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Dai modelli
teorici alle applicazioni nello sport e in azienda
di Marisa Muzio , Giuseppe Riva , Luca Argenton
Franco Angeli, Milano, 2012 - Codice ISBN: 9788820406530
In breve
Gli studi sul flow nascono con l’obiettivo di
analizzare i fattori capaci di trasformare
un’esperienza momentanea in uno stato
psicologico ottimale, la cui comprensione
consente di delineare un modello di
ottimizzazione della performance che
identifica nel benessere il presupposto per
risultati eccellenti. Il testo analizza le
possibili applicazioni delle esperienze
ottimali in due specifici ambiti: lo sport,
individuale e di squadra, e il mondo
aziendale.
Marisa Muzio, Nazionale di nuoto, psicologa, affianca all'insegnamento e alla ricerca universitaria, l'attività
professionale nell'ambito della psicologia dello sport e delle organizzazioni. È ideatrice e coordina, dal 1996 al
2011, con Sandro Gamba il primo Master in Italia in Psicologia dello sport. Trasla le esperienze dello sport di
alto livello alle realtà aziendali, dando vita allo Sport Outdoor Training(r) e al Coaching by Action(r). "Psicologa
dell'anno 2008" per i successi professionali ai Giochi Olimpici di Pechino.
Giuseppe Riva insegna Psicologia della comunicazione e Psicologia e nuove tecnologie della comunicazione
all'Università Cattolica di Milano, dove dirige il Laboratorio di Studio dell'Interazione Comunicativa e delle Nuove
Tecnologie. È presidente dell'Associazione Internazionale di CiberPsicologia (i-ACToR) ed Editor europeo della
rivista scientifica "CyberPsychology, Behavior and Social Networking".
Luca Argenton, laureatosi in Psicologia con una borsa di studio per meriti accademici, svolge attività di ricerca,
formazione e consulenza in ambito aziendale e sportivo. Ha studiato presso l'University of Queensland di
Brisbane e ha conseguito un Master in Psicologia dello sport.
Indice
5
2. Flow e culture: un’analisi dei diversi contesti pag. 55
3. Bibliografia » 64
6
2. Traduzione ed adattamento italiano della FSS pag. 130
3. La ricerca con il campione italiano » 131
4. Conclusioni » 139
5. Bibliografia » 141
7
4. Flow e nuove tecnologie per l’assessment e l’empower-
ment di gruppi di lavoro pag. 209
5. Conclusioni » 213
6. Bibliografia » 215
8
Gli Autori
Sandro Gamba, Basketball Hall of Fame. Come giocatore ha vinto dieci Scudet-
ti ed è stato capitano ai Giochi Olimpici di Roma. Da C.T. della Nazionale Italia-
na ha vinto l’argento ai Giochi Olimpiaci di Mosca e l’oro agli Europei di Nantes.
9
Paolo Inghilleri, medico, specializzato in Psicologia, è Professore Ordinario di
Psicologia Sociale e Direttore del Dipartimento di Geografia e Scienze Umane
dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano. I suoi interessi di ricerca ri-
guardano la relazione tra biologia, mente e cultura, la psicologia culturale, lo stu-
dio dell’Esperienza Ottimale, la creatività, la psicologia ambientale.
Fabrizia Mantovani, è ricercatore di Psicologia Generale presso l’Università de-
gli Studi di Milano Bicocca e docente di Psicologia della Comunicazione presso la
stessa università. Collabora con il Centro Studi per le Scienze della Comunicazio-
ne (CESCOM). I suoi principali interessi di ricerca riguardano l’utilizzo di nuo-
ve tecnologie, in particolare realtà virtuale e Serious Games, per il potenziamento
delle competenze comunicative ed emotive.
