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quadern IUAV.12.

2000

DPA
a G.C. e V. DF.
intorno agli
omolografi
strumenti e modelli
per la geometria descrittiva

Fabrizio Gay
design
Sergio Polano / servizio comunicazione IUAV
carattere
ITC Bodoni

© IUAV 2000
ISBN 88-87697-29-9
sommario

prefazione

1 le macchine dell’assonometria prospettiva


13
gli omolografi
26
prospettive axonometriche
32
apparecchi omolografici

38
note

2 teatri didattici
43
aule oscurate e vetrine di modelli
52
elementi solidamente fondati
57
mostre e storie

61
note

3 curve antiche, nuovi istromenti


65
geometria meccanica
78
ludi matematici
79
nuovi istromenti

90
note
prefazione

Non occorre spendere molta letteratura per dimostrare provocata dalla nostra condizione, ormai “naturale”,
che gli strumenti per il disegno ed il calcolo applicati di operatori sempre più sollevati dal ruolo di soggetti
alle arti costruttive, dalla riga e compasso ai più recenti dell’azione, esonerati dalla coscienza della catena
softwares applicativi, funzionano come protesi tattiche causale della nostra produzione.
e mnemoniche, e per sottolineare che il progresso Le “nostalgie” meccaniche messe in scena dai
tecnico di questi dispositivi cerca insieme di accrescerne personal computer hanno lo scopo di orientare l’utente
le funzioni e semplificarne i protocolli (le modalità delle assecondandone quell’immaginazione meccanica che
istruzioni impartite dall’operatore). Siamo ormai si ritiene anche all’origine psicologica degli stessi as-
abituati a disegnare con macchine d’utilizzo sempre più siomi sui quali costruiamo le geometrie più insegnate.
esteso, articolato e semplificato il cui funzionamento Così, paradossalmente, più le macchine si complicano
è tanto più complesso quanto più incorporeo. E forse e più devono (per l’ergonomia riflessa dal mercato)
immaginiamo lo sviluppo delle macchine per il disegno fingersi semplici ed in qualche modo “primitive” con
evolvere, nell’adattamento della protesi al corpo, il loro funzionamento elettronico ancora “inter-
verso strumenti sempre più memori, istruibili ai calcoli facciato” dalla simulazione di un “modello” mec-
più raffinati, capaci di produrre modellizzazioni canico.
continuamente adattabili, interrogabili, in grado di Non è certo prerogativa dell’era informatica il fatto
assecondare senza attriti i processi della progettazione. che lo strumento insceni una costruzione che riproduce
D’altronde le macchine che adoperiamo abi- a scopo illustrativo o sperimentale le forme e le
tualmente hanno in qualche modo incorporato “l’arte caratteristiche di un’opera in fase di progettazione o
di risolvere i problemi”, quella “géomètrie meta- di verifica. Il tema del modello oggettuale sul quale si
phisique” definita alla voce algebra dell’Encyclopedie predicano trasformazioni continue e graduali a scopi
di Diderot e D’Alembert come la scienza che ha lo illustrativi o dimostrativi non riguarda solo il lavoro
scopo di alleviare “... la memoria e l’immaginazione degli architetti, ma attraversa principalmente l’intera
diminuendo di molto gli sforzi che sarebbero obbligate storia della geometria e delle sue continuamente
a fare per ritenere le diverse cose necessarie alla reinventate origini. È un tema che si evidenzia spe-
scoperta della verità sulla quale lavoriamo e che si cialmente quando gli strumenti delle tante mani-
devono conservare presenti all’intelletto [esprit].” Ma festazioni pratiche della geometria funzionano come
queste macchine, almeno quelle più diffuse, non modelli geometrici, modelli matematici oggettuali,
presentano in genere molto del potente metalinguaggio espressione di un certo aspetto o fenomeno, asse-
algebrico: alleviano sempre più dalle “astrazioni” che condando nell’operatore l’intuizione di determinate
le muovono offrendo interfacce grafiche e protocolli proprietà dell’estensione figurata. Gli orologi solari, i
che recitano antiche procedure manuali: “taglia e prospettografi ed, in genere, alcuni dispositivi per il
incolla”, “sposta”, “disegna”..., mentre lo schermo del disegno sembrano costituire dei modelli geometrici,
computer mette in scena il piano della scrivania, la delle simulazioni oggettuali di un “fenomeno”
pagina cartacea, la filza, la lastra fotografica, lo geometrico. Ed il fatto che da tempo la geometria non
schermo cinematografico ... famigliarizzando l’utente si occupi più di “fenomeni” ci ricorda che le macchine
fingendogli un “modello” d’interazione (in genere in oggetto appartengono all’epoca in cui la matematica
redatto in base a sondaggi di mercato) che ne asseconda era una scienza naturale o sono circoscrivibili a quegli
le abitudini tattiche ed ottiche. La costruzione delle ambiti applicativi che nel XIX secolo venivano
interfacce come modelli tattici (anche tattili) e ottici variamente rubricati sotto il titolo di geometria
risponde ovviamente ad una pura esigenza funzionale, applicata alle arti e alle industrie. D’altronde, come
ergonomica, dello strumento; non c’è in questo alcuna avverte il titolo, l’interesse dal quale muove questo
nostalgia umanistica che contrasti l’inquietudine lavoro è specialmente l’insegnamento della geometria

