Sei sulla pagina 1di 15

Project Work | Andrea Mancini

COMUNICAZIONE DIGITALE

Gestione sistemi software per industry 4.0 – ciclo 8.2

Andrea Mancini

Genoa Fieldbus Competence Centre

Alberto Sibono

1
Project Work | Andrea Mancini

INDICE PROJECT WORK

 Presentazione e descrizione delle caratteristiche tecno-aziendali. ………..………….… Pag.3

 Focus Project Work. ………………………………………………………………………………………….. Pag.10

 Valutazione conclusiva dell’esperienza di stage. ……………………………………………. Pag.14

2
Project Work | Andrea Mancini

PRESENTAZIONE E DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE TECNO-AZIENDALI

Da quello che si evince da una rapida lettura del frontespizio s’intende presto che il mio ultimo stage si
è svolto presso l’azienda GFCC acronimo di Genoa Fieldbus Competence Centre, nelle seguenti righe
descriverò l’azienda e le sue attività, cercando di approfondire alcuni aspetti tecnici.
Genoa Fieldbus Competence Centre nasce dallo spirito imprenditoriale di chi, per oltre vent’anni, ha
svolto la propria attività nel settore della comunicazione industriale, sia in Italia che all’estero, e dalla
volontà di Docenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, che entrando essi stessi nella
struttura azionaria dell’Azienda, intendono dare un seguito concreto alle ricerche innovative sviluppate
all’interno dei loro laboratori.
L’azienda è stata creata nell'ambito del “Progetto UNI.T.I.”, che ha proprio lo scopo di promuovere le
Imprese nate da ricerche effettuate dall'Università di Genova.
Genoa Fieldbus Competence Centre è quindi a pieno titolo uno spin-off dell'Università di
Genova, Facoltà di Ingegneria.
Genoa Fieldbus Competence Centre opera nel settore dei Fieldbus (Ethernet e Reti Industriali a Bus di
Campo) e dell'Automazione Industriale, fornendo servizi ad alto valore aggiunto, che spaziano dalla
Formazione Certificata alla Diagnostica in sito di Reti di Comunicazione Industriali, attraverso attività più
strettamente orientate alla Ricerca, come l'origine universitaria suggerisce.
Genoa Fieldbus Competence Centre riunisce in un unico Centro di Competenza Tecnici specializzati con
oltre vent'anni di esperienza sul campo, sia nel settore Manifatturiero che dell'Industria di Processo.
Genoa Fieldbus Competence Centre è membro del Consorzio “Profibus & Profinet Italia - P.I.” ed è
presente inoltre nel relativo "Board of Directors".
Le attività svolte sono:

- audit di reti industriali;


- corsi di formazione;
- diagnostica di sistemi di automazione;
- supporto allo sviluppo di interfacce di comunicazione;
- supporto alla fase di progettazione, per quanto riguarda la parte di comunicazione con il
campo.

Oltre alle attività istituzionali citate, Genoa Fieldbus Competence Centre fornisce servizi a più ampio
spettro e innovativi rispetto all'attuale offerta sul mercato, come:

- sviluppo di prodotti e di software per la diagnostica, il monitoraggio e la manutenzione di


sistemi di automazione;
- commercializzazione di dispositivi di terze parti, per l'analisi di reti di comunicazione a bus di
campo, come schede di rete per PC, analizzatori di protocollo, loop-meter, ecc.;
- implementazione di soluzioni embedded per la comunicazione su bus di campo;
- sviluppo di gateway per protocolli di comunicazione eterogenei;
- prototipi preindustriali, a seguito di progetti di ricerca con l'Università;
- partecipazione a progetti di Ricerca internazionali, con supporto alla rete mondiale di Centri
di Competenza e alla struttura universitaria di Genova.
3
Project Work | Andrea Mancini

La collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Genova (Laboratorio MAI Lab) consente
lo sviluppo di progetti di R & D e la realizzazione di prototipi pre-industriali.
L’insieme di tecnologie della GFCC sono rivolte ad utilizzare sistemi meccanici, elettronici ed informatici
per il controllo e per la produzione nelle industrie; formando l’automazione industriale (detta anche
automazione del processo di produzione industriale).
Si può effettuare una classificazione dell’automazione industriale prendendo come base di ripartizione
le metodologie produttive.
L’automazione viene chiamata rigida quando le caratteristiche dei processi sono:
- produzione in serie di grossi lotti di prodotti aventi caratteristiche costanti;
- sequenze fisse di operazioni da eseguire molte volte.
Le caratteristiche delle macchine (atte ad implementare il processo di automazione rigida) sono:
- architettura meccanica monoscopo ed altamente specializzata, progettata per operare una
sola tipologia lavorativa con ottimizzazione dei tempi della produzione;
- sistema di controllo dedicato, realizzato mediante PLC o tecniche cablate, solitamente con
modesta o nulla capacità di riprogrammazione per altre attività.
Mentre l’automazione programmabile ha altre sfaccettature, le sue caratteristiche dei processi sono:
- produzione di piccoli e medi lotti di prodotti con caratteristiche variabili;
- molteplici sequenze di operazioni di diverso tipo;
Le caratteristiche delle macchine sono:
- architettura meccanica versatile, progettata per operare su oggetti diversi appartenenti alla
stessa tecnologia di gruppo;
- sistema di controllo riprogrammabile e/o adattivo.
L’automazione è flessibile quando rispetta le seguenti caratteristiche dei processi:
- produzione su richiesta di lotti di dimensione variabile caratterizzati da prodotti diversi;
- richieste di elevati ritmi di produzione;
- lavorazioni che richiedono tecnologie sofisticate;
- logistica interna e di magazzino.
Le caratteristiche delle macchine sono le seguenti:
- architettura meccanica altamente versatile, progettata per operare su oggetti diversi
caratterizzati da diverse tecnologie;
- sistema di controllo riprogrammabile;
- alta integrazione con il sistema informativo aziendale.
Per sistemi di automazione s’intendono quei macchinari, spesso produttivi, che non hanno bisogno di
un intervento fisico dell’uomo, essi sono dotati di un controllore logico programmabile.
Un Controllore Logico Programmabile, o PLC (Programmable Logic Controller) è un microcomputer
economico concepito espressamente per funzionare come sistema di comando per automatismi,
qualunque sia la tecnologia della parte di potenza.
4
Project Work | Andrea Mancini

Per simulare il funzionamento in parallelo della logica cablata che sostituisce, il programma memorizzato
viene eseguito ciclicamente per recepire prontamente ogni variazione nello stato degli ingressi
provenienti dal sistema controllato e modificare in modo opportuno le uscite verso di esso.
La logica programmata rappresenta dal PLC presenta ulteriori vantaggi, quali la possibilità di provare il
programma prima del collegamento al campo operativo, la simulazione di concreti dispositivi quali
temporizzatori, contatori ecc.
Il sistema operativo di un PLC è un insieme di programmi memorizzati in una memoria ROM che si
occupano di:
- diagnostica interna,
- elaborazione del programma utente,
- comunicazione con le periferiche.
Microprocessori e memorie sono quelle tipiche dei personal computer, ciò che differenzia il PLC sono i
moduli di input e di output.
Il modulo di input deve adattare i segnali elettrici provenienti dai sensori (ON-OFF) e dei trasduttori
(analogici), che possono essere alimentati in corrente continua od alternata, ai livelli tipici del PLC,
proteggendo quest’ultimo da eventuali sovratensioni.
Reciprocamente, il modulo di output deve elaborare i segnali prodotti dal microcomputer per creare le
grandezze di comando degli attuatori, isolando il PLC dal campo operativo.
La dotazione di un PLC comprende un gran numero di I/O speciali (per segnali analogici, per la
connessione in rete, per ingressi ad alta velocità ecc.) e di periferiche (monitor, console di
programmazione, stampanti ecc.).
La flessibilità, la robustezza, la possibilità di gestire segnali logici e analogici, la potenza dei
microprocessori e dei sistemi operativi, l’eliminazione di gran parte dei cablaggi (ridotti al solo
collegamento dei sensori e degli organi di azionamento degli attuatori), l’elevata affidabilità e l’ormai
ottimo rapporto costo/prestazioni sono i motivi per cui i PLC rappresentano oggi la soluzione ottimale
per la maggioranza dei problemi di automazione industriale, a tutti i livelli ed in tutti i settori industriali.

