N •[IJ!iOjJ Lworodella SUAricei'<..<>» in se,1so criri~o, e che nonostante rune, d.. PaoloParrini ., ·
. k u·ana della conoscenza: venta, forma> materi.a
Lx-ke i.ruUP.zi«-5.Ìè ricadl.!ti nel vecchio e tarlaw dommatisrno, e quindi nel
,Ji.-..--reJ.im d cuale si era voluto salvare la scienz.: (.Metafuica}» (Pref. alla prima. I Sulla teona an
è.i. Cr:,t;;.;,;j.
.oc.i.,._.
Il Dogmatismo, in. definitiva, ha frenato e fermato a mezza s!:rada. il
criù.: , sug.,_gereodog1i una cautela e imponendogli una forma di «-problema
accesso alla fantasticheria metafisica» (Cn'.tica,
l
critico,..,re • as.:ii. .ancora ~ro
.&:, Jirù., .J · ,vecetti} ed incatena ìl problema critico al carro del Dogmatismo, l
J
f
che .;<n n s.ipuò teru::.n:nei .::.ancellicon vaghi consigli di moderazione», quale è in
dcll.ciriv:? h cautela «critica» lockiana. Non è difficile ìntendere cosa vuol dire
i
. . .... •,
dgli·. anni sessanta a p1u .1,
oi uno stu di'oso· di cose. kanwu1e
.. è
;;·er.unemeKantcon quesre osservazioni. La domanda cn·ticaformulata da Locke t 1. Fm dagli lillZl e . ' . ·S·t han Kòmer _ un «.not1evol.e
. cl.i per espnmerc1 con ep · · . .
1,.. C.he l"O:ia possiamo sapere?») continuava
fo.n:ìs.sùne
ad avere implicazioni dogmatiche
. .Ladornanda critica comportava una assoluta fiducia nella esistenza di
. e-rù Dio, l'anima, la materia) che la critica non investiva per niente. La
l cap1t.atO ~ostatare -:-- . . . ~are kantiani-neJla
revivaldelle 1dee e dei modi di pe
mmwenti filoso f lCl>> •
. · 1 Ed · effetti dopo a p ·
l ubbli
nJosofia
·
ca.zione ne .
analitica e Jul altn
J 1966 di alcuni noci
·
domanda critica era posta in modo da mostrar-e che Locke, nel momento stesso in I • ...1:Jakk
saggi u.i..
0 Hin~
1D •. . d ·- \:_ . . della matemati-ra e del
sulla concezrone -rrascen en_ uw:.uca
celebre libro di Peter F. Ss_~ws.9p,_oe_ .
_.
T,'L Bounds 01J s, e An fusay on li-JJ111s
- , ,
ll
_·sì d.uedeva «Cosa possiamo sapere?», dava già per scontato che si sapesse che e~s. · · . ·ull' · ro
~U!·a ed e'.a retle qualcosa come Dio, l'anima e la materia. Sconfiggert: . • .1 pu,~~,, Re.•A~on»2
« ertllque 01 ,._,, , sono comrv.>r<:1
l"-y •
numerosi
. .
lav_•
on_ s · ar-gomen
afi-· di,
radicalmeme il Dogma.risma comportava questo: anziché chù:.dere «che cosa - tterizzati da un fecondo intreccro di u1teress1 stonogr ..1 e
SJ)C$,O cara h . d'. u: esse
i:,o,ssoS;;per:edi Dio, dell'anima, della maceria», occorreva ch.;'::Òere:«cvme posso prospettive teoriche. Non si deve però credere e e q~esta nfresa 1ft, :r . ·. ·
!llll ,apere che esistono l'anima, Dio e la materia?-» e. domandare: «che cosa mai abbia dato luogo ad una riproposta integrale e generalizz:tt~ d~lla ~~:,eologi~ ·
l'
~fi~, su che mai davvero panano queste espressioni (Dio, anima, mate- kantiana; e ciò nel senso preciso che l'indicazione di akuru significa~", punu ~
r...ah~.-~l:.e no~ pc~oe aff.a~~queste domande perché dogmaticamente presup-
~ne_ gia che quei tali oggeru sumo così. e così fani e in relazione a questa acritica
i comatto si e m genere puntualmente accompagnata alla sottoline.a,:U!ra ?l
altrettanti e non meno significativi punti di distacco. La nllova fi,losoua della
Ilà!J.O:,i pone I.adomanda critica: «di essi (che so già essere reali) che cosa posso
scienza, per esempio, è stata notoria.mente caratterizzata d.a un'accentuai._a
-;ape-re?».~a d~mandacritica di questo genere nasce dal seno stesso del Dogmati-
smo. Alla fine, ~ Dogmatismo vince: più che tolto, è presupposto.
~ rivalutazione del momento teorico-costruttivo presente nella conoscenza so,mtifi-
~er que.sto il. «punto di_vista _trasc~ndentale» o (che è lo stesso) il criticismo
kantumo dowa nprendere il sennero IDterrotto di Locke con rad· alit' ·
Led• il . · · ·.. kan.
,· . ,e. . cnucis_mo
un-.1aa.,
, .
mcena molta contro un dogmatismo nel q••~e Lock ·
, - 1c a ignota a
nano svolgera come nvoluzione quella che in Locke era
· ·
lf
..:.. anche nelle parti di essa più vicine aU'osservazione empirica; e ciò può
ce~ente venir inserito in una tradizione di pensiero di ascendenz.i kantiana. Al
tempo stesso, però, nei medesimi orientamenti epistemologici si è fan.asentire con
forza la critica di ogni concezione assolutistica della ragione (come per moìti
E un errort: considerare Lock . I' • ' - . e_~ ~ rt'!':-''l~ !..'Tf.U,) . aspetti quella di Kant non incidentalmente è stata), dei Slloi presunti comenuti
., b! . .. e come ant_fl."ltl},..,,ettaJd Crll1Cl3IDO Kantw.ri,.li
~~~, em~. Cl'°l~lCO della co_noscenza, quale si propus.e Locke, si formulò con ki. teorici e delle sue prescrizioni metodologiche, i.nsomm~ delle sue pr,etese,
. ma.~da. «che cosa possiamo _co_no. scere?J, e p:opric, tale domanda e' g d sostanzialmente antiempiristiche, di disciplina.re «dall' alco» lo svolgime nm dcilA
1po1tcne e presup . · d •. p ravaca a
zi.on d l • bl poso ogmaua.
la d . d
e e p,o ema e non perpetua la fo u] .
·. . ., .
er questo Kam muta interamente l'imposta-
rm .azione
om,m a non e PJ.U«che possiamo conoscer (d" · · h d
lock
iano-seicemesca. In Kam
. ·-··
I con~sce.nz.a scienti.fica senza tenerne nel giusto conto i condizionamenti ,empirici,
storici, e, con l'epistemologia evoluzionistica, anche biologid 3 •
~...n.aloga sih:azione.si è creata in alcuni senari è.ella filosofia anaiitk:2~ In
s.i.ppwno ~~sisti:re}?», bensì: « uali o et .. e 1 c1? e e ogmancameme
:..:,~"os.cientìiicojr:esce 1
effem· . q . gg u_ u procedimento conoscitivo (in I. questo campo, gli esempi più significativi possoru:, forse essere ci:msiderati u
.
• • ·
me.me la esJ.Stenzadi op.getti eh . di hi
ricercar,ocondizioni di
vameme a costruire:>» No
d e_s1 __
·
. . . n s1 presuppone rruruma-
e ~ano peraltro non-conoscibili; ma solo si
proce ura scientifica della _. S . .
, .
l tendenciesin recentphi/owpby,, «Joumai of
I. S. Kome(, TrllSCend.entaJ 'Pi-..ilosophy:•,
63,. 196t'..
quesro pumo diciamo condusivam . I h c~_noscenza. enza insistere su p. 551.
ddia ft,m,scen<4
.. d., ,
,a l<:J.1e
si 1rarm1ta , 1· . ~nte _acosa c e più importa: il problema critico
· · nvo u:aonanameme da Lock
m~ssa in rnora dd Do . . . . . e _a
gmat1Smoancoi:a operante m Locke.
Kan ·
t, m grazia della
I 2. Trad. 11.,Bar~ 1985. l saggi di Hintikka sono SIJJÙ ruwnpa:ù.
Games,md l,rformation,trad. it., Milano, 1975 .
, 3. Per l'intreccio di motivi soggernvi.nici ed cmpirarici riclk pcobk~
Kuh'l e Feyerahend, v. Jt..1anfi;i:dini,..Oggettì
e partldig,mi_,
Roma, 198ìt
inJ Him:ìkk1,Lo-t,i; La,.,g..,..~
dei ,--arifiU.."lSQn,
ixrfezionamenm, correzione ed estensione che acc.:ompagna il ptogrcs~o dc-fui
lavoro sui ~
_ • sisteliii categoriali di Kòrne r, tmperruato
• . sulla test. deU'im • 'bili' · .J, .
i;cicnza e lo sviluppo delle c,tituzioni sociali»s.
una quaJ.SJlll\Ì
1 giustificazione assoiuta(cted . ' d ' ' possi ta w Nel complesso quindi si può dire - usando le parole di uno stu&o:.o della
concettuale, congiwlta alla ripropos , die.UZJoneu:ascen entale) di un'.intelaiatun
, ta una no21one opportun d 1coria kantiana della scienza, Gordon G. BritWl jr. - che in numero:., \;t:ttorì
ziara e relativizzata . del ~lJ'l·.
~
teti·co a prmn~ . •d
e sop n . amente
il •·
. .
• eporen-
Strawson, in cui il recupero di alcuni a. • . 'd ra ~tto . g:ia citat?, libro di dell'epistemologia e della filosofia analitica dell'ultimo venticinquenniù :-,i e
utilizuto in f un21·one .. . DaJ spett.t el kanusmo v1ene espliatamente continuato a rifiutare «l'affermazione di Kant secondo la quale un i,nsie1e
empinsuca. punt di · · inf · r particolare di presupposizioni poteva essere garn.ntito una voha pet nnte»,
fondamentale dell'ape· ra ). 1 . .,c,_ . o vista teonco, atti, lo scopo
e a grnsuu\;az1one del! t · · · eh divenendo però al contempo sempre più consapevoli dd fatto '-<Chein ogni
concetto per noi ..;"telli ,
·b.il
gi. e di .
espenenza p a es1 anuscetuca
il · • . e ogni
caratterizzazione e d.iscr· • , _. d , . ~esuppone rmv10 a cero modi di momento dato la scienza consiste di elementi empirici come pure a priori»~- E
distinzione tra staù so=-one . ~11~spenem:a stessa implicanti tra l'altro la siccome l'approfondimento di questo secondo a~petto della questione ~i e
verificato in concomitanza con il crescente declino dell'empirismo logico, ~tetto"
I
valorizzare al massimo t . . vi e. re ta . oggetttva. Strawson finisce cosi per
funzionali alla confucaz:~e q~e~- t~ttl della ~ritica che possono essere resi per lo più come una forma di antikant.ismo radicale e incondizionato, è sta~o
spontaneo collegare il revivalkantiano con la crisi dell'epistemologia neoposirì\'i·
lasciando cadere invec·e le co e l e _s~doaliag~iunta nella seconda edizione,
. , , mponenu 1 e suco • · · 'eh d 11- sLica. Come ha scritto per esempio Lewis White Beck presentando nel 1969
log1a trascendenr·ue Q t . · -soggettLVtsU e eua gnoseo-
ai • ues e compooenu ven · d l'importante raccolta di saggi di vari autori Kant's S1udiesToday, «in seguito al
inac:cenabile di fenomenismo b k l '.j gono neon . _otte ad una forma
«barocca» della mente wn er e eyand o ~ a una psicologia ,<micie.a»e declino del positivismo logico quale Wis.senschaftstheon'e dalla st.ruttunt troppo
ana, trascuran O cosi quella h • semplice e dal troppo rapido rigetto di alcuni problemi intrattabili,.,, il successore
altro .receme interprete
·
di Kant (I . .
o staturutense Henry E Allis )
e e, mvece, secondo un
bb di Hume, Kant», è assuno «al centro dell'attenzione di uomini alla ricerca di
genuma . . .e irrinunciabile valenza lo . . .
gico-ep1sterruca (antips' I · ·
. on , sare e ,la loro
10
po 1ogisuca)". Ad ogni modo nel lib di S .
dibattito su!Ja natura e sulla '
tali»:,., le pani_ accettate dpoellrtat.a
ro ico ogisuca e ant1antro·
t:awson, che ha provocato un ampio
delle :0s1ddette «argomentazioni trascenden- \
.
t·
stimoli e di guida dal passato» •
Senza voler certo negare l'accentuazione dell'interesse per la ftlosofia kantiana ·
rispetto agli aruù di predominio del neopositivismo, il giudizio di Beck mi pare in '
a costruzione k t'1 8 .. sostanza inaccettabile non soltanto per la singolare accusa di sempljcìsmo mossa
l'elaborazione di una concezi'on - e em 1nsaca. . . n an . _311. vengono , utilizzate . per .
