Sei sulla pagina 1di 49

Diritto

Civile – Diritto Privato ed. 2021


Riassunti tratti dal Simone, Trimarchi, Bianca, A.Torrente
P.Schlesinger, UTET/PLURIS 2021


Aggiornamenti:

- Giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione 2021
- L. 36/2019: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia
di legittima difesa.
- Giurisprudenza: i criteri di attribuzione dell’assegno di divorzio
fissati dalle Sezioni Unite del 2018
- Giurisprudenza: Corte di Cassazione n. 25604 del 2018
sull’assegnazione della casa coniugale e delle obbligazioni
patrimoniali in regime di separazione/divorzio
- Giurisprudenza: Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 3873 del 2018
in tema di comproprietà
- Giurisprudenza: Corte di Cassazione a Sezione Unite n. 18725 del 2017
in tema di donazioni indirette
- Cenni sulla nuova disciplina dell’impresa sociale Dlgs 112 del 2017
- Art 42 bis c.c. trasformazione, fusione e scissione di associazioni e
fondazioni (D.Lgs. 117/2017)
- Le vaccinazioni obbligatorie ex L. 119/2017
- Legge sul biotestamento
- Legge n. 24 del 2017 (cd. legge Gelli)
- Giurisprudenza sulla stepchild adoption
- Legge Cirinnà (L. 76/2016)
- La “revocatoria semplificata” ex art 2929 bis cc



A cura di
Davide Tutino
Avvocato e Dottore di ricerca Università degli Studi di Catania

Graziella Sangrigoli
Avvocato e mediatore civile


1


Capitolo 1

La norma giuridica


1. La norma giuridica: concetto, caratteri. La sanzione
2. Le fonti delle norme giuridiche. Il codice civile
3. L’efficacia della norma giuridica
4. L’interpretazione della norma giuridica
5. Interpretazione della norma giuridica. L’analogia




Capitolo 2

Il rapporto giuridico e le situazioni soggettive


1. Il rapporto giuridico
2. Vicende del rapporto giuridico
3. Le situazioni soggettive attive
4. Le situazioni soggettive passive
5. Classificazione dei diritti
6. Esercizio ed abuso del diritto soggettivo




Capitolo 3

Persona fisica e capacità giuridica


1. L’uomo come soggetto di diritto
2. Il concetto di status
3. La capacità giuridica: acquisto, limiti, perdita
4. La commorienza
5. Incertezza sull’esistenza della persona

2



Capitolo 4

La capacità di agire e la protezione degli incapaci


1. La capacità di agire: nozione
2. Le vicende della capacità d’agire
3. Le figure di incapacità parziale di agire
4. Le figure di incapacità totale di agire.
5. Gli istituti di protezione degli incapaci
6. La capacità di autodeterminarsi: Il biotestamento
7. Le vaccinazioni obbligatorie ex L. 119/2017




Capitolo 5

I diritti della personalità


1. Nozione e caratteri
2. Principali tipi




Capitolo 6

La sede giuridica della persona


1. Nozione






3


Capitolo 7

Le persone giuridiche e gli enti di fatto


1. Nozione e scopo della <<persona giuridica>>
2. Tipi di persone giuridiche
3. Elementi costitutivi della persona giuridica
4. Segue: Il riconoscimento
5. La caratteristica principale delle persone giuridiche: l’autonomia patrimoniale perfetta
6. Capacità giuridica e capacità di agire delle persone giuridiche
7. Vicende delle persone giuridiche:
8. Le associazioni non riconosciute
9. I comitati
10. L’impresa sociale
11. Trasformazione, fusione e scissione delle associazioni e delle fondazioni





Capitolo 8

Il diritto di famiglia; I rapporti di famiglia in generale


1. Il concetto di <<famiglia>>
2. La famiglia di fatto




Capitolo 9

Il matrimonio


1. Premessa
2. La promessa di matrimonio
3. Condizioni per la celebrazione del matrimonio

4

4. La celebrazione del matrimonio
5. Le invalidità del matrimonio
6. Il matrimonio putativo (art. 128 cc)
7. Il matrimonio canonico con effetti civili
8. Il matrimonio <<acattolico>>
9. Il matrimonio come rapporto giuridico





Capitolo 10

Il regime patrimoniale della famiglia


1. La comunione legale
2. Scioglimento della comunione
3. I regimi patrimoniali convenzionali
4. L’impresa familiare




Capitolo 11

Scioglimento del matrimonio e separazione dei coniugi


1. Lo scioglimento del matrimonio
2. Le singole cause: la morte
3. Segue: il divorzio
4. La separazione personale dei coniugi
5. Convenzione di negoziazione assistita


Capitolo 11bis

Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e
disciplina delle convivenze (Legge Cirinnà 76/2016).

1. L’unione civile
2. Cause impeditive
3. La costituzione dell’unione civile
5

4. Scioglimento dell’unione civile
5. I conviventi di fatto
6. Il contratto di convivenza
7. Nullità del contratto di convivenza
8. Risoluzione del contratto di convivenza


Capitolo 12

La filiazione


1. L’unicità dello status di figlio
2. Diritti e doveri dei figli, responsabilità genitoriale e rapporti con gli ascendenti
3. Il riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio
4. Il riconoscimento dei figli <<incestuosi>>
5. Il disconoscimento della paternità
6. Altre azioni dello stato di figlio




Capitolo 13

L’adozione e l’affidamento


1. L’adozione dei minori
2. L’adozione in casi particolari
3. L’adozione internazionale
4. L’adozione di maggiorenni
5. L’affidamento temporaneo dei minori
6. La stepchild adoption











1


6


Capitolo 14

Gli alimenti


1. Generalità




Capitolo 15

Principi generali in materia di successioni


1. La successione e i principi in generale
2. Caratteri della successione <<mortis causa>>
3. Successione a titolo universale e a titolo particolare. Le differenze




Capitolo 16

La successione a titolo universale


1. Caratteristiche della successione a titolo universale
2. Apertura della successione, vocazione e delazione
3. La capacità e l’indegnità
4. Sostituzione, rappresentazione, accrescimento
5. Acquisto e rinuncia dell’eredità
6. La successione legittima
7. La successione testamentaria
8. Capacità ed incapacità di disporre per testamento
9. La revocazione del testamento
10. La pubblicazione del testamento
11. La successione dei legittimari




Capitolo 17
7


La successione a titolo particolare: il legato


1. Nozione:
2. L’acquisto del legato
3. La rinunzia al legato




Capitolo 18

Comunione e divisione dell’eredità


1. La comunione ereditaria
2. La divisione della comunione ereditaria
3. La divisione dei debiti e pesi ereditari
4. La collazione



Capitolo 19

Le donazioni


1. Nozione
2. Il contratto di donazione
3. Le donazioni indirette
4. Il negozio misto con donazione
5. La donazione rimuneratoria
6. La donazione obnuziale
7. La revoca della donazione



Capitolo 20

Fatti e Atti giuridici in generale


1. Definizione e classificazione dei fatti giuridici

8

2. Atti e negozi giuridici



Capitolo 21

La prescrizione e la decadenza dei fatti giuridici


1. Generalità
2. Il decorso del tempo sui rapporti giuridici
3. La prescrizione
4. La decadenza



Capitolo 22

La pubblicità e la trascrizione


1. La pubblicità dei fatti giuridici
2. La pubblicità delle varie categorie di beni
3. La trascrizione
4. Gli effetti della trascrizione
5. Natura e disciplina giuridica della trascrizione
6. Luogo della trascrizione
7. I registri immobiliari



Capitolo 23

I beni e i diritti reali


1. Concetto di <<bene>> e di <<cosa>>
2. Classificazione dei beni
3. Le universalità
4. Il patrimonio
5. I frutti
6. I beni appartenenti allo Stato o ad enti pubblici


9

Capitolo 24

I diritti reali


1. Caratteri dei diritti reali
2. Distinzioni dei diritti reali
3. Obbligazioni reali ed oneri reali



Capitolo 25

Il diritto di proprietà


1. Contenuto e caratteri del diritto di proprietà
2. Limiti legali al diritto di proprietà
3. Estensione del diritto di proprietà
4. Modi di acquisto della proprietà
5. Le azioni petitorie
6. Perdita della proprietà



Capitolo 26

La comunione, il condominio e la multiproprietà


1. Concetto e distinzioni
2. Fonti e disciplina giuridica della comunione
3. Il condominio negli edifici
4. Aspetti fondamentali della disciplina giuridica del condominio
5. La multiproprietà



Capitolo 27

Il diritto di superficie

10

1. La norma
2. La disciplina giuridica del diritto di superficie



Capitolo 28

L’enfiteusi


1. L’enfiteusi: concetto e disciplina
2. Affrancazione
3. Devoluzione



Capitolo 29

L’usufrutto, l’uso e l’abitazione


1. Nozione:
2. Oggetto dell’usufrutto e il <<quasi usufrutto>>
3. Durata e modi d’acquisto dell’usufrutto
4. Obblighi dell’usufruttuario
5. Obblighi del nudo proprietario
6. L’estinzione dell’usufrutto
7. L’uso e l’abitazione



Capitolo 30

Le servitù prediali


1. Requisiti fondamentali delle servitù
2. Caratteri generali
3. Tipi di servitù
4. Le servitù coattive
5. Costituzione delle servitù volontarie
6. Estensione ed esercizio delle servitù
7. L’estinzione delle servitù
8. Le azioni a tutela delle servitù

11



Capitolo 31

Il possesso


1. Concetto ed elementi
2. Oggetto del possesso
3. Detenzione e possesso
4. Mutamento della detenzione in possesso
5. Acquisto, perdita e successione nel possesso
6. Gli effetti giuridici del possesso
7. La tutela del possesso
8. Frutti, miglioramenti, spese, danni



Capitolo 32

L’usucapione


1. Nozione
2. Requisiti ed oggetto del possesso ad usucapione
3. Usucapione ordinaria e abbreviata



Capitolo 33

I diritti su beni immateriali



Capitolo 34

Il negozio giuridico: concetto, elementi e classificazione


1. Il negozio giuridico
2. L’autonomia negoziale
3. Elementi del negozio

12



Capitolo 35

Gli elementi essenziali del negozio: la volontà


1. Generalità
2. Casi di mancanza di volontà
3. Casi di divergenza tra volontà e dichiarazione
4. La simulazione
5. Effetti della simulazione
6. Segue: L’azione di simulazione e prova della simulazione
7. I vizi della volontà in generale
8. L’errore
9. Il dolo
10. La violenza



