LAVANDARE : ( DA MYRICAE)
TEMI CHIAVE :
- Il senso di malinconia
La lirica fa sempre parte della sezione “ l’ultima passeggiata “ ma fu inserita in Myricae solo a
partire dalla terza edizione del 1984. ( sono due terzine e una quartina )
La lirica descrive le sensazioni del poeta che, mentre i campi sono avvolti dalla nebbia,
sente in lontananza i suoni provenienti dal lavatoio e i lunghi canti delle lavandaie. Nella
prima strofa viene descritto un campo immerso nella nebbia su cui spicca un aratro
abbandonato. Dominano i colori spenti: il campo viene descritto infatti come mezzo grigio
e mezzo nero.
Nella seconda strofa viene descritto il rumore dei panni che vengono lavati nell’acqua e il
canto delle lavandaie. Qui prevalgono le sensazioni uditive (suono dei panni, il canto
triste, il tonfo).
Nella terza strofa viene riportata la canzone cantata dalle lavandaie che parla di una
giovane donna abbandonata dall’innamorato e che è rimasta sola come l’aratro in mezzo
al campo. La lirica è quindi circolare: si apre e si chiude con l’immagine- simbolo
dell’aratro abbandonato che rappresenta la solitudine. Questa scena descritta nella
poesia serve proprio a trasmettere la sensazione di abbandono e malinconia che rinvia
proprio al poeta stesso: egli si sente abbandonato dai suoi cari perché è rimasto orfano
del padre e la sua vita è stata funestata da una serie di lutti. Il paesaggio diventa quindi
un simbolo per raccontare il proprio stato d’animo.
La poesia Lavandare si caratterizza per il ritmo lento, quasi da cantilena, l’utilizzo di molte
allitterazioni (v. 8 tu non torni, v. 10 in mezzo alla maggese) di rime interne (v. 5
sciabordare-lavandare). Importante l’utilizzo transitivo del verbo nevicare al verso 7: il
ramo fa cadere le foglie come fossero fiocchi di neve.
X AGOSTO : ( DA MYRICAE)
TEMI CHIAVE :
È una delle poesie di pascoli rievoca la propria tragedia personale, l'uccisione del padre,
avvenuta il 10 agosto del 1867, il giorno di San Lorenzo.
Il X Agosto di Pascoli è una poesia dedicata al padre del poeta, morto nel 1867, il 10
agosto. Giorno questo in cui si festeggia San Lorenzo ed è quello in cui si verifica il
fenomeno delle stelle cadenti. In questa poesia Giovanni Pascoli descrive oltre al
fenomeno delle stelle cadenti, anche l’uccisione di una rondine, che stava per portare il
cibo al nido.E l’uccisione del padre, che stava portando due bambole a casa. Conclude
prendendosela con il cielo che non dà alcun aiuto all’uomo, non una luce che illumini il
suo doloroso cammino.
Metricamente siamo di fronte a sei quartine di decasillabi (10 sillabe per verso) e novenari
(9 sillabe per verso) dattilici, con rime alternate che seguono lo schema ABAB. Dal punto
di vista del significato la struttura collega la prima e l’ultima strofa che risultano legate nel
loro senso.
La parte centrale di X agosto racconta invece la storia tragica del ritorno a casa della
rondine e del padre di Pascoli, Ruggero, entrambi uccisi prima di poter riabbracciare la
propria famiglia.
Tante le figure retoriche che si trovano in questa poesia di Pascoli e che possiamo
analizzare meglio di seguito:
• gran pianto: metafora che viene usata per indicare il fenomeno atmosferico che
porta alla caduta delle stelle;
• cielo lontano: metafora per mettere in luce indifferenza di Dio nei riguardi della
sofferenza degli esseri sulla terra;
• il suo nido […] che pigola e anche un uomo tornava al suo nido: metonimie,
figura retorica che sostituisce il termine che andrebbe usato con un altro di
significato molto simile. In questo caso a pigolare non è il nido, ma i suoi abitanti e
quindi i piccoli della rondine, mentre il padre di Pascoli non stava tornando al nido,
ma a casa
Nello stesso anno morì poi la sorella Margherita, a causa del tifo e nel 1971 Luigi, altro
fratello, morì di tifo.
La morte del padre è stata un evento traumatico nella vita di Giovanni, che in X agosto
sembra quasi paragonare la morte del padre a quella di Cristo. La rondine è infatti un
chiaro richiamo a Ruggero e la sua figura è esplicitamente collegata alla morte di Gesù in
croce.
Questo espediente serve al poeta per mostrare l’assoluta innocenza del padre; il caso
non sarà mai risolto e Pascoli non avrà mai una spiegazione sul motivo che spinse i due
uomini appostati ad uccidere Ruggero.
L’ASSIUOLO :
TEMI CHIAVE :
- Il linguaggio allusivo
Pubblicata per la prima volta su «Il Marzocco» del 3 gennaio 1897, la poesia venne poi
raccolta in Myricae a partire dalla quarta edizione di quello stesso anno.
All'inizio della prima strofa viene descritto il momento in cui sta per sorgere la luna il cielo
è invaso da un chiarore perlaceo, ma la luna non è ancora apparsa dietro l’orizzonte.
Sembra di trovarsi davanti ad un'apparizione divina; un'apparizione che sembra
possedere una magnifica funzione rasserenante purificatrice.
Contrasto con questa calma nella seconda parte della strofa si delinea l'immagine
inquietante, Il nero delle nubi che si contrappone al bianco perlaceo dell'alba lunare. Il
negativo si percepisce in una voce, quella dell'assiuolo che viene dallo spazio indefinito
nella notte. In questo testo il canto dell' assiolo a qualcosa di lugubre, di vagamente
funebre.
