Sei sulla pagina 1di 4

L'UMANITA' CONTRO L'UMANITA'

Come difendersi dalla volontà di suicidio di specie.


PRIMA PARTE

di ALESSANDRO PORCU

Come dissolvere la forza del vero nemico dell'umanità?


Primo. Combattere il proprio nemico interno personale, qual'è l'essere schiavi dei propri pregiudizi,
ovvero di quelle opinioni preconcette capaci di far assumere atteggiamenti ingiusti, specialmente
nei rapporti sociali e nel rapporto con se stessi.
Un risultato che può essere frutto di un lavoro di anni, ma anche di una volontà di cambiamento
esperibile in un milionesimo di secondo. In un attimo prendiamo una decisione e tutto diventa piu'
facile. Facilissimo. Secondo. Non escludere a priori alcuna delle domande possibili che sorgono
dalla/nella realtà che stiamo vivendo, e cercare le risposte più dimostrate e/o dimostrabili, senza
opportunismi di parte e di sorta. Terzo. Imparare a pensare ed a studiare i problemi, le situazioni, le
persone, i fenomeni, aprendo la propria mente ed il proprio cuore. Quarto. Scegliere la calma e la
meditazione come strumento di avvicinamento a qualsiasi attività impegnativa. Quinto. Imparare a
dominare la paura. Sesto. Scegliere la consapevolezza come orizzonte nella/della propria vita.
Settimo. Coinvolgere corpo, coscienza, anima e spirito nello scontro con il nemico interno ed
esterno. Ottavo. Approcciare la vita con spirito gioioso ed amorevole, qualsiasi sia la condizione.
Nono. Tutelare in modo determinato la nostra integrità di specie difendendo corpo, coscienza,
anima e spirito. Decimo. Avvicinare sempre il nostro nemico, chiunque ritenessimo che fosse, con
grandissimo rispetto e senza paura.
Certamente non può bastare un decalogo...
E' innegabile che l'Umanità stia vivendo la massima prova fra tutte quelle fino ad oggi incorse nella
sua storia, ed è altrettanto innegabile che tale prova gli venga imposta da uomini che appartengono
ad essa stessa. Uomini che non hanno accettato e non accettano i “limiti” della loro stessa specie, o
meglio, uomini che credono che ad essa non debbano essere imposti limiti e che tali limiti possano
essere oltrepassati grazie alle conoscenze scientifiche e tecnologiche. Ciò è il portato di una guerra
dell'Umanità contro se stessa, come se stesse obbedendo ad un'altra specie, con altri interessi, altre
ambizioni, altri scopi. La letteratura annovera pensieri di menti eccelse, o perlomeno riconosciute
tali, che, per esempio, affermano che se non si può suggerire che “la neurobiologia possa salvare il
mondo”, non si possa negare peraltro “che l'accumulo graduale di conoscenze sugli esseri umani
può aiutarci a trovare modi migliori di amministrare le vicende umane”. In verità viene quasi
sempre affermato che “non mancano i rischi, quando menti e cervelli che hanno avuto origine dalla
natura comincino a fare gli apprendisti stregoni, per influenzare la natura stessa”. Tuttavia, in questi
ultimi secoli, l'opinione maggiormente diffusa fra le persone “di scienza”, nella gran parte al
servizio del potere politico e finanziario, e plasmanti gli apprendimenti sociali diffusi tramite la
cultura, la propaganda e l'istruzione, è stata quella che asseriva che “il non tentare di ridurre al
minimo la sofferenza” umana “comporta qualche rischio” (1), giustificando con ciò gran parte delle
sperimentazioni, anche quelle più amorali .
Antonio R. Damasio aggiunge che “in effetti, non fare nulla è enormemente rischioso”, che “fare
appena ciò che va da sé, in modo naturale, può soddisfare solo quanti non riescono a immaginare
mondi e modi migliori, quanti credono che noi già viviamo nel migliore dei mondi possibili”. Lo
aggiunge rievocando le parole di altri scienziati (2).

