Le prime forme di neoclassicismo e romanticismo nacquero intorno al 1760 circa. Mentre durante
l’età napoleonica cominciò a svilupparsi il secondo neoclassicismo. Invece, nel 1815, abbiamo le
prime forme del secondo romanticismo che si concluderà nella fine del 1848, con la nascita dei
preraffaelliti.
Il termine neoclassico fu coniato alla fine dell’Ottocento per indicare un’arte accademica, con
riferimento ai modelli etici e formali dei Greci e Romani. Il termine greco-romano si diffuse
moltissimo, creando la convinzione di trovarsi di fronte ad un’unica cultura. Il movimento fu sia una
prosecuzione che un'opposizione al rococò. Jhoann Joachim Winckelmann, teorico del nuovo
movimento culturale, gettò le basi della moderna Storia dell’Arte.
Il termine Romanticismo fu applicato per primo da Friedrich von Schlegel alla letteratura da lui
considerata "moderna" e contrapposta a quella "classica". Scriveva in una sua opera, Corso di
letteratura drammatica, che era un termine più che adeguato per definire il movimento che si era
venuto a creare verso il 1790, perché alludeva alla lingua romanza, originata dalla mescolanza dei
dialetti tedeschi con il latino. Tra i padri del romanticismo c’è lo “Sturm und Drang” (“tempesta e
impeto”), movimento culturale tedesco nato tra il 1765 e il 1785. «Dire la parola romanticismo è
dire arte moderna – cioè, intimità, spiritualità, colore, aspirazione verso l’infinito, espressa con ogni
mezzo artistico a disposizione.» (Charles Baudelaire).
IL SENTIMENTO
- Nel neoclassicismo il sentimento viene spiegato razionalmente; viene posta la facoltà umana
accanto alla ragione. Per quanto riguarda il sentimento nei confronti della natura ci si sforza a
fare un’analisi della realtà, per conoscere scientificamente e razionalmente le varie parti che la
compongono. E quindi la natura è regolata da un complesso di leggi e fenomeni che l’uomo può
codificare grazie all’uso della ragione. (Neoclassicismo = spiegazione razionale, sviluppo).
Hanno una visione più ottimistica, perché pensano che prima o poi potranno avere il controllo
della natura
- Nel romanticismo vi è l’espressione della libertà assoluta, l’interesse per la follia. Nei confronti
della natura, troviamo la sintesi, la ricerca delle cause e del significato dei fenomeni. Esiste una
verità più profonda di quella che può indagare la scienza. Quindi la natura mette l'individuo in
contatto con una dimensione superiore, che non può essere percepita con l'aiuto della ragione.
( Romanticismo = interesse per la follia, per il sogno e la magia.). La natura segue le sue leggi,
non si interessa dell’uomo che si sente inadeguato di fronte ad essa
L’ESTETICA
Nel neoclassicismo viene rappresentato il bello, mentre nel romanticismo il sublime, ma in
entrambi vi è la consapevolezza di appartenere ad un mondo decaduto.
Neoclassicismo: "Quieta grandezza", "come la profondità del mare che resta sempre immobile per
quanto agitata sia la superficie". Winckelmann. Capacità di attingere alla perfezione del proprio
mondo interiore, dalle passioni frenate. Per Winckelmann, Schlegel e Goethe l'uomo greco non
soffriva dell’antitesi fra mondo finito e mondo infinito.
Romanticismo: Il "bello" coincide col "sublime", sia esso un paesaggio sconvolto dalla furia degli
elementi (situazione descritta da Leopardi nell'Ultimo canto di Saffo) o l'uomo perseguitato da una
sorte ineluttabile (come l’Ulisse "bello di fama e di sventura" nel sonetto A Zacinto di Foscolo). Vi è
la nostalgia di un mondo di armonia ed equilibrio irraggiungibile e irrecuperabile. Sentimento di
piacere generato da ciò che inquieta, fa paura o in qualche modo sfugge al controllo della ragione.
“(La natura) ... suscita più facilmente le idee del sublime quando in lei domina il caos, il disordine e
la devastazione più selvaggi, purché si manifestino grandezza e potenza.”(Immanuel Kant)
Leochares Apollo del belvedere.
450 a.C. circa.
Copia romana in marmo da un originale bronzeo. H 224 cm. Senza i restauri cinquecenteschi.
