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DI
ANATOMIA
E
FISIOLOGIA
PER
CORSI
O.S.S.
INTRODUZIONE
Per ANATOMIA si intende lo studio della struttura di un organismo e dei rapporti tra le
parti che lo compongono.
Per FISIOLOGIA si intende lo studio delle funzioni degli organismi viventi e delle parti che
li compongono.
Prima di iniziare lo studio della struttura e della fisiologia dell’organismo umano e delle sue
parti occorre introdurre i concetti di omeostasi e di organizzazione, che rappresentano
importanti caratteristiche dell'organismo vivente.
OMEOSTASI: è il mantenimento di un equilibrio costante dell’ambiente interno al corpo.
Più specificatamente: la temperatura, alcuni composti chimici, il volume del sangue ecc..
devono rimanere costanti entro certi limiti per garantire la sopravvivenza. Pertanto
l'organismo, al fine di mantenere I'omeostasi, deve continuamente rispondere ai
cambiamenti dell'ambiente altrimenti subentra un'alterazione dello stato di salute.
ORGANIZZAZIONE: sta ad indicare che I’insieme in un organismo funzionante.
Il primo livello di organizzazione nell’organismo è quello a livello chimico (atomi e
molecole)
L’esistenza della vita dipende dalle giuste sostanze chimiche all’interno delle cellule
La CELLULA rappresenta dal punto di vista strutturale e funzionale la più piccola unità
vivente
I TESSUTI sono una struttura più complessa delle cellule. Infatti un tessuto è
un’organizzazione di moltissime cellule simili che lavorano insieme per svolgere una
funzione comune. Il corpo umano è costituito da 4 tipi di tessuto.
Tessuto epiteliale: ricopre le superfici interne ed esterne del corpo umano, ha funzione di
protezione, secrezione, assorbimento.
Tessuto connettivo: il più abbondante e ampiamente distribuito, unisce i tessuti tra loro
costituendo un sostegno per il corpo nel suo insieme e per i singoli organi. Inoltre
costituisce il tessuto osseo e cartilagine, il sangue, il tessuto adiposo, ecc
Tessuto muscolare
Tessuto nervoso
Gli ORGANI sono strutture ancora più complesse in quanto comprendono più tessuti per
assolvere ad una funzione speciale (esempio lo stomaco).
SISTEMI o APPARATI sono le strutture più complesse che costituiscono il corpo umano.
Un apparato è un organizzazione di più organi connessi tra loro, affinché possano
assolvere a funzioni complesse per l’intero organismo.
Dunque il corpo umano nella sua interezza è composto da atomi, molecole, cellule,
tessuti, organi e sistemi.
CENNI GENERALI SULLA CELLULA
Generalità
L’uomo è un organismo pluricellulare costituito da miliardi di cellule. La cellula è l'unità
organizzativa vivente più piccola e perfetta esistente in natura. Le cellule umane pur avendo
dimensioni variabili sono microscopiche infatti l'unità di misura utilizzata è il micron, ossia 1
millesimo di millimetro. Ogni cellula umana svolge determinate funzioni, alcune garantiscono la
propria sopravvivenza ed altre aiutano a garantire Ia sopravvivenza all'interno dell'organismo. Le
cellule nell'organismo umano si sono specializzate nel compiere determinate funzioni: movimento,
protezione, respirazione, ecc...Ad ogni tipo di funzione svolta corrisponde una forma ben precisa
che meglio si adatta al compito da svolgere. Esistono due tipi fondamentali di cellule: procariote
ed eucariote. Queste, pur essendo diverse dal punto di vista strutturale e funzionale, hanno in
comune alcune caratteristiche di base: in particolare tutte le cellule possiedono una membrana
cellulare (o membrana plasmatica) molto sottile, il loro interno è costituito dal citoplasma, tutte le
cellule possiedono il materiale genetico. Le cellule eucariote possiedono al loro interno un
complesso sistema di membrane e vari organi in miniatura, detti organuli, che permettono alle
cellule di svolgere le loro attività.
Sono inoltre caratterizzate da un
nucleo circondato da una membrana
nucleare che contiene il materiale
genetico organizzato in elementi detti
cromosomi. Le cellule procariote non
possiedono nucleo e di conseguenza il
loro materiale genetico è sparso nel
citoplasma. Esistono anche delle
differenze tra le cellule animali e quelle
vegetali. Le cellule delle piante hanno
un rivestimento in più, la parete
cellulare, formata da cellulosa e inoltre
possiedono organuli caratteristici: i
vacuoli, e i cloroplasti.
Anatomia
Membrana plasmatica
Citoplasma
Nucleo
MEMBRANA PLASMATICA Detta anche membrana cellulare è la parte esterna della cellula, è
come un involucro che la separa dall'ambiente circostante. Tale membrana che ha una
permeabilità selettiva, regola gli scambi di sostanze tra cellula e ambiente extracellulare, in
particolare permette l'ingresso delle sostanze nutritive e la fuoriuscita di quelle di rifiuto. E'
costituita da un doppio strato continuo di molecole di fosfolipidi, dello spessore di 8-10 nm (un
nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro), attraversata parzialmente o completamente da
numerose proteine. I fosfolipidi sono particolari grassi formati da una" testa" di glicerolo ed una
coda lipidica. La cellula è formata per circa il 70% di acqua e da solo 30% di sostanze organiche.
IL PASSAGGIO DI SOSTANZE ORGANICHE attraverso la membrana cellulare non è stabile ma
può variare a seconda delle sostanze. IL TRASPORTO PASSIVO si verifica per diffusione di una
sostanza all'interno della cellula e non richiede energia. La membrana cellulare da "via libera" alle
molecole di dimensioni microscopiche come: l'acqua, l'anidride carbonica, l'ossigeno ecc...
mentre "sbarra la strada" alle molecole di dimensioni più grosse (come le proteine), perché
potrebbero danneggiarla e per questo viene detta SEMIPERMEABILE. IL TRASPORTO ATTIVO
avviene quando una sostanza per passare attraverso la membrana richiede energia alla cellula ed
utilizza appositi TRASPORTATORI cioè proteine che ne facilitano il passaggio. La membrana
consente due processi molto importanti per la cellula: la PINOCITOSI che consiste nel catturare un
liquido creando una vescicola che viene poi inglobata nel citoplasma e la FAGOCITOSI in cui la
cellula ingloba al suo interno altre sostanze solide o addirittura altre cellule. La funzione di barriera
svolta dalla membrana permette la regolazione della composizione chimica della cellula. La
maggior parte degli ioni e delle molecole idrosolubili non è in grado di attraversare
spontaneamente tale barriera, che è di natura lipidica; per farlo, necessita di una specifica proteina
trasportatrice (carrier). Avvalendosi di questi meccanismi di trasporto, la cellula può mantenere la
concentrazione interna degli ioni e delle piccole molecole. La membrana plasmatica può
presentare estroflessioni a forma di microvilli che hanno la funzione di aumentare la superficie
dell'intestino. La membrana rappresenta anche, oltre che un filtro per le sostanza in entrata e in
uscita, il mezzo con cui la cellula si "fa riconoscere" dalle altre cellule. Essa contiene molecole
particolari, di solito formate da zuccheri legati a proteine, che corrispondono a una sorta di "carta d'
identità" in base alla quale la cellula viene riconosciuta come facente parte del sé, ossia dell'
organismo stesso, e non viene attaccata dal sistema immunitario. Nelle cellule animali la
membrana plasmatica non presenta generalmente strati esterni di rivestimenti. Nei batteri e nei
vegetali, invece, all' esterno della membrana si trova una parete rigida, alquanto spessa e robusta,
costituita da polisaccaridi complessi (nel caso delle piante superori, soprattutto da cellulosa). Tale
struttura nei batteri ha una funzione protettiva; nei vegetali, oltre a questa funzione, la parete
svolge un ruolo di sostegno e serve a mantenere la forma tipica della cellula.
CITOPLASMA E’ un liquido contenuto all'interno della membrana costituito da acqua, sali minerali
e sostanze organiche. Costituisce l'ambiente dove avvengono le reazioni chimiche necessarie alla
vita della cellula. Il citoplasma occupa circa la metà del volume totale della cellula e vi si trovano
disperse tutte le sostanze chimiche vitali tra cui sali, ioni, zuccheri, una grande quantità di enzimi e
proteine e la maggior parte dell’RNA. L’acqua costituisce circa lí80% delle sostanze contenute nel
citoplasma. Nel citoplasma vi si trovano numerose e piccole strutture dette organuli (Mitocondri,
Apparato del Golgi, Ribosomi, Lisosomi, Centrioli, Reticolo endoplasmatico) ognuno dei
quali ha compiti precisi come !a respirazione cellulare e la produzione di energia, la distribuzione
ed il trasporto delle strutture inservibili, la formazione di proteine, la divisione cellulare ecc. ecc.
Nelle cellule eucariote, il citoplasma contiene un’intelaiatura formata da una complessa rete di
filamenti costituiti da proteine fibrose che costituiscono il citoscheletro. Il citoscheletro conferisce
alla cellula la sua forma caratteristica, rende possibili gli spostamenti degli organuli cellulari e
coordina funzioni biologiche fondamentali, come la divisione cellulare. I filamenti proteici che
formano il citoscheletro si possono dividere, sulla base delle loro dimensioni, in tre tipi principali:
microfilamenti, filamenti intermedi e microtubuli. I microfilamenti sono filamenti proteici dal
diametro di 5-6 nanometri costituiti da una proteina denominata actina. Nelle cellule muscolari
l’actina si associa ad un’altra proteina, la miosina, per formare fibre in grado di permettere la
contrazione dei muscoli. Nelle cellule non muscolari i microfilamenti fanno da supporto a varie
strutture cellulari. I microtubuli sono strutture dinamiche che vengono formate e distrutte in
continuazione: sono dei tubi cavi sottilissimi costituiti da una proteina chiamata tubulina. Nella
cellula vi sono dei centri di organizzazione dei microtubuli che dirigono la loro formazione: i
centrioli, i corpi basali delle ciglia e i centromeri.I filamenti intermedi infine hanno un diametro di 8-
10 nanometri e contribuiscono a dare forma alla cellula. Alcune cellule possiedono ciglia e flagelli
che sono sottilissimi prolungamenti mobili presenti sulla superficie di molti tipi di cellule; sono
formati da microtubuli organizzati in modo specifico. Le ciglia sono appendici simili a capelli che
permettono alle cellule di muoversi. Ogni ciglio compie singolarmente un movimento simile a un
colpo di frusta e nel loro insieme le ciglia si agitano in sincronia creando un movimento ondulatorio
sulla superficie cellulare.
NUCLEO Struttura interna della cellula spesso di forma sferica e circondata da una membrana
nucleare che permette il passaggio di sostanze. E’ costituito da una porzione fluida, il
nucleoplasma, in cui è dispersa la cromatina. Al suo interno si trovano inoltre una o più zone
maggiormente dense, i nucleoli. Il nucleoplasma è una matrice gelatinosa contenente ioni,
proteine, enzimi e nucleotidi. La cromatina è la forma in cui appare il materiale genetico (DNA)
quando la cellula non è impegnata nella divisione cellulare. essa ha un aspetto granuloso, e
appare suddivisa in zolle più o meno chiare. All' interno della cromatina è visibile anche una
regione particolarmente scura, che prende il nome di nucleolo. La cromatina è formata da DNA e
dalle proteine ad esso associate. Nel momento in cui la cellula deve riprodursi, cioè dividersi per
dare luogo a due cellule figlie, la cromatina subisce una spiralizzazione, cosicché il materiale
genetico appare in una forma diversa: i cromosomi, corpi di forma bastoncellare intensamente
colorati. Oltre al DNA i cromosomi contengono molecole di proteine chiamate istoni.
