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VERSIONE 69

Pausania, dopo che, aveva sconfitto i Persiani a Platea, mutò non solo le usanze della patria, ma
anche lo stile di vita ed il vestito: impiegava infatti uno sfarzo regale, un abito Medo, e banchettava
secondo il costume dei Persiani; sentinelle del corpo Mede ed Egizie lo seguivano sempre; rifiutava
l’aiuto a quelli che si trovavano in difficoltà, rispondeva in modo arrogante, comandava in maniera
crudele, non voleva far ritorno a Sparta. Infatti si era trasferito in una certa città della Troade, dove
tramava un attentato alla patria. Dopo che gli Spartani seppero ciò, mandarono da lui
ambasciatori, che gli dissero: "Fai ritorno subito in patria, oppure, al contrario,sarai condannato a
morte." Allora Pausania fece ritorno a Sparta, ma, appena entrò nella città, fu introdotto nelle
carceri di Stato dagli Efori, perché non solo aveva avuto un’alleanza con il re dei Persiani, ma aveva
anche sollevato gli Iloti con la speranza della libertà. Infatti, presso gli Spartani, esiste una classe di
uomini, che si chiama “Iloti”, la grande maggior parte dei quali coltiva i campi di quelli e assolve
alla funzione di schiavi. Ma Pausania, alla fine, poiché di queste accuse non vi era prova solida
alcuna, fu liberato dal carcere.

VERSIONE 70

I Cartaginesi abitavano l’Africa, dove avevano fondato un grande impero marittimo, tuttavia di
stirpe erano Fenici, poiché erano discendenti dagli abitanti di Tiro. I Romani lottarono per lungo
tempo con loro, fino a che, nella Terza Guerra Punica, Scipione Emiliano conquistò Cartagine e la
distrusse dalle fondamenta. Ma, già durante la Prima Guerra Punica, i Romani avevano
combattuto una guerra in Africa: infatti, dopo alcune battaglie con i Cartaginesi in Sicilia, il senato
stabilì di trasferire la guerra in Africa; e così, i consoli Emilio e Fulvio partirono alla volta dell’Africa
con una vasta flotta. I Cartaginesi, anche se, tra tutte le popolazioni di mare, spiccavano quanto a
velocità delle navi e ad abilità dei marinai, tuttavia vennero battuti dai Romani, per via
dell’accortezza dei comandanti e del valore dei soldati. Molte navi dei nemici vennero affondate,
altre vennero messe in fuga, le rimanenti altre furono catturate, ed i consoli distribuirono ai soldati
un ricco bottino. Tuttavia, in quell’occasione, i Romani non riuscirono ad impossessarsi di
Cartagine, poiché l’esercito, oppresso dalla carestia, non poteva fermarsi più a lungo nel territorio
dei nemici. La flotta dei Romani, mentre ritornava in Italia, nei pressi della Sicilia subì un naufragio:
infatti, sorse all’improvviso una violenta tempesta, e molte navi vennero sparse qua e là.

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