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Il test degli occhi: uno strumento per valutare la "Teoria della Mente"
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Università degli Studi di Trento
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Università di Trieste
Riassunto. Il Test degli Occhi (TDO) è stato ideato per valutare la capacità di attribui-
re stati mentali complessi negli adulti e negli adolescenti senza gravi ritardi mentali (Ba-
ron-Cohen, Wheelwright, Hill, Raste e Plumb, 2001). Nel presente studio riportiamo le
norme di riferimento per la versione italiana ottenute da un campione di 195 adulti
senza disturbi mentali suddiviso in tre fasce d’età. La prestazione dei soggetti più anzia-
ni risulta significativamente peggiore di quella degli altri due gruppi. Il TDO si è rivela-
to utile nelle ricerche sperimentali e negli studi di neuroimmagine; è inoltre uno stru-
mento appropriato nelle indagini cliniche sull’integrità della teoria della mente in pa-
zienti cerebrolesi o con disturbi psicopatologici quali l’autismo, la schizofrenia e la sin-
drome di Asperger.
INTRODUZIONE
214
carenza potrebbe in parte derivare da difficoltà nell’usare la direzione
dello sguardo per inferire stati mentali. L’Eyes Test ha messo in evi-
denza un deficit nel riconoscimento degli stati mentali complessi an-
che in pazienti con schizofrenia (Kington, Jones, Watt, Hopkin e Wil-
liams, 2000).
Uno studio su soggetti con sindrome di Williams (Tager-Flusberg,
Boshart e Baron-Cohen, 1998) ha riportato che le loro prestazioni
nell’Eyes Test sono significativamente superiori a quelle di un gruppo
di controllo di persone con sindrome di Prader-Willi con ritardo
mentale e pari QI. Nei soggetti con la sindrome di Williams sembra
configurarsi uno sviluppo adeguato di teoria della mente, a fronte di
gravi deficit in altri ambiti (ad esempio, abilità visuo-spaziali).
Utilizzando la Risonanza Magnetica funzionale (FMRI) durante
l’esecuzione dell’Eyes Test, sono emerse interessanti differenze fra
soggetti con autismo e soggetti di controllo (Baron-Cohen, Ring,
Wheelwright, Bullmore, Brammer, Simmons e Williams, 1999). Nei
soggetti normali le aree maggiormente attivate durante il Test degli
Occhi sono il solco temporale superiore, l’amigdala e la corteccia pre-
frontale. Il ruolo dell’amigdala nel riconoscimento della paura e nel-
l’inferenza di altri stati mentali è ben noto da studi precedenti. Le re-
gioni prefrontali sinistre dovrebbero contribuire alla lettura delle pa-
role e sostenere le funzioni esecutive e di memoria di lavoro. Il lobo
temporale potrebbe svolgere, bilateralmente, operazioni necessarie al-
l’elaborazione degli occhi e del volto, mentre il lobo sinistro avrebbe
un ruolo centrale nell’elaborazione delle parole. Nei soggetti con auti-
smo si è osservata un’attivazione selettiva delle aree fronto-temporali,
ma non dell’amidgala e e del solco temporale superiore.
Nel presente lavoro riportiamo i dati normativi per la versione ita-
liana dell’Eyes Test (Baron-Cohen et al., 1999) e la traduzione italiana
degli item lessicali e del glossario utilizzati nella sua somministrazione.
Le norme riguardano persone di età compresa fra i 18 e i 93 anni. Lo
scopo del presente lavoro è quello di mettere a disposizione di ricer-
catori e clinici uno strumento adatto all’esame di aspetti avanzati della
teoria della mente in pazienti e adulti normali di lingua italiana.
METODO
Campione
215
TAB. 1. Informazioni descrittive del campione
Materiale
216
Giocoso
Confortante
Irritato
Annoiato
Procedura e codifica
217
to anche un glossario per le parole incluse nel test e la consegna di
utilizzarlo in caso di incertezza.
