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BIOLOGIA

Nel corso del secolo scorso le teorie di Mendel sono state capite dai biologi. Mendel aveva studiato la
struttura della cellula. Infatti in questo periodo furono individuati i cromosomi durante la mitosi (è un
processo di riproduzione asessuata ( è il processo che consente la formazione di nuovi organismi da un
singolo organismo, unicellulare o pluricellulare) delle cellule eucarioti (dotate di nucleo centrale al cui
interno abbiamo il DNA) grazie al quale da una singola cellula si formano 2 cellule figlie geneticamente
identiche alla progenitrice e fra loro; fasi: PROFASE(i cromosomi si spiralizzano, i filamenti di DNA
assumono la forma di bastoncelli avvolgendosi intorno a delle proteine, creando le coppie del
cromosoma(struttura a filamenti costituita da cromatina(costituta da DNA-RNA-proteine acide e basiche)
e da proteine associate), i cromatidi (unità in cui sono divisi i cromosomi) sono uniti nel centromero
all’interno del quale c’è una struttura che si occupa dell’ allontanamento delle fibre cinetocore, che
permettono ai cromosomi di ancorarsi al fuso mitoico(struttura che si occupa di separare i cromosomi e
tutto il materiale della cellula madre durante della divisione cellulare); in alcune cellule vanno a formarsi
i centrioli, dei corpuscoli che sono presenti a coppie avendo uguali caratteristiche, da essi prendono
forma le fibre del fuso, man mano che si formano spingono i centrioli verso i poli.) METAFASE (i
cromosomi sono disposti tutti su di uno stesso piano immaginario, detto piano equatoriale cellulare,
posto al centro del fuso mitotico: i cromatidi sono orientati verso i poli della cellula; ANAFASE (i
cromatidi di ogni coppia si separano all'altezza del centromero e migrano verso i poli cellulari lungo le
fibre del fuso. Ogni cromatidio costituirà un cromosoma indipendente. Anche i poli della cellula tendono
ad allontanarsi, mentre la cellula stessa tenderà ad allargarsi; TELOFASE(vede la formazione di due nuovi
involucri nucleari, all'interno dei quali sono racchiusi i due gruppi di cromosomi che andranno verso la
despiralizzazione per formare la cromatina. Vanno costituendosi anche i nucleoli(costituiti da tratti di
DNA che codificano l’RNA(acido ribonucleico) ribosomiale(organuli responsabili della sintesi proteica) da
filamenti di rrna nascente e da proteine. Il fuso mitotico tende a dissolversi: le molecole di cui è
composto serviranno per assemblare il nuovo citoscheletro delle cellule figlie. Al termine di questa fase
ogni cellula possiede lo stesso genoma(cioè un numero identico di cromosomi, ciascuno dei quali è
costituito da un solo cromatidio) e la meiosi( riproduzione sessuata( nuovo organismo tramite l’unione
di due cellule sessuali, gameti(ciascuna delle cellule sessuali destinate ad unirsi nel processo di
fecondazione),ciascuna proveniente da uno dei due genitori; processo in cui cellula eucariote con corredo
cromosomico diploide ( due coppie di cromosomi omologhi) genera 4 cellule figlie con corredo
cromosomico aploide(un solo cromosoma per ogni tipo); fasi: MEIOSI I: PROFASI I: la cellula duplica il
DNA, i cromosomi divengono visibili e il nucleolo nucleoli(costituiti da tratti di DNA che codificano
l’RNA(acido ribonucleico) ribosomiale(organuli responsabili della sintesi proteica) da filamenti di rrna
nascente e da proteine. e la membrana cellulare si dissolvono; i cromosomi omologhi formano delle
tetradi, figure formate da 4 cromatidi; cromatidi omologhi devono scambiarsi dei tratti del DNA
attraverso il crossing over; le tetradi si dispongono sul piano equatoriale ancorate attraverso i cinetocori
alle fibre del fuso; ANAFASE I: i cromosomi omologhi si separano e si distribuiscono in modo casuale
verso i poli, in numero uguale, questo processo si occupa del rimescolamento dei caratteri ereditari;
TELOFASE I: si formano i nuclei che contengono un solo cromosoma della coppia iniziale, due cellule
aploidi. MEIOSI II: PROFASE II: involucro nucleare scompare, i cromosomi, formati da due cromatidi i
cromatidi (unità in cui sono divisi i cromosomi) ciascuno, se necessario si spiralizzano; METAFASE II: le
coppie di cromatidi si allineano sul piano equatoriale della cellula; ANAFASE II: i cromatidi si separano e
vanno verso i poli della cellula lungo le fibre del fuso; TELOFASE II: si formano i nuclei, avremo 4 cellule
aploidi( gameti) contenenti un cromatidio per ciascun cromosoma omologo. Nel 1902 Sutton studiò il
processo di produzione dei gameti nei maschi di cavallette, osservando che già nel processo iniziale della
meiosi i cromosomi risultavano appaiati ed erano identici. Sutton mise a confronto le sue osservazioni con
la legge di Mendel e così formulò l’ipotesi che i cromosomi fossero i portatori dei geni(unità ereditaria
fondamentale degli organismi viventi) e che i due alleli(due o più forme alternative dello stesso gene che
si trovano su ciascun cromosoma omologo) di ogni gene si trovassero sui cromosomi omologhi, inoltre
suppose che gli alleli rimanessero indipendenti e si separassero durante la meiosi I (quando si separano i
cromosomi omologhi), durante la fecondazione con la fusione di gameti si possono trovare nuove
combinazioni di alleli. La legge di Mendel afferma che gli alleli di geni differenti segregano ( si separano
l’uno dall’altro) indipendentemente. Questa è giusta solo nel momento in cui i due geni non fossero situati
sullo stesso cromosoma ma, se questo accade, durante la meiosi finiscono sullo stesso gamete a meno che
non siano stati separati in precedenza nella fase del crossing over. Sutton allora dice che i geni sono portati
dai cromosomi. Il cancro era dovuto a errori avvenuti nel corso della mitosi, con conseguenza creazione di
cariotipi anomali. TEORIA CROMOSOMICA= I GENI SI TROVANO SUI CROMOSOMI.

Gli esperimenti fatti sugli incroci del moscerino della frutta ci hanno permesso di dimostrare che certi
caratteri ereditari dipendono dal sesso, cioè che i geni che li determinano si trovano sui cromosomi
sessuali. In un organismo diploide sono presenti in coppia: I cromosomi di tutte le coppie, tranne una, sono
simili tra loro nei maschi e nelle femmine e sono detti autosomi(che non partecipano alla determinazione
del sesso), mentre i cromosomi della coppia che fa eccezione sono eguali sono in uno dei due sessi e sono
chiamati cromosomi sessuali. Nei mammiferi (anche nella specie umana) la femmina ha due cromosomi
uguali XX mentre il maschio ha X( uguale al cromosoma della femmina) Y, cromosoma molto più piccolo, XY.
Quando nella meiosi si formano i gameti metà degli spermatozoi possiede X e l’altra metà Y, prodotti dalla
femmina cromosoma X. Sesso della prole dipende se il cromosoma della femmina viene fecondato dal
cromosoma portatore X o Y (stessa probabilità).

