinte con forza in alto e dal
u Flessione. Subito dopo la rottura delle lato, senza però perder quella loro rugosità; che
membrane, le contrazioni dell’utero necessa- anzi piuttosto succederebbe il loro laceramento
riamente far debbono che le diverse parti del o distaccamento dalla faccia interna della vulva;
feto si premano le une contro le altre; la co la pelle della parte superiore delle coscie cede
lonna vertebrale spinta dall’alto in basso fa 0- essa pure, talvolta, e sembra che con quella della
>cillare per tal modo la testa, che 1’ occipite si pudenda e del perineo venga a formare la specie
abbassi verso il centro del bacino, ed il mento di caschetto, di che la testain parte si copre sino
a che essa è interamente fuori del bacino,infine,
si porti con più o meno forza di contro il petto."
anche le rilevatezze parietali valicano il diame
u Rotazione. La testa in questo stato e nella
miglior possibile disposizione per oltrepassare tro bisciatico, e la testa non trovando che la re
seri-La ostacolo 1’ apertura addominale del baci sistenza delle parti molli, è ben tosto espulsa...
no ', i dolori che vanno succedendosi la fan di Restituzione. La testa, libera da ogni impe
scendere a poco a poco, giunta all’incavatura dimento, non potendo mantenere la torsione
della pelvi, e fermata subito dal piano di que del collo, che 1’ avea fatta passare sotto l’amata
sta cavità, vi eseguisce il movimento di rota del pube, riprende tosto colle spalle ed il rima
zione; vale a dire, si gira sovrail suo asse mag nente del corpo i suoi naturali rapporti, ch’ e
giore, e l’occipite rotola sopra Il piano melma rano mutati solo momentaneamente; vale a dire,
to anteriore sinistro dal dietro all’ innanzi, da che idiametri antero-posteriori vanno ad in
sinistra a destra, per collocarsi posteriormente crocicchiar di bel nuovo ad angolo retto il diame
alla sinfisi od arcata del pube, mentre la fronte tro traverso delle spalle, come avveniva sul prin
sdrucciola da destra a sinistra e dall’ innanzi cipio allo stretto superiore. In somma 1’ occi
111’ indietro sopra il piano inclinato posterior pite si gira verso la anguinaglia sinistra nell’atto
destro per portarsi nella curvatura del sacro stesso che il mento si porta nell’incavatura sot
- Llrtensione. Fino a qu11a flessrone della to-ischiatica destra; ed è appunto questo mo-
'i6 LA MEDICINA PITTORESCA
vimcnto di rotazione che si credette dover chia co del feto curvasi sul suo lato destro per acco
mare col nome di restituzione. modarsi alla forma del bacino; la sinistra giunge:
« Dopo una calma di alcuni minuti primi 0 sul davanti del perineo; 1’ asse verticale del pet
secondi, le spalle pervengono all’incavatura, gi to è parallelo all’ asse del distretto perineale ;
rano come su un perno per il piano inclinato l’asse verticale dell’addome rappresenta quella
anteriore destro e posteriore sinistro; la spalla dello stretto superiore; oltrepassano insieme la
destra portasi dietro la sinfisi o nell’arcata del vulva, e il corpo tutto reso sdrucciolevole e per
pube, e la sinistra sul dinanzi dell’ osso sacro, 1’ acqua dell’ amnios, e per il sevo da cui è spal
facendo eseguire alla testa un simile movimen mato, nè presentando altrimenti che la sommi
ta, per cui si colloca trasversalmente, coll’occi tà di un cono, la base del quale è già escita,
pite a sinistra, e colla faccia a destra. Con questa viene spinto fuori per lo stesso impulso, ed il
direzione s’impiantano nello stretto inferiore. parto è terminato n. (VELPEAU. Trattato di Oste
La destra sporge la prima sotto il pube, il tron tricia. )
-*504*

PATOLOGIA

1 CORNA UMANE fig. 4, e nella sua vera posizione relativamente


alle parti che la circondano, fig. 5.
Il soggetto di cui si tratta era un garzone
Tra tutte le accidentali e morbose produ calzolaio, chiamato Giacomo Dolpierre, (1’ anni
zioni che possano aver luogo sulla superficie 39, abitante a Dreux, parrocchia di S. Pietro :
del corpo, non ve n’ ha certo di più straordina nacque nel 1747 in Illieres in Normandia a due
rie delle escrescenze cornee, analoghe per la leghe da Dreux. Nel 1784 mentre si radeva con
forma non meno che per la composizione alle rasoio male affilato si scorticò a lato dell’occhio
corna degli animali. Non sono nell’ uomo raris destro, nel punto in circa di mezzo tra l’ occhio
simi gli esempii di siffatte vegetazioni. Anche e 1’ orecchio, alcune goccie di sangue escirono
lasciando da un canto tutti i casi riferiti da au da questa piccola ferita, che si copri con una
tori amanti del maraviglioso, nondimeno ci ri cicatrice sottilissima e molle. Otto giorni dopo
mangono numerose osservazioni, la cui auten radendosi col medesimo istromento si ferì di
ticità non può essere menomamente posta in bel nuovo, senza però far sangue; ma poco
dubbio. Dietro ciò fa veramente maraviglia il tempo appresso vi si ravvisò un piccolo corpo
silenzio tenuto dai diversi dizionarii di Medici duro ed acuminato, il volume del quale crebbe
na, ne’ quali invano si cerca la parola corna. di sei linee nello spazio di due mesi. L’ escre
Del fatto che noi siam per citare, furono te crenza da quell’ epoca in poi andò successiva
stimonii tutti i membri della società reale di mente aumentando fino a che venne inviato dal
medicina, e 1’ istoria fu fatta da Vicq d’Azyr, sig. Le Prince alla Società reale di Medicina.
secretario perpetuo di questa Società (Istoria Nello stato attuale quella escreséenza ha la
della Societa reale di Medicina, p. agli, 1777, forma conica, non è perfettamente diritta, ma
1778.) Noi la faremo seguire da alcuni altri casi un po’ torta nella sua lunghezza. La sua base ha
analoghi. un pollice due linee e mezzo di diametro; la
sua circonferenza è irregolarissima, e nella sua
ramo caso. -- Como di tre pollici di lunghez maggior ampiezza di tre pollici otto linee e un
za, situato alla tempia destra d’ un uomo quarto.‘La totale lunghezza giunge a tre polli
(Tavola II fig. 4,Î5. ). ci -, il suo diametro verso la metà della lunghez
za è di otto linee, ed in questa situazione la
Il dottor Le Prince, medico a Dreux, indi circonferenza è meno scabra che alla base; sif
rizzò alla Società reale di Medicina un uomo, fatta regione ha uno sviluppo di due pollici e
che sul lato destro della testa, all’altezza ad un sei linee. Verso la base scorgesi uno strangola
dipresso dell’ occhio, portava un’ escrescenza mento prodotto dalla compressione di un filo a
cornea, che si vede nella sua forma naturale, doperato senza successo per farne la legatura.
PATOLOGIA 17
La larghezza di questo strangolamento verso ineguale, grossa alla base e terminata in punta,
la parte superiore della base è di quattro linee
all’estremità, arricciato come quello d’un mon
ed un sesto, la punta è smussata; a dieci linee
tone di sei mesi. Ma scorgendo quanta noia e
di distanza dalla punta vi ha una scissura nella quanto impedimento gli occasionava e mosso
sostanza di questo corno, o leggera soluzione dalle sue preghiere, arrischiai di segarlo il più
di continuità 5 questa scissura risulta pure da basso possibile, e ne esci gran quantità di san
un tentativo che si fece per praticarvi una le gue per cui dovetti ricorrere al caustico attuale.
gatura. La figura 4 dà un’idea de’ suoi contor Dopo aver fatta cader l’ escara, polita 1’ ulcera,
ni e della sua forma generale. Alla base si os cicatrizzata e guarita,liaynac m’interessò di dar
serva un orlo molto rilevato specialmente gli 1’ escrescenza cornea onde mandarla in i
al di sopra; è coperta da un gran numero di scherzo alla corte, ad un suo cognato con una
vasi rossi e bene iniettati L’ escrescenza si lettera coila quale lo pregava a rispondergli sei
compone d’ altronde _di striscio o filamenti becchi della corte erano come quelli di Mont
di natura cornea analoga ai porri ed ai calli. pellier. (Berthol, Cabrol, Alfab. anat. osserv. Il.)
La società reale ha già pubblicato nella sua
storia osservazioni di simil genere, ma non manzo caso. -- Corno alla sommità
si fece mai parola, nè si descrisse un corno della testa.
umano cosi voluminoso, e siffattamente simile
a quelli dei quadrapediper la formae per il Paolo Rodriguez messicano, imballatore di
contorno. statura alta, di costituzione atletica, portava sulla
L’ escrescenza, di cui ho parlato, arreca sommità destra della testa un corpo duro e volu
dolorose sofferenze all’ infelice affetto. La pelle minoso. Questa escrescenza, la cui circonferen
è sollevata e sensibilissima verso la sua base; za poteva essere di 0,372, qualche centimetro
il dolore, che ne è la conseguenza, propagasi a dalla sua base, dividevasi in due rami e veniva
tutta la pelle che copre la testa ; non si può così a formare due curve corna,le estremità delle
toccare con qualche forza la parte capelluta in quali ,lunghe parecchie centimetri,si ripiegavano
alcun punto,senza che ne risulti una specie di vi al di sotto dell’orecchio. Uno di esse un po’più
brazione, che si dirige verso questa escrescen posteriormente ed in alto collocato, si trovò
za ', il freddo vi cagiona una disaggradevolissi spezzato ai due terzi della sua origine, come se
ma impressione, e in generale tutto ciò che può l’estremità ne fosse stata torta violentemente
portare anche una scossa la più lieve, vi eccita (per la caduta di un barile di zucchero sulla te
una sensazione vivissima e che dura per molto sta di quest’ uomo) ', il secondo, posto più an
tempo; è da sospettarsi che una parte della teriormente, a o, 081 dalla sua radice porgeva
base possa esser aderente al periostio e all’ os un ramo molto più piccolo che discendeva allo
30. Se, a bel principio, se ne avesse tentata innanzi dell’ apofisi zigomatica, e dell’ osso
l’ estirpazione, si avrebbero risparmiate all’in« mascellare, e prolungavasi lateralmente fino nel
felice malato delle grandi sofferenze. mezzo della gota. Esisteva uno spazio all’incir
La figura 4 rappresenta la testa del malaca di 0,027 tra il finir di questo ramo e l’ estre
mità del corno di mezzo, che, rivolgendosi al
to colla situazi0nee direzione del corno ;la figu
ra 5 rappresenta il medesimo corno isolato e l’innanzi lasciava per conseguenza fra sè e l’al
ridotto ad un terzo. tro un intervallo circolare, per cui l’individuo
poteva_a bell’ agio toccare il suo orecchio. Tul
ta la massa era di natura cornea e nella sua
secouno c.tso. -- Corno sullafronte della superficie, egualmente come nelle corna dei
lunghezza (1’ un mezzo piede. montoni, si osservava delle nodosità, e fibre
numerose quasi che fosse stata formato a stra
Un certo Giovanni Guy cardatore di Mont ti successivi; con un istrumento tagliente vi si
potevano fare delle scalfitture, e allorquando se
pellier venne da me un giorno per vedere se
ne abbruciava un frammento, si spandeva quel
io potessi recidergli senza pericolo un corno,
medesimo odore, che si sente emanare da tutte
che gli era nato in sulla fronte un po’ fra i ca
le sostanze animali dello stesso genere poste al
pelli a sinistra, e siccome era questo intera
fuoco.
mente aderente all’osso, della lunghezza di un
mezzo piede, e della gmssezza di buon pollice,Questa enorme escrescenza non aveva al
casimi diede da pensare, la sua figura era cuna aderenza con le ossa del cranio ; gli inte
llrd. I’l'tt. 7'- 1' 3
18 LA MEDICINA PITTORESCA
gmnenti soli avevano contratto alla circonferen< mò un’ escrescenza molle della lunghezza di
za di questa protuberanza una considerabile 0,014, la cui punta, quando la donna giunse al
spessezza, ed appariva da questo lato un gon< 47 anno, divenne un vero corno ricurvo. Que
fiameuto delle palpebre e della fronte; perciò sto corpo in due anni raggiunse la lunghezza di
quest’ uomo non poteva aprir l’ occhio che a 0,081. Mancavano all’ intornoi capelli e v’ avea
metà. ( Giornale universale delle scienze in luogo di essi alcune dure rilevatezze. Il corno
mediche.) fu levato, ma in capo ad un mese sviluppossi
nel medesimo sito un tumore molle e spugno
QUARTO CASO. -- Corno alla tempia sinistra. so che, dopo essersi elevato all’altezza di 0,025
si estese in larghezza alla foggia d’un ven
Gastellier associato regnicolo dell’ antica taglio acquistando un diametro di 0,007, avea
società reale di medicina, inserì nelle memorie una superficie ineguale ed era coperto d’ una
di questa società, pzw. 312- 1776 la seguente crosta nerastra ; al minimo tocco si suscitavano
osservazione. Certa Dexel d’anni 97, d’una vivi dolori. Non passò molto tempo che si
fortissima costituzione, rispetto alla sua età, converti in un novello corno sporgente da un
avendo menato sempre una vita assai frugale, sottile peduncolo e che cadde accidentalmente
5’ accorse nel suo 83 anno all’incirca, d’ una allorché avea già la lunghezza di 0,027 incirca
prominenza straordinaria, che le sporgeva verso (Tesi - di Dauxois. )
la parte inferiore del temporale sinistro. Sulla
testa di questa donna vi aveano molti tumori; snsro caso. -- Corno sul naso.
si accorse ben tosto che il tumore posto verso la
’tempia sinistra diventava più sensibile, e vide Una donna di Bayeux dipartimento di Cal
con sorpresa che era, a un dipresso, della stes vados, per nome Maria Morand filatrice di
sa natura delle unghie, e che faceva rapidi pro. lana (1’ anni 75, d’ un temperamento linfatico,
grossi. In poco tempo giunse tal male al grado portava sulla parte laterale del naso un corno di
da arrecarle degli incomodi. Il disturbo che colore ciuereo assai carico, lungo 0,039, affatto
produceva e forse anche la vergogna di portare simile allo sperone d’un gallo. Questa escrescen
un corno (che tale appunto da tutti i vicini chia za era durissima; terminava in una punta ottusa
mavasi l’ escrescenza) la determinarono a far leggermente curva, colla concavità che guardava
selo estirpare da un chirurgo: ciò che fu ese al basso -, aderiva solamente alla pelle. Questa
guito mediante una sega assai facilmente e donna avea già da lungo tempo, sugli integu
senza dolore. Non passò guari che ebbe luogo menti del naso, che corrispondono all’ apofisi
una novella produzione, la quale venne pari ascendente dell’osso ma scellare destro, vicino
mente segata; e più volte si ebbe ricorso alla sua unione colle ossa proprie del naso,
all’operazione. Dai primi tagli si ebbero dei una piccola verruca o porro, senza che mai le
frammenti cornei, duri, attorcigliati , ed irre avesse recato alcuna incomodità. Verso il finire
golarmente rotondi. I susseguenti offrirono una del 1815, questo tumore s’accrebbe senza cau
sostanza compatta e molto meno organizzata. sa manifesta e senza produrre dolori di sorta,
L’ età avanzata e il deperimento del soggetto acquistando successivamente la lunghezza indi
ne poterono esser forse la cagione. cata.Questo corno avea all’incirca 0,012 di spes
sezza nella sua base, che era larga e quadrata, e,
QUINTO caso. -- Corno all’ occipite. per così dire, impiantata negli integumenti che
formano intorno ad essa una specie di rileva
Una donna di 36 anni nel rovesciarsi una tezza. (Tesi citate.)
vettura venne fortemente contusa alla testa per
cui si svilupparono cinque o sei tumori il più SETTIMO caso. - Corno sulla clavicola.
grosso dei quali era situato in vicinanza alla
sutura parieto -- occipitale del lato sinistro. Il Caterina Cheveville d’anni 70, non essendo
volume di questo tumore nello spazio di dieci an giammai stata ammalata , portava da lungo
ni crebbe alla grossezza d’ un uovo di colombo, tempo alla parte inferiore dell’ estremità inter
divenne molle,e dietro un colpo essendosi aper na della clavicola un tumore della grossezza
2to, lasciò escire per un anno continuo una d’una pera. La buona donna era di estrema
grande quantità di fluido ; in seguito finì pure magrezza, aveva la pelle del viso assai colorita;
del sangue mescolato a pus, e più tardi si for quella del corpo terrea e secca eccessivamente,
TERAPEUTICA I9
le vene superficiali erano dilatatissime , e il oruvo caso. - Corno sullo slern0.
sangue sembrava non vi circolasse che assai
lentamente. Questo tumore, che in sul principio Un prete, d’anni 76, d’ un temperamento
non era più grosso della testa (1’ una spilla; sanguigno, portava da /|5 anni all’incirca un lun
in parecchi anni avea raggiunto tal grado d’ac ghissimo corno sulla parte media del primo
crescimento; alla base era circondato da una pezzo dello sterno. Questo ecclesiastico sorti
sostanza cornea che gli formava come una con da parenti sani e robusti; la sua pelle funzionava
chiglia. Alla sommità dividevasi in due parti assai bene, traspirava abitualmente molto e con
coperte da un prolungamento della pelle, sot lhcilità. Fu all’ età di 30 anni che cominciò a
to la quale vi si distinguevano vasi sanguigni. manifestarglisi questa singolare vegetazione.
Un chirurgo col tentare di strappar questo Crebbe essa progressivamente nelle sue differen
tumore cagionò molti dolori all’ ammalata. Sem ti dimensioni, e si attorcigliò in seguito come il
bra che una parte fosse rimasta impiantata ne corno d’un montone o nello spazio di cinque
gli integumenti per cui ebbe luogo un prolun anni aveva già acquistato 0,243 in lunghezza,
gamento, che crebbe di molto nello spazio sopra 0,054 di circonferenza alla sua base. Il
di un anno. Allorché Alibert (Compendio teorico malato nel cadere da una scala portatile su cui
e pratica delle malattie della pelle, tom. II) era salito s’appiccò col corno in un piuolo, e
ebbe occasione di veder questa donna, avea gli fu strappato: non succedette quasi emorragia,
alla parte anterioree superiore del petto, in vi L’escrescenza tornò a vegetare per modo, che
cinanza al manubrio dello sterno, una produzio in capo ad otto mesi, aveva di già 0,135. -- Il
ne cornea della lunghezza di 0,108, a 0,135 malato un giorno si avvisò di tagliarla a 0,054
almeno, che ricordava in qualche modo il bac incirca dalla sua base; ed ha ripetuto parecchie
cello di un fagiuolo: attaccavasi alla pelle per volte una tale operazione. Questo corno spetta
mezzo d’un sottilissimo peduncolo, e pel suo interamente agli integumenti, perché la pelle
o succedevano dei dondolamenti che riusci non aderiva minimamente all’ osso; essa con
vano assai dolorosi per la malata: quanto alla serva la sua naturale mobilità. (Tesi di Dan
escrescenza cornea, essa era assolutamente in xais ) (I). ‘
sensibile; all’ estremità inferiore però si face
(1) H celebre prof. Caldani di Padova nelle sue lezioni analo
vano sentire dei pungimenti che l’ ammalata mirhe ricorda il caso sin'golare di un uomo, che portava sul dorso
paragonava a quelli prodotti dalla puntura d’ un della verga alla sua metà circa un’ escrescenza cornea della torma di
un" unghia che l’andava di tratto in tratto tagliando, specialmente
ago. Caterina Cheveville mori per cachessia quando usar voleva con sua maglie; dimandsmdolo ella sempre in
»:orbutict pria se si avesse tagliata l’ unghia. (Nota del Traduttore.)

*É*Q<H

' TERAPEUTICA

DELLA SEGALA CORNUTA loro involucri, mentre altri hanno fino da x8 a


20 linee di lunghezza, ed una grossezza propor
zionata (fig. 8 ); come lo si può vedere sopra
E del suo uso terapeutico nei casi (1’ inerzia le figure 6, 7, 8 e g. Nello spezzarsi dà un leg«
d’utero. (Tav Il, fig. 6, 7, 8 e 9.) ger strepito; nel suocentro è di un color bianco
sporco,e,ridotta in polvere fina,risulta di un gri
gio cinereo. Fresca ha un odore disaggradevole,
Si dice cornuta la segala, che ha patito una nauseabondo, secca e inodorosa. Non conviene,
;articolare alterazione, per cui acquista la forma pel piano che ci siamo prefissi, il tessere qui la
quasi di uno sperone di gallo. In uesto statoistoria naturale echimica della segala. E il suo
'di un color violaceo e bruno; acuni grani uso terapeutico il solo scopo che ci proponia
mio di una grossezza minore di quelli della mo. u La segala c0rnuta adoperata da lungo
_t_ig,h sana, 8 Possono appena scorgersx nei tempo nella pratica ostetricia all’insaputa dei
20 LA MEDICINA PITTORESCA
medici, gode, nei casi (1’ inerzia d’utero, duran mento sanguigno, e la maggior parte di un
te il parto, d’una tal proprietà che portata nel temperamento linfatico; talune pativano una
lo stomaco o’nel retto, alla dose di 20 grani ad grande irritabilità emolte altre di poca o nulla.
una dramma, determina in pochi istanti una 3°. In alcune non gestanti, i mestrui erano
azione stimolante simpatica, delle vive contra regolari ed abbondanti; in altre succedeva il
zioni uterine, ed un pronto sgravamento, sen contrario; in tutti i casi però il rimedio non
esercitò alcuna influenza sull’ andamento ulte
za pericoli, sia per la madre che per il feto, o
gni quavolta però questo medicamento venga riore della mestruazione.
amministrato in circostanze convenienti, ed 4°. Le une avevano una buona costistuzione
allora soltanto che il travaglio non è rallentato mentre le altre erano piùo meno deboli e cui per
o sospeso che in causa d’indebolimento della nascita, od accidentalmente; talune anche erano
matrice. Questo medicamento per altro in alcu rachitiche. Molte pativano delle tristi affezioni
ne donne non ha prodotto alcun risultato. n morali, e talune anche si lasciavano predomina
Tali sono le conclusioni della monografia di re dall’idea di morire nell’atto di partorire.
Villeneuve sulla segala cornuta, condottovi dal 5°. Le une, ma in piccolo numero erano
le moltiplici osservazioni, che egli ha raccolte primipare, le altre contavano la dodicesima, ed
intorno a questo medicamento. Queste osserva anche la quindicesima gravidanza.
zioni nel numero di 720, appartengono a 40 au 6°. Molte avevano avuto dei parti difficili
tori, che il volerli qui citare troppo lunga ed e laboriosi, per cui fu anche necessario l’ uso
inutile riuscirebbe la cosa. Ecco i risultati otte degli stromenti‘,
nuti in tutti questi casi: 7°. Qualcune che avevano provato delle
emorragie o delle convulsioni, o tutti due que
Successi evidenti nel parto pro sti accidenti nei parti precedenti, nulla soffrire
priamente detto . . . . . . 600 no di simile.
. . . nello sgravamento . . 5 8°. In un piccolo numero esisteva una sen
. . . . . nei casi di perdite . . 5 sibilità, una irritazione, ed anche dei dolori
successi moderati . . . . . . 16 al collo dell7 utero, e al basso ventre, per cui
insucessi o nullità d’ azione . . . 82 si poteva temere della metrite o peritonite,
risultati sinistri . . . . . . 12 malattie però che non c0mparvero, una di que
720 ste donne aveva un considerabile anasarca.
9°. In molte il travaglio, più o meno antici
Ma non si può prestar tutta intera la confi pato, durava da tre a quattro giorni, ed era so
denza ai casi citati da qualcuno di questi auto speso da 12 a 15 ore; le acque erano quasi
ri: cosi, Champans adoperò per 200 volte la sempre scolate da più o men lungo tempo.
segala cornuta, e 200 volte riuscì‘7 non v’ha 10°. In alcune il feto era morto da tempo
medicamento di sorta che abbia la prerogativa più o meno lungo. In alcuni casi il bambino
di riuscir sempre. presentavas‘i per le natiche.
Dietro le numerose osservazioni esaminate 11°. In fine sotto " il rapporto delle dosi, e
da Villeneuve ecco le diverse circostanze, in degli effetti di questo medicamento, alcune
cui si trovano le donne, alle quali venne som femmine non ne presero che 10 grani, mentre
ministrata la segala cornuta. in altre, la dose fu portata fino ad una dramma
1°. Alcune erano nella prima gioventù,men ed anche più, ciò che nella maggior parte dei
tre altre (e questo fu il maggior numero) ave casi ha determinato il parto‘in meno di un’ ora.
vano un’ età avanzata. In alcuni altri il rimedio è stato insufficiente
2°. Un piccolo numero era di un tempera de inutile.
TERAPEUTICA 21

OSSERVAZIONI minuti è terminato. Venendo alla luce un fan


ciullo più in essere del primo, e perfettamente
Sopra l’ uso della segala cornuta in casi vitabile.
(1’ inerzia dell’ utero.
Terza osservazione - Per Mamma.
Noi termineremo questo articolo con tre
osservazioni scelte fra quelle in cui l’ uso della Una donna di 37 anni, dopo sette gravidan
segala cornu-ta ottenne un felice risultato. ze, partorisce un neonato morto. I dolori erano
cessati, nè l’utero faceva più alcuno sforzo per
Prima osservazione - Per Buiammu. espellere un secondo feto, benché non si fos
sero trascurate nè le frizioni nè i clisteri. La
[Îna donna di 37 anni, madre di nove figli donna dorme tranquillamente, ed al suo sve
naturalmente venuti a termine, arrivata appena gliarsi fa colazione seduta. Quindici ore dopo
al settimo mese di gravidanza, venne il primo l’:espulsione del primo gemello, le si dà un’in
di settembre presa da dolori di parto accom fusione di segala cornuta in una piccola tazza
pagnati da lieve emorragia. Al cominciar della d’acqua calda. Dopo dieci minuti i dolori ri
notte i dolori si fecero più rari e leggeri, e an cominciano, e nello spazio di un’ora il travaglio
darono diminuendo il terzo, il quarto, il quinto è terminato, e la doppia placenta è espulsa.
giorno in modo, che al settimo erano anche L’ultimo neonato era una figlia ben conforma
totalmente cessati. Benché i movimenti del feto ta; tanto questa che la madre si trovarono sem
non avessero intralasciato di farsi sentire aveano pre bene (I).
però gradatamente diminuito. Il collo era aperto
per lo spazio di un franco col suo orifizio molle
(1) Non è però solamente nell‘ inerzia dell‘ utero, che la se
ed assottigliato; attraverso le membrane rotte si gala cornuta può vantarsi per uno de’ più validi mezzi terapeu
sentiva la testa del feto, che potevasi spingere tici, ma questa sostanza possiede pure una virtù emmtatica delle
più energiche, spezialmente ne’ casi di emorragie passive della
all’ insù col dito, ricadendo poscia n’aturalmen matrice. Sarebbe incongruo per una noia il voler riportare delle
te. Il timore di veder perire il fanciullo, avve osservazioni in proposito; basta svolgere i giornali per convin
cersi di tal verità. lo, e molti altri miei amici medici, probi e
gnachè le acque fossero scolate e il travaglio del degni di fede, l' abbiamo più volte sperimentata, e sempre con
parto nullo, 'fecero ricorrere alla segala cornuta; felice mocasso, ami in moltissimi cui, in cui ogni altro rimedio
era riuscito di nissuna efficacia, la segula cornuta mostrò tutta la
se ne somministrarono 20 grani in un bicchier sua energia, e valse ad arrestare violenti e pericolose emorragie.
di vino bianco. Subito dopo si svegliarono for Nè ai voglia da ciò per altro inferire, che in ogni e qualunque
tissimi i dolori uterini, ma in seguito diminui caso di emorragia uterina la segale cornuta debba maisempre tor-"
nar vantaggiosa, perché essa è soggetta egualmente che tutti gli
rouo per alcmae ore; dietro la somministrazio altri rimedi, non esclusi e il mercurio e la china, a quelle mo
dificazioni od alterazioni nella sua azione, che sono necessaria
ne però di altri 15 grani si fecero essi novella mente dipendenti dal fondo patologico della malattia e dal sun
mente sentire, e venne data alla luce una pic carattere anatomico, ad onta che la forma esterna si mantenga la
cola fanciulletta dello svilu po ordinario per un stessa; e siccome la china non arriva a fermare ogni febbre pu
riodica, nè il mercurio a vincere ogni sifilide, o almeno 1‘ azione
feto di sette mesi. Questa ha vissuto. di questi specifici deve essere coadiuvata in alcuni casi da altri
sussidii terapeutici, così pure la scgala cornuta non arresta sem
pre e in qualunque caso un’ emorragia uterina, senza che per
Seconda osservazione - Per Dasomcas. questo la sua virtù emoslatica possrveuir in dubbio. Così ad
esempio se l‘emorragia dipenderà da una soverchia pletora. il so
vrano rimedio sarà sempre Il salasso, come lo sarà l’ estirpazione
L’ua femmina madre già di cinque figli, è di un polipo. se invece da questo sia prodotta ec.: all’incontro
in tutti quc‘ casi, e non son pochi, in cui l‘emorragia venga man
giunta a termine d’una gravidanza, e partorisce tenuta da un’atonia de’ vasi della matrice, ed insorga in un sog
naturalmente un figlio dopo breve travaglio. getto debole e cachetico, succede assai di rado che la segala de
luda le speranze del medico. Ecco l‘ errore di alcune superficiali
Poco appresso si avverte di un secondo feto, osservatori. Veggono essi decantato un rimedio in una tal ma
ma non si fanno sentire i dolori; la notte passa lattia, e senta esaminare più in la lo adoperano alla prima occa
sione, tacciando pui di bugiardi o di fanatici tutti coloro che
nell‘ aspettativa, ed in capo a quattordici ore conscienziosarnente lo vantarono, se mai per accidente nelle lor
sembra che la natura non voglia ancora pre mani non ha sortito buon all'atto. Un desolante scetticismo s‘im
padronisce quindi della lor mente, e la terapeutica r conse
starsi a liberar questa donna. La mammaria ri guenza cadde per essi in una cicca ruotine, 0 così aceva mio
corre allora ad un’ infufione di segala cornuta; padre. Le novità vengono accolte col disprezzo, e si tenta, ma
il travaglio del parto ricomincia, ed in trenta invano, di chiuder l’ adito ad ogni progresso.
(Nota del T.)

_0009610_

Mrd. l’l'll- T‘ I
22 LA MEDICINA PITTORESCA

ANATOMIA
-»we«a-- ‘

NERVI lo elevatore dell’occhio, scorre tra la parete


superiore di queste cavità ed il muscolo elevat
Del nervo trigemino o quinto pajo de’ nervi, e tore della palpebra superiore, e si divide in
del nervofaciale o porzion dura del settimo due rami.
pajo (Tav. III, fig. I, secondo Bocn) Ramofrontale interno (7). Questo si dirige
all’innanzi e all’indentro, dando subito un fila
Nervo trigemino (i ). mento che si anastomizza con uno del nervo na
sale, ed in seguito altri che vanno a perdersi nel
Ha principio dalla parte esterna ed inferio la palpebra superiore, ed uno nei seni frontali;
re del nodo del cervello, presso le gambe del esce poscia dall’ orbita pel foro orbitale supe
cervelletto con molti filamenti distinti, il cui riore e si ramifica nei muscoli sopraccigliare e
numero varia dai 70 agli 80 o 100. Questo frontale, e nel tessuto cellulare sotto-cutaneo
nervo è diviso come in due porzioni, una an della testa.
teriore composta di cinque o sei fibrile, e 1’ al Ramo frontale esterno (8). Nel traversare
tra posteriore che con obbliqua direzione por il foro orbitale superiore getta ordinariamente
tasi esternamente ed all’innanzi. Ivi si fa stra all’infuori un filamento alla palpebra superiore,
da per un canale della dura madre che trovasi e all’indentro un altro che va alla radice del
sull’ estremità interna dell’ apice superiore del naso ; dividesi poscia in due rami che si ripie
la rocca petrosa, ed arriva alla fossa temporale gano sulla fronte dietro il muscolo sopracciglia
interna. Nel discendere il nervo si allarga e si re, e si suddividono in filamenti profondi, che
converte in un corpo di color grigiastro, gan si disperdono pel muscoli sopraccigliare e fron
gliforme, o plessiforme (I) di natura particola tale e negli integumenti; ed in filamenti super
re, donde nascono anteriormente tre rami: il ficiali che dalla sommità della testa si estende»
ramo oftalmico (a), il mascellare superiore (3), no fin verso l’occipite, ed anastomizzansi con
ed il mascellare inferiore (4). quelli del lato opposto, del facciale, e dei primi
cervicali (g).
1.° Nervo oflalmico (z). 2.° Nervo nasale.S’interna nell’orbita pene
trando fra le inserzioni posteriori del muscolo
Portasi innanzi, all’indentm ed in alto, in destro esterno dell’occhio, dirigesi obliquamen
corrispondenza del lato esterno del seno caver te all’innanzi e all’indentro, e giunge alla parete
noso. Riceve un filamento del ganglio cervicale interna dell’ orbita sotto il muscolo grande ob
superiore, e prima di penetrare nella fessura bliquo; riceve sovente, prima d’entrare in que
sfenoidale dividesi in tre diramazioni che fora sta cavità, un filamento dal ganglio cervicale su
no isolatamente la dura madre, e che si distin periore, e nell’entrarvi ne dà uno tenuissimo
guono col nome di nervi lagrimale, frontale e al ganglio oftalmico; somministra due 0 tre
nasale. filamenti cigliari che si distribuiscono al globo
I P Nervo lagrimale (5). Scorre dal di dietro dell’occhio, e si divide in due rami.
all’innanzi, e dall’ interno all’ esterno, penetra Ramo nasale interno. 5’ introduce lungo il
nell’ orbita lungo la sua esterna parete; poste condotto interno ed anteriore dell’orbita, entra
riormente lascia il filamento gfero-mascellare, nel cranio e penetra nelle cavità nasali per un
che si anastomisa con uno del nervo mascellare pertugio esistente alla parte anteriore della la
superiore. All’ innanzi getta il filamento molare mina cribrosa dell’ osso etmoide. Sovra i lati
che dopo aver corso per il forame scolpito nel dell’apofisi mista-galli; ivi dividesi in due fila
1’ osso zigomatico si unisce con un filamento menti, 1’ uno interno e l’altro esterno. Il primo
del nervo facciale. Giunto alla glandula lagrimale si divide, giunto alla parte anteriore del seto
dà alcune diramazioni al lato interno e termi nasale, in due diramazioni, di cui l’una discen
na spargendosi entro la palpebra. de sulla faccia posteriore del naso, e viene a
2.° Nervofrontale (6). Entra nell’ orbita tra ramificarsi negli integumenti del lobo nasa
il periostio e l’ estremità posteriore del musco-» le (io), e 1’ altra si disperde lungo il seto delle
ANATOMIA 23
narici in vicinanza alla sua base. Ilsecondo nuazione del nervo mascellare superiore, sor
scorre nella superficie interna delle ossa nasali tono in numero considerevole dal forame sotto
e diseendendo in basso viene alla parte poste orbitale anastomizzandosi colle diramazioni dei
riore delle pinne del naso. nervi facciale, nasale e buccale, e si suddividono
Ramo nasale esterno. Esce dall’ orbita al in un gran numero di rami, distinti in rami
dissolto della troclea del grande obbliquo, si superiori (18), che si spargono per la palpebra
anastomizza con un filamento del nervo fron inferiore, pel muscolo piramidale, agli integu
tale interno, e dividesi in molte diramazioni menti che ricoprono l’osso zigomatico, alla ca
che si spargono per le palpebre, le vie lagri runcola lagrimale, ed al sacco dell’ istesso no
mali, lungo il dorso del naso congiungendosi me; in rami inferiori (19), che si distribuiscono
coi rami del nervo frontale interno, del sotto alla pelle ed ai muscoli del labbro superiore;
orbitale e del facciale. in rami interni, sparsi pel dorso e le pinne
del naso, e pei muscoli elevatore, comune e
2.° Nervo mascellare superiore trasversale del naso, e finalmente in rami ester
ni che provvedono ai muscoli zigomatici, al
Nasce dalla parte media del ganglio semi canino ed alla pelle.
lunare, penetra per il forame rotondo dello sfe
noide nella fessura sfeno-mascellare, ove riceve 3.° Nervo mascellare inferiore (4).
uno o due filamenti che provengono dal gan
glio sfeno-palatino, trascorre per il canal osseo Più voluminoso dei due precedenti, questo
scolpito nela parete inferiore dell’ orbita, ed. nervo è formato da due porzioni, di cui una è
esce per terminare alla guancia. plessiforme; esce dal cranio pel forame ovale
I rami che somministra sono: 1.° Il ramo dello sfenoide, e alla fossa zigomatica dividesi
orbitale (i I) che penetra nell’orbita per la fes in due tronchi, l’uno superiore che dà origine
sura sfeno-mascellare, e si divide in due rami, ai rami temporali profondi, al masteterico, al
l’uno molare (sottocutaneo del zigoma) che buccinatorio, ed ai pterigoidei, e l’altro infe
anastomizzato col nervo lagrimale passa per riore che somministra i nervi linguale, dentale
l’ osso zigomatico e si spande per i muscoli inferiore e auricolare.
delle palpebre; l’altro temporale che, attraver 1.° Rami temporali profondi (20). Ascendo
sando la porzione orbitale dell’osso zigomati no l’uno anteriormente e l’altro posteriormen
eo, s’unisce con un ramo del nervo mascellare te tra la fossa temporale e il muscolo crotafite
inferiore, e fora l’aponeurosi temporale per per distribuirsi fra la spessezza di questo mu
ispargersi sulla cute delle tempia e della som scolo, ed unirsi ai filamenti del nervo facciale e
mità della testa. mascellare superiore.
2." I rami dentali posteriori e superiori ( 19.). 2.0 Ramo masteterico (21). Portasi orizzon
In numero di tre o quattro separansi nella fes talmente dall’interno all’esterno, e dall’innan
sura sfeno-mascellare dal mascellar superiore, e zi all’indietro, fra il muscolo temporale ed il
scorrono nel condotto della tuberosità mascel pterigoideo esterno, e superato l’arco che uni
lare, dividonsi in parecchi filamenti che si spar sce l’apofisi condiloidea e coronoidea della ma
gono per le radici dei tre o quattro ultimi denti scella inferiore penetra nel muscolo massetere
molari. Uno di essi penetra nel seno mascel per 1’ interna sua superficie.
lare , e si anastomizza con un filamento del 3.° Ramo buccinatorio (29.). Questo ramo
nervo dentale anteriore (13), un altro si distri esce dalla porzione superiore esterna della bran
buisce per le gengive e pel muscolo buccina ca, scorrealcun poco orizzontalmente, indi d1
torio (14). scende in basso fra il muscolo pterigotdeo 1n
3.“ 11 nervo dentale anteriore (1 5). Separasi terno ed esterno, somministra alcuni filamenti
dal nervo mascellare superiore scorrendo all’in a quest’ultimo ed al muscolo temporale, passa
nanzi ed all’in basso pel condotto sotto-orbi tra l’ apofisi coronoidea ed il muscolo buccina
tale; discende nel canal dentale anteriore, la torio, si divide su questo muscolo in sei 0 sette
scia un filamento al seno mascellare (16), e di filamenti, che si distribuiscono al muscolo tem
videsi in parecchi altri, coi quali provvede alle porale, allo stesso buccinatorio, alle commis
radici dei denti incisivi, del canino e dei due sure labiali, ed alla pelle, anastomizzandosx fra
piccoli molari_. _ _ . loro, e congiungendosi coi nervi facciali e sotto
4.0 1 ram; sotto orbitali (17). Sono la contr orbitali.
24 LA MEDICINA PITTORESCA
4.° Rami pterigiodei. Sono due sottilissimi tra l’ auricola ed il condilo della mascella. Qui
che si dirigono all’ in basso, e vanno a termi vi suol dare due rami che si anastomizzano col
nare nel muscolo pterigoideo interno. nervo facciale, ed uno che si reca all’ articolazio
5.°-Nerùo linguale (23). Presso la sua origi ne dclla mascella, ed altre diramazioni poi che
ne è in comunicazione col nervo dentale infe si portano alla porzione cartilaginosa del meato
riore mediante un corto filamento; gli si unisce uditorio. Dopo di ciò diviso in due rami ante
anche la corda del timpano, che deriva dal gan-l riore e posteriore, va a spargersi negli integu
glio sfao-palatino; in seguito discende obliquo menti della regione delle tempia, della fronte,
e all’ innanzi tra il muscolo pterigoideo inter anastomizzandosi colle diramazioni del nervo
no, e la branca dell’ osso mascellare inferiore; facciale.
portasi tra la glandula sotto mascellare e la
membrana interna della bocca, passa tra il mu Nervo facciale o porzione dura del
scolo milojoideo ed joglosso, ed arriva ‘alla settimo pajo (26)
parte laterale inferiore della lingua. Lungo que
sto tragitto dà un filamento al muscolo pteri Nasce dalla parte inferiore e laterale della
goideo interno, due o tre alle tonsille ed al rotuberanza cerebrale nella solcatura che la
costrittore della faringe, due o tre altri alla separa dalla midolla vertebrale, superiormente
parte posteriore ed interna delle gengive pres e un po’esternamente alle eminenze olivari;
so la glandula sotto mascellare; getta parecchi ascende all’ innanzi e all’infuori, entra nel con
filamenti, di cui alcuni comunicano colle pro dotto acustico insieme col nervo auditorio, per
aggini del nervo ipoglosso, e quattro o cinque corre l’acquedotto del Faloppio, ed esce dal
vanno alla glandula sotto linguale, ed altrettanti cranio per il forame stilo-mastoideo. Scorrendo
alla parte anteriore delle gengive, ed alla mem per l’acquedotto riceve il ramo superiore del
brana mucosa della bocca; e diviso finalmente nervo vidiano da cui all’ in basso se ne separa,
in diramazioni filiformi penetra nel tessuto della e si introduce sotto il nome di corda del tim
lingua, e finisce all’ estremità e dorso di que pano, nella cassa di questo nome, rivolgendosi
sto organo distribuendosi per la membrana mu in alto ed esternamente, e penetrandovi per
cosa che lo ricopre. un canaletto scolpito nella piramide dell’osso
6.° Nervo dentale inferiore (24). Ricevuto temporale. In quel cammino il nervo facciale
un filamento dal precedente discende tra il mu somministra un suo filamento al muscolo in
scolo pterigoideo interno ed esterno, indi tra terno del martello ed un altro al muscolo della.
l’interno e la mascella inferiore. Prima (1’ en staffa. i ' ‘
trare nel forame mascellare posteriore, o prin Uscito il nervo dal forame stilo-mastoideo
cipio del canal dentale, manda un ramo che distribuisce: r.° il ramo auricolare posteriore
scorre in una docciatura’ detta miloidea; che che si porta subito all’indietro e va alla parte
diviso presso al mento in quattro o cinque fila posteriore dell’orecchio, dividendosi in due ti
menti provvede ai muscoli joideo, genio-joi lamenti, uno anteriore che si sparge sulla fac
deo e digastico. Dopo aver dato quel ramo, il cia interna del padiglione, e l’altro posteriore
tronco stesso del nervo entra nel canale scol che si ramifica nell’ apofisi mastoidea, e pegli
pito nello spessore del corpo della mascella integumenti: 2.0 il ramo stilojoideo che provve
inferiore somministrando le sue ramificazioni de i muscoli che procedono dall’apofisi stiloi
alle radici dei cinque denti molari. Giunto al dea, e si anastomizza con alwni filamenti del
forame mascellare anteriore si separa in due ganglio cervicale superiore; 3.0 il ramo sotto
cordoni, l’uno, che continua a percorrere la mastoidea, che dà alcuni filamenti al ventre po
sostanza interna della mascella in un canaletto steriore del muscolo digastrico, separandosi
particolare, e da questo ricevono nervi le ra in due porzioni, di cui una si anastomizza col
dici dei denti canini ed incisivi; l’altro che nervo glosso-faringeo, e l’altra discende per
esce dal citato forame, e si difende a guisa unirsi al nervo laringeo superiore; Dopo di aver
di pennaccbio colle sue diramaziùni pei mu distribuiti i predetti nervi, il nervo facciale pas»
_scoli e per la cute del mento e del labbri) in sa nella glandula parotide, ed ivi si separa su
feriore, eomuuicando coi filamenti del nervo bito in due rami.
faciale. Ramo temporale facciale (27). Dirigesi in
7.° Nervo auricolare o temporale superfi alto ed all’ innanzi, attraversa il condilo della
ciale (25). Si dirige all’indietro, ed ascende mascella, e si divide in sette od otto rami che is
ANATOMIA
allargano dando origine aun plesso arcuato colla
convessità in alto. Questi rami vengono distin Nervi dellejbsse nasali
ti, IP in rami temporali, in numero di due o (Tavola III. fig. 2, secondo Boca)
tre, che ascendono, e si dividono in moltissimi Questa tavola rappresenta una porzione la- I
filamenti che vanno a diffondersi sulla fronte e
sulle tempie fino alla sommità della testa, sul _ terale sinistra della testa di un uomo, dalla quale
padiglione dell’orecchio, e pei muscoli vicini, fu tolto il tramezzo delle fosse nasali in modo
anastomizzandosi colle diramazioni dei nervi da rimanere allo scoperto la superficie interna
mascellari superiore ed inferiore, e del nervo della membrana pituitaria che ricopre il lato
oftalmico; 2.0 in rami zigomatici che sono due di esterno della narice sinistra, e veder si possai
retti in alto ed anteriormente, e divisi sùll’ osso nervi che vi serpeggiano, che sono i seguenti :=
zigomatico in un gran numero di filamenti che 1.°'I nervi o!fatorii. Prendono origine con
si distribuiscono al muscolo palpebrale, zigoma tre radici come l’abbiamo indicato (pag. 8), e
tico ec., e si anastomizzano coi nervi sotto-orbi scorrono orizzontalmente all’innanzi e all’indie
tale, lagrimale, frontale interno, nasale interno, tro in un solco del lobo anteriore del cervello, e
e coi rami precedenti; 3.° in rami buccali che giunti alla lamina cribrosa dell’ osso etmoide, si
in numero di tre o quattro dirigonsi orizzon dividono in un maggior o minor numero di fi
talmente all’ innanzi sul muscolo massetere, lamenti che si fanno strada per quei forami, e
sperdendosi, il superiore sui lati del naso pei si distinguono, I.° in rami esterni (a) che si
muscoli zigomatici ed elevatori del labbro su ramificano sulle ossa turbinate superiori, comu
periore; il medio per le commessure dei labbri, nicando frequentemente fra loro. Questa tavola
pei muscoli e per la pelle delle parti vicine; non lascia vedere che questi soli; 2.-° in rami
l’ irj‘eriore per il labbro inferiore congiungen interni, in numero di dodici a quattordici, i
dosi coi nervi sotto-orbitale, buccinatorio e del quali in minutissimi filamenti divisi spargonsi
mento. sul tramezzo delle fosse nasali tra le due lamine
Ramo cervico-facciale (28). Discende obbli della membrana pituitaria; 3.° in rami medii
amente all’ innanzi dietro l’angolo della ma che si distribuiscono alla porzione di questa
scella inferiore, e si divide in due specie di di membrana, che veste la volta delle narici.
ramazioni: r.° Rami sopra mascellari che sono 2.° Il nervo naso-palatino (b) che proviene
due, distinti in superiore, che portasi trasver dai nervi sfere-palatini. Desso portasi allaparte
talmente all’ innanzi sopra la parte inferiore del superiore del tramezzo delle narici, per discen
muscolo massettere, ove dividesi in quattro o dere obbliquamente all’ innanzi lungo questo
cinque filamenti che si spargono pei muscoli setto medesimo tra le due lamine della pituita
larghissimi del collo, triangolare, buccinatorio, ria fino alle aperture superiori del canal palati
labiale, e per gl’integumenti; ed in inferiore, no anteriore, nel quale penetra per uscir poscia
che si rivolge sull’angolo della- mascella diri a terminare nel ganglio naso-palatino. In questa
gendosi obbliquamente all’ innanzi ed in basso; tavola si scorge il ramo superiore del nervo
e si divide in parecchi filamenti che provvedo naso-palatino sinistro, il suo ramo inferiore,
no egualmente che i precedenti le parti meda. che si prolunga verso il forame Palatino ante
sime, oltre i muscoli del labbro inferiore e del riore, ed il nervo naso-palatino destro.
mento: n.° rami sotto-mascellari. Discendono 3.° Il ganglio Jeno-palatino. Non faremo
obbliquamenle all’innanzi in numero di due o qui la descrizione di questo nervo, dacchè ver
tre sulla parte anteriore e superiore del collo, rà rappresentato con tutte le sue diramazioni
separandosi all’ angolo della mascella in un gran in uno de’ prossimi fascicoli. '
numero di filamenti che si ramificano pel mu 4.0 Il gan Zio naso-palatino (e). Questo gan
scolo larghissima del collo, e per gl’ integumen glio di un color rossastro piccolissimo, d’una
ti, e si comunicano coi precedenti, e con quelli forma irregolare, sownte ovoidea,-è situato nel
del dentale inferi0re forame palatino anteriore. Superiormeute rice
ve i nervi naso-palatini, gettando inferiormente
uno o due filamenti che si ramificano per la
'membrana pituitaria .
5.° Su questa tavola si vede pure il ramo
etmoidale della branca nasale del nervo oftal
mico.
26 LA MEDICINA PITTORESCA
Placenta (3). Non si vede su questa tavola
EMBRIOLOGIA che la faccia fetale di un tal organo co’ suoi vasi
serpeggianti ; la membrana dell’amnios è levata
Feto di cinque mesi libero dalle sue membrane, da tutta la sua parte inferiore, che resta perciò
e raccomandato alla placenta per il cordone solamente coperta dal corion (4). Questa mem
ombellicale. (Tavola III. fig. 3. secondo Sonn brana ravvisasi pure staccata e sollevata in uno
usarne). de’ suoi lati (5) onde meglio scorger si possa la
spugnosa sostanza della placenta. Ofi‘riremo qui
Questa tavola rappresenta un feto di cinque una succinta descrizione di un tal organo.
mesi (1) nella posizione in cui trovasi nell’ utero Situazione. La placenta è collocata nella ca
materno; vale a dire colla testa inclinata sul vità dell’ utero, ordinariamente alla parte supe-‘
petto, le membra inferiori le une sulle altre pie riore e posteriore di quest’ organo, a cui s’in
gate e portate sulla parte anteriore del torace. sensce.
La sua testa, che comparativamente al rima Forma. Arrotondata, piatta, oblunga, la sua
nente del corpo è voluminosissima, scorgesi co forma è quella d’una focaccia, da cui appunto
erta di rari e corti capelli. Noi descriveremo le derivò il nome di placenta. Ordinariamente
iù minutamente in un’altra tavola gli organi il suo maggior diametro in lunghezza è di otto
del feto, in cui mostreremo aperte allo sguardo pollici, il più piccolo sei, la spessezza è di un
le sue cavità. pollice. Ha due faccie, una uterina, l’altra fetale.
Cordone ombellicale (a). E questo, come Faccia uterina. Viene dessa rappresentata
l’ indica il suo nome, un cordone attortigliato da una quantità d’ineguaglianze, rotonde ed
della lunghezza di 18 pollici all’incirca, quando irregolari, chiamate lobi e cotiledoni. Questa
il feto e a termine, attaccato per una arte al faccia durantei primi tempi della gravidanza
I’ ombellico del feto, e per l’altra alla l’dccia fe aderisce immediatamente alla faccia interna
tale della placenta. dell’ utero; più tardi poi ne è separata mediante
E‘ formato dalle parti esterne all’ interne uno strato cotennoso, analogo alla membrana
1.° Da una guaina prodotta al di fuori da un caduca di cui porta il nome.
prolungamento dell’amni0s, e al di dentro da Faccia fetale. Essa è liscia e vettita del
una continuazione del corion. corion ’e dall’amnios al suo centro, e- talvolta
2.° Da due arterie e dalla vena ombellicale, anche presso ai suoi orli va ad inserirsi il cor
che nel loro tragitto si ravvolgono le une sulle done ombellicale.
altre, e danno al cordone quell’ aspetto attorti Organizzazione. La placenta vien formata
gliato. dalle ramificazioni dei vasi ombellicali, che
3.° Dalla gelatina di Warthon. Sostanze se. s’intrecciano sulla faccia uterina di questo-or
mi-fluida gelatinosa da cui sono palmati i vasi gano in tanti nodi, detti cotiledoni. Le arterie
ombellicali. ombellicali arrecano il sangue alla placenta. Le
Trovasi pure nel cordone l’ uraco, e fino al loro ultime estremità formano delle anse che
terzo mese della gravidanza la vescichetta om danno origine alle piccole radici della vena om
bellicale, ed i vasi ornfalo-mesenterici. bellicale che riconduce il sangue al cuore del
Nei primi tempi della gestazione il cordone feto. Penetrate le arterie ombellicali nella plac
è grosso, corto, con incavatura alla sua inser centa si mandano reciprocamente un ramo di
zione addominale, in cui gl’intestini del feto comunicazione, il solo che si osservi nelleloro
discendono a quest’epoca rimontando poi in successive divisioni. Lo stesso avviene della ve
appresso a poco a poco nell’ addome. na ombellicale. Sulla membrana caduca, che tap,
In questa tavola si osserva soltanto la su pezza la faccia uterina della placenta, serpeg
perficie esterna del cordone che è d’ un aspetto giano numerosi vasi sanguigni, che non sono
gelatinoso. che prolungamenti di quelli dell’utero.

MM“- -
27
MEDICINA OPERATORIA
--m«sss+

LITOTRIZIA 3.° Uno stilo o verga d’ acciaio chiamata


litotritore (d) destinato ad essere racchiuso in
Processo operatorio della Lit0trizia, secondo il quest’ultima sonda. La sua estremità vescicale
metodo di Civiale (Tavola III fig. 4, 5, 6). è conformata a guisa di piccola sega circolare o
di corona di trapano (e).
Essendo la medicina pittoresca essenzialmen Ecco impertanto nella figura 4 posta in azio
te destinata ad esporre in una maniera succinta ne la maniera di far uso di questi stromenti.
i diversi processi operatorii ai nostri giorni Collocato il malato (a) in positura orizzon
nsitati, e non potendo, atteso il ristretto spazio tale s’ introduce la canula dritta, munita dei
a cui essa si è limitata, entrare in minuti rag suoi accessorii, nel canale dell’uretra, tenendo
guagli isterici intorno isuccessivi perfeziona chiusa la pinzetta a tre branche nel modo che
menti dei metodi, noi per ciò ci limeteremo, si osserva alla figura 1). Introdotta la canula si
per quanto concerne la) litotrizia, ad offrirci fanno uscire le tre branche che scostandosi le
processi oggidì adoperati, quali son quelli di une dalle altre lascian fra esse un intervallo _fra
Civiale, Leroy , Heurteloup, cc. Senza voler cui vien compreso il calcolo (b fig. 4). In questa
minimamente decidere e neppure sollevar la figura le pareti addominali e vescicali si sup
questione di priorità, agitata fra i due primi di pongono trasparenti, onde mostrare il modo
questi autori; nè qu1 pure staremo ricordando d’ agire dell’istromento. Afi'errata solidamente
i tentativi fatti prima di Leroy e Civiale per la pietra, e raccomandato l’istromento ad un
fungere la pietra in vescica, la pinzetta a guaina assistente (c), il chirurgo colla mano sinistra (al)
montata di tre branche dell’ asta, il tubo di tien ferma la canula esterna, mentre colla de
Santorio, il quadruplo vescicale di Franco, il stra (e) fa girare una specie d’ archetto (
tira-fondo di Parco, la pinzetta a tre branche Questo archetto simile nella forma a quello
dell‘Ildano, gli stromenti di Gruthuisen, le d’un violino è munito d’una corda che passa
sonde dritte di Lieutaud, Santarelli, di Monta in una carrucola (g).
gut, Fournier, Amussat, cc. Ogni qualvolta il chirurgo fa muovere colla
Pu questi ragguagli is torici si ricorra al trat sua mano destra quest’archetto,la carrucola gira,
tato di medicina operatoria di Velpau. e fa girar’pure il litotritore contenuto nella pin
Noi ' faremo conoscere, colla brevità in zetta. Questo tenendo a contatto della pietra la
separabile da quest’ opera, il metodo e gli stro sua piccola corona di trapano, la l'ora e la riduce
menti di Civia . . ' in polvere. Tutte le volte che si è fatto 1’ ope
Questi stromenti sono: 1.0 una larga sonda, razione conviene injettar dell’acqua tepida nella
o emula del diametro di due o quattro linee, vescica onde liberarla da quelle particelle che
della lunghezza di nove a dodim' pollici, e che si sono staccate sotto 1’ attrito.
serve di guaina o di fodero agli altri stromenti. L’operazione dev’essere ripetuta varie volte
(Le figure 5 e 6 ne offrono una porzione (a) ). a norma della grossezza del calcolo e delle di
2.° Una pinzetta o litolabo. E‘ una seconda sposizioni. dell’individuo affetto.
sonda forata contenuta nella prima, di cui .l’ e Non è del nostro piano il far conoscere gli
stremità, che deve entrare in vescica, separasi accidenti che possono conseguitare ad una tale
in tre branche curve ed elastiche (b) che si operazione. Dopo che il malato è libero, alcuni
nvn‘cjmmo, ed entrano nella loro guaina, si semi-cupi, poche sanguisughe al perineo, l’uso
tosto che si tiri sull’opposta»estremità, come lo della bevanda dolce e detersiva, sono i soli mez
;,' vede (fig_ 6_ 6), mentre per effetto immediato zi che l’arte ha giudicati utili (1’ adoperare.
della loro elasticità s: scostano qualora SI spin
“ appunto su questa opposta estremità (fig. 5).

essàofi‘tw
28 LA MEDICICINA PITTORESCA .

PATOLOGIA
_mes«-

mosrnuosrrk che perciò la sua sorella avesse patito il benché


minimo sconcerto. Il soggiorno fatto a Lione
Storia del bicefalo 0 mostra a due teste, chia' valse a ristabilirla. Ma poco tempo dopo il loro
malo Bitta-Cristina, che visse otto mesi e arrivo a Parigi, sia le fatiche del viaggio, sia il
mezzo (Tavola III fig. 7). continuo raffreddamento a cui dovevano le fan
ciulle essere necessariamente esposte per sod
Il bicefalo o gl’ individui femmine a due te disfare l’ altrui curiosità, Bitta cadde grave
ste, che formano il soggetto di questa figura, mente ammalata, e morì dopo alcuni giorni
offrono la più curiosa e straordinaria mostruo d’ agonia. Mentre che sua sorella era moribon
sità che si abbia mai veduto. Nacquero li 12 da, Cristina conservavasi in una eccellente sa
marzo 1829 a Sassari in Sardegna. Ciascuna lute, e giuocava in seno di sua madre; ma al
delle due teste fu separatamente battezzata dal momento in cui Bitta rese l’utimo sospiro,
vicario della parrocchia di s; Apollinare, e fu loro Cristina gettò un grido e spirò.
imposto il nome di Ritt_a e di Cristina. La ma Venne il cadavere di Bitta-Cristina tras or
dre di un tal mostruoso neonato era di buona tato alla Pietà, e li 25 novembre ne fu atta
costituzione, ed aveva già dati alla luce altri l’autopsia da Serres e Manco in presenza di
sette figli tutti ben conformati. Il parto si eseguì Geofl'roy S} Hilaire, Cuvier, Dubois padre e {1.
per la testa, e non fu laborioso. Nella metà su ‘glio, Portal, Breschet, Dumeril, Lisfranc, Itard
periore del corpo questo mostro era doppio, ed un gran numero d’altri medici. Ecco i risul
semplice nell’inferiore; si osservavano quindi tati di questa sezione 'quali li comunicò a Julia
due toraci, due teste, e quattro membra supe il sig. Geoll'roy S.l Hilaire.
riori, laddove inferiormente non si vedea che Da questa autopsia si conobbe che Bitta
una sola regione addominale, un sol bacino, due Cristina aveva due cuori isolati e sciolti contee
cosce, due gambe e due piedi. Queste parti in noti in un solo involucro opericardio, i quali
feriori erano magre. erano a contatto per il loro apice, liberi perfet
Venne un tal mostro inviato dal D.‘ Rolando, tamente restando allabase. Un tale addossamento
primo medico del Re di Sardegna, a'Geofl‘roy mantenevasi per una estensione di sei ad otto
di S.t Hilaire. Giunse a Parigi li 26 ottobre e linee in modo che 1’ apice del cuore in Bitta era
fu presentato alla Fagoltà di medicina, all’Acca posto a sinistra come loè ordinariamente, men
demia delle scienze ed a quella di medicina. tre quello di Cristina era a destra. Da questa
Nell’ esame fatto del soggetto non si riscontrò posizione risultava che il ventricolo destro del
che un solo ano. Il busto della parte destra che cuore di Bitta trovavasi schiacciato e compresso,
era Bitta, vedevasi piuttosto malatticcio, e meno ciò che rende ragione della difficoltata circola
sviluppato del sinistro; Cristina, che era molto zione venosa, e del principio di cianosi da cui
più nutrito, forte e grazioso. Attesa la loro età fu affetta Bitta. E‘ vero che lo stetoscopio non
non si poterono istituire delle osservazioni im aveva appalesato che un sol cuore, ma questi
portanti sulle sensazioni e sulle facoltà di queste due cuori trovavansi chiusi in una istessa cavità
due piccole fanciulle. L’ esistenza però di due membranosa e per tal guisa che in qualunque
esseri non poteva essere posta in dubbio; due sito e modo posto si avesse l’istromento, ante
teste animate appartener non saprebbero ad un riormente, posteriormente, a destra, a sinistra,
unico soggetto; inoltre due volontà erano pa non poteva giammai ricevere che l’impressione
lesi. Egli è vero che sovente le due teste pian di un solo dei due cuori. Tale situazione giusti
gevano nel tempo medesimo, ma non.era però fica abbastanza lo sbaglio prodotto dall’impe
raro il vederle una poppare e l’altra dormire, zione istituita col mezzo dello stetoscopio. Non
Cristina sorridere e Bitta restar immobile. si rinvenne che un sol fegato, ma che evidente
Dalla nascita Bitta si era mantenuta molto mente risultava dalla riunione nella linea me
più debole della sorella; solfriva, e la sua sa diana di due fegati; la prova di ciò si aveva nel
lute fu notabilrnente alterata dal viaggio, senza vedere perfettamente distinti due lobi dello
ANATOMIA 29
Spigelio e due vescichette del fiele. Vi avevano era paralizzata, non essendo però tolta la conti
egualmente due stomachi e due intestini tenui nuità, è facile lo scorgere come‘ la contrazione
che si riunivano a dieci o dodici pollici di di dell’altra metà abbia potuto cessare separa
stanza dal cieco. Di questo come pure dell’in tamente.
testino grosso non ve n’era che un solo che I due sterni erano riuniti alla loro base, di
sembrava appartenere spezialmente a Cristina. modo che veniamo a formare una specie di cro
Esistevano pure distinti due uteri; l’uno ante ce che incoronava il doppio torace. Tanto nel
riormente situato, come è d’ ordinario dietro lato sinistro che nel destro non vi avevano che
alla vescica orinaria; 1’ altro poi collocato più undici coste, una di meno dello stato naturale.
posteriormente, e veniva separato dal primo per Le due colonne vertebrali si vedevano in tutto
l’ intestino retto, e per gli altri intestini che il loro tragitto perfettamente distinte fino alla
riempiono il bacino; la cavità del petto divisa punta del coccige senza altra anomalia. Le pul
da un mediastino centrale era tramezzata infe sazioni arteriose nello stato normale erano iso
riormente da un solo diafi‘agma, il quale alla crone tra esse, solamente durante la malattia
guisa del fegato risultava dal congiungimento si fecero più frequente in Bitta. Infine ciascu
sulla linea mediana del diafragma dei due indi na estremità inferiore si vedeva dipendere dal
vidui. Questa circostanza già abbastanza intes la testa che le corrispondeva.
ressante da per sé stessa, lo riesce tanto più, Da questa sezione non si sono potute rica
onde dare una probabile spiegazione della quasi vare delle nozioni certe sulla natura della ma
istantanea morte di Cristina in seguito a quella lattia per la quale Bitta è perito.
di Bitta; siccome la metà di questo diafragma

--+PÈQH+_

ANAT OMIA
-#ÉW_

NERVI re, sortono da questi condotti per delle aper


ture che corrispondono ai tre o quattro ultimi
Nervi dentali superiori ed inferiori denti molari, e per il forame scolpito nelle loro
radici (b) s’ insinuano nella cavità di ciascuno
(Tav. IV, fig. 1, secondo Bocn). di questi denti. Un filamento piuttosto gros
so (0) percorre lungo la parete esterna dell’antro
Nella tavola terza, fig. 1, abbiam già rap dell’igmoro, e va a comunicare col nervo den
preSentat0 il nervo del 5.° paio che sommini tale anteriore; un altro circonda la tuberosità
tra i nervi dentali; ma di questi non si vede mascellare, e si sparge per le gengive, e per il
va che la loro origine, laddove nella tavola muscolo buccinatorio. _
quarta, fig. 1, si ossono seguire nelle loro ra Nervo dentale anteriore (d). Questo s’ insi
mificazioni pei denti, che assai di rado lo si nua tostamente nel condotto del medesimo no
può fare nelle ordinarie sezioni; questo è dun me, scolpito nella parete anteriore del seno
que il motivo che ci ha spinto ad olfrirle ai mascellare, mandando subito un filamento che
nostri lettori. Crediamo pure non esser inutile comunica con uno dei nervi dentali posterio
qualche nuovo dettaglio sulla loro disposizione, ri (e); in seguito si divide in parecchi altri,
comechè se ne abbia già fatto parola anche che portansi ciascuno per un condotto partico
nel presente fascicolo. lare ai denti incisivi, ai canini, ed ai due pri
Nervi dentali posteriori (a). In numero or mi molari Nel loro tragitto questi filamenti
dinariamente di due partono dal nervo mascel dentali gettano sovente, dicesi, dei piccoli fi
lare superiore prima che questo entri nel ca lamenti che si spargono per la membrana del
nal sotto-orbitale, discendono sulla tuberosità seno macellare.
mascellare, e s’ introducono nei condotti ossei Nervo dentale ir_zferiore (g). Un tal nervo,
che la perforano. Divisi bentosto in parecchi che proviene dal nervo mascellare inferiore,
filamenti, giungono tali rami al bordo alveola discende obliquamente accanto del nervo liu
Md. Pl'tt- T- 1' 5.
3o LA MEDICINA PITTORESCA
guale fra i due pterigoidei, indi tra l’interno nellatura trasversale dello sfenoida, e sotto i
e la mascella inferiore, corrispondendo al di lobi anteriori del cervello; in seguito si sepa
dentro al legamento laterale interno dell’arti rano, divergendo l’uno dall’ altro, e portandosi
colazione temporo-mascellare. all’innanzi ed esternamente attraversano il fo
In vicinanza all’orificio del canal dentale, rame ottico circondati dalle estremità poste
manda un considerabile filamento, che si può riori dei quattro muscoli retti dell’occhio..Giun
chiamare nervo del mento (mentonnier) e che ti alla parte posteriore interna ed inferiore
cammina per un solco scavato sotto il foro, lun del globo dell’occhio (d) attraversano la mem
go 1’ arco alveolare della mascella. E‘ trattenuto brana sclerotica e coroidea, e vanno a terminare
in questa solcatura per un’espansione di densa nel mezzo della retina con una estremità a gui
cellulare, che è continua al legamento. Sortito sa di cono troncato.
da questa scorre tra la mascella e il muscolo
milojoideo, e si avvicina al mento, avendo già in
prima mandati alcuni filamenti alla glandula EMBRIOLOGIA
sottomascellare, i quali sembrano combinarsi
a quelli che provengono dal ramo linguale. Fi Disposizione dei vasi in unfeto a termine
nisce poi con quattro o cinque filamenti, che (Tavola IV, ti". 3, secondo Tutmznux_m ).
in principio si veggono scorrere separati, e che
poi vanno a distribuirsi ai muscoli milo-joideo, Spiegazione- 1 placenta- 2 porzione del
e digastrico. 1’ amnios - 3 porzione del chorion -- 4 vene
Il ramo dentale s’ introduce in seguito nel della placenta che si uniscono in un solo tron.
canaletto dello stesso nome, lo percorre per co - 5 vena ombellicale - 6 ramificazioni di
tutta la sua estensione somministrando le sue questa vena che si portano al fegato - 7 vena
ramificazioni alle radici dei attro denti mo porta -- 8 rami epatici della vena porta - g
lari posteriori (h). Giunto al orame mascellare condotto venoso - 10 vena cava inferiore -
anteriore si separa in due cordoni, l’uno (i) 11 vene renali - 12 vena epatica - 13 vena
più tenue continua a percorrere la sostanza in cava superiore -- 14 cuore rivolto sul lato de
terna della mascella, e da questo ricevono ner stro - 15 ventricolo destro -- 16 arteria pol
vi le radici dei nervi canini, ed idue vicini in monare -- 17 condotto arterioso - 18 arteria
cisori; l’altro (j), più voluminòso, esce dal polmonare sinistra troncata - 19 vene polmo
citato forame e dividesi bentosto in più fila nari sinistre -- 20 orecchietta sinistra - 21
menti, che si anastomìzzano con uelli del fa ventricolo sinistro - 22 aorta -- 23 aorta di
ciale, e che si tagliano ad angolo ra loro. Pa scendente -- 24 arteria celiaca troncata -- 25
ragonando la grossezza del cordone alla sua arteria renale sinistra -- 26 arterie fliacbe -
uscita dal forame in confronto di quando vi 27 arterie ipogastriclxe -- 28 arterie ombelli
entrò, io ho rimarcato, esservi la differenza ad cali che si portano verso l’anello ombellicale -
un dipresso della metà, essendosi Perduta l’al 29 le medesime arterie che serpeggiando van
tra metà per i denti. (Breau). no alla placenta -- 30 fegato rovesciato - 31
vescichetta del fiele - 32 reni - 33 reni suc
Nervi 'otlici centuriati.
(Tavola IV, fig. 2, secondo Junas CLOQUET ).
Sviluppo delfeto, e difl’erenze che presentano
Questi nervi (a) provengono dalla parte in i suoi organi paragonati a quelli dell’adulto.
feriore dei talami ottici, e traggono in parte la
loro origine dalle prominenze quadrigemine (b) Quantunque la figura 3 della tavola IV sia
per mezzo di alcune striscie filamentose, che precipuamente destinata a far vedere la dispo
ciascun paio di queste. prominenze manda ai sizione dei vasi del feto, nel tempo istesso pe
talami ottici, e che si uniscono alle protube rò che descriviamo l’apparato circolatore, ab
ranze conosciute sotto il nome di corpora ge biam creduto non fuori di materia 1’ offrire
niculata. Essi si dirigono all’ innanzi e all’in un’idea sommaria dei differenti altri organi pa
dentro abbandonando quel solco che è posto ragonati a ciò che sono nell’adulto, nozioni che
tra i' lobi medi e la protuberanza cerebrale, in noi ricaviamo da M. Bayle.
di si uniscono e si confondono insieme (0) an L’ unione dei due sessi dà formazione ad
teriormente alla fossa pituitaria sovra una scan un nuovo essere, e e porta il nome di embrione
ANATOMIA 31
fino a tanto che i suoi organi non sono per d’ossificazione, più tardi i corpi delle verte
anco bene sviluppati, e quello difeto dal mo bre, vengono dappoi le clavicolc, la mascella
mento in cui questi sono formati fino alla na inferiore, e, ad un’epoca ancor più avanzata
SCllii. gli ossi lunghi dei membri, gli ossi piatti, in
Il corpo dell’ embrione nel primo tempo è fine gli ossi corti del terso e del carpe, che si
di forma allungata, e sembra unicamente co osservano in parte cartilaginei anche quando
stituito dal tronco a cui è aderente la vesci il feto è giunto a termine.
chetta ombellicale. A quest’epoca tutti i fori Le estremità degli ossi lunghi rimangono
son ancora chiusi. Ma la testa appare bentosto, per lungo tempo cartilaginosi, e quantunque
e al secondo mese circa ha raggiunto il volume ossifi0ate, restano non pertanto, fino ad un’età
ad un di presso del rimanente del corpo.l mem avanzata separate dal corpo dell’osso mediante
bri superiori cominciano a manifestarsi sotto una sostanza cartilaginosa, e costituisconole
la forma di piccole papille alla quinta settima così dette ep_ifesi.
na, e le diverse parti dei membri sviluppansi Sviluppo dei denti. Verso la metà del terzo
più tardi principiand0 dalle dita. Col medesi mese formansi nell’interno delle mascelle dei
mo ordine procedono pure i membri inferiori. piccoli sacchi o follicoli costituiti da due mem
Sul finire del secondo mese si scorge il collo e brane e contenenti una gocciolina di liquido.
qualcuna delle naturali aperture; e queste al Al disopra di ciascuno di questi sacchi svilup
terzo mese già si veggono tutte belle e formate. pasi bentosto una papilla polposa, denominata
A quest’epoca, il coccige, che colla sua spor germe o polpa dentale, alla base della quale
genza formava una specie di coda, pare si ac propagansi molti rami vascolari e nervosi. La
corci, ma ciò addiviene atteso l’ accrescimento sommità della papilla assume la forma della co
delle parti circonvicine. rona del dente che dee formarsi, e verso la
Li sistemi organici non si formano nel tem metà del quinto mese, la papilla copre la so
po Stesso, e riguardo all’epoca del loro sviluppo stanza istessa del dente, dapprima la corona
si possono collocare nell’ ordine seguente: i vasi e poi la radice. Il dente prende esattamente la
e i nervi; il canale intestinale e la pelle; gli or forma della papilla corrispondente, e si mo
gani dei sensi e gli organi genitali, gli organi della sovra essa. Lo smalto vien deposto a poco
locomotori, ed infine le unghie ed i peli. a poco sulla superficie esterna della sostanza
Lunghezza delfeto. Alla fine del primo me ossea, a misura che questa vien formata. In
se, una linea; del secondo, da sei a sette linee; progresso il dente produce una distensione sul
del terzo, da uno a tre pollici; del quarto, da suo follicolo e sulla gengive, e finisce col fo
quattro a cinque pollici; del quinto, da otto a rare quest’ultima e sporgere al margine al
dieci pollici; al sesto mese, da nove a dodici veolare.
pollici, al settimo, da quattordici a quindici
pollici, all’ottavo, da sedici a diciotto pollici; 2.° Sistema muscolare e fibroso.
al nono, da diciotto ai venti pollici. Peso. Sette
libbre in circa a quest’ epoca. Nei primi tempi dell’esistenza del feto, i
Passeremo ora ad esaminare in particolare muscoli ed i tendini non si distinguono ancora,
lo sviluppo, e le principali particolarità d’orga e si offrono sotto l’aspetto di una massa omo
nizzazione pr0prie dei diversi sistemi organici genea e mucosa. Solo verso il terzo e quarto
del feto. mese cominciano a mostrarsi le fibre muscolari.
1 .° Sistema osseo. Il sistema fibroso è sul principio molle e
gelatinoso. I suoi caratteri non si osservano che
Gli ossi sono molli, cartilaginei, e non cavi sul finire della gravidanza.
fino al cadere del secondo mese. Sui primi gior ‘!
ni del terzo cominciano a mostrarsi qua e là 3.° Sistema nervoso.
dei punti d’ossificazione. Da questi punti par e: ‘
tono negli ossi lunghi delle linee bianche e lon Questo sistema è uno‘ dei primi a svilup
gitudinali, e negli ossi larghi delle linee a rag parsi. La midolla spinale appare la prima; in
gi; queste linee dinotano il progredire dell’os seguito il cervello, e più tardi i nervi spinali
sifica:ione, e sono costituiti da sovrapposizione e cerebrali. La” sostanza grigia della massa
di molecole di fosfato calcare. Le lamine osso encefalo»rachidigta, formasi prima della sostanza
Se sono le prime in cui si rimarcano i punti bianca.

'n_f‘ =_g .-.


'32 LA MEDICINA PITTORESCA
Nei primi istanti, la midolla spinale occupa
tutta 1’ estensione del canal vertebrale, ed è po 5.° Sistema lirfatico.
steriormente segnata da una solcatura longitu
dinale: il cervello, che è dei primi organi a farsi Lo sviluppo di questo sistema è poco co
vedere, non presenta ancor le sue circonvolu nosciuto.
zioni, gli emisferi sono poco voluminosi, nè si
estendono al dissopra del cervelletto. Il corpo 6" Apparato sensitivo esterno.
calloso e la volta sono le parti del cervello che
si sviluppano le ultime. Tardissimo appare pure Occhio. Sul finire della quarta settimana
il cervelletto. l’occhio si fa vedere sotto la forma di un punto
nero molto voluminoso. Fino al settimo mese
4.° Sistema vascolare sanguigno. in cui la pupilla si forma, il forame dell’ iride
è chiuso dalla membrana pupillare. Questa mem
Alla quarta settimana il cuore è di già svi brana è sottile, consistente, vascolare, e com
luppato; le due orecchiette non ne costituisco posta di due lamine, delle quali l’anteriore è la
no che una; e i due ventricoli egualmente si continuazione della membrana dell’umor ac
confondono in un solo, dal quale trae origine queo, e la posteriore è propria della membrana
1’ aorta. L’ arteria polmonare non esiste ancora. pupillare. I vasi di questamembrana a simi
Queste parti poi a poco a poco vanno avvici glianza di quelli dell’iride da cui provengono,
nandosi al loro normale sviluppo. si spargono a raggi. Dopo il settimo mese essa
Nel feto a termine, la vena ombellicale, do si lacera, e le reliquie vengono assorbite a poco
po esser nata dalla placenta, ed aver seguito il a poco.
cordone ombellicale, attraversa 1’ ombellico del 0recc/zio. L’ orificio del condotto uditivo
feto, e portasi, scorrendo lungo la parete ante non appare che verso la metà del secondo mese.
riore dell’addome, fino alla fossa longitudinale Il padiglione dell’orecchio si va formando assai
del fegato: quivi dividesl in due rami: l’uno, lentamente, e principia con una piccola rileva
che si unisce alla vena porta, e si sparge pel fe tezza. Assai corto è il condotto uditivo, motivo
gato, e l’ altro che continua la primitiva dire per cui la membrana del timpano scorgesi di
zione, e sotto il nome di canal venoso va a molto avvicinata all’orecchio esterno. Piccolis
scaricarsi nella vena cava inferiore. Le due sima è la cavità del timpano, e mancano le cel
orecchiette del cuòre comunicano fra esse per lule mastoidee, che non manifestansi che do 0
il forame del Botallo. La disposizione della val la nascita unitamente all’apofisi mastoidee. li
vola d’Eustachio fa che il sangue passi dalla ossicini dell’organo dell’udito, cartilaginosi fino
vena cava inferiore nell’orecchietta sinistra, e al settimo mese, s’ossificano in seguito a poco
quello della vena cava superiore nel ventricolo a poco. Verso il finire del terzo mese comincia
destro. sulla piramide pietrosa a depositarsi del fosfato
L’arteria polmonare somministra due pic calcare.
coli rami ai polmoni, e con un grosso tronco Naso efosse nasali. Non appaiono le na
detto canal arterioso termina nell’ aorta. L’aorta rici che sulla fine del secondo mese. Il naso
dopo aver somministrato i suoi tre rami ascen durante tutta la vita fetale riman piccolissimo.
l’enti, si unisce al canal arterioso per formare Le fosse nasali sono pure assai piccole, ed han
daorta discendente. Delle due arterie che risulta no fino all’ottava settimana una libera comuni
no dalla biforcazione dell’iliaca primitiva, l’iliaca cazione colla bocca.
esterna è la più piccola. La ipogastrica che forma Pelle. Si vede al terzo mese; ella è ancor
la continuazione del tronco è la più grossa. Do sottile, trasparente, e simile ad una membrana
po aver dati i suoi diversi rami ascende l’ipo mucosa, spoglia (l’epidermide, che non svilup
gastrica sui lati della vescica sotto il nome d’ar pasi che sul finire del quarto mese. I peli e le
teria ombellicale, ed esce dall’ombellico in com unghie non manifestansi che ai quattro mesi e
pagnia dell’ arteria del lato opposto. Le due ar mezzo od ai cinque. La pelle si trova coperta
terie ombellicali risalgono lungo il cordone a tal epoca d’una lanugine, che cade alla fine
ombellicale, e vanno a spargersi per la placenta. della gravidanza, o poco dopo la nascita.
in cui le ultime loro ramificazioni si combinano Il tessuto cellulare sotto-cutaneo del feto e
colle radici della vena ombellicale. trasparente e zeppo di sierosità nei primordi
della vita intra-uterina.
ANATOMIA 33
età trovasi un organo particolare denominato
7.° Apparato digestivo. timo, molle, giallastro, collocato tra il mediastino
anteriore. Nell’adulto diventa atrofico.
La bocca nei primi tempi sembra occultata
-da una membrana mucosa; ma verso il secondo 9.° Organi orinary'.
0 terzo mese si apre, e le labbra cominciano a
svilupparsi, il superiore atteso l’ allungarsi di I I reni sono grossissimi nell’ embrione, di
tre papille od eminenze mamelpnate, e l’infe forma esternamente ineguale ed a’ lobi.
riore per due consimili papille. A quest’epoca Le capsule soprarenali, moltissimo svilup
medesima si mostra pure la volta del palato, ed pate, e fino al terzo mese di un volume maggiore
il suo velo che servono a separare la bocca dalle dei reni, in seguito poi rimangono d’ assai più
fosse nasali, cavità rimaste fino allora riunite. piccole; dopo la nascita appassiscono.
Fino dai primi tempi della vita intra-uterina La vescica ha superiormente la forma di un
apparvero i rudimenti dello stomaco e degli cono, ed è sotto questo rapporto in continua
intestini. Il primo di questi organi è in allora zione coll’uraco, canal che, nell’uomo, trovasi
poco voluminoso. Una gran parte del canale in cavo fino all’ombellico, e che si oblitera poi al
testinale trovasi a quest’epoca collocato fuori l’ epoca della nascita.
dell’addome, nel cordone ombellicale, che e
cavo e dilatato nella sua estremità fetale. Gli 1-0.° Organi genitali.
intestini in allora s’inseriscouo nel pedicciuolo
della vescichetta ombellicale. Alla metà del terzo Dopo il terzo mese questi organi rinvengonsi
mese l’intestino ha penetrato interamente nel nello stato seguente: Gli orari collocati inferior
l’addome. mente ai reni scorgonsi voluminosissimi; non
Gli intestini, che sul principio sono assai pervengono che assai tardi nel bacino. Le trom
corti e diritti, allungansi a poco a poco, e pre be egualmente voluminose sono in continuazio
sentano le loro circonvdluzioni. All’ epoca stessa ne c0gli angoli della matrice, nè vi si vede linea
lo stomaco si dilata ed allunga. Il cieco e l’ap di demarcazione. La vagina è assai allungata.
pendice vermiforme sono assai sviluppati nel Sulla sua cavità, come pure su quella della ma
feto. L’ intestino crasso è cilindrico a bel prin trice, scorre tanto anteriormente che posterior
cipio; solo al sesto mese si fanno vedere le sue mente una linea sporgente. Comincia a mo
ineguaglianze. strarsi qualche traccia d’imene. Molto svilup
Il fegato è talmente voluminoso nella prima pata è la clitoride.
settimana da occupare quasi tutta la cavità ad I testicoli assai voluminosi son posti nell’ ad
dominale, e si mantiene grossissimo fino alla dome al di sotto dei reni: il canale deferente
nascita, di modo che il suo volume si può dire direttamente discende nel piccolo bacino. L’ e
andare in ragion inversa dell’età del feto. Pic stremità inferiore dell’ epididimo e del testicolo
colissima è nei primi tempi la vescichetta del è continua al gubernaculum testis, cordone ci
fiele, ed il pancreas all’incontro sviluppatissimo. lindrico, canaliforme, che sembra abbia termine
La milza non si fa vedere che al secondo mese. alla metà dell’arco crurale, e che vien ritenuto
qual prolungamento deljàscia superficialis del
8.° Apparato respiratorio. 1 addome. Al sesto mese cominciano i testicoli
a discendere, ed all’ottavo passano pel canal
I polmoni non mostransi che verso la fine inguinale, al nono poi sono già discesi nello
del secondo mese, e sono di un estrema picco scroto. In questo tragitto, trasportano seco,
lezza; si sviluppano in seguito a poco a poco. 1.° parecchi strati fibrosi delle parti che circon
Il loro colore è molto più rosso prima che il dano l’ anello inguinale; 2.° il margine inferiore
feto abbia respirato, la consistenza è compatta, del muscolo obliquo interno, che dà un invo
nè crepitmo, ed hanno un peso specifico mag lucro muscolare denominato cremastere; 3.° una
giore dell’acqua, per cui immersivi precipitano parte del peritoneo, che forma la tonaca vagi
al fondo, sono addossati ai lati della colonna nale, la cui cavità in quest’ epoca comunica per
vertebrale. mezzo del canal inguinale colla grande cavità
La laringe del feto è piccolissima. peritoneale. Una tale comunicazione sparisce
La glandula tiroidea è molto più sviluppata colla nascita.
che nell’adulto. Nel feto, e nei fanciulli di prima Delle mammelle tanto nell’uno che nell’altro
34 LA MEDICINA PITTORESCA
sesso non si veggono che i rudimenti fino alla teria polmonare, la forza d’impulsione del ven
pubertà, epoca in cui mostrano uno sviluppo tricolo destro si sarebbe inutilmente dispersa,
considerevole nelle ragazze. mèntre che, col mezzo del canal arterioso, la
forza dei due ventricoli è adoperata per far
Circolazione delfeto. muovere il sangue nell’ aorta; senza la riunione
d’ azione dei due ventricoli è probabile che il
Diremo ora qualche cosa sulla circolazione sangue non avrebbe potuto arrivare fino alla
del feto, servendoci delle nozioni che su tal placenta, e ritornare in seguito al cuore.
proposito abbiam potuto trarre dalle opere di Una quistione delicata insorge ora a trat
Magendie. tarsi. Quali sonoi rapporti della circolazione
Dopo aver conosciuto la disposizione del della madre con quella del feto? Per arrivare
l’apparato circolatorio del feto, ein è chiaro che ad una qualche precisa nozione su tal punto è
il circolo del sangue deve esser tutt’altro che d’uopo in pria esaminare il modo di congiun
nell’ adulto. Se noi supponiamo che il sangue gimento della placenta coll’ utero.
parta dalla placenta, evidentemente si scorge Varie sono le opinioni degli anatomici su
scorrer egli per la vena ombellicale fino al fe tal riguardo. Si è per lungo tempo creduto che
gato; colà, una parte del sangue entra nel fe le arterie uterine si anastomisazzero diretta
gato, ed un’altra nella vena cava; queste due mente colle piccole radici dalla vena ombelli
strade lo conducono al cuore per la vena cava cale, e che le ultime divisioni delle arterie della
inferiore, ivi giunto, penetra nell’orecchietta placenta si confondessero colle vene della ma
destra e nella sinistra attraversando il foro del trice; ma si è rinunciato ad una tal idea dal
Botallo nel momento in Cui queste si dilatano. momento che si ebbe a riconoscere l’impossi
Questo è il punto in cui il sangue della vena bilità di far passare nella vena ombellicale delle
cava inferiore si mescola inevitabilmente con iniezioni spinte per le vene uterine, e viceversa
quello della cava superiore. Ed infatti, come a far pervenire delle materie liquide nelle vene
mai due liquidi ad un dipresso dell’identica dell’utero iniettate per le arterie ombellicali.
natura potrebbero rimanere isolati in una ca Si ammette generalmente oggidì che non esista
vità alla quale pervengono nel tempo istesso e anastomosi di sorta tra i vasi della placenta e
che si contrae per espellerli quelli dell’ utero (I).
Comunque sia la cosa, la contrazione del
1’ orecchiette succede alla loro dilatazione; il (1) In una eruditissixna memoria che troviamo inserita nei fa
lcicoli 67 e 69 del nuovo giornale dei Letterati, che si pubbli
sangue viene cacciato nei due ventricoli al mo ca a Pisa, e che fu detta al!“ Accademia Medico-Fisica fiorentina
mento in cui essi si dilatano; questi alla lor nell‘ adunanza del di 9 dicembre 1827 «la Tomma.w Biancini,
professore e ripetitore di No!omia nell’ I. R. Università di
volta restringonsi e spingono il sangue; il sini Pisa, vediamo validamente sostenuta l‘opinione contraria, e pro
stro nell’aorta, ed il destro nell’ arteria polmo vata la immediata circolazione sanguigna tra la madre ed il feto.
A conferma di questa sua sentenza 24 sono gli sperimenti che
nare, ma siccome quest’ arteria termina nel riporta 1‘ Autore d‘ iniezioni tentate o per la parte della madre,
1’ aorta, egli è chiaro che tutto il sangue dei due o per quella del feto, e tutti più o meno tendenti a convalidare un
la e assunto. Troppo lungo sarebbe il volerli qui riferire, c ha
ventricoli passa nell’ aorta, eccettuata un’ assai nm soltanto recare in mezzo i corollari seguenti, che dalle sue
piccolissima porzione che va direttamente ai osservazioni ed esperienze ha potuto stabilire il sull'odato Autore;
chi desidera delle nozioni più esatte, consulti il surrifcrito gior
polmoni. Sotto la influenza di questi due agenti nate.
d’impulsione, percorre il sangue tutte le divi 1." Che le arterie ombellicali sono in comunicazione colle
vele dell‘utero materno.
sioni dell’ aorta, e ritorna al cuore per le vene a.° Che questa comunicazione è operata da un' intermedia se
cave, ma, inoltre, viene trasportato alla placenta rie di gro:si vasi cilindrici e non flessuosi, ai quali, e per essere
compagni delle arterie uterwplacentali, e er avere 1‘ uflizio di
per mezzo delle arterie ombellicali, e ritorna trasportare nell’ utero materno il sangue re uo dalla circolazione
al feto er la vena del cordone. del feto e della placenta, ha creduto convenire loro il nome di
stintivo di vene placenta-uterine.
E‘ acile concepire l’utilità del foro del Bo 3.° Che le vene placenta-uterine non sono da considerarsi
tallo e del canal arterioso: non penetrando come un prolungamento di quelle dell’ utero, ma bauli un pro
dotto di nuova formazione determinato dal coito fecondo.
sangue nell’orecchietta sinistra, o quel pochis 4.° Che le arterie ombellicali continuate nelle vene placenta
simo soltanto che a lei arriverebbe dal polmone, uterine stabiliscono la diretta comunicazione fra il corpo del feto
e l’utero della madre, siccome le arterie utero-flacenlaii inoseu
non ne potrebbe somministrare al ventricolo late colle radicett,e della vena ombellìcale la stabiliscono fra la
sinistro, qualora non si trovasse in essa l’ aper madre e il feto.
5.° Che il vero tenuta della placenta è uno,'ed è rumore
tura del tramezzo delle orecchiette.Da un altro e reticolare. -' ’
lato, se nel polmone, che non per ance funzio 6.° Che questo tessuto ramoso e reticolare della placenta è
formato dall‘ultima decomposizione, di quegli istessi vasi che
na, si fosse distribuito tutto il sangue dell’ar uniscono la madre al feto, e viceversa.
\
MEDICINA OPERATOBIA 35
Non pertanto, ad*ontadi‘un tal difetto di. egli è probabilmente deposto colmezzo dei vasi
diretta anastomosi tra i vasi dell’ utero e quelli uterini sulla superficie o per entro il tessuto
della Plaoenta, è impossibile il dubitare che il della placenta, ed assorbito poscia dai minimi
sangue della madre, o qualcuno de’ suoi ele ramoscelli della vena ombellicale. 1 ‘
menti, nonpassi al feto con una certa prontezza;
7.° Che nella placenta si fanno due circolazioni sanguigne, sa.° Che finalmente questo sangue del feto, mescolato al
delle quali una propria del suo tessuto, e l’altra destinata per sangue reflue della placenta per i rami delle arterie ombellicali,
la nutrizione del feto. > e per quelli delle vene placenta-uterine, passa immediatamenh
8." Che il sangue destinato allo sviluppo del feto e quello nelle vene dell" utero materno, m.rrcè i tronchi principali delle
stesso che serve allo sviluppo ed alle funzioni della placenta. stesse vene placenta uterine.
g.° Che questo sangue arterioso, proveniente dalla madre, Anche il prof. Carlo Figli pubblicò nell’ anno 1830 una in
passa nella placenta per le arterie utero-placenlali anastomizzate teressantissima memoria, nella quale sostiene con molti fatti, e con
colle radicette della vena ombellicale, la quale fa l'nflizio del validissimi ragioni, farsi una immediata circolazione sanguigna
l‘arteria. tra la madre (d il feto.
ro.° Che una porzione del sangue materno si distribuisce I fatti e le sperienzs citate da questi autori vengono in su
nel tessuto ramoso e reticolare della placenta per le collalerali stegno a quelle giù riferite da conscenzioà osservatori, quali sono
ramificazioni delle arterie utero-placenlals' e per quelle della vena i Couper, gli Humel, i Graa)‘, i l’ogli, i lilerkel padre, i Loder ecc.,
ombellicale; e che l‘altra sua porzione s’ introduce nel corpo del nomi non meno illustri degli op ositori di sifatta opinione, cioè
feto per il tronco principale della stessa ombellicale. dei Monrò, dei lloederer, Buisc mio, Mascagni, Schreger, Porta],
il.‘ Che il sangue reduce dalla circolazione del feto è con Stein, Sabatier, Bicherand e Magendie.
dotto alla lacenta er mezzo delle due arterie ombellicali, le (Nota del Trad-)
quali fanno ’uffizio i vene.

MEDICINA OPERATORIA
- man

PISTOLA LAGIUIIALE. (fig. 6, e 7 ), lunga dai 20 ai 25 millemetri,


conica, più larga superiormente di quello che
Operazione deUafis'tola lagrimale inferiormente, circondata nelle sue estremità,
(Tavola IV, fig. 4, 5, 6, 7, secondo Velpeau). più voluminosa d’un risalto circolare medio
cremente grosso, leggermente curvata nella sua
Allorché per qualunque guisa il can al nasale lunghezza, acciocchè adattarsi possa alla forma
è ostrutto, le lagrime sono trattenute nel sacco del canal nasale, e tagliata in isbieco a mo’ di
del medesimo nome, e danno origine ad un penna da scrivere nella sua estremità la più ri
tumore detto rimale, il quale si vuota per i stretta, di maniera che la sua apertura venga a
punti lagrimali tutte le volte che vien com corrispondere alla concavità della curva; 2.° di
presso. In capo ad un certo tempo la pelle del uno stiletto diferro (fig. 5), formato di un tron
tumore s’infiamma e si esulcera, e le lagrime co rotondo, bastantemente grosso perché vi
bagnono incessantemente le gota. Questa è la possa entrare la cannuccia, ed esservi sostenuta,
malattia che si chiama fistola lagrimale. in modo però da liberarsene ad ogni più pic
Diversi mezzi furono posti in pratica onde colo sforzo. La punta di questo stiletto deve es
schiudere il canal nasale; non è del nostro as sere adattata talmente alla cannuccia, che il suo
sunto il farne qui 1’ enumerazione. Quando tutti becco non isporga ineguale. L’altra sua estre
saranno riusciti inefficaci, non rimane che un mità fornita d’una sporgente rilevatezza vale a
mezzo, la operazione. Per eseguirla molti me sostenere la cannuccia, ed a premere sopra di
todi si sono adoperati. Il solo che sia d’un uso essa. Curvata in seguito ad angolo retto termina
generale, e che quijnoi indicheremo, si è quello in un manico di forma piatta, disposto in modo,
di Foubert, che dimenticato per lungo tempo, che tenendolo fra le dita, e, tanto la punta che
venne richiamato all’ attenzione dei pratici da la canula che vi è sostenuta, rivolta in basso, la
Dupuytren, perfezionandolo però in alcuna del concavità di questa corrisponda verso l’opera
le sue parti. tore.
Eccone la descrizione dataci da Begin, e M. Dupuytren apre il sacco lagrimale con
Sanson. Il prof. Dupuytren servesi dei seguenti un sol colpo di bistorino, la punta del quale e
istromenti: 1 .° d’una cannuccia d’argento o d’oro portata posteriormente alla prominenza ossea da
36 LA ' MEDICINA PITTORESCA
cui in alto comincia il canal nasale. Penetrato steneva. In questa operazione non sono molti i
colla punta dell’ istromento in questo condotto, dolori che prova l’ammalato; poche goccie di
ne solleva poscia leggermente la lama, e fa scor sangue si fanno strada per la narice corrispon
gere sovra essa l’ apice dello stiletto montato dente; e quando gli si faccia tenere ben chiuso
dalla sua cannuccia. Vien in seguito ritirato il il naso e la bocca ed eseguire una forte espi
bistorino, e lo stiletto spinto più addentro, me razione, dell’aria mista a sangue spruzza dalla
diante una mediocre pressione nel canal nasale, ferita. Questo segnale dinota che ’istromento
che dev’essere interamente occupato dalla can è convenientemente collocato, e che vi ha libe
nuccia, di modo che il suo risalto nascosto nel ra comunicazione fra il sacco lagrimale e le
sacco lagrimale, non opponga alcun ostacolo fosse nasali: una faldella di taffettà gommoso è
alla cicatrizzazione della ferita esterna. Anche lo sulliciente per coprire la ferita, la quale non di
stiletto vien tratto fuori alla sua volta; restando rado si chiude nello spazio di ventiquattro ore.
solamente nel canal nasale l’istromento che so

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PATOLOGIA
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VARICI quente col produrre delle ulóerazioni cutanee


ribelli a qualsiasi cura. Un’ altro accidente, che
Caso di varici voluminose alla gamba sinistra non è degli infrequenti, si è quello detta rottu
in un uomo di 33 anni. (Tavola IV, fig. 8). ra delle varici, e di consecutive emorragie più
o meno gravi, e di ulceri dette appunto vari
Quando per causa qualun ue, ad esempio cose; assai rari bensì per ventura ma si hanno
una compressione, un locale a evolimento delle degli esempi essere state mortali tali emoragie.
pareti venose, cc. si rallenti il corso del sangue In alcune circostanze questi tumori varicosi
nelle vene superficiali del corpo, questi vasi non passano anche a gangrena.
hanno più forza di usare una sufficiente reazio L’esempio che arrechiamo (Tavola IV, fig. 8)
ne sui fluidi contenuti, si dilatano, e formano è tolto dalla grande e magnifica opera del prof.
dei tumori a’ quali si è imposto il nome di va. Alibert. La gamba malata, la sola parte che noi
rici. Generalmente si osservano alle gambe ed abbiamo creduto di riprodurre, apparteneva
alle cosce, a cagione della posizione declive dei ad un muratore dell’età di 33 anni, di tempe
membri inferiori, e del moto del sangue nelle ramento sanguigno, di vigorosa costituzione di
lor vene, che si eseguisce dal basso in alto in corpo, e che aveva sempre condotto una Vita
opposizione cioè al proprio peso. I tumori va fra le fatiche e gli stenti. Non avea fatto uso
ricosi sono più o meno voluminosi, molli, che di legacci che all’età di 13 anni, e da questa
diminuiscono o spariscono anche interamente epoca in poi non avea giammai portato calze.
comprimendoli colla mano, e compaiono tosto Alla sua pubertà le vene della parte posteriore
che la compressione è levata; hanno un color della gamba sinistra eransi senza una causa
cilestro, o nero livido, vengono meno in volu plausibile sensibilmente gonfiate. Nissun trai.
me colla posizione orizzontale, ed aumentano tamento si oppose a tal male, e perciò fece dei
al contrario colla verticale; lo star in piedi, ed rapidissimi progressi. I vasi che a poco a poco
in ispeeialità il camminare producono degli in aveano acquistato il diametro del dito.mignolo,
comodi, dell’indolentramento nei membri an e di cui le circonvoluzioni erano svar1atissxme,
Zichè del dolore. . aumentarono ancor di più, e diedero nello tra-
In generale, le varici non distolgono quelli gitto formazioni a moltissimi nodi, 0 gonfiamen
che ne sono affetti dall’ attendere alle loro abi ti di grossezze diverse. Il tempo, e le penosa fa
tuali occupazioni; ma’ col tempo o per la tra tiche di questo uomo non fecero che aumentare
scuranza d’ogni precauzione diventano volumi tali dilatazioni di già si enormi, al punto che Il
nosissime e dolorose, e terminano assai di fre polpaccio della gamba sinistra era del doppio
ANATOMIA 37
più voluminoso di quello della destra. All’o’ cio assai fino, ed adattarsi esattamente alla for
rigine‘ del tendine di Achille, e sulla faccia po ma del membro per tutta la sua estensione. Se
steriore del muscolo plantare, le vene l'orma le varici si estendessero anche alla coscia, Si
vano una prominenza di quattro a cinque pol deve aggiugneré allo stivaletto un mezzo cal
lici di lunghezza; immediatamente al dissotto zare conformato sui medesimi principii. Tali
este vene erano molto meno dilatate, e quel mezzi di compressione non sono che semplici
le del piede non partecipavano punto di una palliativi, ma sono gli unici che si possono ado
tale condizion patologica. Questa infermità non perare, dappoiché è impossibile di ritornare
impediva che il malato non camminasse; anzi alla loro primitiva elasticità le pareti di una
egli avea fatto molti viaggi a piedi senza risen vena dilatata (I).
tire il benché minimo incomodo.
Trattamento. La insufficienza del salasso,
del regime e degli interni medicamenti, tanto (x) Il dott. Davau (Arch. Ge'n. TOI'IJI. Il, sez. 2) propose
per guarire radicalmente, che per frenare i ultimamente come mezzo curativo delle varici l‘obliterauone
delle vene. Questo nuovo metodo consiste in procurare la obli
progressi delle varici son fatti abbastanza oggi terazione delle vene, impiegando la cucitura nel modo seguente:
dì dalla pratica sanzionati, perché sia bisogno Si prenda un ago da cucire, si sollevi col pollice ed indice della
sinistra mano la vena che vuolsi oblilerata, e colla mano deatra
di qui ripeterli. Altrettanto si può dire della si conficchi l‘ago perpendicolarmente da avanti indietro, da in
maggior parte delle locali applicazioni. teressar la cute, e la cellulosa sottoposta, la parele anteriore
ed indi la pasleriare del vaso: in seguito si volga l’ago in mo
La prima cura da prestarsi alle varici, con do da perforarlo la seconda volta da dentro in fuori, vale a
siste nell’ allontanare la causa, allorché sia des dire prima la parete posteriore di poi l’ anteriore, seguendo un
cammino opposto al precedente: si fissi quindi l’ago in nesta
sa accessibile ai nostri mezzi, come sarebbero posizione mediante un filo che si attortiglia a B. L’A ietr0
ilegacci troppo stretti, le marcio sforzato, ec. molti sperimenti praticati sui cani ha visto che con questo ro
cesso si ottiene, previa infiammazione, un trassudamento di 'nfi
In seguito si cerca di opporsi ai progressi del coagulabile, e quindi 1’ adesione delle interne pareti del vauo,
male, coll’ esercitare su tutto il membro, che che spesso dopo 38 ore videsi incominciata, ed in qualche caso
effettuata.
n’è affetto, una uniforme compressione, sia col Gli inconvenienti che arrecano le legature a nudo, delle
mezzo di uno stivaletto, sia e’0n un pezzo di vene, la compressione, l’estirpazione e l’incisione; l’inutiliti
del trattamento palliativo delle varici, e la semplicità, il poco
tela o flanella, che si applica tutte le mattine. dolore, il verun pericolo che presenta il suesposto metodo, sono
Lo stivaletto è sempre preferibile. Esso deve circostanze tali da indurre i chirurghi a tentare detto processo
operativo, da cui l’ egra umanità, e la economia degli stabilimenti
esser fatto di pelle di camoscio, o di un tralic ne avrebbero grande vantaggio. (Nota del 'l'rad.)

