2000
DPA
a G.C. e V. DF.
intorno agli
omolografi
strumenti e modelli
per la geometria descrittiva
Fabrizio Gay
design
Sergio Polano / servizio comunicazione IUAV
carattere
ITC Bodoni
© IUAV 2000
ISBN 88-87697-29-9
sommario
prefazione
38
note
2 teatri didattici
43
aule oscurate e vetrine di modelli
52
elementi solidamente fondati
57
mostre e storie
61
note
90
note
prefazione
Non occorre spendere molta letteratura per dimostrare provocata dalla nostra condizione, ormai “naturale”,
che gli strumenti per il disegno ed il calcolo applicati di operatori sempre più sollevati dal ruolo di soggetti
alle arti costruttive, dalla riga e compasso ai più recenti dell’azione, esonerati dalla coscienza della catena
softwares applicativi, funzionano come protesi tattiche causale della nostra produzione.
e mnemoniche, e per sottolineare che il progresso Le “nostalgie” meccaniche messe in scena dai
tecnico di questi dispositivi cerca insieme di accrescerne personal computer hanno lo scopo di orientare l’utente
le funzioni e semplificarne i protocolli (le modalità delle assecondandone quell’immaginazione meccanica che
istruzioni impartite dall’operatore). Siamo ormai si ritiene anche all’origine psicologica degli stessi as-
abituati a disegnare con macchine d’utilizzo sempre più siomi sui quali costruiamo le geometrie più insegnate.
esteso, articolato e semplificato il cui funzionamento Così, paradossalmente, più le macchine si complicano
è tanto più complesso quanto più incorporeo. E forse e più devono (per l’ergonomia riflessa dal mercato)
immaginiamo lo sviluppo delle macchine per il disegno fingersi semplici ed in qualche modo “primitive” con
evolvere, nell’adattamento della protesi al corpo, il loro funzionamento elettronico ancora “inter-
verso strumenti sempre più memori, istruibili ai calcoli facciato” dalla simulazione di un “modello” mec-
più raffinati, capaci di produrre modellizzazioni canico.
continuamente adattabili, interrogabili, in grado di Non è certo prerogativa dell’era informatica il fatto
assecondare senza attriti i processi della progettazione. che lo strumento insceni una costruzione che riproduce
D’altronde le macchine che adoperiamo abi- a scopo illustrativo o sperimentale le forme e le
tualmente hanno in qualche modo incorporato “l’arte caratteristiche di un’opera in fase di progettazione o
di risolvere i problemi”, quella “géomètrie meta- di verifica. Il tema del modello oggettuale sul quale si
phisique” definita alla voce algebra dell’Encyclopedie predicano trasformazioni continue e graduali a scopi
di Diderot e D’Alembert come la scienza che ha lo illustrativi o dimostrativi non riguarda solo il lavoro
scopo di alleviare “... la memoria e l’immaginazione degli architetti, ma attraversa principalmente l’intera
diminuendo di molto gli sforzi che sarebbero obbligate storia della geometria e delle sue continuamente
a fare per ritenere le diverse cose necessarie alla reinventate origini. È un tema che si evidenzia spe-
scoperta della verità sulla quale lavoriamo e che si cialmente quando gli strumenti delle tante mani-
devono conservare presenti all’intelletto [esprit].” Ma festazioni pratiche della geometria funzionano come
queste macchine, almeno quelle più diffuse, non modelli geometrici, modelli matematici oggettuali,
presentano in genere molto del potente metalinguaggio espressione di un certo aspetto o fenomeno, asse-
algebrico: alleviano sempre più dalle “astrazioni” che condando nell’operatore l’intuizione di determinate
le muovono offrendo interfacce grafiche e protocolli proprietà dell’estensione figurata. Gli orologi solari, i
che recitano antiche procedure manuali: “taglia e prospettografi ed, in genere, alcuni dispositivi per il
incolla”, “sposta”, “disegna”..., mentre lo schermo del disegno sembrano costituire dei modelli geometrici,
computer mette in scena il piano della scrivania, la delle simulazioni oggettuali di un “fenomeno”
pagina cartacea, la filza, la lastra fotografica, lo geometrico. Ed il fatto che da tempo la geometria non
schermo cinematografico ... famigliarizzando l’utente si occupi più di “fenomeni” ci ricorda che le macchine
fingendogli un “modello” d’interazione (in genere in oggetto appartengono all’epoca in cui la matematica
redatto in base a sondaggi di mercato) che ne asseconda era una scienza naturale o sono circoscrivibili a quegli
le abitudini tattiche ed ottiche. La costruzione delle ambiti applicativi che nel XIX secolo venivano
interfacce come modelli tattici (anche tattili) e ottici variamente rubricati sotto il titolo di geometria
risponde ovviamente ad una pura esigenza funzionale, applicata alle arti e alle industrie. D’altronde, come
ergonomica, dello strumento; non c’è in questo alcuna avverte il titolo, l’interesse dal quale muove questo
nostalgia umanistica che contrasti l’inquietudine lavoro è specialmente l’insegnamento della geometria
prefazione pagina 9
descrittiva nel quadro degli studi di Architettura e prospettiva, riguarda gli omolografi ideati da Stanislao
disegno industriale, cioè di quella disciplina (congedata Vecchi, illustrati nel contesto delle ricerche dell’inge-
ormai dalle ricerche matematiche) chiamata ad gnere parmense sui metodi di rappresentazione.
addestrare le capacità dell’immaginazione fisica, Avremmo potuto scegliere anche casi più clamorosi di
costitutiva di un senso della spazialità, a sottolineare dispositivi meccanici concepiti nel contesto del
non solo il rapporto tra proprietà geometriche e dibattito sulla generalizzazione dei metodi di
proprietà fisiche delle “forme” (nel senso comune), ma rappresentazione della geometria descrittiva in piena
anche il loro storico costituirsi in “figure” (nel senso epoca positivista (come i prospettografi di Guido
comune di forme dotate di un significato iconografico). Hauck) ed inoltrarci verso i prototipi dei restitutori
Tuttavia, è bene avvertilo, l’interesse per il rapporto fotogrammetrici novecenteschi. Ma gli Omolografi
tra “modello” geometrico e “strumento” pratico per offrono il vantaggio di costituire una fonte molto
il disegno o per l’insegnamento delle proprietà delle sintetica e provinciale con un ampio orizzonte di
forme, non è semplicemente pragmatico o speci- riferimenti impliciti non fosse altro per la semplice
ficamente “didattico”. suggestione del nome. Omolografi è il nome che
Gli strumenti meccanici di rappresentazione grafica Stanislao Vecchi, in una breve memoria del 1881, dà
o dimostrazione geometrica (ammesso che si possa mai ad alcuni strumenti per il disegno di assonometrie e
dare dimostrazione meccanica di una proposizione prospettive (utili anche come curvigrafi), semplici
matematica) non sono qui considerati come utensili cinematismi in grado, come indica la stessa
attuali per l’insegnamento. Sono trattati storicamente, denominazione, di riprodurre casi di trasformazione
come fonti, come particolari testi, sgombrando omologica delle figure. La memoria di Vecchi - senza
soprattutto il campo da contrapposizioni o teleologie seguito e poco commentata - è in realtà tanto ingegnosa
che ridurrebbero queste “macchine [ormai] celibi” al quanto poco originale, interessante proprio perché
ruolo di testimoni di una lontana preistoria di alcune applica alla geometria descrittiva la contemporanea
applicazioni dell’informatica alle simulazioni nascente teoria dei sistemi articolati (senza nominarla
meccaniche ed ottiche delle costruzioni. e quasi senza presupporla). L’interesse, più che per gli
Considerate nelle loro specificità storiche le ingegni omolografici, sta nel loro intorno di
macchine per il disegno e per la geometria non si provenienza e di utilizzo, negli anni in cui la geometria
prestano a comparire in bell’ordine nel racconto della proiettiva si qualifica come potente strumento
vicenda della loro funzione o del loro funzionamento, applicativo in grado di porsi a fondamento della
del loro valore euristico o del loro valore estetico, della nascente statica grafica e della generalizzazione dei
loro costruzione o del loro consumo. Seppur metodi di rappresentazione.
