La storia è molto importante per il corso di teologia , perché ricerca il pensiero infatti la parola
ἱστορία dal greco e historia del latino significano << ricerca, indagine, cognizione>>. Perché la
storia non è altro che uno strumento di indagine di ricerca.
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T STOREOGRAFIA
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La teologia è un avvenimento che studia il mistero come ad esempio:<< la nascita di Cristo, la
pasqua>>.Possiamo affermare che la storia è importante per ricostruire il passato, infatti ci sono 2
punti fondamentali che sono : 1) la storia; 2) la cronaca ( che ti spiega i fatti descritti in una sintesi
cronologica effettiva). Un esempio fondamentale:
CRONOLOGIA GEOGRAFIA
Incoronazione di Costantino I Bretagna 306
L’incoronazione di Costantino avvenne nel 306 in Britagna, ma in seguito alla battaglia di Ponte
Milvio del 28 ottobre 312 dove vide in cielo una croce e udì la voce “in hoc signo vinces”
Costantino dopo aver sconfitto Massanzio divenne l’unico imperatore della parte Occidentale ,
mentre la parte Orientale era governata da Licinio. Dopo la Battaglia di ponte Milvio è bene
ricordare un altro fatto importante di Costantino, quando nel 313 convocò a Milano un editto di
tolleranza verso la fede dei Cristiani, ma ancora in difesa della nostra religione nell’ anno 325
Costantino indisse il Concilio di Nicea I dove sconfisse Areo che sosteneva che il Padre era
generato del figlio, ma in realtà non era così perché il Figlio è generato dalla stessa sostanza del
Padre cioè “'l’ homooùsion” . Questo Concilio si concluse con una dichiarazione di fede che prese l
nome di Simboli Niceno.
Il passato che è dentro di noi ci aiuta a conoscere il presente delle nostre radici, il quale ci porta ad
aprirci verso il futuro, diventando noi come la radice di un albero che senza il germoglio ( cioè la
conoscenza) non può portare il frutto ( cioè la storia), perché la storia come direbbero i nostri
antenati : << HISTORIA ET MAGISTRA VITAE >> ( La storia è maestra di vita).
L’ALTO MEDIOEVO
Il medioevo viene creato dagli umanisti per indicare e creare il tempo di questo passaggio :
La chiesa in questo tempo si era allontanata dal messaggio autentico secondo il pensiero dei
Protestanti ( infatti secondo loro Lutero è il riformatore della chiesa). Questo termine cambierà nel
1700 in un primo passo con Ludovico Antonio Muratori, questo passaggio del Muratori si
affermerà solo nel 1800 con il periodo dell’ Umanesimo. E’ da premettere che Ludovico Antonio
Muratori è anche l’autore della scoperta del frammento muratoriano, documento redatto tra il II-III
secolo, che fu trovato dal Muratori nel 1700 presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, ma venne
pubblicato soltanto nel 1740 dallo stesso Muratori.
Il medioevo ai nostri giorni viene conosciuto con la formula che il medioevo è il fondamento su
cui si fonda l’Europa. Grazie al medioevo prendono vita molti popoli come ad esempio i Vichinghi
danesi, svedesi e norvegesi, infatti il termine Vichinghi veniva utilizzato per definire i predoni
scansa navi soprattutto i Norvegesi. In questo periodo iniziamo a trovare le oblazioni barbare e
latine ( III-IV secolo fino all’ anno 1000). I Borboni con la caduta dell’ Impero Romano 476
presero il proprio diritto Romano. Il Cristianesimo è importante per questi popoli perché gli ha dato
una radice che possiamo chiamare medioevo.
ALTO MEDIEVO BASSO MEDIOEVO
476 ______________________1000 1000 ________________________________1500
Gli storici hanno segnato nelle loro ricerche un'altra data per porre fine al medioevo ( periodo che si
chiude con la spaccata creata dallo scisma creato da Martin Lutero).
TARDO MEDIOEVO
Per approfondire questi eventi storici è consigliabile : Breve Storia della Chiesa di Auguste Franzez
Edizioni Queriniana 2007.
L ’EVANGELIZZAZIONE IN EUROPA
RINNOVAMENTO MONASTICO
I Carolingi ( sono un impero storico che vede le sue origini a partire da Pipino il giovane
che fondò questa dinastia nel 688 a cui diede il nome del figlio Carlo Martello eroe della
battaglia di Poitiers nel 732. Dopo di Carlo diversi anni dopo inseguito all’ incoronazione
dell’ imperatore Carlo Magno avvenuta nella notte di Natale dell’800 d. C. per
l’imposizione delle mani di papa Leone III l’impero carolingio cambiò nome assumendo
quello d’impero romano) avevano imposto a tutti gli ordini religiosi la regola “ORA ET
LABORA ET LEGE ET NOLI CONTRISTARI” di S. Benedetto ( Norcia 480-
Montecassino “Frosinone” 547) che aveva fondato nel 540. L’ordine benedettino
inseguito dopo la morte del fondatore si era distaccato un poco ( lo stesso principio di
distaccamento lo troviamo anche nei Frati Francescani, infatti tra il 1257 al 1274 ci fu un
riassetto organizzativo quando era Ministro Generale S. Bonaventura da Bagnoregio)
per questo che troviamo diverse riforme benedettine:
CLUNACENSI 910: fondati a Cluny ( Francia) inseguito alla donazione fatta dal
Duca Guglielmo d’ Aquitania, detto “ il Pio”. La regola portò alcun e modifiche
rispetto a quella originaria di S. Benedetto, queste furono le modifiche : al posto
ORA ET LABORA venne modificata in solo “ ORA”. Quest’Abbazia aveva il
privilegio di poter scegliere loro il proprio abate per questo il monastero veniva
eletto dal Papa.
Atto di fondazione di Cluny:
«Io Guglielmo, per dono di Dio conte e duca, considerando con sollecitudine e
volendo provvedere, finché è lecito, alla mia salvezza, ho ritenuto ben fatto, anzi
assolutamente necessario affidare a profitto della mia anima un qualche poco
dei beni che mi sono stati affidati temporalmente… Dunque a tutti coloro che
vivono nell’unità della fede e aspettano la misericordia di Cristo, i seguenti
beni di mia legittima proprietà trasmetto dalla mia signoria a quella dei santi
apostoli Pietro e Paolo, e cioè la villa di Cluny con la corte e la parte dominica e
la cappella che vi è, con tutte le sue pertinenze, vale a dire ville, cappelle, servi dei
due sessi, vigne, campi, prati, boschi, acque e corsi d’acqua. Tutte queste cose ai
sopraddetti apostoli io, Guglielmo, dono con mia moglie Ingelberga, prima di tutto
per l’amore di Dio, poi per l’anima del signor mio il re Odone, di mio padre e di
mia madre, per me e mia moglie, cioè per la salvezza delle anime nostre e dei
corpi… nonché per lo stato e l’integrità della religione cattolica.
Stabilisco che a Cluny sia costruito un monastero di regolari in onore dei santi
apostoli Pietro e Paolo, e che vi si raccolgano monaci che vivono secondo la
regola di San Benedetto, che i suddetti beni in perpetuità possiedano…; sicché…
si ricerchi e si brami con desiderio ed intimo ardore la vita celeste, ed
assiduamente orazioni, invocazioni e suppliche siano dirette al Signore, tanto per
me quanto per tutti coloro di cui si è fatta memoria. E siano tutti questi monaci con
tutti i soprascritti beni sotto il potere e la signoria di Bernone abate che, fin
quando vivrà, presiederà loro secondo quanto saprà e potrà. E dopo la sua
dipartita abbiano i monaci licenza e potestà di eleggere come loro abate e
protettore chiunque del loro ordine.
Vogliamo anche che da questo giorno gli stessi monaci ivi raccolti non siano
soggetti al giogo né nostro né dei nostri parenti, né di qualunque potestà (rinuncia)
terrena, e neppure ai fasti della maestà regia; né alcuno osi invadere i beni degli
stessi servi di Dio… darli in beneficio a qualcuno né istituire sopra di loro qualche
autorità contro il loro volere. E acciocché tale atto nefando più fortemente sia
impedito a tutti i temerari e ai malvagi soggiungo, a rafforzare, ancora questo: Vi
scongiuro o santi apostoli e gloriosi principi della terra, Pietro e Paolo, e te,
pontefice dei pontefici della sede apostolica, che siate tutori e difensori del
suddetto luogo di Cluny e dei servi di Dio che quivi risiedono nonché di tutti
questi beni»
ABATE COMMENDATARIO : poteva essere scelto anche un laico come un
Generale in pensione, che riceveva una certa somma di denaro come ad esempio :
S. Carlo Borromeo che all’età di 13 anni aveva alcune Abbazie sotto la sua
giuristizione;
IL GIORNO DEL DIES NATALIS ( GIORNO DEI MORTI): il 2 novembre
giorno che noi celebriamo i fedeli defunti, lo celebriamo secondo l’antico rituale
nato proprio presso l’Abbazia di Cluny.
LA RIFORMA CLUNACENSE: non è altro che la riforma nata presso l’Abbazia
di Cluny che prevedeva nelle Abbazie la presenza di un solo Abate.
Raimond Husserl afferma che il successo di Cluny avviene grazie alla santità dei
loro Abati che coinvolge il successo dell’ ideale monastico.
Con la Rivoluzione francese ( periodo di sconvolgimento sociale e culturale
estremo, prevalentemente violento iniziato nel 1789 e concluso il 1799) l’
Abbazia di Cluny venne rasa al suolo, infatti si sono perse in quel periodo
numerose reliquie che erano conservate i quel posto.
Per approfondire quest’argomento è importante leggere : I monaci di Cluny di
Glauco Maria Cantarella, Edizioni Einaudi 1993;
VALLOMBROSIANI 1309: fondati da S. Giovanni Gualberto presso la località
di Vallombrosa. Durante la riforma gregoriana hanno avuto una maggiore
importanza; anche l’istituzione dei fratelli conversi ( espressione usata la prima
volta nella vita di S. Giovanni Gualberto scritta dal vallombrosiano Andrea
Strumi) la dobbiamo a questo ordine che in seguito venne adottata anche dagli altri
ordini religiosi. L’ordine fu approvato da Papa Vittore II nel 1055 e posto sotto la
protezione della sede apostolica da Urbano II , nel 1090 che ne garantì la totale
indipendenza da estrani per l’elezione dell’ abate generale;
VIRGINIANI 1124: fondati da Guglielmo da Vercelli, o di Montevergine
(Vercelli, 1085 – Abbazia del Goleto, 25 giugno 1142 e poi dopo il 2 aprile 1807
per volontà del re di Napoli Gioacchino Murat fu portato a Monte Vergine) presso
Avelino presso la vetta del luogo Partenio ( Monte Vergine). La congregazione
dei Virginiani è rimasta autonoma fino all’8 agosto 1879 quando fu unita da Leone
XIII alla Congregazione sublancense;
CAMALDOLESI 1012: fondati da S. Romualdo Abate .La congregazione dei
camaldolesi venne riconosciuta da papa Pasquale II il 4 novembre 1113. I
camaldolesi, forse fin dall'epoca della loro fondazione, vestono di bianco. Gli
eremiti vivono isolatamente, in tante celle separate entro il recinto dell'eremo, e
sono dediti soprattutto alla salmodia, i cenobiti o monaci vivono in edifici comuni,
e si dedicano a opere di ministero spirituale. Bisogna premettere che S. Romualdo
in primo periodo era eremita ma poi divenne cenobita come ci ricorda lo stemma
formato da due colombe che si abbeverano a un solo calice;
CAVENSI 1011: fondati da Sant’ Alferio Pappacarbone (Salerno, 930 – Cava de'
Tirreni, 12 aprile 1050 ). Sant’ Alferio prima di fondare il monastero di Cava era
stato a Cluny dal 1002 fino al 1011, infatti l’ Abazia di Cava da lui fondata si
rifaceva allo stile di Cluny. L’Abazia di Cava è stata molto fondamentale nell’
educazione specialmente per i territori di Nola, Salerno e Cava ecc.. perché si
parlava solo il greco, ma con la fondazione di Cava si iniziò a celebrare anche la
messa in latino;
CERTOSINI 1084: fondati da S. Bruno di Colonia ( Colonia 1030- Serra S.