--#iO<H#

ANAT OMIA

-fli*fl+

ARTERIE teria stilo-mastoidea. - 13 Arteria auricolare


posteriore. -- x4 Arteria facciale trasversa. -
Arterie carotidi, rucolavie, ascellari, e rami 15 Arteria mascellare interna. - 16 Tronco
provenienti dalle medesune. dell’arteria succlavia. - 17 Arteria mammaria,
o toracica interna. -- 18 Arteria tiroidea infe
( Tavola IV, fig. 1, secondo Trennuur.) riore. -- 19 Arteria laringea inferiore, o ascen
Spiegazione dellafigura. dente. - 20 Arteria scapulare superiore o tra
sversa. - 21 Tronco comune alle arterie cer
1. Arteria carotide comune, o primitiva. - vicali superficiali, e ascendenti. - 9.2. Arteria
2 Carotide interna, o cerebrale. - 3 Carotide cervicale superficiale. -.- 23 Arteria cervicale
esterna 0 facciale. -- 4 Arteria tiroidea su eascendente. - 24 Arteria trasversale del col
riore. - 5 Arteria laringea superiore. -- 6 r lo. - 25 Arteria ascellare. -- 26 Arteria tora
teria facciale, o mascellare esterna. - Arte cica superiore - 27. Arteria acromiale. - 28
ria palatina inferiore. - 8 Arteria tonsillare. -Arteria toracica lunga. - 29 Arteria ascellare
g Arteria sottomentale. - lo Arteria labiale discendente fra i muscoli piccoli pettorali, e
superficiale. - I 1 Arteria occipitale. -- 12 Ar sotto scapulari. -- 30 Arteria circonflessa della
Med. Pia. T. I. 6
38 LA MEDICINA PITTORESCA
spalla. -- 31 Arteria circonflessa anteriore del Relazioni. I.° Esternamente, nel suo prin
l’omero. -- 39. Arteria circonflessa posteriore cipio e inferiormente col muscolo cutaneo e
dell’omero. .- 33 Arteria omerale, o bracclnale. colla cute , indi col nervo ipoglosso, i muscoli
digastrici o stilo-joidei; finalmente colla glan
dola parotide; 2.° internamente, e dal basso
all’ alto, coll’ arteria carotide interna, i muscoli
nanvr. nescruzronr. DELLE PRINCIPALI mrann; stilo-faringei e stilo-glossi, e l’apofisi stiloide
mrrnnsianrnn IN QUESTA FIGURA (I). dell’ osso temporale.
Rami/icazioni. La carotide esterna sommi
Dall’arco dell’aorta prendono origine tre nistra sei rami, cioè: I.° anteriormente le ar
grossi tronchi principali, che sono i seguenti, terie tiroidee superiori (4) facciali (6) e lingua
cioè :' a destra l’arteria brachio-cefalica; a si li; 2.° posteriormente le arterie occipitali (I I)
nistra l’arteria carotide primitiva, e l’ arteria ed auricolari (I3), 3.° internamente l’arteria
succlavia. L’ arteria bracchio-cefalica, o inomi- _ faringea inferiore.
nata si dirige obbliquamente in alto, e a dritta Fine. La carotide esterna finisce dividen
a lato dell’ aspera arteria, o dopo il tragitto di dosi in due rami che sono le arterie temporale
circa un pollice dividesi in due grossi rami, e mascellare interna (I 5).
vale a dire nelle due arterie carotide primitiva,
e succlavia destra. Arterie succlavie (16).
Arterie carotidi primitive (I, fig. I ).
Situazione. Alle parti superi0re del petto,
Situazione. Sulle parti anteriore e laterale inferiore e laterale del collo.
del collo. Estensione. Dall’ arco dell’ aorta fino alla
Estensione. Dall"arco dell’ aorta fino alla faccia superiore della prima costa, nell’inter
parte superiore della laringe. vallo dei muscoli scaleni.
Divisione. Non forniscono alcuna ramifica Volume. La succlavia destra è più grossa,
zione nel loro tragitto, finché giunte all’ altezza e più corta della sinistra.
del margine superiore della cartilagine tiroidea I.° Relazioni della succlavia destra. Ante
si dividono nelle arterie carotidi interna ed riormente, e dal di dentro al di fuori colla cla
esterna. vicola imuscoli sterno-joidei, e sterno-tiroidei,
Relazioni. I.° Anteriormente coi muscoli la vena succlavia corrispondente, i nervi pneu
sterno-mastoidei, sterno-ioidei ed emoplato mo-gastrico e frenico destro; posteriormente
ioidei; 2.° posteriormente colla colonna verte colla colonna vertebrale e il muscolo lungo del
brale, le arterie tiroidee inferiori, i muscoli collo: esternamente, alquanto colla sommità
lunghi del collo, e retti anteriori del capo; del polmone; internamente coll’ arteria caro
3.° internamente coll’aspera arteria, il corpo tide primitiva destra.
tiroideo, la laringe e faringe 5 4.° esternamente 9..° Relazioni della succlavia sinistra. Ante
colle vene giugulari interne, inervi pneumo riormente col polmone, la vena succlavia, il
gastrici, e il nervo grande simpatico. pneumo-gastrico, la prima costa, la clavicola e
lo sterno-tiroideo: posteriormente colla colon
Arleria'carotide esterna (3). na vertebrale e il muscolo lungo del collo:
esternamente, colla pleura: internamente, col
Situazione. Sulle parti superiori e laterali 1’ arteria carotide primitiva.
del collo. L’ arteria succlavia da sette rami, cioè: l’ar
Estensione. Dalla parte superiore della lateria vertebrale , 1’ arteria tiroidea inferiore,
ringe fino al collo del condilo della mascella l’arteria mammaria interna, l,’ arteria interco
inferiore. stale superiore, l’arteria cervicale trasversa,
l’arteria scapulare superiore, l’arteria cervi
(I) Non essendo quest’opera un trattato di anatomia. ma cale posteriore.
piuttosto un‘ iconologia generale delle scienze mediche, non of
nrà essa sempre la descrizione delle parti indicate nelle figure.
In questo caso basterà la spiegazione a far conoscere esattamente
_gli oggetti fatti rappresentare. Non potendo però descrivere tutti
I vasi indicati nelle due prime figure della Tavola l], abbiamo
dovuto limitarci alla descrizione dei principali. ’
ANATOMIA 39
retto. -- 12, 12 Aorta addominale, che passa
_ Arteria ascellare (2 3). fra le gambe del diaframma. -- 13 Tronco co
mune alle arterie diaframmatiche inferiori. _
Quest’arteria è una continuazione della suc 14, 14 Arterie sopra-renali sinistre. -- 15 Ar
clavia. teria diaframmatica inferiore destra. -- 16 Ar
Situazione. Alla parte laterale e superiore terie sopra-renali destre. - 17, 17 Rami ante
del petto, e nel cavo dell’ ascella. riori, esterni e posteriori dell’arteria diaframma
Estensione. Dalla prima costa, nell’ inter tica inferiore destra. - 18 Tronco dell’arteria
vallo dei due muscoli scaleni, fino al margine mesenterica superiore. - 19 Arterie sopra-re
inferiore del tendine del muscolo gran dorsale. nali medie. - 20 Arterie renali. -- 21 Arterie
Relazioni. 1.° Anteriormente, in prima col spermatiche destre. - 22 Arterie spermatiche
muscolo cutaneo, indi colla clavicola e il mu sinistre penetranti nel canale inguinale unite
scolo succlavio: più inferiormente coi muscoli ai condotti deferenti. -- 23 Arteria mesenteri
grande e piccolo pettorale: finalmente col ten ca inferiore. - 24, 25 Arterie lombari. -- 26
dine del gran pettorale, e i muscoli coraco Arteria sacra media. -- 27 Divisione dell’aorta
bracchiale e bicipite; più colla vena ascellare addominale in arterie iliacbe. -- 28, 28 Arte
per ,tutta la sua estensione. 2.° Posterior rie iliacbe primitive. - 29, 29 Arterie ipoga
mente e dal di dentro al di fuori, col plesso striche. -- 30 Arterie iliache esterne. - 31 Ar
_bracchiale, l’intervallo che separa i muscoli terie iliache posteriori, o naticali. -; 32, 32
gran dentato e sotto-scapolare, e i muscoli ro Arterie otturatorie. - 33 Arteria circonflessa
tondo maggiore e gran’ dorsale. 3.° Inferiormen iliaca destra. -- 34 Arteria epigastrica inferio
te, e nel senso suddetto, colla faccia superiore re sinistra. -- 35 Arteria circonflessa iliaca si«
della clavicola, il primo muscolo intercostale nistra.
esterno, la seconda costa, la digitazione su
periore del gran dentate. 4.° Superiormente,
e dal di dentro al di fuori, colla pelle, il mu BREVE DESCRIZIONE DELLE PRINCIPALI ARTERIB
scolo cutaneo, la clavicola, il muscolo succlavio, INDICATE IN QUESTA FIGURA.
la capsula dell’ articolazione scapolo-omerale, il
muscolo sottosèapulare, e il tendine dei mu Arteria dia/rammatica inferiore destra (15).
scoli gran dorsale, e rotondo maggiore.
Ram_zficazioni. L’ arteria ascellare fornisce Nata quest’ arteria dall’ aorta, dirigesi tosto
sei rami principali, cioè: le arterie acromiale, in alto, e alquanto all’ esterno lungo il margine
toracica superiore, toracica inferiore, scapula libero della gamba destra del diaframma, cui
re inferiore, circonflessa posteriore e circon fornisce molti rami, somministrandone del pari
flessa anteriore. alla capsula sopra-renale, al pancreas, ed al fe
gato: essa dividesi dopo ciò in due rami.
1.° Ramo anteriore. Esso s’ innalza dall’in
AOR'I‘A ADDOMINALE (i)
dietro all’ innanzi, attraversa l’aderenza del fe
gato col diaframma; indi s’ incurva dall’ inden
Aorta addominale colle principali arterie
tro all’infuori, e si anastomizza col ramo ester
che ne derivano.
no. In questo suo tragitto esso somministra
(Tavola V, fig. 2, secondo Trannnuu.) molti ramoscelli che si distribuiscono alla su
perficie inferiore del diaframma, e si anastomiz
Spiegazione della tavola. zano colle altre arterie di quest’ organo: alcuni
si portano alla faccia superiore del fegato, altri
I, 1 Gambe del diaframma. -- 2, 2 Centro alla parte inferiore del pericardio. 2.° Ramo
ironico. - 3, 3 Muscoli grandi psoas. - 4, 4 esterno. Diretto trasversalmente al di fuori, si
Muscoli piccoli psoas. - 5, 5 Muscoli quadrati ramifica sulla parte destra del diaframma, vici
dei lombi. - 6, 6 Reni. - 7, 7 Ghiandole so no alle sue inserzioni colle coste. Esso fornisce
pra-renali. - 8, 8 Pelvi dei reni. -- 9, g Ure pure due o tre rami alla capsula sopra-renale.
teri. - 10 Vescica urinaria. - n Intestino
(i) Descriveremo l‘ arteria aorta in un altro libro, nel quale
cala verrà n presentata con tutti i suoi rami dalla sua angina,
fino al suo ne.
LA MEDICINA PI'I'I‘ORESCA
mità del coccige anastomizzandosi con due ar
Arterie renali, od emulgenti (20, 20). cate alle arterie sacre laterali. Durante questo
tragitto esse forniscono gran numero di arterie
Voluminose ed assai corte, in numero di laterali: le prime rimpiazzano soventi una delle
due, nascono inferiormente alle arterie capsu lombali inferiori, e si anastomizzano colle arte
lari medie, ed alla mesenterica superiore. Si rie ilio-lombari; le seguenti si dirigono tra
dirigono trasversalmente sui lati del corpo sversalmente al di fuori sulla faccia anteriore del
delle vertebre, coperte dalla vena renale, o dal sacro, e giunte vicino al foro sacro anterio
peritoneo, e giungono tosto alla scissura re re comunicano coi rami delle arterie sacre
nale, in cui si dividono in due, tre, quattro laterali.
rami. Dopo di avere fornito alcuni esili ramo
scelh', che si perdono nell’ adipe circondante il Arterie iliache primitive (28, 28).
rene, i rami dell’arteria renale penetrano nel
viscere fra la pelvi (8) e la vena renale, e vi si Risultano formate dalla biforcazione del
suddividono in un gran numero di rami; que 1’ aorta, che avviene al livello del corpo della
sti suddividendosi del pari in ramoscelli mino quarta vertebra lombare, o sulla libro-cartilagi
ri, formano colle loro anastomosi attorno ad ne intermedia alla quarta od alla quinta. Di
ogni fascio di tubi un arco, la cui concavità scendendo esse si allontanano l’una dall’altra
somministra un infinito numero di ramificazio fino alle articolazioni sacro-iliache, dove ciascu
ni alla sostanza corticale. na si divide in arteria iliaca interna, od ipoga
strica, e in arteria iliaca esterna. L’arteria iliaca
/ Arterie spermaticlxe (21, 21). primitiva passa diritta avanti il fine della vena
dello stesso nome, e ricopre in gran parte la
Assai lunghe e sottili, estremamente fles vena cava inferiore. La sinistra ha relazione si
suose, in numero di due, esse nascono dalle anteriormente che posteriormente colla vena
parti anteriori e laterali dell’aorta, e talvolta iliaca primitiva dello stesso lato. Esse non dan
dalle renali, discendono un po’ obbliquamentc no alcun ramo nel loro tragitto.
atll’ esterno sui lati della colonna vertebrale an
teriormente ai muscoli psoas (3, 3) ed agli ure Arteria iliaca esterna (30, 30).
teri (g, g), e si accompagnano colle vene sper
matiche. Più lungi dall’origine loro prendono Fermata dalla biforcazione dell’arteria ilia
diversa disposizione nei due sessi. Nell’ uomo ca primitiva, si estende dalla simfisi sacro-iliaca
l’arteria spermatica esce dall’ anello inguinale fino all’arteria crurale, dove essa continua sotto
col canal deferente (22), e si porta al testicolo, il nome di arteria crurale, ofemorale. Essa
somministrando qualche ramo al cordone sper discende obbliquamentc al di fuori lungo la
matico: o finisce dividendosi in due fascetti di parte interna e anteriore del muscolo psoas ap
rami. Gli uni si distribuiscono all’epididimo, plicata posteriormente, e all’interno della vena
gli altri penetrano nel testicolo pel suo mar iliaca esterna. Essa prima di attraversare l’arco
gine superiore, e danno gran numero di vasi crurale dà due rami, cioè: l’arteria epigastrica,
all’ albuginea, terminando col perdersi nel setto e la circonflessa iliaca.
fibroso collocato fra i fasci dei condotti semi
niferi. Nella donna l’arteria spermatica si porta Arteria epigastrica (3 4).
all’ovario, la maggior parte delle sue ramifica
zioni si‘ distribuisce al tessuto di quest’organo; Nata dalla parte inferiore e interna dell’ i
il resto si porta alla tromba faloppiana, al lega liaca esterna al livello della estremità superiore
mento r0tondo, ed ai lati dell’ utero. dell’ anello inguinale, un po’ più alto dell’ arco
crurale, si porta tosto all’interno, e alquanto
Arteria sacra media, od anteriore (26). anteriormente dietro il cordone dei vasi sper
matici, di cui essa incroccia la direzione. Passa
Essa nasce dalla parte posteriore dell’aorta, in seguito al suo lato interno, e sale verso il
appena al dissotto della sua biforcazione. Di margine esterno del muscolo retto. A due pol
scende verticalmente sull’ articolazione sacro lici sopra il pube passa alla faccia posteriore di
vertebrale, e sulla parte media della faccia an quest’ultimo muscolo, e va a terminare all’om
teriore del sacro, per terminare verso la som bilico. Vicino alla sua origine essa fornisce alcuni
PATOLOGIA 4I
ramoscelli al peritoneo, ed al cordone sperma al legamento rotondo, ed alla parte superiore
tico. L’uno di questi sorte dall’aner ingui della vulva. Gli altri rami di quest’arteria si
nale, e si distribuisce nell’uomo, al cremastere, distribuiscono internamente al muscolo retto,
alla tunica vaginale, e allo scroto; nella donna esternamente agli altri muscoli addominali.

PATOLOGIA
-«mow-

LUPIE za è quella del pugno. Essa occupa ora la parte


anteriore della rotula, ora i lati del tronco, le
Si dà generalmente il nome di lupia ad un spalle, ed assai frequentemente 1’ interno della
tumore che offre per l’ ordinario una forma ro bocca. All’Alibert occorse di vederne sulla par
tonda, od ovale, e si manifesta quasi sempre te capelluta, e l’osservazione seguente riferibile
alla superficie del corpo. Esso tumore è SOVCII? al soggetto rappresentato dalla figura 3 ne dà
te provvisto d’una cisti particolare, ed ha per un rimarcabile esempio.
carattere principale quello di essere indolente ‘ « Pietro Huot dell’età di 62 anni, la cui
alla pressione, e di contenere una materia più » pelle era sana e soda, e il quale benché a tale
o meno diversamente degenerata. Così vi han n età, pure conservava un assai florido aspetto,
no delle lupie molli e fluttuanti, mentre altre aveva fin dall’ infanzia tollerate violenti cefa
3 3 3 3 3 3 3 38

sono dure, resistenti, e d’una consistenza tan lalgie. Ma ben tosto si vide preso da un nuo
to solida, quanto quella delle ossa. Esse attac va malore : giacché si manifestarono molte
cano talvolta gli animali domestici, particolar lupie alla superficie del cranio. Le più ri
mente i cani, i buoi e i cavalli, finalmente una marchevoli erano situate, l’una sulla regione
tal fatta di tumori mostra una relazione evi palpebrale, superiore all’ occhio destro; l’al
dente colle escrescenze che si sviluppano sulla tra sul temporale destro alquanto al disopra
corteccia di certi alberi. Il prof. Alibert ascrive dell’orecchio. La prima era bernoccoluta e di
le lupie alla famiglia delle Etkmoplocosi, perciò considerabile volume, la seconda meno vo
che esse crescono a spese del tessuto cellula luminosa e liscia, la pelle che la ricopriva era
re, base primitiva della loro mm osizione. Di iniettata di sangue, e mostrava delle vene as
remo qui soltanto della lupia me ceride la qua sai dilatate; col tatto si rilevava un intenso ca
le, dietro la divisione ammessa dagli autori, ap_ lore, ed un liquido fluttuante. Ambidue questi
partiene alla prima specie. tumori cistici erano coperti da molte scaglie
furfuracee; e dalla periferia loro, specialmente
Lu ia meliceride ( lupia melicepis ), Tavola V, dalla seconda, si aveva un copioso e continuo
gura 3 dietro la Nosologia naturale del prof. trasudamento. Erano inoltre tali lupie soste
Àmnanr. nute da un ristretto peduncolo, attorno il
ale il malato provava forte e molesto pru
La meliceride, di cui la figura 3 rappresem rito ; talvolta sorgevano nel loro centro dolo
ta un caso assai curioso, ci si offre ordinaria ri vivi e lancinanti. Esisteva alla regione oc
mente sotto la forma di un tumore circoscritto cipitale una terza lupia di picciola mole, as
rotondo, molle, indolente, che prende la forma sai dura, e che nulla offriva di notabile, ol
impressale delle dita, e che rinchiude nell’in tre la quale se ne osservavano alla stessa
terno una materia simile al miele, ragion per regione altre quattro, di cui tre situate ad
cui fu distinta con tal nome. La cisti conte eguale distanza fra loro. La più inferiore of
nente tale materia, che si addensa, e prende friva il volume di una noce coperta da una
una consistenza caseosa allorché si espone al pelle assottigliata, che talvolta rompendosi
fuoco, ha comunemente una tessitura dilicata e asciava scolare una materia rossiccia e flui
sottile. Questa lupia non acquista giammai volu da come il miele ; godeva di assai squisita
me considerabile dacchè la sua media grandez sensibilità, benché non portasse dolori. Le,
42 LA MEDICINA PITTORESCA
"due seguenti erano di volume quasi simile primieramente sottratte alle ricerche dei medi
” a questa, e differivano solo probabilmente ci, i quali trascurarono gli unici mezzi di ben
» per la natura della materia contenuta: impe confermarle. Eccettuato un qualche caso di
” rocchè erano molli, e lasciandosi comprimere idrorachite e di ferite, troviamo appena negli
» facilmente conservavano tutte le forme che autori un qualche cenno sulle alterazioni del
a loro venivano impresse. Un’ ultima situata prolungamento spinale e de’ suoi inviluppi. E
9 sul parietale destro, direttamente sopra 1’ o se ad onta di questo pensiamo alla grande in
recchio offriva ciò di particolare, che sembra fluenza che esercitar deve sulla universale eco
3 3 3 3 3 i8 va contenere un corpo rotondo e mobile nomia un organo tanto essenziale alla vita, egli
i cui movimenti impressi erano accompagna è impossibile non esser convinti che le sue
ti da certa molestia. Il restante della super malattie devono pure essere molteplici. Una
ficie del capo, benché sano, mostravasi in delle più rare fra queste è certamente l’ apo
ogni dove evidentemente disposto a produr plessia dello spinale midollo risguardata dal
re simili lupie, giacché osservavasi qua e là prof. Cruveilhier come una emorragia sponta
un gran numero di bernocoli, od elevatez nea e simile a quella che avviene nell’ apoples
ze, le quali già assumevano il Carattere degli sia del cervello; da cui solo differisce, secondo
altri tumori principali, e si univano succes quest’ abile anatomico, per non essere instan
sivamente tra loro, locchè dava un aspetto tanea; sotto il quale aspetto offre una maggio
singolare e bizzarro alla fisonomia del mala re aflinità col rammollimento cerebrale.
» to n. (ALIBEBT, Op. cit.) L’apoplessia dello spinale midollo si annun
Allorché Pietro Huot, la cui testa era a que cia per lo più con un dolore vivo alla parte cui
st’ epoca coperta di tumori fluttuanti, si pre corisponde la sede dello spandimento. Tal dolo
. sentò per la prima volta all’Alibert, questi aprì re che l’ammalato paragona a quello di un reu
i tumori con una lancetta, sicché tosto furono matismo si estende agli arti sotto forma di un
vuoti versando un fluido denso giallastro, o formicolio doloroso, e viene tosto conseguito
piuttosto rosso giallo simile al miele. Ciò poi da paralisi completa del senso e del moto; ma
che vi ebbe a notarsi fu, che il giorno dopo, e siccome tali fenomeni occorrono pure nella
gli altri giorni consecutivi, tali borse organiche compressione del cervello 5 così è sempre diffi
furono di nuovo piene di un umore analogo al cile il distinguerli da quelli che si manifestano
già da prima estratto. Dopo molte successive in tali casi , come è pur facile confondere l’ìa
punture esse si disseccarono, nè il malato soffri Poplessia del midollo spinale colla aracmte
perciò alcun incomodo:il medico poi altro non spinale. _ .
fece che seguire la natura, la quale ben spesso Dietro l’analog1a esistente fra 1’ apoplessm
vuota spontaneamente i cisti del meliceride. cerebrale e la spinale, sembra che i mezzi più
atti a combattere tal malattia si abbiano nei
salassi generali e locali, nei derivativi cutanei
APOPLESSIA e intestinali : e il Cruveilhier ammette la pos
sibilità della guarigione di una tal malattia ap
Apoplessia del midollo spinale. poggiandosi alle cicatrizzazionicellulose riscon
trate nella spessezza di quest’ organo , alla
(Tav, V, fig. 4, secondo il prof. Cauvzn-nnan.)
scomparsa della sostanza grigia sostituita da
Se le malattie del midollo spinale sono an un tessuto cellulare a larghe maglie, di cui tro
cora poco note, se molte fra esse sono ancora vansi molti esempi nella memoria del sig. Hutin,
quasi del tutto sconosciute, e se quelle che pur inserita nel tomo I della nuova biblioteca me
furono dalle osservazioni stabilite, non furono dica pag. 170, anno 1828.
ciò non ostante con sufficiente chiarezza de L’ osservazione seguente occorsa nella casa
scritte, devesi di tutto ciò attribuir la cagione reale di sanità al prof. Dumeril è riferibile ad
alla niuna diligenza usata, allorché si esamina un caso assai curioso di apoplessia dello spinal
tal parte nelle autopsie in apparenza instituite midollo. Noi l’abbiamo tolto dalla bella opera
col maggior studio possibile; e ciò tanto per del Cruveilhier, e se la ristrettèzza c’ impedi
la persuasione in cui si può essere della inuti sce di trascriverlo minutamente, indicheremo
lità di siffatto esame, quanto per la difficoltà almeno testualmente le diverse lesioni che of
di rettamente instituirlo. Non è quindi mera fri 1’ apertura del cadavere.
viglia se le malattie del midollo spinale siansi M.’ ’ " che forma il soggetto di questa
PATOLOGIA 43
osservazione, si accorse nel giorno 10 decembre Necroscopia eseguita ventiquattro ore do
189.8, mentre tornava dal proprio paese, e sen po la morte.
za evidente cagione, del primo apparire della Aperto il canale rachidiano in tutta la sua
malattia, cui dovette soccombere. L’invasione lunghezza, si trovarono le membrane dell’ asse
si manifestò con vivo dolore alla nuca corri cerebro-rachidiano in uno stato di perfetta in
spondente alla terza e quarta vertebra cervica tegrità. Grande quantità di siero trovossi raccol
le, con perdita di movimento in questa parte: ta fra l’aracnoide e la pia madre spinale, con
nello spazio di tre o quattro giorni il dolore si centrata principalmente al livello del bulbo ra
diffuse alle estremità superiori ed inferiori, le chidiano e della regione cervicale; appariva at
quali furono successivamente colpite da para traverso la trasparenza di tale sierosità, in cor<
lisi. Il capo era inclinato verso la spalla destra, rispondenza all’origine del quarto, quinto, e
e non poteva essere raddrizzato senza dolore. sesto paio cervicale sinistri un tumore violaceo
La paralisi si estese a tutto il tronco, alla ve del volume, e della forma d’una grossa man
scica orinaria, al retto; l’addome era teso e dorla. lfascetti posteriori della metà sinistra
meteorizzato ; l’urina non poteva essere espul della midolla erano a questo punto penetrati
sa senza l’ aiuto del catetere: il malato si la da sangue, leggermente sollevati, disgiunti, ma
gnava di legger cefalalgia. Tale era lo stato di non lacerati. Questo focolare sanguigno pro
M."‘ il 21 decembre 1828, undici giorni dopo lungavasi all’ esterno fra le radici anteriori e le
l’ invasione della malattia. posteriori delle paia cervicali indicate; sollevan
Il primo gennaio isintomi offrirono degli dole, scostandole, e dando loro una tinta viola
altri caratteri che si conservarono senza alcuno cea, senza però avere alterata la loro continuità.
cangiamemto fino alla morte. I movimenti del Il restante della faccia posteriore della mi
la testa, benché poco estesi, erano però resi più dolla non presentava alcun che di particolare,
facili che al principio della malattta. La faccia eccettuato inferiormente ove la parte inferiore
era in calma, il passo regolare, non vi aveva della coda equina mostravasi circondata da una
più cefalea, e in generale tutte le funzioni in callosità bruna-giallastra.
terne si esercitavano normalmente. L’ammalato Osservato anteriormente il focolaio apople
accusava dei dolori assai forti al braccio destro, tico presentava una protuberanza assai più con
particolarmente all’articolazione della spalla; siderevole di quello era posteriormente, giac
tutto il restante del corpo, e la stessa estremi chè in questo ultimo senso esso non superava
tà superiore sinistra era colpita da perfetta la linea mediana, la quale mostravasi solamente
perdita si del moto che del senso. Comprimen spinta a destra. Qui invece il sangue mostra
do la colonna spinale, evitavasi forte dolore al vasi quasi a nudo sotto la pia madre; e non
la regione del collo in corrispondenza alla ter solo riscontrossi disgiunzione tra le fibre del
za e quarta vertebra, senza che però si mo fascetto anteriore, ma si rilevò pur anche lace-'
strasse alcuna protuberanza. Il calore era egua razione e mancanza di esse fibre, o i filamenti
le in tutto il corpo: la escrezione delle urine in delle radici anteriori tinti di sangue sembrava
volontaria ; l’appetito, e il sonno per nulla di no ridotti al loro neurilema; od almeno essi
minuiti, la lingua umida e rosea. Ad onta di ciò non offrirono tutti i loro caratteri, se non dopo
il malato si giudicava in istato di sicurezza che superato il focolaio sanguigno. Nell’ interno del
contrastava col danno reale della sua situazio focolaio apopletico, al centro della midolla si
ne; esso viveva, per cosi dire, solo colla te scopri del sangue recentemente efl‘uso; ed aper
sta, e colle funzioni esterne e sorrideva soven ta posteriormente la midolla per tutta la sua
ti, e mostravasi capace soltanto (1’ impressioni lunghezza, apparve che la sostanza grigia della
piacevoli. midolla era sostituita da sangue concreto il
Lo stato di M. '" si mantenne stazionario quale occupava tutta la lunghezza del condotto
fin verso alla metà di gennaio, alla qual epoca rachidiano dal colletto del bulbo d’origine fino
smagrì e s’indebolì sensibilmente; i tratti del al bulbo in cui finisce: in modo tale che l’in
volto si resero affilati, scomparvero l’ apettito tero spinal-midollo trovavasi convertito in un
ed il sonno, e dopo di aver sofferto nella notte canale zeppo di sangue. La quantità poi del san
del 15 un vomito di sangue abbondante e gue efl‘uso era assai maggiore sotto e sopra il
nero, morì il 18 alle 4 ore del mattino senza focolaio apopletico , partendo dal quale di
delirio, senza convulsioni dopo quaranta gior minuiva andando alla estremità inferiore del
ni di malattia. midollo. ‘

_-\
44 LA MEDICINA PITTOBESCA
Tal sangue ofi'riva tutti i caratteri di una assai compatto, formato da un tessuto cellulo
recente elfusione; ma le pareti del canale, in fibroso densissimo di un colore variegato di gial
cui esso conteneasi, offrivano un colore giallo lo ranciato, bruno marrone. Le lamine di tale
diluto, indizio certo di uno spandimento san tessuto erano piene di un sangue concreto ne
guigno. Quanto al focolaio apopletico esso era nsmmo.

OSTETRICIA
-mw

IL FORCEPS della loro unione (b), in cui l’una presenta un


perno mobile (c), e l’ altro una incavatura (d)
Forceps. (Tavola V, fig. 5, 6, 7.) destinata a riceverlo. Il perno, più grosso alla
base che alla estremità, attraversa facilmente
L’istoria del forceps è tanto curiosa e inte l’incavatura suddetta, che é più lunga che lar
ressante quanto quella degli altri stromenti di ga, e con un mezzo giro serve a fissare i due
chirurgia che descriveremo in seguito. Se per rami riuniti l’uno all’altro.
corriamo gli annali dell’ arte, troviamo di essp In ciascuno dei due rami si considera una
un qualche vestigio negli scritti degli Arabi, parte anteriore 0 curva detta cucchiajo, e un’al
come in quelli di Rufi‘, il quale visse alla metà tra posteriore o retta che dicesi manico, 0 co
del secolo decimosesto: ma in tempi si remoti da dello stromento.
esso era una semplice tanaglia armata di denti Il cucchiajo (e), che forma quasi la terza
uncinati che serviva unicamente a schiacciare, parte della lunghezza del forceps, è fenestrato,
od a smembrare la testa del feto. Oggi giorno o forato a giorno, ed offre due curvature: l’u
si stabilisce generalmente l’origine di questo na situata alla faccia interna del cucchiaio, ri
istromento, o almeno il primo saggio che se ne sguarda quella del lato opposto, allorché i due
fece per estrarre il bambino dal seno della ma rami dello stromento sono articolati, come può
dre verso il principio del secolo decimosettimo vedersi nellafigura 5; l’altra trovasi al margine
e la opinione più comune è che Hugnes Cham superiore di ciascun cucchiaio, o fu aggiunta
berlayn, ostetrico inglese, fosse il suo inven al fine che ciascun ramo del forceps si adat
tore, facendone un segreto che svelò solo ai tasse più esattamente all’arco del pube. Nel
suoi nipoti. Chapman ne parlò con elogio nel l’origine, ogni cucchiaio offriva internamente
trattato di ostetricia da lui pubblicato nel 1734; una linea rilevata che si credeva utile; ma in
e Rafiin, facendolo per il primo conoscere in seguito si riconobbero gl’ inconvenienti di ta
Francia, se ne appropriò la scoperta. Benché i le cresta, e quindi si credette necessario di to
primi tentativi fatti col forceps non fossero sus glierla affatto, o al meno di diminuirla.
seguiti da esito felice, pure gli ostetricanti di La coda del forceps finisce con una specie
tutte le nazioni lo risguardarono come uno stro di uncino ottuso (j‘), la di cui curvatura pre
mento assai vantaggioso: alcuni modificarono senta leggermente la forma di una mezza luna,
la sua costruzione, ma Levret e Smellie più rotonda nella sua lunghezza, e terminata da un
di tutti contribuirono al suo perfezionamen bottone olivare. Allorché i due rami dello stru
to. Daremo la descrizione di questo stromento, mento sono incrociati o riuniti, idue uncini
poiché non è nostra intenzione di seguire tutti trovansi rivolti all’infuori, e fissano la mano
i progressi e i cangPamenti subiti dal forceps dell’ operatore.
dal momento della sua invenzione fino al pre Questo è il force s di Levret, o dei Fran
sente. cesi, da cui però diliérisce quello che noi ab
Il forceps, siccome lo indica abbastanza l’e biamo rappresentato nella fig. 6, e che è di
'timologia del vocabolo, è oggi giorno una spe M. Flamant. Tali differenze consistono: I.° in
zie di pinzetta o molla composta di due rami una maggiore lunghezza: 2.° nella soppressione
(a a) perfettamente simili, eccettuata la parte della cresta della faccia interna del cucchiaio:
TERAPEUTICA 45
3.° in un colpo di mola dato alla faccia interna alla negligenza, o alla imperizia- dell’ ostetrican
del cucchiajo: 4.° nella mobilità della piastra te, a meno che non sopravvengano degli acci
scanalata, che può essere tirata in vece di es denti impreveduti, ma per fortuna assai rari.
sere spinta: 5.° in una larghezza maggiore al Devesi quindi all’opposto riconoscerne l’inno
centro della finestra dei rami. cuità, e risguardare il forceps come un eccellente
Le cagioni per le quali si ricorre‘ordinaria istromento che ha salvato più e più volte il figlio
mente al forceps dipendono dalla madre e dal e la madre.
feto : fra le prime si annovera la debolezza della Non ci è permesso di qui indicare quanto
madre 0' costituzionale, od effetto di qualche risguarda l’applicazione del forceps nelle di
malattia. Anche l’inerzia dell’utero, ed altri verse regioni della pelvi: e la relazione ch’esso
accidenti, come emorragie, convulsioni, ristret deve avere colla testa del feto e col bacino nei
tezza del bacino, sortita del cordone ombili diversi casi pratici: per cui rimandiamo illet
cale, cc. richiedono l’uso di tale stromento. tore alle diverse opere di ostetricia, in cui tro
L’applicazione del forceps è ben lungi dal vasi trattato questo argomento con tutta l’e
produrre gli inconvenienti che molti si compiac stensione, e con quel grado (1’ importanza che
eiono di attribuirgli. Al contrario tali inconve merita.
nienti sono pochi, e quasi sempre attribuibili

--05-!°!99

TERAPEUTICA
;f‘"= _---Me-ss+_

DELLA BELLADONNA appalesasi con dei fenomeni marcatissimi, ma più


o meno intensi a seconda della quantità di que
e del suo uso nel trattamento delle malattie. sta sostanza introdotta nello stomaco. Presa per
inavvertenza, e in dose piuttosto forte, agisce la
(Tavola V, fig. 8 la pianta, 9 la corolla e lo sta belladonna qual violento veleno. Daremo qui
me, 10 il pistillo, II il frutto tagliato oriz la descrizione, dietro la scorta di duecento casi
zontalmente, 12 il seme rozzo, secondo Tun osservati da’ pratici degni di tutta fede, degli
mo ). effetti che dessa ha prodotto in individui, che
mangiarono delle sue bacche, ignorandone l’a
La belladonna è una pianta della famiglia zione deleteria. ,
delle solanee, tanto più utile a conoscersi, in Dilatazione ed immobilità della pupilla, vi
quanto che le sue bacche di un color nero, di sta disordinata, confusa, talvolta cecità, altre
un sapore dolciastro, e di una forma che ha fiate ottiche allucinazioni; congiuntiva injet
molta somiglianza ad una piccola ciliegia, pos tata da un sangue di color azzurro, faccia ros.
sono invitare talvolta a cibarsene: da cui ne sa, occhio prominente, ora istupidito, ora scin
potrebbe derivare un avvelenamento con deli tillante e come furioso; sete molesta, secchez
rio: accidente che procacciò a questa pianta il za ed ardore alle labbra, 'alla lingua, al palato
nome di solanum furiosum, solanum lethale. ed alla gola, dolorosa deglutizione, difficile ed
Molti infatti sono gli esempi di avvelenamenti anche impossibile, nausea conseguitate o me
succeduti in ragazzi per 1’ ingestione delle bac no da vomito: stordimento, ubbriachezza, so
che della belladonna; ma l’osservazione la più vente delirio; d’ ordinario allegro con sorriso
curiosa che possediamo in proposito, è quella sciocco: in_pochissimi casi agitazione ed anche
riferita da Gaulthier de Claubry nel 48.“‘° vo furor passaggero, camminar incerto e vacillan
lume del Giornale di Medicina, che cioè, cento te; talvolta impossibilità di reggersi in piedi,
cinquanta soldati francesi si avvelenarono con frequente flettersi del tronco all’ innanzi; spes
questo frutto. so muoversi delle mani e dei piedi; talvolta
L’ azione diretta della belladonna sulle fun convulsioni, riso sardonico; talora difficoltà di
zioni dell’ organismo nello stato sano o malato, parlare, tal altra afonia, 0 suoni indistinti emessi
Meri. Piu. T. I. ' 7
46 L.l MEDICINA PITTORESCA
stentatamente, senso di debolezza, od anche li diamo sull’argomento le dobbiamo realmente
potimie: assai di frequente febbre seguita da a Munch e a’ suoi due figli.
sudori più o meno abbondanti: talvolta morte: La belladonna fu somministrata a cento ot
ma più ordinariamente ristabilimento in capo tantadue malati, che tutti eran stati morsicati
ad uno o più giorni. Quando sia stata minore da cani rabbiosi. Su questo numero in cento
la quantità delle bacche mangiate, gli effetti settantasei piccolo era stato l’intervallo dalla
fisiologici prodotti dalla loro ingestione, limi ferita all’ applicazione del rimedio; nè offriro
tansi alla dilatazione delle pupille, alla secchez no segno alcuno d’idrofobia; negli altri sei la
za delle fauci, alla difficoltà d’inghiottire, a rabbia erasi dichiarata: uno di questi già rifug
qualche leggera vertigine, che (1’ ordinario sva giva dall’ acqua, e trovavasi in preda a convul
niscono pr0ntamente. sioni e ad altri sintomi cerebrali violentissimi.
Si rimedia all’azione deleteria della bella Ecco i risultati del trattamento: i cento set
donna eccitando il vomito mediante l’ emetico tantasei recentemente morsicati furono tutti
ad alta dose; o se si fossero messi in campo preservati ; di sei rabbiosi, quattro guarirono,
de’ sintomi di flemmasia si prescrivono con due restarono vittime.
vantaggio i diluenti, gli oleosi, i clisteri emol Scarlattinaf Sul finire dell’ ultimo secolo
lienti, gli antiflogistici. - Hahnemann avanzò pel primo che la belladon
Gli effetti terapeutici della belladonna su na dovea esser un preservativo contro que«
l’ organismo vivente , provengono indubbia sta malattia; nuovi sperimenti vennero tentati
mente dall’azione immediata che questa so nell’anno 1812, e da quest’epoca fino a’ giorni
stanza esercita sovra le funzioni e sovra gli nostri molti furono i pratici che occuparonsi
organi. Siccome poi una tale azione è lungi per convalidare l’efficacia di una tal pianta con
d’ esser'ben conosciuta; soprattutto allorquan tro la scarlattina; quindi fra due mila ventisette
do la belladonna è somministrata a piccola do individui che in seno a più o meno violenti
se; nè siccome dagli effetti primitivi in istato epidemie scarlattinose usarono della belladon
di salute si può sempre trar conclusioni per na, novecento quarantotto furono immuni del
gli effetti consecutivi in quello di malattia, e la malattia, e settantanove vennero presi dal
siccome, infine, i giudizii sui mezzi di soddisfa contagio. Tutti gli autori, per altro, non parteg
re alle indicazioni, sono si di frequente fallaci; giano pel suo uso in simili circostanze. Leh
perciò la maniera la più sicura di conoscere ,mann assicura che nell’ epidemia di scarlattina
1’ efficacia di questa pianta, non altrimenti che che regnò a Torgau nel 1825 questo medica
di tutti gli altri agenti terapeutici, è, non v’ ha mento non mostrò virtù preservativa di sorte.
dubbio, quella d’invocare unicamente l’auto Tosse convulsiva. Da molti anni questa ma
rità dei fatti, facendo un empirico inventa lattia fu sovente trattata con successo per la
rio dei casi, in cui dessa riuscì utile, come belladonna: ma avendo, la maggior parte dei
pure di quelli in cui rimase inefficace. Unrias pratici che ne usarono, negligentato di render
sunto complessivo, che noi ricaviamo dalla pubbliche le loro osservazioni, non si possono
Biblioteca terapeutica del dott. Bayle, sem citare che quarantadue casi, iquali tutti ebbe
brandoci degno di fissare l’attenzione del pra ro esito felice, ad eccezione di uno soltanto,
tico, ci affrettiamo a farlo conoscere ai nostri i cui accessi per altro furono moderati.
lettori. ' Nevralgie. Sono senza dubbio le nevralgie
Idrqfobia.Quantunque la rabbia sia stata ge una di quelle affezioni contro cui più di fre
neralmente risguardata qual malattia, contro cui quente adoperasi la belladonna: e tutto con
l’arte non possiede alcun mezzo preservativo, o duce ad opinare che questo sia il più possente
curativo, noi avressimo nella belladonna, se si rimedio che oppor si possa a tal fatta di ma
potesse prestar fede agli sperimenti di alcuni lattie. Sopra trenta una nevralgie, venti quattro
autori, un rimedio capace di prevenire, ed an guarirono, cinque furono mitigate; e due non
,che di guarire una si spaventevole malattia. La mostrarono alcun miglioramento. Riusci pure
riputazione di cui, al principiare del secolo de la belladonna in alcuni casi di epilessia, d’i
cimo ottavo, godeva Ricbter, era dovuta ad una steria, di mania, di convulsioni, d’ernie stroz
ricetta contro la rabbia, nella composizione del tate (i), di tumori, di cancri, (1’ itterizie’, di
la quale entrava la belladonna. Questa ricetta fu
fatta di pubblico diritto: ma le più dettagliate (1) La efficacia della topica applicazione della belladonna
per facilitare la riduzione dell’ ernia incarcerata è oggi giorno
e le più numerose osservazioni che noi posse argomento clinico di troppo interesse perché non abbia da es
ANATOMIA 47
febbri perniciose, di reumatismo acuto, di spa a due mila ottocento ottanta sette. Egli è ve-.
smodico stringimento del retto, di costrizione ro che molti di questi fatti non sono che sem
del collo dell’utero, dell’ano, della vagina, ec.; plici asserzioni, od assai inecmplete osservazio
finalmente senza fermarsi sui casi, di cui il nu ni, contuttociò i corollari che ne derivano,
mero non è stato per ance precisato in una non cessano di esser del più alto interesse.
maniera particolare, noi troviamo, dietro le ri La belladonna si somministra tanto inter
cerche del dott. Bayle, che nello spazio di quasi namente che esternamente sotto forme diverse
ottant’ anni, fu la belladonna adoperata sopra in infusione, in polvere, in estratto, in tintura,
due mila seicento ottanta sette malati all’incir in sciroppo, in pomata, cc. a norma delle dif
ca, ed ha agito come veleno sopra due cento ferenti indicazioni: in generale però la dose
individui. Da cui risulta, che il numero totale debbo essere al principio assai piccola.
de’fatti che possediamo in proposito si eleva

sere maggiormente preso ad esame da chiunque professi l’arte I3 fatti, che tale vantaggio comprovavano a meraviglia vennero
salutare, ed ifatti fino ad ora osservati formano un numero da diversi pratici Napolitani a varie epoche negli anni successivi
tale di prove da persuadere chiunque ad usare prontamente di nello stesso giornale pubblicati. Non pochi altri giornali riferi
nesta sostanu nei primi momenti d‘un incarceramcnto, e da rono anteriori rimh:nnenti favorevolissimi ad un tal metodo, e fin
dover tentare quasi sempre un tal mezzo avanti d’intraprendere dal 1828, nella Gazeltc de Santi ne fu pubblicato uno dal sig.
l‘ erniotomia; e benché noi siamo anche ben lontani dal credere dott. Amand; nel 1829, nella Gaulle Me‘dìcale è citato, par
Rdct‘sl avveralo il vaticinio del sig. Meola, che cioè, grazie lando in generale dei vantaggi della belladonna, quattro casi
alla pomata di belladonna, la chirurgia non può esser lonta osservati da Van-Loot cc. dove riuscì utile nell’crnia strango
no dal cancellare l’erninlornia dal catalogo delle sue opera lata, del pari che in altri di rislringimenli spasmodici del retto
zioni: pure onde incoraggiare o i troppo soverchiamcnte ti e dell‘urslra; e ne veggiamo pure un caso riferito nella sud
midi. o i troppo l'ill‘osi da qualsiasi novità, faremo qui men detta Gaulle me’dicale 1834 dal dott. Enrico Jqfl‘re. Nel I83I
zione di alcuni autori, e dei giornali in cui inseriremo le loro il Repertorio medico-chirurgico di Piemonte in un rendiconto
osservazioni in tal proposito. onde posso ognuno farne a suo del Barletta rende noto un fatto che prova l’utilità in un si
bell’agl0 lettura, e restarne convinto. mile caso, del pari che in Ipuello Il‘ una ernia dell' iride. Nello
Nell‘ anno 1837 rendeva noto per primo nell’ Osservatore stesso anno nella Revue mc' icalc ne vennero ri ortate in favore
nndico di Napoli pag. 170 il dott. Magliari, ora estensore quattro osservazioni. Nel I833, nel Rullefin ;hérapoulique il
molto accreditato del suddetto Giornale, come riescisse di som Neu!icr persuaso del vantaggio d‘ un tal mezzo terapeutico ri
mo vantaggio in una donna di 50 anni incirca, che da più di porta un altro fatto che ne viene in appoggio. E finalmente nel
20 ore solfriva ipiò manifesti sintoni d‘incarccramento. la no I' Osservatore medico di quest‘ anno, ne troviamo riferiti altri
zione al tumore erniario con unguento d’estratto di belladonna. sei fatti, quattro raccolti dal dott. Frantoi, uno dal dott. Il.
Veniva poco dopo nello stesso anno ciò confermato con altro Marino, e l‘ altro dal dott. G. 8. Meola. (T.) ’
[atto riferito a p. 186 del dott. Fr. Sagliocchi. Quindi più di

--*ifiii+‘r*

ANATOMIA
-N%=H+

Nanvr cannum DEL LATO nssrao. ri. -- 17 Ramo cardiaco superficiale del nervo
vago.- 18 Altro ramo cardiaco superficiale del
(Tavola VI, fig. I, secondo SCARPA). nervo vago che si unisce nel torace con il gran
nervo cardiaco del trisplanico. - 19 Origine
Spiegazione dellafigura. del nervo ricorrente. -- 20 Ramo che proviene
dal ganglio cervicale inferiore, e dal primo gan
I Polmoni 1’ uno dall’altro allontanati. glie toracico per unirsi al nervo ricorrente. -
a Faccia anteriore del cuore-3 Vena cava 21 Nervo ricorrente che ascende posteriormen
superiore. - 4 Vena cava inferiore. - 5 Aor te al tronco dell’ arteria tiroidea abbracciandm
ta rivolta a sinistra. -- 6 Arteria innominata. ne i suoi rami.-22 Ramo del nervo ricorren
7 Arteria sotto-claveare. -- 8 Arteria ascella te, che stabilisce la principale anastomosi tra
re. -- g Arteria carotide primitiva. - 10 Arte questo nervo, e la branca interna del ramo la
ria carotide interna. - I I Arteria carotide e ringeo superiore del pneummgastrico.- 33 Fi
sterna-1 2. Arteria carotide sinistra. -I 3 Glau lamenti che artono dal tronco del pneumo
dola sotto-mascellare. -- 14 Aspera arteria in gastrico, e dalle branche discendenti del ricor
clinata a sinistra colla faringe. -- 15 Muscolo rente, e che vanno a perdersi nel plesso pol
scaleno_ anteriore.- I 6 Nervo vago tratto in fuo monare anteriore. -- 24 Ramo del pneuma
4

48 LA MEDICINA PITTORESCA
gastrico che penetra nel polmone con l’arteria
polmonare.- 25 Ramo del pneumo-gastrico che DESCRIZIONE SUCCIN'I‘L DEI PRINCIPALI FERVI
concorre in gran parte alla formazione del INDICATI SU QUESTA FIGURA.
26 plesso polmonare superficiale destro. - 27
Piccolo plesso polmonare anteriore del pneu-l Nervi cardiaci.
mo-gastrico. -- 28 Filamento del plesso polmo
nare anteriore del pneumo-gastrico e del gran I nervi cardiaci, in numero di tre per cia
nervo cardiaco, che abbraccia l’arteria polino scun lato, sono distinti in superiori, in medi,
nare alla guisa di un’ansa. - 29 Gran simpati ed in inferiori; essi vanno a terminare nel ples
co che sorte dal canal carotic_o_.-30 Ganglio so cardiaco.
cervical superiore.- 31_ Tre dei nervi molli che
aàcendono su per l’arteria carotide. - 32 Ner Nervi cardiaci superiori.
vi molli del ganglio cervicale superiore che ac
compagnano l’arteria facciale. - 33 Nervi mol Il nervo cardiaco del lato destro e formato
li che accompagnano 1’ arteria linguale . - da cinque o sei filamenti, che provengono dal
34 Nervi molli che vanno a formare in unione ganglio cervical superiore, e si riuniscono in
del pneumo-gastrico il nervo laringeo ester un sol tronco sottilissimo, che discende lungo
no. - 35 Due filamenti del nervo laringeo e il collo accanto dell’ aspera arteria e del corpo
sterno che portansi al plesso cardiaco superfi tiroideo. Questo nervo dà alcuni filamenti al
ciale.- 36 I nervi molli che sortono dalla par plesso faringeo, al corpo tiroideo, al nervo
te inferiore del ganglio cervicale per concor pneumo-grastico. A livello del ganglio cervical
‘ rere alla formazione - 37 del nervo cardiaco medio, getta internamente un filamento che si
superficiale.-« 38 Nervo cardiaco superficia porta al plesso dell’arteria tiroidea inferiore,
le. -- 39 Nervo gran simpatico. - 40 Ganglio un altro che comunica con il plesso della bran
cervicale medio. - 41 Tre rami provenienti ca cervicale del nervo ipoglosso, ed alcuni altri
dal terzo, quarto' e quinto nervi cervicali per che vanno ai muscoli della regione ioidea in
unirsi al ganglio cervicale medio. - 42 Gran feriore. In seguito il nervo cardiaco penetra
nervo cardiaco profondo del trisplanico. - nel petto, posteriormente alla vena succlavia,
43 Ganglio molle del nervo cardiaco profon e si unisce a dei filamenti del ganglio cervica
do. - Filamento del ganglio cardiaco che le inferiore, e del nervo ricorrente. Il nervo
si anastomizza con quelli del plesso polmona cardiaco superiore sinistro discende tra le ar
re. - 45 Nervo cardiaco superficiale sini terie carotide primitiva e succlavia, e dividesi
stro. - 46 Anastomosi tra i tronchi dei nervi presso la sua origine in un gran numero di fi
cardiaci dell’ uno e dell’ altro lato. - 47 Ples lamenti che passano sopra l’aorta per unirsi a
so coronario destro. - 48 Filamenti dei nervi quelli del nervo cardiaco inferiore.
cardiaci sinistri che si portano al plesso coro
nario anteriore. - 49 Nervo glosso faringeo. _Nervi cardiaci medi.
, 50 Nervo laringeo interno penetrante nella la
ringe. -- 51 Ramo discendente del nervo la Quello del lato destro, più voluminoso dei
ringeo interno che va ad anastomizzarsi col due altri nervi cardiaci dello stesso lato prende
‘n_ervo ricorrente. -- 59. Filamenti del plesso origine dalla parte interna ed anteriore del gan
coronarie anteriore che si distribuiscono sulla glio cervical medio con cinque o sei filamenti,
faccia anteriore del cuore. -. 53 Filamenti del discende internamente accanto dell’arteria ca
plesso coronario sinistro che accompagnano la rotide primitiva, si anastomizza con il nervo ri
branca anteriore dell’ arteria coronaria poste corrente, e col pneumo-gastrico, si dirige in
riore. - 54 Branca d’anastomòsi tra i due pri seguito sul lato interno dell’arteria brachio-ce
mi nervi cervicali ed il ganglio cervical supe falica, e termina nel plesso cardiaco; quello
riore. -- 55 Terzo nervo cervicale. - 56 Ramo della parte sinistra riceve la sua branca princi
d’anastomosi tra il terzo ed il quarto nervo pale dal ganglio cervicale inferiore, discende
cervicale . - 57 Quarto nervo cervicale. - posteriormente all’arteria'succlavia, molti rami
58, 59, 60, 61. I quattro ultimi nervi cervica gli provengono dal ganglio cervical medio, e
li. - 62 Il primo nervo dorsale. -- 63 Tronco portasi posteri0rmente all’arco dell’aorta, e va
del nervo frenico. ’ a finire nel plesso cardiaco.
PATOLOGIA 49
ed inferiormente moltissimi filamer '«i, che si
Nervi cardiaci inferiori. distinguono in anteriori, posteriori ed in eric
ri. Questi ultimi sono di due specie: 1. Gli uni
I filamenti che formano quello del lato de-‘ riuniti in fascetti circondano posteriormente
stro provengono dal ganglio cervicale inferio il ligamento arterioso, si volgono sopra l’arte
re, dirigonsi a destra lungo il tronco brachio ria polmonare .sinistra, ed intrecciati col ples
cefalico, portansi sulla parte anteriore dell’ar so polmonare discendono lungo il tronco del
co dell’aorta, fino al plesso cardiaco anteriore, l’arteria: un ramo più considerevole portasi al
ove hanno termine. Dal lato sinistro i nervi ‘la' parte posteriore del cuore, e dividesi in un
cardiaci medio ed inferiore sono riuniti in un gran numero di tenuissimi filamenti, che in
sol-tronco. trecciati intorno all’ arteria coronaria posterio
re formano il plesso coronario posteriore, e
Plesso cardiaco. ‘ separansi in altrettanti plessi secondarii quanti
sono i rami di questa arteria. a Una parte de
Situazione. Posteriormen te all’arco dell’aor gli altri filamenti passa posteriormente all’ar
ta vicino all’ origine di questa arteria. Esten teria polmonare, e giugne al plesso coronario
sione. Dal principio dell’arteria brachio-cefali posteriore. Gli altri circondano 1’ aorta, vanno
ca fino alla biforcazione dell’arteria polmonare. alla parete anteriore della base del cuore, per
Forma. Allungata, sinuosa, d’un volume ine formare il plesso coronario anteriore che ac
guale. Ram;ficazioni. Riceve i nervi cardiaci, e compagna l’arteria dello stesso nome.
somministra anteriormente, posteriormente,

«more»

PATOLOGIA
_-+HOW

YERMI la testa, che appena si può ravvisare l’apertu


ra della bocca in un individuo enormemen’
Il Taxcocnuw. (Tricocephalus dispar. RUDOLP.) te ingrandito, come nella fig. 3. Comunque sia
Tav. VI, fig. 2, 3, 4, 5, secondo anx. ser. a. in questi animali, come negli altri vermi, si
Tricocefalo maschio di grandezza naturale; possono considerare una testa, un corpo, ed
3 lo stesso molto ingrandito; 4 tricocefalo una coda.
femmina di grandezza naturale; 5 lo stesso La testa del tricocefalo è rotonda, ottusa,
ingrandito. piccolissima appena visibile. Essa appoggia SO?
pra un prolungamento filiforme, da alcuni elmin
I tricocefali, vermi rotondi filiformi, ordi tologhi creduto la coda, ma riconosciuto da al
nariamente contorti a spira in una delle estre: tri pel collo. Il corpo di questo verme costi
mità, riuvengonsi abitualmente negli intestini tuisce in qualche maniera parte del collo, per
crassi dell’ uomo, e soprattutto nel cieco; essi ché non ne viene distinto da alcun gonfiamen
sono ovipari, e di sesso differente; la lunghez to. E’ della sottigliezza di un capello, lungo,
za del loro corpo varia da un pollice e meZZO attortigliato e rotolato in modo da formar tal
a due. Questi vermi hanno esattamente la gros volta anche dei nodi. La coda è l’estremità più
sezza di un capello, e la parte sottile e capilla grossa dell’animale: nella femmina e gonfia,
re viene a costituire idue terzi della loro lun piatta, diritta, od un po’ curva, della larghezza
ghezza. Sono elastici, d’ordinario bianchi, e se nasi di mezza linea. Nel maschio all’incontro
talvolta appaiono colorati, ciò dipende dagli è filiforme, appena più grossa del corpo, e rav
alimenti di cui sono ripieni. Il maschio, che noi volta a spira: in questa estremità termina l’in
abbiain fatto rappresentare nella figura 2, è testino del verme. Si vede salire dal punto che
molto più piccolo della femmina fig. 4, e ter gli serve d’ orifizio una specie di tromba o
' mina talmente in punta verso il cominciar del tubo cilindrico collocato in una guaina più lun
50 LA MEDICINA PITTORESCA
ga o piùcorta a norma della forza dell’animale, ed il loro gracile corpo termina in una coda sot
e che si ritiene come l’ organo generatore del to forma di punteruolo talmente sottile che è
maschio, dacchè non si riscontra nella femmi quasi invisibile ad occhio nudo.
na. Questi animali sono internamente provve Questi vermi, che talvolta moltiplicansi in
duti d’un tubo alimentare, di vasi spermatici una maniera prodigiosa, annidano d’ordinario
e d’ovaia. nei grossi intestini, e particolarmente nel ret
Sintomi. Secondo il dott. Felix Pascal i sinto. Se ne ha pur rinvenuto in altre parti del
tomi che ordinariamente ci avvertono della canal intestinale, e soprattutto nell’intestino te
presenza dei vermi sono i seguenti: Il polso è nue, e nello stomaco. I fanciulli vi vanno più sog
piccolo, concentrato come nelle affezioni ad getti degli adulti; frequentemente occupano
dominali, ma nel tempo istesso irregolare, ed la parte più inferiore del retto e da questo si
intermittente. Gli occhi sono prominenti, il ma sperdono sulle natiche e sulle coscie. Nelle ra
lato accusa un’intensa cefalalgia, de’ pizzica gazzine possono siffatti vermi introdursi tal
menti alla parte inferior dell’ addome al disot volta in vagina e penetrar anche nella uretra,
to dell’ombellico, e nella maggior parte dei e fino in vescica.
casi si manifestano quasi tutti gli accidenti che Sintomi. L’esistenza dell’oxyuris nel corpo
osservansi nelle affezioni verminose sviluppate umano è più facile a riconoscersi che quella
al più alto grado. della maggior parte degli altri vermi. Una mu
Trattamento. Conviene limitarsi all’ uso de ta irritazione nel retto de’ dolori lancinanti, un
gli antelmintici ordinari, vale a dire, agli amari vivissimo prurito all’ ano, che si aumenta spe
canti, alle sostanze di un odor forte e penetran cialmente durante la notte, sono i sintomi più
te, alla valeriana, ai purganti tanto in pozione, costanti della presenza di tali vermi; ma questi
che per clisteri. sintomi possono assumere una tal gravità da
essere cagione di ostinate veglie, di stridore
di denti, da suscitare delle malattie nervose
Oxrmus vannrcnr..uus (ascoridi lombricoidi.) Tav. simpatiche, de’ scoli bianchi ec.
VI, fig. 6, 7, 8, 9. Il maschio di grandezza Trattamento. Irimedii ai quali si può ricor
naturale fig. 5; il medesimo di molto ingran rere per combattere gli accidenti prodotti dal
dito, fig. 7. La femmina, fig. 8; la stessa con la presenza di questi animali parassiti sono
siderevolmente ingrossata, fig. 9, secondo quelli che si adoperano per distruggere i ver
Bannsrzn. mi medesimi, come gli amaricanti, i purganti,
le sostanze aromatiche, acri, spiritose, cc. ma
Questi vermi che dietro le dotte ricerche siccome la sede degli ascaridi è nell’ intestino
di Bremser, devono essere compresi nel genere retto, poco effetto perciò si ottiene da queste
Oxyuris, sono piccoli, sottili e bellissimi d’ un sostanze somministrate internamente, e quindi
color bianco, e d’una grandezza che varia da tornerà meglio usarle localmente ’, in simili ca
due fino a cinque linee. Il maschio fig. 5 è me si adunque si avranno dei grandi vantaggi del
no grande della femmina fig. 8, lunga ordina l’uso de’cristeri fatti, sia con delle piante amare
riamente dalle quattro alle cinque linee. La lo e purganti, sia colla canfora od oli essenziali,
ro testa è di due tubercoli laterali, trasparenti, che disciolgonsi nel giallo d’uovo.
51

MEDICINA OPERATORIA

_*ÉGQ#-_

LITOTRIZIA Vedasi nella porzion destra dell’istromento una


specie di scanalatura che prolungasi e sporge
Nuovofiangi-pùtra del dott. Hnuarax.our per con dei margini ineguali e dentellati per for
praticar la litotrizia per percussione. mare la curva. Nella parte anteriore termina
l’istromento in un pezzo quadrato che costi-'
( Tav. VI, fig. 10, l’istromento aperto, fig. 11 ,'tuisce la sua armatura ed è destinato a tener
la sommità dell’ istromento chiuso). lo fisso nel punto stabile in cui deve essere
mantenuto durante l’operazione. Il secondo
Nel fascicolo secondo della Medicina pitto pezzo del percusSore scorre nella scanalatu
resca, noi abbiamo già fatto conoscere il pro ra che trovasi nel primo lunghesso la porzion
cesso operatorio della litotrizia, secondo ilmeto destra dell’asta, indi sporge e presenta i suoi
do del dott. Civiale, promettendo in pari tempo margini pure dentellati, che incastransi con i
a’ nostri lettori (1’ indicar le principali modifi denti di questo e servono ad afferrare od a fis
cazioni che gli si potrebbe far subire. Ed è" sar il calcolo per frangerlo in seguito, e ridurlo
appunto per mantenere una tale promessa, che in minutissime particelle mediante dei colpi di
noi qui diamo la desc_rizionegdel nuovo lito martello diretti sull’ estremità mobile della
tritore inventato dal dott. Heurteloup. sonda (e).
Questo istromento rappresentato dalla fig. Questa prolungasi per alcuni pollici all’ in
10 e 11 della tavola VI, è della lunghezza di nanzi e finisce con una testa rotonda, sulla
quattordici pollici incirca; ha qualche rassomi quale deve battere il martello, che è di acciaio,
glianza col odometro d’un calzolaio ‘, la sua poco voluminow e proporzionato all’effetto
estremità vescicale (a) è divisa in due parti o moderato, che 'vuole produrre l’operatore.
morse (b,c) che possono scorrere l’una sull’al Un tale istromento col mezzo del quale il
tra. Quando questa estremità dell’ istromento dott. Heurteloup pratica la litotrizia per per
è chiusa (fig. I 1) rappresenta assai bene una cussione, fu più volte messo in uso a Londra da
sonda del diametro di quattro linee e mezza, il questo abile pratico, e i numerosi sperimenti
cui becco avrebbe la curva di un quarto di cer che egli ha fatto su icadaveri dimostrarono,
chic di un pollice ad un pollice e mezzo di che con ucsto metodo si distruggono i calcoli
raggio. Dei due pezzi, dei quali componesi, e con più ?orza e prontezza che con qualunque
che restano fissi l’un sull’altro mediante una altro.
vite (d) 1’ uno è posto esternamente all’ altro.
' ' LA MEDICINA PITTORESCA

TERAPEUTICA
--m»n-w

DELLE CANTAIUDI dore acre e nauseabondo di quest’insetti, 6.°


finalmente una materia bianca, cristallina, acre,
e del loro uso terapeutico. corrosiva , da Thomson detta Cmranmma e che
risguardar devesi non solamente come l’ unico
(TU. VI, fig. 12, 13 e 14, secondo Gaorraor.) principio vescicatorio delle cantaridi, ma ancora
come la causa dell’ azione irritante che questi
La cantaride (Illeloè' vesicatorius. L.), il di insetti esercitano sulle vie digerenti.
cui uso in medicina è non meno frequente che L’ energica azione che le cantaridi mostra
antico, appartiene_alla classe dei Coleopteri no nell’ economia vivente, dipende adunque da
heteromeri, e fa parte della famiglia degli Epi due particolari principii, uno oleoso e volatile
spastici; questo insetto rinviensi frequentemen eminentemente velenoso, l’ altro cristallino es
te nelle contrade meridionali, ed anche ne’ no senzialmente vescicante, perciò il loro uso ester
stri circondari, ove vive sul frassino, sul salice, no può cagionar degli accidenti, ai quali il
sul sambuco, sul caprifoglio, ec. Quantunque medico non dovrà trascurare di por mente
comunissima in Francia, dove ed attesa la lo d3cchè bastano alcuni grani di tal polvere per
ro abbondanza e l’odor fetido che esalano, pos suscitarli. Una dose un po’ più forte può an
sono costringere perfino ad abbandonare i siti che determinare isintomi dell’avvelenamento
da esse abitati, le cantaridi ivi si ritirano dall’I propri delle sostanze corrosive, e tale azione
talia, e soprattutto dalla Spagna, per cui sono manifestasi in principio sulle vie digerenti,
anche volgarmente conosciute col nome di mo poi sulla vescica e gli organi genitali, ed anche
sche di Spagna, e col quale vengono frequen sul sistema nervoso.
temente denominate in commercio. In generale gli accidenti prodotti dalle can
Le cantaridi hanno il corpo oblungo, sub taridi, non tanto provengono dal loro uso, come
cilindrico, della lunghezza di 6 ad 8 linee. Le sostanza tossicosa, dalla loro medica prescrizione
loro antenne sono nere e filiformi ; le loro eli imprudente ed intempestiva, quanto dall’ abu
tre molli, flessibili, e d’un color d’un verde so che ne fanno alcuni dissoluti a titolo di
dorato, brillantissimo. Questi insetti emettono afrodisiaco: accidenti che succedono frequen
un’ odor forte disaggradevole 5 il loro sapore è temente, e talvolta assai gravi; per cui collocar
acre e caustica, caratteri che appartengono non bisogna tali insetti fra la classe di quelle sostan
solamente alle specie di questo genere, ma an ze, la cui vendita deve essere scrupolosamen
cora ad alcuni altri individui del genere vicino te sorvegliata.
tale è, per esempio,ilmilabro dellacicorea. (My Comunque sia la cosa, 1’ efficacia di questo
labrus Cychorei. Fumcws.) rimedio, la sua azione elettrica sugli organi ge
Si è tentato più volte col mezzo dell’ anali nito-orinarj, i vantaggi che ritrar si possano
si chimica di scoprire il principio nel quale tanto dalla sua topica che interna amministra
risiedono le proprietà attive delle cantaridi, e zione, hanno da lungo tempo fatto introdurre
sotto questo rapporto le ricerche di Thouvenel in medicinale cantaridi, onde soddisfare a di
e quelle di Beaupoil, aveano già rischxarata la verse indicazioni. All’esterno usansi tali insetti
storia medica di tal insetto. Ma i lavori dei sigg. come eccitanti, rubefacienti, e vescicanti, e iii
Bobiquet ed Orfila considerar devonsi come queste diverse circostanze la loro azione sembra
l’ indispensabile compimento di si felici ten esclusivamente attribuibile alla cantaridina, che
tativi. Secondo questi chimici le cantaridi con contengono. Prese‘internamente le cantaridi a
tengon0, indipendentemente dalle proporzioni piccole dosi e gradatamente, sia in polvere a fra
variabili degli acidi acetico ed UI‘ICO, dei fosfa zioni di grano, sia in tintura, stimolano nel
ti di calce e magnesia‘, I.° un olio verde, dl nis tempo stesso e gli organi digerenti e genitali;
suna virtù vescicante, 9..° una materia grassa, 3.° e sembra pure esercitino la loro azione sul
una materia nera, 4.° una sostanza gialla, 5.° un complesso del sistema nervoso 5 ciò che rende
principio volatile al quale attribuisce Orfila l’o ragione delle svariate applicazioni che se ne
MEDICINA OPERATOBIA 53
fecero. Esse furono, per esempio, raccomandate razione, nel quale le cantaridi sono commi
contro certe nevrosi, particolarmente contro ste nel doppio del suo peso ad un miscuglio
quelle nelle quali v’ha piuttosto debolezza che ir di resina, di pinguedine e di cera. Questo ve
ritazione del sistema nervoso, così ne’casi di ne sicante che, quando sia ben preparato, non
vrosi degli organi genitali, specialmente nell’a ha d’ uopo di venir asperso di polvere di can
nafrodisia. L’uso delle cantaridi pare soprattut taridi, è il miglior di tutti gli impiastri, av
to riuscir utile nell’anasarca, in diverse idropisie vegnachè opera con un’ azione eguale e cer
passive essenziali, in Certe malattie dell’apparato ta, e non produce quasi mai disuria; acci
genito-orinario, nell’inerzia o paralisi della ve d:nte che non di rado suole conseguitare
scica accompagnata da generale debolezza, cc. l’applicazione delle cantaridi in polvere o
Da quanto si disse, è facile lo scorgere, che grossolanamente incorporate. Si può pure am
gli usi medici delle cantaridi sarebbero svaria ministrare la polvere di cantaridi internamente
tissimi se l’esperienza avesse confermato gli elo cominciando dalla dose di un mezzo grano ed
gi di cui, in diverse epoche, furono l’oggetto: arrivando a quella di due grani ed anche più,
ma oggidi pochi sonoi medici che le adoperano sia sciolta in qualche veicolo mucilagginoso
internamente, ed il loro uso topico è anche que od emulsione, sia in pastiglie od in pillole,
sto per la massima parte limitato, come epispa combinandola alla canfora cd all’ oppio, onde
tico, benché se ne abbiano singolarmente mol diminuirne 1’ azione irritante. In quanto alla
tiplicate le forme di prescrizione. Si possono tintura i pratici danno ordinariamente. la
‘ infatti somministrar le cantarid-i, sia in polvere, preferenza all’alcoolica: sogliono prescriverla
sia sotto forma d’ estratto, d’empiastro, di po per frizioni come stimolante unita ad altre
mata, d’ ir_zfuso oleoso o pinguedinoso, di tintu sostanze spiritose; quando poi vien data in
ra, della quale se ne hanno tre specie (Tintu ternamente la dose comune è dalle cinque
ra acetica, eterea, alcoolica ), ma la polvere e alle dieci gocce più volte fra il giorno dilui
quest’ultima preparazione possono, in ultima ta in una bevanda mucilagginosa.
analisi, corrispondere a tutte le indicazioni che
esige l’uso tera eutico di tali insetti.
Adoperasi a polvere di cantaridi esterna Il processo è il seguente :
mente, in qualità d’eccitante, rubel'aciente, e Cauthariclum recentium pulveris. ruditer drach. decora;
specmlmente di vescicante, tanto sola che in Linteamine cxceptae macerentur in
Cerae albae liquefatae unciìs quatuor;
corporata a diverse pomate, nel lievito o nella Olei olivarum une. duabus er sex hores in loco tepìdo:
pasta onde formare dei vescicanti, i quali posso Cola, efl'unde in modulos. Frigefactum et charta ccrpta
Obvolutum,asserva in vase bene clauso. S. suo nomine.
no sempre essere con vantaggio sostituiti dal
} emp1astro detto Inglese, (1) o per incorpo me‘ Se poi vogliasi un‘ empiastro di maggior ener 'a per _que’ cas;
quali abbisognano gli organi crinari di un Orte acutamente,
basta, secondo il celebre Prof., far ridurre in emp:astro col meli
(1) Un eccellente empiastro di cantaridi da sostituirsi al cosi loto la polvere di cautaridi che rimane dopo la esposta prepara
flettp Inglese d‘un’azion certa, e senza produrre inconvenienti zione contenente il principio giallo ed il bianco. '
Sugli 0I'_8Îllll' uropojetiei è quello proposto dal cLiar. prof. nella in questa guisa con un semplicissimo processo si ottengono
Cmversxla di Padova Martino Steer, ed inserito nel fascicolo Il}, dalle medesime cantaridi due specie di empiutro, una delle _qua
1833, della gazzetta Eclettica di Verona. li non agisce mai, e'l‘altra agisce sempre sugli organi onnant'l‘).

Hed. Pia. T. I.
54 LA 'ΑEEDICINA‘. PITTORESCA.

.‘3. N A_ T_ 0 M I A.

_«Mrî‘i%_

A R;T‘E Il I-F.» Arterie profonde dell’ arte ’ superiore.

Arterie superficiali degli arti superiori,‘ tolta: (Tavole VII, fig. Il, dietro il Tiaoan.wx.).,
appena la cute e l’ aponeurori.
Spiegazione della figura.
(Tavola VII', fig. I, dietro il Trsnenuu )'(1)._
I. Muscolo coraco-bracchiale. -« 2. Porzione
Spiegazione dellafigura. lunga del muscolo tricipite. -- 3. Muscolo brac-
chiale anteriore. - Muscolo primo radiale
I. Muscolo bicipite. -« 2. Apoueurosi di esterno. -<- 5. Muscolo secondo radialeesterno.
questo muscolo. -- 3. Muscolo rotondo prena -«- 6. Muscolo pronatore quadrato. -- 7. Lega-«
tore. -. Muscolo lungo supinatore. -- 5. Mu mento inter-osseo. -- 8, 8. Arteria bracchiale.
‘ scolo palmare piccolo. -- (i. Aponeurosi palma-. -- 9. Arteria omerale profonda. -- IO. Arteria
re. --. 7. Muscolo palmare grande. --- 8, 8, 8. collaterale interna o inferiore. -- I I. Divisione
Tendine del muscolo superficiale delle dita. -« dell’arteria omerale in radiale e in cubitale. -
g. Arteria bracchiale od omerale che sorged’al 12. Arteria radiale. -«- 13. Arteria cubitale. -
cavo dell’ascella. -- IO. Arteria omerale pro-. 14. Arteria ricorrente radiale. -- 15. Arteria
fonda discendente fra le porzioni del tricipite. ricorrente cubitale. -- 16. Ramo dell’ arteria
-' I i. Arteria collaterale interna. "f‘-l2. Arteria radiale pel muscolo pronatore quadrato che si
radiale ricorrente. -- [3, 13. Arteria,radiale. anastomizza colle ramificazioni del ramo pal
- 14. Arteria-palmare superficiale. -« x5. Tron mare dell’arteria interossea. -- r7. Ramo del
co dell’arteria radiale che si dirige verso il carpo che si anastomizza coll’arteria Cubitale,
dprso della mano. -- 16. Arteria cubitale. « e l’interossea anteriore formando una rete sul
17. Artéria palmare superficiale, che forma l’ar carpo. -- 18. Ramo palmare dell’arteria radiale
co palmare superficiale coi ramoscelli corrispom tagliata. -- rg. Arteria radiale diretta al dorso
denti della radiale. --- [8. Arteria»palmzure pro della mano. -- 2o. Arteria interossea. - 21. Ar
fonda. -- 19. Primo ramo digitale, che forma. teria interossea che passa sotto il muscolo pro
l’arteria collaterale interna del dito minimo. --. natore quadrato. -- 22. Ramo palmare superfi
20. Secondo ramo digitale. -- 21. Terzo e ciale dell’arteria cubitale. -- 23, 23. Arteria.
quarto ramo digitale. -« 22, 22, 22. Divisioni palmare profondadella cubitale, formante colla
del secondo, terzo e-quarto ramo digitale per sua anastomosi colla radiale l’arco palmare pro
formare le arterie collaterali propriamente dette. fondo. - 24. Arteria del pollice dando origine
- 23. Arteria collaterale interna. dell’indice. -' ai -- 25 e 26 Arterie collaterali esterne, e in.
24, Arteria collaterale esterna del medio. -- 25. teme di questo dito. -« 27. Arteria collaterale
Arteria collaterale internadello stesso dito. --' esterna dell’indice. -- 28, 28, 28. Arteria inter-.
26. Arteria collaterale esterna dell’ anulare. - ossea palmare. _ 29.. Rami inter-ossei perfo
27. Arteria collaterale interna del medesimo ranti. - 30, 30, 30. Anastomosi dei rami inter
dito. - 28. Arteria collaterale esterna del dito ossei dell’arteria palmare profonda coi ramo»
minimo. -- 2g. Arteria. collaterale del pollice, scelli digitali dell’arcata palmare superficiale.
proveniente dall’ arteria radiale. --- 3o. Arteria -- 31, 3:. Arteria collaterale interna del dito
collaterale interna del pollice derivante dalla minimo. -- 32, 32. Rami digitali dell’armata.
stessa arteria. palmare superficiale troncata. -- 33. Arteria
collaterale interna dell’indice. - 34. Arteria.
collaterale interna del dito minimo. 35.,Ramo.
dorsale dell’ arteria cubitale._
(i) Tabulae Arteriarumborpori; humani. Carslrhuaa: 1823,
1, Voi. in foglie, Atlante.
ANATOMIA 55
verso la cavità dell’olecrano va a»distribuirsi
’BBEVE DESCRIZIONE DELLE ARTERIE INDICATE NELLE alla parte inferiore del tricipîte.
DUE FIGURE PRECEDENTI.
Àrteria radiale.
Àrteria bracc/ziale.
Nata quest’ arteria dalla biforcazione della
Ella è la continuazione dell’arteriaascellare. bracchiale, superiormente alla piegatura del
Situazione. Alla parte interna e anteriore braccio, si allontana dalla cubitale, formando
del braccio. con essa un angolo acuto.
Estensione. Dalla ascella fino ad un dito Situazione. Alla parte anteriore ed esterna
traverso sopra la piegatura del braccio. dell’ avea-braccio.
Direzione. Alquanto obbliqua dall’alto al Estensione. Dalla:piegatura del braccio, fino
basso, dal di dentro al di fuori, edall’ indietro alla articolazione del radio col carpo, dove si
all’ innanzi. rivolge all’ esterno per insinuarsi nell’intervallo
Relazioni. 1. Anterz’ormenle, e dall’alto al delle due prime ossa del matacarpo, ed indi
basso, col coraco-bracchiale, coll’a‘poneurosi alla palma della mano, per formarvi l’arco pal
‘-bracchiale e colla cute, indi coll’aponeurosi . mare profondo. Essa deve esaminarsi all’avan
‘inferiore del bicipite, e la vena mediana basilica. braccio, dietro l’articolazione della mano col
2. Posteriormente col tricipite braccbiale ed il braccio ed alla palma.
brachiale-anteriore. 3. Internamente colla vena "I. Arteria radiale all’ avan-braccio. - Re
bracchiale, il nervo mediano e la cute. 4. Ester lazioni. Anteriormente colla radiale ed il supi
namente colla faccia interna dell’omero, e il mator grande, anteriormente e inferiormente
.margine interno del bicipite. colla sola cute; posteriormente colla faccia an
Rami/icazioni. L’arteria bracchiale dà molti teriore del radio: da cui è dessa separata dal
rami, i quali distribuisconsi ai muscoli «coraco l’alto in basso dal piccolo supinatoro, dal gran
bracchiali, bicipite, braccbiale anteriore, trici pronatore, dal flessor grande del pollice, e dal
ipit‘e bracchiale e'deltoide, ai tegumenti e al piccolo pronatore, internamente, e dall’alto in
>T omero. Due di questi rami, più considerabili basso, col gran pronatore, col palmar grande,
hanno il nome di arterie collaterali esterne, e -ed il flessore superficiale delle dita; esterna
interne superiormente all’ articolazione omero mente col supinator grande.
-cubitale; l’arteria bracchiale si divide nelle ar Bami'ficazioni. L’arteria radiale somministra:
.terie radiale e cubitale. “1. dei rami anteriori, indeterminati di numero,
1. Arteria omerale profonda, o collaterale che si distribuiscono alla cute: 2. dei rami po
esterna. Ha origine varia; allorquando è data steri0ri assai tenui distribuiti al flessor grande
dalla bracchiale, si separa dalla sua parte si1pe del pollice, ed al piccolo pronatore, 3. dei ra
riore e posteriore al livello del solco dell’ome mi esterni, assai numerosi, ramificati ai muscoli
ero, destinatoall’alindietro
ldall’avanti nervo radiale;
fra le treessa del su. inator grande, radiale e grande adduttore
discende
porzioni
de pollice. Fra queste arterie la più considera
-tricipite, accompagnata dal nervo accennato, bile è la ricorrente radiale. Questa dirigendosi
dando rami allo stesso muscolo ed all’omero. trasversalmente al di fuori, indi dal basso in
Giunta che sia alla faccia posteriore di quest’es alto fino in vicinanza dell’olecrano, forma una
so, si divide in due rami, di cui uno si perde , Specie d’ arcata dalla cui parte convessa partono
nel tricipite bracchiale vicino alla sua inse1» rami pei due supinatori, pei due radiali, pel
zione coll’ olecrano; l’ altro si porta fra il brac 1’ estensor comune delle dita, pel grande ad
chiale anteriore e i tegumenti, cui si distribui duttore, e pei due estensori del pollice. 4. Oltre
sce, come pure al gran supinatore. di questi rami 1’ arteria radiale dà dei rami in
2. Arleria collaterale interna. Nata dal lato fterni assai numerosi, i quali si distribuiscono
interno della bracchiale, vicino all’epitrocleo, ai muscoli anteriore e superficiale della regione
si dirige trasversalmente al di dentro, all’ inau dell’ man-braccio. Uno fra questi si porta tra
'zi del 'bracchiale anteriore; dà rami a questo sversalmente all’indentro sul margine inferiore
muscolo, al gran pronatore, all’articolazione del-piccolo 1.1onatore, e si anastomizza, me
del cubito, e si divide in due rami, di cui l’uno diante un arco, con un ramo dell’arteria cubi
segue il margine interno dell’omero.fino all’ e tale, Un altro ramo discende obbliquamentc
pitrocleo su cui si divide, l’altro dirigendosi -all’ avanti del legamento anulare anteriore del
56 L.-\ MEDICINA PITTORESCA
carpe, e giunto alla palma della mano si anasto bricoidi, dei rami posteriori (arterie per/o
mizza coll’estremità dell’ arco palmare super _mnti), in numero di tre, i quali-"attraversanoi
ficiale, formato dall’arteria cubitale, dopo di muscoli inter-ossei, evanno ad anastomizzarsi
aver somministrati dei rami alle parti vicine. al dorso della- mano colla dorsale del carpo..
2. Arteria radiale posteriore die‘tro l’arti L’arco palmare finisce vicino al margine inter
colazione del carpa. Essa è‘ in. questa regione no della. mano anastomizzandosi con un ramo
coperta dai muscoli adduttor grande ed esten dell’ arteria cubitale..
sore del pollice, ed applicata alla parte supe
riore del primo ossof del metacarpo; dà rami Arteria cubitale.
esterni e interni.
I. Rami esterni. Sono in numero di tre, di Sz'thzione. Alla parte anteriore ed interna
stribuiti al pollice. Il primo si perde nell’ad dell’ avanbraccio.
duttor breve di questo dito; il secondo, detto Estensione. Dalla piegatura del braccio fino
arteria dorsale del pollice, discende dietro. il alla palma della mano, dove essa forma l’arco
primo osso del metacarpo, e la prima falange palmarè ‘superficiale, dopo di essere passata sul
del pollice, e termina anastomizzandosi colla legamento anulare anteriore del carpo, e di es
collaterale esterna. Il terzo discendesul mar-. sersi curvata all’ infuori.
gineinterno del primo osso. del metacarpo. Relazioni. r. In avanti, da prima col nervo
a. Rami interni. In numero di due, l’uno mediano, indi coi muscoli pronator grande,
.pel carpe, l’altro pel metacarpo. - almari grande e piccolo, flessore superficiale
Arteria dorsale del carpa. Diretta trasver delle dita, e cubitale anteriore; inferiormente,
salmente all’indentro sulla faccia posteriore-della coll’aponeurosi e- la. cute; 2-. all’indietro dal
seconda serie delle ossa del carpo, va a finire I’ alto in basso, coi muscoli bracchiale anteriore,
anastomizzandosi con un ramo della cubitale, flessor profondo delle dita, piccolo pronatore,.
dopo aver dato alcuni rami superiori, i quali e col legamento anulare anteriore del carpo;
si perdono sopra l’articolazione del radio col 3. internamente, col nervo cubitale anteriore;
carpo; ed alcuni inferiori, i quali si anastomiz einl‘eriormente coll’osso pisiforme; esterna«
zano colle arterie perforanti dell’arco palmare mente col muscolo flessore superficiale delle
profondo, e si distribuiscono ai muscoli inter dita.
ossei ed alla cute. ' ’ Barni/icazioni. L’ arteria cubitale sommini
‘Arteria dorsale del metacarpo. Discende stra alla sua origine, ed al lato interno, l’arteria
lungo il secondo osso del matacarpo fino alla ricorrente cubitale anteriore. Questa arteria di
metà del dorso della mano, distribuendosi al scende dapprima un po’ all’infuori sul muscolo
l’adduttorc dell’indice ed agli integumenti. ’ bracchiale anteriore; indi riascend=e aldavanti,
3. Arteria radiale della alma della mano. verso l’ epitrocleo, dove si anastomizza colla
Giunta l’arteria radiale alla palma, si divide in. collaterale interna dopo d’avere somministrati
due rami, 1’ uno esterno, l’altro interno. Il pri dei rami al gran pronatore, al gran palmare, ed
mo dividesi in due rami, di cui l’ uno va al lato al flessoresuperficiale delle dita. L’ arteria cu<
interno del pollice, l’altro al lato interno del bitale fornisce all’ avau-braccio dei rami interni,
l’indice. Il secondo si dirige trasversalmente esterni, anteriori e posteriori.
all’interno fino al dito annulare, formando una L. Rami interni. Assai vari e in numero ed
curva detta arcata palmare profonda. Quest’ar in disposizione. Il più considerabile è l’arteria
cata è ricoperta dai'tendini dei muscoli flessori ricorrente cubitale posteriore. Essa discende
delle dita, e riposa sulle estremità delle ossa rima all’interno, anteriormente al muscolo
del metacarpo. ' Eessore profondo delle dita; risale in seguito
' L’arco palmare profondo dà varie ramifica dietro l’epitrocleo, fra questa eminenza e l’ele
cazioni, cioè: I. dei rami superiori sottili, di crano, comunica coll’omerale profonda e la
stribuiti al legamento del carpe ed ai muscoli collaterale interna, e manda molti rami ai mu
del pollice; 2. dei rami inferiori in numero di scoli flessor comune delle dita, cubitale ante
cinque, i quali discendono negli spazi inter-os riore, tricipite bracchiale, ed all’articolazione
sei dal secondo fino al quarto; si dividono vi del cubito.
cino alle articolazioni dei carpi colla prinn l'a 2.. Rami esterni. Assai numerosi, distribuiti
lange in molti ramoscelli che vanno alle dita; ai muscoli llessore superficiale, e cubitaleante-l
3. dei rami anteriori distribuiti ai muscoli lon riore. Uno di essi si anastomizza sul margine:
ANATOMIA 57
inferiore del piccolo pronatore con un ramo stribuirsi ai m'uscbli cubitale posteriore, anco
della radiale. neo, tricipite, ed all’articolazione del cubito.
3. Rami anteriori. Numerosi essi pure, si 2. L’arteria inter-ossea posteriore propria
distribuiscono ai muscoli della regione anterio mente detta. Essa discende verticalmente fra i
re e su erficiale dell’ avan-braccio. muscoli piccolo supinatore e grande adduttore
4. iiami posteriori. Avvene un solo detto del pollice, e in seguito fra i due strati dei mu
arteria interi-ossea. Essa nasce dalla parte po scoli posteriori dell’avambraccio, fino alla faccia
steriore della cubitale, inferiormente alla tube posteriore del carpo, dove si anastomizza col
rosità bicipitale; portasi orizzontalmente all’in- ( l’inter-ossea anteriore. Fornisce gran numero
dietro, e si divide tosto in due rami, l-’ uno an di rami alla maggior parte dei muscoli poste
teriore, l’ altro posteriore. riori dell’avambraccio. _
Arteria inter-ossea anteriore. Discende an Arco palmare superficiale. Giunta l’arteria
teriormente al legamento inter-osseo, e giunta eubitale inferiormente all’osso pisiforme, di
alla di lui parte inferiore la attraversa dopo di scende all’innanzi del legamento anulare del
essersi impegnata. dietro il piccolo pronatore. carpo, e si curva dall" indentro all’infuori, nella
Discende in seguito nel solco, in cui scorrono palma della mano per formare l’ arco palmare
i tendini estensori delle dita, e giunta al carpo superficiale, il quale finisce c0municando colla
si divide anastomizzandosi coll’arteria: dorsale radiale, vicino alla estremità superiore del se
di questa parte. Questa arteria fornisce da ogni condo osso del metacarpo. La concavità dell’ar
lato gran numero di vasi ai muscoli flessor gran co è rivolta in alto, e fornisce dei piccoli rami
de del pollice, flessor profondo delle dita e pic aimuscoli lombricoidi ed al legamento anulare;
colo pronatore. Alcuni di tali vasi si ramificano la convessità somministra cinque rami detti
ai muscoli posteriori e profondi. dell’avambrac arterie collaterali delle dita. La prima di queste
cio dopo avere attraversato. il legamento inter-. arterie discende dapprima sui muscoli del dito
osseo. minimo; indi sul di lui margine interno, e si
Arterièz inter-ossea posteriore. Dopo avere porta alla sua estremità. Gli altri rami discen
attraversato il legamento inter-osseo, e giunta dono negli spazj inter-ossei fino alle articolazio
alla parte superiore e posteriore dell’ avan ni dei metacarpi colle falangi, ove dividesi cia
braccio, sotto il muscolo anconeo, si divide in scuno in due rami, i quali seguono i margini
due rami che sono: corrispondenti delle quattro dita e l’interno
I. L’arteria riccorrente radiale posteriore. del pollice. Essi si distribuiscono a tutte le parti
Risale dessa fino alla parte posteriore dell’ epi delle dita e giunte ai polpastrelli si anastomiz
' condilo, dove si anastomizza coll’ omerale pro zano fra loro col mezzo di archi.
fonda, e colla ricorrente radiale. Finisce col di
LA MEDICINA PITTORESCA

' 'PATOLOGIA
--*sse-ae-
rl‘lSl POLMONARE. TUBEBCOLOS'A
e. Piccola cavità tubercolosa del tutto vuota,
e che non è tappezzata da alcuna membrana.
Poln_zoni contenenti dei tubercoli con vari gradi f Parte della superficie esterna del polmone.
del loro processo, ed una vasta cavità. tuber g. Tubercolo già in parte rammollito ed
colosa (Tavola VII, fig. 3 dietro il Laennec). evacùato.
h. Incipiente infiltrazione tubercolosa del
Offre questa figura un brano del lobo supe tessuto polmonare.
riore del polmone che rappresenta dei tubercoli
giunti a diversi gradi, ed una vasta cavità tu Cicatrice polmonare ‘( Tavola VII, fig. 5,
bercolosa. Si distinguono qua e là delle mac dietro il medesimo autore).
chie di sostanza polmonare nerastra, le quali
trovansi in maggior numero riunite fra la inca Questa figura rappresenta una depressione
vatura e la sommità del polmone. in forma di cicatrice alla su erficie del polmone,
a. Cavità tubercolosa assai vasta e tortuosa, indizio d’ una cicatrice reale all’interno.
prodotta dal rammollimento della materia tuber a. Depressione formata vicino alla sommità
colosa, che tappezza ancora qua e là le sue del polmone.
pareti. b. Lamine accidentali del tessuto sierosa
bb. Specie di colonne informi e irregolari, che riunite in forma di fasci congiungono la
le quali da una parete della cavità vanno all’op sommità del polmone alla pleura polmonare.
posta. Tali colonne risultano da tessuto polmo
nare condensato e compresso: esse sono coper
te da un leggero strato di materia tubercolosa. Queste tre figure possono dare un’idea e
cc. Masse formate dall’unione di molti tu satta delle diverse forme vestite dai tubercoli
bercoli crudi, la cui sezione offre una figura polmonari, e dei cangiamenti che sopraggiun
frastagliata simile a quella del fiore delle carte > gono agli organi di respirazione a cagione di
da giuoco. Le parti ombreggiate indicano il tali produzioni accidentali. Ognuno sa che i
tessuto grigio, e semi-trasparente dei tuber tubercoli sono corpi sviluppati spontaneamente
coli incipienti: i punti bianchi indicano la ma nel tessuto dei nostri organi, d’un bianco spon
teria tubercolosa già fatta gialla ed opaca. co tendente al giallo, d’una consistenza caseosa,
d. Granulazione migliare di Bayle. d’ una tessitura omogenea. Nei primi tempi pe
ee. Rami bronchiali che si aprono nella rò essi sono assai densi ed anche duri; e se
detta cavità. . condo il Laennec sono essi per lo più al loro
principio semi trasparenti, di piccolo volume,
Parte della superficie esterna delpolmone.
costituendo così le granulazioni migliari del
Sezione di un polmone, che o_fl're tubercoli di Ba_yle (I).
diversa forma. (Tavola VII, fig. 4 dietro il
Laennec.) (1) Non torneri discaro ai lettori della Medicina pillorelca,
che noi qui riferiamo come la pensò intorno la forma ed indole
Questa figura offre diverse forme della ina dei tubercoli un celebre naturalista, il dott. Kit/III di 1Vierderbrun,
estraendo tali pensamenti da una memoria intilolata. Ricerche
teria tubercolosa ed alcuni dei suoi effetti. microscopiche sulla formazione e sulla natura dei tubercoli
a. Tubercoli crudi, e già affatto gialli. nell’uomo, e negli sputi dein etici:
I.° Le granulazioni grigie del polmone sono composte di un
b. Gruppo di tubercoli incipienti, e la cui tessuto filamentoso che è circondato dl un gran numero di
parte esterna è ancor grigia e semi-trasparente. globctti albuminosi e di una spessa mucosità: 2.° Queste granu
lazinni hanno una decisa analogia con alcuni prodotti del mondo
0. Piccolo sacco cartilaginoso, che ha conte esteriore appartenenti alla classe dei nemazoairii del sig._ Gaillon:
nuto materia tubercolosa, e che si è vuotata esse possono considerarsi come una produzione parassita, vege
tante a danno del polmone, che minacciano di totalmente inva
pel totale suo rammollimento. dere appena che vi presero origine: 3.° Esse asono estmguersi
d. Cavìtà tubercolosa affatto vuota, e tappez mutandosi in tubercoli,. ma detta metamor osi non è sempre
necessariamente assoluta: 4.° Nel lavoro della tubercoliuazione.
zata da due membrane, l’una esterna e semi il tessuto filamentoso cdi globetti si riavvicinano, si agglomerano
eartailaginea, l’altra interna e molle‘7 vi si distin e si alterano, mentre che il muco che gli inzuppava _dispare:_
5.° Si trovano gli elementi di simile produzione parassita negli
gue l’ apertura (1’ un ramo bronchiale. sputi dei tisici, e qualche volta in uno stato di molto sviluppo;
PATOLOGIA 59
Comunque sia, dopo un certo-tempo, in cui di tutto da una tosse piccola, secca, ostinata e
itubercoli si mantengono allo stato detto di che niente calma, da una leggiera dispnea: tal
crudità, stato assai variabile nella durata, subi volta vanno soggetti a sudori notturni, e mo
scono un movimento intestino, pel quale ram strano già qualche sensibile smagrimento. Que
molliscono. Allora sono essi espulsi dalla tosse, sti sintomi costituiscono il primo grado della
unitamente ad una secrezione mucosa, abbon malattia. Nel secondo la tosse fassi più molesta
dante, sotto forma di sputi densi, d’ un: bianco. e frequente, 1’ escreato è denso, giallastro, gru
giallastre, con striscie bianche e sovente con moso, striato, abbondante, specialmente alla
piccoli grumi giallast’ri, caseiformil. ’ notte, cui si aggiunge leggera febbre, che mostra
L’ evacuazione loro dalla sostanza. del pel; dei paressismi vespertini; compaiono durante
mene dà origine a della cavità, la cui forma ed la notte dei sudori, che indeboliscono 1’ infer
estensione è relativa al- volume dei tubercoli, e mo, e che si mostrano particolarmente alle parti
che varia da una cavità capace di contenere un toraciche: lo smagrimento appena osservabile
pisello, fino a-quella capace per un uovo, ed nel primo periodo mostra di far rapidi progressi.
anche il pugno . Ognuno intende come in. L’ascoltazione instituita mentre l’ammalato par
quest’ ultimo caso l’eruzione della secrezione la fa sentire un susurro, quasi come se la voce
della materia tubercolosa esser debba oltremo sertisse dal tubo, il qual fenomeno fu dal Lacu
do abbondante; e ciò sia che nei polmoni ab nec chiamato pectoriloquio ,‘ e mentre 1’ amma
biano avuto origine delle masse. di questa ma- lato respira, o tessisce, fa sentire bene spesso
teria‘, oppure che siasi sviluppata una moltitu un suono, come se l’aria passasse per una ca
dine di grossi tubercoli, vicini gli uni agli altri, vità contenente un liquido; o una specie di
i quali abbiano distrutto a poco a poco l’inter gorgoglio, tante frequente-quanto le è il pect0
posto parenchima polmonare. Le caverne tu riloquio..Nel terzo grado gli sputi sono più ab
bercolosa sono irregolarmente rotonde, tortuo bondanti, la febbre continua, lo smagrimento
se, sinuosa; comunicano spesso le une colle estremo, e i sudori pure copiosi; cui vien die
altre ;- la superficie loro è fermata di. tessuto tro una diarrea colliquativa, ed una estenuazio
polmonare condensato, e. tappezzato da una ne, che va al massimo grado.
pseudo-membrana biancastra, di diversa den Dobbiamola maggior parte delle nozioni po
sttà, e fortemente aderente da un lato alle pa sitive che abbiamo al presente intornega questa
reti dell’ ulcera, dall’altra liscia, molto analoga malattia, al Bayle ed al Laennec. E a quest’ulti
alle membrane mucose, e secernente gran co mo medico siam debitori di un punto dallo stes
pia di muco denso, biancastro. so più particolarmente rischiarate: quello cioè
E' cosa assai rara che i tuberceli polmonari della curabilità dei tubercoli. Provarono le
sieno sempre circenscritti ai soli polmoni: al sue investigazioni,,che alcuni individui i quali
contrario essi adottano bene spesso e contem avevano di tali cavità nei polmoni, potevano vi
poraneamente molti altri organi; nel qual caso vere lungo tempo, ed anche guarire radicalmen
avvi una vera cacchessia tubercolosa. te senza alcun residuo di male, avendo egli pre
Gli effetti dei tubercoli sulle funzioni del vate, dietro esatte ricerche d"anatomia patolo
1’ organismo sono dei più funesti; certo essendo gica, che in- tali casi le caverne a poco a poco si
che per essi perisce un quinto circa degli am ristringono, e finiscono cella perfetta cicatriz
malati che entrano negli ospitali. zazione. In questo caso 1’ esterno del polmone
Finché tali produzioni morbose rimangono si mostra come increspate in corrispondenza
allo stato di crudità, l’ esistenza loro può appe alla cicatrice; come esservasi nella figura 5 di
na cadere in sospetto; e ciò specialmente se la qpesta tavola (1). "
loro agglomerazione nel polmone non sia con.
siderabile..Gli» ammalati vengono molestati più (1) Anche il dot. Martin-501m ha ottenuto la guarigione di
una tisi mediante le polmonali fumigazioni, in un giovane, che
G.° H lavoro della.tubereolizzazione è uno stato di deperimentoo morì in seguito per una affezione delle vie digerenti,enella sua
Pniale, o compiuto della produzione parassita; e sovente questa sezione si riscontrarnno delle ulcerazioni cavernose nei polmoni
perisaa al centro a misura che ella fa dei progressi alla. circon belle e cicatrizzata. li quanto meno rari non sarebbero mai tali
ferenza: 7.° Tale deperimento sembra ora essere la morte natu felici risultamenti, se i pratici si decidessero una volta ad usare
rale del parassita, ed altre volte invece venir determinata dalla più frequentemente l‘atmìatria polmonare! L’immorlale Mor agni
reazione organica: 8.° Non sarebbero adunque essi stessi i tuber p8nmva, che se mai si arriverà a scoprire un rimedio e esce
w|i che la parte morta; cui sono sem re inerti, e determinano contro la lisi polmonare, egli sarà fra quelle sostanze che si_pos
sovente la fusione purulenta che su iscon0. una febbre elica sono applicare direttamente ai polmrni per via dell’inspi‘azxonc.
"all'individuo od animale che. ne va affetto. (T).
60 LA MEDICINA PITTORESCA

'TEIIAP EUTICA
_4}te‘iss-

DELLA CHINA-CHINA OFFICINALE pi, la grigia, la gialla, la rossa, cui si aggiun


ge la ranciata. Parleremo in quest’articolo della
E del di lei uso terapeutico (Tavola VII, fig. 6 sola china grigia od officinale, essendo questa
la pianta, 7 il calice, 8 la corolla aperta, 9 il la prima specie stata usata in medicina; ed es
pistillo, 10 il frutto, 1 I il frutto tagliato tra sendo la stessa stata per molto tempo la più
sversalmente, 12 il grano, dietro il Turpin), dill'usa nel commercio.
La china-china officinale, che era da prima
La china-china, successivamente chiamata riferita alla cinchona oflicinalis di Liuneo, e che
Irina, indi Irina-Irina, china-china, corteccia pe Humbold e Bonpland nominarono cinc/zona
ruviana cc. è originaria del Nuovo-Mondo, e fu condaminea, è un albero comunissimo al Perù.
introdotta in Europa solo verso la metà del se I suoi rami opposti sono vestiti di una cortec
colo decimosettimo. Esiste ancora grande in cia ruvida, segnata di cicatrici, e da rughe tra
certezza circa il modo con cui giunse agli Eu sversali. Le foglie mediocremente picciuolate
ropei la cognizione della di lei virtù. Pretendono sono opposte, ovali, lanceolate (Vedi fig. 6).
alcuni ch’ essa sia stata loro comunicata dagli I fiori sono disposti in un pannicolo terminale.
indigeni, opinione la quale, dietro Hnmbold ed Il calice (fig. 7) finisce con sei piccoli denti
Olmedo, sembra assai poco'probabile imperoc corti, acuti. La corolla (fig. 8) rappresentata
ché in Loxa, presso la quale fu scoperta la pri aperta per mostrare l’inserzione degli stami, è
ma china-china, non se ne rinviene alcuna tra lunga un pollice e più pubescente all’esterno.
dizione: e gli stessi indiani dei paesi circonvi Il frutto (fig. 10) consiste in una capsula glabra,
cini, non sanno risolversi a prendere un tale ovale, oblonga, a due logge, che si allontanano
medicamento. Altri suppongono doversi tale alla base, e lasciano sfuggire dei grani (fig. 12)
500perta pienamente al caso: ma un fatto, che rotondi, compressi e marginati.
non ammette contraddizione, e che fornisce Questa specie di china-china si raccoglie nei
l’ etimologia del vocabolo generico cinclzona, è contorni di Loxa. Essa è composta in generale
che la moglie di un vice-re del Perù, la contessa di cortecce fine, rotolate, prese dai rami, ed
di Cinchon, presa da ostinata febbre intermit anche dai ramoscelli dell’albero. Tali cortecce
tente, fu guarita usando la corteccia polveriz sono grigiastre esternamente, rossastre inter
zata della china-china. Dal che venne che per namente, d’ un sapore amaro risentito. Alla frat
moltissimo tempo fu tale preparazione denomi tura ofi'rono dei punti lucenti, resinosi, visibili
nata polvere della Contessa: indi polvere dei colla lente. Essa ci viene in lunghe bacchette
Gesuiti, avendola questi religiosi trasportata in fibrose: e se ne riconoscono di tre sorta, la Lo
Italia, a cui la fecero nota. ma, la Lima e la Huanaco.
Già da molto tempo formava la china-china Dietro le ricerche di Pelletier e Caventou,
oggetto di estesissimo commercio, allorché si questa corteccia è composta: I. di una sostanza
pensò ad istituire delleqricerche botaniche pro particolare detta cinclzonina, la quale esiste, ma
prie a far conoscere l’albero, o piuttosto gli albe in minor quantità, nelle tre principali specie di
ri che somministrano questo prezioso medica china-china, nelle quali, combinata alla chinina,
mento. Avvenne quindi che Sulle prime la cor ed alla chinoidina, forma la parte veramente at
teccia di china-china andasse confusa con molte tiva; 2. di una materia crassa verde; 3. d’una
sostanze essenzialmente diverse: ed anche oggi materia colorante rossa; d’ una specie di tan
giorno, benché celebri botanici siensi occupati nino, 5. d’una materia colorante gialla. Vi si
di tale quistione, rimane molta incertezza in trova ancora del chinato di calce, della gomma,
torno ad alcune specie, le quali sono da alcuni dell’ amido e del principio legnoso.
risguardate quali semplici varietà, da altri sup Niuno potrà negare essere le cortecce delle
poste apPartenenti a generi diversi. Comunque diverse specie di china usate il più utile ed il
sia, si convenne in questi ultimi tempi di divi più riputato medicamento; o sia che si giudichi
dere le chine-chine usate in Francia in tre grup dell’importanza di una medicina dalla quantità

\_1
TERAPEUTICA 61

degli scritti per essa pubblicati; sia che si de di preparazioni: e ciò può vedersi nel gran nu
suma l’ utilità d’ un medicamento dal numero, mero di formole contenute nelle diverse farma
e più di tutto dalla frequenza degli inaspettati copee d’ Europa. Ciò nulla meno di tutte le
vantaggi ottenuti nelle più gravi affezioni, sia preparazioni armaceutiche di cui questa cor
che se ne consideri pur anche l’ abuso fatto, il teccia formava la base, rimangono ora soltanto
quale è sempre ID relazione colle numerose ma la polvere, 1’ infuso o il decotto, il quale si ado
lattie, nelle quali si è creduto di doverlo pre pera piuttosto per le lozioni, per le fomenta
scrivere. Tali corteccie infatti possedono due zioni ed iniezioni, che per l’uso interno: il
ben distinte proprietà: essendo esse nel mede siroppo, che si prescrive ancora come stoma
simo tempo, e febbrifughe e toniche. Indi qua chico e fortificante; il vino, la tintura e l’estrat
tunque sia il modo con cui la china data a to, il quale si amministra in pillole, o in bolli eo
gran dose produce la propria azione, questa è me stomachico, tonico e febbrifugo. E alcune
eminentemente febbrifuga; ma più di tutto si fra queste preparazioni sono anche cadute fuor
ha ricorso a questo farmaco nelle febbri inter d’ uso, specialmente dopo la scoperta della cin
mittenti ostinate, sieno esse regolari o irrego conina, e della chinina,alcaloidipreziosi,iquali
lari, nelle febbri continue gravi con esacerba uniti a degli acidi‘ formano dei sali, cui la me
zioni, nelle febbri larvate, e in generale nella dicina pratica è da molto tempo debitrice di
maggior parte delle affezioni accompagnate da cure meravigliose. Credevasi da principio che
periodo. E tale necessità è anche più urgente la prima di queste alcoidi (la cinconina) fosse
nelle febbri intermittenti perniciose, nelle quali assai meno attiva della chinina, la quale pre
il più piccolo ritardo nella sua amministra domina principalmente nella china gialla, ma
zione può riescire fatale all’ informo. Come to l’esperienza mostrò tale falsità. (1’ opinione ,
nico poi, ed a piccole dosi, onde agire insensi e che puossi sostituire 1’ uno all’altro di tali
bilmente sui tessuti da corroborarsi, la china solfati, ciò però non toglie che la maggior parte
può essere prescritta in un immenso numero dei pratici usino quasi esclusivamente del sotto
di malattie. Ed è dietro tale virtù che si è po solfato di chinina. Questo sale, che è in piccoli
tuto verificare gli ottimi di lei effetti in alcune cristalli di color bianco sporco, setacei, flessi
rouiche flemmasie, in certi catarri, i quali già bili, solubilissimi nell’ alcool, e poco solubili
iù non consistevano che in un semplice flusso nell’acqua e nell’etere, si amministra sotto di
mucose dei bronchi, nelle emorraggie passive, verse forme, e si usa in un gran numero di af
nelle diarree atoniche, in alcune affezioni linfa fezioni come rimedio tonico ed antiperiodico.
tiche, in molte malattie organiche, in certe neu La dose, in cui si amministra il sotto-solfato
rosi o neuralgie periodiche, finalmente nella di chinina varia a seconda dell’idiosincrasia, e
convalescenza di molte malattie, specialmente della malattia che si ha a combattere; in gene
se vi abbia debolezza delle vie digerenti. rale si usa internamente come tonico alla dose
Anche la chirurgia ottiene dei grandi van di uno o due grani al giorno, ripetendolo per
taggi dall’uso della china: sia essa usata all’in molti giorni di seguito. Come febbrifugo si por
terno per tonizzare e fortificare 5 sia all’ esterno ta la dose da due a trentasei grani e più nelle
per impedire la putridità. In quest’ultimo caso ventiquattro ore, diviso in più prese, entro le
mostrò essa i suoi vantaggi più di tutto nel ostie, o'sotto forma di bolli o di pillole unito
trattamento della gangrena, specialmente nella alla polvere d’anisi, di finocchio, od a qualche
nosocomiale, delle ulceri atoniche, fetide, sa estratto. Per l’uso esterno si amministra il sot
niose o scorbutiche, e nella cura delle piaghe tosolfato di chinina sotto forma di‘frizione o
fistolose, massime se offrano uno stato di mol sulla cute intatta, oppure spogliata dell’epider
lezza, conseguenza della privazione di vitalità ma; e ciò specialmente in que’ casi di febbri
nel tessuto. accessionali in cui l’irritazione delle vie dige
Pochi sono i farmaci che abbiano come la renti offra una controindicazione al suo uso
china prestato un numero si grande e variato interno. ‘

--_QGO.*-

Ued. Fin. T. I.
LA MEDICINA PITTORESCA

ANATOMIA
-*H* 4.3.".

VENE destra, che si divide in due rami. - 43 Vena


renale destra.
Vene del collo, del petto e dell’ addome che
mettono nelle cave.
DESCRIZIONE COMPENDIATA DELLE PRINCIPALI VENE
(Tavola VIII, fig. 1, secondo Lonsa.) RAPPRESENTATE DA QUESTA FIGURA.