I nucleoli sono piccoli corpi sferici che scompaiono quando ha inizio
la divisione cellulare; queste formazioni sono i siti in cui viene
sintetizzato líRNA ribosomale.
Il nucleo ha forma, dimensioni, posizione e aspetto variabili nelle
diverse cellule in relazione al differenziamento delle funzioni e in
una stessa cellula nelle varie fasi del ciclo vitale.
Tutte le cellule eucariote ne sono provviste, con poche eccezioni,
come quella rappresentata dai globuli rossi dei mammiferi, e alcune
ne contengono più di uno. Il nucleo dirige tutte le funzioni della
cellula mediante il controllo sugli organuli, e interviene nella
riproduzione.
Al suo interno vi si trovano i cromosomi, costituiti da molecole di
DNA, a sua volta formate da una lunga serie di geni contenenti le
informazioni che codificano i caratteri ereditari (colore della pelle,
gruppo sanguigno, altezza ecc.). I cromosomi sono 46 in ogni
cellula del corpo, uniti in 23 coppie e di queste coppie, una è quella
dei cromosomi sessuali, contenenti i geni responsabili della
determinazione del sesso.
Questa coppia nella donna è costituita da 2 cromosomi ‘X’, mentre nell’uomo è costituita da 1
cromosoma ‘X’ ed uno ‘Y’. Le cellule germinali (spermatozoi ed ovociti) fanno eccezione perché
contengono metà corredo cromosomico (23 singoli cromosomi).
Qualcuno disse che :<< I CROMOSOMI, nella MITOSI, sono come i cadaveri nei
funerali: sono il motivo di quanto accade ma non hanno una parte attiva>>
Fisiologia
STRUTTURA:
- PROTOPLASMA
- MEMBRANA
- MICROVILLI
- CITOPLASMA
- NUCLEO (nucleoli e cromosomi)
FUNZIONI :
- SCAMBI passivi ed attivi
- METABOLISMO anabolismo e catabolismo
- RIPRODUZIONE cromosomi - DNA -gene
Ogni cromosoma è composto da 175 milioni di geni, 175x46 = geni presenti nella
cellula umana
APPARATO DIGERENTE
Generalità
Anatomia
Fisiologia
La funzione dell'apparto digerente è quella di consentire la nutrizione. Tale processo può essere
scomposto in alcune fasi: alimentazione, digestione, assorbimento, ed escrezione.
ALIMENTAZIONE Rappresenta la fase essenziale per dare avvio al processo della nutrizione.
Consiste nell'introduzione degli alimenti
DIGESTIONE Insieme di processi chimici e fisici mediante i quali le sostanze alimentari vengono
sminuzzate, triturate, mescolate e trasformate chimicamente in molecole semplici. Le sostanze che
devono essere trasformate chimicamente durante la digestione sono i carboidrati, i grassi e le
proteine mentre l'acqua, le vitamine e i sali minerali vengono assorbiti così come sono
dall'organismo.
I DENTI
I denti hanno la funzione fondamentale di ridurre il
cibo in poltiglia per renderlo più facilmente
digeribile dal corpo. La dentatura visibile viene
definita "corona dentaria", quella coperta dalle
gengive si chiama "colletto dentario" e la parte
impiantata nell'impalcatura ossea attraverso gli
alveoli dentari collocati sulla mandibola e sul
mascellare si definisce "radice". All'interno del
dente vi è una cavità ripiena di sostanza definita
"polpa" ricca di terminali nervosi e di vasi
sanguigni. I denti sono costituiti da una materia di
avorio detta anche "dentina" e sono ricoperti da
una sostanza definita "smalto", la sostanza che,
invece, riveste la parte del dente collocata sotto il
colletto (gengive) viene definita "cemento". I tipi di
dentatura umana sono due: "decidua" per i
bambini e "permanente" per l'adulto, la prima
consta di 20 denti, la seconda 32. Per forma e
funzioni i denti vengono distinti in: incisivi, canini,
premolari e molari. Gli incisivi, nel processo della
masticazione, servono per tagliare, i canini per
lacerare, i premolari ed i molari servono per
schiacciare ulteriormente il cibo con il minor sforzo
possibile (occorre molta più forza per gli incisivi ed i canini). La dentatura di un adulto per ciascuna
arcata è così formata: quattro incisivi, due canini, quattro premolari e sei molari.
La formulazione dentistica è la seguente: I (incisivi), C (canini), PM (premolari), M (molari). Inoltre
per l'adulto la formulazione avviene nel modo seguente: I 2/2, C 1/1, PM 2/2, M 3/3. Per il bambino
la formulazione è: I 2/2, C 1/1, PM 2/2, M 0/0.
Il dente è costituito da un particolare tessuto
osseo compatto non lamellare, la dentina
(simile all'osso ma più resistente, è permeata
da una rete di tubuli dove è presente liquido
extracellulare e processi citoplasmatici degli
odontoblasti). Ogni dente è composto da una
parte infissa nell’alveolo (concavità ossea
che circonda il dente), la radice, ricoperta dal
cemento (simile all'osso compatto, è privo di
vasi e nervi), e una parte sporgente e
visibile, la corona coperta dallo smalto
(tessuto costituito per il 96-98% di materiale
inorganico, privo di terminazioni nervose e
vasi, si comporta, dal punto di vista fisico,
come membrana permeabile a sostanze
organiche di baso peso molecolare). La zona
di giunzione fra smalto e cemento, il colletto,
è ricoperto dalla mucosa gengivale
(gengiva).
All’interno del dente c’è una cavità ripiena di tessuto connettivo riccamente vascolarizzato e con
terminazioni del nervo trigemino (V nervo cranico), la polpa dentaria. Le radici sono singole negli
incisivi, nei canini e nei premolari inferiori, mentre sono doppie o triple nei premolari superiori e nei
molari. La radice è tenuta legata alla parete dell’alveolo da un particolare tessuto connettivo, il
periodonto o legamento periodontale (parodonto o paradonzio o paradenzio). Anatomicamente il
fissaggio del dente nell'alveolo è considerato un'articolazione, definita gonfosi, caratterizzata da
minimi spostamenti. Le fibre del legamento priodontale si inseriscono sul cemento della radice e
sul periostio dell'osso alveolare estendosi fino alla gengiva. Il legamento periodontale è inoltre
ricco di vasi sanguigni e contribuisce quindi in modo determimante alla vitalità del dente.
La caratteristica principale dei denti, all'inizio del loro sviluppo filogenetico, era l'uniformità
dimensionale e/o morfologica (omodontismo, conodontismo).
APPARATO URINARIO
Generalità
Ha la funzione principale di allontanare dall'organismo i liquidi in eccesso ed alcune
sostanze di rifiuto, in particolare quelle azotate, che derivano dalla demolizione degli
aminoacidi nelle cellule. Ciò è reso possibile mediante il processo di filtrazione del
sangue e di formazione ed eliminazione dell'urina. Inoltre questo apparato svolge altre
funzioni come quella di produrre ormoni, regolare l'equilibrio elettrolitico e acido-base,
regolare la pressione del sangue.
Anatomia
ORGANI
L.'apparato urinario è composto dai reni, che sono deputati alla formazione dell'urina, e da
una serie di altre strutture, le vie urinarie che hanno la funzione di veicolare l'urina
all'esterno.
Reni: sono due organi situati ai lati della colonna vertebrale in posizione dorso-lombare,
lunghi circa 12 cm.. Hanno le dimensioni di un pugno e la forma di un fagiolo con la parte
concava, l'ilo, rivolta verso la colonna vertebrale. Dall'ilo entra l'arteria renale ed esce la
vena renale. Dal punto di vista microscopico il rene è formato da tante piccole unità
funzionali dette nefroni. Ogni nefrone è formato dal glomerulo, cioè una fitta rete di
capillari che origina da una arteria afferente e continua nella arteriosa efferente, circondato
da una struttura a doppia parete, la capsula di Bowman. Dalla capsula di Bowman viene
a formarsi un tubulo "tubulo renale" (suddiviso in tubulo prossimale, parte discendente,
parte ascendente, tubulo distale, tubulo collettore), più tubuli collettori si uniscono
insieme e sboccano nei calici. Ogni rene contiene mediamente un milione di nefroni.
.Bacinetti renali: sono due organi posizionati in corrispondenza dell'ilo dei reni nei quali
confluiscono i calici. Ogni bacinetto renale si continua in senso caudale con l'uretere.
.Ureteri: sono due condotti di circa 30 cm che collegano i bacinetti renali di ciascun rene
alla vescica.
Uretra: è il canale che dalla vescica comunica con l'esterno mediante il meato urinarlo.
Fisiologia
FORMAZIONE DELL'URINA
Il primo passo del processo di depurazione del sangue è la filtrazione che avviene nei
glomeruli. Il sangue arriva ai reni mediante l'arteria renale e si dirama nei capillari del
glomerulo. poiché i capillari hanno diametro minore rispetto all'arteria, il sangue si trova
sottoposto ad una pressione maggiore che facilita la filtrazione. Le proteine e le cellule
sanguigne, a causa delle loro dimensioni, rimangono all'interno di capillari mentre l'acqua,
e con essa gli elettroliti, lo zucchero, l'urea e gli acidi urici, filtrano all'interno della capsula
di Bowman e si incanalano nei tubuli renali.
A livello tubolare, si verifica il riassorbimento del 99% dell'acqua, che era stata trasferita
dal sangue ai glomeruli, e delle sostanze utili come lo zucchero e alcuni elettroliti. Il
riassorbimento delle varie sostanze è influenzato anche da alcuni ormoni: ormone
antidiuretico, aldosterone.
Il restante filtrato ossia l'urina viene convogliata nei tubuli collettori e riversata nei bacinetti
renali da cui, attraverso gli ureteri, giunge nella vescica dove si accumula in attesa di
essere eliminata. Contemporaneamente, il sangue depurato, attraverso i capillari
raggiunge la vena renale e rientra nella vena cava inferiore.
URINA L'urina è un liquido trasparente e di colore giallo paglierino più o meno chiaro. La
quantità prodotta nelle 24 ore va da 1000 a 2000 ml, ripartiti in 4-6 minzioni. Tuttavia la
quantità dipende:
.dalla quantità dei liquidi assorbiti
.dall'eliminazione dei liquidi attraverso pelle, polmoni, intestino .dalla pressione del sangue
.dalla funzionalità dell'apparato urinario e cardiocircolatorio,
L'urina viene prodotta continuamente, anche se la vescica viene svuotata solo
periodicamente.
Alterazioni quantitative:
.oliguria: tra 100 e 400 ml nelle 24 ore
.anuria: al di sotto di 100 mi nelle 24 ore .poliuria: oltre 5000 ml nelle 24 ore
L'urina è costituita per il 95% da acqua e per la restante parte da sostanze organiche
(soprattutto urea e acidi urici) e inorganiche (sodio e potassio).
