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Dolore (pathos): nella tragedia, l’eroe assiste alla sua caduta nel non riuscire ad affrontare le
prove della vita. Il dolore è una parte inevitabile e senza spiegazione della vita (non dipende
dalla religione). Può derivare da un errore, una colpa, una maledizione, solo dal destino
infausto, oppure assurdamente, dal nulla.
Scelta: nella tragedia, l’eroe si trova piu’ volte davanti a “bivii” che prevedono due o più
possibilità di scelta; tutte queste possibili scelte però porteranno inequivocabilmente alla
disfatta, proponendo così sullo stesso piano sia il tema della libertà, sia quello del limite
dell’uomo.
Katharsis (la purificazione): attraverso pietà e terrore nella tragedia, le basse emozioni
umane vengono eliminate dall’anima; avviene una sorta di immedesimazione dell’uomo nei
personaggi dell’azione drammatica, un transfert.
I fini della tragedia sono: artistico, educativo e psicologico.
La tragedia nasce da coloro che usano il ditirambo, il canto di Dioniso. Col trascorrere del
tempo questo canto amplia i temi di trattazione, non limitandosi più alle vicende dionisiache
ma narrando anche quelle eroiche.
La tragedia è una forma serio-comica di una rappresentazione a carattere rituale.
Coro: onnipresente in scena, rappresenta un unico “corpo”, anche se composto da più
persone: l’opinione pubblica (o di un gruppo di cittadini specifici). Aiuta e da’ consigli ai
personaggi o si limita a raccontare parte della vicenda.
Coro: onnipresente in scena, rappresenta un unico “corpo”, anche se composto da più
persone: l’opinione pubblica (o di un gruppo di cittadini specifici). Aiuta e da’ consigli ai
personaggi o si limita a raccontare parte della vicenda.