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HISTORIA ET MAGISTRA VITAE

Nozioni di Storia della Chiesa Cattolica Santa e Apostolica


( Dal Medioevo alla fondazione degli Ordini Mendicanti)
A COSA SERVE LA STORIA?

La storia è molto importante per il corso di teologia , perché ricerca il pensiero infatti la parola
ἱστορία dal greco e historia del latino significano << ricerca, indagine, cognizione>>. Perché la
storia non è altro che uno strumento di indagine di ricerca.

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La teologia è un avvenimento che studia il mistero come ad esempio:<< la nascita di Cristo, la
pasqua>>.Possiamo affermare che la storia è importante per ricostruire il passato, infatti ci sono 2
punti fondamentali che sono : 1) la storia; 2) la cronaca ( che ti spiega i fatti descritti in una sintesi
cronologica effettiva). Un esempio fondamentale:
CRONOLOGIA GEOGRAFIA
Incoronazione di Costantino I Bretagna 306

L’incoronazione di Costantino avvenne nel 306 in Britagna, ma in seguito alla battaglia di Ponte
Milvio del 28 ottobre 312 dove vide in cielo una croce e udì la voce “in hoc signo vinces”
Costantino dopo aver sconfitto Massanzio divenne l’unico imperatore della parte Occidentale ,
mentre la parte Orientale era governata da Licinio. Dopo la Battaglia di ponte Milvio è bene
ricordare un altro fatto importante di Costantino, quando nel 313 convocò a Milano un editto di
tolleranza verso la fede dei Cristiani, ma ancora in difesa della nostra religione nell’ anno 325
Costantino indisse il Concilio di Nicea I dove sconfisse Areo che sosteneva che il Padre era
generato del figlio, ma in realtà non era così perché il Figlio è generato dalla stessa sostanza del
Padre cioè “'l’ homooùsion” . Questo Concilio si concluse con una dichiarazione di fede che prese l
nome di Simboli Niceno.
Il passato che è dentro di noi ci aiuta a conoscere il presente delle nostre radici, il quale ci porta ad
aprirci verso il futuro, diventando noi come la radice di un albero che senza il germoglio ( cioè la
conoscenza) non può portare il frutto ( cioè la storia), perché la storia come direbbero i nostri
antenati : << HISTORIA ET MAGISTRA VITAE >> ( La storia è maestra di vita).
L’ALTO MEDIOEVO
Il medioevo viene creato dagli umanisti per indicare e creare il tempo di questo passaggio :

476 __________________________________________ 1500


1) Medioevo;
2) Romanità;
3) Cristianità.

La chiesa in questo tempo si era allontanata dal messaggio autentico secondo il pensiero dei
Protestanti ( infatti secondo loro Lutero è il riformatore della chiesa). Questo termine cambierà nel
1700 in un primo passo con Ludovico Antonio Muratori, questo passaggio del Muratori si
affermerà solo nel 1800 con il periodo dell’ Umanesimo. E’ da premettere che Ludovico Antonio
Muratori è anche l’autore della scoperta del frammento muratoriano, documento redatto tra il II-III
secolo, che fu trovato dal Muratori nel 1700 presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, ma venne
pubblicato soltanto nel 1740 dallo stesso Muratori.
Il medioevo ai nostri giorni viene conosciuto con la formula che il medioevo è il fondamento su
cui si fonda l’Europa. Grazie al medioevo prendono vita molti popoli come ad esempio i Vichinghi
danesi, svedesi e norvegesi, infatti il termine Vichinghi veniva utilizzato per definire i predoni
scansa navi soprattutto i Norvegesi. In questo periodo iniziamo a trovare le oblazioni barbare e
latine ( III-IV secolo fino all’ anno 1000). I Borboni con la caduta dell’ Impero Romano 476
presero il proprio diritto Romano. Il Cristianesimo è importante per questi popoli perché gli ha dato
una radice che possiamo chiamare medioevo.
ALTO MEDIEVO BASSO MEDIOEVO
476 ______________________1000 1000 ________________________________1500

Gli storici hanno segnato nelle loro ricerche un'altra data per porre fine al medioevo ( periodo che si
chiude con la spaccata creata dallo scisma creato da Martin Lutero).

TARDO MEDIOEVO

Fine 1300 _____________________________________________ Inizio 1400


BASSO MEDIOEVO ( RINNOVAMENTO)

Nell’ anno 1000 ci troviamo in un periodo di rinnovamento e di riforma, in questo periodo


nasceranno società, ed è proprio che in questo periodo nasceranno anche diversi ordini religiosi. Nel
1300 abbiamo un grande calo di popolazione grazie alla famosa “ peste nera”. Prima del 1000
troviamo anche forti invasioni saracene anche nel territorio di Agropoli e di Paestum. Papa
Adriano I ( che è stato il 95° Vescovo di Roma dal 1 febbraio 772 fino al 25 dicembre 795) nel
774 giusto due anni dopo la sua elezione appoggiò i Carolingi guidati da Carlo Martello I D’Angiò
e gli elesse sovrani del re di Francia, così i Carolingi con il papa Adriano I sconfissero i Longobardi,
che in seguito a questa sconfitta si rifugiarono prima a Benevento e poi a Salerno. Dopo i
Longobardi arrivarono i Normanni prima dell’ anno 1000. Un gruppo di loro si fermò prima in
Francia, poi in Inghilterra ed infine nel Meridione Italiano. I normanni avevano un ruolo
importantissimo che era quello di proteggere la vita del Sommo Pontefice, per questo lo stesso
pontefice ( Questo titolo lo troviamo nella Chiesa cattolica, designazione dei primi vescovi e part.
del Vescovo di Roma, che, forse per la prima volta in Tertulliano, è detto p. massimo, titolo che dal
sec. V, insieme all'altro di ‘Vicario di Cristo , divenne titolo ufficiale del papa) gli aveva donato i
feudi di : Napoli , Sicilia e Salerno, ed è per questo motivo che i Normanni erano detti “ Signori
della Santa Sede”.

Per approfondire questi eventi storici è consigliabile : Breve Storia della Chiesa di Auguste Franzez
Edizioni Queriniana 2007.

L ’EVANGELIZZAZIONE IN EUROPA

Anno 1000 Europa già cristiana:

Roma prima base cristiana ( Pietro e Paolo) parte così l’evangelizzazione:

 Francia IV secolo città cristiana : S. Martino di Tour;

 Inghilterra – Irlanda 431-432 : S. Patrizio ( al secolo Maewyin Succat . Da ragazzo


in Scozia volle cambiare il suo nome in uno dal suono più latino e scelse Patrizio)
( Britagna << Inghilterra>>, 385 – Down “ Ulster”451) porta l’ondata missionaria in
Irlanda: Scozzesi tutti di continenti anarchici, nell’ Irlanda si distinse S. Colombano;
 Germania VII secolo : S. Bonifacio ( si chiamava Winfrid prima di diventare
monaco presso l’abazia di Exter e di Nurslig) (Wessex << Inghilterra>>, 680 ca.-
Frisia, 5 giugno 764)
 Moravia ( Repubblica Ceca) 863/864: S. Cirillo e Metodio ( inventori dell’ alfabeto
cirillico);
 Russia “ Kiev” 988: Conversione e battesimo della Regina Olga con il nome di Elena
e del nipote Vladimiro I di Kiev che inseguito alla sua conversione al cristianesimo
987 fece diventare tutto il suo regno cristiano.

L’EVANGELIZZAZIONE DELL’ANNO 1000


L’ Europa era già cristiana intorno all’ anno 1000 perché i popoli Latini, Barbari,
Germanici e Slavi si erano uniti tutti alla cultura romana del cristianesimo.

RINNOVAMENTO MONASTICO

I Carolingi ( sono un impero storico che vede le sue origini a partire da Pipino il giovane
che fondò questa dinastia nel 688 a cui diede il nome del figlio Carlo Martello eroe della
battaglia di Poitiers nel 732. Dopo di Carlo diversi anni dopo inseguito all’ incoronazione
dell’ imperatore Carlo Magno avvenuta nella notte di Natale dell’800 d. C. per
l’imposizione delle mani di papa Leone III l’impero carolingio cambiò nome assumendo
quello d’impero romano) avevano imposto a tutti gli ordini religiosi la regola “ORA ET
LABORA ET LEGE ET NOLI CONTRISTARI” di S. Benedetto ( Norcia 480-
Montecassino “Frosinone” 547) che aveva fondato nel 540. L’ordine benedettino
inseguito dopo la morte del fondatore si era distaccato un poco ( lo stesso principio di
distaccamento lo troviamo anche nei Frati Francescani, infatti tra il 1257 al 1274 ci fu un
riassetto organizzativo quando era Ministro Generale S. Bonaventura da Bagnoregio)
per questo che troviamo diverse riforme benedettine:

 CLUNACENSI 910: fondati a Cluny ( Francia) inseguito alla donazione fatta dal
Duca Guglielmo d’ Aquitania, detto “ il Pio”. La regola portò alcun e modifiche
rispetto a quella originaria di S. Benedetto, queste furono le modifiche : al posto
ORA ET LABORA venne modificata in solo “ ORA”. Quest’Abbazia aveva il
privilegio di poter scegliere loro il proprio abate per questo il monastero veniva
eletto dal Papa.
Atto di fondazione di Cluny:
«Io Guglielmo, per dono di Dio conte e duca, considerando con sollecitudine e
volendo provvedere, finché è lecito, alla mia salvezza, ho ritenuto ben fatto, anzi
assolutamente necessario affidare a profitto della mia anima un qualche poco
dei beni che mi sono stati affidati temporalmente… Dunque a tutti coloro che
vivono nell’unità della fede e aspettano la misericordia di Cristo, i seguenti
beni di mia legittima proprietà trasmetto dalla mia signoria a quella dei santi
apostoli Pietro e Paolo, e cioè la villa di Cluny con la corte e la parte dominica e
la cappella che vi è, con tutte le sue pertinenze, vale a dire ville, cappelle, servi dei
due sessi, vigne, campi, prati, boschi, acque e corsi d’acqua. Tutte queste cose ai
sopraddetti apostoli io, Guglielmo, dono con mia moglie Ingelberga, prima di tutto
per l’amore di Dio, poi per l’anima del signor mio il re Odone, di mio padre e di
mia madre, per me e mia moglie, cioè per la salvezza delle anime nostre e dei
corpi… nonché per lo stato e l’integrità della religione cattolica.

Stabilisco che a Cluny sia costruito un monastero di regolari in onore dei santi
apostoli Pietro e Paolo, e che vi si raccolgano monaci che vivono secondo la
regola di San Benedetto, che i suddetti beni in perpetuità possiedano…; sicché…
si ricerchi e si brami con desiderio ed intimo ardore la vita celeste, ed
assiduamente orazioni, invocazioni e suppliche siano dirette al Signore, tanto per
me quanto per tutti coloro di cui si è fatta memoria. E siano tutti questi monaci con
tutti i soprascritti beni sotto il potere e la signoria di Bernone abate che, fin
quando vivrà, presiederà loro secondo quanto saprà e potrà. E dopo la sua
dipartita abbiano i monaci licenza e potestà di eleggere come loro abate e
protettore chiunque del loro ordine.
Vogliamo anche che da questo giorno gli stessi monaci ivi raccolti non siano
soggetti al giogo né nostro né dei nostri parenti, né di qualunque potestà (rinuncia)
terrena, e neppure ai fasti della maestà regia; né alcuno osi invadere i beni degli
stessi servi di Dio… darli in beneficio a qualcuno né istituire sopra di loro qualche
autorità contro il loro volere. E acciocché tale atto nefando più fortemente sia
impedito a tutti i temerari e ai malvagi soggiungo, a rafforzare, ancora questo: Vi
scongiuro o santi apostoli e gloriosi principi della terra, Pietro e Paolo, e te,
pontefice dei pontefici della sede apostolica, che siate tutori e difensori del
suddetto luogo di Cluny e dei servi di Dio che quivi risiedono nonché di tutti
questi beni»
ABATE COMMENDATARIO : poteva essere scelto anche un laico come un
Generale in pensione, che riceveva una certa somma di denaro come ad esempio :
S. Carlo Borromeo che all’età di 13 anni aveva alcune Abbazie sotto la sua
giuristizione;
IL GIORNO DEL DIES NATALIS ( GIORNO DEI MORTI): il 2 novembre
giorno che noi celebriamo i fedeli defunti, lo celebriamo secondo l’antico rituale
nato proprio presso l’Abbazia di Cluny.
LA RIFORMA CLUNACENSE: non è altro che la riforma nata presso l’Abbazia
di Cluny che prevedeva nelle Abbazie la presenza di un solo Abate.
Raimond Husserl afferma che il successo di Cluny avviene grazie alla santità dei
loro Abati che coinvolge il successo dell’ ideale monastico.
Con la Rivoluzione francese ( periodo di sconvolgimento sociale e culturale
estremo, prevalentemente violento iniziato nel 1789 e concluso il 1799) l’
Abbazia di Cluny venne rasa al suolo, infatti si sono perse in quel periodo
numerose reliquie che erano conservate i quel posto.
Per approfondire quest’argomento è importante leggere : I monaci di Cluny di
Glauco Maria Cantarella, Edizioni Einaudi 1993;
 VALLOMBROSIANI 1309: fondati da S. Giovanni Gualberto presso la località
di Vallombrosa. Durante la riforma gregoriana hanno avuto una maggiore
importanza; anche l’istituzione dei fratelli conversi ( espressione usata la prima
volta nella vita di S. Giovanni Gualberto scritta dal vallombrosiano Andrea
Strumi) la dobbiamo a questo ordine che in seguito venne adottata anche dagli altri
ordini religiosi. L’ordine fu approvato da Papa Vittore II nel 1055 e posto sotto la
protezione della sede apostolica da Urbano II , nel 1090 che ne garantì la totale
indipendenza da estrani per l’elezione dell’ abate generale;
 VIRGINIANI 1124: fondati da Guglielmo da Vercelli, o di Montevergine
(Vercelli, 1085 – Abbazia del Goleto, 25 giugno 1142 e poi dopo il 2 aprile 1807
per volontà del re di Napoli Gioacchino Murat fu portato a Monte Vergine) presso
Avelino presso la vetta del luogo Partenio ( Monte Vergine). La congregazione
dei Virginiani è rimasta autonoma fino all’8 agosto 1879 quando fu unita da Leone
XIII alla Congregazione sublancense;
 CAMALDOLESI 1012: fondati da S. Romualdo Abate .La congregazione dei
camaldolesi venne riconosciuta da papa Pasquale II il 4 novembre 1113. I
camaldolesi, forse fin dall'epoca della loro fondazione, vestono di bianco. Gli
eremiti vivono isolatamente, in tante celle separate entro il recinto dell'eremo, e
sono dediti soprattutto alla salmodia, i cenobiti o monaci vivono in edifici comuni,
e si dedicano a opere di ministero spirituale. Bisogna premettere che S. Romualdo
in primo periodo era eremita ma poi divenne cenobita come ci ricorda lo stemma
formato da due colombe che si abbeverano a un solo calice;
 CAVENSI 1011: fondati da Sant’ Alferio Pappacarbone (Salerno, 930 – Cava de'
Tirreni, 12 aprile 1050 ). Sant’ Alferio prima di fondare il monastero di Cava era
stato a Cluny dal 1002 fino al 1011, infatti l’ Abazia di Cava da lui fondata si
rifaceva allo stile di Cluny. L’Abazia di Cava è stata molto fondamentale nell’
educazione specialmente per i territori di Nola, Salerno e Cava ecc.. perché si
parlava solo il greco, ma con la fondazione di Cava si iniziò a celebrare anche la
messa in latino;
 CERTOSINI 1084: fondati da S. Bruno di Colonia ( Colonia 1030- Serra S.
Bruno “ Vibo Valentia- Calabria” 6 ottobre 1101). Bruno ancora giovane venne
educato alla scuola del duomo di Reims, dove vi rimase per circa trent’anni; fin dal
1057 l’arcivescovo di quella città, Gervasio, gli affidò il ruolo di Scholasticus,
cioè la direzione della scuola di cui era stato allievo. Fra i suoi allievi ebbe il
futuro Papa Urbano II. Bruno dopo l’educazione e dopo essere stato maestro di
teologia aspirando alla vita solitaria si ritirò a Chartreuse ( questo nome darà
origine a monaci certosini) che è una valle alpina, coperta di fitto bosco a circa
mille metri di altezza. Molto probabilmente era il giorno di S,. Giovanni Battista
( 24 giugno 1084) quando Bruno ei suoi compagni giungono in questo posto
iniziano a costruire le prime celle nei pressi di una sorgente con accanto anche una
chiesa in pietra. I Fratelli laici si alloggiano nella sezione più bassa della valle,
nella così detta << casa inferiore>> a circa tre chilometri dal romitorio, dotata di
un'altra chiesetta, di abitazioni, di fattoria, stalla e laboratori. I monaci chierici si
riuniscono nella chiesa sopra per la recita del corale del mattutino, lodi e vespri. Le
altri parti degli uffici liturgici li recitavano nelle loro celle, dove facevano anche la
<< lectio divina>>, la refezione, il riposo e il lavoro manuale. Nelle domeniche e
nelle feste maggiori celebravano l’ufficio e la messa corale in chiesa, trovandosi
poi nel refettorio comune. papa Urbano II ( dal 12 marzo 1088 al 29 luglio 1099)
che era stato allievo in Francia di Bruno lo chiamò a Roma come suo consigliere
personale. Quando Bruno obbedì alla chiamata del Papa, previde che la sua
giovane comunità di Certosa avrebbe sofferto molto del suo allontanamento, ed
infatti i suoi confratelli, reputando di non poter continuare senza la sua guida la
vita che con lui avevano abbracciato, si dispersero. Bruno da Roma riuscì tuttavia
a convincerli a riprendere la «via del deserto» e sotto la direzione di Lanuino, da
lui indicato come superiore, il gruppo si riunì di nuovo nell'eremo abbandonato.
Quando Urbano II fuggì da Roma, in seguito all'invasione dei territori pontifici da
parte dell'imperatore tedesco Enrico IV ed alla elezione dell'antipapa Guiberto,
Bruno si trasferì con la corte papale nell'Italia meridionale. Su proposta di papa
Urbano i canonici di Reggio Calabria lo elessero arcivescovo, ma egli declinò la
mitra per amore della sua vocazione contemplativa e con il desiderio di ritrovare al
più presto la solitudine. In seguito richiese e ottenne il permesso di ritirarsi in
solitudine negli stati normanni, recentemente conquistati dal conte Ruggero I
d'Altavilla, raggiungendo così il suo scopo. Bruno dopo aver fondato la certosa di
S. Stefano (1091) attuale Serra S. Bruno si spense in quel posto il 6 ottobre 1101;
 MONACI BASILIANI DI GROTTAFERRATA Prima del 1024 : fondati da
S. Nilo Abate ( Rossano, 910- Tusculum , 26 settembre1004). Intorno all’ anno
1000 si recò a Roma insieme a Bartolomeo il giovane ( che aveva conosciuto
nel 994 S. Nilo presso l’ Abbazia di Montecassino ) per implorare pietà per il
paesano Giovanni Filagato, autoproclamatosi papa con il nome di Giovanni XVI,
presso l’imperatore Ottone III attraverso la meditazione di papa Gregorio V.
Durante il viaggio presso l’attuale Grottaferrata comparve ai 2 monaci la Madonna
che chiese loro di fondare un tempio e un monastero. Nilo morì nel 1004 e
Bartolomeo curò la realizzazione del monastero ( del quale divenne Abate) e della
chiesa che venne consacrata da papa Giovanni XIX ( dal 19 aprile 1204 al 9
ottobre 1032) nel 1024. Grazie a questo viaggio verso Roma di Nilo a Roma
possiamo comprendere che c’erano le prime radici dell’ ordine dei Monaci
Basiliani di rito greco-romano.
GRANDE SCISMA (1054)

CHIESA CATTOLICA ROMANA CHIESA ORTODOSSA


Tentativi di unione Sull’ inizio
1274 Concilio di Lione 1054 Pentarchia
1439 Concilio di Firenze 1204 Roma
Unione di Brest (Francia) uniatismo 1472 Alessandria
Chiese di rito greco-cattolico Antiochia
23 dicembre 1595

Motivi
interni di Costantinopoli
rottura
Motivi esterni di Gerusalemme
rottura

Fino al 1054 era solo una chiesa ma poi venne divisa sullo schema. Nel Concilio di
Firenze si presentarono rappresentati della chiesa orientale e occidentale. L’unione
che avvenne a Firenze non ebbe successo, mentre a Brest nasce l’uniatismo perché
si distaccarono dall’ imperatore e passarono a riconoscere il papa ( chiesa Greco-
Romana).
SULL’ INIZIO
Gli storici si sono divisi sulla data dello scisma, perché lo scisma è un risultato di
un progressivo distanziamento. Dire che lo scisma inizia nel 1054 è una fine di
percorso, ma in realtà tutti affermano tale data. Alcuni storici affermano che
nell’anno 1204( in cui si svolgeva la quarta crociata) i crociati al posto di andare a
Gerusalemme andarono a saccheggiare la Città di Costantinopoli , dove vennero
soppressi gli Ortodossi dando una maggiore importanza ai Latini, questo periodo
segna l’inizio della seconda Crociata. In questo periodo i Veneziani
saccheggiarono molte reliquie dei santi come quelle di S. Andrea che si trovano
presso la Cattedrale di Amalfi ( iniziata a costruire nel 987 ). Secondo altri storici
lo scisma ebbe inizio nel 1472 quando venne sconfessato il Concilio di Firenze da
parte degli orientali .

