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degli esperimenti
(DOE)
mediante l uso
delle matrici ortogonali
Anno Accademico 2005-2006
La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
1 Introduzione................................................................................................................................................. 3
2 Glossario...................................................................................................................................................... 3
3 La sperimentazione campione: la saldatura laser ad alta potenza..................................................... 5
4 Il campo sperimentale di applicazione .................................................................................................... 5
5 La tecnologia del processo ....................................................................................................................... 5
6 Concetti di base, ......................................................................................................................................... 7
6.1 La determinazione dei fattori oggetto di indagine................................................................................. 7
6.2 La costruzione delle matrici degli esperimenti...................................................................................... 8
6.3 Esperimenti con fattori a 2 livelli ........................................................................................................ 10
6.4 La misura dell esperimento: la funzione obiettivo .............................................................................. 12
6.5 La costruzione della funzione obiettivo .............................................................................................. 13
6.6 L introduzione dei fattori esterni......................................................................................................... 15
7 Passi dell applicazione............................................................................................................................. 20
7.1 Brainstorming, formulazione del problema......................................................................................... 20
7.2 Pianificazione dell esperimento .......................................................................................................... 22
7.3 Conduzione dell esperimento.............................................................................................................. 22
7.4 Analisi dei risultati .............................................................................................................................. 22
7.5 Valutazione dei fattori esterni analisi della varianza........................................................................ 25
7.5.1 Analisi mediante la deviazione standard............................................................................... 25
7.5.2 Analisi mediante il rapporto S/n.............................................................................................. 26
7.6 Previsione dell ottimo delle prestazioni .............................................................................................. 27
8 Accuratezza degli esperimenti con l uso di matrici ortogonali ........................................................... 29
9 Lo studio delle interazioni........................................................................................................................ 32
9.1 Esperimenti progettati per lo studio di interazioni .............................................................................. 33
9.2 Impostazione dell esperimento............................................................................................................ 36
9.3 L analisi delle interazioni.................................................................................................................... 38
9.4 Indagine sulla presenza di interazioni ................................................................................................. 39
9.5 Il "Severity Index"............................................................................................................................... 42
9.6 L'adozione di colonne dedicate ........................................................................................................... 43
9.7 Azioni da condurre in caso di interazione ........................................................................................... 43
10 Conclusioni ............................................................................................................................................ 44
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
1 Introduzione
Nei progetti di sviluppo di prodotto e nella messa a punto dei processi industriali, la
realizzazione di prove sperimentali rappresenta quasi sempre una fonte notevole di
costi, sia come impiego di tempo che di risorse umane e materiali.
Infatti, lo studio e la sperimentazione effettuata su sistemi complessi, che quindi
presentano numerosi parametri di funzionamento e diversi fattori che influiscono sulle
loro prestazioni, richiede generalmente tempi lunghi e risorse notevoli, specie
affrontando l influenza dei singoli fattori singolarmente; inoltre, uno studio così
condotto non porta necessariamente a risultati significativi, con forte rischio di
perdita degli investimenti fatti.
Il DOE (Design Of Experiments) è un metodo di approccio alla progettazione ed
organizzazione degli esperimenti, mediante il quale è possibile analizzare in modo
sistematico la natura, gli obiettivi, gli elementi significativi degli esperimenti e dei
processi su cui operano, e poter così finalizzare le prove sperimentali alla massima
efficacia.
Mediante una ragionata applicazione delle tecniche del DOE, è quindi possibile
ridurre drasticamente i costi della realizzazione di prove sperimentali, e operando su
prove pianificate correttamente è possibile ottenere risultati ricchi di informazioni,
anche in considerazione delle semplici tecniche di analisi statistica che il DOE ha
fatto proprie.
In particolare, attraverso l adozione delle matrici ortogonali e del metodo di Taguchi,
è possibile con l ausilio di semplici strumenti indagare su un largo numero di
parametri e, con l applicazione di appropriate metodologie statistiche, ottenere
valutazioni importanti sul comportamento del sistema con un minimo numero di prove
sperimentali.
La progettazione degli esperimenti con l applicazione del metodo di Taguchi può
essere inoltre un valido strumento nella ricerca di continui miglioramenti della qualità
dei prodotti e dei processi: attraverso la sperimentazione si possono identificare i
fattori che più influenzano la qualità e le prestazioni dei prodotti stessi, selezionare
per essi dei valori ottimizzati e, seguendo i paradigmi del Robust Design, rendere i
prodotti stessi più stabili nel loro comportamento rispetto all influenza delle variabili
esterne ed incontrollabili.
2 Glossario
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Controllabili: sono quelli per i quali è possibile definirne i valori a priori, come input
dell esperimento stesso. Parametri controllabili possono essere considerati le
dimensioni geometriche, le variabili caratteristiche del processo, i materiali impiegati.