Dopo aver cercato di riassumere il concetto di sistema di automazione e le sue relative caratteristiche,
provo a raccontare qualcosa delle reti di comunicazione a bus di campo.
Il bus di campo o Fieldbus è una rete industriale di comunicazione per il controllo distribuito in tempo
reale, che opera al livello di base della piramide dell’automazione la fabbrica (CIM) per coordinare e
collegare tra loro i dispositivi di campo (azionamenti, attuatori, sensori) e interagisce con i e interagisce
con i livelli superiori della stessa.
Realizza un’architettura multipunto in cui ogni dispositivo o nodo interessato allo scambio di dati è
collegato ad un’unica linea di comunicazione (fisica o logica) che costituisce il tramite della distribuzione
e raccolta delle informazioni. La comunicazione avviene in forma digitale seriale e ad elevata velocità
per servire tutti i nodi interessati nei tempi richiesti.
Gli elementi caratteristici di un bus di campo sono i seguenti:
- il mezzo fisico di trasmissione e la modalità di codifica del segnale
- la topologia e l’architettura della rete di comunicazione

5
Project Work | Andrea Mancini

- il protocollo di comunicazione
I diversi campi applicativi dei bus di campo sono:
- bus di campo per i bus di campo per l’automazione industriale
- bus di campo per l’automazione degli edifici
- bus di campo per il telecontrollo

Un leggero approfondimento su quel che è una scheda di rete, in informatica ed elettronica essa è
un'interfaccia digitale, costituita da una scheda elettronica, che svolge tutte le funzionalità logiche di
elaborazione necessarie a consentire la connessione del dispositivo ad una rete informatica e la
conseguente trasmissione e ricezione di dati.
Esistono diverse tecnologie di rete con relative interfacce/schede di rete cablate, tra cui le più diffuse
sono:

- ethernet
- token ring
- token bus

Una scheda di rete wireless è una scheda che permette la connessione ad una rete tramite collegamento
senza fili a mezzo di onde radio.
Appartengono a questo tipo di scheda la scheda Wi-Fi e la scheda Bluetooth e ne sono dotati tutti
i PC portatili (laptop), i tablet e gli smartphone moderni, mentre non è una dotazione tipica di base per
i PC fissi, per i quali risulta però installabile a posteriori.
La scheda di rete e l'antenna ad essa associata comunicano con il punto di accesso della rete wireless o
direttamente con gli altri terminali in maniera bidirezionale.
Mentre un analizzatore di protocollo è uno strumento (hardware o software) utilizzato per acquisire e
analizzare i segnali e il traffico di dati su un canale di comunicazione.
Tale canale varia da un bus del computer locale a un collegamento satellitare, che fornisce un mezzo di
comunicazione utilizzando un protocollo di comunicazione standard (in rete o punto-punto).
Ogni tipo di protocollo di comunicazione ha uno strumento diverso per raccogliere e analizzare segnali
e dati.
Il loop meter è costituito da una protezione finale, tale da essere appunto protetto dagli agenti
atmosferici, ha un tronco o un montante di servizio (un tubo di metallo o plastica che protegge i
conduttori) e dalla custodia del misuratore.
Il loop meter funziona, in quanto percorso elettrico per i conduttori, attaccandosi saldamente all'edificio
e ad un contatore elettrico.