individuati nella classe apparentemente nitida degli Non è certo che dagli schemi cinematici di Vecchi
strumenti matematici questi dispositivi nascono da si siano tratti veri e propri utensili per il disegno tecnico
vicende eterogenee ed assumono ruoli non sempre o apparecchi dimostrativi esibiti nelle sue lezioni
univoci in rapporto alle teorie ed alle pratiche che li all’Università o all’Accademia di Belle Arti di Parma,
hanno espressi. Taluni sono veri e propri apparecchi ma certamente alla categoria degli omolografi si
dimostrativi, altri semplici utensili per il calcolo, il possono ascrivere tutti i sistemi articolati effet-
disegno o il rilievo, altri ancora sono strumenti solo tivamente utilizzati tra Ottocento e Novecento per
pretestualmente e appartengono di fatto ad un genere meccanizzare il disegno di prospettive - diretti
particolare di oggetti da collezione. antecedenti se non veri e propri prototipi dei restitutori
Non stupisce quindi che gli “strumenti modello” fotogrammetrici novecenteschi – e quelli realizzati per
siano soggetti storiografici di diversi studi approdati a il tracciamento di curve intese come particolari
risultati notevoli principalmente in storia delle trasformazioni proiettive. Per lo sviluppo della teoria
matematiche e delle arti. Di questi studi non diamo qui dell’omologia, il nome di omolografi poteva così
una sintesi bibliografica; questo lavoro non ha comprendere un insieme più ampio di macchine che,
d’altronde alcun carattere sistematico e tocca con tre con i dispositivi allora impiegati nel calcolo grafico e
sondaggi distinti un esteso periodo cronologico. meccanico, oggi hanno perso qualsiasi fungibilità
I tre capitoli che lo compongono possono solo pratica riducendo il loro interesse odierno tutt’al più
apparentemente delineare una sorta di percorso a ad un residuo valore didattico.
ritroso: dall’indagine su alcuni dispositivi per il disegno Sono appunto gli argomenti “didattici” che hanno
di curve, assonometrie e prospettive in uso alla fine spesso caratterizzato nel nostro secolo la letteratura
del XIX secolo, si cerca di sondare il loro impiego, su questi oggetti, e che ancora oggi sembrerebbero
accanto ad altri modelli didattici nell’insegnamento l’unica motivazione del loro studio. In particolare i
della geometria tra Ottocento e Novecento (da Monge contributi più recenti provengono dagli studi di
ad Enriques) e di delineare alcune loro radici didattica della geometria ed alcuni elementi di questo
genealogiche nei curvigrafi giunti tra i ludi matematici dibattito costituiscono un termine di riferimento per
del XVIII secolo. delineare il senso di questo lavoro il cui capitolo
Il primo capitolo, le macchine dell’assonometria intermedio è appunto dedicato ai teatri didattici entro
pagina 10 prefazione
i quali potevano trovare un ruolo i modelli geometrici
in moto.
Questi “nuovi” teatri didattici riflettono chia-
ramente una nostalgia per l’attitudine immaginativa,
probabilmente coltivata in molti istituti tecnici,
politecnici, università ed accademie di belle arti,
quando l’insegnamento della geometria proiettiva non
era stato ancora ridotto ad un capitolo accessorio
dell’algebra lineare, quando la statica grafica, il
disegno cinematico e soprattutto la geometria
descrittiva formavano all’uso delle astrazioni mate-
matiche in un’immaginazione fisica dell’estensione.
Almeno in questo senso abbiamo cercato di leggere
l’uso didattico dei modelli negli anni in cui sembrano
convergere le ricerche di matematici ed ingegneri sul
medesimo campo della teoria dei sistemi articolati,
mentre le tendenze fusioniste ispirano i nuovi indirizzi
pedagogici delle geometrie.
Si sottolinea infine nel terzo capitolo, curve antiche,
Nuovi Istromenti, come questa “nostalgia meccanica”
si riferisca soprattutto all’ambigua sovrapposizione di
geometria e meccanica, alla prossimità tra le
elaborazioni dei géomètres ed i dispositivi della
geometria pratica sino al XVIII secolo, esemplificata
nella serie dei Nuovi Istromenti proposti da Giovan
Battista Suardi nel 1752. Si ricorda come in quelle
formulazioni che accompagnerebbero il tramonto
della geometria come scienza naturale, gli strumenti
meccanici per il calcolo grafico ed il disegno possano
essere concepiti come rappresentazioni di un
“fenomeno” geometrico secondo la suggestione della
gnomonica, tramandata come archetipo, anche nella
tradizione vitruviana, dello strumento geometrico di
misura e insieme modello oggettuale della teoria delle
proiezioni.
A questi brevi rilievi si limita il riferimento diretto
alla letteratura architettonica, le altre considerazioni
riguardano aspetti della storia della geometria
descrittiva e alcuni temi dell’insegnamento geometrico
negli studi delle arti costruttive, ma senza affrontare il
soggetto delle effettive applicazioni degli strumenti
geometrici in quella che Jules De La Gournerie chiamava
la geometria dei cantieri, poiché gli addendi raccolti
sarebbero insufficienti per trarne medie o somme
significative.
prefazione pagina 11
1 Dispositivo di Johann Heinrich Lambert per il tracciamento della trasformazione di un piano in una sua proiezione centrale,
da J. H. Lambert, Anlage zur Perspektive (1752), pubblicato in (a cura di) Jeanne Peiffer, Lambert, Essai sur la perspective, Paris 1981
pagina 12 prefazione
1 le macchine dell’assonometria prospettiva
all’asse Ox e quindi le loro ascisse saranno uguali funzionare come ellissoidografo (fig. 9), dove le
(x = x’); le ordinate SB e SD avranno invece sempre un cerniere D e H descrivono due ellissoidi “a tre assi”
rapporto (y / y’) costante. quando la cerniera B percorre la sfera Σ di raggio OB.
Come per il parallelogrammo di Vecchi, si può Fin qui l’applicazione al disegno o alla modellazione
constatare che la trasformazione attuata dal rombo di tecnica motiva la trasformazione omologica - che
Delaunay è esattamente la corrispondenza (fig. 8) tra i corrisponde ad un semplice paradigma proiettivo - nel
luoghi descritti dal punto D e quelli della sua piano o nello spazio; forse la tentazione di fare del suo
proiezione parallela B su di un piano distinto che cinematismo un compasso conico induce Delaunay ad
interseca il piano del punto D lungo la retta Ox ed è esplorare un caso di trasformazione non lineare che si
inclinato d’un angolo α il cui coseno è = SD / SB = ottiene con un particolare vincolo meccanico ai moti
MD / PB. del rombo articolato. Osserviamo che se due vertici
Se con un qualche dispositivo, eliminando uno dei (cerniere A e C) opposti del rombo articolato A B C D
due gradi di libertà dei punti del cinematismo, fossero vincolati a scorrere su di una retta Oy, gli altri
obblighiamo, ad esempio, il punto nella cerniera B a due vertici B e D segnerebbero in ogni possibile
descrivere una curva, allora una matita in D traccerà posizione una coppia di punti che si corrispon-
la curva corrispondente nell’affinità omologica derebbero in simmetria assiale. Per eliminare uno dei
ortogonale di asse Ox. In sé il biellismo di Delaunay due gradi di libertà del cinematismo A B C D si possono
non esercita alcuna proprietà particolare della curva, vincolare le traslazioni relative delle due cerniere
ma solo quella della trasformazione affine. (carrelli) A e C sull’asse y (fig. 10) aggiungendo due
È con una nuova limitazione meccanica che il altre aste AM e CM (più corte dei lati del rombo) ed
projecteur di Delaunay può definirsi come un obbligando la nuova cerniera M a scorrere lungo una
curvigrafo; diventa, ad esempio, un ellissografo scanalatura δδ rettilinea. Delaunay dimostra 8 che
quando B è vincolato a muoversi circolarmente da un mentre M percorre la retta δδ i punti B e D descrivono
braccio imperniato in punto p. In questo caso D simmetricamente i due rami dell’iperbole che ha per
descrive la proiezione ortogonale del cerchio di centro asintoto la retta δδ . L’’iperbolografo di Delaunay è
p e raggio pB, che è l’ellisse con l’asse parallelo ad Ox dunque un biellismo, un deltoide articolato, che
uguale al diametro del cerchio (manovella) e l’altro trasforma la retta δδ (asintoto) in un’iperbole
asse EF tale che EF / 2.pB = MD / PB. costruendo una relazione non lineare.