Lo svuotamento della vescica con la fuoriuscita dell'urina è detto "minzione"; esso
normalmente è un atto indolore, provocato dall'accumulo di urina nella vescica stessa ed è
parzialmente sotto il controllo dalla volontà. Lo svuotamento si ha grazie alla contrazione
delle parti muscolari della vescica ed al contemporaneo rilasciamento dei muscoli dello
sfintere vescicale.
SISTEMA NERVOSO
Generalità
Il sistema nervoso (SN) svolge una funzione di controllo e supervisione su tutto l'organismo e
consente all'essere umano di interagire con l'ambiente che lo circonda adattandosi ai cambiamenti
anche tempestivamente.
Si tratta quindi di un sistema complesso in grado di :
captare gli stimoli provenienti dall'esterno e dall'interno del corpo e trasmetterli ai centri superiori
elaborare le risposte ai differenti stimoli ed inviarle agli organi effettori (muscoli o ghiandole)
regolare, coordinare e integrare le attività dei vari organi e strutture dell'organismo.
Inoltre il sistema nervoso è la sede delle facoltà psichiche quali: intelligenza, memoria, emozioni,
ecc...
Gli organi del SN sono complessivamente
l'encefalo, il midollo spinale, i nervi e gli
organi di senso. Il sistema nel suo insieme è
costituito da due principali divisioni:
.SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC)
.SISTEMA NERVOSO PERIFERICO (SNP)
Anatomia e fisiologia
- Prostata: ghiandola situata sotto la vescica che secerne una sostanza alcalina fluida,
che rappresenta la maggior parte dello sperma. Questa sostanza liquida ha la funzione di
proteggere gli spermatozoi dagli acidi presenti nell’uretra maschile e nella vagina e di
aumentarne la mobilità.
- Uretra: ultimo tratto del canale che porta all'esterno il liquido spermatico. Tale organo
appartiene anche all'apparato urinario (fuoriesce l'urina). Esso percorre internamente il
pene e termina.
La sua funzione è quella di accogliere l’ovulo fecondato e favorire lo sviluppo del feto. E' costituito
da due porzioni: il corpo dell’utero che è la parte superiore, dove sboccano le tube uterine, ed il
collo dell’utero che è la parte inferiore. detta anche cervice, che è in comunicazione con la vagina.
- Vagina: è un canale, di tessuto muscolare rivestito internamente
da mucosa, lungo 6-7 cm che mette in comunicazione l’utero con
la vulva. Ha la funzione di accogliere il pene durante la
copulazione e quindi permettere che gli spermatozoi siano
depositati, permettere la fuoriuscita di sangue mestruale e
consentire il passaggio del feto durante il parto.
- Vulva: organo esterno dove sbocca l'orifizio vaginale e subito
sopra il meato urinario. E' costituito da pliche carnose: le grandi
labbra più esternamente, dove si trovano le ghiandole del
Bartolini (che secernono un liquido lubrificante) e le piccole
labbra, poste all’interno, che si riuniscono anteriormente a livello
del clitoride (organo erettile femminile). Infine dal monte di venere, sporgenza rotondeggiante posta
anteriormente alla vagina.
- Mammelle: sono due organi, attaccati al muscolo pettorale, formati prevalentemente da tessuto
adiposo. Gli estrogeni ed il progesterone ne controllano lo sviluppo durante la pubertà. La
funzione delle mammelle è quella di produrre e secernere il latte dopo il. parto, situazione che è
influenzata da specifici ormoni. La mammella è suddivisa in lobuli, in ognuno di quali vi sono gli
alveoli, cellule che producono il latte, il quale viene convogliato in piccoli dotti che si uniscono
dando origine ad un solo dotto per lobulo che sbocca nel capezzolo:II capezzolo è una sporgenza
al centro della mammella, da cui fuoriesce il latte, e la cui zona intorno è denominata areola
mammaria.
APPARATO TEGUMENTARIO
Generalità
Anatomia e fisiologia
ANNESSI CUTANEI
Peli e capelli : I peli ed i capelli sporgono dall'epidermide ma hanno la sua radice, detta Il
bulbo pilifero nel derma. Il bulbo pilifero è provvisto di capillari sanguigni, di terminazioni
nervose e di fibre muscolari che possono far rizzare il pelo (pelle d'oca). La crescita dei
peli e dei capelli avviene continuamente: nascono, crescono, muoiono e quindi cadono.
Ghiandole sebacee: producono una sostanza grassa, il sebo, che lubrifica la pelle, i peli
ed i capelli. Il sebo mantiene la pelle morbida, elastica, impermeabile e impedisce
l'eccessiva evaporazione dei liquidi. Queste ghiandole non sono presenti nel palmo della
mano e nella pianta del piede.
Ghiandole sudoripare: sono delle piccole ghiandole, poste nel derma, che producono il
sudore e lo eliminano tramite dotti che terminano con i pori sull'epidermide. Il sudore è
composto da acqua e sostanze quali urea, acidi, sali e piccole quantità di anidride
carbonica. La produzione di sudore serve ad eliminare alcune sostanze di rifiuto (come
ammoniaca e acido urico) ed a regolare la temperatura corporea. Infatti quando la
temperatura corporea è alta il sudore viene prodotto in quantità maggiore ed evaporando
ne favorisce la diminuzione; quando la temperatura corporea. è bassa i pori si chiudono e
si riduce la sudorazione. Le ghiandole sudoripare sono maggiormente concentrate sul
palmo delle mani, sulla pianta dei piedi e sotto le ascelle.
Unghie: sono inserite nella pelle, hanno forma laminare e sono costituite da tessuto
corneo. Servono a proteggere la parte dorsale delle estremità delle dita e favoriscono la
presa.
APPARATO OSTEOARTICOLARE
Generalità
Questo apparato è
costituito da 206
ossa. Non
comprende solo le
ossa ma anche i
tessuti adiacenti quali
la cartilagine ed i
legamenti. Tali
strutture insieme
costituiscono una
impalcatura rigida di
sostegno e
protezione per il
corpo umano.
Tale apparato rende possibile il movimento mediante le articolazioni. Precisamente le funzioni di
tale apparato possono essere riassunte in :
Sostegno: le ossa costituiscono l'impalcatura di sostegno che consente di sorreggere il corpo
permettendo la postura.
Protezione: le scatole ossee proteggono alloro interno gli organi più delicati come il cervello, il
.midollo spinale, i polmoni, il cuore
Movimento: le ossa costitiscono una base per l'attacco dei muscoli e quindi permettono il
movimento.
Emopoiesi: il midollo osseo rosso, presente in alcune ossa, è deputato alla produzione delle
cellule del sangue.
Anatomia e fisiologia
LEGAMENTI Sono corpi di natura tendinea che coprono le articolazioni allo scopo di sostenerle
ed impedirne le dislocazioni. Si tratta di giunzioni che tengono insieme le ossa.
.tibia e perone ossa lunghe della gamba che vanno dal ginocchio alla caviglia
.ossa del piede
APPARATO MUSCOLARE
Generalità
L'apparato muscolare è composto dai muscoli che costituiscono il 40-45% del peso
corporeo. Il tessuto muscolare è formato da cellule dette "fibre", la cui principale
caratteristica è la capacità di contrazione (per cui si accorciano) e rilassamento (per cui si
allungano) che permette il movimento delle parti del corpo. Questa capacità è data dalla
presenza, nella fibra muscolare, di tre particolari proteine.
I muscoli, oltre a determinare il movimento, producono il calore necessario a mantenere
una temperatura corporea interna costante.
Anatomia
Il tessuto muscolare
si suddivide in :
-Tessuto muscolare
striato o volontario
-Tessuto muscolare
liscio o involontario
-Tessuto muscolare
cardiaco
Permettere il MOVIMENTO
I muscoli scheletrici hanno solitamente forma a fuso e sono ancorati alle ossa mediante
legamenti resistenti detti tendini. Quando le fibre muscolari si contraggono, i muscoli si
accorciano determinando il cambiamento di postura delle ossa (le ossa si avvicinano tra
loro) e di conseguenza si verifica il movimento del corpo o di sue parti. Numerosi muscoli
scheletrici, per rendere possibile il movimento, funzionano in coppia ad azione
contrastante : ad esempio quando un muscolo si contrae l'altro si rilascia. Normalmente, il
movimento muscolare volontario è privo di tremori o spasmi perché i muscoli scheletrici
funzionano coordinatamente e non singolarmente.
Garantire la POSTURA
L'uomo è capace di mantenere il corpo in posizione "postura", grazie al fatto che i muscoli
non si rilasciano mai completamente ma mantengono sempre un certo stato di tensione,
che prende il nome di tono muscolare. In altre parole questa leggera contrazione dei
muscoli, detta tonica, non produce alcun movimento ma garantisce la postura. I muscoli
inoltre contribuiscono all’impostazione della forma generale dell’individuo producendo
pieghe, fossette e forme del corpo.
Produrre CALORE
La temperatura corporea deve essere mantenuta costante per la sopravvivenza ed è la
contrazione muscolare che sviluppa la maggior parte del calore richiesto. Le fibre
muscolari per lavorare, cioè per contrarsi, hanno necessità di energia la quale viene
prodotta dalla combustione di ossigeno e zuccheri che vengono portati dai capillari
sanguigni. Da tale processo di combustione oltre a derivare energia necessaria al muscolo
per lavorare si libera il calore.
Quando il lavoro muscolare è eccessivo rispetto all'apporto di ossigeno, il muscolo
produce energia attraverso un processo diverso, in cui si ha la liberazione di una sostanza
di rifiuto che è l'acido lattico. Se l’acido lattico si accumula all’interno del muscolo lo
rende inefficiente (affaticamento e crampi).
Normalmente, in presenza d'intenso lavoro muscolare, affinchè il sangue affluisca in
abbondanza per portare molte sostanze energetiche ai muscoli, l'organismo mette in atto i
seguenti fenomeni: vasodilatazione, aumento della frequenza dei battiti cardiaci e
degli atti respiratori
Placca neuromuscolare
I
V
Liberazione acetilcolina
I
V
Fibra muscolare
I
V
Liberazione di ioni Ca
I
V
Interazione delle proteine muscolari
I
V
Contrazione muscolare
TESSUTO MUSCOLARE
ARTI SUPERIORI
DELTOIDE Ricopre interamente la spalla. Questo muscolo entra in azione quando
alziamo le braccia sul piano orizzontale.
BICIPITE Si trova nella parte anteriore del braccio. Permette la flessione
dell’avambraccio sul braccio.
TRICIPITE Si trova nella parte posteriore del braccio; ha la funzione di estendere
l’avambraccio sul braccio.
ARTI INFERIORI
GRANDE GLUTEO Estensore e rotatore esterno della coscia.
QUADRICIPITE FEMORALE Estende la gamba sulla coscia e flette sul braccio.
GEMELLI LATERALI E MEDIALI Formano un solo muscolo. Questo muscolo, quando il
piede è poggiato a terra, solleva il corpo.
MUSCOLI DELL’ADDOME
GRANDE OBLIQUO Costituisce lo strato più superficiale dei muscoli dell’addome. Ha
origine dalle ultime costole e termina sull’osso iliaco e sul pube. E’ un muscolo espiratore;
flette il torace sul bacino comprimendo i visceri addominali.
GRANDE RETTO Disposto verticalmente nella parte anteriore dell’addome. E’ un
muscolo espiratore. Flette il torace sul bacino.