In questo periodo del Grande Scisma furono


pontefice:

Leone IX ( dal dicembre 1048 al 19 aprile


1054).

LE CAUSE DELLO SCISMA


Motivi interni ( disciplina, diritto canonico);
Motivi esterni ( motivi culturali).

Motivi interni basati sul Filioque ex Patre Filioque ecc.

Lo Spirito che procede dal padre e dal figlio per il figlio. I latini venivano
accusati dagli orientali di aver aggiunto il Filioque, perché la sorgente della
trinità viene generata dal Padre che è colui che si rivela a noi attraverso il Filioque
perché sono 2 fonti. Secondo gli Orientali utilizzare la formula latina era un eresia
perché non era scritta nel testo greco ma è stato fatto perché era un riconoscimento
da parte loro.

Il termine Filioque fu inserito nel Concilio di Toledo III (589) e poi aggiunto nel
Credo perché la parola per approfondire ed affrontare la consustanzialità, nei
concili quando introdussero questo tema c’erano ancora gli Ariani perché
dicevano che Dio è superiore al Figlio. Il concilio di Toledo introdusse il Filioque
per far capire agli Ariani che Gesù era il Figlio di Dio. Questa formula del Credo
fu sfruttata da parte di Carlo Magno per marcare quelli che erano da parte, tant’ è
vero che papa Leone III ( dal 27 dicembre 795 al 12 giugno 816) fece affiggere il
testo greco alle porte delle chiese. Nel 1014 quando avvenne l’incoronazione di
Enrico II da parte di Benedetto VIII ( dal 1012 al 1024) fu aggiunta la recita del
Credo nelle feste e nelle domeniche.
MOTIVI INTERNI ( DOGMATICI)

1. Filioque;
2. Primato pietrino

Nella chiesa antica il governo veniva affidato alla Pentarchia 5 grandi Arcidiocesi
che avevano il governo della chiesa. Gli orientali non avevano nessun problema
poiché era la capitale dell’ impero. Dopo il 1054 viene fuori il primato pietrino perché
cadde la Pentarchia. Il rispetto e l’onore riservato agli altri di vescovi di Roma era un
primato di onore perché è successore di Pietro, perché aveva un primato di
giurisdizione che non può comandare le altre chiese secondo gli ortodossi;

MOTIVI INTERNI ( CAMPO LITURGICO)

Dall’ VIII sec. è prevalso nell’ occidente l’uso del pane azzimo durante la liturgia
per motivi pratici ed igienici difatti gli ortodossi dicevano che noi cristiani eravamo
azzimiti, proprio loro che hanno che hanno diverse diversità liturgiche come le date, i
sacerdoti si possono sposare, anche giurisdizioni canoniche portano la differenza del
dominio del papa e del Patriarca;

MOVIMENTI INTERNI ( MOTIVI POLITICI)

Nel 476 si ebbero dei motivi politici, mentre già nel 330 Costantino aveva spostato
da Roma a Costantinopoli il dominio perché era un motivo centrale essendo
Costantinopoli al centro, perciò nel XVVI secolo avvenne tra Oriente ed Occidente
una spaccatura con l’impero di Carlo Magno;

MOTIVI ESTERNI (FATTORI CULTURALI)

Il bilinguismo che ci dice che in Occidente si parlava la lingua latina e in Oriente


la lingua greca. Prima del 1054 fra Roma e Bisanzio si verificarono alcuni scismi
come quello di Ponzio. Lo scisma è porta il distanziamento.

1054 (ANNO DELLE SCOMUNICHE ) del Patriarca e dei suoi:

Luglio 1054 papa Leone IX patriarca Michele Celulario

imperatore Costantino IV Bizantino

Scomuniche

Delegazione Pontificia: Pietro di Amalfi

Federico di Lorena

Umberto di Silvacandida

AD VERSUS GRAEGORIO CALUNNIAS


Questa bolla il 16 luglio 1054 venne lasciata da Umberto di Silvacandida sull’ altare di
Aya Sopya “ Santa Sofia ” conosciuta anche come Basilica della Divina Sapienza di
Costantinopoli ( Bisanzio- Istambul) con questa bolla venne scomunicato il patriarca
di Costantinopoli Michele Ceruraio perché nel 1053 aveva fatto chiudere le chiese
latine per l’uso del pane azzimo ( cfr. causa dello scisma motivo interno) ma anche se
Papa Leone IX aveva protestato non veniva ascoltato e perciò si diede inizio a questa
scomunica.

Michele Cerurario ( Costantinopoli,1000- Costantinopoli,1059) diventa patriarca di


Costantinopoli ( dal 1043 al 1059) e anche valoroso difensore della chiesa orientale, e
per questo definì i latini eretici ( campagna contro la chiesa latina). Il suo gesto
peggiore nei confronti contro i latini fu quello di calpestare la divina eucarestia. Papa
Leone IX inviò una delegazione Pontificia a Costantinopoli per creare un rapporto di
alleanza tra Papa e l’ Imperatore Bizantino per cacciare i Normanni ( era il comune
con questa finalità politica). Umberto di Silvacandida persona colta ed entusiasta
della Riforma Romana ma aveva solo un difetto che era molto attivo in posizioni
assurde. Nel 1054 l’imperatore cerca di rimediare la scissione contro i latini così si
arrivò il 13 luglio del 1054 ad una sinassi. Di tutto ciò il 1054 fu l’anno delle
scomuniche noto per aver portato la divisione fra le 2 chiese anche se i canonisti
ritenevano che questa divisione non era valida perché era sede vagante perché il papa
era morto.

Secondo il cardinale Walter Kasper : le scomuniche non segnalarono lo scisma tra le 2


chiese che hanno avuto una lite di poca rilevanza Bartolomeo I ritiene che le persone
hanno avuto un ruolo che non ha segnato lo scisma perché erano popoli di diversa
mentalità. Questo particolare lo affermano sia Kasper che Bartolomeo I che
sostengono che la lite non è dovuta alla fede, ma si era già talmente lontani da secoli
con la loro mentalità. Nel 1439 in occasione del Concilio di Firenze erano passati 385
dal 1054 e per questo le 2 chiese si incontrarono e si riuniscono anche se non si
legano fra di loro.

CONCILIARISMO

Basilea Eugenio IV pontefice

1439 Ferrara Giovanni VIII imperatore

Giuseppe II patriarca

Firenze : LAETERNUM COELI

3 questioni :

Filioque Questione Primato


defunti pietrino
A Ferrara erano presenti 700 Greci tra cui quelli dell’ imperatore Giovanni VIII e
quelli del patriarca Giuseppe II. C’erano diversi oppositori fra di loro, ed è per questo i
greci facevano capire ai latini le loro diverse difficoltà per questo che il Concilio di
Firenze ( Cattedrale di S. Maria del Fiore) molte volte stava per naufragare. Una di
queste questioni fu il fatto del bacio del piede o della pantofola del Papa, questo gesto
del bacio fu molto difficile perché significava che l’imperatore e il patriarca si
sottomettevano al potere del Sommo Pontefice solo dal lato bizantino. Ci fu anche
una definizione che è la seguente: i greci dicevano che c’era una diversa attesa,
mentre i latini dicevano che c’era una posizione che diceva che dopo la morte coloro
vengono accolti. Per i Greci era diverso per questo dovevano attendere prima di
entrare in paradiso.

Documento Laeternum Coeli:

Gioiscano i cieli, esulti la terra (Sal 95,11), perché distrutta la muraglia che separava la
chiesa d'occidente da quella d'oriente, ecco che la pace e la concordia sono tornate .
E dopo una lunga notte di tristezza e le fitte e odiose tenebre di una lunga separazione,
finalmente è apparso per tutti il giorno sereno della unione tanto desiderata.

Gioisca anche la madre chiesa, che ormai vede i suoi figli tornare all'unità e alla pace
dopo essere stati tanto a lungo divisi; essa, che prima piangeva così amaramente per la
loro divisione, con ineffabile gioia rende grazie a Dio onnipotente per la loro
meravigliosa concordia di oggi. Esultino tutti i fedeli in ogni parte, del mondo, e quelli
che portano il nome di cristiani si rallegrino con la chiesa cattolica, loro madre. Ecco,
infatti che i padri occidentali e orientali, dopo un lunghissimo periodo di dissensi e di
discordie, affrontando i pericoli del mare e della terra, superate fatiche di ogni genere,
sono convenuti, lieti e alacri, a questo santo concilio ecumenico col desiderio di
rinnovare la sacratissima unione e ristabilire l'antica carità. E non sono stati delusi
nella loro attesa. Infatti dopo lunghe e laboriose ricerche finalmente, per la
misericordia dello Spirito santo, hanno infine raggiunto questa unione così desiderata
e così santa.

Circa la processione dello Spirito Santo

Dopo aver riferito le testimonianze tratte dalle sacre Scritture e da molti passi dei santi
dottori: dell’oriente e dell'occidente, poiché gli uni dicono che lo Spirito santo procede
dal Padre e dal Figlio, e gli altri invece che procede, dal Padre attraverso il Figlio, ma
volendo tutti esprimere la stessa cosa con formulazioni diverse, i Greci hanno
assicurato che, dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre, non intendono
escludere il Figlio; ma che, sembrando loro, a quanto dicono, che i Latini
professassero che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio come da due
princìpi e da due spirazioni, essi si astenevano dal dire che lo Spirito santo procede dal
Padre e dal Figlio. Quanto ai Latini, hanno dichiarato che dicendo che lo Spirito santo
procede dal Padre e dal Figlio non avevano l'intenzione di negare che il Padre sia la
fonte e il principio di ogni divinità, cioè del Figlio e dello Spirito santo; né volevano
sostenere che il Figlio non abbia dal Padre il fatto che lo Spirito santo procede dal
Figlio, né infine ammettere due princìpi o due spirazioni, ma affermare un solo
principio e una sola spirazione dello Spirito santo… E poiché da tutte queste
espressioni scaturisce una sola e identica verità, si sono finalmente e unanimemente
intesi e accordati, in uno stesso spirito e in una uguale interpretazione, sulla seguente
formula d'unione santa e gradita a Dio.

L’aggiunta del Filioque

Definiamo, inoltre, che la spiegazione data con l'espressione Filioque è stata


lecitamente e ragionevolmente aggiunta al simbolo per rendere più chiara la verità
e per una necessità urgente di quel momento. Parimenti definiamo veramente
consacrato il corpo del Cristo nel pane di frumento, sia azzimo che fermentato, e che i
sacerdoti devono consacrare il corpo del Signore usando dell'uno o dell'altro pane,
ciascuno secondo il rito della propria chiesa, sia essa occidentale o orientale. Inoltre
definiamo che le anime dei veri penitenti, morti nell'amore di Dio prima di aver
soddisfatto con degni frutti di penitenza ciò che hanno commesso o omesso, sono
purificate dopo la morte con le pene del purgatorio e che riceveranno un sollievo da
queste pene, mediante suffragi dei fedeli viventi, come il sacrificio della messa, le
preghiere, le elemosine e le altre pratiche di pietà, che i fedeli sono soliti offrire per gli
altri fedeli, secondo le disposizioni della chiesa. Quanto alle anime di coloro che, dopo
il battesimo, non si sono macchiate di nessuna colpa, e anche riguardo a quelle che,
dopo aver commesso il peccato, sono state purificate o in questa vita o dopo la loro
morte nel modo sopra descritto, esse vengono subito accolte in cielo e vedono
chiaramente Dio, uno e trino, come egli è, ma alcune in modo più perfetto di altre, a
seconda della diversità dei meriti.

Invece, le anime di quelli che muoiono in stato di peccato mortale attuale o con il solo
peccato originale, scendono immediatamente all'inferno per essere punite con pene
diverse.

Primato petrino

Definiamo inoltre che la santa Sede apostolica e il romano pontefice hanno il primato
su tutto l'universo; che lo stesso romano pontefice è il successore del beato Pietro
principe degli apostoli, è autentico vicario di Cristo, capo di tutta la chiesa, padre e
dottore di tutti i cristiani; che nostro signore Gesù Cristo ha trasmesso a lui, nella
persona del beato Pietro, il pieno potere di pascere, reggere e governare la chiesa
universale, come è attestato anche negli atti dei concili ecumenici e nei sacri canoni.

Con questo documento, ci fu l’unità delle chiese, ma quando i greci tornarono a casa
non ha funzionato secondo il gesuita Joseph Gill e che ha descritto nel suo libro IL
CONCILIO DI FIRENZE, G. C. Sansoni editore, Firenze 1 gennaio 1967. In questo
libro Gill si pone 3 domande:

1. Gli orientali presenti al concilio fiorentino rappresentavano la chiesa


ortodossa?
2. Fu esercitata pressione sui greci per costringerli ad accettare o a sottoscrivere
il loro decreto?
3. Fu impedito ai greci di dire il loro pensiero liberamente nei dibattiti conciliari?

Gill a queste sue domande traccia le seguenti risposte:

1. Gli orientali presenti al concilio rappresentavano la chiesa ortodossa perché c’


era un numero maggiore di esponenti laici ( Imperatore) e anche il Patriarca e
un maggiore numero di teologi bizantini, quindi la chiesa ortodossa bizantina
era maggiormente rappresentata circa di 780 persone, ma c’ era anche una
minoranza combattiva capeggiata dal vescovo di Efeso che si faceva sentire Gill
aggiunge questo suo pensiero: può d’arsi che i greci presenti a Firenze avessero
un secondo scopo politico che imponeva all’ Oriente di avvicinarsi all’
Occidente: non a caso nel 1453 Costantinopoli cadde sotto il dominio dei
turchi, infatti non a caso l’imperatore nel 1439 voleva un aiuto per sconfiggere i
turchi. Può d’arsi che c’ era questo motivo politico, ma può d’ arsi che non c’è
ragione di credere che il motivo politico sia solo il principale;

2. Fu esercitata la pressione perché i latini sottoscrivessero il decreto? I latini


fecero questione? I fatti ci fanno capire che questioni non ce ne sono state.
Quando il Papa fece questione per essere baciato il piede il Patriarca come ha
risposto di no! Quindi non fu fatta nessuna questione. Gill dice : che il Concilio
fu sospeso perché i greci avevano bisogno di riflettere, dopo questa riflessione
inviarono al Papa un ultimatum con queste parole: “ Non possiamo continuare
a perdere tempo, abbiamo la nostra dottrina quella dei 7 Concili e ce ne
torniamo a casa” i greci rimasero nella loro posizione ma tutto si sbloccò
quando il concilio cambiò la metodologia da linguaggio filosofico a quello
patristico ( che è quello della teologia che secondo il linguaggio orientale
equivale alla scrittura, per ché una cosa sola dice la bibbia) per questo non ci fu
la pressione ;

3. Fu impedito ai greci di dire il loro pensiero liberamente nei dibattiti conciliari?


Non fu impedito di esprimersi liberamente. Gill conclude che i greci venuti a
Firenze erano convinti liberamente della dottrina dei latini, ma la loro
sicurezza teologica vacillò a Costantinopoli perché vacillò perché il popolo non
era stato preparato ( per questo quando uno è parroco deve saper educare la
comunità parrocchiale altrimenti tri verrà sempre conto) per questo è importante
la storia per avere il sensus ecclesiae. Questa rottura secondo Gill è dovuta al
fatto che il popolo è stato messo da parte di tutto.
J. Menyendorff ha scritto un libro: LO SCISMA TRA ROMA E
COSTANTINOPOLI è da premettere che J. Menyendorff è un teologo bizantino
della chiesa orientale adesso vediamo cosa dice rispetto a Gill o se le sue posizioni
sono le stesse di Gill. Menyendorff concorda che lo scisma è il risultato di un
processo di allontanamento le chiese si sono allontanate poco per volta , questo
allontanamento è dovuto al modo diverso di pensare Dio ( la teologia) è fatta in un
modo diverso che ci porta a vedere la chiesa secondo un altro modo per questo
l’immagine di Dio cambia perché c’ è una differenza che possiamo definire in 2
modi :

1. La TEOLOGIA CRISTIANA : per i latini si mette al centro l’opera compiuta


da Cristo ( che sale al mondo attraverso la morte e risurrezione, quindi Cristo libera
l’uomo dal peccato dando all’uomo la capacità di vivere nel bene di operare il bene)
la teologia come direbbe S. Tommaso: Theologia ancilla philosophiae che ci fa
capire questa affermazione di S. Tommaso? Alla tesi tomista che la filosofia (il
sapere fondato sulla ragione) è «l'ancella della teologia» (ossia del sapere fondato
sulla fede);

2. La TEOLOGIA ORIENTALE: non si ha la presenza di Cristo al centro come


noi cristiani che siamo cristocentrici, ma loro hanno un'altra visione per loro al
centro c’è Dio la paternità di Dio, il mistero di Dio e quindi il compiere verso Dio
nel silenzio, nell’ adorazione che è il mistero inaccessibile infatti la teologia
orientale pronuncia gli elementi mistici ed ecclesiologici della fede della
trascendenza di Dio che si rivela nel figlio, questa teologia vien fatta in ginocchio,
in preghiera orante ( mentre noi cristiani siamo più colti) la teologia si svolge in un
contesto liturgico : lettura della bibbia ed il racconto dei padri. Cambia solo il punto
di partenza che riscontriamo soprattutto nel campo liturgico : la liturgia bizantina ti
coinvolge nel mistero dove riflette la presenza di Dio, noi abbiamo cattolici tolto
diversi segni che sono importanti per farci penetrare nel mistero della liturgia ( che
è fatta di gesti) mentre i bizantini gli hanno lasciati.