I geni che si trovano sui cromosomi sessuali portano informazioni ereditarie che sembrano non seguire le
leggi di Mendel; in questo caso si parla di caratteri legati al sesso. Morgan prese come esempio il moscerino
della frutta : il primo obbiettivo fu quello di trovare eventuali differenze genetiche tra i vari moscerini
impiegati sull’esperimento d’incrocio. Colore degli occhi rosso brillante ( una femmina con gli occhi rossi fu
incrociata con un maschio di occhi bianchi(che era recessivo), poi incrociò tutti gli individui di prima
generazione e notò che solo i maschi avevano gli occhi bianchi. Formula l’ipotesi che il gene per il colore
degli occhi fosse presente solo sul cromosoma X, infatti il cromosoma Y porta pochissime informazioni
genetiche. L’allele per “occhi bianchi” era recessivo, dato che tutti i moscerini della prima generazione
avevano gli occhi rossi. Quindi una femmina eterozigote(individuo in cui uno o più caratteri sono
determinati da coppie di alleli diversi) ha sempre gli occhi rossi. Mentre un maschio che ha l’allele occhi
bianchi sul cromosoma X avrà sempre gli occhi bianchi, siccome non è presente nessun allele sul
cromosoma Y. Maschio emizigote siccome ha la metà delle informazioni genetiche rispetto alla femmina.

CROMOSOMA:

Struttura filamentosa e allungata costituita da cromatina, presente nel nucleo delle cellule animali e
vegetali e visibile solamente durante la fase di divisione cellulare (mitosi e meiosi); consiste in una sola
lunga molecola di DNA (o, in alcuni virus, di RNA) e proteine associate, tranne che nelle cellule procariote e
nei virus, nei quali non è presente la parte proteica; ha una tipica forma a bastoncino ed è composto da due
cromatidi uniti in corrispondenza del centromero; il numero, la forma e la grandezza dei cromosomi sono
costanti per ogni specie (nell'uomo sono 46); così chiamato perché questi corpuscoli sono evidenziabili
mediante colorazioni.

ZIGOTE:

In biologia, la cellula uovo fecondata che risulta dall'unione e fusione del gamete maschile e di quello
femminile nella riproduzione sessuale; possiede un corredo diploide, derivante dalla fusione dei corredi
cromosomici aploidi dei due gameti.
OMOZIGOTE: ha una coppia di alleli uguali

ETEROZIGOTE: ha gli alleli diversi su un gene

geni(unità ereditaria fondamentale degli organismi viventi) e che i due alleli(due o più forme alternative
dello stesso gene che

LE TRE LEGGI DI MENDEL

1 LEGGE: Legge della dominanza dei caratteri o della uniformità degli ibridi (Individuo animale o vegetale
proveniente da un incrocio di genitori appartenenti a razze diverse (i meticci) o a specie diverse)

Incrociando tra loro individui che differiscono per un solo carattere, si ottengono alla prima generazione
ibridi tutti uguali. Indicando gli alleli con le lettere dell'alfabeto e precisamente con A il carattere dominante
e con a il carattere recessivo.
Alla prima generazione (F1) tutti i discendenti hanno il colore di uno solo dei genitori: questo carattere
venne chiamato dominante, l’altro recessivo.
-Alla seconda generazione (F2) per autoimpollinazione, ricompare il carattere recessivo in un rapporto di
3:1.

2 LEGGE: Legge della segregazione

Alla seconda generazione, ottenuta incrociando tra loro gli ibridi della prima, gli alleli che controllano un
determinato carattere si separano (segregano) e vengono trasmessi a gameti diversi. Si ottengono 1/4 degli
individui con il carattere recessivo e 3/4 con il carattere dominante. Di questi ultimi 2/3 sono eterozigoti,
1/3 è omozigote. alleli (due o più forme alternative dello stesso gene che si trovano su ciascun
cromosoma omologo)
3 genotipi (caratteristiche genetiche di un organismo) diversi che corrispondono a 2 fenotipi. (caratteristiche
morfologiche dell’individuo)
FF: genotipo omozigote dominante fenotipo dominante (fiore viola)
Ff: genotipo eterozigote fenotipo dominante (fiore viola)
ff: genotipo omozigote recessivo fenotipo recessivo (fiore bianco)

Il quadrato di Punnett
Il Quadrato di Punnett mostra le possibili combinazioni gametiche e la
frequenza con cui esse si manifestano. E’ una tabella che riporta sui 2 lati gli alleli che ciascun genitore,
padre o madre, può trasmettere alla progenie e la probabilità di essere contenuti nei gameti.
LL ll Ll : 3 possibili genotipi
¼ omozigoti dominanti LL
½ eterozigoti Ll
¼ omozigoti recessivi (ll)
1/4: 2/4: 1/4 ovvero 1:2:1 in quanto gli omozigoti dominanti e gli eterozigoti
hanno entrambi fenotipo dominante
1:2:1 rapporto genotipico

3 LEGGE: Legge dell'assortimento indipendente

Mendel eseguì anche INCROCI DIIBRIDI, ovvero tra piante che differivano contemporaneamente per 2
caratteri, per esempio liscio e giallo, rugoso e verde. (LLGG, llgg). Sono possibili 4 combinazioni di
gameti per ciascun individuo in quanto i 2 caratteri non segregano insieme. -Le piante a seme liscio e
giallo hanno genotipo doppio omozigote dominante (LLGG)
-Le piante a seme rugoso e verde hanno genotipo doppio omozigote recessivo (llgg)
-Le piante della F1 mostravano entrambi i caratteri controllati dagli alleli
dominanti, cioè semi lisci e gialli, esse hanno genotipo eterozigote sia per la forma che per il colore del
seme (LlGg) e tutte hanno lo stesso fenotipo.
-Incrociando le piante della F1 ricomparivano gli alleli recessivi e oltre ai
fenotipi parentali (seme liscio e giallo, rugoso e verde) comparivano fenotipi ricombinanti (semi gialli e
rugosi e verdi e lisci).

Se si incrociano due elementi differenti per più caratteri (ad esempio


differenti per il colore e per la forma del seme), si può osservare che
ciascun carattere compare indipendentemente dagli altri.

-Se l’individuo a fenotipo dominante è omozigote, la progenie della F1 avrà tutta genotipo eterozigote e
quindi fenotipo dominante
-Se l’individuo a fenotipo dominante è eterozigote, la progenie della F1 sarà costituita da individui per metà
a fenotipo dominante (genotipo eterozigote) e per metà a fenotipo recessivo (genotipo omozigote
recessivo).