Delaunay non si arresta alla trasformazione affine
del piano ed aggiunge una versione tridimensionale del 1.1.3 La generalizzazione del dispositivo mono-
suo meccanismo nel caso in cui sia vincolato a malografico, anche verso le funzioni di un completo
parallelo al quadro, la prospettiva [la prospettività tra Q’1, cioè nei carrelli scorrevoli appunto sulle rette di
i due piani, l’omografia] non verrà turbata e sussisterà traccia e di fuga); individuano nella cerniera
anche quando il quadro risulterà rovesciato sul piano d’intersezione il punto A’ dove si istalla la matita che
orizzontale [ π ]”. Facendo ruotare uno dei due piani disegna nella prospettiva (s, q’) del piano π . Il
prospettivi π o π ’ intorno alla comune traccia s, i piani parallelogrammo articolato APLT è fissato al foglio
π e π ’ rimangono collineari, restano prospettivi solo nel perno del suo vertice L che rappresenta il
rispetto al punto di vista che contemporaneamente punto di vista ribaltato intorno alla retta q’ di fuga di
ruota intorno al suo piede descrivendo una circon- π . (Si osservi che se π fosse obiettivamente ⊥ a π ’ la
ferenza perpendicolare a s (quindi ⊥ a π e π ’)10 . Una distanza L q’ equivarrebbe alla distanza principale, cioè
volta sovrapposti π e π ’ (sull’unico piano del disegno) alla distanza minima del punto di vista dal quadro). Per
non sarebbero più omografici in senso stretto ma il resto le aste del parallelogrammo articolato sono
rimangono comunque collineari e mantengono la retta vincolate a scorrere lungo i carrelli in corrispondenza
s come asse della collineazione (dell’omologia piana). dei punti di traccia e di fuga delle rette Q’S e Q’1S1 ;
Il punto di vista, una volta abbattuto nel punto L sui quindi non possono che rappresentare (essendo due a
due piani sovrapposti π ≡ π ’, resta il centro della due parallele sui vertici opposti A e L) la coppia di rette
collineazione, il centro dell’omologia; ad esso si AT e AP obiettive (cioè appartenenti a π ) e le loro o
allineano le coppie A A’ di punti corrispondenti mentre corrispondenti rette proiettanti TL e PL (obiet-
rette corrispondenti mantengono ovviamente in tivamente // a AT e AP ) che determinano i punti di
comune i punti uniti (tracce) sulla s, asse dell’omologia. fuga Q’ e Q’1.
La retta di fuga q’ del piano π diventa, nel ribal- Vecchi può così affermare che mentre il segnatore
tamento, la retta limite dell’omologia piana di π ≡ π ’ (punto direttore) in A si sposta lungo i punti del piano
restando il luogo dei punti corrispondenti ai punti π ribaltato intorno ad s su π ’, la matitaa A’ descrive i
impropri di π . corrispondenti punti in prospettiva; A e A’ si cor-
Indicando con gli stessi simboli della proposizione rispondono dunque in un’omologia di asse s, centro L
precedente gli elementi dello schema del prospet- e retta limite q’ ed evidentemente la diagonale
tografo piano proposto da Vecchi (fig. 12), è chiaro A A’ L del parallelogrammo percorre il fascio di rette
come quello schema cinematico corrisponda ai termini unite di centro L. Di fatto l’autore non dimostra, come
dell’omologia su π ≡ π ’ che ha centro in L, asse in s e ci aspetteremmo oggi, proiettivamente quest’omo-
retta limite in q’. L’asta (o scanalatura) s indica la logia, ma la presuppone implicitamente dimostrata
traccia del piano π ’ e del piano π al quale appartiene (dobbiamo riferirci a proposizioni seicentesche come
il punto obiettivo A; la parallela q’ rappresenta la retta il teorema di Stevin -1610- o, in termini più mediati, ad
di fuga del piano π (se π fosse obiettivamente ⊥ a π ’,, un’interpretazione del teorema dei “triangoli omo-
q’ sarebbe la linea d’orizzonte). Le due aste Q’ S e Q’1S1 logici” di Desargues –1636-) nelle conseguenze
rappresentano le immagini prospettiche di due rette direttamente descrittive, nella stessa costruzione
(che hanno traccia nei punti S e S1 e fuga nei punti Q’e grafica della prospettiva di due rette.
s
15 Schema del teorema di Stevin
di due piani prospettivi π e π ’,, q’ la retta di fuga del L'*
piano π , e L è il ribaltamento del punto vista intorno
a q’; aggiungiamo un’asta r che indica qui una retta di π ≡π ’
π sempre perpendicolare ad s mentre l’asta r’’ designa
l’immagine di r in prospettiva. Indichiamo con Q’ il
punto di fuga, il punto limite delle r e r’, cioè quel punto
che, se π e π ’ fossero ortogonali prima del ri- i-
baltamento, sarebbe il consueto punto principale (la
proiezione ortogonale del punto di vista sul quadro)
sulla linea q’ d’orizzonte. Il punto di vista ed il punto
di fuga Q’ appartengono allo stesso piano ortogonale
ad s ( π π ’) che spazzano nel ribaltamento ritro- o- Q'*
vandosi quindi in L e Q’, sul piano del disegno, allineati q’
lungo una stessa perpendicolare a q’ e s (fig. 15).
Perché (fig. 16) r e r’ possano riguardarsi come una
r'
coppia di rette corrispondenti nell’omologia devono
intersecarsi nella cerniera S (il punto di traccia rr’) A'*
lungo s; quindi mentre r trasla, (come una riga a “T”)
sempre perpendicolare ad s, deve trascinare nel perno
S l’asta scanalata r' incernierata nel perno fisso del s
suo punto di fuga Q’. Infine i punti corrispondenti A e
A’, di r e r’, devono essere allineati con una riga
incardinata nel centro dell’omologia (nel perno L).
Questa riga AA’L rappresenta quindi il fascio di tutte
le possibili rette unite (oltre all’asse s).
Ridotto a sole tre aste il dispositivo è tanto semplice
da sembrare poco diverso dagli ausili che fin dal tardo
Quattrocento si potevano apparecchiare sui tavoli da A
prospettiva, eppure presuppone il raggiungimento
della più semplice ed astratta riduzione ad un’unica
legge piana di due immagini proiettive. Ad essa
Lambert giunge dalla meccanizzazione (figg. 17 e 1)
degli altri schemi costruttivi della prospettiva per r
ribaltamento di piani ortogonali al quadro, simili a
quelli impliciti sin dalle costruzioni di Alberti,
Gaurico, Vignola, studiati fin dalle opere prospettiche 16 Schema di una versione semplificata del prospettografo di
di Commandino e Benedetti. Vi giunge in un percorso Johann Heinrich Lambert
punto di
vista
O O
x
omotetia è il punto del quadro determinato dalla metriche le operazioni di ribaltamento sul quadro dei
intersezione della retta (proiettante) che unisce i vertici piani coordinati Ox, Oy, Oz o dei piani proiettanti Ox’,
dei due triedri (l’origine obiettiva degli assi ed il punto Oy’, Oz’ (fig. 31) ed in queste operazioni si mantengono
di vista), ovvero è l’immagine dell’origine degli assi. tutte quelle costruzioni che utilizzano piani proiettanti
Sono dunque inversamente omotetici sul quadro della ortogonali al quadro (figg. 31 - 33) e non necessitano
prospettiva il triangolo delle tracce del triedro della determinazione del luogo del punto di vista.