L’ARCHITETTURA DELLA CHIESA BIZANTINA-ORIENTALE


Croce latina: Croce bizantina- orientale:

Tutte le chiese latine sono a forma di croce ( perché hanno Cristo a centro) come ad
esempio la Cattedrale di Napoli o le altre chiese che riconoscono grazie all’ abside,
sede e le navate; mentre la chiesa bizantina si riconosce dallo stile della croce ( cristo
pantocato) che sottolinea la paternità di Dio che apre le sue braccia al figlio. E’
importante questo insieme che troviamo tra la teologia, arte e liturgia ( che sono 2
modi di pregare Dio anche attraverso l’arte).

J. Menyendorff : Questa separazione che è avvenuta è legata a due fattori anche per il
modo di pensare Dio infatti: in Oriente la chiesa è fondata sotto il dominio dell’
Imperatore ( che aveva il compito di difendere la chiesa), mentre in Occidente era
legata al papa. Da una parte è concordia, mentre dall’ altra è una reale esistenza della
chiesa. A Firenze la chiesa fu capeggiata dai bizantini perché avevano bisogno di un
grande sostegno militare e politico con la dinamica dei Turchi. L’accordo fatto a
Firenze è frutto di disperazione da parte dei latini ( greci) provenienti da una città
aggregata.

476 Abbiamo il crollo dell’ impero romano d’occidente a Firenze ;

1453 Crolla ( in Oriente) a Costantinopoli e si trasferisce a Mosca il patriarca è lo Zar.

DIALOGO ECUMENICO

Il popolo non era stato preparato, infatti per alleviare questo disagio in questi anni si
sta creando il dialogo ecumenico. Adesso queste due chiese sono sorelle ma non c’ è
ancora quel patto d’unione fra di loro:

1054 Scomuniche 1204 1439 1453


Crociata contro Concilio di Firenze Crollo di
Costantinopoli Costantinopoli
Dopo il 1453 c’è stato un grande silenzio fino a questi eventi importanti che hanno cambiato la
storia della chiesa:

05/01/ 1964 07/12/1965 14/01/1975


Papa Paolo VI Fu rilasciata una Sempre il grande papa
incontra a dichiarazione comune Paolo VI fece un altro
Gerusalemme il dalla parte latina da parte grande gesto di fede
Patriarca Atenagora e del papa e anche da parte baciando i piedi di
lo abbracciò questo è del patriarca che metteva Atenagora. Questo bacio
il segno di un inizio di fine alle scomuniche del del piede ci ricorda
cammino insieme 1054 di Cerurario e di quello di Eugenio IV che
dopo molti secoli. Silvacandida dando vita pretendeva il bacio.
al dialogo ecumenico. Invece Paolo VI fa
questo gesto per cercare
di ricomporre la chiesa.

Questi gesti di apertura e di distinzione sono molto importanti, ma non sono ancora
nella piena comunione con loro per questo non possiamo ancora celebrare insieme
perché non c’è ancora un dialogo completo, però questi segni d’apertura importanti
sono stati fatti da papa Paolo VI anche se le 2 chiese sono ancora divise ma senza un
linguaggio di tensione, è proprio per questo che il giorno di S. Pietro S. Giovanni
Paolo II chiamava sempre il patriarca di Costantinopoli che si affacciavano insieme
sul pianerottolo di S. Pietro ed entravano insieme benedicendo il popolo.

RIFORMA GREGORIANA

“ Svolta del Papato”

( Svolta del papato dalla fine dell’ XI ° secolo fino al XIII ° secolo)

Apogeo
“ lontano” del
papato .
Secolo in cui è
vissuto S.
Francesco d’
Assisi

Con la Riforma Gregoriana abbiamo un principio di cambiamento della chiesa


(plenitudo potestatis) cioè la il potere del romano pontefice sia interno ( ad intra) che
esterno ( ad extra) fino alla società. In questo periodo iniziamo a trovare il titolo di
Vicarius Christus perché il Papa è Cristo in terra e quindi anche l’ imperatore si deve
sottomettere a lui. Solo se noi riusciamo a comprendere questo periodo possiamo
capire le vicende del papato fino ai nostri giorni.
Imperatore Enrico III 1046 1122
Impulso morale 1075 Riforma Concordato di
Terminus ad quo istituzionale Worms
( inizio) Terminus ad que
( fine)

Pontefici che iniziarono la


Riforma Gregoriana:

Clemente II ( 1046-1047);

Damaso II ( 1047-1048);

Vittore II ( settembre 1054


fino al 28 luglio 1057).

Questi 3 Papi era tutti


tedeschi perché erano stati
scelti dall’ Imperatore.

La riforma porta il nome di Gregorio VII ( che sale sul trono nel 1073) ma inizia
prima della sua elezione, porta il suo nome perché ha saputo dare un maggiore
impulso rappresentativo. Fino al 1705 la prima parte si concentra solo sulla chiesa
riforma morale ( i mali presenti nella chiesa trattato dai predecessori di Gregorio). Nel
1075 c’è una svolta nella riforma che diventa di tipo istituzionale ( lotta delle
investiture).

RIFORMA MORALE ( 1046)

Inizia con l’ imperatore tedesco Enrico III ( 28 ottobre 1016 - 8 ottobre 1056) per
mettere la pace all’ interno del papato . L’imperatore arriva e si ferma a Sutri
( provincia di Viterbo) qui l’ imperatore convoca un sinodo dove vengono deposti dal
loro incarico 3 papi ( deposizione di Sutri). Perché c’erano 3 papi in quel tempo?
Perché il papato era prigioniero delle nobili famiglie romane ed per questo che si
hanno papi ed antipapi ( uno risiedeva in S. Pietro, un altro a S. Giovanni un terzo a S.
Maria Maggiore) possiamo affermare che i 3 che vennero deposti in quel tempo
furono : Benedetto IX dei Conti di Tuscolo ( Teofilatto III dei Conti di Tuscolo) ( dal
21 ottobre 1032 al 13 gennaio 1045) , Silvestro III de’ Crescenzi Ottaviani ( Giovanni
de’ Crescenzi Ottaviani) ( dal 13 gennaio 1045 al 13 marzo 1045) e Gregorio VI
( Giovanni dei Graziani detto Graziano) ( dal 1 maggio 1045 al 20 dicembre 1046).
Deposte queste famiglie con i loro pontefici venne eletto dall’Imperatore un nuovo
pontefice Clemente II (Suidgero dei signori di Morsleben e Hornburg ) ( dal 20
dicembre 1046 al 9 ottobre 1047) tutti morirono ben presto. Questi pontefici hanno
combattuto i mali che erano presenti nella chiesa del tempo erano 2: Simonia e
Nicolaismo.

 La Simonia è la compravendita delle cariche ecclesiastiche che si acquistavano


con una certa somma di denaro. Il termine viene da Simone Mago che era un
taumaturgo samaritano che si era convertito al cristianesimo, il quale voleva
aumentare i suoi poteri offri a S. Pietro una certa somma di denaro ( cfr . At 8,
18-24) per questo la simonia viene considerata un male perché queste cariche si
acquistavano non per servire il vangelo ma per favoritismi personali;
 Il Nicolaismo prende il nome dei Nicolesi che erano i membri di una setta
satanica che secondo Ireneo da Lione era stata fondata da un certo Nicola che
era uno dei 7 diaconi istituiti dal collegio dei 12 apostoli. Clemente
Alessandrino che era un Padre della Chiesa intensificava questi Nicolesi come
una setta libertina. Nel Medioevo questo termine venne a complicare questi
sacerdoti che erano sposati regolarmente o concubini.
IL CELIBATO ECCLESISTICO Vita di Cristo

Nella vita apostolica

Nel medioevo i preti si potevano sposare e i celibi erano pochi per quale
motivo? Nella chiesa greco-romana non si comprendeva questo principio che è
iniziato solo con la venuta del cristianesimo.

Il Concilio di Elvira ( 306) non obbligò il celibato come si è sempre


sostenuto ma rinnovò. Anche i Padri della Chiesa parlavano della Verginità. E’
da premettere che gli orientali si possono sposare, mentre i sacerdoti della
chiesa latina non si possono sposare perché c’è un obbligo che dice che chi
diventa sacerdote deve essere celibe perché ci sono alcune motivazioni che
sono di motivo escatologico, motivo ecclesiologico e cristologico.

 Motivo escatologico: La condizione del celibe ci parlerà dei tempi della


vita futura e della situazione dei sacerdoti che vivevano in concubinato o
sposati;
 Motivo ecclesiologico: Ci spiega che il sacerdote deve essere aperto a
tutti per essere a disposizione a 360 gradi come punto di riferimento per
tutta la comunità;
 Motivo cristologico: Come possiamo dimostrare che il sacerdote è
tutto di Dio attraverso il celibato che è un mezzo che fa risplende lo
splendore di Cristo, perché il sacerdote è un alter Christus perché per
essere Cristo si deve imitarlo vivendo come lui anche nella preghiera.
Per approfondire il tema sul celibato ecclesiastico si possono consultare i
seguenti testi : Alfonso Maria Stickler “ Il celibato ecclesiastico la sua
storia ei motivi teologici” 1 gennaio 2010; Sacerdotalis Caelibatus
Enciclica di Papa Paolo VI del 24 giugno 1967.

Oggi quali sono i mali che affliggono la chiesa? Lo scandalo dei


presbiteri, le chiacchiere e tanti altri problemi.

DA PAPA LEONE IX IN POI

Papa Leone IX (Brunone dei conti di Egisheim-Dagsburg ) era della


nobile famiglia dell’ Alsazia fu ordinato Papa da Enrico III. Brunone
reagì alla carica dell’ imperatore dicendo se il popolo mi accetta io lo
accetto. Vestito da pellegrino scalzo a dorso di un asino a molti parve
l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Intronizzato nel 1099 prese il nome
di Leone IX . Durante il suo pontificato vennero chiamati a Roma :
Ildebrando di Soana che si trovava a Roma ma anche a Cluny, Umberto
di Silvacandida, Federico di Lorena ( Abate di Montecassino), Pier
Damiani e Ugo di Cluny. Sotto questo pontefice avvenne anche la
Battaglia di Civitate e fu fatto prigioniero per poco tempo anche il Papa.
Morì il 18 aprile 1054.

Quando fu eletto papa Niccolò II ( dal 24 gennaio 1059 al 27 luglio


1061) si tennero 2 avvenimenti importanti sotto il suo pontificato.

Niccolò II Sinodo lateranense (disposizione elezioni papali)

Sinodo di Melfi Sovranità pontificia del Sud ( Concilio Lat. 1054)

( Città federiciana) Normanni vassalli del papa

 I vassalli governarono il territorio in onore del papa così si stabilì


un alleanza tra il pontefice e i normanni ( anno 1000); l’altra
clausola era quella che i normanni dovevano pagare una tassa al
papa, una di questi fatti al Papa è la statua della Madonna che si
trova a piazza Novara;
 Il Concilio Lateranense ( Elezioni del Papa) era un fattum
Ecclesie che avveniva per acclamazione.

Clero Vox Populo, vox Dei.

Chierici e poi dopo lo presentano al popolo.


Queste linee guida servivano sia per l’ acclamazione del papa, dei vescovi, ma
anche per la proclamazione dei santi come S. Rocco che fu acclamato dal
popolo. Nell’ epoca di Notario ci fu la Costituzione Romana (824) che stabilì
che l’elezione spetta ai romani, e diceva: che chi veniva scelto prima dell’
incoronazione era tenuto a prestare giuramento all’ Imperatore.

Costituzione Romana (824) Papato

Privilegio Ottoniano ( 924)

Imperatore

Intronizzazione

Con il crollo dell’ Impero Romano si crea un periodo ( IX e X secolo) che si


chiamano << secoli oscuri>> in questo periodo troviamo la leggenda della
Papessa Giovanna( leggenda vuol dire che ha un piccolo nesso storico ma non
provato) che è stata inventata per mettere in ridicolo il papa. La verità è quella
che ci è stato un papa di nome Giovanni non lo possiamo mettere indubbio,
infatti questo Giovanni era figlio di una donna ricca, questo vuol dire che il
Papa veniva sottomesso dalle potenti famiglie romane. Per togliere il papato da
queste famiglie intervennero le famiglie romane con l’incoronazione dell’
Imperatore Ottone I (922) che riesce a strappare il Privilegio Ottoniano (924)
che dice che viene legata sempre di più la figura:

1) L’elezione spetta sempre ai Romani;


2) L’eletto non poteva essere eletta senza l’approvazione dell’ imperatore;
3) Il papa una volta eletto doveva giurare fedeltà alla corona. Il papa diventa
grazie al privilegio ottoniano un subalterno della corona infatti il papa
diventa suddito dell’ imperatore che vuole regolare la sua politica interna ,
perciò si avvale dei feudi, Ottone per sottomettere i feudatari si basa sui
vescovi ( pastori e feudatari), è da premettere che Ottone I scelse i feudatari
laici quale era il vantaggio perché un feudatario una volta che moriva
andava alla famiglia, mentre se andava al vescovo tornava al suo impero
(sistema ottoniano della chiesa imperiale)

Chiesa
_______________________
Collaborazione
________________________
Impero
Tolleranza

Teodosio IV

Impero Romano

Diventa Cristiano

Perciò papa Gregorio VII toccò la struttura ecclesiastica con la lotta dell’ investiture:

Popolo ( elettori) clero e laici;

Clero ( Vescovi, Presbiteri e Diaconi);

Vescovi dal 1059.

PAPA GREGORIO VII


22 aprile 1073 1075 1076 1077
Acclamazione di Dictatus Papae Enrico IV Perdono di Canossa
Ildebrando al soglio Svolta Gregoriana “ Germania” ( presso il castello di
di Pietro con il nome Scontro con la corona Matilde di Canossa)
di Gregorio VII e scomunica da parte
di Papa Gregorio VII

E’ difficile risalire alla sua data di nascita (1015/1020) ed è morto il 1085 . Il Liber
Pontificalis ( fonte di tutti i papi) ci dice che fin da piccolo si trasferì a Roma e fu
accolto nel monastero benedettino dell’ Arentino dove vi erano Lorenzo Vescovo di
Amalfi e Giovanni Graziano ( che fu uno dei 43 vescovi deposti dall’ Imperatore).
Alcuni dicono che Gregorio scelse la vita monastica a Cluny mentre altri studiosi non
prendono in considerazione questo passaggio. Papa Leone IX lo chiamò a Roma dove
nel 1050 ebbe la nomina di rettore ( preposto) e di Arcidiacono della Basilica di S.
Paolo fuori le mura. Dopo la morte di Leone IX stette al fianco di molti altri pontefici
tra i quali: Vittore II (dal 13/04/1055 al 28/07/1057), Stefano IX (dal 2-3/08,1057 al
29/03/1058), Niccolò II ( dal 24/01/1059 al 27/07/1061) bisogna dire che questo papa
fece un Bolla “ IN NOMINE DOMINI” sull’ elezione del Sommo Pontefice:

Nel nome del Signore Iddio Gesù Cristo, nostro Salvatore, nell'anno 1059 dalla sua
incarnazione, nel mese di aprile, nella dodicesima Indizione, alla presenza dei Santi
Evangeli, sotto la presidenza del reverendissimo e beatissimo Papa apostolico,
Niccolò, nella patriarcale basilica Lateranense, chiamata basilica di Costantino con
anche tutti i reverendissimi arcivescovi, vescovi, abati e venerabili presbiteri e diaconi,
il medesimo venerabile Pontefice, decretando con autorità apostolica riguardo
all'elezione del Pontefice, disse:

"Le Eminenze vostre conoscono, dilettissimi Vescovi e confratelli (né è sfuggito ai


membri di grado più basso) quante avversità abbia sopportato questa Sede Apostolica
cui per volontà divina io servo, dalla morte di Stefano nostro predecessore di beata
memoria, a quanti colpi e battiture sia stata sottoposta per opera dei trafficanti
simoniaci; a tal punto, che la colonna del Dio vivente così scrollata sembra quasi
vacillare e che la sede del Sommo Pontefice è costretta dalle tempeste ad inabissarsi in
profondità di naufragio. E perciò, se piace ai miei confratelli, con l'aiuto di Dio
dobbiamo saggiamente affrontare le eventualità future e provvedere per il futuro alla
costituzione ecclesiastica, si che i mali risorgendo (non sia mai) non prevalgano.
Dunque, appoggiandoci sull’autorità dei nostri predecessori e degli altri Santi Padri, e
stabiliamo: che, quando il Pontefice di questa universale Chiesa Romana muore, prima
i cardinali vescovi decidano tra loro con la più diligente considerazione poi chiamino i
cardinali chierici; e allo stesso modo si associno poi il resto del clero e il popolo, per
consentire alla nuova elezione; affinché il tristo morbo della venalità non abbia
qualche occasione di infiltrarsi siano i religiosi a condurre l’elezione del futuro
Pontefice e tutti gli altri li seguano. E certo quest’ordine di elezione viene valutato
giusto e legittimo, se, osservate le regole e le azioni dei vari Padri, si richiama quella
nota frase del nostro beato predecessore Leone: "Nessuna ragione permette" disse "che
si considerino tra i Vescovi coloro che non furono eletti dai chierici, né richiesti dal
popolo, né consacrati dai vescovi comprovinciali con l’approvazione del metropolita".
Poiché la Sede Apostolica è al di sopra di tutte le chiese in tutta la terra, e non può
quindi avere su di sé un metropolita, non c’è dubbio che i cardinali vescovi abbiano
funzione di metropolita, portando il sacerdote eletto al sommo della dignità apostolica.

Lo eleggano dal seno della chiesa di Roma, se è trovato degno, altrimenti lo si prenda
da un’altra Chiesa. Salvo restando il debito onore e la reverenza verso il nostro diletto
figlio Enrico che è ora chiamato re e che si spera sarà con l’aiuto di Dio il futuro
imperatore, come gli abbiamo concesso, e verso i successori di lui che personalmente
chiederanno questo privilegio a questa Sede Apostolica.