Non controllabili: sempre con riferimento all ambito sperimentale, sono quei fattori
che possono modificarsi durante il funzionamento del prodotto o del processo, ma
non fanno parte (per scelta costruttiva, operativa o per impossibilità oggettiva) delle
variabili controllate. Parametri non controllabili (rumore, disturbi) possono
considerarsi le variabili ambientali, il deterioramento del prodotto, le imperfezioni dei
componenti di produzione.
Rispetto alle grandezze rappresentate, i fattori possono inoltre essere:
continui, ai quali possiamo far assumere qualsiasi valore per i livelli che vogliamo
prendere in considerazione. Rientrano in questa tipologia le grandezze fisiche (
temperatura pressione, etc.) e di dimensione (volumi, fatotri di forma, etc.)
discreti, per i quali si assumono valori noti per ciascun livello (indici di merito, scelte
costruttive, materiali diversi, ruote dentate, etc.)
Livello: indica ciascun valore del fattore o parametro considerato, con riferimento ad
unità di misura e modalità di misurazione per le grandezze fisiche, a scelte tecniche o
costruttive, oppure a indici di merito nel caso di parametri non direttamente misurabili
(ad esempio: aspetto della superficie);
Matrice degli esperimenti: in questo contesto, matrice avente sulle colonne i fattori
presi in considerazione nell esperimento, e per ogni riga i livelli dei fattori adottati in
ogni condizione di prova.
Esperimento: indica in questo contesto l insieme delle prove riferibili alla matrice degli
esperimenti. In un DOE è possibile avere uno o più esperimenti. Le condizioni di
prova di ciascun esperimento sono indicate da quanto espresso nella matrice
utilizzata.
Condizioni di prova: sono quelle relative alla singola prova all interno
dell esperimento complessivo: corrispondono ai valori(livelli) di una riga della matrice
adottata.
Funzione obiettivo: si indica con questo termine la funzione mediante la quale noi
misureremo la prestazione del nostro prodotto o processo, combinando una o più
grandezze attraverso coefficienti pesati. La forma tipica della funzione è del tipo:
Y 0.3 cr1 0.2 cr 2 0.2 cr 3 0,3 cr 4
laddove i termini cr1, cr2, ... sono le grandezze misurate in output nelle diverse
condizioni di prova.
Risultati: nel caso di esperimenti progettati con una funzione obiettivo composta da
una sola grandezza, si adotta anche la dizione, prestata dalla teoria dei sistemi, di
risposta . Nel caso di funzione obiettivo composta dalla combinazione di più
grandezze, si dà il nome di risultato al valore della combinazione in base ai
coefficienti e alla formulazione della funzione obiettivo.
Diagramma di processo: la funzione di un processo o di un prodotto può essere
rappresentata come un sistema che richiede un input per produrre un output
attraverso l uso di diversi fattori. Se l input non si modifica nel corso del tempo, siamo
di fronte ad un sistema cosiddetto statico, mentre se l input è variabile, abbiamo un
sistema dinamico.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Nella trattazione teorica che segue, è bene collegare i concetti di riferimento a casi
pratici di progettazione degli esperimenti tratti dalla realtà industriale. E stato qui
scelto di fare riferimento all applicazione del DOE nella saldatura laser ad alta
potenza. L esempio sviluppato è particolarmente esaustivo, per vari motivi:
la determinazione dei fattori nasce da un analisi accurata dei fenomeni fisici ed
ingegneristici che sono alla base del funzionamento con tecnica laser;
i fattori sono numerosi, e ciò consente di analizzare approfonditamente le valutazioni
che sono alla base delle scelte di progettazione degli esperimenti;
esistono diversi fattori esterni, inerenti a materiali e condizioni ambientali di
funzionamento, che costituiscono materia di indagine ai fini del Robust Design
la valutazione delle prestazioni nasce da un insieme di grandezze non omogenee, da
considerare all interno di una funzione obiettivo complessa.
La tecnologia laser nel campo della saldatura si è affermata in questi anni in molti
settori dell industria allargando il suo campo di utilizzo, in origine limitato solo ad
alcuni processi particolari. Infatti, dopo aver visto la sua introduzione limitatamente
all impiego di laser Ni:Yag di bassa potenza per la saldatura di piccoli componenti,
già da diverso tempo negli impianti robotizzati delle grandi linee di produzione in
serie sono previsti impianti laser ad alta potenza (C02) per la saldatura di organi di
trasmissione e lamiere estese e di alto spessore (ad esempio, nel settore
automotive, parti di carrozzeria; nel settore navale, parti dello scafo).