Bruno “ Vibo Valentia- Calabria” 6 ottobre 1101). Bruno ancora giovane venne
educato alla scuola del duomo di Reims, dove vi rimase per circa trent’anni; fin dal
1057 l’arcivescovo di quella città, Gervasio, gli affidò il ruolo di Scholasticus,
cioè la direzione della scuola di cui era stato allievo. Fra i suoi allievi ebbe il
futuro Papa Urbano II. Bruno dopo l’educazione e dopo essere stato maestro di
teologia aspirando alla vita solitaria si ritirò a Chartreuse ( questo nome darà
origine a monaci certosini) che è una valle alpina, coperta di fitto bosco a circa
mille metri di altezza. Molto probabilmente era il giorno di S,. Giovanni Battista
( 24 giugno 1084) quando Bruno ei suoi compagni giungono in questo posto
iniziano a costruire le prime celle nei pressi di una sorgente con accanto anche una
chiesa in pietra. I Fratelli laici si alloggiano nella sezione più bassa della valle,
nella così detta << casa inferiore>> a circa tre chilometri dal romitorio, dotata di
un'altra chiesetta, di abitazioni, di fattoria, stalla e laboratori. I monaci chierici si
riuniscono nella chiesa sopra per la recita del corale del mattutino, lodi e vespri. Le
altri parti degli uffici liturgici li recitavano nelle loro celle, dove facevano anche la
<< lectio divina>>, la refezione, il riposo e il lavoro manuale. Nelle domeniche e
nelle feste maggiori celebravano l’ufficio e la messa corale in chiesa, trovandosi
poi nel refettorio comune. papa Urbano II ( dal 12 marzo 1088 al 29 luglio 1099)
che era stato allievo in Francia di Bruno lo chiamò a Roma come suo consigliere
personale. Quando Bruno obbedì alla chiamata del Papa, previde che la sua
giovane comunità di Certosa avrebbe sofferto molto del suo allontanamento, ed
infatti i suoi confratelli, reputando di non poter continuare senza la sua guida la
vita che con lui avevano abbracciato, si dispersero. Bruno da Roma riuscì tuttavia
a convincerli a riprendere la «via del deserto» e sotto la direzione di Lanuino, da
lui indicato come superiore, il gruppo si riunì di nuovo nell'eremo abbandonato.
Quando Urbano II fuggì da Roma, in seguito all'invasione dei territori pontifici da
parte dell'imperatore tedesco Enrico IV ed alla elezione dell'antipapa Guiberto,
Bruno si trasferì con la corte papale nell'Italia meridionale. Su proposta di papa
Urbano i canonici di Reggio Calabria lo elessero arcivescovo, ma egli declinò la
mitra per amore della sua vocazione contemplativa e con il desiderio di ritrovare al
più presto la solitudine. In seguito richiese e ottenne il permesso di ritirarsi in
solitudine negli stati normanni, recentemente conquistati dal conte Ruggero I
d'Altavilla, raggiungendo così il suo scopo. Bruno dopo aver fondato la certosa di
S. Stefano (1091) attuale Serra S. Bruno si spense in quel posto il 6 ottobre 1101;
MONACI BASILIANI DI GROTTAFERRATA Prima del 1024 : fondati da
S. Nilo Abate ( Rossano, 910- Tusculum , 26 settembre1004). Intorno all’ anno
1000 si recò a Roma insieme a Bartolomeo il giovane ( che aveva conosciuto
nel 994 S. Nilo presso l’ Abbazia di Montecassino ) per implorare pietà per il
paesano Giovanni Filagato, autoproclamatosi papa con il nome di Giovanni XVI,
presso l’imperatore Ottone III attraverso la meditazione di papa Gregorio V.
Durante il viaggio presso l’attuale Grottaferrata comparve ai 2 monaci la Madonna
che chiese loro di fondare un tempio e un monastero. Nilo morì nel 1004 e
Bartolomeo curò la realizzazione del monastero ( del quale divenne Abate) e della
chiesa che venne consacrata da papa Giovanni XIX ( dal 19 aprile 1204 al 9
ottobre 1032) nel 1024. Grazie a questo viaggio verso Roma di Nilo a Roma
possiamo comprendere che c’erano le prime radici dell’ ordine dei Monaci
Basiliani di rito greco-romano.
GRANDE SCISMA (1054)
Motivi
interni di Costantinopoli
rottura
Motivi esterni di Gerusalemme
rottura
Fino al 1054 era solo una chiesa ma poi venne divisa sullo schema. Nel Concilio di
Firenze si presentarono rappresentati della chiesa orientale e occidentale. L’unione
che avvenne a Firenze non ebbe successo, mentre a Brest nasce l’uniatismo perché
si distaccarono dall’ imperatore e passarono a riconoscere il papa ( chiesa Greco-
Romana).
SULL’ INIZIO
Gli storici si sono divisi sulla data dello scisma, perché lo scisma è un risultato di
un progressivo distanziamento. Dire che lo scisma inizia nel 1054 è una fine di
percorso, ma in realtà tutti affermano tale data. Alcuni storici affermano che
nell’anno 1204( in cui si svolgeva la quarta crociata) i crociati al posto di andare a
Gerusalemme andarono a saccheggiare la Città di Costantinopoli , dove vennero
soppressi gli Ortodossi dando una maggiore importanza ai Latini, questo periodo
segna l’inizio della seconda Crociata. In questo periodo i Veneziani
saccheggiarono molte reliquie dei santi come quelle di S. Andrea che si trovano
presso la Cattedrale di Amalfi ( iniziata a costruire nel 987 ). Secondo altri storici
lo scisma ebbe inizio nel 1472 quando venne sconfessato il Concilio di Firenze da
parte degli orientali .
Lo Spirito che procede dal padre e dal figlio per il figlio. I latini venivano
accusati dagli orientali di aver aggiunto il Filioque, perché la sorgente della
trinità viene generata dal Padre che è colui che si rivela a noi attraverso il Filioque
perché sono 2 fonti. Secondo gli Orientali utilizzare la formula latina era un eresia
perché non era scritta nel testo greco ma è stato fatto perché era un riconoscimento
da parte loro.
Il termine Filioque fu inserito nel Concilio di Toledo III (589) e poi aggiunto nel
Credo perché la parola per approfondire ed affrontare la consustanzialità, nei
concili quando introdussero questo tema c’erano ancora gli Ariani perché
dicevano che Dio è superiore al Figlio. Il concilio di Toledo introdusse il Filioque
per far capire agli Ariani che Gesù era il Figlio di Dio. Questa formula del Credo
fu sfruttata da parte di Carlo Magno per marcare quelli che erano da parte, tant’ è
vero che papa Leone III ( dal 27 dicembre 795 al 12 giugno 816) fece affiggere il
testo greco alle porte delle chiese. Nel 1014 quando avvenne l’incoronazione di
Enrico II da parte di Benedetto VIII ( dal 1012 al 1024) fu aggiunta la recita del
Credo nelle feste e nelle domeniche.
MOTIVI INTERNI ( DOGMATICI)
1. Filioque;
2. Primato pietrino
Nella chiesa antica il governo veniva affidato alla Pentarchia 5 grandi Arcidiocesi
che avevano il governo della chiesa. Gli orientali non avevano nessun problema
poiché era la capitale dell’ impero. Dopo il 1054 viene fuori il primato pietrino perché
cadde la Pentarchia. Il rispetto e l’onore riservato agli altri di vescovi di Roma era un
primato di onore perché è successore di Pietro, perché aveva un primato di
giurisdizione che non può comandare le altre chiese secondo gli ortodossi;
Dall’ VIII sec. è prevalso nell’ occidente l’uso del pane azzimo durante la liturgia
per motivi pratici ed igienici difatti gli ortodossi dicevano che noi cristiani eravamo
azzimiti, proprio loro che hanno che hanno diverse diversità liturgiche come le date, i
sacerdoti si possono sposare, anche giurisdizioni canoniche portano la differenza del
dominio del papa e del Patriarca;
Nel 476 si ebbero dei motivi politici, mentre già nel 330 Costantino aveva spostato
da Roma a Costantinopoli il dominio perché era un motivo centrale essendo
Costantinopoli al centro, perciò nel XVVI secolo avvenne tra Oriente ed Occidente
una spaccatura con l’impero di Carlo Magno;
Scomuniche
Federico di Lorena
Umberto di Silvacandida
CONCILIARISMO
Giuseppe II patriarca
3 questioni :
Gioiscano i cieli, esulti la terra (Sal 95,11), perché distrutta la muraglia che separava la
chiesa d'occidente da quella d'oriente, ecco che la pace e la concordia sono tornate .
E dopo una lunga notte di tristezza e le fitte e odiose tenebre di una lunga separazione,
finalmente è apparso per tutti il giorno sereno della unione tanto desiderata.
Gioisca anche la madre chiesa, che ormai vede i suoi figli tornare all'unità e alla pace
dopo essere stati tanto a lungo divisi; essa, che prima piangeva così amaramente per la
loro divisione, con ineffabile gioia rende grazie a Dio onnipotente per la loro
meravigliosa concordia di oggi. Esultino tutti i fedeli in ogni parte, del mondo, e quelli
che portano il nome di cristiani si rallegrino con la chiesa cattolica, loro madre. Ecco,
infatti che i padri occidentali e orientali, dopo un lunghissimo periodo di dissensi e di
discordie, affrontando i pericoli del mare e della terra, superate fatiche di ogni genere,
sono convenuti, lieti e alacri, a questo santo concilio ecumenico col desiderio di
rinnovare la sacratissima unione e ristabilire l'antica carità. E non sono stati delusi
nella loro attesa. Infatti dopo lunghe e laboriose ricerche finalmente, per la
misericordia dello Spirito santo, hanno infine raggiunto questa unione così desiderata
e così santa.
