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Modulo 4.

Metodologie didattiche ed educazione civica e alla cittadinanza

4.4 Educare alla cittadinanza attiva attraverso il dibattito

4.4.1. Il dibattito

Le dimensioni della competenza mobilitate nel dibattito

Il dibattito argomentato è da tempo una pratica molto frequente nel mondo anglosassone, ma,
dalla fine degli anni Novanta e specie nell’ultimo quinquennio, si è affermata anche in Italia con
numerose iniziative dal basso che hanno incontrato notevole successo. Questo fermento è stato
valorizzato a livello nazionale dapprima da INDIRE con il movimento delle “Avanguardie
educative” (2014-2015)1 e ha infine coinvolto il MIUR nella realizzazione delle prime “Olimpiadi
Nazionali di Debate” nel 20172.
La struttura essenziale del dibattito è all’incirca la stessa: due squadre – o due persone – si
fronteggiano, una sostenendo un argomento e l’altra difendendo una posizione diversa o opposta. I
giudici, in conformità a criteri di valutazione, decidono quale squadra abbia meglio difeso la propria
tesi e, generalmente, motivano il proprio giudizio.
Esistono tuttavia molte diverse realizzazioni di questo schema di base che fanno riferimento a
diverse teorie argomentative ed educative e alle differenti condizioni politiche, culturali e
geografiche dei territori in cui si introduce la pratica del dibattere. Per una rassegna di questi diversi
“formati” di dibattito si rimanda alla bibliografia. Ciò che si vuole sottolineare in questo contesto è
che, se pur con accenti e in misure diverse, ogni formula di dibattito rappresenta un metodo di
insegnamento e apprendimento che permette agli alunni di sviluppare competenze di cittadinanza.
Più precisamente consente di esercitare attivamente i principi del confronto democratico e di
osservare e rilevare prestazioni che rendono possibile una valutazione e un’autovalutazione delle
competenze di cittadinanza manifestate nell’ottica di una dimensione evolutiva di miglioramento.
(Per approfondimenti sulla valutazione si vedano i moduli 5 e 6).

Sono stati fatti molti elenchi di competenze, abilità e conoscenze che il dibattito argomentato
permette di esercitare e di manifestare. Qui si riprendono le dimensioni della competenza illustrate
nel modulo 2 di questo corso e si cerca di indicare per ognuna di esse, senza peraltro dare un quadro
esauriente, come la discussione basata sul rispetto reciproco e su regole condivise permetta di
“mobilitare” tali dimensioni (si veda nel Modulo 2 la definizione delle caratteristiche delle
competenze secondo Michele Pellerey).

Il dibattito, se ben realizzato, permette di mobilitare le seguenti dimensioni della


competenza:
- La dimensione cognitiva, relativa alle conoscenze e alle abilità ad esse riferibili: capacità
di comprendere i nodi fondamentali dell’argomentazione e della contro-argomentazione;
comprensione del/dei problemi da discutere; conoscenza degli stessi e capacità di
ricercare e comprendere le fonti cartacee e digitali valide distinguendole dalle
inattendibili (fake); competenza lessicale e linguistica; capacità di scegliere e organizzare
gli argomenti; conoscenza delle fallacie, abilità di espressione sia scritta (costruire

