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La specie simbolica, a cura di Terrence W. Deacon, loro manipolazione. È invece un simbolo dinamico,
pp. XXVIII + 488, 35,12. Giovanni Fioriti Edito- che si ispira alla epistemologia di Peirce.
re, Roma 2002. Questo, in sintesi, è il contenuto della teoria. A
suffragarla, come è nello spirito interdisciplinare
Da dieci anni circa è rinato, nellambito delle scien- delle scienze cognitive, lantropologia, la
ze cognitive, linteresse per levoluzione della men- neurobiologia, la biologia teorica, la linguistica, la
te umana e con essa per quella del linguaggio, sua semiotica, lepistemologia. Ma il denominatore co-
espressione. A testimoniarlo, linteresse e il dibatti- mune sarà epistemologico, in sintonia con il vero
to intorno a libri come Lorigine della mente moder- senso di questo recente campo del sapere, una cre-
na (1991) di Merlin Donald o Listinto del linguag- azione contemporanea, fondata su conoscenze
gio (1994) di Steven Pinker. empiriche, per rispondere a interrogativi
Per quale ragione linteresse per questo fenome- epistemologici di vecchia data (Gardner, 1988).
no era venuto meno? Perché, come vedremo, era, Il libro si evolve in tre parti, secondo unarchitet-
filosoficamente scorretto. Nella rivoluzione tura che potremmo definire dialettica: una tesi, il lin-
cognitiva iniziata a metà anni 50 prevalse infatti, guaggio; una antitesi, il cervello e una sintesi, la
per una buona trentina danni, una concezione della coevoluzione. Dicevamo che lo studio della evolu-
mente e della rappresentazione del mondo statica, zione del linguaggio era rimasto nellombra fino alla
computazionale, al punto che erano diventate fine degli anni 80; fino a quando, cioè, è prevalsa
irrilevanti le questioni sullorigine e levoluzione del nellambito cognitivista una concezione
linguaggio. computazionale della mente e del linguaggio.
Questo saggio introduttivo vuole delineare pro- George Lakoff e Mark Johnson definiscono ogget-
prio alcuni degli elementi filosofici che hanno dap- tivismo il concetto di significato e di conoscenza del
prima congelato ogni interesse per i fenomeni cognitivismo classico. Qui, nella epistemologia
diacronici del linguaggio (la sua origine, il suo svi- oggettivista, il significato è una relazione oggettiva
luppo, la sua diversificazione), e poi quelli che, per astratta tra simboli linguistici e determinati oggetti
converso, li hanno riportati al centro dellanalisi. La indipendenti dalla mente. La conoscenza, per
specie simbolica è la sintesi più compiuta di questo lepistemologia oggettivista, è essenzialmente una
nuovo clima; la più articolata espressione dellin- questione di relazione oggettiva tra entità statiche e
contro tra semiotica e scienze cognitive auspicato consiste in una relazione fissa tra uno stato mentale
da Patrizia Violi (1996). e un corrispondente stato di cose nel mondo. In sin-
tesi, loggettivismo presuppone una rigida dicotomia
La specie simbolica è una teoria sullorigine del soggetto/oggetto, per cui il nostro sé viene inteso o
linguaggio. Per Deacon, il linguaggio è esclusivo del- come mente (soggettività) o come corpo (stati fisici
luomo siamo noi la specie simbolica ed è diver- oggettivi).
so dalla comunicazione, che è propria di tutte le for- Vengono perciò a perdersi le tre dimensioni fon-
me viventi. È esclusivo delluomo perché, unico, si damentali della nostra soggettività, ossia la
è venuta costruendo in lui una mente capace di rap- temporalità, il corpo, la cultura. È chiaro che fino a
presentazione simbolica. Infatti, lessenza del lin- quando è prevalso questo atteggiamento filosofico
guaggio è, per Deacon, nella sua capacità simbolica. era oggettivisticamente impossibile anche solo
Inoltre, cervello e linguaggio sono venuti evolven- pensare di mettersi a studiare lorigine del linguag-
dosi insieme; evoluzione biologica ed evoluzione gio, che implica insieme temporalità, corpo e cultu-
culturale sono state sinergiche. ra. Era necessaria una filosofia incarnata.