Dopo aver riferito le testimonianze tratte dalle sacre Scritture e da molti passi dei santi
dottori: dell’oriente e dell'occidente, poiché gli uni dicono che lo Spirito santo procede
dal Padre e dal Figlio, e gli altri invece che procede, dal Padre attraverso il Figlio, ma
volendo tutti esprimere la stessa cosa con formulazioni diverse, i Greci hanno
assicurato che, dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre, non intendono
escludere il Figlio; ma che, sembrando loro, a quanto dicono, che i Latini
professassero che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio come da due
princìpi e da due spirazioni, essi si astenevano dal dire che lo Spirito santo procede dal
Padre e dal Figlio. Quanto ai Latini, hanno dichiarato che dicendo che lo Spirito santo
procede dal Padre e dal Figlio non avevano l'intenzione di negare che il Padre sia la
fonte e il principio di ogni divinità, cioè del Figlio e dello Spirito santo; né volevano
sostenere che il Figlio non abbia dal Padre il fatto che lo Spirito santo procede dal
Figlio, né infine ammettere due princìpi o due spirazioni, ma affermare un solo
principio e una sola spirazione dello Spirito santo… E poiché da tutte queste
espressioni scaturisce una sola e identica verità, si sono finalmente e unanimemente
intesi e accordati, in uno stesso spirito e in una uguale interpretazione, sulla seguente
formula d'unione santa e gradita a Dio.
Invece, le anime di quelli che muoiono in stato di peccato mortale attuale o con il solo
peccato originale, scendono immediatamente all'inferno per essere punite con pene
diverse.
Primato petrino
Definiamo inoltre che la santa Sede apostolica e il romano pontefice hanno il primato
su tutto l'universo; che lo stesso romano pontefice è il successore del beato Pietro
principe degli apostoli, è autentico vicario di Cristo, capo di tutta la chiesa, padre e
dottore di tutti i cristiani; che nostro signore Gesù Cristo ha trasmesso a lui, nella
persona del beato Pietro, il pieno potere di pascere, reggere e governare la chiesa
universale, come è attestato anche negli atti dei concili ecumenici e nei sacri canoni.
Con questo documento, ci fu l’unità delle chiese, ma quando i greci tornarono a casa
non ha funzionato secondo il gesuita Joseph Gill e che ha descritto nel suo libro IL
CONCILIO DI FIRENZE, G. C. Sansoni editore, Firenze 1 gennaio 1967. In questo
libro Gill si pone 3 domande:
Tutte le chiese latine sono a forma di croce ( perché hanno Cristo a centro) come ad
esempio la Cattedrale di Napoli o le altre chiese che riconoscono grazie all’ abside,
sede e le navate; mentre la chiesa bizantina si riconosce dallo stile della croce ( cristo
pantocato) che sottolinea la paternità di Dio che apre le sue braccia al figlio. E’
importante questo insieme che troviamo tra la teologia, arte e liturgia ( che sono 2
modi di pregare Dio anche attraverso l’arte).
J. Menyendorff : Questa separazione che è avvenuta è legata a due fattori anche per il
modo di pensare Dio infatti: in Oriente la chiesa è fondata sotto il dominio dell’
Imperatore ( che aveva il compito di difendere la chiesa), mentre in Occidente era
legata al papa. Da una parte è concordia, mentre dall’ altra è una reale esistenza della
chiesa. A Firenze la chiesa fu capeggiata dai bizantini perché avevano bisogno di un
grande sostegno militare e politico con la dinamica dei Turchi. L’accordo fatto a
Firenze è frutto di disperazione da parte dei latini ( greci) provenienti da una città
aggregata.
DIALOGO ECUMENICO
Il popolo non era stato preparato, infatti per alleviare questo disagio in questi anni si
sta creando il dialogo ecumenico. Adesso queste due chiese sono sorelle ma non c’ è
ancora quel patto d’unione fra di loro:
Questi gesti di apertura e di distinzione sono molto importanti, ma non sono ancora
nella piena comunione con loro per questo non possiamo ancora celebrare insieme
perché non c’è ancora un dialogo completo, però questi segni d’apertura importanti
sono stati fatti da papa Paolo VI anche se le 2 chiese sono ancora divise ma senza un
linguaggio di tensione, è proprio per questo che il giorno di S. Pietro S. Giovanni
Paolo II chiamava sempre il patriarca di Costantinopoli che si affacciavano insieme
sul pianerottolo di S. Pietro ed entravano insieme benedicendo il popolo.
RIFORMA GREGORIANA
( Svolta del papato dalla fine dell’ XI ° secolo fino al XIII ° secolo)
Apogeo
“ lontano” del
papato .
Secolo in cui è
vissuto S.
Francesco d’
Assisi
Clemente II ( 1046-1047);
Damaso II ( 1047-1048);
La riforma porta il nome di Gregorio VII ( che sale sul trono nel 1073) ma inizia
prima della sua elezione, porta il suo nome perché ha saputo dare un maggiore
impulso rappresentativo. Fino al 1705 la prima parte si concentra solo sulla chiesa
riforma morale ( i mali presenti nella chiesa trattato dai predecessori di Gregorio). Nel
1075 c’è una svolta nella riforma che diventa di tipo istituzionale ( lotta delle
investiture).
Inizia con l’ imperatore tedesco Enrico III ( 28 ottobre 1016 - 8 ottobre 1056) per
mettere la pace all’ interno del papato . L’imperatore arriva e si ferma a Sutri
( provincia di Viterbo) qui l’ imperatore convoca un sinodo dove vengono deposti dal
loro incarico 3 papi ( deposizione di Sutri). Perché c’erano 3 papi in quel tempo?
Perché il papato era prigioniero delle nobili famiglie romane ed per questo che si
hanno papi ed antipapi ( uno risiedeva in S. Pietro, un altro a S. Giovanni un terzo a S.
Maria Maggiore) possiamo affermare che i 3 che vennero deposti in quel tempo
furono : Benedetto IX dei Conti di Tuscolo ( Teofilatto III dei Conti di Tuscolo) ( dal
21 ottobre 1032 al 13 gennaio 1045) , Silvestro III de’ Crescenzi Ottaviani ( Giovanni
de’ Crescenzi Ottaviani) ( dal 13 gennaio 1045 al 13 marzo 1045) e Gregorio VI
( Giovanni dei Graziani detto Graziano) ( dal 1 maggio 1045 al 20 dicembre 1046).
Deposte queste famiglie con i loro pontefici venne eletto dall’Imperatore un nuovo
pontefice Clemente II (Suidgero dei signori di Morsleben e Hornburg ) ( dal 20
dicembre 1046 al 9 ottobre 1047) tutti morirono ben presto. Questi pontefici hanno
combattuto i mali che erano presenti nella chiesa del tempo erano 2: Simonia e
Nicolaismo.
Nel medioevo i preti si potevano sposare e i celibi erano pochi per quale
motivo? Nella chiesa greco-romana non si comprendeva questo principio che è
iniziato solo con la venuta del cristianesimo.
Imperatore
Intronizzazione
Chiesa
_______________________
Collaborazione
________________________
Impero
Tolleranza
Teodosio IV
Impero Romano
Diventa Cristiano
Perciò papa Gregorio VII toccò la struttura ecclesiastica con la lotta dell’ investiture:
E’ difficile risalire alla sua data di nascita (1015/1020) ed è morto il 1085 . Il Liber
Pontificalis ( fonte di tutti i papi) ci dice che fin da piccolo si trasferì a Roma e fu
accolto nel monastero benedettino dell’ Arentino dove vi erano Lorenzo Vescovo di
Amalfi e Giovanni Graziano ( che fu uno dei 43 vescovi deposti dall’ Imperatore).
Alcuni dicono che Gregorio scelse la vita monastica a Cluny mentre altri studiosi non
prendono in considerazione questo passaggio. Papa Leone IX lo chiamò a Roma dove
nel 1050 ebbe la nomina di rettore ( preposto) e di Arcidiacono della Basilica di S.
Paolo fuori le mura. Dopo la morte di Leone IX stette al fianco di molti altri pontefici
tra i quali: Vittore II (dal 13/04/1055 al 28/07/1057), Stefano IX (dal 2-3/08,1057 al
29/03/1058), Niccolò II ( dal 24/01/1059 al 27/07/1061) bisogna dire che questo papa
fece un Bolla “ IN NOMINE DOMINI” sull’ elezione del Sommo Pontefice:
Nel nome del Signore Iddio Gesù Cristo, nostro Salvatore, nell'anno 1059 dalla sua
incarnazione, nel mese di aprile, nella dodicesima Indizione, alla presenza dei Santi
Evangeli, sotto la presidenza del reverendissimo e beatissimo Papa apostolico,
Niccolò, nella patriarcale basilica Lateranense, chiamata basilica di Costantino con
anche tutti i reverendissimi arcivescovi, vescovi, abati e venerabili presbiteri e diaconi,
il medesimo venerabile Pontefice, decretando con autorità apostolica riguardo
all'elezione del Pontefice, disse:
Lo eleggano dal seno della chiesa di Roma, se è trovato degno, altrimenti lo si prenda
da un’altra Chiesa. Salvo restando il debito onore e la reverenza verso il nostro diletto
figlio Enrico che è ora chiamato re e che si spera sarà con l’aiuto di Dio il futuro
imperatore, come gli abbiamo concesso, e verso i successori di lui che personalmente
chiederanno questo privilegio a questa Sede Apostolica.
La grazia di Dio Onnipotente protegge coloro che osserveranno questo decreto e per
l'autorità dei santi apostoli Pietro e Paolo li assolva da ogni peccato.
Io, Niccolò, vescovo della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ho firmato
questo decreto da noi promulgato come sopra si legge. Bonifacio, per grazia di Dio
vescovo di Albano, ho firmato. Umberto, vescovo della Santa Chiesa di Silva
Candida, ho firmato. Pietro, vescovo di Ostia, ho firmato, ed altri vescovi, in numero
di settantasei, unitamente al presbiteri e diaconi, hanno firmato".
DICTATUS PAPAE
I «Quod Romana ecclesia a solo Domino sit fundata.» Che la Chiesa Romana è stata
fondata da Dio e da Dio solo.
II «Quod solus Romanus pontifex iure dicatur universalis.» Che il Pontefice Romano è
l'unico che può essere giustamente chiamato universale.
III «Quod ille solus possit deponere espiscopus vel reconciliare.» Che Egli solo può
deporre o riammettere i vescovi.
IV «Quod legatus eius omnibus episcopis presit in concilio etiam inferioris gradus et
adversus e os sententiam depositionis possit dare.» Che in qualunque concilio il suo
legato, anche se minore in grado, ha autorità superiore a quella dei vescovi, e può
emanare sentenza di deposizione contro di loro.
V «Quod absentes papa possit deponere.» Che il Papa può deporre gli assenti.
VI «Quod cum excommunicatis ab illo inter cetera nec in eadem domo debemus
manere.» Che, fra le altre cose, non si possa abitare sotto lo stesso tetto con coloro che
egli ha scomunicato.
