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Il test degli occhi: uno strumento per valutare la "Teoria della Mente"

Article  in  Giornale Italiano di Psicologia · January 2004

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Marzia Serafin Luca Surian

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STRUMENTI
IL TEST DEGLI OCCHI: UNO STRUMENTO
PER VALUTARE LA «TEORIA DELLA MENTE»

MARZIA SERAFIN E LUCA SURIAN

Università di Trieste

Riassunto. Il Test degli Occhi (TDO) è stato ideato per valutare la capacità di attribui-
re stati mentali complessi negli adulti e negli adolescenti senza gravi ritardi mentali (Ba-
ron-Cohen, Wheelwright, Hill, Raste e Plumb, 2001). Nel presente studio riportiamo le
norme di riferimento per la versione italiana ottenute da un campione di 195 adulti
senza disturbi mentali suddiviso in tre fasce d’età. La prestazione dei soggetti più anzia-
ni risulta significativamente peggiore di quella degli altri due gruppi. Il TDO si è rivela-
to utile nelle ricerche sperimentali e negli studi di neuroimmagine; è inoltre uno stru-
mento appropriato nelle indagini cliniche sull’integrità della teoria della mente in pa-
zienti cerebrolesi o con disturbi psicopatologici quali l’autismo, la schizofrenia e la sin-
drome di Asperger.

INTRODUZIONE

Come acquisiamo la capacità di attribuire stati mentali? Questo


problema è stato affrontato in numerosi lavori condotti sia su bambini
con sviluppo tipico sia su vari tipi di pazienti in età pediatrica, in par-
ticolare i bambini con autismo (per un’introduzione si vedano Camaio-
ni, 2001; Meini, 2001; Surian, 1997, 2002). La gran parte di queste ri-
cerche sullo sviluppo della «teoria della mente» si è avvalsa delle prove
di falsa credenza introdotte da Wimmer e Perner (1983). In questi
compiti si richiede ai soggetti di inferire credenze e conoscenze di per-
sone le cui rilevanti esperienze percettive sono narrate in brevi storie.
I compiti di falsa credenza sono adatti all’esame di bambini di età
inferiore ai 5-6 anni. Si sono inoltre dimostrate di estrema utilità nel-
l’individuazione dei deficit nella teoria della mente nei bambini con
autismo (ad esempio, Surian e Leslie, 1999; Surian, Baron-Cohen e
van der Lely, 1996) o con sordità congenita (Peterson e Siegal, 2000).
Questi compiti sono però poco sensibili a variazioni individuali nella

Ringraziamo il Prof. Simon Baron-Cohen e suoi collaboratori all’Università di Cambri-


dge per averci gentilmente inviato la versione originale del TdO e alcune indicazioni utili
a condurre lo studio che qui riportiamo. Siamo inoltre grati a due anonimi referee e al
prof. Carlo Umiltà per i suggerimenti e i commenti forniti ad una versione precedente di
questo articolo.

GIORNALE ITALIANO DI PSICOLOGIA / a. XXXI, n. 3, settembre 2004 213


popolazione normale oltre i cinque-sei anni, e sono poco discriminan-
ti quando somministrati ad adolescenti o adulti «ad alto funzionamen-
to» con disturbi dello spettro autistico (Happé, 1994) o con lesioni
cerebrali (Surian e Siegal, 2001).
Per superare questi limiti sono stati recentemente proposti alcuni
compiti di teoria della mente di livello superiore. In uno di questi, il
«Compito delle Storie Complesse» (Happé, 1994), ai soggetti si richie-
de di leggere storie che includono bugie, scherzi, finzioni, fraintendi-
menti, atti di persuasione, figure retoriche, sarcasmi, dimenticanze e
strategie di inganno. Per comprendere queste storie è necessario for-
mare metarappresentazioni più complesse di quelle implicate nei com-
piti di falsa credenza, metarappresentazioni ricorsive di secondo livello
o comunque di livelli superiori al primo (ad es. «lui pensa che lei creda
che...»). Queste prove sono state utilizzate con successo inizialmente
allo studio di autistici ad alto funzionamento e successivamente in stu-
di su pazienti con lesioni cerebrali (Happé, Brownell e Winner, 1999)
o con schizofrenia (Mazza, De Risio, Surian, Casacchia e Ronconi,
2001). Le buone capacità degli anziani nel compito delle Storie Com-
plesse suggeriscono, secondo Happé, Brownell e Winner (1998), che la
teoria della mente sia preservata durante l’invecchiamento.
Il successo nel compito delle Storie Complesse dipende sia dallo
sviluppo di buone capacità metarappresentative, sia da complesse abi-
lità di comprensione linguistica e memoria di lavoro. Per superare
questo problema, recentemente Baron-Cohen e collaboratori (Baron-
Cohen, Jolliffe, Mortimore e Robertson, 1997; Baron-Cohen, Whe-
elwright, Hill, Raste e Plumb, 2001) hanno proposto l’Eyes Test, un
altro compito di teoria della mente di livello superiore. Questo test ri-
chiede la presentazione di 37 fotografie di volti di cui è visibile solo la
regione oculare. Al soggetto si chiede di indicare l’aggettivo che me-
glio descrive ognuno di questi sguardi fra i quattro forniti ad ogni
prova. Gli aggettivi e le descrizioni utilizzati si riferiscono a stati men-
tali complessi come l’imbarazzo e la vergogna. Le emozioni complesse
emergono dopo le emozioni di base e la loro comprensione richiede
abilità metarappresentative (Surian, 2002; Tangney e Fischer, 1995).
Il Test possiede buone proprietà psicometriche. In primo luogo
vengono evitati gli effetti ceiling che caratterizzano la prestazione nei
classici compiti di falsa credenza. Inoltre è stata trovata una correla-
zione negativa significativa con il Quoziente di Autismo (Baron-
Cohen, Wheelwright, Skinner, Martin e Clubley, 2001). In una versio-
ne precedente, in cui il paziente doveva indicare il termine bersaglio
fra due sole alternative, i soggetti con autismo hanno mostrato presta-
zioni peggiori rispetto a quelle dei soggetti di pari età mentale con la
sindrome di Tourette (Baron-Cohen, Riviere, Cross, Fukushima, Br-
yant, Sotillo, Hadwin e French, 1996; Baron-Cohen et al., 1997). Tale