Il simbolo cui egli si riferisce differisce da quello In linguistica, è Chomsky lo studioso che più rap-
del cognitivismo computazionale, secondo cui la presenta questo tipo di cognitivismo, prevalso per
mente rappresenta il mondo mediante simboli e la trentanni. Il grande linguista americano considera
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il linguaggio una funzione autonoma della mente e, po del linguaggio era necessario porre i fondamenti
come tale, indipendente dalle altre funzioni cognitive. teorici di una mente dinamica.
Egli privilegia inoltre gli aspetti più specifici del lin- I dinamicisti sono interessati a come le cose cam-
guaggio umano - la sintassi, la morfologia, la foneti- biano: considerano i sistemi come operanti in paral-
ca - tralasciando gli aspetti meno prettamente lin- lelo: tutti gli aspetti cambiano allo stesso tempo, e il
guistici, come la semantica, la pragmatica, levolu- cambiamento è globale; per i computazionisti inve-
zione del linguaggio. Chomsky poi, supportato da ce è locale. Questultimi considerano un processo
Jerry Fodor, credeva in una concezione innatista e come avente inizio in seguito a un input nel sistema:
modulare della mente, isolando così il linguaggio da sarà compito di questultimo produrre un appropria-
altre facoltà cognitive e aspetti del comportamento. to output. I dinamicisti, viceversa, pensano che i pro-
Ed era Chomsky a sostenere che la biologia cessi siano continuamente in corso, che non abbia-
molecolare, letologia, la teoria dellevoluzione non no inizio né fine da alcuna parte. Sono interessati
hanno assolutamente nulla da dire al riguardo [ov- allinterazione; a come il sistema cognitivo
vero, relativamente alle disposizioni innate della interagisce con altre cose, ad esempio. I
competenza linguistica umana] al di là delle osser- computazionisti considerano linterazione uno stato
vazioni più banali. (comunicazione privata a George fisso; per i dinamicisti i due sistemi plasmano si-
Steiner, 1969, cit. in Steiner, 1994). multaneamente il cambiamento dellaltro, mentre per
Non erano dunque i tempi migliori per chi, a li- i computazionisti le rappresentazioni sono configu-
vello accademico, avesse voluto dedicare il suo tem- razioni statiche di occorrenze simboliche. Per i pri-
po a decifrare il mistero dellorigine del linguaggio. mi sono tra tipi di entità quali stati del sistema,
A partire dalla seconda metà degli anni 80 però attrattori, traiettorie, o addirittura aspetti di strutture
viene recuperato e adattato ai tempi quel complesso di biforcazione. La dinamica costituisce una pode-
caleidoscopio di idee, teorie, filosofie che darà vita rosa cornice per accantonare del tutto la rappresen-
alla rivoluzione cognitiva di seconda generazio- tazione (van Gelder, 2000).
ne, le scienze cognitive incarnate: dalla semiotica di A definire una mente dinamica confluiscono di-
Peirce al neo-connessionismo; dal costruttivismo di verse discipline e teorie. Per delineare i prodromi
Piaget alla concezione olistico-organismica della filosofici della neurosemiotica di Deacon esamine-
cultura tedesca degli anni 20 (Heinz Werner, Ernst remo la biosemiotica, la memetica e il
Cassirer); dalla semantica cognitiva di George Lakoff postdarwinismo, e il costruttivismo.
alla cibernetica di secondordine di Heinz von
Foerster e Gregory Bateson; dallepistemologia post- Una teoria dellevoluzione del linguaggio impli-
positivista al darwinismo neurale. ca, è ovvio, una teoria generale dellevoluzione. E
Insieme, hanno dato fondamento teoretico a una sta aumentando il drappello di biologi che considera
mente dinamica e contribuito a smontare i circoli insufficiente levoluzione per come la spiega il
viziosi nel paesaggio cognitivo (Edelman, 1993). neodarwinismo: non è possibile, sostengono, che
Che, cioè, gli oggetti del mondo appartengano a ca- tutta la ricchezza biologica e cognitiva sia frutto
tegorie prefissate; che esistano descrizioni essenzia- esclusivo della selezione naturale operante su varia-
li delle cose; che i concetti e il linguaggio poggino zioni casuali. Il darwinismo inoltre risulta essere non
su regole che acquistino un significato grazie a unas- solo una teoria biologica, ma anche profondamente
segnazione formale alle categorie prefissate del mon- impregnato di filosofia positivista, e il pragmatismo
do (categorie classiche). Il cervello non sarebbe dun- di Peirce (e dunque di Deacon) contrasta col reali-
que una sorta di calcolatore.