Spiegazione “dellafigura. Vmu cava SUPERIORE. Vien essa formata dalla


riunione delle due vene sotto-claviaari. Esten
1 Arteria carotide primitiva destra.-2 Arco sione. Dalla cartilagine della prima costa destra
dell’aorta.- 3 Tronco dell’arteria brachio-cefa giugne fino all’ orecchietta destra del cuore.
lica.--4 Arteria carotide primitiva sinistra. Tragitto. Incomincia un po’ al dissopra dell’ar
5 Arteria sotto-claveare sinistra-6 Orecchiette co dell’aorta, e portasi in principio a sinistra
destra del cuore.- 7 Orecchietta sinistra dello ed all’innanzi fino alla base del pericardio, en
stesso organo-8 Ventricolo destro.:-g Ven tro cui s’ infossa, in seguito discende vertical
tricolo sinistro del cuore.- 10 Artena polmo mente a destra dell’ aorta, e si apre nell’orec
nare.'- I 1 Division destra, e - 12 Divmon sr chietta destra del cuore superiormente alla ve
nistra dell’arteria polmonare-13 Aorta_addo na cava inferiore. Rapporti. I.° Anteriormente
minale.- 14 Arteria celiaca. --_15. Artena 11m le sta collocato il timo, ed il mediastino ante
ca primitiva destra. - 16 Artena 1haca esterna riore; 2.° posteriormente la vena polmonare
destra-17 Arteria ipogastrica destra-118. _Ar destra superiore e 1’ aorta; 3.° a destra ha il
teria iliaca primitiva sinistra. -- 19 Arteria iliaca polmone; 4.° ed a sinistra il pericardio. Direz
esterna sinistra. - 20 Arteria ipogastrxca Slnl mazioni. La vena cava superiore prima di ar
stra.-2r Vena facciale posteriore. - 22 Vena rivare al pericardio riceve le veneazygos, mam
facciale anteriore. -- 23 Vena sotto-mentale. - maria interna, e tiroidea inferiore destra, come
24 Tronco comune a parecchie vene che apre pure parecchie ramificazioni dalle vene del ti
si nella vena giugulare esterna.-25 Tronco mo, del mediastino, e dalle diaframmatiche su
della vena giugulare esterna destra. - 26 Pau periori, parimenti del lato destro. \
nione delle vene giugulari interna ed esterna. Vena mammaria interna destra. Non vi ha
27 Tronco comune a molte vene che mette alcuna differenza tra essa e la sinistra.
nella vena giugulare interna. - 28 Vena giugu Vena tiroidea ir_zferiore destra. Analoga nel
lare esterna sinistra proveniente dalla riunione primo tratto del suo corso a uella del lato si
delle vene facciali anteriori e posteriori sini nistro, discende poscia all’in uori e posterior
stre-29 Altra vena giugulare esterna sinistra, mente ai muscoli sterno-tiroidei, e sterno-joi
derivante Ìdall’ unione delle vene auricolari podei, per aprirsi nella vena capa superiore tra
steriori ed occipitale. - 30 Tronco comune a le due vene sotto-claveari.
molte vene, il quale va ad.aprirsi nella vena Vena azygos. Questa vena, che stabilisce
giugulare interna sinistra. - 31 Vena.ascellare una comunicazione tra le due cave, si apre ap
sinistra.--32 Vena giugulare interna sm:stra. punto in esse; trae origine dalla parte poste
33 Vena sotto-clave_are sinistra-34 Vena giu riore della vena cava superiore immediatamen
gulare interna destra. -- 35 Vena sotto-clavea te sopra alla diramazione bronchiale destra, e si
re destra. - 36 Vena ascellare destra. - 37 Ve atteggia a guisa d’arco intorno a esta e l’ar
na sotto-claveare destra, che è una continuazio teria polmonare destra col curvarsi che fa dal,
ne della vena ascellare. - 38 Vena cava supe 1’ innanzi all’indietro, e un po’ da sinistra a
riore-3g Vena azygos, che si apre nella cava destra. Scorre poscia sulla parte anterior de
superiore. - 40 Vena coronaria anterxore._ stra del corpo delle vertebre dorsali accanto
41 Vena cava inferiore. -- 42 Vena spermahca all’ aorta, penetra nell’ addome passando per
ANATOMIA 63
mezzo le appendici del diaframma, per mettere NERVI
nella cava inferiore, e talvolta in qualcuna del
le vene lombari. - Nervi e plessi lombari.
Vicino all’origine sua, sulla parte convessa
del suo arco si apre la vena bronchiale destra, (Tavola VIII, fig. 2, secondo Scnmnr.)
come pure molte piccole vene che provengono
dalle parti circonvicine. Nello scorrere che fa Spiegazione della figura.
lungo le vertebre dorsali riceve: 1.° anterior
mente molti ramoscelli che provengono dal 1 Nervo gran simpatico discendente lungo
1’ aorta, e dall’ esofago; 2.” a destra le vene in la duodecima vertebra dorsale, e le cinque lom
tercostali destre, che hanno un’ analoga dispo bari. - 2 Il primo. - 3 Il secondo. - 4 Il ter
sizione delle arterie dello stesso nome; 3.° a zo. - 5 Il quarto. -- 6 Il quinto dei gangli lom
sinistra, e verso la settima costa, la vena semi bari.-7, 8 Rami d’ anastomosi del primo ner
azygos, la quale, apertasi inferiormente nella vo lombare col gran simpatico. -,g, 10 Rami
vena renale sinistra, o nella prima lombare, d’ anastomosi del secondo nervo lombare col
penetra, per un foro del diaframma, nel petto, gran simpatico. - 11 Rami d’ anastomosi del
ascende parallela alla vena azygos, sul lato si terzo nervo lombare col gran simpatico. - 12
nistro delle vertebre, posteriormente all’ aorta Rami d’ anastomosi del quarto nervo lombare
ed all’ esofago, e riceve le vene intercostali in col gran simpatico. - 13 Rami d’ anastomosi
feriori sinistre. del quinto nervo lombare col gran simpatica
Vera cava un‘unione o annonmumz. - Esten-' 14 Dodicesimo nervo dorsale. - 15 Ramo d’a
sione. Scorre dall’ articolazione della quarta e nastomosi del nervo precedente col gran sim
quinta vertebra dei lombi fino all’orecchiet patico. - 16 Anastomosi del dodicesimo nervo
la destra del cuore. Tragitto. Ascende a prin dorsale col- 17 primo lombare. -- 18 Nervo
cipio verticalmente sulla parte lateral destra ilio-ipogastrico di Schmidt.- 19 Ramo del me
del corpo delle vertebre lombari, fino sotto desimo nervo. - 20 Nervo ilio-inguinale di
al fegato, dietro il quale nascondesi scorren Schmidt.- 21 Il secondo nervo lombare.
do in una infossatura di quest’ organo. Passa in 22 Nervo spermatico esterna-9.3 Nervo lom
seguito attraverso un’apertura dell’aponeurosi bo-inguinale.-a4 Nervo cutaneo esterno.
frenica, {penetra nel pericardi , e si apre nella 25 Nervo cutaneo anteriore. - 26 Nervo cuta
parte in eriore e posteriore de l’orecchietta de neo medio-27 Terzo nervo lombare-4.8
stra. Rapporti. Anteriormente ha l’ arteria ilia Quarto nervo lombare. - 29 Tronco del nervo
ca primitiva destra, in seguito il pericardio, crurale. - 30 Nervo otturatorio.
il duodeno, ed il fegato, a sinistra 1’ aorta. Di
ramazioru'. Mettono nella vena cava inferiore,
la vena sacra mediana, le lombari, le spermati
che, le renali, le capsulari, le epatiche e dia
frammatiche inferiori.
LA MÈDICINA PITTORESCA

PA 'I‘OL'O'GIA
_ _--a»s-:-zs+-
/

MA-LA'I TIE DEGLI OCCHI Nella cura della procidenza dell’iride, a nor
ma della recente od antica data della malattia,
Piocidenza od ernia dell’ iride. devonsi aver di mira due indicazioni, eauteriz
zare il tumore, o farne l’eccisione.
(Tavola VIII, fig. 3 e 4, secondo SCARPA.) Si tocca, nel primo caso, la porzione dell’i
ride sporgente sulla cornea, con del proto-clo
Allorquando, per qualsiasi causa, l’ umor ruro d’antimonio, o, ciò che torna ancor più
acqueo dell’occhio si è fatto strada per una comodo e sollecito, col nitrato d’ argento, in
qualche apertura della cornea, e che la pressio guisa da produrre sul centro del tumore una
ne esercitata da questo umore posteriormente escara di sufficiente ampiezza; quest’operazio
all’ iride, non è più contrabilanciata dalla resi ne verrà rinnovellata tante volte quanto tor
stenza del liquido contenuto nella camera ante nerà necessario, perché la porzione protube
riore, non solamente viene questa membrana a rante dell’iride venga distrutta fino al disotto
poco a poco spinta innanzi, ma esce anche in dei margini della ferita 0 dell’ ulcera, onde non
parte fuori dall’ occhio. In tal caso ne insorge insorga verun ostacolo, non solamente allo svi
una malattia malamente da alcuni pratici espres luppo dei bottoni carnosi dal fondo della pia
sa col nome di stqfiloma, da altri però più giu ga, ma ancora alla sua perfetta cicatrizzazione.
diziosamente appellata procidenza, od ernia Nel secondo caso, quart’do cioè la procidenza
dell’ iride. dell’iride sia antica, è d’uopo asportare, me
Questa affezione, della quale nella figura 3 e diante delle forbici curve sulla parte piatta ed
4 se ne veggono due esempi, uno prima, l’al a livello dei margini esterni della cornea, la
tro di poi la guarigione è sempre la conseguen parte prominente dell’iride che trovasi ade
za d’ una soluzione di continuità della cornea, rente ai labbri inferiori della ferita, o dell’ul
con perdita o senza di sostanza, può ella quin cera della cornea. Ma, come è avvertimento del
di esser prodotta da ulceri che abbiano corroso lo Scarpa, non bisogna ricorrere all’eccisione
tutte le lamine di questa membrana, da ferite se non quando divenuta col tempo questa por
fatte con istromenti taglienti alla cornea tra zione dell’ iride dura, callosa, e quasi insensibi
sparente, e da violenti contusioni all’occhio le, offra alla sua base un peduncolo facile da
con rottura. Non è raro veder succedere dietro troncarsi. Per tal maniera non si corre perico
l’ operazione della cateratta e dell’ipopro la lo di veder rinnovarsi l’uscita dell’umor ac
procidenza dell’iride; come può egualmente queo, nè quella di una nuova porzione dell’iri
" avvenire per causa di una troppo stretta _ o de. Per destare poi in seguito nell’ ulcera della
compressiva fasciatura sul margine dell’occhio. cornea il grado (1’ infiammazione opportuno
Il tumore che risulta da quest’ ernia è necessa alla sua cicatrizzazione‘bastono due applicazio
riamente del medesimo colore dell’ iride, cioè ni di nitrato, d’ argento.
bruno o grigio. Talvolta ha una forma rotonda,
èliscio, pedunculato, globuloso, ineguale, quasi
che fosse ingenerato dalla riunione di parecchi MALATTIE DEL CUORE
globetti; tal’ altra è isolato, o moltiplicato a se
conda del numero delle soluzioni di continuità Aneurisma del canal arterioso osservato in un
della cornea. Facilmente si comprende che bambino lattante.
non può l’iride sortire da una simile ferita
senza che la pupilla cangi di situazione e di (Tavola VIII, fig. 5, secondo Bruno.)
forma; non è quindi raro lo scorgere che dl
poi essersi trasportata verso la procidenza, Ne’ fanciulli, non meno che negli adulti, con
prenda essa una figura ovale ed oblunga (veg. sistono per la maggior parte le malattie del cuo
la fig. 3), come pure sparisca anche sul fatto re in organiche lesioni, che sovente esistono fi
compiutamente. no dalla nascita, ma i cui effetti non si fanno
PATOLOGIA 65
palesi che in una età più avanzata. Egli è que del corpo umano quella che cade più sotto oc
sto il motivo che nei bambini da latte è raris chio, e che è d’una grande incomodità per co
simo l’ osservare le diverse varietà d’ aneuri lui che ne va affetto.
smi del cuore e dei grossi vasi che sì frequen Cause dei piedi torti. Può succedere la
ti rinvengonsi in un epoca più matura della kyllopodia o nella parte interna o nell’ ester
vita. Billard, al quale noi dobbiamo esser grati na dei piedi, afl'ettarli contemporaneamente
per un eccellente Trattato delle malattie dei tutti e due od uno soltanto, essere acciden
neonati, non riscontrò che una sol fiata in un tale 0 congenita. Nelprimo di questi ultimi
bambino di due giorni un caso di dilatazione casi la mala conformazione dei piedi può es
passiva ed eccentrica delle cavità del cuore. sere la conseguenza di una qualunque arci
Egli non ha mai osservato aneurismi dei grossi dentale cagione, come sarebbe una caduta sui
vasi in soggetti cosi teneri, ed il solo esempio piedi, le morbose affezioni ai muscoli, ai lega
d’aneurisma del canal arterioso che ha avuto menti, alle ossa di tali regioni, le distorsioni,
occasione di vedere nella sua pratica, e l’ esi ed il cattivo modo di portare ipiedi camminan
stanza del quale non poteva sospettarsi per al do. Al contrario nel secondo caso, la malattia
cun segno esterno, lo rinvenne in un bambino manifestasi nei fanciulli anche prima della loro
di giorni quattro. E’ appunto questo curiosissi nascita, ed essa attribuir devesi ad una viziosa'
mo caso che noi abbiamo rappresentato colla posizione del febó nell’ utero materno; ma una
figura 5, riferendo qui le principali anatomiche tale opinione non è per altro generalmente am
particolarità relative a tale osservazione. messa; e perciò si suole ricercarne le cause o
Il cuore era in questo feto più voluminoso nel disiquilibrio delle forze_ muscolari, che
di quello suol esserlo ordinariamente in fan muovono il piede, per cui i fanciulli vengono
ciulli appena nati: le due cavità laterali riem costretti ad una progressione contro natura, o
pite d’ un sangue nero ed aggrumato offrivano in una qualunque lesione dei legamenti dell’ar
una capacità ad un dipresso eguale. Il cana ticolazione del piede colla gamba.
le arterioso, che avea in circa tre linee e Si riconosce una tale deformità dai seguenti
mezzo di diametro trasversale, e nove di cir caratteri. Il margine esterno del piede è diretto
conferenza, rassomigliava a un grosso nocciuolo contro il suolo, sul quale appoggia durante la
di ciriegia (veg. fig. 5), e, esaminandolo ester stazione. Soventi volte lo stesso malleolo ester
namente, avrebbesi detto mettere nell’ aorta no del piede sostiene una parte del peso del
con una larga apertura. Ma tale larghezza non corpo; la punta del piede viene rivolta all’ in
era cheppparente ed esterna, avvegnachè 1’ in dentro ed in alto, e forma una specie d’ango
terno del tumóre era chiuso da grumi strati lo acuto col lato interno della gamba, ed un ot»
formi, fibrinosi organizzati, nè scorgevasi nel tuso coll’ esterno. Il malleolo interno quasi del
suo mezzo che una specie di pertugio pel qua tutto scomparve, e la pianta dei piedi diventa
le poteva appena passare la penna di un cor verticale in luogo di mantenersi orizzontale;
vo. La bocca e l’esofago trovavansi in uno stato le loro estremità anteriori avvicinansi più o
sano; il fegato era zeppo di sangue, ed i polmo meno 17 una all’ altra, e talvolta nel camminare
ni ingorgati. Nello stomaco e nel tubo intesti si toccano: pure la posizione delle ossa della
nale vi avea forte congestione sanguigna; ma gli gamba non ha provato alcun cangiamento.Scom
altri organi del corpo non presentavano veruna parsa la sporgenza posterior del calcagno si ve
particolarità. de rivolta al lato interno del piede. Nel cammi
nare il malato non appoggia giammai il tallone
Vlle Dl CONFOBMAZIONE sulla terra, e ne addiviene da una si fatta pro
'gressione che la pianta del piede è molto con
Due esempi di piedi torti dalla nascita. cava, e Solcata più o meno profondamente. Il
margine esterno, diventando il punto d’appog
(Tavola VIII, fig. 6 e 7, secondo Cnuvzrzmea.) gio di'tutto il corpo, prende necessariamente
un aspetto differente dallo stato suo naturale,
Il vizio di conformazione de’piedi conosciu e però lo si vede coperto di spesse e dure cal
to generalmente da lungo tempo sotto il nome -.losità, ed acquista una super mie ovale più o
di piedi torti, e che il D.' Ivernois vorrebbe si meno ineguale, o piatta. Gli individui quindi
chiamasse kyllopodie dal greco appunto xuÀÀ1 attaccati da tale difl'ormità camminano con mol
aro5n; piede torto, è forse di tutte le infermità ta pena ed incomodo, ed\ anzi che nel pro
esv
LA MEDICINA PITTOBESCA
gredire descrivere una linea orizzontale, sono senza anchilosi, e che venga semplicemente de“
costretti di far a’ lor piedi percorrere un mezzo terminata o mantenuta dal disiquilibrio dell’ a:
cerchio portandoli uno innanzi l’ altro; da una zion muscolare. E‘ in questi casi, quando cioè I
simile diflicoltà ed imbarazzo di camminare ne piedi torti non sieno complicati a deformazione
succede poi la facilissima probabilità di cadere, dell’ astragalo, che si ottengono dei grandi van
o anteriormente o posteriormente a cui sono taggi dal temporario raddrizzamento del membro
esposti tali malati, perché essendo il loro pia deviato, eseguito parecchie volte fra il giorno, e
no di sostegno variabile, non trovasi più nella dall’ uso delle frizioni e della percussione sulla
linea verticale indispensabile onde la progres parte malàta: mezzi i quali, contro i veri piedi
sione si mantenga solida e sicura. torti non devono risguardarsi che come acces
Caratteri anatomici dei piedi torti. In questa sorii. Se 1’ astragalo ha patito una deformazio‘
' deformità le ossa del tarso non soffrono ordi ne, siccome questa non può esser stata prodotta
nariamente lussazione di sorta; ma restano sol che da unaforza, la quale abbia agito imprimendo
tanto deviate dai loro naturali rapporti, e di al piede un movimento dal di fuori al di dentro,
versamente rivolte : ad una tale deviazione van e lo abbia poi trattenuto in una viziosa posizione,
no principalmente soggetti l’osso scafoide, cu cosi conviene sul principio, alla guisa che insegna
boide, e calcagno. Nissun per altro di tali ossi il prof. Cruveilhier, dare all’astragalo una dire
si vede interamente abbandonare le superficie zione in senso inverso, vale a dire, un movimen
articolari che lo univano alle ossa vicine, e tut to di rotazione dal di dentro al di fuori combi
ti rinvengonsi rivolti sul loro piccolo asse dal nato ad un movimento di rotazione dall’innanzi
di dentro all’ infuori del piede. Nei piccoli fan all’ indietro. Mantiensi di poi per lungo tempo
ciulli l’ articolazione tibio-tarsiana pochissimo quest’osso in tale direzione, in guisa che il pie
in generale partecipa della deformità congenita; de si ristabilisca per mezzo di un meccanismo
al di dentro, 1’ astragalo pure devia pochissimo affatto consimilg a quello che ha operato il suo
dalla sua naturale posizione; un tal accidente rimovimento. Il punto essenziale di cura è adun
non succede mai nei fanciulli più avanzati in que quello di rinvenire una macchina, la. quale
età affetti da killopodia accidentale, e ne’ quali tenda incessantemente a ritornare l’astragalo alla
questo osso rivolgesi molto internamente, e sua naturale direzione, operando per gradi, e,
presenta uno marcatissimo spostamento. Sembra per quanto sia possibile, con mezzi elastici.
inoltre che siffatta malattia eserciti un’ influen Non imprenderemo qui ad esporre in un esame
za particolare sulla nutrizione delle ossa, che in comparativo i diversi apparecchi in proposito
generale non veggonsi giammai cotanto volumi immaginati, riservandosi di descriverne qualcu
nose, quanto in un piede bene conformato. I no più minutamente in uno dei successivi fasci
nervi, i muscoli, le vene del membro malato coli, limitandoci ora a terminare questo articolo
sono parimenti più esili del consueto. colla succinta descrizione di due piedi-torti dal
Ravvisata questa morbosità nel suo stato di la nascita riscontrati uno in una femmina adulta,
semplicità non è un’ affezione pericolosa, ma 1’ altro in un fanciullo.
solamente una deformità che rende diflicoltato Rappresenta'la figura 6 il piede-torto di un
il moto senza alterar punto la salute; perocchè fanciullo da sei a sette anni, colla parte inferio
quegli individui che ne sono vittima, quando re della gamba troncata verso la riunione dei
del resto godano perfetta salute, vivono una due terzi superiori col terzo inferiore. Questo
lunga vita, non altrimenti che se avessero iloro piede fu sezionato in modo da potersi ben rile
piedi ben conformati. Ciò per altro non addivie varele deviazionisofferte dalle ossa; vedesi quin
ne allorquando delle esterne locali affezioni si di l’ epifisi che costituisce il malleolo esterno -,
complicano a questa infermità; in generale, il malleolo interno, e 1’ estremità della tibia co
quando a queste morbosità altre pur se ne as stituita dalla sua epifisi; l’astragalo protratto
sociano, come_ scrofole, sifilide, ulceri, tumori all’ innanzi ed articolato collo scafoide per mez
bianchi, fratture, distorsioni, il pronostico deve zo di una faceetta siftàttamente piccola che la
esser piuttosto infausto, e l’ amputazion della si direbbe piuttosto un orlo; il calcagno, la sua
gamba e la sola risorsa che rimane al chirurgo. tuberosità anteriore; lo scafoide che è estrema
Terapeutica dei piedi-torti. L’indicazione te mente piccolo, e che giugne quasi alla sommità
rapeutica è sempre facile a comprendersi, ogni del malleolo interno; l’osso cuboide; le ossa
qualvolta una tale deformità non dipenda che cuneiformi.
da una semplice deviazione delle ossa del piede Vedesi nella figura 7 la gamba di una donna
TERAPEUTICA 67
di anni 41. Tanto la pelle che l’aponeurosi del una degenerazione grassosar i tendini stessi era
la gamba furon levate, e questa è disegnata in no tenuissimi, il tendine d’Achille offriva appe
modo da offrire alla vista il suo lato esterno. In la metà del volume di quello del lato opposto;
uesta donna, che morì alla Maison Royale de e tale stato atrofico avean pure subito le aponeu
ganté, in conseguenza di una apoplesia polmo rosi. Le arterie e le vene della gamba eran ben
nare, tutti i muscoli di questa parte avean patito lungi dall’ avere il loro ordinario calibro.

“N°290.

T EiIì.A P E II'T I C A

DELLA SCILLA Le squamme della cipolla di questa pianta,


sola parte che adoprasi in medicina, hanno un
e del suo uso terapeutico. odor forte e piccante, che irrita gli occhi ed il
naso. Il loro sapore mucilagginoso a principio
(Tavola VIII, fig. 8 il bulbo e lo stelo, 9 il fiore, bentosto diventa amaro, acre, nauseoso, ed il
10 il calice aperto cogli stami, 1 1 il pistillo, lor succo, in certe epoche dell’anno, conserva'
12 il frutto, 13 il frutto tagliato orizzontal una tale acredine da determinare un prurito
mente, 14 il grano, secondo Tnarra.) molesto alle mani: questa sensazione probabil
mente si deve ad un principio particolare, che
La Scilla (Scilla maritima L.) pianta bul Vogel qualificò col nome di scillitina, principio
bosa ammirabile pei suoi lunghi e bei grap il qual sembra esser la causa dell’ azione della
poli di fiori bianchi stellati, e per i bulbi del scilla sull’ animale economia.
le sue radici, la grossezza dei quali supera La scilla è uno dei più antichi medicamenti
talvolta quella di un ordinario mellone, cresce che noi possediamo. Dacchè si attribuisce ad
nelle provincie meridionali della Francia fra Epimenide l’introduzione di essa in medicina.
le sabbie del littorale del Mediterraneo e nei In generale questa pianta è ritenuta come una
piani sabbionosi delle coste marittime. Quella delle più utili sostanze della materia medica;
però che generalmente circola nel commercio si convien soltanto per mente alla sua grande at
ritira dalla Spagna, dalla Barbaria, e dalla parte tività, ed amministrarla con molta cautela. Al
meridionale dell’Italia. Il bulbo di questa pianta lorquando è recente la scilla ha un azione fortis
composto di tonache le Une dentro le altre inca sima; e perciò non la si usa che secca, od in
strate, è piriforme e di varia grossezza; all’ester infusione nel vino e nell’aceto; ad una dose un
no vedesi coperto di tenui e secche scaglie di po’ elevata è velenosa, e cagiona dei gravissimi
color bruno carico.Le tonache interne sono bian disordini, produce delle vive coliche, infiamma
che e carnose; ma le più esterne, le sole usate, lo stomaco e gli intestini, suscita delle convul
hanno un color leggermente rossiccio, un odor sioni, dei vomiti, e può anche talvolta, come lo
penetrante, e sono zeppe di un succo acre e vi provarono le esperienze di Orfila e di Alibert,
schioso, che più non rinviensi quando la pianta occasionare la morte.
sia diseccata. Da questo bulbo, 0 cipolla sporgon0 A dosi moderate, e somministrata in circo
delle foglie radicali, ampie, un po carnose, e dal stanze opportune, la scilla è uno de’ migliori
loro centro sorge un gambo spesso diritto, uni espettoranti e diuretici, e viene perciò data fre
co, cilindrico, alto tre o quattro piedi, adorno quentemente per provocare l’espettorazione di
per la metà circa di sua altezza di numerosi fiori materie vischiose, che, in certi casi, ingombrano
pedicellati, e riuniti in un grappolo denso un po’ i polmoni nei catarri cronici, nelle leucoflema- '
carico. Ciascun fiore (fig. 9) componesi d’una co sie, nelle idropi passive, nell’ idrotorace, ecc.
rolla spartita in sei fogliette e disegnata a guisa A norma delle malattie, dell’ età e del tem
di stella. Vi si osservano sei stami della lunghez peramento degli individui, la scilla si prescrive
za della corolla, il frutto (fig. 12) è una capsula ad un grano o mezzo; quantità che si può ripe
quasi ovale con tre loggie e tre valve contenente tere più volte fra la giornata, se trattisi special
dei semi di forma rotondeggiante (fig. 14). mente di darla come diuretico.Quando si voglia
68 ‘ LA MEDICINA PITTORESCA
ottenere da essa un’azione espettorante ed inci si ha campo di vederlo nella figura 19, che mo
siva la si unisce in piccola dose al looch, ed stra uno di questi frutti, di cui si è levata la
alle pozioni bechiche. La si somministra pure metà d’ una delle valve, onde formarsi meglio
sotto forma dipillole combinata al butirro di cac un’ idea della disposizione de’ suoi grani.
cao, a diversi estratti, o a differenti polveri. In generale tutta la sena del commercio, sen
Il vino, 1’ aceto, l’ossimiele, e la tintura di za distinzione di spezie, ci perviene dall’Egitto.
scilla sono di tutte le sue preparazioni, quelle Gli Arabi dopo averne fatta la raccolta nella N u
che più d’ordinario si usano; l’ossimiele è spe bia, nell’ alto Egitto e nell’Abissinia, trasporta
cialmente adoperato sia solo, sia incorporato in no subito questo medicamento a Sijene, ove
una bevanda, o pozione opportuna, alla dose di vien fatto il primo deposito, e di là la si fa di
una a due dramme ripetute fra la giornata. Si scendere lungo il Nilo fino a Boulac, porto del
adopera pure frequentemente il vino o la tintu Cairo ove esiste il princi al magazzino. E'a Bou
ra per frizioni sulle parti gonfie, ne’ casi di eda lac dove si manda con diligenza la sena ; si se
mi acquosi, non tropPo antichi, e che non rico paranoi follicoli per stabilirne un commercio a
noscano per causa alcuna organica lesione. parte, si mescolano insieme le foglie delle tre
specie sopra indicate unitamente a quelle del
cynanchum argael, e in questo stato si fanno
DELLA SENA passare in commercio sotto il nome di sena del
la paltha, nome di un’ imposta alla quale è
e del suo uso terapeutico. soggetta la sena per ordine del gran Signore.
Le foglie ed i follicoli di sana generalmente
(Tav. VIII, fig. 15 mi ramo della pianta, 16 pe risguardansi come eccellenti purganti, i quali,
talo inferiore, 17 petalo superiore, 18 il frut purché sieno opportunamente amministrati, o
to, 19 il grano. ingrandito, sec0ndo Tunrxa). erano con certezza, ed ordinariamente senza
produr dolori, coliche, e lasciar poscia l’alvo co
Col nome di sena si chiamano in farmacia stipato. L’unico inconveniente sotto il riguardo
quelle foglie purgative che si raccolgono da pa medico, che può produrre un tale medicamen
recchie specie del genere Cassia, e che'Linneo to, si è quello di‘sconcertare più o meno la di
confuse colla denominazione di cassia senna, gestione, e di promuovere talvolta nausea ed
ma che i moderni botanici riconobbero appar anche il vomito. Ma, eccetto tali effetti, che non
tenenti a tre differenti specie, alla cassia acuti son poi neppure costanti, non vi può essere
folia, alla cassia obovata ( che è la nostra d’ I miglior purgante della sena. Viene perciò pre
talia), ed alla cassia lanceolata. La figura 1 5 rap scritta con successo in tutte quelle malattie in
presenta un ramo di quest’ ultima, che nelle cui è necessario di provocare delle abbondanti
spezierie si conosce sotto il nome di sana d’A evacuazioni alvine, ed in cui non è da temersi
lessandria, di sena d’Egitto o d’Oriente. Que l’ irritazione generale. Il suo uso non torna di
sto arbusto che non oltrepassa in altezza i due . minor utilità in certi casi (1’ imbarazzi intesti
o tre piedi, cresce nei dintorni di Sijene, nella nali, nelle affezioni verminose, nelle idr0pisie
Nubia e nel Sennaar.l suoi rami sono allunga essenziali, negli erpeti, ed in alcune altre malat
ti e pieghevoli, le sue! foglie composte di cin tie della pelle. La sena riesce pure opportuna,
ue paia di piccole fogliette, tutte eguali ovali specialmente per clistere, nell’apoplesia, in cer
formi, cioè più larghe alla parte superiore che te neurosi, contro le quali è d’ uopo di tentare
all’ inferiore, hanno un color‘giallo verdastro, e una forte deviazione‘sul canal intestinale. Da
sono quasi insipide allorchè sien disseccate. I questa facoltà irritante che possiede appunto la
fiori di color giallo pallido si veggono disposti in sena, è ben facile il vedere che non può essa
grappoli leggermente peduncolati. I suoi frutti, adoperarsi in soggetti delicati ed irritabili, ed
volgarmente detti follicoli di sena, sono dei in quelli che hanno 1’ apparato digestivo dota
baccelli ovoidei, biondi o d’ un verde pallido, to d’una eccessiva suscettibilità. Il suo uso tor
piani ed ottusi nelle loro estremità, più lun nerebbe pure pericoloso, come lo osservarono
ghi che larghi, ed elevantisi in cresta sul mezzo molti abili osservatori, nelle febbri acute, nelle
di ciascuna superficie. Essi si possono, benché flemmasie delle membrane e dei visceri, nelle
difficilmente, separare in due valve, le loggie emorragie, in certe lesioni organiche, nel cancro
delle quali contengono un piccolo grano bian ad esempio, nella tisi polmonare, nei tubercoli,
castro, compresso e confermato a cuore, come nelle concrezioni epatiche, ecc., ecc.
i
ANATOMIA 69
La sena si dà sovente in polvere, in infuso La dose della sena, in simil caso, è per un a
od in estratto. La dose della polvere è di una dulto-da due a quattro dramme in sei oncie di
mezza dramma ad una combinata al cremor di acqua. Aggiungesi sovente a questo purgante
tartaro, al rabarbaro, o ad altro qualsiasi pur una mezza oncia di solfato o di fosfato di soda,
gante. Ma già da lungo tempo abbandonarono e cosi ottengonsi degli effetti ancora più ener
quasi interamente i pratici il dar la sena in pol gici. Prescrivonsi pure dei clisteri con l’ infu
vere, perchè, oltre l’inconveniente di alterarsi sione di sana, ora sola, ora unita ai medesimi
prontamente, ha pur quello di ripugnare agli am sali. Tali clisteri riescono validissimi purganti,
malati, a cagione del troppo volume che forma. e producono di rado delle coliche.
Anche l’ estratto si può dire dimenticato. L’ in Fa parte la scena di un gran numero di pre
fusione, fatta ad una media temperatura, è la parazioni officinali oggidi quasi interamente ca
sola preparazione della sena la più adottata, dute in disuso; finalmente in unione alla man
specialmente quando la si combini a qualche na ed al solfato di soda costituisce la pozione
sostanza aromatica, all’ anisi, al fenocchio, alla purgativa, conosciuta volgarmente sotto il nome
cannella, onde mascherarne quel suo odore, e di Pozione purga_tiva magistrale.
sapor disgustoso.
_-+i’fiîii*'_

ANATOMIA

-mw

NERVI le superiore. - 16 Ramo anteriore del terzo


cervicale. - 17 Ramo che s’ anastomizza col
Ganglio Jeno-palatino , nervi palatini , nervi ganglio cervicale superiore. - 18 Seconda ansa
della lingua e dellafaringe, origine de’ nervi anastomotica de’ nervi cervicali. -- 19 Ramo
cervicali. che parte dall’ ansa precedente per unirsi al
gan lio cervicale superiore. - 2o Nervo glos
(Tavola IX, fig. 1, secondo Boca.) so- aringeo. - 21 Ramo del glosso-faringeo
che si getta nel piccolo plesso muscolare supe
Spiegazione dellafigura. riore e nel plesso faringeo. - 22 Rami del me
desimo nervo che si distribuiscono alla faringe.
Essa rappresenta la metà sinistra (1’ una te - 23 Ramo linguale del glassa-faringeo il qua
sta tagliata verticalmente. La fessura pterigo-pa le, passando sotto la tonsilla, si distribuisce alla
latina ed il canale pterigo-palatino furono aperti base della lingua. -- 24 Nervo pneumo-gastrico
alla loro parte interna, onde lasciar vederei in parte coperto dal grande simpatico. - 25
nervi palatini. La faringe è coperta, e si vedono Ramo faringeo del pneumo-gastrico. - 26 Ner
i nervi che si distribuiscano alla lingua ed alla vo laringeo superiore. - 27 Ramo di questo
faringe. L’origine de’ nervi cervicali è egual nervo che passa sotto 1’ osso ioide per giungere
mente allo scoperto. all’ epiglottide. - 28 Ramo del nervo laringeo
1 Seno coronale sinistro. - 2 Seno sfenoi superiore che si anastomizza col laringeo infe
dale. -- 3 Volta palatina. - 4 Canale pterigoi riore. - 29 Rami esterni del nervo olfatto;io. -
deo-palatino aperto alla sua parte interna. - 30 Ramo etmoidale del nervo nasale, che passa
5 Volta alatina. - 6 Cavità della bocca. -- 7 sopra la lamina cribrata dell’ etmoide. - 31
Orificio della tuba eustachiana. - 8 Arteria ca Ganglio sfeno-palatino. - 32 Tronco del nervo
rotide primitiva. -- g Carotide esterna. - 10 naso-palatino. - 33 Rami anteriori de’nervi.
Carotide interna. - 1 1 Arteria vertebrale. - sfeno-palatini. - 34 Origine del nervo vidiano.
12 Radici de’ tre primi nervi cervicali. - 13 - 35 Ramo faringeo del nervo vidiano. - 36
Ramo anteriore del primo nervo cervicale. Nervo palatino icui rami sono allontanati gli
14 Ramo anteriore del secondo nervo cervica uni dagli altri. - 37 Ramo anteriore del nervo
le. - 15 Ramo che s’ unisce al ganglio cervica palatiuo. - 38 Rami del nervo palatino che si
Med. Pi“. T. I. ' 10
70 LA MEDICINA PITTORESCA
distribuiscono alla parete esterna delle fosse na in due filamenti, 1’ uno de’ quali si ramifica alla
sali. - 3g Ganglio cervicale superiore. - 40 tonsille ed al velo palatino, e l’ altro solamente
Tronco del nervo grande simpatico. a questo ultimo organo.
3.° Nervo piccoha palatino. Situato tra il mu
scolo pterigoideo esterno e 1’ osso mascellare,
poscia tra questo e 1’ osso palatino, dietro il pre
nescmzmsa comrannum DELLE r1uscxrau ram: cedente, diviso in due filamenti, uno per l’ ugo
narransaarna m QUESTA FIGURA la, e 1’ altro per la tonsilla e per ifollicoli della
membrana palatina.
saremo DI necarr. 0 sranowanarmo. Del nervo vidiano o pterigoideo. Si porta
avanti orizzontalmente, percorre il condotto
Situazione. Nella fessura pterigo-mascellare, pterigoideo, distribuendo de’ filamenti alle parti
alla parte esterna del foro sfeno-palatino. For vicine, e si divide, all’ uscita' di quest’ ultimo,
ma. Piccolo, rossastro, triangolare, convesso al in due rami.
l’infuori, piano all’indentro. Ramjicazioni. Que 1.° Ramo inferiore o carotideo. Discende nel
sto ganglio fornisce alla parte interna i nervi canale carotico, contro le pareti dell’ arteria, ove
sfeno-p‘alatini, abbasso, i nervi palatini, in alto, s’ anastomizza con alcuni filamenti del ganglio
de’ filamenti di comunicazione col mascellare cervicale superiore.
superiore ', ed in dietro, il nervo vidiano o pte 2.° Ramo superiore. (B. del cranio, Bmun).
rigoideo. Entra nel cranio, si porta indietro ed in fuori
Nervi Meno-paladini. In numero di tre a sulla faccia superiore della rocca petrosa, giugne
cinque, penetrano nelle fosse nasali, pel foro al meato di Fallopio, poscia al suo acquedotto,
sfeno-palatino, presso 1’ estremità posteriore del ove s’ addossa al nervo facciale, e penetra nel
cornetto mediano. Due o tre suoi filamenti si timpano sotto la piramide, per una apertura
perdono alla faccia concava del cornetto. supe particolare. Appresso attraversa il timpano dal
riore e nel meato corrispondente; altri si di 1’ indietro all’ innanzi, discende anteriormente,
stribuiscono alle due superficie del cornetto me ed esce per la scissura glenoidea ; allora si diri
diano -, altri si portano alla parte posteriore del ge inferiormente, alla parte interna e davanti,
setto. Il ramo più considerabile, chiamato naso e s’ addossa al nervo linguale del mascellare in
alatino, si porta alla parte superiore del setto feriore, portando dal suo ingresso nel cranio si
delle fosse nasali, discende assai obliquamente no a questa unione, il nome di corda del tim
alla parte anteriore lungo codesto setto, tra li ano. Abbandona il nervo linguale , al livello
due strati della pituitaria, sino alle aperture su della glandula sotto mascellare, onde guadagna
periori del canale palatino anteriore, nel quale re il ganglio del medesimo nome.
egli penetra, e donde esce per terminare al gan
glio naso-palatino. f Nervi superficiali della faccia e del collo
Nervi palatini. In numero di tre: il primo
grande, il secondo mezzano ed il terzo piccolo, (Tavola IX, fig. 2, secondo Cam.o BELL.)
1.° Nervo grande palatino. Manda un fila
mento nasale, che si distribuisce a’ cornetti me Spiegazione della figura.
diano ed inferiore; entra appresso nel canale
palatino posteriore, fornisce, ima d’ uscire, un 1 Ramo superiore o temporo-facciale del ner
altro filamento alle fosse nasali, il quale si per .vo facciale. - 2 Filamenti temporali del mede
de sull’ apofisi ascendente del mascellare supe simo ramo, che vanno a distribuirsi alla regione
riore,-ed un filamento che si distribuisce al velo temporale sino alla sommità del capo. -- 3 Altri
palatino. Allora il nervo esce dal suo canale; si filamenti del nervo facciale che si portano alla
porta anteriormente sotto la volta del palato, e fronte e si anastomizzano co’ filamenti del ran10
si divide in rami esterni, che segnano il bordo frontale nel nervo ottalmico. - 4 Filamenti pal
interno dell’ arco alveolare, e si perdono sulle pebrali del nervo facciale che si perdono nelle
gengive , ed in rami interni, iquali si ramifica palpebre. -- 5 Altri filamenti del medesimo n er
no alla parte mediana della volta palatina. vo che si portano sino su’ lati del naso. -- 6
2.° Nervo mezzano palatino. Discende lungo Ramo del nervo_facciale i cui filamenti si per
la parte posteriore della fessura pterigo-masceldono ne’muscoli dellabo’cca e negli integumenti
lare ed in un condotto particolare, e si divide delle guance. - 7 Anastomosi de’rami anteriori
ANATOMIA 7I
del nervo facciale iquali forniscono parecchi riore e si divide in rami i quali vanno a rami
filamenti che si perdono ne’ muscoli della boc ficarsi nella fronte. -- 13 Nervo sotto-orbitale i
ca, ed un ramo che si perde ne’ muscoli dell’ala cui rami si distribuiscono a’ muscoli del naso,
del naso. - 8 Rami del nervo facciale che si della guancia e del labbro superiore. - 14 Ner
portano alla commessura delle labbra, a’ muscoli vo del mento che si dirama nei muscoli e nei
del labbro inferiore, e s’ anastomizzano co’ fila tegumenti del labbro inferiore. -- I5 Rami di
menti del nervo del mento. -- 9 Plesso nervoso scendenti del nervo grande ipo-glosso. -- 16
superficiale formato sulle parti laterali del collo, Filamenti cui il ramo discendente dell’ ipoglosso
alla parte anteriore del muscolo sterno-mastoi dà a’ muscoli sterno-tiroideo e sterno-ioideo. -
deo, dalle anastomosi, tra i rami del nervo fac 17 Filamenti cui il medesimo nervo fornisce al
ciale ed i nervi cervicali : da questo plesso pro muscolo omoplata-ioideo. -- 18 Primo nervo
cedono de’ filamenti i quali si portano alla parte cervicale. - 19 Rami ascendenti che fornisce
inferiore della faccia ed alla parte anteriore e il primo nervo cervicale e che risalgono per
superiore del collo. -- Io Anastomosi formata dendosi nell’ occipite. - 20, 21, 22, 23 Secon
dal nervo frenico, il ramo discendente dell’ ipo do, terzo, quarto e quinto nervi cervicali. -
glosso, ed il nervo facciale. - I I Muscolo ster 24, 24, 24 Filamenti d’ anastomosi tra i nervi
no-mastoideo tagliato verso la sua parte di mez cervicali, che concorrono alla formazione del
zo. - 12 Ramo frontale del nervo oftalmico il plesso cervicale.
quale dà qualche filamento alla palpebra supe
72 LA MEDICINA PITTORESCA

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PATOLOGIA

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MALATTIE DELLA PELLE. l’infanzia, talvolta pure da convulsioni in que


st’ ultimo caso. Per ordinario la eruzione accade
Vajuolo. verso la fine del terzo o del quarto giorno. Da
prima appaiono de’ piccoli punti rossi attorno
(Tavola IX, fig. 3, a, a, a, vajuolo discretto ; le labbra, i quali s’ estendono, seguendo una
b, b, vajuolo confluente.) rapida progressione, al mento, alla faccia, alle
braccia ed al resto del corpo. Questa eruzione
La poca estensione che lo spazio ci obbliga d’ ordinario succede nelle ventiquattr’ ore, ed
di dare al testo di quest’opera, il cui scopo prin allora spariscono gli altri sintomi febbrili, per
cipale è di far risaltare e spiegare le figure, non ricomparire all’ epoca della suppurazione, vale
ci permette di sviluppare estesamente questo a dire, verso il settimo giorno, a cominciare da
articolo. Per la qual cosa ci limiteremo al da quello dell’ eruzione. Allora gli intervalli delle
re, secondo le tracce di Pinel, una succinta de pustole arrossano e si fanno elevate, producen
scrizione del vajuolo. do un dolore acuto. Le pustole della accia, che
Il vajuolo non risparmia alcun sesso ed età, erano rosse, cominciano ad imbianchire, nel tem
senza eccettuarne il feto. Sopravviene in tutte po medesimo che un cerchio color di rosa od
le stagioni, ed in tutti i climi; ma non attacca un’ areola le circonda. La sierosità che conten
che una sola volta il medesimo individuo. Tal gono si fa densa eprende una tinta gialla, opiut
volta si osserva regnare sporadicamente come tosto si converte in una specie di materia pu
chè il più sovente sia epidemico. Per ordinario rulenta. Sopravviene una gonfiezza generale della
comincia in primavera a far guasto, e domina pelle, la quale è soprattutto sensibile successi
pure nella state ed in autunno per isparire nel vamente alla faccia ed alle ani; talvolta questa
l’inverno. Talvolta passano parecchi anni prima gonfiezza è tanto consideifibile alle palpebre,
che le epidemie vajuolose ricompariscano nel che i malati non possono vedere la luce, senza
medesimo luogo; mentre altre volte infierisco però che ne succeda alcun accidente. La sup
no per più anni successivamente. Questa ma purazione termina nello spazio di tre giorni, e
lattia è contagiosa; essa si comunica per con ad essa tiene dietro il diseccamento delle pu
tatto immediato e mediato; il suo contagio si stole. A quest’ epoca cessano i sintomi febbrili,
estende a qualche distanza nell’atmosfera e se non meno che la tumefazione della faccia. Le
gue la direzione de’ venti. Il carattere contagio pustole apparse le prime, giunte a maturità ca
so si sviluppa soprattutto all’ epoca della sup dono in croste, e tutta la malattia termina verso
purazione, e si conserva sino dopo la essicazio il quattordicesimo giorno. Alle pustole della .:L
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ne. Sembra che non riceva dall’ individuo alcuna faccia succedono delle scaglie furfuracee che
modificazione; perocchè il pus di una pustola mandano un odore particolare, le quali lascia -'f
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vajuolosa confluente può comunicarne una che no nella pelle delle impresfioni più o meno
sia discreta, e vice versa. profonde.
Sintomi del ruajuolo discreto. L’ invasione Sintomi del vajuolo confluente. I sintomi
del vajuolo discreto e benigno è distinta gene d’ invasione, come la cefalalgia, i dolori a’ lombi,
ralmente da vaghe orripilazioni, seguite da fre la febbre, i vomiti, le ansietà ec., giungono al
quenza nel polso, da un calore vivo, da sponta più alto grado, comechè d’ ordinario siavi miE
nee lassezze, da cefalalgie, da nausee, da dolori nor disposizione al sudore. Le bolle, nell’ eru
all’ epigastrio , al dorso ed a’ lombi, da una zione, sono in maggior numero e più ravv1m .
disposizione singolare al sudore, soprattutto nel nate; o se sopravvengono eruzioni particolari, _
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I’ età adulta, e da uno stato di assopimento nel i sintomi dell’ invasione perdurano, e sono por
I.
PATOLOGIA 73
tati al più alto grado di violenza. Le pustole orina mista a sangue, emottisi, epistassi, petec
non s’ innalzano molto sopra il livello della pel chie, gangrena , infiammazioni interne, catarri
le, sono di piccolo volume, e sembrano confon sofl‘ocativi, sussulti di tendini, uno stato apo
dersi insieme, pel loro ravvicinamento, in una pletico. Durante la'suppurazione, una febbre
vescica rossa che copre tutto il viso ;‘ o piutto asSai viva, pustole sierose, livide o nerastre, con
sto formano alla faccia una specie di pellicola iscolo di materia saniosa; movimenti convulsi
comune agglutinata. Verso l’ ottavo giorno que vi, la peripneumonia, il crup , le afte, le sin
st’ agglomerazione di pustole termina col non copi, la prostrazione delle forze, un odore feti
essere più che una pellicola bianca, la quale di dissimo; talvolta la tensione ed una specie di
venta di giorno in giorno più aspra al tatto, con meteorismo addominale, una disuria, una eru
un colore tendente al bruno, ed un sentimento zione di macchie nerastre, emorragie ricorrenti,
di distensione e di dolore; questo stato aumen ptialismo copioso, una affezione comatosa. Du
ta di giorno in giorno, sino a che in ultimo que rante la squamazione, talvolta una viva cefa
sta pellicola si stacca a lembi più o meno estesi, lalgia, veglie ostinate, il delirio, ciò che talvolta
ciò che può accadere in un’ epoca più o meno termina con un attacco d’ apoplessia, altre volte
ritardata , come al quindecesimo, vigesimo, vi con una resipola alla gamba od al piede, con
gesimo-quinto giorno, per 1’ intima adesione di tendenza alla cancrena. In questo periodo tal
questa specie d’ incrostamento più o meno den volta succede una specie di febbre lenta colla
so, soprattutto alla faccia. Dopo la sua caduta, successiva formazione di diversi tumori flem
si formano pure delle scaglie orforacee, che la monosi alle braccia, alle articolazioni, alle ma
sciano sotto di esse de’ segni, od incavature più ni, a’ piedi, ciò che provoca ulcere maligne, fi
o meno distinte, e talvolta pure delle cicatrici stolose, talvolta con carie delle ossa, uno stato
che più o meno sfigurano i lineamenti. Ciò pro di deperimento e di consunzione. Una sperien
va che nel vajuolo confluente, la cute può esse-. za reiterata ha pure dimostrato che fanciulli 0d
re attaccata, e che il male non si limita al tessuto adulti, ne’ quali il vajuolo fu trattato con medi»
reticolare come nel vajuolo discreto. Due altri camenti o con un regime riscaldante, cadono,
sintomi assai comuni al vajuolo confluente sono dopo il corso ordinario del vajuolo, nello sma
la diarrea ne’ fanciulli, e la salivazione negli grimento, nella tisi, succedono vizi all’organo
adulti. Il ptialismo accade tal finta all’ epoca del della vista, la cecità, ottalmie incurabili, o ci
I’ eruzione, oppure uno o due giorni appresso. catrici al viso proprie ad isfigurare i lineamenti
La materia di codesto scolamento diventa assai più regolari. Tali sono le incidenti affezioni che,
più vischiòsa verso 1’ undecimo giorno; allora ne’ diversi periodi del vajuolo naturale, posso
viene separata con grande difficoltà, ed il ma no alterare il suo corso, o produrre un altro
lato prova pure un senso di sofi'ocazione, se, a ordine di sintomi più gravi.
quest’ epoca , non succede la tumefazione della Trattamento del vajuolo. Tutti i buoni os
faccia e delle mani, o dejezioni alvine, o sudori, servatori si‘sono sempre accordati per tributa
od orine copiose. In alcuni casi estremi, si scor re giusti elogi a Sydenbam, il quale, cammi
ge allora sopravvenire una grande difficoltà di nando sulle tracce degli antichi nella descri
respirare, un tono di voce rauca, uno stato di zione delle malattie, si è soprattutto applicato
stupore, il coma, le convulsioni, od altre affe a ben conoscere il corso del vajuolo, e s’ oppose
zioni del più funesto presagio. In ultimo si deo con energia all’uso generalmente adottato, in
no orre tra’ sintomi accidentali del vajuolo questa malattia, di un regime e di rimedi ri
con nente, la peripneumonia, la pleurisia, l’ot scaldanti; esempio che successivamente venne
talmia, il delirio, 1’ ematuria, e, colla complica con successo imitato da’ medici più illuminati.
zione di questo esantema colla febbre adina Se non che Boerahave a ragione riflette (Van
mica, la prostrazione delle forze, le emorragie, Swièten, Comm. in Aph., tom. V) che codesto
l’ angina sofiogativa, i punti cancrenosi alla fac- generale precetto merita qualche eccezione, e
ria, od ad altre parti del corpo cc. cerca parimente di conciliare, sopra un tal pun
Durante l’incubazione o l’invasione, un son to, l’opposizione che sembra esistere tra Sy
no agitato, conati ripetuti di vomito, una vio denham e Morton, richiamando alla memoria
lenta cefalalgia, il delirio, dolori intensi a’lombi, che il primo avea trattato il vajuolo accompagna
sembianze vaghe di gotta, coliche nefritiche, to da sintomi infiammatori più o meno gravi,
pleurisia, movimenti convulsivi delle membra, e che Morton, per contrario, trattava de’ vajuo
prostrazione di forze. Durante l’ eruzi0ne, una losi che provavano un grande abbattimento, e
74 LA MEDICINA PITTORESCA
per conseguenza aveano bisogno (1’ essere trat cine, od elevazione circolare, s’ allarga ed au‘
tati co’ tonici. Per la qual cosa il mediéo pru menta, ciò che fa’ sembrare la piccola cicatrice
dente dee fare attenzione a’ sintomi accessori, più depressa: un cerchio rosso, di una mezza
od alle varie complicazioni del vajuolo che si linea di diametro, circoscrive allora la bolla. Il
manifestano, sia nella sua invasione, sia durante settimo giorno, il cercine circolare prende un
il suo corso. Talvolta non rimarrà che semplice aspetto argentino, la tinta rossa chiara che lo
spettatore, dirigendo il trattamento, quando il coloriva s’ affonda nella depressione centrale.
vajuolo è benigno e percorre regolarmente i L’ ottavo giorno, il cercine s’ allarga, la materia,
suoi periodi; ma in altre circostanze egli cer separata in maggior copia, solleva i suoi bordi,
cherà di calmare l’intensità de’ sintomi con be i quali diventano tesi, gonfi e di un bianco ten«
vande diluenti, acidule o nitrate, o col rinnova dente al grigio. Il cerchio rosso assai ristretto
mento dell’ aria; avrà parimente ricorso, in al il quale, sino a quest’ epoca, ha circoscritto la
coni casi, al salasso ed a tutti i mezzi più atti pustola, sembra acquistare un colore meno vi
a calmare l’ efl'ervescenza febbrile. Egli è age v0; ed estendersi come per irradiazione nel
vole il vedere che il vajuolo confinante, per la tessuto cellulare vicino. Il nono gi0rno, tutto
sua più ordinaria complicazione colla febbre questo apparecchio prende un maggior grado
adinamica, richiede un trattamento ed una ma d’ intensità ; il cercine vescicolare è più largo,
niera di vitto di diversa natura , che fa d’uopo più elevato e più ripieno di materia. Il decimo
aver ricorso agli stimolanti ed a’ tonici, all’ ap giorno, 1’ areola diventa più larga, e talvolta a
plicazione de’ vescicanti, od alle gambe, od alla cquista il diametro di uno a due pollici. La
nuca, alla prescrizione del‘vino chinato, ed ai pelle che copre l’ areola si fa più densa ; si di
tonici più decisi quali convengono nelle febbri rebbe che una risipola flemmonosa occupa tut
adinamiche ed atassiche. Per altra parte, non si ta la porzione della pelle che n’ è la sede. À
possono dissimulare i pericoli che seco traggo quest’epoca il vaccinato prova talvolta un do
no alcune epidemie di vajuolo descritte da vari lore nelle glandule ascellari, ed il più sovente
autori, non che la difficoltà di rimediare a certi un movimento febbrile distinto da sbadigli, da
sintomi accessori e dominanti che le rendono pallore e rosso realternativi della faccia, e da fre
cosi funeste. quenza del polso. Verso l’undecimo giorno sem
bra terminare il periodo infiammatorio. Se si
Vaccina. punge la pustola, si vede uscire una piccola
goccia assai limpida, cui tosto un’ altra succede;
(Tavola IX, ti“. 4. Vi si vedono i diversi stati giammai si vuota compiutamente, ciò che è in
della pustola vaccina, dal quarto giorno sino dizio che il vaccino è buono da vaccinare. Al
al nono del suo innesto.) dodicesimo giorno, la depressione centrale co
mincia a diseccarsi e prende 1’ aspetto di una
Tutti sanno in oggi che la vaccina è il pre crosta; il liquore contenuto nel cercine vescico
servativo certo del vajuolo. Non è neccessario lare, sino allora limpido e che dà a questo cer
1’ addurre prove di un fatto che più non ha cine una tinta argentina, s’ intorbida. Al tredi
contradditori. Noi ci limitiamo ad indicare, se cesimo giorno, la diseccazione fa progressi,
guendo le tracce di Husson, i principali carat progredendo dal centro alla circonferenza; il
teri del corso della vaccina. cercine vescicolare ingiallisce, si restringe a
La puntura fatta colla lancetta, per inoculare misura che la diseccazione si fa al centro. In ul
la vaccina, non offre notabili cangiamenti se non timo , dal quattordicesimo al vigesimo terzo
sul finire del terzo giorno, o nel corso del quar giorno, la crosta solida, dura, prende un colore
to; a quest’ epoca, si sente distintamente al tat più carico, e conserva quasi sempre, al centro,
to, una leggera durezza nel tessuto della pelle la depressione che vi si è osservata sino dalla
che forma il bordo della piccola cicatrice: si formazione della pustola. Tale è il corso più
può scorgere, ad occhio nudo, una tinta di 0010- ordinario della vaccine vera, sottoposto talvolta
re rosso, ed una elevazione. Il quinto giorno, a leggiere variazioni, ma senza essenziali diffe
la piccola cicatrice sembra attaccarsi Sul corpo renze. -
della cute , l’ elevazione, già sensibile il giorno Husson ha vaccinato un grandissimo numero
innanzi prende un’apparenza circolare, ed il di bambini ne’ primi quindici giorni di loro e
vaccinato comincia a sentire qualche prurito. Il sistenza , ed ha osservato che sopra loro la
sesto giorno la tinta rossa si fa chiara, il cer vaccina prende con molta difficoltà; la loro pelle,
PATOLOGIA 75
allora spugnosa, molle, polposa , non permette luogo onde porgere la storia di questa scoperta
per ance l’ assorbimento od imperfettamente. e solamente ci limiteremo a descrivere, seguen
L’ età favorevole da vaccinare è dai due ai tre do IIusson, i sintomi del cowpox. .
mesi. Egli non Osservo giammai che la vaccina Ilusson ammette quattro periodi in questa
abbia recato danno alla dentizione; anzi per eruzione.
contrario apparvero alcuni denti durante il cor I. Il primo periodo, 0 quello d’ infezione, è
so della vaccine. Ein inoculò sopra tumori sere. per ordinario caratterizzato da difetto d’ appe.
folosi, il cui volume diminuì sensibilmente per tito e da repugnanza per gli alimenti: la rami
la provocata infiammazione. Egli vide, in molte nazione continua senza che alcuna materia ali
malattie di languore, imprimersi all’ economia mentare ritorni in bocca, e, secondo la espres
animale un movimento salutare. Sembra certo, sione de’ villici che hanno osservato questa ma.
secondo i suoi sperimenti, come venne confer lattia, le vacche fanno, colle labbra, un movi*
mato da vari suoi corrispondenti del comitato, mento simile a quello che fanno colla bocca
che la pertosse abbia preso sovente, nel corso gli uomini che ne cacciano il fumo di tabacco ;
della vaccinazione, un carattere benigno da non ciò che loro fa dire che le vacche fumano. La
potersi attribuire a’ rimedi , che allora erano secrezione del latte è sensibilmente diminuita;
stati sospesi. Il metodo delle punture superfi e questo è meno denso dell’ usato; 1’ occhio è
ciali è da preferirsi per vaccinare: riesce quasi tetro, melanconieo; si dichiara la febbre, e tre
costantemente, e non espone ad alcuno incon o quattro giorni appresso, comincia il periodo
veniente. Si videro ulcere cancrenose soprav dell’ eruzione.
venire alla vaccinazione, fatta col vescicatorio. II. Allora compariscono alcune pustole alle
Il vaccino è buono da inoculare dal momento mammelle, massimamente attorno a’ capezzoli ;
in che la pustola si fa argentina, sino a quello talvolta, ma assai di rado se ne vedono elevarsi
in che l’ areola comincia ad allargarsi ; allora è sul naso e sulle palpebre. Esse sono piane, cir
vischioso,filamentoso. Quando 1’ areola è assai 00181'l , incavate nel centro e circondate, alla
viva, comincia a diventare acquosa, e cessa di loro base, d’una fascia stretta e rossa, la cui
essere atta a riprodursi. Egli è preferibile ino estensione gradatamente aumenta. L’ eruzione
culare da braccio a braccio. Per conservare il si compie il quarto o quinto giorno dalla sua
vaccino ed inviarlo a grandi distanze, si ripone prima comparsa. Allora tutti i sintomi d’ infe
tra due piastre di vetro, o meglio si aspira in zione generale diminuiscono, e comincia il pe
un tubo capillare, le cui due estremità si chiu riodo di maturazione.
dono con cera ; si tiene al coperto del contatto III. Pertanto la vacca diventa vie maggior
della luce, non che dall’ umidità e dai cangia mente inquieta a misura che le pustole ingros
menti instantanei della temperatura. Per ser sano ed avanzano verso la loro maturità, ciò che
virsi del vaccino diseccato, si diluisce sopra una accade d’ ordinario tra il settimo e l’ ottavo
piastra di vetro, ed appresso si fa l’ inoculazio giorno di malattia, od il terzo 0 quarto di eru
ne. Lo sviluppo della vaccina ed il suo corso zione. Se si comprimano le pustole, l’ animale
sono più rapidi nella calda che nella fredda dà segno del più vivo dolore; queste pustole
stagione. diventano vie più grosse, e conservano sempre
nel loro mezzo una incavatura ombellicale che
Cowpox. non è propria se non di questa eruzione. Di
ventano tosto dial‘ane , e prendono un colore
(Tavola IX, fig. 5, secondo Sacco. Essa presen plumbeo tendente all’ argentino.
ta tre capezzoli di Vacca, coperti di cowpox.) IV. Nel quarto periodo, 0 di diseccazione,
il cerchio rosso osservato nel secondo periodo
Si chiama con questo nome , composto di prende un colore livido, la mammella s’ indu
due voci inglesi, cow, vacca, e posa, vajuolo, una risce profondamente ai luoghi sui quali le pu
malattia eruttiva pustolosa che si manifesta sui stole sono situate, e nel medesimo tempo 1’ in
capezzoli delle vacche ; la quale ha la proprietà quietudine dell’ animale s’ aumenta 5 il liquido
straordinaria, quando è trasmessa nell’ uomo, contenuto nelle ustole diventa limpido, non
di preservarlo dal contagio vajuoloso. Ognuno ha odore, e talvolia leggermente si colora; ri
sa che dobbiamo a Jenner il grande e sempre mane nelle pustole , s’ inspessisce insensibil
glorioso benefizio d3 aver fatto questa scoperta mente, ed appresso si disecca verso l’ unde_cx
e di averla nel mondo propagàta. Quivi non è moo duodecimo giorno, allora le pustole comm
76 LA MEDICINA PITTORESCA
ciano ad imbrunire nel centro, e gradatamente nia, e nella quale il delirio esclusivo è triste, e
la monomania, nella quale i pensieri dominanti
verso i bordi 5 poscia si riducono in una crosta
di colore rosso oscuro, compatta e densa, che non hanno un carattere particolare.
incomoda e cagiona dolori all’animale, quando La mania èuno sconcerto generale delle fa
si munge. A codeste croste abbisognano dieci coltà intellettuali, delle idee e de’ movimenti,
ed anche dodici giorni per giungere alla loro un delirio universale con esaltazione, agitazio’
intiera diseccazione, e per distaccarsi 5 appres ne e furore. Il maniaco non ha alcuna coerenza
so restano altrettante cicatrici sulle mammelle. nelle sue idee ; grida, parla, canta, declama, va
Tale è il corso ordinario di questa malattia, e viene senza posa, si agita, salta, danza, piange,
che si comunica da una vacca all’ altra pel tra rompe, manda in pezzi, lacera alternativamen
sporto del liquido contenuto nelle pustole. Le te, e senza essere determinato da una serie di
persone incaricate di mungerle premono neces ragionamenti, le sue facoltà presentano 1’ im
sariamente queste pustole e le fanno crepare ; magine del caos.
la materia che contengono s’ attacca alle dita, La demenza è caratterizzata da un indebo
ed appresso si porta sui capezzoli di un altro limento generale dell’ intelligenza, e da una in
animale; vi si impianta, per cosi dire, pel mec coerenza più o meno completa delle idee, senza
canismo del mungere; ed in questa guisa, il agitazione, o tutto al più con una esaltazione
contagio si propaga nelle stalle. Questa affezio passeggera e poco intensa. Talvolta 1’ indeboli
ne, del resto, nulla ofire a temere , egli è pari mento delle facoltà è portato ad un grado assai.
mente certo che, se essa non diminuisce dap esteso, e forma una specie d’obliterazione del
prima la secrezione del latte, se le vacche non I’ intendimento. Gli insensati di tal maniera si
provassero il dolore locale che dee naturalmen avvicinano molto agli idioti, sotto il rapporto
te risultare dalla pressione che si esercita sulle de’ fenomeni intellettuali.
mammelle, ed in ultimo, se i domestici incari L’ idiotism'o è un difetto congenito dello ‘
cati di mungerle, non contrassero delle pustole sviluppo delle facoltà intellettuali e delle idee,
alle mani, i pastori non vi farebbero punto at un’ imbecillità della nascita nella quale avvi
tenzione. Per la qual cosa si deono attribuire privazione delle idee più necessarie onde sod
le nozioni poco esatte che si aveano sulla sua disfare i primi bisogni e onde ristabilire irap
natura ed indole contagiosa se non alla sua in porti sociali. Questa malattia è essenzialmente
inocuità, pria che il dottore Jenner richiamasse dovuta ad una cattiva conformazione del cer
l’ attenzione dei dotti sulla sua trasmissione al vello o del cranio.
l’ uomo e sui grandi cangiamenti che portava Le figure 6, 7 e 8 rappresentano le teste di
alla umana economia. un melanconico, d’ un maniaco e d’ un idiota,
disegni che il dottore Esquirol ha inserito nel
suo eccellente articolo Follie, del Dizionario del
MALATTIE MENTALI - le Scienze mediche. Noi abbiamo pensato qui
collocarle per dare un’ idea esatta dell’ esterno
Considerate sotto il rapporto del disordine che presentano gli infermi attaccati da melan
delle facoltà intellettuali che le caratterizzano, conia, da mania e da demenza.
le malattie mentali presentano quattro spezie Abbiamo aggiunto a questi disegni la sue
ben distinte, che si distinguono sotto inomi cinta storia di questi tre ammalati, secondo il
di melanconia, di mania, di demenza e di idio medesimo autore.
tismo.
La melanconia consiste in un delirio par Busto d’ un melanconico che può servire di tipo
ziale, vale a dire, che non si aggira se non sopra per giudicare l’ esterno degli ammalati presi
un solo oggetto o sopra un piccolo numero di da questa specie di malattia mentale.
oggetti, con preoccupazione abituale delle idee
che si riferiscono a questo delirio e lesione del (Tavola IX, fig. 6, secondo Esqurnon.)
le aifezioni del cuore, mentre i malati conser
vano in gran parte 1’ integrità delle loro facoltà Storia della malata, presa da quest’ autore.
e delle loro idee sugli oggetti che non hanno -- Madama "’", d’ anni 23 , venne condotta
relazione co’ loro pensieri predominanti. V’ ha all’ ospizio della Salpetrière, il giorno 8 luglio
due specie di melanconia, la melanconia, pro 1812, che non preferiva una parola, e Che volea
priamente detta, che Esquirol chiama lypema rimanere a letto; conveuue ricorrere a vari mez
PATOLOGIA 7?
si per determinarla a prendere alimento. Le af prescritto a gran dose, le docciature, ibagni
fusioni di acqua fredda sembrarono vincere la freddi, nulla ha potuto calmarla ', convenne
sua risoluzione. Ella si decise di mangiare. A quasi costantemente tenerla obbligata col gilet
quando a quando, dopo d’ allora, manifestò la di forza, altrimenti lacerando tutto rimaneva
medesima repugnanza, ma fu meno ostinata. nuda. Durante l’ inverno, ella non abbandonava
Già da quattr’ anni che questa malata si tro la sua celletta, avviluppandosi colla maggior at
va nell’ ospizio non proferì che qualche parola, tenzione nella sua paglia , insofferente di qua
e tale da far comprendere che lo spavento as lunque vestito. Il 4 gennaio 1815, un anno ap
sorbe tutte le sue facoltà. Fa duopo farla alzare; presso l’ invasione dalla sua malattia, assai bas
ella si veste , tosto dopo, si siede, e riprende sa essendo la temperatura , spirò inaspettata
costantemente l’ attitudine espressa nel dise mente alle ore otto di mattina. Nulla avea po
gno: il capo chinato sulla spalla sinistra, le brac finto dare indizio di un così fattotermine: alcuni
cia incrocicchiate, gli occhi immobili , ella non minuti innanzi, la cameriera era entrata nella
cangia sito in tutto il giorno. All’ ora del pasto, sua cella. L’ autopsia non presentò alcuna alte
fa d’ uopo portarle gli alimenti. Mangia senza razione.
cangiar posizione, non servendosi che del brac Questo disegno, d’ una rassomiglianza sor
cio destro. La sera conviene avvertirla di cori prendente , offre tutti i caratteri della mania
carsi; ella si aggomitola nel suo letto, e s’ avvi‘ portata sino al furore. I capelli bianchi, costan
luppa interamente tra le coperte. Avvicinan temente rizzati, danno maggior espressione alla
dosi ad essa, e parlandole, s’ arrossa in faccia, fisonomia. Contenuta dal gilet di forza, questa
talvolta rivolge altrove gli occhi, giammai can donna fa degli sforzi per romperne le maniche,
gia posizione. mentre lancia un colpo di piede.
La sua statura è mediocre, i capelli castagni,
i suoi occhi del medesimo colore. Le sopracci Busto d’ una idiota.
glia nere, aggrottate, che, avvicinandosi verso la
radice del naso, danno al suo sguardo, che è (Tavola IX, fig. 8, secondo il medesimo autore.)
fisso, qualche cosa d’ inquieto. Ella è magra; la
sua pelle bruna, le mani sovente violette, non Questo profilo rappresenta una idiota, d’an
chè i piedi -, ilpolso lento, debole. I tributi men ni ventuno, entrata nella Salpétriere, il 3 mag
sili sono assai irregolari ,_poco abbondanti, e gio 1813. La sua statura è picciola, la sua nu
restano soppressi per cinque a sei mesi; la sti trizione mediocre. Il suo capo è voluminoso ed
tichezza è ostinata , e talvolta la malata ha la irregolarmente confermato, la sua alta fronte fa
diarrea. Ella ha delle macchie scorbutiche sulle protuberanza ', in modo che la linea facciale ha
estremità inferiori. ‘ - più di go.° La gobba frontale del lato sinistro
è più prominente di quella del lato destro. I
Busto d’ un maniaco. suoi 'cappelli sono biondi; gli occhi castagni,
convulsivi ‘, lo sguardo è losco; i denti bianchi,
(Tavola IX, fig. 7, secondo Esqurnon.) ed il suo colorito è assai bruno e abbronzato.
Ella mangia con ghiottoneria, senza discer
Storia della malata.-La signora B "', ma nimento, spingendo in bocca gli alimenti colle
ritata, (1’ anni cinquantacinque, mercantessa di dita; non è capace di andarli a prendere alle
piazza, venne condotta all’ ospizio della Salpe ore della distribuzione, comechè questa distri
triere, il 2 aprile 1814, in uno stato di mania buzione si facesse presso di lei, e le sue com
con furore. pagne l’ avvertissero. Le sue deiezioni sono in
Statura assai alta; capelli bianchi, rizzati, oc volontarie. I mestrui sono regolari ed abbon
chi celesti, vivi,brillanti, fieri; fisonomia mobi dantissimi. Ella cammina poco. Tutti i suoi mo
le, senza colorito; pelle bianca, smagrimento. vimenti sono convulsivi: trascina il lato sini
Sembra che alcune contrarietà nel suo com stro del corpo, e si serve difficilmente del brac
mercio, alcune proposizioni ingiuriose e dispia- cio sinistro. Quando s’alza fa d’uopo vestirla,
ceri domestici, abbiano cagionato la sua malat e coricarla come un bambino. Insensibile a tutte
tia. Il delirio suo era generale ; ingiuriava tutti,
le intemperie, non sa ripararsi né dal freddo,
minacciava, batteva, lacerava. In preda ad una né dal caldo, né dalla pioggia. Non è affatto in
continua agitazione, sovente diventava furiosa. sensibile alle cure che le si prestano: conosce
lba ni tic idi le bevande rinfrescanti l’0 io la persona che la serve; sovente 1’ abbraccia;
Écd. Pi"? T. , Il
78 LA MEDICINA PITTORESCA
è pure sensibile a”suoi rimproveri, ma quando non articola che i seguenti monosillabi, papa,
sono accompagnati da un’aria di corruccio, pe mamma, ta, ta, che ad ogni occasione ripete,
rocchè ella è fuori di stato da comprendere ciò non pure per esprimere la collera che la gioja.
che le si dice. Per esprimere riconoscenza, gioia, Ella rammenta una frase di nn’ aria popolare, e
si bacia la mano reiteratamente e sorride crol talvolta la canta più volte successivamente e
lando il capo. Quando si veste il mattino e quan coll’ espressione del contento.
do si corica, ha l’attenzione di coprirsi la gola; Nulla ho potuto raccogliere sui suoi parenti,
se si fa sembianza di voler sollevare i suoi ve nè sopra le cause della malattia , nè sulle cure
stiti, allontana le mani ; allora non arrossisce, ad essa prestate prima del suo ingresso nel
ciò che prova ch’ ella non è suscettibile di pu I’ ospedale : dopo tre anni, lo stato di lei rimase
dòre, ma che il contegno decente è dipendente il medesimo senza alcun cangiamento.
dall’ abitudine contratta sino dall’ infanzia. Ella
ANATOMIA

--»s+m

Situazione del cuore e dell’ aorta. Organi della digestione, aperti per una grande
estensione, sopra il cadavere di un uomo di
(Tavola X, fig. 1, secondo Trennunm.) circa quarant’ anni.

»< . Spiegazione dellafigura. (Tavola X, fig. 2. Secondo M. o. CLOQUE'I‘.)

1 Glandula tiroidea. -- 2 Aspera arteria. - L’ esofago venne tagliato verso la sua parte
3, 3 I polmoni. -- 4 La pleura. - 5 Il pericar di mezzo : i mesenterj e gli cruenti furono le
dio coperto, nel quale si vede il cuore. -- 6 Tron vati, e fu disposto il condotto intestinale in mo
co comune delle vene succlavia e giugulare de do da far vedere la continuità delle sue diverse
stra. -- 7 Tronco comune delle vene succlavia parti. (Le freccie indicano la direzione che pren
e giugulare sinistra. - 8 Tronco della vena ca dono le sostanze alimentari nel condotto in
va superiore. -- 9 Tronco della medesima vena testinale.)
discendente nell’ orecchietta destra, e coperta
dal pericardio. - 10 Orecchietta destra. - Spiegazione dellafiga ra.
11 Appendice dell’ orecchietta precedente. -
12 Ventricolo destro, o polmonare del cuore. - x Il velo alatino. - 2 L’ ugola. - 3 La
13 Arteria polmonare che ha origine dal ven lingua. - 4 Borzione dell’ aspera arteria. -
tricolo destro. -- 14 Orecchiette sinistra. - 5 L’ esofago. --6 Faccia interna dell’esofago. -
15 Ventricolo sinistro od aortico del cuore. - 7 Faccia interna dello stomaco. - 8 Cardia, od
16 Ramo dell’ arteria coronarie destra, coperto orificio esofageo dello stomaco-g Il piloro. -
dallo strato sieroso del pericardio che invilup 10 Prima porzione del duodeno. -- I I Secon
pa immediatamente il cuore. -- 17 Ramo an da porzione e - 12 terza porzione del mede
teriore dell’ aorta coronaria sinistra, discenden simo intestino. - 13 Valvole conniventi che
te lungo la scanalatura anteriore del cuore, sino presenta la membrana mucosa del duodeno. -
alla punta di quest’ organo. - 18 Tronco del 14 La vescichetta del fiele. -- 15 Condotto" ci
1’ aorta che sorge tra 1’ arteria polmonare e l’o stico. - 16 Divisione del condotto epatico. -'
recchietta destra. - 19 Arco dell’ aorta. - 17 Condotto epatico. - 18 Condotto coledoco
20 Tronco comune delle arterie carotide e suc che risulta dalla riunione de’ condotti cistico ed
clavia destra. (Arteria brachia-cqfalica). - epatico. - 19 Condotto pancreatico iniettato
21 Arteria carotide destra. -- 22 Arteria sotto ed isolato dal pancreas. - 20 Il digiuno. -.
claveare destra. - 23 Arteria vertebrale. - 21 L’ ileo. -- 22 Ileo che s’ apre ne’ crassi in
24 Tronco dell’ arteria tiroidea inferiore. - testini. - 23 Valvola ileo-cecale. - 24 Cavità
25 Ramo tiroideo dell’ arteria precedente. - del cieco.- 25 Appendice vermiforme del cie
26 Arteria scapolare trasversa. - 27 Arteria co fossa in tutta la sua lunghezza. -- 26 Colon
cervicale superficiale. -- 28 Arteria cervicale ascendente o lombare destro. -- 27 Colon tra.
ascendente. -- 29 Arteria mammaria interna. - sverso od arco del colon. -- 28 Colon discen
30 Arteria carotide sinistra. -- 31 Arteria sotto dente o lombare sinistro. -2g S iliaco' del co
claveare sinistra. lon. -- 30 Il retto. - 3 1 L’ ano attorno il quale
si è conservata la pelle e il tessuto cellulare che
lo circonda.
80 LA MEDICINA PITTORFBCA

’ PATOLOGIA

Ernia crurale ofemorale. tura inferiore davanti il muscolo pettineo. To


sto che il sacco sormonta l’ anello inguinale, ri
(Tavola X, fig. 3, secondo Scaan.) posa sul pube al luogo ove 1’ aponeurosifascia
lata vi s’ inserisce dopo avere coperto il mu
Spiegazione della figura. scolo pettineo che sostiene. Davanti, è coperto
dallegamento di Falloppio; di dentro è ricevuto
1 Arco crurale. -- 2 Porzione dell’ apoueu nella concavità di quello di Gimbernat, ed al-'
rosifascia-lata, che rimase attaccata al bordo 1’ infuori è in rapporto co’ vasi crurali, senza
inferiore del legamento di Falloppio.- 3 Anello perciò essere contenuto nella loro guaina, la
inguinale. - 4 Cordone spermatico. -f- 5 Sacco quale è affatto distinta dal condotto crurale;
erniario formato dalperitoneo, (ernia crurale). - in ultimo il suo collo è talvolta circondato da
6 Tessuto cellulare sotto-peritoneale, che copri un gran numero di vasi. Àll’ orificio inferiore
va tutta la faccia esterna del sacco erniario, del canal crurale, ove subisce un cangiamento
unitamente alle glandule dell’anguinaja, e l’apo di posizione, il sacco erniario è coperto dalla
neurosi fascia-lata. -- 7 Arteria crurale. - pelle e dal fascia-superficiali} più o meno ab
8 arteria epigastrica. - 9, [0, 1 I Continùàzio bondantemente provveduto di grasso, che for
ne dell’ arteria epigastrica. - 12 Piccolo ramo temente aderisee all’ arco fibroso che circonda
dell’ arteria spermatica. (I vasi spermatici sono la vena safena. Alcuni vasi e gangli linfatici co
rappresentati isolati gli uni dagli altri e solle prono il tumore ‘, in ultimo alcune vene ed ar
vati con un uncino, in modo da far vedere che terie , il cui numero e volume sono variabili,
essendo abbandonati a loro medesimi discen solcano la superficie dell’ernia, ove affatto sono
derebbero al loro posto naturale che è lungo il gettati in fuori.
bordo dell’ arco crurale.) - 13, 14 Continua Nell’ ernia crurale , 1’ arteria epigastrica è
zione dell’ arteria spermatica. -- 15 Vena sper allontanata dal collo del sacco erniario e situata
matica divisa in più rami. - 16 Canale defe alla sua parte esterna, a quattro linee di distan
rente. -- 17 Ansa dell’ intestino ileo rinchiusa za: appresso risale verso la linea bianca. I pic
nel sacco erniario. coli rami che fornisce al cordone de’ vasi sper
matici, sono situati alla parte anteriore e supe
riore del collo del sacco. Quando 1’ arteria ot
L’ ernia crurale, sempre prodotta per l’usci turatoria nasce dall’ arteria epigastrica, ora pas
ta di alcuni visceri od organi attraverso una sa dietro ed alla parte inferiore del collo del
particolare apertura, chiamata anello crurale, si sacco, donde ella è più o meno distante, ora si
forma non pure nell’ uomo che nella donna, curva sopra il collo, ed allora il sacco erniario
sotto la parte più interna dellcgamento diFal è da tutte le parti circondato da’ vasi tranne
loppio, nel tessuto cellulare che accompagna i però la porzione corrispondente al pube. In
vasi crurali. Essa segue il lato interno di questi ultimo, il cordone spermatico incrocia la parte
vasi, e discendendo forma tumore alla parte di anteriore e superiore del sacco erniario, donde,‘
mezzo della coscia, tra i muscoli sartorio, gra secondo lo Scarpa, non è separato che per due
cile interno e pettineo. o tre linee.
Anatomia chirurgica dell’ernia crurale. Se Questi rapporti del sacco erniario eo’ vasi
condo Job6rt, (i) in questa specie di ernia, il e colle parti che lo circondano essendo assai
peritoneo che forma il sacco erniario passa l’a importanti da conoscere, soprattutto per evita
nello crurale, appresso, se continua a discen re una letale emorragia nell’ operazione del
dere, si porta quasi verticalmente nel canale di 1’ ernia crurale nell’ uomo, abbiamo indicato
questo nome, per superare poscxa la sua aper nella figura 3, non solamente il più delle parti
interessate in questa malattia, ma ben anco
(il Trattato teorico e pratico delle malattie del condotto inte
quelle che si potrebbero ledere con pericolo.
stinale. . (Vedi la spiegazione della figura.)
PATOLOGIA Si
Le cause dell’ ernia crurale sono presso po forma, esoprattutto ai caratteri che sono comu
co le medesime di quelle della maggior parte ni alle ernie in generale. Se, a cagi0n d’ esem
delle ernie: solamente la differenza del sesso pio, il tumore comparve instantaneamente, dopo
influisce non poco sulla loro produzione. Infatti _ uno sforzo violento, se s’ aumenta col moto e
le donne vi sono molto più esposte degli 110 diminuisce o sparisce collapressione o nella
inini, per la maggiore profondità in esse della posizione orizzontale, se comunica alla mano un
scanalatura anteriore del bacino, soprattutto al impulso ogni volta che il malato tossisce, se in
livello dell’eminenza pettinèayper lo sforzo ultimo ha cagionato coliche o dolori enterici, la
che prova 1’ arteria crurale, a cagione delle rei malattia dovrà necessariamente essere un’ernia.
terate gravidanze; finalmente, per la ristret-' Il pronostico delle ernia crurali, soprattutto
tezza relativa dell’ anello inguinale. Quest’ ernia quando sono strozzate, dee essere assai riser
può ben anco essere provocata da tumori svi vato: in fatti sono tutte, sottoposte allo strozza«
luppati nella cavità addominale, da soventi rin mento acuto , ed allora non si può sperare di
novate ritenzioni d’ orina, che distendendo le ottenere una cura radicale. Se non che siccome
pareti addominali e le sue aperture aponeuro gli altri tumori di questo genere, richiedono
tiche , necessariamente apportano de’ cangia (1’ essere ridotte e mantenute col mezzo di una
fasciatura conveniente. Ne’ casi poi di strozza
menti nel condotto crurale, ‘ed in conseguenza,
delle disposizioni a codesta affezione. mento, esigono pronti soccorsi ed una energica
Le ernie crurali possono essere semplici o medicatura.
complicate. Ne possono esistere parecchie nel Processo operàtorio. Quando si vuol ridur
medesimo individuo, ed in alcune circostanze re un’ ernia crurale semplice, si fa coricare il
si videro sopravvenire con ernie ombelicali, o malato sul dorso e sul lato opposto a quello ove
con isventramenti. Quanto a’ visceri ed organi è il tumore, raccomafldandogli di piegare e di
che il più sovente le formano, sono per ordine portare nell’ adduzione la coscia che corrispon
di frequenza, 1.° gl’ intestini tenui; 2,0 1’ (mi. de alla parte malata; onde mettere 1’ arco orp
ploon -, 3.° il cieco ed il colon , 4.0 l’ utero e rale e le parti che ne dipendono nel maggiore
parti annesse, che possono impegnarvisi isola possibile rilassamento. Se il"tumore è poco vo
tamente; 5.° l’ ovaja.. . Si videro pure l’intestino luminoso, nè ha per anco deviato dalla sua pri
.
tenue, 1, eprploon, Il c1eco e l’utero essere con-4 mitiva direzione, fa (1’ uopo dirigere gli sforzi
tenuti nella medesima ernia. di riduzione dal basso in alto ed alquanto dal
Egli è assai malagevole conoscere un’\ ernia’ I’ indentro all’ infuori. Il tumore s’ è egli cur
ei‘urale incipiente, perocchè allora il tumore si vato davanti il legamento di Falloppio, dopo di
trova profondamente nascosto sotto 1’ arco cru averlo abbassato , si porta un po’indietro , ed
ra1c: ma quando 1’ ernia fa protuberanza alla appresso nella già indicata direzione. Quando
parte anteriore e superiore della coscia, è carat 1’ ernia è ridotta, ciò che appare dalla sua dis
terizzata da un tumore globuloso più o meno posizione, dal vuoto che si sente sotto l’arco
rotondo avendo sua sede ora sulla parte me crurale e dalla mancanza degli accidenti, ap
diana ed alquanto interna della piega della co presso si applica una fasciatura elastica circola
scia, ora all’ infuori de’ vasi crurali. Questo tu re, il cui cuscinetto di forma ovale e non tanto
more indolente, il cui volume varia dalla gros largo da impedire imovimenti della coscia, do
sezza d’un uovo sino a quello della testa di un vrà essere in modo inclinato da esercitare una
feto , è talvolta ovolare ed allungato nella piega compressione dal basso in alto, dall’ indietro
della coscia. all’ infuori e dall’ avanti all’indietro.
Talvolta si è confusa l’ ernia crurale, con un Di rado l’ ernia crurale guarisce colla sem
bubonocele , con ingorgamènti linfatici, con plice applicazione di una fasciatura. Pressochè
ascessi per congestione , sviluppati" alla parte sempre fa duopo aver ricorso all’ operazione,‘
anteriore e superiore della coscia, con un tu massimamente ne’ casi dello strozzamento, nei
more varicoso della vena safena, o con tunfori quali il più piccolo indugio potrebbe divenire
formati da cisti sierose, Nondimeno' si può, se fatale._ In questa circostanza, dopo avere fatto
non evitare, almeno rendere meno fre uenti, coricare l’ infermo nella sponda del letto cor«
questa fatta (1’ errori, avendo riguardo a e cib rispondente alla parte malata, e postosi il chi
costanze nelle quali si formò il tumore, al suo rurgo al medesimo lato , si fa a’ tegumenti sol
modo di sviluppo, all’impossibilità di deviarlo levati Con} una piega, un’ incisione un po’ obli
in massa, alla sua profonda situazione, alla sua qua in basso [ed in dentro, che cominci circa
a
8'2 LA MEDICINA PITTORESCA
un pollice al di Sopra del tumore, passi per la 8 Eminenza in forma di promontorio, che .ri
sua parte di mezzo, e termini alquanto sotto di . sultava dalla situazione paralella dell’ intestino
essa : se l’ ernia è assai sviluppata attraverso, e‘ diviso. - g Porzione posteriore dell’ intestino
meglio fare un’incisione a T rovescio, od an che corrispondeva all’attacco del mesenterxo.
che meglio [1113 incisione a croce. Si legano im (In questo luogo la continuità dell’ intestino
mediatamente le arterie pudende esterne che non fu distrutta.) - IO Solco, lungo il quale le
sono state tagliate, poscia si tagliano con pre materie fecali discendevano dall’ orificio supe
cauzione idiversi tessuti generalmente poco riore dell’intestino, nell’ imbuto membranoso,
densi che coprono il sacco erniario. Posto allo donde si dirigevano nell’ orificio inferiore del
scoperto il sacco erniario, si alipre in tutta la medesimo intestino. - I I, m. Piccolo condotto
sua lunghezza, e si procede a a ricerca della fistoloso, in parte formato dai rimasugli del col
sede dello strozzamento. Quando il dito intro lo del sacco erniario, ed in parte dalle aponeu
dotto tra il sacco e le parti fuoriuscite, fa cono rosi de’ muscoli addominali e dai tegamenti
scere che la sede dello stringimento è poco de dell’ anguinaja.
viata, e che in conseguenza è formata dal con
torno dell’ orilicio inferiore del condotto cru
rale, ciò che sovente accade, basta sbrigliare L’ intestino può essere in modo pizzicato o
direttamente davanti per toglierla senza difli serrato , in conseguenza di uno strozzamento
coltà e pericolo. Se lo strozzamento esistesse al erniario, che la circolazione cessa affatto nella
livello dell’ anello crurale, e se fosse prodotto parte strozzata. Da ciò risulta necessariamen
dal contorno di questa apertura, sarebbe uopo te la cancrena di questo intestino, cui poss0no
sbrigliare, o alla sua parte inferiore , formata egualmente dar origine sforzi mal diretti onde
dal legamento di Falloppio, o vero sul lato in operare la riduzione. L’ esito meno funesto di
terno determinato dal bordo concavo del lega un simile accidente si è, secondo lo Scarpa,
mento di Gimbernat. l’ uscita delle materie fecali dalla ferita, o vero,
Fatto lo sbrigliamento, si procede alla ridu in altri termini, un ano artificiale. Noi non ci
zione de’ visceri, che si opera ponendo in fles occuperemo nel far conoscere i sintomi, gli esiti
sione le cosce. La medicatura ‘è semplicissima. ed il trattamento di una cosiflàtta disorganizza
Consiste nell’ avvicinare ibordi della divisione zione, perocchè ciò ci dilungherebbe di troppo,
con liste adesive, nel coprire il tutto con un e quivi solamente riferiremo co’ suoi particolari
primacciuolo spalmato di ceroto, e di compres un’osservazione tendente a provare che una
se che si mantengono con una fasciatura trian malattia cotanto pericolosa, come è un ano con«
golare od a spica. Si colloca appresso un guan tro natura, non esclude ogni cura radicale, an
ciale sotto il garretto del malato, acciocchè la che quando la cancrena ha distrutto una por
ferita non sia punto stirata. zione considerabile del condotto intestinale. La
figura 4 porgerà un’idea assai esatta di quanto
Ernia crurale cancrenata, felicemente termi può fare la natura in simile circostanza. Questa
nata con un ano contro natura. figura rappresenta il bacino di una donna, la
quale, parecchi anni avanti la sua morte, ebbe
(Tavola X, fig. 4, secondo SCARPA.) un ano contro natura in conseguenza di un’er
nia crurale cancrenata di un picciolissimo vo
Spiegazione dellafigura. lume. Già da lungo tempo , le deiezioni alvine
in questa donna aveano ripreso il loro corso
1 Orificio superiore dell’ intestino diviso. - naturale, e non rimaneva nell’anguinaja che
2- Orificio inferiore del medesimo intestino. - una picciolissima apertura fistolosa donde si
3 Luogo ove il collo del sacco erniario strozza vedea trasudare a quando a quando alcune goc
. va 1’ intestino. - 4 Porzione del peritoneo che ce di materie fecali, quando succumbette per
primitivamente formava il collo del sacco ernia una malattia affatto estranea alla sua infermità.
rio che s’ era convertito in una specie di imbuto All’ apertura del cadavere si trovò una ci
membranoso, il quale mette in comunicazione i catrice in una parte del condotto intestinale.
due orificii dell’ intestino diviso dalla cancre La cancrena avea distrutto solamente una por
an. -- 5 Porzione superiore dell’intestino ileo. - zione della circonferenza dell’intestino, e l’ansa
6 Porzione inferiore del medesimo intestino. - dell’ ilco corrispondente aquesta cicatrice, la
7 Porzione del grande sacco del peritoneo. - quale aderiva a’ dintorni dell’ arco crurale, f0r
:
PATOLOGIA .83
mava un angolo assai distinto. La sommità di e di cui l’ estremità sottilissima, passando sotto
quest’ angolo corrispondente-al luogo ove l’ in-t l’arco crurale, andava a perdersi nel tessuto
testino era stato coperto dalla cancrena, si tro cellulare sotto-cutaneo e nella picciola apertura
vava inviluppata in una specie d’ imbuto mem fistolosa che ancora esisteva alla piegatura del
branoso, formato da un prolungamento del pe 1’ anguinaja : per mettere allo scoperto il punto
ritoneo , il quale, secondo lo Scarpa , non era di riunione delle due estremità dell’intestino,
che un rimasuglio del sacco erniario. Dopo la la picciola fistola esterna, non che il prolunga
separazione delle parti cancrenate , il collo di mento del peritoneo, onde s’ è parlato furono
questo sacco medesimo avea contratto delle fessi in tutta la loro lunghezza, ed allora si vi
aderenze coll’ intestino e si era con esso ritira dero evidentemente, i due orificii dell’intestino
to nella cavità addominale, tanto che all’ epoca situati accanto 1’ uno dell’ altro e riuniti da una
della morte della malata si trovava alla distanza parte , formando tra di essi un angolo acuto.
di più linee dall’ arco cruralè. L’ estremità su (Ved. la figura.) L’ inferiore era situato alquan
periore dell’ intestino ileo era più ampia e più to più basso e più in dentro del superiore. Tra
dilatata dell’ inferiore. di essi v’ avea una picciola eminenze in forma
Le materie fecali, essendo uscite liberamen di promontorio , la quale era insufficiente per
te per le vie crurali, assai tempo dopo la gua impedire ogni comunicazione diretta tra i due
rigione, è ragionevole il credere che iniettando orificii, perocchè rimaneva un piccolo spazio tra
acqua nell’ estremità superiore di uesto inte di essa e la parete posteriore dell’intestino :
' stino, passerebbe senza difficoltà ne 1’ estremità piuttosto che dilatare quest’ apertura ristretta,
inferiore; nondimeno la sperienza provò che il liquido si portava dall’ orificio superiore del
pervenuto una volta il liquido all’ angolo di l’intestino nella cavità del picciolo imbuto mem
riunione delle due parti dell’intestino, trovava branoso, e di là, nell’ orificio inferiore, descri
un grande ostacolo, e descriveva un semicerchio vendo un semicerchio dietro 1’ arco crurale.
dietro l’ arco crurale, al quale imprimeva leg Durante la vita, dice lo Scarpa, le materie fecali
geri movimenti oscillat0rj, che si comunicava trascorrevauo questo medesimo tragitto , che
no sino a’ tegumenti dell’ anguinaja (Scarpa). diveniva vie più facile di mano in mano che la
Separato il peritoneo dalla parete anteriore picciola fessura esterna si restringeva: peroc- 7
dell’ addome lasciò scorgere, tosto si pervenne ché , nel medesimo tempo, egli soggiunge, la
al livello del legamento di Falloppio , che una base dell’ imbuto membranoso, ritirandosi nella
grande porzione del grande sacco, si prolunga cavità addominale, diveniva vie maggiormente
va sotto l’arco crurale per formare l’ imbuto proprio a prestarsi alla dilatazione cagionata
membranoso, la cui base inviluppava _1’ angolo dal passaggio degli escrementi.
di riunione delle due estremità dell’intestino,

--+a»s+se
LA MEDICINA PITTORESCA

MEDICINA OPERATORIA
‘00IOW

DEGLI SPECULUM dro semplice, fu immaginato da Récamier, al.


l’ epoca in cui questo pratico fece ritornare in
Speculum bivalve di Sirhenry. voga questo stromento , che fu singolarmente
modificato e perfezionato già da parecchi anni,
(Tavola X, fig. 6.) sia aggiugnendovi due rami laterali per render
ne 1’ applicazione più facile , sia formandolo di
Sogliono ichirurghi designare sotto questo due mezzi cilindri, suscettibili d’ essere man
nome latino che significa specchio, alcuni stro tenuti più o meno aperti col mezzo di una ca
menti destinati non solamente a dilatare le ca tena o di un manico simile a quello delle no
vità esterne di alcuni organi, ma ben anco a stre cesoie ordinarie: checché ne sia, queste
tenerle aperte , onde rendere accessibili, agli diverse modificazioni, in apparenza cotanto van
occhi, alla mano , agli stromenti ed a’ medica taggiose , non sono scevro da inconvenienti, e
menti, le parti più o meno profonde di queste non è se non per supplire alla loro imperfezio
medesime cavità. Questi stromenti, la cui forma ne che Sirhenry imagiuò il suo speculum bival
varia secondo 1’ organo cui devono servire ed ve, di cui daremo la descrizione.
esplorare, sono‘da chirurghi presso che dimen Consiste in due valve od i'nviluppi di me
ticati. Per la qual cosa in oggi non si vedono tallo assai levigato sensibilmente semi-cilindri«
più figurare che ne’ grandi arniamentari chirur cc, terminato anteriormente da cercini o rilievi
gici, come quello della facoltà di medicina di che congiugnendosi formano due anelli riuniti
Parigi. Perché più non si usa speculum del col mezzo di cerniere; sulle parti laterali di
1’ occhio, immaginato per tenere le palpebre questi anelli, sono fissati con viti due fusti me
allontanate, lo speculum del naso, inventato tallici che formano col corpo dello stromento
per esaminare l’interno delle fosse nasali; in un angolo di circa 45 gradi. Questi due rami,
ultimo lo speculum della bocca , che un tempo che possono essere più o meno ravvicinati l’uno
serviva a tenere allontanate le mandibole ed ab all’ altro , presentano alla loro parte inferiore.
bassata la lingua. una specie di chiocciola, nella quale è ricevata
Isoli stromenti di questo genere onde an una lunga vite posta secondo la loro direzione
cora si faccia uso, sono lo speculum dell’ ano, ed in una specie di manico. La porzione più
osto in uso in alcuni casi per allontanare i elevata di questa vite preme contro un pezzo
bordi dell’ ano, e lo speculle dell’ utero, de di metallo situato alla parte inferiore dell’anel
Stinato a dilatare la vagina ogni volta che si lo, in modo che facendola muovere, girando il
tratta di scoprire e conoscere lo stato del collo manico dello stromento, tende a cangiare la cur
dell’ utero. Quest’ ultimo speculum, dapprima vatura delle sue branche ed in conseguenza a
assai complicato nella sua costruzione, in oggi piegare l’ anello : ciò che non può accadere sen
è_fidotto alla maggiore semplicità, di un tubo za produrre l’ allontanamento delle due valve,
conico formato di stagno ben liscio il cui cali cui un movimento in senso contrario ricondu
bro è sempre proporzionato all’ ampiezza più ce necessariamente alla loro primiera posizione.
o meno grande della vagina. Una delle estre Si colloca una candela all’ orificio anteriore di
mità di questa specie di cocco, tagliata perpen questo cilindro, ed allora la sua faccia interna
dicolarmente alla sua spessezza, è guarnita d’un facendo riflessione, illumina di una luce assai
bordo r‘0tondo onde poter abbracciare più fa viva le parti ove si trova applicata l’altra estre
cilmente il collo dell’ utero 5 l’ altra estremità, mità, ciò che permette all’ operatore di esplo
leggermente incavata, la quale deve restare in rare il collo dell’ utero. Questo speculum è, se
fuori , presenta una specie di becco di flauto condo Velpeau, il più perfetto che si conosca,
pel quale si prende lo stromento onde situarlo e sarebbe difficile, secondo questo pratico, il
in vagina e tenerlo fisso ed invariabile durante trovarne uno più semplice e che meglio corri
la sua introduzione in quest’ organo. spondesse al proposto scopo.
Questo speculum dell’ utero, detto a cilin Lo speculum uteri è, come abbiamo fatto
LA MEDICINA OPERATORIA 85
presentire, particolarmente impiegato per dila e convenientemente fissato da aiutanti, 1’ ope
tare la vagina, e per assicurarsi colla vista dei ratore, dopo essersi posto dalla parte dove l’al
differenti stati patologici del collo della matri lacciatura deve essere fatta, fa, lungo il bordo
ce : occorre soprattutto farne uso nei casi d’in interno del muscolo sterno-mastoideo, una lun
durimento e di cancro del collo di quest’ orga ga incisione almeno di tre pollici, la quale deve
no. Allora, dopo avere spalmato questo stro interessare la pelle ed il muscolo platisma-mioi
mento di burro 0 di cerotto, l’ operatore lo fa de, dividendo appresso lo strato del tessuto cel
strisciare dolcemente lungo 1’ asse del bacino, lulare che unisce il muscolo mastoideo co’ster
appoggiando massimamente sulla commessura no-ioidei e sterno-tiroidei, allontana questi mu
posteriore della pudenda, poscia conducendolo scoli gli uni dagli altri colle dita, fa portare al
in questa guisa, sino alla sede del male, Io in- - I’ infuori lo sterno-mastoideo col mezzo di un
clima più o meno, davanti, di dietro, o da un uncino ottuso, onde potere più facilmente al
lato, secondo che il collo dell’ utero si presenta lontanare i bordi dclla ferita , raccomanda agli
più o meno completamente alla sua estremità. aiutanti di piegare alquanto il capo del malato.
Ciò fatto, apre lo speculum in modo da torre Ciò fatto, si vede la vena giugulare, che in ra
le pieghe della vagina, e dopo aver posto allo gione della sua grande dilatazione , riempie
scoperto tutta la sede del male, porta sull’ or tutto il fondo della ferita e copre l’ arteria ca
gano malato, o lo stromento tagliente, od alcu rotide ed il nervo vago. Ma_non è per anco il
ne sanguisughe, od in ultimo un caustico o qua momento di cercare d’isolar questa vena dal
lunque altra sostanza medicamentosa. I’ arteria, fa (1’ uopo dapprima dividere, col mez
zo d’ una tenta scanalata, non solamente la spe
Allocciatura dell’ arteria carotide primitiva. cie difasòia-lata, che nasce dai due bordi del
muscolo omo-ioideo, ma ancora, questo muscolo
(Tavola X, fig. 5, secondo Marnc.) medesimo, se corrisponde al mezzo della ferita.
Sarà la medesima cosa de’ filamenti nervosi che
Spiegazione della figura. possono passare da un vaso all’altro. Queste
dissezioni diverse essendo terminate, 1’ opera
1 Arteria carotide primitiva. -- 2, 2 Filo tore abbandona di nuovo il bistori onde allon
passato sotto l’ arteria. - 3 Vena giugulare in tanare e separare dolcemente la vena dall’ arte
terna. -- 4 Nervo pneumo-gastrico. -- 5 Ansa ria, poscia striscia il conduttore del filo intro
rovesciata del grande ipoglosso. - 6 Muscolo ducendolo tra questi due vasi, avendo l’ atten
sterno-ioideo. - 7 Muscolo sterno-tiroideo. - zione di lasciare il nervo vago in fuori ed ade
8 Muscolo omoplata-ioideo. rente alla vena.
La carotide primitiva venne allacciata tante Fatta l’ allacciatura, si corica il malato col
volte nel corso di trent’ anni, e sempre senza capo leggermente elevato ed inclinato verso lo
che quest’ operazione abbia immediatamente sterno, acciocchè in questa situazione 1’ arteria
cagionato il più picciolo sconcerto , sia nelle si trovi nel più completo rilassamento. Si può
funzioni del cervello, sia nella vitalità di altre parimente, occorrendo , assicurare il capo in
parti del capo, che è quasi impossibile mettere questa posizione con una fasciatura, che ab
in dubbio la sua innocenza. Non pochi fatti bracciandolo passa sotto le ascelle. La ferita si
(1’ altra parte vengono in appoggio di questa medica il quarto o quinto giorno, e si evita at«
asserzione. Per la qual cosa non è rado il veder tentamente tutto ciò che potrebbe produrre una
praticare questa operazione , quando v’ ha le irritazione generale o locale.
sione, rottura, od aneurisma dell’ arteria caro Quando la carotide è affatto obliterata, la
tide o di alcuni suoi rami. L’ allacciatura del circolazione non tarda a ristabilirsi ai lati del
tronco carotico è d’ ordinario considerata di collo e del capo, non solamente col mezzo di
una facile esecuzione, ed ecco, secondo Manec, anastomosi voluminose che contrae nel cervello
(Trattato teorico e pratico sulle malattie delle colla vertebrale e colla carotide interna del lato
arterie), il processo operatorio più general opposto, ma ben anco col mezzo di quelle non
mente seguito da’ chirurghi che ebbero ocea pur numerose, che nascono dalle arterie tem
sione di fare quest’ operazione, una delle più porali, occipitali, sopra-orbitali, facciali, lin
importanti scoperte della moderna chirurgia. guali, tiroideo inferiori o superiori, non che
Coricato sul dorso, teso leggermente il capo tutti i rami delle carotidi esterne, cc.
Med. Pier. T. I. 13
LA MEDICINA PITTORÉSCA

ANATOMIA

.__.M°m_

AB'TERIE piana dorsale profonda. -- 34 Arteria interos


sea dorsale. -- 35, 35 Arterie dorsali delle di
Arterie della parte posteriore dell" arto supe ta. - 36, 36 Piccole diramazioni che proven
riore, come si osservano, allorquando si ha gono dalle arterie collaterali e si propagano sul
levata la cute. dorso delle dita. - 37 Legamento posteriore
del carpo.
(Tavola XI, fig. 1, secondo Turnamau.)
Arterie profonde della parte posteriore del
Spiegazione della figura. ‘ 1’ arto superiore.