214
carenza potrebbe in parte derivare da difficoltà nell’usare la direzione
dello sguardo per inferire stati mentali. L’Eyes Test ha messo in evi-
denza un deficit nel riconoscimento degli stati mentali complessi an-
che in pazienti con schizofrenia (Kington, Jones, Watt, Hopkin e Wil-
liams, 2000).
Uno studio su soggetti con sindrome di Williams (Tager-Flusberg,
Boshart e Baron-Cohen, 1998) ha riportato che le loro prestazioni
nell’Eyes Test sono significativamente superiori a quelle di un gruppo
di controllo di persone con sindrome di Prader-Willi con ritardo
mentale e pari QI. Nei soggetti con la sindrome di Williams sembra
configurarsi uno sviluppo adeguato di teoria della mente, a fronte di
gravi deficit in altri ambiti (ad esempio, abilità visuo-spaziali).
Utilizzando la Risonanza Magnetica funzionale (FMRI) durante
l’esecuzione dell’Eyes Test, sono emerse interessanti differenze fra
soggetti con autismo e soggetti di controllo (Baron-Cohen, Ring,
Wheelwright, Bullmore, Brammer, Simmons e Williams, 1999). Nei
soggetti normali le aree maggiormente attivate durante il Test degli
Occhi sono il solco temporale superiore, l’amigdala e la corteccia pre-
frontale. Il ruolo dell’amigdala nel riconoscimento della paura e nel-
l’inferenza di altri stati mentali è ben noto da studi precedenti. Le re-
gioni prefrontali sinistre dovrebbero contribuire alla lettura delle pa-
role e sostenere le funzioni esecutive e di memoria di lavoro. Il lobo
temporale potrebbe svolgere, bilateralmente, operazioni necessarie al-
l’elaborazione degli occhi e del volto, mentre il lobo sinistro avrebbe
un ruolo centrale nell’elaborazione delle parole. Nei soggetti con auti-
smo si è osservata un’attivazione selettiva delle aree fronto-temporali,
ma non dell’amidgala e e del solco temporale superiore.
Nel presente lavoro riportiamo i dati normativi per la versione ita-
liana dell’Eyes Test (Baron-Cohen et al., 1999) e la traduzione italiana
degli item lessicali e del glossario utilizzati nella sua somministrazione.
Le norme riguardano persone di età compresa fra i 18 e i 93 anni. Lo
scopo del presente lavoro è quello di mettere a disposizione di ricer-
catori e clinici uno strumento adatto all’esame di aspetti avanzati della
teoria della mente in pazienti e adulti normali di lingua italiana.

METODO

Campione

Sono stati esaminati 195 adulti. I soggetti, provenienti dall’Italia


Nord-orientale, parlavano l’italiano come prima lingua e sono stati
contattati fra i conoscenti degli autori e in alcune istituzioni scolasti-
che, fabbriche e case di ricovero per anziani. Per nessuno dei soggetti

215
TAB. 1. Informazioni descrittive del campione

Età Livello di scolarità


(anni) (anni)
Gruppo N M DS M DS

«Giovani» 18-40 anni 75 26,7 5,4 13,1 3,1

Maschi 34 27,4 4,4 12,5 3,0


Femmine 41 26,4 6,0 13,6 3,1

«Adulti» 41-60 anni 60 51,7 4,9 9,7 5,2

Maschi 30 52,2 4,1 9,3 4,7


Femmine 30 51,2 5,6 10,2 5,6

«Anziani» 61-93 anni 60 73,1 9,3 7,4 4,3

Maschi 30 71,9 9,1 7,9 4,0


Femmine 30 74,2 9,6 6,9 4,5

contattati esistono resoconti medico-psicologici che indichino la pre-


senza di disturbi psichiatrici. Ai soggetti che non avevano una vista
normale è stato chiesto di usare lenti correttive durante il test. Il nu-
mero di anni di scolarità dei soggetti più giovani è significativamente
superiore a quello degli adulti (t (91,39) = 4,48; p < 0,001) e degli an-
ziani (t(133) = 9,09; p < 0,001). Non vi sono differenze significative
negli anni di scolarità tra maschi e femmine (v. tab. 1).

Materiale

Il test è costituito da 37 fotografie in bianco-nero, 36 stimoli test e


uno stimolo di prova. Ogni foto ritrae la regione oculare di adulti,
giovani e anziani di entrambi i sessi. Le foto provengono da giornali e
riviste inglesi e misurano cm 4,8 ⫻ 12,2 e sono tutte riprodotte in Ba-
ron-Cohen (2003). Sotto ciascuna immagine vi sono quattro aggettivi
o termini relativi ad espressioni emotive. Nella versione inglese del
test, i termini erano posti ai quattro angoli della foto mentre nella no-
stra versione, per rendere il test più adatto all’esame di pazienti con
eventuali disturbi dell’attenzione spaziale e per evitare effetti dovuti
alla direzione degli occhi, abbiamo preferito porre tutte le parole sot-
to la foto in posizione centrale (per un esempio si veda la fig. 1).
La traduzione dei termini in lingua italiana (v. Appendice 1) è stata
controllata da una parlante nativa inglese fluente in italiano a cui è
stato chiesto di fornire, per ognuno dei termini italiani, due termini

216
Giocoso
Confortante
Irritato
Annoiato

FIG. 1. Esempio di item nel Test degli Occhi.