È stato uno dei smo darwinista.
fraintendimenti più grandi della storia della scien- Due discipline, seppur ancora embrionali, meglio
za (ibid.). Ma, ribadisce Edelman, la mente non è definiscono il clima postdarwinista entro cui matura
uno specchio della natura. Loggettivismo fallisce la teoria di Deacon: la biosemiotica e la memetica.
(ibid.). La biologia postdarwinista poggia innanzitutto su
una concezione postmoderna del cambiamento e
Per andare oltre e affrontare lorigine e lo svilup- della evoluzione: non più una visione dal meno al
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più perfetto, una concezione antropocentrica propria pensiero veramente rigoroso ed esatto trova un pun-
del darwinismo. Ma è postdarwinista anche per il to fermo solo nella semiotica, sulla quale esso pog-
suo diverso modo di considerare il soggetto; una gia (Cassirer 1961, p. 20).
concezione continentale che considera la conta- Nello stesso clima culturale delluniversità di
minazione soggettiva dei dati desperienza: dove il Amburgo degli anni 20, dove insegnava anche
soggetto partecipa alla formazione dei propri ogget- Cassirer, in pieno clima olistico e gestaltico in psi-
ti o li costituisce; dove non esiste un soggetto neu- cologia e biologia un clima antidarwinista Heinz
trale, separato dal suo ambito di osservazione. Werner aveva proposto una nozione di simbolo, e di
Il postdarwinismo non nega levoluzione, ma pone genesi del simbolo, affine alla neurosemiotica di
laccento sul ruolo della forma e dellattività del- Deacon. Una concezione genetica integrabile con
lorganismo: il meccanismo neodarwinista della se- quella olistico-organismica, secondo cui ogni pro-
lezione naturale sarà allora un caso particolare della cesso psicologico è comprensibile solo nella totalità
concezione postdarwinista dellevoluzione. del funzionamento dellorganismo. E non a caso
Werner si ispira, tra gli altri, a Jakob von Uexküll e
La biosemiotica di Deacon muove da Peirce. Dal al suo concetto di Umwelt, che, riscoperto in seguito
filosofo del pragmatismo Deacon attinge le nozioni da Thomas Sebeok, diventerà cardinale nella
per sviluppare la propria concezione di simbolo e biosemiotica.
del processo di conoscenza e di rappresentazione. E La traduzione più immediata di Umwelt è ambien-
Peirce, pragmatista, epistemologicamente era te. Si tratta però di un ambiente soggettivo, nel sen-
anticartesiano, di contro a Chomsky neocartesiano. so che ogni sua componente ha un significato per
Peirce, in un importante articolo (1868) evidenzia lorganismo. Un organismo crea il proprio Umwelt
quattro presupposti della tesi dualista che vanno interagendo ripetutamente col mondo. Esso simul-
messi in discussione: taneamente osserva il mondo e lo cambia, dando luo-
1) Non abbiamo potere di introspezione, ma tutta go a una circolarità funzionale. LUmwelt implica
la conoscenza del nostro mondo interno è derivata altresì che non sia possibile separare mente e mondo
per ragionamento ipotetico dalla nostra conoscenza poiché la mente fa del mondo qualcosa pieno di si-
di fatti esterni. gnificato. In questo senso lUmwelt differisce dal
2) Non abbiamo potere di intuizione, ma ogni co- concetto neodarwinista di nicchia ecologica, una
gnizione è derivata logicamente da cognizioni pre- differenza che i biosemiologi tengono a sottolinea-
cedenti. re: le nicchie ecologiche vengono considerate unità
3) Non abbiamo potere di pensare senza segni. oggettive di un ecosistema che possono essere
