Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Esercizio 1.
(1) Per ogni h ∈ R, poniamo:
1 − 3h h −1 −2 + 3h
Ah = 1 0 −1 Bh = −2 .
3h −h 0 −3h
Sh è l’insieme delle soluzioni del sistema lineare non omogeneo Ah X = Bh .
Sh è un sottospazio affine di R3 se e solo se non è vuoto. Applicando il
metodo di riduzione di Gauss alla matrice completa (Ah |Bh ) otteniamo per
ogni h 6= 0 la matrice a gradini:
1 0 −1 −2 1 0 −1 −2
(Ah |Bh ) =⇒ =⇒ .
3 −1 0 −3 0 −1 3 3
Possiamo concludere che per ogni h 6= 0, Sh(è il sottospazio affine che coincide
x − z = −2
con la retta affine di equazioni cartesiane
−y + 3z = 3
(
x−z =0
La giacitura di Sh è il sottospazio Uh di equazioni cartesiane ,
−y + 3z = 0
1
dim Uh = 1 e Uh è generato dal vettore u = 3.
1
Per h = 0, con il metodo di riduzione di Gauss otteniamo:
(A0 |B0 ) =⇒ 1 0 −1 | − 2 ,
concludiamo che S0 è il piano affine di equazione cartesiana x − z = −2.
La giacitura di S0 è il sottospazioU0di equazione x − z = 0, dim U0 = 2
1 0
e U0 è generato dai vettori v1 = 0 e v2 = 1. Essendo linearmente
1 0
indipendenti, i vettori v1 , v2 costituiscono una base di U0 .
(2) Sia Uh⊥ ⊂ R3 il sottospazio ortogonale a Uh . Se h 6= 0, poiché dim Uh = 1
si ha dim Uh⊥ = 3 − 1 = 2, Uh⊥ = (u)⊥ è il piano di equazione x + 3y + z = 0.
Un sottospazio affine di giacitura Uh⊥ è un piano affine di equazione
cartesiana
2
x + 3y + z = d. Imponendo il passaggio per il punto Q = 3 otteniamo:
0
2+9+0 = d, da cui d = 11. Th è il piano affine di equazione x+3y +z = 11.
Se h = 0, poichédim U0 = 2 si ha dim U0⊥ = 3 − 2 = 1 e U0⊥ è generato
1
dal vettore v = 0 . T0 è la retta affine per Q di giacitura U0⊥ . Una
−1
rappresentazione parametrica ed equazioni cartesiane per T0 sono le seguenti:
x = 2 + t
(
x+z =2
y=3 .
y−3=0
z = 0 − t, t ∈ R
Esercizio 2
(1) Consideriamo l’applicazione lineare L : R3 → R3 data da:
1 0 1
L(X) = AX, A = 1 1 2 .
0 1 1
2
(2) Dal punto (1) abbiamo che Ker(L) 6= {0R3 }, pertanto L non è iniettiva
e neppure un isomorfismo.
Consideriamo il sottospazio somma Ker(L) + Im(L). Per avere un sistema
di generatori per questo sottospazio, basta fare l’unione dei generatori dei
sottospazi Ker(L) e Im(L):
1 1 0
Ker(L) + Im(L) = span 1 , 1 , 1 .
−1 0 1
1 1 0
Osserviamo che il determinante della matrice 1 1 1 è non nullo, pos-
−1 0 1
siamo concludere che i vettori dati sono linearmente indipendenti e quindi
sono una base dello spazio somma. Si ha dim(Ker(L) + Im(L)) = 3 e per-
tanto Ker(L) + Im(L) = R3 . Dalla formula di Grassmann otteniamo che
dim(Ker(L) ∩ Im(L)) = 0, cioé Ker(L) ∩ Im(L) = {0R3 }. La somma dei
sottospazi è diretta.
(3) Consideriamo la base di Ker(L) che abbiamo trovato nel punto (1):
BKer(L) = {v}. Vogliamo completarla ad una base di R3 . Una possibile
scelta potrebbe essere quella di considerare la base di Ker(L) ⊕ Im(L) = R3
ottenuta nel punto (2):
1 1 0
B = {v1 , v2 , v3 }, v1 = 1 , v2 = 1 , v3 = 1 .
−1 0 1
Esercizio 3.
