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FIBRE TESSILI

Le fibre tessili sono prodotti di origine naturale o artificiale dai quali è


possibile ricavare un filato.

Il filato è un insieme di fibre tessili unite e ritorte in modo da formare un filo


continuo, che può essere usato per confezionare i tessuti.

A seconda della loro origine, le fibre tessili sono classificate in:

 fibre naturali: si ottengono dai vegetale (cotone, lino, canapa) e dagli


animali (seta e lana);
 fibre artificiali: si ricavano dalla lavorazione chimica e meccanica
della cellulosa del legno; 
 fibre sintetiche: sono prodotte dall’uomo utilizzando composti
chimici derivati dal petrolio (come la plastica). 

LE FIBRE NATURALI

Fibre di origine vegetale:

COTONE:
Il cotone è la fibra tessile più importante. Il frutto del cotone è una capsula
che contiene semi ricoperti da una peluria cellulosica (bambagia), da cui si
ricava la fibra tessile. La raccolta del cotone si compie a mano o a macchina,
quando le capsule si aprono spontaneamente a maturità.

I tessuti di cotone sono largamente utilizzati nel campo


dell’abbigliamento e dell’arredamento. Sono resistenti e hanno una
buona capacità di assorbire acqua. 

LINO:
Il lino è la fibra derivata dal fusto di una pianta erbacea, alta circa un metro,
con fiori bianchi o azzurri. Oltre alla cellulosa, contiene anche lignina, grassi e
cere.

I filati di lino vengono impiegati per  biancheria da letto,


tovaglie, abbigliamento e arredamento, per tele pregiate. È più resistente
ma meno elastico del cotone e conduce benissimo il calore.
CANAPA:

La canapa è la fibra derivata dal fusto di una pianta erbacea alta 3-4 metri.
Utilizzata per la produzione di tele e tessuti per abbigliamento e
arredamento, con le qualità più resistenti si fabbricavano un
tempo corde e reti.

Fibre di origine animale:

SETA:
La seta è un filamento tessile che si ricava dai bozzoli del baco da seta.
Prima di essere avviata alla tessitura viene sottoposta a una serie di
operazioni che rendono il filo più resistente ed elastico, più morbido e
lucente. È molto resistente e ha un buon potere termico isolante.

https://www.youtube.com/watch?v=qd0k9CsD9Sk

LANA:

La lana si ricava dal vello di pecore, capre, cammelli e lama. Si ottiene


tosando a mano o a macchina gli animali vivi; successivamente viene lavata e
dai residui delle acque di lavaggio si ricava la lanolina, un grasso impiegato
nell’industria dei saponi.

Fra le qualità della lana sono importanti la finezza, l’arricciatura, il colore,


l’elasticità e la capacità di assorbire facilmente l’umidità. È un ottimo
isolante termico.
La Woolmark Company (titolare della certificazione Woolmark, acquisita
dall'Australian Wool Innovation Limited - AWI) promuove la lana tramite il
controllo qualità del prodotto, applicando un sistema di certificazione
universale con specifiche ristrettive e standard qualitativi definiti. 
Il significato del termine Pura Lana Vergine è fondamentalmente
distinguibile fra le due parti:
 Pura Lana: che sta a significare la presenza di sola lana
all'interno del capo con una tolleranza massima del 7,3%
 Vergine: ovvero che la lana usata si tratta di lana di tosa e
non rigenerata o recuperata da lavorazioni industriali

La certificazione pura lana vergine, conosciuta a livello internazionale


come certificazione Woolmark, è un marchio di qualità
ufficiale adottato nel 1964 dalla International wool secretariat, un ente
senza scopo di lucro che raccoglie produttori di lana di oltre 30 paesi.
Per pura lana si intende la presenza di lana all’interno del capo, con una
tolleranza massima del 7,3%; per vergine invece si fa riferimento al fatto che
viene utilizzata lana di tosa, quindi assolutamente naturale, non rigenerata
e non recuperata da altre lavorazioni industriali. La certificazione Woolmark
dà quindi la garanzia di pura lana vergine biologica. La scelta della lana
viene effettuata tramite un processo di selezione estremamente rigido
secondo standard qualitativi ben definiti. In pratica la lana nuova di
tosa proviene esclusivamente dalla tosatura del vello, senza altri processi
chimici, lavorazioni industriali o l’utilizzo di prodotti non naturali.

