Sei sulla pagina 1di 87

Samuelson, Nordhaus, Bollino. Economia.

Capitolo 6

Analisi dei costi


Argomenti

Analisi economica dei costi


Contabilità aziendale e costi economici
Costi opportunità
Analisi economica dei costi
Il costo totale rappresenta il costo minimo totale necessario per
produrre ciascun livello di output e aumenta al crescere di quest’ultimo
I costi fissi non variano al variare della quantità prodotta
I costi variabili mutano al variare dell’output
Costo marginale
È il costo aggiuntivo sostenuto per produrre 1
unità in più di output
Relazione esistente tra il costo totale
e il costo marginale
Costo medio unitario
• È dato dal costo totale (CT) diviso per il
numero di unità prodotte (q)
• Formalmente:
CT
costo medio unitario = = CU
q
Costo fisso unitario e costo variabile unitario

• Il costo fisso unitario viene definito come il costo fisso


diviso per l’output

• Il costo variabile unitario è dato dal costo variabile


diviso per l’output
Tutte le curve dei costi possono essere derivate
dalla curva
del costo totale
Relazione fra costo medio e costo marginale

Quando il costo marginale è inferiore al costo medio unitario, il primo spinge il


secondo verso il basso
Quando il costo marginale è uguale al costo medio unitario, quest’ultimo si trova al
livello minimo
Quando il costo marginale è superiore al costo medio unitario, il primo spinge il
secondo verso l’alto
Relazione tra produzione e costi

Se i prezzi dei fattori e la funzione di produzione sono noti, è possibile


tracciare la curva dei costi

Per quale motivo la curva dei costi è a forma di U?


La relazione tra costo e produzione serve a spiegare il motivo per cui le
curve dei costi tendono a essere a forma di U
Rendimenti decrescenti e curve dei costi a U

Nel breve periodo, quando il capitale è fisso e il lavoro è variabile, il fattore


variabile presenta una fase iniziale di rendimenti crescenti seguita da
rendimenti decrescenti.

Le relative curve dei costi mostrano una fase iniziale di costi marginali
decrescenti seguita da costi marginali crescenti dopo che sono subentrati i
rendimenti decrescenti
I rendimenti decrescenti e le curve
dei costi a forma di U
I rendimenti decrescenti e le curve
dei costi a forma di U
La scelta dei fattori produttivi
da parte dell’impresa

Ogni impresa deve decidere come produrre il proprio output

L’impresa deve cercare di produrre al minor costo possibile sia che voglia realizzare
profitti, sia che punti ad altri obiettivi
I prodotti marginali e la regola
del costo minimo

La regola del costo minimo afferma che per un dato livello di output al costo
minimo, un’impresa deve acquistare i diversi input fino a quando il prodotto
marginale per euro speso per ciascun input è uguale.

Questo implica che:


(Prodotto marginale di L)/Prezzo di L =
(Prodotto marginale di T)/Prezzo di T = …
Una conseguenza della regola del costo minimo è la regola della sostituzione

Regola della sostituzione: se il prezzo di un fattore diminuisce e quelli di tutti


gli altri fattori rimangono costanti, alle imprese converrà sostituire il fattore
divenuto meno caro agli altri fattori
Contabilità aziendale e costi economici

Il conto profitti e perdite


Per stabilire se l’impresa sta realizzando un utile è necessario analizzare il
conto economico o conto profitti e perdite

Esso contiene i ricavi dell’anno, i costi sostenuti nell’anno e l’utile netto.


