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TRADUZIONI

Esercizio 12 pagina 32

1 diana, dea delle foreste, uccide le bestie. 2 vesta, protettrice delle famiglie, protegge le ragazze
e le matrone. 3 Cornelia, padrona di casa, prepara la tavola. 4 minerva, dea dei potei, infonde
sapienza. 5 gli abitanti amano l’italia, penisola dell’europa. 6 Catina, colonia della grecia, vanta
molte statue degli dei. 7 la memoria delle vittorie è gradita dagli abitanti della sardegna, isola
dell’Italia. 8 i contadini e i marinai temono la povertà, causa di insofferenze.

Esercizio 13 pagina 33

1 l’avarizia del denaro causa insofferenze. 2 anche le ancelle ignorano il motivo dell’ira della
padrona. 3 la parsimonia è il motivo della ricchezza degli agricoltori. 4 le figlie delle padrone e le
ancelle preparano le tavole ai commensali. 5 la violenza della padrona è motivo d’ira dell’ ancella.

Esercizio 13 pag 34

1 le ragazze sono con la maestra 2 l’invidia è la causa delle lacrime 3 la padrona è cara alle
ancelle 4 la grecia è patria dei musei 5 la Sicilia e la sardegna sono isole 6 la storia è maestra di
vita 7 gli abitanti di Atena non temevano le minacce persiane 8 grandi sono le ricchezze delle
padrone ma i piccoli piaceri delle ancelle

Esercizio 19 pag 37

1 Non sempre la vita offre ricchezza, ma ristrettezze. 2 le insidie mandano in rovina le truppe. 3
porsenna guida le milizie. 4 Valeria ha una grande quantità di amiche. 5 le lusinghe delle ragazze
rallegrano le nonne

20 pag 37

1 l’abbondanza dei germogli della pianta è gradita agli agricoltori 2 le truppe di Atene non sono
gradite dagli abitanti 3 le lettere dei poeti allietano le nostre nonne 4 le figlie di famiglia chiamano
le ancelle che raccontano storie 5 il banchetto di nozze allieta i commensali 6 ne la ricchezza ne il
denaro, ma la sapienza e la giustizia è causa di gloria della regina 7 rose e viole sono donate dai
cittadini alle figlie 8 le truppe di Tebe sono valorose e procurano gloria

Esercizio 25 pagina 40

1 i contadini abitano in capanne. 2 gli stranieri vengono in italia. 3 la ricchezza è nella cassaforte
(pluralia tantum). 4 Valeria porta la ricchezza nella cassaforte. 5 i poeti vengono a Roma. 6 noi
giungiamo ad Atene

Esercizio 26

1 Il padre di famiglia si reca alla fattoria. 2 la forza ha ricchezza nascosta. 3 insidie sono nella
fattoria, la fortuna ti salverà. 4 gli abitanti dell’isola temevano le insidie dei pirati. 5 Anche in puglia
gli abitanti ornavano gli altari degli dei con corone. 6 a scuola raccontano favole ai discepoli e
insegnano la lingua di roma. 7 le vittime di diana, dea delle foreste, sono agnelle e vacche. 8
l’amicizia di Tullia rallegrerà terenzia, padrona della fattoria

Esercizio 1 pagina 41

L’agricoltura è cara agli abitanti della penisola. La vita dei contadini è maestra di parsimonia e
diligenza: così i contadini arricchiscono l’Italia. Nella penisola ci sono molte e famose colonie
greche: talvolta infatti l’Italia viene chiamata magna grecia. Le spiagge d’Italia, particolarmente
delle isole della sardegna e della Sicilia, sono terre di uva, olio, castagne, rose e viole. La fama dei
poeti e delle lettere di roma è straordinaria.

MARCELLA E CLAUDIA ALLE PRESE CON IL LATINO

Marcella è una ragazza romana; anche clod è una ragazza romana. Le famiglie si Marcella e clodia
vivono a Siracusa. Marcella impara la lingua latina; anche clodia impara la lingua latina. Marcella e
clodia sono amiche e imparano la lingua latina a scuola; E le ragazze si dedicano alla letteratura
latina. Flavia è la maestra di marcella e clodia. Flavia insegna la lingua latina ai discepoli. Spesso
flavia loda la disciplina di marcella, perché marcella è una ragazza diligente. Flavia però
rimprovera la negligenza di Claudia, perché Claudia è poco studiosa.

IL GIORNO DELLE NOZZE PAG 43

Le nozze della figlia della padrona sono oggi. Le nozze sono motivo di gioia per la famiglia. Sulla
tavola del banchetto c’è abbondanza. Corone di rose sono sugli altari. Le amiche augurano
fortuna e ricchezza alla figlia della padrona. Le facezie dei commensali sono causa di gioia. Le
ancelle si riposano nell’ombra delle piante e alleviano le preoccupazioni. Nelle foreste le colombe
e gli usignoli cantano. Nel cortile le ragazze giocano. Nella fattoria i contadini giungono e salutano
la padrona. concordia, operosità. Amicizia e gioia sono nella fattoria.

Esercizio 11 pag 50

1 noi abbandoniamo roma e veniamo in Campania 2 noi vediamo spesso i contadini nell’ombra
della foresta 3 la maestra narra alle ragazze la storia della patria e le cause delle ricchezze nel
territorio 4 noi preghiamo vesta e chiediamo benevolenza alla dea 5 Atene culla di filosofia e
dottrina è in attica 6 la fame aguzza l’intelligenza 7 o fanciulle, non solo la bellezza ma anche la
sapienza orna la vita 8 i maestri insegnano la lingua latina

Esercizio 14 pag 52

1 le rose sono mandate dalle ancelle ai commensali 2 l’acqua è data dalle ragazze ai profughi 3 la
storia della colomba e dell’aquila è raccontata agli studenti dalla maestra 4 la padrona è torturata
dalle preoccupazioni della vita 5 la potenza di roma e a sapienza della grecia sono raccontate
dalla storia 6 la grazia è chiesta dalla ancella 7 le vie e le foreste sono illuminate dalla luna 8
l’ancora è iettata dai marinai nelle onde

Esercizio 15

La lupa è vista nel bosco dalla serva ed è ferita dalla freccia 2 le rose sono collocate nel tempietto
degli dei dalle matrone 3 le foreste le bestie e le ninfe sono create dalla terra 4 il denaro è
promesso dall’avarizia 5 Tullia è delegata dalle favole della nonna 6 o patria, sei spesso illustrata
dalle vittorie degli atleti 7 la agnello del contadino è divorata dalla belva del bosco 8 la vita è
governata dalla sorte non dalla sapienza

Esercizi 18 pag 54

1 valeria mostra agli amici e alle ancelle la tunica e la palla 2 la parsimonia è caudata dai
contadini e dagli abitanti dell’Italia dai poeti 3 le terre delle isole e delle penisole sono sempre
coltivate dai contadini 4 i marinai evitano le rapine e le insidie dei pirati, rovina dell’isola. 5 Ciro in
grecia, trova preoccupazioni e ansie 6 i filosofi ne amano la ricchezza, causa di avarizia, ne
temono le minacce della sorte

Esercizio 22 pag 56

1 gli abitanti dell’africa combattono con le frecce e con le asce 2 i ragni catturano le mosche con
la tela 3 i forestieri vengono con le carrozze alle colonie della sicilia 5 gli abitanti della fenicia
ricercano il denaro specialmente con il commercio 6 Lydia giunge alla villa delle amiche con letizia
7 o pirati

8 le vacche e le capre sono rimpinzate di avena con abbondanza

ELOGIO ALLA SICILIA pag 59

La sicilia, isola ridente, è provincia dell’Italia. Gli abitanti della sicilia non sono solo contadini, ma
anche marinai. L’isola concede agli abitanti abbondanza: infatti uve, olive, spighe e piante sono
generate. I venti ci sono sempre in sicilia. Pantere, vipere e bestie non sono temute dagli abitanti.
Le donne aiutano i contadini nei lavori. Sicilia però è patria di contadini e di marinai. Spesso gli
abitanti accumulano ricchezza con il lavoro e con la marcatura della terra. I poeti celebrano la
bellezza delle ragazze, l’operosità dei contadini, l’audacia dei marinai e la parsimonia degli abitanti
.