Capitolo 36

La forma del negozio


1. La forma come manifestazione della volontà
2. Forma libera e forma vincolata
3. Il documento informatico
4. Momento della formazione del negozio



Capitolo 37

La causa del negozio giuridico


1. Concetto:
2. Causa e motivi
3. La causa come criterio di distinzione tra differenti categorie negoziali
4. Mancanza di causa
5. La illiceità della causa
6. Rilevanza dei motivi
7. Il negozio in frode alla legge

13



Capitolo 38

La rappresentanza


1. Nozione e forme di rappresentanza
2. Negozi nei quali è esclusa la rappresentanza
3. Abuso, eccesso e difetto di potere
4. La ratifica



Capitolo 39

Gli elementi accidentali del negozio giuridico: Condizione,
termine e modo


1. Nozione
2. La condizione
3. Pendenza e mancanza della condizione
4. Il verificarsi della condizione
5. Illiceità ed impossibilità della condizione
6. Ambito di applicazione della condizione
7. Il termine
8. Gli effetti del termine
9. Negozi in cui non può essere apposto il termine
10. Il modo (modus) o onere



Capitolo 40

L’inefficacia del negozio giuridico: Nullità e annullabilità


1. Generalità
2. L’inesistenza del negozio
3. La nullità del negozio
4. L’annullabilità del negozio
5. Il principio di conservazione
6. Inefficacia in senso stretto
7. L’irregolarità
14




Capitolo 41

Il rapporto obbligatorio


1. Generalità
2. Gli elementi del rapporto obbligatorio
3. Il dovere di correttezza e la buona fede
4. Obbligazioni naturali



Capitolo 42

Obbligazioni con pluralità di soggetti


1. I soggetti dell’obbligazione
2. L’obbligazione parziaria
3. L’obbligazione solidale
4. Obbligazioni divisibili ed indivisibili
5. Le obbligazioni divisibili
6. Le obbligazioni indivisibili
7. Obbligazione cumulativa (o congiunta)
8. L’obbligazione alternativa
9. Obbligazione facoltativa
10. Obbligazioni positive o affermative
11. Le obbligazioni negative
12. Obbligazioni <<di mezzi>> e obbligazioni <<di risultato>>
13. Obbligazioni generiche e specifiche



Capitolo 43

Le modificazioni dei soggetti dell’obbligazione


1. Le modificazioni nel lato attivo: la successione nel credito in generale
2. La cessione del credito
3. Rapporti fra cedente e cessionario
4. La surrogazione del terzo nei diritti del creditore

15

5. Le modificazioni nel lato passivo del rapporto: la successione nel debito
6. La delegazione in generale
7. La delegazione passiva in particolare
8. L’espromissione
9. L’accollo
10. Le cessione del contratto (art. 1406)



Capitolo 44

L’adempimento


1. Modi di estinzione delle obbligazioni
2. Disciplina dell’adempimento
3. La prestazione in luogo dell’adempimento



Capitolo 45

I modi di estinzione diversi dall’adempimento


1. I modi di estinzione “satisfattori”: La compensazione
2. La confusione
3. Modi di estinzione non satisfattori: La novazione
4. La remissione del debito
5. L’impossibilità sopravvenuta della prestazione



Capitolo 46

L’inadempimento e la mora


1. L’inadempimento in generale
2. L’imputabilità
3. Impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore
4. Inadempimento imputabile ad debitore
5. La mora del debitore
6. La mora del creditore
7. Gli effetti dell’inadempimento imputabile al debitore: A) risarcimento in forma specifica

16

8. B) Il risarcimento del danno
9. La clausola penale
10. La caparra




Capitolo 47

La responsabilità patrimoniale e le garanzie dell’obbligazione


1. La responsabilità patrimoniale
2. Le garanzie dell’obbligazione: i privilegi
3. Tipi di privilegi
4. I diritti reali di garanzia: pegno e ipoteca
5. Il pegno
6. L’ipoteca
7. Ipoteca legale, giudiziale e volontaria
8. La pubblicità ipotecaria e i suoi effetti
9. Le garanzie semplici o personali: La fideiussione
10. La fideiussione
11. L’avallo
12. Il mandato di credito
13. Il diritto di ritenzione



Capitolo 48

Mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale ed esecuzione
sui beni del creditore


1. Generalità
2. L’azione surrogatoria
3. L’azione revocatoria
4. Il sequestro conservativo
5. L’esecuzione forzata
6. La cessione dei beni ai creditori
7. L’anticresi



Capitolo 49
17


Nozione e classificazione dei contratti


1. Definizione e funzione del contratto
2. Fonti ed elementi
3. La capacità di contrattare
4. L’oggetto e il contenuto del contratto
5. La causa
6. La classificazione dei contratti
7. Contenuto della libertà contrattuale



Capitolo 50

Formazione del contratto e contratto preliminare


1. Generalità
2. Nozione di culpa in contrahendo
3. Fasi delle trattative: la proposta ed ipotesi di sua irrevocabilità
4. L’offerta al pubblico (art. 1336)
5. L’accettazione
6. Conclusione del contratto
7. Il contratto preliminare
8. Trascrizione del preliminare ; Il preliminare di preliminare



Capitolo 51

Interpretazione ed integrazione del contratto


1. Nozione
2. Interpretazione soggettiva
3. Interpretazione di buona fede
4. Interpretazione oggettiva
5. Interpretazione del cd. <<contratto oscuro>>



Capitolo 52

18

Gli effetti del contratto


1. Effetti verso le parti: creazione del vincolo
2. Il recesso
3. Effetti del contratto nei confronti dei terzi
4. Il contratto a favore del terzo
5. Il contratto per persona da nominare



Capitolo 53

La rescissione e la risoluzione del contratto


1. Premessa
2. La rescissione
3. La risoluzione
4. Inadempimento
5. Impossibilità sopravvenuta della prestazione
6. Eccessiva onerosità



Capitolo 54

I singoli contratti



Capitolo 55

La compravendita ed il rent to buy
1. Nozione, natura giuridica e requisiti del contratto di compravendita
2. Il prezzo
3. Le obbligazioni del venditore
4. L’obbligazione di garantire il compratore dall’evizione e dai vizi
5. La vendita obbligatoria
6. La vendita con patto di riscatto
7. Vendita con trasporto. Vendita su documenti
8. Vendita con clausole sulla qualità del bene

19

9. Vendita a termine di titoli di credito. La vendita di eredità
10. La tutela del consumatore: vendite concluse fuori dalle sedi commerciali, clausole
vessatorie e vendite a distanza
11. Rent to buy



Capitolo 56

Gli altri contratti di scambio che realizzano un do ut des


1. La permuta
2. I contratti di borsa
3. Il riporto
4. Il contratto estimatorio
5. La somministrazione



Capitolo 57

I contratti di scambio che realizzano un do ut facias


1. La locazione
2. La locazione di immobili urbani
3. Altri contratti



Capitolo 58

I contratti di cooperazione nell’altrui attività giuridica


1. Il mandato
2. Gestioni patrimoniali
3. La commissione
4. Il contratto di spedizione
5. Il contratto di agenzia
6. Franchising
7. La mediazione

20



Capitolo 59

I principali contratti reali


1. Il deposito regolare
2. Il comodato
3. Il mutuo



Capitolo 60

I contratti bancari


1. Nozione
2. Il deposito bancario
3. I prestiti alla clientela
A. l’apertura di credito,
B. l’anticipazione bancaria
C. lo sconto.
4. Il conto corrente
5. Cassette di sicurezza



Capitolo 61

I contratti diretti a dirimere controversie


1. La transazione
2. La convenzione di negoziazione assistita



Capitolo 62

Le obbligazioni nascenti da atti unilaterali


21

1. Le promesse unilaterali in generale
2. Promessa di pagamento e ricognizione di debito



Capitolo 63

Le obbligazioni nascenti dalla legge


1. Le obbligazioni legali in generale
2. La gestione di affari altrui
3. Il pagamento dell’indebito
4. L’azione di ripetizione dell’indebito
5. L’ingiustificato arricchimento



Capitolo 64

Le obbligazioni nascenti da atto illecito


1. L’illecito civile in generale
2. Il fatto
3. L’imputabilità del fatto: la capacità di intendere e di volere
4. La colpa e il dolo
5. La responsabilità oggettiva
6. La responsabilità indiretta (o per fatto altrui)
7. Responsabilità contrattuale ed extracontrattuale
8. Il danno e il risarcimento
9. L’effetto della responsabilità civile: il risarcimento del danno
10. Casi di esclusione dell’antigiuridicità









22

Capitolo 1 | La norma giuridica



1. La norma giuridica: concetto, caratteri. La sanzione

Norma giuridica è il comando generale ed astratto rivolto a tutti i consociati con il quale si
impone ad essi una determinata condotta, sotto la minaccia di una determinata reazione (e cioè
una sanzione).

Le caratteristiche delle norme giuridiche sono:
1. Generalità: le norme sono rivolte alla comunità nella sua interezza;
2. Astrattezza: in quanto la norma disciplina una fattispecie generale ed astratta e non si
rivolge ad un singolo caso;
3. Obbligatorietà: l’osservanza della norma è garantita con la previsione di una
particolare reazione contro chi non la osserva (sanzione).

Dal punto di vista strutturale, la norma giuridica è composta da due elementi:
I. Precetto, cioè il comando contenuto nella norma o la regola comportamentale da
rispettare.
II. Sanzione, cioè la minaccia di una reazione da parte dell’ordinamento giuridico per
l’ipotesi di violazione del precetto.

La sanzione è dunque la reazione che l’ordinamento giuridico minaccia a chi viola le
norme.

Sanzioni sono, la pena, l’esecuzione, il risarcimento e la riparazione.