obiettivo ed il triangolo delle fughe di quello e di tutti L’aver portato il centro di proiezione ad una distanza
gli infiniti triedri ad esso paralleli. finita dal quadro cambia solo la costruzione delle
Stanislao Vecchi nelle prime memorie non usa “metrie” degli assi x’, y’, z’, ora prospetticamente
ancora esplicitamente, seguendo Fiedler, la cor- scorciate. Infatti la proiezione centrale non conserva,
rispondenza omotetica sottolineando la relazione tra i in genere, le proprietà metriche e trasforma i sistemi
paradigmi proiettivi e la teoria delle trasformazioni di rette parallele agli assi in sistemi di rette concorrenti
puntuali; il suo intento iniziale è piuttosto quello di nei punti di fuga degli assi, i sistemi di piani paralleli
estendere alla proiezione centrale la costruzione
dell’ordinaria assonometria ortogonale portandovi al
finito il centro di proiezione (figg. 29 e 30) lungo la Tz Tz
retta perpendicolare al quadro e passante per il punto
d’intersezione dei tre piani di riferimento, l’origine O
dei tre assi coordinati Ox, Oy, Oz. In questa particolare
z* z'
proiezione centrale si conservano utili proprietà di
costruzione del sistema assonometrico ortogonale: i
tre assi coordinati si proiettano (fig. 30) nei sostegni O' O* O'
delle tre altezze del triangolo formato dalle tracce con Tx Ty
il quadro dai tre piani coordinati; e di conseguenza il
punto principale della prospettiva (che coincide con
la proiezione O’ dell’origine degli assi) è l’ortocentro
del triangolo delle tracce. Come nelle consuete as-
sonometrie ortogonali, anche in questa particolare
prospettiva è semplice determinare la distanza
dell’origine O degli assi dalla sua proiezione O’, oppure
dato il triangolo delle tracce, individuare graficamente
le proiezioni degli assi, e viceversa verificare se tre
segmenti concorrenti in O’, assegnati sul quadro, 32 Triangolo delle tracce e cerchio di distanza nella proiezione
possano riguardarsi come prospettiva “ortogonale” di centrale di un triedro trirettangolo
tre spigoli tra loro obiettivamente ortogonali. Non 33 Ribaltamento dell’asse z (del piano proiettante zz’) sul quadro
differiscono dalle ordinarie costruzioni assono- nella proiezione centrale di un triedro trirettangolo
z* z' Fy Fx
O* punto
di vista
ribaltato
Fz Fz
34 Determinazione delle unità 35 Determinazione del triangolo 36 Tracciamento del reticolo coordinato
metriche sull’asse z’ e del punto di delle fughe nella proiezione centrale di una prospettiva assonometrica
fuga della direzione z di un triedro trirettangolo
O Z
Pxz
Y
d
Pyz
P
Z
37 Schemi della relazione tra le coordinate obiettive e le coordinate della prospettiva di un generico punto P, cfr. Nicolas Louis de La
Caille, Leçons élémentaires d’optique avec un traité de perspective Paris 1756
Z
y’= (d. h)/Z
h
d
38 Schemi della costruzione di Lambert di una "scala degli allontanementi" determinando la funzione che trasforma le coordinate
obiettive di un punto in quelle della sua prospettiva; cfr.Johann Heinrich Lambert, Anlage zur Perspektive (agosto 1752), manoscritto
conservato alla biblioteca universitaria di Basilea. Trad. fr. di Jeanne Peiffer in J. H. Lambert, Essai sur la perspective, Paris 1981
nel disegno di prospettive mentre il pantografo pros- variabile di un cannocchiale a sistema obiettivo
pettico era probabilmente usato da quel geniale doppio”, primo risultato della ricerca 54 che li condurrà
precettore, accanto alla sua versione della prospettiva ad un apparecchio per restituire meccanicamente per
aerea e della teoria dell’illuminamento, nel disegno di coordinate polari (in rilievi di dettaglio) la posizione
paesaggio. La prospettiva, come ogni altro suo caso planimetrica ed altimetrica di tutti i punti rilevati da
particolare usato in astronomia ed ingegneria, era una stazione sul nodo di una trilaterazione principale.
essenzialmente uno strumento di controllo e rap- L’idea perseguita dai due topografi era inizialmente
presentazione dello spazio ed il suo sviluppo nella quella di riunire in un unico apparecchio un goniografo
geometria proiettiva avviene proprio attraverso i ed un sistema stadimetrico, ovvero un tacheometro ed
paradigmi topografici connessi ai sistemi di coordinate. una tavoletta pretoriana. Le modifiche ottiche e
Le relazioni indagate da La Caille e Lambert sono di meccaniche successive avevano fatto dello strumento
fatto la scrittura dell’omologia conseguente una sorta di goniografo longimetro in grado di
all’omografia esistente tra un piano e quello della sua disegnare direttamente su una tavoletta circolare la
prospettiva. proiezione orizzontale del punto traguardato (sul quale
Le misure della prospettiva diventano oggetto tanto è collocata la stadia graduata entro un raggio di 140
della geometria proiettiva quanto delle pratiche metri dalla stazione), oltre alla possibilità di “...leggere
topografiche ed il termine “omolografo” si ritrova a immediatamente l’altezza vera [livello] di quel punto.”
significare tanto un utensile da disegno quanto uno Le distanze rilevate con un sistema stadimetrico erano
strumento di rilevamento poiché entrambi manifestate attraverso movimenti nel cannocchiale
automatizzano una stessa “omologia”. dell’obiettivo e dei fili di mira di un micrometro,
Le formulazioni di Lambert e La Caille confermano comunicati da due sistemi articolati al dispositivo di
algebricamente che ogni prospettografo utilizzabile tracciamento sulla tavoletta.
all’inverso (ogni congegno che realizza un’omologia, In altri termini, l’apparecchio consentiva la
e dunque una corrispondenza biunivoca, invertibile) trasformazione dei punti dello spazio in una loro
è naturalmente anche una sorta di restitutore foto- rappresentazione nel metodo dei piani quotati (cioè,
grammetrico, uno strumento per ricavare le misure in una loro proiezione orizzontale in scala associata
obiettive da quelle prospettiche. all’indicazione della “quota”) tramite un opportuno
Prima che Stanislao Vecchi chiamasse Omolografi sistema articolato.
i suoi strumenti da disegno, gli ufficiali francesi Se nel 1874 era questo solo un caso particolare
Peaucellier e Wagner pubblicavano 53 la teoria ed i d’impiego dei biellismi e dei sistemi articolati per
resoconti del collaudo del loro appareil homolo- ottenere determinate trasformazioni geometriche
graphique in uso presso la Brigata Topografica del applicate a parti di congegni meccanici, lo si deve
Genio, dispositivo destinato, come recitava il titolo proprio al capitano Charles-Nicolas Peaucellier al
della memoria, “... a sostituire alle operazioni abituali quale spetta la priorità di una scoperta (dieci anni
[del rilievo topografico] dei processi puramente prima) che segna l’inizio della teoria esplicita dei
meccanici”. Già dal 1866 i due ufficiali avevano sistemi articolati e la sua applicazione sistematica alle
costruito uno strumento “... basato sull’ingrandimento macchine: la soluzione esatta del problema della
B' o
t
A
B'' A''
42 43 Schemi di un ipotetico uso improrio di uno strumento riduttore (per similitudine) di Marolois come prospettografo per ritrarre
corpi che possono anche estendersi nel semispazio tra il quadro ed il punto di vista
quella della direzione dei carichi e dei sovraccarichi ha efficacemente chiamato una “geometria imma-
accidentali, dei problemi di dimensionamento legati ginativa”.
