L’operazione che viene svolta per eliminare gli squilibri presenti sulla ruota, che
generano intense sollecitazioni all’aumentare della velocità di rotazione, è detta
bilanciamento. Questi squilibri sono dovuti alla disomogeneità e alla non perfetta
distribuzione della massa che costituisce il pneumatico e il cerchio, a causa del
processo costruttivo e dell’usura del pneumatico stesso. Durante il movimento
provocano una vibrazione della ruota verso il basso e verso l’alto. Per effettuare
l’equilibratura si devono perciò disporre dei pesi aggiuntivi (contrappesi), in modo da
annullare l’azione delle zone in cui è maggiormente concentrata la massa. Poiché
normalmente i contrappesi vengono applicati sui bordi del cerchio, difficilmente si
trovano nel piano che contiene anche le masse che provocano lo squilibrio. Dunque
durante il movimento viene generata sulla ruota oltre alla vibrazione verso l’alto e il
basso anche una coppia che la fa vibrare lateralmente causando uno sfarfallamento.
Quanto fino ad ora descritto permette di capire perché si devono effettuare due tipi di
bilanciamenti: una detto “statico” ed uno detto “dinamico”. Il primo viene effettuato
per eliminare le vibrazioni verso l’alto e il basso, il secondo elimina invece lo
sfarfallamento. Quest’ultima equilibratura viene fatta dividendo opportunamente in
due parti il contrappeso necessario per fare quella statica. Tali parti dovranno essere
disposte in un punto particolare sul bordo esterno e su quello interno del cerchione. In
questo modo si annulla la coppia di squilibrio.
Il disegno mostra gli effetti di uno sbilanciamento di tipo statico. La ruota vibra
dall’alto verso il basso. Per eliminare questo fenomeno occorre aggiungere un peso
(C), in posizione opposta alla massa che genera lo squilibrio (P).
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Il disegno mostra gli effetti di uno sbilanciamento di tipo dinamico, provocato dal
peso usato per eliminare quello di tipo statico. La ruota sfarfalla. Per annullare la
coppia che genera lo squilibrio, è necessario dividere opportunamente in due parti
(C1 e C2) il peso aggiunto per l’equilibratura statica.
Si noti che le ruote sbilanciate non solo riducono il confort di guida, ma sollecitano in
modo anomalo gli organi della sospensione, i cuscinetti e causano una usura anomala
dei pneumatici. Il loro bilanciamento viene effettuato tramite l’equilibratrice
caratterizzata da un albero messo in rotazione da un motore elettrico, su quale deve
essere installata la ruota. Questa, tramite una specifica flangia, deve essere
perfettamente centrata rispetto all’asse dell’albero stesso e sui supporti di
quest’ultimo vengono trasmesse le forze generate dallo squilibrio. La strumentazione
presente nell’equilibratrice analizza queste forze, indica all’operatore quali
contrappesi utilizzare per compensarle e dove applicarli sul cerchione. Un altro
modello di equilibratrice consente di bilanciare la ruota lasciandola montata sulla
veicolo. In questo caso viene posizionato un supporto con un sensore, sulla parte
bassa della sospensione e viene messa in rotazione la ruota stessa, che rimane
sollevata da terra. Il sensore rileva le vibrazioni e tramite un sistema con luce
stroboscopica, viene indicata la posizione sulla quale occorre applicare il contrappeso.
Con questo attrezzo è possibile effettuare anche il bilanciamento delle parti in
rotazione come ad esempio il disco dei freni, ma il bilanciamento stesso è solo di tipo
statico.
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Le immagini mostrano due equilibratrici prodotte in epoche diverse. A sinistra uno
dei primi modelli a destra una equilibratrice dell’ultima generazione.
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