6
Project Work | Andrea Mancini

Per quanto riguarda le soluzioni embedded possiamo anche chiamarle sistema embedded,
nell'informatica e nell'elettronica digitale, identifica genericamente tutti quei sistemi elettronici di
elaborazione a microprocessore progettati appositamente per un determinato utilizzo (special
purpose), ovvero non riprogrammabili dall'utente per altri scopi, spesso con una piattaforma
hardware ad hoc, integrati nel sistema che controllano e in grado di gestirne tutte o parte delle
funzionalità richieste.
In questa area si collocano sistemi di svariate tipologie e dimensioni, in relazione: al tipo di
microprocessore, al sistema operativo, ed alla complessità del software che può variare da poche
centinaia di byte a parecchi megabyte di codice. Appartengono a questa categoria di sistemi
microelettronici di elaborazione i microcontrollori.
Contrariamente ai computer generici riprogrammabili, un sistema embedded ha dei compiti noti già
durante lo sviluppo, che eseguirà dunque grazie ad una combinazione hardware/software
specificamente studiata per la tale applicazione. Grazie a ciò l'hardware può essere ridotto ai minimi
termini per contenerne lo spazio occupato limitando così anche i consumi, i tempi di elaborazione
(maggiore efficienza) ed il costo di fabbricazione. Inoltre l'esecuzione del software è spesso in tempo
reale per permettere un controllo deterministico dei tempi di esecuzione.
I sistemi embedded sono sistemi di calcolo, nel significato più generale del termine. Questa definizione,
infatti, include tutti i computer del mondo, tranne quelli progettati per essere di utilità generica (general
purpose). Gli esempi di sistemi embedded spaziano dai lettori portatili di musica ai controlli in tempo
reale di sistemi fisici quali lo Space Shuttle.
La maggior parte dei sistemi embedded è progettata per eseguire ripetutamente un'azione a costo
contenuto. La maggior parte di questi sistemi, ma non tutti, deve soddisfare inoltre dei vincoli di
prestazioni minime, come ad esempio la necessità di operare in tempo reale. Può anche accadere che
un sistema debba essere in grado di eseguire molto velocemente alcune funzioni, ma possa tollerare
velocità inferiori per altre attività. Questi sistemi rispettano i vincoli di prestazione con una
combinazione di hardware e software appositamente progettati.
Risulta difficile caratterizzare la velocità o i costi di un sistema embedded generico, anche se, soprattutto
per sistemi che devono processare una grande quantità di dati, il progetto stesso assorbe la maggior
parte dei costi. Per la maggior parte dei sistemi embedded le prestazioni richieste possono essere
soddisfatte con una combinazione di hardware dedicato e una quantità limitata di software ottimizzato.
A titolo di esempio, basti pensare ad un decoder per una televisione satellitare. Nonostante un sistema
come questo debba processare decine di megabit di dati al secondo, la maggior parte del lavoro è svolta
da hardware dedicato che separa, regola e decodifica il flusso digitale multicanale in un'uscita video.
Alla CPU embedded spetta di determinare i percorsi dei dati nel sistema, o di gestire gli interrupt,
generare e disegnare la grafica, e così via. Spesso, quindi, gran parte dell'hardware di un
sistema embedded deve sottostare a requisiti di prestazioni molto meno severi di quelli che, invece,
deve rispettare l'hardware primario del sistema stesso. Questo permette all'architettura di un
sistema embedded di essere semplificata rispetto a quella di un computer generico che deve eseguire
le stesse operazioni, usando ad esempio una CPU più economica che tutto sommato si comporta
discretamente anche per queste funzioni secondarie.
Per sistemi embedded che non devono gestire una grossa mole di dati, possono essere utilizzati anche
dei personal computer, riducendo il numero di programmi installati, oppure utilizzando un sistema
operativo real-time. In questo caso l'hardware dedicato può essere sostituito con una o più CPU ad alte
prestazioni. Ciononostante, alcuni sistemi embedded potrebbero richiedere in ogni caso CPU potenti,
hardware dedicato ed una grande quantità di memoria per eseguire una certa attività.