IL CULTO DI VESTA pag 60

Vesta dea della famiglia, è venerata dagli abitanti dell’Italia. In particolare a Roma le matrone
onorano la dea con corone di rose e viole e nelle fattorie edificano altari. Nell’altare della dea la
fiamma sempre è accesa e illumina le tenebre. Le vestali sono serve della dea, con pudore
passano la vita, servono la fiamma e proteggono l’altare. la fiamma non è mai spenta. La fiamma
significa concordia e gioia delle famiglie. La dea custodisce l’innocenza, il pudore e la modestia
delle ragazze. Non solo le matrone e le figlie di famiglia, ma anche le ancelle e le serve della dea
chiedono benevolenza e conducono grazie. Anche in grecia la dea è onorata dalle donne e dalle
ragazze.

Esercizio 7 pag 64

1 l’audacia spesso è causa di molte vittorie 2 la lingua greca è parlata da molti ragazzi

3 l’erba delle grandi foreste è spesso una medicina delle bestie

4 le corone sono preparate dalle padrone ai ragazzi degni 5 la maestra è grata ai suoi discepoli

6 nel bosco le acque sono buone 7 una grande guerra è combattuta in grecia 8 notizia certa è la
vittoria delle truppe

Esercizio 10 pag 66

1 le mie amiche procedono per l’etruria con la carrozza, ma non si fermano in nessun luogo. 2

In grecia le vittime vengono sacrificate alle dee sugli altari 3 camilla e Claudia padrone amiche
proseguono dalla nota sicilia alla ignota Spagna 4 le opere dei poeti spesso sono raccolte da
Cornelia e conservate nello scrigno 5 le nostre truppe si allontanano dalla provincia e ritornano a
roma attraverso la via Aurelia. 6 la gloria di roma procede dall’Africa in europa e successivamente
dall’Europa in africa 7 vengo dalla grecia, dalla macedonia, Asia e arabia. 8 le matrone vivono a
roma, ma talvolta arrivano da roma nelle ville delle amiche.

Esercizio 13 pag 68

1 le ragazze, beate e allegre, o giocano con la palla, o cantano o saltano nel cortile della fattoria 2
noi lodiamo sia la bellezza sia l’onestà delle ragazze ma condanniamo l’ignavia e la pigrizia. 3 gli
abitanti della sicilia non sono solo contadini ma anche marinai, infatti l’isola è circondata da ogni
parte dalle acque. 4 le studentesse sono studiose e diligenti, i maestri infatti insegnano facilmente
la materia. 5 la padrona, le ragazze, i commensali e le ancelle riposano all’ombra della villa. 6
spesso le dee o amano o disprezzano ne sono mosse dalla misericordia. 7 noi lasciamo la
pigrizia: infatti la pigrizia è fastidiosa e dannosa, però l’attività assicura la ricchezza e una vita
sicura. 8 perfino la vita moderata e modesta offre letizia e allontana le preoccupazioni

LA DEA FORTUNA

Fortuna è una grande dea. Tutti infatti tutti gli dei pregano, laudano, temono: infatti sperano da
parte della dea fortuna ricchezza, gloria e opulenza, però evitano l’ira della fortuna. Noi
edifichiamo molti altari della dea fortuna sia dedichiamo sia spesso sacrifichiamo sugli altari le
vittime della dea. Molto raramente fortuna dispone ricchezza o la vita beata: infatti la dea è cieca,
ignora la giustizia, non vede le miserie dei servi e delle ancelle e spesso è causa di inamicizie e di
sofferenze. Raramente la fortuna è favorevole , spesso è avversa perciò in italia le matrone e le
ragazze non sempre amano la dea.

LA VITA NEI CAMPI

Le ragazze raccolgono le belle viole nelle sponde, e giocano con le bambine e la palla. Le amiche
spesso preparano la tavola in cucina e pongono molti piatti sulla tavola per la felicità dei
commensali. Infatti spesso i commensali sono nella fattoria e molte ancelle obbediscono alla
padrona. Le ombre gradite sono nella selva familiare della fattoria; spesso le figlie della padrona
vanno nella foresta con le loro ancelle e si riposano con l’ombra gradita. Infatti le acque piacevoli
scorrono nel bosco, le ragazze osservano le piccole onde e hanno grande felicità. Spesso le
ancelle raccontano favole antiche e addolciscono le piccole pene e le preoccupazioni della vita

LA DURA VITA DEI CONTADINI E DEI MARINAI

la vita dei contadini è aspra è dura e piena di preoccupazioni. La grande abbondanza delle piogge
nuoce le piante e genera brutte erbe, ma le piccole caprette e le candide pecorelle mangiano
l’erba tenera e crescono. Però l’eccessiva mancanza di acque secca la terra e prepara la caduta
degli olivi e delle viti. Ma gli agricoltori con grande pazienza perseverano nel loro lavoro. Inoltre la
vita dei marinai è dura. Le piccole barchette scorrono attraverso le onde con grande audacia, ma
tavolta le violente tempeste agitano le onde e rovesciano le navi. I marinai perdono molte anfore e
spesso inoltre la vita. In patria la misera famiglia aspetta invano i marinai. Se il mare è calmo
accumulano il grande denaro e le molte ricchezze.

LE PRINCIPALI DIVINITà DEI ROMANI

Giunone è regina del cielo e padrona della famiglia. La dea protegge le matrone e le nozze, dona
opulenza e ricchezza. Giunone, benevola, manda pioggia benefica, ma adirata, suscita violente
tempeste: poiché punisce con durevolezza le ingiustizie e assegna punizioni ai nemici. Gli abitanti
sacrificano capre, sacre alla dea e le dee invocano benevolenza. In grecia la dea è chiamata hera
e soprattutto nell’isola di samo è onorata con danze corali e processioni. Anche ad atene, Tebe e
Sparta la dea è temuta ed onorata devotamente.

Esercizio 12 pag 81

1 nell’isola d’Italia i pirati spesso uccidevano gli abitanti, in seguito si allontanavano dalla nostra
penisola 2 o marinai, abbandonavate le alte tenebre e vivate nella terra con grande gioia. 3 i
forestieri migravano in sardegna e nuove colonie erano edificate. L’isola Sicilia dell’Italia è grande
e famosa: infatti è amata per la sua bella spiaggia. 5 gli abitanti di Sparta disprezzavano la
ricchezza e la letteratura e non temevano le guerre. 6 l’antica italia aveva meravigliose spiagge e
isole, ed anche grandi foreste. 7 i mercanti venivano dalla puglia, attraverso la campania, alla
toscana con grande felicità

DENOMINAZIONE E PASSATO
Le bellezze delle regioni d’Italia pag 83

La natura del luogo è varia in italia. I poeti laudavano belle rose della Liguria, abbondanti vini
dell’etruria e dense foreste e limpide acque dell’Umbria. La Sicilia e sardegna sono isole dell’Italia.
L’isola di sicilia è terra feconda ed è amata dagli abitanti e dai forestieri. Anticamente le colonie
greche erano in sicilia e molte dee erano la celebrate e le statue erano costruite. Molti olivi e
palme erano in apuglia e anche oggi ci sono. Gli abitanti di roma costruivano splendide ville nelle
spiagge della campania. Una volta molte e feroci bestie erano i italia e terrorizzavano gli abitanti.