inglesi. Il primo termine fornito corrispondeva con il termine usato


nella versione inglese del TDO nel 63% dei casi, e il secondo nel
24% dei casi. Per accertarsi che il restante 13% dei termini fosse tra-
dotto adeguatamente, si è chiesto un giudizio presentando simultanea-
mente i nomi nelle due lingue.
Per assicurarsi che le parole bersaglio fossero referenzialmente
adeguate ci si è avvalsi, come in Baron-Cohen et al. (1997), di una
giuria di otto persone a cui sono stati presentati tutti gli stimoli e i
relativi insiemi di quattro termini. Abbiamo chiesto ai giudici di va-
lutare la loro adeguatezza in relazione alle foto e i loro giudizi sono
stati unanimi per 33 stimoli su 37, sia riguardo all’adeguatezza del
termine bersaglio, sia riguardo all’inaccettabilità dei distrattori. Per i
rimanenti quattro stimoli la maggioranza dei giudici concordava co-
munque con l’intuizione degli sperimentatori nella distinzione bersa-
glio/distrattori.

Procedura e codifica

Per iniziare il compito di riconoscimento degli stati mentali complessi


(Test degli Occhi), il soggetto doveva innanzitutto leggere un foglio di
istruzioni in cui si chiedeva di osservare ogni fotografia riprodotta nei
fogli successivi, di leggere i quattro termini sottostanti e di indicare,
cerchiandolo sul protocollo, quello che meglio descriveva lo sguardo
nella foto. Oltre al protocollo di risposta, al soggetto veniva consegna-

217
to anche un glossario per le parole incluse nel test e la consegna di
utilizzarlo in caso di incertezza.
Tutti i soggetti eseguivano anche un compito di controllo in cui ve-
niva chiesto di riconoscere il sesso delle persone ritratte negli stimoli
visti precedentemente nel Test degli Occhi. I protocolli ottenuti in
entrambi i compiti sono stati elaborati assegnando un punto per ogni
risposta corretta.

RISULTATI

Compito di riconoscimento degli stati mentali complessi

Nella figura 2 sono rappresentate le frequenze dei punteggi nel


Test degli Occhi. Come si può osservare, tali valori tendono a distri-
buirsi normalmente.
Nelle tabelle 2, 3 e 4 sono riportati i punteggi grezzi e i corrispon-
denti punti percentili e punti z per ciascuna fascia di età. Nella tabel-
la 5 vengono riportati i valori medi e le deviazioni standard.
Le prestazioni al TDO sono state analizzate in un’ANOVA 2 (ses-
so) ⫻ 3 (gruppo d’età), da cui è emersa una differenza significativa
per il fattore età (F(2,189) = 32,691; p < 0,001), mentre il fattore sesso
e l’interazione sesso X età non sono risultati significativi. Tre test
post-hoc (metodo di Scheffé, p < 0,05) hanno rilevato che la presta-
zione dei soggetti anziani era significativamente peggiore di quella de-
gli altri due gruppi, mentre giovani e adulti non differivano tra loro.

12
11
10
Percentuale dei soggetti

9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
10
11
12
13
14
15
16
17

19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
9

18
8

Numero di risposte corrette

FIG. 2. Distribuzione delle risposte corrette del TDO.

218
TAB. 2. Test degli Occhi: punteggi grezzi, percentili e punti z per la fascia d’età 18-40
anni

Punteggio grezzo Percentili Punti z

16 1,3 –2,31
17 6,7 –2,05
18 –1,79
19 9,3 –1,54
20 16 –1,28
21 20 –1,02
22 24 –0,76
23 32 –0,5
24 41,3 –0,24
25 49,3 0,01
26 56 0,26
27 72 0,52
28 86,7 0,78
29 94,7 1,04
30 96 1,3
31 1,56
32 97,3 1,81
33 98,7 2,07
34 100 2,33

TAB. 3. Test degli Occhi: punteggi grezzi, percentili e punti z per la fascia d’età 41-60
anni

Punteggio grezzo Percentili Punti z

8 1,7 –2,94
9 –2,74
10 –2,55
11 5 –2,35
12 –2,16
13 10 –1,96
14 –1,77
15 –1,57
16 13,3 –1,38
17 –1,19
18 –0,99
19 16,7 –0,8
20 23,3 –0,6
21 28,3 –0,41
22 36,7 –0,21
23 43,3 –0,02
24 56,7 0,17
25 63,3 0,36
26 71,7 0,56
27 80 0,75
28 88,3 0,94
29 95 1,14
30 100 1,33

219
TAB. 4. Test degli Occhi: punteggi grezzi, percentili e punti z per la fascia d’età 61-93
anni

Punteggio grezzo Percentili Punti z

8 3,3 –1,73
9 6,7 –1,56
10 11,7 –1,39
11 16,7 –1,22
12 18,3 –1,05
13 25 –0,87
14 31,7 –0,7
15 35 –0,53
16 43,3 –0,36
17 46,7 –0,19
18 51,7 –0,02
19 58,3 0,14
20 61,7 0,32
21 68,3 0,49
22 75 0,66
23 78,3 0,83
24 85 1
25 88,3 1,17
26 91,7 1,34
27 95 1,52
28 98,3 1,69
29 1,86
30 2,03
31 100 2,2

TAB. 5. Risultati principali dei tre gruppi di età nel Test degli Occhi

18-40 anni 41-60 anni 61-93 anni


Tutti M F Tutti M F Tutti M F

Media 25,0 24,3 25,5 23,1 22,3 24,0 18,1 18,7 17,6

(DS) 3,9 3,7 4,0 5,1 5,9 4,1 5,8 5,8 5,9

Data la disomogeneità del livello d’istruzione nelle tre fasce di età,


è stata condotta una ANCOVA 2 (sesso) ⫻ 3 (gruppo d’età), cova-
riando gli anni di istruzione. Il risultato non varia sostanzialmente ri-
spetto all’analisi della varianza precedente e l’unico effetto significati-
vo rimane quello dovuto al fattore età (F(2,188) = 13,120; p < 0,001).
I risultati per ciascun item sono riportati nella tabella 6. Solo in cin-
que item si osserva una scelta del bersaglio inferiore al 50%, un dato
che indica un considerevole accordo nelle valutazioni dei soggetti.