La diffusione di questa tecnologia è legata alla qualità della saldatura, che viene
realizzata con un apporto termico molto basso e su zone più ristrette del materiale
rispetto alle tecniche tradizionali, con distorsioni e conseguentemente tensioni
residue ridotte, oltre ai vantaggi di una finitura di alta qualità, alla velocità di
esecuzione e all accuratezza del risultato, senza necessitare del contatto meccanico
con il pezzo in lavorazione.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
6 Concetti di base,
6.1 La determinazione dei fattori oggetto di indagine
Per studiare l influenza di un fattore preso come parametro, occorre effettuare una
serie di esperimenti con due o più valori (livelli) dello stesso fattore: ovviamente, due
è il minor numero di valori richiesto per poter effettuare un confronto di risultati per la
funzione obiettivo, e su questa base determinarne l influenza.
Nell esempio preso in esame, si può partire dalla valutazione di alcuni dei fattori
caratteristici, ed ipotizzare per essi dei valori di funzionamento (presi dai dati di
manuale delle macchina, ovvero dall esperienza industriale e di laboratorio su questo
tipo di tecnologie):
Come detto in precedenza, occorre chiedersi quando la scelta di due soli valori non
possa essere considerata sufficiente. In generale, è possibile affermare che, dal
momento che la scelta di due soli livelli ci consente di tracciare una linea tra due
punti per quanto riguarda l andamento della funzione obiettivo, in caso di linearità
degli effetti del fattore in esame rispetto alla funzione stessa, l adozione di più livelli
può risultare non necessaria, mentre è necessaria laddove si sospetti (per ragioni
fisiche o per la natura del processo) che l andamento non sia lineare all interno
dell intervallo di sperimentazione.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
P2=L1 P2=L2
P1=L1 * *
P1=L2 * *
P1L1,P2L1
P1L1,P2L2
P1L2,P2L1
P1L2,P2L2
Ovvero:
P1L1,P2L1,P3L1
P1L1,P2L2,P3L1
P1L2,P2L1,P3L1
P1L2,P2L2,P3L1
P1L1,P2L1,P3L2
P1L1,P2L2,P3L2
P1L2,P2L1,P3L2
P1L2,P2L2,P3L2
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
n.esp. P1 P2 P3 Y
1 1 1 1 Y1
2 1 2 1 Y2
3 2 1 1 Y3
4 2 2 1 Y4
5 1 1 2 Y5
6 1 2 2 Y6
7 2 1 2 Y7
8 2 2 2 Y8
Condizioni sperimentali n lp n
Parametri Livelli
3 2 n 23 8
4 2 n 24 16
7 2 n 27 128
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Se torniamo all esempio considerato di tre fattori P1,P2 e P3 con ciascuno due livelli
applicabili, Taguchi fornisce in questo caso una matrice ridotta, denominata L-4 che
contiene solo 4 delle righe della matrice completa di tutte le possibili combinazioni dei
livelli esposta in precedenza. Alle combinazioni dei valori è stata aggiunta una
colonna a destra , utile in seguito per indicare i valori Y1, Y2... dei risultati degli
esperimenti condotti:
L-4
# Esperimento Fattore P1 Fattore P2 Fattore P3 Risultat
o
1 1 1 1 Y1
2 1 2 2 Y2
3 2 1 2 Y3
4 2 2 1 Y4
P1 1P2 1
P1 2 P2 1
.....
P1 1P2 2
compaiono in egual numero, consentendo una valutazione pesata del
contributo delle singole condizioni sperimentali sui risultati;
Gli effetti del fattore P1 possono essere separati dagli effetti di P2, P3
I risultati della sperimentazione possono esser valutati sulla base dei valori
medi registrati.
La matrice prevede solo 4 condizioni sperimentali invece delle 8 previste dalla
matrice completa.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Nel caso di esperimenti con 7 fattori e 2 livelli, la matrice completa prevede 128
esperimenti, mentre la matrice ortogonale suggerita da Taguchi ne riporta solamente
8:
P1L1 P1L2
P2L1 P2L2 P2L1 P2L2
P3L1 P3L2 P3L1 P3L2 P3L1 P3L2 P3L1 P3L2
P4L1 P5L1 P6L1 P7L1 Esp.1
P7L2
P6L2 P7L1
P7L2 Esp.3
P5L2 P6L1 P7L1
P7L2 Esp.5
P6L2 P7L1 Esp.7
P7L2
P4L2 P5L1 P6L1 P7L1
P7L2 Esp.8
P6L2 P7L1 Esp.6
P7L2
P5L2 P6L1 P7L1 Esp.4
P7L2
P6L2 P7L1
P7L2 Esp.2
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
All interno della matrice sono riportate le otto condizioni sperimentali (Esp.1 ... Esp.8)
previste nella matrice di Taguchi. Si può notare come le condizioni di bilanciamento
dei fattori e di simmetria tipiche delle matrici ortogonali siano percepibili in forma di
simmetria delle 8 condizioni di Taguchi nello schema delle 128 condizioni di prova
possibili (schema a V inclinata).
