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Le nuove linee guida del CSLLPP per la qualificazione del

calcestruzzo fibrorinforzato (FRC)


Prof. Giovanni Plizzari
Ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Università di Brescia

Il calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) presenta, in molte applicazioni strutturali, una serie di


importanti vantaggi, a partire dalla possibilità di sostituire, almeno in parte, l’armatura
convenzionale. Ciò implica un risparmio sui tempi di realizzazione e posa dell’armatura, in aggiunta
ai tempi per i controlli della direzione lavori. Il FRC è poi particolarmente utile per il controllo del
quadro fessurativo in quanto la presenza del fibrorinforzo riduce l’ampiezza delle fessure, portando
notevoli vantaggi alla durabilità dell’opera.
Il FRC può infine essere utilmente impiegato anche per la riparazione, il ripristino e il rinforzo delle
strutture e delle infrastrutture esistenti.
L’ultima versione delle Norme Tecniche delle Costruzioni include, al Paragrafo 11.2.12, il
calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) tra i materiali per la realizzazione di elementi strutturali. Infatti, il
Paragrafo 4.1 riporta: “Nel seguito si intendono per calcestruzzi ordinari i calcestruzzi conformi al
presente § 4.1 ed al § 11.2, con esclusione dei calcestruzzi di aggregati leggeri (LC), di cui al §4.1.12,
e di quelli fibrorinforzati (FRC), di cui al §11.2.12”. In quest’ultimo paragrafo, si precisa che il FRC
può essere realizzato con fibre di acciaio o materiale polimerico, purché siano marcate CE in accordo
alle norme europee armonizzate, quali la UNI EN 14889-1 ed UNI EN 14889-2, rispettivamente.
La stessa NTC precisa che la miscela del FRC “deve essere sottoposta a valutazione preliminare
secondo le indicazioni riportate nel precedente §11.2.3 con determinazione dei valori di resistenza a
trazione residua fR1k per lo Stato limite di esercizio e fR3k per lo Stato limite Ultimo determinati
secondo UNI EN 14651:2007”. In altri termini, per la NTC il FRC è un materiale a prestazione garantita
che deve essere qualificato e si distingue dagli altri compositi presenti ora sul mercato per la
presenza di fibre corte (da 12 a 60 mm) discontinue nella matrice cementizia; quindi, le fibre
discontinue rappresentano un componente che si aggiunge al cemento, all’acqua, agli aggregati ed
agli eventuali additivi. La definizione di materiale a prestazione garantita evidenzia quindi che il FRC
non può essere richiesto a dosaggio di fibre ma deve essere prescritto con riferimento alle sue
specifiche prestazioni. Il produttore di FRC dovrà quindi scegliere il tipo e il dosaggio di fibra più
idonei per garantire le prestazioni dichiarate.
La stessa NTC ricorda poi che “per la qualificazione del calcestruzzo fibrorinforzato e la progettazione
delle strutture in FRC si dovrà fare esclusivo riferimento a specifiche disposizioni emanate dal
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”. Le linee guida per la qualificazione del FRC (attraverso
l’ottenimento del certificato di valutazione tecnica) sono state pubblicate lo scorso 15 Aprile 2019
e consentono ora ai produttori di chiedere la qualificazione di FRC (attraverso il Certificato di
Valutazione Tecnica, CVT) per impieghi strutturali, dove il FRC sostituisce, almeno in parte,
l’armatura convenzionale.
Il FRC è anche richiamato dalla Circolare del 21 gennaio 2019, n. 7 del C.S.LL.PP. che precisa che un
calcestruzzo fibrorinforzato ad uso strutturale, per essere definito tale, deve essere caratterizzato
dal dosaggio minimo di fibre richiesto dalle CNR-DT 204/2006, pari allo 0.3% in volume”. In ogni
caso, le Linee guida per la progettazione di elementi strutturali in FRC, in fase di elaborazione dal
C.S.LL.PP, sicuramente includeranno anche dei requisiti minimi prestazionali al FRC per impieghi
strutturali, come richiesti dal Codice Modello 2010 del fib (Federazione Internazionale del
Calcestruzzo Strutturale). Pertanto, per la nostra normativa tecnica, un FRC per uso strutturale
dovrà avere requisiti di tenacità superiori ai minimi previsti (che verranno stabiliti dal C.S.LL.PP.) e
una percentuale volumetrica di fibre non inferiore al 0,3%.
Le Norme Tecniche includono quindi questo nuovo materiale che, dopo più di 50 anni di ricerche in
tutto il mondo, ha ora trovato spazio in importanti documenti normativi internazionali, inclusi la
norma europea sul calcestruzzo UNI EN 206-2016 e l’Eurocodice 2 nella sua nuova edizione in
preparazione.
La disponibilità di una nuovo materiale (FRC) a prestazione garantita rappresenta un grande
vantaggio per i progettisti che potranno assumere (nei calcoli) specifici valori delle prestazioni del
materiale che verranno poi trasmessi nelle prescrizioni progettuali.
Le nuove prestazioni introdotte dal FRC riguardano la resistenza post-fessurazione (garantita dalle
fibre che intercettano le fessure) che si misurano attraverso prove di flessione su travette intagliate,
in accordo con la norma UNI EN 14651 (Fig. 1). Quest’ultima prevede di calcolare la resistenza post-
picco della travetta in corrispondenza di 4 valori di spostamento alla base dell’intaglio (CMOD); tra
questi, i due valori adottati dalla formativa italiana, sono CMOD1 = 0,5 mm e CMOD3 = 1,5 mm (Fig.
2). Dai due valori corrispondenti del carico (F1 e F3), si determinano gli sforzi nominali residui (fR1 e
fR3), assumendo convenzionalmente una distribuzione di sforzi lineare nella parte reagente della
sezione (sopra l’intaglio), come evidenziato nel seguito:
3 Fj l
f R, j = (1)
2 b hsp2
dove:
fRj [MPa] è lo sforzo nominale post-picco corrispondente a CMOD = CMODj (con j = 1 o 3)
Fj [N] è il carico corrispondente a CMOD = CMODj (con j = 1 o 3)
l [mm] è la distanza tra gli appoggi, pari a 550 mm;
b [mm] è la larghezza del provino, pari a 150 mm;
hsp [mm] è l’altezza resistente del provino nella sezione intagliata (pari a 125 mm).
Il codice modello del fib richiede, per le applicazioni strutturali, che siano verificate entrambe le
condizioni riportate nel seguito:
fR1k/fLk > 0.4 (2)
fR3k/fR1k > 0.5 (3)
dove:
fR1k è il valore caratteristico della resistenza nominale corrispondente a CMOD1 = 0,5mm,
fR3k è il valore caratteristico della resistenza nominale corrispondente a CMOD3 = 2,5mm
fLk è il valore caratteristico della resistenza nominale massima nell’intervallo CMOD 0-0,5 mm.
Figura 1: Geometria del provino per la caratterizzazione a flessione (EN 14651).

