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CHIRURGIA GENERALE,
AMBULATORIALE E DAY SURGERY”
Indice
1 INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3
2 INFERMIERE DI CAMERA OPERATORIA: CHIRURGIA GENERALE -------------------------------------- 5
2.1 FASE PREOPERATORIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 5
2.2 FASE INTRAOPERATORIA ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 8
2.3 PROFILASSI DELLE INFEZIONI IN SALA OPERATORIA --------------------------------------------------------------------------11
3 INFERMIERE DI CAMERA OPERATORIA: CHIRURGIA AMBULATORIALE --------------------------- 13
3.1 VANTAGGI DELLA CHIRURGIA AMBULATORIALE ------------------------------------------------------------------------------13
4 INFERMIERE DI CAMERA OPERATORIA: DAY SURGERY --------------------------------------------------- 15
4.1 FINALITÀ DELLA DAY SURGERY: -------------------------------------------------------------------------------------------------15
4.2 VANTAGGI DELLA DAY SURGERY: ----------------------------------------------------------------------------------------------16
BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 19
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Università Telematica Pegaso Infermiere di camera operatoria chirurgia:
chirurgia generale ambulatoriale e day surgery
1 Introduzione
L’ infermiere di camera operatoria impegnato in Chirurgia generale, in Chirurgia
Ambulatoriale o day Surgery è chiamato a rispondere con competenze specifiche a ciascuna delle
mansioni caratterizzanti tali settori. Minimo comune denominatore risulta essere il nursing
perioperatorio, sebbene con delle peculiarità che nel corso della presente trattazione saranno
all’infermiere che assiste il paziente sottoposto ad intervento chirurgico” ed è distinto in tre fasi:
particolare momento della sequenza degli eventi che definiscono l’intervento chirurgico e ciascuna
epicentro il paziente e i suoi bisogni sono considerati in primo piano. L’infermiere è responsabile
della sicurezza e del benessere del paziente, svolge e coordina le molte attività del personale, cura
l’igiene degli ambienti e collabora con l’anestesista e con il chirurgo per garantire un esito positivo
dall’infermiere inserito in una équipe di reparto, ed altrettanto dicasi per l’ infermiere impegnato in
day surgery o chirurgia ambulatoriale. A questo proposito va sottolineato che da qualche tempo in
tutti i sistemi sanitari dei Paesi ad economia avanzata, indipendentemente dal prevalere
dell’orientamento pubblico o privatistico dei sistemi, sono state sviluppate politiche orientate a
progressi ottenuti in campo medico, chirurgico ed anestesiologico, che hanno consentito di trasferire
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chirurgia generale ambulatoriale e day surgery
modelli assistenziali a minore intensività quali il day-surgery, il day hospital e l’assistenza
Obiettivo di tale processo è stato la ridefinizione del ruolo dell’ospedale quale luogo di cura
elevata e media intensità. Tale strategia ha consentito ovunque una certa riduzione del numero dei
posti letto ospedalieri e degli stessi ospedali, con un miglioramento dell’efficienza di sistema. Va
verso il segmento delle cure primarie, che sembrano non solo più efficienti, ma anche più adeguati.
In questa lezione sarà evidenziato nello specifico il ruolo dell’ Infermiere professionale in
queste diverse realtà onde fornire gli strumenti necessari per svolgere mansioni caratterizzanti
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chirurgia generale ambulatoriale e day surgery
strumentista, o assistente di anestesia nei centri ove è prevista tale figura ed assiste il paziente in
registrazione dei dati relativi alle condizioni generali del paziente sono indispensabili al fine
dell’individuazione dei bisogni ed alla definizione del rischio operatorio. Di seguito una
schematizzazione dei punti principali i di questa fase, con una descrizione più dettagliata tra quelli
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chirurgia generale ambulatoriale e day surgery
• Eventuale tricotomia: Questa aumenta il rischio di infezione del sito chirurgico, ne
viene quindi suggerito l’abbandono. Quando necessaria deve essere eseguita immediatamente prima
dell’intervento con rasoio elettrico; questo è associato ad un minor tasso di infezione di ferita.
farmaci…)
due fattori, che sono il tipo di intervento che deve essere eseguito e le condizioni generali del
paziente. Ad ogni modo, spetta al chirurgo indicare quale sia la posizione in cui porre il paziente,
ossia quella che gli permetta di lavorare più comodamente. Generalmente, il paziente viene posto
dapprima in posizione supina sul letto operatorio, per essere poi correttamente posizionato solo
dopo che l’anestesista abbia indotto lo stato di incoscienza. Il posizionamento deve essere eseguito
in maniera tale che l’area chirurgica sia esposta in modo adeguato. Nel contempo la posizione deve
essere comoda e confortevole, sia che il paziente sia vigile che addormentato. Particolare attenzione
deve essere posta nel non provocare pressioni sui vasi o sui nervi, onde evitare problemi di
perfusione o paralisi. Una volta assunta, la posizione può essere mantenuta mediante appositi
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presidi (cinghie, sostegni, cuscini, ecc.), posti in modo che assicurino la stabilità senza
Posizione supina: il paziente è sdraiato sul dorso, con un braccio lungo il lato del tavolo e
l’altro abdotto a formare con il tronco un angolo di 90°, per permettere la terapia infusionale.