La notazione standard per descrivere le matrici ortogonali ha la forma:
L n (xm )
laddove n rappresenta il numero delle condizioni di prova (e quindi, delle righe della
matrice), x il numero dei livelli presi in considerazione per ciascun parametro, m il
numero dei fattori/parametri, per cui la matrice presa in considerazione viene
rappresentata da:
L8 (27)
Nell esempio che andremo sviluppando, sarà proprio questa la matrice utilizzata, dal
momento che la scelta progettuale riguarderà la sperimentazione su 7 fattori a 2
livelli, e la matrice di Taguchi sarà così rappresentabile:
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Per valutare correttamente la scelta dei livelli di ciascun parametro ottimali per la
funzione prescelta, occorre stabilire prioritariamente la caratteristica di Qualità
applicabile al caso in oggetto. Abbiamo:
Nel caso di una funzione obiettivo composta, ricordiamo che le grandezze prese a
misura della prestazione dovranno essere combinate in un unica funzione obiettivo
che tenga conto anche del peso relativo di ciascuna rispetto a quello che viene
considerato come risultato atteso ottimale.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Ad esempio, detto r=120 il valore della grandezza del cr2 rilevato, in base ai valori
della tabella, ai fini del calcolo della funzione obiettivo il valore cr2 considerato sarà:
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
0.09
cr1 1 1 0.625
max 0.24
Essendo:
r rstd 0.09
ed in questo caso:
Nel caso invece della cr3 (SmallIsBetter), si può ricondurre la QC alla BigIsBetter
considerando la funzione:
rmax r
cr 3
rmax rmin
Ciascun criterio deve essere incluso con un peso appropriato, che tenga conto
della sua importanza rispetto al risultato di miglioramento che si vuole
ottenere.
Da qui è stata valorizzata l ultima colonna della tabella sopra esposta: la funzione
obiettivo potrà quindi in questo caso essere così formulata:
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
saldatura come due fattori esterni , in quanto supponiamo che anche in esercizio la
saldatrice operi in un capannone industriale con condizioni di microclima interno
variabili e fuori controllo: tuttavia, se magari al termine di una sperimentazione, ci
accorgessimo che umidità e temperatura ambientale sono due grandezze alle quali il
nostro processo è estremamente sensibile, potremmo decidere di modificare a priori
le condizioni di funzionamento, facendo operare la saldatrice in aria controllata
(predisponendo, ad esempio un impianto aggiuntivo di trattamento dell aria
ambiente): in questo caso, i fattori umidità e temperatura potrebbero rientrare nel
novero dei fattori controllabili, e noi potremmo anche decidere di verificarne
l influenza assumendoli come parametri ed assegnandogli due o più livelli all interno
delle nostre condizioni di prova.
La sperimentazione organizzata attraverso l applicazione delle matrici che prendono
in considerazione i soli fattori controllabili identifica sicuramente l influenza dei singoli
fattori sulla funzione obiettivo, ma occorre anche tener conto che in molte situazioni,
come quella qui presa in considerazione, l influenza dei parametri non controllabili
non è a priori trascurabile nelle valutazioni di Robust Design.
In questo contesto, la strategia proposta da Taguchi prevede di minimizzare
l influenza dei parametri non controllabili ottimizzando i livelli dei fattori controllabili. In
pratica, il progetto ottimizzato si ottiene non scegliendo le migliori prestazioni nelle
condizioni ideali, ma piuttosto ricercando una condizione di prestazioni accettabili
anche quando il sistema è esposto all influenza di fattori non controllabili.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Nel nostro esempio, la matrice ortogonale comprende quindi fattori controllabili (P1,
P2, P3,..) che fattori esterni (= non controllabili = E1, E2, E3). Mentre la matrice
interna definisce i valori dei parametri adottati per ciascuna prova, i valori assegnati
ai fattori esterni definiscono le condizioni di prova a cui il sistema verrà esposto
durante l esperimento.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
di saldatura profilo
P7 Miscela del gas di 2 tipologie di A/B
saldatura miscela
E1 Purezza del gas di Concentrazion ppm
saldatura e impurezze
presenti nel
gas
E2 Temperatura del campione temperatura °C
E3 Umidità dell ambiente di Umidità %
saldatura relativa
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Il numero delle ripetizioni previste e le ipotesi relative ai valori dei fattori esterni
possono essere stabiliti in base alla dimensione prevista della matrice esterna.
L influenza dei fattori esterni può essere calcolata facilmente, come vedremo
in seguito, nello stesso modo dei fattori controllabili.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
L applicazione del metodo prevede una serie di passi, mutuati principalmente dal
ciclo di Deming (PDCA, Plan, Do, Check, Act), a cui viene preposta una fase di
brainstorming e formulazione del problema, essenzialmente necessaria per
analizzare il problema fisico ed ingegneristico, e raccogliere idee ed informazioni sui
dati tipici del problema. In questa fase viene quindi analizzato il campo di
applicazione del metodo, mettendo in evidenza le caratteristiche del processo preso
in esame e la possibilità di identificarne tutti gli elementi critici: per far questo viene
anche analizzata la tecnologia del processo, allo scopo di identificare sia gli obiettivi
della sperimentazione, e quindi le grandezze e i metodi utili a definirne l efficienza,
sia i parametri in gioco che possono incidere sui risultati.