Osannato nel periodo neoclassico. La muscolatura, tesa, lascia intendere lo sforzo che segue alla
battaglia contro Pitone. I capelli a boccoli ricadono fluidi sul collo e, in parte, sono raccolti
elegantemente sul capo. Il dio è nudo, ad eccezione di una fascia ornamentale e del mantello
legato sulla spalla destra che si rovescia sul braccio sinistro ed in parte del dorso. "La statua di
Apollo rappresenta l'ideale più alto dell'arte e tra tutte le opere dell'antichità che sono sfuggite alla
distruzione" ( Johann joachin Wickelmann)
L’ANTICO
Nel neoclassicismo viene rappresentato il mondo greco e romano; mentre nel romanticismo viene
rappresentato il medioevo. In queste opere troviamo una nostalgia di un mondo irraggiungibile e
irrecuperabile.
L’EROE
Il principio che sta dietro l’eroe neoclassico è illuministico quindi ci si rifa al cosmopolitismo, all’
umanità di uguali, all’ impegno civile. Per i neoclassici c’è la figura dello studioso, che si interessa
del mondo intorno a se, dello studio dell’antichità, dell’arte classica; se porto alle estreme
conseguenze la figura dello studioso esso può diventare da un lato erudito che si perde nei suoi
studi, dall’altro collezionista
IL VIAGGIO
Sia per il mio classicismo che per il romanticismo il viaggio è un mezzo di conoscenza e
maturazione, erano viaggi formativi, sopratutto quelli neoclassici. Nel caso del classicismo si
rappresenta il grand tour, il mondo classico (siti archeologici, Italia: Roma, Firenze...); Nel caso del
romanticismo si rappresenta il fascino dell’esotico, la nostalgia del medioevo (castelli, abbazie,
Oriente: Marocco, Algeria...)
ARCHITETTURA
- Con il diffondersi della sensibilità romantica e il conseguente interesse per lo storicismo, ben
presto si manifestarono tendenze architettoniche proponenti il recupero di "stili" di epoche
precedenti (in particolare il medioevo come presunta culla delle identità nazionali). Si formò
l’Eclettismo, dal greco eklèghein «scegliere tra più oggetti» e gli stili furono caratterizzati dal
prefisso “neo”: neoromanico, neogotico, neobizantino... Il neogotico fu la tendenza,
contestualmente, più «romantica».
Robert Adam fu il più importante architetto neoclassico d’oltralpe. Nacque a Kirkcaldy, in Scozia,
nel 1728. Interrotti gli studi all’università di Edimburgo, compì nel 1754 il viaggio del Grand Tour.
Fondamentale per la formazione di Robert Adam fu il viaggio a Roma e in Dalmazia, dove disegnò
e misurò le antichità romane, elaborando un vasto repertorio di immagini che poi impiegò nella sua
attività in patria. Tornato a Londra fu nominato architetto ufficiale di re Giorgio III. Morì a Londra nel
1792.
All’angolo nord-est del Palazzo c’è la Torre dell’orologio, “Clock Tower” (oggi ElizabethTower),
simbolo di Londra, nota anche come Big Ben anche se quest’ultimo, invece, è il nome della
campana principale del grande orologio. Barry affidò i lavori di progettazione della Torre, alta 96,3
metri, ad AugustusWelbyPugin, uno dei massimi teorici del ritorno al Gotico in quanto stile
realmente inglese. I lavori terminano nel 1858, dopo una serie di difficoltà incontrate nella
realizzazione, in particolare quella di posizionare l’orologio nella torre a causa del suo enorme
peso.
Giuseppe Piermarini fu il più maggiore degli architetti neoclassici operanti in Italia. Nacque a
Foligno nel 1734. Allievo e aiuto di Luigi Vanvitelli nella realizzazione della Reggia di Caserta, si
spostò con lui a Milano sottoposta al dominio asburgico ottenendo un vasto apprezzamento come
architetto. Nel 1776 ottenne la cattedra di Architettura presso l’Accademia di Brera. Nel 1779 fu
nominato Imperial Regio Architetto. Morì a Foligno nel 1808.
- La prima formata dalle funi che sorreggono l’albero della zattera.
- La seconda è determinata, invece, dal gruppo di uomini legati fra loro dalle braccia che si
toccano, partendo dall’uomo morto in basso a sinistra e culminando con l’uomo di colore che
svento un panno bianco e rosso.