2. Le fonti delle norme giuridiche. Il codice civile

Le fonti sono quegli atti o fatti dai quali traggono origine le norme giuridiche.

Le fonti si distinguono in:

Fonti di produzione: sono quegli strumenti tecnici predisposti o riconosciuti dall'ordinamento
che servono a produrre le norme giuridiche e, dunque, tutto il sistema normativo di un
determinato ordinamento giuridico.;
Fonti di cognizione (o conoscenza): sono costituite da quegli strumenti attraverso i quali le
norme vengono concretamente identificate e rese conoscibili. (ad esempio Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana, Raccolte di atti etc. ).

Distinguiamo altresì le:
ü Fonti atto: costituite da manifestazioni di volontà normativa espresse da organi dello
Stato-soggetto, o di altri enti a ciò legittimati dalla Costituzione, che trovano, di norma, la
loro formazione in un testo normativo;
ü Fonti fatto: consistenti in un comportamento oggettivo cui il nostro ordinamento
riconosce, nella sussistenza di determinate condizioni, l’idoneità a porre in essere norme
rilevanti per l’ordinamento giuridico (ad esempio la consuetudine).

23


Al vertice della gerarchia delle fonti di produzione vi è la Costituzione (entrata in vigore il 1°
gennaio 1948), che è legge fondamentale dello Stato e rappresenta il principale punto di
riferimento di tutto il sistema normativo.

Le leggi costituzionali sono poste nella scala gerarchica sullo stesso piano della Costituzione,
in quanto vengono emanate dal Parlamento, mediante l’adozione di una procedura più
complessa di quella prevista per le leggi ordinarie.

Su un gradino inferiore troviamo le leggi ordinarie formali e sostanziali (fonti primarie).

Sono leggi formali quelle leggi approvate dal Parlamento, secondo la procedura ordinaria
espressamente prevista dalla Costituzione.
Sono invece leggi sostanziali (o materiali) tutti gli atti a contenuto normativo,
indipendentemente dagli organi che l hanno posti in essere e quale che sia il procedimento per
la loro formazione (anche gli atti aventi forza di legge del Governo rientrano in questa
categoria).

Per legge, dunque, si intende qualsiasi atto normativo posto in essere dagli organi
competenti nei modi e nelle forme previste dalla Costituzione.
1. Rientrano in tale ampio concetto: la Costituzione e le leggi costituzionali, le leggi ordinarie
in senso stretto, le leggi delegate e i decreti legge.

Sotto la legge e gli atti ad essa equiparati, quali fonti secondarie, vi sono i regolamenti
dell’Esecutivo, che sono atti formalmente amministrativi ma sostanzialmente normativi.

Infine troviamo gli usi o consuetudini, fonti (terziarie) non scritte caratterizzate dalla
necessaria compresenza di due elementi:
- Oggettivo, per cui il comportamento deve essere tenuto dalla generalità dei soggetti in
modo costante ed uniforme nel tempo (cd. diuturnitas);
- Soggettivo, per cui deve sussistere la convinzione della giuridica doverosità di quel
comportamento (cd. opinio iuris ac necessitatis).

Gli usi possono regolare solo materie non disciplinate dalla legge (cd. consuetudini praeter
legem) e quelle già regolamentate dalla legge nei limiti in cui siano da questa espressamente
richiamati (cd. consuetudine secundum legem).

Non è ammesso, invece, l’uso contra legem.
Per lo studio del diritto privato, grande importanza, tra le leggi ordinarie, riveste il Codice
Civile, approvato con Regio decreto 16 marzo 1942, n. 262 ed entrato in vigore il successivo 21
aprile.

Il codice civile è, senz’altro, la fonte di gran lunga più importante del diritto privato.

Tuttavia, la disciplina di singoli istituti civilistici è, talvolta, contenuta in leggi speciali
estranee al corpo codicistico (es.: il diritto dei consumatori).


3. L’efficacia della norma giuridica

24

a) Per atti unilaterali: l’annullabilità è ammessa in tutti i casi in cui dall’atto possa derivare
un grave pregiudizio per colui che ha contratto in stato di incapacità naturale;
b) Per i contratti: l’annullabilità è ammessa solo quando sussiste la malafede dell’altro
contraente;
c) Per alcuni specifici atti (matrimonio, testamento, donazione): l’annullamento è sempre
ammesso senza che vi sia la necessità di altri requisiti.


5. Gli istituti di protezione degli incapaci:

A) La responsabilità genitoriale
Il decreto legislativo 154/2013, di attuazione della riforma della filiazione (L. 219/2012), ha
modificato l’art. 316 c.c., sostituendo alla potestà dei genitori il concetto di responsabilità
genitoriale, che incombe su entrambi i genitori (a meno che il figlio sia stato riconosciuto da
uno solo).
L’espressione <<responsabilità genitoriale>> è quella che meglio definisce i contenuti
dell’impegno genitoriale, non più da considerare come una <<potestà>> sul figlio minore ma
come un’assunzione di responsabilità da parte dei genitori nei confronti del figlio.

L’art. 316, comma 1, c.c. richiede ai genitori di esercitare la responsabilità genitoriale di
comune accordo e, sempre di comune accordo, di scegliere la residenza abituale del figlio
minore.

Se tale accordo dovesse venir meno è il comma 2 dell’art. 316 c.c. conferma la possibilità per i
genitori di rivolgersi al giudice senza formalità.

In caso di affidamento del minore a uno solo dei genitori è in base al comma 5 dell’art. 316
c.c., il genitore che non esercita la responsabilità genitoriale, assume il ruolo di vigilare
sull’istruzione, sull’educazione e sulle condizioni di vita del figlio.

B) La tutela: Concetto e tipi
Ai minori, i cui genitori siano morti o per altre cause non siano in grado di esercitare la
responsabilità genitoriale sui loro figli, nonché agli interdetti giudiziali o legali, deve essere
immediatamente nominato un tutore.
La tutela si configura come un ufficio di diritto privato gratuito ed irrinunciabile diretto
alla realizzazione di un interesse pubblico.
Alla funzione tutoria sovraintende il giudice tutelare.

La tutela si divide in:
- Volontaria: quando la designazione del tutore è compiuta dallo stesso genitore (anche
se si tratta solo di un’indicazione per il giudice cui spetta la decisione definitiva);
- Legittima: quando, mancando la designazione, la tutela è affidata a parenti prossimi o
affini del minore, cominciando dagli adolescenti;
- Dativa: quando, sempre mancando la designazione, la tutela è affidata ad altre persone,
che non siano parenti, scelte liberamente dal giudice tutelare.
- Assistenziale: quando è affidata ad un ente di assistenza (art. 354).

Limite: gli atti personalissimi (ad esempio testamento, donazione, riconoscimento di figlio,
matrimonio), non possono essere compiuti dal soggetto incapace neppure per il tramite del
proprio rappresentante legale. Si tratta di un impossibilità assoluta.
34

Si tratta di complessi di soggetti dotati delle stesse caratteristiche delle persone giuridiche
(persone, patrimonio, scopo), ma che non hanno chiesto un formale riconoscimento.
L’ordinamento non li disconosce.

Conseguenze: Il mancato riconoscimento comporta che i componenti dell’associazione che
agiscono per conto dell’ente sono sempre personalmente responsabili, insieme all’ente, delle
obbligazioni assunte.

B) Il <<fondo comune>>
I contributi degli associati e i beni acquistati dall’ente costituiscono il cd. fondo comune e su
di esso si possono eventualmente soddisfare i terzi creditori dell’associazione.
A seguito dalla legge 22 giugno 2000, n. 192, le associazioni possono ricevere per
donazione o per successione mortis causa ma con l’obbligo di accettare l’ eredità loro
devoluta con il beneficio di inventario.

C) L’autonomia patrimoniale imperfetta delle associazioni non riconosciute
Anche in tali tipi di enti collettivi esiste un’autonomia patrimoniale, perché il patrimonio delle
associazioni non riconosciute si distingue e differenzia da quello degli associati.
Tale autonomia è, però, imperfetta. I creditori dell’associazione, cioè, possono soddisfarsi oltre
che sul fondo comune (in primo luogo) anche sul patrimonio personale dei soci, i quali sono
quindi responsabili solidalmente e personalmente per aver agito in nome e per conto
dell’associazione medesima (art. 38 cc).

D) Capacità processuale delle associazioni non riconosciute
È riconosciuta espressamente dal Codice (art. 36 cc) e la legittimazione attiva o passiva al
giudizio spetta a coloro che rivestono la carica di presidente o direttore dell’associazione.


9. I comitati

A) Nozioni, struttura giuridica e fondo
Nozione: Il comitato è un ente di fatto più circoscritto delle associazioni non riconosciute;
- Struttura Giuridica: esso è composto da un gruppo di persone che, attraverso
un’aggregazione di mezzi materiali, si propone il raggiungimento di uno scopo
altruistico, generalmente di interesse pubblico, e a tal fine cerca contributi per mezzo
di pubbliche sottoscrizioni o inviti a offrire.
- Fondo: Il fondo del comitato si costituisce con le oblazioni (offerte) dei singoli
sottoscrittori che hanno il carattere di donazioni manuali.
Anche il comitato ha autonomia patrimoniale imperfetta

B) Responsabilità
Circa la responsabilità dei membri del comitato, distinguiamo:
- Responsabilità verso gli oblatori:
i componenti del comitato sono responsabili personalmente e solidalmente verso gli
oblatori della conservazione del patrimonio e della sua destinazione allo scopo stabilito;
- Responsabilità verso i terzi creditori:
oltre al comitato stesso con i suoi fondi, tutti i componenti del comitato sono
responsabili solidalmente e personalmente delle obbligazioni assunte dal comitato.

10. L’impresa sociale
44


Oggetto: beni immobili, mobili registrati o titoli di credito
a) Di proprietà di entrambi i coniugi;
b) Di proprietà in tutto o in parte di uno solo di essi
c) Di proprietà di un terzo, nel caso in cui l’atto di costituzione sia stato compiuto da un
terzo che si sia riservato la proprietà dei beni costituenti il fondo.

La proprietà dei beni, se non è stato diversamente stabilito nell’atto di costituzione, spetta
ad entrambi i coniugi. I frutti del fondo, in ogni caso, devono essere impiegati per i
bisogni della famiglia e amministrati secondo le regole della comunione legale (art. 168).