VII «Quod illi soli licet pro temporis necessitate novas leges condere, novas plebes
congregare, de canonica abatiam facere et e contra, divitem episcopatum dividere et
inopes unire.» Che ad Egli solo è legittimo, secondo i bisogni del momento, fare
nuove leggi, riunire nuove congregazioni, fondare abbazie o canoniche; e, dall'altra
parte, dividere le diocesi ricche e unire quelle povere.
VIII «Quod solus possit uti imperialibus insigniis.» Che Egli solo può usare le insegne
imperiali.
IX «Quod solius papae pedes omnes principes deosculentur.» Che solo al Papa tutti i
principi devono baciare i piedi.
X «Quod illius solius nomen in ecclesiis recitetur.» Che solo il Suo nome sia
pronunciato nelle chiese.
XI «Quod hoc unicum est nomen in mundo.» Che il Suo nome è il medesimo in tutto
il mondo.
XII «Quod illi liceat imperatores deponere.» Che ad Egli è permesso di deporre gli
imperatori.
XIII «Quod illi liceat de sede ad sedem necessitate cogente episcopos transmutare.»
Che ad Egli è permesso di trasferire i vescovi secondo necessità.
XIV «Quod de omni ecclesia quocunque voluerit clericum valeat ordinare.» Che Egli
ha il potere di ordinare un sacerdote di qualsiasi chiesa, in qualsiasi territorio.
XV «Quod ab illo ordinatus alii eclesie preesse potest, sed non militare; et quod ab
aliquo episcopo non debet superiorem gradum accipere.» Che colui che Egli ha
ordinato può dirigere un'altra chiesa, ma non può muovergli guerra; inoltre non può
ricevere un grado superiore da alcun altro vescovo.
XVI «Quod nulla synodus absque precepto eius debet generalis vocari.» Che nessun
sinodo sia definito "generale" senza il Suo ordine.
XVII «Quod nullum capitulum nullusque liber canonicus habeatur absque illius
auctoritate.» Che un testo può essere dichiarato canonico solamente sotto la Sua
autorità.
XVIII «Quod sententia illius a ullo debeat retractari et ipse omnium solus retractare
possit.» Che una Sua sentenza non possa essere riformata da alcuno; al contrario, Egli
può riformare qualsiasi sentenza emanata da altri.
XIX «Quod a nemine ipse iudicare debeat.» Che Egli non possa essere giudicato da
alcuno.
XXI «Quod maiores cause cuiscunque ecclesie ad eam referri debeant.» Che tutte le
cause maiores, di qualsiasi chiesa, debbano essere portate davanti a Lui.
XXII «Quod Romana ecclesia nunquam erravit nec imperpetuum scriptura testante
errabit.» Che la Chiesa Romana non ha mai errato; né, secondo la testimonianza delle
Scritture, mai errerà per l'eternità.
XXIII «Quod Romanus pontifex, si canonice fuerit ordinatus, meritis beati Petri
indubitanter efficitur sanctus testante sancto Ennodio Papiensi episcopo ei multis
sanctis patribus faventibus, sicut in decretis beati Symachi papae continetur.» Che il
Pontefice Romano eletto canonicamente è senza dubbio alcuno santificato in virtù dei
meriti di San Pietro, secondo quanto detto da sant'Ennodio, vescovo di Pavia,
confermato da molti santi padri che lo hanno sostenuto, secondo i decreti di San
Simmaco papa.
XXIV «Quod illius precepto et licentia subiectis liceat accusare.» Che, dietro Suo
comando e col suo consenso, i vassalli hanno titolo per presentare accuse.
XXVI «Quod catholicus non habeatur, qui non concordat Romane ecclesie.» Che
colui il quale non è in pace con la Chiesa Romana non sia da considerare
cattolico.
XXVII «Quod a fidelitate iniquorum subiectos potest absolvere.» Che Egli possa
liberare i sudditi dall'obbligo di obbedienza ai principi che hanno imposto il loro
potere con la forza.
Dunque, avendoci ragionato sopra, abbiamo stabilito che dopo un digiuno di tre giorni, dopo
le litanie e la preghiera con l’aiuto divino avremmo stabilito che cosa sarebbe parso meglio a
proposito dell’ elezione del romano pontefice.
Ma all’improvviso, quando il predetto papa nostro veniva condotta alla sepoltura nella chiesa
del Salvatore, è sorto un grande tumulto di popolo, e agitazione , e su di me si sono gettati
come impazziti, senza lasciare nessuna facoltà o spazio di dire alcunché, di prende alcun
consiglio, e con violenza mi hanno portato rapinosamente nel posto del reggimento
apostolico, cui gran lunga sono impari”.
E’ da premettere che il Sinodo quaresimale del 1075 è stato molto importante per la lotta
delle investiture che spetta alla chiesa e non all’ imperatore. Il rito della lotta delle
investiture si svolgeva in 3 tappe che sono:
1) Il giuramento di fedeltà;
2) L’omaggio che consegnava la persona all’ Imperatore;
3) Consegna dei benefici che veniva eseguita attraverso il dono di testi simbolici ( scettro,
spada, un pezzo di terra oppure uno stendardo). Se era un feudatario vescovo gli venivano
consegnati oltre a questi oggetti gli venivano consegnate anche mitra e pastorale, per
questo si causò anche una grande anomalia. Gregorio VII diede un grande colpo
proibendo all’ Imperatore di ordinare i vescovi perché questo intervento? Gregorio intuì
che il problema non era di tipo morale ma di tipo strutturale e disse che solo un papato
forte avrebbe potuto salvare la chiesa: la libertà e l’ affermazione del potere del papa. E’
da premettere che all’ inizio del suo regno l’Imperatore Enrico IV ( Goslar, 11 novembre
1050 Liegi, 7 agosto 1106) aveva i rapporti pacifici contro il Sommo Pontefice, ma dopo
il 1075 cambiarono in modo cattivo tanto da nominare i Vescovi, fu per questo che il papa
l’ 8/12/1075 invitava l’ Imperatore a lasciare le sue decisioni. Il 24 /01/1076 l’ imperatore
Enrico IV convocò un Sinodo a Worms ( Germania) dove a livello Nazionale i vescovi , e
i principi tedeschi che vi parteciparono dichiararono Gregorio VII decaduto, poi venne
accusato adultero, di spergiuro e di trattare il pontefice in modo brutto, oltre a questa
decisione l’imperatore scrisse una lettera di accuse, tutte le decisioni furono ritenute nulle,
mentre i vescovi furono condotti davanti al tribunale ecclesiastico e l’imperatore fu
scomunicato nel Sinodo della Quaresima di Roma del 22 /02/ 1076 ( chi veniva
scomunicato veniva cacciato da tutte le cose) fu per questo che i principi convocarono il
Concilio di Augusta il 02/02/1077 che doveva presiedere Gregorio VII che per recarsi al
Concilio fece sosta a Canossa presso il castello della Contessa Matilde di Canossa
(Mantova, 1046 , Bondeno di Roncore, 24 luglio 1115) (che amava il papato e per questo
nel 1632, per volere di papa Urbano VIII, la sua salma venne traslata a Roma in Castel
Sant'Angelo; nel 1644 trovò definitiva collocazione nella Basilica di San Pietro a Roma )
infatti il 25/01/1077 arriva al papa la notizia che l’ Imperatore voleva chiederli scusa ;
Gregorio VII si decide a perdonarlo ed ecco che il 28/01/1077 Enrico IV vestito da
penitente a piedi scalzi dopo aver fatto il giro attorno al castello bussa ma il primo giorno
non si aprì la porta, la stessa così si è ripetuta anche il secondo giorno ma ecco che il
terzo giorno le porte si aprirono e ci fu la riconciliazione tra Enrico e Gregorio VII .
Enrico IV fu assolto dalla scomunica e venne detto a Gregorio VII che si doveva
accordare al Concilio di Augusta. Il gesto del papa rivela la sia la sua santità che la sua
personalità ; con il perdono di Canossa da una chiara dimostrazione che il papa è a favore
del vangelo perché ci ricorda il “ perdono descritto nella parabola del figliol prodigo”( Lc
15,11-32) e non il potere politico . Cosa succede in questo momento : i principi tedeschi
si sentirono traditi dal papa e allora tennero un assemblea dove elessero 2 Vescovi da
parte di Enrico IV ( che era stato assolto) e da Rodolfo di Svevia (1025 – Merseburg, 15
ottobre 1080) il papa per quanto stava accadendo non prese nessuna posizione contro di
loro, ma in fine Rodolfo morì e rimase solo Enrico IV. E’ da premettere che dal 1076 al
1080 anno ci fu un grande guerra che portò a pensare ad Enrico IV di passare sotto al
dominio del Pontefice.
1080 1083 1084 1085
Nuova scomunica di Papa Occupazione di Roma da Papa Gregorio VII arriva a Papa Gregorio VII muore a
Gregorio VII nei confronti di parte dei Normanni Salerno Salerno( dove oggi riposa
Enrico IV ancora oggi )
Papa Vittore III (dal 24 maggio 1086 al 16 settembre 1087) abate di Montecassino;
Papa Urbano II ( dal 12 marzo 1088 al 29 luglio 1099) viene conosciuto come il “
Papa delle crociate 1095”;
Tutti questi pontefici sono i continuatori della riforma fino al 23/09/1122 anno del
concordato di Worms conosciuto anche come Pactum Calistinum.
Per quanto riguarda l’imperatore bisogna ricordare che papa Gregorio VII si era
scontrato con Enrico IV un proverbio dice : “ che non bisogna fare il male perché il
male ritorna addosso” così fu per la famiglia che lo abbandonò, ma se vogliamo dare
un giudizio su Enrico IV lui si è battuto per difendere la corona ed il potere che ha
portato solo all’ esilio di un vescovo che era suo amico abbandonato da tutti. Quale è
stato il male commesso dall’ Imperatore? Possiamo dire che l’ imperatore ha
combattuto per la corona ma quale è stato il suo sbaglio che lo ha portato a
combattere contro papa Gregorio VII eleggendo anche un antipapa ! l’Imperatore
non aveva capito che il mondo stava cambiando la società e il papato. La battaglia
continuò tra questi papi con Enrico V uguale al padre, ma per arrivare al concordato
ci fu un accordo con papa Pasquale II che tutti i Vescovi avrebbero rinunciato al
beneficio e l’ Imperatore avrebbe rinunciato alle nomine. Questo accordo avvenne
Worms , per arrivare al concordato si dovevano trovare dei termini giusti in tutto ciò
fu preziosa l’opera dei canonisti: Ivo di Chartres, Gregorio da Catino e Ugo da Fleury
il metodo di questi canonisti fu quello di puntare i punti sui quali definire l’accordo.
