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i macfunA
.-. • JVhn manuj, atmirum mznf twc siliatw&p^Jfat.
"CINQUE SESSIONI
IIELtE QUALt SI ACCEHHANO MACCH1KE MAlA-»
tUSTRI CITTA' ;
Oltre UD trattato
IN P A D O V A MDCCLXXXVIH,
e:.
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£•, V O
I C E
kgini, Timpani, flauti, td aim ijlrumint'i,
O <tbt futK&tio da lore,
Atiitrt, Cigni , td altri yflaidi,
P1g<
e rettili srti-
BvitH she mttovinfi, nuotan»mi flrifrignfi , w«»-
f;"«»• , t d'fgtr'tfcono. 10
Wici umant tit fortono da suttrnat'i B id armomo*
fi ttnterti tfeguiti ds putt macchint.
$tan#rini arttfatti^ chs faltano mile lot* gabkie, s
cantata molti[fims ar'iett* . IS
Ufatratti £ uam'mi tnfigni , cbt ful tntmtnt* divtn-
taggianu di viva Ikct la iefla, t It (kit~
re a M. Hill, che on o
to nafcofto nel fondo dcllagab-
tia cantaflc per loro , e che
il movimento di un orologio, che
lo .faceva fuonarc , moveflc
r*cllo flcflb Iflante ancheil loro
becco 3 e le ale col mezzo di
alcuni iill di icrro nafcofti
JQVQ pisdi. . , •.., ' -.", . ^
If
Erano tali Icidcc di&LHill,
illor qusndo i due canarini la-
kiarono la loro bacchctta ful-
la qualeeranoappogfjhti per fal-
l a l fopra <J \m* altra 5 c com-
provare con quefto* ch' erano
periettamente difgiunti dal fon-
do della g^bbia 3 c chc per
cglitlo non potc-
\i
vano muovcrfi , che in forza
di iuAc nafcoftc nei loro pro-
prii corpt . \ •
M. Van-Eftin ci trafic di
penfi^ro dicendoci, che v'craan-
che in cid una qualche illufio-
ne. Non confifte gid qucfla , dif-
fe , ml perfuadervi , cbe qucflt
uccelli fiano vivi • Fcrchi tanU
4
fc ft aveffe • vohto~ ottame f*t.r
rebbe Jlaio daopo veflirli di pen-
na i ma per farvi credere 3 cbe
fiano affatto diftaccati dalla gba~
bia9 henchi vt fianonalmenteuni*
ft con del jilt di commttnicazione,
cbe non vedete 3 e cbe voi nonpo*
tete ni meno vtdere.
Lc due baccbettc fulle quali [eni-
brano appoggiati ft toccano 3 come
"vedete^ in una delle loro eftremi<«
td ye formano an angolo di qua*
rant a cinque gradi circa . I cana-
rini fono ftaccati da quefle dm
bacchettC} e fono racjeomandati ad
ma terzsj di cut voi punto non
vi avvedete rfercbi mo fira dovun*
dtfjere pane d' aktma delle
altre due. Faff a quefta terxsbac*
chetta rapidamente dalla prima
alia feconda, reftando una delk
fue eftremitd continuamente attac*
cat a alia fommitd dell* angob,
mentre t altra defcrive un arcodi
quaranta cinque gradi. In quefta
terza bacchetta fifsa in un pun"
to, e mobile in tutte le altre fue
parti 3 /OHO nafcofti i file 9 che
mtttono in movimento il becco t
kale. Mobile, Cornelia i^ pafsa
alfimprovvifo da twaadurialtra
pofizione in quell* iftante y che fie*
te voi occupato d un qualche altra
objettos e quand anche la voflra
ittenzionc iwn veniffe interamen*
tc diflratta da I canio dtgli
££>.