La pura lana vergine è un prodotto di pregio poiché innanzitutto viene


sottoposta ad un lungo processo di selezione molto rigido. Il capo ottenuto è
realizzato con una tolleranza a livello di impurità di altre fibre solo dello 0.3%,
utilizzate solo a scopo decorativo e non superiori al 7%. I tessuti realizzati in
pura lana vergine rispondono ad alti standard qualitativi che ne
impreziosiscono il capo, come ad esempio la solidità dei colori ed il carico di
rottura.
Per i tappeti realizzati in pura lana vergine (per esempio) viene invece
garantita densità del pelo, associata al trattamento antitarme. Inoltre
i trattamenti di irrestringibilità, pur non essendo obbligatori, possono
essere utilizzati in alcune lavorazioni per impreziosire il tessuto. Alla luce di
quanto detto appare ovvio che la pura lana vergine sia considerata un
prodotto assolutamente pregiato, ed in quanto tale ha dei costi diversi rispetto
ad altri materiali non naturali.

Storia
Il marchio di certificazione è presente dal 1964, quando venne creato
dal Segretariato Internazionale della Lana (IWS), viene concesso
gratuitamente fino al 1994, quando, a causa di un crollo vertiginoso del prezzo
della lana, la IWS inizia a volere un contributo per la licenza d'uso al fine di
reperire nuovi fondi per sostenere l'immagine della lana stessa. Il contributo
varia da 2000 a 5000 dollari, a seconda della produzione da parte
dell'azienda.
Standard qualitativi
Il marchio sta a significare l'utilizzo di lana nuova di tosa, proveniente
direttamente dalla tosatura del vello, cioè non riusata o rigenerata, garantisce
quindi che il prodotto è realizzato al 100% da lana vergine con tolleranza di
0,3% per impurità involontarie e di 7% per altre fibre a scopo estetico;
garantisce anche altri aspetti qualitativi per i tessuti ovvero solidità dei colori
e carico di rottura.
Il controllo avviene attraverso la prelevazione di campioni presso i produttori,
i quali devono anche registrare ogni singolo nuovo campione presso l'archivio
IWS
LE FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE

Le fibre artificiali e sintetiche rappresentano il 60% delle fibre tessili utilizzate


a livello mondiale.

- Le fibre artificiali si ottengono da materie prime naturali, come la


cellulosa del legno e i linters di cotone (cascami di cotone utilizzati per
fare imbottiture o per ricavarne cellulosa), e sono del tutto assimilabili
alle fibre naturali.

- Le fibre sintetiche, invece, traggono origine da polimeri diversi


ottenuti tramite sintesi chimiche.
Il vantaggio principale di queste fibre consiste nella possibilità di
“programmarle su misura” in funzione delle specifiche applicazioni cui
sono destinate. Si potranno così ottenere, a seconda della necessità,
fibre brillanti o opache, elastiche o rigide, delicate o ultraresistenti,
colorate o trasparenti, ecc. 
LA FILATURA
La filatura consiste in una serie di trattamenti meccanici che trasformano le
fibre tessili in filati, cioè in fili continui e uniformi.

Vengono sottoposte alla filatura le fibre che sono troppo corte per essere
tessute direttamente, come il cotone, la lana, la canapa, il lino, mentre la seta,
le fibre artificiali e quelle sintetiche sono già sotto forma di filo continuo.

Le modalità di filatura variano in base alle caratteristiche delle fibre da


lavorare e dei filati da ottenere, ma le operazioni fondamentali sono comuni a
tutti i filati:

 sfioccamento e pulitura: le fibre vengono pulite ottenendo un nastro


omogeneo detto ovatta; 
 cardatura: le fibre si separano bene l’una dall’altra e formano uno
strato sottile;
 pettinatura: le fibre al di sotto di una data lunghezza vengono rimosse
mentre le altre sono disposte in modo parallelo per formare un nastro;
 accoppiamento e stiratura: si uniscono i diversi nastri in modo da
ottenere un solo nastro di spessore uniforme e molto sottile che alimenta
il filatoio;
 torsione definitiva o filatura propriamente detta: le fibre del filato
vengono avvolte su se stesse per renderle più resistenti ed elastiche.
 