Pianificazione
degli esperimenti
Adozione
Brainstorming, A nalisi
del progetto
Formulazione dei risultati
migliorato
del problema
NO Conferma
SI
del miglioramento
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
In questa fase debbono essere raccolte le medie dei valori misurati per le grandezze
espresse nella funzione obiettivo e si passa alla determinazione delle condizioni di
ottimo.
La valutazione dei risultati raccolta porta, attraverso l uso di tabelle di supporto, alla
valutazione dell influenza dei singoli fattori sulle condizioni di ottimo, in termini di
selezione dei livelli dei parametri che forniscono singolarmente i risultati migliori per
la funzione obiettivo.
Complessivamente, quindi, la fase di rielaborazione dei dati ottenuti passa
attraverso:
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
esp. M p1 p2 p3 p4 p5 p6 p7
1 0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78
2 0,59 -0,59 -0,59 0,59 -0,59 0,59 0,59 0,59
3 0,63 -0,63 0,63 -0,63 0,63 -0,63 0,63 0,63
4 0,55 -0,55 0,55 0,55 0,55 0,55 -0,55 -0,55
5 0,38 0,38 -0,38 -0,38 0,38 0,38 -0,38 0,38
6 0,34 0,34 -0,34 0,34 0,34 -0,34 0,34 -0,34
7 0,36 0,36 0,36 -0,36 -0,36 0,36 0,36 -0,36
8 0,59 0,59 0,59 0,59 -0,59 -0,59 -0,59 0,59
"-" 0,64 0,52 0,54 0,58 0,58 0,57 0,51
"+" 0,42 0,53 0,52 0,47 0,47 0,48 0,55
scelta - + - - - - +
p1 p2 p3 p4 p5 p6 p7
Per questo secondo aspetto, il grafico sottostante mette in evidenza quali tra i fattori
forniscono il maggior contributo, e quindi possono essere considerati effetti
principali nell ambito della sperimentazione condotta.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
# Esp. ep 1 ep 2 ep 3
1 -1 -1 -1
2 -1 -1 +1
3 -1 +1 -1
4 -1 +1 +1
5 +1 -1 -1
6 +1 -1 +1
7 +1 +1 -1
8 +1 +1 +1
Con soli 8 esperimenti aggiuntivi diviene così possibile analizzare in modo compiuto,
ad esempio, gli effetti delle interazioni presenti.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
L analisi della varianza fin qui condotta ha considerato i risultati ottenibili nelle 4
condizioni ipotizzate di combinazione dei fattori esterni. Questi ultimi, quindi, incidono
per il momento nelle considerazioni fatte solo solo come incidenza sulla media del
fenomeno osservato.
Diversamente, la tabella che segue ha lo scopo di evidenziarne l effetto in termini di
scostamento rispetto alla media.
Ciascuna colonna riporta infatti la deviazione standard riferita alle 8 condizioni
sperimentali, valorizzata nel segno in base al livello adottato da ciascun fattore
riportato in colonna (+1 e 1).
Il delta risultante per ciascuna colonna è la differenza tra la media delle deviazioni
standard inerenti ai 4 casi con livello +1 e quella con livelli a 1, e misura quindi in
termini di dispersione della deviazione, la sensibilità di ciascun fattore ai parametri
esterni.
esp. devstd p1 p2 p3 p4 p5 p6 p7
1 0,027 -0,027 -0,027 -0,027 -0,027 -0,027 -0,027 -0,027
2 0,124 -0,124 -0,124 0,124 -0,124 0,124 0,124 0,124
3 0,054 -0,054 0,054 -0,054 0,054 -0,054 0,054 0,054
4 0,088 -0,088 0,088 0,088 0,088 0,088 -0,088 -0,088
5 0,037 0,037 -0,037 -0,037 0,037 0,037 -0,037 0,037
6 0,091 0,091 -0,091 0,091 0,091 -0,091 0,091 -0,091
7 0,033 0,033 0,033 -0,033 -0,033 0,033 0,033 -0,033
8 0,037 0,037 0,037 0,037 -0,037 -0,037 -0,037 0,037
"-" 0,073 0,070 0,038 0,055 0,052 0,047 0,060
"+" 0,050 0,053 0,085 0,068 0,071 0,076 0,063
Si noti come questa sensibilità è del tutto indipendente dal fatto che ciascun fattore è
o no un effetto principale: come si evince dai dati riportati, il fattore P3, pur non
comportando una significativa variazione della funzione obiettivo in base al livello
prescelto, appare essere fortemente influenzato dai fattori esterni: in termini quindi di
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
ottimizzazione del processo, non sarà quindi utile operare sui livelli di P3 tanto per
ottimizzare la funzione obiettivo, quanto sarà significativo ridurre l effetto di
dispersione dei dati causata dai fattori esterni combinati con le condizioni dei fattori
interni: ciò influirà quindi non tanto sul risultato intrinseco del processo quanto sulla
sua stabilità.