7
Project Work | Andrea Mancini

Nel caso di sistemi che devono essere commercializzati in massa, come un lettore di musica portatile,
ridurre i costi diventa una priorità. Sistemi di questo genere, infatti, spesso sono dotati di alcuni chip,
una CPU altamente integrata, un chip dedicato a tutte le altre funzioni ed un singolo banco di memoria.
In questo caso ogni componente è selezionato e progettato per ridurre il più possibile i costi.
Il software scritto per molti sistemi embedded, in particolare quelli senza hard disk, è talvolta
chiamato firmware. Il firmware è un tipo di software che, ad esempio, è possibile trovare nei chip delle
memorie ROM o Flash.
I sistemi embedded spesso richiedono di essere attivi continuamente per anni senza errori, pertanto il
software ed il firmware sono progettati e testati con molta più attenzione rispetto
al software dei personal computer. Molti sistemi embedded, infatti, evitano di incorporare componenti
con parti meccaniche in movimento (come gli hard disk), poiché meno affidabili rispetto a componenti
allo stato solido come le memorie Flash.
In aggiunta, i sistemi embedded possono essere fisicamente inaccessibili (come per le batterie di
perforazione dei pozzi di petrolio, oppure i componenti lanciati nello spazio), pertanto i sistemi che li
contengono devono essere capaci di resettarsi autonomamente in caso di perdita o corruzione dei dati.
Alcuni esempi di sistemi embedded:

- Sistemi elettronici per avionica


- Sportelli Bancomat e apparecchi POS.
- Elettronica aeronautica, come sistemi di guida inerziale, hardware/software di controllo per il
volo e altri sistemi integrati nei velivoli e nei missili.
- Telefoni cellulari e, in generale, dispositivi mobili.
- Centralini telefonici.
- Apparecchiature per reti informatiche come router, timeserver, firewall, switch.
- Stampanti e Fotocopiatrici.
- Sistemi di memorizzazione dati come hard disk, floppy disk o compact disc.
- Sistemi di automazione casalinghi come termostati, condizionatori e altri sistemi di controllo
della sicurezza.
- Distributori automatici di bevande e cibo, di carburante, di biglietti, ecc.; stazioni automatizzate
di riscossione dei pedaggi autostradali o dei parcheggi, ecc.; in generale distributori o di vari
prodotti o servizi.
- Apparecchiature biomediche come ecografi, scanner medici per risonanza magnetica.
- Equipaggiamenti medici.
- Strumenti di misura come oscilloscopi digitali, analizzatore logico, e analizzatore di spettro. Ma
pure una banale bilancia elettronica da casa, nonché il comune termometro digitale.
- I PLC utilizzati per l'automazione industriale.
- Console per videogiochi fisse e portatili.
- Centraline di controllo incorporate nei veicoli per la gestione elettronica di vari impianti e servizi.
- Strumenti musicali digitali quali tastiere workstation, mixer digitali o processori audio.
- Decoder per TV digitale.
- Sistemi per la domotica.
- Elettrodomestici, attrezzi e utensili (sia casalinghi che professionali): dal trapano elettrico ad una
friggitrice, dalla lavatrice al una livella multifunzione laser, l'elenco sarebbe assai lungo.
8
Project Work | Andrea Mancini

In pratica la diffusione di questi sistemi è capillare nella società e tutti i dispositivi elettronici non general
purpose, ovvero i computer riprogrammabili propriamente detti, possono essere definiti
sistemi embedded evidenziando così la loro notevole importanza. Il fatto che il sistema embedded sia
incorporato e dunque non visibile agli occhi dell'utilizzatore induce il senso comune a pensare ad una
prevalenza dei computer general purpose quando in realtà la situazione è diametralmente opposta.
Anche perché per la stragrande maggioranza delle persone risulta difficile pensare che questi
prodotti/sistemi contengano dei "computer" a tutti gli effetti.
Per quanto riguarda le funzioni di aggiornamento del software (firmware, sistema operativo o driver a
seconda) dei sistemi embedded, vi sono attualmente tre possibili scenari:

- il microcontrollore è totalmente "chiuso": il software nasce e muore con il dispositivo e quindi