1
Si veda il sito: http://innovazione.indire.it/avanguardieeducative/debate .
2
Si veda il sito https://www.debateitalia.it/. Nella cornice della II edizione delle Olimpiadi nazionali di Debate, nel 2019 si è formata
Associazione Società Nazionale Debate Italia, che ha scopi di promozione culturale e sociale, intende “favorire e sviluppare la
diffusione del Debate come contributo alla crescita della consapevolezza di cittadinanza”. Il modello di debate adottato è quello
internazionale del WCD (World School Debate).” Cfr.: https://www.sn-di.it/.
1
scalette, annotare dati, scrivere appunti e argomentazioni), sia verbale, non verbale e
paraverbale ecc.
- La dimensione affettivo-motivazionale, relativa alle disposizioni e agli atteggiamenti nei
confronti delle situazioni e dei problemi da affrontare: capacità di ascoltare il punto di
vista degli altri e di rispettarlo, di gestire l’imprevisto perché le dinamiche della
discussione non possono essere conosciute a priori, di tollerare l’ambiguità di sapere
gestire le vittorie e le sconfitte; di mettersi continuamente in gioco; di assumere un
atteggiamento “sportivo”, di controllare le emozioni, di parlare davanti a un pubblico
ecc.
- La dimensione metacognitiva, relativa alla consapevolezza della maggiore o minore
adeguatezza dei processi messi in atto per affrontarli: autovalutare le proprie prestazioni
e quelle della squadra sia nel corso del e dibattito, sia successivamente a scopo
migliorativo; flessibilità e capacità di adattamento, sapere lavorare in team, capacità di
superare i contrasti e i conflitti, imparare a conoscere i propri punti di forza e di
debolezza e di impegnarsi a superarli, imparare a imparare e mettersi nell’ottica della
ricerca ecc.
- La dimensione valoriale, relativa al giudizio sulle situazioni e sui problemi affrontati:
riflessione sugli aspetti etici e sociali delle posizioni sostenute, empatia verso i compagni
e gli “avversari”, capire che la diversità è un valore positivo che aiuta ad affrontare la
complessità dei problemi, rispetto delle regole esplicite e implicite, rendersi conto del
valore costruttivo delle critiche e del sapere “pensare con la propria testa”, credere nel
valore del confronto anche vivace e nella possibilità della mediazione ecc.

Innovazione didattica coerente con l’educazione civica e alla cittadinanza

Il dibattito è dunque una metodologia che pone il soggetto e la valorizzazione delle sue
competenze al centro del processo formativo, al contrario degli approcci basati sul protagonismo del
docente e coerentemente con le implicazioni didattiche della teoria costruttivistica, ritenute ancora
valide nonostante le critiche del post-costruttivismo, e che coagula una serie di indicazioni al cui
fondo si può scorgere l’attivismo di J. Dewey.
Il dibattito costituisce, in questo senso, un ambiente di apprendimento che destruttura e ricompone
in modo innovativo il setting tradizionale della classe (si vedano alcune fotografie allegate).
Costruisce, si passi il paragone, una sorta di “classe capovolta” in cui gli alunni, in questo caso in
team, lavorano in modo autonomo per documentarsi con fonti di tipo diverso, in buona misura
digitali, per pensare un’argomentazione e ipotizzare una contro-argomentazione; da parte sua
l’insegnante esercita un ruolo di tutor che guida gli studenti tenendo fermi i criteri per corrette
metodologie di documentazione, di argomentazione ed esposizione.
Il dibattito regolamentato, in sintesi, fa riferimento a modalità cognitive, relazionali e linguistico-
comunicative, valoriali plurime, di diverso tipo e integrate, che gli studenti devono imparare a
gestire con flessibilità in modo appropriato. È pertanto del tutto in sintonia con le azioni individuate
dal Consiglio d’Europa che “possono contribuire a rendere il processo di insegnamento e
apprendimento più democratico in un’ottica di whole-school”. (Cfr.: il modulo 3 di questo corso,
dedicato all’ambiente scuola come “ambiente democratico di apprendimento”.)

La valutazione del dibattito nell’insegnamento dell’educazione civica e alla cittadinanza

Il dibattito costituisce un contesto complesso che mobilita molte dimensioni della competenza e
permette di raccogliere informazioni sui modi diversi in cui tali dimensioni si manifestano, anche
nella loro evoluzione. È una situazione in cui si esprimono aspetti essenziali dell’educazione civica
e alla cittadinanza e che può costituire un momento di valutazione della stessa. Una valutazione

