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media
Psicologia della Comunicazione
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
28 pag.
Psicologia e media esamina i principali temi della comunicazione di massa da un punto di vista psicologico. Esiste un
modo per spiegare in che modo i mass-media intervengono in molti dei processi che consente alle persone la
costruzione del sé. Questi processi sono schematizzati in quello che viene definito l'approccio delle tre i: influenzare,
informare, intrattenere a cui si può aggiungere una quarta: Internet
Le discipline massmediologiche tendono a sminuire l’apporto della psicologia alla comprensione dei fenomeni della
comunicazione di massa. Tale pregiudizio può essere constatato a partire dal fatto che molte teorie massmediologiche
hanno un quadro di riferimento che evoca chiaramente delle coordinate psicologiche
La psicologia dei media non va confusa con la psicologia dei media, cioè con la presenza sempre più diffusa di psicologi
sulla scena mediale e non va nemmeno scambiata con la psicologia per i media. I media la psicologia è un sapere ispirato
essenzialmente a interessi critici e infatti ne propongono un'immagine Parodi ca dallo strizzacervelli dov'è questo effetto
deformante opera in molteplici direzioni:
1. Riduzionismo pratico: i media consolidano la necessità del senso comune di giustificare la ricerca psicologistica sulla
base della sua Traducibilità in tecnica terapeutiche, cioè lo psicologo è tale solo se dimostra che sa curare le persone
2. Riduzionismo teorico di media secolo la tendenza del senso comune verso ciò che appare semplice è univoco, di
alleggerimento concettuale, dunque tutto ciò che è complesso viene ridotto a farmi più o meno banali è di conseguenza
per ogni problema psicologico si prospetta l'eventualità che alla base vi sia un meccanismo biologico
3. Unitarietà: psicologia è una scienza compatta su principi condivisi e non una scienza plurale
4. Orientamento consolatorio manipolatoria: ogni difficoltà può essere superata, ogni paura può essere vinta dunque il
sapere psicologico diventa un toccasana per la fatica di vivere
Pertanto gli psicologi dei media indagano sul modo in cui i media raffigurano la psicologia e su come essi possono
contribuire a modellare tale immagine. La psicologia è interessata ad occuparsi dei media anche solo per un legittimo
meccanismo di difesa capendo le ragioni e le convenzioni capaci soddisfare i bisogni esistenziali essenziali per il
benessere individuale sociale. L'analisi delle modalità con cui l'audience partecipa all'elaborazione di significati proposti
dai media ha una valenza psicologica, ma la prospettiva massmediologica di cui si metterà in evidenza l'altra valenza
psicologica è la teoria della dipendenza dei media, secondo cui l'esperienza umana del mondo è modellata dei media, i
quali mettono a disposizione i sistemi di significato per capire il mondo. Questa teoria si basa su un'attenta analisi dei
bisogni psicologici e delle motivazioni che dirigono le condotte umane.