MARINAI E PIRATI PAG 83

I marini dell’Italia visitavano le molte penisole e isole, non solo le grandi isole di sicilia e di
sardegna, ma anche le piccole isole di malta, Itaca e ischia. Spesso venivano nella provincia
d’africa e navigavano verso le lontane terre all’asia e dopo tiravano a casa dalle loro famiglie.
Talvolta i pirati preparavano insidie ai naviganti e la vita dei marinai non era sicura. I pirati,
soprattutto dell’iiliria e della cilicia, terrificavano gli abitanti delle spiagge della grecia e dell’Italia,
incendiavano le fattorie e soprattutto rapivano le donne. Infine gneo Pompeo oppugnava,
assaliva, distruggeva i pirati con pertinacia e perizia pertanto dopo otteneva rapida ì, famosa e
gloriosa vittoria

LE OCCUPAZIONI DELLE RAGAZZE ROMANE PAG 84

A roma le ragazze conducevano una modesta e laboriosa vita in famiglia: la mattina aprivano le
porte e la finestra, conducevano lavoro domestico, tessevano la tela. Talvolta le ragazze
incontravano le amiche, giocavano a palla, passeggiavano nelle vie e compravano braccialetti,
spille o catenine. Le tavole vengono abbellite prima di cena dai ragazzi e vengono disposte nei
piatti olive, fave ecc. i convivali erano ricevuti con grande benevolenza e si gustavano i piatti.
Dopo cena c’erano canzoni e cori delle ragazze ai conviviali offrivano delizia anche alla famiglia.
Spesso le nonne ascoltavano le favole e erano commosse da favole antiche di elena, Elettra ecc

FUTURO E COMPLEMENTI CAUSA E FINE


Esercizio 11 pag 90

1Gli abitanti dell’isola pregheranno minerva, dea della sapienza e della guerra 2 la vita e le opere
degli dei saranno conosciuto dai ragazzi romani 3 domani la padrona leggerà le favole e allieterà
le serve e le ancelle. 4 noi pregheremo dea proserpina e corone verrano poste sul suo altare. 5 le
nostre ragazza non saranno mai oziose: infatti si inchineranno alla letterature e all’esercizio fisico.
6 i persiani dichiareranno guerra alle truppe greche e dopo vinceranno e divideranno le prede. 7
viviamo e vivremo la grande amicizia con molta gioia 8 le terre degli equi saranno devastate e
perciò saranno abbandonate

Esercizio 16 pag 93

1 Catilina tramava insidie contro la patria 2 dopo lunghe e cruente battaglie le truppe ritornavano
a roma. 3 dietro la finestra l’ancella pettina con grande cura la padrona 4 noi combattiamo invano
contro la violenza della natura 5 l’amicizia tra Tullia e Cornelia è e sempre sarà sincera e grande 6
i conviviali sono allettati durante la cena dalla munificenza della padrona 7 la maestra predilige
Giulia tra i molti discepoli per la sua modestia e diligenza 8 la folla di ragazzi stava ritta e pregava
davanti la statua di diana

Esercizio 17 pag 94

1 le capre e gli agnelli mangiano erba davanti alla casa del contadino 2 i poeti lodavano le belle
fanciulle con il flauto nelle ombre dei boschi. 3 l’ancella sarà punita violentemente per la sua
pigrizia a causa dell’ira della padrona 4 presso la pianura di Maratona gli abitanti di Athene
lottavano contro le truppe della persia. 5 soffro a causa dell’invidia delle amiche. 6 le truppe della
grecia percorrevano le erre dell’aria e giungevano alle terre dell’india. 7 sull’altare degli dei davanti
la bella statua di minerva, la padrona pregava. 8 le barche erano distrutte a causa della violenza
delle onde e subito i marinai nuotavano alle coste dell’isola

Esercizio 18 pag 95

1 la nave navigava sicura per l’esperienza dei marinai. 2 molte capre, agnelle erano la preda di
lupi e acquile. 3 le lampade saranno portate nella fattoria dagli amici della matrona 4 gli abitanti
della grecia migravano in terre lontane per necessità e conducevano nuove colonie. 5 le ombre
dei boschi accoglieranno il sonno dei contadini 6 marcella sarà lasciata dagli amici per la sua
superbia. 7 dopo la guerra le truppe romane erano liete per l’abbondanza del bottino 8 il
banchetto sarà servito con grande letizia ai commensali dalle ancelle di Claudia 9 non saremo
mossi ne dalla ricchezza ne saremo vinti dalle parole dei tiranni. 10 dopo la vittoria i pirati
abbandoneranno la misera isola e porteranno la guerra in italia.

LA DURA VITA DEI CONTADINI ROMANI

La vita nei campi dei contadini era dura e faticosa. Infatti usavano lavoro e diligenza, esercitavano
pazienza e costanza: scindevano le glebe, aravano la terra, tagliavano con la falce curva le
spiehe. Avevano galline, colombe e agnelli nelle aie e cacciavano le bestie con bastoni dalle aie
Le famiglie di agricoltori abitavano in piccole case e le statue di legno degli dei erano coronate
con grande gioia dai figli dei contadini con ghirlande di spighe. Dopo cena gli agricoltori e i vicini
delle fattorie limitrofe si stabilivano presso il fuoco; Narravano gioconde favole, levavano le
preoccupazioni della vita con gli scherzi, allietavano la famiglia e gli stranieri. D’altra parte la vita
dei contadini che abitavano nelle aride terre era aspra e misera. Essi mangiavano solo capre
agnelli e scarne vacche perché le rare erbe erano offerte dalla secca terra e le piogge non
giovavano le opere dei contadini

GLI ANTICHI ABITANTI DELLA SARDEGNA pag 96

Oggi la maestra narrerà l’antica vita degli abitanti della sardegna e i discepoli ascolteranno
attentamente. “ gli abitanti della sardegna erano contadini e marinai. L’isola dell’Italia aveva e ha
oggi belle spiagge. Le coste marittime della sardegna producevano olivi e nelle terre più interne
l’abbondanza di verdure nutriva la moltitudine capre e agnelli. Gli abitanti della sardegna
costruivano anche abbondanti anfore e statue. Nei luoghi ridenti dell’isola di sardegna c’erano
molte ville romane. Però a volte la ricchezza dell’isola attraeva le insidie dei pirati. I pirati
percorrevano le acque marittime e maltrattavano gli abitanti per la ricchezza. Le spiagge maritime
non erano sicure a causa dei pirati irrompevano spesso e uccidevano gli abitanti. Spesso gli
abitanti della sardegna cacciavano e uccidevano i pirati, ma le guerre erano sempre dure e aspre:
ma a volte i pirati occupavano e spopolavano le spiagge e rubavano la ricchezza degli abitanti,
dopo si volgevano in fuga verso altre terre

LA VENDEMMIA pag 97

La vendemmia è prossima: infatti le uve diventano rosse nelle vigne e tra poco saranno mature. I
contadini nella cella vinaria purgheranno e prepareranno le bottti: infatti gli schiavi e le serve
raccoglieranno i grappoli e li metteranno nei cesti. La grande abbondanza di uva sarà raccolta.

Dopo le ancelle porteranno le ceste di uva alla cella e i contadini con gioia premeranno l’uva.
Intanto le serve consegneranno le galline alla padrona della fattoria, la tavola sarà apparecchiata e
la cena della famiglia sarà lietamente preparata. Poi le uve e il vino sarà portato nelle anfore per il
commercio e saranno trasportati dai marinai sulle coste della gallia, della spagna e della britannia:
infatti la fama dei vini dell’Italia è grande in europa per l’ egregia natura

PROSERPINA RAPITA DA PLUTONE pag 98

Proserpina, figlia della dea cerere, era una bella ragazza e viveva nell’isola sicilia; spesso
raccoglieva nel bosco viole e gigli presso enna, riempiva cestelli e con amiche giocava e cantava.
Un giorno=olim, il dio Plutone signore degli inferi saltava fuori dalla terra, vedeva la giovinetta e
lodava la bellezza. Così subito la rapiva e la portava con sé. La misera prosperina gridava e
invocava le compagne, ma invano. Giugeva nel tartaro con la carrozza di Plutone. Adesso
proserpina è regina degli inferi e governa e governerà sempre dei morti le anime.

LA METAMORFOSI DI ARACNE pag 99

Anche Aracne, ragazza originaria dalla lydia, tesseva la tela mira=straordinariamente e non
credeva alla superiorità di minerva. Le ninfee discendevano dalle coste e foreste, abbandonavano
le acque e giungevano ad aracne: esse stupite osservavano le tele belle e laudavano la ragazza.
La bravura e la superbia della ragazza muovevano l’ira di minerva e provocava la dea aracne ad
una gara. Per molto tempo la ragazza e le dee tesseranno con grande operosità le tele: minerva
ricama dee, arance ricama storie d’amore.