In questo articolo si vuole focalizzare l'evenienza cogente nella quale l'élite oligarchica, che domina
attualmente il mondo umano, sia composta da un limitato numero di individui con un potere
finanziario, militare, politico e tecnologico “illimitato”, praticamente “assoluto”, notevolmente piu'
grande, invasivo e pervasivo di quello dei più potenti imperatori del passato...
Teoricamente illimitato se confrontato con lo scarso potere di ogni singolo individuo appartenente a
tutte le altre categorie di umani, classificabili comunemente come popoli, abitanti con soglie di
reddito basse e medio-basse, individui con piccoli gradi d'influenza sociale. Si vuole focalizzare che
tali oligarchie formatesi nel corso della storia passata e recente abbiano scelto di fare “una forzatura
evolutiva”, dal loro punto di vista, con il fine di condurre l'umanità verso una condizione tale da
preservare i loro privilegi acquisiti per un tempo illimitato, e di consentire a loro di poter usare la
gran parte della popolazione mondiale come cavia dei loro esperimenti politici, sociali, biologici,
economici...
Si ipotizza che tale “forzatura” sia considerata dalle stesse oligarchie come necessaria,
irrinunciabile e non rinviabile, con motivazioni che afferiscono agli sviluppi di teorie ormai rese
tabu', perciò indiscutibili, tanto che ne censurano le fonti divergenti, ne isolano i gruppi dissidenti,
attuando vere e proprie politiche di discriminazione... Si sa che tali gruppi oligarchici costituiscono
ormai il vero e proprio cervello, il sistema nervoso centrale dell'umanità. Un cervello capace
d'indurre nel “corpo dell'umanità” i movimenti voluti, guidarne l'andatura, la direzione, il verso,
l'umore, le emozioni, i sentimenti, le idee: configurando un rapporto disfunzionale tra cervello e
corpo. Un sistema nervoso centrale capace d' interrompere il suo stesso sviluppo naturale,
consistente nel recepimento degli stimoli provenienti dal corpo-periferia, nello sviluppo di
“marcatori somatici”, delle emozioni, dei sentimenti, ed infine della coscienza. Una relazione
cervello/corpo volutamente interrotta da un cervello patologico con l'imposizione di nuovi “tabù”,
sottomettendo il corpo-periferia a potenti “vibrazioni comunicative” inducenti stati d'ansia, di paura,
di terrore, al fine di ottenere l'annichilimento del corpo-periferia, del corpo sociale, del corpo-
umanità, fino a renderlo disponibile al suo suicidio/sterminio. Proprio come un cervello nemico del
proprio corpo. Un cervello che comanda al proprio corpo di non compiere più quel genere di
“azioni” fondamentali per quell'intelligenza emotiva, motore primario dell'intelligenza cognitiva,
capace di rendere l'individuo umano potenzialmente/realmente autonomo piuttosto che automatico.
Detiene il potere sui pregiudizi dell'Umanità chi ha pervicacemente ed invasivamente influenzato la
cultura, l'educazione, la politica, la religione, la scienza? Si, ed è “il cervello dell'Umanità”, la
componente più organizzata e legata da vincoli di obbedienza/coerenza interna, e proprio per questo
più forte, capace di influire, decidere, comandare. Con tutto ciò si potrebbe anticipare/concludere
che il vero nemico interno di ognuno di noi potrebbero essere proprio quei pregiudizi inculcatici
dalle oligarchie, che attualmente ci stanno conducendo verso una società transumanista.
Sia questa, con riguardo al primo punto del decalogo esposto, una delle tante possibili
argomentazioni, seppure breve e certamente da approfondire con l'aggiunta di una miriade di
articolazioni. Tali argomentazioni consentirebbero di riattivare, per esempio e tra i tanti, il dibattito,
già sviluppatosi in un passato non troppo lontano, sulla presunta neutralità della scienza,
conducendoci alla necessità di una sua storicizzazione (3).