All'inizio della seconda strofa si ripresentano immagini inquiete serene, le stelle che
splendono nel chiarore della notte. Il rumore indistinto che proviene dalle frate introduce
già una nota più misteriosa; viene introdotto un guizzo imprecisato tra la vegetazione al
quale segue il sussulto nel cuore del poeta al sorgere di un eco di dolore. Il grido che
risuona nell'interiorità del poeta è ripreso dal verso dell'assiuolo È proprio in questo
momento che la semplice voce dell'uccello suona come un singulto.
All'inizio della terza strofa ritorna l'immagine della luce lunare che però subito inserisce
una sensazione negativa, il sospiro del vento che trema, Il suolo finissimo delle cavallette
e il << fru fru tra le fratte >>, il poeta ipotizza il valore simbolico di quel suono che
secondo lui rappresenta delle porte invisibili che sono plausibilmente quelle della morte.
A conferma del valore simbolico dei rumori delle cavallette e delle invisibili porte in
chiusura della strofa della poesia il verso dell'assiuolo si concentra in un << pianto di
morte>>.
Nella conclusione possiamo capire che rumore e avvocato dalla notte e dal grido
dell’assiuolo fanno riaffiorare nella memoria del poeta il pensiero della sua tragedia
familiare E della morte che incombe anche su di lui.
TEMPORALE : ( DA MYRICAE )
Pascoli presenta un paesaggio al tramonto: da un parte il mare, infuocato dal brillare dei
raggi del sole che cala, e dall'altra le montagne, su cui si stanno addensando le nere nubi
di un temporale. In mezzo alla campagna un casolare bianco si distingue grazie alla luce
di un lampo improvviso. Il poeta descrive la scena attraverso le sensazioni, che si
susseguono una dopo l'altra nella poesia: il rumore del tuono; il colore rosso
dell'orizzonte; il nero delle nuvole minacciose del temporale, in mezzo al quale si staglia
qualche nuvola sfilacciata più chiara; il colore bianco del casolare che appare
all'improvviso e che è reso dall'analogia.
Il linguaggio utilizzato fa ricorso solo alle sensazioni, alle impressioni, che colpiscono
l'immaginazione del lettore: è come un quadro, in cui non ci si affida alla linea dei contorni
delle figure ma solo al colore.
É caratterizzata da una valenza simbolica. Si tratta di una poesia che parla di cose che
assumono un significato e un valore che vanno al di là della loro oggettività. Così il
casolare è per analogia avvicinato all'ala del gabbiano e questa immagine assume un
valore simbolico, anche se difficile da sciogliere. Gli uccelli sono largamente presenti nella
poesia pascoliana: sono la voce di un mondo che sta al di là della realtà e che in genere
coincide con il mondo dei morti. Gli uccelli poi sono strettamente legati all'idea del nido,
uno dei temi ricorrenti in Pascoli: li vi trova sicurezza, calore e protezione, così come
all'interno del casolare. Inoltre, l'immagine del gabbiano è sempre associata all'idea di
libertà e di leggerezza, che contrasta il peso e la minaccia del temporale; anche il colore
bianco costituisce un momento di consolazione e di conforto nello spavento provocato
dal temporale, espresso invece con la sfumatura del nero.
Nella prima descrive una tempesta che si sta avvicinando, nella seconda l’attimo in cui il
lampo acceca l’occhio. La prima si apre con un’onomatopea che indica l’eco lontano di
una minaccia. L’unica salvezza nella tempesta è il casolare. È il nido. Nella seconda
poesia domina il senso della vista: anche qui l’unico riparo è il casolare bianco. Il
fanciullino non è in armonia con la natura ma deve fuggire da essa e rintanarsi nel suo
rifugio.
TEMI CHIAVE :
La poesia viene definita istantanea, poiché si riferisce a momenti e istanti precisi nella
prima notte degli sposi, collegati tramite simbolismi. Innanzi tutto, il titolo fa subito
pensare ad una poesia centralizzata nella sfera dell’eros, simboleggiata per Pascoli dal
riferimento al fiore (il gelsomino). L’erotismo presente è sicuramente celato dalle ripetute
analogie con il mondo della natura, se non drammatizzato quando il poeta riconsidera
nelle strofe le proprie esperienze di vita. Infatti si può notare come, già dai primi versi, sia
messo in risalto l'atto sessuale dei coniugi e relazionato alla tristezza del poeta, che si
sente indotto a pensare ai suoi cari morti. Quest'idea si mette meglio a fuoco con la
seconda strofa: si intravede l'angolo di intimità personale e protetta dei due che per il
Pascoli non fu; non si riesce ad osservare direttamente la scena, ma la si può solo vedere
da lontano. Nella quarta strofa, l'ape tardiva è il modo in cui Pascoli si presenta in
maniera netta nella scena, come interessato ma distaccato, tardiva poichè si pensa che il
poeta non sia riuscito ad arrivare al contatto con la donna in tempo. Quivi è presente il
paragone tra l'immagine della chioccia e i suoi pulcini nell'aia e la costellazione del cielo
chiamata con il termine popolare di chioccietta. Per tutta la notte si ripete la scena
sessuale dei coniugi, segnalata dall'apertura del fiore che allude alla fecondazione, e che
termina addirittura con una violenza inferta alla carne. Infine, è presente l'idea di nascita
di una nuova vita, che il Pascoli vive in maniera turbata e non serena.
Gelsomino notturno ---> fiore tuttora esistente che si apre di notte. Per Pascoli
simboleggia la sfera dell'eros e la fecondazione.