Che se la perversità di uomini empi ed iniqui prevarrà tanto, da rendere impossibile


nell’Urbe un’elezione incorrotta, genuina e libera, i cardinali vescovi con i chierici e
con i laici cattolici, sia pur pochi, abbiano il potere di eleggere il Pontefice della Sede
Apostolica, dove stimino più opportuno.

Se, terminata completamente l’elezione una guerra o un qualunque tentativo di uomini


per malizia si opponga a che l’eletto prenda possesso della Sede Apostolica secondo la
consuetudine, ciò nonostante l’eletto abbia l’autorità di reggere come Pontefice la
Santa Chiesa Romana, disponendo di tutte le sue prerogative, come sappiamo fece
prima della sua consacrazione il beato Gregorio.

Ma se qualcuno, contrariamente a questo nostro decreto promulgato in sinodo, verrà


eletto o considerato o insediato in trono attraverso la rivolta, la temerarietà o
qualunque altro mezzo, sia da tutti creduto e considerato non Papa ma Satana non
apostolo, ma apostata e con perpetua scomunica per autorità divina e dei santi apostoli
Pietro e Paolo, insieme con i suoi istigatori, partigiani e seguaci, venga scacciato e
respinto dalle porte della santa cristianità di Dio, come Anticristo, nemico e distruttore
di tutta la Cristianità. E non. gli si dia alcuna udienza riguardo a ciò ma in perpetuo sia
privato della dignità ecclesiastica di qualunque grado essa sia stata. Con la stessa
sentenza sia punito chiunque sarà dalla sua parte o gli renderà qualsiasi omaggio,
come a un Pontefice, o presumerà di difenderlo. E chi temerariamente si opporrà a
questo nostro decreto e nella sua presunzione tenterà di confondere e turbare la Chiesa
Romana contro questo statuto, sia condannato a perpetuo anatema e scomunica e sia
considerato tra gli empi che non risorgeranno nel Giudizio; senta contro di sé l’ira
dell'Onnipotente, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, e in questa vita e in quella
futura esperimenti il furore dei santi apostoli Pietro e Paolo, la cui Chiesa egli
presunse sconvolgere; la sua casa sita deserta e nessuno abiti nelle sue tende; i suoi
Figli sian orfani e sua moglie vedova; venga scacciato nello spavento lui e i suoi figli e
mendichino e siano respinti dalle loro case; l’usuraio si impadronisca della sua
sostanza e stranieri approfittino dei frutto delle sue fatiche; tutta la terra combatta
contro di lui e gli elementi gli siano avversi e i meriti di tutti i santi defunti lo
confondano e mostrino aperta vendetta su di lui in questa vita.

La grazia di Dio Onnipotente protegge coloro che osserveranno questo decreto e per
l'autorità dei santi apostoli Pietro e Paolo li assolva da ogni peccato.

Io, Niccolò, vescovo della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ho firmato
questo decreto da noi promulgato come sopra si legge. Bonifacio, per grazia di Dio
vescovo di Albano, ho firmato. Umberto, vescovo della Santa Chiesa di Silva
Candida, ho firmato. Pietro, vescovo di Ostia, ho firmato, ed altri vescovi, in numero
di settantasei, unitamente al presbiteri e diaconi, hanno firmato".

Dato nella Basilica Lateranense, 12 aprile 1059

Dopo la vacanza della sede da parte di Niccolò II fu eletto Alessandro II ( dal


01/10/1061 al 21/03/1073) perché era nominato “uomo di santa vita” . Alla morte di
papa Alessandro II avvenuta a Roma il 21 aprile 1073 durante i funerali Ildebrando il
22 aprile fu acclamato vescovo e dopo i funerali papa, infatti la sua elezione veniva
ritenuta nulla perché non si atteneva alle norme ma venne accettata da tutti, anche
dalla moglie di Enrico III che faceva le sue veci essendo morto il marito l’ 8 ottobre
1056. Gregorio si voleva tirare indietro ma il popolo non lo concesse e allora fu
ordinato prima presbitero, poi vescovo ed infine papa. Nel 1075 ci fu un grande
cambiamento che possiamo apprendere dai 26 punti del documento DICTATUS
PAPAE ( pubblicato dopo la sua morte).

DICTATUS PAPAE

I «Quod Romana ecclesia a solo Domino sit fundata.» Che la Chiesa Romana è stata
fondata da Dio e da Dio solo.

II «Quod solus Romanus pontifex iure dicatur universalis.» Che il Pontefice Romano è
l'unico che può essere giustamente chiamato universale.
III «Quod ille solus possit deponere espiscopus vel reconciliare.» Che Egli solo può
deporre o riammettere i vescovi.

IV «Quod legatus eius omnibus episcopis presit in concilio etiam inferioris gradus et
adversus e os sententiam depositionis possit dare.» Che in qualunque concilio il suo
legato, anche se minore in grado, ha autorità superiore a quella dei vescovi, e può
emanare sentenza di deposizione contro di loro.

V «Quod absentes papa possit deponere.» Che il Papa può deporre gli assenti.

VI «Quod cum excommunicatis ab illo inter cetera nec in eadem domo debemus
manere.» Che, fra le altre cose, non si possa abitare sotto lo stesso tetto con coloro che
egli ha scomunicato.

VII «Quod illi soli licet pro temporis necessitate novas leges condere, novas plebes
congregare, de canonica abatiam facere et e contra, divitem episcopatum dividere et
inopes unire.» Che ad Egli solo è legittimo, secondo i bisogni del momento, fare
nuove leggi, riunire nuove congregazioni, fondare abbazie o canoniche; e, dall'altra
parte, dividere le diocesi ricche e unire quelle povere.

VIII «Quod solus possit uti imperialibus insigniis.» Che Egli solo può usare le insegne
imperiali.

IX «Quod solius papae pedes omnes principes deosculentur.» Che solo al Papa tutti i
principi devono baciare i piedi.

X «Quod illius solius nomen in ecclesiis recitetur.» Che solo il Suo nome sia
pronunciato nelle chiese.

XI «Quod hoc unicum est nomen in mundo.» Che il Suo nome è il medesimo in tutto
il mondo.

XII «Quod illi liceat imperatores deponere.» Che ad Egli è permesso di deporre gli
imperatori.

XIII «Quod illi liceat de sede ad sedem necessitate cogente episcopos transmutare.»
Che ad Egli è permesso di trasferire i vescovi secondo necessità.

XIV «Quod de omni ecclesia quocunque voluerit clericum valeat ordinare.» Che Egli
ha il potere di ordinare un sacerdote di qualsiasi chiesa, in qualsiasi territorio.

XV «Quod ab illo ordinatus alii eclesie preesse potest, sed non militare; et quod ab
aliquo episcopo non debet superiorem gradum accipere.» Che colui che Egli ha
ordinato può dirigere un'altra chiesa, ma non può muovergli guerra; inoltre non può
ricevere un grado superiore da alcun altro vescovo.

XVI «Quod nulla synodus absque precepto eius debet generalis vocari.» Che nessun
sinodo sia definito "generale" senza il Suo ordine.
XVII «Quod nullum capitulum nullusque liber canonicus habeatur absque illius
auctoritate.» Che un testo può essere dichiarato canonico solamente sotto la Sua
autorità.

XVIII «Quod sententia illius a ullo debeat retractari et ipse omnium solus retractare
possit.» Che una Sua sentenza non possa essere riformata da alcuno; al contrario, Egli
può riformare qualsiasi sentenza emanata da altri.

XIX «Quod a nemine ipse iudicare debeat.» Che Egli non possa essere giudicato da
alcuno.

XX «Quo nullus audeat condemnare apostolicam sedem apellantem.» Che nessuno


può condannare chi si è appellato alla Santa Sede.

XXI «Quod maiores cause cuiscunque ecclesie ad eam referri debeant.» Che tutte le
cause maiores, di qualsiasi chiesa, debbano essere portate davanti a Lui.

XXII «Quod Romana ecclesia nunquam erravit nec imperpetuum scriptura testante
errabit.» Che la Chiesa Romana non ha mai errato; né, secondo la testimonianza delle
Scritture, mai errerà per l'eternità.

XXIII «Quod Romanus pontifex, si canonice fuerit ordinatus, meritis beati Petri
indubitanter efficitur sanctus testante sancto Ennodio Papiensi episcopo ei multis
sanctis patribus faventibus, sicut in decretis beati Symachi papae continetur.» Che il
Pontefice Romano eletto canonicamente è senza dubbio alcuno santificato in virtù dei
meriti di San Pietro, secondo quanto detto da sant'Ennodio, vescovo di Pavia,
confermato da molti santi padri che lo hanno sostenuto, secondo i decreti di San
Simmaco papa.

XXIV «Quod illius precepto et licentia subiectis liceat accusare.» Che, dietro Suo
comando e col suo consenso, i vassalli hanno titolo per presentare accuse.

XXV «Quod absque synodali conventu possit episcopus deponere et reconciliare.»


Che Egli possa deporre o reinsediare vescovi senza convocare un sinodo.

XXVI «Quod catholicus non habeatur, qui non concordat Romane ecclesie.» Che
colui il quale non è in pace con la Chiesa Romana non sia da considerare
cattolico.

XXVII «Quod a fidelitate iniquorum subiectos potest absolvere.» Che Egli possa
liberare i sudditi dall'obbligo di obbedienza ai principi che hanno imposto il loro
potere con la forza.

Racconto di papa Gregorio circa la sua elezione pontificia . La lettera è indirizzata a


Desiderio di Montecassino e al Principe Gisulfo di Salerno:
“ Alla morte di Alessandro II in un primo momento il popolo romano se ne è rimasto
pacifico, contro il suo costume, e ha lasciato nelle nostre mani i freni del consiglio, sì che in
modo evidente è apparso che ciò che proveniva dalla misericordia di Dio.

Dunque, avendoci ragionato sopra, abbiamo stabilito che dopo un digiuno di tre giorni, dopo
le litanie e la preghiera con l’aiuto divino avremmo stabilito che cosa sarebbe parso meglio a
proposito dell’ elezione del romano pontefice.

Ma all’improvviso, quando il predetto papa nostro veniva condotta alla sepoltura nella chiesa
del Salvatore, è sorto un grande tumulto di popolo, e agitazione , e su di me si sono gettati
come impazziti, senza lasciare nessuna facoltà o spazio di dire alcunché, di prende alcun
consiglio, e con violenza mi hanno portato rapinosamente nel posto del reggimento
apostolico, cui gran lunga sono impari”.

E’ da premettere che il Sinodo quaresimale del 1075 è stato molto importante per la lotta
delle investiture che spetta alla chiesa e non all’ imperatore. Il rito della lotta delle
investiture si svolgeva in 3 tappe che sono:

1) Il giuramento di fedeltà;
2) L’omaggio che consegnava la persona all’ Imperatore;
3) Consegna dei benefici che veniva eseguita attraverso il dono di testi simbolici ( scettro,
spada, un pezzo di terra oppure uno stendardo). Se era un feudatario vescovo gli venivano
consegnati oltre a questi oggetti gli venivano consegnate anche mitra e pastorale, per
questo si causò anche una grande anomalia. Gregorio VII diede un grande colpo
proibendo all’ Imperatore di ordinare i vescovi perché questo intervento? Gregorio intuì
che il problema non era di tipo morale ma di tipo strutturale e disse che solo un papato
forte avrebbe potuto salvare la chiesa: la libertà e l’ affermazione del potere del papa. E’
da premettere che all’ inizio del suo regno l’Imperatore Enrico IV ( Goslar, 11 novembre
1050 Liegi, 7 agosto 1106) aveva i rapporti pacifici contro il Sommo Pontefice, ma dopo
il 1075 cambiarono in modo cattivo tanto da nominare i Vescovi, fu per questo che il papa
l’ 8/12/1075 invitava l’ Imperatore a lasciare le sue decisioni. Il 24 /01/1076 l’ imperatore
Enrico IV convocò un Sinodo a Worms ( Germania) dove a livello Nazionale i vescovi , e
i principi tedeschi che vi parteciparono dichiararono Gregorio VII decaduto, poi venne
accusato adultero, di spergiuro e di trattare il pontefice in modo brutto, oltre a questa
decisione l’imperatore scrisse una lettera di accuse, tutte le decisioni furono ritenute nulle,
mentre i vescovi furono condotti davanti al tribunale ecclesiastico e l’imperatore fu
scomunicato nel Sinodo della Quaresima di Roma del 22 /02/ 1076 ( chi veniva
scomunicato veniva cacciato da tutte le cose) fu per questo che i principi convocarono il
Concilio di Augusta il 02/02/1077 che doveva presiedere Gregorio VII che per recarsi al
Concilio fece sosta a Canossa presso il castello della Contessa Matilde di Canossa
(Mantova, 1046 , Bondeno di Roncore, 24 luglio 1115) (che amava il papato e per questo
nel 1632, per volere di papa Urbano VIII, la sua salma venne traslata a Roma in Castel
Sant'Angelo; nel 1644 trovò definitiva collocazione nella Basilica di San Pietro a Roma )
infatti il 25/01/1077 arriva al papa la notizia che l’ Imperatore voleva chiederli scusa ;
Gregorio VII si decide a perdonarlo ed ecco che il 28/01/1077 Enrico IV vestito da
penitente a piedi scalzi dopo aver fatto il giro attorno al castello bussa ma il primo giorno
non si aprì la porta, la stessa così si è ripetuta anche il secondo giorno ma ecco che il
terzo giorno le porte si aprirono e ci fu la riconciliazione tra Enrico e Gregorio VII .
Enrico IV fu assolto dalla scomunica e venne detto a Gregorio VII che si doveva
accordare al Concilio di Augusta. Il gesto del papa rivela la sia la sua santità che la sua
personalità ; con il perdono di Canossa da una chiara dimostrazione che il papa è a favore
del vangelo perché ci ricorda il “ perdono descritto nella parabola del figliol prodigo”( Lc
15,11-32) e non il potere politico . Cosa succede in questo momento : i principi tedeschi
si sentirono traditi dal papa e allora tennero un assemblea dove elessero 2 Vescovi da
parte di Enrico IV ( che era stato assolto) e da Rodolfo di Svevia (1025 – Merseburg, 15
ottobre 1080) il papa per quanto stava accadendo non prese nessuna posizione contro di
loro, ma in fine Rodolfo morì e rimase solo Enrico IV. E’ da premettere che dal 1076 al
1080 anno ci fu un grande guerra che portò a pensare ad Enrico IV di passare sotto al
dominio del Pontefice.
1080 1083 1084 1085
Nuova scomunica di Papa Occupazione di Roma da Papa Gregorio VII arriva a Papa Gregorio VII muore a
Gregorio VII nei confronti di parte dei Normanni Salerno Salerno( dove oggi riposa
Enrico IV ancora oggi )

1. Enrico IV convocò nel 1080 un Sinodo locale a Bressanone ( Provincia di Bolzano)


che in quel tempo apparteneva al suo impero, in questo Sinodo alla presenza di 31
partecipanti fu dichiarato papa Gregorio VII decaduto ed Enrico IV elesse un antipapa
con il nome di Clemente III ( dal 1080-1111). I Romani erano con papa Gregorio VII
e allora i tedeschi nel 1083 riescono ad entrare a Roma. Il papa era a Castel
Sant’Angelo dopo 3 giorni i Normanni guidati dal Giuscardo liberarono il Papa,
accattivandosi anche delle loro cattive azioni, rapine, saccheggi, donne depredate,
monumenti distrutti forse grazie alla presenza tra i Normanni di alcuni Saraceni così
che il popolo si mise contro il papa, infatti i rapporti del Papa con i cittadini dell’
Urbe non erano più buoni infatti da parte di papa Gregorio VII ci fu la scomunica
verso i cittadini romani e per questo dovette fuggire da Roma è da premettere che in
principio voleva fermarsi presso l’ Abazia di Montecassino, ma su suggerimento del
Giuscardo si trasferì presso la Città di Salerno dove consacrò la Cattedrale nel 1084 e
verso la fine dell’ anno rinnovò nel suo ultimo Concilio la scomunica nei confronti di
Enrico IV e dell’ antipapa Clemente III . Papa Gregorio VIII morì il 25/05/1085 a
Salerno e vicino alla sua tomba venne scolpita la seguente frase che si ritiene che
l’abbia detta in punto di morte : DILEXI JUSTITIAM ET ODIVI INIQUITATEM
PROPTEREA MORIOR IN EXILIO («Ho amato la giustizia e ho odiato l'iniquità:
perciò muoio in esilio»). La vita di papa Gregorio VII ha seminato molti frutti che si
comprendono con l’espressione giovannea : se il chicco di grano caduto in terra non
muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto ( Gv 12 , 24) e sono quei
punti che si sono raccolti nel XIII secolo che sono le definizioni attribuite al papato:
1) Regnum
2) Sacerdotium
3) Teocrazia regia
4) Ierograzia

A partire da papa Gregorio VII il vero sovrano è il sommo pontefice. A partire da


Costantino le relazione tra stato e chiesa cambiano di tolleranza, poi con Teodosio gli
uomini di stato diventano collaborazione= fusione che avviene con l’ Imperatori
tedeschi e porta alla conclusione, alla diffusione per questo papa Gregorio VII nel
suo pontificato ha portato la chiesa ad una scia di collaborazione. Possiamo dire che
da una parte papa Gregorio VII combatte per dare la libertà alla chiesa (libertas
ecclesie) mentre dall’ altra per dare la libertà al primato pietrino. E’ ancora vivo il
pensiero in noi cristiani del 2000 ? Il pensiero di Gregorio VII ci insegna ad essere
più decisi.

DAI PONTEFICI DOPO DI GREGORIO VII FINO AL CONCORDATO DI


WORMS ( PACTUM CALIXSTINUM) DEL 23/09/1122

Dopo di Gregorio VII troviamo:

Papa Vittore III (dal 24 maggio 1086 al 16 settembre 1087) abate di Montecassino;

Papa Urbano II ( dal 12 marzo 1088 al 29 luglio 1099) viene conosciuto come il “
Papa delle crociate 1095”;

Papa Pasquale II ( dal 13 agosto 1099 al 21 gennaio 1118);

Papa Gelasio II ( dal 24 gennaio 1118 al 29 gennaio 1119);

Papa Callisto II ( dal 2 febbraio 1119 al 13 dicembre 1124).

Tutti questi pontefici sono i continuatori della riforma fino al 23/09/1122 anno del
concordato di Worms conosciuto anche come Pactum Calistinum.