(1) Consideriamo la matrice in funzione del parametro reale h:
h 0 0
Ah = 0 2 h .
0 2 h
3
Gli autovalori di Ah sono: t = 0, t = h e t = 2 + h. Osserviamo che se
h 6= 0 e h 6= −2, la matrice Ah ha 3 autovalori distinti, pertanto risulta
diagonalizzabile.
0 0 0
Poniamo ora h = 0, abbiamo A0 = 0 2 0. Gli autovalori di A0 sono:
0 2 0
t = 0 con molteplicitá algebrica 2 e t = 2 con molteplicitá algebrica 1.
L’autospazio V0 = KerA0 ha dimensione 2 poiché la matrice A0 ha rango 1.
L’autospazio V2 ha dimensione 1 perché 2 è un autovalore semplice. Pertanto
si ha dim V0 + dim V2 = 3 e la matrice A0 risulta diagonalizzabile.
−2 0 0
Poniamo ora h = −2, abbiamo A−2 = 0 2 −2 . Gli autovalori di A−2
0 2 −2
sono: t = 0 con molteplicitá algebrica 2 e t = −2 con molteplicitá algebrica
1. L’autospazio V0 = KerA0 ha dimensione 1 poiché la matrice A−2 ha
rango 2. Pertanto si ha dim V0 + dim V−2 = 2 < 3 e la matrice A0 non è
diagonalizzabile.
(2) Consideriamo
il prodotto
scalare ϕ : R3 × R3 → R, ϕ(X, Y ) = t XA2 Y ,
2 0 0
dove A2 = 0 2 2. Osserviamo che la matrice A2 ha rango 2, pertanto
0 2 2
il prodotto scalare è degenere. Dal punto (1), gli autovalori di A2 sono 0, 2
e 4, pertanto ϕ ha segnatura (2, 0).
Per trovare una base di R3 ortogonale rispetto al prodotto scalare ϕ, possiamo
considerare una base costituita da autovettori di A2( .
x=0
L’autospazio V0 coincide con KerA2 , ha equazioni , il vettore
y+z =0
0
u1 = 1 costituisce una base di V0 .
−1
L’autospazio V2 ha dimensione
1, poiché 2 è autovalore semplice, e V2 =
1
span(u2 ), dove u2 = 0 . L’autospazio V4 = Ker(A2 − 4I3 ) ha equazioni
0
( 0
x=0
, il vettore u3 = 1 costituisce una base di V4 . I vettori
y−z =0 1
{u1 , u2 , u3 } sono una base ortogonale di (R3 , <, >) (dove <, > indica il pro-
dotto scalare standard di R3 ) costituita da autovettori di A2 . Di conseguenza
sono una base di R3 ortogonale rispetto a ϕ. Abbiamo:
ϕ(u1 , u1 ) = t u1 A2 u1 = 0,
ϕ(u2 , u2 ) = t u2 A2 u2 = 2 t u2 u2 = 2,
ϕ(u3 , u3 ) = t u3 A2 u3 = 4 t u3 u3 = 8.
4
Poniamo: v1 = u1 , v2 = √1 u2 , v3 = √1 u3 . Otteniamo una base di R3
2 8
ortonormale rispetto a ϕ.
Quesito teorico.
1. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione finita o infinita sul campo
K e sia f : V → V un endomorfismo di V . Si dice autovettore per
f relativo all’autovalore λ ∈ K, un vettore v ∈ V, v 6= 0, tale che
f (v) = λv.
2. È sufficiente considerare l’applicazione LA definita da LA (X) = AX,
con A un’opportuna
matrice diagonale; per esempio se si considera
1 0 0
A = 0 1 0 , gli autovalori sono evidentemente 1 con molteplicità
0 0 3
algebrica 2 e 3 con molteplicità algebrica 1 e A è diagonale, quindi
diagonalizzabile.
3. Qui dobbiamo cercare un endomorfissmo di R3 con un autovalore che
abbia molteplicità algebrica 2 e moltreplicità geometrica 1. Sempre
pensando alle matrici, possiamo considerare l’endomorfismo LB (X) =
BX, con B opportuna: per esempio
1 1 0
B = 0 1 0
0 0 3
Gli autovalori sono 1 con molteplicità algebrica 2 e 3 con molteplicità
algebrica 1. L’autospazio relativo a 1 ha però dimensione 1.