Sei sulla pagina 1di 11

La preistoria

Convenzionalmente si fa risalire l’inizio della storia al momento in cui fu inventata


la scrittura: ciò avvenne in diverse zone del mondo attorno al 3000 a. C.

Circa 5 miliardi di anni fa avvenne la formazione del pianeta Terra. Tutto l’arco di
tempo che intercorre tra questo evento e l’invenzione della scrittura è detto
preistoria.

Questo periodo può essere oggetto di ricerca storica solo con l’analisi di reperti
archeologici o fossili.

Circa 3 milioni di anni fa sulla Terra comparvero le prime forme di ominidi.


Datazione dei reperti fossili

Nel 1949 il chimico statunitense Willard Frank Libby scoprì il metodo di datazione
al radiocarbonio (o carbonio-14), basato sulla distribuzione degli isotopi di
carbonio presenti nei resti organici (terra, carbone, piante, ossa, etc.).

Il carbonio-14 (radioattivo) si trasforma in carbonio-12 in periodi temporali fissi e


calcolati (circa 5570 anni), dunque in base alla quantità di radioattività rilevata è
possibile risalire al numero di anni trascorsi dalla morte dell’organismo in esame.
Teoria dell’evoluzionismo
Il naturalista inglese Charles Darwin (1809-1882), nel libro L’origine delle specie
(1859), sostenne che le specie viventi si evolvono in base a un meccanismo di
selezione naturale.

Ogni individuo porta con sé, oltre ai caratteri comuni, anche caratteri propri, dovuti
al caso, che, se gli permettono di adattarsi meglio all’ambiente, possono conferirgli
maggiori probabilità di vincere la “lotta per la sopravvivenza”.
I primi ominidi (Australopitechi)
Circa 4 milioni di anni fa apparve il cosiddetto Australopiteco (lat.
Australopithecus), un tipo di scimmia antropomorfa, detta “australe” poiché i primi
resti furono ritrovati nell’Africa australe (ovvero meridionale).

Alti poco più di un metro, questi ominidi sapevano stare in equilibrio sui soli arti
inferiori. Ciò ebbe la conseguenza di estendere il campo visivo e garantire un
migliore controllo del territorio, dunque tecniche di caccia più efficaci.

Inoltre, questa caratteristica rendeva possibile utilizzare diversamente gli arti


superiori (per brandire un’arma, lavorare la pietra, etc.). Fu proprio la pietra, con
l’osso, il primo materiale utilizzato da questi nostri progenitori.
Homo abilis
Circa 2,5 milioni di anni fa comparve l’homo abilis, ovvero “uomo capace di usare
le mani”. Aveva un cervello più voluminoso di quello degli ominidi suoi
predecessori, aveva ormai acquisito la perfetta opponibilità del pollice rispetto
alle altre dita, ed era in grado di progettare un manufatto compiuto, prima di
realizzarlo. Gli studiosi ritengono che gli esemplari più recenti sapessero fare uso
del fuoco, senza però conoscere la tecnica per accenderlo.
Homo erectus
Circa 1,8 milioni di anni fa comparve l’homo erectus: alto quasi quanto un uomo
moderno, con una capacità cranica ancora più pronunciata, era in grado di
modulare suoni vocali, elaborando una forma primitiva di linguaggio. Fu il primo a
muoversi in gruppo con i suoi simili, a costruire ripari stabili e a uscire dall’Africa.
Con la pietra realizzò l’amigdala, un utensile di pietra scheggiato su due facce.
Homo sapiens
Comparso circa 200.000 anni fa, la sua forma più nota è l’uomo di Neandertal.
Sapeva accendere e usare il fuoco, costruire capanne e utensili di pietra, ricavare
indumenti dalle pelli degli animali. Inoltre, inumava i morti (segno di qualche tipo di
credenza religiosa). Si estinse circa 40.000 anni fa.
Homo sapiens sapiens
Apparso circa 40.000 anni fa in Europa, l’homo sapiens sapiens è del tutto simile
all’uomo moderno. Secondo i più recenti studi genetici, apparteneva a una specie
diversa da quella dell’uomo di Neandertal, al quale avrebbe conteso il possesso
del territorio, fino a rimpiazzarlo.

Perfezionò la lavorazione della pietra, ricavando dal medesimo blocco schegge


destinate a usi diversi. Creò il bulino, uno scalpello capace d’incidere anche le
ossa, ricavandone aghi per cucire le pelli.

Nel Neolitico affiancò alla scheggiatura la levigatura, con cui realizzò asce, scuri e
cunei per lavorare nuovi materiali, come il legno.
Età della pietra
Paleolitico: 3 milioni di anni fa - 10.000 a C.

Mesolitico: 10.000 - 8.000 a. C.

Neolitico: 8.000 a . C. - 3.000 a. C.


Paleolitico
L’uomo impara a modificare l’ambiente (fabbricazione di armi, uso del fuoco,
costruzione di abitazioni e altri manufatti).

L’essere umano vive di caccia e raccolta; è probabile che esistesse una divisione
del lavoro tra i sessi.

La tecnica di accensione e conservazione del fuoco diventa abilità fondamentale


per la sopravvivenza.

La comunicazione avveniva probabilmente attraverso una forma già relativamente


evoluta di linguaggio.

Potrebbero piacerti anche