Per quanto riguarda l’imperatore bisogna ricordare che papa Gregorio VII si era
scontrato con Enrico IV un proverbio dice : “ che non bisogna fare il male perché il
male ritorna addosso” così fu per la famiglia che lo abbandonò, ma se vogliamo dare
un giudizio su Enrico IV lui si è battuto per difendere la corona ed il potere che ha
portato solo all’ esilio di un vescovo che era suo amico abbandonato da tutti. Quale è
stato il male commesso dall’ Imperatore? Possiamo dire che l’ imperatore ha
combattuto per la corona ma quale è stato il suo sbaglio che lo ha portato a
combattere contro papa Gregorio VII eleggendo anche un antipapa ! l’Imperatore
non aveva capito che il mondo stava cambiando la società e il papato. La battaglia
continuò tra questi papi con Enrico V uguale al padre, ma per arrivare al concordato
ci fu un accordo con papa Pasquale II che tutti i Vescovi avrebbero rinunciato al
beneficio e l’ Imperatore avrebbe rinunciato alle nomine. Questo accordo avvenne
Worms , per arrivare al concordato si dovevano trovare dei termini giusti in tutto ciò
fu preziosa l’opera dei canonisti: Ivo di Chartres, Gregorio da Catino e Ugo da Fleury
il metodo di questi canonisti fu quello di puntare i punti sui quali definire l’accordo.
L’opera dei canonisti fu quella di fare chiarezza ai termini “possesso e beneficio”
che prima erano confusi e allora viene stabilito il termine possesso dal quale si ricava
il beneficio “ libello “ che il vescovo riceveva era del sovrano e veniva dato da
Sovrano. Al vescovo veniva dato un possesso dal sovrano secondo l’ufficio che
indica la persona, quindi il vescovo viene a ricoprire la carica religiosa che viene
dal papa ed entra in possesso dei beni dell’ Imperatore (prima questa distinzione
non avveniva ) . Il possesso del vescovo esisteva solo per alcuni vescovi feudatari,
mentre gli altri erano vescovi e basta . Questa ufficiatura da dove veniva? Bisogna
dire che sono 2 cose una distinta dall’ altra infatti una è il possesso e una è
l’ufficiatura; sono 2 cose distinte e separate una aspetta al possesso l’altra alla chiesa
possono stare insieme, collaborare ma non possono essere sovrapposte, quindi qui
grazie al concordato viene ricordata la divisione nei poteri ( 2 parallele) il vescovo
che governa questo territorio è dipendente dall’ Imperatore, ma non è dipendente dal
governo.

CHIESA

____________________________

GOVERNO

_____________________________

Come era ai primi secoli all’ inizio divisa, con Costantino ci fu una fase di tolleranza,
poi dopo quando l’impero diventa cristiano ci fu la collaborazione poi con il Sacro
Romano Impero diventa in lotta, infatti il concordato viene a smantellare questa linea
tornando alla collaborazione e agiscono insieme tra due realtà diverse che oggi può
sembrare normale ma che in quel tempo non era così questo è il merito a cui ci porta
il concordato.

Il concordato di Worms ( Pactum Calixtinum) del 23/09/1122 ( dove uno cede da una
parte e uno dall’ altra) ci porta all’incontro!

Testo del concordato di Worms:

Io Callisto vescovo, servo dei servi di Dio, concedo a te, diletto figlio di Enrico, per
grazia di Dio imperatore dei Romani e Augusto, che la elezione dei vescovi e degli
abati del regno germanico, che sono tuoi sudditi, abbia luogo in tua presenza
senza simonia e senza alcuna violenza; se sorgerà qualche discordia tra le parti
seguendo il giudizio o il consiglio del metropolita e degli altri vescovi della provincia ,
tu darai sostegno ed aiuto alla parte più degna. L’eletto riceva poi da te le regalie,
con scettro, senza alcuna costrizione e compia il suo dovere verso di te secondo il
diritto. Per le altre parti dell’ impero, il consacrato riceva da te le regalie, senza alcuna
costrizione, con lo scettro, entro il termine di sei mesi e compia il suo dovere verso di
te secondo il diritto, tranne per quelle regalie che appartengono alla chiesa di Roma .
Di tutto ciò di cui avrai a lamentarti e per cui solleciterai il mio aiuto, secondo il
dovere che mi deriva dalla mia carica, ti soccorrerò. Ti garantisco una vera pace, per te
e per quelli che ti hanno sostenuto in questa contesa.

Io Enrico per grazia di Dio imperatore dei Romani e Augusto, per amore di Dio, della
santa Chiesa di Roma e di papa Callisto e per la salvezza della mia anima, rimetto
nelle mani di Dio, dei santi apostoli di Dio Pietro e Paolo e della santa Chiesa
cattolica l’investitura con l’anello e il pastorale e prometto che in tutte le chiese
del regno e dell’ impero l’elezione e la consacrazione avverrà liberamente.
Restituisco alla santa chiesa romana i beni e le regalie di S. Pietro che le sono state
tolte dall’ inizio di questa contesa fino ad oggi, sia durante l’impero di mio padre sia
nel mio che attualmente detengo; se sono in mio possesso mi impegnerò lealmente
perché le vengano restituite. Quanto ai beni delle altre chiese, dei principi e di tutte le
altre persone, ecclesiastici o laici, perduti nel corso di questa guerra, secondo il parere
dei principi e in piena giustizia, li restituirò se li possiedo personalmente, se non li
possiedo, mi impegnerò realmente perché vengano restituiti. Io garantisco una vera
pace al papa Callisto, alla santa Chiesa Romana e a tutti quelli che l’hanno sostenuta .
Ogni volta che la Chiesa Romana chiederà il mio aiuto, la soccorrerò fedelmente e mi
impegnerò perché ottenga giustizia in tutto ciò che reclamerà.

XIII SECOLO ( EPOCA DI SPLENDORE)

Papi Teocratici ( o ierocratici) :

Papa Innocenzo III ( dal 1198 al 1216) del suo pontificato possiamo ricordare alcune
cose importanti della chiesa :

1. L’elezione dei vescovi che vengono nominati direttamente dal papa e non più per
acclamazione come avveniva un tempo, per questo alcune leggi il vescovo non li
può dare ma aspetta solo a Roma a darle;
2. Sotto il suo pontificato ha deciso che il successore di Pietro doveva portare l’alba
bianca ( abito talare) e la mozzetta di colore rosso ( che è una mantellina corta,
chiusa sul petto da una specie di bottoni, portata dalle alte cariche ecclesiastiche
rettori di una basilica, canonici, prevosti, vescovi, cardinali e pontefici), bisogna
affermare a tal proposito che fu Innocenzo come abbiamo detto il primo a portargli
e non papa Celestino V che indossava il bianco perché era un domenicano, ma
questi colori liturgici “ pontifici” ci ricordano i colori di Cristo il sangue e l’acqua ,
ma sono anche i colori dell’ Agnello: << Costoro sono quelli che sono venuti
dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel
sangue dell’ Agnello>> ( Ap 7,14). Il papa valorizza la sua missione attraverso le
parole, attraverso il vestiario, nell’ amore verso gli ordini mendicanti , ha dato un
maggiore influsso verso le cause dei santi a Roma e fu il primo ad usare lo stemma
pontificio, ed è anche il primo pontefice ad usare l’immagine efficace come lui
dice che il Papa è il sole e lui era la luna come ci ricorda la lettera
SICUT UNIVERSITAS CONDITOR:

Come Dio, creatore dell’universo, ha creato due grandi luci nel firmamento del
cielo, la più grande per presiedere al giorno e la più piccola per presiedere alla
notte, così egli ha stabilito nel firmamento della Chiesa universale, espressa dal
nome di cielo, due grandi dignità: la maggiore a presiedere — per così dire — ai
giorni, cioè alle anime, e la minore a presiedere alle notti, cioè ai corpi. Esse sono
l’autorità pontificia e il potere regio.

Così, come la luna riceve la sua luce dal sole e per tale ragione è inferiore a lui per
quantità e qualità, dimensione ed effetti, similmente il potere regio deriva
dall’autorità papale lo splendore della propria dignità e quanto più è con essa a
contatto, di tanto maggior luce si adorna, e quanto più ne è distante tanto meno
acquista in splendore.

Ambedue questi poteri hanno avuto collocata la sede del loro primato in Italia, il
qual paese quindi ottenne la precedenza su ogni altro per divina disposizione. E
perciò, se pure noi dobbiamo estendere l’attenzione della nostra provvidenza a tutte
le province, tuttavia dobbiamo con particolare e paterna sollecitudine provvedere
all’Italia, dove furono poste le fondamenta della religione cristiana e dove
l’eccellenza del sacerdozio e della dignità si esalta con la supremazia della Santa
Sede…

Data in Laterano il terzo giorno prima delle calende di novembre.


(30 ottobre 1198);

Papa Innocenzo IV ( dal 1243 al 1254) rafforza il pensiero della teocrazia biblica
nel personaggio di Melchisedec ( sacerdote e Re) nel quale si trova un espressione
che si evidenzia che il Papa è sacerdote e Re ispirandosi a Melchisedec.
Un documento importante del suo pontificato è : “Auger Cui Levia” questo
documento insiste molto sul potere delle chiavi conferito da Gesù a Pietro e ai suoi
successori, e conclude che il romano pontefice può esercitare il suo supremo
giudizio su qualsiasi cristiano.

Papa Bonifacio VIII ( dal 1294 al 1303) del pontificato di Bonifacio è molto
importante la Bolla “ Unam Sanctam Ecclesiam” del 18 .02.1303 diceva che la
chiesa doveva avere un potere spirituale , ma anche quello temporale che si
appoggiava alle sacre scritture. Viene sfruttato il retroterra retorico della dottrina
delle 2 spade, che sostiene che entrambi i poteri derivano dal divino, ma
debbano essere esercitati da 2 soggetti differenti, ma estremizzandola e mettendo
tutto in mani ecclesiastiche. Possiamo affermare che su questo pensiero di Papa
Bonifacio VIII confluiscono anche altri pensieri sulle fonti autorevoli come quelle
del teologo, dottore angelico Tommaso d’ Aquino. I segni secondo Bonifacio VII
hanno una maggiore importanza perché ci portano ad avere una grande visione che
la chiesa è di Cristo ( cfr. Costituzione Dogmatica sulla Chiesa: Lumen Gentium
del Santo Padre Paolo VI del 21 novembre 1964). Lo stile del tempo si può definire
“poco ecumenico” e la fine di questi documenti era molto forte è dava il potere
( plenitudo potestatis) che viene esercitato su tutte le chiese e non più solo su
quella di Roma, per esercitare questo potere più forte c’ era bisogno dei Cardinali
ma anche del Diritto Canonico .

Bolla Pontificia UNA SANCTAM ECCLESIAM:

Che ci sia una ed una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica noi siamo
costretti a credere ed a professare, spingendoci a ciò la nostra fede, e noi questo
crediamo fermamente e con semplicità professiamo, ed anche che non ci sia
salvezza e remissione dei nostri peccati fuori di lei, come lo sposo proclama nel
Cantico: "Unica è la mia colomba, la mia perfetta; unica alla madre sua, senza
pari per la sua genitrice", che rappresenta un corpo mistico, il cui capo è
Cristo, e il capo di Cristo è Dio, e in esso c'è "un solo Signore, una sola
fede, un solo battesimo". Al tempo del diluvio invero una sola fu l’arca di
Noè, raffigurante l’unica Chiesa; era stata costruita da un sola braccio, aveva un
solo timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di
essa ogni cosa sulla terra era distrutta. Questa Chiesa noi veneriamo, e questa
sola, come dice il Signore per mezzo del Profeta: "Libera, o Signore, la mia
anima dalla lancia e dal furore del cane, l’unica mia". Egli pregava per l’anima,
cioè per Se stesso (per la testa e il corpo nello stesso tempo) il quale corpo
precisamente Egli chiamava la sua sola e unica Chiesa, a causa della unità di
promessa di fede, sacramenti e carità della Chiesa, ossia "la veste senza
cuciture" del Signore, che non fu tagliata, ma data in sorte. Perciò in questa
unica e sola Chiesa ci sono un solo corpo ed una sola testa, non due, come se
fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro;
perché il Signore disse a Pietro: "Pasci il mio gregge". "Il mio gregge" Egli
disse, parlando in generale e non in particolare di questo o quel gregge; così è
ben chiaro, che Egli gli affidò tutto il suo gregge. Se perciò i Greci od altri
affermano di non essere stati affidati a Pietro e ai suoi successori, essi
confessano di conseguenza di non essere del gregge di Cristo, perché il Signore
dice in Giovanni che c’è un solo ovile, un solo e unico pastore.

Noi sappiamo dalle parole del Vangelo che in questa Chiesa e nel suo potere ci
sono due spade, una spirituale, cioè, ed una temporale, perché, quando gli
Apostoli dissero: "Ecco qui due spade" (che significa nella Chiesa, dato che
erano gli Apostoli a parlare (il Signore non rispose che erano troppe, ma che
erano sufficienti). E chi nega che la spada temporale appartenga a Pietro, ha
malamente interpretato le parole del Signore, quando dice: "Rimetti la tua spada
nel fodero". Quindi ambedue sono in potere della Chiesa, la spada spirituale e
quella materiale; una invero deve essere impugnata per la Chiesa, l’altra dalla
Chiesa; la seconda dal clero, la prima dalla mano di re o cavalieri, ma secondo
il comando e la condiscendenza del clero, perché è necessario che una spada
dipenda dall’altra e che l’autorità temporale sia soggetta a quella spirituale.
Perché quando l’Apostolo dice: "Non c’è potere che non venga da Dio e quelli
(poteri) che sono, sono disposti da Dio", essi non sarebbero disposti se una
spada non fosse sottoposta all’altra, e, come inferiore, non fosse dall’altra
ricondotta a nobilissime imprese. Poiché secondo san Dionigi è legge divina
che l’inferiore sia ricondotto per l’intermedio al superiore. Dunque le cose non
sono ricondotte al loro ordine alla pari immediatamente, secondo la legge
dell’universo, ma le infime attraverso le intermedie e le inferiori attraverso le
superiori. Ma è necessario che chiaramente affermiamo che il potere spirituale è
superiore ad ogni potere terreno in dignità e nobiltà, come le cose spirituali
sono superiori a quelle temporali. Il che, invero, noi possiamo chiaramente
constatare con i nostri occhi dal versamento delle decime, dalla benedizione e
santificazione, dal riconoscimento di tale potere e dall’esercitare il governo
sopra le medesime, poiché, e la verità ne è testimonianza, il potere spirituale ha
il compito di istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di
giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la Chiesa e il potere
della Chiesa: "Ecco, oggi Io ti ho posto sopra le nazioni e sopra i regni" ecc.

Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere


spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore; ma se erra il supremo
potere spirituale, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli
uomini; del che fa testimonianza l’Apostolo: "L’uomo spirituale giudica tutte le
cose; ma egli stesso non è giudicato da alcun uomo", perché questa autorità,
benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, non è umana, ma senz’altro
divina, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa inconcussa come
roccia per lui ed i suoi successori, in colui che egli confessò, poiché il Signore
disse allo stesso Pietro: "Qualunque cosa tu legherai...". Perciò chiunque si
oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno
che non pretenda, come i Manichei, che ci sono due principi; il che noi
affermiamo falso ed eretico, poiché (come dice Mosè non nei principi, ma "nel
principio" Dio creò il cielo e la terra. Quindi noi dichiariamo, stabiliamo,
definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni
creatura umana che essa sia sottomessa al Pontefice di Roma.

Data in Laterano, nell’ottavo anno del nostro Pontificato, il 18 novembre 1302.

COLLABORATORI PONTIFICI :

“ cardinali”

Nel XIII secolo abbiamo i cardinali bisogna premettere che già sin dai tempi
antichi esisteva questo titolo infatti i cardinali era “ titolari d’ufficio” cioè il
clero di Roma ( diaconia) : parroci; diaconi e vescovi del territorio romano
come ad esempio: Palestrina, Albano ecc. Da titolari diventano collaboratori
del papa ( senato papale) il loro compito era quello dell’ elezione del Papa, per
questo nel XIII secolo vestivano gli stessi paramenti del papa ( bianco e rosso).
Nel 1962 papa Giovanni XIII disse che tutti i cardinali dovevano essere
vescovi, a differenza per le persone distinte come è successo il 25 ottobre
2020 a padre Raniero Cantalamessa che ha voluto ricevere solo l’anello e la
veretta pur vestendo sempre il saio da frate minore cappuccino.

GLI UFFICI

In questo periodo si sviluppano anche vari uffici tecnici per lo sviluppo della
chiesa tra i quali:

 Cancelleria Apostolica ( ufficio di scrittura e spedizione dei


documenti) il papa rispondeva attraverso questo ufficio agli appelli che
giungevano alla Santa Sede ;
 Camera Apostolica ( ufficio delle rendite e dei poteri apostolici del
papato) le rendite papali crescevano immediatamente e a questo punto si
aggiunse l’obolo di S. Pietro, per gestire queste cose si raccolsero le
banche ei mercanti nel XIII secolo;
 Base dei voleri ( diritto canonico) la prima raccolta fu fatta da Graciàn
monaco camaldolese, poi nel XIII secolo furono raccolte altre leggi
decretali di Gregorio IX ( dal 19 marzo 1227 al 22 agosto 1241). In
questo tempo si crea una struttura forte, potente, organizzativa ma
mancava la povertà “ dove manca la povertà manca Cristo” infatti gli
ordini mendicanti nascono per ricondurci alla povertà per questo S.
Francesco si basa sulla povertà che lui definisce “ madonna povertà”.
S. BERNARDO DI CHIARAVALLE
E’ da che S. Bernardo di Chiaravalle è molto importante per capire
l’ordine dei Cistercensi, per la sua incessante attività del XIII secolo è
stato definito l’ultimo dei Padri della Chiesa ma non è l’utimo, ma si è
distinto nei Padri.
Bernardo nacque a Digione (Francia) nel 1090 era figlio del vassallo
Oddone I di Borgona. Terzo di sette figli, perse la mamma all’ età di 17
anni, frequentò le scuole della cattedrale ed ebbe una formazione
culturale come gli altri, in fatti non vuole abbracciare le armi ma entrò
nel monastero. Aveva 20 anni quando entrò nel monastero di Citeaux
entrò da solo, ma si attirò dietro una trentina di persone perché aveva una
scelta dirompente “ non c’è niente di più convincente di ciò che uno
dice”( Papa Francesco). Nella nostra chiamata dobbiamo lasciare il cuore
a Cristo per lasciare una scia a quello che facciamo. Dopo i primi anni di
formazione l’ Abate Stefano Harding, terzo Abate di Cîteaux, gli ordinò
di fondare il monastero di Chiaravalle (Clairvaux); Bernardo è stato un
vero cavaliere che ha preso dalla madre quel principio di dolcezza
spirituale.
3 punti fondamentali della vita di Bernardo : 1. Padre dell’ unità; 2.
Accanto a Eugenio III; 3. Sostenitore della teologia patristica.
Svolgimento:

1. Nel 1030 a Roma sorse uno scisma tra papa Innocenzo II e le famiglie romane,
per questo tali famiglie misero al suo posto l’antipapa Anacleto II ( dal14
gennaio 1130 al25 gennaio 1138). Bernardo viaggiò per tutta l’Europa per
convincere le potenze imperiali a lasciare l’antipapa (questo antipapa venne
deposto per volere di papa Innocenzo II durante il Concilio di Melfi V
avvenuto a Melfi tra il 29 giugno e il 4 luglio 1137) e per questo ci fu un grande
successo che ebbe il titolo dell’ unità come ci ricorda la lettera enciclica di papa
Pio XII DOCTOR MELLIFLUUS del 24 maggio 1953. Possiamo dire un
principio particolare è quello che : “ dove è l’unità c’è l’amore” che è quella
dolcezza di fraternità che deve regnare nelle nostre comunità ( come ha
ricordato il prof. P. Michele Curto degli Stimmatini di Battipaglia);

2. Nel 1145 salì al soglio di Pietro un suo discepolo Bernardo Pignatelli Abate
del Monastero dei Santi Vincenzo ed Atanasio a Trevi che prese il nome di
Eugenio III ( dal 15 gennaio 1145 al 8 luglio 1153) . Bernardo lo sostenne con
i suoi consigli e scrisse per lui il Deconsideratione dove ricordava i principi
della sua missione , in modo particolare uno di questi era quello di non mettere
la preghiera da parte agli impegni. Nella preghiera si trova tutto per questo non
si deve mettere da parte. Fu papa per 8 anni e affidò a Bernardo per la II
crociata la bolla Quantum praedecessores ;

3. Bernardo rappresenta sul fronte culturale il sostegno alla Patristica


sostenendo i Padri della Chiesa opponendosi ad Abelardo “ Padre della
Scolastica” perché vede dei motivi non buoni a livello teologico :

Bernardo teologia monastica ( cuore della fede “ fides”);

Abelardo teologia nova ( sulla comprensione per mezzo della ragione


“ratio”).

