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Analisi linguistica di un documento privato “semicolto”1

1 Si fa qui riferimento alla definizione datane da Tullio De Mauro e riportata in: https://www.viv-
it.org/index.php?q=schede/1-definizione
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Riproduzione fotografica del documento:


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TRASCRIZIONE DIPLOMATICA DEL DOCUMENTO2
[Il documento si compone di un intero foglio protocollo delle dimensioni canoniche (320 x
440mm). La carta è di qualità economica e presenta ingiallimenti generali dovuti all’usura, ma il
supporto non risulta danneggiato e non presenta lacerazioni. La prima facciata presenta un grado di
ingiallimento maggiore, verosimilmente perché più esposta agli agenti ossidativi. Il foglio
protocollo presenta le piegature meccaniche connaturate alla natura del supporto, una piegatura
orizzontale a metà foglio e una piegatura verticale che si incrocia con la precedente. Le facciate
scritte sono c. 1r (25 righi); c. 1v (25 righi); c.2r (25 righi + data e firma in calce). Lo scrivente
rispetta le delimitazioni grafiche del foglio protocollo (margini a destra, margini a sinistra e in
fondo). L’impaginazione è ordinata e connaturata al tipo di documento (memoriale autografato).
L’inchiostro utilizzato è di colore blu (probabilmente quello di una penna biro) e ben conservato,
mentre il ductus risulta fortemente inclinato verso destra ma generalmente leggibile.]

Lascio questo scritto ad imperituro ricordo per voi | cari figli, nipotini, e nipotine dedicato al mio |
caro nome Annina3 !… per la sua vita laboriosa | svolta con amore, affabile per tutti noi a lei | tanto
cara :- Oh caro il tuo nome per me !… | ricordo il nostro passato, nel giorno del nostro primo
incontro fissai lo sguardo sul tuo viso | sorridente, scolpii nel tuo cuore quel si, si era | già maniff
manifestato; da quel giorno giuras=ti il tuo affetto, la tua onesta verso di me. | I tuoi bei ricordi ben
per 47 anni di vita | coniugale trascorsi in_sieme di pace e di | serenita. | In quella notte silenziosa
fatale del | 7 marzo; per me crudele !… mentre la pallida | luna, nel taciturno silenzioso della notte |
mandava i suoi riflessi giganteschi e monta=|ni sulle vette dei monti; ombregianti le valli | e i lunghi
sentieri; all’improvviso sentii | nel mio cuore sorgere la tristezza, il dolore | più atroce per me!… ti
addormentasti fra | le braccia e nel bacio del Signore:- | Senza avermi potuto esprimere:- ti lascio sto
| morendo; dire quelle parole concrete, pieno d’affe=|tto, che nel tuo cuore, nella tua bocca, si
ripeteva | giornalmente verso di me; la mamma orgogliosa || di raggiungere i suoi cari figli lontani,
contava | i giorni aspettando quel giorno memoriale | per esplicare ancora una volta, il suo sin=|cero
affetto, ai suoi cari che erano in attesa del | suo arrivo. Per voi cari figli !… l’espressione piu | bella
e soave:- pronunziare la parola mam=|ma !… la cara mamma !… la parola | concreta che ha un
significato senza fine, | pieno di affetto e bonta, che riassume tanti | prospetti nella nostra vita
presente, il nostro | atteggiamento, dovuto a lei, come contributo | di amore e di riconoscenza per la
sua vita ! sacrificata e disagiata per il nostro bene. | I tuoi bei ricordi di tutto; non finiranno |
giammai per me !… :- l’ultimo addio, | l’ultimo bacio, che hai dato ai tuoi cari figli | sul viso della
tua carne, nel giorno delle loro | partenze; la mamma che ha sofferto dalla | lontananza dalle persone
care; la mam=|ma che si è fatta vittima, in tutto, e per | tutto, per la sua cara famiglia! :- | Per la mia
cara Annina !… Sempre col | sorriso sul suo volto; mi dava conforto nei | miei abbattimenti fisico e
morale, era il vero | sostegno della mia vita; era l’allegria, || la regina della nostra casa; era per me il
| fiore più bello che olezza nel giardino, ed io | coltivavo con tanto amore; ma all’improvvi=|so la
nostra casa e diventata buia; come le | tenebre che scende nella notte, a cui il | nostro crudele destino
siamo stati condannati; | ha travolto come una voragine, ogni speran=|za, il nostro affetto, la nostra
felicità :- | i presenti dispiaceri da cui sono circondato, | le amarezze che provo, l’animo mio
addolora=|to che non trova riposo in mezzo alle angustie | da cui è oppresso; nessun cuore umano
mi | può consolare! Contempla il firmamento, | guardo le stelle; cerco la tua immagine, | ma
invano !…. Addio! aurora per me !….. | tutto in te è amore ! come faccio per dimenti=|carti !….
solo in quella tomba4 dov’è nascosto | il tuo volto, troverò pace per me !…… | Oh fiore ! della mia
vita; sento il bisogno | di raggiungerti; sento il [ ]5 dovere di chinar=|mi sul tuo Sacrio6, dove dormi