1 Muscolo deltoide.- 2 Muscolo bicipite. - (Tavola XI, fig. 2, secondo T1anexurr.)


3 Muscolo brachiale anteriore. - 4 Muscolo
tricipite. - 5 Muscolo supinator lungo -6 Mu Spiegazione dellafigura.
scolo primo radiale esterno. - 7 Muscolo secon
do radiale esterno. - 8 Muscolo lungo abdut 1 Muscolo brachiale anteriore. - 2 Origine
tore del pollice. - g Muscolo breve estensore del muscolo lungo supinatore. - 3 Origine del
del pollice. -- 10 Muscolo lungo estensore del muscolo primo radiale esterno. - 4 Tendine
pollice. -- 11, 11 Muscolo estensore comune del muscolo tricipite. - 5 Legamento laterale
delle dita. -- 12 Muscolo estensore proprio del esterno dell’ articolazione del cubito. - 6 Le
1’ indice. - 13 Muscolo cubitale posteriore. - gamento anellare del radio. - 7 Legamento in
14 Muscolo anconeo. - 15 muscolo cubitale terosseo. - 8 Legamento posteriore dell’ arti
anteriore. -- 16, 16 Rami muscolari provenienti colazione radio-carpiana. - 9, 10, 11 Muscoli
dell’arteria omerale profonda. - 1 7 Arteria ome interossei dorsali. -- 12, 12 Arteria omerale
rale profonda o grande collaterale.- 18, 1 8 Ra profonda. -- 13 Arterie ricorrente radiale. -
mi dell’ arteria ricorrente radiale. -- 19 Ramo 14 Arteria ricorrente interossea. -- 15 Anasto
dell’ arteria interossea ricorrente. - 20 Anasta masi delle arterie precedenti. - 16 Prima arte
mosi tra l’ arteria omerale profonda, e l’ arterie ria interossea o erforante superiore. - 1 7 Pic
ricorrente radiale ed interossea. - 21 Piccole cole arterie perl’branti. - 1 8 Arteria interossea
diramazioni muscolari e cutanee del ramo per perforante inferiore. - 19 Rami dell’ arteria
forante dell’ arteria interrosea superiore. - precedente che si recano alla rete arteriosa po
22, 22 Piccole diramazioni muscolari e cutanee steriore del carpo. -- 20 Arteria radiale. -
del ramo perforante dell’ arteria interossea. - 21, 21 Rami carpiani dorsali dell’ arteria prece
23 Ramo carpiano dorsale dell’ arteria cubita dente. - 22 Arteria dorsale del pollice. -
le. -- 24 Rete formata dalle arterie precedenti 23 Arteria radiale che s’ introduce nella palma
sulla faccia dorsale del carpo. - 25 Arteria radia della mano. - 24 Arteria dorsale interna del
le. - 26, 26 Ramo carpiano dorsale dell’ arte pollice. - 25 Arteria collaterale interna del
ria radiale. - 27 Arteria dorsale del pollice pollice. -- 26 Arteria dorsale esterna del dito
proveniente dalla radiale. - 28 Arterie radiale, indicatore. -- 27 Arteria dorsale del carpo pro
che passa tra il primo muscolo interosseo dor veniente dall’ arteria cubitale. -- 28, 28 Rami
sale ed il primo osso del metacarpo per por perforanti delle arterie interossee palmari. -
tarsi alla palma della mano. - 29, 29 Arteria 29, 29 Arterie interossee dorsali o posteriori. -
dorsale del pollice. - 3o Arteria collaterale in 30 Arteria dorsale interna dell’ indice. - 3 1 Ar
terna'del pollice. - 31 Arteria dorsale esterna terie dorsale esterna del dito medio. - 32 Ar
dell’indice. --- 32 Rete carpiana dorsale pro teria dorsale interna del dito precedente. -.
fonda. -- 33 Rami perforanti delle arterie in 33 Arteria dorsale esterna del dito anellare. -
terossee, che si anastomizzano con la rete car 34 Arteria dorsale interna del medesimo dito...
ANATOMIA - 87
35 Arteria dorsale esterna del dito mignolo. - superiore del radio. - 4 Olecrano. - 5 Por
36 Arteria dorsale interna dello stesso dito - zione del legamento interosseo. - 6 Porzione
37, 37, 37, 37, 37 Rami che le arterie collate del muscolo brachiale anteriore. -- 7 Condilo
rali palmari inviano alla faccia dorsale delle dita. esterno e - 8 condilo interno dell’ omero. -
g Termine dell’ arteria omerale profonda. -
Vasi prq/bndi della parte posteriore dell’arti 10 Arteria collaterale interna proveniente dal
colazione del cubito. 1’ omerale. .- x 1 Anastomosi tra loro delle ar
terie precedenti. -- 12 Arteria ricorrente cubi
(Tavola XI, fig. 3,' secondo Tmnammr.) ' tale. - 13 Anastomosi dell’ arteria precedente
con la collaterale interna. -- 11| Arteria ricorren
Spiegazione dellafigura. te radiale proveniente dall’interossea ed anasto-
mizzantesi posteriormente al cubito col termi
1 Estremità inferiore dell’ omero. - 2 E ne delle arterie omerale profonda e collaterale
stremxtà superiore del cubito. -- 3 Estremità interna.
88 LA MEDICINA PITTOBESCA

FISIOLOGIA

l‘4.»
.-_-hrrigcj-__
'

Animaletti spermatici osservati nell’ uomo per sivamente tal materia alla fisiologia sublime;
mezzo del microscopio. noi diremo soltanto, che nello sperma degli
animali esistono degli animaletti microscopici,
(Tavola XI, fig. _4, secondo Gnmcunr.) e ci ingegneremo soprattutto descrivere con
esattezza quelli che rinvengonsi nello sperma
Fra tutte le scoperte, che mediante l’in dell’ uomo. ‘
venzione del microscopio, sono stati in caso gli Secondo 1’ avviso del maggior numero degli ‘
osservatori di poter fare, nissuna forse parve osservatori, questi animaletti spermatici sono
meritare tanta attenzione, ed avere una mag formati nell’ uomo da una specie di testa, gros
gior importanza , di quella. che la presenza ci sa, rotonda, come vescicolosa, e da una coda
fece conoscere degli animaletti viventi nello in proporzione molto esile, flessibile, e ponti
sperma degli animali, ove muovonsi con viva ta; figura che in qualche modo li rassomiglia
cità, e nuotouo in truppe si strette, che questo al girino della rana (veg. la lettera a, fig. 4).‘
umore sembra essere di essi interamente com La loro piccolezza è tale, che mille (1’ essi non
posto, sia che si osservi quando venne per le eguagliano la grossezza di un capello, e secon
vie ordinarie eiaculato , sia che lo si esamini do alcuni naturalisti degni di fede, cinquanta
per entro ancora alle proprie vescichette sper mila di questi animaletti potrebbero star collo
matiche. cati in un granello di sabbia: Keil calcolò la
Questa scoperta, che sembra esser stata pre loro lunghezza arrivare alla trecento millesima
sentita da Luigi Dugardin, professore a Douai, parte di un pollice, e Wintringham, dietro in
venne da oltre un secolo fatta da Aut. Leeu gegnose ricerche, il peso di ciascun di essi alla
wenhoeck, al quale, per quanto appare, fu in cento quaranta milionesima parte di un grano.
dicata da un giovine medico di Danzica, Luigi Bulfon ha stimato che un verme spermatico era
de Hammen allora studente a Leida. Nel con oltre mille milioni di volte più piccolo di un
fessare il fatto con tutta sincerità, Leeuwcn uomo. Infine , la vita in questi esseri si singo
hoeck, comunicò egli medesimo , nel mese di lari appalesasi per mezzo di atti, che è impos
novembre 1677, il frutto delle proprie osser sibile di rivocare in dubbio: tutti infatti sono
vazioni a lord Brouncker, presidente della so dotati di movimenti rapidi e svariati.
cietà reale di Londra, efece in seguito di questo Allorquando lo sperma è ancora vischioso,
studio 1’ oggetto costante della sua applicazio il lor moto è lento e languido : ma se, mediante
ne, fiuo ad un età molto avanzata. Oggidì adun una piccola quantità d7 acqua tiepida, lo si ren
que gli viene accordato tutto intero 1’ onore di de più fluido, il moto di questi animaletti di
tale scoperta, la quale, dappoichè fu bene com vien più sciolto e più vivo; veggonsi allora, nel
provata da altri osservatori, contribuì a rinno lor corso, percorrere una linea tortuosa, nella
vare con maggior forza una teoria della genera guisa che abbiam mostrato in a; slanciano sem
zione in assoluta opposizione con quella degli pre il lor corpo da un lato all’altro; e sembrano
ovaristi. Tutti, infatti, si basarono sull’ esi remar con forza colla lor coda. Quando la goc
stenza di questi animaletti per innalzare dei cia è un po’ troppo grossa, o troppo densa, si
sistemi atti a spiegare la riproduzione, e la for scorgou soltanto quelli che si alzano dal fondo;
mazione degli animali superiori, e quella perfino e per quello che ne può giudicar l’ occhio ar
dell’ uomo. Ma sventuratameute dai moltiplici mato di un eccellente microscopio, essi portansi
e numerosi lavori intrapresi su tal proposito una o due linee innanzi, e poi si\tulfano nel
non ne derivarono che delle opinioni vaghe, le liquido. Non si ravvisa ordinariamente che quel
quali, parlando fisiologicamente, per nulla con la parte della coda dell’ animaletto, che è più
tribuirono a vantaggio della scienza. Noi non prossima al suo corpo. La sua estremità rimane
esporremo le differenti ipotesi alla lor volta al disotto della parte fluida; talvolta eziandio
proposte su questo riguardo; appartiene esclu nel piegarsi dall’ alto al basso è dessa trascinata
FISIOLOGIA 89
all’insù, come si può vedere alla lettera b. In col miglior microscopio. Ciò nonstante questi
generale, le code di questi animaletti sono cotan animaletti possono vivere per tre oquattro gior
to sottili, che anche sotto il più sensibile ingran ni, nello sperma ottenuto da un’ animal viven-»
dimento non giungono alla spessezza del capel te ; si è pure talvolta riscontrato che vivevano
lo il più fino : è d’ uopo quindi della più scru ancora dopo ventiquattro ore nelle vescichette
pelosa attenzione per ravvisare e non tener (1’ uomini periti da una morte violenta.
d’occhio che quelli che si alzano tanto da ren Non si rinvengono questi animaletti soltanto
der visibili le loro code. Taluni si affondano in nello sperma dell’ uomo, ma eziandio in quello
guisa di non apparire che come un’ ombra c , dei mammiferi, e di alcuni animali appartenenti
altri rovesciano per tal modo la parte inferior ad altre classi: in quello, per esempio del gallo
del lor corpo , che si fan vedere appianati e domestico, e dell’ anitra in particolare; come
trasparenti, quasi che mostrassero la schiena d. pure nel latte di certi pesci, quali il carpione,
Allorquando si espone ad una dolce tempe il luccio, la tinca, la trotta cc. cc. Se ne osserva
ratura il liquore seminale dell’ uomo, desse rono pure negli organi genitali dei molluschi,
ispessisce, ed il moto di questi animaletti cessa degli insetti e dei crostacei; ma da qualsiasi
prontamente. Se poi si lascia raffreddare , si animale provengan essi, ella è però cosa di fat
scioglie di nuovo, ed essi riprendono la loro to, che tali animaletti han sempre ad un dipres
attività fino al momento, in cui il liquore ritor so lo stesso volume; nell’ uomo soltanto la loro
na ad addensami. Gleichen, dall’ opera del quale pretesa testa è più grossa e voluminosa di quel
noi abbiam tratto una parte di queste nozioni, che nei mammiferi; negli uccelli, negli insetti,
li.vide sovente conservar la medesima attività nei molluschi testacei, sono generalmente più:
per tre ore ; ma alla quarta divenivano langui tenui e più vermilbrmi.
di, e non era più possibile di ravvisarli anche

-msae
90 LA MEDICINA PITTORESCA

PATOLOGIA ‘

#è‘e' 2%:- -_

V E.B M I vengono. In generale tanto è minor la grandez


za dei lombrici, quanto è maggior il lor numero,
Ascaridi lombricoidi. e la lunghezza di quelli che si ingenerano nel
l’ uomo varia dai tre pollici fino ad un piede e
(Tavola XI, fig. 6, 7, 8, 9, secondo 'Baansaa ). più. Nel cavallo se ne trovano di più grandi an
6 Individuo maschio di grandezza natura cora. La loro testa (fig. 7) si distingue dal corpo
le. -- 7 Testa veduta di fronte ed ingrandi per una infossatura o depressione circolare, al
ta. - 8 Estremità anale del maschio per mo disopra della quale si riscontrano tre bottoni,
strare il doppio pene. - g Individuo femmina. o piuttosto tre valvole, che possono aprirsi e
chiudersi a norma dei bisogni di questi animali.
Gli ascaridi lombricoidi, o lombrici appar Quando si schiudono scopresi nel lor mezzo un
tengono alla classe dei vermi rotondi. Sempre piccolo tubo, che è l’ orificio della bocca pro
multiplici, annidano d’ ordinario nella cavità priamente detta. La loro coda finisce in una
dell’ intestino tenue; talvolta però discendono punta tronca, e leggermente curva verso il ven
begli intestini grassi, od ascendono nello sto tre, e il lor canale intestinale , che si distingue
maco, esofago , e fin anche nella faringe, ove dal color bruno, termina in una fessura trasver‘
producono una titillazione particolare, susse sale ed ano, il quale è situato alla parte infe
guita da una piccola tosse, che facilita la loro riore dell’ animale, un po’ prima dell’ estremità
uscita per la bocca. In alcuni casi si è veduto posteriore del suo corpo.
introdursi nella laringe , nell’ aspera arteria e Gli ascaridi lombricoidi sono ovipari, ed
nei bronchi ; ma è più ovvio di vederli ascen hanno i due sessi distinti sopra individui dif
dere lungo le fosse nasali e sortire dalle narici. ferenti. Il numero delle femmine è molto mag
La figura 9 rappresenta un lombrico femmina giore di quello dei maschi, che differiscono es
di grandezza naturale , reso da una donna sof senzialmente per la curvatura della lor coda,
fiandosi il naso. Si contano pure degli esempi d’ onde vedesi talvolta uscire un doppio pene‘
della loro introduzione nel condotto pancreati sotto forma di uncini trasparenti e quasi capil
co, nella vescichetta del fiele, e condotti biliari. lari. Veduta questa verga mediante una forte
Questa specie di vermi non soggiorna soltanto lente presenta l’ aspetto indicato nella figura 8.
negli intestini tenui dell’ uomo, ma si rinviene In generale 1’ apparato generatore nel maschio
pure in quelli del bue, del cavallo e del porco. è di minor volume di quello della femmina, dap
Questi vermi , la cui ordinaria grossezza è poichè in quest’ ultima, rappresentata nella fi
di due in tre linee, hanno il corpo quasi cilin gura g,gli organi della generazione occupano,
drico, nella maggior parte dell’ estensione; è per così dire, tutto il corpo.
egualmente sottile verso le sue due estremità, I lombrici muovonsi con molta forza e ra
e segnato da striscie circolari tagliate da quat pidità , essi possono accorciarsi, allungarsi, de.
tro linee longitudinali. Il lor colore è abitual scrivere le curve le più svariate , allacciarsi in
mente di un rosso-bruno; talvolta per altro è modo da formare una specie di nodo, od ag
o più chiaro o più carico ; a seconda del colore glomerarsi in forma di gomitolo. Esposti all’ aria
degli alimenti di cui si son pasciuti gli animali, muoiono prontamente; l’acqua fredda gli ucci
in altre circostanze son di un colorito rosso di de più presto ancora; ma se si pongono nel
sangue. La loro pelle semi-trasparente , lascia 1’ ac ua tepida, vi posson vivere per alcune ore.
intravedere in parecchi punti il canal intesti li ascaridi lombricoidi, come pure tutte le
nale, e le circonvolu2ioni dei vasi riproduttori. altre specie di vermi intestinali, ingeneransi
Variabilissima è la loro lunghezza; il più di specialmente in que’ soggetti, la cui costituzio
sovente vedesi proporzionata al volume del ne è resa debile per qualsiasi causa. Le persone
I’ organo nel quale questi animali vivono, ed di un temperamento linfatico di pelle bianca e
alla quantità delle materie nutritive che vi rin fine, che nutronsi di cibi di cattiva qualità, o
PATOLOGIA 91

che abitanoin luoghi malsani ed umidi vi vanno 1’ uso e prolungandone la somministrazione. Si


facilmente soggette. La fanciullezza vi è esposta è solamente avvertito che in simil caso alcuni
più di qualunque altra età; le donne più degli vermifughi dotati d’ una facoltà eminentemente
uomini. Sovente pure sviluppansi in seguito 0 purgativa erano di un effetto molto più sicuro
durante il corso di alcune malattie acute o cro degli antelmintici propriamente detti. Le so
niche, e di rado questi animali appaiono in in stanze medicamentose, alle quali si attribuisce
dividui robusti e sani. questa proprietà, sono 1’ olio di ricino, la colo
Sintomi. Allorquando questi vermi esistono quintide, la gomma-gotta, la scamonea, alle quali
in piccol numero non producono in certi indi sostanze si può pur aggiugnere il calomelano, la ‘
vidui verun dolore, nè la loro presenza viene gialappa, il rabarbaro, i sali neutri, 1’ emetico
annunciata da alcuno sconcerto nelle funzioni. e l’ipecacuana. Col soccorso di tali medicamenti
Ma non succede così quando la loro quantità è si è quasi sempre riusciti ad espellere o a far
soverchia. Dei dolori pungenti e dilanianti alla erire gli ascaridi lombricoidi. Ma questa non
regione dell’ ombellico, delle coliche vaghe, un e la parte più essenziale del trattamento cura
appetito variabilissimo, ora nullo, ora eccessi tivo contro tali vermi, è necessario impedire la
v0, delle nausee, il singhiozzo, la cardialgia, la loro riproduzione, e ciò si ottiene cercando di
diarrea, la gonfiezza ola durezza del basso-ven modificare la costituzione degli individui, che
tre, sono i sintomi ipiù costanti, che la presen ne vanno facilmente affetti. Si arriva ad un tale
za degli ascaridi lombricoidi manifestano. A scopo, nei fanciulli specialmente, mettendo in
questi sintomi locali si possono ancora aggiun pratica alcune opportune igieniche precauzioni,
gere alcuni segni esterni, quali il color ceruleo e facendo uso dei tonici tanto internamente che
delle palpebre, la pallidezza della faccia, la di esternamente.
latazion della pupilla, dei susurri d’ orecchi,
l’ odor agro dei sudori e del fiato che diventa
fetido specialmente a digiuno, la salivazione, VERMI
un senso di freddo all’ epigastrio o alla regio
ne ombellicale, il color rosso dell’ apice della CISTICERCO DEL TESSUTO CELLULARE.
lingua , lo stridore dei denti durante il sonno,
lo svegliarsi guizzando con ispavento, una pic Cysticercus cellulosae telae , Budolfi. (Tavo
cola tosse secca di un carattere particolare, infi la XI, figure 10, r i, m, 13 secondo Barman.)
ne il dimagramento. ‘ 10 Collo ed estremità cefalica del verme e
Quando questi vermi annidano nello stoma stremamente ingrandito. - 1 I Piccolo pezzo
co, suscitano spesso dei vomiti di materie mu di grasso , sul ual il cisticerco è posto. -
cose frammiste a del sangue, sotto i quali ven m. Vescica cau ale rappresentata nella sua
gon pur essi talvolta espulsi. Quando manife grandezza naturale. -- 13 Uno degli uncini
stansi dei sintomi nervosi, i più comuni sono della testa dell’ animale notabilmente in
1’ intermittenza dei polsi, delle vertigini, l’ ab grandito.
battimento dello spirito, un sonno agitato e
conturbato da sogni incomodi, degli svenimen Gli elmintologi danno il nome di cistigerci
ti, ed anche sincopi. In alcuni casi, benché a un genere di vermi intestinali stabilito da
più rari, per vero dire, gli ascaridi lombricoidi Zeder, ed adottato da Rudolfi per alcune spe
producono 1’ epilepàia , il trismo , il tetano, la cie. Questo genere è il primo dei vermi vesci
catalessia, la perfetta afonia, la satiriasi, la nin colari od idatidi, intorno al nale noi esporremo
fomania, 1’ isteria ed una folla d’ affezioni con alcune generalità, prima (il dimostrare i prin
vulsive. In altre circostanze possono occasiona cipali caratteri dei cisticerci.
re degli accidenti molto più gravi, e, perforando Vermi vescicolari. Questi vermi, che da
il canale intestinale, hanno talvolta determinata molti autori vengon tuttora chiamati col nome
la morte. di idatidi, offrono una forma differente afi'atto
Trattamento. Si può sostenere, in tesi ge da quelle degli altri esseri organizzati. Essi non
nerale, che non vi hanno vermifughi certi,me hanno vasi distinti ed i soli caratteri per i
diante i quali sperar si possa di ottenere 1’ es quali appalesasi la lor vita, sono il movimento
pulsione di queste specie di vermi. Tutti questi spontaneo e 1’ esistenza di alcuni organi, dei
medicamenti possono giovare o tornar vani a quali restano ancora quasi interamente ignoti
seconda delle circostanze, anche sorvegliandone gli usi5 essi vivono principalmente negli orga
92 LA MEDICINA PITTORESCA
ni_che costituiscono 'il corpo dei mammiferi, noi abbiamo scelto, per parlarne più partita
annidano pure nel tessuto cellulare di certe mente, quello dei cisticerci.
parti, in qualche cavità membranosa , nel pa Generalità intorno il genere cistice'rco.
renchima dei visceri, nè veggonsi giammai muo Questo genere, il cui nome formato dalle due
versi liberamente ondeggiando nel canal inte parole greche uva-11g, vescica, e xspxog, coda, in
stinale, od in altre cavità. Infatti quasi tutti dica uno dei principali caratteri , è inoltre ri
questi vermi sono chiusi in borse, per le cui conoscibile per questo, che gli animali che lo
pareti restano assolutamente isolati dal paren compongono hanno una testa piccolissima ', so
chima dell’ organo, nel seno del quale son col vente perfino impercettibile ad occhio nudo.
locati. Solo in alcuni casi manca un tal involu Questa testa, distinta dal corpo dell’ animale
ero. Parecchie specie hanno una loggia separata per un collo ristrettissimo è in generale di for
per ciascun individuo; in altre la medesima cisti ma ovoidea, e finisce assai d’ ordinario in una
si scorge essere abitata da un gran numero di specie di tromba ottusa, o di punta emisferica,
essi. Taluni vivono isolatamente, altri in società. oppure in un spazio rotondo o depresso. La
In generale, tutti i vermi vescicolari sono base di questa tromba è coronata da una o due
membranosi, di una superficie aggrinzata, cavi filiere di piccoli uncini allungati, cilindrici, im
internamente, e contornati da parecchi uncini. perforati destinati a mantener raccomandato
La loro vita in quanto alla durata sembra esse l’ animale alle pareti della cavità che egli abita;
re assai limitata, e secondo tutte le apparenze, in fine, la parte più larga di questa testa è mu
è interamente dipendente da quella del sog nita di quattro eminenze rintuzzate, o succhia
getto che li racchiude. Non si riscontrarono toj, dei quali s’ ignora l’ uso. Il corpo di questi
giammai dei vermi vescicolari vivi in cadaveri animali è d’ ordinario conico , talvolta schiac
divenuti freddi, ma se si estraggono dal corpo ciato, e come ad anelli tra loro incastrati. Il lor
di un animale ucciso di recente, e che si attuf corpo (1’ ordinario è pieno. Certe specie soltan
fino in acqua tepida, vedesi che si contraggo to presentano nel suo centro una cavità, che
no ancora per lungo tempo. da un lato comunica con quella della vescica
Varian molto le forme di questi animali nei caudale, e dall’ altro termina in un fondo cieco
differenti generi che vengono a costituirne la all’altezza del collo. In generale il corpo dei
famiglia. Così, nei veri vermi vescicolari la testa cisticerci sembra essere unicamente composto
ha molta somiglianza con quella del tenia ar di tre tessuti tutt’ affatto identici quanto alla
mato, in altri molto avvicinasi a quella dei tri loro natura, e dei quali la base è l’ albumina.
cuspidali; nei ditraciceri vien dessa sormontata La coda o la vescica caudale contiene una sie
da due apparenti corna. In alcune specie sol rosità limpida, che non è altro se non se del
tanto di cisticerci si distingue il corpo, nei quali I’ acqua carica di una certa quantità di materia
viene contrassegnato da una specie di grinza che albuminosa. Quest’ organo è quasi sempre di
separa la testa dal rimanente di questo corpo, il forma sferoidale, od ovoidea, imperocchè il li:
quale parimente è d’una figura svariabilissima; quido tien distese le pareti, che sono perfet
nei cisticerci vedesi depresso, allungato, rugo tamente trasparenti; può avvenire che ella sia
so, quasi'articolato‘e cavo. Al contrario è glo quasi vuota, ed allora è increspata e schiacciata.
bulóso negli acefolocisti, cc. D’ ordinario la co I cisticerci eseguiscono dei movimenti d’on
.da è rappresentata da una, vescica piena d’ a dulazione ; essi possono dilatare o restringere
cqua sovente globulosa, ora esile od allungata, la lor vescichetta caudale, allungare il lor collo
ora piccolissima, o assai grossa, nella quale può o la loro testa, o ritirar questi organi nell’ in
entrare il rimanente del corpo. In quanto allo terno del loro corpo. Quasi sempre tali vermi
sviluppo delle idatidi o vermi vescicolari nel son chiusi in cisti membranose ripiene di una
l’interno dei nostri organi, e desso un fenomeno serosità più ameno abbondante. Talvolta se ne
dei più straordinari che si posson mai osser trovano parecchi riuniti in una medesima cisti,
vare, dappoiché questi animali non presentano ma 11’ ordinario ciascuno ha la sua cisti parti
nè apparato digerente, nè organo riproduttore. colare. Se ne rinvengono parecchie specie nel
Questi vermi, di cui parecchi non offrono alcun l’ uomo; noi ne accenneremo una sola, il Ci
carattere d’ animalità manifesta, furono studiati sticerco del tessuto cellulare.
e descritti con molta esattezza da Laennec, che, La vescica caudale (12) costituisce la mag
nella sua dotta lilemoria sopra i vermi vescico gior parte di questo cisticerco; è dessa ordi
lari, gli ha distinti in molti generi, fra i quali nariamente ovale, ed è lunga da tre ad otto li
PATOLOGIA 93
nee. Le sue Pareti vengono formate da una ticolari, e facili ad avvertirsi; egli è eziandio
membrana sempre trasparente, che non è costi raro che porti incomodi agli individui che ne
tuita che da una sola lamina , senza fibre appa vanno affetti, dappoichè Se ne son trovati nei
renti, ma che col microscopio sembra fornita plessi coroidei di persone, che furon sempre
di piccoli cerchi. Il corpo è ordinariamente at sane di corpo e di spirito. La loro esistenza
taccato ad una delle estremità dell’ ovoide, che adunque non potrebbe costituire nell’uomo una
forma la vescica caudale, particolarmente negli malattia speciale. Comunque sia la cosa, egli è
individui rinvenuti nell’ uomo. Sovente pure però opportuno di cercar di liberarle persone,
vedesi ripiegato sovra sè medesimo, e ritirato che ne patiscono, non già col mezzo di vermi
in questa specie di vescica, nell’ interna super fughi internamente somministrati, ma mediante
ficie della quale forma una massa opaca di un frizioni fatte con olii empireumatici, con una
bianco giallastro, rotonda o cilindrica del volu pomata solforata, od una soluzione di muriato
me di un grano di canapuccia o più, d’una di soda ; l’ olio animale del Dippel potrebbe in
consistenza solida, e come cartilaginosa. Vicino simil caso portar gran giovamento. Pretende
al sito, ove il corpo è aderente alla vescica cau Baumes che il mercurio dolce adoperato per
dale, scorgesi esternamente su questa un per uso esterno non tornerebbe meno utile per fa
tugio di un’ estrema piccolezza. vorire l’ espulsione di questa-specie di vermi.
Allorché il corpo del cisticerco del tessuto
cellulare è già formato consta di una membrana
bianca ed opaca, e di una sostanza interna tras MALATTIE DELLÀ PELLE.
parente. La testa ([0) presenta ad un dipresso
la forma ovale ; è armata di quattro succhiatoi. E]qfantiasi svilzii2pata alle parti genitali di una
al di sopra dei quali sporge una protuberanza, donna di anni 31. (Tavola Xl, fig. 5, secon
ora più corta, ed ora più lunga, o più o men do Drnrncn. )
conica, a seconda della sua maggiore o minore
estensione. Questa protuberanza è provvista , Questa figura offre un esampio rimarcabi
nel suo mezzo di una doppia corona di unci lissimo d’ elefantiasi delle parti genitali esterne,
ni (13). Verso l’ apice di ciascun succhiatoio vi malattia rarissima, che Alibert ha denominato
ha una cavità infondibuliforme, il contorno del oscheo-chalasie. Il tum0re che si prolungava
la quale sembra esser contrattile. molto in basso tra le cesoie dell’ ammalata, cch
Il verme, di che parliamo, è sempre chiuso priva tutta la_vulva, e presentava anteriormente
in una cisti, ove vive solitario, e per entro ad una soluzione di continuo molto considerabile.
un liquido analogo a quello che riempie la ve Essa fu con felice successo operata da Talrich;
scica caudale, e nel quale si son talvolta riscon e, per mostrare fino a quel punto può giugnere
trati alcuni grumi di una sostanza giallastra la potenza dell’ arte operatoria, in casi di simil
opaca, che Laennec riteneva quale essudazione genere ne’ quali qualunque altra risorsa torna
delle pareti della cisti. inutile, noi crediamo ben fatto riferir qui 1’ os
Nell’uomo, si è trovato questo verme nel servazione di questa malattia, tal quale 1’ istesso
tessuto dei muscoli, o piuttosto nella trama cel Talrich l’ ha comunicata a Delpech , il quale
lulosa, che ne unisce i diversi fascetti, nel tes la inseri con tutti i suoi dettagli nella sua Chi
suto eelltxlare dell’ascella, nei plessi coroidei mica chirurgica di Montpelh'er.
del cervello, odella superficie di questo, nei Teresa Soules, (1’ anni 31, dice Talrich, è
polmoni, cuore, fegato, mediastino, ed in altri nativa del villaggio d’ Ils in Catalogna. Questa
organi. Lo si rinvenne egualmente nelle scim donna dotata di un temperamento bilioso-ner
mie, ma osservasi più (1’ ordinario nei porci, vcso, e di una estrema sensibilità, era ancor
nei quali produce la malattia conosciuta sotto fiell’ infanzia, quando vide svilupparsi alle sue
il nome di lepra. Sembra che i cinghiali ne va parti sensuali un piccolo tumore del volume di
dano immuni. Un gran numero (1’ individui di una ciliegia, senza peduncolo, abbastanza duro
questa specie di cisticerco può esistere nell’istes al tatto, e senza verun cangiamento nel colorito
so soggetto; talvolta al contrario non ve 11’ ha della pelle, che lo copriva. Il tumore era collo
che uno o due soltanto. cato ad un di presso ove il monte di Venere
Sintomi. Trattamento. Questo cisticerco, co confondesi colla commisura anteriore delle gran.
me tutti quelli appartenenti al medesimo gene di labbra , e sembrava essere il resultato del,
re, non manifesta la sua presenza con segni par 1’ intumescenza di queste parti.
Ucd. Pi“. T. I. ' 13
94 LA MEDICINA FITTO RESCA
‘ Questo tumore, che coll’ età di Teresa anda stenza, e reclamò infine quelle risorse chirur
va aumentando , avea di già all’ epoca della pu giche, che le furono, ma sempre invano, tante
bertà aggiunto il volume di un porno ordinario. volte da me proposte.
Teresa nata da poveri parenti, serviva in [successi che avea recentemente ottenuti
qualità di fantesca, una dama, che l’ amava con Delpech nell’ operazione per una simile malat
‘tutta la tenerezza di una madre, la quale, spa tia, ma eseguita sopra un uomo, e che riuscì
ventata dai progressi ognor crescenti del tumo ancor più ammirabile attesa 1’ estension del tu
re, si decise di sottometterla all’ esame di un more, e gli ostacoli (1’ ogni fatta che si presen
uomo dell’ arte. Fu chiamato un medico , il tarono nel processo operatorio da quest’ abita
quale dopo aver attentamente considerata l’am pratico adoperato, mi ispirarono della confi
malata, opinò di nulla intraprendere per la sua denza, e mi decisi a tentare l’operazione.
guarigione, persuaso, che all’ età di Teresa, do Preparata Teresa da otto giorni con una
veasi tutto aspettare dai benefici sforzi della dieta severa ed un purgante amministrato due
natura, e che la prima apparizione dei catameni, giorni prima del 24 dicembre , giorno fissato
i'quali cominciavan di già a farsi presentire, per l’ operazione, venne posta sopra una tavola
poteva operare una rivoluzione delle più felici poco elevata, coperta d’ un leggero materasso.
per la risoluzion del tumore. Essa fu collocata sul dorso, colle coscie divarica
Illusa dolcemente da sifiàtta lusinghiera spe te, trattenuta in tal posizione coll’aiuto di molti
ranza, abbandonamsi Teresa con confidenza a assistenti. Fu sollevato il tumore, e tenuto in
delle confortatrici promesse delle quali non an un stato di tensione da Dò intelligente allievo,
dò guari che conobbe tutto l’inganno. L’escre e sul quale potea contare abbastanza. Al punto
scenza, anziché insensibilmeute diminuire,comc d’inserzione di questa escrescenza io praticai
le si avea predetto, crebbe con tanta rapidità, con un bistorl leggermente convesso sul taglien
che, quattro o cinque anni dopo, eguagliava in te due incisioni laterali semi-ellitiche dall’ alto
grossezza un mellone, ed all’età di 3 I anno, epo in basso e riunite alla lor sommità. Tagliai nella
ca in cui la vidi per la prima volta, il tumore stessa direzione , e lievemente, i due piccoli
producevasi in basso penzolonc tra le coscie lembi che dovea conservare per farne la riu
giungendo fino a tre pollici al disotto delle gi nione, sintantochè avessi rinvenuta la clitoride,
nocchia, il suo maggiore diametro era di quat che allora assai facilmente ho tratta fuori, dietro
tordici pollici, e la sua circonferenza, presa oriz il taglio del suo involucro. Ho compiuta l’espor
zontalmente, di un piede e mezzo. tazione di questo tumore con una ben diretta
Teresa traeva in alto posteriormente questo sezione dei tegamenti, che inferiormente lo
corpo incomodo pel suo volume, e dopo averlo confondevano colla commissura anteriore delle
trattenuto in questa posizione mediante un so grandi labbra. Una gravissima emorragia cagio
spensorio, ella poteva liberamente camminare, nata da molte arteriuzze atterri un poco l’ am
e sedersi eziandio sul tumore senza provare al malata, ma l’ applicazione di alcuni listini di
cun dolore. Ma l’ ammalata non poteva nè ori finissime filaccie ricoperti di esca, non che delle
nare con facilità , nè lasciar Vedere a nudo le compresse e d’ un bendaggio a lettera T, sospe
sue parti sessuali, qualora non rialzava anterior« se quello sgorgo di sangue, che tuttavia si rin
mente questa massa, e portavala all’ altezza del novò senza pericolo alcune ore da che Teresa
1’ ombellico. La porzione anteriore delle grandi era stata collocata nel proprio letto. Trentasei
labbra presso alla lor commissura, e specialmen ore dopo l’ operazione, essendo l’ apparecchio
te quella del lato destro, faceva parte di questo bagnato da pus e da urina fu rimosso e sosti
corpo, e la clitoride, oonsiderabilmente allun tuito da uno stuello di secche filaccie posto sulla
gata per il suo peso, trovavasi nascosta al disotto riunione dei due lembi, che raccomandai alla
del peduncolo dell’ escrescenza, ma non a tal malata di conservare in quella posizione me
segno però, che non la si potesse tasteggiar_e diante il ravvicinamento delle coscie. Il giorno
per tutta la sua lunghezza, le altre parti tro appresso insorse una mitissima febbre. Teresa
vavansi in uno stato di perfetta integrità. cominciò a prendere un po’ di cibo e trentadue
’ Delle circostanze allarmanti, inaspettate per giorni dopo 1’ operazione, si ottenne la compiu
la malata, in luogo di avvilire il suo coraggio, ta cicatrizzazione della piaga, ed un sempre
non servirono anzi che ad animarla. Ella si sot progressivo aumento di forze.
tomise con rassegnazione a correr il rischio di Questa malattia, soggiunge il sig. Talrich,
una operazione dolorosa, implorò la mia assi si sarebbe, da bel principio, potuto scambiarla
CHIRURGIA 95
collo stragrande sviluppo delle ninfe ch’è co analogia, tanto per la sua posizione e sviluppo,
munissimo presso le Ottentote : ma la più su come per la configurazione e struttura, che col
perficiale attenzione avrebbe preservati da tale tumore operato dal sig. Delpech di cui abbiamo
errore, poiché quella specie di grembiule, che già fatto parola. Questa malattia che sembrava
ha sorpreso tanti viaggiatori non è che un pro prodotta dalla gonfiezza dei tegunienti, non era
lungamento eccessivo delle piccole labbra, men altro che un elefantiasi.
tre pel contrario il tumore di Teresa Soules era L’ abbondante suppurazione insorta per l’a
nato al di sopra delle grandi labbra, e la sua pertura della raccolta del tumore di Teresa Sou
forma era presso poco quella di una pera : di ma les, lo avea considerabilt'neixte diminuito di pe
niera che non considerando che i caratteri di so, poiché dopo 1’ operazione fu trovato di tre
stintivi di questo tumore non si poteva trovarvi chilogrammi e mezzo soltanto.

-#»ess<-
LA MEDICINA PITTORESCA

ANATOMIA

ARTERIE Arteria mesenterica inferi0re.

AÉteria aorta toracica e rami che ne derivano. (Tavola XII, fig. 2, secondo Trapum.)

(Tavola XII, fig. 1, secondo Tnznanamv.) Spiegazione dellafigura.

Spiegazione dellafigura. 1 , 1 Il pancreas. -- 2, 2 Il duodeno. -


3, 3, 3 L’ intestino tenue. - 4 Il colon ascen
1 La trachea. -- 2 Il bronco destro. -- 3 Il dente. -- 5 Il colon trasverso. - 6, 6 Il colon
bronco sinistro. - 4 L’ esofago. - 5, 5 Le val discendente. - 7, 7 L’S iliaco del colon. -
vole sigmoidee dell’ aorta. -- 6 Origine dell’ar 8 Il retto. - 9 Il mesocolon trasverso. -
teria coronaria destra. - 7 Origine dell’ arteria 10, 10 Il mesocolon discendente. -- 1 1 Arteria
coronaria sinistra. -- 8 Aorta ascendente. - mesenterica superiore.- 12, 12 Arteriapancrea
9 Arco dell’aorta. -- 10 Arteria brachio-cefa ticwduodenale inferiore. -- 1 3 Arteria pancrea
lica. - 1 1 Arteria sotto-claveare destra. -« tico-duodenale superiore. -- 14, 14 Arterie co
12 Arteria carotide destra. -- 13 Arteria caro lica media (colica destra superiore). - 1 5 Ramo
tide sinistra. - 14 Arteria sotto-claveare sini di anastomosi tra l’ arteria precedente e l’ ar
stra. - 15 Arteria bronchiale destra. -- 16 Ar teria colica destra. -- 15 Grande ramo anasto
teria bronchiale sinistra. -- 17 Arteria aorta motico della medesima arteria colla colica sini
discendente. -- 18 Arterie esofagee superio stra. - 1 7, 17 Rami intestinali dell’ arteria me
ri.-- 19, 19 Altre arterie esofagee recise. - senterica superiore. -- 18, 18 Aorta addomina
20, 20, 20 Arterie intercostali inferiori od aor le. - 19 Arteria renale sinistra. - 2o Artena
tichc del lato sinistro. -- 21, 21 Rami poste spermatica. - 21, 21 Arterie lombari.- 22 Ar
riori e dorsali delle arterie precedenti. -- 22 Ra terie iliache. - 23 Arteria mesenterica inferio
mi costali superiori. - 23 Rami costali infe re. - 24 Arteria colica sinistra. -- 25 Ramo
riori. - 24, 24 Arterie intercostali inferiori od ascendente dell’ arteria precedente, che si ana
aortiche del lato destro. - 25, 25 Rami dorsali stomizza coll’ arteria colica media della mesen
delle arterie precedenti. - 26, 26 Rami costali terica su eriore. - 26 Altro ramo dell’ arteria
superiori delle medesime arterie. -- 27 Rami mesenterica inferiore discendente verso il co
costali inferiori. -- 28 Aorta addominale. - lon. -- 27 Arteria emorroidaria interna o supe
29 Arteria celiaca. -- 3o Tronco delle arterie riore. - 28 Ramo dell’ arteria precedente che
diaframmatiche inferiori. si distribuisce all’ S iliaco delcolon. - 29, 29 Ra
mi della medesima arteria che si portano all’ in
testino retto. ‘
97

MEDICINA OPERATORIA

--*fiQH+-.

- Legatura dell’ arteria sotto-claveare sinistra. scolo sterno-mas toideo ; una seconda incisione
lunga due pollici e parallela al detto margine,
’ (Tavola XII, fig. 3. Secondo il sig. Dazrncn.) viene abbassata sopra la prima ; quindi si passa
al di sotto delle un ioni della porzione clavico
Coperta dalla clavicola, rinchiusa in parte lare del muscolo sterno-mastoideo una sonda
nel petto, almeno difesa dalle pareti di questa scanalata , che serve di guida ad un bistorì col
cavità, 1’ arteria sotto-claveare ofl're all’ esterno quale viene quella divisa fino al tendine esclu
poca presa. Tuttavia essa non è invulnerabile, sivamente. Un assistente solleva il lembo, ed
e fu più volte sede delle afl'ezioni alle quali sono allora l’operatore portando il dito dietro il mu
esposte tutte le altre arterie. Nulla meno egli scolo scaleno, nella parte più bassa della ferita,
è piuttosto per le malattie dell’ ascellare, anzi rinviene l’ arteria, l’ isola, vi passa sotto il filo
chè per le proprie che. si sega l’ arteria sotto e la lega.
claveare, ciò che importa una delicatissima ope La figura 3 rappresenta 1’ arteria sotto-cla
razione, sia attesa la profondità alla quale si veare isolata, e disposta per essere legata. Il
trova quest’ arteria, come pegli organi nume dito indice della mano sinistra ha abbracciato
rosi che la circondano, i quali devono colla il plesso brachiale, e lo ha portato quasi al li
maggior circospezione essere risparmiati. Al vello del taglio esterno. Si scorge al di sotto di
lorquando si vuol legare il tronco medesimo questo dito la vena succlavia, che, attesa la vio
di quest’ arteria, conviene afl'errarlo avanti il lenza che ha sofferto il plesso, sembra descri
suo passaggio tra i muscoli scaleni. A tal uopo vere una linea semi-spirale intorno all’ arteria
posto 1’ ammalato a giacere colla testa piegata al disotto del punto dove quest’ ultima è solle
verso la spalla opposta ed il dorso,'si fa un’in vata da una sonda scanalata e ricurva, la.quale
cisione, nella regione inferiore del collo, paral deve servire a condurre una legatura int0rno al
lela al margine superiore della clavicola, la quale detto vaso, mediante un ago flessibile che deve
si dilata dall’ articolazione stemale di questo esserne munito.
osso fino al di là del margine esterno del mu

_*Hfiî‘i*_
LA MEDICINA PITTORESCA

TERAP EUTICA

-*P‘ÙW

DEL‘RABARBARO temente ci perviene da questo paese per la via


di Cantone, e che oggidì si coltiva con successo
e del suo uso terapeutico. quasi in ogni parte (1’ Europa, si vende in com
mercio in pezzi di varia grossezza , molto pe
(Tavola XII, fig. 4, la pianta, -- 5 il fiore in santi, quasi tutti cilindrici, d’ un giallo sporco
grandito, -- 6 il pistillo, - 7 il seme, -- 8 il esternamente e ricoperti da una polvere gial
frutto.) lastra. La sua tessitura è c0mpatta, il colore in
Si in lungamente in dubbio a quale specie terno somiglia allo zafferano, con delle strie bian
del genere rheum , si dovesse riferire questa che e rossastre che danno alla sua frattura un
preziosa radice, conosciuta in commercio sotto aspetto marmorino , ed una qualche rassomi
il nome di rabarbaro: ma oggidi egli è fuori di glianza colla noce moscata. La sua frattura è
controversia appartener essa al rheum palma scolorata e scabra, scricchiola vivamente sotto
tum di Linneo, che, secondo alcuni, siraccoglie ideati, e tinge la scialiva in giallo (1’ arancio. Il
in tutta la China, e secondo altri solo in alcune suo odore specifico, è penetrante, ingratissimo,
delle sue provincie. E una pianta erbacea (4) le ed il suo sapore amaro, astringente, un po’ acre
cui radici dense, carnose, ramose e di un bel e leggermente nauseante. La maggior parte dei
giallo vivo, emettono dei gambi scabri , cilin pezzi di questa radice, sono forati, per essere
drici, striati, un po’ giallastri , che nascono dal stati infilati in una corda e sospesi sia a’ rami
centro della riunione delle foglie radicali, e spes d’albero, sia alle corna dei bestiami per di
so sorgono all’ altezza di molti piedi. Le foglie seccarli.
inferiori sono numerosissime, molto grandi, pe Il rabarbaro di Mosca 0 di Moscovia, pro
dicillate, ruvide, spesse, verdi al di sopra, un dotto dalla stessa pianta che dà il rabarbaro
po’ biancastre al di sotto, e traversate da grosse della China, e raccolto negli stessi siti è più
nervature giallastre. I fiori (5) d’ un bianco traen apprezzato di quest’ ultimo. Tuttavia esso è
te al giallo, assai piccoli, disposti in grappoli meno compatto; il suo colore è di un giallo
eretti, quasi semplici, formano colla loro riu meno vivace, è parimente meno fragile. La sua
nione un ampio panicolo. Isemi (7) sono trian frattura come marmoreggiata, offre mescolate
golari, d’un bruno nerastro, forniti in ogni an delle gradazioni di bianco, di rosso e di giallo.
golo da un’ala membranosa, striata ed un poco Il suo odore è un poco nauseoso; il sapore è
incavata verso la sommità. amaro, astringente, colora vivamente la saliva,
Il rabarbaro , dapprima direttamente tras scricchiola sotto i denti, e polverizzato, è di un
portato da Cantone in Europa dai Portoghesi, colore meno intenso del rabarbaro della China
fu detto rabarbaro della China; ma più tardi, il uale è giallo aranciato.
quando venne introdotto per la via di Mosca, La radice del rabarbaro fu più volte sotto
prese il nome di rabarbaro di Moscovia. Tali posta alla chimica analisi, ed ogni fiata nuove
denominazioni una volta ricevute nel commer reazioni hanno ampliato le cognizioni, che si
cio, SI conservarono certamente meno per di possedevano sulla natura di questa sostanza.
stinguere due specie differenti che per stabilire Sarebbe adunque troppo lungo 1’ esporre la se
una fondata distinzione delle qualità che pos rie delle ricerche fatte in questo proposito,
sono rispettivamente competere a radici che anche restringendosi alle più recenti. Ciò che
riconoscono tuttavia un origine comune, Aduu ai medici importa di sapere, si è che il rabar
que s: ammettono due principali specie di rabar baro deve le sue proprietà medicinali a due
baro, quello della China e quello della Mosco principii immediati, il rabarbarino ed una ma
_V1a, alle quali se ne può aggiungere una terza, teria bruna particolare , la quale combinata a
11 rabarbaro indigeno. , quest’ultima, forma la rabarbarina, o la cafo
Il rabarbaro della China, quello che diret picritn di alcuni chimici.
I
TERAPEUTICA
99
Il rabarbaro è un rimedio spesse volte im radice un siroppo, un estratto acquoso ed uno
piegato, e che, a seconda delle dosi in cui si alcoolico ed una tintura semplice o composta,
amministra, può essere tonico o purgativo. Se che parimenti sono forniti delle proprietà pur
lo si dà a piccola dose, 6 ad 8 grani in polvere, gative; esso si trova eziandio nel sciroppo di ci
p. es., il rabarbaro agisce essenzialmente come corea composto, di cui se ne fa uso frequente
tonico e concentra in qualche maniera la sua pei fanciulli. La polvere, come tonica, si pre
azione sullo stomaco , sotto questo riguardo scrive, come dicemmo, alla dose di sei ad otto
uindi, lo si prescrive frequentemente nella grani in un cuchiaio di minestra o di brodo, o
debolezza di quest’ organo , nell’ anoressia, le in pillole, come purgante. Se ne somministra
digestioni difficili, le diarree per atonia, in certe in una sol volta da diciotto grani fino ad una
gotta atoniche, nein scoli mucosi antichi e ri dramma ; in infusione od in decotto in otto o
belli, nelle malattie croniche, in fine, che per dieci once di acqua; la dose del rabarbaro con
la loro durata ledono più 6 meno le funzioni tuso per un adulto può giungere a tre o quattro
della digestione. Ma se la dose è molto più gran dramme. Una dramma di rabarbaro, in tal ma
de, se p. es. si amministra una dramma di pol niera preparato, e per alcune ore posto in infu
vere in una volta , o due o tre dramme di ra sione in tre o quattro once di acqua calda edul
barbaro contuso, infuse 0 bollite in sei once di corata con un oncia di questo siroppo forma
acqua, 1’ azione tonica di questo medicamento una non ingrata pozione, che è opportunissima
non è iù riconoscibile, ma agisce come pur per purgare un fanciullo di tre ad otto anni. Il
gante. i ricorre a questa radice ogni volta che siroppo semplice di rabarbaro si usa alla dose
si vuole promuovere blandemente le evacua di una a due once , l’ estratfo acquoso da sei a
zioni alvine : è un mitissino mezzo che si può dieci gocce , come tonico, e la tintura alcoolfca
sempre adoperar con vantaggio, nelle persone da uno scrupolo, pei fanciulli, fino ad una ed
gracili , nei fanciulli e nei convalescenti. Con anche a due dramme, pegli adulti.
viene egualmente in certe saburre intestinali,
ed in quasi tutte le malattie antiche immuni da
infiammazioni, da calore, da sete e da secchez DEL MOSCHUS MOSCHIFERUS
za generale, sia per medicare semplicemente la
costipazione, sia per effettuare una salutare de ed uso terapeutico del muschio.
rivazione sopra 1’ intestino 5 sia finalmente per I (Tavola XII,fig. 9, secondo la Fauna del
espellere dei vermi, od ammassi di mucosità
che qualche volta sembrano generarli. Sotto tale srg. Irr. CLOQIIET.) '
aspetto il rabarbaro può essere ragionevolmen
te riguardato per un ecellente antelmintico. E Questo animale si celebre per la materia
per la stessa ragione che egualmente conviene odorosa che secerne appartiene al genere che
ai fanciulli, ed agli individui di costituzione vrotz'ns, e si distingue dalle altre specie per due
linfatica, che sono specialmente disposti alle fascie bianche marginate di nero e separate da
malattie verminose, Ma quando si vuole agire una altra fascia dello stesso colore le quali si
con una certa attività sopra il canale intestina osservano sul suo collo e dalla gola si prolun
le, è sempre necessario unire il rabarbaro con gano fino al petto. Esso non è fornito di corna;
altri purganti. ’ la sua statura può paragonarsi a quella di un
Quanto alla radice di rabarbaro indigeno, piccolo capretto, ed i peli che lo ricoprono, il
la si impiega nelle stesse circostanze nelle qualicui colore si dice variare secondo 1’ età, sono
si usa il rabarbaro propriamente detto, quan grossi, duri e fragili. Sembra proprio, dice il
tunque non goda della sua efficacia. Questo ra sig. Cuvier, di quel paese aprico e pieno di rupi
barbaro è in fatti più tonico che purgativo, e che giace tra la Siberia, la China ed il Tibet.
fa duopo amministrare una dose più generosa Egli è al Tonquz'n ed al Tibet che somministra
allorquando si desidera promuovere delle eva il muschio migliore ‘, al nord, tra le Alpi della
cuazioni. Qualche volta si dà la decozione di Siberia e' della Dauria , dietro la relazione di
questa radice ai fanciulli come antelmintica, e Pallas, questa sostanza è poco odorosa.
da lungo tempo all’ ospitale di S. Luigi se ne fa Questo muschio, semiiluido finché l’animale
uso in frizioni. è vivo, più o meno solido dopo la sua morte, è
Il rabarbaro si amministra in polvere, in contenuto in una borsa particolare, propria
infuso ed in decozione. Si prepara con questa dell’individuo maschio sotto il ventre del quale
130 LA MEDICINA PITTORESCA
è situata; un solco ch’ è in quella scavato rice maggior parte, 1’ esposizione all’ aria lentamente
ve la verga e presenta un condotto escretore lo indebolisce , senza che per ciò il muschio,
dinanzi al prepuzio. Questa specie di folicolo è nando è secco , diminuisca " sensibilmente di
l’ organo secretore del muschio presso 1’ ani peso. Il calore, pel contrario lo rende più ener
male adulto, poiché questo fluido, che appena gico. E uno degli odori i più d1fusi pel regno
si rinviene presso i giovani ed i vecchi animali, della natura ', dacchè non solo una gran folla di
abbonda al contrario alla stagion dell’ amore, animali, specialmente molte specie del genere
nella quale 1’ odore è più penetrante del solito. mar e mustela hanno secrezioni che ricordano
La borsa, di cui noi parliamo, è ordinariamente il muschio, ma eziandio molte piante, alcuni mi
sec'ca, sottile, membranosa e contornata da un nerali spargono l’ odore di muschio. Fu pari
tessuto cellulare ripieno di vasi; presenta nel menti osservato dar odor di muschio in a cuni
1’ interno delle rughe o pieghe formanti dei tra prodotti morbosi, alcune sostanze in decompo
mezzi incompletissimi, ed alcuni peli molto fini sizione, p. es. le sterco di vacca seccato al sole.
verso l’ orificio interno del suo canale escretore. ( Merat.)
Esternamente essa aderisce ad una porzione Tra i Principii diversi che l’ analisi ha sco
della pelle dell’ animale, che viene staccata in erto nel muschio, si rimarca la stearina, l’ elai
sieme colla medesima per crescerne il peso. na, la colesteriua, un olio acido ed uno volatile
0gni borsa , la forma, grossezza e peso della che lo rende infiammabilissimo. Somministra
quale, variano molto nelle specie che si'trovano pure molte altre sostanze, come ammoniaca, ge
' in commercio, pesa comunemente da cinque ad latina, albumina, fibrina e vari sali. .
otto dramme ‘, essa è più o meno schiacciata, L’ uso del muschio è quasi limitato ai biso
talvolta rotonda, altre volte oblunga. Il suo dia gni della profumeria, dei fahbricatori di liquori,
metro ordinario è di due pollici circa. dei confetturieri e della medicina. Quindi la
Le borse di muschio che si trovano nel com quantità che annualmente se ne consuma in
mercio sono di tre sorta e contengono sotto le Francia, come pure in Italia non ammonta che
diverse denominazioni di muschio Tonquin, m. a qualche centinaio di once. Riguardato come
Kabardin (muschio di Siberia secondo altri), rimedio, il muschio, atteso il suo carissimo
m. di Bengala , differenti specie di muschio. prezzo, non fu impiegato colla dovuta frequen_
La prima ‘è generalmente più apprezzata delle za. Sembra nulla meno che talvolta ne sieno
altre, probabilmente per essere meno corrotta stati ricavati dei vantaggi, in certe nevrosi, co
da materie straniere , poichè questa sostanza me la corea, l’ asma ed il singhiozzo spasmo
non ci perviene mai senza essere stata falsifica dico, gli spasmi nervosi, le affezioni isteriche ec.
ta; così qualche volta si preferisce di compe Si possedono osservazioni intorno ai.suoi buo
rarla fuori della borsa che la contiene per me ni effetti in casi di nevralgie, di palpitazioni di
glio conoscerne le falsificazioni. cuore, di peripneumonia, di pleurisie con de
Il muschio Tonquin, quale ce lo offre il com lirio, malattie contro le quali il sig. Recamier
mercio, è in grani irregolari, d’ un bruno ros l’ ha soventemente adoperato ad alta dose. (V.
sastro, untuosi al tatto, leggermente umidi, ben Biblioth. media, tom. 59 e 65.) Sembra essere
ché suscettibili di seccarsi all’ aria; è poi fram pure stato idoneo a combattere i sintomi ner
misto a gr’umi neri un poco lucenti, molto so vosi di alcune febbri essenziali di cattiva indo
miglianti al sangue diseccato, i quali sembrano le. Finalmente, si pretese che un tale rimedio
costituirne la parte più pura, spesso commisti non sia senza efficacia contro la stessa idrofobia.
a frammenti di peli e rimasugli membranosi. A Tonquin ed alla China, il muschio a grandis
Solubile nell’ acqua calda e specialmente nel sima dose (da 10 a 48 grani) si dice venire usato
1’ alcool e nell’ etere, si fonde intieramente al con felice successo contro l’ epilessia. Una tale
fuoco, è infiammabilissimo, e svapora totalmente sostanza è pur ritenuta quel possente afrodisia
sui carboni accesi. Il suo sapore è amaro, in co. In generale, non è come di un diretto sti
grato, un po’ acre; il suo odore più o meno de molante, che si fa uso del muschio, ma si come_
cisamente ammoniacale, allorquando il muschio di un nervino , od anti-spasmodico diffusivo,
è in massa, è penetrante, forte, tenace e vie me per la proprietà che possede di calmare i tur
glio distinguesi quanto più la sua sostanza è di bamenti nervosi e di ripristinare l’ armonia tra
visa. La sua divisibilità in fatti è somma ed, a le funzioni in molte affezioni, che hanno quei
cosi dire, incalcolabile. Questo odore aggrada turbamenti per principale carattere. La sua azio‘
vole ad alcune persone, è insopportabile perla ne stimolante in grado eminente , ne proibisce
TERAPEUTICA 101

1’ uso, non solo nello stato di pletora e di in termine generale delle sanguisughe medicinali,
fiammazione, ma eziandio nelle malattie del veruna specie dei sette altri generi creati per in
cervello con congestione ed esaltamento. del si smembramento delle hirudo, Lin., non essendo
stema nervoso. nè potendo venir impiegate al medesimo scopo.
Il muschio ordinariamente si prescrive in Le sanguisug/ze che abitano le acque dolci,
polvere , sia mescolato allo zucchero o ad altre sono dunque le sole veramente medicinali. Esse
medicine polverulenti , sia in oleosaccaro , sia si conoscono dalla forma di frutto d’ oliva che
sospeso in bevande, in julebhi, in clisteri, sia vestono per poco che vengano stuzzicate. il
in fine associato a diversi estratti e ridotto alla loro corpo è allungato, depresso, ottuso poste
forma di pillole. Pure talvolta lo si prescrive in riormente, gradatamente assottigliato in avanti,
tintura alcoolica od eterea 5 altre fiate se ne l'ab composto di 98 segmenti, corti, eguali, distin
bricò un’ acqua distillata , la dose della quale tissimi e rilevati sui lati; il loro succhiatoio,
può variarsi da una a tre once. In generale tre poco concavo, è a doppie labbra, il superiore
o quattro grani di muschio polverizzato, presi delle quali è molto sporgente, quasi lanceolato,
ogni otto o dodici ore, bastano alle persone ir formato da cinque primi segmenti. La bocca è
ritabili, e se ne può accrescere la dose per quel grande, le mascelle dure, molto compresse , ha
le che sono meno impressionabili. Preso in tal due file di numerosi denticini, acutissimi e sti
forma il muschio non è quasi mai respinto dal patissimi, tanto più grossi ed acuti quanto sono
vomito, nemmeno negl’ individui che sono av più vicini al margine esterno. Se ne distingue
versi al suo odore. Quanto alla sua tintura, la un grande numero di specie, tra le quali cinque
si prescrive da venti gocce fino a mezza dram sono ancora poco conosciute; tuttavia potreb
ma, ed anche più in là. - bero esser tutte impiegate in medicina, ma
Si unisce talvolta il muschio al nitro, al ci presso di noi si fa più particolarmente uso della
nabro, che ne modera, si dice, la virtù eccitante : sanguisuga officinale (sanguisuga oflicinalz's), il
alla canfora, che si crede pel contrario che ne corpo oblungo , depresso e ristrettissimo della
la accresca : ali” oppio, alle resine, ai balsami, quale è composto di un grande numero di anelli
all’ ambra, agli olii essenziali, all’ ossido di zin e termina in due estremità tronche, ciascuna
co, a certi antispasmodici. Forma per ultimo la capace di dilatarsi in un disco carnoso, che, non
base di un gran numero di formule officinali o meno,di una ventosa, si attacca formando il vuoto
magistrali, la maggior parte delle quali è oggidì con un valido succhiamento. Il dorso di questa
posta in dimenticanza. sanguiÈuga, che è la specie principale , è con
vesso, nerastro, listato di giallo. Il suo ventre
è piano, giallastro e macchiato di nero, la sua
DELLE SANGUISUGHE pelle, benchè molto ruvida , sembra sempre li
scia al tatto perché trasuda un umore vischioso,
Della sanguiruga q/fzcinale e del suo uso destinato ad agevolare i moti dell’ animale. Il
terapeutico. suo ano è dorsale e non terminale 3 la sua testa,
nello stato di contrazione, è molto più puntata
(Tavola XII, lig. 10.) dell’ estremità posteriore 3 in fine la sua bocca
presenta un’ apertura triangolare , collocata al
La cognizione di questi animali, successiva fondo della ventosa anteriore, armata di tre pic
mente classificati tra i pesci, i rettili, i vermi e cole mascelle, con una sessantina di denti acu
gli insetti, ascende alla più rimota antichità, e tissimi e fortissimi per ognuna, onde forare la
se la distinzione un po’ accurata dei medesimi pelle degli animali col sangue dei quali si nutre
è recente, il loro uso terapeutico è molto anti questa sangmsuga.
co. Per lungo tempo, le sanguisughe non furono La sua lunghezza varia dai tre ai sei pollici.
muosciute che pegli accidenti che potevano ca La sanguisuga medicinale (IO), nella quale si
gionare attaccandosi al fondo della bocca di co conoscono due varietà di colori, 1’ un nero e
loro che per sbadataggine le avessero inghiot l’ altro verde, 5’ incontra in tutte le parti d’Eu
tite. Esse quindi non vennero usate nella cura ropa, soprattutto nelle acque stagnanti e pure,
delle malattie se non assai tardi. I greci le chia dove nuota alla guisa delle anguille, mediante
mavano fi3!ÀÀa, ed i Romani hirudo,ovvero san un muoversi vermicolare che quasi sempre suc
guisuga. Quest’ ultimo vocabolo che s’ incontra cede dal basso all’alto. Essa cresce non solo
in Plinio, è oggidi ricevuto dai naturalisti, come _ per isviluppo di parti. ma ancora per aggiunta,
.‘.“1 al. fin. ‘l
[02 LA MEDICINA PITTORESCA
cioè a dire, le sanguisughe più grandi hanno un con acqua un po’ riscaldata. Si avrà specialmen
numero più grande di anelli delle giovani. Il te cura di scansare gli estremi della temperatura,
suo nutrimento sembra essere comunemente il sole ed il ghiaccio, gli odori acuti, non per
animale ; il suo accrescimento avviene assai len mettere che si ammassino nel vaso le mucosità
temente ‘, s’ ignora a quale età precisamente le che da esse trasudano, la putrefazione la quale
sanguisughe officinali sono in istato di ripro è una delle cause più frequenti delle epizoozie
dursi; ma ciò che si conosce molto bene da che le fanno perire ; bisognerà pure cavar fuori
qualche anno, si è che esse depongono nelle le morte e le ammalate , in fine sarà opportuno
paludi o nei ruscelli che abitano, una massa il non porle in vaso troppo angusto onde pos
d’ uovi sotto la forma del bozzolo del bacco da sano liberamente agitarsi senza tocczusi di so
seta, composta d’ una massa gelatinosa formante vente.
capsula all’ esterno e rinchiudendo nel su0 seno La conservazione delle sanguisughe si pro
un numero più o meno grande (1’ uova, dai quali cura in vivai costrutti di diverse materie, e
devono uscire le giovani sanguisughe. propri ad agevolare la loro riproduzione; indu
Raccolta, scelta e conservazione delle san stria novella sopra la quale si fonda la speranza
guisughe. -- La raccolta delle sanguisughe me di non restar privi di questi animaletti. Uno
dicinali non richiede molta diligenza; uomini e dei migliori processi promulgato dal sig. Achard,
fanciulli vanno a pescarle colle gambe nude nei farmacista alla Martinica, consiste nel rinchiu
luoghi ove riposano, e prendono quelle che 50 derne più migliaia in un ampio tino di legno,
prannotano o si attaccano alloro corpo. Talvolta di marmo o di terra inverniciata , intorno ed
SI. valgono dell’ esca per avvicinarle. In generale inferiormente al quale si praticano molte aper
si raccolgono nelle paludi o negli stagni dove ture a graticola; il fondo di questo tino è co
l7 acqua è placida; se ne raccoglie anche nelle perto da uno strato di argilla della consistenza
fosse. di una molle pasta, che si ricopre di acqua in
La scelta delle sanguisughe non è indiffe guisa che ne venga solamente umettato. Egli è
rente, non che ve ne sieno il cui morso torni in questa argilla mescolata di museo e di zolle,
più pericoloso di quello delle altre, siccome per che le sanguisughe depongono iloro bozzoli
molto tempo si ha opinato, ma perché soventi ovoidei, composti di un involucro spugnoso e
volte si confonde colla sanguisuga oflicinale una di una doppia membrana che rinchiude da 6 a
altra specie che non morde. Bisogna dunque 8 individui, immersi in una specie di mucilag
saper ben distinguere queste due specie. Le gine. Le giovani sanguisughe che nascono cosi
più apprezzate sono quelle che si trovano nei domestiche, possono vivere colà per molto tem
ruscelli d’ acqua corrente, o che si prendono, po, e ciò tanto più facilmente, che traversando
sia colla mano, sia con un filo di crini. Egual i bronchi di museo nei quali amano appiatarsi,
mente buone sono quelle che si attaccano alle più agevolmente si purgano dalle mucosità che
gambe dei pescatori, specialmente quando que ricoprono il loro corpo, specialmente nelle sta
sti uomini giungono a staccarle prima di pro gioni tempestose, e sono la più ovvia cagione
varne il morso; si devono rigettare possibil della loro morte. Parecchi farmacisti, princi
mente tutte quelle che furono prese coll’ esca. palmente in provincia, e le persone che ne fanno
Il modo di conservare questi animali sem un grande commercio, stabbiano , a cosi dire,
bra a bella prima molto facile, poiché consiste le loro sanguisughe in piccoli bacini d’acqua
nel metterli in una sufficiente quantità di acqua, nei loro giardini dove possano di leggeri nu
che si deve frequentemente cambiare, special drirsi e moltiplicarsi. In generale, da più anni,
mente durante i grandi calori. Nulla di meno li si dà una grande impartanza alla conservazione
si vede spesso morire in grande numero, sia delle sanguisughe, il consumo annuo delle quali
per Cagione delle variazioni atmosferiche, sia è calcolato per la città di Parigi a tre milioni.
per le malattie alle quali essi sono abitualmente Il trasporto delle sanguisughe si fa in sac
sottoposti. Si schiverà questo sconcio, conser chi, che si mantengono accuratamente umettati,
vandoli nell’ estate in vasi coperti da una tela quando il viaggio dura solamente alcuni giorni,
mediocremente stipata , con entro dell’ argilla ma quando deve essere più lungo, si pongono
o sabbia di riviera, la cui acqua sarà spesso can in botti piene di acqua e foracchiate al di so
giata, od anche si rinnoverà mediante un getto pra. E in questa guisa che si portano dal con
continuo. Nell’inverno si collocheranno le sangui tinente in Inghilterra, dove sono ancora raris
sughe in sabbia umida che ogni giorno si laverà sime, malgrado le frequenti importazioni che
TERAPEUTICA 103
si fanno in questo paese per la via di Bordeaux ghe fu ritenuta utile e necessaria, importa so
e specialmente di Lisbona. prattutto di stabilire il luogo in cui questa deve
Dell’ mo terapeutico delle sanguisughe. - esser fatta. Ordinariamente vengono applicate
Le sanguisughe possono essere collocate fra ilalla pelle, e, ad eccezione della palma delle mani
novero dei mezzi più preziosi che possiede la e della pianta dei piedi, posson esser poste su
medicina. Sthal dice pure che se si vuol am tutte le parti del sistema dermoideo ; si dovrà
mettere gli specifici, esse meritano questo no però in generale astenersi dall’ applicarle in
me, attesa la loro sperimentata efficacia nelle que’ siti in cui desso è molto esile, e vi sia flo
soppressioni delle evacuazioni sanguigne; ma scio il sottoposto tessuto cellulare, come alle
la loro applicazione deve essere sempre fatta palpebre , allo scroto, altrimenti succeder ne
con discernimento : esse sono indicate nella potrebbero degli ecchimosi considerabili ed 0
maggior parte delle congestioni sanguigne ed stinati. Si applicano talvolta sopra le membrane
infiammatorie. Siccome ci è impossibile l’espor mucose; sulla _pituitaria, ad es., sulla congiun
re i casi numerosi nei quali il loro uso è neces tiva, la membrana che investe il condotto auri
sario, noi ne indicheremo solamente alcuni. colare esterno, quella della bocca, della faringe,
Adopransi di rado le sanguisughe nelle febbri della vulva. In questi ultimi tempi si è cercato
essenziali a meno che non succeda una conge di rimettere in vigore la loro applicazione sul
stione sanguigna verso un organo importante, collo istesso dell’utero, applicazione consigliata
come è il cervello. Applicate alle tempia ed al già fin dal secolo decimo settimo ; ma 1’ espe
collo fanno cessare le ostinata cefalalgie, che com rienza non ha ancor pronunciato sugli avvan
plicano sovente le febbri intermittenti. Esse taggi di siffatto processo, all’ ammissibilità del
mostrano una grande efficacia nel trattamento quale le sociali convenienze opporranno mai
delle flemmasie cutanee croniche: quali sono sempre un possente ostacolo. Si possono pure
parecchie specie di erpe'ti, la copparosa, le pu far mordere le sanguisughe sovra tessuti nudi;
stole inveterate della faccia; nè tornano meno si ricorre talvolta a questa pratica, onde sgor
vantaggiose nei casi (1’ oftalmia, d’ angina ton gare le ulcerazioni di diversa natura; ma aver
sillare, laringea o tracheale, in certe flemmasie si può il medesimo effetto collocandole ai din
degli organi toracici, nelle blenorragie con in torni di tali esulcerate superficie.
cordatura del pene e gonfiamento dei testicoli, Maniera d’ applicare le sanguisughe. -- La
nella gotta infiammatoria, e nel reumatismo, principale avvertenza da aversi prima di venire
nel quale tornano vantaggiose sotto duplice a alla pratica di questa piccola operazione,si èquel
spetto, e per torre l’ ingorgo alla parte dolente, la di scegliere fra le sanguisughe le|più propriea
e per far un punto di contro-irritazione sulla quest’ uso. In generale saranno pre eribili quelle
pglle. Prescrivonsi pure con successo nel trat di una mezzana grandezza, che son vive, che si
tamento delle emorroidi, per richiamare la sop contraggono, che diventan ferme e dure allor
pressione dei locbi, per favorire la riordinazio quando si toccano, od attaccansi facilmente alla
ne dei catameni, allorché succedono senza re mano di chi le raccoglie. Fatto questo, se la
gola, osieno soppressi, od abbian preso altra pelle del malato è per natura ontuosa, odorosa
strada, o perché infine all’ epoca critica la ces o sporca per le diverse escrezioni, la si lava in
sazione non sia troppo rapida. Nella cefalalgia ' a con acqua e sapone, poscia con acqua
e nell’apo lessia, le sanguisughe, applicate al tiepida, dalla quale si asciugherà con molta dl
collo, alla fiionte, alle tempie e posteriormente ligenza. Se è coperta da peli, questi verran rasi
alle orecchie, possono riuscire salutari. Poste per quanto si può, onde riesca più facde a que
all’ ano, furon sovente molto utili nell’ ipocon sti animaletti l’ attaccarsi ed il succhiare, che
dria, nella melanconia e mania. La loro appli per ciò si applicheranno in allora sia ad uno
cazione agli angoli della mascella ha, molte volte, ad uno, prendendoli per la coda fra il pollice e
ne’ fanciulli calmato quelle convulsioni che pro l’indice, sia in massa, ponendoli tutti in una
vengono dalla dentizione. In generale sono di coppetta di vetro , od un calicetto , al cui orlo
una grande risorsa in tutte le acute flemmasie stia accomodato e sporgente un pezzo di doppia
addominali, nelle infiammazioni o turgori san tela : cesto mezzo è ritenuto come infallibile
guigni dei vasi capillari, ed in tutti quei casi in da Debreims. Talvolta si fa uso di un tubo aperto
cui si voglia operare una derivazione od eva in ambo le estremità, nel quale 5’ introduce per
cuazione sanguigna lenta e graduata. primo il capo di questi animali. Mediante una
Allorquando l’ applicazione delle sanguisu specie di stantuffo che ottura perfettamente il
ro4 LA MEDICINA PITTORESCA TERAPEUTICA
tubo, e striscia con facilità lungo tutta l’ interna verle a numero , dosarle secondo il lor peso,
superficie, vengono le sanguisughe spinte verso partendo da questo dato, che ciascun’ indivi
il luogo che devon mordere, modo che torna duo di una mezzaua grossezza deve succhiare
molto utile, allorquando è necessario applicarle una quantità di sangue doppia del suo peso.
sulla congiuntiva, alle gingive, per entro le na' Accidenti che possono conseguire all’ ap
rici, ed ai dintorni dell’ano. Se 1’ applicazione plicazione delle sanguisughe, e mezzi di rime
si fa sulla pelle, giova fregarla dolcemente con diarvi. - Diversi accidenti possono risultare
un pannolino asciutto, fino a che comincia ad dall’ applicazione delle sanguisughe. In qualun
arrossare; d’ ordinario però la si inumidiscc que luogo, in fatti, sien esse applicate ne pos
con un po’ di latte, od aequa inzuccherata, pre son derivare delle emoraggie talmente forti da
cauzione inutile, imperocchè se, come osserva compromettere la vita dei malati , o da gettarli
Dehreims, per questo mezzo le sanguisughe at per lo meno in una tal prostazione di forze, che
taccano meglio, non mordono per altro che più valga a prolungare notabilmente la loro conva«
difficilmente. Posti questi animali sul luogo in lescenza. Un tal accidente è temibile soprattutto
dicato, non bisogna tormentarli acciocchè si di nei ragazzi, particolarmente dietro l’ applica
stacchino presto, meno poi strapparli, perché zione di sanguisughe al collo, parte sulla quale
non sarebbe difficile che si sviluppassero dei non si può esercitare che una assai debole corn
piccoli flemmoni dolorosissirpi. Allorquando si pressione. Si dovrà in tutti i casi ricorrere im
sono essi empiti di sangue, vale a dire, in capo mediatamente a questa, allorquando possa venir
di tre quarti (1’ ora od un’ ora, cadono natural posta in pratica ; altrimenti, se il pericolo non
mente privi di moto ; se è necessario provoca è grave ed imminente da necessitare la caute
re il loro distacco, sia perché hanno morsicato rizzazione delle ferite con il ferro rosso o gli
fuori del sito in cui dovevan esser poste, sia escarotici, si dovrà tentare l’ uso dei mezzi
perché il loro morso è troppo doloroso, si piz emostatici propriamente detti. Si adopera co
zica loro la coda, o si spolverano leggermente munemente un doppio strato d’agarico di quer
di sai marino oppure di tabacco. cia, sia solo, sia spolverato di resina o d’ allu
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E raro che appena staccate le sanguisughe me, sia inzuppato d’ aceto; si impiega pure le |
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si voglia fermare il sangue che scola dalle ferite filaccica, la spugna fine ed asciutta, l’ esca, l’al
da esse prodotte. Al contrario, si cerca ordina cool, l’ aceto, la gomma arabica in polvere, la
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riamente di favorirne più o meno la uscita con tela di ragno , il gesso polverizzato , la colofo
delle lozioni di acqua tepida, delle fumigazioni, nia ec. Ma fra tutti questi mezzi nello al quale
o per mezzo dell applicazione di cataplasmi dar si deve la preferenza, si è l introduzione
caldi fatti con farina di lino o di riso, a seconda forzata mediante la testa di un ago, 0 di uno spe
della quantità del sangue che si vuol estrarre, e cillo, di un pezzetto di carta masticata nel fondo
di quella già succhiata dalle sanguisughe. Do o dell’ apertura, d’ onde sgorga il sangue. Se, co
ciò si sospende lo scolo ricoprendo ciascuna f) me é talvolta avvenuto, qualche sanguisuga siasi
rita con uri pezzo di agarico preparato sopra introdotta oltre le fauci , nello stomaco, od in
cui si applicano delle piccole compresse ed una qualcuna delle cavità all’ orificio delle quali si
fasciatura contentiva. Di rado si è stati (1’ ac sia fatta l’ applicazione, è d’ uopo cercar subito
cordo sopra la quantità di sangue che succhiar (1’ afl'errarla colla pinzetta, e nei casi ne’ quali
e ritener possono le sanguisughe , la maggior non si potesse riuscirvi, si rimedierà a questo
parte degli autori la calcolano ad una mezza accidente, col far giugnere , nella cavità in cui
oncia. In generale, una sanguisuga officinale, questi animali si sono introdotti, un liquido,
piccola, ne assorbe all’ incirca 50 grani o due che li sforzerebbe a distaccarsi , come il vino,
volte e mezza il suo peso, una mediocre 80, o una soluzione d’ idroclorato di soda, 0 dell’ 3.
due volte il suo peso -, una grossa 80 egualmente, equa con aceto. Se le sanguisughe fossero di
od una volta soltanto il suo peso. Dietro un tal scese fin nello stomaco , indipendentemente
calcolo, il metodo generalmente adottato per la dall’ ingestione dei liquidi sunnotati, l’ uso dei ’
prescrizione delle sanguisughe riuscirebbe dun vomitivi i più energici sarebbe dalla massima
que incerto, sarebbe meglio, invece di prescri indicazione.
LA MEDICINA rmonssca 105

ANATOMIA

--»saca sw

VENTRICOLO colo destro. - 3 Margine sinistro del onore. -


4 Margine destro dello stesso organo. - 5 0
Ventricolo dal quale si è levata la tonaca pe recchietta destra. -6 Seno venoso del cuore. -
ritoneale, perché riescano visibili le suefibre 7 Vena cava superiore. - 8 Orecchietta sini
muscolari. stra. -- 9 Arteria polmonare. -- 10 Aorta. -
1 1 Tronco dell’ arteria coronaria destra. -
(Tavola XIII, fig. 1, secondo Lonna.) 12 Rami dell’ arteria precedente che si distri
buiscono all’ orecchietta destra, e alla vena cava
Spiegazione della figura. superiore. -- 13 Ramo della medesima arteria
che segue 1‘ origine dell’arteria polmonare, a
1 Porzione dell’esofago. - 2 Il cardia. - cui distribuisce molti ramoscelli. -- 14 Altro
3 Arco minore del ventricolo. -- 4 Arco mag ramo della medesima arteria che si propaga pel
giore del ventricolo. - 5 Sacco cieco del ven seno venoso del cuore. - 15, 15 Altri rami che
tricolo. - 6 Il piloro. - 7 Porzione del duo si distribuiscono per la parete interna del ven
deno coperta dal peritoneo. -- 8, 8 Porzione tricolo destro del cuore. - 16 Arteria coronaria
del peritoneo che copre la faccia esterna del sinistra. - 17 Branca dell’ arteria precedente,
ventricolo tagliata e rovesciata. - 9 Fibre lon che discende lungo il margine sinistro del cuo
gitudinali dell’ esofago , che sono in continua re. - 18, 18 Rami della branca precedente che
zione colle fibre longitudinali del ventricolo. - si approfondano nelle pareti del cuore. «
lo, 10 Fibre longitudinali del ventricolo , che 19 Branca della medesima arteria che si distri
costituiscono lo strato esterno della tonaca mu buisce al ventricolo sinistro. -- 20 Due rami
scolare di quest’ organo. -- 1 1, 1 1 Fibre circo dell’ arteria coronaria sinistra che si rivolgono
lari costituenti lo strato medio. (Esse comincia alla base del ventricolo sinistro. - 21, 21 Rami
no al sacco cieco del ventricolo e prolungansi dell’ arteria coronaria sinistra che si distribui
su tutta la superficie di quest’ organo, per con scono all’ orecchietta corrispondente del cuo
tinuare colle fibre circolari del duodeno. ) - re. -- 22 Nervi che formano il plesso coronario
1 2, 1 3, 13 Fibre obblique che formano lo strato destro. -23 Zona nervosa che abbraccia l’ ori
interno della tonaca muscolare. (Le vene, n.° 1 2, gine dell’ aorta, e che si porta al plesso corona
sono a nudo per 1’ esportazione delle fibre lon rio destro. - 24 Filamenti del plesso Precedente
gitudinali e circolari ; le altre, n.° 13, veggonsi che accompagnano il tronco dell’ arteria coro
attraverso le fibre circolari.) - 14, 14 Fibre cir naria destra. - 25, 25, 25 Filamenti del me
colari del duodeno. desimo plesso che penetrano nel ventricolo de
stro del cuore colle divisioni dell’ arteria coro
naria. -- 26 Filamenti che recansi dal plesso
CUORE cardiaco sinistro alla parte destra del cuore. -
27 Plesso coronario sinistro o posteriore. -
Nemu' dellafaccia converse: o superi0re 28, 28 Filamenti del plesso precedente, che ac
del cuore. compagnano la principal branca dell’ arteria
coronaria sinistra. - 2g Ramo del medesimo
(Tavola XIII, fig. 2, secondo SCARPA.) plesso che penetra nel setto dei ventricqli. -
30 Altri rami del medesimo plesso, che accom
Spiegazione dellafigura. pagnano le branche dell’ arteria cardiaca sul
margine sinistro del cuore. - 31, 31 Rami del
1 Parte della faccia convessa del cuore cor plesso coronario sinistro, che si portano alla
rispondente al ventricolo sinistro. -- 2 Porzione faccia piana del ventricolo sinistro con un ramo
della medesima faccia corrispondente al ventri dell’ arteria coronaria dello stesso lato.
106 LA MEDICINA PITTORESCA

PATOLOGIA

FERITI-Z parte sopra una carretta, parte a piedi. Nissuna


emorragia comparve né dal naso nè dagli orec
Ferita della testa con una bacchetta dafucile
chi, e‘nissuna delle funzioni della vita di rela
traversante il cranio da parte a parte.
zione diede segni di sconcerto durante la strada.
(Tavola XIII, fig. 3 e 4, secondo Lunar.) Dopo alcuni tentativi per estrarre il corpo
straniero per quella porzione che corrispondeva
Esistono delle ferite di una tal gravezza, e alla fronte, un sol frammento di cinque pollici
che talvolta interessano parti siffattamente es all’ incirca di lunghezza , che non era nè tinto
senziali alla vita, che si crederebbe senza dub- di sangue, nè della sostanza del cervello, seguì
bio, che quegli che le ha ricevute , ne dovesse la tanaglia di cui si fece uso -, ma si avvertì os
tostameute soccombere. Nondimeno ciò sempre servando la frattura, che ciò che volgarmente
non succede, e si trova nei fasti dell’ arte, degli chiamasi paglia era stata la sola cagione di que
esempi numerosi, i quali provano come le ri sta rottura. In appresso si tentò, ma invano, di
sorse della natura , vanno sovente al di là di svellere, per il frammento posteriore, la porzio
quello che si poteva attendere. Noi potremmo ne che restava nel cranio ; e sembra anche che
citare a questo proposito l’osservazione cotanto a questo effetto si adoperassero delle tanaglie
curiosa di quel mugnajo inglese, nominato Sa fortissime, e che si facessero dei grandi sforzi
muel VVood, al quale furon strappati e braccio per estrarlo, imperocchè il frammento vedesi
e spalla dalle ruote di un molino , e che, ciò curvato e segnato da questi stromenti. Infine,
nondimeno guari, nel 1737, per le cure del chi nell’intenzione senza dubbio di estrarlo o spo
rurgo in capo dell’ ospitale Saint-Thomas, quan starlo più facilmente s’immaginò di applicare
tunque non si abbia potuto prestare immedia una corona di trapano, nella maggior possibile
tamente a questo infelice i necessari soccorsi. vicinanza al punto del cranio ove la bacchetta
Ma siccome abbiam prefisso di dare in altra oc sporgeva. Il ferito sopportò questa operazione
casione questo fatto con tutti i ragguagli, noi col più gran coraggio, e neppure smarri i sensi;
riferiremo solamente per ora un caso non meno a malgrado però di tutto ciò riuscì impossibile
straordinario di ferita d’ arma da fuoco, nel l’ estrazione di questa bacchetta, e il militare
quale una bacchetta di fucile traversò la testa morì il 25 dell’ istesso mese, vale a dire due
di un soldato dall’ innanzi all’ indietro , senza, giorni dopo la sopportata ferita.
ledere né il cervello, nè alcuna delle sue mem L’ autossia cadaverica fece conoscere la vera
brane. L’ osservazione venne comunicata, du strada percorsa dal cor o straniero , e le parti
rante la campagna (1’ Austria, al barone Larrey, che avea lese. L’ osso fi‘0ntale era forato, tra i
e noi la trascriviamo ad un di presso tal quale suoi due seni, per un’ apertura di forma roton
è consegnata nella Clinica chirurgica di questo da, senza frattura, e del diametrp ad un dipres
celebre chirurgo. so della bacchetta, la quale eraS1 subito diretta
Il 23 marzo 1810, un soldato del 61° regi orizzontalmente tra i due emisferi del cervello
mento d’ infanteria avendo per ischerzo sparato senza apportarvi veruna lesione, e stracciando
sopra Cristoforo Cross, uno dei suoi camerata, Soltanto la punta della falce. In appresso il ferro
nell’ intima persuasione che la sua arma non si era introdotto nel corpo delle sfenoide sotto
fosse carica, questo ultimo venne rovesciato a il forame ottico sinistro; e avea proseguito il
terra, eia sua testa fu traversata da parte a parte suo corso per la spessezza di quest’ osso perla
dal mezzo della fronte al lato sinistro della nuca punta della piramide e la porzione cuneiforme
(Ved. la fig. 3) da una bacchetta , che per in dell’ occipitale, inclinandosi verso l’apofisi con
avvertenza era rimasta nel fucile. Le due estre diloidea sinistra di quest’ esso, che avea traver
mità di questa bacchetta, di un’eguale grossez sate alla sua base. Infine erasi fatto strada per
za, sporgevano all’ esterno del cranio per due il forame condiloideo posteriore.
pollici. Malgrado questa grave ferita, Cross avea In tutto questo tragitto (Ved. la fig. 4), la
potuto trasferirsi dal luogo ove venne percosso, bacchetta non avea leso alcun organo importan
all’ambulanza distante cinque quarti di lega, te, nè tocco alcuno dei lobi dell’emisfero del
PATOLOGIA 107
cervello, era strisciata sotto 1’ arteria carotide zognere che ci tramandarono gli antichi intorno
e il seno cavernoso senza traforarlo, e trovavasi ai nani ed ai pigmei , convien pur confessare
anche separata da questo seno, mediante una che i fisiologi non ci hanno ancora illuminato
lamina ossea , che avea appena distaccato dal abbastanza sulla causa primigenia di questa
corpo dello sfenoide ; infine era lungi abba pretesa varietà (1’ uomini. Comunque sia la cosa,
stanza dal terzo paio de’ nervi e dalla jugulare è chiaramente comprovato oggidi che i nani
interna. La resistenza delle parti ossee, la loro non sono per niente affatto una varietà della
elasticità, il difetto della forza proiettile, aveano specie umana, e meno poi una razza distinta ;
arrestato il corso di questo corpo straniero il del resto, tale è 1’ opinione di Breschet, il quale
quale era rimasto inchiodato in un gran tratto risguarda lo stato di nano non come un feno
del tragitto che avea percorso. meno prodotto dall’ esercizio regolare delle fun
Larrey opina che si avrebbe dovuto almeno zioni, ma come una vera malattia. Ad avviso
differire 1’ operazione fino ad un’ epoca che del sullodato anatomista la produzione dei nani
sembrasse addimandarla più imperiosamente. è legata ad uno sconcerto nell’ evoluzione or
Il corpo straniero, aggiugne egli, doveva essere ganica ; e quindi li pone fra le deviazioni orga
d’altronde, in questa circostanza, meno dannoso niche, accanto agli idioti dalla nascita, aicretini,
per la sua presenza, di quello che per iguasti agli albini ec. Esporremo qui alcune generalità
che aveansi supposti aver prodotto nell’interno sulla natura e complessione di questi piccoli
del cranio, e l’ estispizio ha provato , che egli esseri.
vi avrebbe potuto rimanere per un tempo più I nani, dice Breschet, hanno ordinariamente
o meno lungo senza far perir’l’ ammalato, avve la testa grossa, il tronco mal fatto, il più di so
gnachè non vi esisteva lesione di verun organo. vente rachitico 5 la loro taglia varia dai sedici
Il cranio dell’ individuo che fa il soggetto fino ai 40 pollici , il loro peso è dalle venti alle
di questa osservazione , fu dal barone Larrey quaranta libbre ; il loro polso da incirca cento
regalato alla facoltà di medicina di Parigi, che battute per minuto. Vivaci , gelosi , collerici ,
lo depose nella sua Galleria anatomica sotto talvolta incostanti , salvo quello che è relativo
il n.° 1 14. all’intelligenza, inani offrono, rispetto al fisico
Un fatto analogo presso a poco a quello di ed al morale, molta analogia coi fanciulli : essi
Cros, ma le conseguenze del quale furon meno dormono molto, e ciò è pure in rapporto con
funeste per il ferito , venne offerto da un cava questi ultimi. Comunemente essi hanno lo spi
liere tentonico, il quale, per lo spazio di quat rito stupido, e la maggior parte sono idioti : se
tordici anni, conservò nel suo cranio una punta ne son però veduti di quelli che godevano di
di chiaverina, senza che per altro fosse privo tutte le facoltà, delle quali sono dotati gli uo
delle sue funzioni. Dopo questo lasso di tempo mini di una statura ordinaria e ben conformata.
essendosi formato alla base della region frontale I nani sono abitualmente sterili, sia accop
un ascesso, si poté ravvisare il corpo straniero, piati fra loro, dietro a quanto riferiscono le e
per cui se ne fece 1’ estrazione con una perfetta sperienze tentate un tempo alla corte di parec
riuscita. Questo frammento d’ arma bianca, che chi principi, sia con individui di statura comu
fa parte degli oggetti preziosi conservati nel ne. Tuttavia , essi possono eseguire l’ atto co
castello reale di Koenigsberg, dopo aver frattu pulativo , e vi si abbandonano talvolta con ec
rato l’ osso frontale, erasi probabilmente impe cessi , ma, come addiviene ne’soggetti impuberi,
gnato nei seni frontali, ove, secondo Larrey, quest’ atto produce sovra essi un effetto perni
poteva infatti restarvi più o men lungo tempo cioso. I lor parenti, aggiunge inoltre Breschet,
senza esporre la vita del ferito. sono o furono di una taglia mediocre, e di una
statura ben superiore alla loro. I nani di rado
vivono oltre i trenta anni, taluni son giunti fino
DEVIAZIONI ORGANICHE alla età di quaranta, ma tutti morirono coi se
ne: NANI
gni della più pronunciata caducità. Si hanno
non pertanto degli esempi, in piccol numero è
Nano di 33 pollici. vero, di una grande longevità. Il nano rappre
(Tavola XIII, fig. 5.) sentato alla fig. 5, presso ad una misura di
33 pollici, affine di far meglio rilevare la picco
Se i fisiologi moderni son giunti a dar il lezza della sua statura , ce ne offre una prova
giusto loro valore alle favole ed alle storie men ben convincente. Questo nano, contava nel 1819,
108 LA MEDICINA PITTORESCA
epoca in cui si fece vedere a Parigi, 1’ età di dirigeva tutti i suoi movimenti, come si osserva in
settantatre anni ; Teresa Souvray, che così chia tutti gli animali ammaestrati. Bebè era suscettibile
mavasi per nome, avea 33 pollici di altezza ed di qualche passione, quali la collera e la gelosia.
era nata nei Vosges da parenti di una taglia Tutti i suoi organi impertanto erano liberi, e, nella
ordinaria. Malgrado la sua età avanzata, questa sua organizzazione, tutto ciò che harapporto alle
femmina cantava e ballava alla foggia del suo funzioni interne sembrava integro e costituito a se
paese con sua sorella , maggior di essa di due conda del consueto ordine di natura. All’ età di di
anni, e più alla otto pollici. Due uomini la por ciassette a diciotto anni si manifestarono evideptis
tavano per le strade, seduta in una piccola cc simi e pronunciati, rispetto alla sua piccola strut
stella entro la quale talvolta pure racchiudevasi, tura, i segni della pubertà , e fu verso quest’ epoca
essa non era né scrofolosa , nè rachitica come ad un di presso, che egli fu fidanzato alla nana Te
la maggior parte dei nani ', ed era stata sposata, resa Souvray, che poi non isposò.
si dice, nel 1761 a Nicola Ferr_y, nano favorito A vent’anni questo nano presentava un aspetto
del re di Polonia, Stanislao, il quale lo avea affatto da vecchio, e a ventidue anni parea già ca
fatto allevare alla sua corte, e di cui noi daremo duto nell’ infanzia ’, ci potevasi appena reggere sulle
qui in succinto l’ istoria. sue gambe e sembrava oppresso dal peso degli an
Questo nano più conosciuto sotto il nome ni; l’impressione dell’ aria esterna gli era insoppor
di Bebè , di quello che di Ferry, nacque nei tabile quando non fosse stata calda, e perciò pas
Vosges il 19 novembre 1741 da parenti sani e seggiava sempre al sole ; e malgrado anche una tale
ben conformati, e fu il maggiore dei tre figli. precauzione si giugneva appena a farlo star ritto
Alla sua nascita pesava un po’ più di dodici on sulla persona. Una piccola indigestione, seguita da
cie -, la sua lunghezza non oltrepassava i nove un reuma e lieve febbre, lo gettò in una specie di
pollici, ed uno zoccolo riempiuto per metà di letargo, dal quale si riebbe per alcuni istanti, ma
lana gli serviva di culla. Siccome avea una bocca senza poter parlare : tutta la laringe sembrava colta
ristrettissima perciò costò molta fatica a sua madre da paralisi : lottò per altro per tre giorni contro la
per allevarlo; essa fu costretta di farlo allattare da morte, e la sua vita non si spense, se non quando
una capra. Bebè non camminava punto prima del la natura interamente sfinita, cessò da per se stessa.
1’ età di due anni; a quest’ epoca , la lunghezza Egli poteva avere venticin e anni.
delle sue scarpe non oltrepassava le diciotto linee ; All’ autopsia di Bebè fiilta dal primo chirurgo
dai due ai sei anni sofi'erse molte malattie; a cinque del re di Polonia, si trovò uno dei parietali un poco
anni era dell7 altezza di venticinque pollici, pesava infossato, il lobo sinistro del cervelletto compresso
nove libbre sette oncie, e sembrava interamente in un punto, un po’ sollevato negli altri e fuori della
formato ; fino a dodici anni 1’ accrescimento fu in sua naturale posizione; la midolla spinale era egual
proporzione della sua primitiva piccolezza ‘, allora mente compressa ; il petto conteneva una certa
la natura parve fare uno sforzo, ma questo sforzo quantità di acqua ‘, i polmoni aveano contratto delle
non essendo uniformemente sostenuto, l’ accresci aderenze ', e il cuore, il diaframma, il fegato, gl’ in
mento fu ineguale in alcune parti. Questo nano, di testini si mostravano perfettamente sani , gli organi
cui il viso e tutta la persona ne’ primi anni della genitali non presentavano alcdn vizio di conforma
sua vita avean belle forme, perdette bentosto ogni zione. La facoltà di medicina di Parigi possede fra
regolarità : il suo naso aquilino diventò deforme -, le sue collezioni, il modello in cera di questo nano,
l7 apolisi nasale soprattutto ingrandi sproporziona il quale alla regolarità delle sue forme, univa pure
tamente in confronto degli altri ossi della faccia ', la una fisionomia graziosa. Egli è figurato di grandez
colonna vertebrale si curvò in cinque differenti siti za naturale, e vestito dei propri abiti (I).
e le coste si svilupparono più da un lato che dal
1’ altro. (1) Non dispiaccia ai nostri lettori che noi riferiamo quasi ad
aggiunta qualche altro fatto di simil genere.
Quest’ essere, cotanto singolare per tutte queste I fratelli BOIWSlIShÌ. gentiluomini polacchi, erano pieni di far
circostanze, e la cui taglia non accedeva i tre piedi, za ed agilità : il maggiore area 34 pollici d' altezza. il rumore 28.
P. Datttlow, che ci trasmise la sua propria storia , non era alto
era di una intelligenza limitatissima , dacchè non che 28 pollici. Vircy racconta d‘ aver veduto nel l828, una tedesca
«lall‘ età di 8 anni. la cui statura non passava i 20 pollici. Essa era
ha mai sorpassato quella di un cane ben ammae amabile, attiva svelta, e dotata di un‘ intelligenza ordinaria ad un
strato. E stato impossibile fargli apprendere a leg i‘.mciullo di quattro anni. Sua madre era alla cinque piedi , e suo
gere. Sembrava che amasse la musica; e talvolta padre cinque piedi e sei pollici.
Demailled dice d’ aver veduto al Cairo un nano di diciotto pol
batteva il tempo misuratamente: si pervenne an-' lici, e Bireh insicura d‘ averne rinvenuto uno di sedici.
Un tempo i principi ed i sovrani, aveano, come oggetto (l‘eti
che a farlo danzare , ma danzando , teneva sempre chelta, il lor nano, il quale godeva d‘una grande influenza alla corte.
gli occhi fissi al suo maestro, il quale, con dei segni, tanto negl' intrighi, come purenegli atlm maggiori dello Slalo
109

TERAP EUTICA
-*r<-esv

DELLA NOCE VOMICA al disotto della quale si trova un’ amandorla


dura, di consistenza e di apparenza cornea, di
E del suo uso terapeutico. un bianco sporco, talvolta quasi nero, di un sa
pore estremamente amaro , e composta di un
(Tavola XIII, figure 6 un ramo della pianta - endosperma contenente un piccolo embrio
7 il calice ed il pistillo - 8 la corolla del fio ne (1 1) dicotiledone. Son questi grani che ado
re aperta, - 9 il seme intero, -- 10 lo stesso peransi in medicina.
tagliato nella sua lunghezza, - 11 l’ embrio Da lungo tempo si conoscevano gli effetti
ne, ‘-- 12 il frutto intero , secondo Trama.) nocevoli della noce vomica, e si aveano alcune
idee del suo modo d’ agire tanto sull’ uomo che
I semi, distinti in commercio sotto il no sugli animali. Ma essendo stata molto meglio
me di noce vomica, sono stati lungo tempo co studiata una tale sostanza in questi ultimi tem
nosciuti nelle drogherie , prima che si abbia pi, si è potuto convincersi, che essa vale a de
potuto avere delle nozioni precise sul vegeta terminare una contrazione tetanica di tutti i
bile che li produce. Si sa ormai oggidi che essi muscoli in generale, e che agisce di preferenza
provengono dallo Strychnos nux vomica, albero sul midollo spinale. Infatti la noce vomica, som
di mezzana grandezza, originario delle Filippi ministrata a dei cani alla dose di uno scrupolo
ne, della costa del Coromandel , della Cochin fino a quella di una dramma non tarda a mo
china e di molte altre parti dell’ Indie. strare la sua azione su questo organo, ed a pro
Quest’ albero è di una mediocre grossezza. durre uno stato convulsivo ne’ muscoli soggetti
Le sue radici e il suo legno hanno una grande a questo centro nervoso. Tali convulsioni si ap
amarezza, e le sue branche spartisconsi in rami palesano per un’ estensione, e durevole rigidez
opposti, glabri, cilindrici, di color cinereo. Le za dei muscoli, ed offrono tutti icaratteri di
sue foglie sono mediocremente peduncolate, un tetano generale. Ora esse sono permanenti,
opposte, glabre, ovali, leggermente arrotondate, ed ora ritornano ad intervalli e in una maniera
appena acute, e provviste da tre a cinque ner graduata ; altre fiate manifestansi istantanea
vature. I fiori verso l’ estremità dei rami veg mente, e mostrano la più grande rassomiglianza
gonsi disposti in piccoli corimbi , corti pube- con degli accessi di epilessia. Bentosto il tetano
scemi. I calici (7) s0n corti con cinque denti artificiale si estende ai muscoli del torace, e gli
acuti. La carolla (8) è picmla, biancastra. I frut animali soccombono come asfitici. Nella mag
ti (12) globolosi e della grossezza di un arancio, gior parte dei casi, il sangue è nero, e non si
contengono tra la polpa carnosa molti grani rinviene alterazione di sorta nel ventricolo.
orbicolari depressi, un po’ convessi da un lato, Anche nell’ uomo hanno luogo i medesimi
leggermente concavi dall’altro , congiunti nel fenomeni, ma in grado più mite, qualora non
mezzo della lor faccia convessa. Questi semi (9), vi sia avvelenamento. Quando la noce vomica
che hanno da sei ad otto linee di larghezza, e viene data qual agente terapeutico, vale a dire
da due a tre circa di spessezza , sono coperti a piccola dose, gli spasmi cominciano ad essere
da una morbida lanuggine, finissima, compatta, leggeri , e non 'si osservano che dei sussulti e
delle commozioni brusche e passeggere, pre
Augusto, al dir di Sretonio, possedeu Luciano, la cui taglia non cedute sovente da dolori, e da un Senso di for
pltrepassau idiciannove pollici, ed il peso diciassette libbre. Tiberio
u lasciava guidare del suo nano, nella maggior parte degli affari. micolio e di guizzo per le membra. Se si au
Quello di Marco Aurelio. che lo chiamava ironicamente col nome menta la dose, allora succedono delle contra
di Sysife, non era alto che 20 J)Olli(i. Domiziano fece di questi pic
culi uomini una truppa di gla interi. Catterina de‘ Medici ne am zioni tetaniche , la cui durata è subordinata e
m 1glió parecchi, ma senza alcun re1ullalo. Alessandro Severo li cac alla qualità del medicamento preso, ed alla fre
cié dalla una corte, e la moda finì ben tosto.
Del resto Il medesimo difetto d’ accrescimento può riscontrnrsi quenza della sua somministrazione. In generale
in tutti gli esseri organizzati viventi. Si rinvengono dei nani e fra le membra superiori sono flesso , e le inferiori
gli animali e fra ivcgetubili. Basta osservarla natura, per apprezzar
ne 1empre le SOrlrl'cntlfllll modificazioni. ('l‘.) distese: le facoltà intellettuali non patiscono
,lled. Pili. T. I. 15
110 LA MEDICINA PITTORESCA
sconcerto, ma vi ha una specie di nbbriachez e tredici non sentirono alcun vantaggio. Le con
za. L’ appetito sovente è accresciuto, più rare clusioni che questo medico ha cavato dai fatti
divengono le deiezioni alvine 5 talvolta gli or osservati fino ad oggidì , sono 1.° che la noce
gani genitali ed orinari si trovano in uno stato vomica è indicata in tutte le paralisi senza le
d’ irritazione. Allorquando la dose è un poi sione organica dell’ apparato cerebro-spinale,
troppo forte,sopraggiunge della difficoltà di re e che sono l’ effetto di un’ affezione reumatica,
spirare , d’ inghiottire , di parlare , d’ orinare, gottosa, isterica , saturnina , scorbutica, d’ una
dell’ agitazione , un sudor generale ; ma questo commozione, di un’ astenia nervosa, ec. paralisi
stato scorre d’ ordinario senza pericolo (Fou molto più frequenti di quello, che comunemen
quier). mente si pensa -, n.° che fra queste malattie le
La conoscenza dei principii che entrano nel paraplegie e le paralisi generali offrono molto
la composizione della noce vomica è dovuta a più probabilità di guarigione che le emiplegie;
Pelletier e Caventou. Questi abili chimici pro 3.0 che questa sostanza può riuscir utile nelle
varono effettivamente che un tal grano possede incontinenze d7 orina dipendenti da un rilassa
la sua azione deleteria per un alcali vegetabile, mento dello sfintere della vescica, nella paralisi
cui essi distinsero col nome di stricnina, il quale di questo organo, ed anche nell’amaurosi; 4.° che
vi si trova combinato con un acido particolare, si può talvolta adoperarla con successo nelle pa
chiamato primitivamente da essi acido igasuri ralisi apopletiche, ma soltanto allorché non esi
co, perocchè l’ aveano a principio scoperto nella ste alcun segno o di pletora , o di congestione
_fiwa di S. Ignazio , e in alcune altre apocinee. o di generale irritazione; 5.° che convien in
Preparata convenientemente questa sostanza questi casi usarla colla più grande precauzione,
alcalina è bianca, trasparente.Cristallizza in pri sul timore di richiamare 1’ emorragia nella so
smi tetraedri, terminati da delle piramidi a quat stanza cerebrale o d’ infiammare questî organo
tro facce , poco solubile nell’ acqua è solubilis all’ intorno della cisti apopletica, 6.0 che essa
sima nell’ alcool, inodora , ma di un sapore, e sopprime e guarisce prontamente la dissente
di un’amarezza insopportabile. La noce vomica ria ', 7.° che riesce talvolta a sospendere l’ epi
contiene inoltre una materia colorante, un olio lessia, o a diminuire i suoi accessi ; 8.” che ri
concreto , della gomma , della bassorina , del guardo alle altre malattie, contro le quali si fece
1’ amido ed una piccola quantità di cera. uso di questo medicamento, i fatti sono ancora
Quantunque la noce vomica fosse per le sue in troppo piccol numero e troppo incompleti
qualità deleteria conosciuta dagli antichi, sem per poterne trarre alcune induzioni.
bra però che essi non ne abbiano fatto uso nel La noce vomica venne somministrata sotto
trattamento delle malattie. La sua introduzione diverse forme, e a dosi varie : la si dà in pol
in terapeutica non oltrepassa la fine del secolo vere sotto forma di pillole 5 Se ne prepara un e
decimo ottavo : e fu appunto a quest’ epoca che stratto acquoso, un estratto alcoolico ed una
venne raccomandata come preservativo nelle tintura. In polvere, szquier, ne ha portata la
febbri pestilenziali, e come rimedio nelle feb dose da alcuni grani fino a cinquanta. L’ estrat
bri intermittenti, nella dissenteria ed in alcune to acquoso fu prescritto dai due fino ai dieci
affezioni nervose. Nel 181 i, Fouquier la mise grani ; e si può far prendere 17 estratto alcooli
in pratica nel trattamento della paralisi, malat ca alla dose di due grani, ripetuti tre, quattro,
tia contro la quale ottenne realmente dei ri cinque e sei volte per giorno. La tintura d’ 01'
marchevoli successi, dappoiché sopra sessanta dinario si adopera dalle sei fino alle sessanta
sette casi, più o men dettagliati di questa affe gocce per frizione sulle parti paralisate.
zione, riportati nella Biblioteca di Terapeutica _Si usa la stricnina in pillole mominciando
di Bayle , quarantuno, che eransi' fino allora da un dodicesimo di grano , ed aumentandom
mostrati ribelli a qualsiasi trattamento, guari graduatamente la dose.
rono, tredici, ebbero un notabile miglioramento,
III

ANATOMIA

..n.fi ."A'“ "Vien

ABTERIE cervicali profondi. - 32 Arteria cervicale tra


sversa. - 33 Arteria subclavia.
Corso dell’ arteria vertebrale 0’ dell' arteria
cervicale pro/onda. Arterie dello stomaco , del duodeno , del pan
creas e della milza. Lo stomaco è rovesciato.
(Tavola XIV, fig. 1, secondo Trannxau.)
(Tavola XIV, fig. 2, secondo Tranaaamv.)
Spiegazione della_figura.
Spiegazione dellafigura.
1 Apofisi trasversa dell’ atlante. - 2, 3, 4,
5, 6 Apofisi trasverse della seconda, terza, quar 1, 1, 1 Appendici del diaframma. - 2 L’ e«
ta, quinta, sesta e settima vertebra cervicale. - sofago. -- 3, 3, 3 Faccia posteriore dello sto
7 Prima costa. - 8 Inserzione del muscolo sca maco rovesciato. - 4 Piccolo sacco-cieco dello
leno anteriore troncato. -- 9 Muscolo scaleno stomaco (seno od antro del piloro). -- 5 Il pi
posteriore troncato. - 10 Muscolo lungo del loro. - 6, 6, 6 Il duodcno. -- 7, 7, 7 Il pan
collo. - 1 1, 1 1 Muscolo trasversale del collo. - creas. - 8, 8 La milza. -- g, g Faccia anteriore
12 Muscolo obliquo inferiore. - 13 Muscolo del fegato sollevato. - 1 o Legamento della vena
obliquo superiore. - 1 4 Muscoloretto posterio ombelicale. - 1 1 Legamento sospensorio ( o
re maggiore. -- 15 Arteria inominata o tronco largo) del fegato. -f 12 Cistifellea. -- 13 Collo
brachio-cefalico. - 16 Arteria carotide primi di questa vescichetta. -- 14 Condotto coledo
tiva. - 17 Arteria subclavia.- 18Arteria mam co. -- 15, 15, 15 Vena porta. - 16, 16 Aorta
maria interna. -- 1 9 Arteria tiroidea inferiore. - addominale. -- 17 Arteria celiaca. - 1 8, 18 Ar
20 Ramo tiroideo. -- 21 Tronco comune delle terie diaframmatiche inferiori. -- 19, 19 Arteria
arterie scapolari trasversa e cervical superficiale coronaria superiore del ventricolo. -- 20 Rami
ed ascendente. - 22 Arteria vertebrale. - esofagei dell’ arteria precedente. -- 21 Ana
23 L’ arteria precedente che passa per i fori stomosi dell’ arteria coronaria superior del ven
delle apofisi trasverse delle vertebre cervicali. - tricolo con 1’ arteria pilorica. - 22 Arteria
24 Piegatura dell’ arteria vertebrale nel sortire pilorica proveniente dall’ epatica. - 23 Ar
dal foro dell’apofisi trasversa della seconda ver teria epatica. --'- 24 Arteria gastro-epiploica de
tebra cervicale , per ascendere verso l’ apofisi stra o gastro duodenale. - 25 Ramo pancreati
trasversa dell’ atlante. - 25 L’arteria vertebrale co. - 26 Arteria pancreatico-duodenale. -
che passa tra l’ occipite e l’ atlante, e si dirige 27 Continuazione dell’ arteria gastro-epiploica
verso il gran forame occipitale. - 26, 26, 26 Ra destra. -.28, 28 Rami gastrici. - 29, 29 llami
mi che l’ arteria vertebrale manda ai muscoli epiploici troncati. - 30, 30 Arteria pilorica
cervicali profondi. - 27, 27, 27 Rami della inferiore. -- 3 1, 3 1 Ramo e atico. - 32 Arteria
medesima arteria che si propagano per i mu cistica. -- 33 Arteria splenica. -- 34, 34 Rami
scoli lunghi del collo e retto anteriore maggio pancreatici superiori o medi. -- 35, 35 Arteria
re. - 28 Ramo che va ai muscoli retti poste. gastro-epiploica sinistra.- 36 Anastomosi delle
riori. -- 29 Tronco comune delle arterie inter arterie gastro-epiploiche destra e sinistra. -
costale superiore ecervicale profonda.- 30 Ar 37 Vasi brevi. -- 38, 38 Rami splenici propria
teria intercostale superiore che penetra nel mente detti. -- 39 Arteria mesenterica supe
petto. -- 31, 31 Arteria cervicale profonda che riore. - 40 Arteria pancreatico-duodcnale in
si dirige verso il collo tra l’ apofisi trasversa feriore.- 41 Anastomosi dell’arteria precedente
della settima vertebra cervicale e la prima costa con l’arteria pancreatico-duodenale superiore.
distribuendo dei rami ascendenti ai muscoli 42 Arteria mesenterica inferiore.
--*H’ 9 ii+-_
LA MEDICINA PITTORESCA

PATOLOGIA
--4DÈO=H+_

MALATTlE DELLA PELLE. bili, specialmente negli accessi un po’ marcati,


se questi brividi di freddo cessano 5 il vomito
Elg/àntiasi. s’ arresta ad un tratto; se essi ricominciano,
ricomincia questo pure, e vengono rigettate le
(Tavola XIV, fig. 3 e 4, secondo Anno.) materie contenute nello stomaco e talvolta anche
una piccola quantità di sangue. In alcuni casi
Nell’ ultimo fascicolo noi abbiam dato Pisto particolari, il cervello stesso resta affetto ed
ria e la figura di un elefantiasi sviluppatasi alle entra in iscena il delirio. I malati son quasi
‘parti genitali esterne di una donna di 31 anno. sempre tormentati da una sete inestinguibile.
Ora riferiamo di nuovo un fatto non meno cu Il calore che succede è intenso, ed è accompa
rioso intorno a questa singolare alterazione del gnato da frequenti contrazioni del cuore, e se
sistema cutaneo. Ma siccome fino ad ora noi non guito da sudori abbondanti generali o parzxali
abbiamo fatto parola sulla natura, sede, e cause e da una diminuzione dei sintomi febbrili. Cal
dell“ elefantiasi propriamente detta, così, prima matisi per questa guisa i fenomeni _morbosi
di-far conoscere a nostri lettori questa novella locali e generali ricompariscono ad intervalli
osservazione, daremo alcune generali nozioni. più o meno lunghi sotto forma d’_accessz pre
Questa malattia, risguardata in pria dai greci, ceduti sempre da nuovi progre551 della locale
come un’ affezione cutanea, caratterizzata dalla irritazione, e conseguitati da un aumento suc
formazione di tubercoli duri e prominenti, dalla cessivo di tuntefazione della parte infiammata.
caduta dei peli, edalla diminuzione della sensibi Ad ogni attacco, il rossore, il. calore, il‘dolo_re
lità degl’integumenti, ritenuta in appresso dagli suscitatosi in questa parte si dissipa prontis
Arabi qual infiammazione delle glandole , dei simamente, mentre il gonfiore aumenta gior
vasi linfatici e del tessuto cellulare sotto cuta no in giorno e fa nei due otre prmn mes1,
neo, non è stata realmente studiata e descritta che conseguono all’ invasione della malattia,
con attenzione che sul finire del secolo scorso. dei progressi più o meno rapidi. Al suo pn
Secondo Alard, il quale ammette la definizione mo apparirediventa
in seguito il tumore sembra edematoso
durissimo, ne mostra : pui
dei medici arabi, la elefantiasi manifestasi in un
modo brusco e repentivo. Rissente il malato un l’ impronta del dito. Talvolta i va51 hafattcx
dolore più o meno vivo in una ghiandola 0 lun restano presi da un’ induramento cronico; altre
go il tramite dei principali tronchi dei vasi lin volte suppurano o si esulcerano; circostanze di
fatici Particolarmente degli arti inferiori. Quasi cattivo augurio, ma che per buona ventura non
sempre in direzione ai dolori, si fa palese una sempre succedono. Spessissimo all’incontro,
specie di corda dura, nodosa e tesa, che ras non vi ha che un lieve rossore erisipelatoso, un
somiglia ad una corona di piccoli tubercoli sot semplice ingorgo edematoso. Il gon_liore della
tO-CUÌHUGÌ‘, talv01tfl questa è manifesta sulla pelle parte è limitato , e la salute non Viene quasi
da un segno rosso della larghezza diun nastrino punto sturbata. -
di filo-7 altre volte è solo sensibile al tatto. Col Quest’ affezione dei vasi e delle glandole
progredire dell’ infiammazione quella parte dei linfatiche può indistintamente svilupparsi in
tegumenti che copre i vasi o i gangli linfatici tutte le regioni del corpo. Ora infatti essa ma
infiammati, presenta bentosto una tinta risipe nifestossi sulla testa esternamente, sul viso, sulla
latosa , l’ irritazione si propaga al tessuto cellu lingua, sul collo, sul petto. Ora prende le mam
lare sotto-cutaneo circonvicino,ed ha luogo melle, le quali acquistano un tal volume, che le
una notabile tumefazione. Questi disordini ven malate son sovente obbligate a sostenerle per
gono accompagnati da molti fenomeni simpatici: mezzo di fasciature raccomandate posterior
un freddo prolungato a principio si fa sentire, mente al collo ', altre volte ha sua sede sulle pa
il quale aumenta al più piccolo movimento che reti dell’addomine, e allorquando vi occupa una
fa il malato, ed ordinariamente è seguito da grande superficie, presenta quasi sempre tutti
nausee e da vomiti, i quali sembrano insepara isintomi di una violenta irritazione gastrica.
- PATOLOGIA 113