Il cielo è plumbeo, le onde minacciose e cupe. I naufraghi sono accalcati in un compatto spazio
quadrangolare (zattera) con un vertice che sta sul bordo inferiore della tela. Un personaggio
sventola un panno bianco e rosso. Il dipinto mostra i pochi scampati nel momento in cui
avvistano.in lontananza la nave Argo che li porterà in salvo. Gli sguardi degli uomini, le loro braccia
sollevate in un gesto di aiuto e di soccorso sono rivolti verso il puntino che, all’orizzonte, indica la
salvezza. A sinistra dell’osservatore, un giovane morto, quasi del tutto nudo, è sorretto e trattenuto
da un vecchio ammantato di rosso e dal nobile volto pensoso, simile ad un eroe omerico o uno
Zeus laico. In basso, a destra dell’osservatore, un cadavere riverso è coperto da un drappo che
richiama alla mente il lenzuolo funebre degli antichi. Possiamo vedere la contrapposizione tra la
frenesia e l’immobilità. Il soggetto di quest'opera è romantico ma presenta anche dei tratti
neoclassici, che vediamo nei corpi dei marinai che ricordano il neoclassicismo, c’è il gusto
romantico per il macabro
La barca di Dante
L’esordio di Delacroix a soli 24 anni avviene al Salon del 1822 con La barca di Dante, un dipinto il
cui soggetto è tratto dall’VIII canto dell’Inferno. Accompagnati dal nocchiero Flegias, Dante e
Virgilio attraversano lo Stige per raggiungere la città di Dite e si imbattono negli iracondi, sommersi
nel fango della palude infernale. Il dipinto anticipa tecniche impressioniste: i colori non sono fusi
sulla tavolozza ma accostati puri l’uno di fianco all’altro direttamente sulla tela. Sullo sfondo la città
di Dite è avvolta dal fuoco e da nuvole di fumo rossastre. I dannati sono nudi michelangioleschi
che nelle pose moltiplicano il moto ondoso suggerendo l’equilibrio precario dell’imbarcazione. Le
goccioline di acqua sotto l’ascella dell’uomo sono formate da pennellate di colori puri giustapposti:
rosso, giallo, verde e tocchi di bianco. Flegias, visto di schiena, è tratto dal Torso del Belvedere. Il
gruppo compatto dei personaggi in piedi disegna un solido piramidale mentre le braccia allargate
di Dante definiscono la diagonale principale della tela.
Francesco Hayez è il più grande tra i pittori di storia dell’età romantica in Italia. Nacque a Venezia
il 10 febbraio 1791. Nel 1809 vince il Premio Roma dell’Accademia di Venezia e, grazie alla borsa
di studio, andò a vivere a Roma, favorito dal Canova che lo introdusse negli ambienti colti,
formandosi sulle antichità e sulle opere dell’amato Raffaello. Dal 1823 visse a Milano, ottenendo
numerosi incarichi e molti onori e divenendo l’idolo e il più sensibile interprete dei costumi e degli
ideali della borghesia liberale. Morì a Milano il 21 dicembre 1882 all’età di 91 anni. Dal 1820 Hayez
si volge alla pittura di storia, specie di ambientazione medievale, genere di successo, diffuso dalle
riproduzioni a stampa e favorito dal desiderio di libertà e dall’aspirazione unitaria degli italiani. Tra
le sue opere troviamo:
Il bacio 1859
È l’opera più celebre del pittore veneziano, dipinto quando la Seconda guerra d’indipendenza
apriva le porte all’Unità d’Italia. Il dipinto rappresenta una scena, apparentemente intima, tra due
innamorati, ambientata all’interno di uno scenario architettonico medioevale. Infatti le mura sono
costruite da grandi blocchi di pietra (questa ambientazione ridotta al minimo ci ricorda la morte di
marat di David). Questa ambientazione è molto semplice perché ci si deve concentrare sui
soggetti. Inoltre sullo stipite si intravedono decorazioni scolpite e, in alto a destra dell’osservatore,
una bifora. Due giovani in abiti quattrocenteschi, in piedi, abbracciati, si baciano. Il giovane è
interamente coperto da un ampio mantello mentre la giovane indossa un semplice abito azzurro. Il
ragazzo porta un cappello che copre il suo viso invece la protagonista ha lunghi capelli sciolti. Il
giovane che da un bacio alla ragazza porta un pugnale nascosto dal mantello al suo fianco sinistro
e si appresta a salire il primo gradino della scala. Il messaggio politico che nasconde il dipinto è
racchiuso quindi in questi particolari appena percepibili. Si tratta, forse, di un giovane patriota che
saluta la ragazza amata prima di andare a combattere. Un’ombra si intravede sulla sinistra
dell’osservatore. Un compagno del cospiratore? Una spia?
È un cospiratore lo capiamo dagli abiti, dal cappello, dal pugnale, dall’atteggiamento infatti ha il
piede sul gradino pronto ad andare