contenuti privati di cosc__ ienza tipic; d U; ~~ pm. ~av~ta «dall ?ssess,one dei . all'epistemologia neopositivistica, ma anche perché muove dall'idea - a mio
dalle «illusioni della meta.fu' . e dempmsm~ c ~~1co», e libera oltreché parere errata - di un empirismo logico che si riallaccia direttamenc.e alla filosofi<i
'· , .. l ·,. . . . 1ca trascen ente» g1a cnucate da Kan eh humeana senza far tesoro della lc"ione di Kam, e omette di ricordare come il
dail a:;so uazza.zione kant1ana delle forme di es . . t, an e
recente recupero del kantismo non sia approdato ad una sconfessione della
prospetriva come schemi non t . . ~nenza, concepite nella nuova
.. s at.10 «soggeru a queU'infinito processo dì negazione neoempiristica dei giudizi sintetici a priori. Ma in questa Sc;"devorrei
non tanto discutere tali questioni, di cui mi sono g.ià occupato altrove li, quantù
piuttosto indicare come l'ambivalenza nei confronti della teoria kantiana canrne-
4. Per Komer si tengano sopnmuno re.e: . , .. . . . . rizzante l'attuale revival- e che a mio parere già può essere ri contrarn, sia pure
<kdi.m.qm(ri~r.in JGnr Jìudiex Today, ii c. d. i.W.n~:k saggw Th-e ,mpo.rs,bi/J'! o/ tr1Jmet:r1dm14/ con fonne e intensità certo diverse, nello ste$SO empirismo logico~ possa essi.:rr:
frf.lJ>1<'U-'()rks (Lrnd ii ç:,.- · J· ,;, •. · ' La Salle, lll., 1969) e il volwnc Caitgonal
. ·- . · ·, • .,.._, 1 1 n;mmmto cJJteg_onali MiJ 19aJ) Al connessa ad akurù problemi irrisolti della stessa concezione trasc.endent>1lede-Ua
igruticauve ,ono W. Stlfars Sd-r
5 Lu J .,
,,.,, e .F. Ro~r:nl){!rl{,
• •·~t "" d Mf!IUpv)'fZa·
, , .•1.., •
DM: World ,md o,.,NW kd · Jf , . ·
' . ano, ,
Vt1natìon1Oi1 K
· ere due opere assai
· rb
· .1mtJanJ, m;es, Do.rdred,1,
conoscenza cosl come essa si presenta nelle due edi;doni della Critica e ne,
19 'ì !(.i . , W g/:'QJ I, M, 1980. Prolegomeni(per varie ragioni potrò accennare solo di sfuggita alle comi.e,r-ioru
. ". " .. m, çume ide11lm;omw:enJemak, t molto ,ù vie' o .. -,
rtrono~cn:,. (P,F. S1rawsm1O". ci<.p 11) N "" fil] . tip. Il\ a Berkeley d1 quan_ .10 non vo"l:a con le opere successrve, in p:irt.icolare al. Primiprincipimetafisicidellasc1ttn1JJdt,fif,
ca «1 n..nt h~ una ,u.; ,wrià pìuttosm iruertuante. Uno d . l ...~. Li . ~ c,rprc:1~c,11c:.
i- t•.. • r · • · · . .,.... oso Il mglos.i;;sone l' t · · f l'"'
tnomenisti•, 11atura, alla Cn'ticadel giudizio e al cosiddetto Opu1p(lrtumumJ.
lihr,1 di HA Prid1ard, XatJt'J'J"hè<,,y
Cllntraripondquello Ji (~ Bi'rd ··'-"· . . . . l v.
v/ K.nowli-d,.·
8
,aiJ~r
oo,,.u e sS1C1 di"tale um:rpmazione: è il
d, !90')), al quale il un_·ceno p11nrosi 1•
. .,y ~
,.. . ~· .....,.., ~!hSO 1110o l~nr's 1ÌJ;;(J0 r Ktwwl-d ,
'W'!llrulArgw,u,u:1n 1/xf_,. fll"'N( 0 1Pt1rt'" . I J " ge. AJ.JOUJ/i,1e o/ Onte
6 Il l < • . ' ""' ,~ .. , • .<V<UOM, ,.<)H(Oll, 1962), 8. P.F. St.rawson,op. dr, pp. 'J t: ;,.
· ! bm di Al!ison " ~1c .. 1rviunttiv,i i:ntitol. [) K , r, 9. G.G. Brimui jr., K,1111•, Throryv/ Scienct,Prin.:wm, N.J,. 1978, p, 14-0.
fn1:111r~I.ZIMI ,mdDe/cfiIC' (New .H.tven, 198~) e, d..! l'( •. ""' .r ra_~.rmde11M l<kalim,. An
Wl attrn~uv.
,allaposiiiun~ th $1,t11wi.nn. • '' pwito d1Yll>ta ICOflCO può <':$.>ci'<':letto come 10.. KA111
Sts.d,er'li;day, dc, p VO.
I I. Miai corl)<tl\taftW>.il rinvio a P. ·P,mW, &npi,i,rn,ù
k;veo e cv,1i-tl'luun.~l,wJ1,.Uu;;.l. l-JM.
, M, hmiu:ro li rinv1;U't lilla ra.:colr~dì ~ . di . •,
•'l..1c IL.,., ~ ç, ,.b l" Bu,l'Ì,R,,P, Hort,t1:na11t1,:L ''-~
..
"-~-~huton, Tfill/1Cen4mlaJ
Af&'tm1<'1!tJ.i,,,J t: , E,,,pirjymoklf.lCu,k.d11tisnw
e conwti'1J&l4lirfffb,..P;ullÒÌg!nÌ•, 'l, 1987, P\>-24j-2ol
· 11>Ju_&er,
vvl'cuC\: I, 1979.
. . kantiano mi pare deterrn.in.abik e «ritagliabìlez, facendo
Per far questo, però, ci si scontra subito con un problema irrterprèu:tcivodi ··1, .. 2 Questo «IlllilJJllUID»
. d li · · così come essa emerge. m · .lr ; f. ·· ' p: , l
'<ll~Ufi• 1.ni 1 ,,._~
fondo: b dif(ìc-oltà di determinar1:; con sufficiente attendibilità e precisione I.i . ~
·
riferimento alla te_ordialleca _vt~nta~ cioè certi capovètSl .lei prruagrnfi m e IV
E~orracritico-tra:.cendentale della cònoscenza nei suoi vari aspetti. Ed i,nfatti i testi I r· meno eOmmentau e a n zca'
Locrica trascendemaie» _, della « D·otu~-·ma,.
bnti3f)j prestano il fianco ad una molteplicità d'interpretazioni anche assai I, f1
.L
'In
dd! tro uzione d · alla Parte secon=, « e,·
. In '
· Kant si pone a un ceno punto l:a
distami ua lo.ro, così che ancor oggi si può applicare ad essi quello che una! d
uascen ent e eg al d r 1 elemenu»
: la
queste pagine.,
= ,. ,
.. ) (A5? B82) 16 e. risponde (ltstmgi .:r,ao
•
da che cosa e venta · » , ii.. • • .1·
ventina d'aru)i o;rsono Dieter Henrich diceva della deduzione trascendentale delle ' "'ce1e bre doman ... . al ) 'ter - «generale e sicuro oe,ua 1,1errta01
. fr d fi . . ne (norrun e e cn 10 . al
.:.a1cgorie: <,finora, nessuno è stato capace di offrire un'interpretazione pienamen- dappruna a e mmo. . (A58 = B82), e subito dopo fra criteno ge.ne_r·e
te accordantes.i ,:on il testo diKant» 12 • Non per niente, nel 1987 un altro studioso, una conoscenza qualsiasi» l Q all'aspetto, defuùzionale ddla
. . rale forma e. uamo l
PaLil Guyex, è in qualche modo tornato ad agitare lo spettro della «teoria del materiate e cnteno gen:e. di d per <<concessa e presupposia>) a
rafE1z20.na.n1ento~, sostenendo u1ìele parti costitu.e.ntìil cuore della Critica, iri -----•;~n,,. r1irhiara esolic1tamente are . , , ,., _---..l- ..1...11,,.--nno-
"iu,;;~u.uii ..., ~----~ • li ., r cui essa risulta OàlJ• al:\:viuv ..,._,,M~-··-
partìcohm: la depuzione trascendentale delle categorie e le dimostrazioni dei ;,definizione nommale de a v~r:aBil) con evidente riferimento alla 61:n not:a
princ-ipì, andrebbero considerate, «qualw1que sia la storia della loro composizio- scenza col s~o. ogge\to»_ (A5 ·1asest adaequatio rei et inteUectus.Invece, quanto
ne», unu giustapposizione dì argomentazioni nelle quali non è facile individuare le formula tollllsuco-sco asu:a ven . , ,. . ~ cativa della specifìc-abilità d.i un
premesse da cui muovono, le conclusioni cui intendono pervenire, quelle alla questione gnose~lo~camentle p1u s1gniboscitive vere da quelle fahe, K:mt
. . al d1sunguere e pretese con . __1 di
effettivamente dimostrate e i singoli passaggi argomentativi 13 • Sembra insomma cnteno gener e per . . . . he si desidera è un criteno genenue
.iver avuto rugione Robert B. Pippin a sostenere qualche anno prima che forse dichiara irragionevole la nchiesta, se oo c
l.'un.iça<<lezione ricavabile da uno sguardo preliminare alle differenti accentuazio- 1ipo materiale: .
ni esegetiche è che forse non si può formulare un'interpretazione camplessiva di . , .. . ' do dì una conoscenza col s.uo ogge_tto, occon,e .::he
«Se la venta cons1~ce nell ac.cor . . , -~ . n <'infatti talsa qunndo 1wn
Kant. Qu .•ùcosu dovrà semplicemente essere abbandonato da qualche parte» H - . . .. . d .,1; altri oggem; una <.eonosu:nz.. . . .. -
.::ondusio11e, qm~sta, tanto più sconsolante quando si consideri che le divergenze questo oggetto nsulu
,
di:;tmto al,ll . . eh .
• · · e riferita an e se con e
u·~ne qu-l.ko:.a che pouc:bbe e.erto
•
interpretutive investono aspetti tutt'altro che secondari, come per esempio il f si accorda con 1oggetto a cw vien
.
valere rispetto ad alµ1 oggetu. r e '
• . .
. O b rre un cnteno gener e .
al della verità do~·rd:ibe. essere
, •nz" t~ner con:to dei'k)ro oggcm. Ma e
. .
modu d'inrend~:re l'idealismo trascendentale e la giustificazione del principio tre le conoscenze, se l ·
cale da risultar va \ido per tu
d .... .
. d , 1s· . ·ontenuto ddlil c.onoscemm (re azione
c:1usale in quanto parte integrll.Ilte del superamento dello scetticismo di derivazio- chiaro che, facendo in esso astra"'.~ne a qua l8Sr1ocprio questo conlenuto, è w.1.:ilrneote
ne: hui11eru1ae quindi della chiarificazione «della natura, dei limiti e della validità col suo oggetto ) , men t re
• la venta . concerne
. . .P d. un contruss.egno per 1a ven\il · - di l al'e
della conoscenzu a priori»u. Nonostante ciò, proverò ugualmente a perseguire lo impossibile e privo di senso andare alla ~1cerca l I . - 'b,ilità di e,;ibireun rnrnttere
, . . ,ul così ch1arnmente a 1mposs1 .. . . ,
scopo ..:he mi sono prefisso muovendo dall'idea che sia per lo meno possibile contenuto della conoscenza, ns ta . ,-,•~ della venta. Pot.::hé soprn
. •d ilo ·tesso tempo genu: 111... , -
suftkientcmente indivt uante, e ne . s . --~rn• ~111teriadi t".SSll si do1,,J.or-.i
individuare Rlcuni aspetti essenziali, o per cosl dire «minimali», della gnoseologia . .. . . . · di una co:noscenznLv e " · ' . ali·
abbiamo g1a des1gm1to l1 contenuto . .., d· ll•1uerità d,•llaconoscen:za qu,into .i
critico-tnisteode:nt.,ile che possano servire da base alla discussione. . "chi d . -arattere gentnuc e • • •
dire: non è leCJto r1 e ere~" . . ddinoria» (A58sg. :ccoB83 sg.).
, per ·hé la cosa è m :;e stess,1 contra
sua matena, L
. .- , d··lb verità a
1
,. . ... , di . di are w1 contrassegno gener<m: t. . ,.
E tuttavia, I unpos~1bili~a m_ e. . ssibilìtà anche a livello formale. St
.l'Z. D. H.:urìd1, The ;m,o/l171iCIUl't.' uf K,mt's i'nlmam,.le11tal d,:d,iction,rist. in Ka11l011 Puri, livello materiale, non unphca la stes~a impo . . ..
Re..R.rrm, a c. ,li R.C.:ì.\'(J,Jkc:r,Oxford, l9-t2, p. 66. Altri es.-'mpi particohmnente pregnlll1Ùdi qm:sta legge .m.i:utU• su
- b'to
1
dopo il capoverso 11ppenaCitato,
1 lllò:'fh't.l.ii po:ssono essere çrn1sideratc le controvei-sie cin:u il ruolo dd cap'itolo sullo
ir11ci·p11:L,,lÌv,., . . l t'.· . , ddh COt\oScèflZII_.,,.(trnlusd,_ndo0g,nl
l
~d11;m,l.li.~n1-, <' dr,:n 111.~-urrelt,1 riros1rnz.ìon<'delfa rispost.u .li Kilnt ,, Hume. · «Ma per , .10, ehe conct:rnc
., • semplicemente
. · · ,
a orm.1 .
.
I uru-,;d~iu.1
,·'il)is-:ck r<'!.i,\c . ..1· •
K.m.t,md JhcCi,i.Ùl'ls · . ·hi ,} e una. \og1ca, 1n qu.tnto e., · . , .-. , ·he
J i, p, Glll'<=I", vf Knm.v/c)J_~e,Cmnbridge, 1987, in prutìcolare p. 7) Sl,\8. e p.
contenuto), è non meno e i1ro e i . . . \· I· +re i criteri ddfo \/entt.l- L.t.0 '-
4 il n. t, Q\.IC1\niHl're chiarisce1a~ua.. r~si~~it1ne
rispetto11dfiltrii!1terpretiCH.V.iìhlliger!N. Keulp . ·1··· .~,. . , .V~ ....-A--:-~'"' ,n (·~\, re~o t:, la.: _1 _ ---
necessarie de l'ìntel.l<:tto, uc e, ~"l.lt'"" u• ··-- .- -~: I .: . l'inu".llenoent.n>in --.;,mr.i,.D ;.:cm
~rnilh.R..P.\\\.,lii e L.W. Brck), . . , .• I . • r.nn fai:;,),t)<'tth m ta La~o
contrndd1ce (Ides~e. n~u t.1 iru~ .