alla resistenza dei materiali, e considera il problema
della forma delle volte e dei conci in modo puramente 2.1.2 Geometria immaginativa indica, in effetti, la
geometrico secondo la teoria delle linee di curvatura principale funzione pedagogica della geometria
delle superficie. Come nota Jules De La Gournerie, descrittiva nei Politecnici, nell’insegnamento delle arti
traendo un bilancio in parte negativo da tre quarti di costruttive, nelle Accademie di Belle Arti del secondo
secolo di conseguenze pratiche delle idee didattiche Ottocento. La descrittiva sembrava incarnare e seco-
del fondatore della geometria descrittiva, “...Monge larizzare la funzione astrattiva del disegno celebrata e
ha stabilito l’insegnamento delle arti grafiche su basi declinata nella più tradizionale letteratura artistica. Il
nuove. Ha presentato il Trait del taglio delle pietre in processo astrattivo del disegno, per quanto il suo senso
modo astratto e lo ha eretto, sotto il nome di Geometria fosse ormai privato dei correlati idealistici e
Descrittiva, a Trait universale” 3 riducendo l’inse- secolarizzato nell’aristotelica e fisica nozione di
gnamento dell’arte di costruire alla geometria pura a “forma”, continuava a costituirsi come imitatio ed
scapito della “... geometria dei cantieri”. electio. In questo senso il disegno era diffusamente
Monge, in realtà, aveva cercato di surrogare l’ap- insegnato anche negli studi naturalistici – specialmente
prendimento delle concrete conseguenze meccaniche nelle facoltà di Scienze Naturali del tardo ottocento -
di cantiere suggerendo l’aggregazione al corpo dove offriva la possibilità di costruire tassonomie da
docente di quadri tecnici intermedi particolarmente ripetute osservazioni morfologiche, di pervenire a
capaci e ricorrendo all’antico esercizio della co- schemi funzionali in grado di esprimere anche
struzione e manipolazione di modelli stereotomici e complessi fenomeni anatomici. Diremmo oggi che l’uso
di carpenteria. Il ricorso alle maquettes era una astrattivo del disegno ne faceva un mezzo efficace per
esercitazione aggiuntiva dalla quale non dipendeva costruire la coscienza dei “percetti”, per educare al
strettamente l’apprendimento delle facoltà im- distacco dell’oggetto della percezione dal riferimento
maginative dell’ingegnere; per definizione la geo- alla cosa fisica percepita, per allenare una memoria
metria descrittiva sussume la geometria pratica e nasce selettiva e progressivamente ordinante. E questo
dalla difficoltà oggettiva del disegno a tre dimensioni, esercizio avrebbe sviluppato anche un’istintiva capacità
per evitare il contrattempo dell’esecuzione del modello di simulare mentalmente le relazioni spaziali e le
oggettuale sostituendolo con sue rappresentazioni proprietà delle forme.
piane. La geometria descrittiva sembra poter assolvere a
L’educazione all’astrazione che insegna la questa funzione pedagogica presupponendo uno stretto
geometria dovrebbe facilitare il processo opposto, la contatto tra geometria e applicazioni, un reciproco
concretizzazione percettiva, visuale, di molte pro- scambio tra l’esplorazione di un modello grafico e la
prietà delle forme; il disegno, la manipolazione grafica formalizzazione delle proprietà del luogo rap-
nel piano di proprietà delle figure, sarebbe divenuta presentatovi. Ma certo “disegno” e “figura geometrica
strumento sperimentale - come lo furono i metodi [ente ideale]”, versante strumentale e versante spe-
meccanici ed i modelli oggettuali di Archimede - per culativo della geometria, restano ontologicamente
l’induzione o per l’applicazione dedotta di proprietà distinti. Nulla connette il senso di un grafico particolare
ideali. L’epure - più semplicemente misurabile, inter- a quello di un enunciato generale, anche se si possono
rogabile e manipolabile - sostituisce la maquette e la credere entrambe manifestazioni diverse della
simulazione grafica dovrebbe sviluppare un’attitudine percezione di medesime proprietà strutturali delle
immaginativa o meglio, quella che Roberto Gabetti forme. E questa distinzione tra la considerazione di un
capivo più nulla.” La scrittura algebrica dei problemi “geometrie del soprasensibile”) non sono affatto bui,
geometrici appare, ad uno stadio iniziale, asso- privi di “immagini” e di oggetti. Che i piani e gli spazi
lutamente innaturale, costituisce una mediazione, un non euclidei fossero concezioni alla portata dell’im-
protocollo complesso e astratto, che si frappone tra il maginazione visuale e tattica è anche ricordato dal fatto
mondo della quantità e quello dell’estensione. che proprio un curioso oggetto accompagna la
Rousseau consiglia un’azione educativa inizialmente diffusione italiana della geometria di Lobachevsky-
negativa, alla quale potrebbe corrispondere anche il Bolyai. Interpretata in un senso spaziale di derivazione
buio dell’aula di Steiner, una protezione dall’ambiente geodetica la geometria sopra una superficie a
esterno che consenta ad ogni nuova formazione curvatura costante negativa (fig. 54) è assunta da
concettuale di essere percepita dall’educando come Eugenio Beltrami 4 fin dal 1862 come esempio
propria istintiva costruzione. L’ammissione di una oggettuale della geometria non euclidea di Loba-
proprietà deve essere sentita individualmente senza chevsky, Bolyai e Gauss, valida in una porzione limitata
subire il gioco di prestigio eidetico del diagramma o di piano. Egli costruisce una particolare pseudosfera
dell’equazione. elastica, nota come cuffia di Beltrami, per illustrare
alcune proprietà dello spazio iperbolico5 , indicata
2.1.3 Se credessimo che anche le questioni didattiche anche da Hermann von Helmholtz nelle sue lezioni
seguano una marcia incessante della geometria verso popolari dove invitava gli uditori ad immaginarsi
una cieca astrazione formale saremmo portati a abitanti puntiformi di un mondo bidimensionale
contrapporre l’evidenza dell’antica geometria, legata costituito da particolari superficie in modo che non
all’immagine dei disegni tracciati sulla sabbia assolata, fossero indotti a concepire la minor distanza in linea
all’astrazione della moderna geometria proiettiva retta e, di conseguenza, a verificare che la somma degli
inaugurata nelle leçons des tènébres di Desargues. E poi angoli interni di un possibile “triangolo” (di distanze
immaginare che il lume utilizzato forse da Desargues minime tra tre punti) non equivale necessariamente
per ottenere facilmente le immagini delle coniche nelle ad un angolo piatto. Fingendo i “rilievi geodetici”
tènébres, si vada spegnendo nella concezione contabile delle formichine umane sulla “superficie di una statua”
ed iconoclasta che vede confluire la geometria si traducevano gli enti euclidei nei corrispondenti non
proiettiva nell’algebra lineare. L’astrazione che euclidei e si argomentava anche in modo intuitivo sulle
vedremmo progredire con il buio dell’aula di Steiner loro nuove proprietà. Le rette ordinarie della
sarebbe quella che procede, se non verso un vero e geometria euclidea erano, ad esempio, tradotte nelle
proprio pensiero privo di immagini, verso una geodetiche della superficie a curvatura costante
geometria non più immaginabile visivamente, a negativa (dello spazio euclideo ordinario), che nel caso
cominciare dall’introduzione di una quarta dimensione della “cuffia” pseudosferica, si immagina generata
spaziale nelle geometrie non euclidee. dalla rotazione di una curva trattoria intorno ad un suo
Le storie della geometria ottocentesca contrad- asse coordinato.
dicono invece in buona parte questo schema sempli- Il ricorso ai modelli, non solo nella divulgazione, è
cistico di progressivo distacco della mente dai sensi, importante per gli stessi matematici ottocenteschi nel
di abbandono di ogni considerazione fenomenica, di comprendere il senso geometrico delle nuove teorie.
rinuncia alle visualizzazioni oggettuali. È ampiamente La geometria ellittica si modellizza su di un emisfero
noto che gli spazi curvi delle nuove geometrie (definite dove le rette euclidee sono tradotte nelle circonferenze
dal matematico veneto Bellavitis “da manicomio” o massime e le distanze sono misurate come angoli al
centro. In generale, trovato un modello che soddisfa visualizzazioni di leggi matematiche e fisiche; anche
un gruppo di assiomi è possibile costruirvi una gli strumenti di calcolo, di misura e di disegno si
specifica teoria ricorrendo quasi a semplici con- vorrebbero far valere come modelli (che oggi si
siderazioni topografiche, senza che venga meno direbbero “interattivi”) perché i loro dispositivi, se
l’evidenza intuitiva e visiva di quel sistema autonomo trasparenti, rendono visibile una determinata legge, la
di proposizioni. Per quanto i più considerassero i esemplificano in un oggetto. Se uno strumento è in
sistemi non euclidei delle pure curiosità logiche, queste grado di mostrare semplicemente il suo dispositivo
teorie venivano accettate in una geometria che era geometrico in moto allora diventa un vero e proprio
ancora, in gran parte, scienza dell’estensione fisica; modello didattico, un esempio evidente in grado di
tanto che, com’è noto, la dimostrazione della natura aiutare la comprensione e la ritenzione mnemonica di
non euclidea del nostro spazio viene tentata una legge.