4) Non abbiamo concezione dellassolutamente quantificate; lUmwelt, al contrario, è soggettivo e
inconoscibile. non accessibile a una misurazione diretta, per la stessa
Peirce oppone a una concezione della conoscen- ragione che non possiamo accedere direttamente alle
za diretta, che attinge loggettività e
quasi imme- percezione delle altre persone. NellUmwelt si ven-
desimandosi in essa la riproduce con unesatta e com- gono a creare cicli funzionali tra organismo e am-
pleta fedeltà
la concezione della conoscenza qua- biente, e viene a cadere il concetto di adattamento
le sempre, necessariamente, intrinsecamente, per come lo intende il darwinismo: perché sarebbe
interpretativa e ipotetica (Bonfantini, p. XXII). trasformato in un processo svolgentesi nel tempo ciò
Contemporaneo di Peirce, il fisico Heinrich Hertz che in realtà è statico. Se è lo schema morfologico
propone un concetto di simbolo affine su cui Cassirer dellanimale che produce con la sua propria azione
fonda parte della sua Filosofia delle forme simboli- il suo ambiente, non si può dire, allora, che il singo-
che: [Il simbolo] non è un rivestimento meramente lo animale vi sia più o meno adattato. Al contrario,
accidentale del pensiero, ma il suo organo necessa- grazie al suo schema morfologico, ogni animale è
rio ed essenziale. Esso non serve solo allo scopo di perfettamente adattato al suo ambiente (Cassirer,
comunicare un contenuto concettuale già bello e 1958).
pronto, ma è lo strumento in virtù del quale esso La teoria dellUmwelt è coerente con la semiosi
acquista la sua compiuta determinatezza
così ogni di Peirce, e contrasta con la metodologia scientifica
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positivista, per la quale obiettivo della scienza è sco- 1) La biosemiotica sembra proporre per la biolo-
prire i vari aspetti del mondo reale oggettivo che gia una sorta di fondamento o sfondo filosofico, nella
esiste indipendentemente da ogni osservatore. Il con- speranza di sostituire quella applicata almeno sin dai
trasto ci riporta al dibattito filosofico tra realismo e tempi di Ernst Haeckel, vale a dire lEvolu-
pragmatismo. I pragmatisti non separano gli oggetti tionstheorie als Weltanschauung (La teoria del-
dai loro interpreti. Per il realista invece loggetto della levoluzione come visione del mondo, di von Uexküll,
conoscenza non è parte o elemento del soggetto co- 1907).
noscente. Il pragmatismo, al contrario, ha più affini- 2) Consente lintroduzione della soggettività nel
tà con una teoria lamarckiana dellevoluzione: un regno biologico.
organismo è considerato attivo nelluso del suo cor- 3) Aiuta a comprendere lo sviluppo dei caratteri
po alla scoperta dellambiente favorevole. Levolu- mentali attraverso lepistemologia evolutiva, inter-
zione appare un processo creativo (Sharov, 2001). pretata semioticamente.
Werner condivide con Deacon laspetto costruttivo In questo contesto è interessante la rinascita del-
del processo di simbolizzazione: Il simbolizzare linteresse per leffetto Baldwin (Baldwin, 1896;
entra direttamente nella costruzione degli oggetti Belew e Mitchell, 1996), un meccanismo evolutivo
cognitivi, determinando il modo in cui gli eventi tramite cui il comportamento può influire sulla fre-
sono organizzati e ciò che significano. La nostra tesi quenza di espressione dei geni nella evoluzione; un
si oppone, così, allopinione diffusa che considera i meccanismo lamarckiano.