prefazione pagina 9
descrittiva nel quadro degli studi di Architettura e prospettiva, riguarda gli omolografi ideati da Stanislao
disegno industriale, cioè di quella disciplina (congedata Vecchi, illustrati nel contesto delle ricerche dell’inge-
ormai dalle ricerche matematiche) chiamata ad gnere parmense sui metodi di rappresentazione.
addestrare le capacità dell’immaginazione fisica, Avremmo potuto scegliere anche casi più clamorosi di
costitutiva di un senso della spazialità, a sottolineare dispositivi meccanici concepiti nel contesto del
non solo il rapporto tra proprietà geometriche e dibattito sulla generalizzazione dei metodi di
proprietà fisiche delle “forme” (nel senso comune), ma rappresentazione della geometria descrittiva in piena
anche il loro storico costituirsi in “figure” (nel senso epoca positivista (come i prospettografi di Guido
comune di forme dotate di un significato iconografico). Hauck) ed inoltrarci verso i prototipi dei restitutori
Tuttavia, è bene avvertilo, l’interesse per il rapporto fotogrammetrici novecenteschi. Ma gli Omolografi
tra “modello” geometrico e “strumento” pratico per offrono il vantaggio di costituire una fonte molto
il disegno o per l’insegnamento delle proprietà delle sintetica e provinciale con un ampio orizzonte di
forme, non è semplicemente pragmatico o speci- riferimenti impliciti non fosse altro per la semplice
ficamente “didattico”. suggestione del nome. Omolografi è il nome che
Gli strumenti meccanici di rappresentazione grafica Stanislao Vecchi, in una breve memoria del 1881, dà
o dimostrazione geometrica (ammesso che si possa mai ad alcuni strumenti per il disegno di assonometrie e
dare dimostrazione meccanica di una proposizione prospettive (utili anche come curvigrafi), semplici
matematica) non sono qui considerati come utensili cinematismi in grado, come indica la stessa
attuali per l’insegnamento. Sono trattati storicamente, denominazione, di riprodurre casi di trasformazione
come fonti, come particolari testi, sgombrando omologica delle figure. La memoria di Vecchi - senza
soprattutto il campo da contrapposizioni o teleologie seguito e poco commentata - è in realtà tanto ingegnosa
che ridurrebbero queste “macchine [ormai] celibi” al quanto poco originale, interessante proprio perché
ruolo di testimoni di una lontana preistoria di alcune applica alla geometria descrittiva la contemporanea
applicazioni dell’informatica alle simulazioni nascente teoria dei sistemi articolati (senza nominarla
meccaniche ed ottiche delle costruzioni. e quasi senza presupporla). L’interesse, più che per gli
Considerate nelle loro specificità storiche le ingegni omolografici, sta nel loro intorno di
macchine per il disegno e per la geometria non si provenienza e di utilizzo, negli anni in cui la geometria
prestano a comparire in bell’ordine nel racconto della proiettiva si qualifica come potente strumento
vicenda della loro funzione o del loro funzionamento, applicativo in grado di porsi a fondamento della
del loro valore euristico o del loro valore estetico, della nascente statica grafica e della generalizzazione dei
loro costruzione o del loro consumo. Seppur metodi di rappresentazione.
individuati nella classe apparentemente nitida degli Non è certo che dagli schemi cinematici di Vecchi
strumenti matematici questi dispositivi nascono da si siano tratti veri e propri utensili per il disegno tecnico
vicende eterogenee ed assumono ruoli non sempre o apparecchi dimostrativi esibiti nelle sue lezioni
univoci in rapporto alle teorie ed alle pratiche che li all’Università o all’Accademia di Belle Arti di Parma,
hanno espressi. Taluni sono veri e propri apparecchi ma certamente alla categoria degli omolografi si
dimostrativi, altri semplici utensili per il calcolo, il possono ascrivere tutti i sistemi articolati effet-
disegno o il rilievo, altri ancora sono strumenti solo tivamente utilizzati tra Ottocento e Novecento per
pretestualmente e appartengono di fatto ad un genere meccanizzare il disegno di prospettive - diretti
particolare di oggetti da collezione. antecedenti se non veri e propri prototipi dei restitutori
Non stupisce quindi che gli “strumenti modello” fotogrammetrici novecenteschi – e quelli realizzati per
siano soggetti storiografici di diversi studi approdati a il tracciamento di curve intese come particolari
risultati notevoli principalmente in storia delle trasformazioni proiettive. Per lo sviluppo della teoria
matematiche e delle arti. Di questi studi non diamo qui dell’omologia, il nome di omolografi poteva così
una sintesi bibliografica; questo lavoro non ha comprendere un insieme più ampio di macchine che,
d’altronde alcun carattere sistematico e tocca con tre con i dispositivi allora impiegati nel calcolo grafico e
sondaggi distinti un esteso periodo cronologico. meccanico, oggi hanno perso qualsiasi fungibilità
I tre capitoli che lo compongono possono solo pratica riducendo il loro interesse odierno tutt’al più
apparentemente delineare una sorta di percorso a ad un residuo valore didattico.
ritroso: dall’indagine su alcuni dispositivi per il disegno Sono appunto gli argomenti “didattici” che hanno
di curve, assonometrie e prospettive in uso alla fine spesso caratterizzato nel nostro secolo la letteratura
del XIX secolo, si cerca di sondare il loro impiego, su questi oggetti, e che ancora oggi sembrerebbero
accanto ad altri modelli didattici nell’insegnamento l’unica motivazione del loro studio. In particolare i
della geometria tra Ottocento e Novecento (da Monge contributi più recenti provengono dagli studi di
ad Enriques) e di delineare alcune loro radici didattica della geometria ed alcuni elementi di questo
genealogiche nei curvigrafi giunti tra i ludi matematici dibattito costituiscono un termine di riferimento per
del XVIII secolo. delineare il senso di questo lavoro il cui capitolo
Il primo capitolo, le macchine dell’assonometria intermedio è appunto dedicato ai teatri didattici entro