sperimentalmente da Karl Friedrich Gauss attraverso La difficile speranza che sembra sottesa a queste
la misurazione topografica degli angoli di un triangolo raccolte tardo ottocentesche di strumenti didattici è
reale di qualche chilometro di lato. proprio quella della loro trasparenza geometrico-
cinematica che vorrebbe vedere teorie e tecnologie
2.1.4 L’uso didattico dei modelli è anche un progredire tanto in generalizzazione quanto in
importante corollario di questa componente semplicità, almeno per quei dispositivi che incorporano
“empirica” della geometria. La cuffia di Beltrami le applicazioni più dirette della geometria con un
apparteneva al corredo didattico che negli istituti progresso della teoria in grado di produrre allo stesso
universitari ha lasciato posto (in ogni senso) agli odierni modo l’evidenza delle macchine didattiche e
personal computer. Simili teatri di modelli utilizzati nel l’efficienza degli utensili. Ma questa speranza non è
tardo Ottocento e nei primi anni dal Novecento per verificata nelle pagine di materia geometrica del
l’insegnamento delle geometrie sono ancora Katalog ..., come rappresentano complessivamente i
parzialmente visibili nelle vetrine sopravvissute ai due interventi di Guido Hauck, significativamente un
traslochi universitari e sono ben documentati, ad primo teorico fondativo (un saggio) ed un secondo
esempio, dal Katalog mathematischer und mathe- tecnico applicativo (uno strumento).
matisch-physikalischer Modelle, Apparate und Instru- Nel saggio iniziale7 il professore berlinese delinea
mente dell’esposizione di Monaco del 1892-93 o dalle l’ampliamento dei postulati di costruzione (le
analoghe raccolte che gli succedono 6 . Modelli di gesso operazione lecite) degli Elementi di Euclide am-
(fig. 45) o di legno e fili metallici, di superficie mettendovi: a) il poter condurre una retta da due punti
algebriche (atti anche ad esemplificare la teoria delle arbitrari dello spazio, b) la possibilità di prolungare
linee di curvatura) o “scheletri” di trasformazioni indefinitamente qualsiasi retta, c) di trasportarvi un
proiettive sono elencati e descritti nel Katalog curato qualsivoglia segmento, d) la descrizione di un cerchio
da Walter Dyck accanto ad apparecchiature su ogni piano generico dello spazio. Con tali “con-
sperimentali ed a veri e propri strumenti per il calcolo cessioni costruttive” Hauck ritiene si possa giungere a
grafico come Integrafi, planimetri, o a strumenti per soluzione coerente di ogni questione stereometrica e
il disegno, come i prospettografi ed i curvigrafi. definisce un paradigma proiettivo generale che
Questa varietà di oggetti sarebbe comprensibile consiste nella doppia proiezione centrale da centri
unitariamente proprio come un’enorme raccolta di situati sui due piani di rappresentazione. Egli associa
graficum pubblicato da Meister nel 175311 (figg. 55 e 58 Schema del sistema articolato del primo modello del
56). Hauck propone due varianti (figg. 58 - 61) di un prospettografo di Guido Hauck, (a cura di W. Dick) Katalog
prospettografo costituito da un sistema articolato di mathematischer und mathematisch-physikalischer Modelle,
aste colleganti la posizione di una penna O3 (pro- Apparate und Instrumente, Monaco 1892-93, strumento n.112
spettiva) a ciascuna coppia delle posizioni di segnatori
che percorrono uno (O1) la pianta e l’altro (O2) l’alzato
di un corpo. Per entrambe le versioni il quadro
prospettico può essere posto in qualsiasi posizione per
rapporto all’alzato del corpo, ma sempre perpen-
dicolarmente al piano orizzontale. Il primo modello
(figg. 58 e 59) differisce dalla sua più comoda variante,
rielaborata da Brauer (figg. 60 e 61), solo per la diversa
articolazione del cinematismo e quindi per la
disposizione degli elementi della rappresentazione.
Entrambi ottengono i tre punti correlati in proiezione
ortogonale - O1 e O2 – ed in prospettiva - O3 - fissando
la proiezione P del punto di vista sul piano orizzontale,
la traccia g del quadro sul piano orizzontale e la sua
immagine nella linea di terra g’ alla distanza principale
Pg ’ dal quadro, un punto di fuga F sull’orizzonte.
Come lo strumento riduttore a proiezione centrale (fig.
57), brevettato contemporaneamente da Fiorini 12 ,
questi strumenti realizzano una proiezione centrale
entro una doppia proiezione ortogonale con una
complessa articolazione che, nonostante alcune sue
componenti (come un perno o una riga) possano
rappresentare concretamente degli enti geometrici
(come il punto di vista o una retta proiettante), non ha
l’immediata semplicità dello schema geometrico. Il
numero delle aste articolate è tale da rendere non
immediatamente intelligibile la catena cinematica di
questi sistemi articolati che come modelli didattici 59 Schema del dispositivo geometrico sul quale si fonda il
sarebbero più complessi della costruzione prospettica prospettografo di Guido Hauck, da (a cura di W. Dick), Katalog
per intersegazione che dovrebbero esemplificare. mathematischer ..., cit., strumento n.112
64
67
67 Schema dell'enunciato del teorema di Desargues nel caso dei triangoli appartenenti a piani distinti
F1 F2 F1 F2
C2
C2
secondo la concezione moderna, come stadi di un’unica preliminari dell’insegnamento, in quella “geometria
trasformazione pensata nei termini di un movimento intuitiva” da consumarsi nei primi anni del ginnasio,
continuo del piano della conica rispetto al vertice, in soppressa su pressione dello stesso Beltrami dal
grado di figurare esattamente anche la natura delle ministro Coppino nel 1884, riproposta dal ministro
curve focali; rendeva solo più evidente oggettualmente Baccelli nel 1891 e ripristinata nel 1900 durante il
quella concezione cinematica di trasformazione per ministero Gallo.
transizione continua, implicita tanto nel moderno Una concezione strettamente logica dei fondamenti
“principio di continuità” quanto nelle concezioni della geometria elementare, che alla fine del secolo si
infinitesimali e differenziali del XVII secolo. esprime definitivamente nei fondamenti della
geometria di David Hilbert, si sviluppa nell’Italia
2.2.3 Alle soglie del Novecento mentre Loria dichiara dell’ultima decade del secolo nel fortunato indirizzo
la fusione “... metodo atto a rendere più perfetta la deduttivo formale, testimoniato dai lavori di Giuseppe
struttura delle geometria,più sciolto e regolare il Peano36 , Mario Pieri (in particolare il volume Della
funzionamento de’ suoi organi”, il fusionismo viene geometria elementare come sistema logico deduttivo, del
accolto35 nella scuola italiana entro il principio della 1899)37, di Gino Fano38 e di Alessandro Padoa. Con i
libertà didattica e l’accettazione delle considerazioni fondamenti della geometria del 1899, salutati come
cinematiche tra i principi dell’insegnamento geo- l’opera direttamente paragonabile per importanza
metrico non si pone in modo esplicitamente polemico. dottrinale agli Elementi di Euclide, si diffonde, spesso
In geometria, anche tra i sostenitori delle concezioni in modo caricaturale, il principio che la coerenza degli
ipotetico-deduttive più formali ed antisperimentali, assiomi è sufficiente a determinarne la verità e, come
molti erano disposti ad ammettere tutta l’utilità conseguenza, a definire l’esistenza degli enti. Le
didattica dell’uso dei modelli considerandoli, se non suggestioni psicologiche e spaziali delle parole che
altro, l’inizio di una scala contingente per raggiungere indicano gli enti e le relazioni elementari non hanno
le dovute astrazioni. Nelle Istituzioni di geometria l’uso più alcun valore come vuole la battuta spesso attribuita
di modelli oggettuali o di strumenti-modello a scopo ad Hilbert secondo la quale si possono sostituire i
induttivo o dimostrativo era da considerarsi, appunto, termini “punto”, “retta” e “piano”, con “boccale di
strumentale, da rubricarsi tra le “esperienze pre- birra”, “sedia” e “tavolo”, purché gli assiomi stabiliti
matematiche”. Sulle considerazioni cinematiche vale non contraddicano le loro conseguenze.