veicoli simbolici e i referenti come due entità piena- Leffetto Baldwin riguarda il rapporto tra appren-
mente formate, legate esteriormente luna allaltra dimento ed evoluzione, e funziona in due stadi: nel
tramite accoppiamento contiguo (e rinforzo). Se si primo, la plasticità fenotipica consente a un indivi-
accetta questultimo punto di vista, si nega implici- duo di adattarsi a una mutazione parzialmente vin-
tamente alla simbolizzazione (compreso il linguag- cente. Se la mutazione accresce lidoneità riprodut-
gio) ogni ruolo creativo nellorganizzazione tiva tenderà a proliferare nella popolazione. Tutta-
cognitiva dellesperienza e del pensiero; i veicoli via, la plasticità fenotipica presenta dei costi e di-
simbolici vengono allora ridotti a un complesso si- venta allora necessario il secondo passaggio: dato
stema di marcatori, utili soltanto per lindicazione tempo sufficiente, scopre un meccanismo rigido che
quotidiana dei referenti e per la comunicazione di sostituisce quello plastico. La fase 2 coincide con il
giudizi e concetti preformati (Werner, 1989). concetto di assimilazione genetica di Waddington:
Contro la concezione del simbolo e della rappre- lincorporazione nel sistema genetico di caratteri
sentazione computazionali si esprime anche Edelman inizialmente legati a uninterazione con lambiente
(1987): Il mondo è senza etichette. Egli pone le (cit. in Piaget, 1983).
basi per le scienze del riconoscimento, intendendo Leffetto Baldwin è stato pressoché ignorato dalla
il continuo adattamento, o unione adattativa, tra gli biologia teorica ed è ritornato alla luce solo di re-
elementi di un dominio fisico e le novità che si pre- cente grazie alla computazione evoluzionistica
sentano tra gli elementi di un altro dominio fisico, (Hinton e Nowlan, 1987; ma vedi anche Nolfi et al.,
più o meno indipendentemente dal primo: un adat- 1994).
tamento, non preceduto da istruzione (Edelman Si può parlare di evoluzione lamarckiana (con
1992). Il caso degli anticorpi, capaci di riconoscere le virgolette), e Kevin Kelly, filosofo visionario, ha
una molecola specifica tra milioni diverse, ma# an- colto un aspetto in sintonia con la coevoluzione pro-
che dei neuroni durante la costruzione del cervello. posta da Deacon: Con tutta probabilità, una biolo-
Perciò anche il substrato neurale della mente dina- gia lamarckiana richiede un tipo di profonda com-
mica e biosemiotica si costruisce e funziona secon- plessità - unintelligenza - che la maggior parte de-
do la stessa logica non istruttiva e non deterministica, gli organismi non può raggiungere. Ma laddove la
vale a dire dinamica, costruttiva e selettiva. complessità è ricca abbastanza per lintelligenza,
La semiotica è stata anche vista come strumento come negli organismi e nelle organizzazioni umane,
per avvicinarsi ai problemi epistemologici della bio- e nella loro progenie robotica, levoluzione
logia: lamarckiana è possibile e vantaggiosa
quando un
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organismo acquista sufficiente complessità nel suo Parole come ricchezza, legge e matrimonio hanno
corpo, può usare il suo corpo per insegnare ai geni un significato differente da quello che avevano per i
ciò che essi devono sapere per evolvere
lappren- nostri antenati barbari (Peirce, 1893). E, a confer-
dimento culturale modifica la biologia c#osì che la ma, Liane Gabora (2000) aggiunge: Il pensiero è
biologia diventa suscettibile di ulteriore cultura- un processo instancabilmente creativo; non esistono
lizzazione. Così la cultura tende ad accelerare se stes- due espressioni di un meme che siano uguali.
sa
questo implica che la ragione per cui abbiamo
cervelli che possono produrre cultura è perché la Un altro tassello del postdarwinismo è il costrut-
cultura ha prodotto cervelli che potessero farlo
tivismo. Già nel concetto biosemiotico di simbolo
Quando si sono evoluti i cervelli umani, essi hanno è chiara la presenza di una concezione costruttivista
creato cultura, il che ha permesso la nascita di un della conoscenza e delle facoltà cognitive. Anche in
vero sistema lamarckiano di acquisizioni ereditate questa teoria è infatti importante il ruolo del sogget-
(Kelly, 1994).
