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III

Pritchard arriva nel territorio dei Nuer intorno agli anni ’30 e ci passerà insieme circa un
anno.
CONTESTO COLONIALE (DOMANDA)
Fu il governo del Sudan Anglo-egiziano a proporre a Pritchard di intraprendere uno
studio sui Nuer. Le circostanze della sua ricerca non furono favorevoli.
Per un periodo si trasferì a Muot, dove trascorse giorni felici ed entrò in contatto con la
popolazione. Successivamente, però, all’alba, le truppe governative circondarono il
campo e lo perquisirono, cercando due profeti che avevano capeggiato una rivolta e
portando via alcuni ostaggi. Pritchard si sentii in una posizione equivoca e si spostò. I
Nuer non erano felici di essere stati colonizzati dagli inglesi; se di solito esso era un
popolo ostile, le misure adottate dal governo per assicurarsi la loro sottomissione li
aveva resi ancora più ostili ed arrabbiati. Pritchard venne trattato con SOSPETTO e non
solo da straniero, ma da nemico. Fu tagliato fuori da ogni tentativo di comunicare con
loro.
Solo successivamente i Nuer si aprirono con lui e lui si sentì lentamente parte della
comunità. Ma la ricerca fu comunque difficoltosa. Essi sono stati estremamente diffidenti
nei suoi confronti e sospettosi. Pritchard soffrì di disagi fisici, della mancanza di
un’interprete, dell’inesistenza di dizionari o adeguate grammatiche, non ebbe
informatori e non riuscì a passare del tempo singolarmente con i Nuer, visto che lo
venivano a trovare in gruppo nella sua tenda ad ogni ora del giorno. Spesso evitavano le
domande sui loro costumi e non parlavano di cose serie, chiedendogli tabacco o
scherzando e non dando corda ai suoi tentativi di comprendere i loro costumi.
2. L’INTERESSE PER IL BESTIAME
I
Il popolo dei Nuer dipende strettamente dall’ambiente. Essi sono prevalentemente
pastori, ma coltivano anche miglio e mais; egli pensano che l’orticoltura sia una fatica
imposta dalla scarsità di armenti. Il bestiame è la loro fonte alimentare essenziale ed i
pascoli ed i riferimenti d’acqua e la distribuzione di queste ultime risorse naturali sono gli
elementi chiave della loro politica. A seconda della classe d’età a cui il maschio
appartiene, avrà dei rapporti diversi con questi animali.
DISPUTE Il bestiame è il loro possesso più caro e sono disposti a rischiare la propria vita
per proteggerlo o per depredare quello altrui, in particolare dei Dinka.
I Nuer disprezzano i popoli che non ne posseggono. Le dispute tra le sezioni tribali
riguardano molto spesso il bestiame. I “capi dalla pelle di leopardo” e i profeti fanno da
arbitri in questo tipo di questioni.
UNIONI MATRIMONALI Le unioni matrimoniali prevedono uno scambio di bestiame. In
generale, esso costituisce un elemento fondamentale per lo stringere relazioni sociali. Il
bestiame è di proprietà delle famiglie e quando i figli si sposano ne portano via una
parte. Il figlio successivo si potrà sposare quando l’armento avrà raggiunto la stessa forza
di prima. In una famiglia, tutti hanno uguale diritto di possedere una parte dell’armento.
La spartizione tra fratelli degli armenti continua anche dopo che ognuno di loro è
sposato, ha cambiato casa e ha dei figli: ogni volta che qualcuno si sposa, gli altri
ricevono una parte della “ricchezza della sposa”. Le parentele, dunque, vengono definite
tramite questo genere di pagamenti.
NOMI PERSONALI Anche i nomi personali derivano dal bestiame. Le donne prendono il
nome dalle mucche che mungono, gli uomini vengono spesso chiamati con nomi che si
riferiscono alla forma e al colore dei loro buoi preferiti. Alla nascita, spesso si impone un
nome di un bue o una mucca. Spesso si tramanda il proprio nome-bovino e non quello
della nascita.
RITUALI Essi sono anche utili nei rituali. È attraverso il bestiame che si entra in contatto
con gli spiriti degli antenati ed essi vengono talvolta sacrificati.
I Nuer parlano sempre dei loro animali ed anche se praticano spesso l’orticoltura e la
pesca, la pastorizia prende il primo posto. Ma la loro devozione verso questi animali va
ben oltre il semplice bisogno alimentare ma diventa un valore dominante della loro vita.