la cautela che, a rigore, in geometria i punti “si Ma il successo, a volte enfatizzato, del principio che
corrispondono” ma “non si muovono”, e la finzione la massima arbitrarietà semantica risiede nel massimo
cinematica è generalmente accettata solo negli stadi rigore assiomatico (la prevalenza del puro gioco dei
XV
IX
X XIV
XII XIII
Nord
sfera celeste ombra nell'equinozio
orbita
solare
apparente
Sud
a piombo” ovvero lo gnomone, dalla cui ombra, secon- che produce le tavole numeriche 6, indica insieme lo
do il racconto mitico, Talete commisura le grandezze strumento e la procedura.
analoghe dell’ombra e dell’altezza inaccessibile della
piramide. La gnomonica rievoca la figura del triangolo 3.1.2 La compresenza dei potenti significati “arcaici”
rettangolo che ha per cateti lo gnomone e la sua ombra dello gnomone autorizza l’ampio proemio digressivo
e per ipotenusa il raggio di sole, che è ragione delle con cui Vitruvio introduce il libro sulla gnomonica - il
similitudini svelate dal teorema di Talete attraverso il nono del De Architectura- tracciando un excursus
quale, come afferma Michel Serres4 , “la geometria” - esemplificativo delle “... riflessioni che sono di utilità
nella sua “origine ottica” – si istituisce come “... il per lo sviluppo della vita umana” ovvero delle
risultato di un’astuzia, di una deviazione il cui percorso scoperte geometriche e fisiche, delle procedure e
indiretto permette di accedere a ciò che supera una delle macchine, dei dispositivi di calcolo posti al
pratica immediata.” Il teorema che dimostra l’inva- servizio dell’arte di costruire. La sequenza divulgativa
rianza nel mutamento, è connesso alla produzione di e celebrativa delle utili invenzioni dei grandi filosofi
un sostituto, di un modello misurabile (lo gnomone) della citati da Vitruvio sembra delineare quello che oggi
grandezza inaccessibile (l’altezza della piramide). rubricheremmo come un eterogeneo formulario di
Lo gnomone, sottolinea Michel Serres, agisce geometria pratica; egli ricorda nell’ordine: Platone
“...senza alcun intervento umano, senza soggetto per la dimostrazione della duplicazione del quadrato
motore” e rappresenta “ una conoscenza macchinistica, (nei passi del Menone), Pitagora per la generazione
in quanto intercetta un movimento, quello del Sole.” numerica connessa allo gnomone del triangolo
Serres preferisce qui “...il termine macchina a quello rettangolo, Archimede per l’applicazione dell’idea di
di strumento tanto, per noi, l’utensile fa riferimento al densità delle materie come rapporto peso/volume,
soggetto che l’utilizza e alla sua mano o all’azione Eratostene di Cirene ed Archita di Taranto per le
volontaria e finalizzata per la quale il soggetto stesso soluzioni al problema della duplicazione del cubo. I
l’ha concepito e fabbricato” mentre “l’attività mentale celebri trovati riguardano problemi che ammettevano
designata dal termine gnomon, in greco, si riferisce qui soluzioni grafiche e meccaniche, presentati in tutta la
a una macchina, a un oggetto che realizza una delle loro contingenza applicativa come risoluzioni di
prime conoscenze automatiche della storia, il primo concreti problemi mensori (di topografia, di
macchinario che unisce qualcosa di materiale [matériel] dimensionamento edilizio, di estimo ...) ed esposti
a del software [logiciels].” nella forma aneddotica in cui venivano tramandati da
Gnomone (gnomon) non è solo il nome dello stilo (del una ricca letteratura divulgativa. Tale celebrazione
sostituto della grandezza incognita), ma indica la stessa di un sapere oggettuale fatto di strumenti di misura,
figura dimostrativa, il dispositivo che genera il numero5 , sembra sovrapporre all’idea di astrazione matematica
quella di rigore empirico, di precisione sperimentale. allargare l’estensione tecnica e spiegare l’intensione
Seguendo la frammentarietà delle sue fonti Vitruvio teorica del testo romano attraverso una serie di
non comprende in un unico stile dimostrativo tutti gli precisazioni filologiche soprattutto nel merito delle
episodi del suo proemio, ma in quella piccola soluzioni del problema della duplicazione del cubo.
costellazione di exempla, di invenzioni (anzi di presunte Egli cita estesamente la fonte principale, la lettera dello
scoperte matematiche) il commento di Daniele pseudo Eratostene al re Tolomeo - tramandata nel com-
Barbaro approfondisce il racconto dei tr ionfi mentario di Eutocio (VI sec. d. C.)al trattato sulla sfera
matematici sulla natura, dettaglia l’or igine dei e il cilindro di Archimede - dove si sovrappongono il
dispositivi come “astuzie” escogitate per rispondere mito e la storia cronologica della duplicazione delica7 :
agli enigmi della natura e ne sottolinea il fondamento “ Egli si dice, che uno de gli antichi compositori di
nella teoria delle proporzioni e della misura sulla base Tragedie introduce Minos [Minosse] a fabricare il
degli Elementi di Euclide. sepulcro a[l] [figlio] Glauco: e havendosi detto, che
Il commento, “... avvertendo che questo nome di quello era di cento piedi per lato, rispose, questa è
gnomonica si estende molto piu di quello, che Vitruvio picciola arca per un sepulcro regale. sia dunque doppia,
potesse intendere nel presente luogo”, cerca di e non si muti il cubo. Veramente chi vorrà raddoppiare
f= a.(1 -x)
a
c
y= a+b+c+d –h –g –f
d
77 Diagramma geometrico del Constructeur universel d’equations,
particolare della plance dedicata all'algebra dell'Encyclopedie [di
Diderot et d’Alembert] ou Dictionnaire raisonné des sciences, des 78 Schema dimostrativo del constructeur universel d’equations dal
arts et des métiers, Paris, 1751-1772 quale si ricava y =d + cx +bx2+ ax3
indeterminata e dunque il punto s traccia il grafico di secondo grado e q di primo grado, ed aumentando
della funzione y =p(x). Si può notare che mentre s i componenti del cinematismo, se si immagina una
percorre una curva di terzo grado, r traccia una curva meccanica senza attriti, aumenta parimenti il grado
domande che segnano l’esordio del calcolo moderno. non è nient’altro che quella parte della meccanica uni-
Queste storie dimostrano come sia artificioso separare versale che propone e dimostra l’arte di misurare ac-
le vicende originarie del calcolo infinitesimale da quelle curatissimamente.”29 “Poiché, infatti” – continua
della costruzione della meccanica classica, e da questa Newton - “le arti manuali sono interessate soprattutto
il suo corredo di strumenti e di aneddoti tecnologici. ai corpi in movimento, accade di solito, che la geo-
Meccanica e geometria convergono confondendosi metria sia riferita alla grandezza e la meccanica al
in una stessa origine non soltanto nell’antica scientia moto. In questo senso la meccanica razionale sarà la
de ponderibus, ma anche nella moderna scienza scienza dei moti che risultano da forze qualsiasi, e delle
newtoniana,come appare nella prefazione del 1686 ai forze richieste da moti qualsiasi, esattamente esposta
Philosophiae naturalis principia mathematica dove si e dimostrata.” Per Newton “Gli antichi in verità
afferma che “... la geometria … si fonda sulla prassi e fondarono una duplice meccanica: la razionale, che
Postulando quella meccanica universale, non nella genealogia dei cosiddetti “compassi perfetti”34 .