MALATTIE GENETICHE E ALBERI GENEALOGICI

MALATTIE AUTOSOMICHE POSSONO ESSERE DOMINANTI O RECESSIVE

Poiché Mendel non eseguiva incroci applicabili alla genetica umana, quest’ultima può solo sullo studio delle
genealogie. In una famiglia con due figli c’è la possibilità che ciascuno di essi potrebbe essere (AA-omozigoti
dominante); (aa-omozigote recessivo); (Aa-eterozigote). Per sapere se un allele raro sia dominante o
recessivo bisogna fare ricorso all’’albero genealogico, un albero familiare che mostra la comparsa di un
fenotipo in molte generazioni di individui. Trasmissione ereditaria di un allele
dominante=ogni persona malata ha un genitore malato, circa metà dei figli di un genitore malato è malata,
il fenotipo compare con la stessa frequenza nei due sessi. Trasmissione ereditaria di un allele
recessivo= le persone malate hanno di solito due genitori sani, nelle famiglie colpite dalla malattia circa un
quarto dei figli di genitori sani è malato, il fenotipo compare con la stessa frequenza nei due sessi.
Entrambe le genealogie sono relative a malattie dette autosomiche, poiché i geni responsabili si trovano
su uno dei 22 cromosomi non sessuali.

MALATTIE GENETICHE UMANE- AUTOSOMICHE(DOMINANTI-RECESSIVE),NON LEGATE AI CROMOSOMI


SESSUALI (X,Y)

L’EREDITARIETA’ LEGATA AL SESSO SI MANIFESTA ANCHE IN ALCUNE MALATTIE

Nella specie umana il cromosoma X porta un numero maggiore d geni rispetto al cromosoma Y, ad esempio
i peli sulle orecchie sono presenti solo sul cromosoma Y. L’ereditarietà dei caratteri recessivi legati al
cromosoma X è studiata per alcune malattie: le femmine eterozigote, portatrici sane, grazie alla presenza
dell’allele sano dominante permette alle cellule di svolgere normalmente le proprie funzioni; i maschi,
invece, manifestano la malattia , poiché il cromosoma Y è privo dell’allele per quel carattere e quindi hanno
un solo allele. Uomo sano+ donna portatrice sana= figlie
femmine= 50 per cento portatrici e 50 per cento sane; figli maschi= 50 per cento sani e 50 per cento
malati; Donna=manifestare malattia solo se ha un genotipo di omozigote recessivo, possibile solo se
eredita un cromosoma X portatore del gene recessivo da entrambi i genitori.

IL DALTONISMO

Consiste nell’incapacità di percepire in modo scorretto alcuni colori, come il rosso e il verde. Maschi= ha un
gene difettoso per il riconoscimento del colore verde e rosso; femmine= se eterozigoti non mostrano la
malattia, se invece sono omozigoti recessive manifestano la malattia.

L’EMOFILIA

Consiste in un gruppo di malattie in cui il sangue non coagula normalmente. La coagulazione avviene grazie
a dei fattori proteici, e la non capacità di coagulare il sangue rende difficili anche la cicatrizzazione di ferite
anche superficiali che si possono trasformare in emorragia. Le femmine non manifestano la malattia ma la
possono trasmettere ai figli maschi.

L’ALBINISMO

L’albinismo non è una vera malattia ma piuttosto un’anomalia; chi ne è colpito presenta una pelle candida
ed occhi rossi provocati dalla mancanza di un pigmento, la melanina. Il difetto non è legato ai cromosomi
sessuali.

LA DISTROFIA MUSCOLARE DI DUCHENNE

Provoca una grave insufficienza dei muscoli volontari, che porta la persona sulla sedia a rotelle. La malattia
è prevalentemente maschile che manifestano i primi problemi già da piccoli e non riescono a riprodursi e
quindi non trasmettono alle figlie il cromosoma X con l’allele malato. La distrofina è una proteina che
costituisce un collegamento tra citoscheletro e matrice extracellulare, che è assente o difettosa nel
paziente malato. L’utrofina è una proteina che è presente in alcuni farmici che compensa l’assenza della
distrofina.

LA DISTROFIA DI BECKER

Anche questa malattia è legata ad una mutazione di un gene sul cromosoma X che codifica la distrofina,
struttura anomala e poco funzionale.

LA SINDROME DELL’X FRAGILE


In metafase, il cromosoma X sembra avere un punto di rottura a livello del braccio lungo. E’ più presente
nei maschi e nelle femmine 1/3 delle femmine eterozigote, perciò è da considerarsi parzialmente
dominante.

CARENZA DI UN ENZIMA NEI GLOBULI ROSSI

Non comporta grandi problemi ma nel caso in cui un malato assume dei farmaci sulfamidici, inibiscono
l’enzima e questo diventa così grave da portare alla distruzione dei globuli rossi=emolisi. Questa malattia
viene chiamata favismo= il legame tra le fave e l’emolisi è dato dalla presenza di alcuni composti presenti
all’interno del legume principalmente nel Mediterraneo.

LE MAPPE CROMOSOMICHE

GENI POSTI SULLO STESSO CROMOSOMA APPARTENGONO A UN GRUPPO DI ASSOCIAZIONE

Muller scoprì che esporre le drosofile ai raggi X aumentava notevolmente la velocità con cui avvenivano le
mutazioni. Anche la luce ultravioletta agivano da agenti in grado di produrre mutazioni. Se gli alleli di due
geni differenti sono sullo stesso cromosoma, durante la meiosi finiranno entrambi sullo stesso gamete. I
geni che vengono ereditati insieme perché sono posti sullo stesso cromosoma sono detti associati poiché
appartengono allo stesso gruppo di associazione. In tutti gli organismi studiati il numero di gruppi di
associazione coincide con il numero di coppie cromosomiche e queste rende ancora più reale
l’affermazione che i geni si trovassero sui cromosomi.

ALCUNE RICOMBINAZIONI GENETICHE SI SPIEGANO CON IL CROSSING OVER

Ci può essere uno scambio di alleli tra cromosomi omologhi, cioè che gli alleli si potessero ricombinare. Il
crossing over, lo scambio di parti di cromosomi omologhi, avviene nella profase della meiosi I. Se uno solo
dei 2 geni andasse incontro a ricombinazione, Il fenotipo risultate corrisponderebbe a quello che ci si
aspetterebbe se 2 geni si trovassero su 2 cromosomi diversi.

MEDIANTE STUDI SULLE RICOMBINAZIONI SI POSSONO COSTRUIRE LE MAPPE CROMOSOMICHE

Dopo la scoperta del crossing over divenne chiaro che i geni sono portati dai cromosomi e che occupano un
posto ben preciso. E inoltre che gli alleli di ogni gene deve occupare un luogo corrispondente sui
cromosomi omologhi. La percentuale di ricombinazione tra due geni era diversa dalla ricombinazione di
altri due geni. Sturtevant intuì che la percentuale di ricombinazione fosse condizionata anche dalla distanza
fisica fra i geni che si ricombinano. Se analizziamo l’unione di due moscerini , per scoprire la distanza fra i
geni è sufficiente riconoscere il numero dei discendenti ricombinanti, ad esempio su 1000, 300 discendenti
sono ricombinanti i geni disterebbero 30 mu. Il crossing over non avviene in modo uguale in tutte le regioni
del cromosoma quindi non si può venire a conoscenza di una distanza certa e reale.