non è upgradabile;
- il microcontrollore aggiornabile ma solo mediante intervento presso la rete dell'OEM ovvero
presso un CAT; in questi casi si deve utilizzare un apposito strumento di diagnostica e
programmazione del software;
- il microcontrollore è aggiornabile dall'utente esattamente come un normale PC. Esempi classici:
il telefono cellulare (via cavo, via bluetooth o via OTA), il firmware della TV (mediante
chiavetta USB, inserita nell'apposita porta dell'apparecchio, contenente l'aggiornamento
scaricato dal sito del produttore) e altre situazioni analoghe.
È piuttosto semplice prevedere che nel tempo la situazione più frequente sarà la terza, eccetto i casi in
cui il sistema embedded sovraintenda requisiti di sicurezza.
Un ultimo termine che ci tengo ad approfondire in questa prima parte del mio project work è quello
di gateway.
Il termine in inglese non significa altro che porta/cancello, esso a livello informatico è innanzitutto un
dispositivo di rete che funziona come punto di ingresso tra una rete e un’altra. Occorre infatti
considerare che la comunicazione di una rete è fisicamente e tecnicamente limitata dai confini della
rete stessa: se perciò – come in realtà capita continuamente – bisogna comunicare con dispositivi,
nodi o reti al di fuori del proprio network, è necessario avere a disposizione un gateway. Quando
perciò una rete desidera comunicare con un’altra, il pacchetto di dati viene passato al gateway e quindi
instradato verso la sua destinazione attraverso il percorso più efficiente.
Il punto problematico è che, però, non è assolutamente detto che queste due reti parlino lo stesso
linguaggio, ovvero che utilizzino lo stesso protocollo di comunicazione: perciò il compito principale di
un gateway, proprio in quanto punto di interscambio tra le reti, è quello di effettuare una traduzione
dei diversi protocolli di comunicazione e formati di dati che possono essere molto diversi tra di loro.
Messa in altri termini, i gateway sono dei convertitori dei protocolli di rete, capaci di unire due reti in
modo che i dispositivi presenti su un dato network possano comunicare con quelli presenti in un altro.

9
Project Work | Andrea Mancini

FOCUS DEL PROJECT WORK

A questo punto della lettura del mio project work, un quesito può apparire spontaneamente: perché
usare proprio quel titolo (Comunicazione Digitale) per il progetto?

Beh, perché in questo stage oltre ad apprendere nozioni tecniche - completando la tesina, ho fatto
ricerca – ho anche ampliato le mie competenze nel mondo comunicativo digitale, in che modo?

Il mio tutor aziendale, Alberto Sibono, mi ha permesso - durante lo smart-working, che è stato un
metodo molto interessante di lavorare/fare ricerca/studiare – di partecipare al Social Media
Training di Luca La Mesa, che di professione fa il Social Media Strategist, che della comunicazione fa
il suo paradigma professionale.

Partecipando attivamente, seguendo le videolezioni online del corso, passando l’esame finale ho
ottenuto il certificato che ho allegato qui sotto.

10
Project Work | Andrea Mancini

Utilizzando solo una parte delle competenze acquisite al corso di Luca La Mesa, ho delineato la possibile
analisi e creazione di una pagina Facebook di un’ipotetica azienda, che può far parte anche dell’Industry
4.0.

La pagina Facebook, è lo strumento per le aziende che vogliono espandere il business e farsi conoscere
nel mondo degli utenti social, una vera e propria vetrina dove comunicare, condividere status e
informazioni, notizie ed eventi, video, foto, link, creare contest, aggiungere applicazioni e molto altro;
ho scelto in particolare questo Social perché è più congeniale alla mia creatività, – ho competenze
professionali anche per Instragram, Tik Tok e LinkedIn - esplicherò i concetti base del Social Media
Marketing.

Quando si ha un ruolo di amministratore in una pagina social aziendale bisogna controllare


periodicamente la parte statistica della pagina stessa, su Facebook questa impostazione è chiamata
Insights.

Guardando nella panoramica all’interno delle Insights troviamo una serie di informazioni statistiche
basate su intervalli di tempo regolabile fra Oggi, Ieri, Ultimi 7 giorni, Ultimi 28 giorni.

Sempre nella panoramica generale degli insight possiamo vedere il numero di azioni sulla pagina, il
numero delle sue anteprime, il numero di “Mi piace”, la copertura dei post, la copertura delle storie, i
Feedback positivi, le interazioni con il post, con i video, il numero di follower sulla pagina e il numero di
ordini; oltre a questi dati possiamo vedere il tasso in percentuale sulla crescita/decrescita della pagina
per ogni singolo aspetto rispetto al periodo precedente.

Si può inoltre vedere nello specifico la copertura di ogni singolo post pubblicato dalla pagina, opzione
interessante ed obbligatoria se si vuole fare Marketing poiché dalle analisi dei post si possono capire i
“gusti” delle persone all’interno della pagina, così da promuovere un certo tipo di contenuto rispetto ad
un altro.