Figura 2: Tipica curva del carico in funzione del CMOD (EN 14651).

La classificazione del FRC sulla base della sua resistenza post-fessurazione si basa quindi su un codice
alfanumerico dove il primo numero rappresenta il valore minimo di fR1k negli intervalli riportati nel
seguito:

1.0, 1.5, 2.0, 2.5, 3.0, 4.0, 5.0, 6.0, 7.0, 8.0, … [MPa]

mentre la seconda lettera (a, b, c, d, e) corrisponde all’intervallo di appartenenza del rapporto


fR3k/fR1k, come riportato nel seguito:
a quando 0.5 ≤ fR3k/fR1k ≤ 0.7
b quando 0.7 ≤ fR3k/fR1k ≤ 0.9
c quando 0.9 ≤ fR3k/fR1k ≤ 1.1 (1)
d quando 1.1 ≤ fR3k/fR1k ≤ 1.3
e quando 1.3 ≤ fR3k/fR1k
Facendo per esempio al caso riportato in Figura 3, dove si riportano le curve sperimentali sforzo
nominale – CMOD di un FRC con fR1k = 2,2 MPa e fR1k= 1,8 MPa, poiché:
- fR1k è compreso tra 2 e 2,5 MPa;
- fR3k / fR1k è compreso tra 0,7 e 0,9;
la tenacità del FRC è classificabile come “2b”.