Dunque la relazione tra psicologia e media può essere interpretata in più modi A seconda che l'enfasi cada:
1. Sulla psicologia come sapere scientifico interessato a capire l'esperienza del mondo e di se che le persone fanno grazie
ai media
2. Sui media come serie di ambienti in cui psicologi possono mettere in pratica lo sapere specialistico: psicologia nei
media
3. Sui media come artefatti culturali e diffondere una certa immagine la psicologia generale: psicologia per i media
L'approccio realmente usato dalle psicologia dei media è di natura reattiva, cioè mira rispondere agli interrogativi che
risuonano i discorsi sociali sul complesso rapporto fra le persone media. Essi forniscono risposte alle preoccupazioni
diffuse circa gli effetti dei media sulle persone in relazione a:
1. Ripercussioni dei media sulle pratiche della sessualità
2. Nesso tra violenza e si vita e aggressività attivata
3. Ma non missioni dell'immaginario attribuibile pubblicità
4. Alterazioni del consenso indotto la propaganda politica nei media
5. Rischi di catastrofe culturale nella dissipazione dei valori
6. Costruzione di false credenze attraverso manipolazione dell'informazione
7. Opportunità e limiti degli usi prosociali dei media
L'orientamento allarmato degli psicologi è testimoniato dal fatto che quando i manuali di psicologia registrano la voce
mass-media, trattano tale materia perlopiù in termini di condotta investire violenza mai rapporto con i media molto più
intricato perché è rivelatore di come le persone e le comunità culturali rappresentano se stessa. Esiste uno di tipo
propositivo e mira a mostrare come anche nell'esperienza che le persone fanno dei media, esse rivelino la loro natura di
1
CAPITOLO 1
Data la sua natura sociale, l’uomo non può non comunicare. La socialità si è affidata alle potenzialità del suo corpo quale
strumenti di comunicazione. La liberazione della mano e l’eccedente corteccia celebrale hanno fatto si che egli si dotasse
di strumenti esterni al corpo e tali da operare come artefatti culturali sempre più complessi.
L’adozione di tali tecnologie ha come effetto la nascita di un’interazione mediata. Quando i canali coinvolgono un
numero di persone ampio siamo di fronte a mass media un’espressione inglese che vuol dire strumenti di massa.
La comunicazione di massa si configura come una duplice specificazione della comunicazione mediata : nella sua
configurazione più nota è broadcasting, cioè si realizza in regime uno-molti in quanto presuppone delle tecnologie che
consentano a una fonte di diffondere i contenuti dei suoi atti comunicativi presso molteplici destinatari possibili (es.
stampa). Nella sua configurazione meno esplorata configura un regime molti-molti, dove tutti possono uso fare di
determinate tecnologie per entrare in contratto con loro (es. telefono).
Gli eventi comunicativi che coinvolgono le masse sono fenomeni AMBIGUI, perché la comunicazione può essere:
1. Strumento di potere
2. Arma rivoluzionaria
3. Prodotto commerciale
4. Progetto educativo
Ovviamente nel comunicare si può favorire la crescita della personalità individuale o la riduzione di tutti i modelli
uniformi. Lo psicologo condivide con gli altri la preoccupazione per gli effetti che l’evoluzione tecnologica ha sulla
condizione umana in generale e sui singoli individui arrivando a comprendere il perché le persone attribuiscono in modo
sempre più rilevante ai media il ruolo di altri significativi, dove i mass media assumono il ruolo di trasmettere valori
culturali e trame di significato.
1 L’APPORTO DELLA PSCIOLOGIA IN UN ORIZZONTE DISCORSIVO
L’espressione villaggio globale coniata da McLuhan per indicare gli effetti che comunicazione di massa stava producendo
sulla società e le ripercussioni sul piano economico, politico-ideologico e psicologico della costruzione del Se e nelle
relazioni con gli altri. Oggi la costruzione del quotidiano comune a tutti è mediale piuttosto che interattiva, perché
l’universo simbolico che nutre le nostre conoscenze e nostre emozioni è ancorato al cinema, la stampa e reti
informatiche. Si può dedurre che sono i media a fornire le forme dello spazio pubblico la cui gli individui traggono il loro
status di cittadinanza.