È importante non lasciarsi troppo influenzare dal numero di utenti nella pagina, conta veramente quanto
gli utenti siano soddisfatti dalla pagina stessa, poiché gli utenti “fidelizzati” è più probabile che diventino
consumatori/clienti per/dell’azienda.

È consigliabile aggiungere nella pagina un pulsante, chiamato “call to action”, invitando così gli utenti
del social ad interagire e a visitare il sito web dell’azienda, lo spazio web più opportuno per carpire
maggiori informazioni su prodotti e servizi.

Una prima analisi di una qualsiasi pagina social aziendale su Facebook può essere fatta tramite una Check
List dei seguenti punti:

- Immagine del profilo.


- Immagine di copertina.
- Vanity URL.
- Le TAB.
- Le informazioni della pagina.
11
Project Work | Andrea Mancini

- L’analisi dei post.

Per quanto riguarda l’immagine del profilo va bene mettere un logo poiché favorisce la riconoscibilità e
la familiarizzazione con il marchio, a patto che sia leggibile; le icone possono essere più funzionali, poiché
spesso esprimono più concetti più di quanto possa fare un logo.

Quando si carica un’immagine del profilo si può aggiungere un testo ed un link al sito dell’azienda,
bisogna sempre occuparsi della moderazione dei commenti degli utenti.

Nell’immagine di copertina è importante mettere eventuali slogan centrali, essa deve tenere conto delle
dimensioni che spesso cambiano tra visualizzazione mobile e desktop, come per l’immagine del profilo
è utile aggiungere una didascalia testuale ed un link coerente alla pagina del sito dell’azienda; inoltre è
possibile inserire un video invece che una foto.

Quando si imposta un Vanity URL, bisogna far sì che sia in linea col nome dell’azienda, poiché si è più
facilmente raggiungibili dagli utenti; il profilo acquisirà un aspetto più ordinato e pulito, quando si
imposta un Vanity URL bisogna ponderare bene la scelta dell’uso delle parole perché una volta
impostato, è davvero difficile – talvolta impossibile – variarlo di nuovo.

Le TAB sono le sezioni di atterraggio di una pagina, devono essere sempre funzionanti e scelte
accuratamente, impostando solo quelle necessarie il profilo risulta più pulito.

Ci sono diversi tipi di TAB come <<Servizi>>, <<Vetrina>> oppure <<Netiquette>>; il procedimento per
creare questi spazi è talvolta macchinoso ma può essere reso più semplice con la creazione di una nota,
come per la Netiquette.

Le informazioni per una pagina sono fondamentali. Questa sezione, se curata, aiuta l’utente che arriva
sulla pagina. È importante controllare tutte le sezioni e completarle con parole chiave.

Ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione quando facciamo un’analisi dei post:

- La moderazione.
- La presenza di link.
- La scelta delle immagini e dei formati.

Quando si crea un post è sbagliato cercare di analizzare i “gusti” degli utenti tramite il meccanismo di
votazione tramite reactions, poiché viola il regolamento di Facebook, il colosso dei Social è in lotta
costante contro tutti i meccanismi di engagement baiting.

Trovo molto interessante l’uso e la pubblicazione dei dark post ovvero le inserzioni nascoste, il dark post
è un contenuto pubblicato al di fuori della pagina (non visibile al suo interno), che non sarà visibile a
tutto il suo pubblico, ma solo a una determinata porzione di utenti selezionati in base alle caratteristiche
dettate dall’inserzionista.

Un altro modo di creare contenuti è quello del Real Time Marketing, ovvero un approccio al mercato
che consiste nel rispondere prontamente ad eventi o stimoli esterni. In sostanza, si tratta di azioni
pensate appositamente per rispondere in tempo reale a una determinata situazione temporanea; viene
12
Project Work | Andrea Mancini

misurata la reattività dell’azienda nei confronti dell’interesse delle persone su un argomento o tendenza
e il “chiacchiericcio” (in inglese buzz) che ne deriva per ottenere visibilità e consenso.