J.t Rll. P 1p.pin, /&n.i'I' Ìl.'l.'T)J)l ,Jfom,,New I-hven, 198..2,l?•23 (v. inoltre pp.. '54 sg. e 59_per
,·-
l' ;~tdi,~ 1.ni,..:e11,kut..le; p, J:!4 pè.t il capì1ol 1 sullo s,:hem,1usmo; e P; 151 per_ 111dc<~U1.1_ou~
1 ,1. ..: ru'km,ik ddle ,·.11i.-gwi: çome <(\IOlahìrìJ\IOpicl\O dì folse_.pu~cnze, ~l brusche u\terrnu?lll·'. di
t\U-1\ii i:,~ihi1,fom1.· 1wi, ,lì pernon.i pimilldì, di sc-rp.:.ggimuì <.-scursiom lt1Leritl1,
e e.unw1 punto d 11mvo
ù'"i ùS•HN!m•fUeri,,11K\Seihìlc du: lo st.i:sso K.im se.rnbruuwr avuto diltÌtélhll,i t.mvllllo:»).
1') Cl). Br..'\<1Ji, 1988, p. 29.
fuit<! Al'![t,.,wJM.11<•il.1r~J.ìt., .Bnl,1gir11.,
comprese t.rl:lc:,t\1dleche l'oggcllo ~ià pt.rnskdt: pct' il futLo ììll;:SllO Jt e,~. 1t:
,umunibUc sotto il conccm, dd soggetto.
Ma non si deve ct·edered1epc1'.K11m dd\v v~:rii:1
le condii.ionigc111.'tnlifvrmt.11l
si,moesuurì.tcdul prindpio di non conmiddizionc e dai ~i~1t.fai 11rniliti·i che bUJi
i:iso riposano. Nel 1,un1gn1foimmcJiornmcnr.e sm:cc:,;i;ivvu. qudlt) cii H!J, il lV,
intitolate>«Intorno 0Uu division• ddfa logkn u-uscco..:kntnlt:in Anuli1k1.1ç
t1·11sccndenrnlc»,egli introduce chiarnnicntc tm ulLcrlor~:cout1'11::1~•.:w1u
Oì.alr.:1tka
fonnri.lee negativo ddlu v<:ril~.Si può infotdlt:ggcrc in A62tit-\,,,. Bt::, hl
1:1cncr1de
dove viene intt'()(,kltta lu distin:.:ione m.1 A11uli1ii.:t1
1rusce11Jentnk:,consiJ, rntu
..logkt1 dclh, vet'itì:l», è Dh1l,.;ttka trnst:t:ndcmuk,in quante>«n:itlCL. l.ddbJ
diulcttic,1»e dcli.eHlt1N1oni
parvt:n:,,,n della rnctnlhin1 dognrntl.:(te triiùl1;i01ll1l,e)'':
.19. In 4u,~nwdlitlutll.d11Uu .mct11lhk11. cthk• che 'rn iu1cniinn.: cliK-.111\ fouda« ,·oHll: "'ì..01,•<ld
pdndpi u prlod ddJ11ijr:icMlY dcliiitl.!IIIJJM,
iO. u1 fonnli lnv· rtìw,quc,10n,p1ìvml(rij vcrilll,. tnui 1p1-a1,ti<>n ddi'in1.eHem1 fmm11l1110
vì,·111,·
,uwhr 11dl118t·zi(mc.,,l)d 11rii1dplo tlU[II'1t11l di tu11lì ~lud1z1uìmc:111i,.: ..ti,J.kh,t, \'cùJ1tm•11#1, •11 ,t'-~•11n
~lnteMI t:c,,tituilin:dunq1Je,nclllixua prn;,ìbilili.,ì'un,m 1!<!1"'rc
crnpl.rii:ij, di i.:on;w,ctw, .. d~~ u>1.1kri',~
~ O!lflÌ,iihtY1ir111·~i,
f1:11ltù ne !lel\iJl'. ehi:la lÌlll .li, Ili (p!;l,11\tl cùll,i!à<:<'lil.11 fJ \'lf!lll.Ì; t in r..:1~:..,ll<s•,\ Il~
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44
priori falsi ancorché logicamente ammiss·bili 1 ,- . . dimostrazione della Seconda analogia - "'Tutto ciò che accade_(incominci,aa1J
conrraddittori la cui non validità e la c . fa1 . '_.,ono cioè concetti e giudizi non
. · w sita non può · rr e.sere) suppone qualcosa, a cui segue in base~ una reppla» (A1~9:>, ovv~ro, ~ fu~ 1
appeUo urucamente al pcindpio di non dd. . verur anermata facendo
gi~~io d.el tip<:> .•I :orp~ non sono estesi'. cQ:~t eh iz10ne. come _aw}ene per un
j mutamenti accadono secondo la legge. di. causa _ed e~i=t:°» (h~3~J -~ b:{
n falsi o pnv1 di validità oggettiva pe h,
p.no. e po~siamo dire e che sono a
concezione della verità non si pironuncia sul fatto se_gli
siorZldinu:rstf~UVI~ttaf.il /
. . cl. . , re e non possono da . ll' . vadano intesi come tentativi di giustificare I esistenzà di una1c.ausa u1 con'l:.po:!l·j
oggetu o stati 1 cose ad essi corrispond . In rsi ne espenenza · un evento oppure le tesi più forti del carattt:re .nec.erssanoe no.nI
• · • • • enti. auesto senso Kant · h . •• l · ali'
pnnnp1 i,mteuci a priori prescrivono le l . •. . di denza di c1asc ,
contingente delle stesse sequenz~ cau~ali. ~ la loro con!omura ,a,. eggi _ge~:r'.
sostiene e e 1
costituiscono il nudeo di quen, meta·fisi•ceggi_a_ JPnchon una natura in generale e · · t dina' bili' costituenti cioè non semplicemente una nam." in
ua a cnuca e e · •
come scienza in c1ontrapposizione tanto ali ill- . . dra sua mte~1one fondare s1stemat1camen e or , . • · di
generale ma un ordine sistematico della natura. Neppure Cl costrmge a dire . w:,
tradizionale quantio alle · li · . • .e usioru ella metafisica dogmatica
. . llllp cazi.oru scettiche della co · h data una sequenza di percezioni A'B', q~est~ può :~sere co~ idet11~}.apercezmne
0
possono qumcli darsi verità sintetiche a posteriori nella ncez1o~el w_n~:ina, Non di una successione clieventi AH solo se s1puo stabilire che e lkispectt:icoevento A, ,
di s~~plici giucfu:i singolari, non logicamente ~om a ~e~t_e e~ _1~t~a o e non un qualche altro accadimento indeterminato X, _ad essere_ .1~caus~ .
1
d
I cosntwscono le condizioni formali r la . . P. ~~ili con pnnc1p1 che dell'avvenimento B - ciò ,che esporrebbe Kant alla famosa ob1euone di.
Schopenhauer che, come Hmne avrebbe commesso ~•erroire ~ prende.n::,,.~es
conoscitive24_ Non è possibile fis~ gm_sti.6.cabilitadelle nostre pretese
. un.a ica, una scienza della natura che non abbia
l come s~o .presupposto quella metafisica delle forme dell' esperie 'bil Erfolgen fiir blossen Folgen», cosl Kant avrebbe avuto. il torto di ~steneri; ""-dases
l Come s1dice nel çommento generale alle analc>cne t,•
d e il' espenenza:
. nza possi e. keman(Ires Folgen geben, als das Erfolgen». In realta, se g,LUU"diamo .al ruolo del
principio causale dal punto di vista della teoria della ve;rità, non. è . neppure
_.«Colalltermine .natura
. . . senso em pinco
(in · · ) noi· d es.igruamo
· · la connessione dei fenomeni necessario affermare o negar,e che con la Seconda analog;ia Kam abbll.l voluto
Ul base a regole necessarie "c1·,..;,. l
Jquanto
• a loro es1S1:enza,
. • . : " ""' a eggi.· E s1stono
· · pertanto · alcune fondare a priori l'esistenza di un mondo pieno di sostanze ~teragenti c~u:s~ent:e
eggi'. . appunt~ a p~,o~, che m J:>nmo luogo renidòno possibile una natura; le leggi fra loro, governato da un sistema di leggi codificato d~a fisJLcanewioruana; si pu~
e~pmche po~sono M1sS1Steree verur scoperte soltanto in virtù dell'espen·enz · di· dire soltanto che se si danno eventi (cosa che appartiene alla sfera della reaka
di d di ll l • . . . a, e qwn m
pen enza ~u~. e: eggi on~e sulla ~~ base l'c!sperienza è prima di tutto possibile ... 26
empirica), allora essi saranno causati • • • #. • . •
Raccolte rune mSieme, esse o dicono: tutu I fenomeni hanno luogo in una sola natura e vi Insomma, dal fatto che il principio causale sia tra le condiz.iorn formali logico·
~ebbono ~~er lu?go, ~iché, in ~~anza di una tale! unità a priori, non sarebbe possibile
trascendentali della verità discende soltanto che non si potirà coi:,siderare vero un
al_cunauruta del! espenenza e qumdi neppure Wlll d,eterminazione degli oggetti all'interno
di essa,o(A216=B263). giudizio dal quale risulti che uno o più eventi sono non causati. E in questo senso
che esso rappresenta un presupposto sintetico a priori, e solo se Kant fosse
3: Nli_pare eh~
ques~ :on~ezion~ d_ella veirità iroperni~ta sulla dicotomia fr-;\
/ , riuscito a fondarlo come tali! egli potrebbe aver fornito una valida risposta alle
implicazioni scettiche della critica humeana. La concezione della verità non fa
cond~oru formah e cond.iziorn materiali possa essere considerata l'ovvio correla- ,tr, quindi altro che enucleare l'aspetto del discorso kantiano sulla causalità legato alla
to aletrco ~ella ?e:? nota idea kantiana della conoscenza, o dell'oggetto conosciu- ·1 .\
formulazione stessa del problema della Cn'tica: l'esistenza e la spiegazione dei
to, come s.mtes1d~ forma e materia. In quanto tale, essa può costituire un valido
4·
compendio delle componenti essenziali della gnoseologia critico-trascendentale\
{~ella cosiddetta «rivoluzione copernicana» ) 2'.\ sostanzialmente al riparo dalle
26. Cfr. H.E. Allison, op. cit., p. 228 sgg. Nella letteratura degli ultimi decenni le po.sizio-ni piu
divergenze interpretative sopra ricordate circa la causalità e l'idealismo trascen- discanti sembrano essere quelle di Suawson, che rinnova ali'argomemaziioru: kanùana 1·accusa di nnn
dentale. Quanto ai più significativi contrasti sulla portata da attribuire all~ pretesa sequiturgià rivoltale da A. Lovejoy, e quella di G. Bucli<lahl in Meiapbysia ;m.J rhe Phylowpbyof
Science.The Classica!Origins:Demirtes to K,mt, Cambridge, Mass., 196!1, p. 641 sgg., ove si cercano
di chiarire fondamentali distìnziorui come quelle fracau.sal.ità e induziorne, oggeu.:ivi1i,.e conformità a
leggi, natura e ordine sistematico della natura, piano dell'intelleuo e piano d;ellaragio.ne. Le ~~ di
2A. Cft. G.G. Britt.an jr., op. cii., p. 23, con rinvio alle: tesi'di H. Scholz e W. Stegmiiller nella n.
· 40. Per alcunin:centi c.ontributi, v. K,m1'rPhilosopby of Physical Science.Metapbysische Anfangsgriin- Buchdahlsono ampiamente utilizzate da S.L. de C. Fernandes, Foundi.,tionsof Ob;ea,~ K,,ow/,:dge
d,, OfT Na1,;rwmcuch4r 1786-1986,a c. di RE. Bum, Dorclrecht, 1986. V. inoltre sotto, le M. 27
The Relationso/ Popper Tbeory of Knowledge to thaJ of Kar11, Dordrech,, 1985, per ~nenuare il più
possibile (in qualche caso a ~o parere oltre il lecito) le valenze antiem,pirisrichc e n1:z.ionalisùche.
deU..
e35.
, ~5. Le ,irgolette per tenere in qualche modo conto dlelle osservazioni di I.B. Cohen, Revolution concezione kantiana. Quanto al ra1pporto fra ques1a conce2ionc e gli esiti indetenninisticì del.i.I Ùlòio
quantistica, una conclusione abbastanza equilibm.a mi pace quella di G.G. Brittan jr., op. e-il., p. 205
' 11Sm:?14:t,tn,d. it~ Jl,filano,1988,p. 235 sgg., sl.Ùlll«pr~uma rivoluzione copernicana di Kant>o - un
ahm problema olue ,:iuellitradizionalisulla congruità del1a metafora! sgg.
\\
dall'altra, questi stessi oggetti empirici o fenomenici, intt:si io :;enso piu o meno
giudizi sintetici a priori, l'esistenza di fo .
deriv.1bilidall't~sperienzama che "O
t. .
rme ~ogge t1ve ddla conoscenza non
!lcccntuatamentt! fonomcnistico come aggregati di rappre:.èntaùmi ~ ·nsibili,
. . 1 . . . • · ,. nostantc: ctò p d di . . costituenti le uniche entità accessibili alla mente umana, delle qu}~liquc~ta può
Jcgb ugg<::tt1
. di 1• In qullnto
empmc . con d.izione
. e reten della
iormale ano à il a. pnori
. valere .. uvcre una conoscenza non solo sintetica a posteriori, ma auche sintetica a priori.