In alternativa alla deviazione standard, l analisi della dispersione può essere condotta
in base alla valutazione del rapporto segnale/disturbo, considerando come segnale
il valore della funzione obiettivo (e delle sue medie) e come disturbo la stessa
deviazione standard misurata per ciascun esperimento.
In questo caso, per il segnale , il valore massimo atteso è pari a 1, e la miglior
condizione di stabilità del risultato tende ovviamente a minimizzare il valore della
deviazione, per cui la formula applicabile risulta essere:
2
S / n 10 Log10 Ys 2
dove Y è la media delle funzioni obiettivo e s la deviazione standard corrispondente.
Applicando l espressione ai dati precedentemente esposti, si ottiene la seguente
tabella:
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
esp. S/n p1 p2 p3 p4 p5 p6 p7
1 -29,22 29,22 29,22 29,22 29,22 29,22 29,22 29,22
2 -13,57 13,57 13,57 -13,57 13,57 -13,57 -13,57 -13,57
3 -21,28 21,28 -21,28 21,28 -21,28 21,28 -21,28 -21,28
4 -15,94 15,94 -15,94 -15,94 -15,94 -15,94 15,94 15,94
5 -20,12 -20,12 20,12 20,12 -20,12 -20,12 20,12 -20,12
6 -11,47 -11,47 11,47 -11,47 -11,47 11,47 -11,47 11,47
7 -20,69 -20,69 -20,69 20,69 20,69 -20,69 -20,69 20,69
8 -24,03 -24,03 -24,03 -24,03 24,03 24,03 24,03 -24,03
"-" 19,08 20,48 16,25 17,20 17,58 16,75 19,75
"+" 20,00 18,59 22,83 21,88 21,50 22,33 19,33
Con il grafico:
Occorre precisare come l analisi relativa alla deviazione standard risulti a volte
(come in questo caso) più efficace del rapporto S/n nell identificare l entità dei
contributi di ciascun fattore alla dispersione dei risultati.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Nel caso analizzato, trascurando i fattori p2,p3 che incidono poco sul risultato,
possono essere considerati come effetti principali:
effetti principali P1 P4 P5 P6 P7
livelli -1 -1 -1 -1 +1
Ricordiamo in particolare come per poter estendere i risultati osservati nel numero
limitato predefinito di esperimenti occorra adottare l ipotesi di trovarsi di fronte a
fattori additivi rispetto alla funzione obiettivo, secondo un principio di sovrapposizione
che può essere così espresso:
dove:
Y(...) è la funzione obiettivo,
p1i , p2 j ,... sono i contributi rispetto alla media dovuti all effetto dei singoli
parametri
il valore rappresenta l errore
Y p1 Y p1i
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
esp. M p1 p2 p3 p4 p5 p6 p7
1 0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78 -0,78
2 0,59 -0,59 -0,59 0,59 -0,59 0,59 0,59 0,59
3 0,63 -0,63 0,63 -0,63 0,63 -0,63 0,63 0,63
4 0,55 -0,55 0,55 0,55 0,55 0,55 -0,55 -0,55
5 0,38 0,38 -0,38 -0,38 0,38 0,38 -0,38 0,38
6 0,34 0,34 -0,34 0,34 0,34 -0,34 0,34 -0,34
7 0,36 0,36 0,36 -0,36 -0,36 0,36 0,36 -0,36
8 0,59 0,59 0,59 0,59 -0,59 -0,59 -0,59 0,59
"-" 0,64 0,52 0,54 0,58 0,58 0,57 0,51
"+" 0,42 0,53 0,52 0,47 0,47 0,48 0,55 Opt.
0,53 0,11 0,05 0,06 0,05 0,02 0,81
- - - -
Come si vede, questo valore risulta molto vicino a quello risultante dall esperimento 1
(Y=0,78), da cui differisce per il solo livello di p7 (lì a 1, mentre a +1 nella
condizione di ottimo), che è anche il fattore più debole da considerare come effetto
principale.
Come abbiamo visto nella determinazione delle condizioni di ottimo, l uso delle
matrici ortogonali riesce a mantenere una cospicua efficacia, pur limitando in modo
significativo i costi delle sperimentazioni.
Supponiamo inoltre che per i tre parametri siano da considerare i seguenti livelli.