Un’altra funzione interessante è quella degli hashtag, ma che cos’è un hashtag? Un hashtag è un tipo
di tag utilizzato su alcuni servizi web e social network come aggregatore tematico, la sua funzione è di
rendere più facile per gli utenti trovare messaggi su un tema o contenuto specifico. Può essere creato
da un utente inserendo il carattere cancelletto # davanti a una parola o a una frase del testo principale
di un messaggio. La parola può essere composta da lettere, cifre e sottolineature; non sono permessi
spazi e caratteri speciali. La ricerca di un hashtag restituisce tutti i messaggi che sono stati etichettati
con esso.

Quando si è amministratori di una pagina la netiquette deve essere delineata, ovvero va stabilito il
complesso delle regole di comportamento volte a favorire il reciproco rispetto tra gli utenti; la netiquette
può essere inserita in una TAB.

Per potersi ritenere competenti e professionali, nell’ambito dei Social Media va redatto un piano
editoriale, utile per definire quali contenuti pubblicare, quando pubblicarli, catalogando i temi ricorrenti
che vogliamo associare alla nostra azienda e programmando generalmente il nostro lavoro.

13
Project Work | Andrea Mancini

VALUTAZIONE CONCLUSIVA DELL’ESPERIENZA DI STAGE

Partendo dal presupposto che su un percorso di questo tipo è difficile identificare un momento di
chiusura, ovvero un punto dove si può definire terminata l’attività, individuare un punto conclusivo è
sicuramente una forzatura, poiché con la comunicazione digitale avrò probabilmente sempre qualcosa
a che fare, poiché è un argomento ampio, trasversale ed illimitato.

Essendo verso il termine degli anni formativi all’ITS-ICT, ho pensato che non vi fosse modo migliore di
“concludere” la mia esperienza didattica nel mondo del digitale che quella di - mi scuso per il voluto
gioco di parole – progettare il Project Working, approfondendo il tema della comunicazione digitale,
scomporrò i due termini, per far comprendere al lettore la loro rilevante importanza a 360 gradi in quasi
qualsiasi ambito della vita:

- Comunicazione: l’uomo è un essere comunicante, così come è un essere pensante, emotivo e


sociale. La comunicazione non va pertanto considerata semplicemente come un mezzo e uno
strumento, bensì come una dimensione psicologica costitutiva del soggetto. Egli non sceglie se
essere comunicante o meno, ma può scegliere se e in che modo comunicare. Qui sotto possiamo
trovare la rappresentazione schematica del flusso di trasmissione dell’informazione, che quindi
definisce l’informatica, secondo il modello matematico di Shannon e Weaver.

- Digitale: in elettronica e in informatica, qualifica che, in contrapposizione all’analogico, di dà ad


apparecchi e dispositivi che trattano grandezze sotto forma numerica, cioè convertendo in forma
valori in numeri di un conveniente sistema di numerazione. Di norma il sistema utilizzato è quello
binario, composto solo dalle cifre 0 e 1, oppure si utilizzano dei sistemi derivati da quello binario.

14
Project Work | Andrea Mancini

Gli anni formativi appena trascorsi sono stati densi di tante emozioni, dalla gioia di ricevere la possibilità
di ottenere un diploma ITS-ICT, all’ansia di dover partecipare ad un percorso didattico per me nuovo,
pur avendo scelto un argomento che mi ha sempre suscitato interesse e curiosità.

L’armonia che ho trovato, in questi anni tra gli studenti è fondamentale per lavorare/studiare bene. Tra
tutti noi si è creato un bel clima di collaborazione e stima reciproca. Sono stati tanti i momenti in cui
abbiamo condiviso perplessità, dubbi a riguardo di alcuni argomenti toccati dal corso.

Le videolezioni on-line che hanno caratterizzato quest’ultimo anno bizzarro sono state interessanti e
ricche di contenuti, fondamentali per la crescita professionale di uno studente.

È stato un anno ricco di esperienze positive che ha lasciato dentro di me la voglia di continuare la mia
formazione professionale e poter arricchire e riuscire a dare il meglio nell’ambito digitale.

15

Potrebbero piacerti anche