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DI PERFEZIONE
diretto da
Guerrino Pelliccia (1962 -1968)
e da
Giancarlo Rocca ( 1969-)
II
Cambiagio - Conventualesimo
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esigendo dai monaci la lettura per acquisrre una sate per i monaci da Peire Guigo nel 1121, e che
dottrina solida e non per voglia di sapere o per imponevano loro la solitudine e il silenzio pres-
pubblicare libri. soché assoluti in ogni momento della giornata.
Infatti, nel sec. XV, si nota che erano stati proi- L'elemento essenziale dovendo essere la possibili-
'biti lo studio troppo approfondito del diritto tà per il monaco di isolarsi in un ambiente pro-
(1437), dell'astrologia (1462), l'interpretazione delle pizio alla meditazione, è necessario che ogni com-
profezie (1489), l'alchimia (1380, 1470 e, special- ponente la comunità disponga di una cella propria,
mente, 1504). Nel sec. XVI alcune certose, tra cui usata non solo per il riposo, ma come sede com-
quelle di Basilea e di Colonia, si erano inserite pletamente autonoma e rispondente a ogni neces-
nel movimento umanistico, ma i capitoli gene- sità per ogni ora della giornata. Attorno al chio-
rali reagirono: quello del 1542 ricordò la proibi- stro, elemento centrale della vita monastica, è di-
zione delle opere di Erasmo e vietò di applicarsi Fig. I
allo studio del greco e dell'ebraico.
La vita certosina non si può conciliare con la
frequenza delle università o con una vita attiva.
Si sono avute solo pochissime eccezioni di rilie-
vo, come s. Ugo, vescovo di Lincoln (t1200) e il
b. Niccolò Albergati, vescovo di Bologna e cardi-
nale (t1443). Nell'Ordine dei C. entrarono perso-
naggi molto dotti, avidi di sapere e impegnati nel-
lo studio, ma non si possiedono lavori unitari.
Il più fecondo fu senza dubbio Dionigi Leeuwis
,.
o van Leeuwen, detto anche di Rijckel dal nome
del suo paese natale, ma più noto sotto il nome
di Dionigi il Certosino (1402-71); la sua opera, ri-
stampata nel sec. XIX, comprende 42 volumi in-4°.
Lorenzo Surius (1522-78) raccolse una grande quan-
tità di antiche Vite di santi, ma sfortunatamente
si preoccupò troppo spesso di migliorarne lo stile.
Carlo Le Couteulx (1639-1709) compose gli Annales
Ordinis cartusiensis, editi in otto volumi a Mon-
treuil-sur-Mer (1885-91). Era stato preceduto da
altri, come Clemente Bohic (t1621) con la Chrono-
logia Ordinis cartusiensis, o Nicola Molin (t1638)
con la Historia cartusiana. Ebbe anche successori,
come Benedetto Tromby con i suoi dieci volumi
in-folio: Storia critico-cronologico-diplomatica del
Patriarca s. Brunone e del suo Ordine cartusiano
(Napoli 1773-9). Tutte queste raccolte hanno con- Pianta di una cella della certosa di Clermont (da Viol-
servato molti documenti perduti durante la rivo- let-Le-Duc), 1) Galleria del chiostro grande. 2) Primo
luzione o altrimenti; gli autori citati sono piut- corridoio che isola i religiosi dal brusio e dal movimen-
to del chiostro. Una piccola scala dà accesso al sotto-
tosto annalisti che storici, riflettono le preoccu- tetto. 3) Piccolo portico che permette al priore di ve-
pazioni del loro tempo e trascurano dettagli, da dere l'interno del giardino e di approvvigionare il ma-
essi considerati superflui o poco edificanti, men- gazzino di legna o altri oggetti necessari al sostenta-
tre sono talvolta di primaria importanza. mento dei monaci. 4) Passaggio in cui viene depositato
La maggior parte degli studi, che permettono un contatto il cibo e costruito in maniera tale da rendere impos-
con la storia dellOrdine certosino, sono stati citati nel corso sibile la vista sul chiostro grande. 5) Piccolo magaz-
dell'articolo. Si possono aggiungere i saggi apparsi sui dizionari: zino. 6) Prima stanza riscaldata. 7) Cella con letto e tre
quello di L. Ray, Chartreux (Règle des), in DDC 3 (1942) 632-62, mobili: banco, tavolo e biblioteca. 8) Vano. 9) Corri-
è certamente il più soddisfacente. doio coperto con servizi all'estremità. 10) Giardino.
La coli. Ana/ecta cartusiana - ed, J. Hogg, A-5020 Salisbur-
go, Vogelweidestrasse 68 (Austria) - è iniziata nel 1970, con-
tiene ed. di testi e articoli, ma non bibliografia. Ricordiamo sposta quindi una serie di piccoli edifici, a uno
i volumi pubblicati: I. Die iiltesten Consuetudines der Kartdu- o più spesso a due piani, con la stanza per là
ser, 1970; II. Mittelalterliche Caerimonialia der Kartduser, Teil
I, 1971; IV. Late [iiteenth century Carthusian rubrics for the
lettura e scrittura, quella per il riposo, servizi
Deacon and the Sacristan [rom the 111s. Va/sainte 42/T.I. 8., e un piccolo orto (fig. 1).