P1 P2 P3
L1 0.5 1,2 4,2
L2 0,7 1,7 5,5
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
#E sp. P1 P2 P3 Y
1 1 1 1 Y1
2 1 2 2 Y2
3 2 1 2 Y3
4 2 2 1 Y4
Ottenendo:
Ym = (Y1+Y2+Y3+Y4)/4 = 10,4
P1 (1) = (Y1 + Y2) /2 = 10,2
P1 (2) = (Y3 + Y4) /2 = 10,6
P2 (1) = (Y1 + Y3) /2 = 9,65
P2 (2) = (Y2 + Y4) /2 = 11,15
P3 (1) = (Y1 + Y4) /2 = 9,75
P3 (2) = (Y2 + Y3) /2 = 11,05
#E sp. P1 P2 P3 Y
1 1 1 1 Y1
2 1 2 2 Y2
3 2 1 2 Y3
4 2 2 1 Y4
5 1 1 2 Y5
6 1 2 1 Y6
7 2 1 1 Y7
8 2 2 2 Y8
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Ottenendo :
Come si può vedere, nel caso in cui si possa ipotizzare che il comportamento della
funzione obiettivo si comporti in maniera lineare rispetto ai fattori presi in esame, così
come da noi simulato sostituendo alla misura sperimentale un andamento lineare
della funzione rispetto ai fattori in esame, l applicazione della matrice ortogonale
produce il 100% di accuratezza.
Questo risultato era prevedibile, dal momento che i valori stessi della matrice si
basano su un modello lineare.
I n (n 1) / 2
ovvero:
n 2 3 4 5 6
I 1 3 6 10 15
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Da cui si vede come il rischio della presenza di interazione tra i parametri divenga
sempre più rilevante nel caso di problemi con un numero elevato di parametri.
E quindi indispensabile affiancare alla valutazione di un esperimento, l analisi della
presenza di interazioni, con i seguenti obiettivi:
verificare la presenza delle interazioni e la loro influenza sui risultati
includere lo studio delle interazioni nel progetto dell esperimento
determinare le condizioni di ottimo e i valori corrispondenti della funzione
obiettivo nelle condizioni in cui l interazione è significativa.
Y f ( P1, P 2)
P1xP2
L interazione dei fattori, se rilevante, tende a falsare l analisi dei risultati della
sperimentazione; in particolare, possiamo dire che l effetto dell interazione si mescola
agli effetti dovuti alla variazione degli altri parametri presi in considerazione. A questo
proposito sono stati condotti degli approfondimenti mirati a determinare su quali altri
effetti l interazione andasse ad agire.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
in presenza di interazione tra P1 e P2, i suoi effetti sarebbero mescolati con quelli di
P3, parametro a cui è assegnata la 3.a colonna della matrice.
Questa affermazione si esprime con la notazione:
1x2=>3
Poiché, in tal caso, i risultati relativi agli effetti del parametro contenuto in colonna 3
non sarebbero corretti, volendo determinare l effetto dell interazione dei parametri
nelle colonne 1 e 2, dovremmo lasciare la colonna 3 vuota, non assegnandole alcun
parametro, e riservando la colonna 3 allo studio dell interazione dei parametri nelle
due colonne precedenti.
Le tre colonne interessate costituiscono un gruppo interattivo. Si noti come le
colonne in un gruppo interattivo siano commutative:
1x2 => 3
1x3 => 2
2x3 => 1
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
1 3 2 5 4 7 6 9 8 11 10 13 12 15 14
2 1 6 7 4 5 10 11 8 9 14 15 12 13
3 7 6 5 4 11 10 9 8 15 14 13 12
4 1 2 3 12 13 14 15 8 9 10 11
5 3 2 13 12 15 14 9 8 11 10
6 1 14 15 12 13 10 11 8 9
7 15 14 13 12 11 10 9 8
8 1 2 3 4 5 6 7
9 3 2 5 4 7 6
10 1 6 7 4 5
11 7 6 5 4
12 1 2 3
13 3 2
14 1
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Occorrerà prevedere:
5 colonne per ciascun fattore
2 colonne aggiuntive per lo studio delle interazioni
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Esp.# C1 C2 C3 C4 C5 C6 C7 Y
1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 Y1
2 -1 -1 -1 +1 +1 +1 +1 Y2
3 -1 +1 +1 -1 -1 +1 +1 Y3
4 -1 +1 +1 +1 +1 -1 -1 Y4
5 +1 -1 +1 -1 +1 -1 +1 Y5
6 +1 -1 +1 +1 -1 +1 -1 Y6
7 +1 +1 -1 -1 +1 +1 -1 Y7
8 +1 +1 -1 +1 -1 -1 +1 Y8
Tuttavia, mentre negli esempi precedenti, che non tenevano conto delle interazioni,
l assegnazione delle colonne ai parametri era libera, qui occorre seguire una
strategia di assegnazione, essenzialmente per fare in modo che le colonne riservate
all interazione risultino in base alle indicazioni della matrice triangolare; così, ad
esempio, nel caso qui trattato, si parte assegnando prima le colonne relative alle
interazioni, ed applicando lo schema 1x2=>3 alla prima interazione si ottiene:
Esp.# P1 P3 P1xP3 C4 C5 C6 C7 Y
1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 Y1
2 -1 -1 -1 +1 +1 +1 +1 Y2
3 -1 +1 +1 -1 -1 +1 +1 Y3
4 -1 +1 +1 +1 +1 -1 -1 Y4
5 +1 -1 +1 -1 +1 -1 +1 Y5
6 +1 -1 +1 +1 -1 +1 -1 Y6
7 +1 +1 -1 -1 +1 +1 -1 Y7
8 +1 +1 -1 +1 -1 -1 +1 Y8
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Da questo esempio si può notare come all interno di una matrice L8 sia possibile
rappresentare un solo gruppo di interazione (nel caso specifico P1xP2xP3), e che
quindi è possibile studiare al suo interno 2 interazioni solo se queste hanno un
parametro in comune (nel nostro esempio, P3). Nel caso di uno studio più numeroso,
occorrerà quindi fare ricorso a matrici di maggiori dimensioni, magari utilizzando solo
in parte le colonne messe a disposizione.