Formalmente:
utile netto = ricavi totali – costi totali
Il conto profitti e perdite mostra le vendite e le
spese totali in un periodo di tempo dato
Lo stato patrimoniale (o bilancio)

È un resoconto della situazione finanziaria dell’impresa in una certa data


Da una parte del bilancio sono riportate le attività, dall’altro compaiono due elementi: le
passività e il patrimonio netto
Relazione di equilibrio del bilancio aziendale:
Patrimonio netto = attività − passività
Lo stato patrimoniale registra le attività, le
passività e il patrimonio netto di un’impresa in
un dato momento
Una crisi di una certa importanza si ebbe anche
per il caso Enron
Costi opportunità
Le decisioni hanno un loro costo-opportunità in quanto la scelta di un bene in una
situazione di scarsità implica la rinuncia a un altro bene.
Il costo-opportunità è il valore del bene o servizio a cui si rinuncia.
Ricapitolando,

Tecnologia e Costi
Tecnologia e costi
La tecnologia si riferisce alla funzione di
produzione, a come cioè l’impresa combina i
fattori produttivi lavoro, capitale, risorse naturali,
informazione, risorse intangibili come il know-
how, la marca, ecc.

I costi consistono nella stima monetaria della


tecnologia/le tecnologie disponibile/i
all’impresa, distinti tra breve e lungo periodo.
La scelta del volume di produzione
Costi Ricavi
Curva di
Tecnologia e costi domanda
dei fattori produttivi

Costo medio
Ricavo medio
Costo totale CT AC
AR
(BP e LP) (BP e LP)

Controlla: è opportuno produrre nel BP?


è opportuno chiudere nel LP?

MR
MC
Scelta del volume di produzione
La funzione di produzione
• La quantità di output prodotta dipende dalle quantità di
input impiegati nel processo produttivo
• Un fattore della produzione (“input”) è qualsiasi bene o
servizio impiegato nel processo produttivo
• La funzione di produzione indica la massima quantità di
output che può essere prodotta, date certe quantità di
input
Dalla funzione di produzione ai costi totali

Dalla funzione di produzione si possono dedurre i costi totali di produzione di


un’impresa, dopo che la stessa ha stimato i prezzi relativi dei fattori impiegabili.

Fattori e K L PK PL TCK TCL TC


Tecniche
Tecnica A 4 4 320 300 1280 1200 2480
Tecnica B 2 6 320 300 640 1800 2440
Tecnica A 4 4 320 340 1280 1360 2640
Tecnica B 2 6 320 340 640 2040 2680

Ad un aumento del prezzo del Lavoro diviene più conveniente la Tecnica A.


Breve e lungo periodo
• Il breve periodo è quell’orizzonte temporale entro il quale
l’impresa può variare solo parzialmente l’impiego degli
input. Esiste sempre almeno un fattore (input) fisso che
comporta un costo fisso (SFC).
!esempio: l’impresa può variare la quantità di lavoro ma
non i beni capitali
• Il lungo periodo è quell’orizzonte temporale entro il quale
l’impresa può variare le quantità di tutti gli input
• La curva del costo totale di lungo periodo (LTC) mostra il
costo totale minimo che l’impresa deve sostenere quando
essa è libera di variare le quantità di tutti i fattori.
Il costo totale di lungo periodo
La curva del costo totale di lungo periodo mostra il costo
totale minimo che l’impresa deve sostenere quando essa
è libera di variare le quantità di tutti i fattori.

LTC LTC

F
La curva del costo totale di lungo periodo
parte dall’origine.
0 Non vi sono costi fissi. Quantità prodotta, Qp
Il costo medio
E’ dato dal costo totale di lungo periodo (LTC) diviso
la quantità prodotta.
Si ipotizza che il costo medio di lungo periodo
possa avere un andamento a forma di U.
Costo medio

LAC

Quantità prodotta
Economie di scala
Economie di scala – o rendimenti crescenti di scala
– si verificano quando il costo medio di lungo
periodo (LAC) diminuisce all’aumentare della
quantità prodotta.

