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Che cos’è la
filosofia?
1. La filosofia e la meraviglia
La filosofia: un sapere che richiede tempo ed esperienza per
essere recepito e capito a fondo; lo si apprende in gioventù, ma lo si
apprezza e lo si valorizza solo in età matura, quando si diventa capaci
di dare senso a ciò che è rimasto “congelato” nella nostra mente.
La filosofia, ha in comune con l’età giovanile, il continuo bisogno di
comprendere, di porre domande, prolungando quella propensione
alla meraviglia, alla scoperta e alla curiosità che è tipica
dell’infanzia.

2. La filosofia, un sapere inquieto


Ognuno di noi, fin dalla nascita, diventa protagonista di un viaggio in
un mondo complesso e in continua trasformazione; cerchiamo di
orientarci, di dare un senso agli eventi e a noi stessi, costruiamo la
nostra identità personale, razionale, affettiva lungo un sentiero
difficile fatto di domande, di dubbi, di progetti. In questo viaggio ci
arricchiamo di esperienze e di conoscenze e spesso siamo
accompagnati da un'inquietudine che ci spinge a farci domande
fondamentali legati alla nostra esistenza; si tratta di domande
filosofiche.
La filosofia dunque è quel sapere che si interroga su cosa si nasconde
dietro le nostre parole a prima vista più comuni e dietro i nostri
comportamenti più abituali.
Il filosofo Thomas Nagel infatti dice che “...il principale interesse
della filosofia è mettere in questione e comprendere idee
assolutamente comuni che tutti noi impieghiamo ogni giorno senza
pensarci sopra…”

3. La filosofia come indagine


razionale
Differenza tra religione e filosofia: si pongono le stesse domande,
ma la differenza sta nel modo di trovare le cose; la filosofia lo fa
utilizzando la RAGIONE, cioè ricercando, argomentando,
criticando, con la razionalità. Mentre la religione si basa più sulla
fede. Una disciplina che si avvicina alla religione o anche alla
letteratura, per il tipo di domande che pone, ma anche alle scienze,
per il modo razionale e critico con cui le affronta.
Socrate nell’Atene del V secolo a.C.; la ricerca filosofica è un dialogo
continuo tra gli uomini, un interrogare e un rispondere, in cui la
risposta conduce sempre a nuove domande.
La filosofia è la ricerca della verità, e non possesso della verità,
vive della discussione critica, del confronto razionale tra tesi. Solo
nel dialogo si può tentare di raggiungere la verità.
La filosofia, dunque, è ciò a cui ricorriamo quando sentiamo il bisogno
di analizzare razionalmente le nostre convinzioni, per metterne in
dubbio la validità e verificarne la coerenza.
La filosofia è un’indagine razionale che si propone di SPIEGARE e
non semplicemente di descrivere la realtà. Non si accontenta di
osservare come stanno le cose, ma si propone di dire PERCHé esse
sono in un certo modo.
La filosofia si distingue dalla matematica e storia perché non studia
oggetti circoscritti, ma si propone di spiegare globalmente la realtà.
Il presupposto della filosofia è che l’umanità non possieda già la
verità, ma la DEBBA RICERCARE.
La filosofia è la CONSAPEVOLEZZA DI NON SAPERE.
Dogmatico: Fondato su uno o più principi dati come veri e
indubitabili, indipendentemente dalla loro verifica nella realtà e nei
fatti; indiscutibile.

4. Che cosa sanno i filosofi?


Una mentalità diffusa tende a giudicare dell’importanza di una
professione o di una disciplina in termini di UTILITà; ad esempio
quando ci si chiede a cosa serve una disciplina utile alla società la
risposta è immediata (medicina, economia, giurisprudenza), mentre è
meno immediata ad attività in apparenza non così necessarie.
Già i greci antichi tendevano a giudicare l’importanza della
filosofia in termini di utilità.
Si dice che il primo a impiegare il termine “filosofia”
sia stato PITAGORA (VI sec. a.C.); egli avrebbe
paragonato la vita umana a una grande fiera, dove alcuni si recano per
commerciare, altri per mostrare la loro abilità nei giochi e altri al
solo scopo di osservare lo SPETTACOLO. Questi ultimi sarebbero
appunto i filosofi.