çausà e ta parte queUa struttura di f0 .· . vent , prmc1p10 Per altri studiosi, invece, neUa gnoseologia trascendentale non si darebbe questa
I
base 1ùlequali solrnnto è possibile if ... -~mdea pno~t che fissono le condizioni .in
• • I · · r enrs.1 a · oggetti di espe · h duplicazione di entità. Più precisamente, la distinzione fra fenomeni e cost: in i.é ·
cosutu1scono a cornice emro c . d . . nenza e c e coiue tali
d l1 · d • · w evono mantenersi le d d 1 • rimanderebbe non a due distinti domini di oggetti, ma a due diversi rnodi di
r.:.a m ~1ginescit:ntifìco-speriro.ental • d 11 .o man e e e nsposte accesso ad un medesimo dominio di entità, l'uno (il modo no1..l[nen.ico) non
della Prelazione uUaseconda ed· . . ed ile aCnatura descntta nel famoso passo
.. · lZlone e a ·,· · · • condizionato, e l'~ltro (quello fenomenico) condizionato, dalle forme di spazio e
to empmco seguito da Galil.ei T . . lii Snahi,ca m cw s1parla del procedimen-
' ornce e t· : ,, 1empo. Secondo questa interptetazione, che alcuni chia1nano semantica o
metodol2gica. il nowneno sarebbe solo un concetto aven.te la funzione di limìtare ·
« ... la ragione sc.orgesoltanto ciò che ess11stessa rod . . . ~se della sensibilità e dell'intelletto mediante l'allusione alla possibilit di ,
e... deve procedere mnunzi coi . . . d . . . p uce secondo il propno disegno
I . pnnc1p1 e1 suoi giudizi seco d I • 6. . ' tJui modi del tutto differenti di conoscenza, quali, per esempio, un'intuizione
a natura a nspondere alle proprie domande , l . . n ? egg1sta ili, costringendo
con le dande... e ciò al fine di essere si . .' sednzaasc1ars1guidare da essa, per cosl dire intellettuale produttrice dell'oggetto conosciuto come quella che sì dice propria
,· . 1strwta alla natu . . • dell'intelletto divino. In tal modo, l'aspetto idealistico del pensiero kantiano non
stia a sentJie tutto ciò che piace I b . ra, ma non m veste di scolaro che
. . a maestro ensl di oiudi h 11' •
fu
nz10111
costringe i testimoni a rispo ndere e domande ali ,,.checeegli
c_eloro
ne nvolge»
.esercizio delle sue
(BXIII)27.
sarebbe riconducibile a una forma di fenomenismo vero e proprio (riduzione
degli oggetti a collezioni di percezioni) ma consisterebbe nella tesi assai più
.Considerazioni
, l analoghe posson o essere f atte sul rap rt I . ~ debole che alcune delle caratteristiche più generali da noi attribuite agli oggetti
l v:nta e e «compromissioni» ontolo "che d ll'"d .
divergenze esegetiche sono favorite !a dai ~
po o tra a teona della
i e:11ism~ tras_cendentale. Qui le '
dipendono dalle condizioni soggettive o epistemiche mediante cui soltanto
possiamo conoscere gli oggetti stessi (spazialità, temporalità, causalità, ecc.). La
I conoscenza e la problematica mo al
definito «realista empirico» oltr: \ e re.
li . g~1 sussistenti fra la teoria della ~
f::t-
sia dal fatto che Kant stesso si è I , contrapposizione cose in sé/fenomeni andrebbe intesa in termini esclusivamente
'
gnoseologici anziché ontologici: non come l'affermazione che si ,danno enùtà la
dall'accusa di ide:alismo e aggiun ;nJo «~t
sta trasce~d_entale», difendendosi • cui esistenza dipende dalla mente wnana, ma come la tesi che un medesimo tipo'
. confutazione dell'idealismo probl!matico ~ ~cond_a ediz~one della Cntica una l <li entità può essere considerato di per se stesso oppure sotto certe condizioni
Berkeley. Schematizzando al massuno,
. . ~es10
s1 può dire che e di quello
1 ·· dogmatico di •t 28
sosterre be l'esistenza di due d .. di
b
. per a CWll interpreti Kant \ i
I 'i soggettive dì conoscibilità •
. Mi pare eh~ la concezione della verità si mantenga in una posizione per cosl
cose in sé (o noumeni), consid:r=enti;;~etu
della portata. conoscitiva dell'uo
esperienza, compresi i vari so :~• e
l
fra l~r? distinti: da una parte, te'
. on t~z1~li e non temporali, al di là
~~-
re az1oru con gli usuali oggetti di
stante la dichiarata illegittunTt~ ~- emp~1c1, non sono facilmente specificabili
a J ogru uso non empirico delle categorie;
j I dire neutrale rispetto a questo importante contrasto interpretativo. Essa non si
pronuncia sull'aspetto ontologico della questione, limitandosi a sancire che la
verità sugli oggetti empirici dipende oltre che da elementi materiali anche da
presupposti formali di natura soggettiva. E ciò - almeno nelle intenzioni - non
I nel senso psicologistico e antropologistico, espressamente escluso e criticato da
t
t\ Kant, che noi siamo cosiffatti da non poter conoscere gli oggetti se non mediante
f I Questa connessione fra presuppoSIZIOIU
27. .. . . • • -
c~rte fo~me della sensibilità e del pensiero, ma secondo la più impegnativa .
om,u ata nel scgueme passo dell'O'P . a _pnon e. sai:nza naturale viene chi . \
della n~tura, prima dì ordinare us pmt~mum (ediz. dell'Ace., voi. XXII 507 . ,. aramente
percezioni de ill per la fisica le forze motrici del! '. p. ). «L mdagatore P1ospettl~a trascendentale che, mantenendosi sul piano del quid iuris, intende ·
.. '. ~e r ettere comedebba interro I a matena che son causa delle fondare il valore oggettivo della verità 29 • Questo trova la sua più chiara
~:~n~_:~~mc,pi a priori, che indichinole c·on~:r: nat~a: ,osa a cui no:1_pui.,'pr0vvcderc: .;t: nèJn .
::::t~•
- e,.,.... ~nza, o, pmttos;o d-"
;;/1
.
~~thie.u'. B:~ag=r~;~~n;.
pumo css,=n:tialeehd'.stUUJndone
~;~~
a. Clu, ur, oggetto sensibile può dì ·
;1~~i~n~» ~,t~~g~;:
(cfr. _tr?_d.it..
regolativo/costitutivo nell'applic~:;eueallstloru dalel
,·
~eterminismo e del 28. T~a i più rec':nti sosterùtori di questa seconda intc:rp.retazione, già presente in J,H. Paton, si
,, " mti: o sottolioe· , · · e an ogie mi h il poss_onocitarheG. ~ird, H.E. M~tthews,B. Rousset, A. Mel.rùck e G. Prauss. Que,t'uiùmo w
.., .1ssunzionesottostante di Stra . are sta stato ben colto anche da P. Gu ' pare c e t . b 1are, ne U'uso ehe Kant fa di· espressioni quali Ding
• . sufficienu~son
~ohan10le c.ondiz1oni che le argomentazioni dèll'Anali . ye~ q_uando contesta\ paruco D" a sottolineato
. alcune unport an t"1 difrerenze
0
, ' ·
per d . uca nel loro msi · . , an SIC e mg
;'J ~:t''"""""''"
an s1cbse/bstbetracblet(Kant und das Problemder Ding an sìcb Bo
o a _;;,.=;::i'&
1977)
;~"",,;' '""' 0 , "'"~~ d,, I, ,:;,:,.:ro
"t~se . a ,onoscenza empirica» (op.cit p
,J
giudizi ~rti,·oa,
~n·
A
l~r co cnnl ari: effettivamente
f
a r(l
29·. Dice Kant . a conclus1one
· d eua seconda versione della dedurionc' tnscenden1ak
pensare un accor o necessano deU
nn. -
esperienza con
·
i
delle
wn,etù
·, . · , v. sotto a n. 35). r· , "' o categone: «,.•• non c1 sono che due vie per d · '
;:'>pN Ù)Oé nella ~zionc della e . . . . /om,a.
Sull.itL'<if'liJ ka;1/Ùi.na dellaCO/IQSCmztJ· veril.à; n.;,1m4 4~
-d . . .. nr,camtttolata D l .
tiu ut ·uu~t1~1,..,neU.aqual~ l<ant,do . 1.: e prm ·ipio supremo di tutti .
1..he..qu.a:h.1a~togg 'Ho SOHO"'l·~ - H po_aver formulato tale prin,_; . cl' . J possibilità dei giudizi sintetici a priori, senza pronunciarsi sulla questiorte ddl.i
· ~ " .u.ie cond12io · ....pio JCendo
moItt'.p Uce deU'intuìi.ionein • . . . ·· tU neces. arie dell'unità ... . duplicazione ontologica. Essa è inoltre compatibile sia con l'analisi d ll'espr s~o-
, i · · .. un e penenia po. 1'bil . s:inteucadel l
gin\ 121 smtetic, a priori con I' ff. . . . ~ · e», spiega poi la pos ·"bil' . J nc «oggetto delle rappresentazioni» contenuta nella deduz.ione trascenJemale
passlbzlità dell'elpm't:nUJ in Ln il .~rrnauone riassuntiva che «le cond:_s~ ~tàddlle1 I • delle categorie della prima edizione della Critica, secondo la quale l' uuita
. 'L ., • ., . l)~nerwe sono com 1z1on.t e a
po.sm111tflue•g1'. Of,gt•Ui del/'.... ,, . . . empo..raneamentc con.J: ..· . d il . costituente il concetto di un oggetto «altro non può essere che l'wutà formale
· d' · • . · ""'r,crz,·nwe har . . w:i:1oru e a
gm IZ1ò s1nt ·~1coa priori» (A518-Bl97). mo qlll.ndi validità oggèttiva in un della coscienza nella sintesi del molteplice delle rappresentazioni» (A105), sia rn11
l <;redo,IJl realtà cht>n . - l' «Annotazione 3» alla «Confutazione dell'idealismo>, aggiunta m:Ua seconda
1· <l0 . . , . •. ,.uesta vo1ontà di d .
t _
°,~1
~gnJ .cont~lunawme
~.:>°r~nom1.1bilt
psicologistica cpur~e ~a ~tospetuva trascendenta-1
ostacolo nella necesslt: ;;;tropo og1sttca abbia sempre trovato
edizione, in cui, data per dimostrnta la tl'Si che «per la possibilità di w1a coscienz,1
determinata di noi stessi si richiede l'esistenza di oggetti esterni», si osserva che
e~peuenza d1c le nosm: forme d· li· ··b· . ammettere come un bruto fatto d' non per questo si dovrà riconoscere esistenza a «ogni rappresent.aione it1tui.ùv11
renpo r ' din . e a sensi ilità e d u·· Il . I di cose esterne»; infatti, questa rappresentazione «può anche essere semplicemen-
i . ,n1 ltil come ' 1ensìon~ della coscie e mte. etto (in particolare la f te l'effetto dell'immaginazione (così nei sogni come nel delirio)»; e seco11do Kant
tuttavia che la teoria deUa ve . à • .., b nza} sono queste e non altreJO R
I
- m tnts>O a unica I . csta si può stabilire se «una qualsiasi pretesa esperienza sia o non sia una mera
mente a conclusione di Kant sulla /
immaginazione» solo «in virtù delle sue particolari determinazioni e in buse a un
Jt:1. >L1u1
. OAAtlll. o è l'e5pericnza li rcncl b' . . -I raffronto coi criteri di ogni esperienza reale» (B278 sg.), ossia con quel.le che
110ss1bilel'c~1><:1ie11211. 11pruno CU$0n e.cc poss1 ili qui::su concetti, o sono i conc ·tù I\ , abbiamo chiamato condizioni generali formali logico-truscendentali della verità.
ddl'intu11;ìoitc se11,ihilc-pura)· e·· • . ,,n_
N d • Stil: lKlOO
s1fJ~ nei riguardi delle ceteQorie (t:: nemm. e
U\ atu concctt' .
<l~1 restu,_ -~nquc, che !1,1Seeonil,i via...: le cutcg . i a pr1on, f)Crdò ind1pcnùcmi dull'csperien.za .
, render~ . ,
cno nei nguurc.li Come si diceva già neU'«Osse1vazione ill» dei Prolegomeni,«la disùnzione fra la l
verità e il sogno non viene decisa in base alla nmura delle uppresentazio1·1iche; '
. e ~.J~'khlllb1l1t<li ogni espcrieru:a in generaleon; coftt~go~o, dul lato dcll'imc:U..tto, i fo11durnc~ti I sono riferite all'oggetto, perché queste sono uguali nell'una e nell'altro, ma in b1rnet
miro une un11vfa dì me22~1,ufftrmando che le ... .e . a e e ue vi<: mcn:.(Jonatc: quulcunc, volet~c
~ma11' n dt:nvan(i dull' uperlcJU.u Jl1J! dis lOJU7;1q;~ne n"'.nsono né principi primi !po1t1a11eame11/t I alla connessione delle stesse secondo le 11om1e(Regeln) che regolano il collega-I _IJ
_•.m la m.1s1~~c~is1enn e ordiJ1mc cl~ 11os1ro l<:rl:a\C,: :ggettivc <ld pensiero, piantate dentro d1 noi mento delle rappre~entazioni n_el~once:to ~ un o~euo: bisogna vedere se ess~ I
~o~ le k!,:gi cldl11111111.llM m b11~calle qnllli ai sv llg I' • rn~o che ,I loro uso risulti in stretto accordo I possono, o no, verur collegate ms1eme 1n un·espenenzu» 31 •
'-' Il roi;1onpw-u), in <(Uesto ,<1so,ohn:, al fan~~ cspcnenza ~u~a sonu di SÌSl<711adi pre/ur111auo11~ l
pu~sa t:UCtc spinta, né dire en,ro quulì r . e ~onbè pos51b1lc_ stabilire fin dove questa ipotesi !