Luca Milani, è ricercatore presso il Dipartimento e la Facoltà di Psicologia
dell’Università Cattolica di Milano ed è membro del Centro Ricerche sulle Dina-
miche Evolutive ed Educative (CRidee); executive editor della rivista Maltratta-
mento e Abuso all’Infanzia, si occupa di ricerca nel campo del trauma infantile
(soprattutto nell’esito di processi di parenting disfunzionale, di maltrattamento e di
abuso all’infanzia) e nel campo dell’impatto a livello cognitivo, emotivo e psicopa-
tologico dell’interazione con le nuove tecnologie multimediali in ottica life-span.
Elvis Mazzoni, è ricercatore presso la Facoltà di Psicologia dell’ALMA MATER
STUDIORUM - Università di Bologna, membro dell’Editorial Board del Journal
of Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, Assistant Editor dell’Eu-
ropean Journal of Psychology of Education e membro dei Comitati Scientifici di
vari convegni e conferenze nazionali ed internazionili (fra cui CHItaly, IADIS,
ISCAR Conference). Da tempo si occupa di evoluzione degli artefatti web e svi-
luppo delle attività umane connesse all’educazione e alla formazione e di Social
Network Analysis applicata a gruppi e reti creative.
Eleonora Riva, Ph.D., psicologa, psicoterapeuta tranasculturale, è stata assegni-
sta di ricerca in psicologia sociale presso il Dipartimento di Geografia e Scienze
Umane dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano, dove continua a col-
laborare e svolgere la sua attività di ricerca. Inoltre insegna al corso di specializ-
zazione in psicoterapia transculturale della Fondazione Cecchini Pace di Milano
e collabora con diversi servizi territoriali relativamente alla presa in carico degli
utenti immigrati di prima e seconda generazione.
Daniela Villani, è Ricercatore in Psicologia Generale presso la Facoltà di Scien-
ze dell’Educazione e della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
di Milano. I suoi principali interessi sono rivolti alla Psicologia del benessere ana-
lizzata e promossa in diversi contesti, come quello educativo, sportivo, sanitario e
professionale, anche grazie al supporto delle nuove tecnologie.
10
Prefazione
di Antonella Delle Fave
11
li), sia delle proprie caratteristiche (Abuhamdeh e Csikszentmihalyi, 2009;
Delle Fave, Massimini e Bassi, 2011).
In secondo luogo, le esperienze ottimali si differenziano a livello emoti-
vo e motivazionale in funzione delle tipologie di attività associate, le qua-
li presentano caratteristiche strutturali di complessità che ne determinano
il potenziale di opportunità di Flow e di incremento progressivo di abili-
tà individuali. I numerosi studi disponibili in questo ambito mostrano l’im-
portanza di favorire il reperimento di esperienze positive e gratificanti in
attività complesse e ricche di stimoli e sfide, oltre che di significati rile-
vanti per l’individuo e la comunità, quali il lavoro, lo studio, e le attività
di tempo libero strutturate e articolate, come quelle sportive ed artistiche.
L’esperienza ottimale infatti non è una condizione ricreativa di piacere e
rilassamento, bensì uno stato di impegno e concentrazione, nondimeno gra-
tificante in quanto associato a situazioni che stimolano interesse e creativi-
tà (Bassi et al., 2007; Bassi e Delle Fave 2011; Eisenberger et al., 2005; Sa-
lanova, Bakker e Llorens, 2006; Wanner et al., 2006).
In terzo luogo, l’esperienza ottimale incide sulle tendenze evolutive e sui
processi di cambiamento della società cui l’individuo appartiene. Infatti, le
attività connesse all’esperienza ottimale possono essere acquisite da interi
gruppi e comunità attraverso l’apprendimento sociale o gli altri canali di tra-
smissione dell’informazione, influenzando in tal modo i contenuti della cultu-
ra e la sua direzione evolutiva (Smith et al., 2002; Delle Fave e Bassi, 2009).
L’eccessiva enfasi che il modello occidentale attuale pone sul persegui-
mento di situazioni gratificanti nell’immediato, a scapito della coltivazio-
ne di conoscenze e competenze meno emotivamente attrattive ma più ric-
che di potenzialità di sviluppo, è uno dei problemi che le società affluenti
affrontano, soprattutto nel contesto educativo e lavorativo. Attività dove il
progressivo miglioramento della prestazione è un obiettivo intrinseco, co-
me lo sport, possono per contro favorire ad un tempo lo sforzo individuale
e quello cooperativo.