5 σN
fR1k =2.2 MPa
[MPa] fR3k /fR1k = 0.82 ----- 2b
fR3k =1.8 MPa
4

3 e
d
fR1k c
2 b fR3k
a
CMOD1

CMOD2

CMOD3

CMOD4
1

0
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5 4.0
CMOD [mm]

Figura 3: Tipica curva del carico in funzione del CMOD (EN 14651).

Se il progettista prescrivesse quindi un materiale C30/37 con classe di tenacità 2b, il produttore di
calcestruzzo dovrebbe fornire un valore caratteristico fR1k non inferiore a 2 MPa e un valore del
rapporto fR3k / fR1k non inferiore a 0,7; tali valori possono essere utilizzati in fase di progettazione.
Le altre caratteristiche del FRC, quali la resistenza a compressione, il modulo elastico, il ritiro libero
e la lavorabilità si determinano e si classificano con gli stesso metodi di prova adottati per il
calcestruzzo senza fibre.
Le Linee Guida, per la qualificazione del materiale, prevedono inoltre l’esecuzione di prove di
durabilità ambientale, di gelo e disgelo, di comportamento in ambienti con temperature elevate,
prove per la determinazione della temperatura di transizione vetrosa e di fusione dei cristalli (per
fibre polimeriche), prove per la determinazione delle prestazioni alle alte temperature e di reazione
al fuoco (facoltative per i produttori che le richiedono). Per le fibre polimeriche sono anche richieste
(al produttore delle fibre) prove preliminari sul filo per verificare il comportamento della fibra sotto
carichi di lunga durata e, quindi, il loro possibile impiego nel FRC.
Le Linee Guida trattano infine i problemi del controllo di accettazione in cantiere del FRC che, di
fatto, ripercorre quello del calcestruzzo ordinario (senza fibre).
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sta ora completando la seconda Linea Guida prevista dalle
NTC, relativa alla progettazione degli elementi strutturali in FRC, indispensabili per i progettisti.
Questi due documenti, con le Norme Tecniche delle Costruzioni e la Circolare esplicativa, forniscono
agli addetti ai lavori tutti gli elementi necessari per la corretta produzione e progettazione del FRC.
Ciò faciliterà la progettazione e la realizzazione di travi (soprattutto per aumentare la resistenza a
taglio), di piastre di fondazione e in elevazione, di piastre su pali e di elementi prefabbricati tra i
quali trovano largo spazio di impiego i conci prefabbricati per la realizzazione di rivestimenti di
gallerie (Fig. 4). Il FRC riveste particolare interesse applicativo anche nel rinforzo di elementi quali
pilastri, pile da ponte, travi, impalcati etc, attraverso l’applicazione di un sottile rivestimento
aggiuntivo di un FRC ad elevate prestazioni meccaniche che, oltre all’aumento della resistenza,
consente anche di aumentare la durabilità dell’opera grazie alla ridottissima porosità della matrice
cementizia e il forte contrasto allo sviluppo delle fessure.

Figura 4: Fotografia di una galleria con rivestimento in conci di calcestruzzo prefabbricati.

Riferimenti normativi
- CEN/TC 250/SC 2/WG 1/TG 2: SFRC - Steel Fibre Reinforced Concrete.
- CEN EN 14651 (2005): Test method for metallic fibre concrete – Measuring the flexural tensile
strength (limit of proportionality (LOP), residual).
- CIRCOLARE 21 gennaio 2019, n. 7 C.S.LL.PP: Istruzioni per l’applicazione dell’«Aggiornamento delle
“Norme tecniche per le costruzioni”» di cui al decreto ministeriale 17 gennaio 2018.
- D.M. 17 Gennaio 2018, Aggiornamento delle “Norme tecniche per le costruzioni”.
- UNI EN 206, 2016 Calcestruzzo – Specifiche, prestazioni, produzione e conformità

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