comunicazioni di massa
(prof. A. Gagliardi)
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Due tendenze al cambiamento
Cambiamenti da fine degli anni ’60 (a partire dagli
Usa):
Effetti:
• maggior pluralismo
• si apre un periodo di sperimentazione nei contenuti e nei
linguaggi
• Intrattenimento (anche di qualità) svincolato da
immediate esigenze pedagogiche
• apertura alla produzione estera (es. telefilm americani,
cartoni animati giapponesi
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Dalla «Paleo-TV» alla «Neo-TV»
Nella storia della televisione, gli anni ’70-’80
segnano il passaggio dalla «Paleo-TV» alla «Neo-
TV»
→ Testo: Umberto Eco
Trasformazioni:
• del linguaggio televisivo: da una lingua aulica a
una più colloquiale
• dei programmi: in apparenza più trasgressivi
• del palinsesto: dalla ritualità al flusso
• del rapporto col pubblico: dalla famiglia Umberto Eco (1932-2016)
all’individuo-consumatore
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«C’era una volta la Paleotelevisione, fatta a Roma o a
Milano, per tutti gli spettatori, parlava delle inaugurazioni
dei ministri e controllava che il pubblico apprendesse solo
cose innocenti, anche a costo di dire le bugie. Ora, con la
moltiplicazione dei canali, con la privatizzazione, con
l’avvento di nuove diavolerie elettroniche, viviamo
nell’epoca della Neotelevisione. [...] La caratteristica
principale della Neo-TV è che essa sempre meno parla
(come la Paleo-TV faceva o fingeva di fare) del mondo
esterno. Essa parla di se stessa e del contatto che sta
stabilendo col proprio pubblico. [...] Entra in crisi il
rapporto di verità fattuale su cui riposava la dicotomia tra
programmi d’informazione e programmi di finzione e
questa crisi tende sempre più a coinvolgere la televisione
nel suo complesso trasformandola da veicolo di fatti
(ritenuto neutrale) in apparato per la produzione di fatti,
da specchio della realtà a produttore di realtà.»