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degli alunni che dibattono collegata alla valutazione dell’educazione civica e alla cittadinanza non è
però un percorso facile e immediato da realizzare per vari motivi.
- Il primo è che l’adesione degli studenti a tale attività, il loro coinvolgimento numeroso, vivace e
appassionato è dovuto al fatto che vivono l’esperienza come un “gioco” educativo in cui si sentono
fortemente coinvolti in prima persona nell’apprendimento e nello “sport” di dare il massimo per
vincere. Conciliare una valutazione individuale - o di gruppo - con questa situazione richiede
massima cautela e consapevolezza da parte dei docenti.
- Inoltre la valutazione dei giudici del dibattito che tiene conto di vari aspetti pur importanti per la
formazione di cittadini maturi (capacità argomentativa, linguistico-comunicativa, lessicale, la
strategia complessiva ecc.) non esaurisce tutti gli aspetti legati all’educazione alla cittadinanza.
- Infine nel dibattito sono stratificati e intrecciati vari aspetti e bisogna individuare quelli da
valorizzare nel contesto educativo specifico in cui ci si trova (grado scolastico, caratteristiche della
classe, del territorio ecc.).
Diventa in questo senso importante definire precisamente le evidenze da rilevare, organizzarle
secondo criteri esplicitati e con riferimento ai traguardi di competenza attesi, secondo un percorso
di circolarità tra dimensioni della competenza e comportamenti educativi che si vogliono ottenere.
Si potrebbero infine definire dei livelli formulati secondo l’ottica del miglioramento delle
prestazioni e, dunque, da condividere con gli alunni. (Sul tema della “Valutazione nell’educazione
civica e alla cittadinanza” si veda il modulo 5).

Dibattiti online

Con il diffondersi dell’epidemia di Covid 19 le gare di dibattito si sono trasferite online. Molte
piattaforme (ad esempio Meet, GoTo Meeting, Zoom ecc.) permettono infatti di organizzare spazi
virtuali per le squadre, per i dibattiti, per i giudici, per le cerimonie di apertura e premiazione. Ciò
toglie, è vero, uno dei caratteri essenziali del dibattito che è quello dell’interazione diretta con i
compagni e con l’espressione di tutta la propria corporeità, ma permette d’altro canto l’incontro di
squadre collocate in territori lontani eliminando gli spostamenti e la nuova esperienza di affinare
uno stile oratorio in video. Soprattutto permette di inserire il dibattito nella didattica digitale
integrata o nella didattica a distanza.

4.4.2 L’esperienza decennale di “A suon di parole”

Il dibattito trentino “A suon di parole”: il caso di un formato particolarmente adatto allo sviluppo
delle competenze di cittadinanza

Da dieci anni IPRASE sostiene e promuove un torneo di dibattito argomentativo intitolato “A suon
di parole” in cui gli studenti si affrontano in gare basate non su discipline sportive di carattere
fisico, ma sulla capacità di argomentare e contro-argomentare in modo controllato attorno a
tematiche di carattere civico e sociale. Gli studenti si sfidano, pertanto, “a suon di parole”. Il
dibattito è realizzato in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, il
Comune di Trento, il Comune di Rovereto, la SFI del Trentino-Alto Adige. A tutt’oggi sono stati
coinvolti più di 8000 studenti del Trentino - Alto Adige. Assieme agli alunni hanno lavorato
sull’argomentazione in senso teorico e pratico (soprattutto orale, ma anche scritto) i docenti tutor, i
giudici delle numerose grazie, gli esperti formatori. Le conoscenze e le competenze da sviluppare
tramite il dibattito sono di per sé “espansive” e si è creato in tal modo un vero e proprio
“movimento”: grazie alla sua formula regolata ma agile “A suon di parole” ha portato l’arte di
argomentare su problemi di carattere civico e sociale fuori dalle aule scolastiche, nelle piazza, nelle
sedi della Provincia e dei Consigli Comunali, negli eventi culturali cittadini e periferici,
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contribuendo alla chiarificazione di problemi attuali che coinvolgono la relazione tra i cittadini e le
possibili soluzioni da considerare. (Si veda il box al modulo 3 dedicato al whole-school approach).