Tutti i soggetti eseguivano anche un compito di controllo in cui ve-
niva chiesto di riconoscere il sesso delle persone ritratte negli stimoli
visti precedentemente nel Test degli Occhi. I protocolli ottenuti in
entrambi i compiti sono stati elaborati assegnando un punto per ogni
risposta corretta.
RISULTATI
12
11
10
Percentuale dei soggetti
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
10
11
12
13
14
15
16
17
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
9
18
8
218
TAB. 2. Test degli Occhi: punteggi grezzi, percentili e punti z per la fascia d’età 18-40
anni
16 1,3 –2,31
17 6,7 –2,05
18 –1,79
19 9,3 –1,54
20 16 –1,28
21 20 –1,02
22 24 –0,76
23 32 –0,5
24 41,3 –0,24
25 49,3 0,01
26 56 0,26
27 72 0,52
28 86,7 0,78
29 94,7 1,04
30 96 1,3
31 1,56
32 97,3 1,81
33 98,7 2,07
34 100 2,33
TAB. 3. Test degli Occhi: punteggi grezzi, percentili e punti z per la fascia d’età 41-60
anni
8 1,7 –2,94
9 –2,74
10 –2,55
11 5 –2,35
12 –2,16
13 10 –1,96
14 –1,77
15 –1,57
16 13,3 –1,38
17 –1,19
18 –0,99
19 16,7 –0,8
20 23,3 –0,6
21 28,3 –0,41
22 36,7 –0,21
23 43,3 –0,02
24 56,7 0,17
25 63,3 0,36
26 71,7 0,56
27 80 0,75
28 88,3 0,94
29 95 1,14
30 100 1,33
219
TAB. 4. Test degli Occhi: punteggi grezzi, percentili e punti z per la fascia d’età 61-93
anni
8 3,3 –1,73
9 6,7 –1,56
10 11,7 –1,39
11 16,7 –1,22
12 18,3 –1,05
13 25 –0,87
14 31,7 –0,7
15 35 –0,53
16 43,3 –0,36
17 46,7 –0,19
18 51,7 –0,02
19 58,3 0,14
20 61,7 0,32
21 68,3 0,49
22 75 0,66
23 78,3 0,83
24 85 1
25 88,3 1,17
26 91,7 1,34
27 95 1,52
28 98,3 1,69
29 1,86
30 2,03
31 100 2,2
TAB. 5. Risultati principali dei tre gruppi di età nel Test degli Occhi
Media 25,0 24,3 25,5 23,1 22,3 24,0 18,1 18,7 17,6
(DS) 3,9 3,7 4,0 5,1 5,9 4,1 5,8 5,8 5,9
220
TAB. 6. Percentuali dei soggetti che indicano ciascun termine in ogni prova
Compito di controllo
221
TAB. 7. Risultati dei tre gruppi nel compito di controllo
Media 35,4 35,4 35,4 34,5 34,6 34,3 32,3 32,9 31,7
(DS) 0,9 0,9 1,0 2,0 1,5 2,2 2,4 2,1 2,5
sesso X età non sono risultati significativi. Un test post hoc (metodo
di Scheffé, p < 0,05) ha rilevato che la prestazione dei soggetti anziani
era significativamente peggiore rispetto a quella del gruppo dei giova-
ni e degli adulti. Il peggioramento nei processi percettivi richiesti nel
compito di controllo non spiega tuttavia le basse prestazioni degli an-
ziani del TDO. Anche dopo aver covariato istruzione e prestazione
del compito di controllo permane un effetto significativo dell’età sulla
prestazione del TDO (F(2,188) = 8,58; p < 0,001).
CONCLUSIONI
Questo studio riporta i dati normativi del Test degli Occhi (Baron-
Cohen et al., 2001) per gli adulti di lingua italiana. Il TDO è un com-
pito adatto a valutare alcuni aspetti complessi dell’intelligenza sociale,
in particolare permette di esaminare la capacità di inferire stati men-
tali complessi per mezzo di informazioni che provengono dal volto.