1:«:de1ern~11\ll\t, Jisposwoni a 11iu,ii2ifuturi u;:'~~ ~~;. be 1~ss1b1le allargllfc il prcsuppos10 di Ciò che la teoria della verità esclude è soltanto un'interpretazione radicalmen•
l O•~erv:ui,>11eh,: le cuteg,,ne tisultercbbero' ,rìv• J· e IStvo, co111rola prospeuoto via di mezzo te fenomenistica dell'oggetto di esperienza, Proprio il fono che i dati pcrcetr.ivi
,_u:,~ornncc:t~<l. Ad c,iemp10, JIt.:om:cuodJ .:au:a e~ 'tr,~eUalll!<'l'IJ//il ~e ~ i11vecc essenziale al lor~ possono dar luogo a un tale oggetto solo in quanto uni.ficatisecondo determinatt
,011d11.1c_,n" • !i111tcbl per risuhar falso se non ri t: a_ ermu la neces,mà .d un cffc:110 se siu posta una
regole in _un•~s~rienz11 ~itaria che consenta ~uella distinzio~e {rn st~Li _soggettivi/
Arb,trurw " 1nn,1tam nvi - dì con •iu I posass;: 5u altra necc:ss1tàche quella so•"•e1ùva-
,e,, 1 ., 1 K nsere 1aune tllppr.-k.ni.uio • .. h . "" e deterrrunaz1oru oggetuve senza la quale - giusta una cerla u,terprdazmne della;
:',".a ..,t_rc >1.1;11J11c.
Nun mi ihtrcbbc pos ibile dire: l'effct . -m crnp1r1ce ID ba><:li una siffona ~
1:1.~1.1s,m:1mcmc): I\Jd, invtte: io Se.mofa110in guisa tale ;o è congi11mo con lu c.1us~ncU'oggeno(doè deduzione trnscendentnle delle ci1tegorìe 32 - non sarebbe poss.ihile l'unirà dell~
~he o:1i;:i,1111au1 que,10 n1ndo.Ma questo è ro rio ci . u non f~t~r pcns~rc questa rapprescntuzione Ì C()SCÌenza come idemjtà numerica di un medesi.rnosé nella molteplìcirò ddk• ue
'°'·,I tmN.i no~tra onu6n•nza, di.- fJQ •ia ~lit ò _c!1elo S<:etltcoJ_cs,dera,perché, su11Jo cosi le -_\
rappresentazioni; proprio questo fono - dicevo - non consente che l'oAAelto
r •~1 ~111cbhco:.h,;n1ern illusfone; no~ Cflllnchpr::l>'J011~deU~v~lidnàoggcuiva dd nos1r1giudizi
~,1J1\osc- ·1•e,llè1 pmpd rigu-anli,q1.1cs1a
,a,..J, nuo ,111
occcssilà ':: et ~o, (~ohrt,, ~oloro fhe si rifiuterebb,:ro
cbht po .. ib1le d1,.çu1erecon qual. I!!!_hv11e i<: ha b1so&,10di cSScr semita) e ID ogrù
ili j/ I
i.{'espenenza kantiano possa essere considerato tquivnlentc alla pem:pibiHtà dì
esso in circostanze appropriate ksse est percipì).Basca infatti rileggere ì Postulati
~~lul1v,uuc111.:ul m,>do IJl UI~ cune>mwrno Il qu11n10sì presuppone che '. 'i I del pensiero empirico sopra riportati per rendersi e.omo che il criterio di esistenza
)il. S1 ,Gc..-11d com1\le11t ~r~m.i~~"'.il proprio soggeuo» (B l 66 $Cg ) sia on, uto ,
deU'incumohc (oh1e lo S()~2ioe •~1 ,~• o,), l&IJ ùd pcnsi~ro empirko in ,,,_.~,iralc·" Al 1· '} non si esaurisce nella pe.rcezione ::.ensibile, ma include anche le condizioni formali
J empo e cosi allrc f <l u•· "' · ... tre onne ddl' esperienza che insieme alla sensibilità determinano ciò che esùte neceS.fiJria-
• ••
P<ru!,,b"> o d,UA'"''l'l<>M"mu med11u1rc e nt' ·ui) or~c ~ U1tdlcuo (oltre le forme ,!;..:onive dd I
~e 1 :o<:<luwIII akun mn.j,, • J,
~ .
.
n~ w unmagu1.u.-e
--
te di
une ,e anun~·so che fossero .,,,. ·ib li
d . ,-ss , - non CJ,
. mente. Qu.indi, va riconosciuto esistente non solo quanto si accorda con le 1
. -v
v,w, po,s,btl.-, ~$>è ,1on f~rcb~ro pane d ll'1 rcn <'retotdligibili;mli un hc nd Cà,o else ciò/ ....l
J!O>'><mu tM,•r,1d~u» (A230"" B-,8;3) M'
l
c-m,i1rgt1mentllZÌ()ni tfll.!i<•c-odentall. CVìllltenspcuo i
32. Per la dJmeatiQnc di alt.re pouibìli letture, v.,per e!iempio, P. Guyer, <ip.cu., in ~1.:0 ,e:
Li.pari( li.
J
~------------_J_I _______--
....---- J'..cJoP.Jll"JU
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-------------------
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...-~··-··----
J.dJaconosc=· Jlffità,fomu,, tR4lLTii1
hantioJU>
rondwoni materiali dell'esperienza, ma anche ciò che si connette ad esse secondo J1· cosùtuito il centro arumatore e 1ettura . I . d . - p ulsen
d . P /eg · Oggi, dopo I avon et van a ,
le formewùvecsali e necessarie della conoscenza. Comeha puntualizzato Allison, Dli della Cn"ticae ei '° .
omen~ Martin, . che hanno messo in luce lt>
b posizione cricica del tutto matura è che si deve «decretare !"esistenza' cli Heide er Vleescha~wer, H~ '. ~:~opologiche e d'altro genere
qualsiasi cosa che possa essere connessa con qualche percezione data in accordo s 11ccettaturemetafisiche, ontologico-esm . bbascanza bene le unilat.:rolità
con lt: 'leggi.della connessione empirica delle apparenze fenomeniche'. L'appello .. della«svolta» critico-trascendentale, conosc~ .. o agibal dd nr-n~erodi Kant. E
. . terpreUZ1one o e y-
alla percezione e alla sensazione funziona qui semplicemente come il punto di t di una tale lettura se mtesa come ID f d innegabile fascino proprio per il
p.irtenza, che dà contenuto empirico all'affermazione di esistenza. L'affermazione \ tuttavia essa continua ad esercitare un ortedi~ motivo essenziale cli quella
stess11non verte su alcuna 'esperienza soggettiva'» 33 • • · JO sviluppo. coerente
fatto di cosnrwre . un• licazioni teoriche sem b rano
La leoria della verità, insomma, si limita a condensare quegli aspetti dd I . il formalismo - 1e cw tmp d
gnoseo ogia - suo ,. ·one del problema della conoscenza libera a
ixnsit:ro kantiano per cui esso può essere definito - cosi come lo ha definito il ·1 appunto condurre a ~ _unpostazil . .d alistiche o realistiche eh~ siano:
suo stesso aurore in contrapposizione all'idealismo problematico di Cartesio e a preliminari ipoteche di opo onto ogico, i e
qudlo dogmatico di Berkeley - in primo luogo un idealismo critico o fom,a/e~, . - dice Cassircr - si possono applicue davvao, in ~~~o la
o~sia un idt:alismo delle forme della conoscenza. Sono aspetti del kantismo su cui «[Alla filosofiakanoana] le dd famoso epigrammit cli Schiller·
si consideri nella sua tendenza ~d~~~e, e :;:tre
1
si insiste anche in alcune pubblicazioni recenù 3S, ma che soprattutto hanno sinora le cose e l'io erano ~mpre
essa non sa nulla delle cose e_n e ~~-i ro connessione su cli Wl comune stondo
nati proiettati, per poter venir compresi ncli~.,,_~ • e Ciò che• viene cercato è b fonn;i
e l'indagine muta
33. H.E. Allison, op. al., p. 33. La discussione di Allison prc:ndc l'avvio dalla anmcrizzaziooc
.• r..:
me1.111UJCO,
·
... ora invee . . alidawn::zion ·
dell'esperienza in genere, che dovn c:,~rc
----
dd riduzionismo fcoomcnistico data daJ. Bcnncu in Kanls Analytic, Cambridge, 1966. M. in molti !noir<> fondamentale e uruvcrsalroeme ~ ',. , eh ella 'esterna' ... U mc1odo
_;:::.a::=Llan · --Ml · urn sia per l'e.spcnenza u,terna e per qu _
studi kantianirecenti questo aspetto dc.Daquestione ~ smo sottolinca10souo !'in.Bussodella crisi del vinco le in "'};~ IJllS • te delimitato. Il suo oggeno è cosutwto
fdll>mcnismodd)'As,fo,.w carnapi2noe ddb aicia quiocana al «dogma,, dd riduzionismo.« Tue anri-
n:òuctioni.-1Kani» è il ti1olodel primo apilolo della citata monografia di Brimm sullateoria k.uuiana
dell'indagine kanuana è in ~al.m~o ~i° .• .
sicuram; ) Kant giudwo e oggeuo sono coucctu
non già dalle cose, bensl d:u giudizi s e cose ..._ . erla 'tà ( = rNltil) dcll'oggeno si puo
ddu scil!112.a;e od seguenti 1crmini G. Nagcl pccscnia il suo già ricordala m-oro, The SlrMd:mo/ streuamente correlativi, cosicché nel sednso ~uco .. v;; giudwo ... Infatti. non e perchc
Expmmcc,. K..n1'1S)•sum of Pnncipln: .JJ titolo [del mio volume:) intende idludcrc a Carnap [Dtr co~1;•• e e fondare sempre solo movcn o a venta . od .
logt.Jcbe Ai./bau .kr Web J e a Goodawi ['rbt- Sm,m,,e of Appet,r=) perché la mia intcrpn.-tuionc ~ . d di che ci si dà un mondo Ji noi.ioni e cli verità come sua npr uzionc
pùDC K.1111 in opposizione dicctui a Canup rispetto all'empirismo, e in acco.-do con lui rispcno alla
esista un mon o cose I ordine Ji
· . viceversa per noi vi è Wl ordine da non designare so o come Wl
cosm.wonc ... Ciò che rende una cos11Uzionc fcnomcn.istica è il suo riduzionismo, contro il quale si
puo ben argomentare scru:i la.sciarcadere la possibilità della costnwanc non riduttiva» (pp. 247, n. 2, :,;~O:\ cli ritpprescntll.Zioni bensl c~me un_or~.unen~ di _o~ctti, .ip!Wl~~r::~~
no~. i:x: _
e 1~9, n. 16; ou v. anche pp. 255, n. 45, e 262, n. 17, per alcune osservazionisu Quine): Km1«nOO I danno giudizi incondizionatamente ceru - giudw la cw v~
riduce gli 0&1,"'ttia mcrc collezionidi idee. Invece, gli ogsc-1tid'esperienza sono qualcosa di più che J singolo argomc:nto empirico su cui venono, né dalle p.inicolan condizioru cmpmchc c-
rollaioni di sensazioni, rrui quale<»adi più gnwca una =uuionc sull'apprensione dd dato - non I 1cmporo.l.i in cui vengono pronunziati»>6.
v.uic a un principio dogrn,ti-o come 'Dio non è inpnnatorc' o il pcincipio di ragion sufficicmc.... I
C,o chi: viene proposto è che ncll'cspcric:nza VI è qualcosa di più che l'impui scnsorwc, e che
ncll'cwknza vi è qualcosa di più che il mero fano di averla. L'esperienza includei principi chc 4. Rifiuto, dunque, della concezione ~he fa della co~osce~z11u~a rip~du2ion~
u:ufomuno 1'U1,,,,.I scnsorwc in con1>5ectw1, e ciò che abbiamo deve coofonnarsia tali principi per passiva della cosa conosciuta, e della ventà uru1 sort:i d1 «COPJll:»dt ~ ~~euo d
cHcrc cvi<knu.... O nconoscimcruo che gli oggetti vengono da noi conosciuti :solo rome «si ci nmo indipendente dalle condizioni soggettive dd conoscere. Ma il nh~to dell 11
llfllJ-lÌùOO,itwcrnc ali.o ~opcru delle condinorù cui devono!IOC!dis(arc
c.L.rcu.anl<nte al rc.w,,moc.mpu-ico.
per awa,irci, conduce
Ciot, l'idc.ilismom1sccndcn1alc&nlOSlnlchc tunociò che csutein ,•
teoria della verità come corrispondenza non fu di K:mL un nssenore dcll oppo~Llt \i
11,nur• t nuccrulc: od scru.> di rcorc COC\ si: pcrmancru.a, $tabilitl, spu;io1cmponJitì ol!llett.iva.