pagina 10 prefazione
i quali potevano trovare un ruolo i modelli geometrici
in moto.
Questi “nuovi” teatri didattici riflettono chia-
ramente una nostalgia per l’attitudine immaginativa,
probabilmente coltivata in molti istituti tecnici,
politecnici, università ed accademie di belle arti,
quando l’insegnamento della geometria proiettiva non
era stato ancora ridotto ad un capitolo accessorio
dell’algebra lineare, quando la statica grafica, il
disegno cinematico e soprattutto la geometria
descrittiva formavano all’uso delle astrazioni mate-
matiche in un’immaginazione fisica dell’estensione.
Almeno in questo senso abbiamo cercato di leggere
l’uso didattico dei modelli negli anni in cui sembrano
convergere le ricerche di matematici ed ingegneri sul
medesimo campo della teoria dei sistemi articolati,
mentre le tendenze fusioniste ispirano i nuovi indirizzi
pedagogici delle geometrie.
Si sottolinea infine nel terzo capitolo, curve antiche,
Nuovi Istromenti, come questa “nostalgia meccanica”
si riferisca soprattutto all’ambigua sovrapposizione di
geometria e meccanica, alla prossimità tra le
elaborazioni dei géomètres ed i dispositivi della
geometria pratica sino al XVIII secolo, esemplificata
nella serie dei Nuovi Istromenti proposti da Giovan
Battista Suardi nel 1752. Si ricorda come in quelle
formulazioni che accompagnerebbero il tramonto
della geometria come scienza naturale, gli strumenti
meccanici per il calcolo grafico ed il disegno possano
essere concepiti come rappresentazioni di un
“fenomeno” geometrico secondo la suggestione della
gnomonica, tramandata come archetipo, anche nella
tradizione vitruviana, dello strumento geometrico di
misura e insieme modello oggettuale della teoria delle
proiezioni.
A questi brevi rilievi si limita il riferimento diretto
alla letteratura architettonica, le altre considerazioni
riguardano aspetti della storia della geometria
descrittiva e alcuni temi dell’insegnamento geometrico
negli studi delle arti costruttive, ma senza affrontare il
soggetto delle effettive applicazioni degli strumenti
geometrici in quella che Jules De La Gournerie chiamava
la geometria dei cantieri, poiché gli addendi raccolti
sarebbero insufficienti per trarne medie o somme
significative.

