Sei sulla pagina 1di 1

1 10/11/2021 Luca Spinelli

Kuroshiro si era svegliato presto, circa alle sette, per andare a scuola, nella sua città, la vecchia capitale,
kyoto, in giappone. Il suo rapporto con i genitori era un po' come un filo sottile e teso, in era in bilico.
Tant'è che quella mattina, non lo degnarono di un saluto, nonostante il suo " 'giorno". Andò a scuola,
percorrendo la strada con il suo amico Aka, il suo migliore, e forse unico amico. Kuroshiro era un ragzzo
timido, ma anche uno studente modello. Aka nonera da meno, in fatto di dedeuzioni era al di poco sotto
all'amico. La scuola passò fretta, era l'ultimo giorno, dopotutto. Kuroshiro stava leggendo il giornale al
ritorno, ogni tanto rispondeva a monosillabi all'amico, alle domande del tipo, "hai già iniziato i compiti
delle vacanze?". La strada che stava percorrendo era un piccolo viale alberato, non pioveva da molto, e le
foglie sugli alberi erano secche. Faceva molto caldo, e gli incendi accidentali si frequentavano circa due
volte la settimana. Kuroshiro non alzava gli occhi dal giornale, e lo commentava: "omicidi, furti,
rapimenti, se fossi un investigatore, tutte queste persone finirebbero subito in cella". Era il suo sogno, ne
parlava sempre, anche se i genitori non volessero. "Guarda lì", disse dopo poco Aka, indicando un punto
nel cielo. Kuroshiro staccò finalmente gli occhi dal giornale, e quello che vide era peggio delle notizie.
Una colonna di fumo si celava dietro l'angolo, dove c'era casa sua. Accartocciò il giornale, lo buttò e
corse nella direzione del fumo. Quelle che rimanevano erano solo rovine, le rovine della casa di
Kuroshiro. Ovviamente c'era una calca di gente, non mancava chi faceva lo scemo davanti le telecamere
del telegiornale, e c'era perfino un'ambulanza. Kuroshiro cercò uno squarcio tra la folla, e, una volta
trovato, ci passò. Vide delle persone che stavano caricando una barella sull'ambulanza, il ragazzo ci si
precipitò, e vide il padre in fin di vita. ebbe giusto il tempo di dire due parole prima di spirare: "erano in
23", sospirò. Kuroshiro piangeva, er piangendo pensava: <<23, 23>>, "Ventitrè". Kuroshiro si trovava nel
letto che sudava feddo, accanto, Aka che russava. "Il solito incubo..."

Potrebbero piacerti anche