I CROMOSOMI GIGANTI FURONO SCOPERTI NELLA SALIVA DI DROSOFILA

I primi cromosomi giganti furono scoperti da Balbiani nelle ghiandole salivari di un insetto simile alle
mosche e alle zanzare. Nel 1933, i cromosomi giganti vennero trovati anche nelle ghiandole delle larve di
Drosophila ed erano caratterizzate da bande traversali chiare e scure. Questa informazione permise agli
scienziati di studiare meglio le variazioni nella struttura dei cromosomi stessi. Osservando le bande si venne
a scoprire in che punti precisi avvenivano determinate variazioni della struttura cromosomica. Questo
studio fornì ancora più certezza nell’ipotesi di Sturtevant che diceva che i geni sono presenti sui cromosomi
in una sequenza lineare.

LA STRUTTURA DEL DNA

Il DNA è un polimero di nucleotidi e ogni nucleotide era formato da tre componenti:


1)una molecola di desossiribosio, uno zucchero a 5 atomi di carbonio;

2)un gruppo fosfato;

3)una base azotata, molecola organica

TRA I 4 NUCLEOTIDI LA SOLA DIFFERENZA E’ LA BASE AZOTATA INFATTI IL GRUPPO FOSFATO E IL


DESOSSIRIBOSIO RESTANO FISSI.

Le basi azotate si dividono in purine (guanina e adenina), pirimidine (citosina e timina) * LA TIMINA SI
TROVA SOLO NEL DNA INVECE MENTRE L’URACILE SOLO NEL RNA.

LA LEGGE DI CHARGAFF

1)La composizione percentuale delle basi del DNA è diversa da una specie all’altra;

2)campioni di DNA isolati da tessuti diversi di organismi della stessa specie mostrano la stessa composizione
di basi;

3)la composizione percentuale delle basi non è influenzata dall’età dell’organismo, dal suo stato di
nutrizione o dalle condizioni ambientali;

4) la quantità di adenina è uguale a quella della timina e la quantità di citosina è uguale a quello della
guanina, quindi la quantità totale delle purine è = alla quantità totale di pirimidine

WATSON E CRICK

Sebbene il progetto di Watson e Crick riguardasse le proteine, entrambi erano curiosi di studiare la genetica
custodita dal DNA. Iniziarono ad elaborare un modello tridimensionale della molecola di DNA:

1)le analisi delle immagini ai raggi mostravano che la molecola di DNA aveva la forma di un’elica destrogira;

2) nella molecola c’erano due catene polinucleotidiche affiancate

3) grazie alla regola di Chargaff si era a conoscenza che la quantità totale delle purine fosse pari a quella
delle pirimidine.

LA REPLICAZIONE DEL DNA

Il fatto che ci fosse uno specifico appaiamento delle basi, suggeriva un possibile meccanismo di replicazione
per il materiale genetico. La replicazione del DNA è di tipo semiconservativo poiché le due molecole
neoformate di DNA contengono un filamento vecchio e uno neosintetizzato. La replicazione avviene
durante 2 fasi. Nella 1 fase gli enzimi elicasi e topoisomerasi spezzano i legami a idrogeno tra le coppie di
basi appaiate e despiralizzano la doppia elica di DNA ( i due filamenti si allontanano e fanno da stampo per
la sintesi dei nuovi filamenti). Nella 2 avviene la sintesi dei nuovi filamenti grazie al DNA polimerasi, enzimi
che aggiungono i nucleotidi all’estremità dei filamenti in formazione, saldandoli mediante legami
fosfodiesterici.

LA LEGGE COMPLEMENTARE

ADENINA SI LEGA SEMPRE CON LA TIMINA; GUANINA SI LEGA SEMPRE CON LA CITOSINA. QUINDI NEL
MOMENTO DELLA REPLICAZIONE DEL DNA SE SUL FILAMENTO STAMPO è PRESENTE UN NUCLEOTIDE CON
BASE AZOTATA T, SUL NUOVO FILAMENTO SOLO LA BASA AZOTATA A POTRA’ PRENDERE IL SUO POSTO. E
GRAZIE A QUESTO PROCESSO AVREMMO DUE COPIE IDENTICHE FRA LORO E IDENTICHE ALLA MOLECOLA
ORIGINARIA.
Nelle cellule eucariotiche la replicazione del DNA è eseguita dalla mitosi, mentre nelle cellule sessuali (ad
esempio gameti) nella meiosi.

LA REPLICAZIONE E’ CATALIZZATA DAL COMPLESSO DI REPLICAZIONE ED E’BIDIREZIONALE

La replicazione del DNA avviene quando un complesso proteico ovvero complesso di replicazione si lega ad
una specifica sequenza di basi (origine di replicazione). Da qui il DNA si replica in entrambe e direzioni e
forma una bolla di replicazione. All’estremità della bolla ci sono i due vecchi filamenti che stanno per
essere sintetizzati, la forma della molecola e a Y ed è detto forcella di replicazione. La replicazione avviene
in due direzioni opposte rispetto al punto di origine, perciò è definita bidirezionale. Quando la sintesi è
completata si sono formate due catene a doppio filamento che si separano in due nuove doppie eliche con
uno vecchio e un nuovo filamento. E’ il DNA che scorre invece il complesso di replicazione resta fermo
ancorato a strutture nucleari. Nelle cellule eucariotiche, contenenti più DNA rispetto alle cellule
procariotica, ha più origini di replicazioni; quindi la replicazione sarà di tutto il cromosoma sarà completata
quando tutte le bolle si fondono tra di loro. Ci sono proteine chiamate SSB (single strand binding) che si
attaccano ai filamenti per tenerli separati, in questo modo si da spazio all’inizio della nuova fase ovvero
l’effettiva sintesi del nuovo filamento. (Per evitare che si formi la doppia elica)

I DUE FILAMENTI DELLA DOPPIA ELICA SI REPLICANO CON VELOCITA’ E MODI DIVERSI

Le DNA polimerasi sono enzimi molto grandi (come una mano: nel palmo c’è il sito attivo dell’enzima e
avvicina i nucleotidi allo stampo; dita= le basi nucleotidiche.) In alcuni batteri esistono 5 tipi di DNA
polimerasi, coinvolte nei diversi processi cellulari tra cui la replicazione e la riparazione del DNA. Le DNA
polimerasi sono in grado di allungare una catena polinucleotidica ma non riescono ad iniziare dal nulla una
nuova catena. Per questo hanno bisogno di un primer, ovvero una breve sequenza di RNA, sintetizzata
dall’enzima RNA primasi, che al termine della replicazione viene rimossa e sostituita da DNA. Le DNA
polimerasi lavorarono in una sola direzione, infatti aggiungono nucleotidi solo all’estremità di una catena. I
due filamenti procedono in modo diverso:
-uno è detto veloce, può allungarsi in maniera continua senza interruzioni, estremità libera 3;
-l’altro è detto lento procede in modo discontinuo e a ritroso, ed opera sui singoli segmenti relativamente
piccoli del DNA; questi frammenti sono detti frammenti di Okazaki.
Sul filamento veloce il primer è unico e si trova all’inizio della catena da replicare; mentre sul filamento
lento i primer sono molteplici e si trovano di volta in volta in prossimità della forcella di replicazione (la
struttura a Y della molecola). Questo avviene poiché la DNA polimerasi non può catalizzare la sintesi dei
frammenti di Okazaki se non trova un punto di attacco sul filamento da replicare; man mano la doppia elica
di DNA stampo si srotola, la DNA polimerasi sintetizza i frammenti muovendosi in direzione opposta a
quella in cui si muove la forcella. Dopo essere usati i primer vengono eliminati e vengono sostituiti dal DNA
definitivo, i vari frammenti vengono legati dall’enzima DNA ligasi e da origine ad un unico filamento unico.