:eoria ddla verità come coerenZll, secondo qu.mto è staio invece i.o:,1cnuto J.1
rq,-olanta cauu.lc, unifomut2, ccc.» (p. 147 sg.).
l4 Si vcJ:i l.t pule condusin ddl'~l\'WOnc ill dei Pro!qpmtni nonché l'eppcn.lkc Julu
r«c.ruauiic.Jla Cnt,u di C. Gan-..e H. Fcdcr (voi. IV ddl'cdiz• .kU'Acc:,ukm.ia, pp. 293 sg. e JJ>· nscrc un rngguaglioJd HOSl7Umododi compccodcrc1Acoousccnia della rulla Q~~1u,11,<",~ r..;,. 111M
1r,.d u ot, pp. 89 e 22J). '
di qul'ita renri.oonc prospetti.:•, deve anche:-ìnduckrc un ,111akhc\c:-nUUM> Ji JtlC"SllJ, q.w....,,~
' ul,
l'J Per n<'rnpio Ilei più vul1cci1ati la\'Ori di Guyer, AlliJOne Pippin: cScpatve - òClwc per
1i.>-1urs1l-ll•11~ - ~ 'mct.fis.ic-.ddl'idc,l,>1110tr.ucc-odcntak' - c:Onil suo l'llggll8j!lio ddlo
fom1ali,oon dcriv111e,com~ fonnc <lìrono,ccn2•, C'OO\eqi.wc:-o~ dì più d\C >4'mrt,..·tm.-mcI n,~11\
<">tm1 modidi OQ!lnizurc e discrimintJ'Cl'espcrkrwi• (op or., l'· ~Ili).
/ 1fl('Ql"o lllli\' 110 i:kUwd.-i)llelfllsçcnJcmalc,le f~ ~'CIU\'C dcU'cspc-ri,mu - ,Wla'1roria deU• }6. Nella ci1uio11esono IÌJXX1•1cìr11sill'llllc .wla ,~1• Stt.lffil.lAJJ.~,ti• ,oi,.,J~ l' '
1 1
j ,ut)S ra o, anc_ht: i giudi.z_i di ixrcezione contengono un elemento far al . generale e ciò che nel fenomeno corrisponde alfa sensazione. Per contr;;ipposi:t.i()-
! wno man..an mterpreu che haMo dichiarato add" .t . . m e:~ non ne, la forma sembra essere ciò che organizza il materiale sensibile in un ceno
, d. · · ... , .. -o I a1, m tw a tncomprens1bile la
: · btmZ1onesle:-.s.a . n . re ta' sulla questione della materia· de l conoscere s1. può modo dando luogo all'oggetto fenomenico. Questa tesi viene esplicitamente
I ;. - •e.ife
.1.
con
•
mano
. •
il singolare
_,, __ .
destino
•
di un filosocro che, da una parte, crttica
·· formulata nel paragrafo 15, «Della possibilità di un.a congiunzione in generale~ .
.LUl,.1'C per awr "-sensuauaato»
1
sen~az..ioni
.
(A271 = B327)
. . . . , , e'.
1 concetti e Leib1 ·
dall'al , uz pe: · il ·
aver «mte ettuali.zzato» le
tra, e costretto a mtrodurre gli schemi come
della seconda versione della «Deduzione trascendentale dei concerti puri de.!J'in-
telletto»:
rm:di.1ton
, . d" fra la,e: sensibilua
. . e 1 concetti
. puri dell'inteUetto, senza . per aJtro es~ere JJl ·
gr t10 ~ specu1care 1 puri contenuu materiali sensibili ddla conosce . p · .,D molteplice delle rappresentazioni può essere dato in un'imui.z.ione, che è puramente
sensibile, quindi null'altro che recectività; e la forma di questa in1~00~ pu~ _uovani ·
qut.·sta,
d ·li.i m·..fondo, è .la ragione
. ~•r
r-:-,cui Kemp· sffil·th con:;i. -dera Kant l~a. .·ropno
antesignano t,
priori nella nostra facoltà rappresentativa,pur non essendo che la marueram c-1.11 il ~oggrtt~
e .teona coeren11sta della venta, nonostante riconosca che non fa «mai uso del viene affetto. Ma la congiunzione(conjunctio) di un molteplice in ge~er~e- non puo_~Hll
t<!rmme . coeren.za>,
. e adotta ~continuamente · pos1ZJ·.
·oru· pm m armorua · con una provenirci dai sensi, e neppure esser racchiusa nella forma pura ~ell umuz1onc n.s1bile .
.DconceZJone comspondenti.stica
cl · · . della natura ·e delle con diz' 1001 · J l'-
e i.a conoscenza>>. Essa è infatti un ano della spomaneità della facoltà rappresentatlva, la quale, per ~st'r
l ~~~o ec~Sivo e però che pe~ la sua concezione gnoseologica «la nostra distinta dalla sensibilità,è detta intelletto; e quindi ogni congiunzione - sia che ne swnu
! c1.~scr~~one di ~ ~ato fc::nomeno, e la conformità di esso ai principi che rendono consapevoli o no e sia congiunzione del molteplice intuitivo o concettuale, e, nel primo
, 1,,1.11twz.10n
. _ . • possibile»·
- • ~ No n 1· ~ontenut1· so 1tamo, ma I· contenuti interpretati nei caso di un molteplice sensibile o non sensibile - è un'operazione dell'imellt."tt , che
tsm.uu di qualche specifico ordinamento, sono i soli oggetti possibili del. pensiero possiamo indicare con la designazionegenerale di sintesi, per accentua.re il fallo cl e nu!h\
umano>~44 • possiamorappresentare come congiunto nell'oggetto, ~~a prece~ent~mer:ie,,w~r proce·
duto alla congiunzione e che, fra tutte le rappresentaztoru, la c.ong1unvonee I uruca a non
M.a l'impossibilità di specificare le componenti materiali della conoscenza
esserdata daglioggetti, essendo producibile soltanto da pane del soggetto, quale uo ddhi
nella lo~o purezza, non significa che all'interno della concezione kantiana nulla si sua spontaneità. Qui si può facilmente rilevare che rale operazione non pu ) esse:n:
possa dire _evenga detto della materia. In realtà, della dicotomia forma/materia originariamenteunica ed egualmentevalevole per ogni congiunzione, e che la scompo ·1210-
~embra lecito par~e ponendosi proprio su] piano della ri.flessione trascendentale ne, l'ana/iJi,che sembra essere il suo opposto, la presuppone sempre. Se infatti l'imeli.:tro
inaugurato dalla critica della ragion pura. Ed a questo livello di analisi vi sono nulla ha prima congiunto, nulla può neppure disgiungere, perché è solo per mr..::JJ 40
suo che
~i:n~ due caratterizzazioni di tale distinzione, che e importante registra:.e: una è qualcosaha potuto esser dato congiunto alla facoltà rappresentativa» (B129 sg.}
di ordme generale, l'altra di carattere più specificamente gnoseologico. La prima
omp.are nell'appendice suU.'.af)fiboliadei concetti della ri.flessione, ove si afferma Più di un interprete ha affermato che col sostenere quest.a te.si, formulata
eh~ materi~ e forma sono due concetti i qu · «vengono posd a fondamento di anche in A77sg.:::;Bl02 sg., Kant si comprometterebbe con uil'assunzione
ogru altra riflessione, tanto sono inscindibilmente legati a ogni uso deU'intelleno. generale sulla mente umana di natura alquanto discutibile e in modo osrnnzia.!-
Il pruno di essi sta a significare il det<•rminabile in generale; il secondo la meme immotivato. Come puntualizza con estrema chiarezza Charlie D. Broad, si
determinazione dì tale determinabile (nell'wio e nell'altro caso in senso trascen- assumerebbe che «i dati ultimi dei sensi devono essere aromi semplici isolati. La
dentale, senza tener conto delle differenze in ciò che è dato e del modo della mente non può conoscereuna totalità complessa se non ha sintetiz::JJfoo costmito
determina~ione)» (A266 = B322}. La seconda caratterizzazione - quella di tipo questa totalità complessa con elementi originariamente semplici ed ìsol_ati>)prilll
gno~ologtco - compare invece ad apertura dell'uEstetica trascendentale" ove si «di ogni ordine panicolare e di ogni intrinseca sistemazione. L'ordine che si irooa i
~e uusce _lamateria come ciò che nd fenomeno «corrisponde alla sensazi~ne» e
~orm.i«_e':°che, invece, fa &iche il molteplice del fenomeno possa essere orclin;to
in essi deve essere stato imposto da noi, consciamente o inconsciamente, j
attraverso un atto o un processo di ordinamento, di sistemazione o di .combintt2io-
m prcc1~1 rapporti>) (A20 =B34) 45 • La maceria è dunque il determinabile in ne» 47. Questa interprew.zione, che in alcuni casi connette il discorso kantiano all..:il
'
tesi leibniziana delle relazioni come entia ratùmis e alla problemaù a hume Il.li (
delle irnpressÌ.om semplici, è staiarecentemente respinta come .:fuorvi;.uHe»da _,\
"I' ,;!,,.'j Jt;.eGmpio,
· , r , .
E. Cassizer,
,uycr, op. c,t,
p.
&11t1
99 sg.
[;:~n und Léhre, tr•d. j1, cit., p. 190 n. 20· H E Allison
· ' · · '
~4 N. K.-:mpSrnnt,'.op. àt, pp. xxxviie 36 sg.
.,5 No:lfapmn;, cdi.aonc si leggi:,cvengain1u.i10 <: din 111
. .. . . =
46. V. anche A77 sg. Bl02 sg.
t·~"'"irdimm in preci,i rapporti,.. or aro prcc 15t rappom», tn luogo di «possa 47. V. anche N. Kcmp Smith, op. cit., p. 284; A.C. Ewig, A Sbort O.>mmenuir1or. K..mi';
,.Cn'tiqueo/ Pure Rea.son»,Chicago, 1938, rist. L967, p. l 15 sg.
•
wn A• ')U\J p.u-crc,.~a tn1~ur~rebbe il f.uto che ndla secondil ed'lZJOOC: • deua pone la questioru: deUapossibilira della <-"Ooo:scen.u ~111!cnc:1 poon. t: -1rtrJ~c:r~
r,JJ,~ ~tu:
memc pc-rLt-~u.1.lt:
ll el>phm.uncntcastrazione Ja qual jn,,· cons ·'er .
.
• • • ·
....
t( J mv..~ Ul cw il mohtpùcc è dato» limirando il suo J •1 orso --1
1u .a:z1oll<;conccmcn-
IU (':'ISO
d l •Wla
il moltcpli e deve essere datolo, cioè a «un uucUctto discor ivo
.uw...hc mtwuvo ... .Il suo problema «è spiciare come un.i i:ùe mente pom
r.:C,tt"k"'lf.Jr~ " se Sll:Wl i pn•pri dau· "Ome CO b
I ub della conoscc112a in gc:m:r:tle;ma e clwro dl(: una ~tuzionc :1Jc:J,'ll11.U
ljUéSt'ultima non può p<c)(;indcre da una spicgd.Zioll('dd.w ~i,1b1lmi <lcUr-
conosccnze empiriche dctcrmin.itc. Si muu. di un prob!cnw che m ri:aiw fu v1i,1u
e:po~10 con estrema dùarczz.i gi.à da Hcrban, mu 1 cui auccndcnu hctb-"11l..1l:l:I
d1
'I
COS< ,~ flene p,tMtr per og"" d.Jto lr fen,:e ùJmc r ir.1,nne lwle le fon,,r ~ • Ns..uo
c&.aune dcU... Cnru·J, qu.ut<lo (A9-t) pur loOM<'nendo c»cr.1 «uru, • mops 1' del
~to 51 vuol concedere di dcrcnrunUSJ~ /g n.J titallli'l"il o dt 1ll'f/l<T)lwm,roic.mc•
moltcph~c .111ribwbr.k al sc-nso,.,.1ff
c:rmapero ,da occl'~~it.à dcU.1 UllC)c» 411
mente qucsre tonnt. fa d'i,opo che nd d.1to ricorrano lilr/11 n/mmmn td!e 11Ul17CJum:e.