5. Il filosofo e la vita pratica


Filosofia= amore per la sapienza, il suo senso preciso dipende da cosa
si intende per “sapienza”. Originariamente, i greci chiamavano
sophia un’abilità in qualunque arte.
Più spesso esso è sinonimo di CULTURA GENERALE. “Sapienti” erano
chiamati gli uomini politici.
In un dialogo, gli amanti, Platone viene definito come un individuo
dotato di vasta cultura generale, capace di farsi valere in molte
questioni senza essere un professionista in nessuna arte.
Il filosofo è inferiore agli specialisti nel campo specifico, ma è a
loro superiore nell’insieme.
Due aneddoti su Talete (VI secolo a.C.); indicativi di come la
gente comune vedesse i filosofi:

-Platone racconta che Talete, mentre camminava osservava le


stelle e così cadde in una buca e una serva, invece di aiutarlo, lo
derideva. Dicendo che lui conosceva le cose del cielo ma gli
sfuggivano quelle che aveva davanti ai piedi.
Immagine del filosofo fra le nuvole, goffo.

-Narrato da Aristotele; Talete, avendo previsto dall’osservazione


degli astri un abbondante raccolto di olive, si arricchì accaparrandosi
un gran numero di FRANTOI a basso prezzo e poi riaffitandoli ai
contadini a un prezzo maggiore.
Immagine dell’attitudine pratica del filosofo, la cui scienza gli
consente di fare previsioni e di conseguenza guadagnare
facilmente.
Frantoio= Nome generico di ogni macchina usata per la
frantumazione o la macinazione grossolana di molti materiali (spec.
pietrame o minerali); com., la macchina per la frangitura delle olive.
Focus: Il filosofo e il distacco del
mondo
Spesso il filosofo è stato visto come un sapiente distaccato e lontano
dalla maggioranza degli uomini.
Si dice, per esempio, che di temperamento triste e melanconico
fosse ERACLITO, che piangeva di continuo delle cattiveria degli
uomini, fino a ritirarsi in una SOLITUDINE MISANTROPICA
(evitare le relazioni umane). Opposto a “il filosofo che piange”,
abbiamo “il filosofo che ride”: Democrito. Che rideva della stoltezza
degli uomini e con questa tranquillità d’animo visse fino all’età di
109 anni. Se Eraclito piange della stoltezza degli uomini che non è
riuscito a riformare, Democrito ne ride, vedendoli indaffarati in mille
questioni futili e onerose.

La nascita della
filosofia
1. Il declino del pensiero mitico
NASCITA FILOSOFIA: VI SECOLO a.C.
Mileto
Questa data segna una svolta per l’intera umanità; in questo secolo
prendono avvio i grandi sentieri di ILLUMINAZIONE e del
BUDDHISMO in India e del taoismo in Cina; Confucio elabora i
principi che saranno alla base della spiritualità cinese. ORIENTE.
Occidente: rivoluzione diversa; l’inizio della filosofia segna il
declino del pensiero mitico e la nascita di un SAPERE
RAZIONALE. Prima gli uomini pensavano che tutto ciò attorno a
loro era dovuto a un essere superiore a loro. Ma i primi filosofi
avviano un nuovo modo di riflettere sulla natura; propongono
SPIEGAZIONI prive delle immagini drammatiche delle
TEOGONIE (generazione degli dei, mito che tratta l’origine degli
dei), e cosmogonie antiche (generazione del mondo, miti, dottrine e
leggende della formazione del cosmo); non più agenti soprannaturali.
A differenza della mitologia, per i filosofi nulla esiste che non
sia PHYSIS (NATURA). CERCANO SPIEGAZIONI di tipo
naturalistico, perché credono che il mondo sia un sistema razionale
che l'uomo può comprendere grazie alla sua intelligenza.
C’è filosofia ma è un po’ diversa;

OCCIDENTE:
-dagli dei alla razionalità; secondo i Greci tutto è governato dagli
dei, credevano molto agli dei ma ciò oramai non era più molto forte;
alcuni Greci iniziano a distaccarsi da questa mentalità e iniziano a
pensare con la ragione;

-la filosofia si basa sulla ragione

ORIENTE:
- filosofia spirituale; trovare pace interiore e vivere nel modo
giusto;