220
TAB. 6. Percentuali dei soggetti che indicano ciascun termine in ogni prova

Item Target Distrattore 1 Distrattore 2 Distrattore 3

1 giocoso 57,95 27,70 6,15 8,20


2 turbato 52,31 17,44 4,61 25,64
3 con brama 46,15 14,88 15,38 23,59
4 insistente 64,62 2,56 7,18 25,64
5 preoccupato 68,21 9,23 16,41 6,15
6 sognante 66,15 5,14 16,41 12,30
7 a disagio 44,10 12,31 20,00 23,59
8 sconfortato 76,92 4,10 8,72 10,26
9 assorto 67,18 16,92 12,31 3,59
10 guardingo 72,31 13,85 7,69 6,15
11 addolorato 60,51 4,10 12,83 22,56
12 scettico 65,13 21,02 7,18 6,67
13 speranzoso 54,87 19,49 5,64 20,00
14 accusatore 68,21 13,33 14,36 4,10
15 contemplativo 65,64 12,31 12,31 9,74
16 pensieroso 67,18 4,10 3,08 25,64
17 dubbioso 71,28 18,97 3,59 6,15
18 determinato 76,92 8,72 5,64 8,72
19 esitante 41,03 12,31 33,84 12,82
20 amichevole 77,99 12,31 9,70 0
21 sognante 67,69 8,72 22,05 1,54
22 assorto 70,26 5,64 12,31 11,79
23 insolente 29,23 12,82 18,46 39,49
24 pensoso 65,13 8,21 4,10 22,56
25 interessato 53,85 6,15 24,62 15,38
26 ostile 50,26 20,51 11,28 17,95
27 guardingo 66,67 5,64 8,21 19,48
28 interessato 71,28 4,62 7,18 16,92
29 riflessivo 76,93 9,74 7,18 6,15
30 civettuolo 73,33 7,18 8,72 10,77
31 fiducioso 33,85 22,57 11,79 31,79
32 serio 66,15 3,08 13,85 16,92
33 coinvolto 50,26 15,9 18,46 15,38
34 diffidente 76,69 7,18 15,38 9,74
35 nervoso 51,79 24,62 15,38 8,21
36 sospettoso 69,23 5,64 6,15 18,97

Compito di controllo

Come si può osservare nella tabella 7, in questo compito le presta-


zioni dei giovani sono superiori a quelle degli altri gruppi. Le risposte
corrette nel compito di riconoscimento del sesso erano significativa-
mente superiori a quelle nel Test degli Occhi.
Le risposte al compito di controllo sono state analizzate con
un’ANOVA 2 (sesso) ⫻ 3 (gruppo d’età), che ha rilevato la significati-
vità dell’effetto età (F(2,189) = 51,78; p < 0,001), che permane anche
dopo aver controllato statisticamente l’effetto degli anni di istruzione
(F(2,188) = 33,75; p < 0,001), mentre il fattore sesso e l’interazione

221
TAB. 7. Risultati dei tre gruppi nel compito di controllo

18-40 anni 41-60 anni 61-93 anni


Tutti M F Tutti M F Tutti M F

Media 35,4 35,4 35,4 34,5 34,6 34,3 32,3 32,9 31,7

(DS) 0,9 0,9 1,0 2,0 1,5 2,2 2,4 2,1 2,5

sesso X età non sono risultati significativi. Un test post hoc (metodo
di Scheffé, p < 0,05) ha rilevato che la prestazione dei soggetti anziani
era significativamente peggiore rispetto a quella del gruppo dei giova-
ni e degli adulti. Il peggioramento nei processi percettivi richiesti nel
compito di controllo non spiega tuttavia le basse prestazioni degli an-
ziani del TDO. Anche dopo aver covariato istruzione e prestazione
del compito di controllo permane un effetto significativo dell’età sulla
prestazione del TDO (F(2,188) = 8,58; p < 0,001).

CONCLUSIONI

Questo studio riporta i dati normativi del Test degli Occhi (Baron-
Cohen et al., 2001) per gli adulti di lingua italiana. Il TDO è un com-
pito adatto a valutare alcuni aspetti complessi dell’intelligenza sociale,
in particolare permette di esaminare la capacità di inferire stati men-
tali complessi per mezzo di informazioni che provengono dal volto.
Vari studi indicano l’utilità del TDO nell’indagare l’integrità della te-
oria della mente in soggetti con autismo, sindrome di Asperger o
schizofrenia (Baron-Cohen et al., 1997; Baron-Cohen et al., 2001;
Kington et al., 2000). È stato inoltre utile a rilevare differenze signifi-
cative fra genitori di bambini con sindrome di Asperger e genitori di
bambini senza disturbi mentali (Baron-Cohen e Hammer, 1997).
L’attendibilità del TDO è stata esaminata con la tecnica split-half
con la quale si è ottenuto un valore di .77 (split-half di Guttman). La
validità del TDO andrebbe indagata attraverso un’analisi del compito
(task-analysis). Alla prestazione nel TDO contribuiscono sicuramente
vari processi, aspetti del funzionamento mentale appartenenti alla
competenza di «teoria della mente» e aspetti estranei alle conoscenze
sugli stati mentali. Ad esempio, possono intervenire fattori relativi alle
fasi precoci dell’elaborazione percettiva e alla semantica lessicale. Per
escludere l’effetto di fattori percettivi di base, nel nostro studio, e in
vari altri studi precedenti (ad es. Baron-Cohen et al., 1997; Kington et
al., 2000), è stato somministrato il compito di controllo sul riconosci-
mento del sesso delle persone ritratte nelle foto del TDO. Per limitare