prefazione pagina 11
1 Dispositivo di Johann Heinrich Lambert per il tracciamento della trasformazione di un piano in una sua proiezione centrale,
da J. H. Lambert, Anlage zur Perspektive (1752), pubblicato in (a cura di) Jeanne Peiffer, Lambert, Essai sur la perspective, Paris 1981

pagina 12 prefazione
1 le macchine dell’assonometria prospettiva

1.1 gli omolografi

1.1.1 Presentato quasi come uno scritto d’occasione,


il breve saggio di Stanislao Vecchi1 su Gli Omolografi
2
non è una memoria geometrica o una relazione
tecnica a didascalia di qualche concreto strumento, ma
si propone di migliorare l’idea di un dispositivo per il
disegno di assonometrie - il monomalografo Riccardi -
offrendo degli schemi cinematici alternativi.
Lo schema geometrico del dispositivo di
Michelangelo Riccardi, che Guido Dalla Rosa 3
pubblica nel 1876, si fonda sulle affini proprietà
grafiche dell’assonometria e delle due proiezioni
ortogonali di un corpo, sfruttando le condizioni di
ortogonalità tra retta e piano nel metodo di Monge; ciò
risulta evidente rappresentando (fig. 2) il quadro
assonometrico come un piano generico in una
proiezione triortogonale su quelli che sarebbero poi i
piani coordinati di un’assonometria. Proiettato
ortogonalmente ai tre piani coordinati xy, xz, zy -
come un qualsiasi piano generico - il quadro
assonometrico vi è rappresentato dalle sue tre tracce
Sx Sz, S x Sye Sz Sy, che in assonometria costituiscono 2 Tripla proiezione ortogonale di un generico piano S x Sy Sz e
appunto il noto “triangolo delle tracce”, il luogo di due piani proiettanti in prima e seconda proiezione ad esso
ortogonali passanti per le due immagini di un punto A,
d’intersezione del piano che riceve la proiezione
da S. Vecchi, Gli Omolografi
assonometrica con i tre piani coordinati.
In questa proiezione mongiana, due piani
(proiettanti) perpendicolari al piano generico Sx Sy Sz
e, rispettivamente, ai piani coordinati zx e xy, passanti
per un qualsiasi punto A (A’, A’’) dello spazio, sono
rappresentati anche dalle tracce A’M, perpendicolare
a Sx Sy, [4] e A’’N, perpendicolare a Sx Sz.
Nell’immagine (fig. 3) del quadro assonometrico
riprodotto nel “triangolo delle tracce” Sx Sy Sz in vera
grandezza sul piano del disegno, le tracce del triedro
coordinato sono proiettate negli assi coordinati Ox’,
Oy’, O z’ mentre le rette A’M e A’’N significano sempre
i due piani perpendicolari al quadro (al piano del
triangolo delle tracce S x S y S z ) e passanti per il
medesimo punto obiettivo A. In assonometria i piani
rappresentati completamente di profilo con AN e AM
sono, infatti, quelli perpendicolari a xz ed a xy passanti
per la retta che proietta il punto A sul quadro
assonometrico. 3 Proiezione ortogonale al piano S x Sy Sz di un punto A,
Se immaginiamo che le rette A’M e A’’N possano da S. Vecchi, Gli omolografi