I beni del fondo patrimoniale costituiscono un patrimonio giuridico di destinazione.

Effetti per i creditori: trattandosi, dunque, di un patrimonio separato, risulta non facilmente
aggredibile, infatti il fondo patrimoniale, è sottratto al principio sancito dall’art. 2740 cc
per cui il debitore risponde dell’obbligazione con tutti i suoi beni presenti e futuri dall’altro.

Eccezione: ai sensi dell’ art. 170 c.c., infatti, possono essere oggetto di esecuzione forzata
non solo i frutti ma anche i beni che costituiscono il fondo patrimoniale, purché i crediti siano
sorti per far fronte ai bisogni della famiglia o i creditori ignorassero che le obbligazioni
fossero nate per motivi estranei al soddisfacimento di tali bisogni.

La revocatoria semplificata sul fondo patrimoniale
Il D.L. 83/2015 conv. in legge, con L. n. 132/2015, ha introdotto il nuovo art. 2929 bis cc.
Il novellato art. 2929bis c.c., stabilisce che i beni immobili e i beni mobili registrati possono
essere oggetto di esecuzione forzata diretta anche senza il previo esperimento dell’azione
revocatoria ai sensi dell’art 2901.

Possono essere oggetto di esecuzione forzata diretta, anche se sono sottoposti a vincolo di
indisponibilità o se oggetto di alienazione a titolo gratuito, sempre che:
• il vincolo o l'alienazione siano successivi all'insorgere del credito e
• purché il pignoramento venga effettuato entro un anno dalla trascrizione del vincolo o
dell'alienazione.

4. L’impresa familiare

Nozione: l’impresa familiare è quella in cui prestano attività di lavoro continuativa il
coniuge dell’imprenditore, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo. (art.
230bis).

Fine: proteggere i familiari che prestano lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare,
rendendoli partecipi dei profitti e della direzione.

Il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o
nell’impresa familiare acquista i seguenti diritti:

- Il diritto al mantenimento, secondo la condizione patrimoniale della famiglia;
- Diritto di partecipazione agli utili dell’impresa familiare ed ai beni acquistati con essi,
nonché agli incrementi dell’azienda, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro
prestato.
55

- nell’atto di nascita,
- con un’apposita dichiarazione, successiva alla nascita o al concepimento, davanti a un
ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico o in un testamento.

Il riconoscimento è irrevocabile.

Il figlio nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto dalla madre e dal padre, anche se già
uniti in matrimonio con un’altra persona all’epoca del concepimento.

Riconoscimento del figlio che ha compiuto 14 anni è non produce effetto senza il suo
assenso.

Per quanto concerne l’inserimento del figlio nato fuori dal matrimonio nella famiglia del
genitore che ha proceduto al riconoscimento:
è occorre il consenso dell’altro coniuge convivente;

In caso di disaccordo tra i genitori è la decisione sull’inserimento è rimessa al giudice,
tenendo contro dell’interesse dei minori.


4. Il riconoscimento dei figli <<incestuosi>>

L’aggettivo incestuosi è stato rimosso dalla L. 219/12.

Si ammette il riconoscimento dei figli nati da persone tra le quali esiste un vincolo di
parentela in linea retta all’infinito o in linea collaterale nel secondo grado o un vincolo di
affinità in linea retta con i seguenti presupposti:
a) autorizzazione del giudice
b) Interesse del figlio e alla necessità di evitare allo stesso qualsiasi pregiudizio.


5. Il disconoscimento della paternità

L’azione di disconoscimento della paternità è concessa allo scopo di eliminare le conseguenze
della presunzione di paternità:

Al riguardo occorre precisare che: il marito è padre del figlio concepito o nato durante il
matrimonio,
oppure
quando non sono trascorsi 300 giorni dalla data dell’annullamento, dello scioglimento o
della cessazione degli effetti civili del matrimonio.

L’art. 243bis c.c, prevede la possibilità di esercitare azione di disconoscimento anche sul figlio
nato nel matrimonio;
ü Non è più richiesta la sussistenza di specifici presupposti (come l’adulterio, l’impotenza,
la non coabitazione) per l’esercizio dell’azione.

La titolarità dell’azione spetta padre, alla madre e al figlio.
ü La sola dichiarazione della madre non esclude la paternità.

66


La capacità di succedere è va riferita sempre al tempo dell’apertura della successione.
Pertanto, in caso di successione di leggi nel tempo, va applicata la legge vigente nel momento
dell’apertura della successione.

B) La capacità di succedere delle persone fisiche
a) Nella successione legittima
Sono capaci di succedere tutte le persone nate o almeno concepite al momento
dell’apertura della successione (art. 462).

Si presumono concepite al momento dell’apertura della successione (salvo prova
contraria) le persone che nascono entro trecento giorni dall’apertura della
successione.

b) Nella successione testamentaria
Oltre ai suddetti successibili, possono essere chiamati alla successione, mediante
testamento, anche i figli non ancora concepiti di persona vivente al momento
dell’apertura della successione .

c) Categorie di incapaci
I premorti o coloro che non sono concepiti mancano della soggettività e dunque non si
può nemmeno parlare di capacità di succedere.

Sono, invece, incapaci di ricevere:
- Il tutore o il protutore del testatore
- Il notaio o altro pubblico ufficiale che ha ricevuto il testamento pubblico e i testimoni
e l’interprete intervenuti;
- la persona che ha scritto il testamento segreto, salvo che le disposizioni fatte in suo
favore siano approvate di mano dal testatore;
- il notaio che ha redatto la scheda del testamento segreto

C) La capacità di succedere delle persone giuridiche
Si ha solo in tema di successioni testamentarie. Possono succedere:
- Gli enti riconosciuti, i quali hanno una capacità giuridica
- Gli enti non riconosciuti purché tale accettazione venga effettuata con il beneficio di
inventario.

D) L’indegnità (artt. 463-466)
L’indegnità è una causa di esclusione dalla successione (non è, quindi, una forma di
incapacità) che produce i suoi effetti solo se pronunziata dal giudice.

Secondo Bianca, l’indegnità è una sanzione civile fondata sul non poter consentire di trarre
profitto a colui il quale abbia gravemente offeso il de cuius o abbia attentato alla sua libertà
testamentaria.

L’indegno, quindi, può acquistare, ma ha l’obbligo di restituire quanto ricevuto, se una
sentenza accertando la sua indegnità, lo condanni .

I casi di indegnità (tassativi) sono previsti dall’ art. 463 c.c. cui si rinvia.

77

- È negozio gratuito: in quanto, il testatore, non riceve alcun corrispettivo per gli atti di
disposizione;
- È atto revocabile e modificabile;
- È atto personalissimo: il testamento deve essere opera esclusiva del testatore; da qui il
divieto di rappresentanza e di ingerenza del terzo nel testamento;
- È negozio formale (o solenne): il testamento, a pena di nullità, deve essere redatto per
iscritto (forma costitutiva);

La volontà testamentaria
La volontà del testatore deve essere spontanea, e deve manifestarsi in modo espresso, in una
delle forme solenni previste dalla legge.

Nel testamento può aversi:
- Divergenza tra la dichiarazione e la volontà del testatore: in tal caso la reale volontà
del testatore prevale, in quanto non ricorre, per il testamento, quell’esigenza di
protezione dell’affidamento che sussiste invece per i negozi tra vivi a titolo oneroso.
- Un vizio (errore, violenza o dolo) che infici la volontà del testatore: in tal caso, il
testamento è annullabile su istanza di chiunque vi abbia interesse (annullabilità
assoluta: art. 624);

La causa nel testamento
È sempre tipica e si identifica nell’attribuzione di beni (per spirito di liberalità) per il tempo
successivo alla morte del testatore. Non è necessario che a tale attribuzione corrisponda un
effettivo arricchimento del chiamato ( differenza con la donazione).

I motivi nel testamento
- Il motivo erroneo (di fatto e/e di diritto), è causa di annullamento della disposizione
quando risulta dal testamento che è il solo ad aver determinato il testatore a disporre
(art. 624);
- Il motivo illecito, che, invece, rende nulla la disposizione (art. 626) quando risulti,
anche per implicito, dal testamento e sia stato il solo che ha determinato il testatore a
disporre.

B) Gli elementi accidentali nel testamento
La condizione
Le disposizioni testamentarie (a titolo universale ed a titolo particolare) possono farsi sotto
condizione sospensiva o risolutiva.
L’avveramento della condizione produce effetto retroattivo secondo i principi generali.
La condizione apposta in un testamento è però soggetta a determinate regole. Infatti:
- La disposizione testamentaria contenente una condizione impossibile o illecita è
considerata come pura e semplice.
La disposizione diviene nulla se la condizione sia stata il motivo unico e determinante
della disposizione testamentaria;
- È nulla la disposizione subordinata alla condizione di reciprocità cioè alla condizione
di essere vicendevolmente avvantaggiato nel testamento dell’istituito;
- È nulla la condizione che impedisce le prime o ulteriori nozze dell’istituito. Resta,
però, valida la corrispondente disposizione

Il termine
Per quel che riguarda l’apponibilità del <<termine>> bisogna distinguere fra:
87


2. L’acquisto del legato

L’acquisto del legato ha luogo ipso iure, senza che occorra accettazione: pertanto, a differenza
che nell’acquisto dell’eredità, delazione ed acquisto del diritto coincidono logicamente e
cronologicamente.
3. La rinunzia al legato

La rinunzia al legato è un atto abdicativo: opera rispetto ad un diritto già acquistato e porta,
quindi, non ad un mancato acquisto, ma alla perdita di un acquisto già fatto.
La rinunzia al legato è un actus legitimus, pertanto non è possibile apporre termini e/o
condizioni alla stessa.

Forma della rinuncia: nessuna forma prescritta in generale, tuttavia, quando il legato ha ad
oggetto diritti reali sui beni immobili la rinunzia deve farsi, sotto pena di nullità, per
iscritto.