Per questo motivo i temi trattati nelle pagine seguenti risultano particolar-
mente attuali e pregnanti. La concettualizzazione dell’esperienza di Flow co-
me motore di crescita, e l’educazione alle sfide e all’impegno sono risorse fon-
damentali e necessarie allo sviluppo della complessità dell’individuo e della
società in cui vive. Programmi di intervento in campo preventivo, riabilitativo,
educativo ed organizzativo dovrebbero prestare maggiore attenzione alla qua-
lità dell’esperienza individuale, allo scopo di armonizzare le esigenze e poten-
zialità della persona con le strutture ed opportunità disponibili nel contesto di
appartenenza, promuovendo ad un tempo lo sviluppo del singolo, la sua inte-
grazione sociale e l’incremento della complessità della società in cui vive.
In questa prospettiva, l’impegno della psicologia positiva nell’identificare
le componenti del benessere soggettivo e nel tradurle in applicazioni nei di-
versi ambiti è sicuramente utile e necessario. È tuttavia altrettanto necessa-
12
rio uno sforzo di integrazione: le componenti del benessere devono essere
concettualizzate all’interno di una prospettiva che promuova lo sviluppo ar-
monioso e combinato di persone e comunità umane.
I diversi contributi di questo libro suggeriscono che questi obiettivi pos-
sono essere perseguiti con diverse strategie ed in diversi contesti. L’essen-
ziale è che ciascun individuo sia incoraggiato a seguire il proprio percorso
di complessità e condivisione, a usare efficacemente i propri talenti e punti
di forza, a ricercare attivamente sfide e significati nelle attività quotidiane e
a perseguire l’esercizio congiunto della libertà e della responsabilità.
Bibliografia
Abuhamdeh, S. & Csikszentmihalyi, M. (2009), “Intrinsic and extrinsic motivatio-
nal orientations in the competitive context: an examination of person-situation
interactions”, Journal of Personality, 77: 1615-1635.
Bassi, M. e Delle Fave, A. (2011), “Optimal experience and self-determination at
school: Joining perspectives”, Motivation and Emotion, DOI 10.1007/s11031-
011-9268-z.
Bassi, M., Steca, P., Delle Fave, A. e Caparra, G.V. (2007), “Academic self-effica-
cy beliefs and quality of experience in learning”, Journal of Youth and Adole-
scence, 36: 301-312.
Csikszentmihalyi, M. (1975), Beyond Boredom and Anxiety, Jossey-Bass, San
Francisco.
Delle Fave, A. e Bassi, M. (2009), “Sharing Optimal Experiences and Promoting
Good Community Life in a Multicultural Society”, Journal of Positive Psycho-
logy, 4: 280-289.
Delle Fave, A. e Massimini, F. (2005), “The investigation of optimal experience
and apathy: developmental and psychosocial implications”, European Psycholo-
gist, 10: 264-274.
Delle Fave, A., Massimini, F. & Bassi, M. (2011), Psychological Selection and
Opimal Experience across Culture. Social empowerment through personal
growth, London, Springer.
Eisenberger, R., Jones, J.R., Stinglhamber, F., Shanock, L. e Randall, A.T. (2005),
“Flow experiences at work: for high need achievers alone?”, Journal of Organi-
zational Behavior, 26: 755-775.
Salanova, M., Bakker, A.B. e Llorens, S. (2006), “Flow at work: evidence for an
upward spiral of personal and organizational resources”, Journal of Happiness
Studies, 7: 1-22.
Smith, K.D., Christopher, J.C., Delle Fave, A. e Bhawuk, D.P.S. (2002), “Post-
Newtonian metatheories in the natural sciences and in cross-cultural psycho-
logy”, in P. Boski, F.J.R. van de Vijver e A.M. Chodynicka (a cura di), New di-
rections in cross-cultural psychology, Wydawnictwo Intytutu Psychologii PAN,
Warsaw, Poland, pp. 107-125.