Esercizio 27 pagina 116

1 Athene è patria dei poeti e Tebe degli atleti. 2 il padrone di casa dona bambole alla figlia e
faretra e frecce al figlio. 3 i servi obbediscono non alla matrona ma al padrone della casa. 4 i
filosofi insegnano non solo insegnanti con le regole ma anche con gli esempi. 5 i punici con
inganno e i romani con la perseveranza abbattevano i nemici. 6 gli agricoltori raccolgono nell’orto
pere e mele, le terreno frumento e orzo. 7 l’avarizia dispone la ricchezza, la gloria la memoria dei
discendenti. 8 i servi ascoltano le parole del padrone, i discepoli del maestro.

IL RTORNO DEL PADRONE ALLA FATTORIA

Il padrone della casa, quando torna alla villa, saluta la padrona, i figli ed i domestici, rende grazia
agli dei e alle dee per la loro benevolenza e pone sopra l’altare le primizie dei campi. Poi è
trasportato per i campi con un cavallo o un carro e visita i terreni attorno alla fattoria. Là, è
seminato il frumento e sono coltivate meli, peri e ciliegi. Pini e cipressi circondano i campi. I servi
aspettano l’autunno quando le mele e le pere coglieranno mentre in estate raccoglieranno
frumento. Il padrone va incontro all’amministratore e domanda i prezzi del vino e dell’Olio. Se il
fondo produrrà abbondanza di cibo, il padrone venderà gli alimenti alle fattorie e ai vicini. I padroni
delle fattorie vicine spesso vengono invitati a cena presso i giardini del padrone

ATENE E SPARTA

Le famosissime Atena e Sparta erano città della Grecia. Atene è in attica, mentre Sparta nel
pelopponeso. Molti templi ci sono ad Athene; nei templi c’erano immagini, monumenti, spoglie e
quadri di dei e dee. Gli abitanti di atene amavano la storia, tragedie e commedie e soprattutto
ascoltavano gli insegnamenti dei filosofi. Mentre a Sparta, gli spartani non curavano la letteratura
e la filosofia, non si dedicavano ne alll’agricoltura ne al mercato. Gli uomini curavano tanto la
pratica del combattimento. Anche i ragazzi si esercitavano nel combattimento e imparano ad
affrontare i pericoli

LE FAVOLE DI FEDRO

Il libro delle favole di fedro offre esempi di vizi e di sapienza. Nella favola, che si intitola “ la cicala
e la civetta”, cicala canta e la civetta osserva. La civetta dice: “cicala taci! Ti interrompi il riposo”,
ma la bestiola senza indugio grida fortemente. Finalmente l’ira della civetta di accende con malizia
uccide la cicala. L’insegnamento della favola è: gli inopportuni a buon diritto per l’arroganza e la
superbia sono puniti. Spesso nelle favole le parole inaugurano non solo bestie come agnelli, tori,
lupi, scimmie, aquile ma anche pini, mirti ed olivi. Il maestro di scuola legge volentieri le favole di
esodo e di ferro ai discepoli e insegna i concetti della della vita.

Esercizio 13 pagina 126

1 le muse cantano per i loro poeti 2 il vostro messaggio è ascoltato con serenità dal luogotenente
dei romani, ma le ingiustizie non sono concesse 3 odissea naufragava a causa dell’ira di Nettuno,
i suoi soci in Sicilia si allontanavano e dopo molti anni nella sua patria ritornava 4 ci affrettiamo
alle nostre spiagge della Sicilia. 5 o amico mio, le tue parole approvo. 6 la guerra mai sarà grata ai
contadini e agli abitanti della nostra città: poiché la violenza della guerra. 7 Anche nelle difficoltà,
figlio mio, vivrai la tua vita con gioia. 8 il segnale del combattimento era dato dal vostro
lungotenente e subito era ripetuto dalle vostre truppe

NEVIO, LETTERATO FIERO E INDIPENDENTE

Gneo nevio, poeta campano, scriveva commedie e tragedie e anche la guerra punica, dove
celebrava le vittorie dei romani nella prima guerra punica contro i cartaginesi. Era noto in tutta
italia e scriveva favole anche in prigione. A volte infatti era condotto in prigione dai triumviri per la
assidua maledicenza e infamia contro i metelli, grandi uomini di roma. Dopo fu liberato da un
triumviro della plebe e nelle sue favole diluiva la sua colpa e impertinenti dichiarazioni. Nevi
scriveva anche favole preteste

LA RELIGIONE PRESSO GLI ANTICHI

Presso l’antica Roma e Grecia molti dei erano celebrati. Molte vittime erano immolate dai romani e
dai greci sui sacri altari degli dei dell’inferno e del paradiso. In tutti i luoghi e le colonie gli antichi
romani e greci edificavano grandi templi e begli altari agli dei e le dee del cielo e della terra e negli
orti e nei fori collocavano statue e alte colonne. Giudei e cristiani veneravano un unico dio. I giudei
non attribuivano al dio forma umana, i cristiani non immolavano vittime sugli altari del dio.

MERCURIO IL MESSAGGERO DEGLI DEI (difficile)

Mercurio figlio di Maia era e con tutti gli dei e le dee vivevano in cielo e dilettava i banchetti delle
divinità con il suono della lira. Spesso volava anche in terra: veniva infatti chiamato il messaggero
degli dei e completava il grato obbligo del messaggero senza indugio. Infatti attaccava le ali del
petaso e le scarpe e con l’aiuto delle ali dal domicilio degli dei attraverso i cieli alla terra i doni
degli dei portava. Era creduto ugualmente Il dio del commercio, di sogni e di pascoli, degli
inganni. Gli abitanti di arcadia erigevano templi brillanti e molti altari soprattutto per mercurio;
anche ad atene, nei crocicchi delle strade, stavano le erme ovvero belle statue di mercurio. Gli
abitanti di arcadia annualmente ornavano le erme con corone per i benefici del dio. Inoltre
stringeva il bastone con la mano destra e conduceva le anime al luogo dell’inferno. Per questo
motivo i cieli e gli inferi ugualmente amavano mercurio.

Esercizio 8 pagina 107

1 l’amico è un tesoro: infatti l’amicizia è gioia dell’animo. 2 mercurio, dio dei messaggi, era
celebrato in italia. 3 spesso i popoli della Germania distruggevano i campi degli equi. 4 il maestro
correggerà l’ignavia dei discepoli con le parole e loderà l’industria. 5 antonio domani sarà in gallia,
esigerà dai soci al luogotenente e combatterà la guerra con la gallia. ??

Esercizio 9 pagina 107

1 il popolo romano manda ambasciatori agli alleati ??. 2 il ragazzo vede una vipera nel fiume con
la sponda. 3 i servi obbediscono al padrone. 4 i ragazzi e le ragazze leggono i libri di poesie di
Virgilio volentieri.

5 i romani combattevano con grande animo e ottenevano molte vittorie. 6 Alessandro conduceva
le sue truppe in Asia e molti popoli avanzava. 7 l’inganno del cavallo di legno porta alla rovina di
troia. 8 il popolo a causa dell’avarizia del tiranno, sopportavano ingiustizie e violenza. 9 Lucio
mandava la lettera all’amico marco per il servo. 10 il vento reclina i rami dei cipressi e dei pioppi e
per i boschi sibila. 11 il nonno consolerà le preoccupazioni dell’animo dei ragazzi con favole
allegre. 12 i figli di Antonio prendono i suoi libri e vanno a scuola liberamente. 13 gli uomini
catturano le bestie nelle foreste con il laccio e con grande animo uccidono con il coltello.