i»///, o dal trcmho delicforaa*
k9 quefla baahett§ fi muovc co'n
tanta rapiditd , che vot non vi
accorgere del fuopajsag-
t: ',- • , •
AUTOMATQ CHE SUQNA Dl FLAU*
TO AD OGN1 CENNO, BENCHE*
ISOLATO A. PIACERE IN MEZ«
ZO DI UN GIARDINQ . NUOVE
TAVOLE SULLE QUALI SI FAN-
NO GIUOCARE AD AiTRUIVO»
LONTA* MOLTISSIME MACCHINE
SENZA AIUTO DI LEVE , SEN*
ZA F1LI D I F E R R O j £ SENZA
CALAMITA «
5., -
SESSIONE TERZA.
e tofto lo folle-
a manrener, para-
in
rofia « ed una
Vt"
5*
voflrs pmfim . Udito quefto ,
Mo Hill vola in foodo del
Parco : vi arriva anfante % m
apre ia porta del Padiglio-
ne ? indi la ca (fella dell'Arma-
dio 5 e la cafletta, ma non vi
iredcj che uoa piccola palla ? e
crede che l'operazione fia an«
data raale.Ben preflo perd s*ac»
corge^ chequella palla eraduaa
piccola fcatola rotonda . L'a»
perfe appsna, che vi riconob«
be la carta freflTa, ch'egli po-
co prima aveva fuggellata , e
contraftegnafa. La fpiega con
anfict^ , vi vede una fcrittura
rofia e violetta, comeappunro
1'aveva richiefla 3 c (tupefat-
G 2 I©
%O VI sge la feguente ri
rrotnento
fente tre col pi alia porta. Va
3 c non vi trovaal-
altro avrcbbe potu-
lo peofare in fimile cafo 5 che
vi foflc uno fpir'uo folletto ;
ma egli s1 immagioo femplicif-*
firoaroentc ^ che vi poteile ei«
fere perfona nafcoila dietro al
] adiglione per fargii paura •
\ i gird intorno ? nt fi accor- .
fe d' akuno . Rientra e re-
maravisliato nei vedcrc il
SI-'
muro 5 che gli era apparfo
prirna d una flraordinaria bian-
chezza , lutto improvvifamen-
te difegnato a chiaro-ofcuro .
Da un lato vcde un quadro
rapprefentante dclle beftie fe-
rod ^ dclle tefte armarc , dei
ferpenti, e dei folletti di tut>
fe le fpezie . Dall1 altra par*
te eravi la tentazionedi S.An-
tonio, in cui i diavoli erano
rapprefentati fotro tutre le fi-
gure • Si pofe a ridere veden-
do un diavolo col corpo di un'
arpia, ia coda d' un coccodril-
Io, ie zanne d'un Cinghiale,
la teda dun porco, ed ilCap-
puccio d'un Dervis.
in quel pnoto fi batte tre
altre volte alia porfa. Le iro»
pofte fi chiudono da loro. In
mezzo d' iro pro wife foltiffime
tenebre vede rifplendere un
folo raggio di luce , che oon
dura, che un puroiftante. Re«
fla col pi to dallo fcoppio di
due piftolc Penfa tantofloche
vi fiano dei ladri, c dcgli af*
fafsini. Temc difua vita 3 e fi
fmarrifce. Un odorc di zolfo 9
€ di bitume fi fparge a luid'
intorno. Laria rifuona orribiL
snente« Sentelupi che urlano5
cani cheabbajano, orfichefrc-
mono 3 ganiche miagolano,to»
ri che mugghiano^ corvi che
gracchian©3 c ferpentl che fif-
chiano.
Dopo tali e tante grida lu»
gubri diftingue delle voci pian-
genti, deigcmiti, chedinotano
dolore e dif perazione. Succede il
filenzio, chcvtene tantofto in«
terrottoda unorribik tuonante
voce, che fa tremare le invc-
triate pronunziando lefeguenti
parole: :;
degli eflimi.
Ritornato chefu
. GCill»
g afhnti di met*
terlo nella dubbiezza ; asino*
vcrandogli tutt! i pafft, etotri
i diverfi moviniewti 5 che fat*
ti aveva nel i>adiglionc5comc
fe vi foffero flati la del te-
AJmons di vifta*Glidi(!cro,che
avvea (orrifo vedendo ful mu»
ro la figura del diavolo 9 che
trcfiid al primo colpo di pifto-
la 3 che diede addicrro al <c»
eondo 3 e ch'erafi afiif^ twtto
iremante fu d'una fedia d' ap-
poggio quando 'fparirono i trc
fcheletri.