L’opera dei canonisti fu quella di fare chiarezza ai termini “possesso e beneficio”
che prima erano confusi e allora viene stabilito il termine possesso dal quale si ricava
il beneficio “ libello “ che il vescovo riceveva era del sovrano e veniva dato da
Sovrano. Al vescovo veniva dato un possesso dal sovrano secondo l’ufficio che
indica la persona, quindi il vescovo viene a ricoprire la carica religiosa che viene
dal papa ed entra in possesso dei beni dell’ Imperatore (prima questa distinzione
non avveniva ) . Il possesso del vescovo esisteva solo per alcuni vescovi feudatari,
mentre gli altri erano vescovi e basta . Questa ufficiatura da dove veniva? Bisogna
dire che sono 2 cose una distinta dall’ altra infatti una è il possesso e una è
l’ufficiatura; sono 2 cose distinte e separate una aspetta al possesso l’altra alla chiesa
possono stare insieme, collaborare ma non possono essere sovrapposte, quindi qui
grazie al concordato viene ricordata la divisione nei poteri ( 2 parallele) il vescovo
che governa questo territorio è dipendente dall’ Imperatore, ma non è dipendente dal
governo.
CHIESA
____________________________
GOVERNO
_____________________________
Come era ai primi secoli all’ inizio divisa, con Costantino ci fu una fase di tolleranza,
poi dopo quando l’impero diventa cristiano ci fu la collaborazione poi con il Sacro
Romano Impero diventa in lotta, infatti il concordato viene a smantellare questa linea
tornando alla collaborazione e agiscono insieme tra due realtà diverse che oggi può
sembrare normale ma che in quel tempo non era così questo è il merito a cui ci porta
il concordato.
Il concordato di Worms ( Pactum Calixtinum) del 23/09/1122 ( dove uno cede da una
parte e uno dall’ altra) ci porta all’incontro!
Io Callisto vescovo, servo dei servi di Dio, concedo a te, diletto figlio di Enrico, per
grazia di Dio imperatore dei Romani e Augusto, che la elezione dei vescovi e degli
abati del regno germanico, che sono tuoi sudditi, abbia luogo in tua presenza
senza simonia e senza alcuna violenza; se sorgerà qualche discordia tra le parti
seguendo il giudizio o il consiglio del metropolita e degli altri vescovi della provincia ,
tu darai sostegno ed aiuto alla parte più degna. L’eletto riceva poi da te le regalie,
con scettro, senza alcuna costrizione e compia il suo dovere verso di te secondo il
diritto. Per le altre parti dell’ impero, il consacrato riceva da te le regalie, senza alcuna
costrizione, con lo scettro, entro il termine di sei mesi e compia il suo dovere verso di
te secondo il diritto, tranne per quelle regalie che appartengono alla chiesa di Roma .
Di tutto ciò di cui avrai a lamentarti e per cui solleciterai il mio aiuto, secondo il
dovere che mi deriva dalla mia carica, ti soccorrerò. Ti garantisco una vera pace, per te
e per quelli che ti hanno sostenuto in questa contesa.
Io Enrico per grazia di Dio imperatore dei Romani e Augusto, per amore di Dio, della
santa Chiesa di Roma e di papa Callisto e per la salvezza della mia anima, rimetto
nelle mani di Dio, dei santi apostoli di Dio Pietro e Paolo e della santa Chiesa
cattolica l’investitura con l’anello e il pastorale e prometto che in tutte le chiese
del regno e dell’ impero l’elezione e la consacrazione avverrà liberamente.
Restituisco alla santa chiesa romana i beni e le regalie di S. Pietro che le sono state
tolte dall’ inizio di questa contesa fino ad oggi, sia durante l’impero di mio padre sia
nel mio che attualmente detengo; se sono in mio possesso mi impegnerò lealmente
perché le vengano restituite. Quanto ai beni delle altre chiese, dei principi e di tutte le
altre persone, ecclesiastici o laici, perduti nel corso di questa guerra, secondo il parere
dei principi e in piena giustizia, li restituirò se li possiedo personalmente, se non li
possiedo, mi impegnerò realmente perché vengano restituiti. Io garantisco una vera
pace al papa Callisto, alla santa Chiesa Romana e a tutti quelli che l’hanno sostenuta .
Ogni volta che la Chiesa Romana chiederà il mio aiuto, la soccorrerò fedelmente e mi
impegnerò perché ottenga giustizia in tutto ciò che reclamerà.
Papa Innocenzo III ( dal 1198 al 1216) del suo pontificato possiamo ricordare alcune
cose importanti della chiesa :
1. L’elezione dei vescovi che vengono nominati direttamente dal papa e non più per
acclamazione come avveniva un tempo, per questo alcune leggi il vescovo non li
può dare ma aspetta solo a Roma a darle;
2. Sotto il suo pontificato ha deciso che il successore di Pietro doveva portare l’alba
bianca ( abito talare) e la mozzetta di colore rosso ( che è una mantellina corta,
chiusa sul petto da una specie di bottoni, portata dalle alte cariche ecclesiastiche
rettori di una basilica, canonici, prevosti, vescovi, cardinali e pontefici), bisogna
affermare a tal proposito che fu Innocenzo come abbiamo detto il primo a portargli
e non papa Celestino V che indossava il bianco perché era un domenicano, ma
questi colori liturgici “ pontifici” ci ricordano i colori di Cristo il sangue e l’acqua ,
ma sono anche i colori dell’ Agnello: << Costoro sono quelli che sono venuti
dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel
sangue dell’ Agnello>> ( Ap 7,14). Il papa valorizza la sua missione attraverso le
parole, attraverso il vestiario, nell’ amore verso gli ordini mendicanti , ha dato un
maggiore influsso verso le cause dei santi a Roma e fu il primo ad usare lo stemma
pontificio, ed è anche il primo pontefice ad usare l’immagine efficace come lui
dice che il Papa è il sole e lui era la luna come ci ricorda la lettera
SICUT UNIVERSITAS CONDITOR:
Come Dio, creatore dell’universo, ha creato due grandi luci nel firmamento del
cielo, la più grande per presiedere al giorno e la più piccola per presiedere alla
notte, così egli ha stabilito nel firmamento della Chiesa universale, espressa dal
nome di cielo, due grandi dignità: la maggiore a presiedere — per così dire — ai
giorni, cioè alle anime, e la minore a presiedere alle notti, cioè ai corpi. Esse sono
l’autorità pontificia e il potere regio.
Così, come la luna riceve la sua luce dal sole e per tale ragione è inferiore a lui per
quantità e qualità, dimensione ed effetti, similmente il potere regio deriva
dall’autorità papale lo splendore della propria dignità e quanto più è con essa a
contatto, di tanto maggior luce si adorna, e quanto più ne è distante tanto meno
acquista in splendore.
Ambedue questi poteri hanno avuto collocata la sede del loro primato in Italia, il
qual paese quindi ottenne la precedenza su ogni altro per divina disposizione. E
perciò, se pure noi dobbiamo estendere l’attenzione della nostra provvidenza a tutte
le province, tuttavia dobbiamo con particolare e paterna sollecitudine provvedere
all’Italia, dove furono poste le fondamenta della religione cristiana e dove
l’eccellenza del sacerdozio e della dignità si esalta con la supremazia della Santa
Sede…
Papa Innocenzo IV ( dal 1243 al 1254) rafforza il pensiero della teocrazia biblica
nel personaggio di Melchisedec ( sacerdote e Re) nel quale si trova un espressione
che si evidenzia che il Papa è sacerdote e Re ispirandosi a Melchisedec.
Un documento importante del suo pontificato è : “Auger Cui Levia” questo
documento insiste molto sul potere delle chiavi conferito da Gesù a Pietro e ai suoi
successori, e conclude che il romano pontefice può esercitare il suo supremo
giudizio su qualsiasi cristiano.
Papa Bonifacio VIII ( dal 1294 al 1303) del pontificato di Bonifacio è molto
importante la Bolla “ Unam Sanctam Ecclesiam” del 18 .02.1303 diceva che la
chiesa doveva avere un potere spirituale , ma anche quello temporale che si
appoggiava alle sacre scritture. Viene sfruttato il retroterra retorico della dottrina
delle 2 spade, che sostiene che entrambi i poteri derivano dal divino, ma
debbano essere esercitati da 2 soggetti differenti, ma estremizzandola e mettendo
tutto in mani ecclesiastiche. Possiamo affermare che su questo pensiero di Papa
Bonifacio VIII confluiscono anche altri pensieri sulle fonti autorevoli come quelle
del teologo, dottore angelico Tommaso d’ Aquino. I segni secondo Bonifacio VII
hanno una maggiore importanza perché ci portano ad avere una grande visione che
la chiesa è di Cristo ( cfr. Costituzione Dogmatica sulla Chiesa: Lumen Gentium
del Santo Padre Paolo VI del 21 novembre 1964). Lo stile del tempo si può definire
“poco ecumenico” e la fine di questi documenti era molto forte è dava il potere
( plenitudo potestatis) che viene esercitato su tutte le chiese e non più solo su
quella di Roma, per esercitare questo potere più forte c’ era bisogno dei Cardinali
ma anche del Diritto Canonico .
Che ci sia una ed una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica noi siamo
costretti a credere ed a professare, spingendoci a ciò la nostra fede, e noi questo
crediamo fermamente e con semplicità professiamo, ed anche che non ci sia
salvezza e remissione dei nostri peccati fuori di lei, come lo sposo proclama nel
Cantico: "Unica è la mia colomba, la mia perfetta; unica alla madre sua, senza
pari per la sua genitrice", che rappresenta un corpo mistico, il cui capo è
Cristo, e il capo di Cristo è Dio, e in esso c'è "un solo Signore, una sola
fede, un solo battesimo". Al tempo del diluvio invero una sola fu l’arca di
Noè, raffigurante l’unica Chiesa; era stata costruita da un sola braccio, aveva un
solo timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di
essa ogni cosa sulla terra era distrutta. Questa Chiesa noi veneriamo, e questa
sola, come dice il Signore per mezzo del Profeta: "Libera, o Signore, la mia
anima dalla lancia e dal furore del cane, l’unica mia". Egli pregava per l’anima,
cioè per Se stesso (per la testa e il corpo nello stesso tempo) il quale corpo
precisamente Egli chiamava la sua sola e unica Chiesa, a causa della unità di
promessa di fede, sacramenti e carità della Chiesa, ossia "la veste senza
cuciture" del Signore, che non fu tagliata, ma data in sorte. Perciò in questa
unica e sola Chiesa ci sono un solo corpo ed una sola testa, non due, come se
fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro;
perché il Signore disse a Pietro: "Pasci il mio gregge". "Il mio gregge" Egli
disse, parlando in generale e non in particolare di questo o quel gregge; così è
ben chiaro, che Egli gli affidò tutto il suo gregge. Se perciò i Greci od altri
affermano di non essere stati affidati a Pietro e ai suoi successori, essi
confessano di conseguenza di non essere del gregge di Cristo, perché il Signore
dice in Giovanni che c’è un solo ovile, un solo e unico pastore.