Costo medio

LAC

Quantità prodotta
Da cosa dipendono le economie di scala?
• INDIVISIBILITA’
• SPECIALIZZAZIONE O DIVISIONE DEL LAVORO
• REGOLA DEI DUE TERZI
Diseconomie di scala
Diseconomie di scala – o rendimenti decrescenti
di scala – si verificano quando il costo medio di
lungo periodo (LAC) aumenta all’aumentare
della quantità prodotta

LAC
Costo medio

Quantità prodotta
Rendimenti costanti di scala
Si verificano quando il costo medio di lungo periodo
non varia all’aumentare della quantità prodotta.
LAC è uguale a LMC, costo marginale di lungo
periodo.
Costo medio

LAC

Quantità prodotta
Il costo marginale
Decresce fino alla quantità per la quale il costo totale è nel
suo punto di flesso - di cambiamento della concavità -, poi
cresce ed interseca il costo medio nel suo minimo.
Se MC è inferiore - in valore - a AC, è al di sotto di AC.
Se MC è superiore - in valore - a AC, è al di sopra di AC.

LMC LMC
LAC LAC

LACmin

Quantità
SMinE prodotta
QF
La decisione del livello di produzione, nel lungo periodo
LAC, LMC, MR, P • Se il prezzo è superiore o
uguale ad LAC1, l’impresa
produce Q1.
• Se il prezzo è inferiore ad LAC1,
LMC l’impresa esce dal mercato
Si consideri la convenienza a
produrre in ragione di due
LAC diversi livelli di prezzi
P’ (indipendentemente dalla
struttura di mercato): P’ e P’’.
Solo P’ è sempre superiore a LAC.
LAC1
LMC = MR
P’’ • NB: LMC passa sempre per il punto di
minimo della LAC.
MR
Q1 Quantità prodotta
Dal ricavo totale RT al ricavo medio AR,
cioè il prezzo P: un’analisi tabellare
Qp RT MR AR=P • Il ricavo medio è il
P=-Qd+22 ricavo totale diviso
0 0 - 0 per la quantità.
1 21 21 21
2 40 19 20 • Se RT=P•Q, il
3 57 17 19 ricavo medio AR
4 72 15 18 non è che il prezzo
5 85 13 17 P.
6 96 11 16 • All’equazione P= -
7 105 9 15
Qd+22 corrisponde
8 112 7 14
9 117 5 13
la domanda di
10 120 3 12 mercato.
La decisione del livello di produzione, nel lungo periodo. Quale il
prezzo di vendita?
LAC, LMC, MR, P
• Dato l’andamento di P=AR
(DD), la quantità Q1 può
P1 essere venduta a P1.
LMC
• L’impresa in questione registra
extraprofitti.
LAC

LAC1
P=AR=DD
MR
Q1 Quantità prodotta
Il breve periodo
• Un fattore della produzione fisso
• è un fattore la cui quantità non può essere variata
• Costi fissi (SFC)
• costi che non variano al variare della quantità prodotta
• Costi variabili (SVC)
• costi che variano al variare della quantità prodotta
• STC = SFC + SVC
Il prodotto marginale del lavoro

• Il prodotto marginale del lavoro è la variazione del prodotto totale ottenuta


impiegando una unità addizionale del fattore lavoro nel processo produttivo,
mantenendo costante l’impiego degli altri fattori.
• Il lavoro viene spesso considerato un fattore variabile
• dato un certo stock di capitale.
La legge dei rendimenti decrescenti dei fattori variabili

• La legge dei rendimenti decrescenti afferma che, mantenendo


costante l’impiego di tutti gli altri fattori produttivi
• oltre una certa quantità impiegata di un fattore variabile, ulteriori
unità addizionali del fattore variabile comportano una produttività
marginale del fattore decrescente.
!esempio: aumenti del lavoro non accompagnati da aumenti del
capitale conducono a rendimenti decrescenti
La decisione del livello di produzione, nel breve periodo:
un’analisi tabellare
Qp STC SMC RT MR AR=P SATC
P=-Qd+22
0 10 - 0 - 0 -
1 25 15 21 21 21 25
2 36 11 40 19 20 18
3 44 8 57 17 19 14,6
4 51 7 72 15 18 12,75
5 59 8 85 13 17 11,8
6 69 10 96 11 16 11,5
7 81 12 105 9 15 11,57
8 95 14 112 7 14 11,875
9 111 16 117 5 13 12,33
10 129 18 120 3 12 12,9
La decisione del livello di produzione, nel breve periodo:
costo medio totale SATC,
costo medio variabile SAVC e costo medio fisso SAFC