APPARATO RESPIRATORIO
L'aria entra dal naso o anche dalla bocca, attraversa i canali della faringe, della laringe, della
trachea e giunge ai bronchi, i quali si ramificano in tubi sempre piccoli (bronchioli) all'interno dei
polmoni.I bronchioli terminano negli alveoli polmonari dove avviene lo scambio gassoso tra sangue
e aria.
-FUNZIONE
-ORGANI: struttura e funzione
-ESPLORAZIONE: RX, TC, Scintigrafia, Broncoscopia,Broncografia Toracentesi, Es
escreato, Es liquido peleurico, PFR, EGA, Biopsia polmonare, e …... OSSERVAZIONE
1) Ventilatoria
-FISIOLOGIA 2) Alveolo-Capillare
3) Circolatoria
E perché avvenga 1, 2, 3 occorre :
VARIE :
V.C. (Volume corrente) 500 mi: quantità di aria espirata normalmente dopo una
aspirazione normale
Volume di riserva espiratoria ed inspiratoria: quantità di aria che forzatamente può
essere espirata (1000-1200 ml ) o inspirata (3000-330O ml)
Aria residua : aria che rimante nei polmoni comunque 1200 ml
Capacità polmonare totale : la somma del tutto 5700.- 6200 ml
Ventilazione polmonare :V.C. + F.R, in lt/min
Spazio morto: volume di gas che non partecipa agli scambi e si trova fra le vie aeree
superiori e bronchiali; è il 30% circa del V.C.
Volume di ventilazione alveolare : V.C. - S.M. 500-150= 350 ml
*******************************************************************************************************
E.G.A. Sangue ridotto sangue ossigenato
PO2 20-40 mm Hg 80-100 mm Hg
Saturazione 60-75% 95-97%
PCO2 40-50 mm Hg 35-45 mm Hg
PH 7.30 7.40
*******************************************************************************************************
Generalità
La funzione principe dell’apparato cardiovascolare consiste nel
trasportare le sostanze utili alle cellule e allontanare i prodotti di
rifiuto. Le richieste di trasporto comprendono il continuo
movimento di ossigeno, anidride carbonica, nutrienti, ormoni ed
altre sostanze importanti. Gli scarti prodotti dalle cellule sono
rilasciati di continuo nel flusso sanguigno e trasportati dal sangue
agli organi di escrezione.
Questo apparato contribuisce anche alla regolazione della
temperatura corporea distribuendo calore a tutto i corpo e
trattenendo o rilasciando calore dal corpo tramite la regolazione
del flusso sanguigno in prossimità della superficie cutanea. Per
rispondere alle richieste esso è composto da più parti con
funzioni specifiche: il cuore e un insieme di canali, i vasi
sanguigni, in cui circola il sangue.
Anatomia e fisiopia
CUORE
E' un organo cavo costituito da tessuto muscolare striato ma involontario, che pesa circa 400 gr.
ed è situato nella cavità toracica tra i due polmoni, con la punta in basso e leggermente spostata a
sinistra. Rappresenta una parte molto importante del sistema cardiocircolatorio in quanto
costituisce la pompa che permette il movimento del sangue all'interno del circuito chiuso formato
dai vasi sanguigni.
Essendo un organo cavo il cuore al Suo interno presenta 4 cavità:
2 Atri sono le cavità superiori che ricevono il sangue dalle vene e sono separati dal setto
interatriale;
2 Ventricoli le due cavità inferiori che spingono il sangue nelle arterie fuori dal cuore e sono
separate dal setto interventricolare.
Gli Atri comunicano con i sottostanti Ventricoli mediante le valvole atrio-ventricolari (Tricuspide
a destra e Bicuspide a sinistra).
Le cavità destre e sinistre del
cuore invece non sono
comunicanti tra loro, sono
separate dai setti interatiale e
interventricolare).
Precisamente le cavità cardiache
sono: :
Atrio dx: nel quale confluiscono la
vena cava inferiore, superiore e la
grande vena coronaria,
Ventricolo dx: da cui ha origine
l'arteria polmonare,
Atrio sn: dove confluiscono le 4
vene polmonari,
Ventricolo sn: da cui ha origine
I'aorta (il vaso arterioso più grosso
dell'organismo).
.Pericardio membrana sierosa di rivestimento e protezione costituta da due strati tra i quali e
interposto un minuscolo spazio dove è presente una pellicola sottile di liquido pericardico che
funge da lubrificante evitando attriti quando il cuore pulsa.
.Miocardio o muscolo cardiaco, formato da particolari fibre muscolari striate che si contraggono
involontariamente.
.Endocardio sottile strato di membrana liscia che riveste la parte interna delle cavità dove si
trovano le valvole cardiache.
VASI SANGUIGNI
Sono il sistema chiuso di vasi all'interno dei quali circola il sangue pompato dal cuore. I vasi
sanguigni si dividono in arterie, vene e capillari. Le vene devono riportare il sangue verso il
cuore. Ma, a motivo della forza di gravità, le vene degli arti inferiori hanno bisogno di strutture
particolari perchè il sangue possa fluire in modo corretto verso l'alto, dove è il cuore.
Le grandi vene degli arti inferiori
sono dotate, per questo, di
valvole, chiamate a "nido di
rondine".
Esse permettono, come tutte le
valvole il flusso in un senso e
impediscono che il flusso possa
tornare indietro. Il sangue riempie
la piccola camera tra una valvola e
l'altra, e la pressione a tergo del
flusso che arriva fa aprire la
valvola superiore. Poi, quando il
sangue contenuto nella piccola
camera tra le valvole superiore e
inferiore tenderebbe a tornare
indietro, la valvola inferiore si
chiude e lo impedisce.
ARTERIE
Sono i vasi che partendo dal cuore, permetto di far circolare Il sangue in tutte le parti del corpo.
Hanno pareti costituite da uno strato di tessuto muscolare che le rende robuste, elastiche e capaci
di sopportare alte pressioni. Possono dilatarsi e contrarsi favorendo lo scorrimento del sangue e
modificando la pressione sanguigna arteriosa. Il diametro delle arterie e lo spessore della loro
parete diminuiscono allontanandosi dal cuore.
.CAPILLARI
Sono vasi di microscopiche dimensioni con le pareti sottilissime, formate da un solo strato di
cellule in modo da permettere gli scambi, tra sangue e cellule, dei gas respiratori e di sostanze
nutrienti e di rifiuto. Dunque i capillari funzionano come vasi di scambio e trasportano il sangue
dalle arteriole alle venule.
I capillari sono i soli vasi sanguigni le cui pareti permettono scambi tra il sangue e il circostante
liquido interstiziale. Poiché le pareti capillari sono relativamente sottili, le distanze di diffusione
sono piccole e lo scambio può avvenire rapidamente.
Inoltre, il flusso ematico nei capillari è relativamente lento, concedendo un tempo sufficiente per la
diffusione o il trasporto attivo dei materiali attraverso le loro pareti. A differenza dei grossi vasi, la
parete capillare è limitata ad un unico strato, l'endotelio. Le cellule endoteliali sono estremamente
piatte e talvolta hanno uno spessore di soli 1-2 micrometri, esse sono situate a ridosso di una
membrana basale, spessa 40-60 nm. Le cellule endoteliali possono sovrapporsi in parte,
aumentando o diminuendo lo spessore della parete capillare. In tal caso esse formano una
barriera consistente, fra sangue e tessuti, che lascia passare solo sostanze selezionate. Molti
capillari possiedono addirittura piccoli pori oppure "finestre" più ampie (capillari fenestrati) che
sono chiuse da un sottile strato di membrana, ovvero da un diaframma. I capillari di questo tipo
lasciano passare piccole molecole, ma impediscono la fuoriuscita di sostanze di grosso peso
molecolare, in particolare proteine.
I capillari hanno la particolare funzione di filtrazione, riassorbimento e deflusso linfatico. Dai
capillari passa più liquido nei tessuti (filtrazione) di quanto essi a loro volta possono riassorbirne
(riassorbimento). Il liquido residuo scorre lungo le vie linfatiche, raggiungendo indirettamente il
sistema venoso.
La pressione all'interno dei capillari (pressione idrostatica) causa lo stillicidio continuo di liquido
dal plasma sanguigno negli spazi intercellulari (interstizio) che circondano i capillari e i tessuti.
Questo liquido è noto come liquido interstiziale ed è composto soprattutto da acqua in cui sono
disciolte sostanze nutritive, ormoni, gas sostanze di rifiuto e piccole proteine del sangue. Le grandi
proteine plasmatiche, i globuli rossi e le piastrine non sono in grado di uscire dai capillari a causa
delle loro dimensioni, sebbene i globuli bianchi possano filtrare attraverso gli interstizi tra le cellule
delle pareti dei capillari.
I movimenti del liquido interstiziale attraverso la parete capillare sono quantitativamente notevoli.
La filtrazione si aggira approssimativamente intorno ai 20 litri al giorno, supera di poco il
riassorbimento (18 litri al giorno); il liquido residuo (2 litri al giorno) viene assorbito attraverso
l'interstizio dal sistema linfatico e deviato nel sistema venoso, oppure permane a livello dei tessuti
come liquido interstiziale (edema). Il bilancio dei liquidi si esprime come segue:
filtrazione = riassorbimento + deflusso linfatico.
.VENE
Sono i vasi che partendo dagli organi e tessuti periferici arrivano al cuore. Hanno pareti povere di
tessuto muscolare ed al loro interno, presentano delle valvole unidirezionali che impediscono al
sangue di tornare indietro per effetto della forza di gravità.
Il CICLO CARDIACO contempla una sequenza di eventi che avviene nell’arco di un battito cardiaco,
battito che mediamente ha la durata di 0,8 secondi:
1) Rilasciamento: gli atri si riempiono, di sangue venoso l’atrio destro e arterioso quello sinistro.
2) Riempimento: aumenta la pressione degli atri, le valvole cardiache si aprono e iniziano a
riempirsi i ventricoli.
3) Diastasi: gli atri e i ventricoli sono pieni e il flusso di sangue agli atri diminuisce e si interrompe.
4) Sistole atriale: si contraggono gli atri mentre i ventricoli sono pieni e distesi.
5) Contrazione: si contraggono i ventricoli (sistole ventricolare) e aumenta la pressione al loro
interno. Le valvole si chiudono.
6) Efflusso: continua la contrazione dei ventricoli e continua ad aumentare la pressione al loro
interno. Si aprono le valvole semilunari di accesso all’arteria polmonare (sangue venoso) e
all’arteria aorta (sangue arterioso). Il sangue viene spinto all'interno di ambedue.
Lo STIMOLO CHE GENERA LA CONTRAZIONE è di natura elettrica e si origina involontariamente dai
centri di controllo posti nell’encefalo e nel midollo spinale. Viene trasportato attraverso le vie efferenti
parasimpatiche e simpatiche.
Il sistema simpatico, partendo dal centro cardio-acceleratore posto nel bulbo, trasmette in maniera costante
impulsi nervosi che tendono ad esaltare la frequenza delle contrazione, la forza e l’eccitabilità.
Il sistema parasimpatico, partendo dal centro cardio-inibitore posto nel bulbo, tende ad equilibrare gli eccessi
del simpatico.