222
l’effetto di fattori lessicali, nel presente studio durante la somministra-
zione del test è stato messo a disposizione dei soggetti un glossario
che includeva definizioni e chiarimenti per ognuna delle parole pre-
sentate in associazione alle foto. Va infine sottolineato che gli stimoli
usati nel TDO consistono di foto di parti del volto e quindi sono sti-
moli meno ricchi di quelli incontrati in contesti reali sia perché non
ritraggono tutto il volto sia perché non riproducono gli aspetti cinetici
dell’espressione emotiva. Per queste ragioni la prestazione nel TDO
probabilmente sottostima le capacità che possono essere osservate in
presenza di stimoli informativamente più ricchi.
Il ruolo delle competenze lessicali nel TDO è sicuramente centrale.
È possibile che le differenze fra gruppi rilevate nel presente studio si-
ano interamente riconducibili a tale componente? In uno studio suc-
cessivo (Surian e Serafin, in preparazione), 40 soggetti di età compre-
sa fra 30 e 81 anni sono stati esaminati con il TDO, un test di intelli-
genza verbale (il PPVT, Peabody Picture Vocabulary Test) e un test di
intelligenza non verbale (le matrici di Raven). La prestazione al TDO
nel gruppo dei più giovani è risultata superiore (M = 25.5) a quella
osservata nell’altro gruppo (M = 21.3), anche dopo aver covariato gli
anni di istruzione e il punteggio al PPVT, ma non dopo aver covaria-
to istruzione, intelligenza verbale e intelligenza non verbale. Ad altri
15 soggetti anziani è stato chiesto di leggere tutto il glossario prima di
iniziare il TDO e la loro prestazione è stata simile a quella dei sogget-
ti che hanno partecipato al presente studio. Sarebbe utile indagare in
studi futuri in che misura le prestazioni di adulti e anziani nel TDO
sono legate ad abilità nella percezione visiva di dettagli e informazioni
configurazionali.
I risultati da noi raccolti sembrano in contrasto con i dati riportati
in due studi precedenti sulla teoria della mente negli anziani (Happé
et al., 1998; Maylor, Moulson, Muncer e Taylor, 2002). Considerate le
buone prestazioni ottenute nel compito delle Storie Complesse, Hap-
pé et al. propongono che la teoria della mente non si deteriori in età
avanzata, o comunque si preservi in modo selettivo rispetto ad altre
capacità mentali. Maylor et al. riportano invece un peggioramento se-
lettivo nel compito delle Storie Complesse. Nonostante le differenze
nel pattern di risultati, entrambi gli studi indicano comunque un inte-
ressante grado di modularità nelle elaborazioni richieste nei compiti
di teoria della mente. Le scarse prestazioni degli anziani riportate nel
presente studio e l’associazione fra queste prestazioni e il livello intel-
lettivo osservato in uno studio successivo (Surian e Serafin, in prepa-
razione) suggeriscono una conclusione opposta.
Il TDO e il compito delle Storie Complesse probabilmente richie-
dono meccanismi e competenze di teoria della mente in parte diversi,
e questo può spiegare la divergenza nei risultati raggiunti. I concetti

223
psicologici richiesti nel compito delle Storie Complesse sono relativa-
mente pochi (CONOSCENZA e CREDENZA), ma risulta cruciale formare
metarappresentazioni di secondo livello («Lui crede che lei pensi
che...»). Nel TDO invece i soggetti non devono formare metarappre-
sentazioni di secondo ordine, ma viene richiesto loro di accedere ad
un vasto insieme di concetti psicologici, alcuni dei quali acquisiti mol-
ti anni dopo aver acquisito i concetti mentalisti fondamentali (DESIDE-
RARE, CONOSCERE e CREDERE). La conservazione (Happé et al., 1998)
o il danno (Maylor et al., 2002) selettivo delle capacità di teoria della
mente negli anziani potrebbero essere, in realtà, ancora più selettivi di
quanto originariamente ipotizzato, potrebbero riguardare solo alcuni
aspetti della teoria della mente. Negli anziani, la capacità di formare
metarappresentazioni di secondo livello che includono i concetti di
CONOSCERE e CREDERE potrebbe essere selettivamente preservata (o
danneggiata). Al contrario, le conoscenze concettuali e le abilità per-
cettive richieste nel TDO potrebbero risultare strettamente legate al
generale livello intellettivo e non danneggiate in modo selettivo.

APPENDICE 1

Lista dei termini utilizzati nel TDO. In grassetto sono riportate le paro-
le bersaglio

prova invidioso preso dal panico arrogante pieno d’odio


(practice) (jealous) (panicked) (arrogant) (hateful)

1 giocoso confortante irritato annoiato


(playful) (comforting) (irritated) (bored)
2 terrorizzato turbato arrogante infastidito
(terrified) (upset) (arrogant) (annoyed)
3 scherzoso contrariato con brama convinto
(joking) (flustered) (desire) (convinced)
4 scherzoso insistente divertito rilassato
(joking) (insisting) (amused) (relaxed)
5 irritato sarcastico preoccupato amichevole
(irritated) (sarcastic) (worried) (friendly)
6 atterrito sognante impaziente allarmato
(aghast) (fantasizing) (impatient) (alarmed)
7 contrito amichevole a disagio abbattuto
(apologetic) (friendly) (uneasy) (dispirited)
8 sconfortato sollevato intimidito eccitato
(despondent) (relieved) (shy) (excited)
9 infastidito ostile inorridito assorto
(annoyed) (hostile) (horrified) (preoccupied)
10 guardingo insistente annoiato atterrito
(cautious) (insisting) (bored) (aghast)
11 terrorizzato divertito addolorato civettuolo
(terrified) (amused) (regretful) (flirtatious)