IL CONTROLLO DELLA REPLICAZIONE E’ ATTUATO DALLA SELEZIONE DELLE BASI E DAL PROOFREADING

Il primo meccanismo di controllo è la selezione delle basi: le DNA polimerasi sono in grado di formare il
legame fosfodiesterico tra due nucleotidi solo se sono appaiati correttamente ai loro nucleotidi
complementari sul filamento stampo. Per determinare se sono nucleotidi sbagliati o corretti c’è bisogno
anche della geometria delle coppie di basi A e T, e G e C. I nucleotidi sbagliati possono creare legami a
idrogeno con un’altra base presente nello stampo, ma non può entrare nel sito attivo della DNA polimerasi
(vengono scartati prima che si formi il legame fosfodiesterico).

Il secondo meccanismo è basato sulla capacità della DNA polimerasi di controllare ogni nucleotide dopo
che è stato aggiunto. Se è stato inserito un nucleotide non corretto, l’enzima riposiziona il filamento di DNA
in formazione, rimuove il nucleotide sbagliato e prende al suo posto quello giusto: questo processo è detto
proofreading o correzione di bozze.
LE MUTAZIONI:
IL DNA SPESSO PUO’ ESSERE DANNEGGIATO PER CAUSE SPONTANEE O INDOTTE.
QUESTI SI DEFINISCONO MUTAZIONI. QUELLE SPONTANEE SI FORMANO A CAUSA DI
ERRORI NEL PROCESSO DI REPLICAZIONE, INVECE QUELLE INDOTTE SONO CAUSATE
DA AGENTI CHIMICI O FISICI.
QUESTO TIPO DI MUTAZIONI PUO’ PROVOCARE DEI PROBLEMI ALLA STRUTTURA
DEL DNA, CHE NON RIESCE PIU’ A REPLICARSI E A SVOLGERE LE SUE FUNZIONI. PER
QUESTO MOTIVO, ACCANTO AI MECCANISMI DI CONTROLLO CHE AGISCONO
DURANTE LA REPLICAZIONE, CI SONO I SISTEMI DI RIPARAZIONE. QUINDI LA
RIPARAZIONE DEL DNA E’ POSSIBILE POICHE’ E’ FORMATO DA DUE FILAMENTI
COMPLEMENTARI, QUINDI QUELLO DANNEGGIATO SU UN FILAMENTO PUO’ ESSERE
SOSTITUITO.
SISTEMA MISMATCH:
LA RIPARAZIONE AVVIENE GRAZIE AL SISTEMA MISMATCH REPAIR, CHE HA IL
COMPITO DI TROVARE GLI APPAIAMENTI SCORRETTI E IDENTIFICARE QUELE
FILAMENTO E’ DA RIPARARE.
LE PROTEINE DEL SISTEMA AGISCONO SULLE BASI ANOMALE CHE SI FORMANO
DOPO L’ESPOSIZIONE AI RAGGI ULTRAVIOLETTI.
LA REPLICAZIONE DEL DNA GRAZIE AL PCR:
NE 1986 IL BIOCHIMICO STATUNITENSE MULLIS, ATTUO’ UNA TECNICA PER
REPLICARE IL DNA IN PROVETTA. QUESTA TECNICA E’ CHIAMATA REAZIONE A
CATENA DELLA POLIMERASI. PER REALIZZARE QUESTA TECNICA BISOGNA DISPORRE
DI UNA SOLUZIONE CHE ABBIA:
-UN CAMPIONE DI DNA A FILAMENTO DOPPIO
-DUE PRIMER DI DNA A FILAMENTO SINGOLO
-I 4 DESOSSIRIBONUCLEOSIDI
-UNA DNA POLIMERASI CHE RESTITE A TEMPERATURE ELEVATE SENZA
DANNEGGIARSI.
IN QUESTO PROCESSO POSSIAMO DISTINGUERE 3 FRASI:
-LA DENATURAZIONE, DOVE SI RISACALDA LA SOLUZIONE PER SEPARARE I DUE
FILAMENTI
-POI C’E’ LA RINATURAZIONE DOVE LA SOLUZIONE SI RAFFREDDA
-INFINE C’E’ LA FASE DI ALLUNGAMENTO, DOVE L’ENZIMA POLIMERASI AGGIUNGE
AI NUCLEOTIDI UN PRIMER, CHE SINTETIZZA IL NUOVO FILAMENTO DI DNA
COMPLEMENTARE.
I GENOMI:
ILPATRIMONIO GENETICO DI UNA CELLULA PROCARIOTICA E’ UN CROMOSOMA
CIRCOLARE COSTITUITO DA UNA SOLA MOLECOLA. OLTRE AL DNA CROMOSOMICO,
MOLTI BATTERI POSSIEDONO ALTRE MOLECOLE CIRCOLARI CHIAMATE PLASMIDI,
CHE SI REPLICANO AUTONOMAMENTE, E IN UNA CELLULA POSSIAMO TROVARNE
CIRCA 50 COPIE.
IL GENOMA DELLE CELLULE EUCARIOTICHE E’ PIU’ GRANDE RISPETTO A QUELLE
PROCARIOTICHE ED E’ SUDDIVISO IN NUMEROSI CROMOSOMI LINEARI. LA
MAGGIOR PARTE DEGLI EUCARIOTI E’ COSTITUITA DA ORGANISMI PLURICELLULARI.
INOLTRE NEL GENOMA EUCARIOTICO SONO PRESENTI MOLTE SEQUENZE RIPETUTE,
OVVERO SEQUENZE DI NUCLEOTIDI PRESENTI IN PIU’ DI UNA COPIA.
GRAN PARTE DEL DNA SVOLGE FUNZIONI ANCORA SCONOSCIUTE
I PRIMI STUDI ESEGUITI SUL DNA DELLE CELLULE EUCARIOTICHE HANNO RIVELATO
DUE COSE INTERESSANTI:
-OGNI CELLULA CONTIENE LA STESSA QUANTITA’ DI DNA
-IN TUTTE LE CELLULE EUCARIOTICHE E’ PRESENTE UNA GRANDISSIMA QUANTITA’
DI DNA LE CUI FUNZIONI NON SONO CONOSCIUTE.
SEQUENZE RIPETUTE NEL DNA EUCARIOTICO
NEGLI EUCARIOTI IL DNA E’ FORMATO DA SEQUENZE RIPETUTE, CHE SI DIVIDONO
IN:
-RIPETIZIONI BREVISEQUENZE DIFFUSE IN TUTTI I CROMOSOMI E FORMANO IL
COSIDDETTO DNA MICROSATELLITE
-SEQUENZE MODERATEUNA PARTE DI QUESTE SEQUENZE NON E’ INTEGRATA IN
MODO STABILE NEL DNA, E SONO DETTE ELEMENTI TRASPONIBILI
-SEQUENZE RIPETUTESONO LE PIU’ NUMEROSE E NELL’UOMO COSTITUISCONO IL
10% DEL DNA.
L’INTERFASE:
DURANTE L’INTERFASE IL DNA SI TROVA SOTTO FORMA DI CROMATINA, UNA
SOSTANZA COLORATA PRESENTE NEL NUCLEO. LA CROMATINA E’ FORMATA DA
FIBRE FORMATE DI PROTEINE , E LE PIU’ IMPORTANTI SONO GLI ISTONI. GLI ISTONI
SONO MOLTO RICCHI DI AMMINOACIDI, CHE INTERAGISCONO CON IL DNA.
ESISTONO DUE TIPI DI CROMATINA:
-L’EUCROMATINA APPARE PIU’ SPARSA E MENO COLORATA