I caratteri di “A suon di parole”

Il progetto nasce da molteplici considerazioni tra cui, principalmente, la constatazione di una


debolezza oggettiva di un dibattito pubblico pacato, dovuto anche alla difficoltà che hanno
specialmente i giovani a orientarsi nell’ambito variegato dei social e della capacità di distinguere la
fondatezza dei messaggi da essi mediati. Da questo dato di fatto nasce, per converso, l’esigenza di
educare i ragazzi a saper distinguere tra le fonti e a formulare argomenti ben fondati. In un contesto
ludico il torneo di dibattito incentiva l’educazione all’ascolto e al confronto civile che passa
attraverso l’analisi delle argomentazioni avverse.
Il formato di “A suon di parole” è stato elaborato con l’apporto dei docenti delle scuole trentine e
questo ha valorizzato in modo particolare il suo carattere educativo. Se ne elencano di seguito - pur
in modo sintetico - alcuni caratteri che lo rendono, più di altri formati di dibattito, adatto
all’insegnamento di Educazione civica e alla cittadinanza.

- Carattere curricolare. “A suon di parole” coinvolge l’intera classe e non gruppi elettivi di studenti
che si aggregano sulla base dei propri interessi. Il carattere curricolare implica che la pratica del
dibattito venga assunta come progetto della scuola e con l’adesione esplicita della dirigenza, del
Collegio dei docenti e del Consiglio di classe. Viene dunque sviluppata anche nell’orario delle
lezioni dai ragazzi che lavorano in team. Il debate, in questo senso, promuove il cooperative
learning ed ha carattere di inclusività perché prevede la partecipazione di tutti gli alunni di una
classe e non solo i migliori o i più coraggiosi. Molto spesso emergono negli studenti capacità
inattese e inespresse, sia dal punto di vista degli stessi ragazzi sia dei loro docenti. La curricolarità
si esprime in due modi:
-Il dibattito è una metodologia didattica di classe utilizzata a sé o all’interno di un progetto come un
suo momento qualificante;
- il dibattito è un progetto d’Istituto per cui all’interno della scuola gareggiano le classi; la classe
che vince partecipa poi a gare con le classi vincitrici degli scontri avvenuti in altri Istituti scolastici
della Provincia.

- Scelta dei temi dei dibattiti. Fin dall’origine “A suon di parole” si è caratterizzato per la scelta di
argomenti di cittadinanza, anche con riferimento ai principi costituzionali visti anche nelle loro
implicazioni concrete e etiche, questioni legati alle istituzioni europee e alla globalizzazione. Tra gli
argomenti più discussi nelle gare troviamo la questione della tecnologia e della cittadinanza digitale,
dell’ambiente e della sostenibilità, le regole della convivenza, con riferimento anche ai problemi dei
giovani e al loro rapporto con il mondo della scuola e del lavoro. I riferimenti principali sono
l’“Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” e, nei prossimi dibattiti, i temi delle “Linee guida per
l’elaborazione dell’insegnamento trasversale de Educazione civica e alla cittadinanza”. Nel progetto
“A suon di parole” l’aspetto della cittadinanza è sottolineato anche dagli spazi scelti per i dibattiti
che vanno dalle sale dei Consigli comunali delle città di Trento e Rovereto, alle aule dei
Dipartimenti universitari, ai convegni, fino alle piazze in occasione di Festival con tematiche
culturali e civiche, come, ad esempio, il Festival dell’Economia che si svolge annualmente nella
città di Trento.