224
prova invidioso preso dal panico arrogante pieno d’odio
(practice) (jealous) (panicked) (arrogant) (hateful)

12 indifferente imbarazzato scettico abbattuto


(indifferent) (embarrassed) (sceptical) (dispirited)
13 determinato speranzoso minaccioso intimidito
(decisive) (anticipating) (threatening) (shy)
14 irritato deluso depresso accusatore
(irritated) (disappointed) (depressed) (accusing)
15 contemplativo contrariato incoraggiante divertito
(contemplative) (flustered) (encouraging) (amused)
16 irritato pensieroso incoraggiante comprensivo
(irritated) (thoughtful) (encouraging) (sympathetic)
17 dubbioso affettuoso giocoso atterrito
(doubtful) (affectionate) (playful) (aghast)
18 determinato divertito atterrito annoiato
(decisive) (amused) (aghast) (bored)
19 arrogante riconoscente sarcastico esitante
(arrogant) (grateful) (sarcastic) (tentative)
20 dominante amichevole colpevole inorridito
(dominant) (friendly) (guilty) (horrified)
21 imbarazzato sognante confuso preso dal panico
(embarrassed) (fantasizing) (confused) (panicked)
22 assorto riconoscente insistente implorante
(preoccupied) (grateful) (insisting) (imploring)
23 soddisfatto contrito insolente curioso
(contented) (apologetic) (defiant) (curious)
24 pensoso irritato eccitato ostile
(pensive) (irritated) (excited) (hostile)
25 preso dal panico incredulo sconfortato interessato
(panicked) (incredulous) (despondent) (interested)
26 allarmato intimidito ostile ansioso
(alarmed) (shy) (hostile) (anxious)
27 scherzoso guardingo arrogante rassicurante
(joking) (cautious) (arrogant) (reassuring)
28 interessato scherzoso affettuoso soddisfatto
(interested) (joking) (affectionate) (contented)
29 impaziente atterrito irritato riflessivo
(impatient) (aghast) (irritated) (reflective)
30 riconoscente civettuolo ostile deluso
(grateful) (flirtatious) (hostile) (disappointed)
31 che ha vergogna fiducioso scherzoso abbattuto
(ashamed) (confident) (joking) (dispirited)
32 serio che ha vergogna sbalordito allarmato
(serious) (ashamed) (bewildered) (alarmed)
33 imbarazzato colpevole sognante coinvolto
(embarrassed) (guilty) (fantasizing) (concerned)
34 atterrito sconcertato diffidente terrorizzato
(aghast) (baffled) (distrustful) (terrified)
35 perplesso nervoso insistente contemplativo
(puzzled) (nervous) (insisting) (contemplative)
36 che ha vergogna nervoso sospettoso indeciso
(ashamed) (nervous) (suspicious) (indecisive)

225
APPENDICE 2

Glossario

ABBATTUTO.
Essere avvilito, in preda allo sconforto, trovarsi in uno stato di pro-
strazione.
«Adamo era molto abbattuto per non aver passato l’esame».

ACCUSATORIO.
Chi attribuisce la colpa di un evento a qualcosa o a qualcuno.
«Il poliziotto osservava il ladro con aria accusatoria».

ADDOLORATO.
Chi prova dolore, specialmente di tipo spirituale.
«Sono addolorato di non poter venire».

A DISAGIO.
Non sentirsi a proprio agio, essere in difficoltà ed infastidito.
«Kate si sentiva a disagio nell’accettare un passaggio da quel ragaz-
zo appena conosciuto».

AFFETTUOSO.
Chi dimostra affetto ed intimità.
«Molte madri appaiono affettuose con i loro figli, dando carezze e
baci».

ALLARMATO.
Chi si pone in uno stato d’agitazione e trepidazione.
«Caterina si mostrò allarmata nell’accorgersi di essere stata seguita
fino a casa».

AMICHEVOLE.
Chi si comporta da amico, essere gentile e collaborante.
«Quella donna sconosciuta fu molto amichevole con noi: ci accom-
pagnò fino alla stazione».

ANNOIATO.
Chi prova noia e tedio verso una situazione; chi non prova interesse
per ciò che lo circonda. «Ormai Pietro è annoiato da tutti e da tutto».

ANSIOSO.
Chi è pieno d’ansia e d’agitazione, essere impaziente.
«Lo studente si sentiva ansioso prima dell’esame finale».

226
ARROGANTE.
Chi dimostra presunzione e superbia.
«Quell’uomo è sempre così arrogante: pensa di saperne più di ogni
altro».

ASSORTO.
Chi è profondamente intento con l’animo e la mente a riflettere su
qualcosa.
«Nonostante il lavoro richiedesse attenzione, Fabio era assorto nel
pensiero della sorella malata».

ATTERRITO.
Fortemente impressionato da un avvenimento violento ed improv-
viso.
«Stefania restò atterrita nello scoprire la casa derubata».

CHE HA VERGOGNA.
Chi prova un sentimento di tristezza per un’azione commessa.
«Il ragazzo arrossì di vergogna, quando la madre lo scoprì a trafu-
gare denaro dal portafoglio».

CIVETTUOLO.
Chi si comporta in modo accattivante per attrarre l’attenzione e
l’ammirazione degli altri. «Rosy ha sempre un atteggiamento civettuo-
lo, quando incontra un nuovo ragazzo».

COINVOLTO.
Essere trascinato in una data situazione con sentita partecipazione.
«Il dottore si sentì coinvolto quando il paziente peggiorò».

COLPEVOLE.
Chi è responsabile o si sente in colpa.
«L’imputato è stato dichiarato colpevole».