sempre era irriducibile uno specifico rapporto tecnico Dal “compasso perfetto” (fig. 89), che descrive le
tra oggetto e figura, tra costruzione matematica e coniche come effettive sezioni di un movimento conico
costruzione materiale della figura; tra teorema e con il piano del disegno, proviene lo strumento
strumento si poteva trovare una sorta di “divisore indicato da Cartesio per il taglio delle lenti iperboliche,
comune”, anche negli autori sicuramente lontani ma anche quelli destinati al disegno delle meridiane o
dall’empirismo newtoniano. Basti ricordare come la quelli utilizzati in seguito in alcuni tracciamenti
corda tesa con i capi fissati nei due fuochi o nell’unico cartografici. Le costruzioni delle coniche, come
centro, con la quale il giardiniere traccia ellissi e cerchi, abbiamo riscontrato nel paradigma geometrico delle
materializza la proprietà della curva enunciata nelle meridiane e come dimostra la varietà dei conicografi
proposizioni 52 e 21 delle Coniche di Apollonio, cinque e seicenteschi evidenziati in importanti studi
nonché le proprietà ottiche e acustiche dei fuochi30 . storici35 (sulla letteratura tecnica e scientifica che
Anche se la verità fotografica di quei tracciati “poco declina in ottica ed astronomia le conoscenze sui
nitidi” può essere vista da noi come a “bassa defi- paradigmi proiettivi e la geometria delle curve), sono
nizione”, la costruzione a filo teso caratterizza e anche in diversi modi una riproduzione artificiale del
precisa sul piano espressivo le qualità della figura fenomeno proiettivo della vista e della propagazione
riassumendo i risultati del procedimento logico della luce. Questi strumenti cinque e seicenteschi in
discorsivo della sua definizione formale. Così Cartesio quanto modelli più o meno diretti di “fenomeni
(fig. 85) nella Dioptrique non evita di riproporre innanzi geometrici” riguardano allo stesso modo diverse
tutte la costruzione che ha “...visto servire ai giardinieri pratiche speculative ed utilitarie come la gnomonica,
nella divisione delle loro aiuole” nonostante “... questi la prospettiva o la geometria.
...descrivono [l’ellisse] in un modo certamente gros- In quanto “modelli” la loro funzione preminente
solano ed impreciso”, perché gli “ ... pare faccia com- non è (spesso) quella di utensili, ma quella di strumenti
prendere la sua natura meglio della sezione di un dimostrativi a supporto di un ragionamento induttivo.
cilindro o di un cono.” 31 La costruzione dell’iperbole Abbiamo visto, infatti, che i riferimenti a cinematismi
a filo teso 32 (fig. 88) è ritenuta dall’autore anche per tracciare curve nelle celeberrime appendici al
tecnologicamente più conveniente delle descrizioni per Discours de la méthode non rispondono soltanto a
punti tramite compasso, utili solo “... per costruire in problemi tecnologici, non compaiono solo nei Discorsi
modo grossolano qualche modello che rappresenti ottavo e decimo della dioptrique, dove Cartesio
approssimativamente la forma delle lenti che vorremo affronta la costruzione geometrica e pratica delle lenti,
tagliare” tramite “...qualche altro strumento per mezzo ma anche nel secondo libro della Géométrie 36 dove,
del quale sia possibile descrivere iperboli d’un sol tratto attraverso il mesolabio (fig. 91) inf initamente
come si descrivono cerchi con un compasso.”33 Lo ampliabile, si dà un metodo di trasformazione generale
strumento per tagliare lenti in forma iperbolica (fig. di una curva in un’altra dimostrando la liceità e la
90) non è descritto come un sistema articolato piano, costruibilità geometrica di curve via via “più compo-
ma come un dispositivo che permette di tagliare una ste”. Dalla presenza di macchine immaginariamente
serie di iperboli mediante le sezioni piane parallele a ampliabili si potrebbe concludere che gli strumenti per
due generatrici di un cono descritto dal moto di una Cartesio, pur non avendo una funzione completamente
sega rettilinea, uno strumento che s’iscrive, dunque, dimostrativa, hanno perlomeno uno scopo mne-
soverchio, che un prudente inventore indirizzi a tale Se giudicassimo la rispondenza a questo principio
scopo le sue meditazioni; si perché manca una certa degli strumenti proposti da Suardi vi troveremmo
utilità, che lo persuada, si anche perché questi tali diverse contraddizioni, specie quando suggerisce come
istromenti non ad altro occupano i tavolini de’ più utile conicografo (per precisione di tratto) – a
Geometri, che per tosto fornir loro una curva, qualora scapito di ogni distinzione di dimensioni e di si-
per avventura solleciti di una bella figura, che dovesse militudini - “... l’istromento chiamato d’Imitazione”,
incidersi in rame, o usare in qualche dimostrazione, una semplice mascherina, “... una polita lamina d’ar-
vogliono sottrarsi al tedio di un più lungo metodo.” gento o altro metallo, in cui [cfr. fig. 94 -1- ], col
se la variazione, mancando una stretta corrispondenza “...lasciando nel piacere del discreto artefice
biunivoca tra cinematismi e scrittura algebrica, non l’aggiungervi da se altre parti, quando in pratica le
riguarda tanto quelle nature “dall’equazione accu- trovasse necessarie, e confacenti alla natura dell’istro-
sate”, ma le specifiche ragioni, le leggi geometriche, mento.” Questo strumento, con la sola variazione di
dello strumento. un vincolo, si dimostra atto a descrivere anche la
Lo studio della natura meccanica delle curve è trattoria a base retta (realizzando la proprietà,
sviluppato da Suardi con un intento prevalentemente individuata da Leibniz, che per la curva è costante il
estetico; lo dimostriamo in particolare a proposito segmento di tangente fra il punto di contatto e la retta
delle descrizioni organiche delle curve “meccaniche”, data) in modo più spedito e preciso di quanto fosse
specie la logaritmica, la trattoria (trattrice, o traiettoria consentito dai metodi usuali. I metodi di Leibniz “...
di Huygens) e la sua evoluta - la catenaria – (le curve che descriveva questa curva con un peso attaccato ad
legate anche alle questioni meccaniche più dibattute un filo” e di Huygens “... con una rigida verga fornita
confluite nella teoria delle curve elastiche) che offrono alle due estremità di una punta” secondo Suardi “ in-
evidentemente i rimandi più diretti al testo di Poleni volgevano il Problema, ed erano lo stesso che tirar per
(fig. 92). la tavola l’oriuolo di Perralto [48 ], in quella guisa ap-
Sulla descrizione organica della curva logaritmica punto che sarebbe apposto a biasimo, se per descrivere
il contributo di Suardi consiste solo in una riduzione “ le sezioni coniche, altri recasse prestamente tre pezzi
a più poche parti” (fig. 93 - 2-) del curvigrafo di Poleni, di un cono, intorno a’ quali una penna si avesse a gui-
che usa la proprietà secondo la quale la sottotangente dare”49 .
della curva è sempre uguale ad una costante data, L’argomento avanzato da Suardi secondo cui il
curvigrafo non dovrebbe riprodurre il singolo episodio e fisico Paolo Frisi che, in una lettera50 del 1753, pur
di un“fenomeno geometrico naturale”, oltre ad giudicando positivamente la dottrina geometrica e
esporre a quello stesso “biasimo” anche la sua masche- l’ingegnosità del trattato degli Istromenti, dimostra
rina delle coniche, attira un’obiezione del matematico qualche perplessità sui diversi requisiti che il geometra
corrispondenti vincoli meccanici. Dati (fig. 97) un immagine dello strumento ) detto intervallo, si con-
punto fisso P detto polo, una retta fissa DR (direttrice) ducono dal polo tutte le possibili rette arbitrarie AG
detta base ed un segmento St (lettere indicate sulla (riferite all’immagine prospettica dello strumento) che