La monastica deriva dalla teologia monastica che si apprendeva nei monasteri


attraverso la Lectio ( lettura delle sacre pagine) che poi veniva commentata
attraverso la Lettura Patrum( Padri della Chiesa) “ lettura allegorica”.

Teologia scolastica ( Scholae) chi teneva la lezione veniva detto scolastico


scolasticus ( maestro) e si usava la questio ( l’argomento da trattare) che faceva
nascere il dibattito.
TEOLOGIA MONASTICA TEOLOGIA SCOLASTICA
Avveniva nei monasteri attraverso la Avveniva nelle scuole e si usava la
lettura delle sacre pagine. questio.

Tra queste 2 scuole cambia la metodologia “questio” ed entra in pieno


(teologia, logica) fino a portarci ad un completo ragionamento.

Bernardo contrasta Abelardo: 1. Le verità teologiche vengono sottoposte alla


ragione su questioni di fede; 2. Anche la verità di fede può essere considerata
relativismo. Bernardo invita a Abelardo a rivedere gli errori commessi, per
questo Bernardo fu costretto a denunciare ai vescovi francesi Abelardo nel
Concilio di Sens, questa denuncia fu accettata dal Concilio. In seguito
Bernardo e Abelardo si riappacificarono.

Abelardo ebbe diverse intuizioni, infatti fu il primo a coniare il termine teologia


( diverso sistematico con l’aiuto della ragione) Papa Benedetto XVI nell’
udienza generale del 4 novembre 2009 afferma che Abelardo ha dato una
grande impronta alla scolastica ( philosophia ancilla theologiae ) e per questo
possiamo dire che da Bernardo ad Abelardo possiamo raccogliere i meriti della
teologia. Bernardo è fuori dalla patristica ma la difende fino a scontrarsi con
Abelardo, perché attraverso le questioni riconosciamo i problemi per questo c’è
bisogno di umiltà e anche di dibattito.

Bernardo morì il 20 agosto 1053 presso l’abazia di Chiaravalle e venne


seppellito nella chiesa del monastero, ma con la Rivoluzione francese i resti
andranno dispersi; tranne la testa, che ora si trova nella cattedrale di Troyes.

Bernardo fu canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III ( dal 7 settembre1159


al 30 agosto 1181) fu elevato nel 1830 da papa Pio VIII ( dal 31 marzo 1829 al
30 novembre 1830) a Dottore della Chiesa.

Per concludere quella dolcezza che Bernardo aveva ricevuto dalla madre ora la
riversa su di noi, proiettando su noi la forte devozione mariana che lo portò a
comporre diversi scritti come il memorare, il commento al cantico dei cantici
dove lui eleva l’inno d’amore alla vergine con le parole : << o clemente, o o
pia o dolce vergine Maria>>.

L’ORDINE DEI CIRSTERCENSI

La sua origine risale alla fondazione dell'Abbazia di Cîteaux ( Cistercencium)


da parte di Roberto di Molesme nel 1098. La diffusione di quest’ ordine la
dobbiamo alla figura di S. Bernardo di Chiaravalle che avviò subito la
diffusione in Europa. Nel 1134 si avevano 80 monasteri; alla fine del 12°
secolo 530, alla fine del 13° circa 700. La base è la regola benedettina preghiera
e lavoro ( morale e intellettuale). Ebbero un grande impegno per la bonifica dei
territori a differenza dei clunacensi ( lavoro e preghiera) e a Cluny ( solo
preghiera), la povertà dei cirstercensi veniva evidenziata anche dall’ abito
( bianco e nero) fatto con lana grezza. La liturgia è grezza a differenza di
Cluny, anche l’architettura segnata dalla sobrietà senza pitture, mosaici e
vetrate.

Il monaco non deve essere distratto dalle immagini, ma deve solo pregare ( S.
Bernardo).

LECROCIATE

Le crociate sono state 8 spedizioni combattute dai cristiani per liberare la terra
santa, si indicavano con il titolo di crociati coloro che portavano una divisa con
sopra segnata una croce. Questa spedizione veniva chiamata: preghiera, iter,
soccussursus sottraggium . I canonisti benedetti dal papa distinsero i crociati
con il termine di trasmarina e cismarina , come gli arabi ei mussulmani
distinsero i crociati come i franchi. Il termine crociata è moderno.

In modo particolare noi tratteremo la VII crociata:

VII OCCUPAZIONE PACIFICA

Fatidimi ( dinastia degli arabi) Alessandro Comneno


imperatore bizantino
Distruzione della basilica del Santo Sepolcro Urbano II
( 28 settembre 1009) Clermont 1095
( Dio lo vuole)

Bisogna precisare che dal VII al X secolo Gerusalemme era nelle mani degli
arabi perché ci fu un accordo tra il Sultano Omar e gli Imperatori. Nel X secolo
arrivarono i Fatidimi ( che provenivano dall’ asia centrale e dalla mongolia)
nasce un principio di avversione verso i cristiani bloccando i pellegrinaggi,
dopo questo fatto il 28 settembre 1009 venne distrutta la basilica del santo
sepolcro, questo fatto sdegnò i cristiani. Per liberare la terra santa l’imperatore
bizantino Alessandro Comneno chiese l’aiuto a papa Urbano II ( dal 1088 al
1099) nell’ ultima sezione del concilio di Clermont dove con un discorso si
diede vita alle crociate ( cioè spedizioni) . Tutti applaudirono e con voce festosa
dissero in coro “ Dio lo vuole” e quindi bisogna attuarlo.

DISCORSO DI URBANO II AL CONCILIO DI CLERMONT (1095)

Da questo discorso possiamo capire cosa sapevano i cristiani dei fatti della
terra santa e come gli avevano giudicati.

Popolo dei Franchi ( il papa si rivolge non solo ai franchi ma a tutta la chiesa
occidentale) , popolo d'oltre i monti, popolo come riluce in molte delle vostre
azioni eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del
vostro paese che per l'osservanza della fede cattolica e per l'onore prestato alla
Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro discorso e la nostra esortazione.
Vogliamo che voi sappiate quale lugubre motivo ci abbia condotto nelle
vostre terre; quale necessità vostra e di tutti i fedeli ci abbia qui, attratti ( il
papa descrive i fatti accaduti). Da Gerusalemme e da Costantinopoli é
pervenuta e più d'una volta è giunta a noi una dolorosa notizia: i Persiani
( arabi) gente tanto diversa da noi, popolo affatto alieno da Dio, stirpe dal
cuore incostante e il cui spirito non fu fedele al Signore, ha invaso le terre
di quei cristiani, le ha devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne ha in
parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne ha uccisi con
miserevole strage, e le chiese di Dio o ha distrutte dalle fondamenta o ha adibite
al culto della propria religione. Abbattono gli altari dopo averli sconciamente
profanati, circoncidono i cristiani e il sangue della circoncisione o spargono
sopra gli altari o gettano nelle vasche battesimali; e a quelli che vogliono
condannare a una morte vergognosa perforano l'ombelico, strappano i
genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li conducono in
giro, sinché, con le viscere strappate, cadono a terra prostrati. Altri fanno
bersaglio alle frecce dopo averli legati ad un palo; altri, fattogli piegare il collo,
assalgono con le spade e provano a troncare loro la testa con un sol colpo. Che
dire della nefanda violenza recata alle donne, della quale peggio è parlare che
tacere? Il regno dei Greci è stato da loro già tanto gravemente colpito e alienato
dalle sue consuetudini, che non può essere attraversato con un viaggio di due
mesi. A chi dunque incombe l'onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se
non a voi cui più che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle
armi, grandezza d'animo, agilità nelle membra, potenza d'umiliare sino in fondo
coloro che vi resistono? Vi muovano e incitino ali animi vostri ad azioni le
gesta dei vostri antenati, la probità e la grandezza del vostro re Carlo Magno e
di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che distrussero i regni dei
pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa. Soprattutto vi sproni il Santo
Sepolcro del Signore Salvatore nostro, ch'è in mano d'una gente immonda, e i
luoghi santi, che ora sono da essa vergognosamente posseduti e
irriverentemente insozzati dalla sua immondezza. O soldati fortissimi, figli di
padri invitti, non siate degeneri, ma ricordatevi del valore dei vostri
predecessori; e se vi trattiene il dolce affetto dei figli, del genitori e delle
consorti, riandate a ciò che dice il Signore nel Vangelo " chi il padre e la madre
più di me, non è degno di me. Chiunque lascerà il padre o la madre o la moglie
o i figli o i campi per amore del mio nome riceverà cento volte tanto e
possederà la vini eterna". Non vi trattenga il pensiero di alcuna proprietà,
nessuna cura delle cose domestiche, ché questa terra che voi abitate, serrata
d'ogni parte dal mare o da gioghi montani, è fatta angusta dalla vostra
moltitudine, né è esuberante di ricchezza e appena somministra di che vivere a
chi la coltiva. Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e
tanto spesso vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini,
tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni
inimicizia. Prendete la via del santo Sepolcro, strappate quella terra a
quella gente scellerata e sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in
possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte
e miele.

Gerusalemme è l'ombelico del mondo, terra ferace sopra tutte quasi un altro
paradiso di delizie; il Redentore del genere umano la rese illustre con la sua
venuta, la onorò con la sua dimora, la consacrò con la sua passione, la redense
con la sua morte, la fece insigne con la sua sepoltura. E proprio questa regale
città posta al centro del mondo, è ora tenuta in soggezione dai propri
nemici e dagli infedeli, è fatta serva del rito pagano. Essa alza il suo lamento
e anela ad essere liberata e non cessa d'implorare che voi andiate in suo
soccorso. Da voi più che da ogni altro essa esige aiuto poiché a voi è stata
concessa da Dio sopra tutte le stirpi la gloria delle armi. Intraprendete dunque
questo cammino in remissione dei vostri peccati, sicuri dell'immarcescibile
gloria del regno dei cieli.

O fratelli amatissimi, oggi in noi si è manifestato quanto il Signore dice nel


Vangelo: Dove due o tre saranno radunati nel mio nome, ivi io sarò in mezzo a
loro. Se il Signore Iddio non avesse ispirato i vostri pensieri, la vostra voce
non sarebbe stata unanime; quantunque essa abbia risuonato con timbro
diverso, unica fu tuttavia la sua origine: Dio che l'ha suscitata, Dio che l'ha
ispirata nei vostri. cuori. Sia dunque questa vostra voce il vostro grido di
guerra, dal momento che essa viene da Dio. Quando andrete all'assalto dei
bellicosi nemici, sia questo l'unanime grido di tutti i soldati di Dio: "Dio lo
vuole! Dio lo vuole!"E noi non invitiamo ad intraprendere questo cammino
i vecchi o quelli che noti sono idonei a portare le armi; né le mogli si
muovano senza i mariti o senza i fratelli o senza i legittimi testimoni: tutti
costoro sono più un impedimento che un aiuto, più un peso che un
vantaggio. I ricchi sovvengano i poveri e conducano a proprie spese con loro
uomini pronti a combattere. Ai sacerdoti e ai chierici di qualunque ordine non
sia lecito partire licenza dei loro vescovi, perché questo viaggio sarebbe inutile
per loro senza questo consenso; e neppure ai laici sia permesso partire senza la
benedizione del loro sacerdote. Chiunque vorrà compiere questo santo
pellegrinaggio e ne avrà fatto promessa a Dio e a lui si sarà consacrato come
vittima vivente santa e accettevole porti sul suo petto il segno della croce del
Signore; chi poi, pago dei suo voto, vorrà ritornarsene, ponga alle sue terga;
sarà così adempiuto il precetto che il Signore dà nel Vangelo: "Chi non
porta la sua croce e non viene dietro di me non è degno di me".

Clermont, 27 novembre 1095


Possiamo affermare che questo discorso ci mette in evidenzia alcuni aspetti
positivi come ad esempio alcuni punti fondamentali:

1) l’ occupazione dei luoghi santi viene ritenuta ingiusta per questo i cristiani
hanno dovuto lottare per riprenderseli;
2) il papa è convinto che le spedizioni ( crociate) sono un opera voluta dalla
chiesa per questo : “Dio lo vuole!” proprio perché è una gesta santa
ricevono una ricompensa da Dio che equivale nel “ perdono delle colpe”
( indulgenza plenaria).

Oltre a queste crociate benedette dal papa ne possiamo ricordare altre in modo
istintive mosse dal popolo che sono:

CROCIATA DEI POVERI 1096

Formata da un gruppo di gente povera ( circa 1500) guidata da Pietro l’eremita


che aveva un carattere molto forte tanto da riuscirgli ad incoraggiare. Giunsero
nel 1096 a Gerusalemme. L’ imperatore diede loro consiglio di tornare indietro
cosa che non avvenne ed è per questo che morirono tutti;

CROCIATA DEI BAMBINI 1212

Fu ispirata da un bambino pastorello francese che si presentò davanti al re


Filippo II nel quale disse di aver visto Gesù che gli ordinava di raccogliere i
fedeli per una crociata . Gli consegnò anche una lettera dicendo che gli era stata
consegnata da Gesù. Il re l’ascolta, presa la lettera istituì una commissione per
analizzarle la lettera e si concluse che era un documento falso, ed per questo
che il re non appoggiò l’intesa e per questo mandò il bimbo a casa. Il pastorello
dopo questo rifiuto non si avvilì e radunò attorno a se molta gente e gli promise
che si sarebbero avvicinati a lui il signore avrebbe aperto le acque come fece
con Mosè e così sarebbero arrivati in Terra santa infatti quel giorno si erano
armate sia donne che bambini, tutti delusi perché il miracolo non avvenne.
Alcuni nonostante tutto partirono con circa 7 navi grazie ad alcuni mercanti.
Affondarono tutti per una tempesta, solo alcuni si salvarono ma ridotti sotto
forma di schiavi e imprigionati.

Possiamo dire che di questa crociata esistono diverse fonti . Quale è l’oggetto?
Questa crociata viene vista come una leggenda nera ( che è infarcita di
menzogne che infangano il nostro passato della chiesa facendola diventare un
grande teatro). Purtroppo l’immagine della crociata, ci fa vedere l’immagine
della chiesa nera diffusa che ci porta a dare un immagine non aggettiva che è
quella di vedere in modo sbagliato la chiesa.

Leggenda nera: sostiene che le crociate furono guerre sante ma in realtà


non è così perché non era l’imporre il cristianesimo sull’ islam se fosse così era
un fondamentalismo cattolico.
 Le crociate furono guerre di conquista con motivi canonici. La
religione ammette di essere stata una maschera di un papa assetato di
potere. Chi sostiene che le crociate furono guerre di conquista si
sofferma su una lettura molto superficiale.

Difetto della leggenda : non possiamo negare che le crociate non siano
state guerre o che non ci sia stata violenza, ma ciò che dice la leggenda
non è tutto vero c’ è un difetto ( marca) che sta nell’ ascoltare le cose che
sono l’anima ( idea del mediocres che sta nella crescita) che accresce il
pensiero della crescita. Per anima intendiamo in questo caso l’anima
religiosa per i luoghi santi e non per altro che dava vita ad una guerra di
difesa. La Terra santa era il modo tangibile da salvaguardare perché era stata
calpestata da Gesù quindi era preziosa come una reliquia, per questo non
potevano essere privati di questi luoghi ove dovevano giungere in
pellegrinaggio. In questi luoghi si andava a fare il pellegrinaggio con le armi
necessarie dove potevano combattere la milizia cristi per poi fare penitenza.

Opinioni sulle crociate:

Le crociate furono benedette dai papi e vennero sostenute da: S. Bernardo di


Chiaravalle e da S. Francesco. Bernardo doveva predicare due crociate e
riuscì a coinvolgere il re di Francia ma fu un fallimento. Scrive per i
Templari una lode:

Pauperes commilitones Cristhi templique Salomonis


( poveri compagni di Cristo tempio di Salomone).

Bernardo compose il:

De Laude Novae Militiae ad Milites Templi

Tra il 1112 e il 1136. Non è un testo celebrativo, ma più tosto celebrativo di


incoraggiamento verso quei cavalieri.

L’ordine dei templari( ordine del tempio) la loro regola si ritiene essere nata
intorno al 1128 presso il Concilio di Troyes, possiamo premettere che
l’ordine venne costituito per difendere i diritti del santo sepolcro, e proprio
lo stesso S. Bernardo scrisse per loro un testo dove si metteva in risalto la
figura del monaco come guerriero.

Un'altra figura che si rispecchia nella storia delle crociate è quella di S.


Francesco d’ Assisi : anche lui sostenne necessariamente la guerra per la
difesa nel 1219 in oriente e lasciato l’accampamento dei crociati va ad
incontrare il Sultano d’ Egitto Malik al-Kāmil mussulmano per convertirlo
cosa che non riuscì infatti per alcuni è ritenuta una condanna per la crociata.
A questo punto il Sultano sottopose una questione a S. Francesco:

“ Il vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per
male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vi vuol togliere la
tonaca, dunque voi cristiani non dovreste imbracciare armi e combattere i
vostri nemici”. Rispose San Francesco: “ Mi sembra che voi non abbiate
letto tutto il vangelo . Il perdono di cui Cristo parla non è un perdono
folle, cieco , incondizionato , ma un perdono meritato. Gesù infatti ha
detto: “ non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle a i
porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi vi sbranino”. Infatti il
Signore ha voluto dirci che la misericordia va dispensata a tutti, anche a chi
non la merita, ma che almeno sia capace e farne frutto, e non a chi è
disposto di errare con la stessa tenacia e convinzione di prima. Altrove, oltre
tutto, è detto: “ Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo
lontano da te”. E con questo, Gesù ha voluto insegnarci che, se uno ci fosse
amico o parente, o perfino fosse a noi caro come pupilla dell’ occhio,
dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, s e tentasse di
allontanarlo dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Proprio per questo, i
cristiani agiscono secondo massima giustizia quando vi combattono,
perché voi avete invaso delle terre cristiane e conquistato
Gerusalemme, progettate di invadere l’Europa intera, oltraggiate il
Santo Sepolcro, distruggete chiese, uccidete tutti i cristiani che vi
capitano tra le mani, bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad
allontanare dalla sua religione quanti uomini potete. Se invece voi
voleste conoscere, confessare, adorare, o magari solo rispettare il Creatore e
Redentore del mondo e lasciare in pace i cristiani, allora essi vi amerebbero
come se stessi”.

