Per l’esperienza scuola-lavoro, ho lavorato nell’officina meccanica Dominioni, un’officina dotata di un ampio equipaggiamento che permette di semplificare e velocizzare notevolmente il lavoro dell’operatore attraverso numerosi strumenti più o meno grandi. L’officina possiede la seguente dotazione
Cinque ponti, tre interni e due esterni, di
portata massima 3500 kg Un centro revisioni con sonde analisi scarico diesel e benzina, fonometro, contagiri elettronico, centra-fari laser, analisi pressione e temperatura esterna e interna Due centri elettrico-pneumatici per stallonare, sgommare/rimontare e gonfiare gomme Due bilanciatori di ruote, uno per i cerchi in lega e uno per quelli in acciaio Un centro convergenza Quattro tubi ad aria compressa riavvolgibili alla quale si possono collegare le varie pistole pneumatiche, il tutto alimentato da un compressore centrale esterno all’edificio Numerosi attrezzi di lavoro quali caricabatterie, booster, flessibili, trapani, avvitatori, pistole a caldo ecc. Un tornio, una pressa, una mola, un trapano a colonna e due morse Qui a destra è riportato un ponte mobile presente in azienda, utilizzato per alzare veicoli della più disparata misura grazie ai braccetti di apertura e lunghezza variabile. Su questo ponte in particolare, grazie alla sua elevazione fino a 2 metri, sono stati eseguiti solitamente i lavori più complicati e lunghi: nel periodo della mia permanenza nell’officina, su questo ponte, ho assistito ad uno smontaggio motore, uno smontaggio cambio e uno smontaggio testa. Nel centro revisioni ci sono molteplici strumenti, tarati a norma di legge, atti a controllare i più disparati parametri della vettura per verificare se quest’ultima rispetta le norme vigenti in termini di inquinamento e messa in strada. Al centro di tutto vi era un software che comprendeva all’interno più programmi, specifici per ogni strumento. Al termine della revisione il software ha il compito di inviare i dati ad un altro computer per la stampa della revisione. Ora analizzo i programmi e i relativi strumenti. Il primo programma si accertava, dopo l’ok dell’operatore, che sulla macchina non ci siano difetti visivi e che tutte le luci funzionino. Il programma seguente misura l’inquinamento attraverso una sonda, che deve inserire l’operatore e che è differente a seconda della motorizzazione diesel o benzina, in relazione al numero dei giri. Per misurare i giri si utilizza lo strumento a sinistra che con una sonda misura il numero di giri, aggiornandolo ogni istante e inviandolo in modo wireless alla macchina. I giri della macchina, alla quale l’operatore dovrà portare il motore, vengono forniti in tempo reale dal programma. La prova successiva è il fonometro per l’avvisatore acustico, che deve superare i 100 db. Dopo di che si avvia il programma che permette di misurare se i fari abbaglianti, anabbaglianti destro e sinistro illuminino sufficientemente e omogeneamente. Per fare ciò si utilizza un centra-fari, che va appositamente posizionato di fronte al faro da provare. Infine bisogna provare misurare il battistrada rimanente e la pressione delle gomme e la revisione è finita. A mio parere molto interessante è notare che nel trattare gomme, quindi per sostituire lo pneumatico, bilanciarlo e per effettuare la convergenza, tutti i prodotti erano della Mondolfo Ferro, azienda delle Marche, che dal 1963 si è evoluta sempre di più fino a creare dei prodotti sempre più avanzati. I loro smonta-gomme fanno uso di un braccio pneumatico, di una base girante dotata di ganasce per fissare il cerchio e di numerosi bracci pneumatici ausiliari per particolari gomme. Più avanzata è la bilanciatrice, che sfrutta un laser per rilevare le dimensioni della gomma e una parte girante con più di dieci sensori che rileva l’equilibrio del cerchio; tutte le informazioni poi vengono restituite su un display touchscreen con una UI intuitiva. Infine producono la macchina per la convergenza, incidenza e camber delle ruote anteriori e posteriori, che usa un paio di fotocamere con due illuminatori a punti che, attraverso il software, identificano una trama a scacchi (che si applica sui cerchioni con degli appositi ganci). Anch’esso ovviamente è dotato di un computer collegato che restituisce i parametri in tempo reale. In officina poi vengono frequentemente usato il booster, che ha il compito di avviare un’autovettura quando la batteria è scarica (fornisce tensione aggiuntiva fino a 12 V), il caricabatterie (in grado di caricare tutti i tipi di batterie per moto, auto, camion…), il trapano elettrico brushless e, ovviamente, l’importantissimo sistema ad aria compressa che permette di attaccarci pistole avvitanti, manometri e sistemi di smaltimento olio ad alta pressione. Vorrei concludere con proporre delle possibili applicazioni di sistemi per semplificare il lavoro dei meccanici. Interessante sarebbe l’applicazione direttamente sulle vetture della guida autonoma, che una volta conosciuta l’operazione da eseguire al veicolo (ad esempio cambio gomme), si interfaccia in modo wireless con un computer posto nell’officina e avvia un programma specifico per tale operazione, come può essere il posizionarsi sul ponte, alzarlo e più robot dotati di bracci si occupano di smontare le gomme, inserirle direttamente sulla macchina smonta-gomme per sostituirle e infine rimontarle sulla vettura. Un altro esempio di tale applicazione è per il tagliando, dove una telecamera riconosce il modello del veicolo e i bracci iniziano ad effettuare cambio olio e cambio filtri (sapendo già la loro posizione di manutenzione con le informazioni fornite dalla casa madre del veicolo). Tutto questo sarebbe possibile solo attraverso il contributo delle case automobilistiche e delle officine, nonché di coloro che producono robot, che per eseguire operazioni così complesse devono possedere complessi software di intelligenza artificiale. In ogni caso, attraverso questo sistema, delle semplici operazioni come il cambio gomme, il tagliando o la revisione, verrebbero completamente automatizzate o comunque richiederebbero molto tempo.