Un’ abbondevolissima esalazione sierosa succe antiche città del Rubicone presso le rive del
de tra le lamine del tessuto sotto-cutaneo della Mediterraneo e in altre località della vecchia
parete anteriore del basso-ventre, e sovente Europa, non è nè c<mtagiosa nè ereditaria. Ella
pure fra quello delle grandi labbra dei margini attacca tutte le età, tutti i sessi, i ricchi egual
dell’ ano o dello scroto. Se quest’ ultima parte mente che ipoveri, quelli che si nutrono di
è la sede primitiva della malattia, i dolori sono vivande buone e delicate, come quelli che vi.
vivissimi 5 talvolta l’ infiammazione si propaga vono d’ alimenti malsani 5 infierisce sui negri
fino ai testicoli ed al pene, indi sopraviene un’e non altrimenti che sui bianchi, e non risparmia
salazione morbosa, per la quale questa parti neppure gli animali. Sembra soprattutto provato
giungono ad un volume mostruoso. (Ved. la fi che la subitanea impressione del freddo sopra
gura 3.) un corpo riscaldato dalla temperatura in seno
Il più ordinariamente la malattia si fissa so alla quale egli vive, che la frescura penetrante
vra uno dei membri addominali 5 di raro gl’in delle notti,aumentata talvolta da’correnti d’aria
vade tutti due ad un tratto. Questi membri a che a bella posta si stabiliscono nelle abitazioni,
cquistano allora delle dimensioni cosi spropor come suol praticarsi all’ isola delle Barbadi 5
zionate relativamente alle altre parti, e presen che i passaggi repentini dal caldo al freddo, ne
tana delle forme sifi'attamente bizzarre, che egli sieno le cause le più generali. Ella si fa endemica
è impossibile di formarsene un’ idea. La fig. 4 se come nella zona torrida, o in alcuni altri siti
rappresenta uno di questi enfiamenti prodigiosi, dell’ Europa meridionale, queste cause agiscono
accaduto in una donna di 44 anni, la malattia continuamente a cagione di venti irregolari. Di,
della quale, e per riguardo al suo modo (17 in venta al contrario epidemica, se, come ebbero
vasione e a’ suoi differenti accessi, offriva la occasione di osservare parecchi medici, il can
maggior parte dei sintomi morbosi, che carat giamento delle stagioni riconduca una certa riu
terizzano la vera elefantiasi degli Arabi. In al nione di circostanze proprie a darle origine. Le
cune circostanze manifestansi all’ intorno dei cause particolari od individuali che valgono a
malleoli delle piccole ulceri, che divengono fi produrla sono ancor troppo poco note, perché
stolose, e, lasciando sgorgare una gran quantità si possano avvertire. Frattanto, secondo Alard,
di sierosità diminuiscono il tumore ed alleviano considerar si può, qual una delle più frequenti e
l” incomodo suo peso. Altre volte il tumore è la soppressione di qualche naturale od abituale
pieno ed unito alla guisa di un sacco ben empito evacuazione. Questa infiammazione non è quasi
o di un otre 5 sovente offre come delle conca mai mortale, e se termina in una maniera fune
merazioni di modo che ciascun degli accessi sem sta, ciò accade perché lo stomaco , gl’ intestini
bra esser prodotto di una parte della grossezza o il cervello divennero la sede di una lesione
del tumore. La pelle, dice Alard, vedesi ordi simpatica profonda.
nariamente liscia, nè mostra alcun mutamento Si conoscono alcuni esempi di elefantiasi
di colore nei climi di una temperatura modera guariti spontaneamente dopo uno o più mesi
ta, e di una certa secchezza , e a seconda pure di durata. Ma 1’ esperienza ha provato che non
della fortuna e delle occupazioni dei malati. bisogna abbandonare questa malattia alle sole
Nell’ Egitto marittimo, lungo le riviere di C0 risorse della natura. Devesi pure in alcune cir
chin, e sovente alle Asturie, presso ad abitanti costanze , andar molti cauti nell’ uso di certi
che vivono in luoghi bassi ed umidi, o che son rimedi curativi, quali il salasso, le scarificazioni
costretti per la lor condizione atenere continua e i vomitivi, de’ quali forse un po’ troppo abu
mente le gambe in acqua, i vasi della pelle es sarono i medici dell’isola delle Barbadi. In ge
sendo varicosi, questa si mostra di un color bru nerale, egli è sul primo principio dell’irritazio
no 5 a poco a poco gl’ integumenti perdono della ne, che devono essere adoperati gli antispasmo
loro mollezza; copronsi nell’ isola delle Barbadi dici. In tal caso si dà la preferenza all’ ossido
di piccole verrucche , e nell’ Egitto di croste di zinco sublimato, il qualesembra godere della
gialle o di un aspetto ributtante. Infine si for facoltà di calmare, in questa malattia, i vomiti
mano delle screpolature sul membro affetto, il e le ansietà, cui vanno soggetti imalati nel
quale aumentando di volume ad ogni accesso momento degli accessi o delle esacerbazioni
diventa enorme, e di una defformità altrettanto periodiche dell‘infiammazione. Si può parimenti
svariata che bizzarra. ricorrere con vantaggio ai bagni freddi, e a
Questa malattia, che si rinviene nell’ Asia e quelli di mare , poi alla china 0 sola od unita
nell’ America, che si osserva ancora in alcune all’ oppio, affine di prevenire gli accessi, e cer
H]; LA MEDICINA PITTORESCA
car di togliere quella specie di periodicità, che di sopportare il suo incomoda , piuttosto che
sembra affettare 1’ elefantiasi. Si dovrà inoltre sottomettersi ad una cura, che tornar potea do
guarentire la parte malata dalle impressioni lorosa. Per due anni restò in uno stato sifatta
dell’ orina , o meglio ancora involgerla in una mente penoso, a quest’ epoca tutte le parti creb
flanella imbevuta di decozioni ammollienti, e bero considexfiilmente di volume. Lo scroto
narcotiche. Calmati iprimi accidenti infiamma abbassò di alcuni pollici, il pene, divenuto mo
tori, si favorirà il riassorbimento dell’umore struoso, avea quasi 12. pollici di circonferenza,
contenuto fra le areole del tessuto cellulare col e terminava in una specie di tumore della gros
mezzo di una fasciatura compressiva conve sezza all’ incirca di una noce, il quale era for
nientemente applicata. Torneranno utili per se mato dal prepuzio. Superiormente a questo tu
condare gli effetti salutari della compressione, more, ricurvo all’indietro, e come, trattenuto
alcuni topici sedativi, dei leggeri ripercussivi, dal frenulo (ved. la figura) ci avea un foro, che
uali l’ acetato di piombo liquido, od una solu metteva nel canal uretrale , ove poteasi i'acil.
zione di solfato di zinco. Se il gonfiamento ha mente introdurre il dito mignolo; nissuna traccia
invaso o 1’ una o l’ altra delle estremità inferiori, si scorgeva de’ testicoli. In fine, per quasi tutta
il malato sottoposto ad un tal trattamento con la loro estensione, lo scroto e la verga vedeansi
verrà rimanga a letto per alcune settimane, ac coperti da rugosità , da piccoli tubercoli, e da
ciocchè il membro affetto possa sempre star in ineguaglianze più o men pronunciate, simili a
una posizione orizzontale. Se i tumori contano quelle che si osservavano ai taloni, ed ai ginoc
parecchi anni d’ esistenza , poca è la speranza clxi. Essendo questo malato morto di tutt7 altra
del successo, anche praticando l’ amputazione, malattia, di quella che abbiam ora narrata, ven
la quale, nella maggior parte de’ casi, riesce più ne sezionato, e si trovò che la pelle del tumore
dannosa che utile. non era solamente più ispessita del naturale,
Osservazione d’ un equantiasi, della serata, ma che presentava ancora delle piccole cellule
dei testicoli e del pene. -- Cristiano Ketwig, la o separazioni, di cui ciascuna capiva una certa
cui malattia offre molta rassomiglianza con quella quantità di un’- amor denso e gelatinoso. I piedi
che Larrey ha fatto disegnare nella sua Memo ed i tegumenti del pube mostravano il medesi
ria sul sarc0cele, fu, nel I 723, attaccato da una mo fenomeno. I due testicoli voluminosissimi
risipola intermittente, la quale dopo aver sulle occupavano il centro di questo tumore -, il de
prime afl‘etto ad una volta, e le due gambe è i stro, mancante della sua tonaca vaginale, era
due piedi si propagò fino allo scroto. Questa della grosaezza di un’ uovo di oca, diviso in tre
parte, conservando pure il suo color naturale, scompartimenti, e tanto nella sua parte superiore
prese ad un tratto delle dimensioni enormi, e che inferiore conteneva un fluido affatto analogo
si allungò in modo, da starsene pendente fino a quello contenuto nella pelle del tumore ; in
alle ginocchia , poscia diventò rossa dura ed fine il suo centro veniva occupato da un corpo
aspra nel luogo, che toccava le cosce, senza che della grossezza di una noce, al quale mettevano
perciò il malato provasse dolor di sorta. I testi i condotti deferenti. L’ albuginea, più densa
coli si mantenevano nella loro naturale posizio dello stato normale, raccoglieva egualmente tra
ne, erano sensibilissimi al tatto, il pene mo: la sua spessezza, un liquido scolorato, il quale
stravasi grossissimo, molto duro ed allungato, stava ristretto in piccole cellule simili a quelle
per guisa che la distanza che correva dall’ in che presenta fra il suo parenchima un limone.
guinaglia al prepuzio poteva essere di 34 a 36 Avendosi aperta la vaginale del lato sinistro, ne
pollici. La regione degli inguini non avea mutato sortirono due libbre di un fluido sieroso, poco
di forma, ma le coscie, le gambe ed i piedi pre colorato, e quando si tolse il denso involucro
sentavano una tumefazione considerabile (Ved. che ricopriva il pene , si ravvisò quest’ organo
la fig. 3..) Le ginocchia ed i taloni mostravano di una piccolezza maggiore del normale. Tutto'
delle non equivoche tracce di screpolature e di il resto del corpo era perfettamente sano, salvo
rugosità. Ketwig, il quale ad onta del peso enor però il rene destro , il quale-portava una pro
me di un tal tumore poteva camminare, e che fonda ulcerazione, la quale probabilmente sarà
mangiava con un appetito eccellente , preferì stata causa della morte. '

--*fiîii+-
110

MEDICINA OPERATORIA

-*P%ìfi

FASCIÀTURE ED APPARECCHI. per oggetto di rattenere 1’ uno il sotto-coscia,


e 1’ altro la coreggia orizzontale della fasciatura;
DELLE nscurmut 1-:amnmz 0 ma: cmrr nusrrcr La pallottola, g, g, la cui figura deve variare a
seconda della parte, sulla quale deve essere ap
Molla di un cinto elastico, e cinto doppio. plicata , come pure del volume e della forma
dell’ ernia, sarà eseguita con molta diligenza.
(Tavola XIV, fig. 5 e 6 secondo Guam.) Se risulta troppo molle la pressione riesce in
sufficiente, se troppo dura contunde le parti
Si chiama generalmente col nome difascia sulle quali posa. In generale perché il cuscino
ture erniarie o cinti elastici alcune specie di di un cinto sia ben fatto, non deve essere nè
cerchi d’ acciaio molto elastici, destinati ad troppo sporgente nè troppo schiacciato, è d’uo
abbracciare il bacino , e a contenere le ernie po all’incontro che presenti una leggera con
dopo esser state ridotte. Questi istromenti va vessità, e che il suo volume basti per coprire
riano poco in quanto alla loro forma, e consta 1’ apertura ed oltrepassarla di alcune linee. La
no, i.° di una molla d’ acciaio ben temprato, palla dei brachieri per ernia inguinale dovrà
2.° di un scudo 0 piastra munita di una palla; essere un po’ allungata dal di dentro all’infuori
3.° di un imbottitura per la molla'; 4.° talvolta dall’ alto al basso per modo da presentare una
di una o di due sottocoscie, le quali servir de specie di triangolo arrotondato per tutto il suo
vono ad impedire che la fasciatura si scompon contorno. Quella dei brachieri crurali avrà una
ga. La parte più importante di questa specie di forma ovale esarà egualmente sporgente in tutti
fasciature consiste nella molla a, a, a (ved. la i suoi punti. La guarnitura di un cinto consiste
fig. 5), che è un pezzo d’ acciaio lungo, stretto, semplicemente in una specie di fodero, h, h, Il, li,
perfettamente elastico, adattato alla forma del di marrocchino o meglio ancora di pelle di ca
corpo e destinato a premere 1’ ernia per mezzo moscio che copre la molla imbottito di borra o
della pallottola convenientemente raccomandata crine, acciocchè il contato riesca dolce e meno
allo scudo. Nel maggior numero dei brachieri, incomodo lo sfregamento. Questo fodero pro
la molla presenta la grossezza di mezza fin una lungasi oltre 1’ estremità libera della molla, e si
linea ed otto a nove di larghezza. Porta nelle attacca ad una coreggia di cuoio che presenta
sue estremità due aperture : 1’ una per di die vari ferì, e rende in questa guisa compiuta la
tro, b, alla quale si fissa una coreggia ; 1’ altra cintura del brachiere. Quanto al sotto-coscia, i,
nel davanti, e, che riceve lo scudo. La sua lun come 1’ indica il suo nome, non è altro che una
ghezza, quantunque varia, non deve però oltre piccola fascia che si passa sotto la coscia, e che
passare icinque sesti della circonferenza del va ad attaccarsi alla piastra sopra uno degli un
bacino. La curvatura della molla sarà accomo cini. Desso non fa parte tssenziale della fascia
data alla forma delle anche del malato che de tura, è formato di pelle o di fustagno , e serve
vono essere esattamente abbracciate dalla fa a mantenere fissa la palla, acciocchè non ascen
sciatura 5 fa (1’ uopo che la pressione dell’ istro da al di sopra dell’anello durante certi movi
mento sia egualmente ri artita su tutta la su menti del corpo.
perficie, nella quale è cofiocato. Infine termina Quando si voglia contenere due ernie nello
nel davanti con una piastra di latta triangolare stesso ammalato, conviene far uso di un cinto
ad angoli rotondi, d, d, detta scudo. La faccia doppio, come quello rappresentato dalla figu
posteriore dello scudo va munita di cuscino ra 6. Si compone di due fasciature, le, 1:, che si
convesso o pallottola, formata di un imbottito riuniscono al di dietro del bacino mediante una
di lana , crine, o di qualunque altra sostanza coreggia raccomandata ad una fibbia , e le
molle elastica, ricoperto all’ esterno di pelle di cui palle, l, I, applicate anteriormente alle re
camoscio. La superficie poi anteriore è fornita gioni inguinali o crurali sono pa‘rimenti riunite
di trina o cappietta, e, e di due uncini,j, aventi col mezzo di una coreggia, m, che dall’ una si
i 18 LA MEDICINA PITTORESCA
porta all" altra. Queste fasciatura rendono com procedere convenientemente a questa applica
piuta la cintura, che deve presentare ciascuna zione si pone in prima attorno del bacino il
separatamente, ed hanno tanta solidità quanto il cinto , e poscia, dopo aver fatto collocare il ma
semplice brachiere, specialmente quando li due lato sul suo letto, si cerca di ridurre tutte le
sotto-coscia sieno attaccati allo scudo. Molti pra parti rimosse mediante il tassi-7 ciò fatto si pre
tici preferiscono questo cinto a quello a dop me sull’ apertura aponeurotica con una mano,
pia pallottola, perché più facile nella sua appli mentre che coll’ altra si conduce la palla per
cazione, e contiene meglio le arnie. sovrapporla alla stesîa regione; collocata la palla
]iIodo di prendere la misura di un brachie la si sostiene, fincbc sia aggiustato il rimanente
re elastico. Allorquando le particolari disposi della fasciatura, e che la coreggia sia fissata ad uno
zioni che presentano alcune ernie, o 1’ innor degli uncini dello scudo, si riconduce quindi il
male conformazione dei soggetti, richiedono che sotto-coscia dal di dietro al davanti sopra la coscia
i brachieri abbiano delle dimensioni straordi del lato malato, per fermarlo all’ altro 1mcino dello
narie, è indispensabile di prendere in pria la scudo. La palla del Cinto si collocherà nell’ apertura
misura. Il mezzo più sicuro e più facile per aver che da uscita alle parti -, nelle ernie inguinali biso
la figura del brachiere che si vuol far fabbricare, gna porla all’ esterno del pube; nelle ernie crurali
si è un filo di ferro piegato in doppio, solido si mette sulla piegatura della coscia sotto l’arco cru
quanto basta per mantenere la forma , che gli rale, in quest’ ultimo caso la parte anteriore della
si dà, il quale si applicherà attorno del bacino, molla detta collo, dovrà essere un po’ più inclinata
curvandolo esattamente. Se si è costretti di ser all’ingiù di quello che per le ernie inguinali. Il tem
virsi di un semplice cordone lo si passa oriz po più conveuevole per siffatta applicazione si è il
zontalmente attorno del bacino dal punto in mattino prima di uscire dal letto, giacché i visceri
cui i visceri fanno ernia fino al sito nel quale rientrano nell’ addomine durante la notte , e la ri
deve prolungarsi la molla, poscia si segnano duzione è già fatta.
su questo cordone ipunti corrispondenti al Precauzioni da prendersi immediatamente
I’ anello e all’ apertura crurale, alla spina ante e lungo tempo dopo l’ applicazione di un cinto
riore e superiore dell’ ileo , e al mezzo della elastico. Collocato il cinto s’ induce l’ ammalato a
regione sacro-lombare. Allorquando la molla è tossire, camminare, sedere, a fare alcuno sforzo per
fatta, bisogna provarla sul paziente innanzi di assicurarsi, che le parti sono ben rattenute, e che
temprarla, per assicurarsi se si adatta bene alla la fasciatura non si disordini. Assicuratisi in questo
configurazione del bacino. In tutti i casi bisogna modo della buona costruzione del cinto, si può per
compartirle circa un pollice di lunghezza mag mettere al malato di riprendere senza inconveniente
giore della misura ottenuta, atteso la differenza le sue occupazioni ordinarie raccomandandogli però
portata dagli involucri coi quali va fornita. Ac di astenersi , per quanto gli è dato dal fare degli
ciocchè una fasciatura erniaria adempia bene lo esercizi troppo violenti. Avranno i pazienti per lo
scopo propostoci applicandola, bisogna , dice meno due brachieri all’ oggetto di mutarli tratto
Giulio Cloquet, che la molla dottata di forza tratto. Quando 1’ involucro sia logoro e divenuto ir
bastevole, si adatti sulle parti per tutta la sua ritante per la perspirazione che lo imbeve, lo si ri
estensione ; che non sia soggetta a disordinarsi, noverà-7 per evitare quest’ultimo inconveniente sarà
e che la palla risulti perfettamente accomodata bene collocare sotto della palla una compressa di
colla sua forma e direzione alla specie di ernia pannolino fino piegato a vari doppi, all’ oggetto di
cui deve contenere ridotta. Le piccole ernie, e guarantirla dall’ azione del sudore, di conservarla,
quelle delle quali sono incomodati i fanciulli e e di mantenere sempre la parte nella convenevole
le persone che conducono una vita quieta e nettezza. Se la palla del cinto comprimesse doloro
tranquilla, possono essere rattenute da una fa samente il cordone spermatico , ed inducesse un
gonfiore ed un ingorgo al testicolo , bisognerà far
sciatura più lieve di quella usata in cond1z:oni
opposte. In generale , vi abbisogna_una molla ridurre la dimensione, ed incavare la parte inferio
più robusta per contenere un’ ep1plocele di re , affinché cessi di premere sugli organi chele
quello che.un’ ernia intestinale; allorquando scorrono posteriormente. Se a cagione d’ una marcia
l’ ernia è d’ antica data e voluminosa, eche per sforzata, o di un’ ostinata tosse l’ ernia sembrasse
la sua condizione il malato sia costretto a darsi voler rimoversi , allora il malato dovrà premere
ad esercizii penosi convieu compartire molta colla mano sulla palla, sostenerla, ed opporsi a sif-
forza ,al-brachiere. 7 ‘ fatta sortita. Finalmente, se la rimozione avesse luo
fl’fodo d’ applicare un cinto elastico. Per go, bisogna che levi sull’ istante il cinto, si sdrai
TERAPEUTICA . 117

sul dorso, e riduca da sè stesso le parti, o che sione ineguale e dolorosa, ratterranno esatta
mandi a cercare un chirurgo. mente il tumor erniariq nella cavità addominale,
I Cinti elastici convengono perfettamente e che senza scomporsi permetteranno ai pazienti
nel maggior numero dei casi, e allorquando di eseguire tutti ipossibili movimenti del tron
sieno ben costrutti possono contribuire effica co 0 delle membra. Qualunque cinto che non
cemente alla cura radicale delle ernia. In ge soddisfi a queste condizioni, dovrà ritenersi
nerale, tali fasciature, adempiranno perfetta come imperfetto, quasi inutile e sovente peri
mente le indicazioni, per le quali vengono ap coloso. (Begin.)
plicate, allorquando senza occasionare una pres

%Yèb

TERAPEUTICA .
_MW_

DELLO STBAMONTO Le stramonio ha un odore viroso disaggra


\
devole, specialmente quando la pianta è fresca,
e del suo uso terapeutico. e che si comprime fra le dite. Il suo sapore è
acre ed amaro : qualora però la pianta è secca
(Tavola XIV, fig. 7 ramo della pianta, -- 8 co perde e 1’ uno e l’ altro, conservando nondime
rolla aperta e stami, -- 9 pistillo, -- 10 frutto no le sue principali proprietà, per le quali è
tagliato orizzontalmente, - II il seme in posta fra la classe dei veleni narcotico-acri.
grandito, -- 12 lo stesso tagliato vertical Nell’ analisi dei'semi dello stamonio Brande ha
mente; estratto delle lezioni di med. leg. di rinvenuto, 1.° una materia particolare, bianca,
Om=n.s,) cristallina, ch’ egli denominò, Daturina, in cui
sembra risiedere una parte delle sue qualità
Questa pianta originaria dell’ America set deleterie; 2.° della gomma; 3.° una materia
tentrionale, d’ onde è passata, si dice, in Eu buttiracea ; 4.° dell’ estrattivo ; 5.° della silice
ropa, appartiene alla famiglia delle solanacee; e parecchi altri sali a base di calce e di potassa.
cresce in abbondanza ne’ luoghi sahbionosi, in Lo stramonio, la cui azione non si potrebbe
vicinan2a agli abitati, nei villaggi, e lungo le rivocare in dubbio, sembra avvicinarsi molto
strade. Il suo fusto erbaceo , cilindrico, glabro, er riguardo ai suoi effetti sull’ economia sani
ramoso, può giugnere all’ altezza di tre o quat male, alla bella donna (Ved. pag. 45) altra pian
tro piedi: le sue foglie sono grandi, alterne, ta dell’ istessa famiglia : esso agisce come nar
picciolate, glabre, ovali, molli, sinuate ai mar cotico e come irritante. Tutte le parti della
gini e ad angoli ineguali acutissimi. I suoi fio pianta hanno la facoltà di determinare i mede
ri (7) grandissimi , solitari , laterali stanno su simi accidenti, e numerosi esperimenti, o trop
un peduncolo corto, peloso. Il loro calice è tu po funesti fatti,.disgraziatamente provarono che
buloso, un po’ rigonfio nella parte inferiore, meritava per tutti i rapporti il posto che occu
con cinque coste rialzate. La corolla (8) è gran pa oggidi fra i veleni. Comunque sia la cosa,
_de, infundibuliforme , bianca 'col margine tal gli effetti primitivi o fisiologi dello stramonio
volta un po’ violetto, con tubo a cinque angoli. sull’ organismo variano a seconda della quantità
I frutti (10) della grandezza di una grossa noce che se ne prende.
son delle capsule ovali, armate di punte, dirit Introdotta nello stomaco a piccola dose, da
te, acute e pungentissime. Queste cassule pre uno a due grani in polvere, o un gran d’ estrat
sentano internamente quattro logge, che co to per es., questa pianta non provoca subito
municano insieme a due a due alla lor sommità alcun fenomeno sensibile; ma se se ne dà una
per l’ imperfezione di uno dei due setti; apronsi quantità un po’ maggiore, si veggon apparire
in quattro valve e contengono dei piccoli semi dei sudori, delle coliche, dei flussi d’orina, dei
brunastri (Il) reniformi , ed ineguali alla lor pruriti, ed anche delle eruzioni cutanee. Tal
superficie. volta succede la cecità che dura perglcuni gior
.Ued. Pia. T. I. I
11 0'. LA MEDICINA PITTORESCA
ni. Somministrato ad una dose ancor più forte, le quali si osservarono delle manie, di cui pa
lo stramonio produce agitazioni, st0rdimenti, recchie conseguenze di parti, alcune melanco-.
vertigini, offuscamento di vista , dilatazione di nie, o delle demenze accompagnate da sintomi
pupilla , suscita un lieve delirio, dei susurri iù o meno comuni a tutte le malattie cerebrali
d’ orecchio, accidenti che (1’ ordinario scom (Burma, Biblioteca di terapeutica, tomo a.)
paiono in capo a cinque o sei ore. Preso in Il modo d’_amministrazione del datura stra
troppa quantità produce gli effetti che abbiamo monium è assai meno variato di quello di molti
accennato, ma in un grado più violento : allora altri medicam‘enti. Lo si usa principalmente in
vi ha un vero avvelenamento, caratterizzato da estratto, in tintura, e tal fiata si adoperano le
cardialgia, da sete intensa, da un senso di strin foglie perfumare , come si suol praticare col
gimento alla trachea e da un compiuto scon tabacco. L’ estratto che si prepara sia coi semi,
certo nelle facoltà intellettuali, il quale si mo sia col succo fresco delle foglie, prescrivesi in
stra ora sotto 1’ aspetto di una gaiezza straor ternamente ad un quarto, ad un mezzo, ed an
dinaria, ora di un generale delirio accompagnato che ad un grano a seconda della forza e dell’età
da loquacità, d’ agitazione ed anche da furore. del soggetto ; si può graduatamente portare la
Vi si aggiungon sovente de’ movimenti convul dose fino ad otto grani e più per giorno , col
sivi e talvolta uno stato di paralisi. Succede la 1’ avvertenza però di tostamente diminuirla,
congestione di cervello, e quindi la sonnolenza; qualora insorgessero vertigini, ed oscuramento
il ventre si meteorizza , e vi si manifestano i di vista. Si preferisce ordinariamente per uso
segni di una infiammazione, ed in capo a do medico quello confezionato colle foglie della
dici o quindici ore la morte viene a chiudere pianta, quantunque 1’ estratto dei semi sia mol
una si spaventevole scena. I mezzi più atti per to più attivo. La tintura, preparata con quattro
rimediare a siffatto avvelenamento, consistono once di pianta secca in quindici di alcool inde
nella pronta amministrazione di un qualche bolito, può somministràrsi dalle quattordici fino
vomitivo; ed, allorquando siensi espulse per alle ventiquattro gocce. Si possono fumare le
tal guisa le materie velenose, gioveranno le be foglie secche dello stramonio, come quelle del
vande acidule di limone 0 di aceto. tabacco ; e 1’ esperienza ha provato, che questo
Quali si sieno gli effetti deleteri dello stra modo di usare lo stramonio non riusciva meno
monio e la gravità degli accidenti che possono efficace; torna specialmente utile nei casi d’asma
conseguitare la suasomministrazione, si è cer essenziale. In simile circostanza si comincia fu
cato di adoperare questa pianta nel trattamento mandone mezza pipa al giorno, e si ascende
di una folla di malattie; e Stoerck fin dall’ an per gradi fino a fumarne due ed anche tre;
no 1763 la usò contro 1’ epilepsia e l’aliena (1’ ordinario però basta una pipa e mezza per
zione mentale. Più tardi, e nel nostro secolo, le donne, e per que’ individui che non sono
venne con vario successo impiegata nelle ne abituati a fumare.
vvalgie, nelle efi‘ezioni cerebrali croniche, ed in Adoperasi talvolta esternamente 1’ estratto
diversi nevrosi. In generale, la mania, 1’ epiles di stramonio, incorporato in un corpo grasso,
sia, le nevralgie, 1’ asma convulsivo, ed essen per calmarei dolori risultanti da piaghe, scoty
ziale , le convulsioni isteriche , 1’ idrofobia , i tature, patereci, ragadi alle mammelle, tumori
reumatismi cronici, costituiscono fino al pre emorroidali esulcerati ed i reumatismi. Vennè
sente 1e forme morbose nelle uali i ratici egualmente applicato sopra i cancri ed i carci
ebbero maggiormente a lodarsi dell’uso dello nomi. Colle foglie preparansi ure dei cata
stramonio, che forse troppo oggidi viene tra plasmi o dei fomenti , la cui ef cacia fu com
scurato. Sopra 175 casi, ne’ quali questa pianta provata nei dolori reumatici cronici e nelle ne
fu amministrata, il generale risultato si fu la vralgie. Infine, la tintura fatta coi semi, riesce
guarigione di 80, il miglioramento di e il utilissima per frizione , alla dose di trentasei
niun successo di 51. La più parte di queste af gocce fino ad una dramma.
fezioni consistevano in mentali alienazioni, fra
119

ANATOMIA

A R T E I\ I E Arteria mesenterica rrtperiore.

Arterie della base del cervello. (Tavola XV, fig. 2, secondo Txnnauaua.)

(Tavola XV, fig. 1, secondo TIEDEMANN.) Spiegazione della figura.

Spiegazione dellafigura. I, 1 Il duodeno. -- 2 Principio del digiu


no. - 3 Il pancreas. - 4, 4 Intestino tenue. -
1, 1 Lobi anteriori del cervello. - 2, 2 Lobi 5 Termine dell’intestino ileo nel cieco. - 6 Il
medi. - 3, 3 Lobi posteriori. -- 4, 4 Emisferi cieco. - 7 Appendice vermiforme del cieco. -
del cervelletto. -- 5 Eminenza vermiforme o 8 Colon lombare destro od ascendente.-g, Co
commessura inferiore del cervelletto. - 6 Fac lon trasverso. - 1o Colon lombare sinistro o
cia inferiore del lobo anteriore del cervellet discendente. -- 11, 1 1 Fascetto anteriore del
to. - 7, 7 Masse midollari del cervelletto. - le fibre‘longitudinali degli intestini grassi. -
8 Midolla spinale troncata. - 9 Eminenze pi 12, 12Ripiegatura del peritoneo che costituisce
ramidali. - 10 Eminenze Olivari. - 1 1 Protu il mesocolori. - 13 Arteria mesenterica supe
beranza cerebrale. -- 12, 12 Prolungamenti an riore. -- 14, 14 Arterie pancreatico-duodenali
teriori della protuberanza cerebrale. - I 3 Corpi inferiori. -- 15 Arteria pancreatico-duodenale
pisiformi ( eminenze mammillari , o tuberosità superiore. - 16 Arteria colica media. - 17 A
biancheggianti). - 14 Glandola pituitaria. -. nastomosi dell’ arteria precedente coll’ arteria
1 5, 1 5 Nervi olfattori. - 16, 16 nervi ottici. - colica sinistra.- 1 8 Anastomosi della medesima
17, 17 Nervi motori comuni degli occhi. - arteria con 1’ arteria colica destra. - 19 Tronco
1 8, 18 Nervi patetici. -- 19, 19 Nervi trigemini comune delle arterie colica destra ed ileo-ceca
(o gustatori, o del quinto paio de’ nervi). - le. - 2o Arteria colica destra. -- 21 Arteria
20, 20 Nervi del sesto paia. - 21, 21 Nervi ileo-colica. - 22 Arteria cecale. - 23 Arterie
facciali. 22, 22 Nervi acustici. - 23, 23 Nervi dell’ appendice vermiforme. - 24 Termine del
glosso-faringei. -- 24, 24 Nervi vaghi. -- 25, 1’ arteria ileo-cecale negl’intestini tenui.- 25 A
25 Nervi grandi ipoglossi. -»- 26, 26 Arterie nastomosi della medesima arteria col tronco del
vertebrali. -- 27, 27 Arterie s inali anteriori. - 1’ arteria mesenterica inferiore. - 26, 26 Rami
28, 28 Arterie posteriori inliiriori del cervel intestinali dell’ arteria mesenterica superiore,
letto. -- 29 Arteria basilare. - 30, 30 Arterie che si portano all’ intestino tenue.- 27, 27 Pri
anteriori inferiori del cervelletto. - 31, 31 Ar mi archi anastomotici delle arterie precedenti. -
terie dell’ orecchio interno troncate -- 32, 28, 28 Secondi archi anastomotici delle mede
32 Arterie superiori del cervelletto. - 33 Ar sime arterie. -- 29, 29 Terzi archi anastomoti-»
terie profonde, o posteriori del cervello. - ci delle divisioni delle arterie precedenti. -
34, 34 Barni anastomotici coll’ arteria carotide 30, 30 Rami intestinali che provengono delle
interna. -- 35, 35 Arterie carotidi interne 0 anastomosi precedenti.
cerebrali. - 36, 36 Arterie del corpo calloso
o anteriori del cervello. - 37 Ramo comuni
cante. - 38, 38 Ramo delle arterie della fes
sura del Silvio.

--ar+es+
l 20 L.\ MEDICINA PI'ITORESCA

PATOLOGIA
--*eew-

PLEL'BISIA CBOSICA del bacino, si riconosce, che egli si tiene dritto


per quanto lo può, e che 1’ apparente inclina
Iii»tringimenlo torace al lato destro in con zione del tronco, dipende dal lato destro del
seguenza di cronica e laterale pleurisia. petto, che è ristretto e nel senso della sua lun
ghezza, ed in quello del suo diametro trasver
(Tav. XV, fig. 3, secondo Lzzssac.) sale. La sporgenza minore della parte anterior
destra, indica essere egualmente ristretto il dia
Si danno delle pleurisie, nelle quali il lato metro antero-posteriore del petto; imuscoli
affetto non ritorna mai più sonoro, ad onta che del braccio destro, ed il gran pettorale hanno
la malattia siasi terminata , e lo spandimento evidentemente perduto del lor volume. La let-v
perfettamente assorbito. Un tal accidente, meno tera G dinota il lato sinistro nello stato natu
raro di quel che si pensa, non ha ancor fino ad rale, ed offre allo sguardo dei muscoli atletici,
ora richiamato abbastanza l’ attenzione dei pra un vasto petto, e delle false coste sporgenti mal
tici; e la disposizione anatomica che lo produce, grado la grassezza del soggetto. La lettera D di
comecchè da molti osservatori intraveduta, non stingue il lato sinistro ristretto nelle sue di
fu giammai nè compiutamente descritta, nè le mensioni, con muscoli della metà meno volu
gala al suo effetto. minosi.
I soggetti, che offrono questa mancanza di La maggior parte degli individui ne’ quali
suono toracico, dice Laennec, sono riconosci osservasi una simile disposizione riferiscono
bili, anche nell’ esterna loro conformazione ed l’ origine della deformazione del loro petto, ad
andatura ', essi mostrano d’ esser un po’ incli una malattia grave e lunga fissata in questa ca
nati sul lato affetto ; e se, con un cordone, lo vità, il carattere della quale però non ha mai
si misura, trovasi sovente la differenza di oltre potuto essere ben precisato. In alcuni questa
un pollice tra il contorno di questo e quello deformazione giunge ad un grado molto marcato.
del lato sano. La sua estensione in lunghezza è I casi di grande stringimento del petto son
egualmente diminuita , le coste sono più ravvi rari ; ma quelli ne’ quali è piccolo, ed in cui;
cinate le une alle altre; la spalla è più bassa di non ci ha che lieve diminuzione del suono to- 2
quella del lato opposto , i muswli e particolar racico, sono molto frequenti. Questo ristringi
mente il gran pettorale presentano un volume mento , quando ha aggiunto un forte grado
minore della metà di quelli dell’ altro lato; e coincide sempre colla formazione di membrane
colpisce talmente la differenza dei due lati, che accidentali fibro-cartilaginose , e dipende, non
a primo aspetto la si crede molto più conside v’ ha dubbio, da un tal motivo, soggiunge Laen
rabile, di quello che rinviensi in effetto misu nec, che non si è più presto riconosciuta la
randola. La colonna vertebrale mantiensi ordi causa di questa specie di defformità.
nariamente ritta -, talvolta però coll’ andar del Quel ristringimento del torace, che coincide
tempo si piega, e l’ abitudine presa dall7 amma coll’ assorbimento della parte sierosa dello stra
lato d’ inchinarsi sempre sul lato affetto, fa si vaso, comincia fin dal principio della malattia;
che il suo camminare mostri qualche cosa (1’ a ma non è sovente sensibile se non dopo parec
nalogo alla claudicazione. La fig. 3 rappresenta chi mesi ', talvolta pure il malato trovasi in uno
il busto di un uomo, nella forza dell’ età e della
incerto stato di convalescenza, prima che lo
costituzione la più robusta, nel quale una latente
ristringimento siasi palesemente manifestato;
e cronica leurisia determinò un ristringimento ma in capo ad un tempo più o men lungo, il
del lato cibstro del petto. Quantunque veduto quale può durare fino a due o tre anni, le forze,
di fronte si ritenga questo uomo perfettamente l’ appettito ed il senso di salute rinasceno, so
diritto, se si capra il lato sinistro fino alla linea lamente il petto dà sempre un suono più oscuro
mediana con un foglio di carta bianca, mostra in questo lato , e talvolta nissuno; la respira
a primo colpo d’ occhio di esser inclinato sul zione vi si eseguisce con minor forza, e quasi
1’ anca destra. Pure , esaminando la posizione sempre. Questa più non si percepisce, od ap
-PATOLOGIA‘» l2l

pena nelle parti inferiori di questa cavità. Un riscontrato in una donna guarita dopo lungo
tal stato dura tutta la vista congiunto sovente tempo da tisi polmonare. L’ osservazione di
ad una più che discreta salute. questa malattia, rimarclxevole specialmente, per-’
Nelle autopsie di individui che aveano si ché offre un esempio, di ciò che ordinariamente
fatti ristringimenti ad alto grado, Laennec ha si chiama ulcera del polmone, fu raccolta da
sempre rinvenuto delle aderenze fibro-cartila Laer_mec, e consegnata nel primo volume della
ginose intimamente riunite col mezzo di un sua opera sopra l’Ascoltozione mediata. Sicco
tessuto cellulàre,prodotto di un’ infiammazione me non la possiamo riferir qui con tutte le sue
secondaria. Il polmone presentava quello stato particolarità ,,e che un semplice estratto non
di compressione e flacidità, che lo fa rassomi« basterebbe a dar un’ idea esatta della malattia,
gliare a della carne muscolare, le cui fibre sono . noi indicheremo soltanto sommariamente col
talmente esili, che non si possono distinguere. l’ aiuto di lettere le diverse parti del polmone
Il suo tessuto, aggiunge quest’ abile pratico, ne che furon la sede di questo enfisema. a, a I
avea talvolta anche il colore; altre volte, inve margini del polmone insufflato e diseccato.
ce, era di un grigio un po’ carico, e meno tras b, b, b Grosse vescicole trasparenti e piene d’a
parente di quello dei muscoli dei pesci. Con ria, formate dalla riunione di parecchie cellule
chiude finalmente che non sono le aderenze aeree fortemente dilatate e confuse in una so
per sè che restringono la capacità del petto, la. c, c Vescicole aeree in un minor grado di
ma bensì il modo più o men lento, col quale dilatazione. dBilievo coperto di vescichette dì
esse sviluppansi, aggiungendo che in una pleu latate e corrispondenti ad una rottura inferiore
risia, quanto più pronto sarà‘ stato l’assorbi del tessuto polmonare. e Vescicola aerea forte
mento dello stravaso siero-purulento, tanto mi mente dilatata, sporgente, e come eduncolata,
nore sarà a temersi il grado di ristringimento alla superficie" del polmone. rosse bolle
del torace. d’ aria poste tra la pleura ed il tessuto polmo
nare. g,’ g Taglio fatto con un rasoio alla super
Porzione del lobo superior del polmone dimo: ficie del polmone, che lascia vedere la dilata
strante le diverse varietà dell’ enfisema pol zione delle cellule polmonari. Il, 11 Porzione
monare. della superficie del polmone, staccata per que
sto taglio.
(Tavola XV, fig. 4, secondo LAENNEC.)
Questa figura rappresenta un enfisema del
polmone , con rottura del tessuto polmonare,

--=H=î-tfi
TERAPEUTICA
--MQW-

DELLA DlGITÀLE PORPORINÀ ' Comunissima in Germania , in Isvizzera ed in


Francia, èbiennale, e fa parte della famiglia delle
e del suo uso terapeutico. Scrofularie di Jussieu. Dalla sua radice fibrosa
e nerastra sporgono molte foglie (5) radicali,
(Tavola XV, fig. 5, le foglie e le radici, - 6 i grandissime, peduncolate, ovali, acute, dental
fiori, - 7 parte inferiore di una corolla aper late e sinuose sui margini, molli al tatto, bian
ta e stanti," - 8 il frutto orizzontalmente castre e vellutate in ambo le pagine. Sorge dal
troncato, - 9 un seme ingrandito. - 10 Lo centro di queste foglie un fusto erbacee , sem
stesso veduto dal lato angolare. -- Il Lo plice, dritto, vellutato alto da diciotto pollici a
stesso tagliato verticalmente per far vedere due piedi, che porta delle foglie alterne più
la sitazione dell’embrione , estratto dalle le piccole delle precedenti ; questo fusto termina
zioni di Medicina legale di Osama.) in una lunga spiga (6) di grandi e bei fiori por
porini, lunghi d’un pollice incirca ,' raccoman-
Questa pianta cresce in Europa fra gli alti dati a corti peduncoli , e pendenti da un sol’
boschi, sulle montagne e nei terreni sabbionosi. lato gli uni sopra gli altri. La corolla (7) aperta,‘
122 LA MEDICINA PITTORESCA
campaniforme, monopetala, irregolare, tubulosa Gli effetti immediati di questa pianta virosa
alla base, èconsiderabilmente dilatata alla parte sull’ animale economia, possono riferirsi ad una
superiore, che è divisa in cinque lobi irregolari azione stimolante più o meno energica sopra ’
ed arrotondati. Ha un color porpora molto chia gli apparati della digestione e della circolazio
ro, sparso internamente di piccoli punti neri ne, sopra il sistema nervoso, e sopra i diversi
circondati da un cerchio bianco e guarniti di organi secretori. A piccola dose la digitale non
alcuni peli lunghi e molli. Contiene quattro sta roduce alcun fenomeno sensibile. .A dose più
mi colle antere reniformi, e il rudimento d’ un Forte provoca delle nausee , delle vertigini, del
quinto. Succedono a questi fiori piacevolmente mal essere, della tristezza, un’ abbondante se
macchiati o tigrati nelloro interno, delle cassule crezione d’ orina e scialiva, sovente del sudore,
0voidi, (S) acurninate, e ripiene di un gran nu delle deiezioni alvine, l’accelerazione nel polso,
mero di semi (g, 10) piccolissimi di un bruno susseguita ben tosto da un notabile rallenta
carico e un po’ angolosi. mento di circolazione. Ad alta dose, occasiona
_ La digitale porporina, la più attiva e la più un vero avvelenamento, coi sintomi di vomito,
usata di tutte le specie del genere , ha un sa ansietà, cardialgia, dolori vivi in diverse parti
ore amaro un po’ acre , e l’ odore delle sue del corpo, raffreddamento de’ membri, illusioni
toglie, quando son fresche e compresse fra le ottiche, vertigini, sonnolenza , delirio e final
dita, e forte e nauseabondo: qualità che si svi mente morte. Murray racconta il caso di una
luppano in maggior o minor grado secondo il fanciulla di otto anni che morì per 1’ azione de
modo di diseccazione , l’ età della pianta, e il leteria di questa pianta, la quale manifesta pure
tempo trascorso dalla sua raccolta. Egli è per i suoi efl'etti velenosi sugli animali, ed in quelli
questo motivo, che nell’ epoca della fioritura la specialmente, de’ quali la struttura delle stoma
radice essendo quasi insipida, non viene dai co ha maggiore analogia con quella dell’ uomo.
medici usata. I fiori non son di questa né più Si videro dei polli, dei cani, a’ quali si sommi
attivi, né più frequentemente adoperati. Le pro nistrò la tintura o 1’ infusione di digitale, am
prietà più energiche trovansi per cosi dire con malare e perire dopo aver provato i principali
centrate nelle foglie, ed in quelle specialmente accidenti che si menzionarono di sopra; final
che si svilupparono sotto l’ influenza dei raggi mente risulta dalle numerose sperienze. tentate
solari, e di cui si fece il raccolto nell’ annata. da Orfila sugli animali, 1.° che la polvere di
L’ analisi chimica della digitale fatta da Bi digitale, i suoi estratti acquoso e resinoso, e la
dault deVilliers, e Destouches, ha dato ad un sua tintura devono ad una certa dose rite
di presso imedesimi risultati, cioè: un estratto nersi quali energici veleni, n.° che l’ estratto
acquoso bruno, un estratto alcoolico analogo al resinoso è dotato di proprietà venefiche più at
precedente, diversi sali a base di potassa, e so tive dell’ estratto acquoso, e che la polvere è
prattutto di calce, dell’ ossido rosso di ferro ed meno forte di quest’ ultimo. 3.° Che 1’ azione
una materia oleosa verde, alla quale i medici degli estratti è viva e pronta, allorquando que
hanno attribuito il colore e l’ odore di questa sti s’ iniettano nella vena giugulare, che è mi
pianta. Più tardi Iioyer di Ginevra vi ha sco nore quando si applicano sul tessuto cellulare,
perto un principio particolare, ché ha chiamato e molto meno ancora introdotti che sieno nello“
Digitalina: sostanza amarissima, di un color stomaco. 4.° Che tutte queste preparazioni co
bruno, attaccatticia, deliquescente, solubile nel minciano ad agir come emetici. 5.°‘Che-i loro
l’_ acqua e nell’ etere, e suscettibile a cristalliz effetti sugli organi della circolazione variano a
zare, in certe circostanze, sotto forma (1’ aghi. norma della natura e della disposizione dei
Questa è realmente la parte più attiva della di soggetti : ora non si può osservare verun can-;
gitale, poichè un mezzo grano di digitaliua, di giamento nel modo, con cui questa funzione ,si
sciolto in alcune dramme d’ acqua distillata ed eseguisce, ora i battiti del cuore sono rallen
iniettato nelle vene di un gatto , fece perire tati : più spesso accelerati, forti, ineguali, inter
l’ animale in un quarto (1’ ora, e bastò un grano mittenti. 6.° Che l’estratto resinoso sembra agi
e mezzo sotto la medesima forma e per l’istessa re di preferenza sul cuore o sul sangue, dap
maniera impiegato per ammazzare un cane di poichè questo fluido trovasi costantemente coa
mezzana statura , in cinque minuti. Magendie gulato subito dopo la morte quando 1’ estratto
opina che questo agente deleterio , in soluzio fu applicato sul tessuto cellulare, od introdotto
ne nel sangue, agisca direttamente sul sistema nello stomaco. 7.“ Che indipendentemente da
nervoso. tali fenomeni, la digitale e le sue preparazioni.
TERAPEUTICA 123
agiscono sul cervallo, dopo esser state asSorbi parimenti utile nell’ asma non essenziale, ma
te, e producono una specie di istantaneo istu dipendente dall’infiltramento sieroso del pol«
pidimento, che non tarda ad esser seguito dalla mone, in certe emorragie attive (epistassi, emot
morte. 8.° Che la polvere di questo vegetabile lisi ), in alcune nevrosi, particolarmente nel
(ad alla dose), determina un’ irritazione locale, I‘ epilessia.
capace di dar origine ad un’infiammazione mol-‘ La digitale porpuren fu con successo impie
to intensa. g.° che tutte le osservazioni si ac gata nella tisi, nelle scrol'ole, nell’ idropisia ; ma
cordano per stabilire, che la digitale agisce sul l’ uso di questo medicamento nella tisi polmo
l’ uomo non meno che sugli animali (Tossicolo nare èben lungi dal meritare gli elogi, che gli ac
gia II, I.“ parte, 273,) cordarono parecchi celebri pratici inglesi, quali
Si è scritto molto sulle proprietà medica Darwin, Thomas, Drake, Fowler e specialmente
meutose della digitale ; ma i diversi autori che Beddoes. (i) E benché non sia punto come lo
ne hanno parlato, non avendola tutti giudicata pretesero questi medici, un rimedio infallibile,
nella medesima maniera, deve necessariamente un per cosi dire, specifico contro questa crudel
esistere ancora dell’incertezza intorno gli el' malattia, non pertanto si può considerarlo qual
letti utili, che se ne possono attendere. Comun eccellente modificatore terapeutico, nel periodo
que sia la cosa , la sua azione eminentemente della lisi polmonare che precede l’ ulcerazione.
eccitante sullo stomaco e sui reni, e la sua fa Ba_yle gli accorda pure qualche efficacia nelle
coltà sedante che quasi sempre appalesa sugli. tisi calcolose. lsuoi vantaggi contro gli ingor
organi della circolazione, la l'anno generalmente ghi scrofolosi, il scirro, gli stravasi linfatici, son
risguardare come uno dei più importanti me lungi di essere contestati, ma egli è precipua
dicamepti del regno vegetabile. Il rallentamento mente nelle idropisie essenziali primitive del
della circolazione, effetto si rimarchevole della tessuto cellulare del petto e dell’ addome che
polvere di digitale, succede al più tardi il gior la digitale torna di una grandissima utilità de
no appresso della sua amministrazione. Il polso terminando un’ abbondante secrezione d’ urina.
diminuisce per minuto di 12., 15, 20 ed anche Vassal (Dissertazione sugli efiîetti della digitale
25 pulsazioni, fenomeno che per altro non è porporina nelle idropisie), assicura non mo
sempre costante, dacchè in certi malati le pul strar dessa verun effetto uell’ idropisie saccate,
sazioni , anziché farsi più rare , conservano il ed in quelle del cervello e del midollo spinale.
lor tipo ordinario , o si elevano dalle sessanta , La digitale in adoperata esternamente, sia
fino alle cento e venti battute per minuto. Le in decotto, per cicatrizzare alcune ulceri scio
esperienze di Sanders tenderebbero anche a
provare che gli effetti primitivi di questa pianta (1) Tra questi merita di venir certamente annoverato anche
sulla circolazione, consistono nell’ aumentare il d.r Magennis, medico dell‘ ospitale reale marina di Plymouth,
il quale adoperò nella lisi la tintura di digitale con tanto succEsso,
1’ azione del cuore e dei grossi vasi egualmente che sembrano a dir vero sorprendenti i resultati generali che ci
di quella degli altri sistemi; e ad avviso di offre: ecco imperlmto come ein si esprime.
“ Nella gran varietà de‘cui in cui feci uso di questo medi
questo pratico, il rallentamento del polso non camento fu sovente il rimedio somminislralo sotto la mia propria
ispezione, e quella dei miei aggiunti, allorquando specialmente la
succede che consecutivamente a questo primi dose era assai forte; molti malati presero dalle 150 fino alle 300
tivo eccitamento. Alcuni medici oggidì opina gocce per giorno, cominciando dalla dose di 20, 30, 40 o 50 gocce
no, che la digitale posseda due azioni. Una regolata a norma delle apparenze di forza e di debolezza del ina
lato, ed aumentaudola di IO gocce per giorno, lino a che questi la
locale ed irritante, l’ altra sedativa e debili» gnavasì d’intorbidamento di vista, ed avveniva un calcolabile ral
lentamento del polso. lo tali casi la dose venia diminuita, ed anche
tante ; Secondo Drake e Fowler, quest’ ultima sospesa affatto, qualora la testa e lo stomaco appalesavano serii at
nel tempo stesso che modera la circolazione, tacchi. La proporzione degl‘ ingredienti della tintura era di (once
di digitale per sei once e mezza di spirito di vino w.
sembra aumentare la forza del sistema assor
bente. Quindi la digitale porpurea che riesce Resullata generale del trattamento della digitale
in 72 malati di lisi
un’ irritante per l’ apparato digerente, è un se
dativo del sistema circolatorio. Sifi‘atta influenza guarili miglioramento morti
in gradi diversi
di questa pianta sulla circolazione ha dovuto Malati in primo grado . . . . 15 9 “
necessariamente condurre ad adoperarla nelle Malati in terzo grado
(purulento degl‘ inglesi) . . . 23 13 10
malattie del cuore, nelle quali venne con van-‘
taggio amministrata specialmente nelle palpi Conviene ci avvertire, che un tal medicamcnto deve essere
continuato anche per dei mesi, nè si desisterà dal suo uso perché
tazioni aneurismatiche di quest’ organo: è il nei primi mesi non sembrasse corrispondere : l’ esperienza ha molte
iù valido, e il più frequentemente prescritto finte dimostrato, che un farmaco appalesa soltanto la sua forza mc
dicamentosa, allorquando sia portato a certa dose, ma la medica
calmante nelle palpitazioni nervose. Si mostrò prudenza insegna di non arrivarvi se non per gradi. ('l‘.)
124 LA MEDICINA PITTOBESCA
gliere degli ingorghi scirrosi glandulari, come DELL' ÀCONITO NÀPELLO
quelli delle mammelle, della tiroidea, delle ar
ticolazioni, sia in tintura, contro 1’ anassarca, o e del suo uso terapeutico.
l" idropisie interne allorquando lo stato infiam
matorio dei visceri non permette il suo uso in (Tavola XV, fig. 12 e 13 il fusto e sua radi
terno. Merat la prescrive sovente sotto questa ce, -- 14 ifiori, - 15 stami e i due corpi
forma associata al vino scillitico per dissipare che tengon logo di corolla, - 16 le ovaja, -
non solo 1’ enfiagione alle gambe, che sviluppasi 17 le cassule, -- 18 il seme, secondo Tcnrm.)
nella convalescenza di certe malattie ma ancora
nella generale lencoflemmasia , che sopravicne, Questa bella pianta vivace, la più parte delle
sia in conseguenza di affezioni eruttive nei fan specie della quale sono ricercate e coltivate per
ciulli, sia dopo la soppressione dei mestrui. la singolare bellezza dei suoi fiori, cresce nelle
Si può dare la digitale porpurea per uso pasturedelle alte montagne, la Svizzera e la
interno , in polvere , in tintura, in infuso , in Germania sono le contrade che essa sembra
decotto, in estratto. In generale si dà la prefe preferire; rinviensi in Francia ed in Italia, e
renza alla polvere, perchè il suo modo di pre cresce pure nei siti ombrosi ed umidi delle
parazione è il più facile, e quello su cui si può montagne della Provenza. La sua radice (12)ne
maggiormente contare. Questa polvere, che per rastra al di fuori, bianca al di dentro, somiglia
esser buona, dovrà provenire da foglie raccolte per la forma ed il volume ad un piccolo navone
nel momento della fioritura, ed avere un color contornato da ramoscelli: rassomiglianza, per
verde ed un odore di fieno, si prescrive da un la quale ha probabilmente questa specie avuto
ottavo ad un quarto di grano per i fanciulli, il nome di napello. Il suo fusto (13) che si alza
fino a due e quattro grani fra la giornata per fino a 3 piedi incirca, è dritto, semplice, cilin
gli adulti; se il malato ne risente giovamento, drico e glabro. Le sue foglie son palmate, ar
si aumenta gradatamente la dose di modo che rotondate o a cinque angoli, moltifide, inciso
giunga a prendere nello spazio di 24 ore, sei, lineari, glabre , lucenti d’ un verde carico, e
dieci, quindici, venti, trenta grani ed anche quelle della metà superiore del fusto hanno dei
più: e questa polvere si può incorporare in un picciuoli corti. I suoi fiori (14) di un bel color
cucchiaio da caffè di siroppo d’ arancio 0 di turchino si formano in ispiga alla parte supe
china ‘, oppure stemperarla in una?opportuna riore del fusto, apronsi ordinariamente nel mese
tisana, o farla in pillole con del miele, o scirop di maggio e di giugno. Son grandi, solitari sul
po, 0 finalmente somministrarla senza alcun lor peduncolo, composti di cinque petali ine
miscuglio di sostanze estranee. La tintura pre guali, de’ quali il superiore ha la forma di elmo.
parasi tanto con l’ etere solforico, che con l’al Il frutto (17) consiste in tre, quattro o cinque
cool. Quest’ ultima conosciuta sotto il nome di cassule ovali, liscia che contengono molti ic
tintura di Fowlar, è più frequentemente ado coli grani neri, angolosi, macchiati. L’analisi
perata dell’ altra, la sua dos_e è dalle quindici dell’ aconito napello, fu da molti chimici intra.
alle cento gocce ed anche più in un giorno, presa, senza che però alcuno l’ abbia fino al
nell’ acqua fredda zuccherata, od in qualunque presente potuto dare compiuta. In pria Brande,
altro veicolo addattato. L’ 1'zgfiasione acquosa si e poi Pelletier e Caventou han rinvenuto in
fa con una dramma di foglie in una pinta d’a nesta pianta, una materia alcalina amarissima,
cqua, e la sua dose non deve oltrepassare un’on solubile nell’ acqua e nell’ alcool bollente , la
cia. La decozione non si impiega che per lozioni quale venne da essi nominata aconitina, ed alla
o clistere. In quanto all’ estratto il suo uso è quale attribuiscono senza comprovarlo, il prin
piuttosto raro. Si adoperano talvolta esterna cipio attivo degli aconiti. '
mente le foglie di digitale ridotte in polpa, co‘ L’ aconito napello è un violento Veleno non
me un maturativo, e colla‘lor semplice macera solo per l’ uomo, ma ancora per gli animali. Cion
zione nel miele , o in una decozione di salvia nostante i medici ad anta delle sue proprietà dele
preparasi un unguento ritenuto come anti-scro terie, non temono di adoperarlo qual agente tera
foloso, il qual sembra esser stato applicato tal peutico, fu Starck il primo che tentò dell’ esperien
volta con successo sugli ingorghi linfatici. La ze intorno all’ uso di questo vegetabile. Né fece in
tintura eterea serve particolarmente per prati pria la prova su sè stesso, e riconobbe esistere in
care delle frizioni risolventi. questa pianta, la proprietà di aumentare sensibil
mente la perspirazione cutanea , d’ onde conchiuse
TERAPEUTI‘CA 125
dover riuscir utile, ne’ casi in cui vi sia bisogno di Nondimeno l’ esperienza è ben lungi di confermare
provocare un’ abbondante diaforesi. Ei 1’ usò allora tutte le proprietà di cui lo si volle dotato ; e ri
su quattordici persone tormentate le une da inve sulta dai numerosi esperimenti fatti da Fouquier
terati dolori reumatici, le altre da dolori gottosi ed all’ ospitale della Carità di Parigi, che un notabile
articolari. Otto di questi malati furono radicalmente aumento nella secrezione orinaria è il solo e co
guariti , e gli altri sei trovavansi in progresso di stante fenomeno che sussegue all’ amministrazione
guarigione, nel momento che questo abile pratico dell’ aconito napello : fu specialmente nelle passive
pubblicava, nel 1 762, una dotta Memoria intorno idropisie che questo medicamento ha mostrato i
il resultato delle sue ricerche. Da quest’ epoca non migliori effetti nelle mani di quest’ abile pratico.
si è più limitato l’ uso dell’ aconito solamente nei L’ aconito napello si prescrive tante-in polvere
dolori reumatici e gottosi , ma lo s’ impiegò con che in estratto. La polvere si dà o collo zucchero
qualche successo contro i tumori scirrosi; la tisi od in pillole, cominciando da un mezzo grano, un
polmonare, le affezioni cutanee, le nevralgie croni grano e due per gli adulti , ed arrivando fino alla
che, le convulsioni, l’ epilessia, l’ apoplessia: molte dramma: ma è preferibile sempre l’ estratto, si
cure hanno. in qualche modo giustificato i diversi principia con un ottavo di grano e si porta succes
saggi fatti in proposito, e il maggior numero dei sivamente la dose fino a farne prendere al malato
pratici si accordano. per riconoscere l’ efficacia del più (1’ uno scrupolo alla volta.
suo estratto nei casi di reumatian articolari (i).

(|) Tra questi merita onorata menzione il‘ d.r Lombard di mczzograno due volte al giorno; poi ripete questa dose ogni
Ginevra dalle esperienze del quale risulta essere l’aconilo dotato due ore, e a misura della_tolleranza, sa a sei, nove grani. non
di virtù specifica per dissipare le flussioni reumatiche fisse alle avendo mai trovato necessario di andare colla dose più in su; Il
articolazioni, e raggiunge la sua azione essere oltre modo solle che egli avrebbe potuto fare, seduta l’innocuità del rimedio. Da
cita, sì che bene spesso attutiscc idolori a capo di un’ora. Uc tutti questi fatti il D.r Lombard conchiude:
ncralmente però l’ azione del rimedio non si appalesa che dopo 1.° L‘estratto alcolico di aconito napello. essere fornito di azio
alcune ore anzi sovente dopo un giorno o trentasei ore. Le grandi ne specifica contro il reumatismo acuto.-'a." Cessar egli perfet
-tsmente i dolori e l’ cofinmenta, e sciogliere gli stranasamcnti di
articolazioni si risentono del rimedio, più presto che le piccole ; e
non è raro di vedere dissipati gli ingorghi alle giunture delle gi sinovia nelle articolazioni assalite da reumatismo acuto. - 3.° Non
nocchia e delle mani, molti giorni prima di quelli delle falangi. operare questo medicamento a modo di derivative in sul canale
l) influenza dell’ aconito non si estende soltanto alle articolaintestinale o sopra la pelle -4.°Amminislrato ad alla dose sti
zioni, ma si propaga alle membrane sinoviali contribuendo tflica molare fortemente l’encefalo, di cui e’ pare modifichi la circo
cemente a promuovere l' assorbimento del liquido stravasato, da lazione. - 5.” Finalmente l’estratto altoolico d’aconito napello
cui è quasi sem re accompagnato il reumatismo acuto. Le spe contenere il principio attivo di questa sostanza, per lo meno in
rienze cliniche i Lombanl non hanno confermato 1‘ azione su riguardo alle sue proprietà snti'reumatiche.
doril'era attribuita all’aconito da Stoerck. Di otto infermi sotto Questi pochi germi furono estratti da una Nota che il d.r
messi all‘ uso dell‘aconito dal medico Ginevrino , in un solo la Lombard inseri nel n.° a6, 1834 della Gaz. Itlc'd. di Parigi; nota
Malattia terminò con abbondanti sudori; anzi in un altro l’uso che ci è sembrato di tanta importanza da dover esser general
di questo rimedio ha interrotto i sudori che durarano da 15 di. mente conosciuta dai pratici, acciocchè moltiplicando le esperienze,
L’aconilo esercita notevolissima influenza sul sistema nervo-V sanzionare con ulteriori fatti le proprietà sntireumslichc dell‘acc
so: i suoi effetti sono in certo modo analoghi a quelli della bella nito. messe in si bella luce dal medico Ginerrino; se non che.
donna e del giusguismo. lnfatli,amministrato ad alta dose eccita perché gti esperimenti abbiano luogo su una scala possibilmente
sensibilmente il cervello ; cioè roduce visioni notturne fantasti analoga , noi daremo il modo col quale Lombard faceva repl
che. garrnlìtà callcgrczza inso ita. soventi vampa di ralore alla rare il suo estratto alcoolico, ed è il seguente: spremuto i succo
faccia, sbbagliamcnti di vista. ll D.r Lombard non ebbe ad osser della pianta e sommesso a leggera ebollizione per congelare l‘al
vare altri fenomeni gravi, pur unco quando colla dose era salito buminu , si fa sraporare a bagno maria, e, ripreso coll’alcoole,
ad una dramma e mezza al giorno. Al primo far uso del lime si fa di nuora superare a dolce truperatura. In questo modoi
dio, lo stomaco generalmente se ne risente, ma poco a poco si grincipii volatili non vanno perduti, come nella preparazione or
avuzza e l‘ appetito non tarda a rianin.arsi. Ninna modificazione inaria degli estratti; e il principio attivo, che secondo alcuni
imprime il rimedio alle cvacuazioni dell‘alro e all‘orina. chimici, si lascia distruggere dal calore, non ha sofferto alcuna
Quanto alle dosi dell’estratto di aconito il ll.l' Lombard modificazione dannosa. t'l‘.)
suole quasi sempre darlo solo, cominciando da un quarto o da

-*at+se+

Mm. Pin. T. 1.‘


126 LA MEDICINA PITTORESCA

ANATOMIA
--»»e-s Oboe

AR’I‘ERIE rami, distinti in posteriori, anteriori, interni ed


inferiori. _
Corso e distribuzi0ne dell’ arteria ipogastrica Ram POSTERIORI. - Arteria ileo-lombare.
nella donna. - Quest’ arteria nata a livello della base del sacro,
ascende un po’ all’ infuori e posteriormente dietro
(Tavola XVI, fig. 1, secondo Trenzuamv. Il il muscolo psoas, e si divide bentosto in due rami
bacino è tagliato dal davanti al di dietro.) 1’ uno ascendente e l’ altro trasversale. Il ramo a
scendente monta posteriormente al muscolo psoas
Spiegazione della figura. sopra l’ osso degli ilii e l’ultima vertebra, e termina
unendosi alla quarta o quinta arteria lombare : esso
1 Muscoli iutertrasversali dei lombi. - a Mu dà rami ai muscoli psoas, iliaco, quadrato dei lom
scolo trasverso dell’ addome. - 3 Apertura interna bi ec. ; uno dei più voluminosi penetra nel canal
del canal inguinale. - 4 Muscolo grande psoas. - vertebrale per distribuirsi sulla dura-madre ed ai
5 Muscolo iliaco. - 6 Muscolo otturatore inter nervi dell’ estremità della midolla. Il ramo trasver
no. _ 7 Muscolo piramidale. -- 8 Porzione del sale portasi all’ infuori tra il psoas e l’ iliaco, e ,si
muscolo elevatore dell’ ano. - 9 Nervo otturato separa bentosto in rami superficiali che si distri
re. -- 10 Quinto nervo lombare.-- I i, 12, 13 Pri buiscono per la faccia anteriore dell’ iliaco , ed in
mo , secondo e terzo nervo sacro. - 14 Vescica rami profondi che si spargono per lo spessore
oriuaria rovesciata. - 1 5 Uraco. - 16 Vagina. - dell’ istesso muscolo ; uno di questi penetra nel
1 7 Utero rovesciato. - I 8, 18 Legamenti rotondi 1’ osso degli ilii per il forame che esiste nella fossa
dell’ utero. -- ig Tromba falloppiana. 20 Ala di iliaca.
pi istrello della tromba. -- 21 L’ ovario ricoperto Arteria sacra- laterale. La sua origine è varia,
daq legamento largo. - 22 Il retto. -- 23 L’ aor ora ne ha una sola , ora due per ciascun lato. Di
ta. - 24 Arteria iliaca primitiva sinistra. - scende un po’ obbliquamentc al di dentro, anterior
25 Terza e quarta arteria lombare. -- 26, 26 Ar mente ai l'orami sacri anteriori, fino alla sommità
teria sacra media. -- 27 Quinta arteria lombare. - del coccige, ove finisce anastomizzandosi con la
28 Arte-da iliaca primitiva destra. - 29 Arteria sacra media; somministra dei rami esterni ed in
ipogastrica. -- 30, 30 Arterie sacre laterali. - terni. I suoi rami esterni in numero di quattro, pe
31 Arteria fico-lombare. - 32 Arteria otturato netrano nel canal del sacro per i forami sacri ante.L
ria. ‘--‘ 33 Anastomosi delle arterie precedenti con riori, e subito dividesi ciascuno in due rami, uno
l’arteria epigastrica. - 34 Arteria glutea.-- 35 Ar dei quali si porta sulla parete anteriore del canale
teria ombelicale. -- 36 Parte dell’ arteria ombeli del sacro e si ramifica per la dura-madre , e per i
cale trasmutata in legamento. - 37, 37 Arterie gangli dei nervi sacri, e l’ altro esce dal canal sacro
vescicali. - 38 Arteria uterina. -- 39 Arteria va posteriore, e si perde nel sacro-spinale. I suoi rami
ginale. - 40 Ramo uterino propriamente detto. - interni si spargono per i nervi ed i gangli sacri e
4: Arteria pudenda comune od interna. -- 42 Ar per il muscolo piramidale, e si uniscono con la sa
teria emorroidale media-43 Arteria iscl1iatica. - era media. 7
44 Arteria femorale od iliaca esterna. -- 45 Arteria Arteria glutea od iliaca superiore. Essa di
circonllessa degli ilii. -*- 46 Arteria epigastrica. scende all’ infuori e all’ indietro e sorge dal bacino
per la parte superiore dell’ incisura sciatica, al di
Descmzxoun conreumna neu.s ramcumu mrnam sopra del muscolo piramidale; poscia si reca alla
morena m QUESTA excuaa. parte posteriore del bacino, coperta dal gluteo mag
giore e si divide in due rami. Il suo ramo super/i
Arteria ipogastrica od iliaca interna. L’ ar ciale portasi un po’ all’ infuori, tra i muscoli glutei
teria ipogastrica si profonda quasi verticalmente nel maggiore e medio, e si ramifica nella loro spessez
bacino anteriormente alla sinlisi sacro-iliaca, e dopo za e pel legamento sacro-ischiatico posteriore. Il
un brevissimo corso dividesi in un gran numero di suo ramo posteriore ascende dal di dietro all’ in
ANATOMIA 127
plesso sciatico e del muscolo piramidale , e sorge
nanzi tra i muscoli glutei medio e piccolo, e si se
dal bacino per la parte inferiore del gran forame
para tosto in tre rami secondari. Il primo, supe
riore, cammina sul margine convesso del gluteo sciatico, tra il piramidale e il margine posteriore
piccolo fin presso alla spina anteriore e superiore dell’ elevatore dell’ ano. In appresso portasi in
dell’ osso degli ilii, e dà molti rami a quest’ ul basso e all’ indentro, passa tra i due legamenti
timo muscolo e al gluteo medio. Il secondo, tra sacro-ischiatici , e si fissa sulla faccia interna del
sversale , passa sul piccolo gluteo, al quale getta l’ ischio. Da qui scorre orizzontalmente all’ innanzi
dei rami , e va a perdersi nel medio. Il terzo inie e all’ indentro fin presso all’ inserzione dei muscoli
riore discende attraverso le fibre del gluteo piccolo, ischio-cavernosi e trasverso del perineo, e dividesi
passa sull’ osso degli ilii, ed indi al di sotto del ten in due rami inferiore 1’ uno superior l’ altro. Nel
sore della fascia lata, e si distribuisce alla capsula bacino l’arteria pudenda interna dà alcuni rami
dell’ articolazione ileo-femorale ed ai muscoli glutei alla vescica ed al retto ; fuori del bacino sommini
medio e piccolo e crurale anteriore. stra dei rami interni, che si distribuiscono ai mu
Ram anrrnroru. Arteria ombelicale. Questa scoli sfintere ed elevatore dell’ ano , e dei rami e
arteria si porta obbliquamente all’ innanzi e all’ in sterni, che si perdono nell’ inserzione superiore dei
muscoli tlessori della gamba. Nella donna, 1’ arteria
dentro, fin sulla parte laterale e superiore della ve
scica, ed ascende in seguito dietro la parete ante pudenda interna segue il medesimo tragitto come
riore dell’ addome fino all’ ombelico. Nell’ adulto nell’ uomo : il suo ramo inferiore si perde fra la
esta arteria è quasi interamente obliterata ; ma spessezza delle grandi labbra. Il suo ramo superio
nel feto è molto voluminosa e sembra la continua re (Art. della Clitoride, Ca.) getta un ramoscello a
zione del tronco dell’ ipogastrica. Essaîfsorge dal quella specie del plesso retifor me che contorna
l‘ ombelico fa parte del cordone ombelicale e giu l7 orificio della vagina, e si divide, al dinanzi della
gno alla placenta. sinfisi del pube, in due rami, dei quali uno penetra
Arlerie vescicali. Queste arterie, varianti nel nei corpi cavernosi della clitoride , mentre l’ altro
numero e nell’origine, nascono dall’ arteria ombeli serpeggia sul dorso di quest’ organo.
cale, emorroidale media, pudenda interna ed ottu
raria. L’ ipogastrica ne da una molto voluminosa
(Art. Vanice-prostatica, Cri.) che distribuisce mol NERVI
te ramificazioni al basso-fondo della vescica, alprin
cipio dell’ uretra, ed al condotto deferente. Nervo rotto-occipitale e distribuzione dei
Ram nrrzan. - Arteria emorroidale media. nervi cervicali. Lato sinistro.
Il suo volume e la sua origine è varia: discende
obbliquamente sulla parte anteriore del retto, e si (Tavola XVI, fig. 2, secondo Tu. Ascn.)
divide in un gran numero di rami, che distribui
sconsi alle tre tonache di quest’ organo e si anasto Spiegazione della figura.
mizzano in alto con le emorroidarie superiori, e in
basso colle inferiori. 1 Ramo dell’arteria tcmporale. -- 2 Arteria
Arteria uterina. Il suo volume è sempre in auricolare posteriore. - 3 Arteria auricolare supe
rapporto collo stato dell’ utero. Proviene dall’ ipo riore. -- 11 Arteria occipitale che distribuisce isuoi
gastrica e pudenda interna , ascende subito per la rami alla parte posteriore della -testa e del collo. -
spessezza del legamento largo , e portasi alle parti 5 Nervo sotto-occipitale (primo paio dei nervi spi
laterali ed inferiori della matrice. Si divide in molte nali di parecchi autori). -- 6 Ramo anteriore del
ramificazioni, che si spargono in tutte le parti del nervo precedente. -- 7 Ramo posteriore del mede
tessuto di questo organo , alcuni ramoscelli per simo nervo che dà dei rami al muscolo obliquo
donsi nella tromba del Falloppio e sul legamento superiore, retto maggiore posteriore della testa. --
rotondo ; sovente un ramo si porta alla vagina. 8 Ramo discendente del medesimo nervo, che at.
Arteria vaginale. Questa non è costante ; na traversa il muscolo obliquo inferiore per anasto
sce dalla pudenda interna dall’ emorroidale media mizzarsi con -- 9 un ramo della branca posteriore
e dall’ ombelicale, scorre lungo la parte laterale della del secondo paio. - 10 Secondo ramo del mede
vagina e si avanza fino al suo orificio , dove som simo nervo, che sparge delle diramazioni ai muscoli
ministra dei ramoscelli, che vanno alle parti geni retti posteriori maggiore e minore del capo. -
tali esterne. Il Altro ramo lunghissimo che si distribuisce al
Ram rarr.aroru. - Arteria genitale ( pudenda muscolo complesso. -- 12 Ganglio del secondo
interna). Questa arteria discende all’innanfi' del nervo cervicale. -- r 3 Ramo anteriore del medesi
128 LA MEDICINA PITTORESCA
mo nervo. -- 14 Ramo posteriore del secondo menti sul muscolo occipitale, alcuni dei quali por
nervo cervicale, perforante il muscolo complesso tansi alla regione dell’ orecchio. -- 16 Anastomosi
ed ascendente sopra 1’ occipitale fino alla sommità rimarchevole fra i rami ascendenti del secondo e
della testa per din'dersi in una moltitudine di ra del terzo nervo cervicale. - I 7 Rami della branca
moscelli all’ inserzione del muscolo occipitale. - posteriore del secondo nervo cervicale che si di
15 Ramo ascendente del terzo nervo cervicale ta stribuisce al muscolo splenio. -- 18 Ramo del
gliato e difl'ondentesi con una moltitudine di fila l’istessa branca che si diffonde pel muscolo complesso.

-4559*-

MEDICINA OPERATORIA
-’Ni€fii-be.

IL TRAPANO sporge molto nell’ interno del cranio , perciò la co


rona dell’ istromento lacererebbe le membrane del
Trapa/razione od operazione del trapano. cervello, prima di aver compiuta la sezione di que
sta eminenza ossea. Per gli angoli anteriori ed in
(Tavola XVI, fig. 3, secondo Rxcuzaun. ) feriori dei parietali scorre l’ arteria meningea media
talvolta contenuta in un canaletto osseo , il più di
Quantunque la prima descrizione dell’ opera sovente in una profonda solcatura ', la lesione di
zione del trapano si trovi nelle opere d’ Ippocrate, questo vaso inevitabile nel caso che si applicasse il
nondimeno tutto fa supporre , dietro il grado di trapano sulla porzione dell’ osso che essa occupa, è
perfezionamento cui era giunta ai tempi ne’ quali una controindicazione. Infine l’aderenza intima che
viveva il padre della medicina, che la trapanazione passa tra la dura-madre e le suture, l’ esistenza del
fosse praticata molto tempo prima. Nissun’ altra seno longitudinale superiore al disotto della sutura
operazione forse ha tanto occupato i chirurghi dopo sagittale, impediscono d’ istituire in questo sito una
Guido de Chauliac, e se dagli antichi ed anche dal tale operazione. In ognuno però di questi punti si
1’ Accademia di chirurgia di Parigi fu sovente trop può operare qualora la necessità sia urgente. Se ad
po esagerata la sua utilità, il suo uso, però, a conf esempio si fosse formato uno stravaso -al di dietro
fessione degli stessi pratici moderni , venne oggidi dei seni frontali , converrebbe trapanar successiva
troppo ristretto -, benché la pratica chirurgia offra mente le due lamine del coronale , usando per la
dei casi poco numerosi , ai quali non si potrebbe lamina esterna una corona più larga , e toglier po
soccorrere con verun altro mezzo 5 in generale si scia colle forbici la cresta interna coronale. L7 emor
ricorre all’ operazione del trapano ne’ casi di com ragia che proviene dalla sezione della meningea
pressione dell’ encefalo sia per dar uscita al liquido media si potrà con facilità sopprimere mediante
stravasato nella cavità del cranio , sia per rialzare l’introduzione di un piccolo turacciolp di cera molle
un pezzo d’ osso infossato nel cervello , sia infine nel canal osseo che la circonda : infine per quanto
er estrarre un corpo straniero , la presenza del intima sia l7 aderenza tra la dura-madre e le suture,
quale valga ad impedire le funzioni cerebrali. Non se questa aderenza fosse stata distrutta dalla frattura,
è però sul cranio soltanto ove si può "usare del tra e che fosse succeduto in questo sito uno spandi
pano, dacchè una tale operazione può eseguirsi mento, non si correrebbe alcun rischio nell’ope
sugli ossi lunghi, su alcuni ossi piatti, come l’ omo rare -, nè avverebbe altrimenti per riguardo alla
plata, lo] sterno (Mem. dell’ Accademia reale di regione temporale, malgrado gli accidenti che pos
chirurgia sono risultare dalla sezione del muscolo da cui è
Il trapano , dice Richerand , può applicarsi in coperta. 7_
tutti ipunti del cranio , ad eccezione della parte Preparazione dell’apparecchio. Conosciuta la
media ed inferiore della region frontale, degli angoli
necessità dell’ operazione, e fissato il sito, il chirur
anteriori ed inferiori dei parietali, e sulle suture.
go deve far disporre i suoi stromenti su una tavolet
L’ allontanamento delle due lamine del coronale ta, o meglio ancora sovra un piatto coperto da un
a motivo dei seni frontali rende l’ operazione dif tovaglino, secondo l’ordine col quale vengono im
ficile. E poi la cresta coronale interna , siccome piegati. Questi stromenti numerosissimi un tempo,
MEDICINA OPERATORIA 129

dacchè una cassetta da trapanazione conteneva della piramide sul pezzo osseo che si deve levare,
oltre quattordici pezzi, consistono oggidi in un tra e preme sulla corona per mancar questo punto,
pan0, propriamente detto , col suo albero e le sue mentre che coll’ altra mano sostiene il resto dello
corone, in un tiralbndo , e in un perforatore colla stromento; dopo ciò si leva questa corona, che vien
sua vite, in diverse leve, in un coltello lenticolare, tosto sostituita dal trapano perforatore , del quale
in una forbice , e tanàglie incisive , in una 'sega a si applica la sommità sul punto segnato dalla pi
cresta di gallo, in un rastiatojo , e in una piccola ramide, indi, abbracciando la piastra in ebano che
spatola, ai quali stromenti si suole aggiungere, al termina in b, il manico del trapano ,- mediante il
momento dell’ operazione , uno scalpello o un bi pollice e l’ indice della mano sinistra riuniti in cer
stori dritto e convesso per incidere i tegomenti del chio c c, si preme su questa piastra, si afferra colla
cranio, ed una foglia di mirto od uno stuzzica-denti man destra il corpo d dell’ albero del trapano e lo
per levare la segatura che ordinariamente ingombra si fa girare per due o tre volte da destra a sinistra:
la scanalatura circolare. Indipendentemente da una mettendo di nuovo la corona in sito col perforatore,
spugna, da vasi contenenti dell’ acqua calda e fred-‘ si riprende l’ istromento come la prima volta: la
da, di alcuni cerini , qualora la camera non fosse piramide s’ impianta nel foro già praticato, e si fa
abbastanza illuminata, è d’ uopo aver in pronto per girar l’ istromento come precedentemente , avver
la pri1na medicazione, 1.° delle piccole listelle di tendo di premere egualmente su tutti i denti del
finissin:o pannolino per coprire i bordi della ferita, margine libero della sega , per tracciare cosi una
e sostenere i lembi degli integumenti durante l’ ope circolare incavatura per quanto è possibile regolare.
razione ; 2.° un pezzo di tela fine detta sindone, Quando il cammino percorso è così profondo da
tagliata in rotondo, un po’ più grande dell’ apertura impedire alla corona di sfuggire , si leva il perfora
che deve fare la corona del trapano , e traversata tore, per evitare che l’operazione divenga più lun-'
nel centro da un’ ansa del filo destinato a racco ga e più pericolosa. Riposto il trapano nella prima
mandarla esternamente; 3.° una spatola, alcuni sti-, incavatura , il chirurgo accelera il movimento di
letti bottonati, o un meningo-filace , che serve per rotazione, fino a che si è ancora ad una certa di
introdurre la sindone nell’ apertura del cranio ‘, stanza dalla dura-madre ; avendo cura però di riti
4.° finalmente delle filaccia, alcrme compresse e rar di tempo in tempo la corona non solo per ve
fascie. dere se questa agisca egualmente su tutti i punti
Processo operatorio. Disposto conveniente della sua circonferenza, ma per nettare contempo
mente l’apparecchio e rasata la testa, si oorica l’am raneamente colle spazzolette i denti, e levare la se.
malato sul lato destro, se si _vuol operare sul sini gatura che ingombra la circolare scanalatura, Quan
stro e viceversa -, sull’occipite si vuole applicare do si crede di aver quasi tutto attraversato f osso,
il trapano alla fronte o sulla sommità della testa, la si deve agire più lentamente e ricercare frequente
quale dovrà esser sempre appoggiata su di un ta mente di staccare con un elevatore od una lami
volo munito di un origliere. Essendo mantenuta netta metallica un po’ forte il disco osseo circo
fissa da assistenti (real. fig. 3) si fa un’ incisione a scritto dalla ‘corona ', infine si cessa d’ agire col
lettera Ì’o T nei tegomenti del cranio , per met trapano allorquando si fa sentire un scricchiolio
tere l’ osso allo scoperto, qualora già non lo sia per particolare, impossibile da confondersi con qualun
effetto della malattia ', l’ incisione in questa forma è que altro qualora lo si abbia pur una sola volta per
preferibile, perché nel caso che si avesse sbagliato cepito, suono che indica esser già'arn'vati alle mem
la vera sede dello stravaso, riesce più facile di riap brane. Il pezzo osseo , quando è compiutamente
plicare i lembi, di quello che l’ incisione fosse a diviso, esce qualche volta nel medesimo tempo della
croce ; incisione consigliata ed adottata pure da al corona; altrimenti lo si fa saltar fuori coll’ estremità
cuni Ciò fatto si rialzano i lembi, e con di un elevatore, adoperato a modo di leva del pri
essi il pericranio, che si distacca o coll’ unghia, o mo genere. _
con un rastiatojo od una spatola, poscia si coprono Se la sezione dell’ osso è netta , torna inutile
queste parti con un finissimo pannolino onde gua impiegare altri stromenti per regolare l’apertura;
rantirle dall’ azione della corona del trapano a a, ma siccome è raro che alla sua parte profonda vi
specie di sega circolare, avente la forma di uno ‘restino alcuni pezzi d’ osso sporgenti , cosi dovrà
staio, alta un pollice incirca , e del diametro di sei usare per asportarli del coltello lenticolare , il bot
a dieci linee. Poste a nudo per questo modo le os tone del quale sarà mantenuto tra la dura-madre e
sa, 1’ operatore afferra colla destra 1’ albero del tra le ossa, alline di far percorrere al suo tagliente tutta
pano armato della sua corona, poscia tenendo l’istro la circonferenza del foro praticato 5 se l’ apertura è
mento come una penna da scrivere, porta la punta sulla sede del male , il liquido stravasato'confimia
130 LA MEDICINA PITTORESCA
immediatamente a sortire ', se si rinviene un cor cerotto e tutta pertuggiata di forellini. Una spatola
solido straniero, lo si afferra estraendolo col mezzo od un semplice stiletto bottonato servir possono a
di pinzette od altro idoneo stromento. tal effetto, e, con 1’ uno o con l’ altro di questi stro
Comunque sia la cosa , allorquando si pratica menti, si approfonda la parte media del pannolino
la trapanazione per estrarre o rialzare della scheg nell’ apertura dell’ osso, mentre il rimanente copre
ge , tale operazione richiede delle modificazioni la faccia interna rovesciata dei lembi, e tutta la fe
particolari. Nel primo caso bisogna applicare la rita. Al disopra vi si pone della filaccica , alcune
punta della piramide sul margine dell’ osso che compresse, mantenendo poi tutto a sito mediante
presenta maggiore solidità, e far portare la corona una fascia moderatamente stretta od un fimzoletto
nel tempo stesso sui due lati della frattura ; poscia, a triangolo (1). Ne’ casi in cui per l’ applicazione
tolto lo stravaso , si deve cercare 1’ estrazione delle di più corone di trapano, avesse avuto luogo molta
parti ossee infossate distaccandole o con delle pin perdita di sostanza ossea, sideve limitarsi a coprire
zette, 0 per mezzo di tanaglie incisive, oppure, ma la dura-madre con un finissimo pannolino, ed ap
giammai senza necessità, coll’ aiuto di forbici o di plicarvi poscia l’ apparecchio che abbiamo testé
sgorbie ; nel secondo caso, quando cioè si tratta di accennato. Dopo una tal medicatura , si trasporta
rialzare dei pezzi d’ osso approfondati , si può ri l’ operato con tutti ipossihili riguardi nel suo letto,
correre, adoperandoli a guisa di leve, alla spatola dandoin una posizione favorevole alla sortita del
ordinaria, o meglio ancora all’ elevator semplice, liquido per l’ apertura. Si prescrivono delle bevande
della lunghezza- di sei pollici incirca, curvato in S, e rinfrescanti e lassative , dei clisteri dell’ istessa na
guernito di denti di lima sulla faccia concava delle tura , ed una dieta rigorosa. Si praticano , se son
sue estremità piatte a foggia di forbici. Se, dopo necessarie , anche delle sottrazioni sanguigne. La
l’ operazione, si riscontrasse che lo versamento si camera del malato dovrà possibilmente esser lon
prolunga a qualche distanza dal punto ove fu ap tana da qualunque strepito, ed avere una tempe
plicata la corona , siccome una sola non sarebbe ratura moderata. In mp0 a dodici ore la medicatura
sufficiente per dar sortita al liquido stravasato, così sarà rinnovata, e così una o più volte al giorno, se
non bisogna esitare ad applicarne una seconda ed l’ abbondanza dello scolo sembrasse necessitare una
anche una terza, avendo già l’ esperienza provato tale precauzione. Allorquando la suppurazione è
che può aver luogo senza alcun inconveniente la cessata, e scomparsa l’affezion cerebrale, allorquan
distruzione di una gran parte della volta del cranio; do infine più non vi rimane che la ferita dell’ ope
solamente quando si applicano parecchie corone di razione, si deve_ cercare di ottenere la cicatrizzazio
trapano al solo scopo di ottenere una larga aper ne avvicinando i margini, e trattandola come qua.
tura, non bisogna lasciar tra esse delle specie di lunque altra ferita semplice.
ponti, come usavano gli antichi e molti chirurghi Se il soggetto sopravvive alla grave malattia che
dei bassi-tempi ; ma al contrario disporle in modo, ha necessitato la trapanazione, si osserva, che dopo
che la circonferenza dell’ una si estendi per quanto un tempo più o men lungo, imargini dell’ apertura:
è possibile su quella dell’ altra, acciocchè non vi ri fatta dal trapano spogli del loro periostio e della
mangano tra esse che gli angoli più o meno spor dura-madre passano alla necrosi o si sfogliano, e si
genti facili a- levarsi colle tanaglia incisive ', in simil coprono bentosto di bottoni cellul08i_ e vascolari, i
caso, essendo delle nuove perforazioni del cranio quali, con quelli confondendosi che si alzano dalla.
che si fanno, il chirurgo dovrà dirigersi come ab superficie della dura-madre, e formando una specie
biam più sopra accennato (Velpeau.) di turacciolo, riempiono per questa guisa l’ apertu
1l’ledicazione e cura €011.recutiva. Terminata ra del cranio, e vengono ad unirsi a quelli che na
l’ operazione , ed evacuati _i liquidi, tolti o ridotti scono dai lembi, che riapplicansi tosto che i liquidi
in sito i pezzi ossei, conviene immediatamente oc sono compiutamente versati. Talvolta pure i mar.
giui dell’ apertura si assottigliano , avvicinansi al
cuparsi della medicatura, la quale consiste a portare
con estremo riguardo tra la dura-madre e le ossa (1)centro, e formano una specie di membrana cartila-v
sia un disco di finissimo pannolino , sindone , sia ginosa che la otturano perfettamente. Questa mem
una piccola compressa di finissima tela spalmata di brana che è tanto più sottile , quanto maggiore è
stata la perdita della sostanza del cranio, protegge
(1) Su questo noi siamo d’avviso opposto stando coll'opi
nione di Malgaique, espressa nel_ suo Illanlulle di medicina ope (1) Alcuni autori andarono più lungi, e vollero che si chiu
ratoria, pag.225; di caprzre Cioè la ferita con un_pannolzno dessc l‘ apertura del cranio con un pezzo d’asso levato dalla le
tutto pertugiala di fori nel modo stesso di una ferita ordina sta di un animale mediante una corona di trapano un poco più
ria, guardandosi bene però dal fÈU‘ [scorrere questo pannolino larga di quella di cui si è fatto uso per lo malato; pratica di
tra l’osso e la dura-madre , come lo insegnano alcuni chi un'utililà assai dubbi0sa, malgrado alcuni casi di successo che
rurghi. ' (l'.) vengono riferiti. ('l'.)
TERAPEUTICA 13:
male il cervello; per cui conviene ricorrere in tal difende nel tempo stesso questa porzione indebo
caso ad una calottola di cuoio o di cartone bollito, lita del cranio, dai bruschi cangiamenti di tempe‘
mezzo tanto più vantaggioso che nel mentre impe ratura e dall’ ingiurie dei corpi esterni.
disce alla dura-madre ed al cervello di far ernia,

_*É+È'Èr-_

TERAPEUTICA

‘ --#EQW

DEL TAMÀBINDO dal commercio è sotto la forma di polpa viscosa


di un bruno rossastro, d’ un sapore e d’un odor
e del suo uso terapeutico. acido grato quando è recente , qualità che si
perdono qualora sia conservato per lungo tem
(Tavola XVI, fig. 4, ramo e fiori del [amarin po. Questa polpa quasi sempre contiene dei
do, -- 5 stami e pistillo, - 6 stami inseriti semi, e dei residui di fibre vegetabili, che ce.
sull’ orificio del calice, - 7 frutto intiero dal stituiscono il terzo o la metà del suo peso, ed
quale si è levato una porzione di siliqua per è solo dopo che fu spogliata da tali corpi stra
far vedere la polpa ed un semeisolato,- 8 un nieri, che la si conosce nelle officine sotto il
seme isolato, secondo Tuarm.) nome di polpa di tangarindo mandato. In gene
rale, per l’uso medico si preferisce i tamarindi
Il tamarindo non è altro che la polpa con rovenienti dall’ America in confronto di quelli
tenuta nei baccelli del tamarindus indica , bel dell’ Indie, i quali ordinariamente sono mal
lissimo albero della famiglia delle legqminose, preparati, e contengono quasi semprqdelle par
originario dell’ Indie e dell’ Africa, e coltivato ticelle di rame, le quali possono occasnonare dei
in Egitto ed alle Antille. Quest’ albero giunge gravi accidenti. I
ordinariamente ad una grande altezza. Il suo , Una libbra di tamarindo preparato contiene,
tronco alto, coperto di una corteccia bruna, si secondo Vauquelin (Annali di Chimica, tom. V,
divide in molti rami. Le sue foglie di un bel p. 92), tartrato acido di potassa, 4 dramme, in
color verde, peduncolate, imparipinnate, alter grani, gomma, 6 dramme; zucchero, 21. once,
ne, composte di foglioline a nervature semplici, gelatina, x oncia, acido citrico, I oncia, 4dram
laterali, confluenti verso i margini delle foglie. me; acido tartarico libero, 2 dramme; acido
I suoi fiori (4) in numero di cinque a sei in malico, 40 grani , materia fecolenta , 5 once,
piccoli rami pendenti all’estremità dei rami, acqua 5 once, 6 dramme e 52 grani. Dietro una
con peduncoli laterali e terminali, hanno un tale analisi è facile lo scorgere , come questa
calice turbinato a quattro lobi caduchi colorati polpa debba essere eminentemente nutriente,
ed un po’ pubescenti. La corolla presenta tre poiché la fecola, la gelatina e lo zucchero che
petali quasi eguali, ondulati, ottusi. Gli sta entrano nella sua composizione,formano ad un
mi (5) son monadelfi nella parte inferiore. I dipresso la metà del suo peso di sostanza ah
frutti (j) consistono in baccelli o silique, soli mentare 5 perciò nell’ Indie e in tutti i paesa,
de, un po’ compresse, ricurve, lunghe quattro o in cui cresce il tamarindo, si mangiano 1 suor
cinque pollici incirca, larghe uno, ripiene d’una frutti freschi , o confetturati col miele o collo
polpa di grata acidità, nel.mezzo della quale si . zucchero. In quest’ ultimo stato costituiscono
trovano parecchi semi (8) lucenti, appianati, un alimento molto salutare, di un gran vantag
irregolarmente quadrilateri. gio a bordo dei vascelli, e del quale i Turchi e
La polpa del tamarindo ci perviene dall’ A gli Arabi fanno un grand’ uso nei lunghi Viaggi
merica, dalle Indie e dall’ Egitto , allo stato di che son costretti sovente ad intraprendere per
conserva, vale a dire mista a dello zucchero o gli aridi deserti (1’ Egitto: colla lor polpa aci
sciroppo, acciocchè possa senza fermentare so detta si preparano pure delle limonee ed altre
stenere il trasporto; talvolta però se ne riceve bevande rinfrescanti.
in istato naturale. Il tamarindo quale ci arriva Il tantarindo non è solamente dotato di pro
132 LA MEDICINA PITTORESCA
prietà nutrienti ; ma è pure un medicamento d’ ingoiare allorquando cadono nelle mani dei
rinfrescante e lassativo. Quando la polpa è fre pirati: ma aggiunge , che quest’ ultimi cono.
sca si forma sciogliendola nell’acqua o nel siero scendo sifatta malizia , non danno la libertà al
una bevanda acida molto gradita utile per estin prigionieri prima d’ aver loro somministrato
guer la sete, e calmar l’ ardore delle prime vie, questo medicamento, ed averne esaminato il
ed il calor generale che si sviluppa all’ invasio resultato. Secondo Prospero Alpino le foglie
ne della maggior parte delle malattie acute. Co del tamarindo in decozione od infusione sono
me rinfrescante , viene specialmente usato il risguardate dagli Arabi come un buon antel
tamarindo nelle febbri biliose , infiammatorie, mintico. Nell’ Indie si applicano contuse sotto
adinamiche, nelle malattie dei reni , e assai forma di cataplasma , sulle parti attaccate da
d’ ordinario nelle flemmasie dipendenti da una resipola.
irritazione dell’ apparato digerente; il suo uso In somma, il tamarindo è un prezioso sus
sotto questa forma non è meno utile negli im sidio terapeutico, e benché giunga a noi sem
barazzi gastrici ed intestinali, nelle ernie stroz pre in uno stato di fermentazione e decompo
zate, nella dissenteria e nella peritonite. Ma egli sizione , e che perciò sia molto meno efficace,
è come lassativo che viene più specialmente nondimeno il consumo che se ne fa èassai vistoso.
adoperato il tamarindo; allora lo si dà sotto La polpa del tamarindo può darsi sola alla
forma di conserva, sia solo, sia associato ad al dose di più once, oppure col miele o collo zuc
tre sostanze purganti, eccettuati isali a base di chero sotto forma di elettuario; ma più ordi
potassa, perché questi sarebbero decomposti nariamente la si somministra in decozione alla
dall’ acido tartarico e citrico. La sua polpa mon dose di un’oncia in una pinta d’acqua che si fa
data prescritta alla dose di due a tre once in bollire per cinque minuti incirca, in vasi di
decozione, torna molto vantaggiosa nei casi di terra e non di metallo, a motivo degli acidi che
ristrettezza d’ alvo , di irritazione intestinale, contiene; oppure a quelle di due once pro
diarrea, ec. ec. - traendo la bollitura ad una mezza ora. Nel pri
La proprietà purgante del tamarindo preso mo caso si ottiene una bevanda molto rinfre
ad alta dose, e talmente nota ,. che al dire di scante ; nel secondo, una tisana lassativ'a, che,
J. Bauhiu, gli Egiziani mercanti di pietre pre nella maggior parte delle circostanze in cui il
ziose si servono di questo per evacuare i diaf suo uso è indicato, produce delle deiezioni al
manti e le pietre che hanno la precauzione vine più o meno abbondanti.
133

ANATOMIA

--fiéOfl+-

ABTERIE ‘ co dell’ arteria bracchiale. - 36 Rami dell’ ar


teria precedente che si spargono pei muscoli
Xrterie del torace, del collo e della testa, visi conce-bracchiale e bicipite. - 37 Arteria ome
bili, allorchè siasi sollevata la pelle, ed il pla rale profonda. -
tirma-mioide.
(Tavola XVII, fig. 1, secondo Tmnaxunr.)
LARINGE
Spiegazione della figura. Laringe unitamente alla glandola tiroidea ve
dute per la parte anteriore. Altra laringe
I Arteria carotide primitiva. - 2 Arteria
veduta per la suafaccia posteriore. Cartila
carotide interna o cerebrale. - 3 Arteria caro
gine tiroidea veduta anteriormente. Cartila
tide esterna 0 facciale. - 4 Arteria tiroidea su
gine cricoidea veduta posteriormente. Carti
periore. - 5 Arteria laringea interna. - 6 Ar laging aritenoideq veduta per le suefaccie
teria faringea ascendente. - 7 Arteria lingua
antenore e posteriore.
le. »- 8 Arteria facciale o mascellare interna. -
g] Arteria sotto-mentale. - 10 Arteria labiale
(Tavola XVII, fig. 2, 3, 4, 5, 6, 7 secondo
superficiale, o continuazione del tronco della
mascellare interna. -- 1 1 Arteria coron'aria in GIULIO CLOQUET. )
feriore. - x2 Arteria coronaria superiore che Spiegazione di queste diverse figure.
manda dei rami al muscolo buccinatore. -
13 Tronco dell’ arteria carotide esterna coper Fig. 2; Essa rappresenta la laringe e la glan
to dal muscolo digastrico.‘ -- 14 Arteria oc dola'tiroidea d’un uomo dell’età incirca di
cipitale. - 15 Ramo dell’ arteria preceden 40 anni, vedute per la parte anteriore. -
te che si distribuisce ai muscoli del collo. I L’ osso joide. -- 2 membrana tiro-joidea. -
16 Altro ramo che si propaga per la nuca. - 3 Cartilagine tiroidea. Cartilagine cricoi
17 Rami occipitali ascendenti. o superficiali. - dea. -- 5 Membrana crico-tiroidea. --’ 6 Prin
18 Arteria auricolare posteriore che mandà‘un cipio della trachea. -- 7, 7 I due lobi della
ramo al muscolo sterno-mastoideo. - 19 Arte; glandola tiroidea. - 8 Istmo che riunisce ante
ria facciale trasversa. - 20 Arteria temporale riormente i due lobi precedenti.
superficiale. - 2 I Arterie auricolari anteriori. - Fig. 3. Rappresenta questa la laringe di
22 Arteria dorsale del naso proveniente dall’ot un uomo di cinquanta anni veduta per la sua
talmica. - 23 Arteria frontale. - 24 Ramo faccia posteriore , e ricoperta della membrana
dell’ arteria mammaria interna che passa tra le ‘mucosa. La faringe è aperta, come pure la parte
porzioni clayicolare e sternale del muscolo ster superiore dell’ esofago, affinché veder si possa
no-cleido-mastoideo. -- 25, 25 Rami perforauti com’ è disposta la membrana mucosa in questi
esterni dell’ arteria mammaria interna che si organi. - I Base della lingua. - 2, 2 Parti la
distribuiscono al muscolo gran pettorale, alla terali della lingua. - 3 Ripiegatura della mem
mammella ed alla pelle. - 26 Arteria scapolare brana mucosa che dalla faccia anteriore dello
superiore o sca olare trasversa. - 27 Arteria epiglotta si porta alla parte media della base -
cervicale superficiale. - 28 Ramo dell’ arteria della lingua. - 4, 4 Faccia posteriore dell’epi
cervicale ascendente. -- 29 Arteria trasversa glotta. -- 5 Apertura superiore della laringe. -
del collo. -- 30 Arteria sotto-claveare. -- 31 Ar 6 Apertura inferiore della laringe. - 7, 7 Iii
teria acromiale o circonflessa dell’ omero. - piegature della membrana mucosa che dalle
32 Ramo dell’arteria toracica che trafora il gran parti laterali dell’ epiglotta vanno alle cartilagini
pettorale per distribuirsi alla glandola mamma aritenoidee, e limitano ai lati l’ apertura supe
ria. - 33 Arteria lunga toracica.- 34, 34 Rami riore della laringe. - 8, 8 Membrana mucosa
toracici dell’ arteria sotto-scapolare. - 35 Tron della faringe, che copre due fondi ciechi posti
.41«d. Pin. T. I. 18
134 LA MEDICINA PITTORESCA
tra la cartilagine tiroidea, e le cartilagini cri Fig. 5. Essa rappresenta la cartilagine cri
coidea e aritenoidea. - g, 9 Corna maggiori coidea veduta per la sua faccia anteriore. - ‘
della cartilagine tiroidea. -- 10 Membrana mu I Cavità di questa cartilagine. - a. Suo margine
cosa rivestiente la faccia posteriore della larin superiore. - 3 Suo margine inferiore. - 4,
ge. - I i, I i I margini dell’ incision fatta alla 4 Piccole faccette del margine superiore che
faringe ed all’ esofago rovesciati all’ infuori. - sono articolate colle cartilagini aritenoidee. -
12 Esofago.- 13 Aspera-arteria.- 14, 14 Lobi 5, 5 Parti del margine superiore che offrono
della glandola tiroidea. . inserzione a’ muscoli crico-aritenoidei laterali.
Fig. 4. Rappresenta questa la glandola t: Fig. 6 e 7. Rappresentano queste la cartila
roidea veduta per la sua faccia anteriore , tu gine aritenoidea destra veduta per le sue facce
un uomo di trenta anni. - 1 Faccia anterio anteriori e posteriori. - 1 Faccia interna. -
re.- 9. Angolo sporgente che riunisce ante 2 Apice. - 3 Base. - 4 Angolo esterno e 5 an
riormente le due metà della faccia preceden golo interno della base di questa cartilagine. -
te. - 3 Margine superiore. -- 4 Incavatura che 6 Faccia anteriore. - 7 Apice. -- 8 Base. -
ha questo margine nella sua parte media: - 9 Angolo interno, e 10 angolo esterno dell’ i
5 Margine inferiore. -- 6, 6 Corna maggiori. stessa cartilagine. - 1 r Faccetta che si articola
7, 7 Corna minori. colla cartilagine cricoidea.