Questa posizione viene utilizzata nella maggior parte degli interventi addominali.
Posizione di Trendelenburg: è solitamente utilizzata per gli interventi alla parte inferiore
dell’addome ed alla pelvi; si riesce ad ottenere una buona esposizione in quanto si provoca lo
spalle sono più basse rispetto all’addome. Il paziente viene tenuto fermo con sostegni imbottiti posti
a livello delle spalle, posizionati assicurandosi che non comprimano il plesso brachiale.
Posizione litotomica: necessaria per gli interventi effettuati nell’area perineale, rettale e
vaginale. Il paziente è supino con le gambe e le cosce flesse; la posizione è mantenuta tale mediante
l’utilizzo di “gambali”.
Posizione per interventi renali: il paziente viene collocato sul fianco dal lato non operatorio,
ed il tavolo viene snodato all’altezza della regione lombare in maniera da elevare il livello del rene
ed aumentare lo spazio tra le coste inferiori e la pelvi. La gamba superiore è stesa, quella
inferiore è flessa all’altezza del ginocchio e dell’anca; tra le gambe è posto un cuscino.
• Posizionare agli arti inferiori fasce e/o altri presidi per prevenzione eventi
tromboembolici
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• Assicurare l’accesso venoso: Può essere posizionato prima dell’intervento chirurgico
• Lavaggio antisettico delle mani: Questa tecnica è stata riconosciuta come uno dei
primi e principali sistemi per il controllo delle infezioni. La cute delle mani, infatti, ospita numerosi
commensali del tutto innocui, benché possano diventare agenti patogeni opportunisti in soggetti
predisposti quali, appunto, i pazienti chirurgici.. Per questo motivo le mani fungono come
principale veicolo di infezione. Il lavaggio delle mani si distingue in sociale, antisettico, chirurgico.
Il lavaggio antisettico è da praticare prima di eseguire procedure invasive o manovre che richiedono
una procedura asettica, dopo il contatto con ferite infette e con oggetti contaminati da sangue o altro
(secreti, escreti) e, in generale, nei reparti ad alto rischio quali le sale operatorie o le terapie
chirurgico e prima di procedere alla vestizione sterile. Ciò che contraddistingue tra loro le tre
tecniche sono il grado di decontaminazione della cute che si riesce ad ottenere, partendo da un
grado accettabile per il lavaggio sociale ed arrivando ad un grado assoluto per il lavaggio
chirurgico, ed i tempi necessari per l’effettuazione: 2-3 minuti per il lavaggio sociale, 3-4 minuti per
il lavaggio antisettico e 7-8 minuti per quello chirurgico. Comuni, invece, sono alcune norme
generali che riguardano indicazioni come mantenere le unghie corte, pulite e prive di smalto, non
indossare anelli o bracciali in quanto trattengono lo sporco e l’umidità ed impediscono una corretta
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• Vestizione sterile: L’infermiere strumentista è generalmente il primo operatore a
mettere in atto queste procedure e deve utilizzare una tecnica autonoma. Gli altri operatori,
invece, saranno aiutati nella vestizione dall’infermiere strumentista stesso. Un altro infermiere,
cosiddetto “fuori campo”, prende parte alle operazioni di preparazione ponendo la biancheria
La distinzione fondamentale tra le zone sterili e quelle non sterili deve essere rispettata, ed
ogni operatore deve avere coscienza dei movimenti che gli sono concessi nelle rispettive zone: un
operatore “fuori campo” non accede alle zone sterili in quanto può contaminarle; un operatore
“vestito” rimane entro le zone sterili perché non deve contaminarsi. Il materiale occorrente agli
operatori vestiti viene fornito dall’infermiere fuori campo secondo scrupolose tecniche asettiche.
Una volta porto il camice sterile all’infermiere che ha terminato il lavaggio chirurgico,
questi lo afferra saldamente per la parte più alta, corrispondente colletto. Il camice, infatti, è
piegato in maniera tale che si presenti con la parte superiore rivolta verso l’operatore e mostri
inoltre la superficie interna, in quanto è la parte da non considerare sterile. Dispiegato il camice, le
braccia, tenute sollevate, vengono fatte scivolare entro le maniche. L’infermiere fuori campo può
prestare aiuto penetrando con le braccia dal retro del camice e tirando, dall’interno, le maniche,
prima di procedere alla legatura mediante i nastri situati sul retro all’altezza del colletto e della
cintola. Calzato il camice, si procede ad infilare i guanti sterili. Questi sono contenuti in confezioni
sterili e sono piegati con un risvolto nella parte distale, o polsino, in maniera tale che la superficie
che mostrano sia la parte interna, non considerata sterile. Le operazioni da eseguire sono:
-afferrare il primo guanto con la mano opposta a quella che lo deve calzare, toccando solo
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-con la mano guantata, afferrare il secondo guanto inserendo le dita sotto il polsino, ossia
• Mantenimento della sterilità della sua persona e della rilevanza di eventuali manovre
• Scelta dei ferri chirurgici e dei fili (in collaborazione con il chirurgo)
principali incidenti operatori. Per corpi estranei si intendono: garze, tamponi, lunghette, pezze
o Scheda di intervento
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o Conta dei ferri utilizzati da parte dello stesso strumentista e deposito nel contenitore
verbale di ogni intervento. Costituisce parte integrante e rilevante della cartella clinica. Rappresenta
sterili e l’osservanza di tecniche igieniche fondate sulle regole di asepsi chirurgica, sono compiti
che rientrano tra le responsabilità dei membri dell’équipe chirurgica e che vengono attuati
nell’ambito del programma per il controllo delle complicanze. In tutte le fasi dell’intervento
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chirurgico ogni operatore deve porsi come priorità la prevenzione di complicanze. D'altronde la
probabilità di infezioni è notevolmente ridotta se viene attuata una stretta osservanza dei principi di
asepsi durante la preparazione del paziente, durante l’intervento e durante le fasi successive.