TUll.l\"lJ, )e :inche ,,l'imcrpt"C'tu~onc:di A11ùonfc»~ <.c011'Cllll, nu r:ar<' che
~u..ntc tigwc. Jp:lri J, tempo, qualn.; Con/lC'$.K di un.i COSà sola,caUM: cd d1cru CUO."lG11,
rummuc:cc:~ .1 p,.lm I unpon.intc ~ucsuonc souohnc::a1.1con forz.- J.1 Pippm nd .,._ , 1}()1 1ruVt.tmc.> dctcr~fl ndl'cspcnenza. E poichc il d,uo (la lllltaU dc!: <:..pcncnza;
..u..,
Kmt1's Th,-c,ryu/ form: VICnc dc,dorto iJ iìnc cLlk cooc 111>C, QIK~IC l"ICC','OIIU tanta \'IIJ'ICUk eh pte~t.. Gl.Untc
v.rac i:ktcrmin.u.ioru no, pè:rcepwno nel icnomcoo; coutrO la tcw karu.a.w.-d1c r.w llOn
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a.:nmcu.umv c::hc Li.,.Ok.,.,nu t!i Wl rnoltccpl,cc >oe'lblbùc non wa cqwvalc,otc ;&i «»cit:nu ..wno 111 gr ...Jo J1 ~-are coJc-.u perceuonc ne r.e/1.J m.iren.t dd d»to. ne /1IWld le:1"U>c
Ja Wl "• •cctt,1 "" quanto ~1\1:JW. pc-r.;~ non dowcmmo c.lek"fT\icrc la rdUIOnc lr,. k no1 le pcrt.cpùuno e ccrtu>UTW .• nu tmporu lilC'Or.a !ipÌl:'gMC ché QUI ddobJ.:J"I(., pcr:<.'p'tt'
K~ l' 1 ..:on...cmuau ~r Jc.cn ... crlc oc:, 1cmwu di un. qwJche 'tw..lC1\,.· d, l.llU 1gur.1rotonda, là urui rctt..ngobre, pcl'tlÒ che od modo e ndla maniera in <-!JIo we-r
dc-\cmun. •.ic lfllpll:MIOI\I n.cvutc, lll\cc:tc che flrt rc:-nn..n, Jdl'11tt1v1t.. >é&;etU\':l J.d J.aro ti colot.-10,wrt contenute eme ro,,di;:.•om (non incLc.te da~:. m..ada ~~i,.>•
>.llllc~ e dd u.L.cuc dJ uu Ul squuu i<.u-.1 t..r,1 u>ùf Qu.iJ e l'iugorncnto
rood..uuffl,~ "-lf'IUO ls ~c"-IUnc J,,»iw e 1.aaon..l1)U1..1 di wùmuwonc ~• dcll.1
La pnma di 4uestc due qucsooni - qucll4 che rigturd., il r ppo."'I.Oera
l()fU1.l. .cn .. o.Jc ,,.~ d.i f>t.alOO<',
J m,14f>Jthrn- d, Aru1ocdc,. o lt per11n~t'pl/OlrJ
d: Lcibr:iu;,,.'' (cnomeru e cosa in sé atuaverso b mediazione della rrum:rui sciwbiJe - h., 1um1
una i,ua complcSsa sroria ne!Jc discus)ioru sul bntismo, stori.1 che "' un ~
.5. M.i -?udk, $-.lttoLtlc .. w d.J P1ppui non e l'ururo problema tc:orico connc:.so punto -.cml a incrocursi anche con le \lleeOOèdella fil050fìaa.mli,· .1 nove"en~-
.ur .rppc,,ru, tc.nn-4 au,tcru O Jl.lltc mu vorrei msìsrcrc su un altro problem.i,
sca. Per esempio, rifen-ndosi ad alcune pagine di Ru.çsell su ques10 ~omento m
r...,n pn.u di lct,t.une .:on J J)f'«cdenre, che tocc..i1 uno degli aspetti foc-k più : lntroductwn tq .¼uhemat:.·.1!Ph1kJsopb,·( 1918), il neOc!mpir.su $chLclc. nelle
,;kll., Cnr:.,.,e
'.l<.onccl'UJ'UJ dc, P,r,kf,,.,,,,r111
é che d.i nUO\.'Oe stato ben colw dal
~ lezioni londinesi su forma e contenu10 (1931), assumerà la >CgUCnt.e poslZJOOC
jp-1 ,:i~:.w Bro.id. •E wrprcnc.knrc - dice il liJo~fo inglc~ - che Kant non
"'llkvi 0,.1.1 J prùbkm J, cou tl.l a d(1crm,.n;uc Li forma, Li gnmdezza e la •··· se i 'fenomeni' sono appattnu: di qwlcos'altro, a.llonil ~~ i:ano che ,lUL'Sta
·q~os'alcro' e qudh !)Qfticoù.rc rc,iJu ddl .. q.wc quel paruroùrc fa10mcno ~
rn,...ao,~ p.,ru,.:olarecon cw un o cno panico/are\1coc percepito in un 'oca&5io•
~ Form '-10 · t
11e p..,."T..,(,!.rre. · · a1· iJ problema consutc: nella
uur · 111 cmuru gene, 1,
'• ~,e J, ,omc l."1ì ixn,ihilc L, eunu.suna empinn tktèr'mm111a. Kam :.1 li. P.u 111 odb pnnu cdwonc (11 J F Herban. S.Z.lubc if'm.", •. in K. hffl),l..h e O.
fluad, vul. -C,D..mutaJt, 1964,p. ll0 'fl, tuJ 1t dd1. q.wu cdu di G V~. li ...,. l...turz.,
19()11)In r~ ~ serooJ.. qU<'WJOIX posu (Ù H.-rNll . ., 1t~• pcncnu I. {W•>p.hl2,Jt1': 4 0.12
dd Tr.ulìJJW/or.,crr~ J, W11t~ ..k&Ji di..ùi.
o,,: co:np..n: anche la not• rr><eWOh
..Ptt la s,n~ rqionc llùll bw• ~ ~gu,onc Jc~•. i. quak &mpJU lii ..~ dc-llr rt:!&1"""
~ •jpJ '.x-du.h JfllUWI', ~ esM non puo ~~ u mohcpl,ciu di -jUOtc ttW"JOOJ» {trad.
11. • c. d. A.G Coocc,Tann..1,19'>-I).
P;,o/uP.mùu·
delloconoscem,,: vei,tà, forma, m,:U.'""<I 59
S,.tt,;teoria /.:.Qr,ti,ma
I
:ìilconfl"\lrilìn°.
7: . tHiaJ,op.,11.,p, 64 sgg. In reailtà, tutte q_uesle,:onsonanze (compresa quella ~o~cernemc il 53. La questione della «neglected iÙtetni1.tive»è ritenuta P,\!1.i.::QJ~rment't. iroporuu:itc d,1 H.E.
, ;/'ruu,.r.~,gillllarnnreUanota precedente) mi paiono porre il problema - dùaramcnte indicato dli G: Allison,che cerca moltoingegnosomemedi risolverlo. (op.cit., I:>,11.1sgj~.), ma mi piu-eC()l'i 11-Qn
ll:Oppo
~ ~
i "~u ndll 11Lrod112ionc alla trad, it. dd Phdosophic11{
SN«i.ies·diG,E. Moore (Bari, 1971, P· 12.:-elci successo(v. la n:censioncdì R.B. Pippin, in «Kant-Studien», 77, 1986, p. 368 ~.). Nclh. sua ~à dt;..h1
! ~,fil;ni f~ail_pen~i,:roherbautiano e le::odginl dell,, 6lo:11.16i\.'8;11iili~~a è_'!~!E~.P..Or~~!!...J~:t:
opcl'ilsull'Opuspo.h,lmun,(p. 3J ), V. Muhie11sostic'°e invece che «dal punto di vìs1i1l,;;jìn1.ano
oroblema «non interessa» (dr. la Cn'tica,A276 sg. = B332 SJI,,: <:Ciò che le .:ose siano in se st~
.. il
Ml»
1'"*c2'·'.;>1!»~:f<•&·
I;.;,c';'" •"""'"'.=h< '""'~-" 1,n • ..1.21'.s._.._r,.,,=,nj
l ii r>l'.n,,.di ltllltivJht::rbaruaiiìelxi7i~·àni·nella manualisucascolastica11ustriaca), ~ né mi occorre sape.rio,visto che nessuna cosi mì si potri rnai pciti.•mti1re se non ttd (t~ilu~n;;.)."
·~--. ______:a-,.- . ' . . -----·-
IIIIIIIIL_
P,wi-0P..mi11i l,j
rnmponc:nti formali, puramente a pnon, della conoscenza, quanto quelle oggetti d'esperienza; in questo caso, però, diviene difficile capire come una
dipendenti dall'esperienza; non sarebbe possibile la formazione dei concetti e materia del conoscere del tutto priva di connessioni e cli articolazioni imen,e
delle .leggi JeUa scienza naturale senza il contributo determinante dell'esperienza: possa servire da guida per la formazione e la formulazione: dei _concett.ie deUe
1
ogru caso. Occorre l'_mtervento dell'esperienza perché si possa, in generale, giungere a la conoscenza empirica sembri essere direttamente
perché le nostre capacità interpretativo-costitutive
gwdata dalle sensaz1oru,
siano in qualche modo
1
co~oscc~e qu':ste ulume; ma soltanto le leggi a priori possono ragguagliarci intorno
ali csper11mzam generale ed a ciò che può essere conosciuto come suo oggetto ... 4tÌncanalate» dalle caratteristiche delle nostre sensazioni". E se d'altra parte, per
. ~he l~ lu~e del sole, mentre illumina la cera, ne provoca la fusione, mentre invece dar conto del ruolo svolto dall'esperienza nello sviluppo della conoscenza,
mdunscc_ I ~gilla, è cosa che nessun intelletto può indovinare dai concetù anùcipatamente attribuiamo una certa «forma» alla materia, allora - al di là della questione della
JJ07se_dutidi q~tme cose, e meno ancora desumere da leggi, giacché l'esperienza soltanto conoscibilità di tale struttura di per sé considerata (prima obiezione cli Herban)
puo_ mscgnarCJ una legge di questo genere. Per contro, nella Logica trascendentale
- diventa difficile capire, nonostante gli sforzi compiuti da Kant con I.a
abbiamo VIsto che se non è possibile trascendere immediatamente il contenuto di wi
concetto dato, è tuttavia possibile conoscere la legge della connessione di una cosa con deduzione trascendentale delle categorie e con le dimostrazioni dei principi,
perché l'esperienza non possa avere un qualche valore «dete~i":ante» s~e.
altr~ r_igorosamente a priori, in relazione però con un terzo elemento, cioè con l'esperienza
pos:.·1bi!e,ma ~ur- ~empre a priori. Se dunque la cera, prima solida, si scioglie, posso pretese parti a priori della conosce~a oltr_e che su. quelle a ~stenon._ E proprio I
conosce'.~ a pnon che.dev'esserci stato in precedenza qualcosa (ad esempio, il calore del questo è il punto più impanante m CUI le sorti del kanusmo finiranno pt:r ,
sole) cui il fcn?men~ nscontrato ha fatto _se~to in base a una legge costante; anche se, in incrociarsi, in positivo e in negativo, con gli sviluppi scientifici posteriori e con gli \
manc.inza deU esperienza, non posso a prmn e senza i ragguagli dell'esperienza, conoscere insegnamenti filosofici che ne sono stati tratti dall'epistemologia del novecento a I
determinatamente né la causa dall'effetto, né l'effetto dalla causa» (BI65 e A765 sg. =B793 cominciare da quella neoempiristica. • __J
sg,P4.
Ciò che intendo dire può risultare particolarmente chiaro prendendo in
considerazione un esempio tratto dalle discussioni sullo statuto epistemologico
Ma quando 1a si valuti alla luce della seconda obiezione cli Herbart, proprio della geometria che fecero seguito alla costruzione delle geometrie non euclidee.
questa dipendenza dall'esperienza della conoscenzi, «determinata» pone alla Per combattere la tesi del fondamento empirico della metrica, Poincaré ha facto
1
teoria critico-trascendentale un dilemma clicui non riesco a scorgere la soluzione. ricorso, una volta, al seguente argomento:
Se si sostiene che la materia del conoscere è qualcosa di completamente ...
1, materiale, cioè di totalmente informe e astrutturato, insomma un puro e semplice
l «Nello spazio conosciamo dei triangoli rettilinei in cui la somma degli angoli è uguale à 1
; determinabile, si può ancora sperare di spiegare (a parte difficoltà d'altro genere) due retti; ma conosciamo alttesl dei triangoli cwvilinei in cui la somma degli angoli è /
la possibilità dei giudizi sintetici a priori, ossia di giustificare la validità di un minore di due retti. L'esistenza degli uni non è .più discutibile di quella degli altri. Dare ai i
' complesso di forme del conoscc;:re universalmente e necessariamente valide degli lati dei primi il nome di rette significa adottare la geometria euclidea; darlo ai l.1tidegli altri
equivale ad adottare la geometria non euclidea. Sì che, domandare quale geom.:tria
convenga adottare vale come domandare: a quale linea conviene dare il nome di rena? E
evidente che l'esperienza non può risolvere una simile quesùone~•' 6 •
54. V.anche il passo di A216 = B263 riportato a conclusionedel par. 2. Relativamentealla prima
\ analoglll,ciò è stato riassunto da P. Guyer (op. cii., p. 234 sg.) dicendo che .Ja nostra concezionedi ciò
/ che vale come sost.mza in ogni momento dato è sempre aperto a revisione, ancorché soggetto a
I regohizionedaU'assunzione della permaneIIZ!I .., il concerto di sost~a permanente è ,.un _ideale
regolativo,e quindi sempre apeno a revisione alla luce dd nostro effetuvo progresso nell 11Dp1ego a 55. C&. RB. Pippin, op. cii., p. 44, il quale però non fa alcun riferimento a Herbart e fonnuli. l>1
: posteriori dei nostri principi a priori, cioè, alla luce del progresso scientifico». Su quest'indubbio sua osservazionein un linguaggioa mio parere troppo compromesso con il realismo; v. inql.u-ep. 43
l a,petto empirisàcodel pensiero di Kant,nella forma in cui è stato esplicitato da G. Buchd~ (op..°!·), sg. per il rapporto fra la teoria della sin~si e la p~pettiva _humeanadeU.eimpressionisemplici.
i ha insistitoS.L. de C. Femandes (op. cii.) per accorciare le distanze fra la gnoseologia cnuco- 56. H. Poincaré,Le Vokurde la Science,trad. 11. 11.c. di F. Albèrgamo, Fire-nze,1947, prnn.. n.st.
. luscendemalee 111 componente empiristica dell'epistel!]ologiapopperiana (v. sopra, n. 26). 1952,p. 69 sg. (capoversoomesso).
•I,
Sulla teonÌlleantùmade//;Jconoscenza.•
verità,fom1a, ma/ma 63
Di primo a~chito, queste parole suonano al
I.
come la scelta della geometria possa di dquanto strane, perché non si d·
· l ilin. ilin" pen ere dal h. ve e Mathieu con riferimento alle idee ispirat.rici del cosiddetto Opus postmm,m, i cui
mangoo rett e~ e rett eo un triangolo cun• . e iamare curvi.li.neo un rapporti con la Criticadella ragionepura e con i Prolegomenisono owiamente
sapevaquel che diceva (avesse O no raoi dirilinl
eo. Ma naturalmente Poin .
b'one a o)· e ll care mediati dalla Crtticadel giudizio e dall'opera del 1786 MetaphysùcheAn/angsgriin-
appunto sotto lineare .che una modiliicaz1one . '
della
con que e parole intende
. va deder Naturwissenschaft:
I
accdtatà (1a geometria euclidea) sarebb . geometna comunemente
1· • •
1mgwsttca,
•• cl
os~1a a un atto convenzionai
e eqwvalsa sol 0
( .