- Struttura semplificata e basata sul contraddittorio. Nel modello di dibattito “A suon di parole” si è
voluta evidenziare la distinzione tra argomentazione e contro-argomentazione in due fasi diverse
della discussione e ciò incide sulla struttura della gara: i due momenti costituiscono due fasi
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separate e richiedono due griglie di valutazione distinte, seppur complementari. Con questa struttura
di debate gli alunni possono interiorizzare che il contro-argomentare richiede un attento ascolto e
l’assunzione di un punto di vista diverso che impone un decentramento dalle proprie posizioni. Il
contradditorio permette in questo modo di gettare un ponte verso la posizione opposta e oltrepassare
le posizioni rigide di partenza, aprendo le menti dei giovani. In tal modo, essi rendono più
complesso e articolato il proprio pensiero e si pongono dunque nell’ottica della metacognizione,
della visione complessiva del percorso effettuato nel dialogo: colgono così la complessità dei
problemi e si rendono contro propri processi interiori. L’ottica è dunque socratico-maieiutica, della
ricerca e della consapevolezza critica. In questo senso la pratica della discussione per tesi contrarie
concorre fortemente all’educazione civica, alla conoscenza di sé stessi, all’apertura agli altri, alla
dimensione etica. Al ben pensare, dunque al meglio convivere.

Risultati

Dalla descrizione dell’esperienza di “A suon di parole” si può capire come questa sia coerente con
lo sviluppo della “competenza in materia di cittadinanza”, così come è descritta nel documento
Raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente:

“Per la competenza in materia di cittadinanza è indispensabile la capacità di impegnarsi


efficacemente con gli altri per conseguire un interesse comune o pubblico, come lo sviluppo
sostenibile della società. Ciò presuppone la capacità di pensiero critico e abilità integrate di
risoluzione dei problemi, nonché la capacità di sviluppare argomenti e di partecipare in modo
costruttivo alle attività della comunità, oltre che al processo decisionale a tutti i livelli, da quello
locale e nazionale al livello europeo e internazionale. Presuppone anche la capacità di accedere ai
mezzi di comunicazione sia tradizionali sia nuovi, di interpretarli criticamente e di interagire con
essi, nonché di comprendere il ruolo e le funzioni dei media nelle società democratiche3.”

In dieci anni sono state fatte molte rilevazioni qualitative e quantitative4 e sulla base delle risposte e
delle testimonianze dei docenti e degli studenti è lecito affermare che negli alunni sono sviluppate
competenze di carattere plurimo e utili non solo in ambito scolastico, ma anche nel rapporto con il
mondo del lavoro e con il territorio, nel proprio orientamento e negli studi universitari. In definitiva:
competenza per la vita.

Per approfondire:

De Conti M., Giangrande M., Debate. Pratica, teoria e pedagogia, Pearson, Milano 2017
Mortara Garavelli B., Manuale di retorica, Bompiani, Milano 1989
Serianni L., Leggere, scrivere, argomentare, Laterza, Bari 2013
Snider A., Schnurer M., Many Sides: Debate Across the Curriculum, IDEA, New York 2006
Sommaggio P., Tamanini C. (a cura di), A suon di parole: il gioco del contraddittorio. Il format
trentino del dibattito per l’innovazione della didattica, Mimesis edizioni, Milano 2020
Tamanini C., Il dibattito in classe e tra classi: un’attività multimodale per sviluppare competenze
linguistiche e comunicative, in M. Voghera, P. Maturi, F. Rosi (a cura di) “Orale e scritto, verbale e
non verbale: la multimodalità nell’ora di lezione”, I Quaderni del Giscel, Franco Cesati Editore,
Firenze 2020
Sommaggio P., Tamanini C., Pratiche di cultura del contraddittorio nella scuola italiana: Il
progetto A suon di parole – Il gioco del contraddittorio, articolo di risposta alla chiamata al

3
Raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente,. pp. 22-23,
http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-9009-2018-INIT/it/pdf
4
Per esse si rimanda alle pubblicazioni effettuate sull’esperienza “A suon di parole”
5
dibattito “Educazione civica ora”, di Learning4.it, il blog di Scuola Democratica:
(https://bit.ly/2JcCDn3)

Sito IPRASE:
https://www.iprase.tn.it/progetti-dettaglio/-/asset_publisher/9rs54GqG9Kpx/content/a-suon-di-
parole-il-gioco-del-contraddittorio

Alcuni video realizzati dagli studenti:


urly.it/38gym
https://www.youtube.com/watch?v=fJCh-H3U_EQ

Immagini:

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