1.1 OBBIETTIVI DI COMPRENSIONE
CAPITOLO 2
All’origine della Mass Communication Research c’è la diffusa consapevolezza dei gravi rischi di manipolazione cui sono
esposte le persone e la società nel suo insieme. Amplificando le opportunità delle antiche tecniche della persuasione,i
media consegnano definitivamente l’umanità all’età della propaganda. I massmediologi definiscono la ricerca sugli
effetti dei media è definita psicologistica perché individualistica. Dato che i media sono artefatti ulturali che organizzano
l’esperienza umana del mondo, la loro capacità d’influenza sulla mente e sulle condotte è innegabile. Però tale influenza
è giustificabile perché:
1. Le organizzazioni dei media attirano investimenti di risorse economiche
2. La vita politica delle comunità è occupata dai media
3. I discorsi mediali sono tenuti insieme dal filo della pubblicità, dunque un testo fatto per orientare
Il medium al quale viene attribuito il più grande potenziale di ricerca è la TV e poi la pubblicità
1
Poiché l’istituzione dei mass media ha via via modificato l’intero assetto economico, sociale e culturale dell’umanità,
bisogna interrogarsi sulle ripercussioni che si possono avere sull’organizzazione delle credenze, atteggiamenti e condotte
individuali. Tuttavia i media sono usati come capo espiatorio per scaricarvi il peso della responsabilità per il lato oscuro
di ciascuno di noi.
1.1
Le varie scienze dell’interazione mediata collocano la questione degli effetti psicologici dei mass media in tre grandi
scenari che corrispondono a tre segmenti temporali che compongono l’esperienza storica del novecento.
1. Nei primi decenni del XX secolo la maggior parte degli studiosi si riconosce nel paradigma dell’influenza
determinante. Riflettendo su come aveva operato la propaganda nel corso della prima guerra mondiale, gli
individui erano prede passive dei messaggi affidati ai comizi, manifesti, volantini e ai giornali. I mezzi operavano
come proiettili che innescavano meccanismi automatici che governavano i comportamenti delle folle. Il modello
di ricerca che esplora la capacità d’influenza attraverso le risposte che si possono fornire a cinque domande: chi
dice? Che cosa? A chi? Attraverso quale canale? Con quale risultato? (lasswell). Si capisce che l’emittente è più
attivo del ricevente e che sia possibile sottrarre l’interpretazione del contenuto. (comunicaz. Unilaterale)
2. Verso la metà del XX secolo si afferma il paradiga dell’influenza limitata. Ricerche condotte dallo psicosociologo
Lazarsfeld sui flussi elettorali affermano di dover cambiare l’efficacia dei mass media nel momento in cui
agiscono come operatori di cambiamento nelle dichiarazioni di voto. I testi mediali di politica risultano
persuasivi se passano dal filtro di speciali gatekeepers dell’attenzione, cioè persone ritenute opinion leaders.
dunque il messaggio mediale ha effetto se è avvalorato di persone degne di fiducia.
I media attivano un flusso di comunicazione a due livelli (two-step-flow) : ottenere il consenso di coloro che sono
più sensibili ai media e possono agire da leader d’opinione. Questo modello inserisce tale influenza sotto il
controllo delle interazioni interpersonali e la limita agli argomenti per cui ci sia mancanza di opinioni da parte
3. Negli ultimi decenni del XX secolo si è progressivamente affermato il paradigma dell’influenza modellatrice.
Man mano la televisione si è guadagnata una posizione assolutamente dominante fra i mass media, è cresciuta
anche la consapevolezza dell’enorme potere da essa esercitato sulla mente e sulle condotte delle persone o dei
gruppi. Prevale un atteggiamento di cautela, perché gli effetti attesi sono proiettati sul lungo termine. Le
persone e le forme di relazione tra loro sono forgiate dai media perché la maggior parte delle conoscenze sul
mondo giunge alla mente dell’uomo non dall’esperienza diretta del mondo fisico e delle relazioni con gli altri,
ma sempre più attraverso la mediazione.