Vari studi indicano l’utilità del TDO nell’indagare l’integrità della te-
oria della mente in soggetti con autismo, sindrome di Asperger o
schizofrenia (Baron-Cohen et al., 1997; Baron-Cohen et al., 2001;
Kington et al., 2000). È stato inoltre utile a rilevare differenze signifi-
cative fra genitori di bambini con sindrome di Asperger e genitori di
bambini senza disturbi mentali (Baron-Cohen e Hammer, 1997).
L’attendibilità del TDO è stata esaminata con la tecnica split-half
con la quale si è ottenuto un valore di .77 (split-half di Guttman). La
validità del TDO andrebbe indagata attraverso un’analisi del compito
(task-analysis). Alla prestazione nel TDO contribuiscono sicuramente
vari processi, aspetti del funzionamento mentale appartenenti alla
competenza di «teoria della mente» e aspetti estranei alle conoscenze
sugli stati mentali. Ad esempio, possono intervenire fattori relativi alle
fasi precoci dell’elaborazione percettiva e alla semantica lessicale. Per
escludere l’effetto di fattori percettivi di base, nel nostro studio, e in
vari altri studi precedenti (ad es. Baron-Cohen et al., 1997; Kington et
al., 2000), è stato somministrato il compito di controllo sul riconosci-
mento del sesso delle persone ritratte nelle foto del TDO. Per limitare
222
l’effetto di fattori lessicali, nel presente studio durante la somministra-
zione del test è stato messo a disposizione dei soggetti un glossario
che includeva definizioni e chiarimenti per ognuna delle parole pre-
sentate in associazione alle foto. Va infine sottolineato che gli stimoli
usati nel TDO consistono di foto di parti del volto e quindi sono sti-
moli meno ricchi di quelli incontrati in contesti reali sia perché non
ritraggono tutto il volto sia perché non riproducono gli aspetti cinetici
dell’espressione emotiva. Per queste ragioni la prestazione nel TDO
probabilmente sottostima le capacità che possono essere osservate in
presenza di stimoli informativamente più ricchi.
Il ruolo delle competenze lessicali nel TDO è sicuramente centrale.
È possibile che le differenze fra gruppi rilevate nel presente studio si-
ano interamente riconducibili a tale componente? In uno studio suc-
cessivo (Surian e Serafin, in preparazione), 40 soggetti di età compre-
sa fra 30 e 81 anni sono stati esaminati con il TDO, un test di intelli-
genza verbale (il PPVT, Peabody Picture Vocabulary Test) e un test di
intelligenza non verbale (le matrici di Raven). La prestazione al TDO
nel gruppo dei più giovani è risultata superiore (M = 25.5) a quella
osservata nell’altro gruppo (M = 21.3), anche dopo aver covariato gli
anni di istruzione e il punteggio al PPVT, ma non dopo aver covaria-
to istruzione, intelligenza verbale e intelligenza non verbale. Ad altri
15 soggetti anziani è stato chiesto di leggere tutto il glossario prima di
iniziare il TDO e la loro prestazione è stata simile a quella dei sogget-
ti che hanno partecipato al presente studio. Sarebbe utile indagare in
studi futuri in che misura le prestazioni di adulti e anziani nel TDO
sono legate ad abilità nella percezione visiva di dettagli e informazioni
configurazionali.
I risultati da noi raccolti sembrano in contrasto con i dati riportati
in due studi precedenti sulla teoria della mente negli anziani (Happé
et al., 1998; Maylor, Moulson, Muncer e Taylor, 2002). Considerate le
buone prestazioni ottenute nel compito delle Storie Complesse, Hap-
pé et al. propongono che la teoria della mente non si deteriori in età
avanzata, o comunque si preservi in modo selettivo rispetto ad altre
capacità mentali. Maylor et al. riportano invece un peggioramento se-
lettivo nel compito delle Storie Complesse. Nonostante le differenze
nel pattern di risultati, entrambi gli studi indicano comunque un inte-
ressante grado di modularità nelle elaborazioni richieste nei compiti
di teoria della mente. Le scarse prestazioni degli anziani riportate nel
presente studio e l’associazione fra queste prestazioni e il livello intel-
lettivo osservato in uno studio successivo (Surian e Serafin, in prepa-
razione) suggeriscono una conclusione opposta.