Wanner, B., Ladouceur, R., Auclair, A.V. e Vitaro, F. (2006), “Flow and Dissocia-
tion: examination of mean levels, cross-links, and links to emotional well-being
across sports and recreational and pathological gambling”, Journal of Gam-
bling Studies, 22: 289-304.
13
Introduzione
di Marisa Muzio, Giuseppe Riva, Luca Argenton
15
e soddisfazione. Le ricerche successive, che hanno visto come protagoni-
sti anche una serie di ricercatori italiani come Fausto Massimini, Antonel-
la Delle Fave e Paolo Inghilleri, hanno mostrato come tale esperienza non
sia limitata all’atto creativo e a una particolare cultura ma un’esperienza
universale.
Le numerose ricerche transculturali finora condotte, che hanno portato
alla campionatura di oltre 4.000 soggetti, hanno infatti dimostrato la stabi-
lità delle caratteristiche del flow indipendentemente dal contesto culturale
di appartenenza degli intervistati e la sua associazione con le più varie atti-
vità quotidiane, a condizione che esse possano rappresentare per il soggetto
delle opportunità d’azione sufficientemente complesse da richiedere impe-
gno ed applicazione delle capacità individuali a livelli elevati.
All’interno di questo contesto teorico, si colloca il volume, che rap-
presenta la naturale evoluzione di Sport: flow e prestazione eccellente.
Dai modelli teorici alle applicazioni sul campo, curato da Marisa Muzio
nel 2004 per FrancoAngeli. In esso – a partire da un’attenta analisi del-
la prestazione sportiva eccellente attraverso il modello teorico di Csikszen-
tmihalyi – risulta di particolare interesse la traduzione in lingua italiana
della Flow State Scale ed il suo utilizzo, in via preliminare, nei confron-
ti di sportivi di alto livello, con il preciso intento di trarne indicazioni
nell’ambito della preparazione mentale.
L’analisi e l’approfondimento di tali studi hanno dato origine al volume
che nasce con un triplice obiettivo. Da una parte presentare al pubblico ita-
liano le caratteristiche e i determinanti delle esperienze ottimali. In secon-
do luogo, il volume introduce e presenta alcuni dei principali strumenti di-
sponibili in italiano per la misurazione del flow. Infine, vuole descrivere e
analizzare le possibili applicazioni delle esperienze ottimali e dei diversi
strumenti di misura in due specifici ambiti applicativi: lo sport, individuale
e di squadra, e il mondo aziendale. A ciascuno di questi tre obiettivi è de-
dicata una specifica sezione del volume.
La prima Sezione, “La cornice di riferimento” comprende cinque capi-
toli che descrivono le caratteristiche e i determinanti delle esperienze ot-
timali. Nei primi due capitoli i tre curatori introducono il lettore alla vi-
sione della Psicologia Positiva e al concetto di flow. In particolare il flow
viene descritto come una sensazione olistica, caratterizzata da un’improv-
visa espansione dei confini del sé, da una destrutturazione dell’esperien-
za temporale e da un significativo incremento della percezione di control-
lo nei confronti dell’attività stessa. Nel terzo capitolo, Inghilleri e colleghi
analizzano il legame tra flow e cultura, facendo emergere l’importanza del-
le esperienze ottimali per lo sviluppo dei sistemi culturali e per la relazio-
ne tra l’individuo e la propria cultura di appartenenza. Il quarto capitolo,
realizzato da Riva G. e Mantovani, cerca invece di collegare le esperien-
16
ze ottimali ai concetti di presenza e presenza sociale, recentemente svilup-
pati all’interno della ricerca della psicologia cognitiva. Infine, il capitolo di
Gaggioli e colleghi, introduce il lettore ad un’Esperienza Ottimale di grup-
po, il Networked Flow, non presente nella riflessione originale di Csikszen-
tmihalyi ma la cui esistenza è stata suggerita da uno dei suoi allievi più no-
ti, Keith R. Sawyer.