2 Secondo i criteri di trascrizione ricavati dalla pagina web ductus.it


3 L’ultima n contenuta nel nome non è stata realizzata interamente, ma associata all’asta della i che la
precede.
4 La b è ricavata da una p sottostante; si tratterebbe di un probabile ipercorrettismo.
5 Incertezza grafica dello scrivente: inizia a scrivere una b ma poi non continua e tenta di cancellare
leggermente il tentativo.
6 La S maiuscola è ricavata da una s minuscola.
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sotto l’ombra7 dei | bruni cipressi, dove riposa i tuoi resti mortali ! | Sento il bisogno di te ! Oh fiore
della mia vita ! | prega, prega, per_chi piange per te ! | ad imperituro ricordo scritto da me |
7-3-1974
Balerna Attilio Nicolino autore8

ANALISI DEI TRATTI LINGUISTICI EVIDENTI


Attilio Nicolino Balerna era un contadino abruzzese di Villamagna (Chieti), padre di quattro figli,
tre dei quali emigrati nelle Americhe nei primi anni Sessanta. Attilio è rimasto vedovo nell’anno
1974 e il documento è stato conservato da uno dei quattro figli, Francesco Balerna, di recente
deceduto e residente per tutta la sua vita a Pretoro, un piccolo borgo nella provincia di Chieti.
Stando alle affermazioni del figlio Francesco, questo foglio fu scritto qualche mese dopo la morte
della moglie di Attilio, Annina, come si evince anche dall’uso dei tempi verbali che collocano
l’evento nel passato, e sarebbe stato poi retrodatato al giorno del lutto, avvenuto appunto il 7 marzo
1974. Di Attilio si sa che era analfabeta ed è dunque lecito ipotizzare, anche a fronte di una grafia
così curata, che a scrivere il documento sia stata un’altra persona, di cui però non si sa nulla di più.
Il figlio Francesco, all’epoca trentenne, aveva la licenza di terza elementare e dunque è inverosimile
che sia stato lui a comporre il documento. L’ipotesi più congeniale da cui si può partire è quella per
cui chi scrive sia stato un individuo che ha avuto un buon grado di dimestichezza con la scrittura,
con tanto di velleità stilistiche. Proprio in quest’ultima considerazione si annidano i maggiori
segnali della condizione semi-colta dell’autore materiale dello scritto: i tentativi di imitare uno stile
vagamente dannunziano (aggettivazione altisonante, alta frequenza di periodi esclamativi e un certo
gusto per il lirismo) si risolvono spesso spesso in fenomeni di scarsa padronanza della lingua
letteraria.
La grafia, come già evidenziato in precedenza, è generalmente buona, leggibile e molto curata. Al
livello ortografico si segnalano solo un caso di deglutinazione di particelle (in_sieme), quale
probabile rianalisi dello scrivente, un caso di degeminazione della fricativa postalveolare sonora in
ombregianti e un errore di accapo (affe=|tto). Particolarmente evidente è l’errore di aplografia dello
scrivente nel caso della parola Sacrio, la quale sta evidentemente a significare “sacrario”. A questo
tipo di errore si aggiunge anche l’uso della maiuscola in funzione ideologica, tipica marca delle
scritture semicolte. Al livello paragrafematico si possono evidenziare molti fenomeni: vistosi e
ricorrenti sono i punti esclamativi, seguiti da un numero variabile di puntini di sospensione con
funzione enfatica e, si direbbe, teatralizzante; molti poi i casi in cui l’accentuazione tronca non è
7 Lo scrivente inserisce l’arrotondamento della b in seconda battuta, per evidenziare la lettera che altrimenti
risulterebbe confondibile con una l .
8 La grafia di autore si discosta di molto dal resto; probabilmente è stata aggiunta in un secondo momento,
forse dal figlio Francesco, il quale era in grado di scrivere.