Il TDO e il compito delle Storie Complesse probabilmente richie-
dono meccanismi e competenze di teoria della mente in parte diversi,
e questo può spiegare la divergenza nei risultati raggiunti. I concetti
223
psicologici richiesti nel compito delle Storie Complesse sono relativa-
mente pochi (CONOSCENZA e CREDENZA), ma risulta cruciale formare
metarappresentazioni di secondo livello («Lui crede che lei pensi
che...»). Nel TDO invece i soggetti non devono formare metarappre-
sentazioni di secondo ordine, ma viene richiesto loro di accedere ad
un vasto insieme di concetti psicologici, alcuni dei quali acquisiti mol-
ti anni dopo aver acquisito i concetti mentalisti fondamentali (DESIDE-
RARE, CONOSCERE e CREDERE). La conservazione (Happé et al., 1998)
o il danno (Maylor et al., 2002) selettivo delle capacità di teoria della
mente negli anziani potrebbero essere, in realtà, ancora più selettivi di
quanto originariamente ipotizzato, potrebbero riguardare solo alcuni
aspetti della teoria della mente. Negli anziani, la capacità di formare
metarappresentazioni di secondo livello che includono i concetti di
CONOSCERE e CREDERE potrebbe essere selettivamente preservata (o
danneggiata). Al contrario, le conoscenze concettuali e le abilità per-
cettive richieste nel TDO potrebbero risultare strettamente legate al
generale livello intellettivo e non danneggiate in modo selettivo.
APPENDICE 1
Lista dei termini utilizzati nel TDO. In grassetto sono riportate le paro-
le bersaglio
224
prova invidioso preso dal panico arrogante pieno d’odio
(practice) (jealous) (panicked) (arrogant) (hateful)
225
APPENDICE 2
Glossario
ABBATTUTO.
Essere avvilito, in preda allo sconforto, trovarsi in uno stato di pro-
strazione.
«Adamo era molto abbattuto per non aver passato l’esame».
ACCUSATORIO.
Chi attribuisce la colpa di un evento a qualcosa o a qualcuno.
«Il poliziotto osservava il ladro con aria accusatoria».
ADDOLORATO.
Chi prova dolore, specialmente di tipo spirituale.
«Sono addolorato di non poter venire».
A DISAGIO.
Non sentirsi a proprio agio, essere in difficoltà ed infastidito.
«Kate si sentiva a disagio nell’accettare un passaggio da quel ragaz-
zo appena conosciuto».
AFFETTUOSO.
Chi dimostra affetto ed intimità.
«Molte madri appaiono affettuose con i loro figli, dando carezze e
baci».
ALLARMATO.
Chi si pone in uno stato d’agitazione e trepidazione.
«Caterina si mostrò allarmata nell’accorgersi di essere stata seguita
fino a casa».
AMICHEVOLE.
Chi si comporta da amico, essere gentile e collaborante.
«Quella donna sconosciuta fu molto amichevole con noi: ci accom-
pagnò fino alla stazione».
ANNOIATO.
Chi prova noia e tedio verso una situazione; chi non prova interesse
per ciò che lo circonda. «Ormai Pietro è annoiato da tutti e da tutto».
ANSIOSO.
Chi è pieno d’ansia e d’agitazione, essere impaziente.
«Lo studente si sentiva ansioso prima dell’esame finale».
226
ARROGANTE.
Chi dimostra presunzione e superbia.
«Quell’uomo è sempre così arrogante: pensa di saperne più di ogni
altro».
ASSORTO.
Chi è profondamente intento con l’animo e la mente a riflettere su
qualcosa.
«Nonostante il lavoro richiedesse attenzione, Fabio era assorto nel
pensiero della sorella malata».
ATTERRITO.
Fortemente impressionato da un avvenimento violento ed improv-
viso.