La seconda Sezione, “Strumenti e Metodi” comprende tre capitoli che
descrivono i principali strumenti utilizzati nella valutazione delle esperien-
ze ottimali. Il sesto capitolo, realizzato da Argenton, fornisce una visio-
ne generale dei diversi metodi e strumenti realizzati da ricercatori di tut-
to il mondo. Nel settimo capitolo Diana e colleghi presenta la validazione
italiana di uno di questi strumenti, la Flow State Scale, che attraverso 36
domande e 9 scale permette di analizzare la dimensione di stato del flow,
all’interno del setting specifico in cui viene svolta una determinata attivi-
tà. Nell’ottavo capitolo Boffi e colleghi presentano invece l’adattamento ita-
liano della Dispositional Flow Scale II, un secondo strumento che misura,
sempre attraverso 36 domande e 9 scale, la dimensione di tratto del flow,
cioè la predisposizione del soggetto a sperimentare esperienze ottimali.
La terza Sezione, “Le applicazioni nello sport e in azienda”, discute in-
vece gli effetti e le applicazioni delle esperienze ottimali negli ambiti dello
sport e del mondo aziendale. Il nono capitolo, di Muzio e Argenton, descri-
ve le ricerche e le modalità di intervento sviluppate da Marisa Muzio per
identificare i “peak moments”, i momenti di eccellenza durante la loro pre-
stazione. Il decimo capitolo, sempre di Muzio e Argenton, discute invece
come utilizzare gli strumenti di misurazione delle esperienze ottimali per
valutare la performance degli atleti, anche di alto livello, in allenamento
e in gare. Il decimo capitolo, di Muzio, introduce il lettore all’utilizzo del
flow e degli strumenti per misurarlo nei processi di valutazione e di empo-
werment del personale aziendale.
Data la complessità del tema e il lavoro significativo portato avanti dai
ricercatori italiani in questo specifico settore, i tre curatori sono stati af-
fiancati nel processo di sistematizzazione dell’argomento da numerosi al-
tri colleghi qui riportati in stretto ordine alfabetico: Marco Boffi, Barbara
Diana, Andrea Gaggioli, Paolo Inghilleri, Fabrizia Mantovani, Elvis Maz-
zoni, Luca Milani, Eleonora Riva, Daniela Villani. A loro va il nostro rin-
graziamento per il lavoro e supporto offerto durante la realizzazione del
volume.
Un particolare ringraziamento va a Paolo Inghilleri che nel suo volume
“From Subjective Experience to Cultural Change” (Cambridge University
Press, New York, 1999) aveva già delineato e analizzato alcuni dei temi di-
scussi nella prima parte del volume, tra cui le dinamiche della relazione tra
cultura ed esperienze ottimali.
17
Un ultimo grazie va a Antonella Delle Fave, Past-president dell’Europe-
an Network for Positive Psychology e Editor-in-chief della rivista interna-
zionale “Journal of Happiness Studies”, per la significativa opera di ricerca
e di divulgazione a livello nazionale e internazionale sulle diverse dimen-
sioni delle esperienze ottimali. In particolare, il suo recente volume “Psy-
chological Selection and Optimal Experience Across Culture. Social Em-
powerment through Personal Growth” (Springer, New York, 2011) è stato
un continuo riferimento per i curatori durante tutte le fasi di sviluppo del
volume.