Esercizio 17 pag 110

1 gli antichi non solo veneravano gli dei con le parole, ma sacrificavano anche le vittime nei
templi. 2 il lungotenente ha l’impero, obbediamo perciò all’ordine del lungotenente. 3 gli uomini
delle truppe dei soci con animo combatteranno e nel combattimento cadranno. 4 Nella guerra i
pericoli non sono sempre visti dagli occhi, talvolta sempre veglio e non tengo conto dei pericoli. 5
il Nilo dell’egitto feconda i campi, ma il popolo si nutre con il frumento

Esercizio 18 pag 110

1 la tribù del popolo chiamava il consiglio e incitava gli uomini al combattimento. 2 Lucrezia,
matrona romana, è un esempio saggio di femmina. 3 il popolo della tribù ascolta le parole e
prepara le armi per la guerra. 4 lo studio della filosofia procura la gioia agli uomini. 5 i consigli dei
maestri sono spesso trascurati dai discepoli 6 nella grande Grecia erano edificati tempi e simulari
dagli abitanti 7 dopo l’incendio di troia la città dei greci distrussero, i templi spogliarono, le prede
e le femmine rubarono. 8 l’anima dei ragazzi a volte viene rovinata dai vizi. 9 i filosofi non venivano
mossi dalla ricchezza ne venivano vinti con le parole dei tiranni. 10 il servo si allontana dall’ufficio
e viene punito per la sua ignavia dal padrone.

Esercizio 21 pag 112

1 nell’accampamento dei romani, ci sono poche truppe. 2 i bei luoghi sono in Sicilia.

3 i discepoli del maestro Tullio sanno a memoria i passi dei poeti. 4 chiediamo sempre l’aiuto degli
dei e delle dee. 5 i figli del barbaro riportavano all’accampamento le spoglie. 6 le truppe ausiliarie
non sempre danno aiuto alle truppe. 7 il maestro di Virgilio e luci immolava la bestie agli dei. 8
arrivavamo dalla Grecia e le vedevamo il mare delle coste d’Italia. 9 il tribuno distribuiva al popolo
una grande quantità sesterzio e di talento. 10 volgo era nel foro avido di sesterzi

Esercizio 24 pag 114

1 Da pompei marinai navigavano alla Sicilia. 2 a chio la dea atena visitava i templi del forestiero. 3
a Delfi in grecia, apollo era venerato. 4 a Corinto molti di famiglia proteggevano. 5 viviamo a
Milano felicemente. 6 gli stranieri giungevano a pelo e visitavano le isole per il tempio di diana.

Esercizio 25 pagina 11

1 era già sera e gli amici nel Piceno procedevano con la carrozza. 2 nei giardini degli dei i gigli
fioriscono 3 il tenente dirigeva e sue truppe nella guerra e risiedeva negli accampamenti. I
longobardi si avvicinavano alla Scandinavia. 5 siamo ragazzi, preci non abbiamo preoccupazioni e
viviamo felicemente a Pompei. 6 i contadini davano il lavoro nel campo con operosità e mietevano
il frumento. 7 la vittoria è già dei romani, ma i romani hanno vinto la battaglia, non la guerra. 8 i
soci erano a roma, e il tribuno mostrava ai soci abbondanza e benevolenza. 9 i barbari per la
provincia devastavano l’accampamento dei soci romani con incendi.

Esercizio 9 pag 124

1 funeste discordie sempre muovevano inimicizie e guerre interne. 2 volgo ignorante non amava i
libri dei poeti e dei filosofi, anteponeva cruenti spettacoli del circo e afnioeatri. 3 il virus della
vipera è mortale. 4 il pretore caio non era tenente del popolo romano ma un tiranno. 5 nel cruento
combattimento presso canne Emilio Paolo e molti legionari romani perdevano la vita. 6 molti
ragazzi appena pronunciano le prime parole già conoscono il cuoco, già cibo piacevole esigono

TESEO AFFRONTA IL MINOSAURO pag 140

Teseo era figlio di Egeo e viveva ad atene. Per l’animo e la prudenza era famoso nelle terre della
Grecia e nelle isole del mediterraneo. In seguito, a creta il Minotauro, deforme mostro, era
nascosto nel labiritnto; i ragazzi e le ragazze erano portati da Athene e da altre città della grecia al
Minotauro e come vittime erano sacrificate dalla bestia violenta. Ma l’uomo Teseo venne a creta
per liberare i ragazzi da cupio. Là venne visto da adriana, figlia di Minosse e subito venne amato.
Adriana tradisce la sua patria e salva Teseo, uomo greco. Adriana mostra Teseo la fuga dal
labirintico con il laccio. Teseo affronta il pericolo: entra nel labirinto con il laccio e al grande animo
Minotauro si interfaccia; dopo, il laccio riavvolge e dal labirinto esce. Così Teseo salpava dall’isola
e e la bella Adriana in sposa portava via dal regno

IL LUNGO VIAGGIO DI ENEA pag 141

Dopo, per la violenta burrasca del Mare giunge alle coste dell’africa: li Didone, regina dei punici,
fondava una nuova città. Enea con la regina stringe una relazione di ospitalità e al convivio narra
la rovina di troia. L’uomo ricorda il tranellolo dei cavallo, l’incendio degli edifici e dei templi,
l’uccisione di Priamo e nei sogni, il fantasma triste di Ettore. Didone ama Enea, ma enea, per
l’ordine degli dei con grande tristezza abbandona la regina e scappa dall’Africa.

INFANZIA E GIOVINEZZA DI EDIPO pag 138

Edipo figlio di Laio, era padrone di thebe, e iocasta. Gli dei decisero un fato funesto per il misero
edipo: poiché ucciderà il padre e sposerà la madre. Pertanto per le parole infauste dell’oracolo fu
abbandonato neonato nella selva aspra ma salvato da un ingoto servo e fu portato da polibo,
famoso tiranno di Corinto. una volta, durante un banchetto un conviviale ubriaco chiama edipo è
cillegittimo. L’ansioso edipo discende a Corinto e contende delfi. Li consulta l’oracolo, ma le
parole dell’oracolo non capisce e si dirige a Tebe. Nella via un vecchio molesto e superbo offende
edipo e viene ucciso dal figlio arrabbiato. Così Tebe veniva infestata da un orrenda sfinge. Solo
edipo comprende l’enigma della sfinge e libera gli abitanti dal grande pericolo. poi, entra felice
nella città e viene chiamato padrone.

Esercizio 13 pag 201

1 il motivo provoca dolore 2 cesare convoca il discorso pubblico dei militari 3 i militari di
Alessandro giungevano alla regione battriana 4 Cicero è ucciso presso fornita dai sicari di Antonio
5 i padri e le madri provvedono ai figli e correggono il comportamento sbagliato 6 i principi della
città interrogavano l’oracolo di sibilla in merito alla guerra futura 7 i padri con i loro figli

Seminavano i frumenti e con l’aratro versavano il suolo. 8 presso il tempio di mercurio molti
uomini deambulavano con piacere con le loro mogli 9 a corioli veneravano la madre vetrai e la
moglie volumnia giungono. 10 al mio trionfo sono condotti davanti al mio carro tra re e figli di re
11 dopo gli sforzi del combattimento, la lode dell’imeratore o del generale è gradito ai militari 12 il
console m. Claudio Marcello presso Nola, città della campania, combatte contro annibale per il
bene

Esercizio 1 pag 143


1 l’uva è ricercata dalla volpa. 2 gli alunni sono consigliati dai maestri. 3 le vittime divine sono
sacrificate dagli abitanti di roma. 4 le bestie cercano il cibo. 5 le giovani colombe sono catturate
dalle grandi aquile. 6 le preoccupazioni della vita sono alleviate dall’amicizia

BACCO, DIO DELL’EBBREZZA 144

Bacco o Dionisio era un dio giocoso e benefico, e concedeva grandi benefici soprattutto agli
abitanti della grecia: infatti dava ai cittadini e agli agricoltori della grecia e doni del vino rosso e
grano giallo. Per il benefici del dio uomini e donne sacrificavano molte vittime davanti agli altari di
bacco. Procedeva dalla grecia per l’Egitto all’asia con un piccolo numero di animosi uomini e di
donne sfrenate. Uomini e donne non impugnavano armi ma tamburi e torce. Contro i nemici stolti
e superbi conduceva guerre cruente, espugnava città fortificate e condannava i nemici a pene
aspre.