1.2
La ricerca sull’influenza psicosociale dei media dimostra che un’impostazione in termini di effetti comporta l’adesione a
presupposti di ordini epistemologico:
Cercare effetti se si ritiene di poter stabile cause
Indagare sugli effetti comporta la necessità di ridurre la ricerca ai fenomeni osservabili e misurabili
Gli effetti osservabili sono intesi in termini di cambiamento , di solito peggiorativo
Tutti questi effetti sono criticabili e dunque l’unica certezza che possiamo avere sulle discussioni sulle conseguenze
attribuibili ai media è l’effetto terza persona, che consiste sulla tendenza a sovrastimare gli effetti esercitati dai media
sugli altri e a sottovalutare le influenze che i media hanno su di noi e sulla comunità cui apparteniamo. Piu che in termini
di effetti l’influenza può essere progettata in termini di alternative funzionali , sviluppando le indicazioni contenute nel
paradigma di ricerca sugli usi e gratificazioni di Kraz, Blumler e Gurevitch. È un modello importante perché sposta
l’enfasi dalla formulazione tradizionale “che cosa fanno i media alle persone” a una formulazione “che cosa fanno le
persone con i media”; questa formulazione permette di intendere le persone come partecipanti attivi nel ruolo di
audience e non massa passiva. Gli individui ricorrono ai media per divertirsi, informarsi e consolidare l’identificazione.
Tale approccio poggia su nuclei concettuali che evidenziano che l’uso dei media è :
Intenzionale ( ci sono scopi,obiettivi)
Guidato da bisogni (soddisfare attese)
Filtrato da differenze individuali
Inserito in un gioco competitivo
Consapevole ( utente ha controllo situazione)
L’influenza dei media si esercita come ORIENTAMENTO DEI PROCESSI DI ATTRIBUZIONE DI SENSO.
2
Gran parte del flusso di notizie e di relazioni in cui oggi siamo coinvolti passa attraverso il senso della vista: scrittura,
teatro, cinema, tv. Tutti i modi di comunicare sono diversi tra loro per organizzazione interna, processi psicologici e
distribuzione sociale dell’utenza. Un posto speciale spetta alla TV perché attira larghe masse, dove il suo linguaggio è
fatto di immagini parlanti che caratterizza la condizione umana marcata dalla velocizzazione dell’esperienza del mondo.
2.1
Organizzazione culturale dell’uomo cambia perché gli avvenimenti sono immessi nel regime rapidissimo delle immagini
trasmesse e commentate in tempo reale. La rivoluzione televisiva comporta per l’uomo grandissimi costi, per gli
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CAPITOLO 3
le tecnologie della comunicazione hanno costruito una rete fittissima per la trasmissione delle notizie, per cui tutti gli
eventi possono essere inutile stati sempre più vasti della popolazione mondiale. I media si offrono come finestra sul
mondo Dove però questa finestra è pur sempre ritagliata e orientata in un certo modo e su un certo mondo dove molto
spesso viene oscurata la dimensione di propaganda. Inoltre i processi di produzione di consumo delle notizie obbligano
la teoria dell'informazione, resa celebre da Shannon e Weaver, a confrontarsi con la teoria contrattuale che mira a
inquadrare qualsiasi evento comunicativo in un ottica dialogica
1
L'enorme potere dei media risiede nella loro capacità di costruire diffondere rappresentazioni temporaneamente
parzialmente condivisa, cioè modi di intendersi sulla realtà. Quel che le persone sanno su molti contesti di vita possibile
non deriva dall'esperienza diretta ma da come ne parlano i media
1.1
Stabilire quanto le rappresentazioni mediali della realtà siano attendibili è rilevante soprattutto quando riguardano
aspetti dell'identità personale e sociale. Bisogna rilevare il grado di corrispondenza tra il mondo di riferimento è la
rappresentazione fornita dei media: per esempio in molte comunità occidentali la quota di anziani supera il 21% della
popolazione mare veramente e si superano la soglia del 7% nel tempo di apparizioni sugli schermi. Dunque vediamo
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CAPITOLO 4
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CAPITOLO 5
La grande rivoluzione introdotta dal computer e ha fatto registrare nella nostra epoca uno dei più profondi cambiamenti
nell'assetto delle relazioni tra le persone nel modo di pensare delle persone. Benché venga percepita come opportunità
generale la comunicazione mediata dal computer(CMC) rendere trasparenti le disparità che affliggono l'organizzazione
attuale della società. Questa situazione di digital divide fornisce un'ulteriore conferma alla cosiddetta teoria del gap,
secondo cui ogni nuova tecnologia comunicativa produce uno slancio iniziale di democratizzazione delle opportunità che
però viene subito assorbito dalla più forte tendenza a ristabilire un nuovo scatto nella distribuzione delle risorse
simboliche.