gli omolografi pagina 13


traslare – come due righe a “T”- lungo i rispettivi lati spettografi” congegnati fin dalla metà del XVIII secolo,
estesi del triangolo delle tracce (Sx Sy e Sx Sz), e che avranno una breve stagione di successo commerciale
questo spostamento avvenga simultaneamente tanto negli anni novanta dell’Ottocento e saranno destinati
nella rappresentazione in proiezione ortogonale a divenire i prototipi di un’apparecchiatura per il
quanto in quella assonometrica, ogni intersezione di rilievo topografico ed architettonico, una mec-
A’M e A’’N indicherà contemporaneamente lo stesso canizzazione dell’intera fotogrammetria elementare.
punto obiettivo nelle due rappresentazioni. Lo stesso Gli omolografi sono proposti da Vecchi come
punto obiettivo individuato dall’intersezione tra A'’N alternativa a questo genere di apparecchi
e A’M ha così tre proiezioni: le due mongiane e quella “triproiettori” per ovviarne la complicazione
assonometrica. Il quadro Sx Sy Sz su cui si proietta meccanica semplificando il paradigma proiettivo su cui
l’assonometria sostituisce il terzo piano - il così detto si fondano. Anziché considerare globalmente la
piano ausiliario o di profilo – dell’ordinaria proiezione corrispondenza proiettiva tra i punti dello spazio e
ortogonale, rimarcando la natura dell’assonometria quelli di tre piani particolari gli omolografi riguardano
ortogonale come un caso particolare del metodo di la correlazione biunivoca tra due piani realizzando
Monge. meccanicamente l’omologia conseguente ad
Il monomalografo dovrebbe tradurre mec- un’omografia.
canicamente queste proprietà descrittive consistendo Vecchi comincia la sua “semplificazione” con-
in un dispositivo per il disegno simultaneo di pro- siderando che “...col monomalografo non si potranno
iezione ortogonale ed assonometrica di uno stesso avere [direttamente] i contorni apparenti dei solidi nel
corpo. Ma, a parte una sua versione come semplice disegno axonometrico perché non è conosciuta sul
riportatore di misure dalla rappresentazione in solido e nelle corrispondenti proiezioni geometriche
proiezioni ortogonali all’assonometria (alla stessa [proiezioni ortogonali] la linea che proiettata
scala), il congegno si presenta come un complesso axonometricamente diverrà il contorno apparente.”
sistema meccanico che dovrebbe comunicare simul- Per determinare il contorno apparente in assonometria
taneamente gli spostamenti di regoli omonimi nelle “converrà ricorrere ad artifici, fra i quali si potrà
due rappresentazioni. scegliere quello ordinariamente adottato di sezioni
Vecchi individua alcuni inconvenienti funzionali ed piane parallele ad uno dei piani coordinati, il più
ergonomici nel cinematismo che, pur ridisponendo conveniente”. Se inoltre si dispongono i piani
comodamente i disegni di pianta, alzato ed assono- coordinati nel modo più conveniente alla descrizione
metria sul piano di lavoro, presenta qualche difficoltà di un solido, la parte più onerosa del disegno si riduce
meccanica nella comunicazione dei movimenti dei alla trasformazione di una sola proiezione ortogonale,
cursori e delle righe (compiendosi i “moti relativi di “...quella su cui le proiezioni delle sezioni [del solido]
questo strumento ... tutti per mezzo di scorrimenti
entro guide”) e richiede al “...disegnatore di dover
dividere la sua attenzione fra i due calcoli A’ e A’’ pei
quali deve assicurarsi ad ogni istante se ciascuno di essi
si trovi sulla corrispondente proiezione di quel punto
A dello spazio di cui si vuole la proiezione assono-
metrica”
Sono questi, negli anni ottanta del XIX secolo,
alcuni degli ostacoli sui quali insistono le ricerche
tecniche nella costruzione di apparecchi meccanici che
potremmo rubricare sotto il comune titolo di
“triproiettori”, dispositivi che realizzano la corri-
spondenza tra tre proiezioni di un punto obiettivo dello
spazio ordinario. I più celebri (cfr. 2.1.4) sono quei
prospettografi che meccanizzano l’antico metodo
brunelleschiano per “intersegazione” con il quale si
ricava una prospettiva da una pianta e dal suo alzato
realizzando la corrispondenza tra le due proiezioni
ortogonali e la proiezione centrale di ogni punto. Se
tutti e tre i centri di proiezione sono impropri il
“prospettografo” che ne realizza la coordinazione
diventa ovviamente un apparecchio in grado di
descrivere diversi casi di proiezione parallela come il
metodo di Monge (su tre quadri) e tutti i casi delle 4 Ribaltamento sul quadro del piano xy intorno a S x Sy che diventa
assonometrie ortogonali. asse dell’affinità omologica ortogonale tra le due immagini del
Come utensili per il disegno, questi “pro- piano, da S. Vecchi, Gli Omolografi