LA TESSITURA
Il tessuto è il prodotto ottenuto mediante la tessitura, ossia l’intreccio di
una serie di fili disposti nel senso della lunghezza del tessuto (ordito), con
una seconda serie di fili (trama) perpendicolari ai primi.

Il sistema con cui i fili di ordito e di trama si intrecciano a costituire il tessuto


è detto armatura.

L’operazione di tessitura si esegue con i telai.

Prima di essere posti in vendita, i tessuti vengono sottoposti a una serie di


operazioni di tipo meccanico o chimico dette di finissaggio, che hanno lo
scopo di migliorarne l’aspetto e aumentarne la resistenza.
LE FIBRE NOBILI
Alpaca
Viene ricavata da un animale molto simile al lama, allevato in gregge e tosato
ogni due anni. La fibra è divisa in base a sette colori fondamentali: bianco,
grigio, marrone chiaro, marrone scuro, nero, pezzato e rossiccio.
Gli alpaca vengono allevati per produrre fibra pregiata e molto delicata,
estremamente fine e più durevole del cachemire.È denominata fibra di alpaca
e viene trasformata in filato per lavori o indumenti a maglia e in tessuti per
l'arredamento

La fibra degli alpaca è apprezzata per le sue proprietà termiche, la sua


leggerezza e tocco setoso.Non a caso, i tessuti realizzati con questa preziosa
fibra naturale erano un tempo riservati per vestire gli imperatori INCA.

Il vello degli alpaca ha un'apparenza ondulata e crespa che favorisce il suo uso
nella filatura e tessitura.

Oggi, la fibra d'alpaca è utilizzata per creare tessuti tra i più pregiati al mondo
ed è ricercata dalle case di moda così come da filatori e tessitori artigianali.

Confrontata con la lana di pecora, la fibra d'alpaca è tre volte più resistente,
sette volte più calda e molto più morbida.

Baby alpaca è ottenuta dal pelo dei cuccioli di alpaca ed è particolarmente


pregiata per finezza e setosità.
Angora
E’ il coniglio d’angora l’animale da cui si ricava l’omonimo pelo,
particolarmente soffice al tatto e molto caldo. La tosatura di questo animale
viene eseguita ogni tre mesi, semplicemente pettinandolo. Ogni coniglio
d’angora produce in media 300 grammi di fibra e la sua produttività dura una
decina di anni.
Cachemire
E’ l’oro dei tessuti di lana. La cachemire è una capretta vellutata che vive al
alte quote e che, nonostante numerosi tentativi, non si è mai adattata ai climi
europei e quindi si trova solo in Estremo oriente. Nelle zone in cui vive la
temperatura tocca durante l’inverno anche 30 gradi sotto zero: più i pascoli
sono tormentati dal vento gelido, più caldo e soffice sarà il suo vello. Ogni
capra fornisce in media 200 grammi di fibra, di cui 110 vengono usati per la
manifattura. Quindi non c’è da stupirsi se un maglione in cachemire costa
come l’oro: per farlo occorrono sette caprette e ben 5 chilometri e mezzo di
filo, pari a circa di 300 grammi di filo.
Mohair
Si ottiene da una capra Angora goat che popola alcune regioni turche.
Da poco viene allevata anche negli Stati Uniti e in Sudafrica. E’ meno
arricciata rispetto alla lana, è liscia al tatto, lucida e con un colore bianco
trasparente. Le sue caratteristiche sono, tutto sommato, molto simili a quelle
della lana di pecora, specialmente per il calore, la resistenza e l’elasticità.
Vicuna
E’ la fibra naturale più fine esistente. Prende il nome da un piccolo camelide
che vive allo stato brado in Perù e che da sempre per ottenere il suo mantello
veniva ucciso. Il pericolo della sua estinzione ha spinto il governo peruviano a
vietarne rigorosamente la caccia. La vigogna produce due diversi strati di
pelo: un sottopelo, utilizzato per l’abbigliamento e un vello ordinario lungo e
setoloso.

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