VISITA A UN’AMICA 144

Livia giunge alla casa di tullia, vede e saluta l’amica padrona: “ salve, Tullia come stai?”. “bene”
l’amica risponde e chiama l’ancella lydia. L’ancella subito prepara e pone in tavola focaccia e
olive. Le amiche mangiano, bevono l’acqua, chiacchierano e ridono di sciocchezze. Dopo la serva
di Tullia porta altra focaccia alla figlia di livia. È circa la decima ora, Livia allora ringrazia la
gratitudine dell’amica, la saluta e ritorna alla sua casa

CHI LA FA L’ASPETTI 145

Agnelli e capre venivano pascolate da un ragazzo nei campi; era irriguardoso e molestava le
bestie con molti dispetti: spesso infatti con sassi e rami le fustigava. Un giorno gli uomini
pellegrini giungono nei campi, i quali interrogano il ragazzo sulla giusta via per la città. Ma il
ragazzo astuto indica ai pellegrini una falsa via con l’inganno Gli uomini per un lungo tratto
vagano per i luoghi invano, dopo affaticati e pieni d’ira ritornano dal ragazzo. Allora egli ride del
suo gioco contento, ma i pellegrini apostrofano energicamente il ragazzo, dopo lo fustigano con
rami. Il ragazzo piange e chiede perdono, agnelli e capre invece gioiscono per il castigo del
ragazzo.

OGNUNO ESALTA LA PROPRIA VITA 145

Disprezziamo la vita altrui mentre esaltiamo la nostra ma ingiustamente. Un merlo è prigioniero in


un recinto, ma dolcemente canta. Da lontano il corvo vede la bestiola prigioniera, si avvicina alla
gabbia e gli dice “ o povera, perché sei gioiosa e canti? Trascorri la vita misera in un recinto” il
merlo risponde “ la mia vita, o corvo, non è misera ma serena, ogni giorno, il padrone molta acqua
limpida e abbondante cibo mi da, tu invece voli nei boschi, sei sei esposto alle inside e neppure
sempre procuri il cibo. La troppa libertà non sempre è beata.

TRE FAMOSE CITTà GRECHE 145

Atene, Sparta e tebe, non erano note solo agli abitanti della grecia, ma anche agli stranieri. Gli
abitanti di atene esercitavano il mercato e così accumulavano ricchezza. Ornavano le vie e le
piazze con belle statue. Amavano particolarmente le lettere e i poeti. Gli abitanti di sparta
lottavano energicamente con elmi, aste e corazze. Servivano la patria ma non c’erano marinai.
Non ignoriamo la durezza della disciplina di sparta: infatti la milizia era faticosa per gli abitanti e i
banchetti erano sempre modesti. Mentre la gloria di Tebe era grande: infatti le truppe di tebe
contro le truppe di sparta presso mantinea ottenevano la vittoria.

COMMEDIOGRAFI E TRAGEDIOGRAFI FAMOSI 146

Negli spettacoli scenici i poeti rappresentano belle favole per il popolo. Tito macio plauto è un
famoso poeta di favole; molte favole palliate sono scritte da plauso per i romani; nelle favole
palliate è narrata la vita quotidiana di avari padroni e di astuti servi; spesso i padroni sono
ingannati con l’inganno dai servi e i figli dei padroni sono protetti. Un altro poeta di commedie è
Terenzio; Terenzio viene chiamato africano poiché viene d’allafrica. Nelle favole di Terenzio spesso
i padroni con i figli competono; Quinto Ennio e Aulo Pacuvio sono poeti di commedie preteste. Le
favole preteste celebrano la gloria romana e le vittorie delle truppe e le imprese di uomini famosi.
Non esistono molte favole di Plauto e Terenzio ma leggiamo pochi frammenti di enni e pacuvio nei
libri di aglio gaelio.

TERZA DECLINAZIONE
1 gruppo
Esercizio 14 pag 202

1 le bocche degli ammalati sono pallide e scarne. 2 le madri spaventate premettero i figli al petto.
3 Tebe fu la capitale di tutta la grecia. 4 le legioni romane sono avvilite in molte guerre, prima
presso i fiumi trebbia e Ticino, dopo presso Trasimeno dopo ancora presso canne. 5 i nostri
cavalieri con fionde e frecce attraversarono il fiume e iniziarono la battaglia con i cavalieri galli 6
Alessandro scartò i militari in una corte e li consegno al comandante leonida. 7 Tiberio dedicò uno
spettacolo di gladiatori in memoria del padre e un altro in memoria dell’antenato druso, in diversi
luoghi, prima nel foro e secondo nell’anfiteatro. 8 Sia con sicurezza d’animo sia con la stanchezza
del corpo il sonno calpestò Alessandro. 9 numeriano, straordinario giovane di talento a causa di
un male agli occhi trasportato nella bara di occhi 10 l’imperatore carinus uccise molti innocenti
con false incriminazioni, corruppe matrimoni nobili, fu condiscepolo e maligno. Infatti era odioso
agli uomini e alle donne 11 l’imperatore Costantino scatenò la battaglia per la vendetta
dell’uccisione fraterna. 12 pausania lacedemone grande uomo, ma volubile in ogni aspetto della
vita: infatti risplese per le virtù così come fu distrutto dai vizi

Esercizio pag 204

1 per molti anni i pubblicani portarono le loro ricchezze nella provincia. 2 i bellovaci durante tutto il
tempo erano nell’alleanza della popolazione di eduade. 3 nel primo anno di guerra bellica gli elevi
fecero passare le altre loro truppe per luoghi angusti. 4 dumnorige aedus, fratello di dicaci,
durante la primavera governava l’impero sulla popolazione e dalla plebe al cielo venne innalzato
in sommo grado. 5 Tiberio ne tribuni militari e prefetti, ne protettori delle province cambiò, e
controllò per molti anni la spagna e la siria senza delegati consolari. 6 nel primo anno dalla
fondazione di roma Romolo invitò allo spettacolo dei giochi le nazioni vicine e rapì le ragazze

L’IMPERO DI SETTIMIO SEVERO pag 208

Da questo momento i poi settimo Saverio accettò l’amministrazione dell’impero romano,


originario d’africa, dalla provincia tripolitana, dalla città di lepti. Fu l’unico imperatore dall’africa
sia prima che dopo. Giunse fino alla più grande carica di tutto l’impero per molti vari lavori e onori.
Gestì le molte guerre con eccellente virtù e accettò le grandi lodi dai militari e dai cavalieri della
sue legioni. Uccise pescennio nigro, capo dell’egitto presso cizico. Vinse persiani, arabi e
adiabeni: perciò è chiamato persico, arabico e adiabenico. Trattava le province con moderazione
e generosità, promulgava leggi giuste. Molti edifici in tutto l’impero romano riparò. Morì molto
vecchio e fu proclamato divino. Lasciò i figli Caracalla e Geta come sucessori. Caracalla
succedette al padre e ebbe pressapoco il comportamento del padre

NOTIZIE SUI GERMANI pag 205

La terra dei germani era ritenuta aspra e deforme dai romani. Veramente nella terra dei germani i
c’erano grandi e tenebrosi boschi, luoghi orridi incolti, campi poco fruttiferi, cielo incerto a causa
di nubi e aspri venti. Gli abitanti della germania erano alti, avevano azzurri occhi e biondi capelli.
In piccole capanne gli uomini abitavano con le mogli e con i figli; le capanne non erano edificate
con il sasso ma con il legno. Adoravano gli dei non nei templi ma nelle selve. I germani lottavano
per la gloria ed erano avidi di bottino, pertanto piccole cause generavano molte guerre con popoli
vicini. Spesso gli uomini erano in guerra e le mogli raccoglievano i campi con l’aiuto dei servi. Dai
romani molti militari sono mandati in germania e le regioni nella ripa sinistra del fiume reno sono
occupate. Infatti le regioni nella ripa destra furono quasi sempre libere. Cesare con i germani
lottava e nel de bello gallico dei germani le abitudini e le consuetudini erano definite

ANNIBALE PERDE UNA GRANDE OCCASIONE pag 205

Durante la seconda guerra punica le truppe dei romani spesso furono sconfitte. Presso la trebbia,
Ticino e trasimeno la sorte fu ostile a roma. Particolarmente nel combattimento presso canne fra i
romani e i poeni la grande moltitudine militare dei romani cadde. Un piccolo numero di superstiti
per le città dell’Italia, senza armi e cibo, cercavano invano salute e nicolumità con una fuga.
Annibale, liteo per tanta vittoria, senza indugio con le truppe a roma si appropinqua. Ma il terrore
e il trepido invasero i romani. Infatti dentro le mura erano poche le sentinelle e i legionari avevano
accampamenti in regioni separate. poi, maharabal, comandante dell’esercito di poeni, ad annibale
disse “ imperatore, manda le truppe contro i nemici e senza dubbio espugneremo roma. Ma
l’imperatore dei poeni negava le parole di maharbal: temeva la virtù dei romani. L’esitazione di
annibale fu rovinosa per i poeni: il favore della mutevole fortuna abbandona i vittoriosi e il popolo
di roma aiutò. I consuli arruolarono nuovi soldati le legioni delle reclute e i superiori di annibale
ingannoarono le vittorie.