-.Fe-IG I40

FISIOLOGIA COMPARATA

--’ MOQ‘I+-

PESCI ELETTRICI DELLA TOBPEDINE La torpedinè comune, fig. 8 (torpedo nar


lre Dum. Itaja torpedo Linn. ) il solo dei pesci
elettrici, di cui faremo parola in questo articolo,
La torpedine comune. abita infatti il Mediterraneo, e la parte dell’ C)
ceano, che bagna le coste dell’ Europa. Si trova
(Tav. XVII, fig. 8, secondo la Fauna medica pure nel golfo Persico , nel mar Pacifico, nel
di Irroz. CLOQUET.)
I’ Oceano Indiano , presso il Capo di Buona
Speranza e in molti altri luoghi. Questo pesce,
o e non fa più parte del genere raja, ma del
Tra le molteplici meraviglie che schiera quale il professor Dumeril formò un genere
dinanzi all’ occhio del naturalista , la classe co particolare colla denominazione di torped_o, por
tanto svariata degli abitatori delle acque, una ta due natatoi dorsali, e cinque aperture bran
delle più sorprendenti, è, non v’ ha dubbio, chiali per ciascun lato. La sua pelle è nuda,
quella potenza elettrica invisibile , mediante la senza spine e reste. Il natatojo terminale della
quale certi pesci attaccano la lor preda, respin sua coda è troncato obliquamente , ed il suo
gene i lor nemici, o gli abbattono colla rapidità corpo è molto schiacciato , quasi ovale , di un
della folgore. Si conoscono cinque ,specie di color bruno cinereo , o di un rosso giallastra
pesci dotati di questa singolar facoltà: essi ap superiormente , di un bianco grigio inferior
partengono a dei generi molto differenti, e tutti mente , nella faccia poi superiore oltre offrire
sono forniti di un organo , nel quale sembra cinque grandi macchie rotonde di un azzurro
risiedere il potere che hanno di comunicare la cangiante in grigio , e circondate da un’ areola
scossa elettrica. Questi paesi, ai quali si è dato brunastra, porta pure una quantità di piccole
il nome di trichiurus indicus tetrodon electricus, maculette biancastre ; la sua testa , che si può
Jilurus electricus, gymnotus electricus, raja tor appena distinguere , termina lateralmente in
pedo abitano i paesi caldi, eccettuato quest’ ul due prolungamenti, che vanno ad unirsi ai na
timo , latorpedine , che, secondo Cuvier e La tatoi pettorali, 1’ apertura superiore delle bran
cepcde, rinviensi quasi in tutti i mari. chia,è circondata da una membrana ripiegata,
FISIOLOGIA COMPARATA I35
e come dentellata, infine si osserva una gran torpedine ha molta più analogia colla pila gal
quantità di porri mucipari lungo il tramite della vanica di quello che con una bottiglia di Leyda.
colonna vertebrale. Identi di questo pesce sono Quest’organo, doppio e simmetrico, collocato
molto corti. Questa specie di torpedine non in ciascun lato del cranio e delle branchie, si
acquista un gran volume: di rado giunge al pe estende dall’ apice del muso fino alla cartilagine
so di sessanta libbre. La sua carne è molle, sen semi-circolare che limita anteriormente 1’ addo
te di belletta , e generalmente è ritenuta per me, tra i tegumenti della parte superiore di
malsana. questo pesce, quelli della faccia inferiore ci
Il potere elettrico, di che vanno forniti al natatoi del petto. Un tessuto cellulare denso e
cuni pesci marini, e particolarmente le torpe compatto, ed alcune fibre aponeurotiche corte
(lini, non era ignoto agli antichi, i quali forse e ritte, lo fissano alle parti circonvicine, e spe
ne parlarono con troppa esagerazione , senza cialmente al margine della cartilagine, di cui ab
indicarne la vera cagione ; ma, dietro le ricer biamo fatto parola. Due aponeurosi, 1’ una a fi
che che furon fatte verso il fine del secolo de bre longitudinali, l’ altra a fibre trasversali, ri
cimonono, tutto conduce a credere, che l’elet coprono la sua faccia superiore. Sembra esser
tricità sia l’ agente per mezzo del quale questi l’ ultimadi queste aponeurosi quella che costi-_
pesci possono, a lor volontà, far provare delle tuisce la trama dell’ organo elettrico propria
violenti scosse sia agli animali per allontanar mente detto : (e) infatti un gran numero di
seli, o per farli lor preda, come pure alle per prolungamenti membranosi sortono dalla sua
sone che li toccano: scosse , chelalvolta sono faccia. inferiore , e sono disposti in modo da
così violenti da paralizzare il braccio più robu formare dei prismi cavi perpendicolari alla su
sto che va per afi'erarli, o da istupidire la preda, perficie del pesce (veg. la fig. 8) ed i quali han
di cui vogliono impadronirsi (I). no tanto minore altezza , quanto più si disco
Fu primo il Redi a tentare di scoprire la stano dalla linea mediana dell’ animale.' <
natura di queste sorta d’ azioni, ma» in quei tempi Il numero delle faccette di questi prismi è
le cognizioni elettriche avean fatto troppo po molto variabile anche nello stesso animale : al
chi progressi, perché giungesse ad intravedere cuni ne hanno sei, altri cinque ed altri sola
quello , che scopersè Walsh nel 1772. Questo m_ente quattro: se ne veggono di forma rego
dotto inglese infatti provò, 1.° che le scosse lare, ma la più parte n01 sono. Le loro pareti
provenienti dalla torpedine si trasmettono fa sono semi-trasparenti , e strettamente unite a
cilmente attraverso i corpi buoni conduttori quelle dei prismi vicini col mezzo di fibre tra
dell’ elettrico, 2.° che al contrario vengono ar sversali non elastiche. Ciascun d’ essi è, inoltre,
restate da quelli che non godono punto di diviso internamentein parecchie logge, median
una tal proprietà, ed infine che esse sono inte te dei setti orizzontali formati dalle ripiegature
ramente simili, se si eccettui il grado di forza, d’ una membrana mucosa sottile, delicata, tra
a quelle che fa provare una batteria elettrica. sparente ed abbondantemente umettata da vasi
61)ansaz.filosof, T. LXIII, p. 461 e seg.) sanguigni. In ciascuna loggia si contiene un
Da quest’ epoca in poi le esperienze dei fi fluido particolare gelatino-albuminoso, che ven
sici vennero a confermare, i resultati delle in ne paragonato, riguardo all’ uso, a quello che
teresssanti osservazioni di Walsh: fu solamente riempie la pila voltaica , e che serve di fluido
rimarcato che l’ organo 0 batteria elettrica della intermediario per separare gli elementi metallici.
Nelle torpedini adulte si contano per ogni
(1) Per mostrare quanta sia, in alcune circostanze, la possa organo vicino a mille e duecento di questi pri
elettrica di questi pesci, basterà riferire quello che ci rucconlano smi cavi, ma in una età meno avanzata non se
,Humboldt e Bonpland, relativamente al gymnotus electrirus,
esce d' acqua dolce, che infesta certe paludi dell‘America. Yo ne rinvengono che quattro a cinquecento, e nei
endo questi due sommi naturalisti impadronirsi di alcuni di questi soggetti molto giovani, che duecento incirca.
pesci per far delle osservazioni, dimamlarono consiglio ai naturali
del paese, i quali proposero subito d’ avvelenare le acque; ma sia Ciascun organo è traversato da arterie, ve
come trattavasi di voler dei pesci vivi, cosi questo espediente fu ne e nervi talmente grossi, che il lor volume
rigettato. Gli Indiani allora si misero alla ricerca di cavalli. sel
vaggi, e ne vennero cacciamlo circa una trentina in una di queste (a) Una prova senza replica che in questi anirhuli esista un ap
paludi, ore gli cccitarono a dil)attcrsi pungendoli colle punte delle parato speciale mediantc, il quale si opera uno sviluppo d’ elet
lor lance. Questi pesci sturbati dal calpestio dei cavalli, si dife tricità la abbiamo nelle esperienze di Humboldt e di Blainville, i
sero sul principio emettendo delle scariche elettriche cotanto vio quali dopo aver immerso in questo apparato un ago, e pusto a
lenti per cui in pochi minuti molli cavalli furon ridotti in istato contatto con il moltiplicatore di Scl'nveigger, videro che 1’ ago del
di non poter più Combattere, e si nnnegarono. Ma a poco a poco moltiplicatore descriveva più di un mezzo cerchio di circonferenza,
venendo meno la loro elettrica potenza, si riuscì a prenderli colle e che, al contrario, restava immobile infossando un ago in qpalum
lumi, senza aver più nulla a temere. (T-) qua altro punto del corpo. i )
136 LA MEDICINA PI’I'I'ORESCA
sembrò ad Hunter non meno straordinario, dei logia in quanto ai suoi effetti, con quelli della
fenomeni che essi producono. Questi nervi che pila voltaica: supposizione tanto più probabile
provengono dall’ ottavo paio ramificansi all’ in in quanto che 1’ energia delle scosse comunicate
finito ; ed in tutte le direzioni, tanto per entro da questi animali cresce in ragione della loro
le cavità che sui setti che le dividono, poi sem attività , e l’ estensione del loro apparato e
brano perdersi nel muco gelatinoso che le lettrice.
riempi-e. Non era impertanto impossibile, che la sen
Nel gymnotus electricus quest’ organo è di sazione dolorosa che eccita comunemente il
viso in quattro masse distinte , delle quali due contatto della torpedine, non la facesse risguar
sono maggiori e due minori: esse tagliano, a dare come dotata di proprietà medicamentose
un dipresso, iquattro quinti del corpo dell’ani non meno singolari : e, in vero, vi è molto del
male, esono formate dalla riunione di parecchie 1’ esagerato su tutto ciò che fu detto a questo
aponeurosi che si estendono per tutti i lati riguardo, sia allorché se ne ha raccomandato
della lunghezza del pesce, come tanti strati pa l’ uso come alimento in certe malattie , quale
ralleli ed organizzati, distanti incirca un milli 1’ idropisia consecutiva ad una affezione di fe
metro gli uni dagli altri. Esse sono intersecate gato, sia allorchè se ne è limitata la sua appli
quasi ad angolo retto da altre lamine verti cazione come mezzo opportuno a guarire le ce
cali dell’ istessa natura ; per cui ne risulta una falea croniche ed i reumatismi : in simili casi
rete larga e profonda, composta di un gran nu si prescriveva di applicare l’ animale vivo; pra
mero di cellule romboidali, l’interno delle quali tica che anche oggidi usano gli Abissini, i quali,
è pieno di una sostanza untuosa e come gela per guarire un malato dalla febbre , lo legano
tinosa. ad una tavola , e vi collocano successivamente
Il silurus electricus è, in qualche guisa, in su tutte le sue membra una torpedine viva, per
volto'nel suo apparato elettrico, che si estende le cui scosse frequentemente ripetute prova
intorno il suo corpo, ed è posto al disotto della 1’ infermo un vivissimo dolore: infine la carne
pelle: consta esso di fibre aponeurotiche ten di questo pesce è pure entrata nella composi
dinose compattissime, che intrecciansi , e for zione di alcune prescrizioni farmaceutiche. For
mano una rete, della quale .è impossibile ad oc mava essa la base di un cerotto addolcente ci
chio nudo discernere le maglie. Le cellule di tato da Mirepsus e da Alessandro di Tralles, e
questo tessuto sono egualmente riempite di al raccomandato contro ireumatismi articolari e
bumina e di gelatina. la gotta.
La forma, la situazione e la struttura di que Sotto il rapporto bromatologico, opinavano
sti organi variano adunque nei differenti pesci gli antichi affatto diversamente dai moderni ri
elettrici : ma l’ occhio dell’ anatomico vi sa dis spetto alla torpedine comune , accordandosi a
coprire dei rapporti atti a far supporre qual ritenerla qual buono e gradito alimento.
è la causa del potere, che essi sono suscettibili Le altre specie di torpedine sviluppano pu
'a sviluppare, e sarebbe difficile di non ricono re il fluido elettrico, ma la torpedo unimaculata
scere nell’ organhzazione delle lor cellule più di corpo fulvo isabella nella sua parte superiore,
o meno ampie, formate da strati aponeurotici, e e nella quale 1’ apparato elettrico è appena visi
contenenti un liquido come gelatinoso , una bile, non dà che delle scosse leggierissime.
specie di pila animale, avente una grande ana

-ma-ae+-
137
\

_ MEDICINA OPERATORIA

DELLA STAFILORAFIA ignorò affatto dei diversi tentativi fatti da Grae


fe, la praticò con un compiuto successo sovra
Operazione della stqfilorafia un giovane medico americano. La stafilorafia, è
adunque, per ogni riguardo una scoperta inte
(Tavola XYII, fig. 9 la bocca del malato aperta ramente francese ; essa è oi inoltre così di fre
per far veder l’ incisione principiata presso quente indicata che, sul nire del _1 829, il solo
all’ ugola, e le Iegature passate tra le labbra Boux l’avea già praticata più di quarantacinque
della ferita , -- IO porta-ago usato general volte. D’ allora in poi fu sovente, con resultati
mente da Boux, -- 1 1 un ago isolato, -- e diversi, posta in pratica da altri chirurghi tanto
12 forbici curve dello stesso professore, _ francesi che stranieri, e qualcuno anche,ad esem
13 bistori bottonato 5 secondo Vanna.) pio di Graefe, cercarono di perfezionare questa
operazione, o semplificarla nell’ apparecchio in
Questa operazione, la quale rassomiglia mol strumentale. Siccome non è del nostro assunto
to a quella del labbro leporino, ma che è molto di trattare delle differenti modificazioni, che si
più difficile nella sua esecuzione , ha general hanno fatte subire al suo processo operativo,
mente per iscopo di riunine, mediante una su cosi noi ci limiteremo soltanto ad indicare il
tura praticata al velo palatino, le divisioni con metodo generalmente usitato. .
genite od accidentali, dalle quali può questa L’ apparecchio disposto prima dell’ opera
parte esser affetta. Tali lesioni , quasi sempre zione, consiste, 1.° in un paio di buone pinzet
congenite,consistono per ordinario in una mag te da medicazione i di cui morsi un po’ conca
giore o minore divisione del retto stafilino, lun vi, non devono toccarsi esattamente che alla
go la linea mediana. In alcuni casi questa solu punta, quando son chiuse; 2.° in sei aghi (fig. 1 1)
zion di continuo si limita all’ugola; in altri corti, ma forti, piatti che hanno una cruna lar
abbraccia tutta la profondità del velo palatino ; ga quadrata, e la cui curvatura abbraccia incirca
infine, ne’casi ipiù gravi la deformità si estende la semi-circonferenza di un cerchio di piccolo
non solo al velo palatino, ma alla volta del pa raggio ; 3.° in tre legature appianate , regolari,
lato e tal fiata ancora al labbro superiore. In flessibili, composte di quattro o cinque filiben
generale gli incomodi che suol arrecare tal af .cerati e lunghi all’ incrrca due piedi, infilate in
fezione stanno in proporzione della sua esten un ago; 4.° in un orta-ago (fig. 10) lungo da
sione: limitata all’ ugola non apporta veruno sei ad otto pollici, firmato a guisa di una pin
impedimento né alla deglutizione , né alla pa zetta , le di cui branche a, a non solamente si
rola; ed all’incontro riesce di non lieve di aprono e chiudono a volontà, a norma che si
sturbo, se tutto il velo palatino sia interamente spinge un anello b, e lo si ritira per mezzo di
diviso, e molto più se la deformità occupa tutta uno stiletto c, c che lo sostiene , ed attraversa
la Volta del palato. ' il manico], ed il bottone len.ticolare d, ma ser
Sembra che gli antichi non conoscessero vono ancora per fissar 1’ ago e, quando si opera
V€i‘lll mezzo per rimediare ad un tal vizio di in senso inverso ; 5.° in forbici rette per taglia
conformazi0ne , e fino all’anno 1816, epoca _re i fili, e in un altro paio di forbici a lunghis
in cui un abile chirurgo di Berlino, Graefe, sime branche (fig. 12) a lamine corte, a taglienti
suggerì di riunire i margini divaricati del velo piatti ; 6.9 in un bistori retto hottonato (fig. 13)
palatino col mezzo di un’ operazione analoga a e più stretto di quello che si trova nella borsa
quella del labbro leporino, non si soleva in si comune di un chirurgo; 7.° in parecchi pezzi
,mili circostanze servirsi, che di otturatori. Una di sughero incurvati da un solco ad ogni estre
sì fatta operazione non essendo però riuscita, mità per accqmodarsi alla forma delle arcate
l’ idea primitiva rimase in allora dimenticata ', dentali ; 8.° in un cucchiaio o larga spatola de
ma, tre anni appresso, fu l’ operazione sotto il stinata a deprimere la lingua in caso di biso
nome di stq/ìlorq/ia tentata da Roux , il quale gno ; g.° in molte salviette , in un lenzuolo, in
138 LA MEDICINA PITTORESCA
un bacino, un bicchier d’ acqua fredda ed un catrizzato esportando per tutta la sua profondità
po’ d’ aceto. una listerella di una mezza linea di spessezza ;
Processo operativo. Dopo aver fatto sedere la medesima operazione si eseguisce sul labbro
l’ ammalato dirimpetto a una viva luce, colla opposto della divisione , coll’ avvertenza che i
testa sostenuta da un assistente , e colla bocca due lembi si riuniscano ad angolo acuto nella
largamente aperta come nell’ eccisione delle parte superiore, purché in questo sito non esi
tronsille, l’operatore si pone all’ innanzi su una sta alcun punto che non sia cruentato: fatto
sedia convenientemente elevata, ed introduce ciò si fissano le legatura cominciando dall’in
dapprima ituraccioli di sughero fra le arcate feriore o terminando a quella che è più presso
alveolari dell’ uno e dell’altro lato; quindi colla al margine palatino: praticato il primo nodo,
pinzetta guidata dalla mano sinistra afferra il lo si farà afferrare,'mediante una pinzetta ad
margine destro della divisione , e colla destra anelli, da un assistente, per evitare che non si
introduce il porta-ago armato nella faringe, e slacci, mentre si fa il secondo; finalmente si
conducendolo un po’ all’ innanzi procura che tagliano colle forbici diritte ifili vicino al nodo
la punta dell’ ago cada tre o quattro linee al e 1’ operazione è terminata.
I’ infuori ed in vicinanza della parte inferiore Cura consecutiva. Per due o tre giorni il
della fenditura, facendogli ivi traversare il velo malato deve restar in riposo, osservare un si
palatino. Allorché l’ago penetrò, per quanto po lenzio assoluto e non prendere alimento di sorta,
teva, nella bocca lo prende trasversalmente colla che valga a porre in moto 1’ istmo delle fauci.
pinzetta, ne allenta il tallone, nel momento che Converrà pure che si astenga da qualunque
1’ assistente apre il porta-ago senza imprimergli azione che possa essergli cagione di tosse, e
alcuna scossa; levato questo stromento, prende spettorazione, starnuto o vomito; qualora la
colla man destra la pinzetta, tira a sè 1’ ago e sutura abbia acquistato un certo grado di soli
lo fa sortire dalla bocca mentre tiene dietro sè dità, si potrà, nel quarto giorno, estrarre il
la legatura : dopo aver fatto un istante sputare primo filo, vale a dire, quello di mezzo, poi il
e riposar l‘ammalato cerca di annodare le estre giorno appresso , il secondo o 1’ anteriore, e
mità libere di questa prima legatura , e ne ab non si toglierà il terzo se non al sesto od anche
bassa_un po’ l’ansa nel fondo delle fauci perché ottavo giorno, se l’ agglutinazione sembrasse
non impedisca all’ applicazione delle due altre ; ancora incompleta. Il quinto giorno dopo l’ope
indi 1’ assistente ritira i due capi verso le com razione si permetterà all’ ammalato qualche cuc
missure delle labbra, per tenerli rialzati in se chiaio di brodo, poi delle zuppe chiare e liqui
guito lungo i lati del capo, Quindi il chirurgo de, raccomandandogli di deglutire dolcemente,
situa la seconda, poi la terza usando delle stes ed a piccole cucchiajate. A misura che andrà
se precauzioni , e nella maniera medesima, la dissipandosi 1’ infiammazione del velo palatino,
sciando solamente fra esse quasi un’ eguale in gli si verrà accordando un’ alimentazione più
tervallo, come si osserva nellafigura g. In que solida, ed in fine gli si concederà di articolare
sta figura le labbra della divisione a, a sono qualche suono, e di usare a poco a poco della
cruentate. Itre fili 0 bendelli , i capi dei quali parola. Allorquando l’ operazione riesce bene,
b, b pendono fuori dalla bocca, furono fatti pas manifestasi un cangiamento subitaneo e dei più
sare tra le labbra della ferita , e le loro anse c, rimarchevoli nel libero esercizio della voce e
sono alcun poco abbassate verso la faringe. Per nell’ articolazione dei suoni, ma scorron sem
chiudere la ferita non si dee far altro che an pre alcuni mesi prima che gli organi vocali a
nodarli. cquistar possano tutto il lor grado di perfezione.
Praticate le legature convien passare alla La stafilorafia non è, a parlar propriamen
cruentazione delle labbra della divisione, ac te, un’ operazione difficile, né molto dolorosa;
ciocchè sviluppandosi un’infiammazione ade l’individuo che vi si sottopone non corre alcun
siva, possano contrarre tra loro un’intima unio rischio; nè peggiora in alcun modo la sua abi
ne. Per far ciò prende il chirurgo colla pinzetta tuale condizione, anche allorché l’ operazione
da medicazione una delle metà del velo del rimanesse senza effetto; ma è lunga, dilicata,
palato vicino all’ angolo formato dal margine penosa, e richiede tanto per parte dell’ amma
libero colmargine anormale, lo tira leggermente lato che dell’ operatore una gran pazienza. Per
a sé, ed, allorquando è ben teso colla forbice ciò non è esiguibile che nei soggetti che rico
curva, o col historì bottonato rivolto col dorso noscer ne possono tutta 1’ importanza e che
verso la base della lingua, eccide il margine ci hanno la ferma risoluzione di sottoporvisi. Sa
TERAPEUTICA 139
rebbe imprudentissima cosa il ricorrervi in fan toglie col suo mezzo, non è per se stessa n'è
ciulli assai giovani : gli individui dai 12 ai 15 grave nè pericolosa, ma quando si considera,
anni, e al di sopra di tal età sono realmente le che questa deformità priva l’ uomo di suoi più
sole persone, sulle quali si può tentarla con belli attributi, la parola ; che gli toglie in qual
alche probabilità di riuscita ; nei casi di tu che modo l’ uso della voce, e lo sforza a restar
mefazione del velo palatino, bisogna che la divi sane come isolato nel mezzo de’ suoi simili, gli
sione si limiti alle parti molli altrimenti la sta impedisce di trar partito dalla propria intelli
filorafia non riuscirebbe punto ; come pure sa genza, e giunge anche a tornargli di ostacolo
rebbe contro-indicata se esistesse un gran di più o men molesto ad eseguire la masticazione
varicamento degli ossi mascellari e palatini. e la deglutizione, è giusto che si confessi, esser
Non si può impertanto negare esser questa si sotto questo rapporto, coll’ aver immaginato
operazione una delle più belle scoperte della cioè la stafilorafia, Roux acquistato degli incon
chirurgia: egli è vero, che la deformità, che si trastabili diritti alla pubblica riconoscenza.

-+ssa=î«-

TERAPEUTICA
--m-

DEL HANNO CATARTICO frutti (16) consistono in piccole bacche roton


de, nerastre allorquando sono perfettamente
e del suo uso terapeutico. mature, e contenenti ordinariamente quattro
piccoli semi od ossicini (17) in una polpa ver
(Tavola XVII, fig. 14, un ramo di questo ar-, dastra e succulenta.
busto, - 15 il fiore intero, -- 16 il frutto Questa polpa, che è la sola parte usata in me
tagliato orizzontalmente per lasciar scorgere . dicinti, quantunque la interna corteccia od il libro
i quattro semi, - 17 seme isolato secondo di questo arboscello goda non altrimenti delle bac
Tuarm ). che di proprietà purganti e vomitive, ha un odor
nauseoso, un sapore amaro e spiacevole.
Il ranno catartico (rhamnus catlzarticus) À ranno è un purgante attivissimo, di cui si son
\arbusto spinoso di un bel fogliame, appartiene vantatii buoni effetti nell’ idropisia e in alcune ma
alla famiglia delle Ramnoidee, e ad un genere lattie cutanee, il quale però si dovrà soltanto usare
assai numeroso di specie, il cui carattere es in soggetti robusti, imperocchè ha l’ inconveniente
senziale consiste in un calice a quattro o cin di provocare delle abbondanti evacuazioni, precz.»
que divisioni, in "quattro o cinque petali, al dute da coliche, ed accompagnate sovente da sec
trettanti stami opposti ai petali: uno a tre stili; chezza ed aridità delle fauci e della bocca; cotali
una bacca rotonda con due o quattro logge , effetti soglionsi prevenire col far bere all’ ammalato
altrettanti semi muniti alla lor base di un om una certa quantità di un liquido dolce e 1i1ucila
bellico cartilaginoso e sporgente. Questa specie gmoso.
che si distingue pure sotto il nome di spin-cew In alcuni villaggi della Francia, i paesani che
w'no cresce originario in Europa, comunissimo conoscono molto bene le proprietà purganti del
per entro ai boschi ed alle siepi, ove sorge al ranno , purgansi sovente mediante venticinque o
1’ altezza di 12 a 15 piedi. D’ ordinario piantasi trenta delle sue bacche che frammischiano verdi o
questo arboscello nei giardini, nei quali il suo secche alla loro zuppa. Talvolta pure, quando le
fogliame di un verde carico, forma un bel con bacche son recenti, prendono il succo spremuto o
trasto con quello più chiaro della maggior parte chiarificato, e quando son secche preparano una
degli altri arbusti. decozione acquosa. Ma nelle città si fa piuttosto
Le foglie del ranno catartico (14) sono op uso dell’ estratto e specialmente del sciroppo pre
poste, ovali, peduncolate, cordiformigi fiori ([5) parati colla polpa delle bacche. Adoperasi questo
verdastri, piccoli, raggruppati a mazzetti e so sciroppo con successo nelle leucoilemmasie, nelle
vente dioici , il calice è quattrifido, la corolla differenti idropisie, e ne’ casi di apoplessia, ogni
quattripetala e quattro sono pure gli stami ; i qualvolta si cerca di promuovere un punto di deri
\
.
140 LA MEDICINA PITTORESCA
vazione Sul tubo gastrmenterico. Di rado sommini feriscono le bacche del rhamnus irfectorius cono
strasi solo, sovente alla dose di un’onda fa parte del sciute in commercio sotto il nome di grana d’Avi
le pozioni purganti. Se usar si volessero le bacche di gnone. Si è col legno del R.jrangula che si pre
ranno secche e polverizzate, la dose sare e dai 25 para un carbone leggiero usato nella fabbricazione
ai 30 grani e perfino ad una dramma. della polvere da cannone.
Nelle farmacie rinviensi tuttora un r0b di spin Questa specie di ranno comunissima nei bo
cervino, di molto minor uso del sciroppo, e del schi, è inerme, i suoi fiori sono ermafroditi, le sue
quale le dose è da una mezza ad una dramma, e foglie ovali ed intere. Le bacche, quantunque più
col quale preparansi delle pillole purgative mesco dolci di quelle del Il. catharticus, sono non pertan
landovi una polvere opportuna. Le bacche di ranno to, purganti; ma ad un minor grado. La sua con
catartico usar pur si possono nelle arti per tingere teccia media purga fortemente, ed in alcuni casi
in giallo le stoffe, ma questo colore in generale rie diventa un eccellente emeto-catartico. Prescrivèei
sce male: torna meglio, per rapporto agli usi eco. secca, imperocchè agisce allora più blandemente di
nomici , di servirsi del succo convenientemente quello che nello stato di sua freschezza. La dose in
ispessito e combinato ad una certa quantità (1’ al polvere è dalla una alle due dramme, da quattro a
lume per preparare un color verde usitatissimo nel sei in decotto.
la pittura, sotto il nome di verde di vescica, per La corteccia di R.fiangula, perché dottata di
ché questa materia, dopo esser stata rappresa sotto un sapore amaro ed astringente, fu consigliata come
forma (1’ estratto, si pone in vesciche, per entro le febbrifugo ed antelmintico: secondo alcuni autori
quali diventa ancor più consistente. questa corteccia contusa con aceto ed impastata con
I frutti di parecchie altre specie di ranno, e tra una piccola quantità d’ acqua, venne esternamente
gli altri quelli dei R. irjectorius efiangula godo applicata e con vantaggio per guarire la scabbia, ed
no pure di una proprietà purgante. Essi vengono altre inveterate erpetiche affezioni.
adoperati nelle arti; i pittori ed i tintori però pre

-mww

ANATOMIA

_MOW_

ARTERIE so.- 12 Arteria carotide interna o cerebrale.‘- 13


Arteria carotide esterna. - 14 Arteria auricolare
Arleria mascellare interna. Suo corso , posteriore. - 15 Arteria auricolare profonda. -
e sua distribuzione. 16 Arteria temporale superficiale. - 17 Arteria
mascellare interna. -- 18, 18, 18 Arteria meningea
(Tavola XVIII, fig. 1, secondo Tmnmnnr.) media che entra nel cranio per il forame sfeno-spi
noso, e distribuisce le sue ramificazioni alla dura
Spiegazione dellafigura. ' madre. -- 19 Arteria del timpano, che penetra in
questa cavità per la fessura del Glaser. -- 20 Arte
1 Arter'ia labiale o facciale. -‘- 2 Ramo dell’ar ria dentale inferiore, che penetra nel canale dello
teria precedente destinato al muscolo buccinatore. stesso nome, dopo aver gittato un ramo al muscolo
- 3 Arteria cdronaria inferiore. - 4 Ramo men pterigoideo-interno. - 21 Arteria temporale pro
tale dell’ arteria dentale inferiore. -- 5 Tronco del lbnda posteriore. - 22 Arteria temporale profon
I’ arteria labiale che ascende verso il labbro supe da anteriore. - 23 Arteria buccale. - 24 Arteria
riore ed il naso. - 6 Arteria coronaria superiore. palatina superiore o pterigo-palatina. - 25 Arteria
-- 7 Arteria laterale del naso. -- 8 Ramo destinato alveolare. -- 26 Arteria sotto-orbitale, che si dirige
al setto delle fosse nasali. - 9 Arteria sotto-orbita verso il canale dello stesso nome. -- 27 Arteria na
le. - IO Ramo dell’ arteria frontale che si distri sale posteriore, che passa tra l’ osso palatino e ma
buisce al sopracciglio. - 1 1 Arteria dorsale del na scellare superiore per distribuirsi alle fosse nasali.
ANATOMIA 141
ipogastrica o iliaca interna che d’ordinario divide
Arteria ipogastrica nell’ uomo. si in due tronchi 1’ uno anteriore e l’altro posterio
re. - r6 Tronco posteriore dell’ arteria ipogastri
(Tavola XVIII, fig. 2, secondo Trzmzmrm.) Il ba ca, che getta i rami posteriori. -- 17 Arteria ileo
cino è segato verticalmente acciocchè restino allo lombare. - 18 Arteria sacra laterale. - 19 Arterie
scoperto i diversi rami.di questa arteria. otturatoria. -- 20 Arteria glutea o iliaca posteriore.
-- 21 Tronco anteriore dell’ arteria ipogastrica che
Spiegazione dellafigura. somministra i rami anteriori. -- 22 Arteria om
bellicale. - 23 Arteria vescicale superiore. - 25,
1, r Nervi lombari e sacri. -- 2 Nervo ottura 25 Arteria vescicale inferiore. -- 26 Arteria pu
tore. - 3 Quinto nervo lombare. - 4 Primo ner denda interna 0 comune. - 27 Arteria emorroida
vo sacro. -- 5 Secondo nervo sacro. -- 6 Terzo le media. - 28 Arterie ischiatica. -- 29 Arterie
nervo sacro. -- 7 La vescica oriuaria estratta dal iliaca esterna od anteriore. - 30 Arterie CÌI‘CODIIBS‘
bacino. -- 8 L’ uretere troncato. -- g Gana] defe sa iliaca o addominale. -- 31 Arteria epigastrica.
rente. - ro Vescichetta seminale. - r r Intestino -- 32. Arteria spermatica inferiore o ramo dell’ ar
retto. - r2. Aorta. -- 13 Arteria sacra media. - teria epigastrica che si getta sul cordone spermatico.
r4 Arterla iliaca primitiva destra. - 15 Arterie

Mal. Pi“. T. I. 19
\
LA MEDICINA PITTOBESCA

PATOLOGIA

-_flélà‘ta- --

DELLE EBXlE IN GENERALE: dalla vescica, dalla matrice, da’ suoi legamenti e
dall’ovario, di rado dal colon trasverso, più di rado
e dell’ ernia inguinale in particolare. ancora dalla milza, dal fegato e dallo stomaco. La
Erniolomia , od operazione dell’ ernia. Facoltà di medicina di Parigi possede tuttavolta fra
le sue collezioni, sotto il n.° 257, il modello in cera
(Tavola XVIII, fig. 3, secondo VELPEAU.) di un curiosissimo pezzo, regalatole dal professor
Lallement, nel quale vedesi quasi tutta la metà dello
Intender devesi per ernia, dice Bicherand, dal stomaco contenuto in un’ ernia inguinale del lato
quale togliamo la maggior parte di quest’ articolo, destro. L’ ernia inguinale che si distingue in ester
qualunque spostura di un viscere, che spinto fuori na ed interna, ebbe diverse denominazioni, a nor
della cavità, che lo conteneva, protrude esterna ma della situazione del tumore e della natura del
mente formando un tumore più o meno pronun le parti per entro racchiuse. Quando queste parti
ciato, ed il più di sovente riconoscibile all’ esterno. sortono dall’ anello inguinale, la si chiama babbo
Vi hanno delle ernia del cervello, del cervelletto, nocele od incompleta. Se è formata da una porzion
del cuore, e della maggior parte dei visceri conte soltanto dell’ intestino, appellasi enterocele ,' ed
nuti nell’ addome: ma, paragonate tra loro que epiplocele se è, al contrario, costituita unicamente
ste arnie, offrono importanti differenze, per ciò dall’ epiploon ; allorquando poi amendue queste
non si è propriamente con tal nome distinto per arti entrano egualmente nel tumore dicesi entero
lungo tempo se non que’ tumori che risultavano epiplocele. Si distingue pure sotto il nome di o
da una spostura_dei visceri addominali, ed anche scheocele quando discende fin nello scroto.
oggidl, allorquando si dice che una persona è af Se 1’ ernia inguinale succede repentinamente in
etta di ernia, intendesi di un male di questa fat conseguenza di uno sforzo, apparisce ad un tratto
ta. Infatti questi slogamenti sono più ordinari. Non all’ inguine, senza che alcun prodromo aumenti la
vi ha punto delle pareti addominali, che non possa dilatazione progressiva del canal inguinale, e qua
divenire naturalmente od accidentalmente la sede lunque sia il volume dopo aver oltrepassato il ca
d’ un’ ernia. Ma 1’ anello inguinale è il sito, da nale, presentasi sempre sotto la forma di un tumore
cui più facilmente protrudono i visceri addominali, piriforme obbliquamente allungato dall’alto in bas
e quindi questa specie di ernie sono pure incontra so e dal di fuori al di dentro, colla base risguar
stabihnente più frequenti di tutte le altre prese in dante inferiormente e col peduncolo attaccato al
sieme, e costituiscono i nove decimi incirca dei tu I’ anello. Questo tumore, molle, globoso, rientra o
mori erniari. Dopo l’ anello inguinale vien l’ arco diminuisce di volume qualora l’ ammalato si pone
crurale; egli è per quest’ ultimo, che il più di so supino ; ed al contrario sorte e diventa più pronun
vente sortono i visceri addominali nella donna, la ciato se si mantiene in una posizione verticale, sotto
quale è meno esposta dell’ uomo all’ ernia inguina-' la tosse, sotto qualunque contrazione violenta e bru
le, la sol: di cui qui faremo parola: infine, le ernie sca del diaframma e dei muscoli addominali. Se un
ombellicali, considerate sotto il rapporto della loro tal tumore svanisce comprimendolo, e ricomparisce
frequenza, vengono appresso all’ ernie inguinali o tolta la compressione; se rientra senzaprodurre alcun
crurali: esse sono meno rare delle ernie della linea gorgogliamento, rumore particolare proveniente dal
bianca, le quali ultime sono ancor meno frequenti passaggio dell’ aria dall’ intestino fuori protruso nel
di quelle che avvengono alla scanalatura ischiatica, rimanente del tubo intestinale, si può presumere
ed al forame ovale. che è intestinale. Se è oblungo, pastoso, ineguale,
I visceri racchiusi nell’ addome sono tanto più difficilmente riducibile, si può risguardarlo come
soggetti a far ernia, quanto più son liberi, così l’in epiplqico; come pure se in luogo di rientrare ad un
testino tenue e l’epiploon nuotanti in questa cavità, tratto, rientra a poco a poco senza rumore, e per
trovansi a far parte di quasi tutti itumori erniari, sia mezzo di una compressione continuata, fino a che
riuniti sia i501ati. Le ernie inguinali possono esser sia interamente scomparso; infine, se una parte vien
formate dall’ intestino cieco, dal colon disccudente, ridotta con facilità, mentre il. rimanente rientra
PATOLOGIA
difficilmente è probabile che l’ernia sia formata nel Ma non è sempre facile far sparire un simil tu
tempo stesso dall’ intestino e dall’ epiploon. more spingendo nell’ addome i visceri protrusi per
Le principali cause delle ernia inguinali sono l’ anello inguinale. Il suo volume ,la sua antica du
l’esercizio del cavallo, la genuflessione protratta, rata, l’ aderenze contratte dalle parti fra loro ed il
un’ estrema magrezza succeduta in breve tempo ad sacco, l’ ingorgo, vale a dire, 1’ accumulamento del
uno stato opposto che indebolisce l’elasticità delle le materie alimentari nella porzione intestinale for
parti ; un’ inormale dilatazione delle aperture in mante ernia, infine lo strangolamento dei visceri
guinali ed addominali, la debolezza e lassezza dei per l’apertura, che gliene ha dato il passaggio, pos
margini di queste aperture, gli sforzi cui sovente, sono porre ostacolo alla riduzione. Tali sono le
si espose l’ individuo ‘, allorquando , verbigrazia, circostanze che indicano positivamente 1’ operazio
vuole spostare, caricare o portare un pesante far ne, ed alla quale si deve tanto più prontamente aver
dello. Producono eguale effetto 1’ azione del soffiar ricorso, quanto più l’ ammalato è forte e robusto,
ed i sintomi alarmanti si succedono con maggiore
si il naso, il canto, le grida violenti, l’uso degli istro
menti da fiato, il vomito, il salto, la tosse, la defe rapidità.
cazione, 1’ espulsione delle orine, e via discorrendo. Processo operatorio. L’ incisione degli inte
Molti tumori, che hanno la lor sede all’ inguine gumenti, la divisione dei tessuti posti tra l’ involu
o nello scroto, possono offrire una tale analogia lucro cutaneo, e lo strato peritoneale, l’apertura del
coll’ ernie inguinali, da rendere talvolta imbaraz sacco erniario , lo sbrigliamento dell’anello, o la di
zante la diagnostica: con un po’ d’ attenzione però, struzione dello strangolamento, la riduzione delle
e coll’ajuto dei segni commemorativi, si arriverà viscere fi10ri protruse sono le principali circostanze
sempre ad evitare degli errori pregiudicevoli. Co dell’ operazione dell’ ernia : l’ allargamento impor
munque sia la cosa, l’ernia inguinale è sempre una tante dell’ apertura erniaria non è sempre necessa
malattia molesta, incomoda e tanto più pericolosa, ria, e la riduzione immediata delle parti, suppone
quanto è più voluminosa, più antica, e che le parti che esse non sieno per anco gangrenate.
che la costituiscono subirono delle alterazioni orga Per praticare l’erniotomia si abbisogna di un
niche più considerabili. Il corso delle materie ali pannolino fino trapassato da molti piccoli buchi,
mentari è sempre più o meno impedito nella por della filaccica, di diverse liste conglutinative, di non
zione intestinale che fa ernia. Il malato va frequente poche compresse fine di differente forma, di un
mente soggetto a sconcerti nella digestione, a coli cinto di configurazione corrispondente al sito del
che più o men vive, ed anche all’intercettamento del l’ ernia, di una fascia ruotolata, di un bistori retto,
corso delle materie, sia che queste, accumulate in uno convesso, un bistori concavo di Polt, a un bi
troppo grande quantità in un’ansa intestinale che ha stori retto bottonuto, di alcune buone pinzette da
perduto della sua elasticità, la ingorghino in modo dissecare, di forbici ritte a punta ottusa, di varie
che le materie, che incessantemente vi sopraggiun sonde scanalate flessibili, ottuse, di alcuni fili ince
gono si soffermino al di sopra di questo ostacolo, sia rati e di aghi curvi da suture, non dimenticando
che sortendo una nuova porzione d’intestino o d’ e nel tempo stesso tutti quegli accessorii, che sono
piploon, I’ aner troppo ristretto strangoli le parti indicati per eseguire qualunque grande operazione.
che lo attraversano, e queste vengano ad esercitare Disposto l’ apparecchio, si colloca 1’ ammalato
sopra le medesime una costrizione dolorosa : don orizzontalmente sulla sponda destra del letto, qua
de ne proviene non solamente 1’ intercettamento lunque‘sia il lato in cui esiste 1’ ernia, e pria di
del corso delle materie, ma l’ infiammazione pure passare all’ operazione si fa radere nettare, ed
delle parti circonvicine allo strangolamento. Questi asciugare la parte. Un assistente verrà incaricato di
due accidenti, l’ incarceramento per ingorgo, e lo vegliare i movimenti della testa e delle braccia
strozzamento delle ernie minacciano del continuo dell’ ammalato : un altro farà altrettanto per riguar
le persone afflitto da tali malattie. Il primo è molto do agli arti inferiori : un terzo si porrà in faccia al
più comune nei vecchi e nelle ernie di antica data l’ operatore per tendere la pelle, e ripulire colla
e voluminose: il secondo succede più di sovente spugna la ferita -, il quarto finalmente è libero e
nei giovani e negli adulti ; infine tutti e due di presenterà gli istromenti. Il chirurgo pizzica e solh
mandano frequentemente un’ operazione pericolo leva la pelle che copre la parte superiore del tumo
sissima e sovente mortale, a meno che non si giun re col pollice e l’indice di ogni mano, e le fa ese
ga a far rientrare l’ ernia, e a mantenerla ridotta guire una doppiatura la cui direzione sia perpendi
mediante una Compressione abitualmente sostenuta colare a quella del taglio che si propone praticare.
sull’ ertura erniaria, come noi 1’ abbiamo indica Un assistente prende l’ estremità interna di siffatta
t0 parlando dei brachieri elastici, pag. 1 15. doppiatura, e l’ operatore colla sua mano destra»
144 LA MEDICINA PITTORESCA
resa cosi libera, piglia un bistori, e ne porta sulla alquanto verso la sua estremità anteriore dalla par
parte media la lamina lunga e convessa ; la incide te della scanallatura, poscia la si introduce facen
fino alla sua base, indi ingrandisce questa incisio dola scorrere tra 1’ intestino o l’ epiploon, e la
ne, la quale riesce sempre troppo ristretta, facendo faccia interna del peritoneo. Introdotta la sonda
sollevare da un assistente il labbro interno della fe se ne abbassa la piastra per applicare esattamente
rita, e sollevando e tendendo egli stesso il labbro la sua scanalatura contro il collo del sacco perito
esterno di questa divisione. L’ incisione, la quale neale, dopo avergli fatto eseguire alcuni piccoli mo-_
dovrà avere in generale una direzione obbliqua dal vimenti laterali onde assicurarsi che non si com
I’ alto al basso, e dal di fuori al di dentro, si esten prese fra questa membrana e l’ istromento alcuna
derà per un pollice al disopra dell’angolo superiore porzione d’ intestino o d’ epiploon : per prevenir la
dell’ anello fino alla parte inferior del tumore: in lesione di quelle anse che si alzano dai lati della
quanto ai vasi che vengono interessati in questo sonda, un’assistente ne terrà abbassati gl’ intestini.
primo tempo dell’ operazione basterà d’ ordinario, L’ operatore allora conduce con tutta diligenza il
che un’ assistente applichi sul loro orificizio mo suo bistori per la scanalatura, e dopo averlo appe
mentaneamente un dito, oppure si potrà eseguire na approfondato di alcune linee, ne rialza il mani
sovra essi una leggiera torsione, perché cessino di co per compiere il taglio del collo del sacco emia-l
gettar sangue. rio, e l’ orlo aponeurotico dell’anello, che viene
Dopo l’ incisione della pelle si deve passare a annunciato da un rumore simile a quello che forma
quella del sacco erniario, per far ciò l’ operatore un pezzo di stagno che si rompe, oppure di una
afferra con una pinzetta da dissezione il tessuto carta pecora che si spiega. Lo sbrigliamento dall’a
cellulare verso la parte inferiore ed anteriore del nello si eseguisce ancora con più facilità, allorquan
tumore e lo solleva esportandolo a strati, e conti do non ci sieno vasi da ferire, mediante il bistori
nuando 1’ assistente a togliere con una spugna, il concavo di Pott, che oggidì rimpiazza tutti gli altri
sangue che scola continuamente, ed impedisce di bistori per ernie. L’ unghia dell’ indice destro c è
poter vedere distintamente il fondo della piccola in pria condotta tra l’ intestino ed il cingolo da di
ferita. La sortita di alcune gocce di siero, l’aspetto vidersi : il polpastrello serve in seguito di guida al
liscio, e la rete vascolare cotanto rimarcabile degli 1’ istromento di Pott, del quale si fa penetrare il
intestini, avvertono che si è penetrati nel sacco er bottone fino nel basso-ventre, innanzi di rivol
niario. Una sonda scanalata di argento o di acciaio gere il tagliente verso il margine resistente.
flessibile, è bastevole ordinariamente per guidare il Le mani di un’ assistente dopo aver tenute
bistori lungo 1’ incisione del sacco, la quale s’intro fortemente allontanate in g g la pelle, e gli
duce dal basso in alto dirigendone la punta di ma strati sottoposti a a, e questo è il tempo del
niera, che non abbandoni giammai il fondo della 1’ operazione a presentato dallafig. 3, ne trae
il sacco b b. n altro,si dirige nella medesima
scanalatura ', se poi le pareti del sacco atteso il loro
rilasciamento si tagliassero con difficoltà si può far maniera, per rispetto alle due labbra della fe
use di forbici ben acute, servendosi però sempre rita, dopo di che il chirurgo, combinando i
per conduttore della sonda scanalata. movimenti della sua mano sinistra d che affer
Aperto per tutta la sua lunghezza il sacco ernia ra il manico del bistori e, con quelli del dito
rio, e messe a nudo le parti che esso contiene, si indice c della mano destra, che sostiene il dor
deve procedere immediatamente alla loro riduzio so dell’ istromento e tien depressi gli intestini
ne, ma è quasi sempre necessario di allargare l’a comprime segando sull’ anello, fino a che
nello incidendolo in uno de’ suoi lati: in questo questo cede, e resta decisamente tagliato. In
sbrigliamento, che è la parte la più delicata e la più generale 1’ estensione dell’ incisione dell’ aper
pericolosa dell’ operazione, si taglia nel tempo stes lume
tura erniaria deve essere proporzionata al vo
delle parti che si tratta di far rientrare ;Y
so 1’ aponeurosi dei muscoli addominali, ed il collo
del sacco erniario verso l’angolo superiore ed ester è miglior cosa, che sia poi piuttosto un poco
no dell’anello inguinale: facendo l’incisione in que troppo grande, di quello che troppo piccola :
sto sito, dice Riclrerand, si evita la lesione dell’ ar non bisogna però estenderla a più di due 'o tre
teria epigastrica, che scorre sempre internamente e linee, altrimenti 1’ anello diverebbe troppo de
dietro il pilastro interno dell’ anello, mentre, come bole, od il malato rimarebbe esposto ad una
è il caso più ordinario, il cordone spermatica tro nuova ernia ben più voluminosa di quella, per
vasi posteriormente al tumore. Una scanalata sonda cui si è ricorsi all’ operazione. ‘
ed un bistori retto bastano per operare lo sbriglia Sbrigliato l’ anello, si esamina lo stato dei
mento dell’ anello. La prima deve essere incurvata 'visceri, si tira in fuori la porzione d’ epiploon
PATOLOGIA 145
o d’ intestino, che era immediatamente al di Ridotte le parti rimosse , conviene portar
sopra dello strozzamento, per rilevare l’ im l’indice per l’ apertura erniaria fin nell’ addo
pressione che questo ha prodotto, e procurare me, ed esaminare i margini dell’ apertura per
uno spazio maggiore alle materie ed ai gas che assicurarsi che la riduzione è compiuta e bene
si trovan racchiusi nell’ ansa intestinale conte eseguita, e che nissuna briglia interna continua
nuta nell’ ernia. Se la porzione d’ intestino a strozzare le parti fuor uscite, che se mai esi
pizzicato all’ anello avesse contratto un tal stesse sarà d’ uopo distruggerla tagliandola con
grado (1’ ispessimento e di durezza, che il ca forbici ottuse , o con un bistorì , guidato sul
nale fosse quasi chiuso in questo sito, la ridu dito indice.
zione potrebbe divenir funesta all’ ammalato. Medicazione. Cura consecutiva. Finita l’ope
In tal caso convien esportare il ristringimento razione e nettata la ferita si applica sopra di
e stabilire un ano artificiale. Tutte le volte che essa un pezzo di pannolino trapassato da pic
l’intestino mantiene la sua resistenza ad "onta coli fori ‘, si pone mollemente della filaccic‘a su
del color rosso o bruno, od anche nerastro po tal pannolino, e si sostiene il tutto mediante
trà essere ridotto, non così però se si presenti compresse e fasciature , la cui forma deve cor
avvizzito e di un color grigio-ardesia, che sono rispondere alla situazione dell’ ernia. Dopo una
i soli segni caratteristici della sua gangrena. tal medicazione, vien collocato l’inferno nel
Per eseguire _la riduzione si usa della dita suo letto ed in una posizione favorevole al ri
indici, spingendo successivamente le parti in lasciamento dei muscoli addominali; si prescri
testinali con un ordine inverso da quello tenuto ve il riposo, la dieta, una bevanda diluente, un
da esse nello spostarsi, e cominciando per con clistere emolliente. Si farà un pronostico felice
seguenza da quelle che sortirono le ultime, e sull’ esito dell’ operazione, se il vomito e gli al
che trovansi più vicine all’ anello; la direzione tri sintomi dello strangolamento cessano o di
con cui si faranno rientrare sarà obliqua in alto minuiscano, e qualora riordinansi le evacuazio
e all’ infuori, vale a dire nel senso del più gran ni alvine. Dopo due o tre giorni si leva l’ appa
diametro dell’ apertura. L’ azione alternativa recchio , e si comporterà il chirurgo come fa
degli indici deve esser tale, che uno di essi sia nelle ferite suppuranti. Svanitiaffatto i sintomi
sempre occupato a contenere la porzione già dello strozzamento, si aumenterà gradatamente
rientrata, e l’altro ad introdurne una nuova. la dieta, usando però la essenziale attenzione
L’ epiploon verrà ridotto nell’ istessa maniera: di prescrivere alimenti leggeri , ed in piccola
se però avesse molto adipe, e riuscisse difficile quantità. Rimarginata la ferita, e ràssodatasi la
la sua introduzione, se ne dovrà esportar una cicatrice, si applica uncinto, cui deve l’ amma
parte, trattenendo il rimanente nella ferita. lato portar del continuo.

-m<«ee-
146 LA MEDICINA PITTOBESCA

TERAPEUTICA

DEL comm.o quanto più si discende nel mare il corallo sia


tanto più piccolo : tale si è almeno 1’ opinione
e del suo uso terapeutica. dei pescatori di questa sostanza. In uanto al
sito più elevato, in cui ne venne racco to, assi
. (Tavola XVIII, fig. 4, il corallo rosso e 5 i suoi cura il conte Marsiin di non averne giammai
polipai, secondo la Fauna medica di Ivrea. rim'enuto ad una profondità minore di dieci
CLOQUET.) piedi, e, secondo lo stesso autore, le località le
più acconce al suo accrescimento son quelle,
Il corallo vivente, quello cioè che esiste in ove il mare è tranquillo, e le acque quasi sta
mare, aderente per una specie di disco alle roc guanti.
ce sotto-marine che ricopre, o dalle quali pende Il corallo, che è abitualmente di un bel ros
sospeso, e formando talvolta esso solo estese so, può, per delle gradazioni insensibili passare
scogliere in luoghi per altro in cui in generale al bianco il più puro. Nel commercio se ne di
1’ acqua è tranquilla, presentasi sotto la forma stinguon tre specie: il rosso fig. 4, che si di
di un piccolo arboscello, che può giungere al vide in rosso carico, ed in bianco-roseo ; il ver
1’ altezza di diciotto a venti pollici, dopo dieci miglio, che è rarissimo ed il bianco chiaro o
anni almeno d’esistenza, e crescendo dalla base sporco che è comune.
alla sommità. Il suo fusto , arrotondato o sub Gli Antichi risguardavano questa singolare
compresso, giammai articolato , avente la spes‘ produzione come una semplice pietra, una so
sezza di un pollice alla sua base, dividesi irre stanza minerale, avente fino ad un certo punto
golarmente in rami terminali ciascuno in un la forma di un albero; altri, fra' quali dobbiamo
butto rotondo e molle, il quale è ricoperto da riporre Plinio , Dioscoride, non riguardando
una membrana polposa, che è in parte essen che alla sua forma, credettero fosse un vero ar
zialmente vivente, e dove stanziano una molti busto, una pianta marina, nella quale vedevano
tudine d’ animali, tutti fra loro aggrappati per una radice, un tronco, delle branche, dei rami,
mezzo di una comune sostanza , e muniti cia dei fiori, ed una specie di corteccia. Fu uindi
scuno di otto braccia dentellate. Levata questa il corallo collocato nel regno vegetale iino al
membrana, che si chiama corteccia, come pure momento in cui Peyssonel , nel 1727 , fece ve
lo strato areolare e vascolare sottoposto, si rin dere con prove convincenti, le quali vennero
viene un asse di consistenza pietrosa, finamente ci confermate dalle osservazioni di Reaumur,
striata nel senso longitudinale, cellulosa e fria Guettard, Bernardo di Jussieu , che ciò che ri
bile all’ esterno , formata di strati concentrici sguardavasi allora come ifiori del corallo erano
deposti successivamente da questi animali, e dei veri animali : fatto che oggidi è fuor d’ogni
tanto più densi quanto più sono esterni, a frat dubbio. Il corallo di cui si è fatto uso in medi
tura vitrea, liscia, concoidea. Quest’asse è il co cina, e che si ricerca come oggetto d’ornamento
rallo delle officine , raccolto sul corallo fresco a motivo della finezza del suo grano, e della
dai pescatori del mar Rosso e del Mediterra politura a cui può esser ridotto, ed in ispecia
neo, o a mano dai palombari, o per mezzo di lità per il suo bel colore, non è dunque che la
fili particolari che attaccandosi ad esso ne strap arte pietrosa di questi animali aggruppati, vale
porto i rami. Una tal pesce è l’ oggetto di un a dire del lor polipajofig. 5, formata quasi in
commercio molto lucroso per gli abitanti di totalità, secondo‘l’analisi di Vogel, di carbonato
Marsiglia, Catania, Messina, della Corsica e della di calce, colorato da un po’ d’ ossido di ferro,
Catalogna. (llferat.) e combinato certamente ad un po’ di gelatina.
Vive il corallo nel Mediterraneo a delle pro Fu per lungo tempo risguardato il corallo,
fondità considerabili, ma in generale variabilis come dotato di proprietà cordiali, alessiterie,
_ sime: non fu per anco pescato al disotto di astringenti, toniche, sudorifere , diuretiche ed.
sei a settecento piedi, sembra impertanto che assorbenti. Ridotto in polvere finissima 0 por
TERAPEUTICA m,
firizzata, e sotto forma di trochisci, si ammini nissimi gli uni agli altri e in tutte le direzioni,
strava , col nome di corallo preparato, contro e ricoperti da una sostanza calcare di un color
la diarrea, la dissenteria, certe emorragie, spe bianco-verdastro, talvolta rossastro , di rado
cialmente 1’ emottisi, le perdite uterine, l’epi bianco, e ciò solo per effetto dell’ età : ciascuno
lessia, la leucorrea, la blennorragia. Lo si usava di sifl‘atti steli composto di un numero varia
all’ esterno in certi colliri, e contro ulceri cro bile d’ articoli di aspetto omogeneo , un po’
niche, come diseccante e cicatrizzante. Portato compressi, si suddivide in ramoscelli piùo men
in amuleto al collo lo si riputava idoneo per fa numerosi ed irregolarmente disposti, e talvolta
vorire la dentizione nei fanciulli e calmare i bipennati: gli articoli, (1’ ordinario di forma più
dolori eolici: si preparavano pure una farragine cilindrica, e più piccoli inferiormente di quello
di composizioni oggimai in disusor, infine face che superiormente, mostrano sempre all’ estre
va parte di un gran numero di farmaceutiche mità superiore una tendenza a separarsi in tre
preparazioni, che ora più non si conoscono che parti: una media più larga , e due laterali : e
di nome. Diii'atti è raro oggidì il caso che si siccome queste possono pure suddividersi, ne
amministri per uso interno il corallo : qualora avviene che una branca di corallina forma un
si volesse adoperarlo, bisognerebbe prescriverlo piccolo arboscello di forma piatta con rami che
come assorbente, proprietà che non gli può es nascono sul medesimo piano. L’ articolo termi
ser negata in grazia della sua natura calcare. Ma nale comincia a mostrarsi sotto l’ aspetto di una
siccome è cosa sempre facile di potergli sosti piccola gemma come vescicolare, che si allarga
tuire e con molto più vantaggio il sottocarbo e prende in seguito la figura di lancia , dal cui
nato di magnesia, così conviene , in simil caso, margine superiore prolungansi sotto forma di
aver piuttosto ricorso a questa ultima sostanza. piccoli tubercoli i tre articoli che devono con
All’ esterno il corallo non è quasi più usato che tinuare la branca. Sifi'atte parti terminali in un
come agente meccanico nelle polveri e negli individuo in piena vita , son sempre più bian
oppiati dentifrici, ai quali dà un bel colore. Per che del rimanente, che è rossastro, o verdastro
la sua estrema durezza. e per la vivacità del suo o violaceo, e non si può trovare un miglior pa
colorito viene specialmente ricercato dai gioiel ragone che rassomigliarle alla sommità di una
lieri, i quali lo lavorano in mille guisa, per for giovane branca di alberi, motivo che vale a spie
mare delle collane, degli orecchini ed altri 0g gare l’incertezza , nella quale si è per lungo
getti di lusso e galanteria. tempo rimasti, se, cioè le coralline appartenes
sero al regno vegetale od animale. L’odore della
corallina svela la propria origine marina ; il suo
DELLA CORALLINA OFFICINALE sapore è salato, ed indipendentemente dalla ge
latina e dall’ albumina che contiene, coll’analisi
e del suo uso terapeutico. vi si scopersero parecchi sali a base di calce
e di magnesia , della silice , del ferro ed un
(Tav. XVIII, fig. 6, la corallina olficinale e 7 uno principio colorante.
de’ suoi rami ingrandito, secondo la Fauna Venne raccomandata la corallina centro la
medica di Irror.. CLOQUET.) gotta e le congestioni sanguigna; ma fu soprab,
tutto come vermifugo che ebbe grande riputa
La corallina officinale (corallina ofiicinalis) zione. A nostri di è poco usitata : e si preferi
è una specie di polipajo litoide , che trovasi in sce generalmente il musco di Corsica, miscuglio
quasi tutti i mari d’ Europa, e specialmente nei vegeto-animale, che Contiene pur egli della co
paraggi della Corsica. Comunissima questa so rallina officinale, e che fu da alcuni autori con
stanza sulle rocce dell’ Oceano e del Mediter fuso con questa. Ridotta in polvere, si può non
raneo vi è sempre solidamente adesa per una dimeno amministrare , sotto forma di boli, di
specie d’ incrostazione di natura calcare, esilis elettuario, o sospesa in un veicolo acquoso alla
srma, e avente come 1’ aspetto di un lichene at dose di una mezza dramma, di una dramma ed
taccato ai corpi sotto marini, di qualunque na anche più.
tura essi sieno ; spargono dalla sua parte supe
riore alcuni steli ramosi , vari in altezza, vici
LA MEDICINA PI'I'I‘OBESCA
cloaca comune alle parte genitali ed all’amo del
DEL casroao, castoro, e le quali poi vanno per mezzo di un
sol condotto ad aprirsi sotto il prepuzio, il
nale resta perciò lubricato dal castoreo. Es
e dell’ uso terapeutico del castoreo. sendo, un tal apparato glandolare, comune tan
to al maschio che alla femmina, non uò, co
(Tavola XVIII , fig. 8 , secondola Fauna me credevano gli antichi, esser con uso coi
testicoli dell’ animale che trovansi racchiusi
medica di IPPOL. CLOQUET.) nell’ addome. Queste due vescichette, di forma
sempre ineguale tra esse, schiacciate, rugose,
Il castoro (Castorfiber Linn.) mammifero ed unite ancora pel loro condotto eSbretore
rarissimo al presentein Europa, appartiene alla comune, sono appunto quelle che nel commer
famiglia dei rosicchianti, e vive in tribù nu cio passano sotto il nome di castoreo. In que
merose sulle spiaggie deserte ed incolte dei sto stato, e quale ci viene arrecato dalla Sibe
laghi spettanti al nord dell’ Asia e dell’ Ameri ria e dall’ America Settentrionale, il castoreo
ca, dove si pasce esclusivamente di materie riesce solido, secco, friabile, di un bruno ros
vegetabili. La sua statura variabilissima, si ras sastro esternamente, grigio o giallastro inter
somiglia molto a quella del cane bassotto, le namente, ove vedesi tramezzato da setti bian
sue forme son goffe. Questo animale può esser castri incompleti. Il suo aspetto è resinoso, la
alto dodici o quindici pollici, e la sua lunghez sua frattura vitrosa sem re che sia freddo, ha
za giunge ordinariamente ai tre piedi compren un’ odore penetrante e etido, un sapore acre
dendovi la coda appianata a foggia di cazzuola ed amaro, col calore si ammollisce e si attacca
e ricoperta di squame. Il colore del suo man facilmente ai denti, allorquando lo si mastica.
tello è in generale il rosso marrone più carico In generale il castoreo del Canadà, o castoreo
nelle parti superiori del corpo di quello che inglese, è meno stimato di uello di Siberia,
nelle inferiori. Ma un tal colore varia a secon che ci perviene per la via i Danzica, e del
da degli individui. Talvolta impallidisce fino quale si fa principalmente uso nelle nostre far
al giallo grigio, e può aumentare in intensità macre.
dal bruno fino al nero. É fornito di un pelo L’ analisi chimica fece sCoprire nel casto
spessissimo per tutto il corpo, meno folto pe reo, che può esser solubile nell’acqua, ma mol-,.
rò alla testa e sulle zampe -, al muso ha dei for to più nell’ alcool, un olio volatile, della cole
ti mustacchi. sterina, dell’albumina e dell’ osmazoma; un
La carne del castoro la quale, quando sia po’ di resina dell’acido benzoico, dei sali a
arrostita, si avvicina molto, in quanto al sapo base di calce, di potassa, di magnesia, (1’ am
re, a quella di bue, spira un odor forte, è dura moniaca; del muco animale, ed una materia
e grassa per cui riesce difficile a dirigersi. I particolare , nè acida nè alcalina, alla quale
Canadesi impertanto la mangiano volentieri, e izio diede il nome di castorina.
se essi danno continuamente la caccia a questo Riscontrasi nel castoreo la maggior parte
animale, egli è per servirsi dalla sua bella pel delle proprietà che possede il musco, mede
liccia, e del prodotto secretorio delle sue glan‘ simamente agendo, ma con minore energia,
dole prepuziali, usato frequeg_tgg_ngnte in me. sulla proprietà vitale del sistema nervoso, e
dicina. ’ ' tutti i pratici lo riguardano come operativo su.
Questa sostanza , di colore giallastra, di questo sistema una azione apertamente calman
consistenza sciropposa, di odore penetrante te, nel tempo stesso che reca in tutta l’ econo
fetido, quando sia tratta dall’ animale appena mia certo grado di eccitamento. Nondimeno
ucciso, vien secreta da tre paia di glandole si non ottiensi rimarcabile effetto che in for
tuate nel castoro sotto della pelle dell’addomi tissima
cinque adose dieci
, nella
grani.piccola
Le proprietà
quantità eccitan
cioè
ne, tra 1’ origine della coda e le parti posterio
ri delle cosce. Queste glandole lo versano in di siffatto medicamento sono poco sensibili,
due grandi serbatoi, specie di vescichette pi sviluppandosi solo un dolce calore nello sto
riformi, l’una all’altra addossate, dotate di sot maco 5 alla dose di una dramma, di due ed
tili pareti, solcate all’ esterno, e conformate oltre, accresce evidentemente le forze ed il ca
internamente a guisa di cellule, poste al di lore, e fa più attiva la frequenza e la vivacità
- sopra di queste glandole nella specie di basa 0 del polso.
ANA'T’O'MIA‘. .'.1 149
'01 Non è questa la sola'pa'rte del castoro; che delle:febbii|adihmificheg e finalmente, in tutte
sia stata proposta come medicamento. Il suo ellel circostanze in cui un tempo usavansi
grasso, quello specialmente “che '-tnovasif imvi» gli ale'ss‘iterl ed in ispecie il muschio. Fu' pure‘
cinànzmalle"glandole prepuziali, Îvénne 'raCco-i GQI}SÌgIÌQÌOÌI:Q|QSIQOIEO nella'rabbia, nella sciati-_
mandato come. ammollienùé, addolcente ’edîuti4 ca, gotta, scorbuto,’ blenhorrea, vermi, ed infar'a
lissimb'per frizioni, nei dolori e nella-paralisi. ti. della milza. îLawsua{atintura adoperata per
L’ olio estqàttp dalla rcoda,edicel Merat , ed u'sa+ uso esternò:sembnòtoinar utile nella prurigi
t0 qual cosmetico dagli abitanti del-Canada, ne e nellaftiriàsi; introdottane'lcanale auri-ì
godette pure fama ’di' antisterico, ed adtie’pileb colare un‘po’ di bambagia bagnata di questo
tico. La pelle,i peli, il sangue, 1’ brina, e Per? liquido, dicesivche si calmàróno degli ins'op
fino i dènti di questo animale’furono posti tra p01tàbili susurri e:tinniti d’ orecchio. .
le sostamie medicamentose; madidutti|questi f IlÎcastoredsi;somininistra in polvere, sotto
preteai@imèdi non è rimasto che il esstox‘eoì, forma-idi pillole, di boli, di tavolette, o sospeso
al quale non si possono negare importanti pro in -.co'nveriipnte veiòolo, alla dose di dieci a
prietà medicinali. trenta grani per volta, che si può elevare fino
Questo medicamento è particolarmente in a quella di tre dramme ed anche più, per una
dicato nelle convulsioni, nelle palpitazioni di o due-volte nello spazio di 24 ore. Combinasi
cuore, nel singhiozzo convulsivo, nell’isterismo, spesso ad altri medicamenti, quali 1’ oppio , la
ed in generale in tutte quelle affezioni, le quali canfora, il succino, la valeriana , 1’ assa fetida.
dipender possono da uno sconcerto delle l'ub .lL'a tintura si prepara coll’ alcool o coll’ etere ;
zioni dell’utero, nell’ amenorrea quindi, nella essa è molto difi'usibile; ordinariamente la sua
leucorrea e nella soppressione dei lochi. Può dose è dalle trenta alle sessanta gocce; e si
venir pure dato con vantaggio nell’ ipocondria, porge sia sovra un pezzetto di zucchero, sia in
nell’ epilessia ed in altre nevrosi ; nelle nervose una Pozione opportuna, od infine per clistere.
complicazioni ad altre malattie, a quelle del Il castoreo entra pure nella composizione di
petto in ispecialità ; nelle difficili eruzioni cui una folla di medicamenti ritenuti come an
taneo, nella febbre.lrental maligna , nelle febbri tispasmodici,. uali sono le pillole di Fuller ,
tifoidee, ,Che;si. sviluppano nelle,carceri, sopra quelle di cinòg ossa, la teriaca, 1’ acqua epileti
i uccelli Q‘JJGEJÌ ospedalii'nell’ulti‘mo periodo ca, la pozione ‘antisterica, ecc. -
5--‘ ' ‘î ‘ ’- 1: ‘.. .-.- wv. 0329n'. _ _ .,_
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8Arteria coronaria siuperiore..È-' g Ramo delle
li. .""-‘.tl'yj' 1 |' i » glandelé labialil -- 10 Ramo pel setto delle
arare dellafaqcîfl ' fosse nasali. _- 1 1 Arteria nasale laterale. -
‘ .|: " _| 'r 1‘. } [7
12 Rami nasali 'che vanno ad anaàtomizzarsi con
(Tavola fig. 1, secondq.’rmuamm) _ quelli del lato destro. -'- 13 Rami per la palpe
. . ‘ '. t .. l bra inferiore. - 14 Ramo palpebrale. - 15 Ar
_, Spiegazione dellafigura, ._..x.l . teria, trasversa della faccia. - 16 Rami dell’ ar
teria. precedente péi muscoli zigomatici. -
1 Ramo dell’ arteria. sotto mentale si 1 7 Ramo per la palpebra inferiore-1 8 Rami del
distribuisce al mento.- 2 , Arteria labiale, o l’arteria sottorbitale. -.-V 19 Arteria temporale
mascellare interna.- 3 Ramo che l’arteria pre superficiale. -‘ - 20, 20 Rami dell’ arteria prece
cedente manda al muscolo» buccinatore. -‘- dente pelle palpebre.- 21 Ramo temporale
4 Anast_om_osi colla submentale. -- 5 Ramo pel anteriore-22, 22 Rami dell’arteria prece
muscolo buccinatore.-6 Altro ramo peri mu dente che si distribuiscono per la fronte. -
scoli angolari delle labbra, e pel quadrato del 23 Ramo che si porta alla sommità della testa.-‘
mento. -- 7 Arteria coronaria inferiore. -‘ 24 Ramo dorsale del naso proveniente dall’oftal
Med. Pili. T.I. . 20
150 LA MEDICINA PITTORESCA
mica.- 25 Ramo cutaneo per la palpebra su so. - 37 Arterie sottorbitale.'che sorte dal fo
periore.-26 Ramo cutaneo per la palpebra rame dell’ istesso nome, e si anastomizza colle
inferiore. - 27 Rami dell’arteria frontale) che
arterie coronarie superiori, bolla trasversa del
si distribuiscono alla pelle della palpebra.àupe
la faccia e la laterale del naso.-38 Ramodeh
riore.- 28 Arteria frontale. -«29 Porzionel’ arteria lagrimale che traversa 1’ osso dello zi
del muscolo quadrato del mento.-+ 30 Ramo goma. -f'- 39 Arterie oftalmica._ 4o Arterie. pal
dell’ arteria sottomentale che va al mento. - pebrale superiore. ‘- 4x. Arterie palpebral'e in
31 Ramo dell’arteria dentale inferi0re che sorte feriore.- 42 Arteria.dòrsale del naso.- 43 Ra
dal forame del mento e si anastoririzzacoll’ar mo. dell’ arteria lagriinale per la palpebra su
teria coronaria inferiore e la sdttomentalè.» periore Ramo della medesima arteria per
32 Arteria labiale.-33 Artèria duronariz’r‘inferio: a palpebra inferiore. -è- 45 Arteria sottorbita
re. -34 Arteria coronaria superiore. --35 Ar le. --_ 46 Ramo ascendente dell’ arteria precee
teria nasale laterale. --4 36 Bam’o' dell’arteria dente. -14'7 4'7 Rami dell’ arteria temperate.
precedente che si distribuisce all’apiice: del naà \' .
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venienti dall’ Africa: fa però ec_cezi0ne"a ‘(Îùef
Il dragoncello o verme di illeciti/zar,{a .

!' . sta regola 1’ isola di Gurassab, impercechè, se
condo Dam'pier, ;ne' vengono in questa attaccati
(Tavola XIX, fig. 2, secondo Baeirsiza.l indistintamente i bianchi ed i negri; Se00ndo
Bremser , questo verme non solo incomoda
Il dragoncello, che si conosce pure sotto.;i,. gli__indigeni del paese in che trovasi, ma anco
nomi di verme di Medina , verme di Guinea, ra i forestieri che vi pervengono di qualunque
fa parte di un genere di vermi intestinali chia-î nazione essi sieno. Non si è giammai prodotto
mato da Mullerfilarr'a, imperocchè rassomiglizi spontaneamente in Europa, ma si è osservato,
110 nella lor forma ad un filo 0 ad una corda di più di una volta che gli Europei lo trasporta
violino, terminata in punta alle due estremità. rono dal paese in cui esso abita.
Questa specie, la più celebre di tutte quelle del Gli antichi non vanno punto d’ accordo in
genere, non si rinviene in tutte le contrade, nè torno_ l’origine del dragoncello: essi hanno del
in tutte le parti del globo: la zona torrida le opinioni molto singolari sulla sua natura. Gli
( Kunsemmuller) sembra esserne la ‘.vera patria: uni (Ambrogio Parco, Aldrovar_rdo, Montano)
nondimeno non si ritrova in tutti-i p'aesi situa lo risguardano come un tumore, un ascesso
ti tra i tropici. Questo verme ò cpir‘rurrissini0 proveniente da un sangue acre ;, ‘gli altri pen
nell’ Arabia Petrea, sulle'rive del golfo ,Persi« sano 'è'ssiére un’àpdsterna prodotta dall’inspessi
co, del mar Caspio, del ‘Ga.nge,flell’ Alto' Egit mento del sangue, una vena allungata, una so
to, in Abissinia, e su tutta’la 'cpsta della Gui-_ stanza nervosa corrotta,“del tessuto cellulare
nea, principalmente a Corman'zia e ad Apa_u. mortificato. La maggior parte però dei medici
Al Senegal, a Gabon ed alle Indie Orientali re e dei’n_àturalisti,i quali ebbero'l’ occasi0nè di
gnain' un modo endemico; e più (1’ dita fiata os_seyrvar“qnesto verme, assicurano eSSere un a»
fu veduta la metà della _ opolazio'n‘e di certi nir'nale vivente, , 'che‘ svolge'si 'spontaneapaeflte
villaggi andarne presa, particolarmente nei mesi néll’ economia animale alla guisafstèssà degli
di novembre, dicembre e gennaio. Sembra in altri vermi 'intèst'inalia’ln generale, la sua orb
oltre che questo verme si sviluppi piuttosto in gine 'noryp'uò essere ancora esattamente preèì*
una che in un’ altra annata (Sloan_e), e si mol sata. Parecchi attribuiscono la sua 'l’orn'razion‘e
tiplichi quanto maggiore è il caldo (Koempfer). alla cattiva qualità dell’ acqua, 'all_’ uso "del vi ho
PATOLOGIA 15!
di palma, del frumento, del pane che gli India cole vescichette, le quali eccitano' dei vivissi
ni chiamano Icaulriens, ad uno smodato eserci mi pruriti nel luogo, ove l’ animale fora la pel«
zio degli organi della generazione, ai venti,alla le. Infine questo dolore si fa continuo.La parte
rugiada. Mercuriale crede che lo si acquisti affetta si g0nfia straordinariamente, s"infiamma'
mangiando delle cavallette. Alcuni ritengono e suppura. Appena succede questo fenomeno,
questa malattia come contagiosa, e Lind consi si distingue la testa‘0 il muso del verme; tal-a
glia agli Europei, di non trattare inegri che volta non appare se non quando l’infiamma
nelvanno affetti. ' zione è quasigiùntav al suo termine, tal altra
Il dragoncello ( Filaria medinensis, Gmel. invece la parte al disotto della quale esso si
Gordius medinensis, Linn.) che noi abbiam mostra, gonfiasiìe co'nformasi'in una specie' di
fatto rappresentare a, sur un disegno di sacco pieno di'un'liquido trasparente. In altre
Rudolphi, tolto dal naturale, èdi un color bian circostanze non si riscontra in questo sito che
castro, e quasi di un’ eguale grossezza dapper una durezza senza grande infiammazione. Se il
tutto, tranne alla sua estremità posteriore che verme è posto al disotto d’ una articolazione ,
è più sottile e un po’ curva.î La Sua testa è quando si estende, ad esempio, dalla coscia
provveduta di una piccola tromba (Kampfer) , alla gamba, passando sopra il ginocchio, imo
che, esaminata col microscopio, pare, per quel vimenti dell’ articolazione divengono dolorosi,
che dicesi, esser formata da iccoli peli. La sua ed anche impossibili. Tali sono i principali ac
lunghezza sembra molto variabile, dacchè gli cidenti che succedono allorché questo verme
autori da due piedi la fanno giungere fino a cerca di procurarsi un passaggio all’ esterno.
parecchie aune (Trans. filosq/Î, 1x, n.° 225 ). Trattamento. Quando dopo due o tre gior
D’ ordinario soggiorna questo verme nel tessu ni, il liquido si è accumulato nella pustola,
to cellulare sottocutaneo : rinviensi il più di questa si rompe sovente da sé stessa; ma or
sovente alle estremità superiori e particolar dinariamente conviene aprirla colla lancetta.
mente in‘fei‘iori attortigliato intorno i malleoli ‘, Ne sorte allora un pus sanguinolento , od una
le altre parti del corpo non ne van-no per altro materia icorosa scioltissima, e l’estremità ce
esenti, Koempfer lo estrasse vivo due volte falica del verme e due o tre pollici del suo
dallo scroto; Parco lo trovò alla testa, sul collo, corpo appariscono fuori contemporaneamente.
al tronco. Sovente si è pure manifestato alle Si prende in tal caso la testa e con molta pre
braccia, alle cosce ed al opiite. cauzione si esercitano sovra essa delle lente
Diagnosi. Sintomi. Secondo Gallandat, che trazioni. Operando per questa guisa se ne fa
è» uno degli autori che meglio hanno Iscritto sovente sortire diversi pollici; ma se il verme
sull’ argomento, non appena nei paesi in cui n0n cede facilmente, non si deve usar troppa
questo verme abitualmente riscontrasi, qualcu forza, pemiocchè lo si potrebbe lacerare , ed
no si legna di un incomodo prurito in una allora la malattia.diverrebbe più lunga e com
parte qualunque del corpo specialmente ai pie plicata, potendo questo accidente dar origine
di, vicino ai malleoli, si può già pre5umere a delle fistole di assai difficile guarigione. Non
l’ esistenza del verme di Medina, tanto più se sono rari i casi, che ne sia succeduta per una
si formi un tumore, che assuma tutti i caratte simile rottura la gangrena ed anche la morte.
ri d’ un foruncolo. Talvolta resta nascosto nel La porzione estratta si rotola attorno ad un
corpo per un certo tempo senza produrre il piccolo cilindro di tela , od anche listerella
ben che menomo disturbo; il malato prova sottile di legno, e poscia la si fissa al disopra
tutto al più la sensazione di un animale che va del sito sia con cerotti adesivi , sia mediante
serpeggiando sotto la pelle ; ma quando il ver una compressa. Il consiglio in generale da se
me è li per sortire, aggiunge Bremser, soven guirsi si è quello di non fare più di due o tre
te senza la precedenza di alcun accidente, ma lente trazioni per giorno, fino a che il verme
nifestasi una pustola nel sito, per la quale vuo sia interamente sortito. Si può anche serrare
le aprirsi una strada , parecchi giorni innanzi la parte del verme che si presenta, fra la fes
la formazione di questo tumore, il malato pro sura di un pezzetto di legno, ed esercitare
va un mal essere generale, della cefalalgia, del quindi delle trazioni ora sull’ una ora sull’altra
la cardialgia, delle nausee, ed un vivo dolore, metà del corpo dell’ animale: questo è il meto
che per uno o due giorni prima, si avea fatto do adoperato dai medici indiani.
sentire presso il luogo, donde il verme deve Questi due metodi di trattamento sempli
uscire. Nel tempo stesso si formano delle pic cissimi, corrispondono nella maggior parte dei
152 LA MEDICINA PITTORESCA
casi ordinari, per ottenere la sortita del ver pajà; Questo serpente, dice IppolfClocjuet, ha la
me, e non si ha bisogno di usare medicamenti testa cordiforme, più larga del restante del corpo,
nè internamente nè esternamente 5 ma quando vestita di scaglie, un po’ allungata, depressa, lieve
il verme è sito in parti molto muscolose, quan mente assóttigliata verso il muso, che è ottuso, ri
do, prima della sua comparsa, abbiagià susai coperto da sei squame, in due delle quali segnate
tato una forte infiammazione ' con tumore e da una macchia nerastra, si aprono i ori delle na
dolore ; quando non cede alle trazioni, quando rici. Un’ altra macchia dell’ istessa tinta esiste su
infine si sia lacerato, i soccorsi della medicina ciascuno de’suoi occhi e si dirigein cima oblique
divengono necessari. Allora," siccome pratica verso la base delle mandibole al lato del collo, men
no i medici arabi, e molti altri-stranieri, con tre se ne osserva un’altra circoscritta e. circondata
vieu ricorrere, a seconda delle circostanze, alle di un’ areolagrigia, occupare lo spazio che vi ha
fomentazioni calde, ai cataplasmi- ammollienti ', tra gli occhi, ove si riscontra pure una gran squa
ai salassi, ai purganti, all’ uso dell’aloe inter ma esagonale, con due altre adiacenti di forma
namente od esternamente, ali‘umo‘ di tabacco , oblunga. ‘ ‘ ' =’ -- .'|‘f -
al liquore di Wànswieten, (Gallandat) al lau La mandibola inferiore della: vipera comune,
dano liquido con l’aggiunta di un po’ d’olio, ecc. sotto la quale esistono duegrandi ìsquanie ovali,
oblunge, guarnite sui lati di scaglie, è.gillltlStlî;
l’orlo della.suPeridre è bianco, picchettat'o di nero,
STORIA NATURALE ed i labbri son.vestiti da piccole lamine liscie. La;
parte Posteriore'della testa3i allarga, ed è' còperta
DELLA VIPEBA comune. di piccole scagliel‘esag'onali, che si prolungano fino
dietro agli occhi che sono piccoli_e vivissimi. La
La vipera comune ( Coluberberus, L. ) Sua lingua, biforcuta, ora nera, ora grigia, che può
prendere un grande allungamento; e terminata in
(Tavola XIX, fig. 3, dietro le Lezioni di due linguette acute, ’che le danno la figura di un
medicina legale di’0nrma. ) " ’ doppio dardo, è non solamente molle; ma sibbene
incapace di produrre delle ferite pericolose, o di.
La vipera comune, tanto piccola, tanto debole lanciare un veleno mortale, come generalmente si
in apparenza, quanto pericolosa pel suo veleno, e crede dal volgo. Nonè pbi‘così degli uncini dei
sparsa generalmente ne’ siti boschivi, montuosi, quali va armata la gola di questo serpe; lunghissi
pietrósi di tutta l’Europa temperata e meridionale, mi in proporzione degli altri denti, che sono in un.
in Francia, in Italia, nelle Isole Britanniche, in Ger-‘ mero di ventotto sulle branche ìpalafine,'e di venti-3
mania, in Prussia, Polonia, Svezia, e perfino in quattro Sulle marginali della mascella inferiore ',
Siberia ed in Norvegia. Abita dessa sui ciglioni del queSti uncini, dei quali non si rinviene traccia al
le rupi, le sabbie e le macchieesposte al sole. La cuna nella, mascella inferior;e,.sonb sempre molto
sua' totale lunghezza’è ordinariamente di due piedi, acuti, e forniti di un piccolo ca;naletto destinato, a
ed il suo corpo, che è grosso nel mezzo un pollice dar sortita ad‘un' liqu’or velenoso. secreto da una
circa, ha un color bruno od un grigio cinereo, oli gland'ola comglobata di un volume considerabile, la
vastro. Cominciando dalla nuca ed arrivando" fino quale è posta, come nelle altre vipere .«e serpenti
alla coda porta questo rettile lungo il dorso’una stri velenosi, sui lati di ciascuna branca della mascella
scia nerastra,’ composta di macchie dello stesso co superiore posteriormente all’orbita, e quasi imme
lore di forma irregolare, le quali riunendosi le une diatamente sotto la pelle. Questa glandola è traver«
alle altre, in parecchi siti, raffigurano benissimo seta dall’ innanzi all’indietro, esternamente ed in
una catena dentata in zig-zag. Le medesime mac feriormente, da due: muscoli destinati da ciascun
chie, ma di minor dimensione, e simmetricamente latoad abbassare le ossa' sopramascellari, e a rad
spaziate, osservansi su ciascun lato_del suo Corpo, drizzare gli uncini di cui parliamo, in guisa che
ed un gran numero di smglié coprono la testa ed il contribuendo a chiudere la gola dell’animale, questi
dorso di questo animale. Il ventre ed il dissotto muscoli comprimono l’organo secernente il veleno,
della coda è coperto di squame di color ardesia. il quale, dopo esser uscito dal canal escretore, ar
Le squame addominali in numero di cento quaran riva alla base del dente ricurvo, traversa la guaina
ta o di cento settanta, sette sono semplicigle cattdali che 1’ involge, ed entra nella sua cavità per una fen
di un nero tendente al cilestro; più piccole e più pal ditura situata alla base.
lide sui loro margini di quello chele precedenti Sono Stille da qui lungo la scanalatura dei denti, en
disposte su due file, ed in numero di trenta nove tra poscia per lo forame che è presso la lor punta,
STORIA NATURALE 153.
per penetrare in seguito nella nior'sicatura. Questo' la ferita, sia mediante il ferrb rovente, il nitrato
veleno riesce in generale tanto più pericoloso, quan d’argento o la Pietra caustica, sia mediante il butir
to più l’aniuflale è irritato, quanto più lungo è il ro d’antimonio, 1’ olio di vetriolo, 1’ olio bollente o
tempo da che ha morsicato, o quanto è più vicina la moxa: questo è il mezzo più sicuro non solo di
alla testa al cuore, alle vie aeree la parte morsi0ata. impedire che il veleno penetri profondamente, ma
Le morsicatura fatte al cpllo,per e5empio,sono mol di distruggere pure gli effetti del suo assorbimento.
lo più pericolose che quelle fatte ai membri, e ciò Se dopo aver adoperato uno di questi caustici, non
a motivo della vicinanza della laringe, della farin« si calmasSero gli accidenti, si allarga la ferita con
ge, dei nervi pneum'ò-gaàtrici "e della‘moltiplicità un bistori, e la si cauterizza di bel nuovo, ma an
deiîvasiîassorbenti e dei gangli linfatici che vi si cor più profondamente della prima volta. Fatto ciò,
trovano» frn»o . “a si pone sulle parti intormei1tite, vicine al sito mor
La vipera, il più velenoso di tutti i rettili del sicato, un miscuglio preparato con dueparti di Olio,
l’Europa, è, non v’ha dubbio,quellola cui morsica ed una d’amaioniaca liquida; Allorquando gli acci
tura torna più pericolosa e per gli animali e per denti si sono ammansati, si leva questo caustico e
gli uomini,per quelli in ispecialità che sono deboli, si sostituisce un pannolino inzuppato d’olio d’ oli
e per conseguenza più suscettibili. di spavento. Die va, col quale Si va di tratto in tratto fregando la
tro la sua morsicatura succedono degli a‘ccide'nti di parte morsicata, non trascurando però di aggiu
maggiore o minor gravezza, talvolta anche può av gnere a quest’olio qualche goccia d’ammoniaca : fi
venire la morte: a giusta ragione quindi inspirò nalmente, quando è tolto ogni pericolo, si medica'
questo rettile in tutti i tempi del timore, ed un or la ferita con della filacicca, alla guisa delle piaghe
rore quasi invincibile. Ecco, secondo 1’ ordine col semplici. ’
quale succedono, i-principali fenomeni che appale Subito dopo l’accidente, e nel tempo stesso che
sansi in chi venne morsicato da questo rettile. si pone in pratica il trattamento esterno, il solo
Un acuto dolore, preceduto da un senso (1’ in che, fino al presente, abbia veramente corrisposto,
torpidimento, si fa ben tosto sentire al sito deliri si farà prendere al malato un bicchiere d’ infusion
morsicatura, che si gonfia, divien rosso e poi livido. di sambuco, o di foglie d’ arancio, a cui siensi ag
Il gonfiore si propaga alle parti vicine, ed il ferito giunte sei od otto gocce d’ammoniaca : questa be
prova un tremor generale, delle sincopi, delle nau vanda sarà rinovata ogni due ore, contemporanea
see, dei vomiti, dei sudori freddi, dei moti convul mente si procurerà all’ammalato un letto ben co
Sîvi, del delirio, e talvolta dei dolori verso la re perto. Se insorgessero dei vomiti biliosi o l’itteri
gione ombellicale : il polso diventa frequente, irre zie si somministrerà l’ ipecacuana o il tartaro eme
golare. Se il male è estremo, la ferita passa alla tico. - Che se la gangrena facesse dei progressi, si
gangrena, scola una sanie ictida, rossastra,gli sfinte darà alla dose di tre o quattro bicchieri per giorno,
ri si rilasciano, e l’ individuo può soccombere per un decotto di china co'ntusa, preparato con ’quattro
questi accidenti. D’ ordinario però i sintomi non oncie di questa sostanza, bollita per mezza ora
presentano tanta intensità, e, quand’anche l’amma incirca in un litro d’acqua, a cui si aggiungerà mez
lato rati abbandonato a sè stesso non ha luogo la za oncia d’idroclorato d’ ammoniaca e due pizzichi
morte : talvolta in sifatta circostanza manifestasi di fiori di camomilla. Se al contrario la malattia di
un’ itterizia universale, il più di sovente parziale, minuisce nell’ intensità, ed il ferito fosse presso alla
con dei di generale irritazione, febbre, ansie convalescenza, non si concederà nei primi giorni
là, cc. ec.i quali accidenti durano per più giorni, alcun alimento solido, e si permetteranno soltanto
ed anche per più settimane ', ma dopo un certo las due o tre leggerissime zuppe.
so di tempo tutto si riordina, e l’ammalato guarisce. Qualora la morsicatura non avesse occasionale
Trattamento. Il trattamento tanto per la mor che una lieve malattia, il gonfiore fosse poco consi
sicatura della vipera, che per quella in generale di derabile,ed il malato non provasse nè conati al vomi
tutti i serpenti velenosi, consistere deve, immedia to, nè sfinimenti, la cura si limiterà a versare per
tamente, per quanto lo si può, nella applicazione di entro la ferita, dopo averne aperti con diligen
una legatura al di sopra del sito morsicato, coll’ at za i margini, una o due gocce d’alcali volatile, e di
tenzione però di non stringerla troppo, affine di evi coprirla con una compressa inumidita collo stesso
tar la gangrena, che potrebbe determinare una trop alcali, e mantenuta in sito mediante apposita fascia
po forte compressione. Pescia si applica una vento tura: sulle parti vicine alla morsicatura si pratiche
sa Sulla ferita, della quale in pria si avranno scari ranno poscia delle leggere frizioni con olio tepido
-ficate le labbra, e, dopo aver ottenuto il propostosi di oliva, mantenendovi sopra un pannolino inzu
effetto, la si toglie, e si cauterizza profondamente pato nello stesso liquido. Finalmente, si farà bere
1 54 LA MEDICINA PITTORESCA
ogni due ore all’ammalato un bicchiere d’acqua di nella sua parte inferiore da macchie fpurpul'ee,
foglie d’arancio, in cui siensi versate alcune goc specialmente quando la pianta è ancor giovine.
ce d’ alcali volatile. (Orfila, Tossicologia gener. Le foglie grandi, alterne, un po’molli, sono bi
t. n, 557.) pennate, a piccole foglioline ovali, incise ed
Gli antichi preconizzavano l’uso della vipera e acute, d’ un verde scuro, un po’ lucenti al di
delle diverse com osizioni di cui faceva parte, non sotto e molto simili a quelle del petroselin0
solo contro una olla di malattie, quali la lepre, le selvaggio. I fiori (5) son bianchi, disposti in
scrofole, 1’ impetiggine, la scabbia, ma ancora qua] grandi ombrellé, con un involucro a tre o cin
mezzo proprio a neutralizzare qualunque specie que foglioline unilaterali ; il frutto (6), che a
di veleno, e qual preservativo delle febbri maligne queste succede, corto, ovale, un po’ globoso ,
epestilenziali. Fu perciò che il grasso, il vino, la si divide in due sementi , convesse esterna
gelatina, il sa] volatile, la polvere, che entrava nella mente, ed aventi su ciascuna metà laterale cin
composizione-della teriaca e dell’ orvietano, lo sci que coste sporgenti e tubercolose.
roppo ed i trochisci della vipera godettero per lun Il Conium maculatum, cosi denominato a
go tempo di una grande riputazione. Questi medi motivo delle macchie purpuree che si osserva
camenti ai quali attribuivasi la proprietà (1’ accele no sul suo fusto, e talvolta pure sulle sue fo
rare la circolazione, nel tempo stesso che scioglie glie inferiori, spande, allorché si sfregano tra
vano, si diceva, le concrezioni linfatiche, sono in le dita, un odore nauseoso fetido, che si para
teramente dimenticati La carne impertanto di gonò a quello dell’ orina di un gatto, o meglio
questo rettile si usa per far dei brodi risguardati ancora a quello del rame giallo riscaldato fra le
generalmente come cordiali, depurativi, alessifar mani. Questo odore, capace di produrre una
maci, e che si possono adoperare con qualche van specie di narcotismo, quando lo si inspiri er
taggio nei casi di consunzione, di scorbuto e di lungo tempo, è molto più manifesto, allorche la
sifilide inveterata. pianta è secca ed intera, che contusa e recen
te. Sembra pure che il clima abbia una grande
influenza sulle proprietà di questa cicnta : in
fatti, quanto più quello è caldo, tanto più que
TERAPEUTICA. ste sono energiche, perciò la cicuta maggiore
che cresce nelle provincie meridionali, è mol
DELLA CICUTA MAGGIORE to più attiva che quella delle aitre_contrade, e
quindi in Ispagna, in Italia ed in Grecia che
E del suo uso terapeutico. questa pianta arriva a godere di tutta l’energia,
di cui è suscettibile. La cicuta maggiore ha in
(Tavola XIX fig. 4 porzione del fusto della oltre un sapore amaro disaggradevole, e l’aere
pianta,- 5 il fiore,--6 il frutto,- 7 ibid. in dine di tutte le sue parti, ed in ispecialità del
grandito, -- 8 ibid. tagliato orizzontalmen la radice, che, allorquando si mastida , eccita
te, ---9 metà del frutto tagliato per la sua rapidamente il gonfiore e l’ infiammazione della
lunghezza, - 10 embrione, dietro le Lezio lingua, sono un indizio certo delle sue qualità
ni di med. legale di Canna.) deleterie. '
Le foglie fresche della cicuta maggiore fornisco
La cicuta maggiore, la cicuta officinale (Co no infatti ad una certa epoca dell’ anno un succo,
nium maculatum, Linn. ; cicuta major oflic.) è dotato di energiche proprietà velenose, proprietà,
una pianta biennale, che cresce appo noi nei che, ad un grado bensì minore, possiede pure quel
luoghi incolti, le terre aride, lungo le siepi ed lo delle radici. In generale l’avvelenamento prodot
i casolari. Trovasi pure nella maggior parte del to da questa pianta, è più raro di quello occasiona
1’ Europa particolarmente al mezzo giorno, nel to per la cicuta virosa, e dietro le numerose spe
Peloponneso, tra Atene e Megara ; ella vegeta rienze di Orfila il Conium maculatum non fu cau
pure nei circondari di Vienna. La sua radice sa di morte che in piccol numero di casi. Questa
lunga dagli otto ai dieci pollici circa, è bianca, pianta ha un’azione sul cervello, o su qualche altra
napiforme, allungata, della grossezza di un di parte del sistema nervoso, e suscita il più (1’ ordi
to, e contiene nel primo anno un succo bianco, nario l’ infiammazione dello stomaco. I principali
che si perde nel secondo. Il suo stelo (4) cilin sintomi di tal avvelenamento sono i seguenti : agi
drico, ramoso, glabro, alto da tre in quattro tazione, grida acute, delirio più o meno gajo, moti
piedi è cavo, di un verde chiaro, e segnato convulsivi dei muscoli della faccia, delle mascelle, e
TERAPEUTICA 155

dei membri; pupille dilatate , contratte, o nello e poscia sovra sè stesso prendendone il succo
stato naturale; polso forte, frequente irregolare; inspessito. Convinto che somministrata conve
dolori più o meno acuti all’ epigastrio, e per le di nientemente poteva questa pianta non tornare
verse parti dell’addome: nausee, vomiti ostinati, pericolosa, la diede nelle malattie cutanee ,
deiezioni alvine ; talvolta, in luogo di una grande negli ingorghi scirrosi e negli ascessi cronici
agitazione, si osserva una specie di ebbrezza, un della pelle. Nel primo lavoro che Stoerck pub
sommo abbattimento, dell’ insensibilità, con gene blicò su questo soggetto riferisce venti osser
rale tremore, nè i malati provano alcun conato al vazioni intorno l’ uso delle pillole preparate
v0mito. Iprincipali sussidi che si devono porre in coll’ estratto di cicuta, per la guarigione d’ in
pratica per combattere gli accidenti di cui abbiam gorghi scirrosi, d’ ascessi cronici , d’ ulceri di
fatto parola, sono: ivomiti ouscitfitl specialmente cattiva indole, ed, in altre opere, venne poi a
mezzi meccanici, o pel tartaro ermetico, nel confermare novellamente l’ efficacia di questa
primo istante innanzi che l’infiammazione abbia sostanza nel cancro, nella rachitide, nella carie,
aggiunto un certo grado ; un salasso praticato alla nelle cachessie, ecc. ecc. ‘( Delens e Merat,
giugulare, se dopo l’espulsione della sostanza vele Diz. di materia med. ). D’ allora in poi i pratici
nosa, si manifestassero dei segni di congestione ce si accinsero da tutte parti ad impiegare la ci
rebrale; l’uso di bevande acidule, e principalmente cuta, ma con successi differenti, i quali pro
dell’acqua con aceto,“a piccole dosi e ripetute di babilmente dipendevano o dalla natura del me
sovente : l’uso pure d’ infusioni e di decozioni ad dicamento stesso , o dal modo con cui era
dolcenti, l’applicazione di alcune sanguisughe sul preparato, o finalmente delle circostanze in cui
l’addbme, qualora mediante gli accennati soccorsi era stato amministrato. Gli effetti prodotti da
terapeutici, si fosse giunti a far cessarei sintomi questo medicamento furono portati all’ esage
nervòsi. razione, e gli si attribuirono delle qualità emi
. Brandes, al quale è dovuta.la più recente ana nenti, straordinarie, ma bentosto perdettc la
lisi della cicuta maggiore, ha trovato composto que sua riputazione, la quale, anche oggidi è mol
sto vegetabile di un olio volatile odor0sissimo, di to decaduta, ad onta che si faccia ancor uso di
dbumina, diîresina, di materie coloranti, di sale questo rimedio in un gran numero di malattie
alcalino, e dinna- materia alcalina particolare, da tanto del sistema linfatico che del nervoso.
lui distinta col nomadi cicutina o chneina, nella Il cancro occulto o 1’ ingorgo scirroso; delle
quale sembra risiedere essenzialmente il principio mammelle e delle altre glandole del corpo, co
viroso, che rende cosi deleteria questa pianta. Non me i testicoli ecc. è l’ affezione contro la quale
dimeno parecchi mammiferi, le capre ed intento si ha specialmente preconizzato 1’ uso della
ni,_ ad esempio, possono pa’scolarla'sènza inconve cicuta maggiore, e quella contro la quale si
niente. Certi uccelli e storni particolarmente si continua tuttora a prescriverla; ma i resultati
nutrono eziandio de’suoi semi; ma per l’ uomo e non furono sempre soddisfacenti ; si può anzi
gli altri animali questa pianta riesce un veleno pe soggiugnere che essi furono variabilissimi, ciò
ricolosissimo. che proveniva non v’ ha dubbio dalla gravezza
Malgrado le proprietà eminentemente tossiche e dalla natura stessa dell’affezione, contro cui
della cicuta maggiore, gli antichi non temetter0 di era stata somministrata questa pianta: si è pe
usarla come medicamento : così almeno rilevasi rò osservato che il suo uso torna più efficace
dalle opere di Ippocrate e di Galeno. Se si consul nei cancri della pelle, di quello che nelle glan
tino questi autori, vedesi che le radici, le foglie ed dole. Qual fondente negli ingorghi dei visceri
il succo di questa pianta, parti tutte considerate offre la cicuta ancor maggiori probabilità di
come addolcenti, calmanti, risolutive e disostruen« successo; cosi venne più di una volta data
ti, erano adoperate nei prolassi del retto, nei dolo con vantaggio negli infarti del fegato, del me
ri degli occhi, contro la gotta, il reumatismo, la senterio, dell’intero, ed anche dello stomaco;
sciatica, le differenti nevralgie, la risipola ed altri ma è specialmente nelle scrofolc od in altre
esantemi. Dietro l’ esempio degli antichi, volle malattie linfatiche, che questo medicamento
ro pure imoderni far servire questa specie di sembrò riuscire il più di sovente. (Merat, op.
cicuta al trattamento di parecchie malattie, e, cit.) L’ estratto di cicuta è pur stato sommini
verso il i 760, Antonio Stoerck, al quale andiam strato con vantaggio nelle nevralgie facciali
debitori di dottissime ricerche sull’ uso della anomale, negli spasmi, nelle sciatiche ostinate
digitale purpurea, sottomise pur questo vege non complicate ad imbarazzo gastrico, nelle
tabile a delle sperienze, in pria sugli animali idropisie delle articolazioni, nella tosse canina,
156 LA MEDICINA PITTORESCA
negli ingorghi lattei delle mammglle, ec. Parecchi riandone la dose e modo di amministrarla a
ostetrici ottennero pure dei buoni efl‘etti dall’ uso tenore degli individui e degli effetti che il me
della cicuta maggiore, unita alla valeriana, sull’ in dico si propone di produrre. Quando l’estratto
enza della febbre puerperale. Non è tornata di di cicuta viene prescritto nelle afl'ezioni nervo
minore utilità nelle leucorree, nelle gonorree, nelle se, nelle nevralgie acute,dolorosis'sime,fa_’d’uo
amaurosi dipendenti da qualche vizio venereo,scro po di seguitdsom'ministrarne la, 15, 20 grani
foloso od impetiginoso, nelle malattie cutanee pro nello spazio di 2.4 ore. Per lo contrario nelle
priamente dette, quali le impetigini, la tigna, la malattie del sistema linfatico, 'ove vuolsi otte.
scabbie retropulsa.Molte osservazioni provano egual nere un moderato eccitàmento, si dee subito
mente l’eflicacia del suo uso tanto esternamente che cominciare da‘picc'ole dosi, p. e. di 2 grani,
internamente in diverse affezioni sifilitidie, ribelli massime se l’ informo usi la cicala p‘er la pri
talune al trattamento mercuriale. Finalmente, ven ma volta; appresso e’ vuolsi accrescere suc
ne pure accordata alla cicuta una virtù sedativa, e cessivamente la quantità a tale di produrre
fu, senza dubbio per una simile proprietà, che Are certe modificazioni nelle proprietà vitali. La
teo ed un gran numero dei medici dell’ antichità, polvere di cicuta, che Cullen antepone ad ogni
l’usavano per calmare gli appetiti venerei. Secondo altro preparato ed al medesimo estratto, si pre.
san Girolamo i sacerdoti egizi si riducevano al para tanto colle foglie_tanto colla radice della
1’ impotenza bevendo tutti i giorni un po’di cicùta, pianta._ Si prescrive sotto forma pillolare il più
od una preparazione nella quale l’azione velenosa spesso, ovvero in un liquido di mezza dram
di questa pianta trovavasi mitigata. Tali opinioni ma al giorno, ma oggidi ‘è raro'l’yusd di lei.
degli antichi sembrano confermate dall’ uso che di L’ infuso, di cui fassi 'pui’e poco uso si appa
poi si è fatto della cicuta maggiore in certe nevrosi recchia con 2 once di foglie fresche ella pian
degli organi della generazione, la ninfomania, la ta per due libbre di acqua ; qualora si prescri
satiriasi: tuttavolta, secondo Stoerck ella può pro va il succo della cicuta maggiore, 1’ ordinaria
durre un effetto contrario, e Bergius parla di una dose, allo stato recente, sarà di 10 gocce a
impotenza guarita con questa pianta. mezz’oncia, ed anche più là. ’ " ‘
Per uso interno s’ impiega la cicuta mag La cicuta'mag'giore recente ed_appena in
giore sotto forma di estratto, pillole, infuso: cisa si usa con vantaggio esternamente ne’scir
puossi usare il succo fresco depurato, ma una ri, cancri, durezze mammillari causate dal lat
tal preparazione è poco adoperata; in generale te. Cotta’nell’acqùa o nell’olio-serve per gli
l’estratto ha la preferenza, il quale si disecca empiastri risolventi‘. Ella vale anche a- pnepa
al sole, all’ aria od alla stufa senza feltrare il rare infusioni o macerazioni vinose, acetose ,
succo della pianta istessa e senza estrarne la oleose e latticinose, le qpali servono di rimedi
materia feculenta. Siifatta preparazione supera topici in più malattie. nfine dessa fa parte
d’ assai tutte le usate fin oggi, e 1’ estratto per dell’ empiastm Diabotario, ed è" un'de’ preci-_
tal mezzo ottenuto, detto estratto collafe'cula, pui elementi delle pillole, ed in isPeaiàlità degli
possede tutte le possibili qualità. Sotto forma empiastri che portano il suo nome, di cui usa
pillolare la dose è di mezzo grano a due fino no 'largamente ichirurghinel trattamento de’ tu
ad una dramma, ed anche più al giorno, va. mori freddi ed indolenti. » ‘ '

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157

AlîA.T()DIIA

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ABTERIE gliati. 21, 21. Rami intercostali. 22, 22. Ramo


scelli toracici esterni, che attraversano. i mu
Arteria mammaria ( ToraciCainterna) ed Ar scoli intercostali. - 23, 23. Rami intercostali ,
teria intercostale superiore , delineata sul che si anastomizzano colle arterie intercostali
cadavere d’ un adulto. propriamente dette. -4 24. Tronco dell’ arteria
cervicale profonda, ed intercost_ale superiore ,
(Tavola XX, fig. 1 , secondo T1nnamsr.) che nasce dall’ arteria sottoclaveare. - 25. Ar
teria cervicale profonda.- 26. Arteria interco
Spiegazione dellafigura. stale superiore, che passa sotto la prima costa.
27. Rami dorsali, che attraversano i muscoli
1. Settima vertebra cervicale.- 2, 3,4, 5, 6. intercostali, e si dirigono verso i muscoli dor
La faccia anteriore del corpo delle cinque ver sali. - 28. Prima acteria intercostale.- 29, 29.
tebre prime dorsali. -- 7, 8,. g, 10. La prima, Ramo superiore ed inferiore dell’ arteria pre
la seconda, terza, arte costa. - 11. Lo ster cedente. -- 30. Seconda arteria intercostale. -
no.- 12, 13, 14.‘ e cartilagini delle coste. - 31, 31. Ramo superiore ed inferiore dell’ arte
15. L’ Arteria sottoclaveare. - 16. L’ Arteria ria precedente. - 32. Terza arteria intercosta
vertebrale-17. L’arteria mammaria interna. le, che nasce dall’ aorta. - 33. Ramo dorsale
1 8. Ramoscello, ch’ esce dal petto ne’ dintorni della medesima arteria. - 34. Ramo intercosta
della clavicola. -f 19, 19. Bamoscelli sternali. le propriamente detto.-35.Quarta arteria inter
20, 20. Ramoscelli sternali del lato sinistro, che costale. - 36. Ramo dorsale, e 37. Ramo inter
si anastomizzano co’ precedenti 5 essi sono ta costale della medesima arteria.