All’interno del cuore gli impulsi vengono scaricati da un vero e proprio pacemaker che è il nodo del seno
atriale, posto in alto dell’atrio destro in prossimità del setto interatriale. L’eccitamento si propaga sulla
muscolatura degli atri che si contraggono iniziando da quello destro. Il nodo atrio-ventricolare, posto in alto
del ventricolo destro in prossimità della valvola tricuspide, raccoglie l’impulso e lo distribuisce a tutti e due i
ventricoli grazie alla rete nervosa denominata fascio di His. Questo percorre ambedue i lati del setto
interventricolare e, grazie alle sue diramazioni al disotto dell’endocardio, lo trasmette alla rete del Purkinje. I
ventricoli si contraggono simultaneamente.
Insieme sistole e diastole formano il battito cardiaco la cui frequenza normalmente è compresa tra 60/90 al
minuto. La durata del ciclo cardiaco ( dalla diastole atriale e ventricolare alla sistole atriale e ventricolare )
dura circa 0,08 secondi
Inoltre la direzione del flusso sanguigno, affinché il cuore funzioni da pompa efficacemente, deve essere
diretta e controllata. Le valvole cardiache, posizionate all'entrata ed all'uscita dei ventricoli si aprono e si
chiudono per svolgere questo compito.
Le fibre del muscolo cardiaco devono contrarsi in maniera coordinata affinché si generi un battito cardiaco
ritmico e si abbia la contrazione atriale e poi ventricolare. Per questo motivo il cuore possiede un sistema
proprio di conduzione dell'impulso che è costituito da strutture specializzate che generano e poi conducono
impulsi attraverso il muscolo cardiaco. L'impulso alla contrazione viene dato dal Nodo seno-atriale o
pacemaker, posto nell'atrio destro del cuore, che è la struttura determinante la frequenza cardiaca. Le altre
strutture di conduzione che continuano, permettendo il passaggio dello stimolo fino ai ventricoli, sono: Nodo
atrio-ventricolare, Fascio di His (che si dirama verso il ventricolo destro e quello sinistro) e Fibre di Purkinje
(che si diramano nei due ventricoli).
Piccola circolazione
Detta anche polmonare inizia nella parte
destra del cuore e termina nell'atrio sn.
Il sangue proveniente dalla grande
circolazione entra nell'atrio destro che si
dilata; immediatamente l'atrio si contrae e
spinge il sangue, mediante la valvola
tricuspide, nel sotto stante ventricolo
destro. Con la sistole, si chiude la valvola,
e il ventricolo destro spinge il sangue
nell'arteria polmonare e quindi nelle sue
ramificazioni. Qui il sangue scorrendo nei
capillari polmonari (a livello degli alveoli),
per un particolare processo che è quello
della ‘diffusione gassosa’, assume
ossigeno dall’aria e rilascia anidride
carbonica. Il sangue, dopo essere stato
ossigenato dai polmoni ritorna nell’atrio
sinistro del cuore, mediante le vene
polmonari. Dall'atrio sinistro passa nel
ventricolo pronto ad essere rimesso nel
circolo sistemico.
Riassumendo la grande circolazione segue il percorso cuore-corpo-cuore mentre la piccola
circolazione segue il percorso cuore-polmoni-cuore.
Circolazione coronarIa
Il muscolo cardiaco, per svolgere senza problemi il suo intenso lavoro, necessita di una fornitura
ininterrotta di sangue ricco di nutrienti e di ossigeno. E' la circolazione coronaria che permette
l'arrivo di sangue adeguatamente ossigenato e ricco di sostanze nutritive al muscolo cardiaco ed il
ritorno di sangue povero di ossigeno da tale tessuto. Il sangue arriva al muscolo cardiaco mediante
due piccole arterie dette coronarie (destra e sinistra). Le arterie coronarie sono i primi vasi che
si diramano dall’aorta ascendente. Il sangue passato attraverso i capillari del miocardio
fluisce nelle vene cardiache che sboccano nell'atrio destro.
SANGUE
E' un tessuto connettivo di tipo liquido e vischioso che svolge importanti funzioni:
.trasporta i gas respiratori e le sostanze nutritive.
.raccoglie le sostanze di rifiuto prodotte dalle reazioni cellulari .difende l'organismo dall'attacco dei
microbi .trasporta gli ormoni
.controlla la temperatura corporea.
.globuli bianchi:chiamati anche leucociti o linfociti, sono cellule più grandi dei globuli rossi. Ve
ne sono di molte tipologie con funzioni specifiche. Hanno il compito di attaccare, inglobare e
digerire i microrganismi che penetrano nel sangue. Possono anche fuoriuscire dai vasi sanguigni
capillari per esercitare azione di difesa dell'organismo dai germi. Alcuni di loro producono anticorpi,
cioè sostanze che rendono inattivi i microrganismi dannosi. Sono circa 8.000 per millimetro cubo;
sono prodotti dal midollo osseo rosso, dai linfonodi e dalla milza. Due sono i tipi principali di
linfociti: i linfociti B e i linfociti T. Tutti i linfociti originano dal midollo osseo sotto forma di cellule
immature che prendono il nome di cellule staminali. I linfociti che raggiungono la maturità nel
timo, una piccola ghiandola che si trova dietro lo sterno, prendono il nome di linfociti T, quelli che
diventano maturi nel midollo osseo o negli organi linfatici si chiamano linfociti B.
.piastrine: sono i più piccoli elementi del sangue, sono frammenti di cellule che hanno l'importante
funzione di far coagulare il sangue quando viene a contatto con l'aria. Esse in presenza di una
ferita formano il coagulo ( che poi si trasformerà in escara) e quindi bloccano l'emorragia. Sono
prodotte dal midollo osseo rosso e sono circa 300.000 per millimetro cubo.
La parte fluida del sangue è definita plasma è un liquido giallo costituito per il 9070 da acqua e per
il 1070 da sali minerali, proteine,zuccheri, grassi, e anticorpi
PRESSIONE SANGUIGNA
Il cuore spinge il sangue all' interno del sistema arterioso durante la fase di contrazione del
ventricolo sinistro (sistole), la pressione generata in questo momento, viene pertanto definita
pressione arteriosa sistolica. Durante la fase successiva il ventricolo sinistro si "rilassa" e si
riempie di sangue (diastole), mancando la spinta del sangue che proviene dal ventricolo sinistro, la
pressione arteriosa si riduce: questo valore viene definito pressione arteriosa diastolica.
La pressione arteriosa:
- prevalentemente sistolica aumenta con l’età, quale conseguenza principalmente della maggiore
rigidità dei vasi arteriosi.
- sia sistolica che diastolica subisce delle variazioni durante la giornata : è più alta al mattino,
appena svegliati, si riduce un po’ durante la giornata tende ad aumentare nuovamente verso sera.
Durante il sonno invece la pressione arteriosa si riduce a valori inferiori rispetto a quelli del giorno.
- aumenta inoltre durante uno sforzo fisico e sovente quale conseguenza di fattori emotivi. Questi
ultimi condizionano notevolmente i risultati di una rilevazione.
POLSO ARTERIOSO
Le arterie, essendo elastiche si dilatano al passaggio del sangue dando luogo alle pulsazioni. Ogni
pulsazione corrisponde al momento in cui il sangue viene spinto con forza dal cuore nell'aorta e da
questa nelle altre arterie. Le pulsazioni possono essere apprezzate con le dita sulle arterie più
superficiali come la radiale, la femorale e la carotide.
CENNI SUL SISTEMA LINFATICO
Il sistema linfatico è uno dei sistemi naturali di difesa dell’organismo contro le infezioni : è un
sistema complesso formato da organi quali: il midollo osseo, le tonsille, la milza, i linfonodi e i vasi
linfatici, un insieme di vasi, tessuti e organi preposti alla produzione e al trasporto della linfa, fluido
costituito di una parte liquida, con una composizione simile a quella del plasma sanguigno e
contenente materiale proveniente dal metabolismo cellulare, e di una parte corpuscolata,
rappresentata dai linfociti prodotti negli organi linfatici, vale a dire milza, timo e linfonodi. La linfa si
forma negli spazi interstiziali dei tessuti e da lì viene drenata mediante un sistema di capillari a
fondo cieco presenti sulla superficie di quasi tutti gli organi corporei. Il passaggio della linfa al
capillare è dovuto alla maggiore pressione osmotica esistente in esso. Attraverso condotti di
diametro crescente, la linfa sbocca alla fine in tre collettori principali: dotto tronco giugulare (per
la linfa drenata dalla testa e dal collo), dotto tronco succlavio (dall'arto superiore, spalla e base
del collo) e dotto toracico (dal resto del corpo). Il dotto toracico ha origine dalla cisterna di
Pecquet, detta anche cisterna del chilo, situata nella regione superiore dell'addome dietro il
peritoneo: da esso entrano nel sangue venoso da 2 a 4 l di linfa al giorno, con una portata di 60-
100 ml all'ora. Il dotto linfatico destro e il dotto toracico scaricano il proprio contenuto nelle grosse
vene alla base del collo: rispettivamente nella vena anonima destra e nel punto di confluenza tra la
vena giugulare interna e la vena succlavia sinistra. Il sistema linfatico non possiede una pompa
che consenta la spinta della linfa: il movimento di quest'ultima è dovuto alla somma della pressione
del liquido interstiziale, della contrazione dei muscoli propri dei vasi linfatici e delle sollecitazioni
meccaniche esercitate in seguito alla contrazione dei muscoli scheletrici. Inoltre, la presenza sulla
superficie interna dei vasi linfatici di strutture valvolari simili a quelle delle vene consente il flusso in
una sola direzione.
Altre funzioni del sistema linfatico . Oltre agli aspetti
difensivi svolti dai linfonodi, il sistema linfatico svolge
un ruolo importante nello scambio di sostanze con la
circolazione del sangue. In primo luogo, le vie linfatiche
provvedono a restituire alle vie ematiche le proteine
che dai capillari sanguiferi passano nello spazio
interstiziale a causa della modesta permeabilità che tali
capillari hanno nei confronti delle molecole proteiche.
In secondo luogo, la linfa contribuisce all'assorbimento
dei grassi: la linfa che proviene dalla regione
intestinale durante il periodo digestivo è ricca di
sostanze grasse e prende il nome di chilo. Infine, la
linfa assolve anche funzione di trasporto di specifiche
sostanze (per es., ormoni ed enzimi) dalla sede di
produzione al sangue.
-Milza: organo linfoide lungo circa 12 cm posto sotto al diaframma sopra al rene sinistro.
Sebbene sia possibile sopravvivere senza di essa, la milza esplica numerose e complesse
funzioni, non tutte ancora chiarite. Le funzioni più note e importanti sono:
1) emopoietica, propria della vita fetale e dell’età dello sviluppo, (produce globuli rossi), può
riattivarsi anche nell’adulto in particolari casi d’emergenza (per esempio, dopo abbondanti
emorragie);
2) emolitica, con distruzione degli eritrociti (globuli rossi) giunti al termine del loro ciclo vitale e
immagazzinamento del ferro in essi contenuto (nell' emoglobina);
3) costituizione di una riserva di eritrociti, che in caso di necessità (intenso lavoro muscolare,
emorragie, intossicazioni, asfissia) possono venire immessi nel sangue circolante;
4) linfopoietica, propria dell’età adulta, con produzione di linfociti e monociti; (produzione di
globuli bianchi)
5) regolazione della pressione sanguigna, sequestrando o liberando sangue a seconda delle
esigenze, infatti la milza può accumulare fino a 250-300cc di sangue che può essere messo in
circolo in caso di emorragia grave.