«Stefania restò atterrita nello scoprire la casa derubata».
CHE HA VERGOGNA.
Chi prova un sentimento di tristezza per un’azione commessa.
«Il ragazzo arrossì di vergogna, quando la madre lo scoprì a trafu-
gare denaro dal portafoglio».
CIVETTUOLO.
Chi si comporta in modo accattivante per attrarre l’attenzione e
l’ammirazione degli altri. «Rosy ha sempre un atteggiamento civettuo-
lo, quando incontra un nuovo ragazzo».
COINVOLTO.
Essere trascinato in una data situazione con sentita partecipazione.
«Il dottore si sentì coinvolto quando il paziente peggiorò».
COLPEVOLE.
Chi è responsabile o si sente in colpa.
«L’imputato è stato dichiarato colpevole».
COMPRENSIVO.
Chi dimostra comprensione, indulgenza e partecipazione a senti-
menti altrui.
«L’infermiera si mostrò comprensiva con il paziente malato».
CON BRAMA.
Chi possiede un desiderio ardente ed intenso di qualcosa.
«Connie mostrò una forte brama di vincere».
227
CONFORTANTE.
Chi consola e sostiene qualcuno affetto da dolore fisico o psicologico.
«L’infermiera, con aria confortante, aiutò il soldato ferito».
CONFUSO.
Cui manca chiarezza, precisione e lucidità.
«Elisabetta era così confusa sulle indicazioni ricevute, che si perse
di nuovo».
CONTEMPLATIVO.
Colui che medita profondamente su qualcosa.
«Alla vigilia dei 60 anni, Grazia appariva con un’aria contemplati-
va».
CONTRARIATO.
Chi prova fastidio ed irritazione verso qualcuno o per qualcosa.
«Nicola fu molto contrariato, quando si accorse di essere in forte
ritardo per l’appuntamento e di non avere tutti i documenti necessa-
ri».
CONTRITO.
Colui che esprime il proprio pentimento attraverso delle scuse.
«Il cameriere era contrito per aver versato la minestra sulla giacca
del cliente».
CONVINTO.
Essere certo delle proprie opinioni e principi, acquistati dopo ma-
turo esame.
«Riccardo era convinto che quella fosse la decisione giusta da
prendere».
CURIOSO.
Chi vuol sapere, indagare e conoscere.
«Maria è una ragazza molto curiosa: vuole sapere tutto di tutti.»
DELUSO.
Essere tradito nelle aspettative e nelle proprie speranze.
«I tifosi italiani furono molto delusi dalla sconfitta europea».
DEPRESSO.
Essere scoraggiato e demoralizzato.
«Quando nessuno si ricordò del suo compleanno, Barbara si sentì
veramente depressa».
228
DETERMINATO.
Essere deciso, risoluto ed avere chiari obiettivi.
«Sandra avanzava, determinata, verso l’ufficio del capo».
DIFFIDENTE.
Chi non si fida o che mostra sfiducia e sospetto.
«L’anziana segretaria era diffidente verso l’uso del computer».
DIVERTITO.
Chi viene distolto dalla normale routine, e che rivela allegria e con-
tentezza.
«Mentre ascoltava la barzelletta, scoppiò in una risata divertita».
DOMINANTE.
Colui che predomina e prevale sugli altri.
«Il Maggiore appariva dominante rispetto alle giovani reclute».
DUBBIOSO.
Colui che manifesta dubbi, perplessità, preoccupazioni.
«Carolina era dubbiosa sulla sincerità dell’amica».
ECCITATO.
Colui che si trova in uno stato di notevole vivacità mentale e fisica.
«I bambini erano così eccitati per la gita, che non riuscirono ad
addormentarsi».
ESITANTE.
Mostrarsi od essere perplesso ed incerto.
«Paolo si sentì un po’ esitante, quando si accorse di essere l’unico
nuovo arrivato».
FIDUCIOSO.
Chi è pieno di fiducia verso una persona o un evento.
«Il calciatore si sentiva fiducioso nel poter vincere la partita».