COMPRENSIVO.
Chi dimostra comprensione, indulgenza e partecipazione a senti-
menti altrui.
«L’infermiera si mostrò comprensiva con il paziente malato».

CON BRAMA.
Chi possiede un desiderio ardente ed intenso di qualcosa.
«Connie mostrò una forte brama di vincere».

227
CONFORTANTE.
Chi consola e sostiene qualcuno affetto da dolore fisico o psicologico.
«L’infermiera, con aria confortante, aiutò il soldato ferito».

CONFUSO.
Cui manca chiarezza, precisione e lucidità.
«Elisabetta era così confusa sulle indicazioni ricevute, che si perse
di nuovo».

CONTEMPLATIVO.
Colui che medita profondamente su qualcosa.
«Alla vigilia dei 60 anni, Grazia appariva con un’aria contemplati-
va».

CONTRARIATO.
Chi prova fastidio ed irritazione verso qualcuno o per qualcosa.
«Nicola fu molto contrariato, quando si accorse di essere in forte
ritardo per l’appuntamento e di non avere tutti i documenti necessa-
ri».

CONTRITO.
Colui che esprime il proprio pentimento attraverso delle scuse.
«Il cameriere era contrito per aver versato la minestra sulla giacca
del cliente».

CONVINTO.
Essere certo delle proprie opinioni e principi, acquistati dopo ma-
turo esame.
«Riccardo era convinto che quella fosse la decisione giusta da
prendere».

CURIOSO.
Chi vuol sapere, indagare e conoscere.
«Maria è una ragazza molto curiosa: vuole sapere tutto di tutti.»

DELUSO.
Essere tradito nelle aspettative e nelle proprie speranze.
«I tifosi italiani furono molto delusi dalla sconfitta europea».

DEPRESSO.
Essere scoraggiato e demoralizzato.
«Quando nessuno si ricordò del suo compleanno, Barbara si sentì
veramente depressa».

228
DETERMINATO.
Essere deciso, risoluto ed avere chiari obiettivi.
«Sandra avanzava, determinata, verso l’ufficio del capo».

DIFFIDENTE.
Chi non si fida o che mostra sfiducia e sospetto.
«L’anziana segretaria era diffidente verso l’uso del computer».

DIVERTITO.
Chi viene distolto dalla normale routine, e che rivela allegria e con-
tentezza.
«Mentre ascoltava la barzelletta, scoppiò in una risata divertita».

DOMINANTE.
Colui che predomina e prevale sugli altri.
«Il Maggiore appariva dominante rispetto alle giovani reclute».

DUBBIOSO.
Colui che manifesta dubbi, perplessità, preoccupazioni.
«Carolina era dubbiosa sulla sincerità dell’amica».

ECCITATO.
Colui che si trova in uno stato di notevole vivacità mentale e fisica.
«I bambini erano così eccitati per la gita, che non riuscirono ad
addormentarsi».

ESITANTE.
Mostrarsi od essere perplesso ed incerto.
«Paolo si sentì un po’ esitante, quando si accorse di essere l’unico
nuovo arrivato».

FIDUCIOSO.
Chi è pieno di fiducia verso una persona o un evento.
«Il calciatore si sentiva fiducioso nel poter vincere la partita».

GIOCOSO.
Chi si mostra giocherellone, che scherza e si diverte.
«Davide aveva un’aria giocosa, mentre festeggiava il suo compleanno».

GUARDINGO.
Chi procede cauto e con un’aria circospetta, preoccupandosi di
non essere sorpreso o colto in fallo.
«Sonia aveva uno sguardo guardingo, mentre parlava con quell’uo-
mo sconosciuto».

229
IMBARAZZATO.
Sentirsi in difficoltà ed impacciato.
«Jennifer appariva imbarazzata all’incontro con il suo ex ragazzo».

IMPAZIENTE.
Chi manca di pazienza e tende ad arrabbiarsi.
«Marta diventava sempre più impaziente, mentre aspettava l’amico,
in ritardo già di 20 minuti».

IMPLORANTE.
Chi chiede con suppliche e preghiere.
«Fabio era implorante nel chiedere al padre la macchina».

INCORAGGIANTE.
Chi infonde coraggio e sostegno, promuove e favorisce qualcosa o
qualcuno.
«I genitori di Carla, prima del saggio, diedero un abbraccio inco-
raggiante alla bambina».

INCREDULO.
Chi non crede o crede difficilmente.
«Simone era incredulo all’idea di aver vinto la Lotteria».

INDECISO.
Chi non sa decidersi, per incertezza o per altro.
«Manuel era indeciso sul toast da scegliere».

INDIFFERENTE.
Colui che risulta imparziale e neutrale, che non esprime particolari
interessi o emozioni.
«È un uomo indifferente a tutto ciò che gli accade attorno».

INFASTIDITO.
Colui che prova un leggero fastidio ed irritazione per qualcosa.
«Luca s’era infastidito per il quotidiano esaurito».

INORRIDITO.
Colui che prova orrore, disgusto ed anche spavento.
«L’uomo alla scoperta che la moglie era già sposata con un altro,
se ne andò inorridito».

INSISTENTE.
Qualcuno che ripete una richiesta in modo prolungato nel tempo.
«Non essere così insistente perché non posso ascoltarti».

230
INSOLENTE.
Chi adotta maniere arroganti o non usa il dovuto rispetto.
«In «Cuore», il personaggio più insolente è Franti».

INTERESSATO.
Colui che appare partecipe e curioso per qualcosa degno di nota e
d’attenzione.
«Igor era molto interessato ai dinosauri, per questo vide molte vol-
te Jurassic Park».

INTIMIDITO.
Essere preso dal timore, sentirsi fragile ed insicuro.
«Si è intimidito a causa dei continui rimproveri e critiche».