6) protezione immunitaria, perché accresce le capacità immunitarie dell’organismo, trattenendo e
distruggendo germi patogeni e sostanze estranee o nocive e, in determinati casi, producendo
anticorpi specifici.
7) La milza contribuisce inoltre a regolare il numero delle piastrine nel sangue e a mantenere in
equilibrio il tasso ematico del fibrinogeno.
APPARATO CIRCOLATORIO
- FUNZIONE
- ORGANI : struttura e funzione : CUORE - VASI - SANGUE
- ESPLORAZIONE : RX, ascultazione, ECG, ECO, angiografia, Esami ematici,
scintigrafia, pericardiocentesi, emodinamica e ….. OSSERVAZIONE
Piccola circolazione
- FISIOLOGIA
Grande circolazione
ed inoltre
Termini:
ARTERIE: vasi sanguigni che partendo dal cuore trasportano ossigeno e sostanze nutritive a tutti i
tessuti corporei.
CAPILLARI: rete periferica di collegamento tra le arterie e le vene, deputati alla diffusione delle
sostanze nutritive e dell’ossigeno alle cellule e permettere l'assorbimento dell’anidride carbonica e
delle sostanze di rifiuto.
DIASTOLE: periodo di rilassamento cardiaco.
FREQUENZA CARDIACA: frequenza delle sistoli in un minuto, numero di battiti cardiaci in un
minuto (circa 60-80)
VOLUME SISTOLICO o Gittata pulsatoria: volume di sangue espulso in una singola sistole
ventricolare (circa 60-70 ml)
GITTATA CARDIACA o Volume minuto: quantità di sangue espulsa nell’aorta in un minuto.
Pertanto è il prodotto del numero di battiti in un minuto per il volume unitario. Nell’esercizio fisico si
può raggiungere anche una gittata intorno ai 30 litri al minuto. Questo anche perché il sangue
viene espulso completamente, al contrario di quanto avviene a riposo dove viene espulso per circa
il 50%. Inoltre aumenta vistosamente anche la frequenza cardiaca.
Frequenza Cardiaca * Volume Sistolico = Gittata Cardiaca
SANGUE: fluido che contiene disciolti materiali nutritivi, sostanze protettrici e regolatrici delle
funzioni vitali, gas respirati, prodotti di rifiuto del metabolismo cellulare. Il sangue presenta le
seguenti caratteristiche:
- Peso totale: circa il 7,7 del peso corporeo totale;
- pH: tra 7,3 e 7,4.
Il plasma ne costituisce circa il 55% e in percentuale contiene:
- acqua per il 90%;
- plasma proteine (siero albumina, siero globulina e fibrinogeno), per circa il 7%;
- minerali vari come cloro, sodio, potassio, calcio, ferro, iodio, ecc., per circa lo 0,9%;
- sostanze organiche deputate alla nutrizione cellulare (aminoacidi, glucosio, grassi, ecc.) e
sostanze organiche di rifiuto prodotte dal metabolismo cellulare (acido urico, urea, creatina,
creatinina, ammoniaca, ecc.);
- gas respirati come l’ossigeno e l’anidride carbonica.
Le cellule costituiscono circa il 45% del sangue. Tra queste si evidenziano i globuli rossi, i globuli
bianchi e le piastrine.
SISTOLE: periodo di contrazione cardiaca.
VENE: vasi sanguigni che dalla periferia trasportano il sangue al cuore, sangue carico di anidride
carbonica e sostanze di rifiuto del metabolismo cellulare.
CUORE
FISIOLOGIA
Ciclo cardiaco : fase compieta dell'attività cardiaca (diastole, degli atri o dei ventricoli, e
sistole degli atri o dei ventricoli ) dura circa 0,8 secondi
CONDUZIONE :
CIRCOLAZIONE :
Piccola circolazione :
Ventricolo dx arterie polmonari con CO2 polmoni alveoli scambi
vene polmonari con O2 atrio sx
Grande circolazione :
Ventricolo sx aorta arterie arteriose
PRESSIONE
VOLUME SANGUE CIRCOLANTE = --------------------
RESISTENZE
Arterie Vene
Carotide dx e sx Giugulare dx e sx
Succlavia dx e sx Succlavia dx e sx
Arco aortico Cava superiore ed inferiore
Aorta
Polmonare Polmonari
Toracica
Radiale dx e sx Radiale dx e sx
Addominale Gastrica
Splenica Splenica
Epatica Epatica e Porta
Renale dx e sx Renale dx e sx
Femorale dx e sx Femorale e Safena dx e sx
Poplitea dx e sx Poplitea dx e sx
Tibiale dx e sx Tibiale dx e sx
Pedidea dx e sx Ulnare dx e sx
VASI = trasportano
Arterie = trasportano il sangue lontano dal cuore, beanti, F/C, P/A
Arteriose
Capillari = dove avvengono gli scambi
Venule
Vene = trasportano il sangue al cuore; si collassato; sono provviste di valvole
ORGANI DI SENSO
Generalità
I cinque sensi, vista, udito, olfatto, tatto e gusto servono a prendere contatto con l'ambiente esterno e sono
garantiti da alcuni organi percettivi. Tali organi di senso sono provvisti di particolari cellule nervose, dette
RECETTORI, in grado di captare stimolazioni provenienti dall'ambiente, di trasformarle in impulsi nervosi e
trasmetterle ai nervi che inviano l'informazione al cervello affinché sia elaborata. I recettori dei sensi possono
essere localizzati in organi predisposti solo a questa funzione come orecchio e occhio o in organi che
svolgono anche altre funzioni come la pelle, la lingua, il naso.
Anatomia e fisiologia
VISTA
E' il senso che ci fa percepire la luce, la forma, il colore degli oggetti. L'organo di
questo senso è l'occhio: organo doppio, simmetrico, situato nelle orbite (cavità
ossee della faccia). Essendo un organo molto delicato è provvisto di strutture
protettive che sono:
.Sopracciglia: impediscono al sudore di scendere e penetrare nell'occhio.
.Iride: parte colorata che sta dietro la cornea nel centro della quale vi è un foro, la
pupilla;
.Palpebre: sono pieghe cutanee che si abbassano e si alzano, al cui
interno vi sono i dotti delle ghiandole lacrimali che secernono un
liquido atto a lubrificare e proteggere l'occhio. Le palpebre
internamente sono rivestite da una membrana molto vascolarizzata
detta congiuntiva.
.Ciglia: sono peli disposti sul margine delle palpebre che difendono
da corpi estranei.
L'occhio vero e proprio o GLOBO OCULARE è costituito da tre
membrane e da alcune strutture, importanti per la visione, che si
comportano come da lenti:
.Sclera: è la parte bianca dell'occhio che anteriormente diventa
trasparente per far passare la luce; in questo punto è detta cornea.
La cornea è sprovvista di vasi sanguigni e può essere trapiantata
quando diventa opaca e non lascia più passare la luce necessaria
per la vista;
Il bulbo oculare
Il bulbo oculare si trova ben protetto all'interno della cavità orbitaria la quale si estende all'indietro a forma
di imbuto. E’ in grado di spostarsi nei tre assi di movimento: all'esterno e all'interno (abduzione -
adduzione), in alto e in basso (alzare - abbassare lo sguardo), rotazione all'interno e all'esterno.
Le ghiandole lacrimali
Se le palpebre sono i tergicristalli dell'occhio, la ghiandola lacrimale ne rappresenta il dispositivo di lavaggio.
Essa è situata in rapporto con il muscolo elevatore della palpebra sulla parete laterale della cavità orbitaria e
produce un secreto fluido povero di proteine, che raggiunge la faccia interna della palpebra superiore per
mezzo di 5-10 dotti escretori di breve lunghezza. Quando l'occhio è aperto, sul margine della palpebra
inferiore si forma un piccolo lago lacrimale. Lo scarico di questo lago lacrimale è situato sul margine interno
della palpebra superiore e inferiore ed è costituito dai punti lacrimali.
UDITO
Il senso che permette la percezione dei
suoni. L’organo dell'udito è l'ORECCHIO.
L'orecchio è situato nella regione
auricolare del capo, in parte all'esterno e
in parte nello spessore dell'osso
temporale con l'orecchio medio e quello
interno.
Le onde sonore esterne vengono
percepite e raccolte dal padiglione
auricolare (orecchio esterno), entrano nel
condotto uditivo esterno dove vengono
amplificate e colpiscono la membrana
timpanica, che vibra.
Le vibrazioni vengono convogliate agli ossicini dell'orecchio medio, i quali trasmettono gli impulsi alla
chiocciola che è costituta da una delicata struttura a spirale ripiena di un fluido. Nell'orecchio interno oltre
alle cellule sensoriali (organo del Corti) situate nella chiocciola (o coclea), si trovano le strutture che
costituiscono l'organo dell'equilibrio, formato dai canali semicircolari.
Gli impulsi giunti all'orecchio interno, viaggiando lungo terminazioni nervose, raggiungono il nervo acustico
che li trasporta al cervello, dove vengono riconosciuti come suoni.
E’ costituito da tre strutture.
Fisiologia dell'udito
Le onde sonore, raccolte dal padiglione auricolare, sono inviate attraverso il condotto
uditivo alla membrana timpanica che vibra. Le vibrazioni. vengono trasmesse, mediante
l'azione meccanica dei tre ossicini, al fluido che riempie la chiocciola e che muovendosi
stimola le cellule percettive del Corti, che a loro volta trasformano la vibrazione in impulso
nervoso il quale arriva alla corteccia cerebrale.
IL GUSTO
Senso che permette di percepire, delle sostanze introdotte nel cavo orale,
quattro fondamentali sapori: acido, dolce, salato, amaro.
I percettori del gusto, detti “papille gustative", si trovano prevalentemente
sulla lingua e sono specializzati nel percepire i diversi sapori. La maggiore
sensibilità nei confronti dei quattro sapori non è uniformemente distribuita
sulla lingua: acido (parte laterale), salato (parte laterale e apicale
interna), dolce (parte apicale interna) e amaro (parte posteriore); tutti gli
altri sapori definiti complessi possono essere ricondotti alla combinazione di
due o più sapori fondamentali.
Le sostanze responsabili dei vari sapori, contenute negli alimenti, devono
essere sciolte dalla saliva per penetrare all'interno dei recettori e stimolarli.
La faccia inferiore della lingua è liscia, quella superiore (dorso), invece, è resa ruvida dalla presenza di
numerosi rilievi che prendono il nome di papille.
Le più numerose sono le papille filiformi che si proiettano nella cavità orale. Esse consentono il movimento
dei cibi solidi sulla superficie della lingua, costituendo quindi un presupposto necessario alla masticazione e
alla compressione degli alimenti contro il palato duro.
In corrispondenza della radice della lingua si trovano alcune (10-20)
grosse (2-3 mm di diametro) papille foliate e vallate nelle quali sono
situati i calici gustativi. Inoltre fra le papille filiformi, sul dorso della lingua,
si trovano le papille fungiformi, anch'esse contenenti calici gustativi.
A confronto con la straordinaria sensibilità e motilità della lingua, il senso
del gusto sembra quasi poco sviluppato. In effetti esso non fa altro che
distinguere tra dolce (sull'apice), acido, salato e amaro (sui margini o
sulla radice della lingua).