Francesco con queste parole ci dimostra che la crociata non serviva per
convertire, ma per difendere il proprio diritto e non è un irenista o
fantasista che giustifica il movimento ideale della crociata. Possiamo dire
che i sovrani restarono a casa perché Luigi IX “ il santo” (Poissy, 25 aprile
1214 – Tunisi, 25 agosto 1270) morì, Riccardo Cuor di Leone (Oxford, 8
settembre 1157 – Châlus, 6 aprile 1199) stava perdendo il trono, Federico I
Barbarossa (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190) e Federico II
di Svevia non voleva partire perché in quel tempo c’erano diverse
temperature rispetto ai nostri tempi, ci mettevano diversi anni per andare e
venire dai viaggi e per questo prima di avviarsi dalle proprie dimore erano
costretti a fare il testamento.

1a crociata 2a crociata 3a crociata 4a crociata


1096-1099 1147-1149 1189-1192 1202-1204

( Scisma)
5a crociata 6a crociata 7a crociata 8° crociata

1217-1221 1228-1229 1248-1254 1270-1274

guidata Luigi IX guidata Luigi IX e


proprio durante questa
crociata Luigi morì.

La crociata non è frutto di fanatismo, ma è importante per difendere la


fede che apparteneva dei cristiani che era stata tolta da mussulmani .

Le crociate in tutto sono 8:

1a Al tempo di papa Urbano II si ebbe un esito nel 1096 anno in cui ci furono
i feudatari tedeschi e normanni cattolici europei come: Raimondo di Tolosa,
Goffredo di Buglione, Boemondo di Taranto, Baldovino delle Fiandre, Roberto
di Normandia, Ugo di Vermandois, Stefano II di Blois, Roberto di Fiandra e
Tangredi di Altavilla nonché abili comandanti come Guglielmo Embriaco.
Questi feudatari presero in assalto Nicea (Asia Minore), Edessa che era un
antica città dell’ anatolico-mesopotamico ( Assiria ) attualmente nel territorio
della Turchia e Antiochia ( posta sulla costa del fiume Oronte , a circa 22 km
del mar mediterraneo), infatti questi territori : Asia minore, Levante e
Palestina. E’ da premettere che il 22 luglio 1099 i Principi Crociati scelsero
Goffredo di Buglione per la carica di Re di Gerusalemme, ma questi preferì
volle tenere solo il titolo di : Advocatus Sancti Sepulchri ( difensore del Santo
Sepolcro).

2a Fu annunciata da papa Eugenio III e fu la prima ad essere guidata tra il


1147 e il 1149 dai regnanti europei : Luigi VII di Francia e Corrado III di
Svevia che furono messi insieme dal predicatore S. Bernardo di Chiaravalle.
Questa crociata si svolse presso la penisola iberica, vicino Orionte ( Anatolia,
Levante, Palestina), Egitto;

3a Fu annunciata da papa Gregorio VIII ( dal 21 ottobre 1187 al 17 ottobre


dello stesso anno) e venne guidata dal 1189 al 1192 dai 3 sovrani Riccardo
Cuor di Leone re d’ Inghilterra, Filippo II re di Francia e da Federico I
Barbarossa Imperatore di Germania. Questa crociata si svolse: vicino Orionte,
(Anatolia, Levante, Palestina);

4a Fu predicata e indetta tra il 1202 e il 1206 da papa Innocenzo III. Bisogna


affermare che questa crociata è rimasta nella storia alcune cause dovute dello
scisma perché secondo gli storici i crociati a posto di andare a Gerusalemme si
fermarono a saccheggiare Costantinopoli( per approfondire vedere il capitolo
dello scisma);

5a Fu indetta da papa Onorio III ( dal 1216 a 1227). Questa crociata coinvolse
a gli eserciti franchi, ungheresi, ciprioti e austriaci infatti possiamo affermare
che i sovrani Andrea II d’ Ungheria e il duca Leopoldo VI d’ Austria furono
riconosciuti capi della crociata. Questa crociata si svolse in Palestina ed Egitto
dal 1217 al 1221 anno in cui ci una completa sconfitta dei Crociati, che stressati
dalla fame e da problemi logistici, dovettero negoziare la loro libertà e di il
maggiore responsabile fu senz’altro il legato papale il cardinale Pelagio Galvani
( 1165 -1230) che con il suo comportamento costrinse l’imperatore latino
Giovanni di Brienne a lasciare la crociata;

6a Fu voluta dallo stesso pontefice della IV per portare la scia pacifica dell’
impressa che era fallita nella precedente. Questa crociata ebbe luogo in
Terrasanta dal 1228 al 1229 ed ebbe come assoluto legislatore Federico II di
Svevia ;

7a Fu guidata dal re di Francia Luigi IX e si svolse in Egitto;

8 a Anche questa fu guidata dallo stesso re di Francia sotto pressione di papa


Clemente IV ( dal 5 febbraio 1265 al 29 novembre 1268). Si svolse in Tunisia,
proprio in questa battaglia morì il re francese Luigi IX.

MOVIMENTI SPIRITUALI

( FURONO MOVIMENTI SPIRITUALI E MEDIEVALI)

“ Ecclesiae Spiritualis”

 Patarini ( gruppi presenti in Lombardia che sostenevano la riforma


gregoriana);
 Poveri di Lione ( Pietro Valdo).

“Ecclesiae Carnalis”

 Fratris Pontis ;
 Apostolici;
 Beghine-Begardi.

Questi movimenti si sono attivati nel XIII ° secolo, infatti per questo si
evidenzia una chiesa forte, ed è proprio grazie a questo periodo che il papa
aveva il “ plenitudo potestatis” (ad intra ed extra), chiesa forte e potente
( pianezza di potere) ma mancava qualcosa cioè quel principio di povertà,
perché possiamo affermare un principio che è il seguente : dove manca la
povertà manca Cristo, infatti fino ad acquistare il principio di povertà
gerarchicamente utilizzata, infatti a molti non sembra che manchi questo
principio di Cristo, grazie a questi movimenti ( elencati sopra) che protestavano
contro la chiesa per riportarla all’ecclesia spiritualis. I movimenti pauperistici
si basavano sul pensiero di Gioacchino da Fiore dove nasceva una chiesa
povera “ ecclesia mondalis” alcuni gruppi erano pacifici ed estremisti della
chiesa in modo aggressivo e violento; i poveri di Lione: sono un movimento
che si basavano su Pietro Valdo ( 1140 ca- 1217) era un mercante di Lione che
nel 1170 ebbe una profonda crisi religiosa, ma leggendo il vangelo restò colpito
dal brano di Mt 19,21: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi,
dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» fu colpito, infatti
Pietro cambiò vita lasciando le sue ricchezze ai poveri, si fece tradurre alcuni
brani della bibbia in francese, vestito solo di stracci povero in castità di vita si
impegnava insieme ad un gruppo di seguaci che si erano formati attorno a se ad
imitare Gesù nella povertà.

Pietro mise in allarme la chiesa perché solo i sacerdoti potevano predicare e non
i laici ( per questo Francesco d’ Assisi si fece diacono per predicare il vangelo
altrimenti non avrebbe potuto farlo). Infatti il vescovo impedì a Valdo di non
predicare e quindi lui si appella a papa Alessandro III ( dal 7 settembre 1159
al 30agosto 1181) nel concilio lateranense III (marzo 1179), secondo alcune
testimonianze che vengono ( come quella di Walter ) possiamo apprendere che
il papa gli dice di sottomettersi alle autorità locali ( cose che non avvenne) e per
questo sotto il pontificato di Lucio III ( dal 1 settembre 1181 al 25 novembre
1185) con la bolla Ad bolendam del 4 novembre 1184 Pietro ei suoi seguaci ( i
valdesi) furono esclusi dalla Chiesa Cattolica perché erano ritenuti eretici come
altri ordini di quel tempo. Infine nonostante la condanna papale i Valdesi si
diffusero con una forte espansione in Provenza, Piemonte, Lombardia, Fiandre,
Germania, Spagna ed Inghilterra. Nel 1532 aderirono gran parte alla chiesa
protestante.

BOLLA AD BOLENDAM di papa Lucio III ( 1184)

Il papa invita ai vescovi a vigilare sulla purezza della fede

“Alle precedenti disposizioni aggiungiamo che ciascun arcivescovo o vescovo,


da solo o attraverso un arcidiacono o altre persone oneste e idonee, una o
due volte l’anno , ispezionano le parrocchie nelle quali si sospettino che
abitino eretici; e lì obblighi tre o più persone di buona fama, o, se sia
necessario, tutta la comunità a che, dietro giuramento, indichino al vescovo o
all’ arcivescovo se conoscano lì degli eretico, o qualcuno che celebri riunioni
segrete o si isoli dalla vita, dai costumi o dal modo comune dei fedeli”.

Possiamo affermare che una bolla simile all’ ABOLENDAM di papa Lucio III
è la bolla AD EXTIRPANDA di papa Innocenzo IV ( 1252)
“ Il podestà o rettore deve costringere senza giungere A MUTILAZIONI O
AD ESPORRE A PERICOLI DI MORTE, tutti gli eretici catturati, come
veri ladri ed assassini delle anime, e usurpatori dei Sacramenti di Dio e della
famiglia cristiana, a confessare esplicitamente i loro errori e a denunciare gli
altri eretici e a denunciare gli altri eretici a loro noti e i loro beni, i loro
creditori, ricettatori, difensori, allo stesso modo con cui costringono i ladri e
usurpatori di beni temporali a denunciare i loro complici e confessare le
malefatte compiute”.

Movimenti dell’ ecclesia carnalis:

Fratis pontris: veniva chiamati in questo modo perché si impegnavano nella


costruzione dei ponti e nel restauro degli ostelli dei poveri;

Apostolici : Vennero fondati da Gherardo Segarelli, ma ecco che dopo il suo


supplizio del 1300 circa, questa setta viene guidata da fra Dolcino che corregge
la profezia escatologica di Gioacchino da Fiore aggiungendo una quarta età, che
viene dopo la prima del Padre, la seconda del Cristo e la terza della
degenerazione (da Costantino in poi). Dolcino fu perseguitato dall’ alto clero,
egli riuscì ad organizzare una fiera resistenza, fin quando papa Clemente V
( dal 5 giugno 1305 fino al 20 aprile 1314) nel 1306 lo costrinse a rifugiarsi
con i suoi sul monte Revello ( nelle zone di Cuneo). Dovette arrendersi per
fame; preso, con la fedele Margherita e alcuni compagni, fu con essi bruciato
sul rogo. L'episodio è ricordato da Dante nell'Inferno XXVIII, 55-60 :

«Or dì a fra Dolcin dunque che s’armi,

tu che forse vedra’ il sole in breve,

s’ello non vuol qui tosto seguitarmi,

sì di vivanda, che stretta di neve

non rechi la vittoria al Noarese,

ch’altrimenti acquistar non sarìa leve».

Beghine e begardi: Vengono così denominati quelle donne e quelli uomini


che, senza aver pronunciato i voti solenni né essersi ritirati a vita contemplativa,
vivono soli o in comunità dette beghinaggi, conducendo una vita religiosa.
Questo termine lo troviamo per la prima volta nel 1223 nelle pergamene
cittadine di Colonia, così come il termine italiano di pinzochera/pinzochero,
era utilizzato inizialmente per indicare i penitenti coniugati (poenitentes in
domibus propriis); in seguito si applicò solo alle penitenti nubili o vedove .

L’ERESIA NEL XIII SECOLO


L’eresia nel XIII secolo la troviamo ai catari, il termine deriva dal latino
medievale cathărus (calco dal greco καθαρός, «puro»). E’ da premettere che
questa dinastia proveniva dalla Bulgaria e si diffuse nell’ Europa occidentale
per il loro stile di vita ( estensione dai rapporti sessuali). Possiamo affermare
che i catari professavano un dualismo olistico l’esistenza di un Dio buono
creatore, e di un altro cattivo ( dell’ antico testamento). I catari negavano
l’incarnazione dicendo che era un corpo apparente, l’atto sessuale era visto
come il Dio cattivo.

Catari 1. Credenti; 2. Perfetti ( dualismo, docetismo, rifiuto dei sacramenti,


chiesa corrotta) morte= liberazione.

E’ una setta esotelica fondata sui credenti che chiedevano di entrare nella setta
predicando il vangelo di Giovanni, i perfetti ( erano quelli che avevano
l’impegno di recitare sia il Padre nostro e l’ Ave Maria molte volte al giorno)
che si impegnavano a vivere il cammino alla base di questa setta che si basava
sul dualismo( Dio che ha creato il bene e un Dio cattivo che opera il male), per
questo il Dio cattivo portava il passaggio del levare l’incarnazione per passare
al docetismo che li conduceva al rifiuto dei sacramenti, in modo particolare
accusando la chiesa di essersi corrotta nei secoli dei beni di Cristo, e di essersi
attaccata ai beni materiali come quelli del corpo.

Per diventare catari andava fatta la penitenza per i propri peccati. Infatti
inizialmente troviamo l’ astinenza sia dalla carne che dal vino. Si mostravano
assolutamente contrari a tutte le forme di violenza: alcuni animali non
potevano essere uccisi perché forse erano l’incarnazione di anime degli
angeli caduti. Uccidere un uomo era vietato in ogni caso, anche in seguito a
un’aggressione, anche per difesa. Ricevendo il consolamentum si poteva
entrare nella chiesa se già erano sposati ma solo interrompendo il matrimonio,
si dovevano astenere da qualsiasi alimento sessuale, carni, uova e così via,
dovevano avere una fissa dimora per questo si obbligavano alla morte
volontaria. Una volta entrati non potevano più uscire da questo movimento
anche costituendosi e rimandando il consolidamento ci si converto sul letto di
morte. Per evitare che ciò si stava diffondendo come avvenuto in Francia nelle
zone dove si erano diffusi i catari ( per questo Madonna Pica che era la madre
di S. Francesco d’ Assisi, essendo della scia dei catari diede al figlio il nome di
Giovanni, anche se poi prevalse quello di Francesco in onore della Francia
dove il padre Pietro di Bernardone commerciante di stoffe aveva grandi
possedimenti a livello tessile e dove conobbe anche la sua sposa) il papato
ritenne opportuno di organizzare una crociata dal 1209 al 1229 benedetta da
Innocenzo III nel 1208 con le parole: <<Orsù, soldati di Cristo, orsù valorosi
cavalieri della milizia cristiana. Vi muova il generale gemito della Santa
Chiesa, vi accenda il pio zelo di punire una così grande ingiuria recata al vostro
Dio! Affrettatevi ad abolire la perfidia eretica, attaccando i suoi seguaci con
maggiore sicurezza che i Saraceni, perché sono peggiori di essi >>. Questa scia
si stava diffondendo a : Tolosa Montpellier, Nîmes, Béziers, Carcassonne,
Narbona e Albi ( Città della lingua d’oca). L’eresia cresce perché non ci sono
predicatori pieni di zelo, fu per questo che S. Domenico (Caleruega, 1170 –
Bologna, 6 agosto 1221) decise di dare vita all’ ordine dei frati predicatori
“ domenicani” ( di questo ordine possiamo ricordare alcuni illustri personaggi
come ad esempio : S. Alberto Magno, S. Tommaso d’ Aquino conosciuto come
dottore angelico) che venne approvato in modo ufficiale da papa Onorio III con
le bolle del 22 dicembre 1216 e del 21 gennaio 1217. A questo punto sorge un
problema che è quello di come bisogna difendere la fede? Attraverso
l’inquisizione che nasce con la bolla di papa Lucio III, il quale prima il vescovo
e poi il papa inviano gli inquisitori ( domenicani) nel territorio dove vi è la
denuncia . C’ è da precisare che la tortura veniva usata sia dai tribunali pubblici
ma anche dalla chiesa, le confessioni delle accuse di un eretico non erano
valide. Gli inquirenti erano chiamati a rispettare la volontà dell’ eretico.

1. Inchiesta 2. Avvio del processo 3. Giudizio - autodifè

-Editto di grazia

-Editto di fede

1. Bisogna premettere che l’ eretico ottenendo il permesso teneva una


predica in cui l’inquisitore dava l’editto di grazia ( confessione), se questo
non si avviava si passava all’ editto di fede;

2. Il processo nel quale l’imperatore veniva accusato e difeso da un


avvocato che serviva per convincere l’eretico difronte all’ autorità come
indulgenza come si faceva in un pellegrinaggio, o una serie di preghiere e
portare la sunna supervesti ( che era un vestito grezzo di colore scuro come
quello usato dai monaci, come ci ricorda anche il saio di S. Francesco) per
far stare la gente attenta da coloro che erano stati eretici. Il processo serviva
per dare un giudizio all’autorità civile che inseguito procedeva alla
condanna ( perché l’eretico veniva considerato un pericolo per l’autorità), in
alcuni casi c’era la condanna che prevedete l’incatenamento, la confisca dei
beni, la ghigliottina o arsi al rogo;

3. L’autodifè dove l’accusatore diceva la sentenza nelle pubbliche piazze,


dove l’inquisitore diceva il verdetto, dato che la chiesa non riesce a fare
nulla contro di lui lo lasciamo al giudizio secolare. Thomas di Torquemada (
14 ottobre 1420- 16 settembre 1498) fu confessore dei re cattolici: Isabella
di Castiglia e di Ferdinando II d’ Aragona, ed anche il primo grande
inquisitore dell’ inquisizione spagnola. A partire dal 21 luglio 1542 ( XVI
secolo) sotto il pontificato di papa Paolo III ( dal 13 ottobre 1534 al 10
novembre 1549) iniziamo a trovare l’ inquisizione romana che dura fino ad
oggi, sotto il pontificato di S. Pio X ( dal 4 agosto 1903 al 20 agosto 1914)
nel 1908 cambierà il nome in Santo Uffizio ( perché nasceva a Roma) , poi
il 7 dicembre 1965 con S. Paolo VI cambierà il nome in Congregazione
per la dottrina della fede. Questa istituzione e funzione di questo ufficio
come abbiamo visto la troviamo a partire solo dal 1542 ma possiamo
affermare che già c’era una specie di questo ufficio sotto il pontificato di
papa Lucio III come abbiamo appreso e serviva per difendere la fede, e per
vedere se c’era l’eresia oppure no.