Sebbene l’insorgenza di infezioni postoperatorie possa comunque verificarsi a causa della flora
batterica residente sulla cute del paziente o per infezioni latenti preesistenti, al personale di sala
operatoria spetta il compito di ridurre al minimo il rischio che questo accada. Di fondamentale
importanza risulta essere la distinzione tra le diverse aree, con riferimento alla sterilità, all’interno
della sala operatoria e la conseguente definizione dei ruoli. Infatti, è indispensabile che ogni
operatore all’interno della camera operatoria sappia quali siano le zone cui ha accesso, quali
movimenti gli sono permessi, quali tecniche deve adoperare e sappia discernere i comportamenti
igienicamente corretti da quelli scorretti. Questo per garantire il miglior risultato dell’intera équipe
complicanze postoperatorie, diminuzione dei giorni di degenza ospedaliera, diminuzione dei giorni
di convalescenza, diminuzione della spesa ospedaliera: il tutto a vantaggio del paziente sottoposto
all’intervento.
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anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive o semi invasive, in regime ambulatoriale,
con permanenza nella struttura limitata alle sole ore del giorno. Prevede attività chirurgiche
richiederli, con impegnativa SSN, sulla base di situazioni contingenti) né dell’assistenza diretta
dell’anestesista, che però deve essere presente nel Presidio Ospedaliero, garantendo un rapido
• Maggiore “governabilità” delle macrofasi del processo e dei rispettivi costi e, quindi,
maggiore produttività
Oltre alle mansioni assistenziali di sua competenza, nell’ ambito della Chirurgia
Ambulatoriale:
operatore del CUP, che inserisce il nominativo del paziente nell’agenda delle prenotazioni seguendo
l’ordine cronologico).
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• L'infermiere o il Chirurgo al termine della prima visita (o al termine di eventuale
successivo, finalizzata alla rimozione dei punti o alla revisione della ferita e/o comunque al
controllo previsto. Pur trattandosi comunque di interventi chirurgici meno invasivi ed eseguiti a
livello ambulatoriale o di Day Surgery, è assolutamente indispensabile, così come per la Cartella
documentazione relativa a:
• Esami propedeutici
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effettuare interventi chirurgici, o anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive o semi
invasive, in regime di ricovero limitato alle sole ore del giorno o, al limite, con un solo
La day surgery è finalizzata al ricovero, di norma della durata inferiore alle 12 ore, di
pazienti che necessitano di prestazioni multiple e/o complesse di carattere diagnostico, terapeutico o
riabilitativo, le quali per la loro natura non possono essere eseguite a livello ambulatoriale, in
quanto richiedono un'osservazione medica e/o infermieristica protratta nell'arco della giornata e
come tale rappresenta un'alternativa alla degenza in regime ordinario. L'assistenza in regime di day
postoperatori. La day surgery in alcuni casi richiede il pernottamento in sede ospedaliera (one day
surgery). In tale evenienza il paziente viene dimesso entro le ore 9,00 del giorno successivo e non
dell’assistenza
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• Favorire l’efficienza, ridurre i posti letto mantenendo o incrementando i dati di
attività;
rispetto all’attività in degenza ordinaria; l’attività di day surgery erogata in freestanding units può
consentire economie di costo nell’ordine di un ulteriore 20% rispetto alla day surgery presso
strutture tradizionali
all’intervento chirurgico
intervento chirurgico
La Day Surgery come valore aggiunto nel percorso formativo e offerta per i pazienti
• Competenze Assistenziali
• Competenze Relazionali
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Competenze Assistenziali:
Competenze Relazionali :
ed eventi avversi
Competenze Organizzative :
professionale;
Contribuire alla gestione del rischio clinico, utilizzando modalità di analisi reattive e
proattive.
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L’ infermiere della Day Surgery deve essere particolarmente motivato ed esprimere
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Bibliografia
W. Rattenerd, B. Shirmer, Chirurgia Ambulatoriale, A. Delfino
2009Blackwell
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