Levoluzione darwiniana non è solo to nella conoscenza, che non è semplicemente il
apprendimento lento. Nelle parole di Marvin Minsky, teatro della scena in cui si recitano opere indipen-
levoluzione darwiniana è apprendimento denti da lui
ma è lattore e spesso anche lauto-
stupido(ibid.). re
grazie a una continua autoregolazione (Piaget,
1968). E la demolizione della concezione innatista e
Laltro aspetto postdarwinista in Deacon è la modulare delle facoltà cognitive e del cervello, pro-
memetica. Si tratta di una teoria, più che di una disci- pria della scienza cognitiva di prima generazione,
plina, secondo cui le parole, le idee, e ogni produzio- non può fare a meno del costruttivismo.
ne culturale trasmissibile, i memi (Dawkins, 1976), La sua prima e più completa disamina in relazio-
sono dei replicatori che competono per colonizzare il ne alla biologia è in Biologia e conoscenza di Piaget
nostro cervello. Più in generale la memetica è una (1983). La conoscenza per Piaget non è copia del
spiegazione dellevoluzione culturale attingendo a reale, ma comporta unorganizzazione e unassimi-
concetti biologici, o meglio, il concetto di meme è al lazione. Per lepistemologo svizzero, profonda è
centro della teoria contemporanea della coevoluzione lanalogia tra i meccanismi di acquisizione della co-
geni/cultura, e quindi, per estensione, della noscenza e linterazione tra genoma e ambiente. E
coevoluzione cervello/linguaggio di Deacon. nel rispetto di tale analogia, Piaget introduce la no-
E Susan Blakemore (2000) ribadisce la concezio- zione di assimilazione cognitiva, così come
ne postdarwinista della memetica, nel senso che in- Waddington aveva introdotto quella di assimilazio-
tende rendere conto di fenomeni che, in senso stret- ne genetica. Lassimilazione cognitiva di Piaget ri-
to, non rispecchiano una legge di adattamento. Tipi- chiama il processo di conoscenza secondo Peirce, in
ci memi, infatti, come il linguaggio, le composizioni quanto si fa riferimento a un sistema anteriore di
musicali e così via, non servono alla sopravvivenza. conoscenze senza discontinuità, ma adattandosi a una
La Blakemore è convinta che lidea di meme sia ciò nuova situazione. Possiamo parlare di biologia
che mancava alle nostre teorie dellevoluzione uma- cognitiva, secondo cui levoluzione biologica è un
na, e che la memetica si dimostrerà immensamente processo di accumulazione di conoscenza. Piaget lo
utile per spiegare le nostre peculiarità e la genesi conferma, avendo riscontrato uno straordinario pa-
della nostra elaborata cultura e società. rallelismo tra i problemi sollevati dallembriogenesi
Sembrano inoltre esistere affinità tra il concetto e quelli sollevati dallembriologia mentale.
di meme e la concezione di Peirce del pensiero qua- E lepigenesi, per come la considera Waddington,
le complessa trama di segni e simboli atomici. La è simile allepistemologia di Peirce: La costruzio-
sua descrizione dellevoluzione dei simboli presen- ne epigenetica può essere considerata analoga a un
ta molte analogie con la teoria di Dawkins della sistema di teoremi geometrici, in cui ogni teorema è
mutazione e ricombinazione dei memi (Gatherer, reso necessario dallinsieme di quelli che precedo-
1997): I simboli crescono. Nascono sviluppandosi no, senza tuttavia essere contenuto negli assiomi di
da altri segni
pensiamo solamente per segni
un partenza (cit.in Piaget, 1983).
simbolo una volta in essere si diffonde tra simboli. In biologia teorica, il costruttivismo di Piaget e
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lepigenesi di Waddington, rappresentano una terza teoria nellambito del realismo classico, diventa un
via tra darwinismo e lamarckismo. Ma lo sono prerequisito necessario per ogni impostazione
innanzitutto dal punto di vista epistemologico, vale costruttivista completa. Diettrich lo definisce
a dire nel rapporto tra soggetto e mondo. O lam- costruttivismo totale per distinguerlo dal
biente si impone allorganismo e lo modella fin nel- costruttivismo radicale di von Foerster,
le sue strutture ereditarie (lamarckismo) oppure lor- Glasersfeld, Maturana e Varela, che non sarebbe ve-
ganismo impone allambiente delle strutture eredi- ramente radicale: linterpretazione del costruttivismo
tarie indipendenti da esso e lambiente si limita a radicale deve soltanto ricostruire se stessa e non an-
eliminare quelle che non vanno bene (darwinismo); che il mondo esterno.