- anima, spirito;
- Buddhismo e Confucio in Cina

2. La filosofia come sapere


autonomo
Si afferma che la filosofia cominciò nel VI secolo a.C. con Talete,
per il quale tutto era fatto di acqua (l’arché è l’acqua). Ma si sa che
l'idea dell’acqua come principio originario della natura è più antica di
Talete; essa apparteneva già alle mitologie orientali, sumeriche,
caldee, egiziane ed ebraiche le cui cosmogonie narravano il mito di un
“caos acquoso originario” generatore del mondo.
Il termine filosofia acquista un significato specifico solo due
secoli dopo Talete, con i sofisti e con la scuola di Socrate.
Nel V secolo, gli storici Erodoto e Tucidide usano ancora la parola
nel significato generico di Saggezza per differenziarla dai saperi
specialistici delle arti e delle tecniche.
Sarà un discepolo di Socrate, Platone, nel IV secolo a.C. a fare della
filosofia un SAPERE AUTONOMO. Sarà poi Aristotele a scrivere la
prima STORIA DELLA FILOSOFIA.
I primi filosofi riterranno che all’origine di tutte le cose fossero
gli ELEMENTI DI BASE DELLA VITA: l’acqua, l’aria, il fuoco, la
terra.
Per Erodoto, la filosofia è una ricerca disinteressata.

3. L’originalità del pensiero greco


Una tradizione che risale alla scuola giudaica di Alessandria, ha
considerato la filosofia greca come un puro fenomeno di
IMPORTAZIONE dall’Oriente di dottrine già compiute. I cinque
indirizzi principali della filosofia presocratica sarebbero variazioni
delle cinque principali culture orientali. La maggior parte degli
studiosi oggi esprime molti dubbi su queste suggestive ipotesi e
sostiene la tesi dell’AUTONOMIA e dell’ORIGINALITà DELLA
FILOSOFIA GRECA.

4. La filosofia come ricerca e cura


del sapere
La filosofia è un’indagine razionale che si propone di SPIEGARE e
non semplicemente di descrivere la realtà. Non si accontenta di
osservare come stanno le cose, ma si propone di dire perché esse
sono in un certo modo. Per la filosofia la RAGIONE è lo strumento
più adeguato a cogliere la verità; e la realtà può essere compresa
dalla ragione in quanto è essa stessa razionale nella sua struttura.
Essa non è sophia, ma philosophia, ossia amore, ricerca e cura del
sapere. Nella filosofia greca, questo carattere aperto e non
dogmatico del sapere viene particolarmente evidenziato; la filosofia
corrisponde alla consapevolezza di non sapere (e alla spinta a
conoscere che ne deriva) più che alla conoscenza specifica di
qualcosa.
La filosofia presenta affinità con altre forme di sapere, come la
matematica e la storia; ma si distingue da esse perché non studia
oggetti circoscritti, ma si propone di spiegare globalmente la
realtà, di cui ricerca i principi più generali.

5. Il problema della natura


La filosofia delle origini pone come oggetto di indagine la NATURA
(l’insieme delle cose e degli esseri esistenti).
Il termine indica la totalità delle cose che nascono, vivono e muoiono.
Physis è il mondo delle cose del cielo e della terra, oggetto della
nostra esperienza quotidiana. Elementi della natura sono le sue
parti semplici, non riducibili ad altro e di cui tutto si compone:
acqua, aria, fuoco, terra. Da questi elementi fondamentali hanno
origine le cose; gli animali, il sole, le piante, l’uomo stesso.
Per i filosofi queste ultime esistono in natura solo in quanto sono
governate da leggi e rette da un ordine. Ogni cosa si costituisce
dunque in base a un principio. La parola physis designa anche quel
PRINCIPIO FONDAMENTALE che costituisce la spiegazione di
tutte le cose; natura di una cosa è quindi ciò che le è proprio e la fa
essere quello che è e non una cosa diversa.