Qp STC SMC SATC SVC=STC-10 SAVC SAFC


0 10 - - - - -
1 25 15 25 15 15 10
2 36 11 18 26 13 5
3 44 8 14,6 34 11,3 3,3
4 51 7 12,75 41 10,25 2,5
5 59 8 11,8 49 9,8 2
6 69 10 11,5 59 9,83 1,6
7 81 12 11,57 71 10,14 1,42
8 95 14 11,875 85 10,625 1,25
9 111 16 12,33 101 11,22 1,11
10 129 18 12,9 119 11,9 1
La decisione del livello di produzione, nel breve
periodo • L’impresa sceglie il livello di
produzione Q1 per il quale
SATC, SAVC, SMC, MR SMC=MR
• ed osserva che:
• se il prezzo è maggiore di SATC1
SMC essa produrrà Q1 ottenendo
profitti
• se il prezzo è compreso tra SATC1
and SAVC1 essa produrrà sempre
SATC Q1 ma in perdita. I costi variabili
SATC1 di produzione sono, comunque,
coperti.
SAVC1 SAVC • se il prezzo è inferiore a SAVC1,
l’impresa sceglie di chiudere, non
SMC = MR riuscendo a coprire né i costi fissi
né i costi variabili. E’ in perdita.
MR
Q1 Quantità
La decisione del livello di produzione, nel breve
periodo
• L’impresa sceglie il livello di
produzione Q1 per il quale
AC
SMC=MR
MC
MR DD, P=AR • ed osserva che:
P • se il prezzo è maggiore di SATC1
SMC essa produrrà Q1 ottenendo
P*=16 profitti
• se il prezzo è compreso tra SATC1
SATC and SAVC1 essa produrrà sempre
11,5=SATC1 Q1 ma in perdita
10,1.=SAVC1 SAVC • se il prezzo è inferiore a SAVC1,
10,.. l’impresa sceglie di chiudere

MR SMC = MR
Q1=6 7 Quantità
La curva del costo medio di lungo periodo LAC

Costo medio
La dimensione di ogni
SATC1 LAC impianto è progettata
SATC2 SATC4
per un certo livello
SATC3 produttivo.
Vi è quindi una serie
di funzioni di SATC,
ad ognuna delle
quali corrisponde un
livello ottimale di Q
prodotta.
Quantità
Nel lungo periodo l’impresa può scegliere anche la
dimensione (scala) dell’impianto. La curva del costo
medio di lungo periodo LAC si ricava dall’inviluppo di
tutte le SATC di breve periodo.
La decisione del livello di produzione:
un riassunto
Applicazione Verifica della
del criterio convenienza a
La marginalista produrre

decisione
La decisione di Scegliere quella Il prezzo deve
breve periodo quantità Q di essere superiore
input per la al costo medio
quale MR = SMC variabile SAVC,
altrimenti
l’impresa chiude
La decisione di Scegliere quella Il prezzo deve
lungo periodo quantità Q di essere superiore
input per la al costo medio
quale MR = LMC LAC
RICAPITULANDO:

PRODUZIONE E COSTI

FUNZIONI DI COSTO

QUANTO E SE PRODURRE
PRODUZIONE E COSTI

Caso semplice: impresa che nel breve periodo può variare


l’impiego di lavoro L, per dato K

• input e output sono legati tra loro da vincolo tecnologico; non


si può variare l’uno senza variare l’altro

Costo marginale = costo unitario del fattore/PMG


PRODUZIONE E COSTI

Al variare dell’impiego di L, funzione di produzione:

• se produttività marginale è crescente, costi marginali sono


decrescenti
• se produttività marginale è costante, costi marginali sono
costanti
• se produttività marginale decrescente, costi marginali sono
crescenti
La figura 6.1 illustra come si ricava la relazione tra costo totale e quantità prodotta dalle
informazioni fornite dalla funzione di produzione, tenendo conto del costo unitario del
fattore produttivo. Nel grafico in alto a sinistra c’è una funzione di produzione che, come
sappiamo, ci dice, per ciascun possibile ammontare L di fattore produttivo utilizzato, qual
è il (massimo) output ottenibile (q).

Quanto costa produrre una certa quantità di output? Per rispondere a questa domanda
occorre leggere la funzione di produzione «al contrario», ovvero invertirla: dobbiamo
trovare il numero di unità di input (lavoro) necessarie per produrre ciascun livello di
output, e poi moltiplicare il risultato per il costo unitario dell’input. Nella figura 6.1
questo procedimento è illustrato dalle linee tratteggiate: quelle che nel grafico in basso a
sinistra trasformano ciascuna quantità di fattore produttivo variabile (L) in un costo
totale, moltiplicandola per il costo w di ciascuna unità di lavoro (dall’inglese wage che
significa «salario»), e quelle che congiungono le quantità prodotte sull’asse verticale del
grafico in alto a sinistra con le corrispondenti quantità prodotte sull’asse orizzontale del
grafico in basso a destra.
Figura 6.1. Produzione e costi
q
qmax
q(L2)
q(L)

q(L1)
CT
0 L
L1 L2 CMg
CT
wL

0 L 0 q(L1) q(L2) qmax q


• Quando si impiega una quantità di lavoro inferiore a L1,
la quantità prodotta cresce in misura più che
proporzionale rispetto alla quantità di input impiegato
nel processo produttivo; quindi i costi aumentano
meno che proporzionalmente rispetto all’incremento
nell’output: se la produttività marginale è crescente, i
costi marginali sono decrescenti.
• Quando si impiega una quantità di lavoro superiore
a L1 e inferiore a L2, la quantità prodotta cresce in
proporzione costante rispetto alla quantità di input
impiegato nel processo produttivo; quindi anche i costi
aumentano proporzionalmente rispetto all’incremento
nell’output: se la produttività marginale è costante,
anche i costi marginali sono costanti.
• Quando si impiega una quantità di lavoro superiore
a L2, la quantità prodotta cresce sempre meno
velocemente rispetto alla quantità di input impiegato
nel processo produttivo; quindi, i costi aumentano
sempre più velocemente all’aumentare
dell’output: quando la produttività marginale è
decrescente, i costi marginali sono crescenti.
PRODUZIONE E COSTI
Produrre spendendo meno possibile

Impresa vuole spendere meno possibile per acquistare


combinazioni di input che le permettono di produrre una data
quantità di output

• Per data tecnologia,


• costo di acquistare fattori produttivi pari a
CT=wL+rK
Figura 6.2. Costo di un fattore fisso e variabile

q CT
q(L) CT

0 L1 L q
0
PRODUZIONE E COSTI
Produrre spendendo meno possibile

Graficamente, misuriamo
• quantità di capitale (“K”) sull’asse verticale
• quantità di lavoro (“L”) sull’asse orizzontale

ISOCOSTO
• insieme combinazioni input che costano all’impresa stesso
ammontare CT
• A isocosti più alti si associa costo totale più elevato
PRODUZIONE E COSTI
Produrre spendendo meno possibile

ISOCOSTO
• Retta che interseca gli assi nei punti corrispondenti alla
quantità di un fattore che è possibile acquistare ad un dato
costo se si acquista solo quel fattore di produzione
• Pendenza (o inclinazione) costante e pari al rapporto tra i prezzi
dei due input
-w/r
Figura 6.3. Rette di isocosto