II
I NUER ERANO PIU’ RICCHI Prima di questo secolo i Nuer erano molto più ricchi di
bestiame, e dunque sfruttavano meno l’agricoltura. I loro armenti sono stati e vengono
tuttora devastati da ripetuti scoppi di epizoozie (cioè delle malattie altamente contagiose
che possono colpire un gran numero di animali). Spesso, si rifacevano delle perdite
razziando i Dinka.
EQUITA’ IN TERMINI DI BESTIAME Il bestiame si trova distribuito più o meno equamente
dappertutto e nessuno ne possiede più di quanti la sua stalla ne possa contenere. Non vi
è una persona che ne è del tutto priva o estremamente ricca. I matrimoni e le epizoozie
impediscono l’accumulazione di bestiame. Quando il numero di armenti consente ad un
figlio di sposarsi, esso li porta via dalla sua famiglia, che negli anni a venire si dedicherà a
riparare questa perdita.

II
IL LATTE La massima utilità del bestiame è data dal latte. Il latte ed il miglio
rappresentano il nutrimento principale dei Nuer, ma raramente il miglio si consuma da
solo, poiché sarebbe considerato disgustoso ed indigesto. Si cibano anche di pesce,
radici, frutti selvatici, semi.
Il latte è sicuramente uno degli alimenti fondamentali. I Nuer valutano le mucche in case
alla quantità di latte che producono. Lo stato di felicità agli occhi di un Nuer è
rappresentato dal possedere molte mucche da latte. Se c’è scarsità di latte, la priorità la
hanno i bambini a dispetto degli anziani, ed i parenti possono dare in prestito una
mucca da latte. Questo tipo di obbligo sociale è condiviso tra i Nuer in quanto tutti
riconoscono che i bambini non sono solo interesse dei genitori ma di vicini e parenti.
I Lou sono la tribù che più vanta numerosi armenti.
LE ZUCCHE Di solito, il latte viene conservato all’interno delle zucche.
LA MUNGITURA Le mucche vengono due volte al giorno, principalmente da
donne/ragazze e giovani ragazzi non iniziati.
La mungitura solitamente avviene così: si scoglie un vitello che corre dalla madre per
essere allattato ed esso provoca l’inizio del flusso del latte: ritengono che se il vitello non
succhiasse il latte per primo, esso non uscirebbe. Questa procedura viene ripetuta due o
tre volte.
POLENTA, FORMAGGIO, BURRO Il latte può essere consumato in vari modi. Il latte
fresco viene bevuto dai bambini e tramite esso viene fatta la polenta di miglio. Il latte
può essere messo da parte ed inacidito utilizzando come contenitore una zucca. Può
essere usato per fare formaggio o il burro; per entrambi questi ultimi alimenti si
utilizzano delle zucche. Di solito, la zucca entro la quale viene preparato il formaggio si
appende tramite una corda al soffitto e può essere ricoperta da sterco bovino per
impedire all’aria di penetrare.
UNA VITA PASTORALE Il numero attuale di bestiame non consente ai Nuer di condurre
una vita interamente pastorale come essi vorrebbero e forse fecero un tempo. Questo
accade anche perché le mucche producono latte solo per un certo periodo, dopo aver
partorito un vitello.
Di conseguenza, una singola unità familiare non è autosufficiente.
UNA VITA NOMADE Il bisogno di cereali per completare la dieta lattea, impedisce ai
Nuer di essere completamente nomadi, ma comunque permette una vita in movimento
in quanto, il latte, non richiede magazzini o trasporti poiché si rinnova giornalmente.
Inoltre, il bestiame implica una dipendenza diretta da acqua e vegetazione che impone
ai Nuer una vita in movimento.

IV
Dal bestiame, i Nuer ottengono anche carne bollita o arrosto. Non allevano bestiame per
macello, ma per pecore e i buoi sono spesso sacrificati per motivi cerimoniali. Di solito,
le occasioni per mangiare carne avvengono anche durante le cerimonie con carattere di
festa. Di solito si uccidono le femmine sterili, quelle fertili solo per i riti mortuari.
Generalmente, gli animali che muoiono naturalmente vengono mangiati. Non
uccidendo il bestiame per nutrimento, non sentono alcun bisogno quindi cacciare.
I Nuer ammettono di essere ghiotti di carne, anche se nella loro cultura un bue non si
dovrebbe uccidere solo per nutrirsi della sua carne, poiché il bue potrebbe maledirli; si
fa solo in caso di grave carestia. Affermano che quando muore un bue “occhi e cuore
sono tristi, ma denti e stomaco sono felici”.
I buoi non solo vengono sacrificati o mangiati ma vengono anche esibiti per il prestigio
che deriva dal loro possesso. Il colore e la forma hanno la loro importanza, ma le qualità
essenziali sono la grandezza, la pinguetudine e che abbia una grossa gobba.
Anche se non fa parte della loro dieta normale, i Nuer, come molti popoli pastori
dell’Africa orientale, estraggono il sangue dal collo dei loro bovini. Per farlo stringono
una corda intorno al collo dell’animale per far emergere le vene e le incidono. Esso può
essere usato per dar gusto alla carne ed è condivisa la credenza secondo cui il salasso sia
utile alla salute della mucca.

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