GIOCOSO.
Chi si mostra giocherellone, che scherza e si diverte.
«Davide aveva un’aria giocosa, mentre festeggiava il suo compleanno».
GUARDINGO.
Chi procede cauto e con un’aria circospetta, preoccupandosi di
non essere sorpreso o colto in fallo.
«Sonia aveva uno sguardo guardingo, mentre parlava con quell’uo-
mo sconosciuto».
229
IMBARAZZATO.
Sentirsi in difficoltà ed impacciato.
«Jennifer appariva imbarazzata all’incontro con il suo ex ragazzo».
IMPAZIENTE.
Chi manca di pazienza e tende ad arrabbiarsi.
«Marta diventava sempre più impaziente, mentre aspettava l’amico,
in ritardo già di 20 minuti».
IMPLORANTE.
Chi chiede con suppliche e preghiere.
«Fabio era implorante nel chiedere al padre la macchina».
INCORAGGIANTE.
Chi infonde coraggio e sostegno, promuove e favorisce qualcosa o
qualcuno.
«I genitori di Carla, prima del saggio, diedero un abbraccio inco-
raggiante alla bambina».
INCREDULO.
Chi non crede o crede difficilmente.
«Simone era incredulo all’idea di aver vinto la Lotteria».
INDECISO.
Chi non sa decidersi, per incertezza o per altro.
«Manuel era indeciso sul toast da scegliere».
INDIFFERENTE.
Colui che risulta imparziale e neutrale, che non esprime particolari
interessi o emozioni.
«È un uomo indifferente a tutto ciò che gli accade attorno».
INFASTIDITO.
Colui che prova un leggero fastidio ed irritazione per qualcosa.
«Luca s’era infastidito per il quotidiano esaurito».
INORRIDITO.
Colui che prova orrore, disgusto ed anche spavento.
«L’uomo alla scoperta che la moglie era già sposata con un altro,
se ne andò inorridito».
INSISTENTE.
Qualcuno che ripete una richiesta in modo prolungato nel tempo.
«Non essere così insistente perché non posso ascoltarti».
230
INSOLENTE.
Chi adotta maniere arroganti o non usa il dovuto rispetto.
«In «Cuore», il personaggio più insolente è Franti».
INTERESSATO.
Colui che appare partecipe e curioso per qualcosa degno di nota e
d’attenzione.
«Igor era molto interessato ai dinosauri, per questo vide molte vol-
te Jurassic Park».
INTIMIDITO.
Essere preso dal timore, sentirsi fragile ed insicuro.
«Si è intimidito a causa dei continui rimproveri e critiche».
INVIDIOSO.
Chi esprime rancore ed ostilità per ciò che possiede l’altro.
«Ugo era invidioso dei ragazzi, alti e belli, che popolavano la sua
classe».
IRRITATO.
Colui che ha perso calma e pazienza, sentirsi stuzzicato continua-
mente.
«Franca appariva irritata da tutta la pubblicità postale che riceve-
va».
MINACCIOSO.
Far sentire in pericolo, incutere paura e timore agli altri.
«Quell’uomo, forte e robusto, s’avvicinava con aria minacciosa».
NERVOSO.
Trovarsi in uno stato di notevole irrequietezza, agitazione ed irrita-
zione.
«Stefania si sente sempre molto nervosa, prima di sostenere un esa-
me».
OSTILE.
Colui che manifesta avversione ed inimicizia.
«C’era un’atmosfera ostile tra i due contendenti».
PENSIEROSO.
Pieno di pensieri negativi ed importanti.
«Filippo era pensieroso, mentre aspettava la ragazza che voleva la-
sciare».
231
PENSOSO.
Colui che pensa con sollecitudine e premura, chi si preoccupa di
qualcosa in particolare. «Susanna appariva pensosa, mentre si prepa-
rava all’incontro con i suoceri».
PERPLESSO.
Colui che è incerto e titubante.
«Dopo aver fatto il cruciverba per ore, Francesca era ancora per-
plessa su una definizione».