Il secondo punto del decalogo concerne il fatto che vi è allo stesso tempo contraddizione e contrasto
lacerante e tragico nell'attuale “sistema umano” inteso come “corpo intero”, sempre per voler
seguire l'analogia cervello-corpo, tra i “vantaggi” dichiarati dalle stesse élite (che dichiara che il
cambiamento da lei proposto per tramite della scienza favorirebbe primariamente il sistema sociale
umano nel suo complesso) ed il piu' probabile, direi certo, quanto inaspettato epilogo dell'umanità
come specie: ciò perchè il transumanesimo comporta di fatto la fine dell'umanità integrale ed
originaria, per far assumere all'umanità forme e contenuti biologici, mentali, corporei, differenziati,
aumentativi o diminutivi, tali da precostituire l'insorgere di un “dominio eugenetico” su una massa
di umani originari da sterminare e/o sostituire con forme di vita transumane, modificate e/o
modificabili geneticamente, ed etero-guidate in remoto, ovvero a distanza . In altre parole si sta
passando dall'imposizione di un “conformismo ideologico”, di atteggiamento, idee, pensiero,
comportamento, abitudini (...) all'obbligatorietà/imposizione di un “conformismo corporeo bio-
tecnologicamente trasformato”, una forma di robotizzazione bio-tecnologica dei nostri corpi, ovvero
la trasformazione da umanità-corpi, in teoria in perenne competizione, ma anche in un permanente
stato di libertà potenziale/reale, ad umanità-corpi continuamente controllati e controllabili a
distanza, tramite un sistema ipertecnologico del quale in molti ormai sentono parlare (4). I vantaggi
propagandati dalle élite si rivelerebbero, a ben vedere, una vera e propria aporia, ben anticipata
dalla evidente distopia che tutti, consapevoli o meno, stiamo vivendo(5)! La realtà scaturente dalle
applicazioni, cui le attuali e forzate inoculazioni sono certamente legate, è che avremo una umanità
che, come un corpo “incidentato”, non avrà più una testa, un cervello, un sistema nervoso centrale,
capace di ricevere i segnali naturalmente autentici del corpo periferico.
Ciò poiché un tale cervello riceverebbe od assumerebbe soltanto quei segnali che lui stesso avrebbe
programmato di voler ricevere!
Se così fosse, non si tratterebbe più di una naturale evoluzione!
Ovvero ne conseguirebbe piuttosto un sistema centrale incapace d'integrare i dati
nuovi/diversi/imprevisti provenienti dal corpo-periferia (umanità-popolo) per sua stessa scelta: ciò
avendo esso stesso deciso (ricordiamo che l'analogia del cervello è applicata alla funzione svolta
dall'élite oligarchica nell' attuale società globalizzata) aprioristicamente di escludere tali “dati”,
considerati fuori dalle regole di programmazione, non conformi. Con ciò il cervello-élite si
trasformerebbe in cervello-automa, cervello artificiale, portando così non solo gli individui, ma
anche l'intera specie umana fuori dal proprio controllo. In altre parole il comando proveniente dal
cervello sarebbe allora quello della eliminazione del problema (non del suo superamento e/o della
sua soluzione), che nel caso di esseri umani, o già transumani che fossero, significherebbe la loro
eliminazione vitale e, perchè no, sempre sulla base delle considerazioni anzidette, la scelta arbitraria
di una loro eliminazione anche fisica.
Ciò spiegherebbe solo una cosa, che le élite, con la loro paura di perdere i propri privilegi sono
andate configurando una sorta di “volontà di specie” suicidaria, applicandola ed inducendola prima
alla parte di umanità che ha saputo sottomettere attraverso i suoi strumenti di dominio avanzati,
creati e prodotti con lo sfruttamento dell'intera umanità-popolo, rischiando di poter fare la stessa
fine, avendo “tagliato” ogni connessione con la componente naturale del corpo che sviluppa e ne
produce l'intelligenza emotiva. Infatti, consapevolmente o meno, sarà costretta a scontrarsi con
quello che nel “progetto” del Creato potrebbe essere considerato come il paradosso
evolutivo/adattivo, ovvero che l'intelligenza del corpo nutre, per così dire, l'intelligenza della mente,
e la rende vitale ed adattiva.
In una tale certezza, in una tale visione, la fine dei conflitti nella specie, potrebbe rappresentare il
raggiungimento dell'apice del comando assoluto da parte delle élite oligarchiche, ma
contestualmente anche la fine della specie umana medesima. Una fine suicidaria.
Ed ecco perchè escludere domande, dubbi e argomentazioni difformi da quelle che le attuali élite si
vorrebbero aspettare, può considerarsi non vantaggioso, né per il singolo individuo umano,
tantomeno e soprattutto per il gruppo dominante che guidasse l'umanità intera. Escludere domande,
dubbi e discussioni sono l'atto che precipuamente porta l'ignoranza a dominare la società, e
l'ignoranza non può che portare grandi tragedie!
Purtroppo l'esperienza insegna solo a chi vuole imparare o venisse messo nelle condizioni di poterlo
fare! E con cio' si può chiudere l'argomentazione, anche se breve e sintetica, con riguardo al
secondo punto del decalogo. Grazie, cari amici, per la vostra preziosa attenzione.
Note e riferimenti: (1) s.v. Antonio R. Damasio in “L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e
cervello umano, Adelphi, “il cuore umano in conflitto, pagg.343-344. (2) Il riferimento va,
soprattutto, agli scritti di Jonas Salk e di Richard Lewontin. (3) Nel senso dell'identificazione dei
valori in un processo storico. (4) Internet delle cose, il sistema nel quale gran parte dell'umanità,
se non tutta, verrebbe collegata come fosse parte di una macchina, con veri gradi di libertà
tendenzialmente approsimabili allo zero. Si veda, per esempio, il video al seguente indirizzo:
https://www.facebook.com/1161784939/posts/10222837601186209/ che riporta tratti delle
spiegazioni fornite dagli stessi fautori, in Italia, il Ministro per l'innovazione tecnologica Vittorio
Colao e Roberto Cingolani, attuale Ministro della transizione ecologica (5) Aporia, Problema le cui
possibilità di soluzione risultano annullate in partenza dalla contraddizione.

Potrebbero piacerti anche