Noi sappiamo dalle parole del Vangelo che in questa Chiesa e nel suo potere ci
sono due spade, una spirituale, cioè, ed una temporale, perché, quando gli
Apostoli dissero: "Ecco qui due spade" (che significa nella Chiesa, dato che
erano gli Apostoli a parlare (il Signore non rispose che erano troppe, ma che
erano sufficienti). E chi nega che la spada temporale appartenga a Pietro, ha
malamente interpretato le parole del Signore, quando dice: "Rimetti la tua spada
nel fodero". Quindi ambedue sono in potere della Chiesa, la spada spirituale e
quella materiale; una invero deve essere impugnata per la Chiesa, l’altra dalla
Chiesa; la seconda dal clero, la prima dalla mano di re o cavalieri, ma secondo
il comando e la condiscendenza del clero, perché è necessario che una spada
dipenda dall’altra e che l’autorità temporale sia soggetta a quella spirituale.
Perché quando l’Apostolo dice: "Non c’è potere che non venga da Dio e quelli
(poteri) che sono, sono disposti da Dio", essi non sarebbero disposti se una
spada non fosse sottoposta all’altra, e, come inferiore, non fosse dall’altra
ricondotta a nobilissime imprese. Poiché secondo san Dionigi è legge divina
che l’inferiore sia ricondotto per l’intermedio al superiore. Dunque le cose non
sono ricondotte al loro ordine alla pari immediatamente, secondo la legge
dell’universo, ma le infime attraverso le intermedie e le inferiori attraverso le
superiori. Ma è necessario che chiaramente affermiamo che il potere spirituale è
superiore ad ogni potere terreno in dignità e nobiltà, come le cose spirituali
sono superiori a quelle temporali. Il che, invero, noi possiamo chiaramente
constatare con i nostri occhi dal versamento delle decime, dalla benedizione e
santificazione, dal riconoscimento di tale potere e dall’esercitare il governo
sopra le medesime, poiché, e la verità ne è testimonianza, il potere spirituale ha
il compito di istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di
giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la Chiesa e il potere
della Chiesa: "Ecco, oggi Io ti ho posto sopra le nazioni e sopra i regni" ecc.
COLLABORATORI PONTIFICI :
“ cardinali”
Nel XIII secolo abbiamo i cardinali bisogna premettere che già sin dai tempi
antichi esisteva questo titolo infatti i cardinali era “ titolari d’ufficio” cioè il
clero di Roma ( diaconia) : parroci; diaconi e vescovi del territorio romano
come ad esempio: Palestrina, Albano ecc. Da titolari diventano collaboratori
del papa ( senato papale) il loro compito era quello dell’ elezione del Papa, per
questo nel XIII secolo vestivano gli stessi paramenti del papa ( bianco e rosso).
Nel 1962 papa Giovanni XIII disse che tutti i cardinali dovevano essere
vescovi, a differenza per le persone distinte come è successo il 25 ottobre
2020 a padre Raniero Cantalamessa che ha voluto ricevere solo l’anello e la
veretta pur vestendo sempre il saio da frate minore cappuccino.
GLI UFFICI
In questo periodo si sviluppano anche vari uffici tecnici per lo sviluppo della
chiesa tra i quali:
1. Nel 1030 a Roma sorse uno scisma tra papa Innocenzo II e le famiglie romane,
per questo tali famiglie misero al suo posto l’antipapa Anacleto II ( dal14
gennaio 1130 al25 gennaio 1138). Bernardo viaggiò per tutta l’Europa per
convincere le potenze imperiali a lasciare l’antipapa (questo antipapa venne
deposto per volere di papa Innocenzo II durante il Concilio di Melfi V
avvenuto a Melfi tra il 29 giugno e il 4 luglio 1137) e per questo ci fu un grande
successo che ebbe il titolo dell’ unità come ci ricorda la lettera enciclica di papa
Pio XII DOCTOR MELLIFLUUS del 24 maggio 1953. Possiamo dire un
principio particolare è quello che : “ dove è l’unità c’è l’amore” che è quella
dolcezza di fraternità che deve regnare nelle nostre comunità ( come ha
ricordato il prof. P. Michele Curto degli Stimmatini di Battipaglia);
2. Nel 1145 salì al soglio di Pietro un suo discepolo Bernardo Pignatelli Abate
del Monastero dei Santi Vincenzo ed Atanasio a Trevi che prese il nome di
Eugenio III ( dal 15 gennaio 1145 al 8 luglio 1153) . Bernardo lo sostenne con
i suoi consigli e scrisse per lui il Deconsideratione dove ricordava i principi
della sua missione , in modo particolare uno di questi era quello di non mettere
la preghiera da parte agli impegni. Nella preghiera si trova tutto per questo non
si deve mettere da parte. Fu papa per 8 anni e affidò a Bernardo per la II
crociata la bolla Quantum praedecessores ;
Per concludere quella dolcezza che Bernardo aveva ricevuto dalla madre ora la
riversa su di noi, proiettando su noi la forte devozione mariana che lo portò a
comporre diversi scritti come il memorare, il commento al cantico dei cantici
dove lui eleva l’inno d’amore alla vergine con le parole : << o clemente, o o
pia o dolce vergine Maria>>.
Il monaco non deve essere distratto dalle immagini, ma deve solo pregare ( S.
Bernardo).
LECROCIATE
Le crociate sono state 8 spedizioni combattute dai cristiani per liberare la terra
santa, si indicavano con il titolo di crociati coloro che portavano una divisa con
sopra segnata una croce. Questa spedizione veniva chiamata: preghiera, iter,
soccussursus sottraggium . I canonisti benedetti dal papa distinsero i crociati
con il termine di trasmarina e cismarina , come gli arabi ei mussulmani
distinsero i crociati come i franchi. Il termine crociata è moderno.
Bisogna precisare che dal VII al X secolo Gerusalemme era nelle mani degli
arabi perché ci fu un accordo tra il Sultano Omar e gli Imperatori. Nel X secolo
arrivarono i Fatidimi ( che provenivano dall’ asia centrale e dalla mongolia)
nasce un principio di avversione verso i cristiani bloccando i pellegrinaggi,
dopo questo fatto il 28 settembre 1009 venne distrutta la basilica del santo
sepolcro, questo fatto sdegnò i cristiani. Per liberare la terra santa l’imperatore
bizantino Alessandro Comneno chiese l’aiuto a papa Urbano II ( dal 1088 al
1099) nell’ ultima sezione del concilio di Clermont dove con un discorso si
diede vita alle crociate ( cioè spedizioni) . Tutti applaudirono e con voce festosa
dissero in coro “ Dio lo vuole” e quindi bisogna attuarlo.
Da questo discorso possiamo capire cosa sapevano i cristiani dei fatti della
terra santa e come gli avevano giudicati.
Popolo dei Franchi ( il papa si rivolge non solo ai franchi ma a tutta la chiesa
occidentale) , popolo d'oltre i monti, popolo come riluce in molte delle vostre
azioni eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del
vostro paese che per l'osservanza della fede cattolica e per l'onore prestato alla
Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro discorso e la nostra esortazione.
Vogliamo che voi sappiate quale lugubre motivo ci abbia condotto nelle
vostre terre; quale necessità vostra e di tutti i fedeli ci abbia qui, attratti ( il
papa descrive i fatti accaduti). Da Gerusalemme e da Costantinopoli é
pervenuta e più d'una volta è giunta a noi una dolorosa notizia: i Persiani
( arabi) gente tanto diversa da noi, popolo affatto alieno da Dio, stirpe dal
cuore incostante e il cui spirito non fu fedele al Signore, ha invaso le terre
di quei cristiani, le ha devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne ha in
parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne ha uccisi con
miserevole strage, e le chiese di Dio o ha distrutte dalle fondamenta o ha adibite
al culto della propria religione. Abbattono gli altari dopo averli sconciamente
profanati, circoncidono i cristiani e il sangue della circoncisione o spargono
sopra gli altari o gettano nelle vasche battesimali; e a quelli che vogliono
condannare a una morte vergognosa perforano l'ombelico, strappano i
genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li conducono in
giro, sinché, con le viscere strappate, cadono a terra prostrati. Altri fanno
bersaglio alle frecce dopo averli legati ad un palo; altri, fattogli piegare il collo,
assalgono con le spade e provano a troncare loro la testa con un sol colpo. Che
dire della nefanda violenza recata alle donne, della quale peggio è parlare che
tacere? Il regno dei Greci è stato da loro già tanto gravemente colpito e alienato
dalle sue consuetudini, che non può essere attraversato con un viaggio di due
mesi. A chi dunque incombe l'onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se
non a voi cui più che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle
armi, grandezza d'animo, agilità nelle membra, potenza d'umiliare sino in fondo
coloro che vi resistono? Vi muovano e incitino ali animi vostri ad azioni le
gesta dei vostri antenati, la probità e la grandezza del vostro re Carlo Magno e
di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che distrussero i regni dei
pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa. Soprattutto vi sproni il Santo
Sepolcro del Signore Salvatore nostro, ch'è in mano d'una gente immonda, e i
luoghi santi, che ora sono da essa vergognosamente posseduti e
irriverentemente insozzati dalla sua immondezza. O soldati fortissimi, figli di
padri invitti, non siate degeneri, ma ricordatevi del valore dei vostri
predecessori; e se vi trattiene il dolce affetto dei figli, del genitori e delle
consorti, riandate a ciò che dice il Signore nel Vangelo " chi il padre e la madre
più di me, non è degno di me. Chiunque lascerà il padre o la madre o la moglie
o i figli o i campi per amore del mio nome riceverà cento volte tanto e
possederà la vini eterna". Non vi trattenga il pensiero di alcuna proprietà,
nessuna cura delle cose domestiche, ché questa terra che voi abitate, serrata
d'ogni parte dal mare o da gioghi montani, è fatta angusta dalla vostra
moltitudine, né è esuberante di ricchezza e appena somministra di che vivere a
chi la coltiva. Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e
tanto spesso vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini,
tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni
inimicizia. Prendete la via del santo Sepolcro, strappate quella terra a
quella gente scellerata e sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in
possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte
e miele.
Gerusalemme è l'ombelico del mondo, terra ferace sopra tutte quasi un altro
paradiso di delizie; il Redentore del genere umano la rese illustre con la sua
venuta, la onorò con la sua dimora, la consacrò con la sua passione, la redense
con la sua morte, la fece insigne con la sua sepoltura. E proprio questa regale
città posta al centro del mondo, è ora tenuta in soggezione dai propri
nemici e dagli infedeli, è fatta serva del rito pagano. Essa alza il suo lamento
e anela ad essere liberata e non cessa d'implorare che voi andiate in suo
soccorso. Da voi più che da ogni altro essa esige aiuto poiché a voi è stata
concessa da Dio sopra tutte le stirpi la gloria delle armi. Intraprendete dunque
questo cammino in remissione dei vostri peccati, sicuri dell'immarcescibile
gloria del regno dei cieli.
1) l’ occupazione dei luoghi santi viene ritenuta ingiusta per questo i cristiani
hanno dovuto lottare per riprenderseli;
2) il papa è convinto che le spedizioni ( crociate) sono un opera voluta dalla
chiesa per questo : “Dio lo vuole!” proprio perché è una gesta santa
ricevono una ricompensa da Dio che equivale nel “ perdono delle colpe”
( indulgenza plenaria).