E' ovvio, comunque, che è possibile nell'ambito della matrice sopra riportata,
effettuare lo studio dell'interazione relativamente ad uno qualsiasi dei parametri
inclusi: sarà infatti sufficiente modificarne la posizione nell'ambito della matrice
stessa, in modo da occupare le colonne riservate ai parametri oggetto di indagine.
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
La valutazione dell'interazione avviene nella stessa modalità con cui, nell'analisi delle
medie, si determina la presenza di un fattore principale; in questo caso, la pendenza
della linea che unisce i valori della funzione obiettivo per differenti livelli dei
parametri, in corrispondenza della colonna dedicata all'interazione, fornisce in termini
qualitativi l'influenza relativa degli effetti di interazione.
Nel primo test, lo scopo è quello di individuare la presenza di interazioni tra i fattori
presi in esame, indipendentemente dalla valutazione della loro rilevanza.
Nel secondo test, invece, viene valutata proprio la rilevanza dell'interazione,
mediante l'applicazione del metodo della varianza, analizzando la colonna
appositamente riservata all'interazione.
Ovviamente, in una strategia complessiva della sperimentazione, il test di rilevanza
viene effettuato una volta che si è accertata, dal primo test, la presenza di interazioni.
A valle dei test, potremmo trovarci in una delle condizioni espresse dalla seguente
tabella:
Interazione Azione
Assente Nessuna
Presente, non significativa Nessuna
Significativa Modificare le condizioni di ottimo
Calcolare il nuovo valore di ottimo della
funzione obiettivo
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Per eseguire il primo test, ovvero per valutare la presenza dell'interazione, occorrerà
considerare per ciascuna coppia di parametri indagati, tutte le combinazioni di livelli;
nel nostro caso, per la prima coppia P1P3, essendo previsti due livelli per ciascun
parametro abbiamo le seguenti quattro combinazioni:
P1-P3-
P1-P3+
P1+P3-
P1+P3+
Il test consiste nel calcolare le medie relative agli esperimenti per i quali si è in
presenza di ciascuna delle coppie elencate. Di seguito è riportata l'elaborazione del
calcolo relativo:
35
33
30
25
22,5
20 20,5 P1-
18,5
15 P1+
10
0
1 2
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
Si noti che i valori calcolati per le medie P1-P3+, etc. non devono essere confusi con
i valori relativi ai parametri (P1xP3) che si riferiscono a colonne esplicitamente
assegnate all'interazione.
P2-P3-
P2-P3+
P2+P3-
P2+P3+
e possiamo calcolare:
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
30
28,5
25 25
22
20
19
P2-
15
P2+
10
0
1 2
P2- 28,5 22
P2+ 25 19
Viene indicato con l'espressione "Severity Index" un indicatore che può esprimere
l'intensità dell'interazione in termini di quantitativo numerico riferito geometricamente
alla misura dell'angolo tra le rette dei due segmenti considerati. L'indice è espresso in
una forma per cui il 100% corrisponde a linee perpendicolari, mentre 0% rappresenta
due linee parallele. L'interazione è pertanto elevata quanto maggiore è il valore
percentuale dell'indice:
ABS P1 P3 P1 P3 P1 P3 P1 P3 *100
SI 2* ABS MAX MIN
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
dove:
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La progettazione degli esperimenti (DOE) mediante l uso delle matrici ortogonali
e considerando i valori dei singoli addendi come incrementi rispetto alla media
stessa dovuti all adozione dei singoli livelli, ovvero:
Y p1 Y p1i
Si noti come l'interazione P1P3 fornisca il suo contributo all'ottimo della prestazione
in modo del tutto analogo agli altri fattori in esame.
10 Conclusioni
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