FEDERICO II

Federico II era nato a Jesi ( nelle marche) il 26 dicembre 1194, con le sue
scelte di vita bizzarre ha fatto in modo che nascevano leggende a favore
dei Guelfi e contrario ai Ghibellini! La storia sulla personalità di Federico II
ondeggia perché secondo alcuni era un uomo a favore e contrario . Era un
poliglotta e aveva una corte eclettica dove vi erano : cristiani, ebrei e
mussulmani che messi insieme formavano un punto ed uno stile eccellente,
promosse la matematica, la scienza e l’archeologia, era anche una corte
itinerante nella storia del medioevo perché girava. Il 5 giugno 1224 fondò a
Napoli un università laica, perché non voleva una sudditi andassero fuori dal
regno a studiare come era avvenuto a Bologna. La Città di Napoli era di
grande importanza, venne scelta proprio questa Città perché era facile
raggiungerla. Per questi suoi talenti Federico venne definito Stupor
Mundi, Mutatus Mirabili e Mundu Ordinis. Era figlio di Enrico VI ( 1
novembre 1165- 28 novembre 1197) e di Costanza d’ Altavilla ( 2
novembre 1154 -27 novembre 1198) che era l’ultima discendente dei
Normanni, infatti possiamo affermare che il loro matrimonio non fu un
matrimonio d’amore ma un matrimonio politico.

Da Enrico VI e da Costanza inizia la dinastia normanna- sveva. Quando


Costanza diede alla luce il figlio a cui fu imposto il nome di Federico
Ruggero ( conosciuto solo con il primo nome) aveva circa 40 anni, siccome
molti erano cittadini del regno erano scettici sul parto di questa donna,
Costanza per dare loro dimostrazione partorì pubblicamente in piazza. Nel
1197 il fanciullo rimase orfano di padre e l’anno dopo di madre che prima
di morire lo affidò alle cure di papa Innocenzo III per questo motivo venne
considerato il pupillo del papa. Sotto il pontificato di Innocenzo divenne re
di Sicilia nel 1208, e nel 1212 divenne re di Germania con l’impegno di
mantenersi questi 2 regni. Ma solo dopo la morte di Innocenzo sotto il
pontificato di Onorio III nel 1216 divenne imperatore, con l’ obbligo che
non poteva trasferire tale titolo agli eredi, ma aveva l’impegno di
organizzare una crociata nel mese di agosto 1221. Possiamo dire che
Federico voleva far rivivere l’ impero romano come Giustiniano I che fu
imperatore bizantino ( dal 1 agosto 527 fino al 14 novembre 565) per
questo si vestiva come in quel periodo e si faceva chiamare Augusto per la
pienezza di poteri (progetto ambizioso anacronistico) perché non può
realizzare, perché non tiene conto che il papato fosse stato suddito
dell’imperatore.

Gregorio IX era di carattere forte giurista come Gregorio VII per questo li
ricordò la crociata per questo fu costretto a partire, a chiamare i primi
cavalieri a Brindisi e un grande numero di 1677 infatti sulle loro navi
stracolme arrivò la peste. Federico a questo punto tornò indietro tutto fu
approvato per il forte caldo e dalla mancanza d’acqua , il papa reagì male
così il 29 settembre 1227 scomunicò Federico; nel 1228 decise di partire di
nuovo da Brindisi e quindi fu scomunicato perché al posto delle armi
preferiva la diplomazia accodandosi con Malik al-Kāmil e per questo la
Palestina fu aperta ai cristiani, ma ecco che il papa non accettò perché
Federico era sceso in accordo ed era entrato nel Santo Sepolcro pur essendo
scomunicato. Inviò i legati papali per dire ai tedeschi che Federico era un
Anticristo per colpire la sua personalità. Quando Federico tornò dalla
crociata reagì contro il papa a ritirare la scomunica, ed in modo particolare a
farli accettare un accordo con il suo esercito imponendosi con l’accordo “
pace di Trattato S. Germano” Federico restituiva le proprietà allo Stato della
Chiesa riconoscendo lo stato di vassallaggio della Sicilia verso Roma. Nel
mese di agosto 1230 fu ritirata anche la prima scomunica . In quest’ epoca
nascono i comuni di Milano, Cremona, Pavia che erano luoghi di
benessere che pretendevano il possesso ed è per questo che nascono i
comuni per difendere la libertà ( lega veneta) cioè la libertà politica per
questo motivo si andava verso la libertà. Il papato e i comuni si mettono
insieme per andare contro Federico. Nel 1231 nel meridione ( regno di
Sicilia) acquistarono una potenza mettendosi contro il Baroni con le
Costituzioni di Melfi = liber augustalis). Il Papa fu costretto nuovamente,
nel luglio 1238, ad abbandonare la città alla volta di Anagni. Il conflitto tra
guelfi e ghibellini romani si risolse con la vittoria dei guelfi ed il ritorno del
Papa a Roma nell'ottobre dello stesso anno. Federico, in tale contesto, sfidò
apertamente il Papa impedendo le nomine vescovili e imprigionando i legati
pontifici. Inoltre conferì al figlio Enzo, che aveva sposato la vedova del
giudice di Torres e vedova del giudice di Gallura, il titolo di Re titolare di
Sardegna, inasprendo ulteriormente i rapporti con il pontefice, per questo
motivo il pontefice fu costretto ad allearsi con il popolo e nella Domenica
delle Palme del 1239 si aprì un grande conflitto tra papa e l’imperatore .
L'imperatore, che si sentiva investito del dovere di difendere l'impero da un
papa alleato con i ribelli lombardi, cominciò a conquistare possedimenti
dello Stato Pontificio con l'intento di isolare progressivamente Roma.
Gregorio IX chiese aiuto alla Repubblica di Venezia, chiedendo di invadere
l'Italia da Sud, precisamente dalla Puglia, e convocò a Roma un concilio
ecumenico per la Pasqua del 1241 con lo scopo di deporre l'imperatore.
Federico in questo anno si trovava a Grottaferrata ( città metropolitana di
Roma Capitale nel Lazio) si mosse contro Roma e Grottaferrata devastando
il territorio, devastando tutti i tesori artistici nelle chiese, questo gesto
Federico lo fece per evitare di fare arrivare i partecipanti a Roma per
svolgere il concilio che lo avrebbe scomunicato una seconda volta. Il 22
agosto 1241 Federico si a Grottaferrata li arrivò una notizia della morte
del papa che lo fece esultare di gioia , e allora per far vedere che non era
contro la chiesa levò l’assedio. Alla morte di Gregorio IX fu eletto papa
Innocenzo IV ( dal 25 giugno 1243 al 7 dicembre 1254) che era un esperto
canonico, tenace e decisivo che si avviò per fare un accordo con Federico
perciò si rifugiò a Lione ( Francia) dove il 24 giugno 1245 convocò un
concilio dove vi parteciparono circa 150 padri conciliari, ma Federico non
vi partecipò ma venne sostituito da Taddeo da Sessa Aurunca dicendo :
Federico vuole paciarsi con la chiesa. Luigi IV tentò per la rappacificazione.
Il 13 dicembre 1250 Federico morì a Fiorentino di Puglia il suo medico
Giovanni da Procida disse che era stato colto da un attacco intestinale.
Secondo in Guelfi morì da eretico, secondo i Ghibellini morì con addosso
l’abito domenicano perché si sentiva più protetto e fu per questo che
venne assolto. Il figlio Manfredi in una lettera al fratello Corrado IV così
descrive la morte di padre citava queste parole: "Il sole del mondo si è
addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della
pace". Fu sepolto presso la Cattedrale di Palermo. Come afferma David
Abulafia in un opera importante su Federico II : era un carattere esuberante
ed essere anti conformista, essere un po’ fuori questo principio sta in questa
quantità cioè in questo “ quid”.

Dopo la morte di Federico troviamo questa successione nel Regno di


Sicilia:

Corrado IV ( 25 aprile 1228- 21 maggio 1254) Manfredi(figlio illegittimo)

(1232- 26 febbraio 1266)


Corradino ( ultimo discendente degli Svevi)

E’ da premettere che Federico affida il regno al figlio Corrado IV, ma


per la sua mancanza venne retto per breve tempo da Manfredi ( regno ad
interim che significa: regno nel frattempo) fino al 1251 quando Corrado
rientra in Italia. Dopo l’ arrivo di Corrado in Italia Manfredi gestisce la
situazione ottenendo una serie di successi imperiali, infatti nel 1258
viene incoronato Re di Sicilia, e da quel momento si mise a capo della
battaglia imperiale dei ghibellini costringendo il papa a trasferirsi a
Viterbo, infatti il papa si oppone a Manfredi diventando vero regnante
della Sicilia. Nel 1261 fu eletto Urbano IV ( dal 29 agosto 1261 al 2
ottobre 1264) che dopo aver costato che Manfredi voleva portarsi tutto
sotto il suo trono, il 29 marzo 1263 con l'approvazione di Luigi IX,
arrivò a scomunicare lo stesso Manfredi, dichiarandolo altresì decaduto
dal trono. La corona di Sicilia, che precedentemente, in occasione di una
prima scomunica di Manfredi, era stata proposta a Edmondo il Gobbo,
figlio del re d'Inghilterra, Enrico III, fu allora offerta proprio a Carlo I
D’Angiò, infatti papa Clemente IV ( dal 5 febbraio 1265 al 29 novembre
1268) li affida la corona politica filo-francese, e Carlo si impegna a
governare come vassallo della Sede Apostolica senza espirare. Carlo,
raggiunto a quel punto dal grosso del suo esercito, incominciò l'attacco a
Manfredi il 10 febbraio 1266 e subito i baroni della Terra di lavoro si
schierarono con lui, abbandonando il sovrano svevo, che fu costretto a
ripiegare su Benevento. Qui, nei pressi del ponte sul fiume Calore, il 26
febbraio 1266 avvenne lo scontro decisivo, che portò alla sconfitta e
morte di Manfredi nella celebre battaglia di Benevento. Il cadavere fu
sepolto presso un ponte, poi fu fatto disseppellire e disperdere
dall'arcivescovo di Cosenza, su ordine di papa Clemente IV. Dante lo
colloca tra i contumaci dell'Antipurgatorio e ne fa il protagonista del
Canto III del Purgatorio della Divina Commedia versi 106-132:

o mi volsi ver lui e guarda il fiso:

biondo era e bello e di gentile aspetto,

ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso

Quand’io mi fui umilmente disdetto

d’averlo visto mai, el disse: «Or vedi»;

e mostrommi una piaga a sommo ‘l petto.

Poi sorridendo disse: «Io son Manfredi,

nepote di Costanza imperadrice;

ond’io ti priego che, quando tu riedi,


vadi a mia bella figlia, genitrice

de l’onor di Cicilia e d’Aragona,

e dichi ‘l vero a lei, s’altro si dice.

Poscia ch’io ebbi rotta la persona

di due punte mortali, io mi rendei,

piangendo, a quei che volontier perdona.

Orribil furon li peccati miei;

ma la bontà infinita ha sì gran braccia,

che prende ciò che si rivolge a lei.

Se ’l pastor di Cosenza, che a la caccia

di me fu messo per Clemente allora,

avesse in Dio ben letta questa faccia,

l’ossa del corpo mio sarieno ancora

in co del ponte presso a Benevento,

sotto la guardia de la grave mora.

Or le bagna la pioggia e move il vento

di Ol fuor dal regno, quasi lungo ‘l Verde,

dov’e’ le trasmutò a lume spento.

Dopo la Battaglia di Tagliacozzo avvenuta il 23 agosto 1268 la quale fu


vinta dai francesi di Carlo , Corradino di Svevia riuscì a fuggire verso
Roma ma non trovò alcun sostegno. Lo svevo, con pochi seguaci, cercò
allora di raggiungere il mare ma, tradito, fu catturato nella campagna
romana, nei pressi di Nettuno, e, condotto a Napoli dove presso piazza
mercato venne decapitato, il suo corpo venne presso la Basilica del
Carmine Maggiore che si trova nelle vicinanze di tale piazza.

IL REGNO DELLE 2 SICILIE DALLA GUERRA DEL VESPRO IN POI

Con la fine della guerra del vespro ( 1282-1302) avvenne il trattato di


Avignone, in questo periodo la Sicilia divenne libera sotto il dominio di
Carlo Martello, che offrì la corona a Federico IV d’ Aragona, più il resto
da Messina con la Pace di Caltabellotta e con il trattato di Avignone
grazie al quale nacque il Regno delle 2 Sicilie ( principato citeriore), ma
ecco che nel 1815 si riunirono venne riunito sotto ad un unico sovrano.
Questo Regno prese il nome di : “Regno di Sicilia ultra polo” che nasce
con i Normanni, resta unito con gli Svevi, con la Guerra del Vespro
acquisì la nuova identità, fino ad arrivare nel 1815 in un solo Regno. Nel
1300 ( anno della crisi ) perché in tutto troviamo una maggiore crisi
della politica imperiale unificata ( infatti nascono identità politiche) ne
periodo del medioevo con Carlo Magno. Nel 1356 Carlo è costretto ad
eleggere ai Tedeschi l’elezione dell’ impero con la bolla d’oro. Nel 1324
abbiamo il trattato politico rivoluzionario, infatti Marsilio Ficino ci
spiega che la sovranità è del popolo . Il sovrano ( popolo) sosteneva che
la chiesa si doveva sottostare al principe, il principe viene identificato
come il prestigiatore del potere papale all’ interno della chiesa, come
avvenne ad Anagni che non uno schiaffo, ma un offesa tra Filippo IV “ il
bello” e Bonifacio VIII. Filippo era geloso del suo regno per questo
motivo venne offeso, infatti la potenza dei poteri non era più stabile.

L’ESILIO AVIGNONESE ( 1305-1377)

Questo esilio rimasto nella storia del romano pontefice, prese il via
grazie all’ elezione di un vescovo francese che rimandò il soggiorno a
Roma per motivi politici e personali, grazie all’impulso di Filippo IV che
stabilì che per circa 70 anni i vescovi francesi dovevano restare a guida
della chiesa. Bisogna premettere che più che un esilio si trattava di un
soggiorno , infatti la città di Avignone era stata fondata dai pontefici, per
questo erano avvantaggiati geograficamente, inoltre c’era un clima mite
con aria malsana. Avignone non aveva Pietro, quindi questa sosta in
questa cittadina fu solo per motivi di alleanza.

I pontefici di questo periodo furono sette francesi:

Clemente V (1305-1314)

Giovanni XXII (1316-1334)

Benedetto XII (1334-1342)

Clemente VI (1342-1352)

Innocenzo VI (1352-1362)

Urbano V (1362-1370)

Gregorio XI (1370-1378)

La città di Roma era caduta in disordine a causa delle famiglie di Roma,


infatti il Laterano era caduto in rovina, perciò il papa fu costretto a
trasferirsi a S. Pietro. Anche i vescovi dovevano versare le tasse, per
questo motivo venivano accusati di motivi economici che costringevano
il papa a restare ad Avignone.

Tra le persone che volevano il pontefice di nuovo a Roma dobbiamo


ricordare: Petrarca che nel 1366 scrive al papa per convincerlo a tornare
a Roma e lo supplica in nome della Vedova di Roma. S. Brigida di
Svezia e Santa Caterina da Siena, che nel 1376 sollecita il ritorno del
papa a Roma, Caterina si reca proprio ad Avignone per convincerlo.

La situazione non migliorò, infatti finito l’esilio ebbe inizio lo scisma


dove c’era il rischio di eleggere un cardinale francese, il popolo di Roma
disse ad alta voce di eleggere un romano, infatti elessero il vescovo di
Bari Bartolomeo Prignano che prese il nome di Urbano VI ( 8 aprile
1378- 15 ottobre 1389).

GLI ORDINI MENDICANTI

E’ da premettere che il clero diocesano non era grande per la


predicazione, perciò troviamo l’introduzione degli ordini mendicanti, che
sono importanti perché hanno segnato la fondazione di numerosi
conventi ( vicino ai mercati, come ad esempio per i carmelitani che si
stabilirono a Napoli presso piazza mercato, dando vita alla Basilica del
Carmine Maggiore intorno all’anno 1268 anno della morte di Corradino
di Svevia). Questi ordini sono vicino alla scia che si stava realizzando
grazie all’ intuizione di Innocenzo III, ed è per questo che in un primo
momento i promotori di questa scia saranno i Francescani e poi i
Domenicani.

Il Concilio Lateranense IV(1215) fissa al base delle norme della vita


eremitica, cenobita e mendicante. Nel caso francescani avevano avuto
una prima regola “ non bollata “ redatta nel 1209 che venne presentata a
papa Innocenzo III ma non venne riconosciuta, dopo il capitolo delle
stuoie ( Porziuncola 1221) venne presentata a papa Onorio III una nuova
regola ( regola bollata) che venne approvata con la bolla Solet Annuere
del 1223. Grazie a Giacomo da Vitry ( Historia Orientalis ) si
comprende che si stavano formando nuovi ordini religiosi “ il Signore ha
voluto” la vita fraterna ( e non più la stabilitas). Questi ordini si iniziano
a costituire in questo modo ( predicatori “ regola agostiniani” con proprie
costituzioni) non soltanto una predicazione, ma una missione molto colta,
per questo si stabilirono nelle Città Universitarie come Parigi, Bologna,
Napoli, ed è per questo che non si trovano nelle piccole Città.

La scelta della rinuncia ai beni è del 1220 forse ispirata dallo stile di
Francesco. L’esperienza francescana non è inizialmente clericale, perché
fin principio erano solo frati, perché Francesco si avvicinava alla povertà
del vangelo. Francesco scrive una 2a regola nel 1221 che venne
approvata nel 1223 che stabiliva che i frati potevano iniziare anche allo
studio per chi lo voleva ( infatti uno dei mastri di teologia fu Sant’
Antonio da Padova già teologo agostiniano, ed in seguito frate
francescano). Questo messaggio di Francesco si diffonde un poco alla
volta in tutta l’Europa, non solo dal lato maschile ma anche dal lato
femminile. San Bonaventura da Bagnoregio ( dinastia dei maestri
parigini) è colui che da importanza all’ Ordine dei Minori. Nel Regno
di Napoli furono i D’ Angiò a far costruire nel 1310 la Basilica di Santa
Chiara ( che in un primo momento venne affidata alle clarisse e poi ai
frati minori).

Dopo il secondo concilio di Lione ( 1274) riuscirono a mettersi sulla scia


attuale perché Francesco fa obbedienza al papa, come anche il maestro
dei domenicani a differenza dei diocesani che erano legati al vescovo,
mentre dopo il concilio di Trento ( 1545-1563) furono legati i Gesuiti.
Nel periodo barocco si deve questa predicazione ai famosi predicatori
che predicavano ai quaresimali, tra Domenico e Francesco forse c’è
stato un incontro( per questo è tradizione che viene chiamato un membro
dell’ Ordine dei Predicatori a predicare in occasione della festa di S.
Francesco), quest’ incontro potrebbe essere lo stesso alla quale noi
Carmelitani che vi ha partecipato anche S. Angelo di Gerusalemme che
profetizzò le sacre stigmate a Francesco, e lui viceversa disse che Angelo
sarebbe morto in Sicilia martire, infatti secondo l’agiografia carmelitana
sarebbe stato come testimone fra i due S. Domenico. Per quanto riguarda
gli altri ordini mendicanti come ad esempio i Carmelitani bisogna
consultare qualsiasi testo che parla dell’ ordine come ad esempio:
Ludovico Saggi : Santi del Carmelo; Emanuele Boaga come pietre vive,
o qualsiasi altro studio storico sul detto ordine.

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