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segnalata graficamente (bonta, serenita, onesta, piu, diversi casi del verbo essere in III persona).
Del tutto insolito è l’uso congiunto dei segni ‘:-‘ (due punti + trattino alto) ricorrenti per tutto lo
scritto. Si può ipotizzare che il loro utilizzo fosse una marca dello stile di scrittura dello scrivente, il
quale, impropriamente, li adoperava in diverse circostanze e con diverse funzioni: virgolette alte,
caporali, separazione logica tra le varie parti del testo. Al livello morfosintattico si notano errori di
concordanza di numero (abbattimenti fisico e morale - le tenebre che scende nella notte - dove
riposa i tuoi resti mortali) e un errore nell’accordo fra nome e aggettivo (realizzato con un doppio
aggettivo, taciturno silenzioso). Il corpus lessicale appare selezionato e di ascendenza letteraria
(olezza, voragine, angustie, imperituro). In ultima analisi si evidenzia la frase contava i giorni
aspettando quel giorno memoriale, in cui, oltre all’evidente ripetizione, memoriale è un
malapropismo rielaborato da memorabile.
Al livello sintattico e, più in generale, al livello di programmatica testuale si riscontrano i maggiori
fenomeni di quello che può essere definito italiano semi-colto. La partizione logica dello scritto è
spesso sfuggente e talvolta ricavabile solo da qualche segno paragrafematico, in assenza di rientri
accapo (i due punti + trattino alto evidenziati in precedenza). Lo scrivente, a fronte di una buona
capacità grafica, morfologica e lessicale, mostra di avere scarsa padronanza nella pianificazione
testuale: scarsissime sono, infatti, le preposizioni coordinate. Lo stile è fortemente asindetico e
comporta notevoli sforzi nella segmentazione logica del testo. Tuttavia esso ha dalla sua il merito di
caricare il tono commosso del memoriale. Ciò che si può ipotizzare è che lo scrivente abbia scritto
in un unica sessione il presente documento. Mancano infatti segni che facciano pensare a riscritture
o correzioni successive e nelle ultime frasi è evidente come il ductus risulti più leggero e sfuggente,
forse a causa di una sopravvenuta stanchezza manuale. Per quanto riguarda la pianificazione
testuale si potrebbe pensare che il memoriale sia stato formulato prima oralmente (e in presenza del
commissionante) e poi scritto man mano. Si spiegherebbe così l’assenza di partizioni logiche
evidenti nel discorso, le quali si sarebbero perse nel passaggio tra l’oralità e la scrittura, un
fenomeno ricorrente nelle produzioni semicolte.
Per via della buona capacità imitativa dello stile lirico, definito in precedenza come dannunziano, si
si può ritenere che lo scrivente sia stato un individuo che abbia avuto frequenti contatti con la
letteratura. La presenza di certi topos, di certe immagini e di certi termini, sono sintomo evidente di
una condizione culturale buona e al di sopra della media locale. Ciò che invece fa riflettere è la
quantità di fenomeni che si discostano dalla norma grammaticale (nei livelli linguistici evidenziati
in precedenza) i quali ci consentono, proprio in virtù del loro grado di rielaborazione, di collocare lo
scrivente ad un livello estremo nel bacino dei semi-colti dello scorso secolo.
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BIBLIOGRAFIA
G. Berruto, Sociolinguistica dell'italiano contemporaneo, Carocci, Roma, 1987

P. D’Achille, L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2003

A. A. Sobrero (a cura di), Introduzione all’italiano contemporaneo, Bari, Laterza 1999

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