o ancora ci sono tra lorganismo e lambiente Centrale nella concezione biologica costruttivista
interazioni tali che i fattori facenti parte delluno e è lepigenesi, cioè quel meccanismo, attivo nello
dellaltro presentano unimportanza uguale e riman- sviluppo embrionale, per cui gli effetti della forma-
gono indissociabili. La terza via è quella zione di una struttura o della espressione di una
costruttivista. E secondo Piaget esistono più analo- molecola si ripercuotono, di ritorno, sulla espressio-
gie tra darwinismo e lamarckismo, che tra questi due ne dei geni. Un primo mutamento di prospettiva è
e la tesi costruttivista. I primi due infatti utilizzano che nella biologia classica è il genotipo di un orga-
sequenze causali semplici, mentre il terzo tipo di nismo a determinare il suo fenotipo. Ma, sostiene
interpretazione introduce nuovi modelli esplicativi, Diettrich, il genoma di per sé, non è in grado di
cibernetici e non più lineari. È il prodromo dellin- svolgere alcuna funzione: per poter essere interpre-
troduzione della complessità nella spiegazione dei tato ed espresso
deve essere affiancato
dal si-
sistemi viventi. Non solo: tanto nel darwinismo quan- stema epigenetico (Waddington, 1957; Piaget, 1967;
to nel lamarckismo manca il riferimento allattività Edelman, 1987).
strutturante dellorganismo o del soggetto. In tale La proposta di Deacon, per essere coerente, ad un
contesto, il riferimento a un mondo esterno oggetti- costruttivismo epistemologico e biologico deve af-
vo e indipendente che determina le condizioni a cui fiancare un costruttivismo neurale. Deacon, per di-
il fenotipo organico e cognitivo deve adattarsi non è mostrarlo, attinge alle ricerche sperimentali e alle
più applicabile, poiché queste condizionýi rilevanti teorie nelle neuroscienze degli ultimi anni. Primo
sono prodotte dagli organismi stessi. fra tutti il darwinismo neurale. Edelman, che ne è il
Viene così proposta una versione più recente di più rigoroso teorizzatore, dimostra che i principi
costruttivismo, lepistemologia evolutiva darwiniani di selezione molecolare, cellulare e ana-
costruttivista (EEC) (Diettrich, 1994). La si può con- tomica sono compatibili con una concezione
siderare uno sviluppo della epistemologia evolutiva epigenetica e costruttivista (anche se non impiega
(Campbell, 1973; Lorenz, 1966), che però era pro- questultimo termine). Stando alla teoria non esisto-
fondamente darwinista: i nostri strumenti cognitivi no marcatori molecolari o codici localizzati con pre-
devono essere lesito di adattamento allambiente. Il cisione e specificati dai geni, e nemmeno indirizzi
nostro fenotipo cognitivo deve perciò contenere in- di posizione allocati nei recessi più minuti della rete
formazione sul carattere del nostro mondo. LEEC neurale (Edelman, 1995). E lo dimostra con i suoi
contempla invece la possibilità che la genesi e levo- studi sperimentali sulla espressione regolata
luzione delle strutture organiche non sia adattativa. epigeneticamente delle molecole di adesione neurale,
Piuttosto, che gli strumenti cognitivi esercitano se le N-CAM. Non vale la teoria della chemioaffinità
stessi in una continua coevoluzione con gli strumenti proposta negli anni 50 da Roger Sperry secondo
organici al fine di andare incontro alle richieste de- cui le fibre e le cellule nervose raggiungono nello
finite su base organica (Diettrich, 1994). Si tratta di sviluppo la loro sede definitiva perché a priori pos-
una posizione filosofica non-realista, come lo era siedono delle molecole che si riconoscono con estre-
quella pragmatista. NellEEC esiste una circolarità ma precisione.
tra percezione e natura, nel senso che si condiziona- Il mutato clima filosofico che ha aperto la strada
no a vicenda tramite una generazione reciproca. E alla scienza cognitiva incarnata ha contagiato quin-
la circolarità, una obiezione devastante per qualsiasi di anche la neurobiologia teorica. Infatti, fino a tutta
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