PIENO D’ODIO.
Chi manifesta odio ed altri sentimenti negativi.
«Quella donna era piena d’odio per l’uomo che le aveva ucciso il
marito».
PREOCCUPATO.
Essere in apprensione o in pensiero.
«Quando non trovò più il gatto, Eleonora cominciò a cercarlo pre-
occupata.»
RASSICURANTE.
Rendere sicuro e tranquillo, suscitare coraggio.
«Andrea, con fare rassicurante, abbracciò il bambino spaventato
dal cane».
RICONOSCENTE.
Essere grato, voler ringraziare.
«Greta era riconoscente per tutto l’aiuto ricevuto».
RIFLESSIVO.
Colui che si ripiega a pensare, considerando gli elementi attenta-
mente.
«Anna appariva riflessiva, stava decidendo della sua vita».
RILASSATO.
Sentirsi contento e tranquillo, non dare peso ai problemi.
«In vacanza, Natascia si sente felice e rilassata».
232
SARCASTICO.
Manifestare ironia amara e pungente.
«Il regista fece un commento sarcastico quando l’attore arrivò in
ritardo».
SBALORDITO.
Essere impressionato, stupito profondamente.
«Quando arrivarono nella capitale, furono tutti sbalorditi dalla bel-
lezza della città».
SCETTICO.
Chi è incline a dubitare di tutto.
«Quando qualcuno gli legge l’oroscopo, Patrizio si mostra sempre
scettico».
SCHERZOSO.
Chi fa scherzi e burle, qualcuno che fa divertire.
«Marco, con gli amici, è sempre scherzoso e di compagnia».
SCONCERTATO.
Sentirsi disorientato.
«I poliziotti erano sconcertati da quel furto».
SCONFORTATO.
Persona che ha perso coraggio, speranza e fiducia.
«Marino era sconfortato dopo aver perso il lavoro».
SERIO.
Avere un’aria grave ed importante, da dover essere preso in consi-
derazione ed ascoltato.
«Il banchiere si fece serio quando scoprì che l’assegno era scoper-
to».
SODDISFATTO.
Chi è appagato nei propri desideri ed esigenze.
«Dopo una bella passeggiata ed un lauto pranzo, Donato si sentiva
proprio soddisfatto».
SOGNANTE.
Chi pensa ad un sogno o ad una fantasia.
«Margherita aveva un’aria sognante, mentre guardava le compagne
più grandi che recitavano».
233
SOLLEVATO.
Colui che ha risolto i propri problemi, che è senza preoccupazioni.
«Ronny si sentì sollevato, dopo aver recuperato il portafoglio».
SOSPETTOSO.
Chi è facile alla diffidenza, al sospetto, al dubbio.
«Dopo aver perso i soldi al lavoro per tre volte, l’uomo divenne so-
spettoso di ogni collega».
SPERANZOSO.
Pieno di speranze e con aspettative di successo.
«I tifosi partirono speranzosi alla volta dello stadio».
TERRORIZZATO.
Essere profondamente spaventato, avere paura e terrore di qualco-
sa o qualcuno.
«Il ragazzo era terrorizzato alla vista del fantasma».
TURBATO.
Essere inquieto, non sicuro, preoccuparsi molto ed essere confuso.
«Rimase turbato dall’improvvisa morte della nonna».
BIBLIOGRAFIA
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Summary. The Eyes Test was invented to assess of the ability to attribute mental states
in adults and adolescents without severe mental retardation (Baron-Cohen, Wheel-
wright, Hill, Raste e Plumb, 2001). In the present study we report the Italian version of
the Test and its normative data obtained from a sample of 195 adults with no previous
history of mental disorders. The sample was divided in three age groups and we found
that the group of elderly had scores lower than the other two groups. The Eyes Test
proved to be a useful tool in previous studies on high-functioning autism, Asperger
syndrome, schizophrenia and localization of brain functions. Moreover, it may be use-
ful in investigating Theory of Mind functioning in old age and brain damaged patients.
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