6. La ricerca dell'archè
La filosofia comincia dunque quando il pensiero inizia a
interrogarsi sulla NATURA DELLE COSE, sul loro PRINCIPIO di
vita e di movimento.
Mentre il pensiero mitico racconta in forma poetica la nascita del
mondo, essi ricercano un principio razionale interno alla natura e
cause delle sue trasformazioni. La filosofia è portatrice così di un
atteggiamento nuovo: scientifico; interessato a spiegare i fenomeni
naturali e a conoscere il principio che sta dietro a essi.
Il problema DOMINANTE dei primi filosofi diventa quello del
principio (archè, ossia l’origine di tutto ciò che esiste) di tutte le
cose. è Aristotele a presentare i filosofi del VI secolo a.C. come
coloro che per primi studiarono la natura, tentando di individuare
l’arché. Da Aristotele in poi, è ormai diventato comune far iniziare la
filosofia con tale problema. Arché indica sia ciò che viene prima
per importanza, sia ciò che viene prima nell’ordine del tempo. Per
spiegare l’origine del mondo e la sua legge di sviluppo, i primi filosofi
scelsero all’interno della realtà quegli elementi che ritenevano più
importanti, in base alle ESPERIENZE e alle OSSERVAZIONI che
erano a loro accessibili. I primi filosofi scelsero uno o pochi
elementi ritenuti il fondamento di tutte le cose e di cui tutte
apparivano costituite.
Arché Anassimandro; infinito.
Arché Talete: acqua.
Anassimene: aria.

La filosofia degli
ionici
1. Talete. L’acqua come principio
di tutte le cose.
A partire dal VI secolo a.C. all’interno della cultura greca si
sviluppa un originale movimento di pensiero, che pone come
oggetto di indagine la NATURA. Aristotele chiama questi pensatori
“fisici” o “fisiologi”; studiosi della natura, naturalisti. Con essi si è
soliti a dare inizio alla filosofia. Il primo tra questi pensatori è
Talete di Mileto, per cui il principio di tutte le cose è l’ACQUA.
Secondo Aristotele, Talete ricavò questa convinzione osservando
che;
1. Il nutrimento di tutte le cose è umido;
2. I semi delle cose hanno natura umida;
3. L’acqua è il principio naturale delle cose umide.
Talete sostenne anche che la Terra poggia sull’acqua. Quest’ultima
quindi fonda e sorregge tutte le cose. è probabile che Talete sia
giunto alla conclusione che l’acqua è il principio della natura sulla base
di argomentazioni elementari; senza acqua non c’è vita. Talete
arrivò, probabilmente, a questi argomenti attraverso l’osservazione
diretta della natura e prove ricavate dall’esperienza; aveva
studiato le piene del Nilo ed era influenzato dalla tradizione di
Mileto e dalle culture fluviali egiziane e mesopotamiche, che lo
spingevano a vedere nell’acqua l’elemento indispensabile per la
sopravvivenza dell’uomo.

RICORDA CHE la filosofia nasce come RICERCA razionale sul


principio (arché) della natura (physis) rispondendo alle domande: “che
cosa sono le cose? Qual è il principio che le unifica? Qual è la loro
origine?”.

FOCUS: le testimonianze su Talete


Talete nacque a Mileto, in Asia Minore, intorno al 626 a.C. e morì
verso il 548 a.C. Nel 585 a.C., secondo alcuni autori, predisse
un’eclissi solare, utilizzando forse le osservazioni e i calcoli degli
astronomi caldei. Le fonti più importanti non citano nessuna sua
opera scritta; non si può escludere l’esistenza dei suoi scritti, forse
destinati a un gruppo ristretto di discepoli.
Di lui la tradizione tramanda aneddoti. Viaggiò in Egitto e in Asia
minore, dove si impadronì delle conoscenze scientifiche di quelle
culture. Gli piaceva studiare astronomia e meteorologia e si
interessò anche alle applicazioni pratiche della scienza; scoprì un
sistema per calcolare la distanza delle navi dal porto, calcolò
l’altezza delle piramidi misurandone l’ombra; perciò Platone lo
definisce “ingegnoso nelle tecniche”. La tradizione gli assegna
anche numerose scoperte geometriche. Talete appare come il
simbolo del sapiente, esempio di saggezza e di equilibrio, in grado di
indicare norme morali attraverso efficaci sentenze.
Si racconta che la sua morte sia avvenuta, per il caldo e la sete,
mentre assisteva a una gara ginnica.

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