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PROSSIMA FERMATA ALESSANDRIA

COMUNICATO STAMPA

ANCORA PAROLE, RACCONTI (E IMMAGINI) DA PROSSIMA FERMATA ALESSANDRIA

Davvero tante persone hanno voluto essere, sabato 7 maggio 2011, alla Officina di Largo
Catania, in Alessandria, tra le 14,30 e le 20, per partecipare e condividere, in quella che è
stata anche una giornata di festa, come lo sono le giornate in cui le persone possono parlare,
raccontarsi, portare agli altri le proprie esperienze, le proprie ricchezze. Una giornata che ha
dimostrato, come ha detto Mauro Cattaneo, che: «In Italia, e anche in una provincia tutto
sommato marginale come la nostra, c’è la possibilità di fare politica, anche semplicemente
mettendo a disposizione delle persone un microfono per cinque minuti, e standole a
ascoltare.» Un bel modo di innovare la politica e di riportare la società, e le persone, al
centro, dunque.
E tanti racconti, tante esperienze di vita a iniziare dall’intervento di Giuseppe Arena, fondatore
di Arenaways, compagnia ferroviaria italiana privata. «Quel titolo alle spalle è una beffa,
perché come sapete io non devo fermare...», poi cita il film ‘Cassandra Crossing’ per i treni
italiani, e conclude: «Io la pulce rompo l’equilibrio di Trenitalia? Pensate che equilibrio è.»
Mauro Buzzi del comitato referendum acqua pubblica, ha parlato di scelte: «Lasciare liberi
gli enti locali di scegliere le forme di gestione? Liberi chi? Liberi come? Liberi quando sono
stritolati dai patti di stabilità?... Definire le priorità: per me l’acqua a livello nazionale è una
priorità.»
Simone Bigotti, sindaco di Borgoratto e vice presidente di Serco. La sua parola: rete «In
Piemonte il 30% dei comuni non ha adsl, il 60% ha collegamenti lenti, 150 comuni su 190
in provincia di Alessandria hanno collegamenti lenti... Tutti gli operatori dovrebbero poter
accedere alla rete a pari condizioni. Solo questo renderebbe il mercato libero.» Sono stati
tra i relatori del gruppo “Gestione del territorio, Trasporti, Rifiuti, Infrastrutture”.
Giulio Massobrio, storico e presidente della associazione culturale La città delle Vittorie ha
scelto come parola eudemonìa: «significa felicità, ciò che conferisce senso alla nostra
esistenza; la felicità sociale sta in un ambito di relazioni che dà sicurezza, calore,
collaborazione, aiuto, solidarietà... L’idea ha un nome, si chiama Happy Museum, il museo
che ha come missione di accrescere, con i suoi oggetti, i suoi documenti, i suoi contenitori
di memorie, il benessere e la felicità della persona. Con la cultura si può vivere molto
bene.»
E storie belle come quelle dell’orchestra multietnica Furastè, raccontata da Mimma
Caldirola «È un’esperienza musicale ed è anche un’esperienza di vita comunitaria...
Abbiamo messo insieme culture musicali diverse, che riflettono diversi modi di vivere. È
un’esperienza sociale e umana prima ancora che musicale.»
Perché, ci ha ricordato Silvia Pautrè, insegnante del conservatorio Vivaldi di Alessandria (la
sua parola sogno): «Come diceva Aaaron Copland: tutta la musica è bella, se suonata
bene.»
E anche, tra le voci e le storie del gruppo “Cultura, Scuola, Formazione”, Giovanni Cestino,
chitarrista e rappresentante d'istituto al Liceo Plana: «La scuola deve essere riformata per
prima cosa nella qualità: non guardie giurate e grammofoni ma maestri di vita tra i
dirigenti e i docenti.»
Migranti, uguaglianza e dignità sono state le prime parole portate dal gruppo
“Immigrazione, Servizi, Sanità”. Da Rita Camera della prefettura di Alessandria:
«Argomento da trattare in modo pragmatico, partendo dal concetto di nazione e
cittadinanza... L’immigrazione si governa con rigore ma guardando al di là del nostro
naso... Non questione di polizia, ma gestione e politica del territorio... Si è perso il senso di
condivisione.» Da Sabah Naimi, che col suo intervento applauditissimo ha saputo
emozionare tutti i presenti: «Gli immigrati sono l’otto per cento della popolazione italiana e
hanno prodotto l’11% del PIL... Il governo ha deciso di legittimare il razzismo... Gli
immigrati stanno pagando il prezzo della crisi perché non possono permettersi di essere
disoccupati (per avere il permesso di soggiorno).» E da Jamila Jakani, mediatrice culturale,
come Sabah originaria del Marocco: «Condizione femminile degradata, il progresso non ha
cambiato questa situazione... La donna immigrata vive peggio di quella italiana... Ma
anche le donne immigrate sono forgiatrici del progresso dell’Italia, che amano.»
Michele Assandri, dell'associazione nazionale strutture terza età Anaste, ha voluto parlare
di welfare: «Nella sanità ci sono sprechi. Noi vogliamo dare spunti alle istituzioni. Abbiamo
realizzato un manifesto per ricordare che la repubblica è liberale: no ai monopoli. Il
welfare è da riformare.»
Mentre Massimiliano Acerbo, avvocato di Arquata, ha parlato di processo: «Si parla solo di
riforma del processo penale, ci si dovrebbe occupare del processo civile... Il tribunale di
Alessandria? Vi do solo un consiglio: dimenticatevi la logica.» Ed è stato uno dei giovani
che hanno raccontato le loro storie con grande forza, grande ricchezza, coraggio. Perché,
come ci ha detto Giuseppe Civati, a Prossima Fermata Alessandria, i giovani: «Si