Alla base di tale sensibilità vi sono 2000-6000 calici gustativi che sono
localizzati nell'epitelio delle papille. Si tratta di raccolte di cellule sottili,
ma estremamente allungate che attraversano tutto l'epitelio, dalla
membrana basale fino alla superficie linguale.
Lo sbocco di un calice gustativo si trova in un piccolo poro gustativo, la cui superficie accoglie numerosi
microvilli. Le sensazioni gustative raggiungono l'encefalo tramite il nervo facciale (7°nervo cranico), il nervo
glossofaringeo (9°nervo cranico) e il nervo vago (10°nervo cranico).
OLFATTO
Senso che permette la percezione degli odori. I recettori dell'olfatto sono
sensibili alle sostanze volatili. essi si trovano nella parte alta delle cavità
nasali, detta area olfattiva e sono le uniche cellule nervose che vengono
continuamente sostituite nel corso di tuta la vita, con un ciclo di morte e
rigenerazione di circa 8 settimane.
Le molecole odorose che entrano nel naso, portate dall'aria, si sciolgono
nel muco ed arrivano ai recettori che trasmettono l'eccitamento,
trasformandolo in impulso nervoso, ai nervi e quindi ai centri cerebrali, i
quali decodificano i vari odori e li interpretano dando loro un significato.
Dopo l'identificazione le molecole odorose vengono portate via dal flusso
del muco insieme a qualunque atra particella che raggiunge l'epitelio
olfattivo.
Sulla volta della cavità nasale, i 10 milioni di neuroni dell'epitelio si
distribuiscono su un'area di circa 5 cm2 e, tramite un prolungamento
cellulare dotato di una decina di ciglia, raggiungono direttamente la
superficie della mucosa.
Si tratta dunque di veri e propri neuroni che ricevono stimoli e
possono produrre potenziali d'azione (cellule sensoriali
primarie).
La prima fase del processo olfattivo avviene sulla superficie
del ciglio olfattivo, ma come le sostanze chimiche
interagiscano con la superficie recettoriale rimane un mistero.
Vi sono due ipotesi a riguardo:
Tutti i tentativi di classificare le qualità olfattive sono finora
falliti.
In passato si era pensato che ogni odore potesse essere
descritto con appena sette caratteristiche distintive;
attualmente si sa che esistono almeno 50 differenti "odori primari",
ma il nostro linguaggio non ci permette di descrivere correttamente
le sensazioni provate.
E' certo che la capacità olfattiva dell'uomo è assolutamente
insignificante in rapporto a quella degli animali, i quali sono in grado
di distinguere migliaia di odori.
La mucosa olfattiva è situata nel tetto delle cavità nasali,
anteriormente e superiormente ai cornetti nasali superiori.
Gli assoni delle cellule sensoriali primarie della mucosa olfattiva
penetrano nella lamina cribrosa tramite fori e prendono contatto con
i grossi neuroni del bulbo olfattivo.
Molte centinaia di cellule sensoriali prendono contatto con una sola cellula nervosa. Un odore viene
riconosciuto solo quando tutte le cellule sensoriali contigue scaricano contemporaneamente. Partendo dal
bulbo olfattivo gli stimoli raggiungono, tramite il nervo (1°nervo cranico) le regioni encefaliche poste più in
profondità, in particolare l'ippocampo e l'ipotalamo, ma anche le restanti porzioni del sistema limbico.
TATTO
Senso che permette di percepire la forma di un oggetto, la superficie (es. liscia, ruvida) e la consistenza es.
molle, dura). I recettori, detti corpuscoli tattili, sono localizzati nello strato del derma. Vi sono zone del corpo
più ricche di recettori come la lingua, le labbra e il palmo delle mani. Nella pelle ci sono anche i recettori
termici e dolorifici). La pelle è particolarmente sensibile a ogni forma di contatto. L'uomo può distinguere
empiricamente sensazioni tattili di diversa natura, come il caldo, il freddo, la pressione e il dolore grazie a
varie specie di organi terminali, attraverso i quali i diversi stimoli si ricollegano per formare le sensazioni.
Una serie di sensori specializzati (recettori) traduce i diversi tipi di pressione e contatto in potenziali d'azione
afferenti.
Su ogni centimetro quadrato di pelle si trovano mediamente
circa 130 recettori tattili:
i recettori per il freddo, per il caldo, per il dolore e le cellule di
Merkel, di Meissner, di Ruffini e di Vater-Pacini.
I recettori per il caldo e per il freddo sono terminazioni nervose
libere nella cute che microscopicamente non si distinguono dai
recettori per il dolore. Infatti la maggior parte delle terminazioni
nervose libere agisce da sensori per il dolore e, solo in alcuni
casi, come termorecettori
Le cellule di Merkel sono i più semplici sensori di tatto
localizzati nello strato basale dell'epidermide.
Queste grosse cellule, molto ricche di mitocondri, trasmettono
gli impulsi che ricevono alle sinapsi con una singola fibra
nervosa, in modo che solamente l'eccitazione contemporanea
di più cellule di Merkel adiacenti venga trasmessa come
segnale al midollo spinale (convergenza di segnali).
Le cellule di Merkel sono definite anche sensori proporzionali
(sensori P), vale a dire che essi trasformano una pressione
doppia sulla cute in circa un numero doppio di potenziali
d'azione al secondo.
In poche parole esse registrano semplicemente la pressione esercitata sulla cute (sensori P).
Corpuscoli di Meissner
Proprio al confine fra epidermide e derma sono situati i corpuscoli tattili di Meissner.
E' possibile immaginare un corpuscolo di Meissner come una colonna di circa una decina di cellule
cuneiformi, la cui base allargata è volta verso l'esterno.
In poche parole i corpuscoli di Meissner rispondono in modo particolarmente intenso alle variazioni di
pressione sulla cute, ma reagiscono poco se questa rimane costante.
Corpuscoli di Ruffini
I corpuscoli di Ruffini sono situati nella profondità del derma.
Essi sono ammassi cellulari appiattiti, circondati da un rivestimento connettivale, e contengono un fitto
groviglio di fibre nervose afferenti, dotate di numerose giunzioni. Essi somigliano in questo agli organi
muscolo-tendinei di Golgi, con i quali hanno anche in comune la funzione principale: la misurazione della
tensione nel tessuto.
In poche parole i corpuscoli di Ruffini misurano la tensione del derma e sono ancora più sensibili alle
variazioni di tensione.
Corpuscoli di Vater-Pacini
Ancora più in profondità rispetto ai corpuscoli di Ruffini, precisamente nel tessuto adiposo ipodermico, è
possibile notare, già a occhio nudo, i corpuscoli di Vater-Pacini (corpuscoli lamellari), delle dimensioni di 1- 4
mm.
Ciascun corpuscolo è composto è composto da un guscio contenente fino a 60 strati di cellule appiattite che
circondano una grossa terminazione nervosa centrale.
Per tale ragione i corpuscoli sono particolarmente sensibili alle vibrazioni, in cui direzione e velocità dello
stimolo variano continuamente.
Le lamelle, quindi, trasformano in modo meccanico la pressione in accelerazione.
In poche parole i corpuscoli di Vater-Pacini sono sensori puri per le vibrazioni: rispondono solo a stimoli tattili
che variano rapidamente, ma non a una pressione costante.
ORECCHIO
UDITO
Area uditiva o lobo temporale – i suoni arrivano tramite terminazioni nervose
Ingresso onda timpano vibrazioni si muove il martello incudine staffa fluidi
organo del Corti energia meccanica genera l’eccitamento nervo acustico tronco
encefalico corteccia cerebrale coscienza
OCCHIO
GLOBO OCULARE
SCLEROTICA : membrana bianca - non vascolarizzata - sul davanti cornea bianca perché non
vascolarizzata
COROIDE : vascolarizzata - centro la pupilla – l’iride è un muscolo che regola la luce che arriva
alla retina ( accomodamento tramite muscoli specifici )
RETINA : più importante - parte interna formata da tessuto nervoso - coni ( 3-5-mil. ) e bastoncini (
+++ ) detti fotorecettori .
UMOR ACQUEO : fra cornea e iride - funzione nutritiva per cristallino e cornea 98% acqua -1,1
%NaCl.- mantiene la pressione oculare – non ha vasi
CRISTALLINO: lente- fra corpo vitreo e iride .-accomoda l?immagjne per farla arrivare alla retina (
vicina si curva; lontana si appiattisce ) -e elastico -
.cambia con l' età ( problemi di vista ) -N{) ~i
CORPO VITREO : è una membrana - fra cristallino e retina - mantiene la forma del bulbo oculare –
Acqua, sali, acido ialuronico
CIGLIA : per proteggere gli occhi dalla polvere – ghiandole per lubrificare
VISIONE
Sistema diottrico : cornea, cristallino, umori – passaggio fino alla retina la retina trasforma gli
impulsi luminosi in nervosi
Sistema sensoriale : attraverso le vie nervose arriva alla corteccia fenomeno cosciente
Che cosa si intende per ghiandole olocrine, apocrine ed eccrine? Fate degli esempi.
In base alle modalità di eliminazione del secreto vengono così definiti alcuni tipi di ghiandole esocrine, in
particolare quelle della pelle. Si definiscono olòcrine le ghiandole, come ad esempio le sebacee, le cui
cellule sintetizzano e accumulano il secreto fino a che le cellule stesse muoiono e vengono eliminate
assieme al secreto. Naturalmente una ghiandola olocrina deve sempre possedere adenomeri provvisti di
cellule giovani che possano rimpiazzare quelle che continuamente vengono eliminate. Si definiscono
apòcrine le ghiandole, come le sudoripare delle aree ascellare e ano-genitale, in cui il secreto si accumula
sotto forma di granuli nella zona apicale del citoplasma. I granuli si fondono in una o più gocciole di grandi
dimensioni che quando si staccano dalla cellula portano con sé anche parte del citoplasma apicale. Il
secreto quindi conterrà anche residui citoplasmatici. Infine si definiscono èccrine o meròcrine le ghiandole,
come la maggior parte delle sudoripare, le cui cellule eliminano il secreto sotto forma di microgocciole la cui
membrana si fonde con la membrana cellulare apicale, per permettere alle goccioline di aprirsi, scaricare il
secreto all’esterno e richiudersi senza quindi che la cellula abbia a perdere parte del suo citoplasma.
Sulla base del tipo di secreto le ghiandole (apocrine), si distinguono in sierose e mucose. Le prime
producono un secreto molto fluido ricco di acqua, sali minerali e proteine. Il pancreas, la ghiandola parotide
(salivare) e le lacrimali sono esempi di ghiandole sierose. Le seconde producono un secreto più denso,
vischioso, ricco di complessi proteico- mucopolisaccaridici (ghiandole duodenali e molte altre).
Descrivete la nevroglia.
La nevroglia rappresenta quell’insieme di cellule del tessuto nervoso che occupano tutti gli spazi tra i neuroni
e i vasi sanguigni, sia con funzione trofica che di sostegno. Nel SNP si trovano due tipi di cellule gliali: le
cellule di Schwann, che formano le guaine mieliniche degli assoni periferici, e le cellule satelliti che
rivestono i corpi dei neuroni "a T" o pseudounipolari dei gangli spinali. Nel SNC si trovano invece gli
astrociti, grandi e con la forma irregolarmente stellata, che vanno a costituire la barriera emato-encefalica,
gli oligondedrociti, piccoli ma con ampie ali citoplasmatiche con cui abbracciano vari assoni costituendo la
loro guaina mielinica, le cellule ependimali, che rivestono come un vero e proprio epitelio le cavità interne
del SNC, e infine le cellule di microglia, capaci di movimento ameboide e con funzione simile a quella dei
macròfagi del connettivo.