EVENTI PRODIGIOSI E INSPIEGABILI PAG 206

In molti litorali della Campania piovve terra?. Nel prestino crudeli acquazzoni caddero. Presso
veio la lana fu generata per mezzo delle piante. A Terracina nel tempio di Minerva tre donne
compivano riti sacri e subito furono uccise senza delle ferite. Al bosco sacro di libitina nella statua
equestre di bronzo per lungo tempo l’acqua sgorgò dalla bocca e da un piede. I galli liguri furono
distrutti. Mentre si tenevano le elezioni con raggiri e intrighi e il senato era convocato al
campidoglio, il nibbio volò, rapì la donnola dal tempio del padre degli dei e lo mise in mezzo
all’assemblea dei senatori. La appunto nello stesso periodo la cappella fu colpita da un fulmine.
Nel colle quirinale sgorgò sangue dalla terra. A lanuvi una stella nel cielo di notte fu vista. A
cassino Con un fulmine molti alberi furono rotti e il sole con le stelle fu visto per molte ore durante
la notte. A terni sidicini un ragazzo con quattro mani e altrettanti piedi fu concepito. La città venne
purificata e pace ci fu in patria e fuori.

Secondo gruppo
Esercizio 7 pag 214

1 nelle valli delle nostre regioni pascolano calmi greggi. 2 chiara è la virtù dei costumi dei nostri
padri. 3 i romani erano delettati grandemente dai sermoni degli oratori 4 con Fabio Maximo
comandante per i borghi della Campania debelleremo le truppe del sannito. 5 nelle case dei
pastori il lavoro delle mogli è sempre grande. 6 le accortezze dei nemici sono pericolose. 7 gli
auguri dalle viscere degli uccelli preannunciano il futuro della città. 8 domani negli accampamenti
dalle città vengono i principi.

Esercizio 8 pag 214

1 le navi di nassidiosi ritirarono rapidamente dalla battaglia??. 2 Romolo, figlio di Marte, fondava
la città romana . 3 i marsigliesi si preparavano per la difesa della città. 4 io ricevetti la tua lettera
dopo molti mesi. 5 i pompeiani si avvicinavano all’accampamento di Marcello dopo il grande
massacro ai nostri. 6 le vesti e la disciplina dei persiani, non le abitudini della patria , delettavano
Alessandro. 7 la grande flotta dei persiani su finta da un piccolo numero (complemento di causa)
di navi atenesi fu vinta presso salaminam. A causa della dittatura di Pompeo la grande rivolta era
in città. 9 Scipione colloca soldati e i cavalieri galli sul fronte, i romani nelle truppe di riserva. 10 in
prima sera ariovisto risponde alle poche domande di cesare, proclamò mote cose riguardo alle
sue virtù. 11 numa pompilio, valido re nella prima della vita della città di roma, instuitì leggi e
comportamenti per l’ordinamento della civiltà romana. 12 i nostri cavalieri e fanti fronteggiavano
con gli avversari nemici e inoltre bramavano una fuga in un’altra località 13 e anche miriade u
sconfitto di notte. 14 la veste non è disposta su tutto il corpo delle amazzoni: infatti la parte
sinistra, fino al petto è nuda, di conseguenza tutte le altre sono coperte.

LA VOLPE E IL CAPRONE pag 217

L’uomo intelligente, quando viene il pericolo, cercò invano di trovare una via di fuga a danno altrui.
Così narra la favola di ferro della volpe e il caprone: un giorno una volpe ignara cadde nel
profondo pozzo e dall’alto margine era zoppicata: dalla morte giunse ??. Poco dopo venne un
caprone assetato al luogo. L’intelligente capra lo vede, per la sua salute una truffa escogitò ed
esclamò: “ scendi amica cara, c’è acqua buona e abbondante: la tua sete è saziata e sarai
contento per il tuo liquido puro.” Il caprone con astuzia ignaro scese nel pozzo. Cosi la volpe
rapida balzò sul caprone ed evase dal pozzo; il misero e stolto caprone rimase nel pozzo

SOLONE E PISISTRATO pag 217

Atene fu la patria del legislatore Solone e del tiranno Pisistrato. Salone amministrò la città con
prudenza, emise nuove leggi, ordinò le discordie civili con giusto animo, badò alle ingiustizie con
mente acuta; pertanto era sostenuto dai suoi cittadini nel grande rispetto. Abbandonò la città in
vecchiaia e navigò in Egitto e Cipro: lì apprese conoscenza dei comportamenti e delle
consuetudini degli abitanti e dopo molti mesi per le città dell’aria ritornò in patria. Nel frattempo
pinsitrato, uomo opulento e ingegnoso, creava un insieme di proteste e cercava di avere il corpo
dei custodi?? Salone diede un consiglio occulto a pistrato e spesso così avvisò i suoi cittadini:”
se pistrato avrà ottenuto il corpo dei custodi, priverà di libertà gli ateniesi.” Gli ateniesi non
mostrarono veramente attenzioni alle parole di salone cosi che i postulati venivano approvati di
pistrato. Cosi distratto con i suoi soci occupò con astuzia la capitale ed impose la tirannia agli
ateniesi.

NEL REGNO DEI MORTI pag 218

Dopo la morte, le anime dei morti giungono presso il fiume acheronte: li l’orrendo e squallido
vecchio traghettatore Caronte serve le acque e il fiume: la canizie giacciono incolte sul vecchio
mento e lo sporco mantello pende dalle spalle. Caronte spinge la zattera con la pertica e trasporta
i corpi nella barchetta ferrigna. Qui la massa di anime si precipita sulla sponda: sia le donne, gli
uomini e i corpi dei magnanimi eroi, ragazzi e ragazze vergini e giovani posti davanti al volti rogo
dei genitori. Attraverso il fiume le anime superano il bosco pieno di salici e alla fine giungono alla
grande porta. Presso la porta Cerbero, cane a tre teste, custode dell’inferno, trattiene le anime
nell’oscura sede senza sole. Nell’inferno la notte eterna, trascorre il tempo senza dolori ma anche
senza piaceri e un grande desiderio della vita terrena pervade le anime

Terzo gruppo
GIOVE NETTUNO E PLUTONE SI DIVIDONO IL MONDO pag 224

Come narrano gli antichi poeti nelle favole del mondo primitivo degli dei, Giove, Nettuno e
Plutone, figli di Saturno e Rea Silvia, il possesso del mondo contesero e l’impero con la sorte
divisero. Fra di loro i fratelli giove, Nettuno e Plutone divisero il regno in questo modo: giove
ottenne il cielo con le stelle, Nettuno i mari con i pesci, Plutone gli inferi. Gli dei erano incorporei
ma talvolta mutavano il corpo in uomini. Il cibo degli dei era l’ambrosia. Gli dei bevevano il nettare.
Diverse divinità ebbero diversi poteri: venere i matrimoni, Ceres i divorzi, giunone la procreazione
dei figli. Erano soltanto divinità del cielo e soltanto divinità della terra. Sopra gli altari in onore degli
dei le vittime erano sacrficate.