sentiranno protagonisti, proprio così. Presi sul serio. Chiamati in causa, a raccolta. Questo
è il senso delle Fermate. Far parlare i giovani di sé e del proprio Paese. Per noi, lo schema
si rovescia: non un politico che parla, e i cittadini che ascoltano. Esattamente il contrario.»
Infatti Elena Rossi, giornalista di Radio Gold, nel gruppo “Lavoro, Impresa, Stili di vita,
Istituzioni”: «Crediamo nell’importanza politica e sociale di un organo di informazione
locale... Non ci fermiamo qui, vi diamo la nostra parola.»
E Domenico Rao, uno dei soci-fondatori di Lab121: «Se le persone si lasceranno
coinvolgere dalla condivisione degli spazi e degli strumenti di lavoro potranno crescere
professionalmente e migliorare come persone.»
Vittoria Oneto, socia fondatrice di STartAL: «Essere imprenditrice, lavoratrice, e donna
deve essere possibile... Occuparsi di cultura e turismo, ad Alessandria, deve essere
possibile.»
Mentre Francesca Ferraris, fondatrice dello spin-off universitario Labores, proprio
sull’università nella nostra città ha detto: «L’università locale non va intesa come
l’università sottocasa, comoda e accessibile, ma va vista come una grande opportunità per
un territorio che non conosce (più) vivacità.»
Altri giovani: Sara Toson, precaria degli asili nido. «Ho 24 anni e sono una sognatrice. Per
esempio sogno spesso di avere un lavoro. Però sono un’ottimista di natura; vedo i lati
positivi del precariato: ho conosciuto molte realtà e molte persone diverse, ho imparato a
dare il meglio di me stessa. Sarebbe un bel sogno se il precariato durasse qualche anno.
Invece non è così.» Così pure Marco Unia, la sua parola contratto: «La situazione del
mercato del lavoro è andata progressivamente peggiorando... Confronto le norme dei
lavoratori a tempo indeterminato con quelle dei lavoratori atipici: mi viene una sola parola,
ingiustizia. C’è una forma di apartheid... È stato di fatto cinesizzato il lavoro dipendente...
La proposta: contratto unico. Per tutti.»
Mentre Walter Ottria, sindaco di Rivalta Bormida, ha parlato di amministrare: «E’ vero che
ci vengono costantemente tagliati i fondi pubblici, ma questo non deve diventare un alibi
per bloccare il nostro agire e visto che probabilmente questa condizione ci accompagnerà
nel nostro compito, dovremo abituarci a conviverci, cercando di esser bravi a spendere in
modo efficace partendo dalle vere priorità, senza abbandonare il coraggio di fare
investimenti virtuosi, in grado di dare servizi alla collettività e contemporaneamente
vivacizzare l’economia locale.» e ha concluso citando Norberto Bobbio: “il cammino, non
bisogna illudersi, è ancora lungo. Nel nostro paese lunghissimo. Ma l’unico modo per
arrivare è quello di mettersi coraggiosamente per strada e di non lasciarsi frenare dagli
ostacoli frapposti dagli interessi costituiti”.
Daniele Borioli, segretario provinciale del PD: «è buona politica quella che sa proporre ai
territorio e alla collettività progetti e proposte concrete... è buona politica quella che sa
superare la contrapposizione di lavoro e impresa, ma sa dire all’impresa di non crescere
comprimendo i diritti dei lavoratori... è una buona politica quella che sa raccogliere le
proposte, come quelle emerse oggi, e dare un seguito con azioni concrete per migliorare
la società.»
Rita Rossa ha parlato di capoluogo: «Manca un respiro strategico, manca un respiro di
lungimiranza, nel capoluogo oggi.» E ha voluto anche dare un valore alle proposte che
sono venute da Prossima Fermata Alessandria: «Spero che questa forma di partecipazione
trovi un’applicazione pratica anche nella possibilità di approfondire.»
Ha raccolto la ricchezza della giornata Mauro Cattaneo: «Esco da questa giornata con due
speranze: che chi ha ruoli di direzione nel partito, e chi intende amministrare, si renda
conto che sono fondamentali, se non si vuole fallire, queste energie e queste intelligenze...
e che la comunità che si è creata continui a vedersi, a crescere, a immaginare, a proporre,
perché qui abbiamo dimostrato che ci può essere una politica bella, concreta e
divertente.»
Ad annodare le parole ci ha raggiunto Giuseppe Civati, che organizza e anima "Prossima
Fermata Italia" fin dall’avvio del novembre 2010 alla Stazione Leopolda di Firenze. Ha
scelto, come sua parola, strega (aveva il colpo della strega, Pippo, e veniva dalla iniziativa
politica nella città di Milano amministrata dalla “strega”): «Finalmente noi affrontiamo le
cose, lo facciamo occupandoci dei problemi reali... Diciannove sottosegretari è
un’invasione; non so se ci stanno diciannove sottosegretari a Lampedusa, stanno stretti...
Abbiamo cinque minuti, e guardate che la metafora è influente, per riordinare le idee e per
ridisegnare un paese... L’unico posto dove Berlusconi ha sempre perso è nel descrivere il
futuro, il tempo suo è quello del passato... Dobbiamo raccontare cosa vogliamo che
succeda nel paese nei prossimi anni.»
Ha salutato tutti, e parlato significativamente di partire, nel suo intervento a conclusione di
giornata, citando il filosofo Lao Tse (“ciò che il bruco chiama fine del mondo il resto del
mondo chiama farfalla”), Giovanni Ivaldi, un altro degli organizzatori, capogruppo PD al
comune di Alessandria.

Alessandria, 8 maggio 2011

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