Capitolo 18 | Comunione e divisione dell’eredità


1. La comunione ereditaria

Nozione: la comunione ereditaria si configura allorquando più eredi succedono al de cuius, i
quali diventano comproprietari dei beni facenti parte dell’eredità.

Alla comunione ereditaria sono applicabili i principi sanciti in tema di comunione ordinaria.

Cessione della quota: ogni coerede può cedere la propria quota previa notifica della proposta
di alienazione del prezzo agli altri coeredi titolari, a parità di prezzo, del cd. diritto di
prelazione nei confronti dei terzi.

Diritto di riscatto: Se il coerede cede la propria quota a terzi senza compiere la preventiva
notificazione agli altri coeredi, questi hanno il diritto di riscattare dall’acquirente la quota
alienata.
Il diritto di riscatto si prescrive in dieci anni e si estingue nell’ipotesi in cui venga meno lo
stato di comunione che lo legittimava.


2. La divisione della comunione ereditaria

La comunione ereditaria cessa con la divisione.

E’ imprescrittibile il diritto potestativo dell’erede alla divisione.
E’ nulla la divisione cui non partecipano tutti i coeredi.

Divisione parziale: comporta lo scioglimento della comunione per alcuni beni, mentre altri
restano in comunione (cd. stralcio divisionale).

A) Tipi di divisione:

97

- È negozio gratuito: in quanto, il testatore, non riceve alcun corrispettivo per gli atti di
disposizione;
- È atto revocabile e modificabile;
- È atto personalissimo: il testamento deve essere opera esclusiva del testatore; da qui il
divieto di rappresentanza e di ingerenza del terzo nel testamento;
- È negozio formale (o solenne): il testamento, a pena di nullità, deve essere redatto per
iscritto (forma costitutiva);

La volontà testamentaria
La volontà del testatore deve essere spontanea, e deve manifestarsi in modo espresso, in una
delle forme solenni previste dalla legge.

Nel testamento può aversi:
- Divergenza tra la dichiarazione e la volontà del testatore: in tal caso la reale volontà
del testatore prevale, in quanto non ricorre, per il testamento, quell’esigenza di
protezione dell’affidamento che sussiste invece per i negozi tra vivi a titolo oneroso.
- Un vizio (errore, violenza o dolo) che infici la volontà del testatore: in tal caso, il
testamento è annullabile su istanza di chiunque vi abbia interesse (annullabilità
assoluta: art. 624);

La causa nel testamento
È sempre tipica e si identifica nell’attribuzione di beni (per spirito di liberalità) per il tempo
successivo alla morte del testatore. Non è necessario che a tale attribuzione corrisponda un
effettivo arricchimento del chiamato ( differenza con la donazione).

I motivi nel testamento
- Il motivo erroneo (di fatto e/e di diritto), è causa di annullamento della disposizione
quando risulta dal testamento che è il solo ad aver determinato il testatore a disporre
(art. 624);
- Il motivo illecito, che, invece, rende nulla la disposizione (art. 626) quando risulti,
anche per implicito, dal testamento e sia stato il solo che ha determinato il testatore a
disporre.

B) Gli elementi accidentali nel testamento
La condizione
Le disposizioni testamentarie (a titolo universale ed a titolo particolare) possono farsi sotto
condizione sospensiva o risolutiva.
L’avveramento della condizione produce effetto retroattivo secondo i principi generali.
La condizione apposta in un testamento è però soggetta a determinate regole. Infatti:
- La disposizione testamentaria contenente una condizione impossibile o illecita è
considerata come pura e semplice.
La disposizione diviene nulla se la condizione sia stata il motivo unico e determinante
della disposizione testamentaria;
- È nulla la disposizione subordinata alla condizione di reciprocità cioè alla condizione
di essere vicendevolmente avvantaggiato nel testamento dell’istituito;
- È nulla la condizione che impedisce le prime o ulteriori nozze dell’istituito. Resta,
però, valida la corrispondente disposizione

Il termine
Per quel che riguarda l’apponibilità del <<termine>> bisogna distinguere fra:
87

La donazione indiretta:
a) Non richiede la forma dell’atto pubblico;
b) È soggetta ad alcune regole tipiche della donazione (collazione, imputazione ex se e
riduzione a favore dei legittimari, revoca per ingratitudine o sopravvenienza di figli etc.)


La Suprema Corte di Cassazione ha di recente affrontato la natura giuridica del trasferimento
attraverso un ordine di bancogiro del disponente, di strumenti finanziari dal conto di
deposito titoli del beneficiante a quello del beneficiario.

Le Sezione Unite con Sentenza n. 18725 del 2017 hanno all’uopo stabilito che in tema di atti di
liberalità, il predetto trasferimento “non rientra tra le donazioni indirette, ma configura una
donazione tipica ad esecuzione indiretta, soggetta alla forma dell'atto pubblico, salvo che sia di
modico valore, poiché realizzato non tramite un'operazione triangolare di intermediazione
giuridica, ma mediante un'intermediazione gestoria dell'ente creditizio”.

Ciò in quanto, precisano le SS. UU., ”l'operazione bancaria tra il donante ed il donatario
costituisce mero adempimento di un distinto accordo negoziale fra loro concluso e ad essa
rimasto esterno, il quale solo realizza il passaggio immediato di valori da un patrimonio all'altro,
e tale circostanza esclude la configurabilità di un contratto in favore di terzo, considerato che il
patrimonio della banca rappresenta una "zona di transito" tra l'ordinante ed il destinatario, non
direttamente coinvolta nel processo attributivo, e che il beneficiario non acquista alcun diritto
verso l'istituto di credito in seguito al contratto intercorso fra quest'ultimo e l'ordinante”.1

4. Il negozio misto con donazione

Nel negozio misto con donazione le parti stabiliscono un corrispettivo di gran lunga
inferiore a quello che sarebbe dovuto.

Elementi caratterizzanti:
- Sproporzione tra le due prestazioni;
- Intenzionalità nello stabilire la sproporzione.

5. La donazione rimuneratoria

È una donazione fatta in segno di riconoscenza o in considerazione dei meriti del donatario,
essa si qualifica, quindi, particolarmente per i motivi del donante: rimunerare il donatario.

Essa:
- non è soggetta a revoca per ingratitudine e per sopravvenienza di figli;
- non fa sorgere obbligo di alimenti in capo al donatario ed in favore del donante.


6. La donazione obnuziale

È una donazione fatta in vista di un futuro matrimonio dagli sposi tra loro, o da altri a favore
degli sposi o di figli nascituri.
- Si perfeziona senza bisogno di accettazione;

1 Massima a cura di Redazione Pluris Wolters Kluwer Italia tratta dalla banca dati telematica

101

B) Oneri reali
Sono prestazioni a carattere periodico che sono dovute da un soggetto in quanto è nel
godimento di un determinato bene, e consistono in un dare o in un fare ( esempio canone
enfiteutico, tributo fondiario etc.)

Caratteristiche dell’onere reale:
a) L’inerenza ad un fondo;
b) La sua insorgenza automatica per effetto della previsione legale una volta acquisita la
titolarità del diritto reale.

Capitolo 25 | Il diritto di proprietà


1. Contenuto e caratteri del diritto di proprietà

L’art. 832 sancisce che: il proprietario <<ha diritto di godere e disporre delle cose in modo
pieno ed esclusivo>>.

Pertanto al proprietario vanno riconosciuti:
- Il diritto di godere della cosa;
- Il potere di disporre della cosa.

Caratteri del diritto di proprietà:
a) Pienezza: la proprietà è un diritto che consente al proprietario ogni lecita utilizzazione del
bene.

I limiti alla libertà del proprietario possono derivare:
- Da un atto di disposizione del privato (che può costituire un diritto reale di
godimento);
- Da disposizioni di legge, dirette a tutelare finalità di ordine pubblico o a realizzare un
contemperamento di interessi, in funzione dell’art. 42 Cost. sancisce espressamente la
funzione sociale della proprietà.

b) Elasticità: il diritto di proprietà rimane integro anche nel caso in cui i poteri del
proprietario sono stati limitati dalla costituzione di altri diritti e riprende automaticamente
la sua ampiezza primitiva (cd. consolidazione) non appena viene meno il vincolo che lo
comprime;

c) Autonomia ed indipendenza: il diritto di proprietà non presuppone mai l’esistenza di un
parallelo diritto altrui di portata maggiore;

d) Esclusività: implica il potere di escludere chiunque altro dal godimento del bene e
l’impossibilità di coesistenza sulla stessa cosa di più diritti di proprietà;

e) Imprescrittibilità: il diritto di proprietà è imprescrittibile.


2. Limiti legali al diritto di proprietà

114

Il diritto di superficie può sorgere:
- Per contratto o negozio (a titolo oneroso o gratuito);
- Per testamento.

Legittimato a costituire il dirittoè il proprietario del suolo

Il titolare del diritto di superficie: può alienare la costruzione o costituire su di essa dei
diritti reali i quali, però, si estinguono col venir meno del diritto di superficie.

B) Durata ed estinzione del diritto
Il diritto di superficie può essere costituito:
- in perpetuo
- a tempo determinato.

Estinzione:
- Diritto a tempo determinato: con lo scadere del termine il diritto si estingue e, per il
principio di accessione, il proprietario del suolo diventa proprietario anche della
costruzione
- Diritto prescritto: la superficie può estinguersi anche per prescrizione;
occorre distinguere:
1. Se la costruzione è già stata eseguita, allora non può esservi prescrizione;
2. Se, invece, la costruzione non è stata ancora eseguita, allora il diritto di eseguirla si
estingue se non è esercitato nei venti anni dalla sua costituzione.
- Consolidazione: consiste in una qualsiasi causa che determini il riunirsi nel diritto di
proprietà e di quello di superficie nella stessa persona;
- Per le altre cause previste dal titolo.

C) Tutela
Trattandosi, nella specie, di un diritto reale esso è tutelabile erga omnes.
Il superficiario può esercitare le azioni di carattere:
- petitorio,
- a tutela del possesso (qualora abbia il possesso dell’immobile).


Capitolo 28 | L’enfiteusi


1. L’enfiteusi: concetto e disciplina

Nozione: L’enfiteusi è quel diritto reale di godimento su un fondo altrui, in base al quale il
titolare usufruisce del dominio utile sul fondo stesso, obbligandosi però a migliorarlo e
pagando al proprietario un canone periodico.