LA GEOGRAFIA DEI MARI PRESSO GLI ANTICHI pag 224

Il mare generale è chiamato oceano e contorna le terre da ogni parte. L’oceano dalle quattro zone
irrompe nelle terre: da settentrione è chiamato caspio, dall’oriente persico, da sud arabico, rosso
ed eritreo, da ovest il grande mare o atlantico. il mare è attraversato per i commerci di tutto il
genere umano. Davanti alle colonne di ercole, L’oceano entra nello stretto Gaditano tra i monti
albinna poi si diffonde in lungo e allo stesso tempo in largo e innonda il centro del globo terrestre
e assume i nomi delle regioni. Infatti il mare delle Baleari bagna la spagna, il mare dei galli tange la
Gallia, il mare della Liguria si riversa sui liguri; il mare della Tuscia o Il tirreno o inferiore circonda il
lato destro dell’Italia; l’adriatico o superiore accerchia il lato sinistro dell’Italia

IL MIGLIORE AMICO DELL’UOMO pag 225

Da sempre i cani furono amati tra gli animali e tuttora sono amati dagli uomini; infatti i cani sono
compagni fedeli dei loro padroni. Nelle fattorie di campagna i cani sono custodi di olivi e buoi e
riposano nei fienili presso la mandria. Durante la notte spaventano e mettono in fuga i ladri. Tra
molti generi di cani i cani da caccia sono amati dai cacciatori per il fiuto delle narici, per la velocità
delle zampe e l’ardore nelle battaglie contro le bestie dei boschi: incalzano la preda e spesso la
portano ai cacciatori. Gli antichi poeti ostentettero e laudarono nei loro inni religiosi le doti dei loro
cani. Omero nell’odissea narra che: Ulisse dopo un lungo pellegrinaggio ritorna alla sua isola Itaca
per Maria. Li il cane argo riconosce la voce del padrone dopo molti anni ma per la vecchiaia e per
l’infermità del corpo non arriva ai piedi del padrone: solo la coda muoveva lentamente e con voce
sottomessa salutava il padrone Ulisse. Alla fine per la lieta morte serrò gli occhi

Quarto gruppo
UNA DESCRIZIONE DELL’ITALIA A PARTIRE DALLE ALPI pag 232

L’italia comincia dalle Alpi e fra l’adriatico e il tirreno si protende. Ai tempi dei romani i carni e i
veneti occuparono la parte sinistra che ancora oggi abitano. Dopo ci furono i popoli italici. A
destra ai piedi delle alpi c’erano i liguri, l’Etruria presso l’Appennino; dopo il lazio, i volsi e la
Campania, e al di sopra della Lucania i bruzii. Il fiume po occupava ampiamente i litorali adriatici e
sfocia in piccola parte con potenza in mare per sette foci. Dal po ad ancona il percorso conduce
tra popoli gallici e italiani; qui ci sono ravenna, rimini, pesaro, fano e il fiume metauro. I dauni
avevano il fiume tiferno e il monete Gargano. Nel territorio della Puglia troviamo Siponto, Canosa
e rudie, patria di Ennio, poeta famoso. Nella regione Calabria ci sono molte e antiche colonie
greche

I SOLDATI DI ALESSANDRO SOFFRONO LA SETE pag 233

Dunque Alessandro affida ad artabazo la regione della battriana e abbandonò là i bagagli con il
corpo di guardia. Poi entra con velocità per mezzo dell’esercito nei luoghi deserti di sogdiano e
conduce le truppe durante il viaggio notturno: la mancanza di acqua causa la sete non solo a
causa di assenza di speranza, ma anche a causa del desiderio dell’acqua. Per 400 stadi non c’è
neppure un pò di acqua. Il vapore del sole estivo bruciò le arene ed venivano tutte inaridite come
con un incendio. Poi la nebbia, a causa dell’esagerato calore della terra coprì la luce. Il viaggio
notturno era sopportabile. Infatti con la rugiada e con il Freddo mattutino i corpi venivano alleviati.

Inoltre con luce del sole sorge il calore e la siccità assorbe l’umidità. Le viscere interne e i volti
vengono bruciate profondamente. Infatti prima l’animo poi il corpo moriva. I pochi avvisati, da
persone esperte, prepararono acqua e per breve tempo la sete fu repressa. Dopo con il calore fu
ancora risvegliato il desiderio di acqua. Quindi vino e olio venivano ingeriti dai militari. E a causa
della grande dolcezza della bevanda, i soldati dimenticavano la sete per il tempo sucessivo

LA STORIA DI ORESTE pag 234

Oreste era figlio di Agamennone e Clitemnestra, fratello di Ifigenia e Elettra. Dopo la guerra di troia
agamennone ritornò ad argo con la concubina cassandra, figlia di Priamo, ma fu ucciso da
Clitemnestra con una scure: così la moglie lo punì il re con una morte crudele poiché la figlia
Ifigenia nell’aulide aveva immolato con forza e inganno. Oreste, ragazzo, portato via da argo e
accettato da strofino nella focide. La regina molti anni regnò con il suo uomo egisto. D’altra parte
Elettra era considerata dalla madre una serva e la vergogna con pazienza tollerava ma il padre
caro desiderava vendicare. Adesso l’adolescente Oreste con Pilade, figlio di strofio, tornò ad argo
e presso il sepolcro del padre riconosceva la sorella Elettra. Il fratello e la sorella prepararono la
vendetta: Oreste uccise la madre, ma subito fu perseguitato dalle furie, vendicatrici della madre.
Dopo il giudicato fu presso areopago, il tribunale di Atene: la dea Atena che esercitava il giudizio,
assolse Oreste per il crimine di matricidio

MUZIO SCEVOLA pag 236

Roma fu attaccata dal re etrusco porsenna. L’adolescente romano C. Muzio decise di penetrare di
sua volontà nell’accampamento dei nemici, venne in presenza dei senatori ed espose il suo
proposito. I senatori approvarono. Muzio nascose una spada fra le vesti e all’accampamento
nemico si diresse. Quando arrivò, si fermò vicino al tribunale reale. Qui per caso era data la paga
ai militari dallo scriba che sedeva con il re. Muzio che ignora il re , crede lo scriba il re e lo
massacra al posto del re. Il clamore invase l’accampamento e molti si precipitarono dal clamore,

Le guardie reali catturano il giovane e davanti al tribunale del re lo lasciano. Qui muzio con
ostinato animo disse al re “sono romano, chiamato c. Muzio. Da nemico, Volevo uccidere il
nemico. Ho sbagliato, Ma molti dopo me desiderano uccidere il re. E introduce la mano destra nel
fuoco acceso per il sacrificio. Il re attonito dimise l’intatto e inviolato muzio.

L’EROICA IMPRESA DI ORAZIO pag 237

La città romana ebbe tale esempio. Orazio colite era per caso nella posizione di guarda del ponte,
quando con un repentino assalto i nemici dal gianicolo si precipitarono e sconvolsero la massa
intrepida di romani. Allora orazio avanzò all’inizio dell’entrata e stupì con meraviglia i nemici
audaci. Affrontava minacciosamente da una parte e dall’altra gli sguardi feroci verso i capi degli
etruschi, ne provocava, ne colpiva. Per lungo tempo i nemici aspettarono, dopo con grande
clamore da ogni parte scagliarono contro Orazio dardi, ma orazio ostinato difendeva il ponte.
Infine la frattura del ponte abbattuto e il clamore dei romani frenarono l’impeto nemico.

Esercizio 6 pag 221

1 La terra delimita il mare e il mare le terre 2 il mare senza litorale è l’ampiezza del mare ?????. 3
Virgo siede nella stanza. 4 il mare e il mondo avevano nessuna divisione. 5 i soldati trafisse il re
nella stanza 6 gli animali sono in aria, in acqua e in terra. 7 i soldati combattono nel recinto. 8 il
delfino è un animale amico dell’uomo.

Esercizio 8 pag 223

Esercizio 5 pag 230

Esercizio 7 pag 232

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