Oltre a queste crociate benedette dal papa ne possiamo ricordare altre in modo
istintive mosse dal popolo che sono:
Possiamo dire che di questa crociata esistono diverse fonti . Quale è l’oggetto?
Questa crociata viene vista come una leggenda nera ( che è infarcita di
menzogne che infangano il nostro passato della chiesa facendola diventare un
grande teatro). Purtroppo l’immagine della crociata, ci fa vedere l’immagine
della chiesa nera diffusa che ci porta a dare un immagine non aggettiva che è
quella di vedere in modo sbagliato la chiesa.
Difetto della leggenda : non possiamo negare che le crociate non siano
state guerre o che non ci sia stata violenza, ma ciò che dice la leggenda
non è tutto vero c’ è un difetto ( marca) che sta nell’ ascoltare le cose che
sono l’anima ( idea del mediocres che sta nella crescita) che accresce il
pensiero della crescita. Per anima intendiamo in questo caso l’anima
religiosa per i luoghi santi e non per altro che dava vita ad una guerra di
difesa. La Terra santa era il modo tangibile da salvaguardare perché era stata
calpestata da Gesù quindi era preziosa come una reliquia, per questo non
potevano essere privati di questi luoghi ove dovevano giungere in
pellegrinaggio. In questi luoghi si andava a fare il pellegrinaggio con le armi
necessarie dove potevano combattere la milizia cristi per poi fare penitenza.
L’ordine dei templari( ordine del tempio) la loro regola si ritiene essere nata
intorno al 1128 presso il Concilio di Troyes, possiamo premettere che
l’ordine venne costituito per difendere i diritti del santo sepolcro, e proprio
lo stesso S. Bernardo scrisse per loro un testo dove si metteva in risalto la
figura del monaco come guerriero.
“ Il vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per
male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vi vuol togliere la
tonaca, dunque voi cristiani non dovreste imbracciare armi e combattere i
vostri nemici”. Rispose San Francesco: “ Mi sembra che voi non abbiate
letto tutto il vangelo . Il perdono di cui Cristo parla non è un perdono
folle, cieco , incondizionato , ma un perdono meritato. Gesù infatti ha
detto: “ non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle a i
porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi vi sbranino”. Infatti il
Signore ha voluto dirci che la misericordia va dispensata a tutti, anche a chi
non la merita, ma che almeno sia capace e farne frutto, e non a chi è
disposto di errare con la stessa tenacia e convinzione di prima. Altrove, oltre
tutto, è detto: “ Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo
lontano da te”. E con questo, Gesù ha voluto insegnarci che, se uno ci fosse
amico o parente, o perfino fosse a noi caro come pupilla dell’ occhio,
dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, s e tentasse di
allontanarlo dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Proprio per questo, i
cristiani agiscono secondo massima giustizia quando vi combattono,
perché voi avete invaso delle terre cristiane e conquistato
Gerusalemme, progettate di invadere l’Europa intera, oltraggiate il
Santo Sepolcro, distruggete chiese, uccidete tutti i cristiani che vi
capitano tra le mani, bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad
allontanare dalla sua religione quanti uomini potete. Se invece voi
voleste conoscere, confessare, adorare, o magari solo rispettare il Creatore e
Redentore del mondo e lasciare in pace i cristiani, allora essi vi amerebbero
come se stessi”.
Francesco con queste parole ci dimostra che la crociata non serviva per
convertire, ma per difendere il proprio diritto e non è un irenista o
fantasista che giustifica il movimento ideale della crociata. Possiamo dire
che i sovrani restarono a casa perché Luigi IX “ il santo” (Poissy, 25 aprile
1214 – Tunisi, 25 agosto 1270) morì, Riccardo Cuor di Leone (Oxford, 8
settembre 1157 – Châlus, 6 aprile 1199) stava perdendo il trono, Federico I
Barbarossa (Waiblingen, 1122 circa – Saleph, 10 giugno 1190) e Federico II
di Svevia non voleva partire perché in quel tempo c’erano diverse
temperature rispetto ai nostri tempi, ci mettevano diversi anni per andare e
venire dai viaggi e per questo prima di avviarsi dalle proprie dimore erano
costretti a fare il testamento.
( Scisma)
5a crociata 6a crociata 7a crociata 8° crociata
1a Al tempo di papa Urbano II si ebbe un esito nel 1096 anno in cui ci furono
i feudatari tedeschi e normanni cattolici europei come: Raimondo di Tolosa,
Goffredo di Buglione, Boemondo di Taranto, Baldovino delle Fiandre, Roberto
di Normandia, Ugo di Vermandois, Stefano II di Blois, Roberto di Fiandra e
Tangredi di Altavilla nonché abili comandanti come Guglielmo Embriaco.
Questi feudatari presero in assalto Nicea (Asia Minore), Edessa che era un
antica città dell’ anatolico-mesopotamico ( Assiria ) attualmente nel territorio
della Turchia e Antiochia ( posta sulla costa del fiume Oronte , a circa 22 km
del mar mediterraneo), infatti questi territori : Asia minore, Levante e
Palestina. E’ da premettere che il 22 luglio 1099 i Principi Crociati scelsero
Goffredo di Buglione per la carica di Re di Gerusalemme, ma questi preferì
volle tenere solo il titolo di : Advocatus Sancti Sepulchri ( difensore del Santo
Sepolcro).
5a Fu indetta da papa Onorio III ( dal 1216 a 1227). Questa crociata coinvolse
a gli eserciti franchi, ungheresi, ciprioti e austriaci infatti possiamo affermare
che i sovrani Andrea II d’ Ungheria e il duca Leopoldo VI d’ Austria furono
riconosciuti capi della crociata. Questa crociata si svolse in Palestina ed Egitto
dal 1217 al 1221 anno in cui ci una completa sconfitta dei Crociati, che stressati
dalla fame e da problemi logistici, dovettero negoziare la loro libertà e di il
maggiore responsabile fu senz’altro il legato papale il cardinale Pelagio Galvani
( 1165 -1230) che con il suo comportamento costrinse l’imperatore latino
Giovanni di Brienne a lasciare la crociata;
6a Fu voluta dallo stesso pontefice della IV per portare la scia pacifica dell’
impressa che era fallita nella precedente. Questa crociata ebbe luogo in
Terrasanta dal 1228 al 1229 ed ebbe come assoluto legislatore Federico II di
Svevia ;
MOVIMENTI SPIRITUALI
“ Ecclesiae Spiritualis”
“Ecclesiae Carnalis”
Fratris Pontis ;
Apostolici;
Beghine-Begardi.
Questi movimenti si sono attivati nel XIII ° secolo, infatti per questo si
evidenzia una chiesa forte, ed è proprio grazie a questo periodo che il papa
aveva il “ plenitudo potestatis” (ad intra ed extra), chiesa forte e potente
( pianezza di potere) ma mancava qualcosa cioè quel principio di povertà,
perché possiamo affermare un principio che è il seguente : dove manca la
povertà manca Cristo, infatti fino ad acquistare il principio di povertà
gerarchicamente utilizzata, infatti a molti non sembra che manchi questo
principio di Cristo, grazie a questi movimenti ( elencati sopra) che protestavano
contro la chiesa per riportarla all’ecclesia spiritualis. I movimenti pauperistici
si basavano sul pensiero di Gioacchino da Fiore dove nasceva una chiesa
povera “ ecclesia mondalis” alcuni gruppi erano pacifici ed estremisti della
chiesa in modo aggressivo e violento; i poveri di Lione: sono un movimento
che si basavano su Pietro Valdo ( 1140 ca- 1217) era un mercante di Lione che
nel 1170 ebbe una profonda crisi religiosa, ma leggendo il vangelo restò colpito
dal brano di Mt 19,21: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi,
dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» fu colpito, infatti
Pietro cambiò vita lasciando le sue ricchezze ai poveri, si fece tradurre alcuni
brani della bibbia in francese, vestito solo di stracci povero in castità di vita si
impegnava insieme ad un gruppo di seguaci che si erano formati attorno a se ad
imitare Gesù nella povertà.
Pietro mise in allarme la chiesa perché solo i sacerdoti potevano predicare e non
i laici ( per questo Francesco d’ Assisi si fece diacono per predicare il vangelo
altrimenti non avrebbe potuto farlo). Infatti il vescovo impedì a Valdo di non
predicare e quindi lui si appella a papa Alessandro III ( dal 7 settembre 1159
al 30agosto 1181) nel concilio lateranense III (marzo 1179), secondo alcune
testimonianze che vengono ( come quella di Walter ) possiamo apprendere che
il papa gli dice di sottomettersi alle autorità locali ( cose che non avvenne) e per
questo sotto il pontificato di Lucio III ( dal 1 settembre 1181 al 25 novembre
1185) con la bolla Ad bolendam del 4 novembre 1184 Pietro ei suoi seguaci ( i
valdesi) furono esclusi dalla Chiesa Cattolica perché erano ritenuti eretici come
altri ordini di quel tempo. Infine nonostante la condanna papale i Valdesi si
diffusero con una forte espansione in Provenza, Piemonte, Lombardia, Fiandre,
Germania, Spagna ed Inghilterra. Nel 1532 aderirono gran parte alla chiesa
protestante.
Possiamo affermare che una bolla simile all’ ABOLENDAM di papa Lucio III
è la bolla AD EXTIRPANDA di papa Innocenzo IV ( 1252)
“ Il podestà o rettore deve costringere senza giungere A MUTILAZIONI O
AD ESPORRE A PERICOLI DI MORTE, tutti gli eretici catturati, come
veri ladri ed assassini delle anime, e usurpatori dei Sacramenti di Dio e della
famiglia cristiana, a confessare esplicitamente i loro errori e a denunciare gli
altri eretici e a denunciare gli altri eretici a loro noti e i loro beni, i loro
creditori, ricettatori, difensori, allo stesso modo con cui costringono i ladri e
usurpatori di beni temporali a denunciare i loro complici e confessare le
malefatte compiute”.
E’ una setta esotelica fondata sui credenti che chiedevano di entrare nella setta
predicando il vangelo di Giovanni, i perfetti ( erano quelli che avevano
l’impegno di recitare sia il Padre nostro e l’ Ave Maria molte volte al giorno)
che si impegnavano a vivere il cammino alla base di questa setta che si basava
sul dualismo( Dio che ha creato il bene e un Dio cattivo che opera il male), per
questo il Dio cattivo portava il passaggio del levare l’incarnazione per passare
al docetismo che li conduceva al rifiuto dei sacramenti, in modo particolare
accusando la chiesa di essersi corrotta nei secoli dei beni di Cristo, e di essersi
attaccata ai beni materiali come quelli del corpo.