K
CT3/r

CT2/r

CT1/r

0 CT1/w CT2/w CT3/w


L
Figura 6.5. Costi nel breve periodo

CT
CT

A
CTA

CVA

CFA
qA
0 q
PRODUZIONE E COSTI
Produrre spendendo meno possibile

Per spendere il meno possibile, impresa acquista combinazione


di beni che si trova su

• Isoquanto a cui associato livello di produzione desiderato


• Retta di isocosto più bassa possibile
Figura 6.4. Isoquanti e isocosti

C E
B

q1
0
L
MINIMIZZARE COSTI
In formule

Nel punto di scelta, vincolo tecnologico (isoquanto)


e retta di isocosto sono tangenti (hanno la stessa
pendenza), quindi

- w/r = STS
w/r = PMGL/PMGK

Si può dimostrare che


PMGL/w= PMGK/r
“uguaglianza delle produttività marginali ponderate”
L’inclinazione dell’isoquanto misura il saggio a cui un’impresa può sostituire un input con un altro continuando a
produrre la stessa quantità di output. Misurando la quantità di lavoro sull’asse orizzontale e la quantità di capitale
sull’asse verticale, il valore di questo saggio tecnico di sostituzione (STS) è dato dal rapporto tra la diminuzione della
quantità di capitale e l’aumento della quantità di lavoro che insieme consentono di rimanere sullo stesso isoquanto;
in formule
STS=ΔK/ΔL
dove ΔL indica una variazione unitaria. Se la riduzione è infinitesima,
STS=limΔL→0ΔK/ΔL=dK/dL
Nel punto di scelta ottima, c’è tangenza tra isocosto e isoquanto, e quindi sono uguali le loro pendenze:
rispettivamente, il rapporto tra i prezzi dei due fattori produttivi preso con segno negative: −w/r
e il saggio tecnico di sostituzione, che è il rapporto
STS=−PMGL/PMGK
cioè tra la produttività marginale del fattore di cui misuriamo la quantità sull’asse orizzontale (nel nostro esempio il
lavoro) e la produttività marginale del fattore di cui misuriamo la quantità sull’asse verticale (nel nostro esempio il
capitale).
L’espressione
−PMGL/PMGK=−w/r
che vale nel punto di ottimo, può essere riscritta come
PMGL/w=PMGK/r
espressione nota come uguaglianza delle produttività marginali ponderate. La combinazione ottima dei fattori
produttivi è quella in corrispondenza della quale al margine un fattore produttivo produce quanto l’altro, tenendo
conto del costo sopportato per acquistarli… al margine, ciascun fattore è pagato in proporzione alla sua produttività
marginale da un’impresa che minimizza i costi.
FUNZIONI DI COSTO

• COSTO TOTALE (CT=CT(q)): costo minimo che si deve sostenere


per produrre una quantità q di output
• COSTO MEDIO (CME=CT/q): costo per unità prodotta
• COSTO MARGINALE (CMG=ΔCT/Δq): variazione del costo totale
a seguito di un incremento unitario della quantità prodotta
FUNZIONI DI COSTO
costi di breve periodo

Si distinguono

• costi fissi (“CF”): costi che non dipendono da


quantità prodotta

• costi variabili (“CV”): costi che dipendono da


quantità prodotta

Costo totale: CT= CF+CV


FUNZIONI DI COSTO
costi di breve periodo

Graficamente,
• costo sull’asse verticale
• quantità di output sull’asse orizzontale

Costo totale (CT):


Ha una componente fissa e una variabile, quindi,
aumenta ad aumentare di q
FUNZIONI DI COSTO
costi di breve periodo

Costo medio (CME): forma a U, composto da


• Costo medio fisso (CFME): sempre decrescente
• Costo medio variabile (CVME): forma a U