INVIDIOSO.
Chi esprime rancore ed ostilità per ciò che possiede l’altro.
«Ugo era invidioso dei ragazzi, alti e belli, che popolavano la sua
classe».

IRRITATO.
Colui che ha perso calma e pazienza, sentirsi stuzzicato continua-
mente.
«Franca appariva irritata da tutta la pubblicità postale che riceve-
va».

MINACCIOSO.
Far sentire in pericolo, incutere paura e timore agli altri.
«Quell’uomo, forte e robusto, s’avvicinava con aria minacciosa».

NERVOSO.
Trovarsi in uno stato di notevole irrequietezza, agitazione ed irrita-
zione.
«Stefania si sente sempre molto nervosa, prima di sostenere un esa-
me».

OSTILE.
Colui che manifesta avversione ed inimicizia.
«C’era un’atmosfera ostile tra i due contendenti».

PENSIEROSO.
Pieno di pensieri negativi ed importanti.
«Filippo era pensieroso, mentre aspettava la ragazza che voleva la-
sciare».

231
PENSOSO.
Colui che pensa con sollecitudine e premura, chi si preoccupa di
qualcosa in particolare. «Susanna appariva pensosa, mentre si prepa-
rava all’incontro con i suoceri».

PERPLESSO.
Colui che è incerto e titubante.
«Dopo aver fatto il cruciverba per ore, Francesca era ancora per-
plessa su una definizione».

PIENO D’ODIO.
Chi manifesta odio ed altri sentimenti negativi.
«Quella donna era piena d’odio per l’uomo che le aveva ucciso il
marito».

PREOCCUPATO.
Essere in apprensione o in pensiero.
«Quando non trovò più il gatto, Eleonora cominciò a cercarlo pre-
occupata.»

PRESO DAL PANICO.


Provare una paura intensa, sentirsi in pericolo e non avere via di
fuga.
«Quando trovarono la casa in fiamme, tutta la famiglia venne presa
dal panico».

RASSICURANTE.
Rendere sicuro e tranquillo, suscitare coraggio.
«Andrea, con fare rassicurante, abbracciò il bambino spaventato
dal cane».

RICONOSCENTE.
Essere grato, voler ringraziare.
«Greta era riconoscente per tutto l’aiuto ricevuto».

RIFLESSIVO.
Colui che si ripiega a pensare, considerando gli elementi attenta-
mente.
«Anna appariva riflessiva, stava decidendo della sua vita».

RILASSATO.
Sentirsi contento e tranquillo, non dare peso ai problemi.
«In vacanza, Natascia si sente felice e rilassata».

232
SARCASTICO.
Manifestare ironia amara e pungente.
«Il regista fece un commento sarcastico quando l’attore arrivò in
ritardo».

SBALORDITO.
Essere impressionato, stupito profondamente.
«Quando arrivarono nella capitale, furono tutti sbalorditi dalla bel-
lezza della città».

SCETTICO.
Chi è incline a dubitare di tutto.
«Quando qualcuno gli legge l’oroscopo, Patrizio si mostra sempre
scettico».

SCHERZOSO.
Chi fa scherzi e burle, qualcuno che fa divertire.
«Marco, con gli amici, è sempre scherzoso e di compagnia».

SCONCERTATO.
Sentirsi disorientato.
«I poliziotti erano sconcertati da quel furto».

SCONFORTATO.
Persona che ha perso coraggio, speranza e fiducia.
«Marino era sconfortato dopo aver perso il lavoro».

SERIO.
Avere un’aria grave ed importante, da dover essere preso in consi-
derazione ed ascoltato.
«Il banchiere si fece serio quando scoprì che l’assegno era scoper-
to».

SODDISFATTO.
Chi è appagato nei propri desideri ed esigenze.
«Dopo una bella passeggiata ed un lauto pranzo, Donato si sentiva
proprio soddisfatto».

SOGNANTE.
Chi pensa ad un sogno o ad una fantasia.
«Margherita aveva un’aria sognante, mentre guardava le compagne
più grandi che recitavano».

233
SOLLEVATO.
Colui che ha risolto i propri problemi, che è senza preoccupazioni.
«Ronny si sentì sollevato, dopo aver recuperato il portafoglio».

SOSPETTOSO.
Chi è facile alla diffidenza, al sospetto, al dubbio.
«Dopo aver perso i soldi al lavoro per tre volte, l’uomo divenne so-
spettoso di ogni collega».

SPERANZOSO.
Pieno di speranze e con aspettative di successo.
«I tifosi partirono speranzosi alla volta dello stadio».

TERRORIZZATO.
Essere profondamente spaventato, avere paura e terrore di qualco-
sa o qualcuno.
«Il ragazzo era terrorizzato alla vista del fantasma».

TURBATO.
Essere inquieto, non sicuro, preoccuparsi molto ed essere confuso.
«Rimase turbato dall’improvvisa morte della nonna».

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[Ricevuto il 31 luglio 2002]


[Accettato il 22 dicembre 2003]

235
Summary. The Eyes Test was invented to assess of the ability to attribute mental states
in adults and adolescents without severe mental retardation (Baron-Cohen, Wheel-
wright, Hill, Raste e Plumb, 2001). In the present study we report the Italian version of
the Test and its normative data obtained from a sample of 195 adults with no previous
history of mental disorders. The sample was divided in three age groups and we found
that the group of elderly had scores lower than the other two groups. The Eyes Test
proved to be a useful tool in previous studies on high-functioning autism, Asperger
syndrome, schizophrenia and localization of brain functions. Moreover, it may be use-
ful in investigating Theory of Mind functioning in old age and brain damaged patients.

La corrispondenza va inviata a Luca Surian, Dipartimento di Psicologia, Università di


Trieste, via Sant’Anastasio 12, 34134 Trieste, e-mail: luca.surian@unipd.it.

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