.
a una ndefinizione
'
I
b.is1.:
l'idea eh..:vi siano elementi della conoscenza scientifica cui si possa attribuu-e 401, 435 sg., 439, 441. D11queste pugine risulta coo chi11tczzu .:omc lo spino,;o rapport<' lrn forma e
mutcrin dellu conoscen211costituisca il terr..-no su cui si i;noda il tormemoso perco1~ d<ilk sohuìoni ,
una vali<litiluniversale e necessaria indipendente dall'esperienza.
prospétturc ncll,1prima Cn'tira, ai problemi dd tì.nulismoe ddlu ll>llura orgwùca affrùntut, m,UaCnti •.t
dd giudizio, fino ullc elabomzionì rimaste incompiute dcll'O,t>f-S pu1lumum, In J)!tltkoJ,.,..s, soiwli.ni!n
k ~- Posso illustrare ancora la mia tesi guardando agli sviluppi del ~nsiero carne ve11g1\preso in considcrn:zioncqud problcm11 ddJa n~tur,i ,p,:odfìa,che in.prec....¼cnt.:iern srntcJ
anaano rehttìvi a~ rapponi fra meta.fisica e fisica e al «pass11ggio» dalla prl.llla _ali~ lnscinto ncll'ombru. Mo per le r,1gioni delle nd te~to, nù p11n:non si po~ dlll'fle Mu soJu.,,k,nc '.
·cùn,l,··' • - . , . •· · . d ·il, poche lnter1Jretuz1om soddi;fm:ntc s.enia rinunciare 111b1~ori11dei giudi:.:isint.erid • priori e q\l.Ìll,11Il u.na risposti di tipo
"" ùhJ come qu<.:stt sono s tatl r1coscrwt1 m una t: .e . . . . truscendcn111listico s.iproblemi posti <l.allaç:rìtku dì !-:lume alli CAllsalità ~ uU'ihduaOnt'.
rìllc,ros11mer,cc
d,q\h
·
hf'lai·ù· 1
x· ·• appunu
• l . . d .K l
asc1au a unt su ta e are- ''" oon~"nto · Ha.. scntto Vittono
'
dt'lt'tmmazione, e allora non si vede pi·· .
. I . u come SUI po 'bil .
portata a ceru e e1nent.1 dd sistema co .. SSL e limitarne a pn·on la
. I . . noscthvo esdud d continuando ad operare con dt:i presupposti di Càfath:re generale. avreblw
Kant Jll un passo mo to signi6cativo dcll'O cn one altri. Ha scriu
'PUSpostumum: o concretamente mostcato che di nessun sistema di presupposizio1ù si può gi1rJJ11.Jie
...Si po1ttbbe pensurc che il passaggio d 81· · . . a priori che non contenga «un numero di regole d'c.:spc:rienza Dlll88iorè Ùt qua111c:
sJJ.i
fu1c11 1wn richieda ukun ponte perch~ - ~~op, mctalìsici della scienza cJeUenah•• / ne ammetta l'esperienza stessa»; di nessun sistema dd gene~, quindi, st puo,
. . .l . • J pruru, come sist d . •...... garantire a priori che esso s.w indefinitamente applicabile all'esperienza senz.1 che
cosrnuisconoca e sciellZll,confinano esauo.... . erne ci concctù u priori cli J
• . - .. çnte con il terr·L · d Il' e 50rgano dalle incompatibilità era i principi di cui si compone. A meno di non
.o!~illllO Ò
~-s..apu verur upplioita. Mu appunio questa . . .' ono e esperienze, su cui
8 ammettere queUa che Rcichenb,1ch chiama «ipotesi dell'arbitrarietà della coord.1-
difl1col1l,che J)Olrebbcro me1rere in imbarazz la 6sipplic1Uto~erende perplessi e soUcvi
d.il.sistemadei principi merofìsici. lJ mcscot:U: ,. c~ com~ smemo particolare, divcM naz.ione» - un'ipotesi chiar:unt:ntc smentilil dulhi teoria deUa rdotiv1cll e
1
__,.
=•I~ ~re s'.. v~rwca,
''" è d
. annoso non dico all'c:leo msmuars, ddJ' uno nclJ'aJ
• tro, quale di riconducibile alla tesi del carattere assolutamenle indiff crcn.2iato della mat1:ria
pnnap1 o pnon cd empirici poll'ebbero com ~• ma alla fondarczza stessa, perché de!Liconoscenza - bisognerà concludere che, sebbene l'esperienza sia su:.i.:c1ub1-
J1n·»>~_ ammars,, o el~rr Prt>I= g/; uni eontrogl, I k di ricostruz.iorù o interpretazioni fondate su principi teorici differcn11, .. 1:1
.. combinazione delle interpretazioni non è più arbitraria». Li teoria della relatività,
Utto con il senno di poi, questo brano e d _L, per esempio, mostra con chi(lfczza l'impossibilirn empirica di mantenere 111 pk-dt
.1 u - . . nu ea con UJJatezz:i un0 d li .
ueu.a SJStemazione kantiana che sono risult t' .ù bi .. eg aspew un sistema di principi interprecutivi di cui facciano simultaneo.mente parte lu
reggere alla prova dei tempi. Se l'esperienza : ~pi pro emau~ e incapaci di geometria euclidea e un11de6.nizione di congruenza imperniata sul co~1ddc1to
pc:rchée:.s:1non possa esserloanche pe I evant_e per la fisica, non si vede «corpo rigido» (un «costrutto teorico» opportunamente prodouo diJl'mtclk-110
.. h cl . r e pretese parn metafisiche a priori per la sistemazione dell'espc:rienza) 60 • Da.1canto suo, alcuni anni dopo \Xlcrm:r
piu c e, poten o liberamente inventare nuovi conc .. rt1·e pnn· . . 1•· U ' thantlo
'bir . d' e 1 • . ~ api mte Crio a a Heisenberg presenterà la meccanica quantisticu come una teoria dullu qutt.!c
possa aa i rnr eya su dt ess1 per criticare e sottoporre al li •d U' . .
suoi stessi presup sti di Lo . vag O e espenenza 1 risulterebbe che «la descrizione spazio-temporale degli eventi da un l.itu e la
. po p~enza. sviluppo storico di questa problematica è classica legge causale dall'a.ltco, rappresentano due aspetti complcmcnt.ari cd
.ibbastanza complesso e ramificato· esso s'increcci·a ,~, J'altr 1 •
ull' · · • "" o con a controveCSJa escludeotisi a vicenda degli awcnimenti fisic.i»l>I.
.s ~~IZ'.one pur~ e sulla possibilitit di dare per scontata l'equiparazione fra Il rapporto fra un sistema di presupposti e l'esperienza è dun4l1e µìù
c_on~oru so~e1:'ve della nostra esperienza degli oggetti e condizioni formali complicato di quanto a Kantnon sia appa~o: «per ogni complesso di espcnenu:
I sm_teuchea pnon. ddla _conoscenza'9. M.i pare, comW1que, che la decantazione - dice Reichenbach - s.i dìl un complesso di presupposti llppropri.111; ma,
I tl.Jm3 d~lla quesnone sia stata provocata dagli sviluppi scientifici successivi alla
onnulaz.aone della gnoseologia troscendenca.le. E proprio nell'aver saputo trarre
dell~co~d~oni generali :.ulla struttura della conoscenza empirica daJla crisij
inversamente, per ogni sistemo di presupposti dato può essere coi,truitv un
complesso di esperienze che è in contrasto con uùe sistema- 62. Pc:r quc!>LO,pur
,unmettendo, kantiaruunente, che la scienza non posso svilupparsi che aU'm1em<1
d~~ cudide1smo e del determirusmo causale sta uno dei maggiori meriti ddla j di un'intelaiatura di presupposizioni, Reicheobuch sostiene al tempo stcS:>Ol:.in )n
cn~ica neoempirislica uJ sintetico a priori, soprattuno come efaborata da completa indipendenza di tale inteL'liaturu dall'esperienza: «Qu,mdu rìlÌut111mo
Rc,chcnbach ndJ'opern dd 1920 &lativriiitslht!On"e Ull(IErké'1111/11is
g pnon·.
. ln questo importante saggio, fortemente .influenzuco dalla concezione schlic-
I l'analisi kant.iana della ragione non si nega che l'esperienza contcng11 clc:mcn11
razionali ... Si nega soltanto che la componente rnzionnk dellacono:oec:~1 n rt?:J!ll
I
kiana deU.1conoscenza come coordinazione la fisica relativistica viene considerota indipendentemente dall'esperienza». Tali dementi razionali (che :.t-gucnd,
una critica dell'apriorismo kantiano non t~mo perché avrebbe condotto all'ab- Schlick egli chiamo «principi di coordinazione») si distinguono dalle le~•
bandono di un principio erroneamente ritenuto sinte1ico a priori ( neUa fattispecie particolari perché si «fondano non soltantQ suJ giudizio ddlc singole:c.-ip<·ncnu·,
quello relativo al carattere euclideo dello spazio), quanto piuttosto perché, pur
60. H. Rc:ichcnbach, &/,,/ivtÌ/l/Jth.-one ,md E,km,uniJ "priori (l'»O), u.d. u • <'. JJ J) P.uruu.
511.~ cktl'Accadcmi.a,voi.XXJ,p. 526 (cii. in V. Ma!hieu, op.ni., p. 110,COC'Sivo
aggil.lllro). Bari, 1984, noocht ~ grgmwdrti'geSland tkr R.d.uivit.1/SJuhill.011 (t92t), tt•L 111H kt-,du,nl-...h,
59 Un Joc:urncmo molzu i)u,utivo t cosl.ituito ruill'wwisi dd nappono fra l'a priori e il o/Stw,«, 11\ld.i1., P..dova, 1968, p. .5J •8
A{odm, Phi/oJIJpby
X.&.."'11l\-O <'ocnp1u1:1Ja Rum:UncU'In1roduzioncdi An Ess.,yOlf Jht-fou1td,monso/ ~utry. Ma la 61. W. Heisenberg. Die Phyrwl,schcnPrin::ipu:n,kr Q1.Jn1n11ht-onr, ir.J. ,i., T,,111~. l'>H,
ollllaziont- pcu chiMA ddl'intcra problematica si avrà con le discussioni, succcs$ivc agli anni p. 83.
'ill<jLIJ.li~. sulli ùistinziooe fra enunciati flllJWticied i:nunòati sintetici e sul!» scnmuralogica dd 1\9J}), trlld. ii. in I I. Ri:,cbmbach, O. Ccpm,,a, • blCJrt'm,
62. K,w ,md dù Natumiss<'flK'h.J/kn
<"oturollo
t'.lllJ'll'ÌC'O. a c. di P. Panini, Bari, 1985, p. 128.
I
➔
,,
ò6
I
h.l!U»~. I
del.13nostra conoscenza. Quali che siano i meriti del kanrismo sono alcn ri:.petù,
se al termine ~trascendentale» attribuiamo il significato pregnante c:Luogli d;i Kant
Li critica reichenbaclù.ana al sintetico a priori, nella versione degli anni venti, - 41:(ruamo trascendentaleogni conoscetw1 che si occupi, in generale, non t~to
costituisce dunque una chiara prefigurazione di quell'intreccio di accettazione e di oggetti quanto dcl nostro modo di conoscere gli oggerti nella mhura m nli ,
di rifiulo del kancismo che nell'ultimo venticinquennio, soprattutto dopo la crisi questo deve essere possibile a priori• (A 11 = B25) - ~ ~iht della
delriduzionismo fenomenisrico, ha caratteruzato rilevanti settori dell'epistemolo- conoscenza determinata sembra collidere con la possibiliu di wu cooo~,enza J
gia e della filosofia analitica, facendo sentire i suoi effetti anche in alcuni studi pnori degli oggetti d'esperienza, e quindi con un'impostazione e una !.Olt.J.ZWne
critici sul pensiero ~emologi.co e gnoseologico kantiano 65 • Essa contiene rigorosamente trascendemal.istiche del problema gnoseologico.
molcre una prima signif:ìcativa presa di coscienza, all'interno di un'epistemologia 1
dj formazione e di derivazione neoempiristica, della dipendenza globale dei
63. H. Rciclicnbxh Erlwmmù o pn'ori,tnd. iL ciL, pp. 101, 1J7, 151 sg.
R&zlllltl4t.Slheoni:11114
PI.oCS5Crcm1en:ssamc •confrontare b condusionc di &ichcnhacb sui compiti ~ ic~ris ~
COOoscenz:icon il giudizio dato da Cas.sirc:rsullaconce~ herbartiana: «li punto di vista~ ~eroart
., daunguc quindi in modo evidente dalla dounna critica non per aver cercai~ un cSIStc~
u.._cndc.mc'fuon· dd pcns1~0 · • ma per aver nconosouto
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li,,,c cntk:i della ragione ;cdcva di aver stllbillto le forme:
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-~ CS>Crc quindi chiaro - dice da.I canto suo &1chenb:ich - e .. ~d'fi . . . ;
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~1~ «dcJ prt)upposù della co~cnu che n dA":'°Ko~
i.,!mr.tnu a pnc,n~ utd. it, cit., pp. 123 e 125 sg., nonche
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N11.rllrwisroUehoftm, tra.cl.ir.
~: p. 129 I 66. R Rony, Ep~o:1 bd»rlOIWIIud* ~c,.1u,:~01K,,t o/4Mir11r ph1IOK-plry,
(A t!J. Bru..rn,ObJCWlion11ndOh1ecti11ity, Oxford, 1982, p. 42. cNa:u.:Hcnc fur Phdosoph.ic•,14, 197 , p ll5.
61 V ,opra, la o . .H.