Costo marginale (CMG): inizialmente decrescente,


poi crescente
• interseca curve di CME e CMEV nel loro punto di
minimo
Figura 6.6. Curve di costo

CT
CT
B C CV
A
CF

0 q
CMG, CMG
CME
CME,
CMEV, CVME
CMEF
F

CFME
D
0 qA qB qF q
FUNZIONI DI COSTO
Costi di lungo periodo

Nel lungo periodo può variare anche K impiegato,

Costo medio (CMELP): inviluppo inferiore curve CME


di breve periodo

Costo marginale (CMELP): passa per le curve di CMG


di breve periodo associate ai costi medi
dell’inviluppo inferiore
Figura 6.7. Fattori e output nel breve e nel lungo periodo

a) Breve periodo: b) Lungo periodo:


K K

Fisso K:
q=30 q=30

q=20 q=20
q=10 q=10
0 5 10 15 20 25 30 35
L 0 5 10 15 20 25 30 35 L
Figura 6.8. Costi medi e costi marginali: breve e lungo periodo

p
CME1
CME4
CME2 CME3

CMG4
CMG1 CMG2 CMG3

0
p
q
CMGLP
CMELP

0 q1 q2 q
La curva del costo medio di lungo periodo è quindi data dall’inviluppo inferiore delle
curve del costo medio di breve periodo, ovvero dai loro tratti più bassi. Nel lungo
periodo, infatti, sarebbe sciocco per l’impresa scegliere impianti che non sono quelli
più adatti a produrre ciascuna quantità. Il diagramma inferiore della figura 6.8 riporta
le curve di costo medio che ci sono nel diagramma superiore, ma ne cancella i tratti
che, in ciascun caso, si trovano al di sopra dei costi medi che riguardano altre
dimensioni di impianto. Se oltre ai quattro impianti di cui si rappresentano
esplicitamente costi medi e marginali si considerano anche tutti gli altri possibili
impianti (di dimensioni intermedie tra quelle) si ottiene una curva come quella grigia
che nel pannello inferiore della figura è etichettata CMELP. La curva del costo
marginale di lungo periodo (CMGLP), in nero nella figura, passa per le curve di costo
marginale di breve periodo (non disegnate, per mantenere semplice il pannello
inferiore) associate ai costi medi dell’inviluppo inferiore. Come sempre, il costo
marginale è più basso del costo medio quando il costo medio scende, più alto quando
il costo medio sale, e coincide con il costo medio quando il costo medio è costante
(nella figura, per quantità prodotte comprese tra q1 e q2).
FUNZIONI DI COSTO
Scala di produzione e CME di lungo periodo

Costo medio (CMELP):


• decrescente, quando i rendimenti di scala sono
crescenti (economie di scala)
• costante, quando i rendimenti di scala sono
costanti
• crescente, quando i rendimenti di scala sono
decrescenti (diseconomie di scala)
QUANTO E SE PRODURRE
Ricavi

• RICAVO TOTALE (RT=p∙q): quanto impresa


ottiene da vendita prodotti
• RICAVO MEDIO (RME=p∙q/q=p)
• RICAVO MARGINALE (RMG=ΔRT/Δq=p)

RME e RMG coincidono, e sono uguali al prezzo di


mercato, se l’impresa prende quel prezzo come
dato (price-taker)
Figura 6.9. Ricavo totale, medio e marginale se il prezzo è dato