FASCIATUBE ED APPARECCHI DI MEDICAZIONE. l’uno e dall’altro lato, lasciando nel centro pn pie
no di quattro dita trasverse,locchè forma tre divi
Bendquio di Galeno ossia de’ poveri : ovvero sioni o tre parti a ciascuna delle estremità del pez
fron a della testa a sei capi : Bendaîgio fibbia» zo di tela, due laterali ed una nel mezzo, in tutto 6
to del prqfîBoyer,per la frattura de a clavicola. capi, i quali si distinguono in capo di mezzo, capo
posteriore od occipitale, ed in anteriore 0 frontale.
(Tavola XX, fig. 2, A e B secondo Gsanr.) Quando vuolsi applicare questo bendaggi'o, si
prende tosto il capo posteriore, che si piega in due
A. Bendaggio di Galeno ossia de’poveri. Si sopra quello di mezzo, indi rovesdando il capo an
adopra d’ordinario per fare questo bendaggio un teriore s0pra il posteriore si lascia pendere quer
pezzo di tela lungo mezzo braccio, e largoun quar di mezzo sopra le orecchie in modo da coprirle.
to di braccio; si piega in tre, poscia segnativi ac Ciò fatto, si passano i diti d’ambedue le mani sotto
curatamente il mezzo si fendono le due pieghe del quest’ultimo capo appoggiandoi pollici sopra i due
Med. Piu. T. I. al
158 LA MEDICINA PITTORESCA
altri, e dopo aver posto il capo di mezzo sopra la Quando la finttura della clavicola è semplice,
sommità della testa ( a, a, a ) , lo si dirige sugli e massime quand’ ella non_dipenda da una-causa
orecchi sotto il mento per annodarne poscia le e immediata costituisce un malore di poca importan
stremità con un apice del bendaggio (b). Allora si za : abbandonata a sé stessa, toccandosi ancora i
stende il capo anteriore (e, 0) sotto il quale si pas frammenti, benché rimossi, questa frattura si con
sano i diti acciò il suo margine si trovi fra loro e’l solida perfettamente; con una difformità, in vero,
pollice, dirigendolo poi dalla parte anteriore alla più o meno grande, ma che non reca incomodo
posteriore pertandolo sopra le ciglia, le orecchie, e in seguito ne’ movimenti del membro; nientemeno
dietro la testa ove si incrocicchiano onde fissarle il pericolo è maggiore in ragione della contusione
colle spille ; si piegano i capi posteriori ( d, d) e delle parti molli, e può divenire grave, ove il plesso
si riconducono sopra la fronte per incrocicchiarli brachiale ed i vasi sottoclaveari siano stati lesi. In
ed attaccarli nello stesso modo. Il capo di mezzo si generale non havvi frattura più facile a ridursi, e
annoda di consueto sotto il mento, ovvero si rivol più malagevole a mantener ridotta quanto quella
ge sopra gli altri due come le acconciature di testa della clavicola; quindi egli è assai raro, che una
delle donne. totale frattura si consolidi senza diminuzione nella
Questo hendaggio semplice e leggero è uno lunghezza dell’osso, e senza deformità dell’osso nel
de’ migliori, ch’ usare si possa per contenere delle punto di riunione. In quasi tutte le fratture, dice
parti di apparecchj sopra la testa, sia per piaghe al Boyer, dopo d’avere rimessi i frammenti nei loro
cranio, sia dopo l’operazione del trapano. General-_ rapporti naturali, si può applicare intorno all’osso
mente si preferisce al gran capo-coperto, primo de’ bendaggi e degliapparccchi, iquali oppongansi
perchè di più facile applicazione, in secondo luogo a novelle rimozioni, _mantenendo le porzioni del
perché eccita meno calore,e più facile ad aversi per 1’ osso fratturato a contatto, e nelle situazioni loro
ché colla metà di un fazzoletto si può fare ; la qual date nella riduzione. Non avviene lo stesso nella;
cosa è al sommo vantaggiosa pe’chirurghi d’armata, frattura della clavicola -, non puossi ottenere la riu
i quali assai spessohanno gran pena onde procu nione senza raccomiamento e senza deformità; che
rarsi la tela per la prima medicatura. continuando per tutto il tempo della medicazione
B.Bendaggio aflibbiato delpmleoyer per la l’estensione, e la contro-estensione, che si usa al
frattura della Clavicola. La posizione superficiale momento della riduzionezquesto é il solo mezzo di
della clavicola nella parte superior_ed anteriore del prevenire rimozione, di mantenere i fram
1’ omero, la sua forma cilindrica e curva in due menti e contatto, e di ottenere la loro unione in
versi contrari, la sua struttura compatta, e perciò questa situazione. Parecchi bendaggi o fasc1ature
anche facile a rompersi, infine gli usi a’ quali que-‘ iù o meno ingegnoso sono state poste in uso a
st’osso è destinato rendono le fratture della clavico torre la difficoltà che presenta il trattamento della
la frequentissime. Quest’osso può essere fratturato frattura in quistione, e tutti, è forza confessarlo,
in ciascun punto di sua estensione, ma in ispeziel sono lontani dall’ unire le condizioni necessarie a.
tà nel mezzo, ove la sua curvatura è più grande, conseguirne la guarigione meno difettosa. _
suole accadere questo accidente. Egli è raro, che la Il bendaggio il più antico e comune usato in
clavicola si fiatturi alla sua estremità acromiale: simile caso, è il bendaggio stellato, il quale si la.
per altro una violenza diretta, una caduta sulla per una fascia di dodici braccia di lunghezza e tre
spalla possono fratturarla nel punto qualunque siasi dita trasverse di larghezza condotta da una spalla
in cui agiscono quea@ cause, né è cosa rara in si all’altra sopra la parte posteriore del petto in modo
mili casi vedere le parti molli contuse ed alcuna da descrivere la cifra- 8, le cui croci rispondono
fiata lacerato. Quando la causa della frattura agisce all’intervallo degli omoplati, mentre che i giri di
sopra l’estremità dell’osso, come nel caso d’una ca questa stessa fascia abbracciano il moncone della
duta sopra la sommità della spalla, o sulla mano spalla per portarla indietro, e mantenerla in questa
mentre il braccio è teso, la clavicola può essere as posizione. Per accrescere la forza di questo bendag
sai piegata, e fratturata in una direzione si obbli gio, e rendere la sua azione permanente senza b1-:
qua, che le estremità pasàino gli integumenti. sogno di scioglierla interamente" ogni _volta che 51
Le fratture di quest’osso sono generalmente ac rilascia, I. L. Petit consiglia porre una, compres
compagnate dalla rimozione delle estremità frattu sa stretta e lunga sopra la pelle dietro il dorso, e
rato, qualora non faccia eccezione il caso di solu da una spalla' all’ altra avanti applicarvi la fascia.
zione di continuo verso l’acromio al di là del pun Finita la fasciatura egli prescrive tirare in verso
to, ove si fissa il legamento che riunisce la clavicola Opposto l’estremità della compressa transversale, e
all’apofisi coracoitlca dell’omoplata. di fissarlc insieme, ciòcché debbe di necessità au
MEDICINA OPERATORIA
bre chirurgo ha immaginato il seguente benS315
mentare la sua costrizione, renderla più incomo
da, e più difficile a sopportarsi. La croce di ferro daggio. '
groposta da Heistero, il Giubettino descritto da Il bendaggio fibbiato di Boyer (vedi lafig. 3)
rasdor nelle Memorie dell’Acwdemiadi chirurgia, è composto 1.° di un cuscino cuneiforme (I, 2)
la coreg ia consigliata da Bruninghziusen ed altri pieno di lolla d’ avena, o meglio di cotone , il
apparecc ', agendo tutti con maggior forza non so quale debb’essere fissato sotto l’ascella del lato
no che modificazioni delle fasciatura a cifra 8, nè affetto col mezzo di due legacci (3, 4) adattati
‘ compiono lo scopo che vuolsi proporre nel ridur ai suoi angoli superiori, e che vengono con
re simile frattura. dotti dalle parti anteriore e posteriore del
Era serbato a Desault lo scoprire un ben petto, sopra la spalla del lato sano per esser
daggio , che soddisfi per poco leccndizioni ivi fissati; 2_° d’ una cintura di tela nu0va fo
necessarie all’ esatto mantenimento delle frat rata ( 5, 6, 7 ) della larghezza di cinque pollici
ture della clavicola, usando dell’ omero come posta attorno il petto all’altezza del cubito, so
(1’ una leva di primo genere, mediante un cu stenuta da una fascia scapolare ( 8, 9) e chiusa
scino posto fra la sua parte superiore ed il to da 3 anelli ( 10, 1 I, 12) e tre coregge fissate
race. Boyer ha anche immaginato un apparec alle sue estremità; 3.° d’un braccialetto (13, 14,
chio molto più semplice di quello di Desault ; 15) egualmente di tela nuova, e forata, larga
desso è il bendaggio che vien presentato dalla quattro o cinque dita trasverse, postmattorno
1g. 3 Brma innanzi di descriverlo, faremo pa la parte inferiore del braccio malato, e che vie
rola del modo per cui si dee operare la ridu ne fissata per una stringa (16, 17) e quattro
zione della frattura di questo osso. coregge attaccate al braccialetto, due all’ in
Onde ridurre le fratture della clavicola, nanzi (18) due addietro (19, 20) si introduco
conviene, qualunque siasi la specie della rimo no nelle fibbie corrispondenti attaccate alla cin
zione, fare eseguire ai frammenti di quest’os tura, e servono a ricondurre il cubito contro il .
so movimenti al tutto opposti a que’ eseguiti tronco, mentre il cuscino che oppone resisten
nella
sezzarimozione. Ove nesta spetti
della lclavicola,cliasterà alzaresola
la alla spese za sotto l’ ascella spinge all’infuori la parte su
spalla,
periore del braccio e della spalla. Serrando più
mantenern0la ', e qualora siavi la rimozione an o meno le coregge esteriori, si riconduce in
che nella lunghezza di quest’ osso, sarà neces proporzione il cubito in avanti. Finalmente vie
sario per la riduzione portar il moncone della ne s’ostenuto il peso dell’ estremità superiore
spalla in alto, addietro, ed in fuori, qualunque col mezzo «1’ una sciarpa fissata sopra la spalla
siasi d’altronde la direzione che i frammenti del lato sano, la quale abbraccia l’ avambrac
hanno l’uno in rapporto all’ altro. Per tale ri cio, il cubito e la mano. . .
duzione non potendosi agire immediatamente Tale bendaggio, da Boyer il più usato con
nè sulla clavicola nè sull’ omoplata, si agirà so ottimo_succe‘sso, è, come chiaro apparisce, sem
pra il braccio, di cui si userà come d’una leva plicissimo; desso è anche meno incomodo di
di primo genere. Così colla mano che serve di quello di Desault, e nulla havvi di più agevo
potenza si prende il gomito , si pone l’altra le, che fissarlo al punto conveniente , dacchè
mano sulla parte interna e superiore del brac’ basta perciò tendere le coregge , cosa che lo
cio per formare il punto (1’ appoggio della le-. stesso malato può eseguire; e che le cure ne
va; e portando il cubito dinanzi e addentro nel cessarie a mantenerlo stretto quanto abbisogna,
tempoptesso che s’ innalza la spalla , si fa la non portano pericolo alcuno, che i frammenti
coattazxone, mentre uno o più assistenti ten dell’ osso fratturato riportino movimenti noce
gono il corpo del malatp dal lato opposto. Qua voli alla loro riunione. Silfatto bendaggio non
lunque siasi il bendaggio ' osto in opera per la è puramente adatto a mantenere ridottii fram
riduzione della clavicola, a d’uopo, er tenere menti della clavicola, come si potrebbe crede
i frammenti a contatto, che agisca cl’ una ma re dietro la sua denominazione, vale ancora al
niera permanente non altrimenti che la forza medesimo scopo ne’ casi di lussazione in alto
riduttrice ha agito al momento della riduzione. della estremità scapolare dell’ osso medesimo.
Sifl'atto bendaggio adunque debbe ne’ casi più Non è raro abbattersi in individui, il cui
ordinari mantenere la spalla in alto, in die petto è intollerante di qualsiasi Compressione,
tro ed all’ infuori . Questa si è la miraldi ed appo i quali, come appo gli asmatici e.,
Boyer dietro l’ esempio di Desault , ed è un tale apparecchio per quanto ben app icato
sono questo punto di vista, che questo cele ci sia, non ha vantaggio alcuno sopra gli altri ;
160 LA MEDICINA PITTORESCA
havvi ancora de’ casi in cui trattandosi di V tenute, si consolidano generalmente più presto
frattura com licata a contusione ovvero ad in delle altre. Di consueto 40 giorni bastano al
gorgo flogist1co non si può pensare alla ridu perfetto consolidamento, così il malato dee
zione. Nelle quali circostanze, bisogna conten portare il suo bendaggio per tutto questo tem
tarsi di tenere immobile il braccio presso il po, ed alcuna fiata più là finché il callo sia di
tronco, e sostenerne il peso colla massima ac venuto abbastanza solido, onde resistere a’vari
curatezza per mezzo (1’ una buona sciarpa. Le movimenti propri della spalla.
fratture della clavicola, quando son bene man

-mass+-

TERAPEUTICA

_.;.@.g.__

neri in quella, che coltivasi a preferenza per _


DEL PAPAVERO COLTIVATO, ornamento degli orti, poiché quello moltipli
casi colla massima faci ità, e dà grande copia
e del suo uso terapeutico. di varietà. Il papavero orientale molto affine
a questa specie, differisce nientemeno per le
(Tavola XX, fig. 3, la pianta, - 4 Pistillo e sta sue foglie pinnatifide, e pe’ suoi peli che inve
' mi, - 5 Stame ingrandito, - 6 il frutto, - stono tutte le sue parti, ma le sue capsule sono
7 lo stesso tagliato orizzontalmente, - 8 se lisce e poco globose.
mente ingrandita, - 9 la stessa tagliata nella Il papavero sonnifero introdotto in Francia
sua lunghezza onde riconoscere la posizion dal eh. Tournefort, è in oggi raccolto in gran
dell’ embrione 5 secondo Tuarm.) o de quantità dagli Europei per l’olio che si estrae
dai semi, e dagli Orientali per ottener l’oppio.
Il papavero coltivato (Papaver somn_z)"e Dalla Germania passò nella Fiandra la coltiva
rum, L.) indigeno dell’ Asia, e soprattutto del zione di tal pianta, donde alle nostre provincie
la Persia, è da parecchi secoli che si coltiva in settentrionali. Nel mezzodì fassi ogni anno ab
tutto il mezzogiorno d’ Europa ne’ terreni ben bondanti ricchi di papaveri bianchi a grossa
lavorati, ne’ giardini di terra profonda e fre testa oblunga, i quali servono ad uso medici
sca. Questa pianta, una delle più belle specie nale. I capi di questa pianta, raccolti un po’in
del genere suo è di colore glaucó mirabile; i nanzi la perfetta maturità loro, acciò non si
suoi steli, alti tre o quattro piedi sono diritti , perdano i semi ; seccati all’ombra, e posti indi
forti, lisci, poco rambsi, cilindrici e pelosi; lar in una cassetta si smerciano alla fiera di Beau
ghe ha le sue foglie, alterne, sessili, lisce, pin caire, come frutti del papavero bianco del Le;
natifide ; isuoi fiori assai grandi, terminali, vante , e formano oggetto di ragguardevole
solitari, sono inchinati sopra i loro steli dinan commercio.
zi la.fioritura ; il calice è assai liscio, concavo, Quasi tutte le parti del papaver somn_iferum
con due fogliette caduche, ed i quattro petali s’ impiegano ad usi di cucina economici e me
che li compongono sono grandi, rotondi, di dicinali; le foglie giovani di questa pianta si
bianco colore, come nella pianta rappresenta ponno mangiar cotte, ed allorché toccano il
ta‘nella fig. 3, e vengono distinti da una mac pieno loro sviluppo contengono come gli steli
chia violacea verso la loro base. A questi fiori e le capsule, un succo lattescente, che scola
succedono le capsule o frutti (6), glauchi, ovoi alla minima incisione, il quale versato sulle
di, univalvi, indeiscenti, aventi il volume di recenti ferite cagionate dalle api, dalle vespe,
una noce fino a quello d’ un cedro , pieno di e -da altri velenosi insetti calma immantinente
copiosissimi semi (8‘), bianchi nella varietà, ‘Che il dolore, il bruciore , e tutti gli accidenti.
più (1’ ogni altra si usa in medicina , grigi o Questo sugo capace di rappigliarsi sotto for
TERAPEUTICA 161
me di materia gialliccià pressoché opaca, è il se ne fa un uso assai frequente nelle arti. Il
vero oppio, che viene somministrato in copia residuo serve per nutrire il bestiame, ed il po
dalle capsule, e più da’ loro peduncoli; egl’è. lame, che n’ è ghiottissimo. L’ olio di garofano
all’ 0 pio indigeno, cui sacreremo alcune linee altramenti detto olio di papavero bianco, viene
‘ sul nire del presente articolo. I fiori del pa aSsai di rado usato in medicina: tuttavolta bav
pavero non hanno uso particolare ; non è così vi qualche medico,_ che lo fa entrare in certi
dei frutti e delle capsule, di cui se ne fa linimenti, e fa parte del linimento ,antipsorico
grandissimo in medicina; questi frutti, vol del dottor Jadelot.
garmente detti teste di pa avero, griggiastre, Il. papavero è certamente una fra le pian
inodore, e leggierissime 0 stato di secchez te più utili, e di uso più antico, ma indipen
za, hanno alla loro base una specie di gonfia dentemente da’ suoi frutti e semi usitatissimi,
mento, ed alla loro sommità una espansione ‘si estrae, come abbiamo più sopra accennato ,
raggiante ( veg. lafig. 6) sotto la quale havvi un_ un denso succo bian8astro, al quale si dà il
foro per cui escono i grani; il loro sapore e nome di oppio, il quale sia pel continuo uso
amaro e leggermente piccante. Si prescrivono degli orientali, sia per la sua azione sull’ ani
il più per clisteri facendo bollire per ciascuna male economia, vuolsi considerare fra i pro
libbra di acqua una o due teste , e tornano dotti vegetabili uno de’ più importanti al me
vantaggiosi nelle coliche, dolori intestinali , dico, onde istudiarne le proprietà.
diarree, dissenterie, tenesmi cc. Colle teste di DELL’ ormo. Questa sostanza, che altro non
papaveri si fanno gl’ infusi utili ne’ reumi, ca è che il succo condensato del papavero son
tarri, gastralgic, gastwdinié coll’ avvertenza di nifero raccolto nell’ India , Persia, Arabia ed
adoprarle meglio secche . che recenti; poiché in altre contrade calde d’Oriente, si ottiene in
in quest’ ultimo stato potrebbero "facilmente diversi modi, secondo i luoghi ; a tre imper
produrre anche per clisteri effetti narcotici tanto si possono ridurre tutti i processi più ge
prqnunciatissimi, siccome più volte si è po neralmente ad0prati. Consiste il primo in al-'
tuto osservare. Preparansi ancora coi frutti cune superficiali incisioni eseguite sulle capsu
de’ papaveri cataplasmi emollienti, lo sciroppo le anche verdi del papavero. Queste incisioni
calmante conosciuto sotto il nome di sciroppo ben fatte lasciano fluire un succo latticinoso ,
diacodio, il quale viene prescritto nelle anodi che si addensa all’aria, assume un color rosso ,
ne ed antispasmodiche pozioni da mezza ad molto odoroso , cb’ è l’ oppio tebaico ricerca
un’oncia. tissimo dagli orientali, e che invano si cerca
I numerosi semi di questa pianta, dacchè nelle nostre farmacie . Pel secondo processo si
una sola capsula può capirne più di trentadue Sottopongono alla pressione le capsule, ed :una
mila, venivano dagli antichi impiegati in di parte della pianta, ed il succo per tal modo
versi usi alimentari, ed anche oggidi presso ottenuto si evapora al fuoco od al sole finché
alcune parti (1’ Italia, d’ Alemagna , ed anche acquisti la consistenza di estratto; quest’è l’op
a Strasburgo entrano nelle confezioni delle fo pio il più puro del commercio, ma che trovasi
cacce a mo7 de’ Persiani, degli antichi Egizii assai di rado puro in commercio e quasi sem
e de’ Greci, i quali unendole a miele, farina , pre adultcrato. Il terzo processo si è di far bol
ed altre sostanze, preparano de’ manicaretti. lire la feccia, donde si estrasse il succo , ovve
Siccome tali semi sono feculenti, oleosi, emol ro anche la pianta intera, verde e contusa in
lienti, senza proprietà narcotiohe, essi entrano molta acqua, che si addensa fino alla consi
soli od uniti alle mandorle dolci a preparare stenza di estratto. L’ oppio per tal modo otte
un’emulsione grandemente vantaggiosa ne’mor nuto si frammischia quasi sempre al prece
bi catarrali di petto, catarro vescicale, stran dente.
guria, blennorragia, ed affezioni calcolose. Se ’ Hanno due sorta di oppio i drogbieri; una
ne ricava un olio, il quale nel Belgio, ed in Chiamasi oppio di Turchia, oppio di Costanti
inspezieltà nella Fiandra ove il papavero vien nopoli generalmente preferito in farmacia,
coltivato assai, forma oggetto di grande com poiché è un oppio più leggiero dell’ altro, Cl.
mercio. Quest’olio impropriamente chiamato perviene sotto forma di piatte focacce, che
olio di garofano ha qualità affini a quello d’ 11 hanno il peso di due a sei once, rossastre al
livo, cui assai di frequente viene mescolato. di fuori e al di dentro, sovente molli interna
Serve per condire i cibi, per abbruciare, e mente, di odore viroso, avvolte negli avanzi
come olio essicativo coll’ aggiunta del litargirio delle foglie di papavero o di tabacco 5 l’ altra
162 LA MEDICINA PITTORESCA
specie conosciuta sotto il nome di oppio di no, quanto a quest’ ultimi due principii, la più
Smirne è in pezzi più grossi, più rotondati , comune opinione de’ moderni pratici; giacché
più irregolari, l’interno è di color nero, di .il maggior numero conviene, che la virtù seda
un odore più forte e viroso della specie prece tiva dell’ oppio risieda nella morfina ovvero
dente, ed inviluppati alle sementi d’un rumex ne’ suoi sali, e che il principio attivo trovisi
che furon riconosciute per esser quelle del nella narcotina.
Rumex patientia. Quest’ oppio assai meno ca Pochi medicamenti in vero attrassero 1’ at.
ro benché“ più energico d’ assai di quello di tenzione de’ medici al pari dell’ oppio, e pren
lTurchia, non impiegasi oggidi che per ot dendo in accurato esame tuttoehè venne detto
tenerne la morfina, che contiene in grande fin qui con tutta imparzialità, apparisce che i
quantità. . vari fenomeni prodotti dall’ uso di questo far
L’ oppio ha un odore viroso assai forte, maco, si possono ridurre a due classi. La prima,
senza essere precisamelte disaggradevole, ca quando cioè 1’ oppio si amministra a piccole
pace di quando in quando di produrre nausee dose, ci pare sedante; un’ ora circa dopo aver
o cefalalgie. Amaro è il suo sapore, legger lo introdotto nello stomaco, si prova una cal
mente nauseoso, si rammollisce col calore del ma, un sonno; il polso minora la sua frequen
la mano, diviene tenace e plastico: abbrucia za, la pelle diviene madida, più tarde le se
facilmente dando una fiamma biancastra e crezioni ‘, sembra che solo i nervi in questa
un denso fumo. Questo medicamento, secondo circostanza manifestino 1’ azione del farmaco ,
Me_rat, non mostra sempre un’ analoga azione: che dura dalle qua_ttrdalle cinque ore od in
siffatta azione è in ragion della temperatura quel torno. La seconda, od in altri termini,
de’ luoghi donde proviene; quindi l’oppio del quando la quantità di oppio ingollata Supera di
la Turchia è meno forte di quello dell’ Egitto; cinque o sei volte la dose ordinaria , vengono
così gli antichi preferivano quello di Tebe in iscena i sintomi n'arcotici,come nausee, ver
(oppio Tebaicq) nome tuttora serbato nella tigini, sogni, dilatazioni di pupille, sonnolen
Farmacopea ad indicare un oppio di prima ze_, colla faccia or rossa or pallida;i quali sinto
qualità. mi si calmano, o sanano colle bevande acidule
Per lungo tempo si tenne 1’ oppio come un fredde, tisane diluenti e raddolcenti. Allorché
succo gommo-resinoso: ma al presente dietro in fine la dose dell’ oppio è eccessiva ne suc
le ricerche di Seguin, Robiquet ,. Sertuerner , cede un verace avvelenamento caratterizzato
Dublanc e Pelletier ci hanno ammaestrati me dalla contrazione della pupilla, stupore, an
glio a conoscere i principii costituenti una tale sietà profonda, vomiti, convulsioni, varie ano
sostanza, si conosce positivamente, ch’ell’è malie nervose, ovvero anche l’abolizione dei
composta di materia estrattiva, di mucilaggine, sensi: al che si ripara, provocando di tratto il
di fecula di resina, d’ un olio fisso, di caout
chouc, d’una (sostanza vegeto-animale, d’ un_
acido particolare chiamato mecom'co, di mon glionari, principalmente sopra quelli che occupano la regione
fina allo stato di meconato, acido o combinato epigastrica; ‘
4.° Che la codeina provoca il sonno con certezza , e che
forse con altro acido, di narcotina, d’ un prin questo sonno ha un carattere che lo distingue da quello provo
cipio amaro indeterminato, di fibra legnosa. cato per mezzo dell’ oppio;
5.° Che la codeina è un_prezioso medicamento contro certe
In mezzo a questi numerevoli prodotti, non nevrosi addominali, che sembrano esser legate ad uno stato mor
havvi che l’acido meconico, la morfina e la boso dei plessi nervosi, principalmente di quelli della regione
epigastrica ;
narcotina che sieno propri dell’ oppio, ed in 6.0 Che la codeina non arreca alcun sollievo ai dolori di
cui debbono perciò consistere le speciali pro natura nevralgica; '.
7.° Che questa sostanza non disordine l’ esercizio delle fun
prietà di questo medicamento (I). Egli è alme zioni diger'enti; e che sembra piuttosto favorire le scariche al
vine anziché ritardarle.
La dose, a cui il d.r Barbier somministra la codeina, è di
uno a due grani,in siroppo che si prepara colla soluzione acquo
(i) Ultimammle Robiquet ha pure scoperto nell’oppio un al sa di questo alcalwirle. Un cucchiaio od una mezza oncia di que
tro alcaloide, a cui diede il nome di codeina. Il d.r Barbier sto siroppo contiene un grano di codeina.
d‘ Amieus ha voluto tentare dei saggi intorno 1’ azione terapeu La codeina venne pure usata da qualche altro pratico da
tica di questa nuova sostanza, e dalle sue ricerche ne risulta : Gregorii e Martin Snlon, ma sembra che i risultati ottenuti da
1.° Che questo principio è distinto da quelli che l‘analisi questi medici non sieno stati così felici, come quelli del dottor
chimica ha fatto vedere nell‘ oppio; Barbier.
2.° Che la codeina è un acquisto prezioso per la term Gli sperimenti però meriterebbero di essere ripetuti, ed il
peutica ; . . cholera, per chi ritiene questa malattia un’atfezione del sistema
39 Che ciò per cui si distingue specialmente questa sostan ganglionare, offrirebbe un vasto campo a coloro che volessero
za, si è l'influenza che esercita sui plessi nervosi dei nervi gan porre all‘assaggio le virtù terapeutiche della codeina. (Il)
TERAPEÌUTICA 163
vomito a sgombrarne lo stomaco, poscia si am stanza grande di malori in cui l’ oppio è controin
ministra, come avvisa Orfila, un decotto di no dicato. In generale non si prescrive a’ giovanetti ;
ce di galla_o di caffè, bevande diluenti ed aci non si userà nelle malattie flogistiche, nelle sangui
dule ; non deesi dimenticar i derivativi e le gne congestioni, nelle affezioni biliose, nelle emor
sanguigne ove pronunciata fosse la turgescenza ragie con generale orgasmo de’vasi, quelle ch’hanno '
cerebrale. Qualora i prefatti mezzi non valgano origine da una flogosi interna, per esempio da mm
a calmare gli accidenti, la morte è più o meno metrite. - ‘ - ‘
lontana, e può succedere anche in poche ore ; Più di sovente viene l’ oppio introdotto nello
e presso gl’ individui morti portale azione ri stomaco, 0ve' subisce una lieve alterazione; si usa
scontransi d’ Ordinario macchie livide, od in eziandio per clistere, ed in certi casi- gravissimi di
gorghi ai polmoni.Tali differenti effetti dell’op tetano, d’ idrofobia, ed allorché le dosi più elevate
pio, ossia de’ suoi prodotti, ponno accadere , d’ unta] farmaco tornarono inefficaci,alcuni pratici
tanto se venga inghiottito, come se venga iniet hanno avuto il coraggio d’ introdurlo nelle vene per
tato nelle vene o nel retto intestino , e final mezzo dell’ iniezioni : l’ uso esterno dell’ oppio non
mente introdotto per la via dell’ assorbimento . è minore dell’ interno, fa parte di decozioni molli
Malgrado l’azione deleteria del succo del pa tive, calmanti, serve a preparare delle lozioni, del
pavero certificato dalle più parte delle nazioni in . le iniezioni, fomentazioni, alle quali si ricorre spes
civilite per molteplici osservazioni sugli uomini, ed so per far cessare i dolori, e calmare 1’ agitazione
altrettanti sperimenti sugli animali, tutti ipopoli nervosa che si sviluppa in molte malattie chi
dominati dall’Alcorano usano oppio tutti li giorni rurgiche.
aquella guisa che prendesi caffè, tabacco e vino. Serve l’ oppio alla preparazione di moltis
Per loro torna uno stimolo piacevole, è cagione di sime medicine composte, e le cui efficaci pro
sensazioni e sogni voluttuosi : lo mano massime prietà appunto in gran parte ne dipendono; di
per eccitarsi ai combattimenti, rendersi coraggiosi stinguonsi fra esse, 1.° l’_oppio gommoso ( lau
ed affrontare la morte ; nonvi ha farmaco più dano solido), che si può tenere come la più
celebre nei fasti della medicina dell’ oppio sì adattata preparazione oppiata da impiegarsi e
per l’ antichità , come per le sue grandi pro lapiù dolce nei suoi effetti: di fatti, è dessa
prietà ', calma desso i più atroci dolori, conci quella di cui facciàsi abitualmente uso, soprat
lia il sonno; sana molte infermità, ne lenisce la tutto in pillole, alla dose di un quarto di gra
più parte, anche fra le insanabili ; ciocche trasse di no a un grano. n.° Il laudano liquido (laudano
bocca a Sydenham che rinuncerebbe alla medicina liquido di Sydenham ) , soluzione di oppio pu
qualora dovesse lasciar l’oppio. rificato nel vino di Spagna, con aggiunta di
Le precipue affezioni in cui prescrivesi l’oppio zafferano, cannella e garofano. Venti gocce di
sia colla fiducia di sanarle, come più di sovente ao siffatta preparazione_contengono un grano di
cade per alleviar i dolori ed i susseguenti incom oppio e pesano quindici grani, e viene pre
modi,sono la vigilia, le generali o locali affezioni ner scritta nelle pozioni, iniezioni e nei cristeri :.V
vose, le nevralgie della faccia, 1’ ischiatiche, i vomi la dose ordinaria è da ventiga trenta gocce.
ti s modici, le palpitazioni di cuore, gli spasmi 3.° Le gocce di Rousseau, 0 dell’ abate Rous
addominali, lefebbri intermittenti ribelli alla china seau (laudano di Rousseau), sorta di vino
e suoi preparati, le quali differiscono dalle febbri (1’ oppio fermentato, di cui sette gocce equi
comuni pe’ sintomi nervosi piuttostochè febbrili, valgono ad un'grano di oppio, che amministra
le coliche nervose, ec. ec. Felici risultamenti ci dà si in minor quantità della precedente. 4.0 Lo
tuttog‘iorno l’uso di un tal rimedio nell’asma, tosse sciroppo di oppio (sciroppo di Karabè ) , ch’ è
convulsiva, ipocondria, nevrosi delle parti genitali, d’uopo non confondere assolutamente collo sci
convulsioni, tetani e delirio tremente. Gl’ insop roppo diacode (sciroppo di papaveri bianchi ).
portabili dolori de’ denti o di orecchi accompagna Contiene due grani di oppio purificato,per on
ti da reumi apiretici, o que’ che affettano differenti cia di sciroppo di zucchero, e prescrivesi a
punti del canale digestivo, sono spesso vinti dagli dramme. 5.° La tintura alcoolico di oppio (tin
oppiati, i quali non recano minor vantaggio nella tura tebaica ), medicina poco usata, contenen
sifilide inveterata, ne’ dolori osteocopi, nella carie, te in ispezieltà le parti resinose ed oleose del
nelle ulceri cancerosc e scrofolose. Altre malattie 1’ oppio, e di cui ventiquattro gocce del e
cedono all’ azione degli oppiati ; tali sono la diar so di dodici grani, rispondono, secondo il or
rea, dissenteria, cholera-morbus, diabete, i sudori mulario, a un grano di oppio. 6.0 Le tintu
atomici, ec. cc. Vi è importante un numero abba- , re eterea _d’ oppio, di frequente adoprato nel
164 LA MEDICINA PITTORESCA
le fregagioni, che si prepara pressoché sem tuttavia viva eccitazione. 9.0 Il cerotto oppiato,
pre oggidi, aggiungendovi alla tintura alcoo cui deesi fare estemporaneamente, incorporan
lica uno dei quattro eteri usati. 7.° L’ ace do, mercè di un mortaio, un’ oncia di cerotto
tato ed il solfato di morfina. La moarnu, addi ordinario o di grasso con trenta o quaranta
tata, dicesi, fin dal 1688 da Ludwig , ottenuta gocce di laudano liquido, o meglio ancora con
nel 1803, da Derosnes , ma soprattutto bene un grano e più di oppio purificato; la qual
studiata da Sertuerner, farmacista ad Eimbeck, preparazione viene assai di frequente adoprata
e che parecchi farmacisti trassero dalle caselle nelle cure delle piaghe dolorose(
del papavero a granelli bianchi e neri, è ino L’ oppio inoltre entra nella teriaca , la
dora, cristallizzata in aghi prismatici, traspa quale ne contiene un grano all’incirca per
renti, quasi ‘insipidi. Sifl‘atta sostanza, presso a dramma; nel diascordio, in cui trovasi res
poco solubile nell’ acqua, solubile negli olii , sochè alla stessa dose; nelle pillole di cinoglos
nell’ etere ed anche nell’ alcoole ( dissoluzioni sa, della quale figura presso a poco il terzo di
che riescono notabili a cagion della loro ama peso; nell’ orvietano, nel mitridato, nelle goc
rezza ) , è inalterabile all’ aria fredda, e, senza ce anodine inglesi, nelle gocce nere (o di
provare alterazione qualora la si esp nga ad Lancastro ), nella polvere di Dower, dove sta
una temperatura poco elevata, si dee mpone unito alla ipecacuana; infine, fa parte di una
e dà prodotti ammoriiacali riscaldandola d’ av moltitudine di elettuari, d’ oppiati, di pillule
vantaggio; forma unitamente agli acidi certi e di rimedi composti , di una efficacia cono
sali di un lucido micaceo , che ammuffiscon0 sciuta generalmente. Il maggior numero dei
prestamente all’ aria , fra i quali 1’ acetato ed più vantati rimedi secreti che spacciansi sotto
il soyato sono i più di spesso impiegati come i titoli di paste, elèttuari, pastiglie, e in ispe
medicine. In generale, la dose a cui fa (1’ uopo zieltà di sciroppi contro la tosse, il reuma , la
amministrare la morfina ad i suoi sali, dappri tosse canina, _ devono le loro proprietà all’ op
ma de v’ esser soltanto di un ottavo, un quar pio che vi si rinviene più o meno opportuna
to, un mezzo grano, ripetuta una o più volte mente combiùato con altre medicine onde
nelle ventiquattr’ ore: in capo ad alcuni di se temprarne gli effetti, come la chinachina, l’ipe
11’ accresce la dose, portandola dipoi fino ai cacuana, il tartaro stibiato, i balsami, le gom
due grani e avendo cura di riconoscerne gli me-resine, alcune sostanze aromatiche, ec. ec.
effetti. L’ acetato di morfina si dà come so Non si ponno precisare con esattezza le
stan2a_da un quarto di grano a un grano: le dosi con cui va prescritto l’ oppio e le diverse
gocce calmanti ( formolario di Magendie ), sue preparazioni, essendo esse suscettibili di
dalle sei alle ventiquattro gocce: lo sciloppo venire aumentate o diminuite, dietro la tale o
( secondo lo stesso forinolario) , a cucchiaiate tal altra malattia , nonché secondo 1’ idiosin
da caffè. Il solfato di morfina si può ammini crasia degli individui curati con siffatta me
strare quale sostanza, da un quarto di grano dicina; noi abbiamo quivi solamente indicato
fino ad uno, in pillole od in pozione, e se ne le più comuni, aggiungendo tuttavolta, che
fa anche uno sciroppo, che si dà a cucchiaiate \ il medico cui dovesse usare di tale rimedio, si
da caffè. Non costumansi adoprare isali di mor terrà sempre in guardia sulle diverse circo
fina in forma di polvere, se non nel metodo stanze cagionate dalla forza che ha l’ abitudine
endermico. 8.0 La macornu (0 sale di Deros- ‘ di modificare 1’ azione di tale narcotico, essen
nes). Tale sostanza, che ottiensitrattando l’op dochè bene spesso accade di vedere certe per
pio od il suo estratto acquoso mercè dell’ ete. sone prenderne una grandissima quantità sen
. re, è in cristalli in fprma di aghi bianchissimi, za risentirne effetto alcuno, mentre, in certi
insipidi , inodori , fusibili alla foggia stessa casi, un solo grano basta a produrre i più gra
delle resine, pochissimo solubili nell’acqua , vi accidenti.
solubili coll’ aiuto del calore , nell’ alcoole ,
negli olii fissi e volatili, solubilissimi nell’ ete
re. Di rado siffatta sdstanza viene impiegata in
medicina, nè risulta provato con evidenza, co
_me si credette per lungo tempo di poter affer
mare, esser dessa la parte eccitante dell’ op DELL’ orrxo INDIGENO. - Il papavero coltiva
pio, perciocchè, secondo Orfila , tale medica to nelle regioni calde dell’ Oriente, non _è già
mento può, anche privo della narcotina, produrre il sale che somministri oppio ; e diffatti, le ri
ANATOMIA 165
cerche di Dubuc e Loiseleur-Deslong-champs somni/‘erum ed orientale, poco difl‘eriva, quanto
dimostrarono che si potevano estrarne dai pa alle proprietà, dall’oppio in commercio; ma
paveri che ritrovansi in Francia, provato aven siccome è d’ uopo di molto tempo a ritrari1e
do la esperienza che siffatto oppio indigeno una piccola porzione, e l’utile risultante non
raccolto nel clima di Parigi, mercè d’ incisioni basteria a compensare le spese occorrenti, si
fatte alle caselle ed ai pedicciuoli del papaver adottò, di preferenza, l’ oppio esotico.

_‘II’ÈOW_

ANATOMIA

-m-

ARTERIE dorsale. - 34 Ramo dorsale esterno del grosso


dito. - 35 Ramo dorsale interno del secondo
therie superficiali dellafaccia anteriore della dito. - 36 Seconda arteria del metatarso ovvero
gamba e del piede di un uomo adulto. (Ta seconda arteria interrossea dorsale. - 37 Arte
vola xxr, fig. 1, secondo Trann1un.) ria dorsale esterna del secondo dito. - 38 Ah
teria dorsale interna del terzo dito. - 3g Terza
Spiegazione della figura. arteria del metatarso, ovvero terza interossea
dorsale. - 4o Arteria dorsale esterna del terzo
1. P0rzione esterna, e 2 porzione interna dito ed interna del quarto. - 41 Quarta arteria
dei muscolo tricipite crurale. -- 3 Tendini dei del metatarso, ovvero quarta interessea dorsale.
muscoli estensori della gamba. - 4 Legamento 42, 43 Arterie dorsali esterne del quarto dito ed
della rotula. - 5 Legamento laterale esterno interna del quinto. - 44 Arteria dorsale esterna
dell’articolazion del ginocchio. - 6 Muscolo bi del quinto dito. - 45, 45 Rami dorsali anteriori
cipite della coscia. - 7 Tendine del muscolo provenienti dalle branche digitali plantari.
sa'rtorio. - 8, 9 Muscoli gemelli. - 1o Muscolo
soléo. - 1x Muscolo tibiale anteriore. - 12 Mu Arteria tibiale anteriore nel suo tragitto.
scolo lungo estensore comune delle dita. - 13
Muscolo estensore proprio del dito grosso. - ‘ ‘ (Tavola xxx, fig. 2, secondo Trauma.)
14 Muscolo peroneo lungo laterale. - 15 Mu
scolo peròneo breve laterale. - 16 Muscolo pe Spiegazione della figura. ’>
roneo anteriore. - 17 Muscolo peroneo corto.
- 18 Arteria articolare superi0r esterna del gi 1, r Muscoli interrossei dorsali. ‘- 2, 2 Ar
nocchio. - 19 Ramo dell’arteria articolare supe teria articolare superiore esterna del ginocchio.
riore ed interna del ginocchio. - 20 Ramo della - 3 Rami dell’ arteria articolare superiore in
arteria articolare inferiore esterna del ginocchio. terna del ginocchio. - 4 Rami dell’arteria arti
-- 2 1 Ramo dell’arteria articolare inferiore ester colare inferiore interna del ginocchio. - 5 Ra
ma del ginocchio. - 22 Ramo della branca ricor mi dell’ arteria articolare inferiore esterna del
rente dell’arteria tibiale anteriore. -23 Rete ar ginocchio. -- 6, 6 Arteria tibiale anteriore. - 7
teriosa che copre la rotula.-24, 24 Rami super Branca ricorrente dell’arteria tibiale anteriore.
ficiali dell’arteria tibiale anteriore-25 Arteria - 8, 8, 8 Rami muscolari dell’arteria tibiale
peronea anteriore. - 26 Arteria tibiale anterio anteriore. - 9 Arteria malleolare anteriore ester
re. - 27 Arteria malleolare anteriore esterna. na. - 10 Arteria peronea anteriore. -- r 1 Arte
- 28 Anastomosi dell’ arteria precedente col ria malleolare anteriore interna. - 12 Arteria
l’arteria peronea anteriore. - 29 Ramo dell’ar plantare. - 13 Arteria esterna del tarso. - 14
teria malleolare interna posteriore. - 30 Arte Arteria del tarso interna (continuazione dell’ar
ria malleolare anteriore interna. - 31 Arteria teria plantare.) - 15 Arco anastomotico dorsa
plantare. -- 32 Arteria del tarso. - 33 Prima le. - 16 Prima arteria del metatarso ovvero in
arteria del metatarso, ovvero prima interrossea terna, dorsale. - 17 Grande ramo anastomotico
Mcd. Pm. T. I. 22
166 LA MEDICINA PITTORESCA
coll’arteria plantare esterna. - 18 Arteria dor - 26, 27 Arterie dorsali esterna del terzo dito
sale esterna del dito grosso. - 19 Arteria dor ed interna del quarto. - 28 Quarta arteria del
sale interna del secondo dito. - 20 Ramo ana metatarso ovvero interrossea dorsale. - 29, 30
stomotico colla branca plantare del dito grosso. Arterie dorsali esterna del terzo dito ed interna
- 21 Seconda arteria del metatarso o interros del quinto. - 31 Arteria dorsale esterna del
sea dorsale. - 22., 23 Arterie dorsali esterna piccolo dito. -- 32 Arteria dorsale interna del
del secondo dito, ed interna del terzo. - 24 grosso dito, che viene dalla plantare. - 33, 33
Terza arteria del metatarso ovvero interrossea Rami dorsali anteriori delle dita provenienti
dorsale. - 25 Ramo perforante anastomotico, dalle arterie plantari.

PATOLOGIA CHIRURGICA
_4ÙÌOW -

tonereiioni carlilaginee svilup ate accidental di evitare l’incisione parallela della pelle e
mente nelle articolazioni. ( avola xxl, fig. della capsula articolare, sopra ogni altra cosa è
3, 4, 5, secondo la Clinica chirurgica del duopo convenire sul modo di sua formazione.
baron Laaaar.) Frattanto dietro i sintomi concomitanti lo svi
luppo di questi corpi estranei, fino al momento
, Avviene alcuna volta, che in seguito a lus dell’ estrazione e’sembra probabile, che la loro
sazioni, stiramenti, idropisia delle articolazio formazione riconosca una causa comune. Eccoti
ni, ovvero alle contusioni in qualche punto per altro le varie opinioni emesse a questo pro«
della superficie delle articolazioni ginglimoidee posito. Avvisano gli uni, che il principio di tali
formansi nel tessuto sinoviale di queste mede concrezioni sia in qualche porzione della mem.
sime articolazioni alcune concrezioni affini alla brana sinoviale,che tappezzala cavità articolare;
natura delle cartilagini, le quali però differi pensano gli altri essere nel tessuto adiposo e
scono dalle cartilagini diartroidee. Tali concre vascolare dell’incavo posteriore de’ condili fe
zioni diventano altrettanti corpi stranieri, i morali, e che una percossa più o meno,forte
quali ponno fissarsi ad una delle pareti artico valga a distaccarle. Molti finalmente, e forma
lari , ovvero rimanersi liberi, e fluttuanti nella l’opinione più accreditata, affermano che la
propria cavità articolare. Sifl'atte anomalie, che sinovia addensandosi in maggiore o minore
assai di rado trovansi in pratica , erano intera quantità in su’ punti declivi dell’ articolazione
mente ignote agli antichi, e la sola accurata os dà origine a questi corpi stranieri, i quali van
servazione, che abbiamo della presenza di-que no prognessivamente aumentandpsi.
sti corpi estranei nell’ articolazioni del ginoc Larrey, cui dobbiamo la più parte di questo
chio ci venne tramandata da Ambrogio Parè, il articolo, si allontana da queste idee; ma pensa,
quale, nel 1558, dietro un’incisione per poste che alcune molecole della sostanza cartilaginea
ma in questa parte vide sortire per la stessa già cristallizzate sulla superficie de’ condili, di
apertura una concrezione bianca, dura, liscia, staccandosi, si conglomerino nella cavità arti
della grossezza di una amandorla. Nel 1685, il colare, ove vengono unite per mezzo de’ vasi
dott. Vagnerus ne trovava molte analoghe nel della capsula sinoviale; tali concrezioni restano
ginocchio d’ un bue, e nel secolo decimo otta attaccate ad un pedunculo , il quale si rompe
vo molti Celebri pratici (Monro , Cruikshank , quand’ elle hanno acquistato un certo volume ,
Mocgagni, Bell) ebbero opportunità di estrarne e questo primo nucleo cartilagineo a guisa dei
di somiglianti dalla stessa articolazione del calcoli urinarj aumenta di volume per la so
1’ 11101110. ' vrapposizione degli strati di albumina e di fo
.Setutti gli autori convengono sulla diagnosi sfato di calce.
di questo malore, e sopra il processo operativo, Ciò posto, si vede , che qualsiasi causa va
le cui condizioni precipue sono di metter al levole ad alterare lo stato normale del sistema
coperto del contatto dell’aria l’ articolazione, e vascolare esalante della capsula sinoviale è ca
PATOLOGIA CIHRURGICA 167
pace di produrre simili concrezioni. Tuttavia za, incidendo in modo che l’apertura dei tegu
alcuna fiata una tale sostanza viene assorbita; menti, non sia arallela a quella della capsula
assorbimento, che in certe circostanze giugne articolare. Ma af nchè il processo operativo ab
a denudare l’estremità articolari dell’osso, delle bia un felice risultamento, e’bisogna, come sag
loro proprie cartilagini, in allora si addensano giamente osserva Larrey, che la riunione dei
vieppiù le superficie acquistando la pulitezza lembi della ferita sia fatta colla massima pre
dell’ avorio. In simili casi, mantiensi libero il cauzione, che l’articolazione sia guardata dal
movimento articolare, ma tale movimento viene contatto dell’aria, e che gli apparecchi conten
accompagnato da un suono particolare legger tivi non esercitino una compressione tro po
mente incommodo al malato. forte sull’ articolazione; altri-menti ne potr be
Sifiàtti corpi cartilaginei, qualunque esser succedere una viva irritazione, e tutti gli acci
possa d’ altra parte la cagione, riscontransi il denti, che l’accompagnauo.
più nelle articolazioni ginglimoidee, come nel E ben raro trovare corpi cartilaginosi nelle
ginocchio, nella mascella e nel piede. Appena articolazioni, ed è perciò che noi abbiamo cre-‘
formate tali concrezioni sono libere e fluttuanti duto di farne soggetto de’nostri articoli. Si
nell’ articolazione, e possono quindi cangiar po hanno su ciò molte osservazioni, e due casi in
sizione. Egli è perciò, che vedesi tal corpo nel teressanti ce li offre il citato Larrey. Il primo
ginocchio passar sotto la rotula, ovvero sotto il di un granatiere della guardia imperiale, cui si
ligamento rotondo. Nel primo caso non eccita estrasse una simile concrezione articolare della
dolore per l’ insensibilità delle cartilagini; nel grossezza di un’amandorla, biancastra, rugosa
secondo, per l’ opposto, cagiona un vivissimo da un lato e liscia dall’altro. Viene rappresen
dolore , in ispezieltà quando tocca iligamenti, tata dalla fig. 3. Secondo 1’ analisi di Vauquelin
ossia la capsula articolare. tal corpo differisce assai dalla natura delle car
I colpi, le cadute e le violenti percosse sono tilagini comuni. Un altro granatiere di nome
le cause determinanti, ed anche essenziali di Berens ci offre il secondo caso, dietro l’opera
tal fatta di corpi estranei, i quali, dopo la loro zione eseguita da Larrey; ma in luogo di una
formazione, generano impedimento nei moti del sola Concrezione, ne trovò due (vedi fig. 1| e 5)
membro affetto, tumefanno il ginocchio più o il cui volume, ed apparenze esteriori, differi
meno, e giusta il lor cangiamento di posizione vano poco dalle precedenti. Larrey è d’avviso,
formano al di fuori una gonfiezza visibile sui che indipendentemente dalla causa meccanica
vari punti dell’articolazione. Finché tali concre esterna capace di produrre tal malattia in que
zioni sono piccolissime e molli, riescono assai sto granatiere, una reumatica affezione vi deb
poco moleste, ma accrescendo di volume im be avere energicamente contribuito al suo svi
pediscono i movimenti, producono una sim luppo. Un accurato esame del malato dopo la
patica irritazione , la quale intacca il libero guarigione, gli fece sospettare, che le cartilagini
esercizio delle funzioni. Allora fa duopo ricor che incrostavano le estremità ossee articolari
rere allîoperazione, la quale si pratica tanto erano in parte assorbite, dacchè, oltre il_suono
coll’ incidere le parti molli direttamente sopra manifesto particolare che udivasi nei movlmenh
la cartilagine, onde estrarli per la strada più ’della gamba, eravi un principio di ADChÌÌOSÎ.
corta, come eziandio, lochè- merita la preferen

-=aaeésa=
168 LA MEDICINA PI'ITORESCA

MEDICINA OPERATIVA
-m+w
DELL' IDBOCELE. gior copia del convenevole , ovvero se i vasi,
che debbono recarla al di fuori, compiano male
I:troménto da usarsi nell’operazione dell’1dro le loro funzioni, un tal liquido si accumula po
,cele per efl'usione. (Tavola xxx, fig. 6, 7, 8 e co a poco nella cavità della tonaca vaginale,
9, secondo Lunar.) dando origine all’idrocele accidentale. Una tale
raccolta formasi il più delle volte dietro cause
La parola Idrocele, secondo la sua etimolo ignote,e la esistenza di lei viene solo riconosciuta
gia è applicabile a qualunque tumore, che con dalla progressiva tumefazione dello scroto.
tenga acqua; ma si è pecu iarmente limitato ad L’idrocele della tonaca vaginale si appalesa
indicare le varie raccolte di acqua nello scroto. di rado pe’ sintomi flogistici: ordinariamente
E difi'atti, ora il liquido s’infiltra nel tessuto comincia da un leggiero tumore alla parte infe
cellulare, ch’unisce gl’involucri de’ testicoli, riore dello scroto, che cresce dal basso all’alto,
ed allora dicesi idrocele per infiltrazione ,- ora,
senza calore, senza dolore, senza gran rossore ,
al contrario, si raccoglie in una borsa, in un ascende dinanzi al cordone del testicolo fin
sacco particolare, e sifiàtta raccolta viene chia presso l’ orificio del canal inguinale, e enetra
mata idrocele per efl’inione, la qual elfusioue alcuna finta nel suo orificio; havvi poche ma
può aver luogo tanto in un antico sacco ernia lattie così lente nel suo progresso, dacchè il
rio, come in una cisti formata di mezzo alle to termine ordinario del suo maggior sviluppo è
nache comuni 0 cellulari del cordone dei vasi da sei fino a diciotto mesi. La tonaca vaginale ,
spermatici, e finalmente nella tonaca vaginale. poco estendibile, resiste subito con forza, ma
Di quest’ultima varietà d’ idrocele essendo più perde poscia gradatamente di sua elasticità.
frequente delle altre, ci crediamo in dovere di Finché questa membrana serosa contiene pic
trattarne peculiarmeute. cola quantità di liquido, il tumore è molle ,
L’ idrocele per allusione nella tonaca vagi fluttuante, poco sensibile ad una moderata pres
nale distinguesi in congenita ed accidentale. sione; ma a seconda del suo sviluppo, ella va
Nel primo caso il tumore viene formato da una acquistando solidità e densità; scorgesi mani
raccolta di acqua nella tonaca vaginale, allor festa la fluttuazione, allorquando si preme con
' quando la cavità di questo sacco comunica col una mano sopra un punto, e battesi coll’ altra
I addome. Nel secondo 1’ idrocele può essere sul lato diametralmente opposto. Qualora l’ af
l’effetto della compressione graduata od anche fezione progredisca essendo abbandonata a sé
subitanea sopra le borse, d’ un esercizio vio stessa, arriva ad un epoca in cui la tonaca va
lento, massime del cavalcare senza esserne bene ginale, al sommo distesa, avendo perduta la sua
“er0itati, degli eccessi di venere, e loro conse estensibilità, presenta un tumore più o meno
guenze, di ma peculiar disposizione dell’indivi voluminoso e variabile di forma, in cui non
duo, la qual disposizione non è di frequente valu puossi sentire che una fluttuazione oscura,
tata: daC0hè persone robuste, e della più ridente spesso anche impossibile a scoprirsi. Le rughe
salute ne sono egualmente attaccate che le cache dello scroto diventano meno pronunciate , alle
tiche; sembra di più, che siffatto idrocele nasca in
volte si cancellano del tutto 5 il rafe è incurvato
seguito alle idropisie ; puossi finalmente asseri al lato opposto del tumore. L’ idrocele acquista
re: Che (16550 è sempre il prodotto del tolto equiuna grandissima distensione, la pelle della verga
librio fra i sistemi vascolare assorbente, ed esa vien parimenti distesa, le urine fnon sortono
lante. E‘ noto, infatti, che l’ interna superficie più a getto; colano esse lungo lo scroto esco
della tonaca vaginale è del continuo umettata riando le parti vicine, e 1’ atto della generazio
dalla serosità, che trapela dalle sue pareti. Par ne torna al tutto impossibile.
te di questo liquido non servendo che a lubri Questo tumore acquoso, il cui peso specifi
ficarne la cavità è assorbito dai vasi linfatici co è sempre poco considerabile relativamente
Che Si distribuiscono nella tonaca istessa. Ora al suo volume, nella maggior parte de’ casi è
tolto l’equilibrio fra l’esalazione e l’assorbi trasparente come si può ratificare ponendo un
mento, qualora cioè la serosità infiltrasi in mag lume alla parte posteriore del lato opposto a
MEDICINA OPERATIVA 169
quello dell’ osservatore; e siffatta trasparenza è scroto, l’operatore, posto nello stesso lato del
anche più manifesta, seilliquido, comunemente paziente‘prende il tumore di dietro colla mano
d’un'giallo citrino, sia più limpido e meno manca in modo che il testicolo sia tenuto in
viscoso. Circa la sua grossezza, e forma varia alto ed all’indietro, che la borsa faccia protu
assaissimo: ora in vero la tunica vaginale non beranza all’ innanzi, e lo scroto ne venga disteso.
capisce che qualche cucchiaio di serosità: ora Allora colla mano destra prende il tre-quarti, in
'per' contrario contiene il tumore due tre e quat maniera cheil manico essendo poggiato alla pal
’ tro libbre di fluido, il quale in certi individui ma della mano, sia fissato dal pollice e dalle tre
si fa strada fino al ginocchio (Voigtel, Hand ultime dita, poscia allungando l’ indice sopra
buch der pract., anat., tom. 111, pag. 388). questo istromento, la cui punta sarà prima spal
Comunemente l’ idrocele ha la forma d’una pe mata di grasso, con un colpo secco lo s’immerge
ra colla base all’ingiù e la sommità in alto. dal basso all’alto, e dall’ avanti all’indietro nella
Havvi però alcune circostanze, nelle quali il parte inferiore, anteriore ed esterna del tumore.
tumore e irregolare, globoso, ovvcro presenta La mancanza di resistenza, una goccia di liqui
desso una depressione circolare che lo divide do che sorte di quando in quando tra la ferita
in due. ' ela cannula, la profondità cuiè giunto, sono cri
L’idrocele è semplice allorquando l’ effu teri valevoli ad indicare, che il tre-quarti è
sione non ha luogo che da un lato, doppio se penetrato nella tonaca vaginale. Ciò atto, il
la raccolta sierosa fassi ad un tempo in tutti e chirurgo estrae la punta dell’istromento coll’av<
due i lati; puossi complicare a molti altri idro vertenza di tener ferma la cannula colla mano
celi, all’ernia inguinale (enterocele, epiplocele, sinistra finché il “liquido, che debbe sortire die
o cistocele) alle varici delle vene spermatiche tro leggiera pressione eseguita sul tumore, sia
o scrotali, agli‘induramenti della tunica vagie al tutto evacuato, indi colla destra ritira la can
nale, ec.‘ ec. In generale è agevole la diagnosi nula, intanto che col pollice ed indice della si
di questa affezione, e se havvi alcuna eccezione, nistra tiene uniti i lembi della piccola ferita.
e’ torna raro che un pratico anche poco eserci Finita 1’ operazione, copresi il luogo della pun
tato possa confonderla con altra affezione della tura d’ un pezzo di tela sovrapponendovi una
medesima parte. ‘ compressa, e sostenendo le borse per un so
L’ idrocele non è punto morbo pericoloso spensorio. Presso il maggior numero de’ malati
per la poca influenza ch’ esercita sull’ animale la ferita cagionata dal tre-quarti viene sanata
economia 5 ma torna assai incomoda tale in poche ore, ma in qualche circostanza dessa
gonfiezza pel suo peso e volume, e la cui con s’ infiamma, e passa alla suppurazione. Tale
fricazione colla parte interna delle coscie dà suppurazione è di consueto superficiale, e si
spesso origine ad escoriazioni dolentissime. toglie prestamente con una semplice medica
Puossi per altro portar siffatto tumore per tutta zione: alcune fiato diviene abbondante, si di
la vita senza incommodo, avendo la precauzio lata attaccando la tonaca. vaginale, e produce a
ne di fare "eseguire la paracentesi ogni volta caso una cura radicale. E duopo soprattutto li
che il suo peso lo rende molesto. Tale sempli mitarsi a questo primo modo di cura presso i
cissima operazione, non è di vero, che un mezzo vecchi ed i cachettici, i pusillanimi, i gottosi,
palliativo , ma per guarire radicalmente l’ idro que’ sottoposti alle affezioni reumatiche, allor
cele è d’uopo ricorrere ad un’ operazione più quando molto voluminoso è l’ idrocele, quando
complicata; cosi è costume di dividere la cura è la conseguenza d’una gonfiezza scirrosa al te
chirurgica dell’ idrocele in palliativa e radicale. sticolo, e quando finalmente questo organo e
Trattamento e processo operativo. La cura dolente, ed il cordone spermatico tumefatto.
palliativa consiste nel vuotare di tratto in tratto Nella cura radicale dell’ idrocele, non si si
il tumore, ogni otto o dieci mesi, per esempio, propone solo di evacuare la sierosità contenuta
con una puntura fatta colla lancetta, ovvero con nel tumore, ma di opporsi eziandio alla sua ri
un piccolo tre-quarti leggermente schiacciato; produzione, suscitando un processo infiammato
egli èquest’ultimo stromento più comunemente rio abbastanza forte nella tonaca vaginale enella
scelto, a meno che la quantità di siero efl'usa membrana albuginea onde determinarvi 1’ ade
non sia assai piccola, nel qual caso può bastare renza di ambedue le tonache in tutti i Punti
la lancetta sul timore di ledere il testicolo. della loro superficie. L’ incisione, ,l’GCCÎSÎODB,
Stando l’infermo collocato sulla banda diritta l’ applicazione de’ caustici, 1’ intf0d02Î008 di
‘121 suo letto, e rasi i peli del pube e delle una tenta, dell’esca, d’un settone, di una can
170 LA MEDICINA PITTORESCA
nula, e l’iniezione di un liquido stimolante in sempre la cannula’alla sua inferiore estremità,
queste cavità sono stati i mezzi impiegati di l’ operatore impedisce, ch’ ella non penetri
quando in quando per ottenere questo scopo; troppo nell’interno del sacco, e che non si ri
ma il più di tali processi operativi, tornando tiri nella spessezza dello scroto, mentre che
poco sicuri, e spesso dolentissimi, usasi solo in coll’ indice la tien ferma, e si oppone allo scolo
oggi 1’ eccisione e l’iniezione; quest’ultimo del liquido nel momento in cui l’assistente rie
mezzo ha eziandio la preferenza all’ altro, cui trae la sciringa.Una nuova quantità d’ihiezi0ne
debbesi solo ricorrere nel caso di scirro al te s’ introduce immantinente nello stesso modo,
sticolo OVVero alla tonaca vaginale, e qualora la ed anche per la terza volta, se fosse necessario
puntura od una violenta percossa diede origine per dare al tumore quel volume, ch’ avea di
all’ematocele, che non si possa togliere nè cogli nanzi l’ operazione; ma affine di ottenere il
emollienti nè co’risolventi. In generale, come bramato risultamento, bisogna che ognuna delle
si è più sopra indicato, la preferenza dee darsi iniezioni resti nel tumore per lo spazio di tre
al metodo per iniezione, e siffatta ingegnosa o sei minuti, secondo la sensibilità dell’indif
maniera di curare l’ idrocele è in oggi dai più viduo, il suo stato e l’epoca della malattia; fi
celebri pratici posta in opera. nalmente prima di levare la cannula conduttri
Un tal metodo più semplice, meno doloroso ce, devesi vuotare il tumore fino all’ultima goc
degli altri tutti, e del quale Alessandro Mauro cia di liquido, nonché la minima quantità di
attribuisce la scoperta ad un chirurgo dello aria introdottavisi; cuopresi poscia lo scroto
stesso suo nome, consiste nello spingere fino colle compresse imbevute di vino somigliante
alla tonaca vaginale nel luogo della serosità già a quello usato per le iniezioni; si rinuova l’ e
evacuata per la puntura, un liquido abbastanza sterna medicazione tre o quattro volte nello
irritante da produrvi un processo flogistico. spazio di 24 ore, ed allorché l’ infiammazione
Componesi l’ apparecchio; I.° d’un tre-quarti acquistò il grado di acutezza necessario, vale a
men grosso di quello usato per la paracentesi dire in capo a cinque o sei giorni, si sostituia
addominale, e più grosso di quello destinato scono alle irritanti applicazioni, i topici cata
per la semplice puntura dell’ idrocele; 2.° di plasmi emollienti. Poco a poco le parti mino
una buona sciringa, capace di contenere otto o rano‘ il loro volume, e di consueto nello spazio
dieci once di liquido, la cui estremità si adatti di venti o venticinque_giorni il testicolo già tu
Perfettamente alla cannula del tre-quarti; 3.° mefatto riprende il pristino volume naturale,
di uno o due litri di pretto vino rosso avvalo e la cura è radicale.
rato dall’alcool, caldo o freddo, affine di averne Li risultamenti ottenuti da questo metodo
la conveniente temperatura per quello che deesi curativo sono tuttodi certificati; tuttavia videsi
iniettare; 4.° di uno scaldino pieno di carbone mancar di effetto, e recare funesti accidenti,
ardente onde riscaldarlo all’uopo; 5.° di cerotto cui il barone Larrey provvede nella più parte
per ispalmare l’ istromento; 6.° di molti bacini de’ casi, sostituendo alle iniezioni una porzione
tanto pel vino da iniettarsi, come per raccoglier di sonda di gomma elastica, ch’ ci introduce
1’ acqua dell’idrocele; 7.0 di filaccia, compresse dopo la puntura nella tonaca vaginale. Moltissi
e sospensorio. mi malati di differente età e costituzione, il cui
Così disposte le cose, fattasi la puntura del idrocele era più o meno di antica data, ed assai
tumore nel modo stesso, e con egual cura del voluminoso vennero operati con questo meto
trattamento palliativo dell’idrocele, l’operatore, do, e tutti sanati in brevissimo tempo; Larrey
tenendo la cannula del tre-quarti colla sinistra quindi nell’atto di riconoscere però che molti
mano, per timore che non sorta dalla cavità celebri chirurghi del secolo XVIII aveano ezian
della tonica vaginale, v’introduce colla destra dio prima di lui posto in opera un mezzo per
il sifone della sciringa già ripieno di vino caldo poco analogo al suo, ritiene il proprio come
avvalorato dall’ alcool, il quale debb’ esser con preferibile ad ogni altro nella cura radicale
tinuamente alla temperatura di 32° , ed anche dell’ idrocele per efl‘usione.
più là,ove i tessuti dell’individuo fossero poco Per eseguirla , dice Larrey , si adopera
irritabili, come sarà minore in casi opposti, e un piccolo tre-quarti o meglio un tre arti
nei giovmetti; finalmente il grado sarà tale da schiacciato, che è rappresentato dalla . 6,
ESSGPG a mala pena sopportato dalla mano: allor armato se si vuole della sua c‘annula; prima di
un altro spinga leggermente lo stantuffo finché passare alla puntura, si pratica una piccola in_0î
la sciringa sia perfettamente vuota; sostenendo sione degli integumenti nel punto più declwe
ANATOMIA 171'
del tumore. Evacuato interamente il liquido, si tabile, che 1’ idrocele non abbia un’antica data,
introduce, col mezzo della cannula del tre e che il malato sia operato per la prima volta,
quartij rimasta in sito, una porzione di sonda bastano sovente per ottenere un tal risultato
di gomma elastica, lunga un pollice incirca, e anche sole ventiquattro ore. La sonda dovrà
traforata in molti punti alla sua estremità supe allora esser immediatamente estratta, imperoc
riore (veg. fig. 9); estratta poscia la cannula delchè rimanendo essa nella ferita per qualche
tre-quarti, mediante un sospensorio bene stretto tempo dopo che la secrezione sierosa è scom
si mantiene in sito la sonda. La presenza di que parsa, può suscitare un’infiammazione troppo
sto corpo straniero per entro la tonaca vaginale, orte: se poi l’ idrocele fosse antico , ed il ma
aggiunge Larrey, non produce nè troppo inco lato avesse rapportato altra operazione, la son
modo nè troppo dolore. Durante le prime do da in tal caso non si ritirerà dal tumore tanto
dici ore la sierosità si fa strada per la sonda, prontamente. Il testicolo si fa leggiermente tu
ma in seguito la secrezione diminuisce, e cessa mido e dolente, e la risoluzione succede ben
interamente, cominciando allora il processo flo preSto, per non dover ricorrere all’applicazione
gistico d’ adesione, che ha luogo contempora di alcun topico. Gli induramenti che mai ne
neamente su tutti i punti della periferia del te. conseguitassero, si tolgono con alcune frizioni
sticolo, eccettuati quelli ove posa la sonda, la mercuriali. Tutti gli ammalati operati da Lar
quale perciò dovrà venir estratta non appena è rey con tal processo, guarirono senza recidiva,
cessato lo scolo sieroso; che è il segno certo prima del venticinquesimo giorno; né si mani
del primo grado d’ infiammazione. festarono giammai gravi accidenti; per cui un
E raro che una tal infiammazione, la quale tal metodo sembra dover esser adoperato in
benché lieve, è capace di stabilire un processo tutti que’ casi, ne’ quali si ha da trattare un
(l’adesione, non si stabilisca prima del terzo idrocele per efi‘usione nella tonaca vaginale.
giorno; che se poi il soggetto sia giovane, irri

-*È*Q‘H-

ANATOMIA
_*OOW_

OSSA. gione lombare della colonna vertebrale, che con


giunge il petto alla pelvi. -- 17 La pelvi, che
Scheletro d’un adulto veduto per la parte costituisce l’estremità inferiore del tronco. ....
anteriore. (Tavola xxu, fig. 1.) 18 Il sacro. - 19 Il coccige. -- 20 La clavicola.
_. 21 L’ omoplata, che colla sua riunione col
Spiegazione dellafigura. l’osso antecedente viene a formare la spalla.
- 22 L’omero, che costituisce da per sè solo il
I La testa, che forma l’estremità superiore braccio. - 23, 23 Il radio collocato esterna
del tronco. Il cranio. - 2 Il coronale o fronta mente. -- E 24, 24 L’ ulna posta internamente
le. La _fizccia. - 3 Ossi della guancia. - 4 Il all’avambraccio, il quale alla destra è figurato
parietale. - 5 Il temporale. - 6 Le ossa pro in supinazione, alla sinistra, in pronazione. _
prie del naso. - 7 L’ osso mascellare superio 25 Il carpa (1), lo scafoide. _ 26 Il semiluna
re. - 8 Le due arcate alveolari. _- g, 10 La re. -- 27 Il piramidale. - 28 Il pisiforme. -
mascella inferiore. -- I 1 Il collo, che congiun 29 Il trapezio. - 30 Il trapezoide. - 31 L’ osso
ge la testa al petto, ed è formato dalla regione maggiore. - 32 L’uncinato. - 33 Il metacarpo.
cervicale della colonna vertebrale. - 12 Lo - 34 Il dito pollice. - 35 Il dito indice. - 36
sterno, che costituisce la parte anteriore del
petto. -- 13 Le coste che formano le parti la (x) Le una del carpe sono pure diversamente denominate
dagli autori, e quindi il primo osso si dice navicolare, il secondo
terali della medesima cavità. -- 14 Sommità ed Innata, il terzo trìquetro, il quarto subrotanda od orbicolare,‘
apertura superiore del petto. 15 - Base ed e ciò per la prima serie, inquanto alla serie inferiore connessa
col metacarpo l‘osso primo è il moltangolo maggiore, il secondo
apertura inferiore dell’istessa cavità. -- 16 Re il capitato, e finalmente il cuneiforme. ('1'.)
172 LA MEDICINA PITTORESCA
Il dito medio. - 37 Il dito annulare. - 38 Il sito all’infuori della stessa gamba. Il tallone. -
dito minimo. - 39 Il femore, che forma da per > 43 Il calcagno. - 44 L’ astragalo. - 45 Lo sca
se solo la coscia. - 40 La rotula posta anterior foide. - 46 Il primo osso cuneiforme. - 47 Il
mente all’ articolazione del ginocchio. - 41 La secondo osso cuneiforme. - 48 Il terzo osso a
tibia collocata all’ innanzi ed internamente della cuneiforme. - 49 Il metatarso. - 50 Le dita
gamba. -- 42 La fibula (od osso del peroneo) che formano la punta del piede.

-*i°ài*

PATOLOGIA CHIRURGICA

-ssesa»

Dei calcoli orinari. merati delle more. La fig. 3 ne offre un esem


pio; ed in tal caso prendono il nome di calcoli
Calcoli oriuari. (Tavola xxu fig. 2 e 3 dalla morari ( muraux). In certe circostanze sono
Clinica chirurgica di Lanaar.) schiacciati come un’ amandorla; sovente hanno
una superficie liscia come il marmo, oppure
Sotto i nomi di calcoli o di pietre voglionsi ineguale, scabra, sormontata da punte e da par
dinotare dei corpi solidi più o meno regolari, ticelle trasparenti come cristallizzate. Il lor v0
i quali formansi accidentalmente in uasi tutte lume ed il numero non è ineno soggetto a va
le parti del corpo dell’ uomo e dein animali. riazioni del colore e della forma. Infatti, talvolta
Queste specie di concrezioni inorganiche sono i calcoli oriuari son piccoli, e simili a dei gra
di una natura differente, e prendono differenti nelli di sabbia, ed allora costituiscono la così
denominazioni, a seconda della lor chimica detta renella ; tal altra son grossi come un uo
composizione, o dei diversi siti che occupano. vo di pollo, e pesano da due a sei once. Se ne
Se ne rinvengono fra le capsule ed i legamenti son ritrovati alcuni riempier tutta la capacità
delle articolazioni, negli intestini, nella cisti della vescica, e del peso di più libbre. Spessis
fellea, nei reni, negli ureteri, nell’uretra, nella simo quest’ organo non ne contiene che uno
vescica, nell’ utero, nei polmoni, nel cervello, soltanto; ma son frequenti gli esempi che ne
nel pancreas , nello stomaco, cc. ec., e quindi contenga un gran numero. La vescica di Buffon
ne derivarono i nomi di calcoli artritici, inte ne racchiudeva 55, di forma tetraedra; e Sharp
stinali, biliari, oriuari o vescicali ec. Noi non ne ritrovò 214 in quella di un uomo, che morì
anderemq esaminando ciascuna di queste specie prima d’esser giunto al sessantesimo anno di
di Calcoli in particolare, perché ciò troppo lun età. Secondo Richerand la proporzione dei cal
go lavoro riuscirebbe; ma siccome i calcoli ori colosi, di cui la vescica non contiene che un
uari più facilmente degli altri riscontransi in calcolo, sta. in rapporto di r a 3. I calcoli oriua
pratica, così abbiamo dato a questi la preferenza ri, quando sieno interi, non manifestano alcun
per formare il principale subbietto del nostro oddre; ridotti in polvere, putono fortemente
articolo. di oriua, e il lor sapore è salato, acre, disagg'ra
I calcoli oriuari , che diconsi pure calcoli devole. Perciò che risguarda la struttura si os
renali, quando si rinvengono negli ureteri, nei servano parimenti delle rimarchevoli differen
reni, ove sembrano avere la loro primitiva for ze: così gli uni sono composti di strati concen
mazione, e calcoli vescicali, quando son conte trici più o meno solubili e diversamente colo
nuti nella vescica, hanno differenti colori: ve rati; gli altri sono confusamente frammisti di
n’ ha di bianchi, di bruni, di bianchi grigiastri, sostanze eterogenee; altri finalmente, e sono i
di un giallo chiaro o carico, di nerastri; ma in più rari, mostrano in tutta la lor massa" una
generale variano questi colori a seconda della materia omogenea. Le specie più ordinarie di
chimica composizione del calcolo. La forma è questi calcoli sembrano formate di strati suc
pure variabilissima, il più d’ordinario sono ro cessivi , nel cui centro havvi un nucleo più o
tondi, ovali o reniformi, talvolta poligoni, men grosso. Variabilissima n’è pure la consisten
tetraedri, e tal altra imitano i tubercoli agglo za: gli uni sono talmente friabili, che basta la
PATOLOGIA CHIRURGICA l 73
più piccola pressione per stritolarli: altri invece, ad all’estremità del glande subito dopo aver minato,
esempio quelli d’ ossalato di calce, sono estrema la sospension brusca del getto dcl1’ orina special
mente duri, e possono, in certi casi, prendere una mente stando in positura verticale, l’ alterazione
bellissima politura. nel colorito, nella composizione e nella consistenza
Le sostanze scoperte fino al presente nei cal di questo liquido. Ma tutti questi sintomi sono
coli orinari sono : l’ acido urico, l’ urato d’ammo molto equivoci; e tanta si è l’ analogia con quelli
niaca, il fosfato di calce, il fosfato ammoniaco che spettano ad altre malattie, che il pratico non
magnesiaco, l’ossalato di calce, la silice, l’ ossido deve giammai pronunciare sulla presenza di un
cistico, l’ ossido santico, ed una materia animale calcolo, se non dopo essersi cerziorato, mediante il
della natura del muco, destinata in proporzione cateterismo , non solamente alcuni giorni prima di
variabile, a servire di cemento alle diverse materie fare l’operazione, ma al momento istesso di prati
che compongono questi differenti calcoli. Egli è carla. Il cateterismo è adunque il sol mezzo capace
raro però, che ciascuna di queste sostanze esista a stabilire con certezza il diagnostico di questa
sola nelle concrezioni crinarie; quasi sempre al malattia.
contrario trovansi diversamente tra loro frammi L’ esistenza di uno o più calcoli oriuari costi
schiate , e da tal miscuglio ne risulta un grandissi tuisce sempre, qualche caso eccettuato, un’afl'ezion
mo numero di specie, che sono state determinate, grave. Il pronostico dovrà esser specialmente fune
sia da Fourcroy o Vauquelin , sia da Wollaston e sto, se il calcolo non è mobile, come questo suc
Marcet. Ecco l’ennmcrazione e la proporzione re cede nella maggior parte dei casi, se risulti al con
lativa sulla totalità di que’ calcoli che vennero ana trario aderente od insaccato, se la pietra è del ge
lizzati da questi celebri chimici : 1’ uso abituale dei nere di quelle dette morari, imperocchè le molte
liquori spiritosi, dei vini grossi e delle vivande asperità di cui è coperta, possono determinare
condizionate con droghe favoriscono egualmente lo un’ infiammazione della tonaca interna della vesci
sviluppo della pietra, a cui non sembra appena ca , e produrre in quest’ organo delle vegetazioni,
estranea 1’ influenza del clima, poiché vi sono dei le quali fiapponr ndosi tra i tubercoli mamellonari
paesi, ove vi ha un gran numero di calcolosi, della pietra , favorir possono l’ aderenza di questa
mentre ve n’ hanno degli altri, in cui tal malattia alla faccia interna della vescica. I calcoli rappresen
è rarissima. In alcune parti non è nemmen cono tati, fig. 2 e 3, hanno offerto due casi di simili
sciuta, cosi è sotto i tropici, in Ispagna ed in aderenze.
Africa è pochissimo comune. Si crede generalmente Trattamento. Gli accidenti prodotti da un
che i calcoli della vescica sono frequentissimi nelle soggiorno più o men prolungato di un calcolo in
contrade umide e fredde come in Inghilterra ed in vescica; le difficoltà che in certi casi si oppongono
Olanda, e rari all’ incontro nei paesi molto caldi e all’ estrazione; il pericolo che può consegnitarg la
molto freddi. Ma, di tutte le cause suscettibili a cistotomia, vale a dire, il suo allontanamento me
contribuire alla formazione di queste concrezioni diante un istromento tagliente, hanno naturalmente
oriuarie, nissuna è tanto certa quanto la presenza dovuto condurre i medici a dimandare alla chimica
dei corpi stranieri in vescica, sia che questi corpi i mezzi per iscoprire un dissolvente di queste spe
sien stati introdotli volontariamente od involonta cie di calcoli. Fourcroy e Vl’auquelin furono i pri
riamente per la bocca o per l’ uretra, sia che siensi mi che ebbero una tal’idea, proponendo d’ inieti
trovati accidentalmente deposti in quest’ organo. tare nella vescica una soluzione molto allungata di
Un ago, un pezzo di legno, un frammento di potassa e di soda, od un liquido debolmente acci
sonda, una palla di piombo, delle mucosità ispes dulato con l’acido nitrico od idroclorico. Questi
site, un grumo sanguigno, sono assai di sovente chimici si sono infatti assicmati che il primo di
divenuti, come si può vedere nella ricca collezio tali liquidi poteva, coll’andar del tempo, distrug
ne che possiede la facoltà di medicina di Parigi, gere dei piccoli calcoli d’ acido urico e d’ urato
il nucleo d’ un calcolo vescicale. d’ ammoniaca , e il secondo scioglieva benissimo
I sintomi indicanti la presenza di una pietra in quelli composti di fosfato di calce, di fosfato d’am
vescica sono, indipendentemente dai dolori ai reni moniaca e magnesia; ma siffatto genere di medi
e lungo gli ureteri (dolori che aumentano d’ ordi cazione presentò un sì gran numero di difficoltà,
nario in intensità per certe posizioni del corpo, che si videro costretti ad abbandonare ilor primi
per l’ equitazione, la corsa cc.) un peso abituale saggi, e da quel punto, le sostanze a cui si aveano
al perineo , che si propaga lungo il canal uretrale, attribuito proprietà litontriche, furono, per così
allorquando il calcolo è voluminoso, un prurito dire, bandite dalla terapeutica. I pratici d’ oggidi
più o men vivo alle parti genitali, un dolor sordo cercano piuttosto di correggere la causa dalla quale
Med. Fin. T. 1. \ 2
174 LA MEDICINA PITTORESCA
dipende la formazione dei calcoli orinari, di quello fosfato ammoniaco-magnesiaco, 'injettando nella
che a scioglierli; ed un tal mezzo, comecchè in vescica, col mezzo della sonda a doppia corrente di
fi‘uttuoso in alcune circostanze, promette nondi Halen dell’acqua distillata alla temperatura di 32
meno una gran probabilità di successo. Cosi, allor gradi. L’ azione dissolvente della pila galvanica
quando l’acido urico predomina nell’orina, ciò adoperata allo stesso scopo in pria da Bouviers di
che il più (1’ ordinario succede, gli alcali sono i ri Mortiers e Gruithuisen, fu sottomessa egualmente
medi da adoperarsi. Conviene al contrario ricorrere a dei nuovi tentativi da Dumas e Prevost. Ma, noi
agli acidi e specialmente all’ acido idroclorico, non sapremmo ripeterlo abbastanza, l’uso di que
quando 1’ urina è satura di sali calcarei o magne sti mezzi presenta in pratica delle gravissime diffi
siaci; queste due sostanze, ingeste nello stomaco, coltà , e fino a che il successo di questi agenti chi
giungono all’ apparato orinario per la via della ci1= mici sia ben avverato, la cistotomia o la litotrizia,
colazione, modificano in un modo rimarchevole la della quale abbiam già fatto conoscere alcuni degli
composizione dell’ orina, e prevengono od arre ingegnosi processi, saranno le operazioni necessa
stano i progressi dell’alfezion calcolosa. Si può rie, specialmente se il calcolo orinario è molto vo
somministrare l’acido idroclorico alla dose di 5 a luminoso, ed i dolori intollerabili.
25 gocce, sufficientemente allungato nell’ acqua, Che se alcune circostanze particolari controin
due o tre volte per giorno. Quanto agli alcali, il dicassero queste operazioni; se, ad esempio, il ma
miglior modo di usarli, è di bere abitualmente lato fosse molto vecchio ; se dei vivi dolori l’ aves
dell’acqua di soda (soda water). Fu pur proposta . sero ridotto ad uno stato di marasma; se final
l’acqua di calce, il sapone, l’acqua di soda acidu mente la pietra sembrasse essere molto grossa ', in tali
lata, il carbonato di potassa, una soluzion di po casi converrà differire indeterminatamentel’ opera
tassa, la magnesia, ec., come palliativi e come zione_e combattere la violenza degli accidenti me
mezzi di migliorare la secrezion orinaria. Si cono diante i salassi generali e locali, dei bagni tiepidi,
scono adunque oggidi delle sostanze, le quali son dei cataplasmi ammollieriti, delle emulsioni, dei
capaci se non di sciogliere, allorquando sono for narcotici sotto tutte le forme, ec. cc. Se al contra
mati, i calcoli di composizione variabile, (1’ arre rio per mezzo d’uno dei processi che noi abbiamo
starne almeno la formazione. indicati, si fosse giunti a liberare il malato di uno
Da una dozzina (1’ anni incirca si son raddop o più calcoli orinari, bisognerà, onde prevenire le
piati gli sforzi per arrivare a guarire dalla pietra cause che potrebbero dar luogo ad una novella af«
senza aver ricorso alla sua estrazione mediante fezion calcolosa, prescrivergli un regime addolcen
l’operazione. A questo effetto Gruithuisen e J. Clo te, bevande abbondanti e diuretiche, le acque
quet hanno tentato di operare la dissoluzione dei minerali gasose, cc.
calcoli d’ acido urico, d’ urato d’ ammoniaca e di

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TERAPEUTICA
--mos«-

DEL ZAFFERANO ropa dagli Arabi verso il finire del quattordicesimo


secolo. La si trova in Tartaria, in Grecia, in Italia;
e del suo uso terapeutico. (Tavola xxu, fig. 4, in parecchie contrade d’Europa se ne fa un’abbon
la pianta ridotta alla metà della sua grandezza, dante coltivazione, specialmente in Ispagna , ed in
- 5 il calice aperto, stami e pistillo, -- 6 il alcuni dipartimenti della Francia, specialmente nei
frutto, - 7 lo stesso tagliato orizzontalmente, dintorni di Avignone, e Montargis, nell’antica pro
- 8 il seme, secondo Tvnrm.) vincia del Gatinese. La sua radice è composta di
un bulbo rotondo, bruno e secco, della grossezza
Questa pianta bulbosa, originaria d’Oriente, per di una piccola noce, d’ onde partono parecchie ti
cui le si conferma il nome di zafl'erano orientale, bre allungate che si approfondano nella terra. Le
sotto il quale viene denominata nelle opere di ma sue foglie, involte nella lor parte superiore in una
teria medica, sembra esser stata introdotta in Eu guaina membranosay, son tutte radicali, acute ,
TERAPEUTICA ! 75
strettissime, scanalate , ed attraversate da una bile, l’ adoperavano, ora come profumo, ora come
nervatura bianca. Dal lor centro sorge uno pe sostanza medicamentosa. Ippocrate ne parla in varie
rigonio cortissimo, che porta un fiore simile a sue opere; e ne vanta gli effetti in certi casi di do
quello dal colchico di color violette e munito di un lori reumatici e d’ ingorghi artritici. Galeno lo ri
tubo lungo con lembo regolare 6 - partito. Que guarda come un eccellente depurativo. La maggior
sto fiore ha tre stami ed un pistillo (Veg. fig. parte degli autori moderni pongono il zafferano fra
4 e 5), e termina in tre stimmi, sole parti che si gli antispasmodici, ed i tonici diffusibili. A piccola
adoperano. Questi stimmi conosciuti in commer dose, aumenta 1’ azione dello stomaco, eccita l’ ap-,
cio sotto il nome di zaflerano, mostransi, allor patito, il calor generale e la frequenza dei polsi;
quando si abbia usata molta diligenza nel distac preso a forte dose determina, si dice, il riso, la
carli e conservarli lungi dal contatto della luce, gajezza, produce la sonnolenza, ed una specie di
sotto forma di lunghi filamenti di color rosso-randa narcotismo che, secondo Murray, sembrerebbe sta
to, assai carico, pieghevoli, elastici, leggerissimi, bilire alcuni rapporti tra il zafferano e l’ oppio. E
di un odore forte aromatico, penetrante, aggrade pur ritenuta questa sostanza come un buon emena
vole in principio, ma che diventa bentosto inco gogo, ed una tal opinione è generalmente ammessa
modo in modo da produrre talvolta della cefalalgia, dai pratici , e, sotto questo rapporto, un tal medi
delle vertigini, ed una specie di ubbriachezza. Il camento è frequentemente adoperato in medicina
sapore è piccante, aromatico, amaro. Due o tre di popolare, senza neppure l’avviso di un medico, co
questi filamenti posti in bocca bastano per dar sa che in alcune circostanze può produrre gravi
alla scialiva un color giallo dorato. L’ acqua, il vi finconvenienti. Come antispasmodico lo si prescrive
no, la birra, 1’ aceto, si caricano egualmente colla nell’ isterismo, nell’ ipertosse, nell’ asma, nella tos
maggior facilità delle particelle odorose, sapide, co se cronica, nei vomiti nervosi e nelle affezioni
loranti di questa pianta. gottose.
In generale si preferisce per l’ uso medico il All’esterno venne raccomandato il zafferano sotto
zafferano raccolto nel Gatinese, senza però riget forma di cataplasma come risolvente, o sotto quella
tare quello che ci arriva da Grange e dalla Man di lozioni, nei casi d’ecchimosi, 0 d’ ingorghi fred
cia, il quale è inferiore per qualità. Per esser ri di‘0d indolenti. Per soddisfare alle medesime indi
tenuto buono, bisogna che il zafferano sia eguale, cazioni, lo si usa pure in collirio, onde dissipare il
di un bel colore, raccolto di fresco, ed esente da gonfiamento delle palpebre divenute edematose.
qualunque miscuglio, imperocchè spessissimo si Il zafferano si prescrive tanto in polvere quan
-cerm di falsificarlo, sia aggiungendovi dei fiori del to infuso nell’ acqua o nel vino. Si prepara uno
fiorrancio (calendula arvensis) dei petali del estratto, una tintura alcoolica, uno sciroppo che
-zaffrone (carthamus tinctorius ), o colle fibre di riesce molto gradito. La sua dose in polvere ed in
carne cotte ed infuse in una tintura molto con infusione è di I a a 48 grani per ogni pinta di liqui
centrata di zafferano, sia mescolanrlolo con olio, do. Il suo estratto si dà dai 4 fino ai 12 grani, e
o esponendolo alla umidità , perché aumenti la tintura dalle 20 fino alle 30 gocce. Lo sciroppo
di peso. Analizzati gli stimmi del zafferano da si può amministrare ai fanciulli alla dose di 2
-Bouillon de la Grange e Vogel, hanno dato della dramme fino a Entra il zafferano nella compo
50mma, dell’albumina, della cera ed una materia sizione del laudano liquido del Sidenlzam, nella
colorante, detta da essi polijchroi'te, a motivo dei confezione di zqflerano composta, nell’ elixir di
difl'erenti colori di'cui è suscettibile, allorquando proprietà, ed in molti altri medicam enti officinali.
-dopo averla fatta sciolgere nell’acqua, vi si aggiun I molteplici usi economici dello zafferano lo
ga dell’acido solforico e nitrico, per cui passa al fanno ricercare per rendere più gradite una folla
verde, al cilestro, al violette, cc. Questo principio di preparazioni cucinarie. In lspagna, in Italia ed in
solorante solubilissimo nell’ alcool ( soluzione che molti paesi meridionali lo si adopera nelle pastic
non imbianca coll’aggiunta di acqua), insolubile ne cerie, nel pane, nel riso, ecc. come pure per dar
gli olii essenziali o grassi, sciogliesi pochissimo il colo re aisorbetti ed ai dolci : formala base di certi
nell’etere: si fissa sulle stoffe e dà loro un color liquori, quali lo scubac e l’ elixir di Garus: in
giallo assai bello bensì, ma poco durativo. E da fine i tintori se ne servono con vantaggio per pre
supporsi che una parte delle proprietà mediche del parare le più belle gradazioni dei lor colori gialli,
Zafferano risieda nella polijcroì'te. ed i pittori ne fanno un uso fiequentissimo in
Il zafferano era conosciuto dagli antichi, e, sot molte vernici colorate.
to nomi di re dei vegetabili, di panacea vegeta
.,.
.‘W-l
176 LA MEDICINA PITTORESCA

ANAT OMIA
_*bîifi

-ÀRTERIE. dei muscoli gemelli. - 42 Origine del muscolo


plantare. - 43 Legamento laterale esterno del gi.
Arterie superficiali e profonde della regione nocchio. - 44 Legamento posteriore del ginocchio.
p'pplitea edella parte posteriore della gamba. - 45, 45 Muscolo popliteo. - 46, 46 Origine de
( a vola xxm, fig. 1 e 2, secondo Tuamnmr.) muscolo solco. - 47, 47 Muscolo flessor lungo col
mune delle dita. - 48, 48 Muscolo tibiale poste
Spiegazione dellafigura prima. riore. - 49, 49 Muscolo flessor lungo del primo
dito. - 50, 50 Muscolo peroneo lungo laterale. -
I Muscolo retto esterno. - 2 Tendine del mu 51 Muscolo peroneo breve laterale. - 52 Tendine
scolo sartorio. - 3 Tendiùe del muscolo retto in del muscolo peroneo anteriore. - 53 Tendine di
tern’o della coscia. - 4 Muscolo semi-tendinoso. - Achille troncato. - 54 Legamento posteriore del
5 Muscolo semi-membranoso. - 6 Muscolo bicipi l’ articolazione della tibia col tarso. - 55 Muscolo
te. - 7 Muscolo plantare. - 8, 8 Muscoli gemelli. peroneo piccolo. - 56 Muscolo abduttore del dito
- g, 9 Muscolo solco. -- xo Tendine d’Achille. -' piccolo. - 57 Aponeurosi plantare. - 58, 58 Ar
x I Muscolo flessor lungo comune delle dita. - 12 teria poplitea. - 5g Arteria articolare superiore in
Tendine del muscolo tibiale posteriore. -- 13, 13 terna e superficiale del ginocchio. - 60, 60 Rami
Muscolo peroneo lungo laterale. - 14, 14 Muscolo muscolari dell’arteria poplitea. - 61 Arteria arti
peroneo breve laterale. - 15, 15 Muscolo flessor colare superiore interna e profonda del ginocchio.
lungo del primo dito del piede. - 1 6 Muscolo pero - 62 Arteria articolare superiore esterna del gi
neo piccolo. -- 17 Tendine del muscolo peroneo nocchio. - 63 Tronco dell’arterie gemelle tagliato.
inferiore. - l 8 Aponeurosi plantare. - 19 Muscolo -- 64 Arteria articolare media del ginocchio. - 65
adduttore del piccolo dito. - 2o Arteria poplitea. Arteria articolare inferiore esterna del ginocchio.
- 2:, 21 Rami muscolari di quest’ arteria. - 22 , - 66 Arteria articolare inferiore interna del ginoc
22 Arteria articolare superiore interna che diventa chio. - 67 Ramo dell’arteria poplitea che si porta
superficiale. - 23 Arteria articolare superiore ester al muscolo soleo. - 68 Arteria tibiale anteriore. -
na del ginocchio. - 24 Arteria,articolare superiore 69 Arteria nutricia della tibia. - 7o Ramo della
interna e profonda del ginocchio. - 25 Tronco co arteria poplitea che si distribuisce al muscolo so
mune alle arterie superficiali del polpaccio e dei lco, troncato. - 7| Arteria tibiale posteriore. -
muscoli gemelli. - 26, 26 Arterie superficiali del 72, 72 Rami muscolari dell’arteria precedente. -
polpaccio e rami che ne derivano. -- 27, 27 Arte 73 Arteria malleolare posteriore interna. - 74, 74
rie che vanno ai muscoli gemelli. - 28 Arteria ti Rami dell’arteria malleolare interna che si distri-1
biale posteriore. - 29 Ramo muscolare dell’arteria buiscono per lo calcagno. ‘- 75 Arteria peronea co
precedente. - 30 Arteria malleolare posteriore in mune. 76, 76 Rami muscolari provenienti da que
terna. - 3x, 3x Rami muscolari provenienti dalla st’ arteria. - 77 Arteria peronea posteriore. - 78,
arteria perone'a posteriore. -- 32, 32 Arteria pero 78 Rami dell’arteria precedente, che si portano al
nea posteriore. -- 33 , 33 Rami dell’arteria prece calcagno. - 79 Rete arteriosa del calcagno. - 80
dente che si portano al calcagno. - 34, 34 Rami Ramo dell’ arteria peronea posteriore che si porta
rlell’ arteria tibiale posteriore che si distribuiscono verso la regione esterna del piede.
al calcagno. - 35 Rami dell’arteria malleolare an
teriore esterna. - 36 Arteria dorsale esterna del
piccolo dito. Descrizione sommaria delle principali arterie
indicate nelle 1g. 1 e 2.
Spiegazione della igura seconda.
Arteria Poplitea. (20 e 58)
37 Estremità inferiore del musculo adduttor
ande. - 38 Porzione del muscolo bicipite. - 39 Questa arteria,che considerare si deve come la
Tendine del muscolo semitendinoso. - 40 Tendine continuazione dell’ arteria femorale, che cangia di
del muscolo sentimembranoso. - 41, 4: Origine nome traversando il muscolo grande adduttore,
ANATOMIA 177
discende un po’obliquameute daldi dentro al di fuori il tendine del terzo muscolo adduttore, si ri
nella fossa del poplite,e si estende dal principio del volge all’innanzi sulla parte interna del femore,
terzo inferior della coscia fino al terminare del quarto al disopra del condilo corrispondente, e dopo
superior della gamba,ove dividesi nelle arterie tibiale aver gettato alcune ramificazioni nel periostio
posteriore (7 I) e peronea (7 5). Il lato suo posteriore di questo osso si divide in due branche. Una
è coperto per un gran tratto della sua estensione discende obliquamente all’infuori, ha il femore
dal nervo sciatico e dalla vena poplitea; inoltre ed il muscolo tricipite crurale, ai quali si distri
superiormente è addossata al muscolo semimem buisce, come pure al tessuto cellulare vicino,
branoso ( 5, 40 ) : più in basso, è tenuta lontana oppure si spande interamente nel muscolo e si
dall’aponeurosi dagl’in tegumenti da _una gran quan’ anastomizza ai rami della circonflessa esterna.
tità di grasso; più basso ancora è protetta dai mu L’ altra branca giunge in compagnia del tendine
scoli gemelli (8, 8, 41 ), plantare (7) e solco (g, del muscolo grande adduttore, fino al condilo
46 ). Il suo lato anteriore è in alto separato dal interno, ed ivi dividesi in un gran numero di
femore mediante molto tessuto cellulare adiposo; rami che si portano traversalmente al di dentro
nel mezzo riposa sulla faccia_ posteriore dell’ arti sul femore, e si distribuiscono al muscolo trici
colazione femore-tibiale ; ed in basso, interamente pite crurale, o si affondano nell’ articolazione
sui muscoli popliteo (45) e tibiale posteriore (48). femoro-tibiale anastomizzandosi con quelli del
Il suo lato esterno corrisponde al muscolo bici 1’ articolazione superiore esterna.
pite (6, 38), dal quale inferiormente si allontana,
al condilo esterno del femore, ai muscoli gemello 2.0 Arteria articolare superiore esterna (23).
esterno, plantare e solco. Col suo lato interno si
avvicina al muscolo Semimembranoso , da cui al - Nasce esternamente dall’arteria poplitea,
lontanasi pure discendendo, e trovasi poscia in immediatamente al disopra del condilo esterno
rapporto col nervo popliteo interno, ed il mu del femore, e si dirige trasversalmente all’ in
scolo gemello interno. fuori sotto il muscolo bicipite, rivolgendosi at
L’ arteria poplitea getta un gran numero di torno il femore. Dividesi pure in due rami, il
piccoli rami. che si spargono pel nervo sciatico , superiore dei quali si spande tutto pel muscolo
pel tessuto cellulare adiposo, pei muscoli e per tricipite crurale, l’ inferiore discende obliqua
tutte le parti vicine; ma il lor numero è indeter quamente all’innanzi sul condilo del femore, al
minato e variabile è la loro disposizione. Alcuni disotto dell’ aponeurosi fino alla rotula, sulla
di questi rami meritano però di esser descritti a quale si anastomizza conl’ arteria articolare su
parte , tali sono le anranu-z ARTICOLARI, che si di periore interna.
stinguono in superiori ed inferiori. Le arterie
articolari superiori che sono tre, dividonsi in in 3.° Arteria articolare superiore media (64).
terna, esterna, media, e nascono dall’arteria po
plitea nella fossa del poplite. Le arterie artico - Molto meno grossa delle altre precedente
lari inferiori distinguonsi in interna ed esterna, nasce quest’arteria dalla parte anteriore dell’ar
nascono dalla medesima arteria, alla parte supe teria poplitea, ora al disopra, ora a livello del
riore della gamba. ‘ 1’ articolazione, traversa quasi subito orizzontal
mente, dal di dietro all’innanzi, il legamento
ABTEBIE AB'I‘ICOLÀIU SUPERIORI posteriore dell’articolazione del ginocchio, e si
divide in due rami, uno dei quali discende p0
1.° Arteria articolare superiore interna steriormente ai legamenti crociati e perdesi nel
( 222 59- ) vicino tessuto cellulare; l’altro si approfonda
nella fossa che separa i due condili del femore,
_ L’ arteria articolare superiore interna è e si distribuisce per quella sostanza adiposa che
di un volume sempre considerabile e varia mol ivi esiste, somministrando dei rami a tutte le
to il punto di sua origine. Di rado è unica : se parti dell’ articolazione.
ne riscontrano quasi costantemente due o tre.
Se esiste sola, può nascere dall’arteria poplitea . ARTEBXR ABTICOLABI INFERIORI
nel punto che questa traversa il muscolo grande
I .° Arteria articolare inferiore interna (66).
adduttore, od in qualsiasi altro sito della sua
estensione fino a livello dei condili del femore. _- L’arteria articolare inferiore interna na
In tutti i casi discende al di dentro, passa sotto sce dalla poplitea, al disopra del muscolo della
178 LA MEDICINA PITTOBISCA
stesso nome, discende obbliquamentc all’ in le arterie peronee (75, 76) e tibiale posteriore.
dentro, sotto il nervo sciatico ed il muscolo ge (28, 34, 71.)
mello interno, poi si rivolge sulla tuberosità cor
rispondente della tibia, tra l’osso e il legamento Arteria tibiale anteriore (68).
laterale interno dell’articolazione del ginocchio,
ed i tendini dei muscoli sartorio, retto interno Nasce quest’ arteria dalla poplitea anterior
e semitendinoso. Dopo ciò curvasi dal basso in mente presso il Capo della fibula ; il suo volu
alto, ascende lungo il margine interno del lega me è considerabile. Al punto della sua origine
mento della rotula, fino alla parte inferiore di diretta'orizzontalmente all’innanzi, invia alcu
nest’ osso, ove si anastomizza con un ramo ni rami ai muscoli tibiale posteriore, e flessor
dall’ arteria articolare superiore interna, ed al lungo comune delle dita, non che alla parte
cuni rami dell’articolare inferiore esterna. Getta posteriore dell’articolazion del ginocchio, e tra
qualche ramoscello al muscolo popliteo (45) e fora immediatamente l’estremità superiore del
gemello interno. Gli altri si spargono sul lato muscolo tibiale posteriore e il legamento inter
interno dell’ articolazione, sul periostio della osseo. Appare alla parte anteriore della gamba,
tibia ed anche degl’ integumenti. si rivolge in basso, discende obliquamente tra i
muscoli peroneo lungo laterale (13, 50) e ti
2.° Arteria articolare inferiore esterna (65). biale anteriore, avvicinandosi progressivamente
alla tibia, sovra cui scorre inferiormente: indi
- Nasce dalla poplitea esternamente, più si fa strada sotto il legamento anulare anteriore
in basso della precedente , nascosta nella sua del tarso, tra i muscoli estensore comune delle
origine dal muscolo plantare, al disotto del dita ed estensor proprio del dito grosso, ed al
condilo esterno del femore. Discende obliqua lora prende il nome di arteria plantare.
mente all’infuori, al disopra del muscolo so Col lato posteriore questa arteria appog
lco, tra il popliteo ed il gemello esterno, e si gia pei quattro quinti superiori, sul legamento
insinua sotto il tendine del bicipite, e sotto il interosseò, e nel quinto inferiore sulla tibia.
legamento laterale esterno dell’articolazione del Nel suo lato anteriore è coperta successivamente
ginocchio, Questa arteria dà dei ramoscelli a dai muscoli tibiale anteriore, estensor comune
tutti questi muscoli, si inflette poscia sul mar delle dita, ed estensor proprio del dito grosso:
gine convesso della fibro-cartilagine semilunare il tendine di quest’ ultimo è la sola parte che
esterna, e si prolunga trasversalmente fino alla inferiormente la separi dalla pelle. Il lato inter
parte inferiore della rotula. Là, dividesi in due no è addossato alla tibia ed al muscolo tibiale
rami; l’uno profondo, fornisce immediatamente anteriore. L’esterno corrisponde superiormente
alcune diramazioni che discendono sulla tibia , alla fibula e al muscolo peroneo lungo laterale
e si anastomizzano con quelle del ramo ricor ed estensore comune delle dita , inferiormente
rente della tibiale anteriore -, in seguito si perde soltanto all’estensor proprio del dito grosso.
nel tessuto cellulare adiposo, che sta tra la ti Il nervo tibiale anteriore scorre unito all’ arte
bia ed il legamento della rotula. L’altro super ria dello stesso nome per tutta la sua estensione.
ficiale ascende su quest’ultimo osso e si anasto Tostochè l’arteria tibiale anteriore ha attra
mizza con l’arti‘colare superiore esterna. Prima versato il legamento interosseo,e talvolta anche
della sua divisione, getta questa arteria, come nell’attraversarlo, manda un ramo considera
abbiam altrove notato, dei rami ai muscoli po bile, che ascende obliquamente all’ indentro
pliteo, plantare e solco. Tutti gli altri si span nella spessezza dell’ estremità superiore del
dono sulle parti esterne dell’ articolazione del muscolo tibiale anteriore, a cui getta molte di
ginocchio. ramazioni, attraversa l’ aponeurosi tibiale e si
L’arteria poplitea, dopo aver somministrato divide in parecchi rami, che circondano l’arti
le articolari inferiori, discende verticalmente colazione del ginocchio e si spandono sugl’inte
posteriormente al muscolo dello stesso nome, gumenti , anastomizzandosi colle arterie artico
e vicino al capo della fibula ,‘ dà dei rami molto lari inferiori. '
voluminosi alla parte superiore del muscolo so Nel successivo suo corso questa arteria getta
lco. Anteriormente pure verso lo stesso punto lateralmente diversi rami ai muscoli peronei,
se ne distacca un ramo considerabile, detto tibiale anteriore ed estensori , pel periostio
arteria tibiale anteriore (68); dopo il tragitto delle ossa della gamba e pegl’integumenti.Questi
circa di un pollice dividesi in due rami che sono rami si anastomizzano internamente con quelli.
ANATOMIA 179
della tibiale posteriore, ed esternamente con al tendine d’ Achille (10, 53) cc. Sul calcagno
quelli della peronea. Ne manda pure posterior quest’ arteria si divide in due rami, che si pro
mente che attraversano illegamento interrosseo, pagano per la parte esterna, superiore e poste
e si perdono nei muscoli posteriori e profondi riore del piede, e che si gettano nei muscoli
della gamba. peroneo breve ed abduttore del dito piccolo,
L’ arteria tibiale anteriore verso il collo del pegl’ integumenti ed il tessuto cellulare adiposo
iedc manda due branche più considerabili, vicino. Uno di questi rami passa sotto il malleo
liana interna, l’ altra esterna. La prima ( arte lo esterno e va anteriormente a comunicare con
ria malleolare interna ( 30, 73 ), passa trasver un ramo della tibiale anteriore.
salmente posteriormente al tendine del musco _ 2.° L’ arteria peroneo anteriore (68) manca
lo tibiale anteriore, si porta al malleolo interno, in alcuni individui. Quando esiste, attraversa
e discende sulla parte vicina dell’ articolazione 1’ estremità inferiore del legamento interosseo,
tibio-tarsiana, e del tarso medesimo, ove divi passa sotto il muscolo peroneo anteriore a cui
desi in ramoscelli che comunicano con quelli da alcuni rami, discende sopra 1’ articolazione
della tibiale posteriore. La seconda ( arteria peroneo-tibiale inferiore, si rivolge all’ innanzi
malleolare esterna (35), scorre posteriormente ed all’infuori e va ad anastomizzarsi colla ti
ai tendini dei muscoli estensori comuni delle biale_ anteriore, formando un piccolo arco, dal
dita e peroneo anteriore, discende lungo il quale partono dei rami più o men numerosi,
maleollo esterno, passa sull’ articolazione del generalmente poco voluminosi, e che si dirama
piede, a cui da alcuni rami, come pure al lato no tosto per le parti vicine.
corrispondente del tarso.Questa arteria comunica
con la peronea, la pedidia e la plantare esterna. Arteria tibiale posteriore (7 7,78,80).

Aarsnu ranorra (75, 76.) Quest’ arteria situata alla parte posteriore
della gamba come la tibiale anteriore, ma meno
Situata profondamente alla parte posteriore profondamente di questa, si dirige un po’ ob
della gamba dirigesi tosto l’ arteria peronea un bliquamente all’ indentro, discende poscia ver
po’ obbliquamente all’ infuori, lungo il margine ticalmente tra le due superficie dei muscoli
e la faccia interna della fibula. La sua parte po posteriori della gamba, e termina sotto la vol
steriore ècopcrta dai muscoli solco e flessor ta del calcagno, dividendosi in due branche che
lungo proprio del dito grosso (15,49). Appog sono le arterie plantari. Nei due terzi supe
giata superiormente sul muscolo tibiale poste riori l’arteria tibiale posteriore è coperta dai
riore, lo attraversa più inferiormente, 'compa muscoli gemelli e solco; nel suo terzoinferiore è
rendo sul legamento interosseo. I rami, che osta lungo il lato interno del tendine d’ Achil
manda nel suo tragitto ques__t’ arteria, si distin lie, che la copre un po’ sul principio, ma che in
guono in rami esterni e posteriori, i quali sper seguito la lascia soltanto in rapporto con l’apo
donsi pei muscoli solco e gemelli ; in rami neurosi della gamba e la pelle. Anteriormen
interni, che hanno molto minor volume dei te corrisponde lungo lo spazio interosseo ed
precedenti e si propagano pei muscoli tibiale il muscolo tibiade posteriore : inferiormen.
posteriore, flessor lungo delle dita, e flessor te osa sul muscolo flessor lungo comune
lungo del dito grosso. Uno di questi, partito delle dita (i I) e corrisponde alla faccia poste
dalla regione inferiore dell’ arteria, portasi tra rior delle dita. Nel suo Cammino è accompagnata,
sversalmente all’ innanzi, e si anastomizza colla alla parte esterna, del nervo popliteo interno.
tibiale posteriore. Presso il malleolo esterno si Manda nel tragitto l’arteria tibiale posterio
divide l’ arteria pegronea in due rami, che pren re dei rami poco considerabili ed in numero
dono il nome di peronea posteriore e di pero indeterminato. Ne dà pochissimi , e talvolta
nea inferiore. nessuno affatto, ai muscoli gemelli e solco ; ma
1." L’ arteria peronea posteriore continua quasi tutti distribuisc0nsi lateralmente ai mu
il tragitto primitivo dell’ arteria, discende po scoli tibiale posteriore ed ai flessori, alla pelle ed
steriormente (77,78,80) all’ articolazione della al periostio delle tibia. Uno di questi ultimi
fibula, e portasi sulla parte esterna del calcagno, si è l’ arteria nulricia della tibia, la più volu
distribuisce molti rami ai muscoli tibiale po minosa delle arterie di tal fatta, la quale discen
steriore (88), ilessor della dita, grande e medio de in una specie di scanalatura, che si osserva
peroneo, all’ articolazione del collo del piede, alla parte posterior di quest’ osso, e penetra
180 LA MEDICINA PITTORESCA
nel canal midollare, ove si ramifica all’infinito. dei rami ai muscoli interossei ed al periostio
Talvolta proviene dal tronco dell’ arteria po delle ossa del metatarso, e si anastomizzano sul
plitea. dorso del piede coi rami interossei dell’arteria
Allorquando l’ arteria tibiale posteriore è del metatarso. I rami inferiori e posteriori sono
giunta sotto la volta del calcagno, e prima di piccolissimi e distribuisconsi ai muscoli inter
dividersi , somministra rami molto conside _ossei, ai lombricali, al tessuto cellulare ed alle
rabili al periostio di quest’ osso, ai muscoli ade articolazioni del tarso col metatarso. I rami
duttori del dito grosso e flessor corto comune anteriori sono più voluminosi degli altri : e
delle dita, al tessuto cellulare ed alla pelle. Al Sono quattro ordinariamente. Il primo portasi
cuni, meno considerabili, ascendono sul mar all’ innanzi ed un po’ all’infuori al disotto del
gine interno del piede e si anastomizzano con muscolo flessor corto del dito piccolo, a cui
quelli della tibiale anteriore. getta molti rami, e termina al margine esterno
In quanto alle arterie plantari che in que di questo dito. Il secondo, terzo, quarto seguo
sta tavola non si veggono, si distinguono in no i tre ultimi spazii interossei dando dei rami
interna ed esterna. L’ arteria plantare esterna, ai muscoliclxeli riempiono ed ai lombricali. Pres
che veramente è la continuazione della tibiale so l’estremità anteriore delle ossa del metatarso
posteriore, si allontana dall’ interna, portando s’insinuano disopra del muscolo abduttore tras
si obbliquamente in basso ed all’ infuori nella verso del dito grosso, mandando ciascuno per sua
scanalatura del calcagno, e passa tra i muscoli parte sul dorso del piede un ramo perforante
flessor corto comune ed accessorio e flessor anteriore, che comunica con quelli dell’ arteria
lungo delle dita. Scorre poscia all’ innanzi nel del metatarso. Infine, tra le articolazioni del
l’intervallo che vi ha tra il primo di questi mu metatarso colle falangi, ognuna di queste bran.
scoli e l’ abduttore del dito piccolo, indi si ri che dividesi in due rami che distribuisconsi ai
volge all’ indentro verso l’ estremità posteriore lati corrispondenti delle dita, cominciando dal
del quinto osso del metatarso, per nasconder la parte interna del dito minimo fino all’ ester
si tra i muscoli abduttore obliquo del dito gros na del secondo, i quali seguono il medesimo
so ed interosseo, e le estremità posteriori dello andamento delle arterie celleterali delle dita.
ossa del metatarso, descrivendo una curva, che L’ arteria plantare interna nata come la
la ravvicini al primo osso di questa ragione, al precedente dall’arteria tibiale posteriore, nasco
disotto del quale si anatomizza colla pedidia sta alla sua origine dal legamento anulare inter
e forma così 1’ arco plantare, la cui concavità no del tarso, molto meno voluminosa della
guarda all’indietro. Prima di formar questo ar plantare esterna, corre orizzontalmente all’ in
co, getta dei rami ai muscoli superficiali della nanzi lungo la parte interna della pianta del
pianta del piede ed agli integumenti. Uno di piede, al disopra del muscolo adduttore del
essi, abbastanza considerabile, discende verti dito grosso 5 poscia verso la metà della lun
calmente sulla parte interna del calcagno e si ghezza del piede si rivolge un po’ all’indentro,
distribuisce alle inserzioni dei muscoli addutto posta sotto il muscolo flessor corto del dito
re del dito grosso e flessor corto comune delle grosso, e termina anastomizzando parecchi ra
dita; i muscoli accessori del flessor lungo ed mi colle prime arterie collaterali.
abduttor del dito piccolo sono egualmente pro Nel suo tragitto manda questa arteria un
veduti dialcuni ramoscelli. gran numero di rami, alcuni dei quali si por
I rami che nascono dell’ arco plantare si di tauo all’ articolazione del piede, ai muscoli ad
stinguono in superi0ri, inferiori, posteriori ed duttore del dito grosso e flessor corto comune
anteriori. delle dita, non che agli integumenti: mentre
I rami superiori, in numero di tre, attraver gli altri più anteriori si distribuiscono agli stes
sano verticalmente gli spazii interossei, e dicon si muscoli, al flessor piccolo del dito grosso ed
si arterie perforanti posteriori. Mandano subito al lato interno. -

-=ssesa=
181

TERAPEUTICA

--M

DELLA POLIGALA più grande successo nella guarigione di due indi


vidui attaccati da malattie infiammatorie di pet
E del suo uso terapeutico. to. Coste e Willemet assicurano parimenti di
averla somministrata con non minori vantaggi
( Tavola XXIII, fig. 3 la poligala comune (Poly unita al latte, o a diverse sostanze mucilaggi
gala vulgaris) rappresentata di grandezza na nose , contro la tisi polmonare. Oggidì però
turale, - 4 il calice, - 5 il fiore, da cui si son l’uso della Polygala vulgaris è assai limitato
tolte le due parti maggiori laterali del calice, in pratica, e se si arriva a prescriverla è sol
- 6 pistillo e stami, - 7 parte inferiore della tanto in infusione a mo’ del tè, a cagione del
corolla, - 8 frutto intero, - g seme tagliato suo disaggradevole odore.
per la sua lunghezza, per veder pendente un n.° La Polygala amara (Polìgala amara)
grano in ciascuna loggia, -- IO grano isolato, distinguesi dalla precedente non solo per la mi
secondo Tunrnv.) nor dimensione di tutte le sue parti, per i suoi
fusti spiegati, e serpeggianti al suolo, ordinaria
Usano i botanici di dinotare sotto'il no mente ramosi lunghi da quattro a sei pollici,
me di Polygala un genere di piante, che contie ma ancora per le sue foglie radicali, ottuse,
ne oltre cento sessanta specie, le quali crescono ovali, rotonde: i fiori son piccoli di un blò pal
in Europa, al Capo di Buona Speranza, in Ame lido disposti in ispighe terminali. Questa pian
rica. Quelle di un uso più comune in medicina ta vivace è comunissima fra noi, cresce ne’ luo
sono la Poly ala vulgaris, amara, tenega o Vir ghi incólti, sulle colline aperte ed aride, parti
giniana. 1.° a Polygala vulgaris (Poligala co colarmente sui terreni calcarei. Spoglia di odore
mune) detta con nome volgare anche erba ha però un sapore un po’ balsamico e di una
da latte, imperocchè le viene attribuito la pro amarezza tenacissima che si fa sentire per lun
prietà di aumentare la secrezione lattea nel be go tempo nell’ interno della bocca. Le proprie
stiame che se ne ciba, è una pianta erbacea che tà attive della poligala amara sembrano risie
trovasi in abbondanza ne’ prati aridi ed incol dere essenzialmente nella corteccia della radice
ti. Dalle sue radici dure, quasi lignee, ramose, sottile, ramosa, di un color giallo cinereo estere
sorgono molti fusti, alti dai sei a’ dieci pollici namente, e bianco internamente. Fu questa spe
sottili, alcuni che corrono lungo il suolo, altri cie di poligala raccomandata dai medici di Vien
che mantengono una posizione diritta, sempli na nel trattamento della lisi polmonare; e Col
ci 0 ramosi, con foglie alterne, spesse, lanceo lin ne ha specialmente (Observat. circa morbor.,
late, acute, senza stipole. I fiori son piccoli, part. 1 1, pag. 198 ) vantato il suo uso in simili
(1’ ordinario, d’un colore azzurro, talvolta bian affezioni, benché confessi d’averla più volte am
chi, o di un bel roseo, in ispighe terminali, un ministrata senza verun successo. Gesner ritiene
po’ orbide, quasi unilaterali. Il labbro inferiore purgativa l’infusione alcoolica delle parti er
della corolla si prolunga in una specie di barba bacee di questa pianta. In Francia la poligala
Colorata. Le randi divisioni del calice sono amara non ebbe gran partigiani e Coste e Wille
ovali, ellittiche, in forma (1’ ali colorate a prin met, iquali, nelle medesime circostanze ave
cipio, indi bianche e reticolate, talvolta un po vano esperimentato la polygala vulgan's, son
ro cigliate. forse i soli che abbian tentato delle esperienze
La radice di questa specie di poligala è positive, ad oggetto di comprovare la pretesa
leggermente amara. Ritiensi per sudorifera , efficacia nel trattamento della tisi e delle flern
bechica , purgativa e debolmente emetica. Du masie acute o croniche del petto 5 ma i resulta
lmmel (Ìlfem. dell’Accad. di Scien., un. 1739) ti ottenuti non sembrano abbastanza soddisfa
retende d’aver ottenuto da un’ infusione di centi, per non lasciar tuttora dell’ incertezza
radici e di fuin erbacei di questa pianta il sul modo di sua azione. Contuttociò non v’ha
MM. Pirr. T. I. 24
182
S
LA MEDICINA PITTORESCA
dubbio goder questo vegetabile delle principali poligala virginiana fu il soggetto di particolare stu
proprietà, di cui son forniti gli amaricanti, e sot dio; ma fino ad ora i chimici van poco d’accordo
to quest’ aspetto tornò utile talvolta nelle idro intorno alla natura de’ suoi principii costituenti.
‘ pisie atouiche -, fu pure adoperato per preveni Secondo Folchi (Giorn. Accad. di Roma, 1830)
re la tisi laringca, e delle glandole bronchiali. la radice di questa pianta contiene: un olio pesante
Differenti sono le forme sotto le quali si può in parte volatile, dell’ acido gallica libero, della
somministrare la poligala amara: La radice si cera, una materia acre resinosa (poligalina), a
dà in decozione in infusione alla dose di due cui egli attribuisce le proprietà attive della pianta,
dramme ad un’ oncia per ogni pinta di acqua , una fecola colorante gialla, un estratto gomoso,
la polvere si prescrive dai 24 ai 60 rami matti una materia azotata , del solfato di potassa, del
na e sera sotto forma di boli od elelfuario. Pre carbonato e del solfato di calce.
parasi pure un estratto, che si può usare dai 12 Tennent, medico Scozzese, fu il primo, che al
fino ai 15 grani. cominciare del secolo XVIII facesse conoscere in
3.° La polygala senega, L. (Poligala Virgi Europa la radice di questa poligala. Parecchi me
niana o Seneka), è una pianta perenne e legnosa dici francesi la misero tostamente in voga, e Bou
che cresce nella Virginia, nella Pensilvania, e nel vart, fra essi, più particolarmente comprovò le
Maryland ; i suoi fusti son diritti, semplici, er proprietà eccitanti di tal pianta sugli organi della
bacei, alti appena un piede, pubescenti , le sue respirazione (lifem. dell’Accad. di Scien., 1744).
foglie alterne ovato-lanceolate, sessili, glabre, di Somministrata la radice di poligala virginiana a
un verde pallido; le superiori più strette e sen debole dose, vale a dire, dai 6 ai 10 grani, aumenta
za stipole ; ifiori con breve peduncolo, muniti la respirazione polmonare e la perspirazione cuta
di due brattee, corti, disposti in ispighe ter nea; a dose più forte agisce o come emetico 0 co
minali; il calice è d’un bianco verdastro con 5 me purgativo, e il più di sovente alle due guise
divisioni, delle quali tre minori e due maggio nel tempo stesso. Si adopera principalmente questa
ri petaloides; la corolla è irregolare quasi papi radice nell’asma, nel catarro polmonare cronico,
lionacea, coi petali riuniti in forma di tubo alla nelle convalescenze di certe peripneumonic, allinc
base allontanandosi superiormente in due lab di facilitare l’ espettorazionc e l’ espulsione delle
bra macchiate di un po’ di rosso; il frutto è materie vischiose, che si accumulano nelle vie ae
una cassula compressa alla foggia di un cuore ree; è pure un buon sialagogo. Valentin e Breton
rovesciato con due logge monosperme. La radi neau l’hanno impiegata con vantaggio unita al ca
ce ha un color grigio un po’ rossastro all’ ester lomelano, nel croup, alla dose di 4 a 5 grani da
no, bianco internamente, è rugosa, irregolare, prendersi ad ogni ora; tali autori credono goda
scabra, e come gonfia alla sua parte superiore, pure della proprietà di opporsi alla formazione
che è il punto, d’onde partono tutti i fusti : della pseudo membrana crupale, a tal dose eccita
mostrasi pure talvolta sotto la forma di piccoli istantaneamente il vomito e l’espulsione del pro
stipiti agglomerati,o in pezzetti semplici del dia dotto membranoso. I Tedeschi la usano, dicesi,
metro di una penna da scrivere, arcuati, aventi col più gran successo internamente e sotto forma
sulla lor curvatura una specie di cresta o prolun pillolare nella cura delle oftalmie acutissime accom
gamento lamellare distinto e nella maggior par pagnate da irite, ipopion, o da altre lesioni più o
te dei casi come delle nervature. Nella sua par men gravi del globo dell’occhio.
te convessa questa radice presenta di tratto in La poligala virginiana, di un uso molto mag
tratto delle fessure conformate alla guisa di se giore presso di noi della poiygala vulgaris ed
mi cerchi. Queste fessure 0 semi articolazioni amara, è molto riputata in America contro le
sono i punti più fragili della radice ; nel suo in morsicature dei serpenti velenosi; anzi dai paesani
terno differisce poco dall’ esterno, se non che è conosciuta sotto il nome di erba da’ serpenti.
nel centro vi ha un meditullium legnoso, bianca Gli Americani hanno la più grande confidenza in
stro, quasi insipido. questa pianta, e viaggiando ne fanno sempre prov
L’ odore della poligala virginiana secca, quale vista, sia per servirsene in caso di malattia, sia per
appunto ci perviene dall’America Settentrionale, è applicarla sulle ferite, se mai per caso venissero
debolmente aromatico, nauseoso però quando la morsicati dai serpenti a sonaglio.
pianta è fresca e recente; il suo sapore acre, pic Si amministra la poligala senega in polvere
cante eccita la tosse, la saliva ed anche lo sternuto, dai dieci fino ai trenta grani, a norma dell’ effetto
qualora alcune particelle si portino a contatto della che se ne vuole ottenere. Ma siccome, sotto tal for
membrana‘pituitaria. Da alcuni anni l’analisi della ma suscita spesso il vomito, e le impedisce di agire
TERAPEUTICA 183
come purgante, così la si adopera, generalmente, dicate, ve ne hanno pur delle altre, le quali godo
in decozione, preparata con due o tre dramme no di qualche medica proprietà, tali sono 1.° la
della radice contusa e bollita in una pinta d’acqua, polygala chamoebuxus, arbusto L.,delle montagne
che si farà prendere in una giornata. Colla mace alpine d’ Europa, che secondo Peschier, contiene i
razione a freddo di quattro once di questa radice medesimi principii attivi della virginiana; 2.° la
in una libbre di vino, preparasi pure un vino di polygala rubella, W. Bitiensi agli Stati-Uniti per
La sua tintura, tanto vantata da Tennent un eccellente amaro; 3.° infine, la polygala san
e Bouvart, non è più usata oggidi. guinea, L. , che, secondo Bailon, si può sostituire
Oltre le tre specie di poligala che abbiamo in nello stesso paese alla polygala senega.