APPARATO LOCOMOTORE
Descrivete la struttura microscopica dell’osso.
Nelle ossa lunghe la diafisi è formata da tessuto osseo compatto di tipo osteonico e solo alla periferia
superficiale e profonda presenta sistemi di lamelle ad ampio raggio concentriche al canale midollare. Alla
superficie di quest’ultimo c’è un trabecolato spugnoso occupato da midollo osseo. Le epifisi sono
essenzialmente formate da tessuto osseo spugnoso le cui trabecole, soprattutto nelle ossa sottoposte a
sollecitazioni meccaniche rilevanti e continue, si organizzano secondo orientamenti spaziali precisi. Le ossa
brevi sono organizzate strutturalmente come le epifisi delle ossa lunghe, cioè tessuto osseo spugnoso
rivestito da un sottile, strato di compatto. Le ossa piatte infine sono formate da due strati di tessuto osseo
compatto a lamelle pianeggianti, che racchiudono uno strato di tessuto osseo spugnoso, talora limitatissimo.
La struttura microscopica di un osso si modifica in continuazione, sia per i fenomeni di modellamento
durante il periodo della crescita, sia per rimaneggiamento durante tutta la vita. Non si dimentichi la funzione
metabolica del tessuto osseo, che è una grande riserva di sali minerali per tutto l’organismo. Le sollecitazioni
meccaniche modificano in continuazione l’organizzazione del tessuto osseo, così come lo stato nutrizionale
e l’età. Si deve ricordare ad esempio che l’orientamento spaziale delle trabecole del tessuto osseo spugnoso
è strettamento collegato alle sollecitazioni meccaniche cui è sottoposto: si ricordi come sono organizzate
l’epifisi prossimale del femore o quella distale della tibia unitamente a calcagno ed astragalo. Il tessuto osseo
è riccamente vascolarizzato: i vasi penetrano nel tessuto provenendo dal periostio e decorrono tra le
lamelle delle trabecole spugnose e nei canali di Havers.
Descrivete le diartrosi.
Le diartròsi vengono definite articolazioni per contiguità in quanto le due o più ossa che partecipano
all’articolazione sono solo vicine ma non unite. Sono mantenute in tale posizione da un manicotto di
connettivo fibroso, la capsula articolare, entro la quale un liquido a funzione trofica e lubrificante (il liquido
sinoviale) impedisce il contatto diretto fra di esse. Le diartrosi permettono movimenti più o meno ampi a
seconda della forma delle superfici articolari contigue. Quando la forma delle due superfici non è
complementare, lamine fibrocartilaginee (menischi) compensano le eventuali differenze e contribuiscono ad
una migliore distribuzione delle sollecitazioni meccaniche. Le diartrosi vengono suddivise in base alla forma
delle superfici articolari (l’una concava e l’altra convessa) e quindi sulla base dei movimenti che permettono
alle ossa. La forma più semplice di diartrosi è l’artròdia: le due superfici articolari sono più o meno
pianeggianti e le due ossa non possono compiere movimenti angolari, ma solo leggeri scivolamenti l’una
rispetto all’altra. In molti casi non è permesso alcun movimento significativo. Esempi di artròdie li troviamo tra
osso sacro e anca (poco mobile) e tra patella e femore (molto mobile). Il massimo della mobilità è
teoricamente permesso da superfici articolari di forma semisferica (una concava e l’altra convessa). In
questo caso si parla di enartròsi, e l’esempio classico è l’articolazione tra anca e femore (art.coxo-
femorale). Il femore può teoricamente compiere movimenti di rotazione e angolari piuttosto ampi, ma in
realtà limitati da porzioni ossee accessorie come i trocantèri, da legamenti e dalla stessa rigidità della
capsula articolare. Un’ altra enartròsi molto nota si trova tra omero e scapola. Se le superfici articolari sono
di forma ellissoidale, si parla di condilartròsi e le superfici sono dette còndili. In questo caso sono possibili
movimenti prevalentemente angolari, maggiori secondo l’asse minore e minori secondo l’asse maggiore del
còndilo. Spesso due còndili sono appaiati nella stessa articolazione, per cui il movimento è possibile
secondo un solo asse. Tipico il caso del ginocchio (tra femore e tibia) oppure tra mandibola e osso
temporale: sono permesse solo estensioni e flessioni. Un caso particolare si condilartròsi è la sella: una
delle due superfici articolari possiede un rilievo e l’altra una docciatura, che permettono un movimento solo
attorno all’asse maggiore delle due ossa. Un'articolazione a sella importante si trova nella mano, tra carpo
(osso trapezio) e primo metacarpale, dove permette il movimento di opposizione del pollice al mignolo.
Quando le superfici articolari della diartrosi hanno forma cilindrica (una concava e l’altra convessa) si parla di
gìnglimi. Se ne riconoscono due tipi, a seconda che l’asse del cilindro sia perpendicolare all’asse dell’osso
(lungo) o sia parallelo all’asse. Nel primo caso il gìnglimo viene definito troclea, nel secondo caso trocoide.
Abbiamo una troclea tra l’epifisi distale dell’omero e l’ulna, che permette la flessione e l’estensione
dell’avambraccio, e un’altra troclea tra l’epifisi distale della tibia e l’astragalo, la quale permette ugualmente
l’estensione e la flessione del piede. Due ginglimi trocoidi si trovano nell’avambraccio. Permettono la
rotazione del radio rispetto all’ulna e determinano la pronazione e la supinazione della mano. A livello
dell’epifisi prossimale, il radio ruota su se stesso, attorno al proprio asse, mentre a livello dell’epifisi distale
ruota attorno all’ulna.
Descrivete il neurocranio.
Il neurocranio, o scatola cranica, rappresenta la parte supero-posteriore del cranio. Ha forma pressochè
ovoidale e presenta una volta, costituita dall’osso frontale, dai due parietali e dall’occipitale; due pareti
laterali, costituite ancora dal frontale, dalle grandi ali dello sfenoide, dalle squame dei due temporali e ancora
dai due parietali. Infine presenta una base complessa, a cui sono articolate le ossa dello splancnocranio,
formata dall’occipitale, dai due temporali, dallo sfenoide e dal frontale. Chiude l’incisura etmoidale del
frontale la lamina cribrosa dell’ etmoide, osso che partecipa tanto al neurocranio che allo splancnocranio,
come d’altronde lo sfenoide e il frontale. La base cranica è attraversata dal grande forame occipitale che dà
passaggio al midollo spinale, e da una serie di altri fori per vasi e nervi. Le ossa del neurocranio sono
articolate per mezzo di sutùre dentate, con l’eccezione del temporale, la cui squama si articola con il
parietale per mezzo di una sutura squamosa. Infine la piramide del temporale si unisce al corpo
dell’occipitale con una sincondròsi. Il neurocranio, per mezzo dei due còndili dell’occipitale, si articola con
la prima vertebra cervicale, detta atlante in quanto ricorda il gigante che sorreggeva il mondo. Mentre la
superficie esterna è notevolmente liscia (con l’eccezione della rugosità della squama dell’occipitale per
l’inserzione dei muscoli del collo, la superficie interna si presenta solcata, soprattutto a livello dei parietali,
dalle impronte delle arterie cerebrali. Un importante punto di repere è la sella turcica dello sfenoide, dove
ha sede la ghiandola ipofisi. Le ossa del neurocranio sono tutte ossa piatte, con l’eccezione di parti del
temporale (piramide e processo mastoideo), dello sfenoide (corpo), dell’occipitale (corpo) che hanno la
struttura delle ossa brevi. Il frontale, l’etmoide e lo sfenoide sono ossa pneumatiche.
Descrivete lo splancnocranio.
Lo splancnocranio è il complesso osseo che costituisce lo scheletro della faccia. Prende nome dal fatto che
in esso si aprono alcuni apparati viscerali (respiratorio, digerente). E’ formato da ossa piatte talora molto
complesse, tra le quali il mascellare, che è un osso pneumatico scavato da un seno paranasale (seno
mascellare). Lo zigomatico è invece un osso breve. Questo stesso osso, assieme al mascellare e al
lacrimale (tutti pari) partecipano con l’etmoide e lo sfenoide, a formare la parete della cavità orbitaria. Il
mascellare, il palatino, il nasale, l’etmoide, i due turbinati (o cornetti, tutti pari), partecipano a formare le
pareti delle cavità nasali, che sono separate da un osso impari mediano, il vomere. Le ossa che circondano
le cavità nasali sono pneumatiche (mascellare, etmoide, frontale, sfenoide) in quanto scavate dai seni
paranasali, che hanno la funzione di alleggerire il blocco facciale, ma anche di mantenere riscaldata l'aria
attorno alle cavità stesse. Anche la mandibola è un osso impari ed è anche l’unico mobile della testa,
essendo articolato con l’osso temporale per mezzo di due còndili che le permettono movimenti di
abbassamento e innalzamento e scarsi movimenti di lateralità. L’osso mascellare e la mandibola presentano
una serie di 8 scavature ciascuno, in cui sono inseriti i denti (alveoli dentali) qui articolati per mezzo di
gonfòsi. La cavità boccale è delimitata superiormente dai processi palatini dei due mascellari e dalle due
ossa palatine, latero-anteriormente dai processi alveolari sia dei mascellari che della mandibola e dal corpo
e dai rami della mandibola. Il pavimento della cavità boccale è muscolare. Le ossa dello splancnocranio
sono articolate tra loro per mezzo di sindesmòsi (sutùre) talora sinostosate.
Descrivete la mandibola.
La mandibola è un osso impari dello splancnocranio, articolato mediante due còndili con la piramide
dell’osso temporale. Può compiere movimenti di abbassamento e innalzamento ad opera dei muscoli
masticatori (massetere e temporale, pari) inseriti su di essa. Inoltre può compiere limitati movimenti di
lateralità ad opera dei muscoli pterigoidèi. La mandibola è un osso piatto, con un corpo appiattito a forma
di ferro di cavallo che si prolunga posteriormente verso l’alto per mezzo di due rami. Questi terminano
biforcandosi in un processo anteriore a forma di pinna di pescecane, il processo coronoideo, ed uno
posteriore che termina con un còndilo, il processo condiloidèo appunto. Mentre il primo dà inserzione al
muscolo temporale, il secondo si articola con il rispettivo còndilo della piramide dell’osso temporale. Il
muscolo massatere si inserisce sulla faccia esterna del corpo: assieme al muscolo temporale ha la funzione
di sollevare la mandibola, mentre il suo abbassamento è determinato dalla contrazione dei muscoli
sovraioidei. Sulla faccia interna del ramo è presente una piccola sporgenza appuntita, sita in
corrispondenza del foro di ingresso del ramo mandibolare del nervo trigemino, che va ad innervare i denti.
La sporgenza, detta spina di Spix, è un punto di repere importante per il medico dentista che debba
eseguire un'anestesia dell’arcata dentaria inferiore. I denti, in numero di 16 a evoluzione completa, sono
infatti inseriti negli alveoli posti lungo il bordo superiore del corpo, detto processo alveolare e qui mantenuti
fissi per mezzo di gonfòsi.