-L’ETEROCROMATINA CHE SI COLORA INTENSAMENTE.
LA SPIRALIZZAZIONE DEL DNA
LA SPIRALIZZAZIONE DEL DNA SI FROMA ATTRAVERSO UN RIPIEGAMENTO CHE
AVVIENE SU DIVERSI LIVELLI.
IL PRIMO LIVELLO CORRISPONDE ALL’AVVOLGIMENTO DEL DNA ATTORNO AGLI
ISTONI. E L’AVVOLGIMENTO ATTORNO AGLI ISTONI, RENDE IL DNA MOLTO PIU’
COMPATTO. LE UNITA’ STRUTTURALI SONO CHIAMATE NUCLEOSOMI.
PER IMPEDIRE L’ACCORICIAMENTO LE ESTREMITA’ DEI CROMOSOMI EUCARIOTICI
PRESENTANO TRATTI DI DNA CHIAMATI TELOMERI.
LA PERDITA DI TELOMERI E’ UNO DEI MOTIVI PER CUI LE CELLULE NON DURANO PER
TUTTA LA VITA. PER QUANTO RIGUARDA LE CELLULE CHE SI DIVIDONO DI
CONTINUO ESISTE UN ENZIMA, OVVERO LA TELOMERASI. QUESTO ENZIMA E’
PRESENTE NEL 90% DELLE CELLULE TUMORALI UMANE. LA PRIMA SPIRALIZZAZIONE
AVVIENE QUANDO IL DNA SI AVVOLGE ATTORNO AGLI ISTONI, ISTONI+DNA=UNITA’
ORGANIZZATIVE DELLA CROMATINA, FORMANO I NUCLEOSOMI. I NUCLEOSOMI
SONO COME DELLE PERLE DI UNA COLLANA. UN NUCLEOSOMA E’ FORMATO DA
OTTO ISTONI+ UN TRATTO DI DNA DI 200 BASI.
IL LEGAME TRA ISTONI E DNA NON E’ CASUALE, INFATTI CORRISPONDE A SEQUENZE
DI APPAIAMENTI ADENINA= TIMINA. LA POSIZIONE DEI NUCLEOSOMI E’
CONTROLLATA DA PROTEINE. I NUCLEOSOMI RENDONO IL DNA PIU’ COMPATTO.
GRAZIE ALLA PRESENZA DI UNA RETE FILAMENTOSA DI PROTEINE, LA FIBRA SI
COMPATTA E HA DELLE ANSE DETTE DOMINI AD ANSA, CHE SI SPIRALIZZANO PER
DARE ORIGINE A CROMOSOMI.
I TELOMERI
CONSIDERANDO LA REPLICAZIONE DEL FILAMENTO LENTO, PER AGGIUNTA DEI
FRAMMENTI DI OKAZAKI AI PRIMER DEL RNA. QUANDO QUESTO VIENE RIMOSSO, IL
PRIMER TERMINALE NON PUO’ ESSERE SOSTITUITO DA DNA. QUINDI OGNI
CROMOSOMA HA ALLA FINE UN TRATTO DI DNA A FILAMENTO SINGOLO. SI
ATTIVANO GLI ENZIMI CHE TAGLIANO VIA IL TRATTO A FILAMENTO SINGOLO CON
UN PO’ DI DNA A FILAMENTO DOPPIO. QUANDO IL DNA VIENE DANNEGGIATO DA
AGENTI ESTERNI PRESENTA DELLE ROTTURE CHE SONO RIPARATE DALL’AZIONE
COMBINATA DELLA DNA POLIMERASI E DELLA DNA LIGASI. GLI ENZIMI POSSONO
CONFONDE ROTTURE PER CROMOSOMI E COSI’ POSSONO DANNEGGIARE IL
GENOMA. LE ESTREMITA’ DEI CROMOSOMI PRESENTANO TRATTI DI DNA DETTI
TELOMERI. A OGNI DIVISIONE CELLULARE SI PERDONO 50-200 COPPIE DI BASI DI
DNA TELOMERICO. ED E’ PER QUESTO CHE LE CELLULE NON DURANO PER TUTTA LA
VITA. NELLE CELLULE STAMINALI E PROGENITORI DI GAMETI MANTENGONO
INTATTO IL DNA TELOMERICO, INVECE C’E’ UN ENZIMA, LA TELOMERASI,
AGGIUNGERE I TELOMERI ALL’ESTREMITA’ DI CROMOSOMI, COME STAMPO L’RNA
CHE C’E’ ALL’INTERNO.

IL FLUSSO DELL’INFORMAZIONE GENETICA


Dopo aver capito la struttura del DNA, gli scienziati iniziarono a capire come le
informazioni ereditarie vengono codificate, trasportate fuori dal nucleo e
decodificate. L’espressione genica è il processo che conduce dal DNA alle proteine.
Nel 1908 il medico inglese Garrod ipotizzò che alcune malattie fossero causate
dall’incapacità di svolgere processi biochimici e che questa incapacità fosse dovuta a
carenze enzimatiche e che queste malattie fossero ereditarie, quindi si pensava che i
geni influenzassero la produzione degli enzimi.
A metà del 900 si venne a capire che le attività biochimiche della cellula dipendono
da enzimi specifici e che la sintesi degli enzimi dipende da altri enzimi.
La struttura diversa degli enzimi è dovuta alla loro struttura primaria, cioè dalla
sequenza degli amminoacidi presenti nella molecola.
Due scienziati dimostrarono la relazione tra mutazioni e perdita di funzionalità in
tutti gli enzimi nella muffa rossa del pane.
Inoltre sottoposero un ceppo selvatico, colpendoli con i raggi X, come agenti
mutageni. Notarono che le muffe trattate non erano in grado di crescere sul terreno
minimo. Da ciò dedussero che i ceppi avevano subito mutazioni nei geni che
codificano gli enzimi impiegati per sintetizzare specifiche sostanze nutritive. I
ricercatori individuarono delle sostanze da aggiungere al terreno per ripristinare per
la crescita delle muffe. Ogni mutazione danneggiava un solo enzima della via
metabolica che è detto l’ipotesi “un gene, un enzima”.
UN GENE, UN ENZIMA A UN GENE UN POLIPEPTIDE
Questa espressione è troppo semplificata poiché
1)molte proteine non sono enzimi ad esempio collagene, insulina
2) le proteine che possiedono una struttura quaternaria sono composte da più
catene polipeptidiche ad esempio l’emoglobina
Per questo questa espressione fu cambiata in un gene, un polipeptide. Non è per
tutti accettabile perché alcuni geni portano le informazioni per le molecole di RNA,
altre attraverso le sequenze di DNA hanno una funzione regolatrice.
Geni strutturali= tutti geni che non hanno funzione regolatrice

