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L’ obiettivo di indifferenza fra ogni cosa che Anassimandro ritiene opportuno ricercare, è ciò
che invece Eraclito condanna, poichè vede nell’archè-logos il conflitto stesso.
interessante è osservare come entrambi i filosofi ci parlino del ruolo dell’animo umano:
mentre per Anassimandro l’uomo non può fare altro se non attendere il momento di tornare
all’apeiron ma anzi, è considerato peccatore per aver modificato l’ordine primordiale delle
cose, per Eraclito l’uomo è costantemente sotto processo di mutamento (quindi obbedisce
alla legge del logos). Altra differenza sostanziale è il punto di arrivo della mente umana: per
Anassimandro si è irrimediabilmente destinati a tornare all’apeiron, qualsiasi sia stata la
propria condotta in vita; per Eraclito invece c’è la possibilità di ottenere la saggezza
attraverso il preferire la gloria eterna alle ingannevoli fantasie e la ricerca delle cose
concrete e oggettive anzichè l’aggrappamento alle ingannevoli fantasie.