Per diventare catari andava fatta la penitenza per i propri peccati. Infatti
inizialmente troviamo l’ astinenza sia dalla carne che dal vino. Si mostravano
assolutamente contrari a tutte le forme di violenza: alcuni animali non
potevano essere uccisi perché forse erano l’incarnazione di anime degli
angeli caduti. Uccidere un uomo era vietato in ogni caso, anche in seguito a
un’aggressione, anche per difesa. Ricevendo il consolamentum si poteva
entrare nella chiesa se già erano sposati ma solo interrompendo il matrimonio,
si dovevano astenere da qualsiasi alimento sessuale, carni, uova e così via,
dovevano avere una fissa dimora per questo si obbligavano alla morte
volontaria. Una volta entrati non potevano più uscire da questo movimento
anche costituendosi e rimandando il consolidamento ci si converto sul letto di
morte. Per evitare che ciò si stava diffondendo come avvenuto in Francia nelle
zone dove si erano diffusi i catari ( per questo Madonna Pica che era la madre
di S. Francesco d’ Assisi, essendo della scia dei catari diede al figlio il nome di
Giovanni, anche se poi prevalse quello di Francesco in onore della Francia
dove il padre Pietro di Bernardone commerciante di stoffe aveva grandi
possedimenti a livello tessile e dove conobbe anche la sua sposa) il papato
ritenne opportuno di organizzare una crociata dal 1209 al 1229 benedetta da
Innocenzo III nel 1208 con le parole: <<Orsù, soldati di Cristo, orsù valorosi
cavalieri della milizia cristiana. Vi muova il generale gemito della Santa
Chiesa, vi accenda il pio zelo di punire una così grande ingiuria recata al vostro
Dio! Affrettatevi ad abolire la perfidia eretica, attaccando i suoi seguaci con
maggiore sicurezza che i Saraceni, perché sono peggiori di essi >>. Questa scia
si stava diffondendo a : Tolosa Montpellier, Nîmes, Béziers, Carcassonne,
Narbona e Albi ( Città della lingua d’oca). L’eresia cresce perché non ci sono
predicatori pieni di zelo, fu per questo che S. Domenico (Caleruega, 1170 –
Bologna, 6 agosto 1221) decise di dare vita all’ ordine dei frati predicatori
“ domenicani” ( di questo ordine possiamo ricordare alcuni illustri personaggi
come ad esempio : S. Alberto Magno, S. Tommaso d’ Aquino conosciuto come
dottore angelico) che venne approvato in modo ufficiale da papa Onorio III con
le bolle del 22 dicembre 1216 e del 21 gennaio 1217. A questo punto sorge un
problema che è quello di come bisogna difendere la fede? Attraverso
l’inquisizione che nasce con la bolla di papa Lucio III, il quale prima il vescovo
e poi il papa inviano gli inquisitori ( domenicani) nel territorio dove vi è la
denuncia . C’ è da precisare che la tortura veniva usata sia dai tribunali pubblici
ma anche dalla chiesa, le confessioni delle accuse di un eretico non erano
valide. Gli inquirenti erano chiamati a rispettare la volontà dell’ eretico.
-Editto di grazia
-Editto di fede
FEDERICO II
Federico II era nato a Jesi ( nelle marche) il 26 dicembre 1194, con le sue
scelte di vita bizzarre ha fatto in modo che nascevano leggende a favore
dei Guelfi e contrario ai Ghibellini! La storia sulla personalità di Federico II
ondeggia perché secondo alcuni era un uomo a favore e contrario . Era un
poliglotta e aveva una corte eclettica dove vi erano : cristiani, ebrei e
mussulmani che messi insieme formavano un punto ed uno stile eccellente,
promosse la matematica, la scienza e l’archeologia, era anche una corte
itinerante nella storia del medioevo perché girava. Il 5 giugno 1224 fondò a
Napoli un università laica, perché non voleva una sudditi andassero fuori dal
regno a studiare come era avvenuto a Bologna. La Città di Napoli era di
grande importanza, venne scelta proprio questa Città perché era facile
raggiungerla. Per questi suoi talenti Federico venne definito Stupor
Mundi, Mutatus Mirabili e Mundu Ordinis. Era figlio di Enrico VI ( 1
novembre 1165- 28 novembre 1197) e di Costanza d’ Altavilla ( 2
novembre 1154 -27 novembre 1198) che era l’ultima discendente dei
Normanni, infatti possiamo affermare che il loro matrimonio non fu un
matrimonio d’amore ma un matrimonio politico.
Gregorio IX era di carattere forte giurista come Gregorio VII per questo li
ricordò la crociata per questo fu costretto a partire, a chiamare i primi
cavalieri a Brindisi e un grande numero di 1677 infatti sulle loro navi
stracolme arrivò la peste. Federico a questo punto tornò indietro tutto fu
approvato per il forte caldo e dalla mancanza d’acqua , il papa reagì male
così il 29 settembre 1227 scomunicò Federico; nel 1228 decise di partire di
nuovo da Brindisi e quindi fu scomunicato perché al posto delle armi
preferiva la diplomazia accodandosi con Malik al-Kāmil e per questo la
Palestina fu aperta ai cristiani, ma ecco che il papa non accettò perché
Federico era sceso in accordo ed era entrato nel Santo Sepolcro pur essendo
scomunicato. Inviò i legati papali per dire ai tedeschi che Federico era un
Anticristo per colpire la sua personalità. Quando Federico tornò dalla
crociata reagì contro il papa a ritirare la scomunica, ed in modo particolare a
farli accettare un accordo con il suo esercito imponendosi con l’accordo “
pace di Trattato S. Germano” Federico restituiva le proprietà allo Stato della
Chiesa riconoscendo lo stato di vassallaggio della Sicilia verso Roma. Nel
mese di agosto 1230 fu ritirata anche la prima scomunica . In quest’ epoca
nascono i comuni di Milano, Cremona, Pavia che erano luoghi di
benessere che pretendevano il possesso ed è per questo che nascono i
comuni per difendere la libertà ( lega veneta) cioè la libertà politica per
questo motivo si andava verso la libertà. Il papato e i comuni si mettono
insieme per andare contro Federico. Nel 1231 nel meridione ( regno di
Sicilia) acquistarono una potenza mettendosi contro il Baroni con le
Costituzioni di Melfi = liber augustalis). Il Papa fu costretto nuovamente,
nel luglio 1238, ad abbandonare la città alla volta di Anagni. Il conflitto tra
guelfi e ghibellini romani si risolse con la vittoria dei guelfi ed il ritorno del
Papa a Roma nell'ottobre dello stesso anno. Federico, in tale contesto, sfidò
apertamente il Papa impedendo le nomine vescovili e imprigionando i legati
pontifici. Inoltre conferì al figlio Enzo, che aveva sposato la vedova del
giudice di Torres e vedova del giudice di Gallura, il titolo di Re titolare di
Sardegna, inasprendo ulteriormente i rapporti con il pontefice, per questo
motivo il pontefice fu costretto ad allearsi con il popolo e nella Domenica
delle Palme del 1239 si aprì un grande conflitto tra papa e l’imperatore .
L'imperatore, che si sentiva investito del dovere di difendere l'impero da un
papa alleato con i ribelli lombardi, cominciò a conquistare possedimenti
dello Stato Pontificio con l'intento di isolare progressivamente Roma.
Gregorio IX chiese aiuto alla Repubblica di Venezia, chiedendo di invadere
l'Italia da Sud, precisamente dalla Puglia, e convocò a Roma un concilio
ecumenico per la Pasqua del 1241 con lo scopo di deporre l'imperatore.
Federico in questo anno si trovava a Grottaferrata ( città metropolitana di
Roma Capitale nel Lazio) si mosse contro Roma e Grottaferrata devastando
il territorio, devastando tutti i tesori artistici nelle chiese, questo gesto
Federico lo fece per evitare di fare arrivare i partecipanti a Roma per
svolgere il concilio che lo avrebbe scomunicato una seconda volta. Il 22
agosto 1241 Federico si a Grottaferrata li arrivò una notizia della morte
del papa che lo fece esultare di gioia , e allora per far vedere che non era
contro la chiesa levò l’assedio. Alla morte di Gregorio IX fu eletto papa
Innocenzo IV ( dal 25 giugno 1243 al 7 dicembre 1254) che era un esperto
canonico, tenace e decisivo che si avviò per fare un accordo con Federico
perciò si rifugiò a Lione ( Francia) dove il 24 giugno 1245 convocò un
concilio dove vi parteciparono circa 150 padri conciliari, ma Federico non
vi partecipò ma venne sostituito da Taddeo da Sessa Aurunca dicendo :
Federico vuole paciarsi con la chiesa. Luigi IV tentò per la rappacificazione.
Il 13 dicembre 1250 Federico morì a Fiorentino di Puglia il suo medico
Giovanni da Procida disse che era stato colto da un attacco intestinale.
Secondo in Guelfi morì da eretico, secondo i Ghibellini morì con addosso
l’abito domenicano perché si sentiva più protetto e fu per questo che
venne assolto. Il figlio Manfredi in una lettera al fratello Corrado IV così
descrive la morte di padre citava queste parole: "Il sole del mondo si è
addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della
pace". Fu sepolto presso la Cattedrale di Palermo. Come afferma David
Abulafia in un opera importante su Federico II : era un carattere esuberante
ed essere anti conformista, essere un po’ fuori questo principio sta in questa
quantità cioè in questo “ quid”.
Questo esilio rimasto nella storia del romano pontefice, prese il via
grazie all’ elezione di un vescovo francese che rimandò il soggiorno a
Roma per motivi politici e personali, grazie all’impulso di Filippo IV che
stabilì che per circa 70 anni i vescovi francesi dovevano restare a guida
della chiesa. Bisogna premettere che più che un esilio si trattava di un
soggiorno , infatti la città di Avignone era stata fondata dai pontefici, per
questo erano avvantaggiati geograficamente, inoltre c’era un clima mite
con aria malsana. Avignone non aveva Pietro, quindi questa sosta in
questa cittadina fu solo per motivi di alleanza.
Clemente V (1305-1314)
Clemente VI (1342-1352)
Innocenzo VI (1352-1362)
Urbano V (1362-1370)
Gregorio XI (1370-1378)
La scelta della rinuncia ai beni è del 1220 forse ispirata dallo stile di
Francesco. L’esperienza francescana non è inizialmente clericale, perché
fin principio erano solo frati, perché Francesco si avvicinava alla povertà
del vangelo. Francesco scrive una 2a regola nel 1221 che venne
approvata nel 1223 che stabiliva che i frati potevano iniziare anche allo
studio per chi lo voleva ( infatti uno dei mastri di teologia fu Sant’
Antonio da Padova già teologo agostiniano, ed in seguito frate
francescano). Questo messaggio di Francesco si diffonde un poco alla
volta in tutta l’Europa, non solo dal lato maschile ma anche dal lato
femminile. San Bonaventura da Bagnoregio ( dinastia dei maestri
parigini) è colui che da importanza all’ Ordine dei Minori. Nel Regno
di Napoli furono i D’ Angiò a far costruire nel 1310 la Basilica di Santa
Chiara ( che in un primo momento venne affidata alle clarisse e poi ai
frati minori).