RT

RT = p*·q
Pendenza = p*

0 q

RME,
RMG,
p

RME=RMG
p*

0 q
La figura 6.9 rappresenta l’andamento delle funzioni di ricavo totale, medio e marginale.
Misurando nel grafico superiore il ricavo totale sull’asse verticale e la quantità prodotta (e
venduta) sull’asse orizzontale, la curva del ricavo totale è una retta la cui inclinazione è pari
al prezzo di mercato, che in quanto segue indicheremo per semplicità con p*.
Graficamente, il ricavo medio derivante dalla vendita di una data quantità di output è pari
all’inclinazione della retta che passa per il punto di origine degli assi e il punto sulla curva di
ricavo 139totale associato a quella quantità di output. E il ricavo marginale derivante dalla
vendita di un’unità in più di prodotto è pari all’inclinazione della retta tangente alla curva di
ricavo totale nel punto associato alla quantità finale venduta. Dato che la funzione del
ricavo totale è una retta, la cui inclinazione è costante e pari a p*, ricavo medio e ricavo
marginale sono uguali. Rappresentando le funzioni del ricavo medio e del ricavo marginale
nel pannello inferiore della figura 6.9, in cui misuriamo RME e RMG sull’asse verticale, si
nota che sono delle rette orizzontali che coincidono. Dato che l’impresa può vendere ogni
unità al prezzo di mercato, il ricavo aggiuntivo derivante dalla vendita di un’unità in più e il
ricavo che in media si ottiene dalla vendita di un certo numero di unità sono uguali e pari al
prezzo di mercato. Per un’impresa che vende a un dato prezzo p*,
RME = RMG = p*
QUANTO E SE PRODURRE
Massimizzare i profitti

Profitto = RT-CT
massimo quando si produce quantità in
corrispondenza della quale RMG=CMG

Graficamente,
• quantità di output (“q”) sull’asse orizzontale
• RT e CT sull’asse verticale
profitto = distanza tra curva RT e curva CT
QUANTO E SE PRODURRE
Massimizzare i profitti

Profitto = RT-CT = (RME-CME)q = (p-CME)q


massimo quando si produce quantità in
corrispondenza della quale RMG=CMG

Graficamente,
• quantità di output (“q”) sull’asse orizzontale
• RMG, p, CMG sull’asse verticale
profitto è area rettangolo
con altezza pari a differenza tra RME=p e CME e
base pari a quantità ottima
Figura 6.10. Determinazione della quantità ottima

RT,
CT RT CT
C
Pendenza = p*

0
q* q
RMG,
CMG,
p
CMG CME
B
p* RME=RMG=D
D

0
q* q
QUANTO E SE PRODURRE
Massimizzare i profitti

Impresa già presente sul mercato produce?


Condizione di chiusura:
• se non ci sono CF non recuperabili, chiudere se
prezzo minore di CME minimo
• se tutti i CF sono non recuperabili, chiudere se
prezzo minore di CMEV minimo
Figura 6.11. Minimizzare le perdite
p

CMG CME

C CMEV
A
p* B
pD D=RME=RMG
D

0
q* q
QUANTO E SE PRODURRE
Massimizzare i profitti

Impresa non ancora presente sul mercato, entra?


Condizione di entrata:
• prezzo maggiore o uguale a CME minimo
(non ci sono costi non recuperabili)
QUANTO E SE PRODURRE
Curva di offerta e surplus

Curva di offerta (se CF non recuperabili):


• Pari a zero quando p<CMEV minimo
• Coincide con curva CMG per p≥CMEV minimo

Curva di offerta (se non ci sono CF non


recuperabili):
• Pari a zero quando p<CME minimo
• Coincide con curva CMG per p≥CME minimo
Figura 6.12. Curva di offerta dell’impresa

O
CME

CMEV

pD
D
CMG

0 q
QUANTO E SE PRODURRE
Curva di offerta e surplus

SURPLUS DEL PRODUTTORE


• misura beneficio che impresa ottiene
partecipando al mercato
• differenza tra prezzo a cui impresa sarebbe
disposta a vendere una certa quantità di un bene
e quanto incassa effettivamente (prezzo di
mercato)
QUANTO E SE PRODURRE
Curva di offerta e surplus

SURPLUS DEL PRODUTTORE

Graficamente
area che si trova tra la linea (retta) che indica il
prezzo di mercato e curva di offerta
Figura 6.13. Surplus dei produttori

p*

0 Q* Q

Potrebbero piacerti anche