A) Costituzione del diritto e durata
Costituzione: l’enfiteusi può sorgere:

- per usucapione,
- testamento,
- contratto.

125

8. Frutti, miglioramenti, spese, danni

Il possessore soccombente nella causa di rivendicazione deve restituire al proprietario la
cosa.

Quanto ai frutti che abbia percepito o potuto percepire, alle spese fatte, ai miglioramenti e ai
danni apportati alla cosa, si applicano le regole seguenti.
Frutti: il possessore di malafede deve restituire i frutti, naturali e civili, che ha percepito.

Miglioramenti: il possessore di malafede che abbia apportato miglioramenti, ha diritto a
un’indennità pari alla minor somma tra l’importo della spesa e l’aumento di valore conseguito
dalla cosa.

Capitolo 32 | L’usucapione

1. Nozione

Con l'espressione "usucapione" si indica un modo d'acquisto della proprietà e degli altri
diritti reali a titolo originario.

In particolare, la norma disciplina l'acquisto della proprietà e degli altri diritti reali sui beni
immobili che si perfeziona attraverso il protrarsi del possesso sul bene per un periodo
ultraventennale.

Fondamento dell'usucapione è, dunque, una particolare situazione di fatto, e non un diritto.

Il possesso ad usucapionem deve essere necessariamente connotato da specifici requisiti, che
ne determinino la pienezza e l'esclusività del potere di fatto.


2. Requisiti ed oggetto del possesso ad usucapione

il possesso deve essere:
- Continuo e non interrotto (cd. requisito della continuità);
- Non violento né clandestino (cd. possesso non viziato);
- Protratto per un certo periodo di tempo (cd. requisito della durata).

Oggetto del possesso è deve essere un bene:
a) In commercio, non essendo usucapabili le res communes omnium;
b) Non demaniale.


3. Usucapione ordinaria e abbreviata

Ultimo requisito del possesso ad usucapionem è la durata.

Si distinguono due tipi di usucapione:
a) Usucapione ordinaria
È quella che si compie col decorso di:

135

- Venti anni: per l’acquisto della proprietà o degli altri diritti reali di godimento su
beni immobili;
- Dieci anni: per l’acquisto di tali diritti su beni mobili registrati.

b) Usucapione abbreviata
Richiede alcuni requisiti in più e si realizza in minor tempo.

Oltre ai requisiti già visti, per l’usucapione abbreviata (possesso e durata) occorrono anche:
1) La buona fede;
2) Un titolo valido ed astrattamente idoneo al trasferimento del diritto;
3) La trascrizione del titolo: dalla trascrizione, infatti, decorre il tempo necessario per
usucapire.

Durata:
Beni immobili è dieci anni;
- Beni mobili registrati è tre anni;
- Fondi rustici è cinque anni.

Per i beni mobili bisogna distinguere invece, due ipotesi:
1) Se vi è il titolo astrattamente idoneo e la buona fede, l’acquisto è immediato.
2) Se manca il titolo, l’usucapione si realizza dopo dieci anni, se il possesso è stato
acquistato in buona fede
a. se il possessore è di mala fede, l’usucapione si compie con il decorso di venti
anni


Per interrompere i termini dell’usucapione basta un atto di citazione ritualmente
notificato, lo ha stabilito la Cassazione con ordinanza del 30 luglio 2021, n. 21929.
Infatti, precisano gli Ermellini, l'effetto interruttivo del termine per usucapire, ai sensi del
combinato disposto degli artt. 1165 e 2943 c.c., va riconosciuto anche all'atto di citazione
affetto da vizi afferenti alla vocatio in ius ove l'atto stesso sia stato validamente notificato, e ciò
ancorché il convenuto sia rimasto contumace ed il giudice non abbia disposto l'immediata
rinnovazione dell'atto.


Capitolo 33 | I diritti su beni immateriali


In dottrina, il possesso ad usucapionem dei beni immateriali è oggetto di forti contestazioni.

In giurisprudenza si riconosce, in generale, la possibilità di usucapire i beni appartenenti a
questa particolare categoria.

In particolare, si riscontrano pronunce favorevoli all'usucapione dell'insegna (A. Venezia
25.7.1961), della ditta e del marchio, laddove ricorra la duplice condizione:
1. della cessazione dell'uso da parte del titolare originario e
2. dell'instaurazione di un uso a titolo di possesso ad usucapionem da parte di altro
esercente.
136

è E’ riconosciuto il diritto ad ottenere la restituzione di ciò che ha dato (cd. ripetizione
dell’indebito) l’immoralità è solo da una parte.
Il diritto di restituzione è negato se l’immoralità proviene da entrambi le parti (es. di colui che
dà danaro per corrompere un pubblico funzionario).

6. Rilevanza dei motivi

I motivi che determinano le parti a compiere il negozio sono normalmente irrilevanti, tranne in
alcuni casi espressamente previsti dalla legge.

Le eccezioni che rendono rilevanti i motivi sono:

A) L’art. 1345 cc sancisce la nullità del contratto quando le parti si siano determinate a
concluderlo esclusivamente per un motivo illecito comune ad entrambe.
Occorre, pertanto:
- che l’accordo abbia per entrambe le parti lo stesso motivo;
- che il motivo comune sia illecito;
- il motivo illecito comune deve essere stato esclusivo e quindi determinante
del consenso;

B) Inoltre l’art. 624, comma 2, e l’art. 787 sanciscono l’annullabilità del testamento e della
donazione quando questi siano effetto di errore sul motivo.
A tal fine:
- il motivo deve risultare dall’atto;
- quel motivo deve essere stato il solo ad averlo determinato.


7. Il negozio in frode alla legge

Nozione: Con il negozio in frode alla legge le parti mirano ad ottenere un risultato
equivalente a quello vietato dalla legge.
La frode alla legge costituisce un vizio della causa dell’atto che si concreta in un abuso della
funzione strumentale tipica del negozio

èNegozio contra legem: Con il negozio contrario alla legge le parti mirano direttamente ad
un risultato vietato;

La frode alla legge si distingue:
a. dalla frode ai creditori: diretta a danneggiare costoro e che viene colpita con
una particolare azione;
b. dal negozio simulato: nel negozio in frode alla legge, diversamente che nella
simulazione, la dichiarazione negoziale è effettivamente voluta, ma ha una
particolare finalità antigiuridica ovvero quella di eludere le disposizioni di una
norma imperativa.

Capitolo 38 | La rappresentanza

1. Nozione e forme di rappresentanza

149


Funzione: rendere possibile all’incapace di agire il compimento di atti che altrimenti gli
sarebbero preclusi.

D) Rappresentanza volontaria
Trova la sua fonte esclusivamente nella volontà dei soggetti.
Essa è conferita attraverso un apposito negozio, la procura.

La procura:
E’ un negozio un atto a rilevanza esterna con il quale una persona conferisce ad un’altra il
potere di rappresentarla. Con tale atto il rappresentante, acquista il potere di impegnare
direttamente il rappresentato con i terzi coi quali viene in contatto.

Caratteristiche della procura:
• è un negozio unilaterale;
• può essere espressa o tacita se è volontaria,
• può riguardare un solo affare o più affari determinati (procura speciale), o può
riguardare tutti gli affari del rappresentato (procura generale).
• Cessa con l’atto di revocaènegozio unilaterale.
• Se prevista ex lege: deve essere conferita con la stessa forma prescritta dalla legge ad
substantiam o ad probationem per il negozio che il rappresentante deve concludere
• Al di fuori delle ipotesi di legge la forma della procura è libera.

Rapporti tra procura e mandato
Il rappresentante, in base alla procura, non ha l’obbligo ma solo la facoltà di gestire l’affare in
nome e per conto del rappresentato.
Con il conferimento dell’ulteriore rapporto di mandato o altro rapporto gestorio la
gestione dell’affare in nome e per conto diviene obbligatoria.

Vi sono, pertanto, due differenti rapporti tra rappresentante e rappresentato:
1) Un rapporto avente rilevanza esterna che trova la sua fonte nella procura;
2) Un rapporto interno, che trova, solitamente, la sua fonte nel mandato o altro rapporto
gestorio.

C) Rappresentanza organica
In tale fattispecie non c’è alcuna scissione tra ente e persona che agisce a suo nome, ma tra
di essi si instaura un rapporto di compenetrazione (cd. immedesimazione organica)èessa
esclude una sostituzione dell’organo all’ente costituendo il primo integrante del secondo cui
andrà ogni attività svolta dall’organo nell’esercizio delle sue funzioni.

2. Negozi nei quali è esclusa la rappresentanza

La rappresentanza volontaria non è ammessa in tutti quei negozi che per legge possono essere
compiuti esclusivamente dal titolare del diritto (cd. negozi personalissimi).

Essi sono:
- Il testamento;
- La donazione;
- Il matrimoni (Nel cd. matrimonio per procura non c’è un rappresentatne ma un
nuncius);
151

- Percentualità: gli interessi sono dovuti in misura percentuale al capitale
dell’obbligazione principale;
- Periodicità: gli interessi maturano diventando esigibili con il decorso del tempo, in
ragione della durata del diritto.
Possono essere corrisposti man mano che scadono, anticipatamente oppure
contestualmente al rimborso rateale del capitale.

C) Distinzione degli interessi:
In relazione alla fonte:

Si distinguono:
1) Interessi legali: la fonte è nella legge che, all’art. 1282 cc, stabilisce il principio generale
per cui ogni credito di somme liquide ed esigibili produce interessi di pieno diritto.

Ciò in quanto: il debitore, trattenendo presso di sé somme dovute, liquide ed esigibili,
lucra quel corrispettivo che spetterebbe al creditore se potesse impiegare le stesse somme.

èL’ammontare degli interessi legali è determinato con Decreto del Ministro dell’economia.

2) Interessi convenzionali: sono quelli previsti dalla volontà delle parti che possono
fissare una misura diversa da quella legale (purché non usuraia) è Devono essere stabiliti
per iscritto in mancanza sono dovuti nella misura legale.