Perfttadetevi , difTe M. Van-
Eflin 5 cbio non mandai la rif«
pofta , je non che a I confine del
H Pmf
to
tec HO pir rifpwmtarvf t/nviag*
eio ffoDtfo lungo , ms che f a~
vrel potuta mandan colla fief*
fa facilitd tre kgbe pit* hnta*
na . lieu lo credo, rlfpofe M-Vatu
Eft/;*} pzv quanta inspofsibilita.
fidca vi fi potcffcopporrc ? non
taprcl come piddubitarnc dopo
lurro c]6 y che ho vediuo . E ncn
ere denfie , foseiunfe JVl. Van-
t f i i n , ^ ghecbi to ml ho la
poffatiza d iffinuare uno fcrltto
in una ca^etta cbiufa colic cbia-
v?9e in diftanza di tre o quaU
tro kgbe y poteffl nello fleflo mo-
de far entrare nello ftomaco di
taluno 3 fenza cfr el fe ri acccr-
ga una pozione Cblmka di mia
pariicohre compofixione ? Lo cre-
do; Ytfpoje M. Hill. Sari dun-
que adello abbaftanza chiaro ,
ripiglib M. Van-Eftin , ch' io
pofla mcttcrvi inquefta pozio-
lie e frigUie materie , e velcni
di qualunque natura , tf poffa
pure a mio falento fugare Is
febbri, ccrre^gere i viziofi tern-
peranienti e produrre, apiace-
re infinite altre mutazioui nel
corpo umano 3 ch b poi !o ftek
fo che dire chio po(fb far ma-
I k , e ftregonezzi.
M. Hill , c^^ co«
vautare di tutte quefte co/g
incredibili che fiano. Son io gid
difpofto a preftarv* tutta la fe-
6%
dt fulla foia vojtra
ptnfandovi infttawimu dal
ment alcuri' akra pmo'da. E
pbffihile, che tin fapiente
Uro pari ( fogghnfc M. Van*
Efl'm ) fia arrlvato ad nn ec*
cello tale d\ credulity j die
gli faccia prellar fede ad ogoi
forta i\ racconti, anche I piii
» ! - • » • !
"SO PR A UN VIRSO LATINO CHE
-: SI PUO' RIVOLTARE IN PIU* Di
•••-:TRE MILI0N1 Dl MA MERE SI
FA UN* OPERAZ1ONE 3 COLLA
Q.UALE SEMBSA CHE SIA POS-
SIBILE DI PREVEDERE , E DI
OBBLIQARE L ALTRU1 PEN-
SIERO . ' "i -
1
£•_
"U o
CiJfcttafinirZcQlUpiroU Dux.
Fit
19
Per rendere complicata qucfta
operazione , to tri indirizzo ,
avanti ds fare il g'moco, ad at-
cuno delta compagnia , a cut
faccio fotto v oce una predmone
ofcur a , come•, per efempio> que-
fta qui : Si leva adefso la pa-
rola Rex dal fuo fito, per met-
terla tiel fito vtcino\ ricordatevi
bene la parola R e x .
La perfona a cut mi rivolgo
non fapcndo dove fi ritrovi quc-
fla parola , non fa per confe-
guenza qual fia il poft& vicino ,
cbe nomino ; e immaginandofi
in qucfi iftante , ch to fappia
realmente qualche cofa di p'tu ,
gtudica della verltd delta
JK*
prcdiziom dall aria di Jicurez*-
%a , colla qudc g Ik la faccio ,
e finalmcnte feme di far chc tl
giuoco vada fallato , e non ft
occupa chc a richiamarfi la pa-
tola F v e x . • -, . •. ,;-; , .,,,
Quando io fo in Jcguito coif
ajuto dei chiodi , o con quello
del cannocchiale in qual poflo
rhrovafi quefta parola ; s ella
i , per efempio , nel fcfto , mi
vanto tofto di aver prcdctto, cV
ella occuparcbbc quel Jito . Di-
mando allora alia perfona , cui
bo parlato , qual £ quclla paro-
la chc fi trova nel jcfto fito ?