1971. Il chiostro maggiore delle certose assume cosi
Il dr. Albert Gruijs, dell'università di Nimega, ha annun- una caratteristica monumentalità, fondata sull'am-
ciato una bibliografia certosina, pubblicata dall'Institttt de re-
cherches et d'ltistoire des textes di Parigi, dal titolo Cartusiana,
piezza delle dimensioni e il riposato e ordinato
ripetersi di identici elementi architettonici. L'altro
J. DUBOIS elemento costante è la rispondenza al chiostro
maggiore, che non ha sbocchi esterni se non verso
CERTOSINI, ARCHITETTURA DEI. - Come in altri la chiesa, di uno minore, a cui fanno capo gli
casi, il nome dell'Ordine e dei suoi monasteri de- ambienti comuni (sala capitolare, refettorio), usati
rivarono dalla località in cui fu costruita la casa- solo in circostanze particolari, e quelli legati al-
madre dell'Ordine stesso, la « Grande-Chartreuse», l'attività di sussistenza (magazzini, legnaie, allo-
sorta presso Grenoble (Delfinato) a opera di s.-+ gati in un'ala a parte), affidati ai conversi.
Bruno nel 1084. Alle strutture inaugurate dalla Si ottiene cosi una planimetria generale il cui
Grande-Chartreuse si ricollegarono poi tutti i suc- asse è sempre la chiesa, talvolta preceduta da un
cessi vi edifici dei C. piccolo cortile che raggruppa la portineria e gli
Le peculiarità architettoniche delle certose si ambienti accessibili ai laici, che funge da sparti-
definiscono nella stretta aderenza alle regole fis- acque tra il vastissimo spazio del chiostro grande
823 CERTOSINI 824
165
()
825 CERTOSINI 826
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NORME PER LALETTURA
DELLA CARTINA
157 Lund (Svezia) 1162-1170 (1369 divisione in: Prov. Lomb. propinquioris
158 Stettino (Germania) 1360-1525 e Prov. Lomb. remotioris)
159 Danzica (Polonia) 1381-1823 206 Casotto (Cuneo) 1171-1802
160 Hildesheim (Germania) 1387-1777 207 Losa (Torino) 1191-1200
161 Riigenwalde (Germania) 1394-1534 (Trasferita nella località indicata
162 Francoforte O. (Germania) 1396-1540 dal n. 209)
163 Rostock (Germania) 1398-1532 208 Pesio (Cuneo) 1173-1802
164 Arensbé:ik (Lubecca) Germania 1397-1564 209 Monte Benedetto (Torino) 1200-1498
165 Schievelbein (Germania) 1443-1552 (Trasferita nella località indicata
Gripsholm (Svezia) 1493-1527 dal n. 220)
831 CERTOSINI, ARCHITETTURA DEI 832
difficillimum et valde insolens iter tenditur »; al- nome con un piccolo giardino, poste su un retro
la chiesa era addossato un chiostro di cui è sot- di una cappella); la novità fu quella di costruire
tolineata l'identità solo formale coi chiostri bene- l'intero monastero con l'unione di numerose celle
dettini (« tredecim sunt monachi, claustrum qui- poste simmetricamente attorno a un chiostro.
dem satis idoneum pro coenobiali consuetudine La libertà d'impianto delle certose primitive,
habentes, sed non claustraliter, ut coeteri, coha- adattate liberamente alla configurazione del ter-
bitantes. Habent quippe singuli cellulas per gyrum reno e alla funzione assegnata a ciascuna di esse
claustri proprias, in quibus operantur, dormiunt è ribadita dall'esame dell'unico esemplare risa-
ac vescuntur ... »). La differenza di vita fra monaci lente al sec. XII ancora correttamente leggibile
e conversi era sancita dalla lontananza reale dei nella sua struttura originaria. Si tratta dell'edifi-
due insediamenti, quello monastico situato più cio di zice, in Slovenia, risalente al 1165-90, im-
in alto e facente capo a una ecclesia maior, quel- portante anche come vettore degli stilemi gotici
lo dei conversi un chilometro più a valle e dotato allo stato più puro in una zona marginale del rin-
di una ecclesia minor. novamento artistico. Qui gli importanti resti super-
L'idea dell'organizzazione autosufficiente della stiti (chiesa, muro di cinta, elementi del chiostro
cella sarà da mettere in relazione con insedia- maggiore) confermano l'organizzazione libera e
menti eremitici contemporanei, come, in Francia, funzionale dell'insediamento: la domus superior
quello di Saint-Wandrille (due o tre celle auto- era situata in fondo a una stretta valle, sulle spon-
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nde-
nga, Pianta della certosa di Pavia (eia Luca Beltrami). 1) Vestibolo di accesso. 2) Piazzale (a destra il Palazzo Ducale).
Gui- 3) Cortile del Palazzo Ducale. 4) Navata della Chiesa. 5) Transetto. 6) Coro. 7) Sacrestia vecchia. 8) Lavabo dei
« in monaci. 9) Sacrestia nuova. 10) Chiostro piccolo. 11) Refettorio. 12) Biblioteca. 13) Chiostro grande. 14) Chiostro
[UOd del capitolo. 15) Capitolo dei Fratelli. 16) Capitolo dei Padri. 17) Celle dei monaci.
835 CERTOSINI, ARCHITETTURA DEI 836 837
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837 CERVARA 838
36
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l de di un ruscello, mentre la domus injerior era a terna a questi grandi complessi votivi. Il linguag-
due chilometri di distanza, più in basso, lungo il gio figurativo nei tre esemplari citati è nel con-
corso dello stesso ruscello. tempo sensibile al gusto aristocratico dei com-
La « pianta ideale » delle certose, basata sull'ar- mittenti e alle mode tipiche delle diverse zone
ticolazione dei due chiostri in un unico insieme, (uso di materiali, coordinamento paesistico).
( pare risalire al sec. XIII, ed è studiabile a partire Singolarmente felici furono anche gli esiti del-
I dal XIV su edifici tedeschi (Buxheim, Tiickel- l'arte barocca nella costruzione di certose; fra le