Le differenze introdotte dai new media rispetto i mass-media tradizionali vengono presentare in termini di simulazione
dell'interattivitá propri degli incontri interpersonali.
Questa forma di interattività produce un'impressione di compresenza di coinvolgimento nella struttura di partecipazione
all'evento comunicativo che è tale da superare quella sensazione di distanza e di separatezza che caratterizza vecchie
tecnologie. A livello formale l'interattività mediata dai new media passa attraverso una ridefinizione dei rapporti tra
oralità e scrittura privilegiando la modalità di comunicazione scrit-lata. La CMC Costituisce un nuovo ambiente simbolico
capace di produrre occasioni sia di malattia che di cura, meno evidente è che essa sia anche un valido supporto
metodologico che risulterebbe impraticabile senza rete.
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Le novità della CMC consiste nella presenza di due modalità in cui si realizza il regime di comunicazione Mass mediale:
interazioni uno-molti e interazioni molti -molti, Dove l'interazione è sincronica e asincronica. Internet è la parola magica
con cui identifichiamo la rete dei computer che consente all'umanità di inquadrare il proprio rapporto con il mondo in
termini reali di villaggio globale. Il mondo è il delineato dai informazioni relazioni rese disponibili mediante una routine
semplice del cliccare, dietro cui si nascondono gli intrighi di un artefatto culturale le cui caratteristiche sono
ipermedialitá, ipertestualità e interattività.
1.1
La CMC Ci obbliga a riconsiderare il ruolo basilare del soggetto umano, collocando la prospettiva psicologica in un'ottica
neo-umanistica,Che denuncia ogni ipotesi teorica, ogni progetto pratico, di riduzionismo tecnologico. La sfera culturale
cui l'uomo accede grazie su artefatti scaturisce dalle modalità di realizzare un intreccio di valori affettivi e sociali tra le
forme del conoscere e le modalità del comunicare. La CMC Impegna la psicologia di media su un terreno di ricostruzioni
discorsiva suscettibile di molteplici interpretazioni.
1. Se di Internet rendiamo saliente il profilo informazionali, noi mettiamo in luce la capacità di memorizzare i dati
secondo procedure del caricare /scaricare. In questa prospettiva la grande novità consiste nell'informazione stessa che
non è +1 risorsa scarsa, ma hai una disponibilità talmente sovrabbondante da apparire eccessiva. Essa non va più né
cercata né trasmessa, bensì va selezionata e organizzata dove Le qualità cognitive delle persone sono pronta pizza nel
distribuire l'attenzione, flessibilità nella pianificazione e rapidità nella presa di decisione. La CMC Ha anche degli
svantaggi come l'estrema facilità di accesso alle informazioni in Internet costituisce un problema per l'uso che possono
farlo i bambini: essi possono, digitando parole come animali o giocattoli, essere indirizzati verso siti pornografici.
2. Se Internet si rende saliente il profilo relazionale, si rimane colpiti dalla facilità dei legami praticabili per cui le persone
trovano attraente postassi in tempo reale, cercarsi e radunarsi in comunità virtuali. In questa prospettiva Internet
rappresenta una sfida aperta in quanto la relazione è ambivalente perché da una parte apre molteplici spazi di libertà di
immaginazione al sei ma dall'altra a temi alla corporeità e rinserra il legame reciproco
3. Internet come progetto sociale incarnato nella storia nelle pratiche dei suoi utenti che funge da sintesi ai due
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