La perjona rifponde fcmplicC'
tnente^ nominando fa paroh R e x .
El-
Ella ends che quel fito vkino y
cbe k ho nominate* fojje il fe-
fto j e non fa attenzJoiie al mh
inganno; perchi to 9 fe q tiefta
medefima parola fi foffe ritsova*
ta, per efempio, ml nono fito ,
tguahmntQ mn k fares men- .
zione cbe d$ qusilo nella mta
domanda, e dint: qml e qudi.i
parola9 cbe fi rhfova y ml nono
fito 3 invece dt dire nel feffo ? ed
efsa mi rifpondcrebbe egualtwn*
tff R e x . L ultimo n«e?,Z9 cbe bo
impiegato e quo Ho dcgl incbio*
ftri fimpaticf.
Ntlla cart a figillata 9 che con»
fcgnai a N'l litII 5 to aveva
[ditto puma k parole fegusnti
II verfo forrnato nelk
CafTetta finira colla parola
if-
ft
mwpolke hngrato d in*
o ft mp at no cowp>{lo d} at~
qua, cake vf-va 9 id wpi men*
in .
Le novecJm parole dutique r/-
woptfi hivifibili, r.on avttc vo$
pctito Itggeve , eke le (ok pa-
role jcguenti, oxdinalc in quifta
mctnkva.
„ 71 verfo formatonellacaf-
fctia finirk colla parola .
OP1RAZIONE MISTER10SA
SOPRA DUECENTO PAROLE, LE
©I GUI DEFINIZIONI RIWNITE
FORMANO UH LOSOGRIFO
TIFIGO •
M Cos-
towpretidete da rib, dr.
Yan-1 ftiOj do io fapcva in an*
t/cfpazhne la parola^che avnfle
faclia , impercfoabe io aveva
gid difpofio in quefta catnaretta
oit'/ca ii q&adro ^cbeve tie dd la
Jp'ftgazione. "A'•"'•'•
Ivia come » foggiunfi , avete
pcuito ccrofcere Ja carta,che
ho fee ha. ton avendo certa*
mente avuto i) tempo di con*
tarlc, cd tfaminarle tutte , co-
de fapete quale mancafle fra
tanter .
Voi merit ate, ml diffe Mo
Vah-I Pm 5 eke vi facciaconof-
cere i m'ni mczzi * / llora egli
mi moflro un tannocchiale, col
ljualc vidi a traverfo il rauro la
carta,chc lo aveva fcielta* ed
artaccata. Credetti a primavu
fla<j che il muro fuffe trafora*
to 6 diafano ; ma ii cannos*
chiale produffe lo AefTo efFet-
% • •
!
la immagine della cart a fentu
C vengono riflettuti al punto
D dallo fpecchio E F, pofcia
dal punto G dallo fpecchio I
H. C on un tal mezzo V oc-
chio K crede vedere diretta«
mente al punto L la carta ,
che al punto C. Variando
queflo punto, il che dipende
dalla perfona,che va ad attac-
care la carta, fi varia 1' incli«
nazione deiio fpecchio col fa*
cile movimento di un regiftro*
n is I orioh
j
LA iACCHETTA MAGtCA •
prefentanballa
dodici fcatole ? e fi prcga al-
cuno di poire nalcoftaoiente
in una di effe qualche monc-
ta . Si fanno difponere in or-
dine quefie fcatole fopra una
ravola; indi fenza aprirle , e
fenza toccarle^ fi fa femplice-
rnente paflare ibpra cir./cu-
na di cfle io particolare una
bacchetta , che fi. foftiene ad-
li propri due indici . Quao-
do (i arriva a quella 5 che
con-
contiene la moneta , la bac-
chetta li mette a girare rapi-
damente il chc fa credere a
molti , che le effufioni metal.
hche della moneta fiano la
caufa di una tale notazione.
ib o
iffb
rn 3 '.'in-: t : v>
i'r.-c-?
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