18
Sezione I - La cornice di riferimento
1. Psicologia Positiva:
verso una teoria dell’Esperienza Ottimale
di Marisa Muzio, Giuseppe Riva, Luca Argenton
21
2. Il flow: un’introduzione
di Marisa Muzio, Giuseppe Riva, Luca Argenton
1. L’esperienza di flow
35
3. Il flow in una prospettiva culturale
di Paolo Inghilleri, Eleonora Riva, Marco Boffi
Artefatti e geni
47
4. Flow e presenza: dall’esperienza soggettiva
all’esperienza personale
di Giuseppe Riva, Fabrizia Mantovani
Nei capitoli precedenti abbiamo visto come il concetto di flow sia stret-
tamente legato al concetto di Esperienza Soggettiva (Massimini & Delle
Fave, 2000). L’Esperienza Ottimale è infatti il risultato dell’esperienza sog-
gettiva in relazione alle opportunità di azione offerte dall’ambiente (chal-
lenge) e alle abilità individuali necessarie per realizzarle (skill): il soggetto
sperimenta un’Esperienza Ottimale quando percepisce livelli di challenge e
skill elevati e bilanciati tra loro (Csikszentmihalyi, 1990, 1997).
Questo approccio al flow ha però due limiti. Il primo è quello di non
considerare il contesto interpersonale in cui l’esperienza viene sperimenta-
ta (McNulty & Fincham, 2012). Infatti, come vedremo meglio nel prossimo
capitolo, esistono esperienze ottimali – come il Networked Flow – che sono
il risultato di azioni condivise (Gaggioli, Milani, Mazzoni, & Riva, 2011;
Riva, Milani, & Gaggioli, 2010). Il secondo limite è quello di essere defini-
to in maniera soggettiva e non oggettiva: quello che può essere una compe-
tenza elevata per me non è detto che lo sia per un altro.
Ma esiste la possibilità di un analisi dell’esperienza che non sia sogget-
tiva? Per rispondere a questa domanda partiamo dalla definizione del con-
cetto di “esperienza”. Secondo il Dizionario Italiano Sabatini Colletti, esi-
stono almeno due diverse definizioni di esperienza: a) Serie di avvenimenti,
di eventi, che segnano una persona; b) Conoscenza acquisita attraverso il
contatto diretto con la realtà.
Queste due definizioni hanno uno stretto legame con la distinzione tra
“Io” e “Me” con la quale Williams James distingue la nostra esperien-
za individuale (James, 1890). Con il concetto di “Io” James fa riferimento
al soggetto che agisce nel presente consapevole delle proprie percezioni: è
l’“Io” che sperimenta gli eventi e avvenimenti che sono descritti nella pri-
ma definizione di esperienza (Esperienza Soggettiva: esperienza come sog-
67
5. Networked Flow:
Esperienza Ottimale e creatività di gruppo
di Andrea Gaggioli, Giuseppe Riva, Luca Milani, Elvis Mazzoni
1. Introduzione
87
Sezione II - Strumenti e metodi
6. Flow: dalla teoria agli strumenti di valutazione
di Luca Argenton
1. Introduzione
Nella prima parte del volume abbiamo analizzato il teorico del flow, con-
testualizzandolo all’interno della cornice teorica della Positive Psychology ed
evidenziandone l’evoluzione all’interno della disciplina psicologica. In questa
seconda parte del testo, dedicata agli strumenti di valutazione, cercheremo di
introdurre i principali strumenti di misurazione dell’Esperienza Ottimale. Per
ciascuno di essi si illustreranno i presupposti teorici, la struttura, la modali-
tà di somministrazione, le procedure di analisi dei dati e le ricadute operative.
Ci si focalizzerà nello specifico sull’Experience Sampling Method
(Csikszentmihalyi, Larson, & Prescott, 1977), sul Flow Questionnaire
(Csikszentmihalyi, 1975) e sulla scale di misurazione sviluppate da Jackson
e colleghi (Jackson & Eklund, 2002; Jackson & Marsh, 1996; Jackson,
Martin, & Eklund, 2008), la Flow State Scale e la Dispositional Flow Sca-
le, nelle loro diverse versioni.
A integrazione dei capitoli immediatamente successivi, in cui saran-
no presentati i risultati del lavoro di traduzione e validazione/adattamento
in lingua italiana della Flow State Scale (FSS) e della Dispositional Flow
Scale II (DFS-2), la presentazione di queste scale sarà accompagnata da
approfondimenti di natura statistica.