D) In relazione alla loro funzione
Si distinguono:
ü interessi moratori: sono quelli dovuti per il ritardo dell’adempimento. Si tratta di
una forma di risarcimento del danno provocato al creditore per il mancato godimento di
quanto dovutogli per un certo periodo di tempo.

Inoltre: Ai sensi dell’art. 1224 comma 2 al creditore che dimostra di aver subito un danno
maggiore di quello risarcibile con gli interessi moratori, spetta l’ulteriore risarcimento.

ü Interessi corrispettivi: sono dovuti per la sola esistenza di un credito in denaro
liquido ed esigibile, anche se non vi è stata mora del debitore e costituiscono il
corrispettivo del godimento del denaro.

E) L’anatocismo
L’art. 1283 cc vieta l’anatocismo ovvero la capitalizzazione degli interessi dovuti affinchè
questi producano a loro volta altri interessi.

Gli interessi scaduti producono a loro volta interessi soltanto in due casi:
- dal giorno della domanda giudiziale specificamente diretta ad ottenere il pagamento
degli interessi scaduti o per effetto di convenzione posteriore alla scadenza degli
interessi (sempre che siano dovuti almeno per sei mesi);
- se esistono usi che espressamente li prevedono.


Capitolo 43 | Le modificazioni dei soggetti
dell’obbligazione
169



4. Inadempimento imputabile al debitore

L’inadempimento imputabile al debitore può essere di due specie:
- Inadempiente assoluto: genera un danno che va risarcito al creditore. L’obbligo del
risarcimento si sostituisce alla prestazione originariamente dovuta.

L’inadempimento assoluto si ha quando:
- l’esecuzione della prestazione è divenuta impossibile per causa imputabile al
debitore (nelle forme già viste di dolo o colpa), o
- sia decorso il termine essenziale entro il quale l’obbligazione andava adempiuta.

- Inadempimento relativo o <<mora>>
Consiste nel ritardo ingiustificato dell’adempimento rispetto alla scadenzaè In questo
caso la legge obbliga il debitore a risarcire il danno prodotto dal ritardo
nell’adempimento.


5. La mora del debitore

A) Concetto di mora
La mora del debitore consiste in un ritardo ingiustificato ovvero nella violazione dell’obbligo di
adempiere tempestivamente.

B) Presupposti della mora
- Esigibilità del credito: ossia l’avvenuta scadenza dell’obbligazione;
- Ritardo nell’adempimento imputabile al debitore;
- Costituzione in mora: è la constatazione formale del momento dal quale ha inizio
l’inadempimento del debitore.

La mora può verificarsi:
di diritto (ex re) per il fatto solo del ritardo.
Si ha la mora ex re:
- quando l’obbligazione deriva da fatto illecito;
- se il debitore dichiara per iscritto di non volere adempiere l’obbligazione: qui
sarebbe inutile la richiesta del creditore;
- se l’obbligazione è a termine e la prestazione deve essere eseguita al domicilio
del creditore: in quest’ipotesi è la scadenza del termine che non giustifica
l’indugio dell’inadempimento;

ex persona: mediante un atto formale di costituzione in mora con cui il creditore
richiede per iscritto l’adempimento.

C) Effetti della mora
Sono:
- La perpetuatio obligationis: il rischio dell’impossibilità sopravvenuta, che prima
della mora gravava sul creditore, dopo la costituzione in mora passa in capo al debitore
tenuto ad indennizzare il primo anche delle conseguenze della forza maggiore
verificatasi dopo la mora.
181

i) contratti consensuali (si perfezionano con il semplice consenso o accordo delle parti) e
contratti reali (che richiedono oltre al consenso delle parti, la consegna del bene);
j) contratti a efficacia reale (che realizzano automaticamente, per effetto del solo consenso,
il risultato perseguito) e contratti a efficacia obbligatoria (che non realizzano
automaticamente il risultato perseguito, ma obbligano le parti ad attuarlo.

7. Contenuto della libertà contrattuale

La libertà contrattuale si sostanzia nel:
- Libertà di stipulare il contratto;
- libertà di scegliere la persona dell’altro contraente ed il tipo di contratto;
- libertà di fissare il contenuto del contratto;
- libertà di dar vita a contratti atipici.

Si parla invece di contratto imposto, per quei casi in cui la conclusione del contratto è imposta
autoritariamente dalla legge.

Relativamente al contenuto, vi sono alcuni casi in cui i contraenti non sono liberi di fissare il
prezzo di determinati beni o prodotti soggetti a prezzo legale (ad esempio beni di prima
necessità, come il pane, lo zucchero etc.).

O il contenuto può risultare imposto unilateralmente dal contraente più forte per mezzo di
condizioni generali di contratto (cd. contratto per adesione).


Capitolo 50 | Formazione del contratto e contratto
preliminare



1. Generalità

La formazione del contratto avviene con l’incontro delle volontà (cd. accordo delle parti);
questo incontro riguarda:
- Una volontà che propone: proposta;
- Una volontà che accetta: accettazione.

Sul piano giuridico, l’art. 1337 impone alle parti, nello svolgimento delle trattative e nella
formazione del contratto, il dovere di comportarsi secondo buona fede, cioè con correttezza
e lealtà reciproca (cd. buona fede oggettiva).

Obblighi tipici di buona fede nella fase precontrattuale sono:
- l’obbligo di informazione sugli aspetti di rilievo della contrattazione;
- il divieto di recedere ingiustamente dalle trattative

Si parla, invece, di buona fede soggettiva in riferimento allo stato psicologico di chi agisce
ignorando di ledere il diritto altrui.

2. Nozione di culpa in contrahendo
196

5. Interpretazione del cd. <<contratto oscuro>>

Ex art. 1371 c.c. “qualora, nonostante l'applicazione delle norme contenute in questo capo, il
contratto rimanga oscuro, esso deve essere inteso:
ð Se è a titolo gratuito è nel senso meno gravoso per l'obbligato
ð Se è a titolo oneroso è nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli
interessi delle parti


Capitolo 52 | Gli effetti del contratto


1. Effetti verso le parti: creazione del vincolo

Ai sensi dell’art. 1372 : Il contratto ha forza di legge tra le parti. Non può essere sciolto che
per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge.

Il contratto non produce effetto rispetto ai terzi che nei casi previsti dalla legge.

L’efficacia dei contratti si estende anche:
- Nei confronti del successore a titolo universale di ciascun contraente;
- Nei confronti degli aventi causa o successori a titolo particolare.


2. Il recesso

Il recesso è è il diritto di sciogliersi dal contratto concluso, mediante una dichiarazione
unilaterale comunicata dall’altra parte.

L'art. 1373, 1° co., non prevede ope legis una facoltà di recesso, ma conferisce alle parti la
possibilità di introdurla nel contratto.

All'istituto del recesso unilaterale sembra attribuirsi carattere di eccezionalità, rispetto al più
generale principio del vincolo bilaterale, ricavabile dall'art. 1372.

Tale diritto può essere:
ü Legale: se è previsto dalla legge;
ü Convenzionale: quando è previsto contrattualmente con apposita clausola.

L’art. 1373 prevede che il diritto di recesso possa essere esercitato finché il contratto non abbia
avuto un principio di esecuzione.

Il recesso è pone fine ex nunc al rapporto giuridico creato dal contratto.

Invece, il mutuo consenso e la revoca unilaterale è incidono sul contratto facendone venire
meno ex tunc ogni effetto.

La clausola di recesso non prevede oneri formali legali; ma essa prende la forma del contratto
al quale accede.

201

della consegna al venditore.

B) La vendita di eredità

La vendita di eredità si ha quando l’oggetto del contratto di vendita sia un’eredità senza
specificazione degli elementi che la compongono.

Ø La legge richiede per questa tipologia contrattuale la forma scritta sotto pena di' nullità.
L'oggetto della compravendita deve essere un'eredità già aperta. Ciò al fine di non incorrere
nel divieto dei patti successori;

Ø se l'eredità è stata accettata con beneficio d'inventario si conserva tale qualità anche in
testa all’acquirente.

Il venditore è tenuto:

- a garantire solamente la propria qualità di erede


Ø se non è in condizione di garantirla il venditore è inadempiente

- a prestarsi agli atti che sono necessari da parte sua per rendere efficace di fronte ai terzi la
trasmissione di ciascuno dei diritti compresi nell'eredità.

10. La tutela del consumatore: vendite concluse fuori dalle sedi
commerciali, clausole vessatorie e vendite a distanza

L’art. 3 D.Lgs. n. 206/2005 definisce consumatore o utente la persona fisica che agisce per
scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale
eventualmente svolta.

Nella pratica commerciale, il consumatore, rappresenta quindi il contraente «debole» del
rapporto contrattuale per cui necessita di apposita tutela.

Tale tutela è contenuta nel D.Lgs. n. 206/2005 (e successive modifiche) denominato anche
Codice del consumo. La funzione delle norme del codice del consumo è quello di garantire un
rapporto contrattuale equilibrato dal punto di vista economico.

I contratti disciplinati dal Codice del consumo sono solo quelli conclusi tra due parti
soggettivamente qualificate che sono:
a) Il professionista ovvero un soggetto che vende beni o servizi sul mercato nell’esercizio di
una attività professionale;
b) Il consumatore ovvero quel soggetto che agisce per scopi estranei all'attività come già
precisato

215

A differenza dei patti di preferenza, le clausole di esclusiva operano durante lo svolgimento del
rapporto contrattuale, come un particolare atteggiamento del legame funzionale che coinvolge
le due aziende. Non vi è quindi possibilità di muoversi nel libero campo della concorrenza.
Il patto di esclusiva è autonomo rispetto al contratto di somministrazione anche se allo stesso
collegato o accessorio.

Capitolo 57 | I contratti di scambio che realizzano un do ut
facias


1. La locazione

La locazione è il contratto con il quale una parte (locatore) si obbliga a far utilizzare ad un
altro soggetto (affittuario) una cosa per un dato tempo, in cambio di un corrispettivo.