-m-

ANATOMIA

--»o-:»w

OSSI esternamente l’antro d’Igmoro. ’- 32 Apofisi


vaginale del temporale. - Apofisi mastoidea.
Testa d’un uomo di trenta a trentasei anni, ’- 34 Scanalatura mastoidea. - 35 Sutura che
veduta in profilo e mascella inferiore rap unisce la porzione mastoidea del temporale al
presentata per la suafaccia posteriore. (Ta 1’ occipitale. - 36 Angolo posteriore ed inferiore
vola XXIV, fig. 1 e a.) del parietale, posto tra il temporale e l’occipitale.

Spiegazione dellafigura I.""' Spiegazione dellafigura a.“

1 Sommità della testa. -- a Fronte. _ 3 Oc I Base della mascella inferiore. - a Margine


dpite. - 4 Principio della sutura lamboidea. _ 5 alveolare. -- 3 Angolo e - 4 Margine posteriore
Sutura frontale. _ 6Promontorio nasale. - 7 Osso della mascella inferiore. - 5 Faccia interna dello
Proprio del naso. _ 8 Apertura anteriore delle fosse stesso osso. -- 6 Foro dentale inferiore. - 7
nasali. - g Spina nasale anteriore. _ 10 Arcata Apofisi coronoide. - 8 Condilo. - g Collo del
alveolare superiore. - 1 I Arcata alveolare inferiore. condilo. - 10 Fossa sigmoidea.
-. 12 Mento. - 13 Base della mascella inferiore.
-- 14 Angolo dello stesso osso. - i 5 Margine po
steriore dello stesso osso. - 16 Arcate orbitale e
forame orbitale superiore. - r7, 17 Linea curva DELLA TESTA DELL’UOMO.
semicircolare temporale. -- 18 Fossa temporale.
-- rg Sut_ura petrosa. - 20 Angolo anteriore ed Considerazioni generali sull’ apparato osseo
inferiore del parietale unito colla grande ala dello cheforma il cranio e la faccia.
sfenoide. - 21 Faccia esterna della grand’ ala
dello sfenoide. ‘- 22 Apofisi orbitale esterna L’apparato osseo della testa dell’ uomo, ed
unita all’ angolo superiore dell’ osso mamellare. in generale dello scheletro umano, sembra, a
- 23 Osso mascellare e forame dello stesso nome. primo aspetto, non dover suscitare che delle
-- 24 Osso unguis, la cui porzione anteriore è penosa sensazioni; ma allorquando con calma
solcata. - 25 Tramezzo osseo dell’ etmoide e e coraggio si possono fissare queste ruine del
parete interna dell’orbita. -- 26 Parete inferiore l’ uomo, cessano ben tosto la meraviglia e il ri
dell’ orbita. - 27 Fossa canina e forame sotto brezzo, e l’ interesse il più vivo, ed una curio
orbitale. - 28 Arcata zigomatica e sutura che sità in qualche modo filosofica sottentra a quella
congiunge l’osso jugale al temporale. - 29 Fossa dolorosa impressione, a cui si fu in preda per
sigmoidea. -- 30Condilo della mascella articolato un istante, nè si tarda allora a conoscere che
colla cavità glenoidea del temporale. -- 31 Apo questi tristi avanzi formano un apparato, le di
fisi coronoide e branca della mascella, che copre cui disposizioni stabiliscono nel corpo umano
184 _LA MEDICINA PITTORESCA
l’ordine, le proporzioni, la bellezza nel com Inoltre ciascun osso temporale contiene quattro
plesso, in una parola il collocamento e l’ effetto ossicini, il martello, l’incudine, la stafla e l’osso
di tutto l'esterno dell’organizzazione. «4 Lo sche orbicolare,
letro, disse Lavater, è infatti il sostegno di tutti Di frequente tra le suture delle ossa del
gli organi ; egli ne fissa 1’ appiombo per il suo cranio si incontrano pure frapposti alcuni ossi
appiombo, le forme per le sue forme; e per le cini di numero e di forma incostantissimi, che
sue proporzioni e il suo meccanismo, egli è la si dicono ossa wormiane.
causa rincipale della grandezza, della leggierez La regione anteriore del cranio viene costi
za, de la grazia, di tutto ciò che ci ha di fisso e tuita dalla_fionte o dal sincipite; la posteriore
di fondamentale nella fisionomia ”. Considerata dall’ occipite; la superiore porta il nome di volta
sotto tutti questi rapporti la testa dell’uomo o di vertice; le parti laterali diconsi tempio, e
merita, che il medico osservatore la istudi con si distingue col nome di base del cranio la re
una speciale attenzione; e questo fu il motivo gione inferiore. Inoltre in causa del loro modo
che ci ha determinati a far rappresentare nella di unione le ossa del cranio formano delle linee
figura I."“‘ di questo fascicolo 1’ osteologia di più o meno irregolari, che si conoscono sotto
una testa (1’ adulto, veduta in profilo. il nome di suture, e le quali sembrano partire
Eccettuati alcuni molluschi e molti radiari, da differenti punti della circonferenza della testa.
pochi son gli animali i quali vadan privi di que Nella parte superiore del cranio dell’uomo
sta parte cotanto importante della loro econo vi ha dall’ innanzi all’indietro la protuberanza
mia, e tutte le specie, che ne sono fornite, la nasale, che sta sopra il naso, gli archi sopracci
portano nella parte la più elevata ed anteriore gliari ed orbitali, le prominenze frontali, la su
del loro corpo. Negli animali vertebrati forma tura frontale, la sutura coronale, la sutura vagi
una delle estremità della colonna vertebrale, .e nale, che risulta dall’ unione dei due parietali,
vedesi composta di due parti ben distinte pei le prominenze parietali che corrispondono alle
loro usi, il modo di lor sviluppo, e per il loro parti laterali degli emisferi del cervello, i forami
meccanismo. Queste parti sono: il cranio da un parietali che danno il transito a dei piccoli vasi,
lato, la faccia dall’altro. la sutura lamboidea che marca il luogo di con
Nell’ uomo la testa è in generale di forma giungimento dell’ occipitale coi parietali, ed in
sferoidea, più o meno allungata, più o meno fine, la protuberanza occipitale esterna, che
compressa, più o men grossa a seconda degli serve all’ inserzione dei muscoli e dei legamenti
individui; essa si erge sul rimanente del corpo, cervicali.
s’articola colla colonna vertebrale, e contiene i Nella base del cranio vi ha un numero con
principali organi della sensibilità, e la sorgente siderabile di forami ed incisure per cui sor
del principio del moto; la sua forma e il suo tono dalla sua cavità, od in essa penetrano una
volume offrono nondimeno molte varietà, come quantità di vasi e di nervi. Fra questi forami e
ci ha dimostrato Blumenbach, paragonando tra queste incisure, si osserva, procedendo dall’in
loro non solamente delle teste d’ individui del nanzi all’indietro, ilforame spinoso che sembra
l’istessa razza, ma di quelle pure che apparte penetrare nelle fosse nasali; i forellini scolpiti
nevano ad individui delle razze caucasea, mon nella lamina superiore dell’ osso etmoide, per
golica, negra americana, malaica, cc. ec. i quali tragittano i filamenti del nervo olfatto
Il cranio, la più ristretta estremità del quale rio; i forami ottici destinati a dar passaggio ai
sta anteriormente, può considerarsi come una nervi dello stesso nome ed all’ arteria oftalmi
grande cavità ovoidea, d’una forma irregolare ca; la fossa sopra-._sfenoidale in cui sta collocato
bensì ma simmetrica, il quale contiene e pro il corpo della glandola pituitaria ; iljorame la
tegge il cervello, costantemente più voluminoso cero o.fessura lacera dell’ orbita, per cui en
della faccia, e formato da parecchi ossi piatti, i trano nell’ orbita il terzo, il quarto ed il sesto
cui margini presentano d’ ordinario delle sca paio de’ nervi, il primo ramo del quinto paio,
brosità ed elevatezze. Questi ossi sono: ante ed esce la vena oftalmica; le scanalature caver
riormente ilfiontale; posteriormente 1’ occipi nose occupate dai seni venosi della dura madre;
tale,- lateralmente ed in alto i due parietali; i fbrami mascellari superiore ed inferiore, pei
lateralmente ed in basso i due temporali; infe quali si fanno strada il secondo ed il terzo ramo
riormente e nel mezzo lo =sfenoide, anterior del quinto paio; la scanalatura basilare, su cui
mente al q'uale sta l’etmoide disgiunto dal pri poggia la protuberanza annulare del cervello; il
mo per mezzo delle apofisi clinoiclee anteri0ri. granforo occipitale, pel quale scorre il cordone
ANATOMIA 185
della midolla spinale, unitamente a dei nervi e lor dipendenze, le fosse nasali, in cui si vede
dei vasi, iforami condiloidei, pei quali escono 1’ apparato dell’ olfatto ; sotto a queste tra le
inervi ipoglossi; icondotti acustici che am ossa mascellari superiori ed inferiore si apre la
mettono nell’interno della piramide dell’osso bocca, nel cui interno stanno gli organi della
temporale i nervi acustici; i forami carotici, masticazione, della salivazione, del gusto.
dei quali basta il nome per saper l’uso a cui Questi differenti ossi e quelli de’ quali si
son destinati; le scissure Iacere posteriori, che compone il cranio propriamente detto, formano
ricevono il bulbo delle vene jugulari interne; col lor complesso tutto il sistema osseo della
il foro del Falloppio, per cui si fa strada nel testa. Essi stan tra loro più o meno stretta
I’ acquedotto dell’ istesso nome un piccolo fila mente ravvicinati col mezzo di articolazioni,
mento nervoso detto corda del timpano; 1’ ori che si osservano molto iù congiunte al cranio
ficio triangolare dell’acquedotto della coclea. di quello che alla faccia, ed è tale il lor mecca
nismo, specialmente nella struttura del cranio,
Dai lati del gran forame occipitale, si inal
zano i condili occipitali, prominenze le quali che essendo queste ossa incassate per le reci
vanno ad articolarsi con delle infossature, che proche prominenze ad infossature dei loro mar
esistono sulla prima vertebra od atlante; la di gini, a vicenda si sostengono e son sostenute,
rezione di questo forame è orizzontale soltanto le une sorreggon le altre, ed il peso o lo sforzo
nell’ uomo, ed è posto quasi alla parte media portato sovra una di esse, è diviso dall’ altra:
della base del cranio; in tutti gli altri animali infine esse sono così bene articolate, che riesce
Vertebrali è collocato obbliquam cute e più poste molto più facile di romperle di quello che disu
riormente; talvolta trovasi pure in direzion ver nirle.
ticale ; disposizione che ha una influenza consi
derabile per riguardo all’attitudine generale ed
al centro di gravità. MUSCOLI.
Quanto alle dimensioni del cranio, variano
nei differenti individui in un modo notabile. Muscolo temporale spoglio della sua aponcurosi
Talvolta infatti egli è schiacciato dall’ innanzi
all’ indietro, come nei soggetti a teste larghe ; ' (Tavola XXIV, fig. 3.)
tal altra affetta la forma di un pan di zucche
ro, soprattutto nelle persone a teste alte ,- men Spiegazione dellafigura.
tre è compresso lateralmente in quelle di teste
allungate. Simili differenze non provengono che 1, 1, 1 Inserzione delle fibre del muscolo tem
dalla disposizione della vólta del cranio, perché porale alla linea semicircolare che forma la fossa
la sua base riman sempre la stessa. Socmmering, dello stesso nome. - 2 Aponeurosi sulla quale
il quale ebbe l’opportunità, atteso il ricco mu prolungansi le fibre precedenti. -- 3 La'stessa
seo anatomico che possede, di vedere e di raf aponcurosi che sotto la forma di un tendine
frontare una gran varietà di crani di tutte le schiacciato viene ad inserirsi all’apofisi coro
nazioni, assicura che la forma oblunga della te noide dell’osso mascellare inferiore.
sta è un carattere nazionale dei Belgi; che la
testa dei Tedeschi è meno allungata di quella Muscoli pterigoidei esterno ed interno, osservati
dei Turchi, che è poi quasi rotonda. In gene per la lor faccia esterna. (Tavola XXIV fig. 4,
rale la testa degli abitanti delle contrade meri numero 1, 2.)
dionali in confronto di quelli del Nord è meno
voluminosa e meno dura nelle ossa. illuscoli dell’occhio veduti esternamente, essendo
La seconda parte della testa, la faccia, posta stata tolta la parete esterna dell’ orbita. ('Iavo
anteriormente ed inferiormente al cranio, ha la XXIV fig. 5.)
una struttura complicatissima, ed è composta di
un gran numero di ossa, che si distinguono Spiegazione dellafigura.
sotto i nomi di mascellari superiori e di ma
scellare inferiore, di nasali, di palatini, di zi 1 Globo dell’occhio. -- 2 Muscolo retto ester
gomatici, di lagrimali, di camere, di turbinali, no dell’occhio. -- 3 L’una delle due inserzioni
di denti cc. Il loro insieme benché simmetnco del muscolo precedente alla piccola ala dello sfe
presenta un tuttqineguale, per entro il quale noide. - L’altra di queste inserzioni all’esterno
sono scavate le orbite contenenti gli occhi e le della scanalatura cave'rnosa. -- 5 Muscolo retto
186 LA MEDICINA PITTORESCA
inferiore dell’occhio. - 6 Inserzione posteriore Tendine circonflesso delle stesso muscolo. - r I
dello stesso muscolo. - 7 Muscolo retto supe Il muscolo obliquo minore dell’ occhio. - 12 Mu
nore dell’occhio. - 8 Inserzione posteriore dello scolo retto interno dell’occhio. - 13 Inserzione
stesso muscolo alla piccola ala dello sfenoide. - posteriore del muscolo elevatore della palpebra
9 Muscolo obbliquo maggiore dell’occhio. -- 10 superiore. - 14 Nervo ottico.

--Mflàfl _

TERAPEUTICA

_M°I’W_
Q

DELL’ ELLEBORO NERO pianta; ed adoperasi quasi unicamente la sua ra


dice. L’ elleboro nero del commercio è in piccoli
6 del suo uso terapeutico ceppi, nerastri cilindrici, bianchi internamente, da
onde partono molte fibre o radicule coperte di
(Tavola XXIV, fig. 6), la pianta alla metà della sua densa corteccia, il cui meditullio, che è di color
naturale grandezza. -- 7 Un fiore tagliato verti grigiastro, si stacca con somma facilità. Quest’elle
calmente. - Pistillo con uno starne a, e un boro è inodoro di un’ amarezza poco pronuncia
petalo b, dietro le Lezioni di medicina legale ta, ma eccessivamente acre, anche allorquando è
di Oaru.a.) compiutamente disseccato.La sua radice quand’è fre
sca, ha un color bruno pallido, e contiene un prin
L’ elleboro nero ( Helleborus niger) che è cipio volatile molto acre e solubilissimo nell’acqua;
una delle più belle piante pertinenti alla famiglia principio che non perde col tempo, ed al quale
delle ranuncolacee , cresce abbondantemente alle appunto si attribuisce l’azione eccitante, di cui go
falde delle montagne nel Delfinato, in Provenza, de. Il suo odore è nauseoso; il sapore amaro e
in Isvizzera, nei Pirenei. Ama qualunque espo sommamente piccante; dopo averne masticato, si
sizione, e qualsiasi terreno, ed è appunto l’alle prova alla lingua un senso ingrato d’ intormenti
boro che sotto il nome di Rosa di Natale colti mento. Col tempo questa radice diventa rugosa,
, vasi nei giardini, ove, al cominciare del verno, fragile, di un color bruno rossastro, ed unitamente
allorquando il suolo è coperto di neve sorge so alle qualità fisiche perde pure delle proprietà me
vente a far bella mostra degli eleganti ed ampli dicinali.
suoi fiori. Secondo l’analisi fatta da Feneulle e Capron
La radice di questa pianta è composta di un l’elleboro nero del commercio cóntiene una sostanza
ceppo o grosso pedale nerastro, che dà origine amara, che non sembra essere velenosa, un olio o
ad un gran numero di fibre cilindriche, carnose materia grassa odorosa, la quale se è recente mostra
vellutate. Da queste 5’ innalzano degli steli nu di appartenere ad un acido (è la parte attiva di
merosissimi diritti, nudi, lunghi da quattro in questo medicamento) del muco, dell’ albumina,
cinque pollici, cilindrici, semplici o biforcati al ed alcuni sali. (Giornal. di Farmac, VII, 503.)
l’estremità, portanti uno o due fiori terminali. Nissun vegetabile ha forse goduto come medica
Le sue foglie di un verde carico, sono tutte ra mento di una riputazione maggior dell’elleboro, par.
dicali, grandissime, peziolate, divise in sette o ticolarmente nel trattamento della mania. Da tempi
nove lobi lanceolati, acuti, dentali, lisci. I fiori immemorabili fu difl’atti ritenuta questa pianta qua
del diametro incirca di due pollici, di un color le speciiico contro le lesioni dell’intelletto. Il suo
bianco, sovente roseo, risultano grandissimi, fora uso risale fino all’ epoca favolosa della storia, dap
mati di cinque sepale petaloidi dispiegate ', le fogliette poichè, seguendo le tradizioni mitologiche, Ercole
del calice sono ovali ottuse: gli stami un po’più sarebbe stato senato da una mania furiosa pren
lunghi della corolla; i pistilli in numero di cinque dendo l’elleboro. Raccontasi pure, che il pastore
o sei. Il frutto consta di cinque o sei capsule, Melampo, avendo osservato che le sue capre ve
, compresse, ovali, terminate alla sommità in punta nivano purgate ogni qualvolta mangiavano delle
aprentesi tutte per una sutura longitudinale ed foglie o radici di questa pianta, immaginò di ser
interna in due valve. virsi di tale scoperta per la cura di alcune malat
In medicina si usan di rado le foglie di questa tie dell’uomo; per cui si acquistò il nome di
TERAPEUTICA 187

Kaz9azprug, purgatore. In appresso venne pure que boro nero fra i veleni acri. Risulta infatti dagli espe
sta pianta denominata Jlfelampodium ,‘ e que rimenti fatti da Orfila sugli animali, e da un gran
sto pastore medico ed indovino nel tempo stesso, numero di osservazioni sugli uomini, 1.° che la
ne fece uso per guarire le figlie di Preso re di radice di elleboro nero riesce velenosa per i mam
Argo,attaccate da follia, le quali, per esser in miferi, gli uccelli, i rettili, i molluschi, gli insetti,
corse nell’ira di Bacco, si credevano trasmutate e probabilmente per tutti gli altri animali; 2.° che
in vacche. La mano d’una di queste principesse le sue proprietà deleterie risiedono nella parte solubile
come pure una parte del regno di suo padre, nell’acqua; 3.” che agisce meno energicamente se
furono, si dice, il premio delle cure di Melampo, la si introduce nel canal digestivo, di quello che
al quale si innalzarono anche dei templi in me posta a contatto di una piaga sanguinolente, o del
moria di una si bella guarigione. Molti autori, Dio la membrana mucosa delle vie aeree, o del tessuto
scoricle, Plinio, Galeno ecc. riferiscono questa isto cellulare sotto cutaneo; 4.“ che nulla è la sua azio
ria con circostanze un po’ diverse, ma tutti nondi he posta sull’ epidermide, sugli organi fibrosi, o i
meno si accordano riguardo al fatto, Notissimo è il nervi; 5.° che la sua soluzione acquosa iniettata
proverbio latino navigare Ant_yras, per dire di nel sistema sanguigno, nelle cavità sierose, od ap
andare a cercare nell’elleboro d’Anticira, imperoc plicata sovra organi provveduti di vasi è molto più
chè in quest’isola si pretendeva crescere l’elleboro attiva, di quello che applicata a qualsiasi altra par
di miglior qualità, un rimedio contro la mania. te; 6." Che questa radice assorbita e portata nel
Gli antichi, i quali adopravano sovente l’elle torrente della circolazione suscita dei vomiti vio
boro, come ne fan prova le opere di Ippocrate, lo lenti, e determina diverse lesioni nel sistema ner
ritenevano come un purgante attivissimo, od un voso, per le quali gli animali non tardano a soc
energico vomitivo, un buon emenagogo,un antelmin combere; 7.° he nondimeno dessa può non tor
tioo certo, infine come un eccellente medicamento nare letale, essendo stata introdotta nel ventricolo
per guarire le più ribelli e le più inveterate malat qualora non si tolga agli animali la facoltà di vomi
tie della pelle; e cosi bene conoscevano gli incon tare; 8.° che nissuna delle sostanze velenose adope
venienti che possono derivare, da un uso mal di rate fino al giorno d’oggi, vale cosi prontamente
retto, che, sotto il nome di elleborismo, essi avea ad eccitare il vomito quanto questa, allorchè sia ap
no fissato dei precetti e delle precauzioni divenute plicata sovra piaghe sanguinolenti; g.° che la mor
necessarie, tanto per assicurare il successo di que te, effetto di un tale avvelenamento, avviene il più
sto eroico rimedio, come pure per opporsi agli efl di sovente nel periodo di mezza ora od un’ ora;
fetti che poteva produrre. Le proprietà mediche talvolta non succede che in capo a parecchie ore,
dell’elleboro nero differiscono poco da quelle deL laddove in altre circostanze bastano alcuni minuti
l’ elleboro d’Oriente (Helleborus Orientalis), e si per determinarla.
può attribuire al primo tutto quello che gli antichi A malgrado di una si grande attività tanto gli
aveano detto del secondo, il solo, secondo l’avviso antichi che i moderni non si astennero dall’adope
di Tournefort, del quale essi facessero uso. rare siffatto medicamento per uso interno, e non
In generale è varia l’azione dell’elleboro nero manchiamo di fatti, che attestino la sua efficacia
sull’economia animale, a seconda del suo stato di nelle malattie mentali non febbrili, nelle febbri in-_
freschezza e secchezza, e del luogo in cui fu rac termittenti, nelle affezioni verminose, nella parali
colto, e delle diverse preparazioni, a cui fu sotto si, apoplessia, letargo, torpore. Non riuscì meno
posto, e della dose, a cui viene amministrato. La utile l’alleboro nero nella paralisi, nel reumatismo,
radice fresca applicata per alcuni minuti sur una la gotta, l’epilepsia, l’isterismo, la chorea, in certe
piaga sanguinolenta determina il vomito: medio affezioni della pelle, come la lepra, l’ elefantiasi, le
cremente secca ed in dose opportuna data intema impetigini croniche. Sotto il suo uso si è veduto
mente fa pur recere, purga, eccita lo starnuto, la sovente ricomparire il flusso emorroidale, e lo sco
secrezione orinaria, può provocare il flusso men lo dei menstrui soppressi per una generale atonia.
struale ed emorroidale; talvolta, ma di rado, non pro L’esperienza ha inoltre provato che per le sue pro
duce alcun efl‘etto sensibile; altre invece, se sop prietà eminentemente purgative, poteva la radice
prattutto la dose è stata un po’forte succedono de di elleboro nero tornar vantaggiosa in que’ casi in
gli accidenti gravissimi, quali violenti soprappurga cui si voleva suscitare una forte derivazione: pa
zioni,vomiti ostinati, infiammazioni intestinali, star recchi pratici la‘ vantano nelle idropisie passive od
nuti che posson tornar funesti: in certe circostanze essenziali, quando cioè queste non dipendano da
la morte avviene prontamente; perciò tutti i tratta infiammazione del peritoneo e le orine scolino ra
tisti di tossicologia si accordano nel porre l’elle re e con difficoltà: è pure a questa radice che de"
188 LA MEDICINA PITTORESCA TERAPEUTICA
vono la loro tanta riputàzione nel trattamento di canza. Questa pianta non è più adoperata in me
questa specie di malattie le famose pillole taniche dicina, ma l’arte veterinaria se ne serve spessissi
di Bacher. mo, sia per guarire il farcino, sia per mantenere
Nell’amministrazione però di questo medica aperti i setoni. .
mento, non si deve giammai dimenticarsi esser egli Il genere Elleboro contiene molte altre specie
dotato di un’azione irritante: convien quindi aste quasi tutte indigene delle contrade settentrionali
nersi dal suo uso, quando gli individui, appo i qua od orientali dell’ antico continente; talune crescono
li si vuole adoprare, siano pletorici o molto irrita pure in Francia e tutte son acri e più o meno pur
bili, nei fanciulli, i vecchi o le donne gracili e de gative; tali sono, 1.“ l’elleboro d’Oriente, l’alle
licate, così pure non lo si userà in que’casi, ove boro degli antichi (Helleborus orientalis), il qua
esista una sovcrchia sensibilità del ventricolo, nelle le cresce in Grecia sul monte Athos, a Delfo, in
flemmasie addominali : oltre a ciò prima di adoprarlo Tessaglia, e specialmente nelle vicinanze di Costan
sarà ottimo precetto quello di assicurarsi della sui tinopoli (Flora Greca 1,386 )', 2.° l’ elleboro a
buona o cattiva qualità, ed amministrarlo,per quan foglie verdi (Helleborus viridis), specie vicinissi
to è possibile, recente, qualora si voglia far calcolo ma alla precedente, che trovasi nei boschi e luoghi
della sua efficacia. petrosi delle montagne, in Isvizzera, in Inghilterra
Egli è molto difficile di giugnere a determina in Provenza, e perfino nei contorni di Parigi; 3. °
re le dosi alle quali si deve prescrivere l’ elleboro l’ elleboro fetido (Elleborus foetidus), specie vi
nero, dappoichè una tale determinazione dipende vace a fiori verdastri macchiati in rosso, che vege
da parecchie circostanze relative al suo grado di ta indigena in Francia, in Germania, in Inghilterra,
reschezza o secchezza, al modo d’ amministra nei campi incolti e petrosi, e lungo le strade. Si
zione ed alla costituzione del malato. Comunque usano le foglie fresche di questo elleboro, che da
sia, d’ordinario si dà la sua radice in polvere dai alcuni anni si adopera con qualche successo qual
dieci fino ai ventiquattro grani a più riprese 5 la vermifugo, in decozione alla dose di una dramma;
sua infusione si prescrive alla dose di una a due fanciulli
secche e di
ridotte
cinque
in polvere
o sei anni.
a quella
In maggior
di 15 grani
quantità
dramme in sei od otto oncie di acqua: si amministra
l’clleboro nero sotto ferma (1’ estratto dai sei fino ai riesce questa pianta purgante ed emetica. Si pre
quindici grani, aumentandone poi graduatamente para pure con essa uno sciroppo. Venne prescritta
la dose. Fa parte nella composizione di molte tin con qualche vantaggio nell’ asma umido, nell’iste
ture, fra le quali si annovera quella detta di Me ria, nell’ipooondriasi. I veterinari l’adoperano co
lampo ; come pure dell’ estratto parenchymago me purgante, ° infine l’ elleboro a fiori gialli
go di Crollius, delle pillole balsamiche di Stahl, (Helleborus hyemalis) comunissimo sulle Alpi,
di quelle di Bacher e di molte altre preparazioni ed il quale coltivasi per ornamento nei giardini.
più o men complicate, oggidi cadute in dimenti
-TAVOLA PER ORDINE SCIENTIFICO
‘ DELLE MATERIE

CONTENÙTE IN QUESTO VOLUME


-_-.’_

ANATOMIA Arteria mammaria ( toracica interna) ed arteria intercostale supe-‘


1;à1‘e,fidisegnate sopra un cadavere di un adulto, pag. 157, tav.
OSSA , g. 1.
Arterie superficiali degli arti superiori, Ievatine la cute e l’apo
Scheletro d'sdulto veduto di fronte, pag. 171, tav. XXII, fig. 1. neurosi, pag. 54 a 57, tav. VII, fig. 1.
Testa d’uomo di 30 e 36 anni, veduta di profilo, e mascella inferio Arterie profonde dell’arto superiore, pag. 54 a 57, tav. VII, fig.‘a.
re rappresentata per la sua faccia posteriore, p. 183 a 185, tav. Arterie della parte posteriore degli arti superiori, quali si presen
XXIV, fig. 1 e a. A tanp dopp l’desp3rltlazione della cute, pag. 86, tav. Xl, fig. 1.
rtene pro on Xl,
86 e 57,1“. e fig.
e a 2.arte Po steriore dell‘arto su Pe ri ore’ Pag .
MUSCOLI ‘
Vasi profondi della arte posteriore dell’ articolazione del cubito
Muscolo temporale spoglio della sua aponeuro;i, p. 185, tav. XXIV, pag. 87, tav. XI, fig. 3. ,
fig. 3. Aorta addominale colle principali arterie, che ne derivano, pag. 38
Muscoli pterigoidei interno ed esterno, veduti per la loro faccia a 39, tav. V, fig. 2.
esterna, p. 185, tav. XXIV, fig. 4. n. 1 e a. Arteria mesenterica superiore, pag. 119, tav. XV, fig. 2.
Muscoli dell‘ occhioI veduti pel di fuori, essendo stata levata la pa Arteria mesenterica inferiore, p:-g. 96, tav. XII. fig. 2.
rete esterna dell“ orbita, pag. 185, tav. XXIV, fig. 5. Arlerie superficiali della faccia anteriore della gamba e del piede
III 1111 uomo adulto, pag. 165, lav. XXI, fig. 1.
ORGANI DELLA VOCE Artena tibiale anteriore nel suo tragitto, pag. 165, tav. XXI, fig. 2.
Arterie superficiali e profonde del poplite e della parte posteriore
laringe colla glandole tiroidea, vedute per la parte anteriore - della gamba, pag. 176, tav. XXIV, fig. 1 e a.
Altra laringe veduta per le sua faccia posteriore.- Cartilagine Arterie dello stomaco e del duodeno, del pancreas edellu milza
tiroidea veduta anteriormente. -- Cartilagine crieoidea veduta pag. 111, tav. XIV, fig. 2. ’
posteriormente.- Cartilagine aritenoidea veduta per le sue facce Arteria ipo astrica nell’ uomo, pag. 141, tav. XVIII, fig. 2.
posteriore ed anteriore, p. 133, tav. XVII, fig. 1 e 2, cc. Tragitto e istribuzione dell‘arteria ipogastrica della donna, pag.
126, tav. XVI, fig. 1.
APPARATO CEREBRO-SPINALE
VERI
cnvsu.o
Vene del collo, del petto e dell’addome, che mettono nelle cave,
Regione superiore del cervello, p. 7, tav. 1, fig. 1. pag. 62 e 63, tav. VIII, fig. 1.
inferiore dell’encefalo, ed origine dei nervi, pag. 7, 8, 9
tav. I, fig. 2. EMBRIOLOGIA
Faccia posteriore del midollo spinale, ed origine dei nervi vertebrali,
p. 13 e 14, tav. Il, fig. 1. Feto di cinque mesi, spoglio delle sue membrane, ed in comunica
FERVI
zione colla placenta per mezzo del cordone ombellicale, pag. 25
e 26, tav. III, fig. 3.
Nervi ottici, p. 30, tav. IV, fig. 2. Disposizione dei vasi nel feto a termine, pag. 30, tav. IV, fig. 3.
Ganglio sfeno-palatino, nervi palatini, nenì della lingua e della
faringe, origine dei.nervi cervicali, p. 69 e 70, tav. IX, fig. 1. ORGANI DIGERENTI
Nervi superficiali della faccia e del collo, p. 70 e 71, tav. IX, fig. 2.
Nervi dentali superiori e inferiori, p. 29 e 30, tav. IV, fig. 1. Or ani della digestione, aperti per'un gran tratto, sopra il cadavere
Nervo sotto-occipitale,e distribuzione dei (rami posteriori e dei) i un uomo dell’età incirca di 40 anni, pag. 79, tav. X, fig. 2.
nervi cervicali, p. 127, in. XVI, fig. 2. Stomaco, dal quale si è tolta via la tonaca emoneale per far vede
Nervi cardiaci del lato destro, p. 47 e 48, tav. VI, fig. 1. re le sue fibre muscolari, pag. 105, tav. III, fig. 1.
Nervi della faccia oonvessa o superiore del cuore, pag. 105, tav.
XIII, fig. 2. FLUIDI
Origine dei nervi vertebrali, e faccia posteriore del midollo spinale,
pag. 13 e 14, tav. Il, fig. 1. Animaletti spermatici osservati nell’uomo col mezzo delmicroscopio
Nervi e plessi lombari, pag. 63, tav. VIII, fig. 2. v. pag. 88 e 89, tav XI, fig. 4.
ORGANI DELLA CIRCOLAZIONE
cuore PATOLOGIA ESTERNA
Situazione del cuore e dell‘ aorta, pag. 79, tsv. X, fig. 1. MALATTIE DEGLI OCCHI
ARTBBIZ
Procidenza od ernia dell‘iride, pag. 64 tav. VIII, fig. 3 e 4.
Arteria aorta toracica, e rami che ne derivano, pag. 96, tav. XII,
fi . 1. FERITE
Angri; carotidi, suecluvie, ascellari, e rami provenienti dalle mede
sime, pag. 37 a 40, tav. IV, fig. 1. _ _ Ferita della testa con una bacchetta di fucile attraversante il cranio
Arteria mascellare interna, suo corso, e sua dutnbuzione, pag. da parte a parte, pag. 106 e 107, tav. XIII, fig. 3 e 4.
140,111v. XVIII, fig. 1.
Arterie della faccia, pag. 1 tav. XIX, fig. 1. LUPIE
Arterie della base del cervel 0, pag. 1 19, tav. XV, fig. 1.
Corso detl’ arteria vertebrale e dell‘arteria cervicale profonda, p. Lapis meliceride, pag. 41 e 42, tav. V, fig. 3.
111, tav. XIV, fig. 1. ' _ ‘ '
Arterie del torace, del collo e della testa, visibili, allorcbe s1 sol VARICI
levi la cute e il muscolo platisma-mioide, pag. 133, tav. XVII,
fig. 1. _ Caso di varici voluminoso alla gamba sinistra, pag. 36, tav.‘ IV, fig. 8.
La Med. PNL 25
I 90
TAVOLA PER ORDINE SCIENTIFICO
CALCOLI OIIINARII Dragoncello o verme di Medina, pag. 150 a 152, tav. XIX, fig. 2.
Tenia, pag. 11 a 1a,'tav. I, fig. 5, 6, 7, 8.
Calcoli oriuarii, pag. 172 e seg., tav. XXII, fig. 2 e 3.
MALATTIE DELLE OSSA
CONCREZIONI
Rammollimtento generale delle ossa, pag. 9 e to, tav. I, fig. 3 e 4.
Concrezioni cartilaginose evilupgaatesi accidentalmente nelle artico
lazioni, pag. 166 e 167, tav. XI, fig. 3 a 5. DEVIAZIONI ORGANICHE

ERNIE Nano di 33 pollici, pag. 107 e 108, tav. XIII, fig. 5.


Istoria del bicefalo o mostro a due teste, nominato HitlmCrisfl'mz,
Delle ernia in generale, e dell’ernia inguinale in particolare. Emic che visse otto mesi e mezzo, pag. 28 e ag, tav. III, fig. 7.
tomia, od operazione dell’ernia, pag. 142, tav. XVIII, fig. 3.
Ernia crurale caduta in gan rene, felicemente terminata con un ano
contro natura, pag. 82 e 3, tav. X, fig. 4. MEDICINA OPERATIVA
Ernia crurale o femorale, pag. 80 a Sa, tav. X, fig. 3.
z TRAPANO
VIZI DI CONFORMAZIONE
Trapanazioue, od operazione del trapano, pag. 128, tav. XVI, fig. 3.
Due esempi di piedi torti congeniti, pag. 65 a 67, tav. VIII,
fig.6 e 7. STAFILOIIAFIA
Della stalilorafia. - Descrizione di questa operazione. - Istru
PA TOLOGIA INTERNA mcnti per praticarla, pag. 137 a 139, tav. XVII, fig. 9 a 13.

MALATTIE DEL CERVELLO PISTOLA LACRIMALE

Apoplessia del midollo spinale, pag. 42 a 44, tav. V, fig. 4. Opelazione della fistola lagrimale, p. 35 e 36, tav. IV, fig. 4 a 7.

MALATTIE MEN'I‘ALI LITO'I‘IIIZIA

Busto di un melanconico, che può servire di tipo per giudicare del Processo operatorio della litotrizia, secondo il metodo di Civiale,
. la fisonomia dei malati di melanconia, pag. 76, tav. IX, fig. 6. pag. 27, tav. III, fig. 4, 5, 6.
Busto di un maniaco, pag. 77, tav. IX, fig. 7. Nuovo frangi-pietra d‘ Ileurteloup, per praticare la litotrizia per
Busto di una idiota, pag. 77, tav. lX,fig. 8. percussione, pag. 51, tav. VI, fig. ID e 11.

MALATTIE DEL POLMONE LEGATURE

Cl'isi polmonari tubercolosa. Polmoni contenenti dei tubercoli a di Legatura dell’arteria solto-claveat‘e sinistra, pag. 97, tav. XII, fig. 3.
versi gradi, ed una vasta cavità tubercolosa, pag. 58, tav. VII, Legatura dell’arteria carotide primitiva, pag. 85, tav. X, fig. 5.
lì . 3. _ IDROCELE
Seziîne di un polmone presentante dei tubercoli sotto diversa for
ma, pag. 58, tav. VII, fig. 4.
Cicatrice polmonare, pag. 58, tav. VII, fig. 5. I ' Istromeuto da usarsi nell‘ operazione dell‘ idrocele per efl'usione,
Riatringimento del lato destro del torace in conseguensa di cronica 'g. 170 e 171, tav. XXI, fig. 9.
e latente plenrisia, pag. 120, tav. XV, fig. 3.
FASCIATURE ED APPARECCHI DI MEDICAZIONE.
MALATTIE DEL CUORE
Fasciatura di Galeno, o dei poveri, o fr0fldl della’ testa a sei capi
Aneurismu del canal arteriouo in un fanciullo da latte, pag. 64 e 65, - Fasciatura a fibbia del professor Boyer per la frattura della
tav. VIII, fig. 5. clavicola, pag. 157, tav. XX, fig. 2, a e b. .
VAJUOLO Molla di un cinto elastico e cinto doppio, pag. 115 a I 17, tav. XIV
fig. 5 e 6.
Vajuolo, pag. 72 a 74, tav. IX, fig. 3.
SPECULUM
COWPOX
Speculuin bivalva di Sir-Ilenry, pag. 84 e 85, tav. X, fig. 6.
Cowpox; essa presenta tre capezzoli di vacca coperti di cowpox,
pag.. 75 e 76, tav. IX, fig. 5.
OSTETRICIA
VACCINO
Prima posizione del feto nel parto, pag. 14 a 16, tav. Il, fig. 3.
‘ Vaccino. Si osservano i difl‘erenti stati della ‘pustola vaccinica, co Forceps, pag. 44 e 45, tav. V, fig. 5 e 7.
minciando dal quarto sino al nono glorno ell’moculauone, pag
74 e 75, tav. IX, fig. 4. _
TERAPEUTICA
ELEFANTIASI
Dell’ aconito napello e del suo uso terapeutico, pag. 124, tav. XV,
Elefantiasi, pag. 112, tav. XIV, fig. 3 e 4. t‘w. la a 18. ‘
_ -- sviluppato alle parti genitali di una donna di 31 anno, pag. Dellîa belladonna e del suo uso terapeutico, pag. 45 a 47, tav. V. fig.
93 a 95, tav. XI, fig. 5. 8 a la.
Deflìle cantaridi e del lor uso terapeutico, pag. 52 e 53, tav. VI,
CORNI UMANI 0. 12 a 14.
Delîastoro, e dell’uso terapeutico del castoreo, pag. 148 e 149,
Corni umani, pag. 16 a 19, tav. Il, fig. 4 e 5. tav. XVIII, fig. 8.
Del corallo e del suo uso terapeutico, pag. 146 e 147, tav. XVIII,
VERMI fig. 4 e 5.
Della corallina oflicinale e del suo uso terapeutica, pag. 147, tav.
Tricocefalo, pag. 49, tav. VI, fig. 2, 3, 4, 5. XVIII, fig. 6 e 7.
Ascardi Iombricoidi, pag. 90 e 91, tav. XI, fig. 6 a 9. Della cicuta maggiore e del suo uso terapeutico, pag. 154 a 157,
Oxyuris vermicularis, pag. 50, tav. VI, fig. 6 a 9. tav. XIX, fig. 4 a 10.
DELLE MATERIE 19'

Del datura stramonio e del suo uso terapeutico, pag. 117 e 118, Del ufl'enl‘lflo e del suo uso terapeutico, pag. 174 e 175, tav. XXII’
tav. XIV, fig. 7 a 12. ' fig. 4 a . ‘ . ,
Della digitale purpurea e del suo uso terapeutico, pag. 121, tav. XV, Della sanguisuga oflicinale e del suo uso terapeutico, pag. 101 a
fi . 5 11 11. 104, tav. XII, lig..1o.
Dellgelleboro nero e del suo uso terapeuticu, pag. 186, tav. XXIV, Della scilla e del suo uso terapeutico, pag. 67 e 68, tav. VIII, fig. 8
fin. 6 a 8. a 14. '
Dcl°moschus moschiferus, e dell‘ uso terapeutico del muschio, pag. Della regala comuln e del suo uso terapeutico nei casi d‘inerzia
99 11 101, tav. XII, fig. 9. d‘ utero, pag. 19 a 21, t2v. Il, fig. 6 2 9.
Del ranno catartico e del suo uso terapeutico, pag. 139, tav. XVII, Della una e del suo uso terapeutico, pag. 68e69, tav. VIII, fig.
fig. 14 a 17. _ 15 a 19.
Della noce vomica e del suo uso terapeutico, pag. 109 e 110, tav. Del Iamarind0 e del suo uso terapeutico, pag. 131 e 132, tav. XVI,
XIII, fig. 6 a 12. _ fig. 4 a 8. -
Del papavero coltivato e del suo uso terapeutico, pag. 160 2 164,
tav. XX, fig. 3 a g.
Della poligala comune e del suo uso terapeutico, pag. 181 a 183, ISTORIA NATURALE.
tav. XXIII, fig. 3 a 8.
Della china-china officinali: e del suo uso terapeutico, pag. 60 e61, La.vipera comune, pag. 152 a 154, tav. XIX, fig. 3.
Iav. VII, fig. 6 a 12. ' De1 pesc1 elettric1, e della torpedine comune in particolare, pag. '
Del rabarbaro e del suo uso terapeutico, pag.g8 cgg,tav. XII, fig.4 a 8. 134 a 136, tav. XVII, fig. 8.
îrv

TAVOLA ALFABE'I‘ICA DELLE MATERIE


CONTENUTE IN QUESTO vowgn-z
_Q

Abduttore del piccolo dito del piede (muscolo), pag. 176, tav. Arilenoidca (cartilagine), p. 133.
XXIII, fig. 1 e 2, n. 19-56. Articolazione del cubito, p. 87.
-- lungo del pollice ( muscolo), pag. 86, tav. XI, fig. 1, n. 8 Ascaridi, p. 50. .
Acetato di morfina, pflg. 164. Astragalo, p. 172, tav. XXII, fig. 1, n. 44.
Achille ( tendine d’ ), pag. 176, tav. XXIII, fig. 1 e 2, n. 10-53. Ascellare (arteria), p. 37, lav. V, fig. 1, n. 25. -Ihid., p. 4;, luv. VI,
Acunito napello, pag. 124, tav. XV, fig. 12 a 18. fig. 1, n. 8.
Acromiale ( arteria), pag. 37, lav. V, fig. 1, a. 27. -- Idem, pag. 133, -- (vena), p. 62 Iav. VIII. fi . 1, n. 31 e 36.
tav. XVII, fig. 1, n. 1. Auricolare (arteria), p. 3;, Iav. V, 6;. 1,11. 13. - lbid., p. 127, tav.
Acustici (nervi), p. 8, tav. I, 65. 2, 0-- lbid., p. 1 19, tav.XV, fig. 1, XVI, fig. 2, n. 2 e 3. - Ibid .p. 133, 121‘. XVII, fig. 1, n.18-21.
n. 22-22. lbid., p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n 14 e 15.
Adduttore (mu1colo grande), pag. 176, tav. XXII], fig. 2, n. 37. -- (nervo), p. 24, tav. III, fig. 1, n. 25.
Alvcolare (arteria), p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 25. Azigm (vena), p. 62, tav. VIII, fig. 1,11. 39.
Anconco (muscolo), p. 86, tav. Xl, fig. 1, n. 14. Bacino (la pelvi), p. 173. tav. XXII, fig. 1, n. 17.
Ang_urisma (del canale arterioso), p. 64 e 65. Barilerre (arteria), p. 8, liv. 1, lig. 2, n. 7. - lbid., p. 119, tav. XV,
Anfrattuon'tà, pag. 7. fig. 1, n. 29.
Animalctli spermatici, p. 88 e Belladonna, p. 45, e 46. '
Ano, p. 79, tav. X, fi . 2, n. 31. Bendaggio di Galeno o dei poveri, p. 157 e 158, 1:“. XX, fig. 2, a.
Aorta, pag. 30, tav. I , fig. 3, n. 22--- lbid., p. 126, tav. XVI, fig. 1, fi cài Boyer per la frattura della clavicola, p. 158, tav.XX,
n. 23. -- lbid., p. 105, tav. XIII, fig. 2, n. 10 -- Id., p. 141, tav. g. 2, .
XVIII, fig. 2, n. 12. Bicipite ( muscolo), p. 54, tav. VI]. fig. 1, n. 1. - Id., p. 86, tav.
-- (arco dell‘), p. 61, tav. VIII, fig. 1, n. 2. --- lbid., p. 79, XI, fig. 1, n. 2. - lbid., p. 165, lav. XXI, fig. 1, n. 6. - lbid.,
tav. X, fig. 1, n. 19. --- Ibid, ag. 96, tav. XII, fig. 1, n.9. p. 176, tav. XXIII, fig. 1 e 2, n. 6 e 38. ’
-- addominale, p. 37, tav. , fig. 1, n. 12-12. -- lbid., pag.62, Bil1are (vescichetta), p. 111, tav. XIV, fig. 2, 11. 12 e 13.
tu. VIII, fig. 1, n. 13. --- lbid., p. 96, tav. XII, fig. 1, n.28. -- Botriocefalo, p. 10 a 12, tav. 1, fig. 5.
lbid., p. 1 11, tnv. XIV, fig. 2, 11. 26. Brachiale anteriore (muscolo), . 54, tav. VII, fig. 2, n. 3. - lbid.,
-- ascendente, p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 8. p. 86, tav. XI, fig. 1 e 2, n. 1-3.
-- toracica, p. 96, tav. XII, fig. 1. Brachiale (arteria), p. 38, tav. V, fig. 1, n. 33. - lbid., . 54. tav. VII,
Apofisi coronoidea, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, e 2, 11. 7-31. fig. 1, n. g, 1: fig. 2, n. 8-8. - lbid., p. 133, Iuv. XXII, fig. 1, 11.
-- masloidca, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 33. 35 a 36.
_ orbitale, . 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 22. Bracchiere doppio o semicircolare, p. 114, tuv. XIV, fig. 6.
-- vaginale del temporale, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 32. -- elastico, ibid., ibid. fig. 5.
Apotìsi trasverse delle vertebre, . 111, tav. XIV, fig. 1, n. 1-6. Bronchiale (arteria) destra, p. 96, tav. XII, fig. 1, 11. 16.
Aponeumsi plantare, p. 176, tav. XIII, fig. 1 e 2, n. 18-57. sinistra, p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 16.
Apparecchi (fasciature ed), p. 157 e 158, tav. XX, fig. 2, a e b. Brachio-CCfulicn (arteria), p. 79, 121. X, 6g. 1,11. 20. - lbid.. p. 96,
Appendice venniformc, p. 119, tav. XV, fig. 2, n. 7. tav XII, fig. 1, n. 10. - lbid., p. I 11, tav. XIV, fig. 1, n. 15.
Arcate orbitale, pag. 183, 121'. XXIV, fig. 1, n. 16. Bronchi, p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 2-3.
--- zigomatica, p. 183, tnv. XXIV, hg. 1, n. 28. Buccale (arteria), p. 140, tav. XVIII, fig. 1. n. 23.
Areo del colon, p. 79, tav. X, fig. 2, n.27. (cavità), p. 69, tav. IX, fig. 1, n. 6.
--- dell’ aorta. V. Aorta. Calcagno, p. 172,12v. XXII, lì . 1, n. 43.
Arcate dentali, pag. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 8. -- Id.,p. 183, tav. Calcoli urinarii, p. 172, In. XXII. fig. 2 e 3.
XXIV, fig. 1, n. 10-11. Canale coledoco, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 18. - lbid. , pag. 111,
Articolarì inferiori del ginocchio (arterie), p. 165, tav. XXI, fig. 2, tav. XIV, fig. 2, n. 14.
n. 2. -- Id., esterna del ginocchio, p. 176, tav. XXIII, fig. 2, - cistico, pag. 79, tav. X, 6 . 2, n. 15.
n. 65. - Id., interna del ginocchio, p. 176, tav. XXIII, tìg. 2, - deferentc, pag. 141,12v. VIII, fig. 2, n. g.
n. 66. - epatico, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 16 e 17.
_ m_cdie, p. 176, tav. XXIII, fig. 2, n. 64. - 3'nguinale (apertura hterna dell’), pag. 126, tav. XVI, fig.
Articolari superiori esterne (arterie) del)ginocchio, p. 176, tav. XXIII, 1, n. .
fig. 1. n. 23. -- lbid., p. 176, tav. X III, fig. 2, n. 5 . - Ib1d., -- pancreatica, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 19. .
p. 165, tav. XXI, fig. 2, n. 2.- lbid., pag. 176, tav. X III, 11. 61. -- pterigoideo-platino, pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 4. -
-_ superiori interne (arterie) del ginocchio, p. 176, luv. XXIII, Canina (fossa), pag. 183, lav. XXIV, fig. 1. n. 27.
fig. 1, n. 22. -- lbid., pag. 176, In. XXIII, fig. 1, n. 24. - Cantaridi, pag. 52, tav. VI, tìg. 12 a 14.
192' TAVOLA ALFABETICA DELLE MATERIE
Cardia, p. 79, tav.X, lig. 2, n.8. - Ibid. , pag. 105, tav. XIII, 3- Ibid., p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 17. - Ibid., p. 87, tav. XI, fig.
‘ fig. 1, n. 2. , n. 10.
Cardiaci ( nervi), pag. 48, lav. VI, fig. 1, n. 38-42-45. Collo (arterie del), p. 133, tav. XVII, fig. 1. - Ibid., p. 37, tav. V,
Carotide e1terna (arteria), pag. 37, tav. V, fig. 1, n. 3. - Ibid. 006;. 1, n. 24.
pag. 47, tuv. VI, fig. 1, n. 11. - Ibid., pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 1011 ascendente,
XII, fig. 2, n. - p. 79, tav.p.X,119,8t2v.
Ibid., {i . 2, n.
XV,26.fig.-2,Ibid.,
n. 8. P . 96 , tav.
g. - Ibid., pag. 133, tav. XVII..fig. 1, n. 3.
Carotide (arteria ) interna, pag. 37, lav. V, lig. 1, n. 1. - Ibid. , -- discendente, p. 79, tav. X, fig. 2, n. 28. - Ibid., p. 96, tav.
pag. 47, tav. VI, 6;. 1, n. 10. -lbid., pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. XII, fig. 2, n. 6. - Ibid. p. 119, lav. XV, fig. 2, n. IO.
10. - Ibid., ag. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 2. . -- trasveno, p. 79, tav. X, 6;. 2, n, 27. - Ibid., p. 96, tav.
Carotidi primitive (arterie), pag. 14, lav. Il, fig 2, q. - Ibid., pag. XII, ti . 2, n. 5. - Ibid., p. 119, tav. XV, fig. 2, n. g.
37, tav. V, 6g. , n. 1. - Ibid. , pag. 47, tav. VI, fig, 1, n. g. - Condilì ell‘ omero, p. 87, lav. XI, fig. 3, n. 7 a 8.
Ibid., pag. 61, lav. VIII, fig. 1, n. 1-4. - Ibid. , pag. 69, tav. -- della mascella, p. 183, tav. XXIV, fig. 1 e 2, n. 30 ed 8.
IX, fig. 1, n. 8.- Ibid. , pag. 79, tav. X, fig. I , n.21 e 30. - Condotto coledoco. 7. Canale coiedoco.
Ibid. , ag. 96, tav. XII, fig. 1, n. 12-13. - Ibid. , pag. 111, Conformazione (vizii di), p. 65 a 67.
tav. Xl ’, fig. 1, n. 16. - Ibid. , pag. 133, lav. XVII, fig. 1, n. 1. Conca-brachiale (muscolo), p. 54, tav. VII, fig. 2, n. 1.
Cartilagini aritenoidee, pag. 134, tav. XVII, fig. 6 e 7, n. 1 a 11. Coralliua olficinale, 147, lav. XVIII, fig. 6 e 7.
-- 'costali, pag. 157, tav. XX, fig. 1, n. 12 a 14. Corallo, p. 146, tav. VIII, fig. 4 e 5.
-- cricoidea, pag. 133, lav. XVII, fig. 2, n. 1 a 5. , Cordone ombellicale, p. 26, tav. III, fig. 3, Il. 2.
tiroidea, pag. 134, tav. XVII, fig. 4, n. 1 a 7. Corna umane, p. 16, tav. II, fig. 4 e 5.
Castoro,-pag. 148, lav. XVIII, fig. 8. --(grandi), della cartilagine tiroidea, p. 134, tav. XVII, tig. 3,n.g.
Castoreo, pag. 148. I Coronaria del ventricolo (arteria), p. 1 11, tav. XIV, fig. 2, n. 19 a 21.
Cava superiore (vena), pag. 30, tav. IV, fig. 3, n. 13. - Ibid. , p. Coronaria anteriore (vena), p. 62, lav. VIII, fig. 1, n. 40.
47, tav. VI, fig. 1, n. 3. - Ibid. , pag. 62, tav. VIII, fig. 1, n. 38. Coronarie (arterie), p. 79, tav. X, fig. 1, n. 16 e 1 . -Ibid., p. 96,
- Ibid. , pag. 105, lav. XIII, lig. 2, n. 7. _ tav. XII, fig. 1, n. 6e 7. - Ibid., p. 105, 12v. III, fig. 2, n. 1 r
Cava inferiore ( vena), pag. 30, tar. IV, fig. 3, n. 10. - Ibid. , pag. 11 21.- Ibid., p. 133, tav. XVII, lig. 1, n. 11 e 12.- Ibid., p. 140,
47, tav. VI, fig. 1, n. 4. - Ibid. , pag. 62, 63. 1, n. 41. lav. XVIII, fig. 1, n. 3 e 6. -- Ibid., p. 149. tav. XIX, 6;. 1, n.
Cavità boccale, pag. 69, lav. IX, Iig. 1, n. 6. 7 e 8. - Ibid., p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 33 e 34.
Cecale (arteria ), pag. 119, tav. XV, fig. 2, n. 22. ' ' Coronale (osso), p. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 2.
Celiaca (arteria), pag. 62, lav. VIII, fig. 1, n. 14. -- Ibid.. pag. Coronoide (apolisi), p. 183, tav. XXIV, fig. 1 e 2, n. 7 e 31.
96, tav. XII, fig. 1, n. 29. - Ibid., pag. 111, tav. XIV, hg. Corpo calloso (arterie del), p. 119, lav. XV, fig. 1, n. 36.
Corpi pisiformi, p. 119, tav. XV, fig. 1, n. 13. ,
2, n, 1 .
Centro fre21ico, pag. 39, tav. V, fig. 2,11. 2, 2. Cogle, p. 157,3tav. XX, fig. 1, n. 7 a 10. - Ibid., p. 171, tav. XXII,
Cerebellari (arterie), posteriori ed inferiori, pag. 119, tav. XV, g. 1, n. 1 .
Cowpox, p. 75 e 76, tav. IX, fig. 5.
fig. 1, n. 28.
Cerebrale (arteria), pag. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 2. Cridoidea (cartilagine), p. 133, tav. XVII, tig. 2, n. 4. - Ibid., p.
Ceggello (arterie della base del ), pag. 119, lav. XV, fig. 1, 11. 134, tav. XVII, tig. 5, n. 1 a 5.
a 36. ’ Crico»tiroidea (membrana), p. 133, lav. XVII, fig. 2, n. 5.
_ (lobi del) pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 1, 2, 3. Crurale (arteria), p. 40, tav. V, fig. 2, n. 30. - Ibid., p. 126, tav.
( circonvoluzioni del ) , pag. 7. lav. I, fig. 1, n. 5. XVI, fig. 1, n. 34. - Ibid., p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 20.
Cervelletto, pag. 8, tav. II, fig. 2, n. 13. Cubitale anteriore (muscolo), p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 15.
(arterie del), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 30 e 32. posteriore (muscolo), p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 13.
- (eminenze vermil'ormi del), pag. 119, tav. XV, fig. 1,11. 5. Cubitale (arteria), p. 54, tav. VII, tig. 2, n. 13.
-- ( masse midollari del), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 7. Cubito (articolazione del), p. 87.
(emisferi del ), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 4. p, 87, tav. XI, fig. 3, n. 2. - Ibid., p. 171, tav. XXII, fig.
Cervicale superiore ( ganglio ), pag. 70, tav. IX, fig. 1, n. 39. I, n. 2|. .
Cervicale (nervo ). pag. 47, tav. VI, tig. 1, n. 1 a 61. -_ Ibid., pag. Cuneiformi (ossi), p. 172, lav. XXII, ti . 1, n. 46 a 48.
127, tav. XVI, fig. 2, n. 12 a 18. Cuore, p.847, tav. VI, fig. 1, n. a. -I id., p. 105, tav. XIII, fig. 2,
Cervicale(arteria ascendente), pag. 37, lav. V, fig. 1, n. 23. - n. 1 a .
Ibid. , pa‘g. 79, lav. X, fig. 1, n. 28. (malattie del), p. 64.
-- pro onda, pag. 111, lav. XIV, fig. 1, n. 31. - Ibid., pag. Curvatura del colon, p. 79, mv. X, 65. 2, n. 27.
157, tav. XX, fig. 1, n. 25. Cutaneo anteriore‘(nervo), . 63, tav. VIII, fig. 2, n. 25.
_- superficiale, pag. 37, lav. V, tig. 1, n. 22. -- Ibid., pag. 79, -- esterno (nervo), p. 63. tnv. VIII, fig. 2, n. 24.
tav. X, hg. 1, n. 27. - Ibid. , pag. 133,t11v. XVII, lig. 1, n. 27. medio (nervo), p. 63, lav. VIII, fig. 2, n. 26.
- trasverse, pag. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 32. Datura-1tramonium, pag. 117, tav. XIV, fig. 7, n. 8 a 12’.
Cervicali (nervi), pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 12 a 19. - Ibid. pag. Deferente (canale), p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 9.
127, tav. XVI, tig. 2, n. 12 a 18. Deltoide (muscolo), pag. 86, tav. IX, lig. 1, n. 1.
China oflicinale, pag. 60, tav. VII, lig. 6 a 12. Dentale inferiore ( arteria), pag. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 20. -
Chorion, pag. 26, tav. III, fig. 3, n. 4. Ibid. , pag. 150, lav. XIX, fig. 1, n. 31.
Cicca, pag. 79. tav. X, fig. 2, n. 24 e 25. _- anteriore (nervo ), pag. 23, lav. III, Iig‘. 1, n. 15. - Ibid. ,
(appendice vermilorme del), pag. 115), lav. XV, lig. 2, n, 7 pag. 29, tav. IV, 63. 1’, d.
Cicuta (maggiore), pag.15’,tav. XIX, fig. 4 a 10. .___ inferiore (nervo), pag. 24, tav. III, fig. 1, n. 24. - Ibid.,
Circonflesae iliache (arterie), pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 31 e 35. pag. 29, tav. IV, fig. 1, g.
_ Ibid., pag. 126, tav, XVI, fig. 1, n. 45. -lbid., pag. 141, (foro) inferiore. pag. 183, tav. XXIV, fig. 2, n. 6.
- tav. XVIII, fig. 2, 11. 30. Dentali posteriori (nervi), pag. 29, tav. IV, ,Iig. 1, a.
(arterie) della spalla e del braccio, p. 37, lav. V, fig. 1, n. Diaframmatìche (arterie), pag. 39, tav. V, fig. 2, n. 15.- Ibid., pa .
30 a 32. 96, tav. XII, fig. 1, n. 30. - Ibid., pag. 11 1, tav. XIV, 6g. 2,11. 131
Circolazione nel feto, p. 34, tav. IV, fig. 3. Diaframma (gambe del ) , pag. 39, tav. V, tig. 2, n. 1-1. - Ibid,
Circonvoluzioni. V. Cervello. pag. 111, tav. XIV, fig. 2,11. 1.
Cisticerco, p. 91 a 93, tav. XI, fig. 10 a 13. Digestione (organi della), pag. 79, tav. X, fig. 2.
Cistica (arteria), p. 1 11, tav. XIV, fig. 2, n. 32. Digitale, pag. 121, tav. XV, fig. 2 1 1.
Cistica (condotto), p. 79, tav. X, fig. 2, n. 15. Digiuno, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 20.
Clavicola, p. 171, lav. XXII, lig. 1,11. 20. Dita, pag. 86, tav. XI, fig. 2. - Ibid. , pag. 171, tav. XXII, fig. 1,
(bendaggio per la frattura deila), p. 157, tav. XX, fig. 2,‘ B. n. 35 a 38 e 50.
Coccige, p. 171,1av. XXII, fig. 1,11. 19. Dorsale (nervo primo), pag. 48, tav. VI, 6;. 1, n. 62.
Coledoco (canale), p. 79, lav. X, fig. 2, n, 18. - Ibid., p. 111, tav. Dragoncello, pag. 150, tav. XIX, fig.'2. '
XIV, fig. 2, n. 14. Duodeno, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 10' a 13. - Ibid., pag. 96, tav.
Coliche (arterie), destra, p.’ 1 19, tav. XV, fig. 2, n. 20. XII, fig. 2, n.2. -- Ibid., pag. 105, tav. XIII, 65. 1, n. 14. -
-- sinistra, p. 96, lav. XII, fig. 2,n. 24-25. - Ibid. , pag. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 6. - Ibid., pag. 119, tav.
-- media, p. 96, lav. XII, fig. 2, n. 14 a 16. XV, fig. 2, n. 1.
Ibid. p. 119, tnv. XV, fig. 2, n. 16 a 18. Elgl'anàiasif, pag. 93, tav. XI, fig. 5. - Ibid., pag. 112, tav. XIV,
Collaterali (arterie), p. 54, tav. VII, fig. 1 e 2, m. 10 e 11, 23 a 30._ g. e- .
CONTENUTE IN QUESTO VOLUME 193
Elleboro nero, pag. 186, tav. XXIV, fig. 6 a 8. Gamba
lbid., anteriore (muscolo
p. 176, tav. XXIII, della),
fig. 2, ii.. 165
12., tav. XXI, fi g. 1 , n. 1 I . -
Eminenze olivari, pag. 8, tav. I, fig. 2, b. - lbid. , pag. 119, tav.
XV, fig. 2, n. so. _
Gambe posteriore (muscolo
del diaframma, della),
p. 38, . 1 fig.
tav.iV, 6, tav.
2,11.XXIII 6 . 2 n. 111,
1- -’Ibigd.,,p. 12.
-- piramidali, pag. 8, tav. I,fig. 2, a. - lbid., pag. 119,
tav. XV, fig. 1,n. 9. tav. XIV, fig. 2, n. 1.
-- restiformi, pag. 8, tav. I, fig, 2, e. Ganglio cervicale medio, p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 40.
Emisferi del cervello, pag. 7, tav. I, fig. 1, n. 3, 4. cervicale spperiore, p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 30.
- del cervelletto,
Emorroidale pag. 119,pag.
interna (arteria), tav.96,
XV,
tav.fig. 1, n.
XII, fig. 2, n. 27 a 29. naso-palatmo, p. 25, tav. III, fig. 2, e.
Ganglii Iombari, p. 63, tav. VIII, fig. 2, n. 6.
- media (arteria), g. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 42. - lbid. Castro-duodenale (arteria), p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 24.
pag. 141, tav. XVIII. fig. 2, n. 27. Gastro-epiploica (arteria), p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 25.
Epatica (arteria), pag. 111, tav. XIV. fig, 2, n. 23. Gemelli (muscoli), p. 165, tav. XXI, fig. 1, n. g. - lbid., p. 176, tav.
Epatico (condotto), pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 16 e 17. XXIII, fig. 1, n. 8, e fig. 2, n. 41. '
-- (vena), pag. 30, tav. IV, fig. 3, n. 12. Gemelle (arterie), p. 176,.tav. XXIII, fig. 1, n. 27.
Epigastrit:a (arteria), pag. 3g,ftav. V, fig. 2, n. 34.- lbid., pag. 126, G1ugulare esterna (vena), p. 62, tav. VIII, fig. 1, n. 28.
tav. XVI, fig. 1, n. 46. - lbid., pag. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 31. VIII, interna
fig. 1, n.(vena),
32, e 3’).. 1 4’ tav. 11 ’ ti g . 2 ’ d. -- lbid. ’ p . 6 a, tu v .
Epiglota, pag. 133, tav. XVII, fig. 3, n. 5
Em1e in generale, pag. 142. Glandola pituitaria, p. 7, tav. 1, fig. 2, n. 4.
Ernia crurale, pag. 80, tav. X, fig. 3. tiroidea, p. 79, tav. X, fig. 1, n. 1‘.
_ femorale, pag. 80, tav. X, fig. 3. Glandole sotto-mascellari, p. 47, tav. VI, fig, 1, n. 13.
_ inguinale, pag. 142, tav. XVIII, fig. 3. soprarrenali, p. 39, tav. V, fig. 2, n. 7.
dell’ iride, pag. 64, tav. VIII, fig. 3. GlossO-fsrlngei (nervi ), p. 8, tav. l,lig. 2 .- lbid., p. 48, tav
Erniotomia, pag. 142, tav. XVIII, fig. 3. VI_. 53- I, II- 49. - lbid., p. 69, tav. IX, g. 1, n. 20 a 23. -'
Esofago, pag. 79, tav. X, fig. 2, n. 5 e 6. - lbid., pag. 96, tav. lbid., p. 119, tav. XV, fig. 1, n. 23.
XII, fig. 1, n. 4, -- lbid. , pag. 105, tav. XIII, fig. 1, n. 1. - Gole (ossa delle), p. 173, tav. XXII, fig. 1, n. 3.
lbid., pag. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 2. - lbid., pag. 134, tav. Idutidi. Vedi Vermi vescicolari, p. go.
. XVII, fig. 3, n. 12. ’ Idiotismo, p. 77, tav. IX, liv. 8. '
Esofagee superiori (arterie ), pag. 96, tav. XII, fig. 1, n. 18. Idrocele (per stravaw), p. 168, tav. XXI, fig. 6 a 9.
Estensori delle dita (muscoli), pag. 86, tav. XI, fig. 1,n. 1 1-1 1. Ileo-cecale (arteria), p. 119. tav. XV, fig. 2, n. 24.
_- dell’indice ( muscolo ), pag. 86. tav. XI, fig. 1, n. 12. (valvola), p. 79, tav. X, fig. 2, n. 23.
_- della gamba (muscoli ), pag. 165, tav. XXI, fig. 1, n. 3. Ileo-eolica (arteria), p. 1 19, tav. XV, fig. 2, n. 21. I
comune delle dita dei piedi (muscolo lungo), pag. 165, Ileo, p. 79, tav. X, fig. 2, n. 21 e 22.
tav. XXI, fig. 1, n. 12. lliache primitive (arterie), p. 30, tav. IV, fig. 3, n. 26. - lbid., p. 3'
-- del dito grosso del piede (muscolo), pag. 165, tav. XXI, tav. V, fig. 2, n. 28. - lbid., p. 62, tav. VIII, fig. 1, n. 16 e 1 .
fig. 1, n. 11. - lbid., p. 96, tav. XII, fig. 2, n. 22. - lbid., p. 126, tav. XVI,
-_ del pollice (muscoso breve), pag. 86, tav. XI, fig. 1, n. 9. fig. 1, n. 24 e 28. - lbid.. p. 141, tav. XVIII, fig. 2, 11. 14.
del pollice ( muscolo lungo ) , pag, 86, tav. XI, fig. 1, n. 10. lliaca esterna (arteria), p. 39, tav. V, fig. 2, n. 30. - lbid. p. 62,
Eustachio (tromba d’), pag. 69, tav. IX, fig- 1, n. 7. tav. VIII, fig. 1, n. 16 e 1 . - lbid., p. 126, tav. XVI, fig. 1, n.
Faccia (arterie della), pag. 149, tav. XIX, fig. 1, n. 15. 44. - lbid., p. 141, tav. VIII, fig. 2, n. 29.
Facciale (arteria), pag. 37, tav. V, fig. 1, 11. 6 e 14. - lbid., pag. - (muscolo), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 5.
133, tav. XVII, fig. 1, n. 3 e 19. Ilio-inguinale (nervo) di Schmidt, p. 63, tav. VIII, fig. 2, n. 20.
anteriore (vena), pag. 62, tav. XIII. Ii . I, n, 22. Ilio-aipogastrico (nervo) di Schmidt, p. 63, tav. VIII, fig. 2, n.
-- posteriore (vena), pag. 62, tav. XIII, g. 1, n. 21. ‘ 1 e 19.
Facciali (nervi) , pag. 8, tav. 1, fig. 2. - lbid., pag. 24, tav, III. Ilio-lombare (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 31.
fig. 1, n. 26.- lbid. pag. 70, tav. IX, fig. 2, n. I a 8. - lbid., Innominata (arteria), p. 47, tav. VI, fig. 1, n. 6. - lbid., p. 111,
pag. 119. tav. XV, fig. 1, n. 21. tav. XIV, fig. 1, n. 15.
Falloppio ( tromba del), pag. 125, tav. XVI, fig. 1, n. 19 e 20. Intercoslali inferiori (arterie), p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 24 11 a7- -
Faringea ascendente (arteria), pag. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 6. lbid., n. 20. .
Fegato (legamento sospensorio del). p. 1 1 1, tav. XIV, fig. 2, n. 11. -- su lfîv.
p. 157, riori(arterie), . 111, tav. XIV, Iig - 1, 11- 3°- - IbÎd-»
XX, fig. 1, n.p26.
I"emorale (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 44.
I“emore, . 172, tav. XXII, fig. 1, n. 39. Intercostali (arterie), p. 157, tav. XX, 6 . 1, n. 23 a 37:
Fessura dòl Silvio. V. Silvio (scissura del). lnterpssea dorsale (arteria), p. 86. tav. I, fig. 1, n. 34. - lbid., p.
Feto, p. 30 a 34. 54, tav. VII, fig. 2, n. 20. - lbid., .165, tav. XXI, fig. 1, n. 33.
(1.11» posizione del), p. 14, tav. Il, fig. 3. Interossei (legamenti), p. 54, tav. VII? fig. 2, n. 7. - lbid., p. 86,
(spoglio delle sue membrane), p. 26, tav. III, fig. 3. tav. XI, fig. 2, n. 7
Fjbula (la) od osso del peroneo, pag. 172, tav. XXII, fig. 1, 11.42. -- dorsali (muscoli), p. 165, tav. XXI, fig.2, n. 1. -- lbid., p.
Pistola Iagrimale, p. 35, tav. IV, fig. 4 a 7. 86, tav. XI, fig. 2, n. 9 a 11.
Flessore del'dit0 grosso del piede (muscolo), p. 176, tav. XXIII, fig. Ioide (osso), p. 133’, tav. XVII, fig. 2,11. 1‘.
102,n. 15e47. Ipogastrica (arteria), p. 30, tav. IV, fig. 3, n. 27;- lbid., p. 39, tav.
_ delle dita dei piedi (muscolo), p. 176, tav. XXIII, fig. 1 e a, fig. V, 2, n. 29. -- lbid., p.62, tav. VIII, fig. 1, n. 17 e 20. -
n. 11 e 4 . lbid., p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 29. - lbid., p. 141, tav. XVII,
Forceps, p. 44, tav. V. fig. 5 ai. fig. 2, n. 15, 16, 21.
Foro zigomatico, p. 183, tav. XIV, fig. 1, n. 23. Ipoglossi (nervi), p. 8, tav. Il; fig. 2,- r. - lbid., p. 14, tav. 1], fig.
del mento. p. 183, lav- XXIV, fig. 1, n. 37. 2. - lbid. p. 71, tav. IX, fig. 2, n. 15 a 17. - lbid., p. 119, tav.
sotto-orbitale, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 16 e 27. XV, fig. 1, n. 25.
Fossa sigmoidea, p. 183, tav. XXIV, fig. 1 e 2, n. 29 e 10. Iride (procidenza dell’), p. 64, tav. VIII, fig. 3 e 4..
Fossa temporale, . 183, tav. XXIV, ii . 1 n. 18. Ischiatica (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 43- - lbid-» P- '4h
Fosse nasali, p. 2;, tav. 111, fig. 2. -1 1.1., p. 183, tav. xxw, fig. tav. XVIII, fig. 2, n. 28.
1, n. 8. Labiale (arteria), p. 37, tav. V, fig. 1, 11. 10. - Ibid-, P- 133‘ l'av
Frattura della clavicola (fasciatura perla), p. 158, tav. XX, fig. 2, B. XVII, fig. 1, n. 10. - lbid., p. 141, tav. XVIII. fig. 5. - lbid..
Frenico (centro), p. 38, tav. V, fig. 2, n. 2-2. p. 14%, tav. XIX, fig. 1, n. 2 a 6. - lbid., p. 150, tav. XIX, fig
(nervo), p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 63. 1, n. 2.
Fronda a sei capi, p. 157,t11v. XX, fig. 2, A. Lagrimale (nervo), p. 22, tav. III, fig. 1, n. 5.
Frontale (nervo), p. 22, tav. III, fig. 1, n. 6. -- (arteria), p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 38, 43,
osso, p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 2. - Ibid., p. 183, tav. Lambdoidea (sutura), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 4.
XXIV, fig. 1, n. 2. Laringeo interno (nervo), p. 48, tav. VI, fig. 1, n. 50.
Frontale (arteria), p. 133. tav, XVII, fig. 1, n. 23. - lbid., p. 150, superiore (nervo), p. 69, tav. IX. ti . 1, n. 26 a 28.
tav. XIX, fig. 1. n. 27 e 28. Laringea interiore (arteria), p. 37, tav. V, g. 1, n. 19.
Galeno (bendaggio di) o dei poveri. p. 157, tav. XX, fig. 2, A. -- interna (arteria), p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 5.
Gamba (arterie della), p. 165, tav. XXI, fig. 1. - lbid., p. 176, lav superiore (arteria), ..37, tav. V, fig. 1, n. 5.
XXIII, fig. 1 e 2. laringe, p. 133 e 134, tav. VII, 3, n. 6.
194
TAVOLA ALFABETICA DELLE MATERIE
L ei-
mento so: nsorio del
delginocchin,p.
fegato, p. 111, Mostruosità, p. 28.
lateralepîsterno 176,tav.
tav.XIV, fig. 2,111
XXlll,fig. 1 1.43.
2, n. Motori (nervi) comuni dell’ occhio, p. 8, tav. I, fig. 2..
«posteriore del ginocchio,p 176, tav. XXIII, Iìg. 2I n. 44. Nani, p. 107, tav. XIII, fig. 5.
-.-- interosseo, p. 54, tav. VI , f1g. 2, n. 7. - lb1d., p. 86, tav. Narcotina, p. 105.
I\'asale (nervo), p. 82, tav. III, fig. 1.
XI Ii agneliare7del
-4 . 2 n. . radio, p. se, in. XI, fig. 2, n. 6. Nasale laterale (arteria), p. 149 e 150, tav.XlX, fig. 1, n. 11, 35 e 36.
-- della rotula, p. 165, tav. XXI, fig. 1,'n. 4. -- posteriore (arteria), p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 27.
-- della vena ombellicale, p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 10. Naso-pa atino (ganglio), p. 25, tav. III, fig. 2, e.
Legamenti rotondi (dell‘1flero), p. 126, tav. XVI, fig. 1, o. 18. -- (nervo), p. 25, tav. III, fig. 2. b
Linea mediana, . , tar. n. 1 e 2. ' ' Nervi (origine dei), p. 7 29, tav. I, fig. 2. - Ved.pure tav. II e III .,
Lingua, p. 79, tîv.7X, (ig. 2, 11. 3. - lbid., p. 133, tav. XVII, fig. Naso (orso proprio del), p. 171, XXII, fig. 1, 11. 6. - Ibid., p. 183.
tav. XXIV. fig. 1, n. 7.
3, 11. 1 e 2. Noce romica, p. 109, tav. XIII, fig. 6 a 2.
Linguale (nervo),'p. 233,3ta1'. Ilk\i_ilgl. 1fi, n. 15.
Nutricìa (arteria) della tibia, p. 176, tav. XXIII, 6;. 2, 11
.I.in uale (arteria),
LitoIrizia, p. 27, tapv.. 1 III,. 121’. , g.
fig. 4 116. 1, n. 7. p. 51,
-Ib1d., ‘ tav.Vl, fig.
Obliquo inferiore della testa (muscolo), p. 1 1 1, tav. XIV, fig. 2, n. 12.
-- superiore della testa (muscolo), p. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 13.
10 e 11. ' Occipitale (nervo sotto), p. 127, tav. XVI, fig. 2, 11. 5 a 8.
Lobi del cervello, p. 8, tav. Il, tig. 2, n. 10 e 11. -« Ib11l., p. 119,
.._ (osso), p. 183, tav. XX V, fig. 1. 11. 3.
421'. XV, fig. 1, n.1, 2, 3.
-‘- della glandula tiroidea, pag. 134, tav. XVII, tig. 3, n. 14. Occipitale (arten'a), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 1 1. - lbid., p. 12;, tav.
Lombarc (regione), p. 173. tav. XXII, fig. 1, n. 16. _ XIV, fig. 2, 11. - lbid., p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 142 16.
Lombari (arterie), p. 39, tav. V, f1g. 2, n. 25. - Ib1d., p. 96, tir. Oculari (nervi motori), p. 8, tav. I, fig. 2,je m.- lbid., p. 1 19, tav.
XII, fig. 2, n. 21. - lbid. p. 126, tav, XVI, fig. 1, 11. _25, 27. XV, tig. 1, n. 17.
Lombari (nervi), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 10. - Ib1d., p. 141, Occhio, p. l85, tav. XXIV, fig. 5.
..-_(muscoli dell‘) p. 185, tav, XXIV, fig. 5, o. 1 a 12.
tav. XVIII, fig. 2, 11. 1 e 3.
Lombi (muscoli quadrati dei). p. 39, tav. V, fig. 2, n. 5. Olecrano, p. 87, tav. XI, Iig. 3, n. 4.
Incubo-inguinale (nervo), p. 63, 121. VIII, fig. 2, 11. 23. Olf'atorii (nervi), p. 8, tav. I, fig. 2, d. - lbid., p. 25, tav. III, fig .
g, a. - lbid., p. 119,1av. XV, fig. 1, n. 15.
Lombrichi, uedi Ascaridi, p. 49.
Lungo del collo (muscolo), p. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 10._ Ombelliculc (arteria), p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 22. ‘
Mascella inferiore, p. 171, tav. XXII, fig. 1, mg, 10. - lbid., p. 183, __ (rem) p. 30, tav. IV, (ig. 3, n.5. - lbid., p. 111, tav. XIV,
tav. XXIV, fig. 1, n. 13 a 15, e fig. 2, n. 1. fig. 2, n. 10.
1 Malleolare anteriore esterna (arteria), p. 165, tav. XXI, fig. 1, n. 27, Omerale profonda (arteria), p. 38, tav. V, tig. 1, n. 33. - lbid., p.
54, tav. VII, fig. 2, n. g. -- lbid. p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 17, 1:
2 fig. 2. n. .
anteri%re interna (arteria), p. 165, tav. XXI, fig. 1, a. 30,2 fig. 2, n.12.-Ibid., p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 37.
fig. 2. n. 11. . Omero, p. 87.t21. XI, fig. 3, n. 1, - lbid., p. 171, tav. XXII, fig.
-- posteriore interna (arteria), p. 176, tav. XXIII, fig. 1, 11. 30, 1, n. 22.
Omoplata-ioideo (muscolo), p. 14. tav. II, fig. 2, e.
fig. 2, 11. 73. _ Omoplata, p. 191,12v. XXII, tig. 1, n. 21.
Mamuaria 1nterna ( arteria), p. 37._tav. V, fig. 1, n. 17. - lbid., p.
111, tav. XIV, fig. 1, n. 18. -- lb1d., p. 133, tav. XIII, fig. 1, 11. Oppio, p. 161 e seguenti.
2411 25. - lbid., p. 157, tav. XX, fig. 1, n. 17. 01 itale (apofisi), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 22.
Mania, p. 77, tav. IX, fig. 7. -- (arcata e foro), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 16.
Mastoidea (apofisi), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, 11. 33. _ -_ (arteria sotto), p. 140, tav. XVIII, fig. 1, n. 9 e 26. - lbid.
Muscoline interna (arteria), p. 37, 121’. V, tip. 1. n.6, 15. - lbid., p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 37, 45,46. '
p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 8. - lbid., p. 140, tav. X\ III, fig. 1, q-I (nena), p. 71, tav. IX, fig. 2, n. 13.
n. 17.
Orbita, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 25, 26.
Mascellare (glandole sotto), p. 47. tav. VI. fig. 1, n. 13. Orecchieta (destra del cuore), p. 62, tav. VIII, fig. 1, 11. 63. - Ibid. ,
inferiore (nervo), p. 23. tavola III, Ii;I 1, 11. 4. p, 79, tav. X, 6;. 1, n. 10.- lbid., pag. 105, tav. XIII, Ilg. 2,11. 8.
-- superiore (nervo), p. 23, tav. III, fig. 1, n. 3. __(1ioistra del cuore), p. 62, tav. VIII, fig. 1. o. 7. - lbid., p.
M isccllare superiore (osso), p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 7. 79, tav. X. 12g. 1, n. 14. - lbid., p. 105,1av. XIII, fig. 2, n. 8.
Medicazione (apparecchio di), p. 157, tav. XX, fig. 2, 1. B. Osta (rammollimento delle), p. 9. tav. I, fig. 3 e 4.
Medina (verme di), p. 150, tav. XIX, fig. 2. , 01s0‘(l‘ ) maggiore, p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 31.
Melanconia, p. 76, tav. IX, fig. 6. Ottalnaica (arteria), p. 150, tav. XIX, fig. 1. u. 39.
Melicerido (lupia). p. 41, tav. V, fig. 3. Ottalmici (ncrri), p. 22, tav. III, fig. 1, n. 2.
Membrana crico-tiroidea, p. 133, tav. XVII, fig. 2, n. 5. Ottici (nervi), p. 8, tav. I, fig. 2. li. -- lbid., p. 30, tar. IV, fig. 2. a:
-- tiroidea, p. 133, tav. XVII, fig. 2,11. 2. - lbid., p. 1 19, tav. XV, fig, 1, n. 16. - lbid., p. 186, tav. XX.I V,
Membri inferiori (arterie dei), 177, tav. XXIII, _fig. 1 e 2. fig. 5, 11. 14.
superiori (arterie super ciali e profondo del), p. 54. tav. VII, Oxynri vermicolari, p. 50, tav. VI, fig. 6 a g.
fig. 1. Palatino (velo del), p. 79, tav. X, fig. 2, n. 1.
Meniugea media (arteria), p. 140, tav. XVIII, 1, n. 18_. Palatina inferiore (arteria), p. 37, tav. V, 6;. 1, n. 7.
Mentale ( arteria sotto), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 9. - IbltI'., p. 133, -- superiore (ar'teria), e, 140, tav. XVIII, fig. 1 , p. 24.
121. XVII, fig. 1,11.9. - lbid., p. 149 e 150, tav. XlX,fig. 1, 11. Palmare profonda (arteria), p. 54, tav. VII, fig. 1, n. 18.
re 30. -_- superficiale, p. 54, tav. VII, fig. 1, n. 14.
Mentale (venn_ rotto), p. 62, tar. VIII, 63- 1, 11. 23. (muscolo grande), p. 54, tav. VII, fig. 1, n. 7.
Mento, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 12. -- (muscolo piccolo), p. 54, tav. VII, ti". 1, 11. 5.
(nervo del), pag. 30; p. 71, tav. IX, fig. 2, n. 14. . Palpebrale inferiore (artena), p. 150, tav. XIX, fig. 1, n. 41.
Mesenterica inferiore (arteria), p. 39, tav. V, fig. 2I n. 23. - lbid., -- superiore (arteria), p. 150, tav. XIX, fig. 1, u. 40.
P' 961 tav. XII, fig. 2, n. 23. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, Pancreas, p. 96, tav. XII. fig 2, n. 1, - lbid., p. 119, tav. XV, fig.
2, n. 3. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 7.
n. 42. _
-- superiore ( arteria ), p. 96, tav. XII, fig. 2, n. 11. - lbid., Pancreatico-duodenale inferiori (arterie), p. 96, tav.XlI, fig. 2, n.
p. 111, tav. XIV, fig. 2, 11. 39. - lbid., p. Hg, tav. XV, fig. 2, 12. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 40, 41. -- lbid., p. 1 19,
n. 13. tav. XV, 65. 2, 11. 14.
Itlesocolon discendente, p. 96, tav. XII, fig. 2, n. 10. -- superiore (arteria), p. 99, tav. XII, fig. 2, n. 13. - lbid., p.
trasverso, p. 96, tav. XII, fig. 2, 11. 9. 119, tav. XV, fig. 2, n. 15.
Metacarpo, p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 33. Pancreatico (condotto), p. 79, tav. X, fig. 2, 11. 19.
Metatarso, p. 172, fig. 1, n. 49. Parietale (0110), p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. - lbid., p. 183, tar.
(arteria prima del), p. 165 e 166, tav. XXI, n. 16, 24, 28, 33 XXIV, fig. 1, n. 20 e 36.
Mìdolla spinale, p. 8, tav. Il, fig. 2, n.8. - lbid., p. 13, tav. II, fig- 1 Papavero coltivato, p. 160, tav. XX, fig. 3 a 9.
Milza (arteria della), p. 111, tav. XIV, fig. 2, 11. 8. Patelici (geni), p. 8, tav. I, 63. 2, k. - lbid., p. 115), tav. XV, 65.
Molli (nervi), p. 48, tav. VI, fig._1, n. 31 a 34. 1, 11. 1 .
Morfina, p. 164. Pele (la). V. Bacino.
.__- (acetato di), p. 164. Perforante auperiore (arteria), p. 86, tav. Xl, fig. 2, n. 16.
_- (solfato di), p. 164. V Pericardio, p. 79, tav. X, fig. 1, 11. 5.
CONTENUTE IN QUESTO VOLUME ' 195
Peroneo anteriore (muscolo), p. 165, tav. XXI, fig. 1, n. 16. - Ibid., Regione inferiore dell‘ cucefalo, pag. 7, tu. I, fig. 2.
p. 176, tav. XXIII, fig. 2, n. 52. Renali (arterie),
a . 3 ,tav. \‘ ’ fin.
m. xn, fig.2,ii.g19.9 ° 2’ n. 20.-I ' .b'd ’ P’g . 96‘
_- inferiore (muscolo), p. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 17.
_ laterale muscolo corto, 165, lav. XXI,fig. 1, n. 15. n_ (vene),
lav. VIII, fig. a . 43.
30, tav.lV ’ fi g . 3, n. 11.-- Ibid. ’ pan11. 62’
lungo p. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 13.
Perone. anteriore(arteria), pag, 165, lav. XXI, fig. 1, n. 25, e cui, a . 8_8‘
n. 6psî 30, lav. IV, fi g . 3 , n. 32.- Ibid. , pag . 39, tav . W,
’ ho.
'n 2,
fig.’2, n. 10.
comune (arteria), pag. 176, lav. XXIII, fig. 2, n. 75. -- (auccenturiati ) , pag. 30, tu. IV. fig. 3, n. 33. _
-_- esteriore (arteria ), pag. 176, tav. XXIII, fig. 1, n, 32 a Rette, pag. 39, _tav. V, fig. 2, n. 1 1. -'- Ibid., pag. 79, lav. X, fig. 2,
34, e g. 2, n. 77 e 78. _ n. 30. - Ib1d., pag. 96, lav. XII, tig. 2, n. 8. Ibid., pag. 126,
Pesci elettrici della lorpedine, pag. 134, tav. XVII, fig. 8. tav. XVI, fig. 1, n_ 22.-Ibid., pag. 141,lav. XVIII, fig. 2, n. 11.
Petto, pag. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 1 e 15. Rette (muscolo grande) posteriore della testa , pag. 111, lav.
Piano (osso) (tramezzo osseo dell’etmoide), pag. 183, tav. XXIV, fig. XIV, fig. 1, n. 14.
1, n. 25 _ i3nterno della coscia (muscolo) , pag. 176, In. XXIII, fig.
Piede ( arterie superficiali della faccia anteriore della gamba e 1, n. .
del), pag. 165, lav. XXI, fig. 1. Rimrente (nervo), pag. 47, tav. VI, fig. 1, n. 19.
Piedi torti, pag. 65, lav. VIII, tig. 6 e 7. . B1corrente cubitale (arteria), pag. 54, lav. VII, fig. 2, n. 15. -
Piloro, pag. 79, tav.-X,-fig. 2, n. 9. -- Ib1d., pag. 105, lav. XIII, Ibid. , pag. 87, tav. XI, fig. 3, n-12.
fig. 1, n. 6. - Ibid., pag. 111, lav. ’XIV, fig. 2, n. 5. _- radiale (arteria), pag. 54, lav. VII, fig. 1, n. 12, 2 fig. 2.
-- (arteria del ) , pag. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 22 e 30. n. 14. - Ibid., pag. 86 e 87, tav. XI, fig. 2, n. 13, 1: fig. 3, n. 14.
Piramidale (osso ), pag. 171, lav. XXII, tig. 1, n. 27. Rislringimento del torace, pag. 120, tuv. XV, fig. 3. ’
Pisiforme (osso ) , pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 28. Rilthristina, pag. 28, lav. III, fig. 7.
Pisii'ormi ( corpi), pag. 119, tav. XV, fig. 1, n. 13. Rotula, pag. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 40.
Pituitaria ( glandola), pag. 7, lav. I, fig. 2, 11. 6; pag. 119, tav. XV, _ (legamento della), pag. 165,t21. XXI, fig. 1. n. 4.
ti . 1, n. 1 .26, tav. III, Iig. 3, n. 3. - Ibid. , pag. 3o, tar. IV, S iliaco del colon, pag. 79, lav. X, fig. 2, n. 2g). -- Ibid., pag.gti.
Placgenta, pag.4
lav. XII, fig. 2, n. 7.
ti . 3, n. 1.
I’langtare(aponeurosi), pag. 176, tav. XXIII, fig. 1, n. 18, e fig, Sacra laterale ( arteria), pag. 126, lav. XVI, Iìg. 1, n. 30. -- Ibid.,
pag. 141, IN. XVIII, fig. 2, n. 18.
2 n. 5 . _- media (arteria), pag, 39, 'I11V. V, lig. 2, n. 26. - Ibid.,
’ (Zrteria), p. 165, lav. XXI, fig. 1, n. 31, e fig. 2, n, 12, pag. 126, lav. XVI, fig. 1,11. 26. - Ibid., pag. 141, lav. XVIII,
(muscolo), pag. 176, IN. XXIII, 'fig. 1, n. 7, e fig. 2, n, 4;, 6g. 2, n. 13.
Plesso cervicale, pag. ‘14, tav. Il, fig.*2. - Sacro, pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 18.
Plesso coronario destro. pag, 48, lav. VI, 63. 1, n. 47. Sanguiauga uflicinale, pag. 101, lav. XII, fig. 10.
sinistro, pag. 105, tav. XIII, fig 2, n. 27 a 31. Sartorio (muscolo) :‘ suo tendine, png\ 165, lav. XXI, fig. 1, n. 7.
lombare, pag. 63, lav. VIII, fig. 2. ' -.- Ibid., pag. 176, lav. XXIII, lìg. 1, n. :1.
polmonare superficiale destro, pag. 48, lav. VI, fig, 1, Scatoide ( osso ), pag. 171 e 172, tav.XXll, fig. 1, n. 25 e 45.
u. 26. Scaleno anteriore (muscolo ) , pag. 47, lav. \l, fig. 1, n. 15.
Pleura, . , tav. X, fig. 1 n. 4. Sca _ lare superiore (arteria), pag. 37, tav. V, fig. 1, n. 20. -
Plenriaifîîogiìa, pag. 120. tav. XV, fig. 3. 1 "1.. pag. 79, m. 11, fig.1,n.atì.-Ibid.,pag. 133.1...XV11,
Pneumo-gastrici (nervi), pag. 8, lav. I, fig. 2. fig. 1, n. 26. '
Poligala, pag. 181,'tav. XXIII. fig. 3 a 10. Scheletro, pag. 171, tav. XXII, fig. 1.
Pollice (arterie del) , (pag. 86, lav. XI, fig. 1, n. 27, 29, 30, e fig. Scilla, pa . 67, lav. VII, fig. 8 a 14.
2, n. 24 e 25. - bi . , pag. 174, tav. XXII. fig. 1, n. 34. Scissunt 1Iel cervello, pag. 8, tav. 1, 6g. a, n. 9.
Polmoni, pag. 47, tav. V], fig. 1 , n. 1. -- Ibid. , pag. 58. - Ibid., Segala cornuta, pag. 19, tav. Il, 6;. 6 a 9. »
pag. 79, lav. X, fig- 1, n. 3. Semilunare (osso ) , pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 26,
Polmonare (arteria), pag. 30, tav. IV, fig. 3, n. 16. - Ibid., pag. Semi-membranoso (muscolo), pag. 176, lav. XXIII, fig. 1 e a,
61, lav. VIII, fig, 1, n. 1o.- Ibid., I, pag. 79, lav. X. fig. 1, n. 13. n. 5 e o. '
- Ibid., pag. 105, tav. XIII, fig. 2, n. g. Semi-tendmoao (muscolo), pag. 176, tav. XXIII, lig. 1, n. 4, 2 fig
Polmonari ( rene ), pag. 30, t21'.'IV, fig. 3, n. 19. 2, n. 39.
I’olpaccio (arterie superficiali del), (mg. 176, lav. XXIII, tig. 1, Seno coronale. pag. 69, tu. IX, 6”. 1, n. 1.
n. 25 e 26. -_ alenoidale, pag. 69, tav. IX, tig. 1, n. 2. ,
Popliteo (muscolo), pag. 176, tav. XXIII, fig. 2, n. 45. -_ venoso del cuore, pag. 105, I:1\'. XIII, tìg, 2, n. 6.
Poplitea (arteria), pag. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 20, 21,e fig. Sfenoide (grande ala dello), pag. 183,121. XXIV, fig. 1 n. 21.
2, n. 58. Sfeno palatino (gapglio),pag. 69, tav. IX, fig. 1, n. 31.
Porta
tav. (vena), a .3o,tav.
XIV, fig.p2,gn. 15. IV, Ii g . 3, n, 7 .- Ibid., P a 5 . 111, Sigmmdea (fossa), pag. 183, lav. XXIV, fig. 1 , n. 29, e tig.
2, n. 10.
Prominenaa (promontorio) nasale, pag. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 6. Sigmoidec (valrole), pag. 96, tav. XII, fig. 1. n- 51
Pronatore (muscolo rotondo), pag. 54, lav. VII, fig. 1, n. 3. Silvio ( seisaura del), pag. 8, lav. I, 6;. 2, n. 12. .
Protuberanza anellare, (non cerebrale), pag. 1 19, lav. XV, 63. I. " Simpatico (nervo grande ) , pag. 47, tar. \‘l, fig. 1, n. 29e 3g.
11 e 12. lbid., pag. 63, lav. VIII, fig. 2. n. 1. _
Paoas ( muscoli grandi ) , pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 3-3. - Ibid. , Soleo (musrolo), png. 165,t21. XXI, Iig. 1, n. 1o.-Ibtd., pag.
pag. 126, tav. XVI, fig. 1, 11. 4. 176, lav. XXIII, fig. 1, n. 9 e fig. 2, n. 46.
(muscolo piccolo), pag. 39, tu. V, fig. 2. n.4. Solfato di morfina, pag. 164.
Plgrigt;idd(muacoli) esterno ed interno, pag. 185, lav. XXIV, Sopra-renali destre ( arterie ) , pag. 39, tav. V, fig. 2, n. 16
g. , n. 1, 2. ' sinistre (arterie), pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 14.
Pterigoideo-palatino( canale ) , pag. 69, lav. IX, fig. 1, n. 4. '_ medie (arterie), pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 19.
Pterìgo-palatinu (arteria), pag. 140, lav. XVIII, fig. 1, n. 24. __ (ghiandole) , pag. 39, lav. V, fig. 2, n. 7. _
Pudenda interna (arteria), pag. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 41. -Ibid.. Sotto-claveari (arterie), pag. 47, lav. VI, fig. 1, n. 7. - Ibid.,
pag. 141, lav. XVIII, fig. 2, n. 26. pag. 62. Iav. VIII, fig. 1, n. 5. - Ibid. , pag. 79, tàv. X, lig. I,
Qua rati dei lombi (muscoli ) , pag. 39, tav. V, 6;. I, n. 5-5. n. 22e 31. -- Ibid., g. 96, lav. XII, fig. 1_, n.11 e'15. -
Quadrigemine (prominenze), pag. 30. lav. IV, fig. 2, b. Ibid., pag. 111, lav. X V, fig. 1, n. 17. - Ibid., pag. 133, tav.
Rabarbaro, pag. 98, tav. XII, fig. 4 a 8. XVII, fig. 1, n. 30. - Ibid., ag. 157, l111'. XX, fig. 1, n. 15.
Iladiule esterno (muscolo l, pag. 54, lav. VII, 65- 2. l'l- 4 C 5- ' (vene), pag. 62, tav. V] I, fig. 1, n. 33 e 35. '
Ibitl., pag. 86, lav. XI, fig. 1, n. 6 e 7, e fig. 2, n. 3. Sottorbilale (arteria). Ved. Orhitale, pag. 140.
_-( arteria), pa . 5 , lav. VII, fig. 1, n. 13, e fig. 2, n. 19. - Speculum, p. 84, lav. X, fig. 6. v .
Ibid., pag. 88, tav. Xl, g. 1, n. 25, e fig, 2, n. 20. -Spermatico (nervo), esterno,óp. 63, lav. \ III, fig. 2, n. 22.
Radio, pag. 86, tav. Xl, fi . 1, n. 5, e pag. 87, fig. 3, n. 3. - Spermatica destra (vena), . 2, tav. VIII, fig. 1, n. 42. _
Ibid., pag. 171. tar. XXII, fig. 1, n. 23. Spermatiche (arterie), p. , tav. V, 6;. 2, n. 21 e 22. - lb1d., p.
Rammollimento delle oaaa, pag. , tav. I. fig. 3 e 4. 96, lav. XII, fig. 2, n. 2o.-lbid., p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 32.
Hanno eatartico, pag. 139, lav. VII, fig. 14 a 17. Sperma. Ved. Animaletti spermatici, p. 88 e 89.
Regione lombare, pag. 171, lav. XXII, fig. 1, n. 16, Spina nasale, p. 183, tav. XXIV, tig. 1, n. 9.
....-l

196 TAV. DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO VOL.


Spinale (nervo), p.14, tav. Il, fig. 2, m. ‘ Tr;averaale spinoso (non del caflo) (muscolo), p. 111, tav. XIV,
Spinali anteriori (arterie), p. 119, tav, XV, fig. 1, n. 27. g. 1,11. 11.
- (nervi), p. 8, tav. I, fig. 2, t. _- dell'addome (muscolo), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. a.
SpImiuéartefia), p. 1 1 1, tav. XIV, fig. 2, n. 33. Tricipite(muacolo), p. 87, tav. XI, fig. 1, n. 4, 1: fig. 2, n. 4.
Stafilora a, p. 137, tav. XVIII, fig. 9 a 13. crurale (muscoIo), p. 165, tav. XXI, fig. 1, n. 1 e 2.
Stegno, p. 157, tav. XX, fig. 1, n. 1.1. - lbid., p. 171, tav. XXII, Trioocefalu, p. 49, tav. VI, fig. 2 a 5.
. 1, n. 12. Trigeruino (nervo) o del quinto paio, p. 22, tav. III, fig. 1.
SterIm-mastoideo (ma molo), p. 14, tav. II, fig. 2, n. Tràgemini (nervi), p. -8,.tar. 1, fig. 2, I. - lbid., p. 119, Iav. XV,
Sterno-tiruideo (muscolo), p. 14, tav. II, fig. 2,f. g. 1, n. 19.
Stilo-mastoidea (arteria), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 12. Tromba (tuba) d‘Eustachio (orîficio della), p.69, tav. IX, fig. 1, D- 7
Stomaco, .p. 7o,-tav. X, fig. 2, n. 7. - lbid., p. 105, hv. XIII, fig. del Falloppio, p. 126, tav. XVI, fig. .1. n. 19.
1. IL 3, 4, 5. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 1, 3, I Tronco brachio cefalico, p. 11 1, tav. XIV, fig. 1, n. 15.
Supinatore (muscolo lungo), p. 54, tav. VII, fig. 1, n. 4. - Ibl(I., Tubercolo cinerea. p. 7, tav. I, fig. 2,u. 3.
_p. 86, tav. XI, fig. 1, n. 5, e fig. 2, n. 2. Tubercoli o prominente quadri emine, p. 30, tav. IV, fig. 2, b.
Sutura pietroaa, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 19. Uditorj (nervi), pag. 8, tav.j I, g. a, o. - lbid., pag. 119, tav. XV,
-- lamboidea, p. .183, tav. XXIV, fig. 1, n. 4. fig. 1, n. 22-22.
Tamarindo, p. 131, tav. XVI, fig. 4 a 8. Ugola, p. 78, tav. X, fig. 2, n. 2.
Tarsiana (arteria), p. 165, tav. XXI, fig. 1 e 2, n. 32 e 14. Uncinato (osso), p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 32.
Temporale (muscolo), p. 185, tav. XXIV, fig. 3, n. 1 a 3. Unguis (osso), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 24.
-- (0110), p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 5. . Ureteri, p. 38, tav. V, fig. 2, 11. 9-9.
(arteria), p. 133, tav. XVII, fig. 1, n. 20.- lbid., p. 140, Uterina (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 38. -
1av. XVIII, fig. 1, n. 16, 21, 22. - lbid., p. 149 e 150, tav. XIX, Utero (legamenti rotondi dell’) , p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 18-18.
fig. 1, n. 19 e 47. rovesciato, .p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 1;.
_ auperficiqle (nervo), p. 24, tav. III, fig. 1, n. 25. Vacciua, p. 74. tav. IX, fig. 4.
Tendine d Achelle, p. 181, tav. XXIII, fig. 1, n. 10, e fig. 2, n. 43. Vagina, p. 126, tav. XVI, 1, n. 16.
'Te'nia, p. 10 a 12, tav. I, fig. 5, e 7. Vaginale (apofisi) del temporale, p. 183, tav. XXIV, fig. 1, 11. 32.
'I'enue (intestino), p. 96, tav. XII, fig. 2, n. 3. - lbid., p. 119, tav. - (arteria), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 39.
XV, fig. 2, n. 4. Vaghi (negri), p. 8, tav. I, fig. 2, g. -- lbid., p. 119, tav. XV, fig.
Testa, p. 183, tav. XXIV, fig. 1.. 1, n. 2 .
-- (arterie della), p. 13 . Vajuolo, p. 72, tav. IX, fig. 3.
Tibia, p. 172, tav. XXII, fig. 1, n. 41. _ Valvola ileo-cecale, p. 79, tav. X, fig. 21, n. 23.
‘Tibiale anteriore (arteria), p. 165, tav. XXI, fig. 2, n. 6 a B. -Ib1d., Valvole sigmoidee, 36, tav. XII, fig. 1, n. 5.
p. 176, tav. XXIII, fig, 2,11. 68. ' Varici, p. 36, tav. I 8.
-- posteriore (arteria), p. 176, tav. XXIII, fig. 1, n. 28 e 29, Vasi brevi, p. 111, tav. IV, fig. 2, n. 37.
e fig. 2, n. 71 ega. Vasto (non retto) esterno (muscolo), p. 176, In. XXIII, fig. 1, n. 1.
Timpauo (arteria el), p. 1402 tav. XVIII, fig. 1, n. 19. Velo palatino. p. 79, tav. X, fig. 2, n. 1. ‘
Tiroidea (cartilagine, non glandula), p. 134, fig. 4, n. 1 a 7. Vena cava superiore, p. 62, tav. VIII, fig. 1, 11. 38 a 41.
- (glandula), p. 77, tav. X, fig. 1, n. 1. - lbid.,p. 133, tav. porta, [1. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 15.
XVII, fig. 2, n. 3, e pag. 134, fig. 3, n. 14. Ventrieolo destro del cuore, p. 30, tav. IV, fig. 3, n. 15. -- lbid.,
Tirojoidea (membrana), p. 133, tav. XVII, fig. 2, 11. 2. p. 62, tav. VIII, fig. 1, n. 8. - lbid., p. 79, tav. X, fig. 1, n. 12.
'Tiroidee (arterie), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 18 - lbid, p. 79, tav. sinistro del cuore, p. 30,tar. IV, fig. 3, n. 21.- lbid., p. 62,
X, fig. 1. n. 24 e 25. -Ibid., p. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 19 e -tav VIII, fig. 1, n. g.
20. - lbid., p. 133, tav. XVII, 1, n. 4. . -_ medio del cervello, p. 8, tav. I, fig. e, n.6.
‘Tisi polmonare tubercolosa, p. 58, tav. VII, tig. 3. Vertebrale (arteria), p. 69, tav. IX, fig. 1, n. 11. - lbid., p. 79, tav.
'l‘ouullare (arteria), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 8. X, fig. 1, n. 23. -- lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 1, n. 22 a 27. -
Toracica (arteria), p. 37. tav. V, fig. 1, n. 26 e 28. - Ibid., p. 133, lbid., 119,1av. XV, fig. 1, n. 26. - lbid., p. 157, tav. XX, fig.
tav. XVII, fig. 1. n. 33. 1, n. .1 .
-- interna (arteria), p. 37, tav. V, fig. 1, n. 17. Vertebre, p. 157, tav. XX, fig. 1, n. 1 a 6.
Torace (arterie del), pa . 123, tav. XVII, fig. 1. Veacica urinaria, p. 38, tav. V, fig. 2, n. 10.
(ristrin imento el), pag. 120. Veacicale inferiore (arteria), p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 25-25.
'Torpediue, p. 1 4, tav. XVII, fig. 8. -- superiore (arteria), p. 141, tav. XVIII, fig. 2, n. 23.
Trachea, p.47, tav. VI, fig. 1,n. 14. - lbid., p. 77, tav. X, fig. 1, Vescicali (arterie), p. 126, tav. XVI, fig. 1, n. 37.
n. 2, - lbid., p. 96, tav. XII, fig. 1, n. 1, - lbid., p. 134, tav. Vescichetta biliare,.p. 3o, tav. IV, fig. 3, n. 31. - lbid., p. 79, tav.
XVII, fig. 3, n. 13. X, fig. 2, n. 14. - lbid., p. 111, tav. XIV, fig. 2, n. 12 e 13.
Trapano (operazione del), p. 128, tav. XVI, fig. 3. -- seminale, p. 141, tav. XVIII, fig. 2. Il. 10.
Trapanazione, p 128. Vidiano (nervo), p. 69, tav. IX, fig. 1, n. 34.
Trapezio (muaoolo), p. 171, tav. XXII, 1, n. 29. Vipera Comune, p. 152, tav. XIX, fig. 3.
Trapezoide (osso), p. 171, tav. XXII, fig. 1, n. 30. Volta palatina, p. 69, tav. IX, fig. 1, n. 3.
Trasversa (arteria), p. 37,tav. V, fig. 1, n. 20 e 24. - lbid., p. Willis (nervi acceawrii del), p. 9, tav. I, fig. 2, t.
149, tav. XIX, fig. 1, n. 15 e 16. Zigomatica (arcata), p. 183, tav. XXIV, fig. 1, n. 28.

FINE DEL TOMO PRIMO

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