107
7. La validazione italiana
della Flow State Scale - FSS
di Barbara Diana, Daniela Villani, Marisa Muzio, Giuseppe Riva
1. Introduzione
Caratteristiche generali
127
8. L’adattamento italiano
della Dispositional Flow Scale II-DFS-2
di Marco Boffi, Barbara Diana, Eleonora Riva, Paolo Inghilleri,
Luca Argenton, Daniela Villani, Marisa Muzio, Giuseppe Riva
1. Introduzione
A partire dai primi studi condotti sugli strumenti quantitativi rivolti al-
la misurazione del flow (Jackson & Marsh, 1996) Jackson e colleghi hanno
sviluppato un ampio insieme di scale rivolte a determinare varie dimensio-
ni del flow in contesti differenti (Jackson & Eklund, 2002). Spostando gra-
dualmente l’attenzione dal solo ambito sportivo a contesti precedentemen-
te inesplorati come quello musicale o dell’apprendimento on-line (Jackson,
Eklund, & Martin, 2010), gli autori hanno diversificato gli strumenti con
l’intento sia di soddisfare diverse necessità di ricerca sia di favorire le op-
portunità applicative. In particolare gli autori hanno creato due tipologie di
scale, corrispondenti alla tradizionale concettualizzazione presente in psi-
cologia che distingue tra stato e tratto. Da un lato avremo dunque le sca-
le definite state, che misurano il grado di intensità ed il pattern di fatto-
ri specifici con cui viene vissuta l’Esperienza Ottimale in una data attività.
Dall’altro vi sono invece le scale denominate dispositional, rivolte ad inve-
stigare la frequenza con cui insorge l’Esperienza Ottimale in ciascun indi-
viduo (Jackson, Kimiecik, Ford, & Marsh, 1998). Ciascuna di queste tipolo-
gie è stata declinata in tre differenti versioni: lunga, breve e core.
Le scale multidimensionali
144
Sezione III - Le applicazioni nello sport e in azienda
9. L’Esperienza Ottimale nella psicologia dello sport
di Marisa Muzio, Luca Argenton
1. Introduzione
Lo studio delle relazioni tra attività fisica e qualità della vita rappresen-
ta una delle aree di maggiore interesse per diverse discipline psicologiche,
dalla psicologia della salute a quella applicata allo sport, fino alla psicolo-
gia del ciclo di vita. L’attività motorio-sportiva influenza direttamente le
condizioni fisiche e la percezione individuale di benessere, andando a gio-
care un ruolo rilevante tra i fattori modulanti la qualità della vita (Bal Fi-
loramo, 2001; Berger & Tobar, 2007; Bize, Johnson, & Plotnikoff, 2007;
Trabucchi, 2003). Alla pratica di esercizio fisico continuativo sono associa-
ti cambiamenti positivi del tono dell’umore, dell’idea di sé e dell’autostima,
della self efficacy, l’abbassamento degli indicatori psicologici e fisiologici di
stress (per un approfondimento si vedano Penedo & Dahn, 2005), così co-
me esperienze caratterizzate da percezione di positività, gioia, benessere,
divertimento, piacere o intensità emotiva, tipiche dei peak moments.
D’altronde, lo sport e l’attività fisica rappresentano alcune fra le attivi-
tà maggiormente predisponenti l’ingresso nello stato di flow (Csikszen-
tmihalyi, 1990; Jackson & Csikszentmihalyi, 1999).
La concettualizzazione dei confini della psicologia dello sport, così come
delle aree d’indagine in cui essa si muove e delle ricadute applicative che la
caratterizzano, diviene dunque un presupposto fondamentale per comprende-
re la centralità della tematica del benessere nella prestazione sportiva.
163
10. Le nove dimensioni del flow:
dalla ricerca al campo
di Marisa Muzio, Luca Argenton
1. Introduzione
176
11. Il flow come strumento di valutazione
e di empowerment aziendale
di Marisa Muzio
1. Introduzione
198
Postfazione. Il flow: un’esperienza universale
di Sandro Gamba
1. La mia esperienza
217