RNA E DNA
Crick creò un modello che chiamò dogma centrale della biologia molecolare che
afferma che il gene è un tratto di DNA contenente le informazioni per la produzione
di una catena polipeptidica e che il flusso delle informazioni è MONODIREZIONALE.
DNA-RNA- proteine.
Il DNA della cellula eucariotica è quasi presente interamente nel nucleo, mentre le
proteine sono sintetizzate nel citoplasma.
Crick formulò l’ipotesi del messaggero e dell’adattatore.
Crick propose che dalla sequenza di DNA corrispondente ad un gene strutturale si
formasse una molecola complementare di RNA messaggero.
Il processo di sintesi si chiama trascrizione in cui avviene la sintesi di proteine.
Pensò inoltre che esistesse un adattatore capace di legarsi in modo specifico a un
amminoacido. Immaginò una molecola divisa in due regioni: una che svolge la
funzione di legame e l’altra svolge la funzione di riconoscimento. L’adattatore è
l’ RNA transfer e traduce il linguaggio del DNA, questo processo è detto traduzione.
ESISTONO TRE TIPI DI RNA
RNA è formato da un unico filamento, contiene lo zucchero ribosio, e al posto della
timina è presente l’uracile. RNA si trova nel citoplasma, più dettagliatamente nei
ribosomi dove avviene la sintesi proteica. Anche nel RNA è presente la regola della
complementarietà G-C e A-U. E’ capace di ripiegarsi su sé stesso e assumere forme
complesse. Esistono 3 diversi tipi di RNA:
1. RNA messaggero (o mRNA) è l’intermediario che copia le informazioni codificate
nel DNA e le trasferisce nel citoplasma; ha una struttura lineare, anche se in alcune
regioni si ripiega e forma zone a doppio filamento;
2.RNA transfer (o tRNA) è l’adattatore che porta gli amminoacidi ai ribosomi
e li colloca nella posizione corretta; per svolgere questo compito richiede una
struttura tridimensionale molto precisa e complessa; 3.
RNA ribosomiale (o rRNA) è uno dei costituenti dei ribosomi, quindi svolge un
ruolo strutturale e funzionale.
LA TRASCRIZIONE DAL DNA ALL’ mRNA (intermediario, un ponte per il doppio
filamento del DNA verso il citoplasma)
Le molecole di RNA messaggero sono assemblate a partire da uno dei due filamenti
del DNA in base allo stesso principio dell’appaiamento delle basi. Si muovono in 5-3.
I nucleotidi liberi nel nucleo si aggiungono uno alla volta alla catena di RNA. La
molecola di Mrna complementare è chiamata trascritto o pre-Mrna lunga tra 500 e
10000 nucleotidi. Nei procarioti la trascrizione avviene in 3 fasi: l’inizio,
l’allungamento e la terminazione. L’INIZIO: avviene quando l’enzima RNA polimerasi
si lega ad un promotore (sequenza di DNA). I promotori forniscono all’enzima 3 tipi
di informazioni: - da dove far partire la trascrizione, -quale filamento di DNA
trascrivere, - in quale direzione procedere. “Nella fase d’inizio, l’RNA polimerasi
riconosce la sequenza del promotore e vi si attacca. La fase è completa quando,
vicino al promotore, i filamenti di DNA si separano e formano un complesso aperto
lungo una dozzina di basi.” L’ALLUNGAMENTO: la RNA polimerasi si sposta in
un’unica direzione lungo il filamento stampo del DNA. La composizione di basi della
catena di RNA è complementare a quella del DNA stampo soltanto che c’è l’uracile al
posto della timina. Gli errori che si possono creare non sono dannosi come le
mutazioni di DNA. “Durante la fase di allungamento, l’RNA polimerasi sintetizza il
trascritto di mRNA. Il filamento di DNA trascritto è detto filamento stampo e la
sequenza di basi del filamento di RNA in via di formazione è complementare a esso.”
TERMINAZIONE: sul filamento stampo di DNA ci sono delle sequenze di basi dette
terminatori che ne stabiliscono la terminazione. “Nella fase di terminazione, l’RNA
polimerasi incontra lungo il sul DNA una sequenza di arresto costituita da nucleotidi
che bloccano il processo di trascrizione.”
LA SEQUENZA NUCLEOTIDICA DELL’ mRNA è letta sotto forma di triplette
Le proteine sono costituite da sequenze di 20 amminoacidi differenti, ma il DNA e
l’RNA contengono ciascuno solo quattro diversi nucleotidi; che i nucleotidi
costituiscono un codice genetico per gli amminoacidi. Un codice è un sistema di
segnali o di simboli ai quali viene attribuito; nel caso del codice genetico, il
messaggio contenuto nel DNA deve essere decodificato per sintetizzare una precisa
sequenza amminoacidica. In una molecola di DNA vi sono quattro diversi nucleotidi
disposti in una specifica sequenza lineare. Ogni amminoacido deve essere
determinato da almeno 3 nucleotidi in sequenza; in questo modo si avrebbero 4
(cioè 64) combinazioni possibili. Secondo questo schema, un amminoacido è
codificato sul DNA da una combinazione di tre nucleotidi, ovvero da una tripletta,
che su un filamento di mRNA è chiamata codone: l’insieme di tutti i codoni è il
codice genetico. Ci sono molti più codoni (64) che amminoacidi (20). AUG, che è il
codone di inizio, cioè il segnale che avvia la traduzione. Esistono, infine, tre codoni di
stop (UAA, UAG, UGA) che funzionano da segnali di terminazione della traduzione.
LA DECIFRAZIONE DEL CODICE GENETICO
Numerosi scienziati tentarono di decifrarlo. L’RNA messaggero si dimostrò lo
strumento più idoneo a decifrare il codice. Presero degli estratti cellulari di E. coli a
cui aggiunse amminoacidi marcati radioattivamente e campioni di mRNA prelevati
da diversi organismi. Tutti i campioni di mRNA stimolavano la sintesi proteica e le
quantità di proteine radioattive prodotte erano piccole; i ribosomi producevano
proteine anche quando gli «ordini» ricevuti dall’RNA provenivano da organismi
estranei. Provarono poi a inserire un RNA messaggero artificiale. Un biochimico
spagnolo aveva sviluppato un metodo per sintetizzare un lungo filamento di RNA
mediante l’unione dei nucleotidi; aveva prodotto in provetta un mRNA che
conteneva una base azotata, l’uracile, ripetuta più e più volte. Questa molecola di
