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CARLO VIII – PARTE I

Quest'ultimo fatto depone a favore della tesi secondo la quale Carlo VIII non intendeva accrescere semplicemente i
domini della sua Casata, ambizione comune a molte case regnanti di area mitteleuropea o anglosassone, ma farne
piuttosto la base di partenza per quelle Crociate la cui eco era rinvigorita dalla cacciata degli arabi dall'ultimo
possedimento spagnolo, il Regno di Granada (1492), avvenuta proprio in quegli anni. 

Discese in Italia il 3 settembre 1494 con un esercito di circa 30 000 effettivi dei quali 8 000 erano mercenari svizzeri,
dotato di un'artiglieria moderna. Venne accolto festosamente dai duchi di Savoia. Il suo esercito si accampò ad Asti,
dove Carlo VIII ricevette l'omaggio dei suoi sostenitori: Margarita dè Solari fanciulla di undici anni (nel 1495 gli
dedicherà Les Louanges du Mariage) alloggiando nel Palazzo del padre in Asti ne ascolterà le odi ; il cardinale Giuliano
della Rovere, Ludovico Sforza con la moglie Beatrice d'Este ed Ercole d'Este, duca di Ferrara. A Pavia conobbe Gian
Galeazzo Sforza e sua moglie Isabella d'Aragona . Isabella ne approfittò per scongiurarlo di proteggere la sua famiglia
dalle mire di Ludovico Sforza. Tuttavia, un mese dopo questo incontro, il marito Gian Galeazzo Sforza morì,
probabilmente avvelenato, e Ludovico il Moro divenne signore di Milano con il benestare dei francesi.
Così, dopo una tappa a Piacenza, si diresse verso Firenze. La città era tradizionalmente filofrancese, ma la politica
incerta del suo signore, Piero di Lorenzo de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, l'aveva schierata in difesa
degli Aragonesi di Napoli. Il pericolo incombente dei saccheggi e delle violenze dell'esercito francese (enfatizzato da
una violenta predica di Girolamo Savonarola) accentuò il rancore della maggior parte dei cittadini contro i Medici.
Carlo VIII entrò il 29 ottobre a Fivizzano, saccheggiandola, e pose l'assedio alla rocca di Sarzanello, chiedendo che gli
fosse lasciato il passo per Firenze. Piero, mutato consiglio, all'insaputa della città, gli concesse più di quanto chiedesse:
le fortezze di Sarzanello, di Sarzana e di Pietrasanta, le città di Pisa e di Livorno e via libera per Firenze. Tornato a
Firenze l'8 novembre, Piero ne fu immediatamente cacciato dai fiorentini, che considerarono il suo atteggiamento vile
e servile, e proclamarono la Repubblica. Allo stesso tempo i fiorentini agevolarono l'invasione di Carlo VIII,
considerandolo restauratore della loro libertà e riformatore della Chiesa, il cui Papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) era
considerato indegno dal Savonarola.
Carlo VIII però, timoroso di inimicarsi le potenze europee, non intendeva deporre il Borgia dal papato. Marciò
verso Roma e prese dapprima Civitavecchia. Il 31 dicembre 1494, approfittando di una coincidenza fortunata, ottenne
dal papa l'ingresso pacifico nella Città Eterna[3]. L'accordo non risparmiò Roma dai saccheggi delle truppe francesi. Per
evitarne un'ulteriore permanenza in città, il 6 gennaio 1495 Alessandro VI accolse Carlo VIII e ne autorizzò il passaggio
negli Stati pontifici verso Napoli, affiancandogli come cardinale legato il figlio Cesare Borgia.
Carlo VIII assediò Tuscania (Viterbo), distruggendone due terzieri e uccidendone 800 abitanti, ed espugnò poi
il castello di Monte San Giovanni Campano ( all'epoca Monte San Giovanni ) trucidando 700 abitanti - Il Re in persona
guidò l'assalto alla fortezza-
Il 22 febbraio occupò Napoli praticamente senza combattere: il re Ferdinando II, detto Ferrandino, era già fuggito con
tutta la corte in vista di una futura resistenza. Incoronato re di Napoli, vi stette fino a maggio quando il popolo e le
armate napoletane, al grido di "ferro! ferro!", nuovamente rinvigorite sotto le insegne aragonesi del giovane
re Ferrandino, riuscirono a scacciare i francesi dal Regno.
La rapidità e la facilità con cui Carlo VIII aveva raggiunto Napoli e la posizione di dominio in Europa che gli derivava
dall'unione delle corone di Francia e di
Napoli suscitarono la formazione di una Lega antifrancese, composta da Venezia, Impero, Papato, Milano e Spagna.
Carlo VIII comprese che era tempo di ritirarsi in Francia e cercò di valicare l'Appennino. Il 6 luglio 1495 trovò l'esercito
della lega degli stati italiani a sbarrargli la strada nella Battaglia di Fornovo.

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