Il contratto di locazione:
- può essere a tempo determinato o non determinato;
- l’alienazione del bene locato non determina lo scioglimento del contratto, purchè la
locazione abbia data certa anteriore al trasferimento;
- il locatore ha l’obbligo di consegnare e di mantenere la cosa in stato da servire all’uso
convenuto.
- l’affittuario ha l’obbligo di servirsi della cosa secondo l’uso pattuito e con la diligenza
del buon padre di famiglia;
- salvo patto contrario l’affittuario ha la facoltà di sublocare il bene, ma non può cedere il
contratto senza il consenso del locatore.

La locazione costituisce dunque è un contratto di durata, in quanto il protrarsi "per un dato
tempo" dell'adempimento dell'obbligo a carico del locatore di far godere il bene è condizione
essenziale affinché il contratto possa realizzare la sua funzione.
La durata viene, quindi, definita elemento essenziale del contratto di locazione.


2. La locazione di immobili urbani

L. 9.12.1998, n. 431 prevede espressamente, all'art. 1, 4° co., la forma scritta per la stipula di
validi contratti di locazione aventi ad oggetto immobili adibiti ad uso abitativo.

La norma distingue tra contratti liberi e contratti tipo.

1) Per i contratti liberi è la determinazione del canone è interamente lasciata alla libera
negoziazione delle parti, ferma una durata minima quadriennale del contratto.

2) Per i contratti tipo è le parti aderiscono, beneficiando di sgravi fiscali, ad un contratto
tipo, le cui condizioni sono fissate mediante accordi stipulati in sede locale fra le
organizzazioni della proprietà edilizia e le organizzazioni dei conduttori
maggiormente rappresentative, sulla base di indicazioni contenute in una Convenzione
nazionale da promuovere a cura del Ministro dei lavori pubblici. Per questo tipo di
contratti la durata non può essere inferiore a 3 anni

226

Ø il mandato che ha per oggetto il compimento di atti relativi all'esercizio di un'impresa
non si estingue, se l'esercizio dell'impresa è continuato, salvo il diritto di recesso delle
parti o degli eredi

2. Gestioni patrimoniali

Le gestioni patrimoniali sono forme di investimento che permettono al risparmiatore di
affidare, tramite un mandato, l'investimento del proprio patrimonio a un gestore (SGR, SIM e
banche autorizzate a prestare questo servizio).


3. Contratto di commissione
Il contratto di commissione è un mandato senza rappresentanza che ha per oggetto
l'acquisto o la vendita di beni per conto del committente e in nome del commissionario.

Il contratto di commissione è un mandato dall’oggetto specifico consistente in operazioni di


compera e di vendita. Si applicano, quindi, le regole generali per il mandato senza
rappresentanza con le seguenti eccezioni:

a) La commissione è sempre onerosaè il compenso che spetta al commissionario prende


il nome di provvigione

b) E’ espressamente previsto nell’art 1735 cc la possibilità dell’entrata del
commissionario come parte del contratto
Ø Il subingresso del commissionario è subordinato alle seguenti condizioni:
1. si deve trattare di commissione di compera o di vendita di titoli, divise
o merci aventi un prezzo corrente che a norma dell'art.1515 risulti da
atto della pubblica autorità ovvero da listini di borsa;
2. deve mancare una contraria disposizione del committente èse questo
non pone alcuna proibizione, ma tace, il commissionario può vendere o
comprare in proprio.

c) Generalmente il commissionario non risponde nei confronti del committente per
l’esecuzione dell’affare.
Ø Il commissionario può, tuttavia, essere assoggettato a responsabilità con la
clausola denominata star del credere. Con tale clausola, disciplinata dall’art
1736 cc, il commissionario garantisce al committente il regolare adempimento
dell’obbligazione del terzo ed il buon esito dell’affare. Se vi è inadempimento
delle persone con cui ha concluso il contratto risponde con il proprio
patrimonio.

4. Contratto di spedizione

237


2. Obblighi e diritti del mediatore

L’attività del mediatore è finalizzata nel proprio interesse ed è a proprio rischio. Il


mediatore cioè si adopera per la conclusione del contratto per la realizzazione del proprio
diritto alla provvigione e non per l’interesse della parte.

Il mediatore pur svolgendo la propria attività in piena autonomia è sottoposto ad alcuni


obblighi specifici e precisamente:

a) Il mediatore deve comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla
valutazione e alla sicurezza dell'affare che possono influire sulla conclusione di esso.
Ø Il dovere di informazione che incombe sul mediatore è espressione del
generale dovere di buona fede e correttezza. Il mediatore deve essere imparziale
anche quando agisce su incarico e nell’interesse di una sola delle parti.

b) Il mediatore risponde dell'autenticità della sottoscrizione delle scritture e dell'ultima
girata dei titoli trasmessi per il suo tramite;
Ø In ordine agli estremi di tale responsabilità, ed agli effetti della medesima, si
applicano le norme generali.
c) Il mediatore ha l’obbligo di non divulgare le informazioni dategli dal cliente

Il mediatore ha diritto che le parti intermediate gli rimborsino le spese sostenute, qualora il
contratto non si concluda, mentre ha diritto alla provvigione ad affare concluso per effetto del
suo intervento.
Ø La mediazione è naturalmente onerosa, pertanto, il mediatore ha diritto ad un
compenso consistente nella provvigione che è elemento essenziale del
rapporto.

Ø La misura della provvigione, che grava su entrambe le parti, è determinata sul
volume dell'affare concluso. Tuttavia, le parti possono accordarsi nel senso che
essa sia dovuta anche se non si è giunti alla stipula, quindi per la sola attività
prodromica.

Ø Le parti messe in contatto dal mediatore sono libere di concludere o meno la
stipula dell’accordo. Tuttavia se la concludono egli ha diritto al compenso se il
suo intervento è stato rilevante.



Capitolo 59 | I principali contratti reali


1. IL DEPOSITO

244

La transazione è il contratto a prestazioni corrispettive a titolo oneroso col quale le parti,
facendosi reciproche concessioni, pongono fine ad una lite già incominciata o prevengono una
lite che può insorgere tra loro (cfr. art. 1965).

Perché ricorra la fattispecie in esame è necessario che le parti risolvano tale conflitto mediante
reciproche concessioni: se la concessione fosse unilaterale non avremmo una transazione
bensì una rinuncia.

Mediante le reciproche concessioni, le parti possono:
A) Incidere sul rapporto che è oggetto della lite, modificandolo (transazione semplice);
B) Sostituire integralmente la situazione preesistente (transazione novativa);
C) Creare, modificare o estinguere rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della
pretesa e della contestazione delle parti (transazione mista).

Requisiti del negozio in esame sono:
- Il conflitto di interessi qualificato dalla pretesa di un soggetto e dalla resistenza dell’altro.
- la lite deve presentare anche un connotato di incertezza;


2. La convenzione di negoziazione assistita

La convenzione di negoziazione assistita è un accordo mediante il quale le parti convengono di
cooperare in buona fede e con lealtà per risolvere in via amichevole una controversia tramite
l’assistenza di avvocati iscritti all’albo.

L’accordo in questione deve essere concluso in forma scritta, a pena di nullità, e deve
precisare il termine entro il quale completare la procedura e l’oggetto della controversia,
restandone sempre esclusi i diritti indisponibili (art. 2 D.L. 132/2014).

L’invito a concludere una convenzione di negoziazione assistita ha gli stessi effetti,
relativamente alla prescrizione, della domanda giudiziale.

Esso, inoltre, ma per una volta sola è idoneo ad impedire la decadenza.

A) La negoziazione obbligatoria (Fonte: Negoziazione assistita: guida al nuovo istituto -
www.StudioCataldi.it)
Accanto alla negoziazione facoltativa, il legislatore ha previsto anche ipotesi di negoziazione
assistita obbligatoria per le azioni riguardanti:
- il risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti e
- per le domande di pagamento a qualsiasi titolo di somme, purché non eccedenti
50.000 euro e non riguardanti controversie assoggettate alla disciplina della c.d.
“mediazione obbligatoria”.

Nei suddetti casi l’esperimento del procedimento di negoziazione assistita è condizione di
procedibilità della domanda giudiziale.

L’improcedibilità deve essere eccepita, non oltre la prima udienza, dal convenuto, a pena di
decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice.

255

Per il sorgere della responsabilità, si richiede che tra la condotta e l’evento intercorra un nesso
di causalità:
- l’evento dannoso deve essere infatti una conseguenza immediata e diretta dell’atto

Il nesso causale sussiste allorché il danno si verifica, in dipendenza del fatto umano, secondo
l’ordine naturale delle cose e non rappresenta il prodotto di circostanze eccezionali (principio
della causalità adeguata).


3. L’imputabilità del fatto: la capacità di intendere e di volere

La responsabilità civile presuppone l’imputabilità.

Perché il fatto dannoso possa essere imputato all’agente, l’art. 2046 richiede che questi sia
capace di intendere e di volere al momento in cui lo ha commesso.
Tuttavia, non viene esclusa la responsabilità dell’incapace di intendere e di volere nell’ipotesi in
cui il soggetto si sia trovato in tale stato psichico per propria colpa o per averlo
dolosamente determinato.

In caso di danno cagionato da persona incapace di intendere e di volere, il risarcimento è
dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell’incapace, salvo che provi di non aver potuto
impedire il fatto.


4. La colpa e il dolo

Il fatto dannoso, per essere illecito, deve essere commesso con dolo o con colpa.

L’atto illecito è doloso è quando chi l’ha commesso ha agito con la coscienza e la volontà di
cagionare l’evento dannoso.

L’atto illecito è colposo è quando l’evento dannoso non è voluto ma è cagionato per
negligenza, imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o
discipline.

La colpevolezza è esclusa quando l’evento dannoso dipende da una causa estranea (caso
fortuito e forza maggiore), la quale spezza il nesso di causalità.


5. La responsabilità oggettiva

La responsabilità oggettiva si fonda sulla sola esistenza del nesso di causalità.

Siamo in presenza di responsabilità oggettiva tutte le volte in cui si risponde del danno
cagionato a prescindere dal dolo o dalla colpa.

Per liberarsi dalla responsabilità, occorre dimostrare la mancanza di rapporto di causalità
fra la condotta e l’evento.

Esempi di responsabilità oggettiva:
260

Potrebbero piacerti anche