mRNA fu chiamata poli-U. Prepararono 20 provette differenti, ognuna delle quali
conteneva estratti cellulari di E. coli in cui erano presenti i ribosomi, l’ATP, gli enzimi
necessari e tutti gli amminoacidi. In ogni provetta solo uno degli amminoacidi era
marcato radioattivamente e a ognuna di esse fu aggiunto l’mRNA «poli-U». In
diciannove provette non venne prodotto alcun polipeptide radioattivo, ma in una,
quella che comprendeva la fenilalanina marcata, i ricercatori ottennero le catene
polipeptidiche radioattive. Ipolipeptidi costituiti da catene di un solo amminoacido,
la fenilalanina. La conclusione fu semplice: L’esperimento aveva dunque decifrato la
prima «paro- la» del codice genetico (UUU = fenilalanina.)
CODICE GENETICO E’ DEGENERATO
Furono fatti numerosi esperimenti usando Mrna artificiali in cui due o più codoni
erano ripetuti più e più volte. Decifrati i codoni dell’ Mrna corrispondenti a tutti gli
amminoacidi. Si scoprì 61 codoni codificanti di 20 amminoacidi e 3 codoni di stop. Il
codice è detto degenerato, nel senso che è ridondante poiché ci sono più parole che
oggetti da nominare. Il codice non è ambiguo: un dato amminoacido può essere
codificato da più codoni, ma un dato codone può codificare un solo amminoacido.
IL CODICE GENETICO E’ L’UNITA’ DI BASE DI TUTTI GLI ESSERI VIVENTI
Il codice genetico è universale perché è praticamente identico in tutti gli organismi
ed è rimasto inalterato e rappresenta l’unità di base di tutti gli esseri viventi. Ci sono
però alcune eccezioni nei batteri e nei mitocondri (sono organuli deputati alla
produzione di energia ed hanno un proprio DNA che viene trascritto nell’ mrna per
la sintesi di alcune proteine). Anche il linguaggio è uno solo, poiché la materia prima
del cambiamento genetico è sempre rimasta la stessa. Ciò significa che un gene
umano è scritto nello stesso codice di un gene batterico, perciò traduzione e
trascrizione di un batterio si possono utilizzare anche geni umani.
LA TRADUZIONE
Per poter essere utilizzato, il codice genetico deve essere tradotto in molecole che
svolgano le funzioni necessarie alla vita della cellula. Nei procarioti i filamenti di
mRNA immediatamente tradotti in proteine perché non esiste una divisione tra
nucleo e citoplasma. Negli eucarioti i geni eucariotici sono costituiti dall’alternanza
di tratti codificanti e sequenze non codificanti; pertanto, tutti gli RNA messaggeri
prima di essere tradotti devono essere «tagliati» e «saldati» per eliminare le parti
che non contengono informazioni da tradurre. Le molecole di tRNA sono gli
adattatori che mettono in relazione l’informazione contenuta nei codoni dell’mRNA
con la sequenza degli amminoacidi in un polipeptide. La molecola di tRNA svolge
quindi tre funzioni:
1. «si carica» di un amminoacido;
2.si associa alle molecole di mRNA;
3. interagisce con i ribosomi.
Per ognuno dei 20 amminoacidi, infatti, esiste almeno un tipo specifico di molecola
di tRNA composta da circa 75-80 nucleotidi: alcuni tratti della sequenza nucleotidica
sono uguali in tutti i tRNA (basi invariabili), mentre gli altri sono specifici della
singola molecola.
I tRNA hanno una configurazione a trifoglio che è mantenuta da legami a idrogeno
intramolecolari che permette al tRNA i interagire con gli amminoacidi, con l’mRNA e
con i ribosomi. All’estremità 3´di ogni molecola di tRNA si trova il sito di attacco per
l’amminoacido; verso la metà della sequenza del tRNA c’è un gruppo di tre basi,
chiamato anticodone, che costituisce il sito di appaiamento con il codone posto
sull’mRNA. Ciascun anticodone è complementare al codone del mrna . Il
«caricamento» di ciascun amminoacido sul proprio tRNA è realizzato da una famiglia
di enzimi nota come amminoacil-tRNA-sintasi. Ogni enzima è specifico per un solo
amminoacido e per il suo tRNA corrispondente. Il tRNA è riconosciuto dall’enzima in
modo assolutamente specifico. L’amminoacido si attacca all’estremità 3´ del tRNA
con un legame ricco di energia- un tRNA carico: questo legame fornirà l’energia
necessaria per formare il legame peptidico che manterrà uniti gli amminoacidi.
LA SINTESI PROTEICA AVVIENE NEI RIBOSOMI
Nei ribosomi si realizza la traduzione e hanno una struttura complessa grazie alla
quale sono in grado di assemblare una catena polipeptidica trattenendo nella giusta
posizione l’mRNA e i tRNA carichi. Ogni ribosoma può usare qualsiasi mRNA e tutti i
tipi di tRNA carichi, quindi può essere utilizzato nella fabbricazione di molti
polipeptidi diversi. La sequenza polipeptidica da produrre è specificata solo dalla
sequenza lineare dei codoni dell’mRNA. I ribosomi sono assai più voluminosi dei
tRNA carichi. Ogni ribosoma è costituito da due subunità, una maggiore e una
minore. Negli eucarioti, la subunità maggiore è composta da tre diversi tipi di rRNA e
da circa 45 proteine differenti; la subunità minore contiene una sola molecola di
rRNA e 33 proteine diverse. Le varie proteine e gli rRNA delle subunità ribosomiali
sono tenuti insieme da forze ioniche o idrofobiche; quando i ribosomi non sono
impegnati nella traduzione di mRNA, le due subunità sono separate. Nei procarioti
sono un po’ più piccoli e contengono proteine ed RNA diversi, ma sono anch’essi
formati da due subunità.
Sulla subunità maggiore del ribosoma si trovano tre siti di legame per i tRNA.
Un tRNA carico passa dall’uno all’altro seguendo un ordine preciso:
• il sito A (sito amminoacilico) è dove l’anticodone del tRNA carico si lega al codone
dell’mRNA, allineando l’amminoacido che va aggiunto alla catena polipeptidica in
formazione;
• il sito P (sito peptidico) è dove il tRNA cede il proprio amminoacido alla catena
polipeptidica;
• il sito E è dove viene a trovarsi il tRNA che ha ormai consegnato il proprio
amminoacido prima di staccarsi dal ribosoma, tornare nel citosol a raccogliere
un’altra molecola di amminoacido e ricominciare il processo.

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