pagina 14 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


sono uguali alle sezioni stesse” mentre le altre un’assonometria ortogonale, stabilito (fig. 4) il
operazioni servono solo a “sollevare poi queste sezioni triangolo delle tracce S x S y S z, il cui ortocentro è
alla distanza a cui debbono trovarsi dal piano l’origine O’ degli assi x’ y’ z’ , si ribalta, ad esempio, il
coordinato ad esse parallelo.” Nei disegni archi- piano xy sul quadro attorno alla traccia Sx Sy 5 . Detta
tettonici, ad esempio, si sceglie frequentemente la P l’intersezione tra la retta O’O* e la traccia Sx Sy, il
pianta (il piano orizzontale xy) come sezione e rapporto tra le misure delle distanze O’P e O*P
proiezione di riferimento, e si costruisce l’as- equivale al coseno dell’angolo diedro formato dal piano
sonometria elevando alle varie quote (z’) gli elementi obiettivo xy e dal quadro assonometrico (il piano del
della pianta trasformata nella corrispondente (x’y’) disegno); ovviamente il valore di questo rapporto è
immagine assonometrica. L’automatismo della costante tra le distanze da Sx Sy di qualsiasi punto A’ e
costruzione dell’assonometria è individuato da Vecchi del suo omologo A. L’angolo formato tra quadro e
proprio in questa “trasformazione” di un piano (dato piano obiettivo xy è complementare all’angolo α
in “vera misura”) nella sua proiezione parallela. formato dall’asse z con il quadro; se P è l’intersezione
Notoriamente la trasformazione di questo piano (ad con Sx Sy di una sua qualsiasi perpendicolare che passa
esempio la“pianta"xy) nella sua immagine as- per il generico punto obiettivo ribaltato A del piano
sonometrica (x’y’) è un’affinità omologica che, xy sarà dunque sempre verificato che A’P = AP . sin α .
secondo il corrispettivo tipo di assonometria, è Per ognuna delle possibili assonometrie ortogonali è
ortogonale od obliqua, ed ha sempre come asse la costante questo rapporto A’P = AP . sin α che si può
traccia S x S y, luogo dei punti uniti dell’omografia tra determinare facilmente anche per via grafica e per
il piano xy ed il quadro assonometrico (fig. 4). ciascuno dei tre piani coordinati.
In proiezione ortogonale l’affinità omologica è Queste due proprietà dell’affinità omologica
anche la corrispondenza tra le due immagini di uno ortogonale – la costanza del rapporto delle distanze di
stesso piano: tra la sua prima e seconda immagine e A’ e A da Sx Sy e l’allineamento di A’ e A lungo una stessa
tra ciascuna immagine e quella dello stesso piano perpendicolare a Sx Sy – sono realizzate dallo strumento
ribaltato (in vera misura) sul relativo quadro attorno rappresentato in figura 5. La prima proprietà è
alla comune traccia (asse dell’affinità). riprodotta dal parallelogrammo articolato nelle
La configurazione grafica più comoda per costruire cerniere B C D E e fissato al piano del disegno lungo la
l’assonometria tramite le sue affinità è quella che traccia Sx Sy nei perni N e M intorno ai quali le aste
delinea immediatamente, attraverso l’omologia, il possono solo ruotare. Queste aste rappresentano rette
ribaltamento sul quadro di un piano coordinato che si corrispondono nell’omologia e la posizione dei
intorno alla traccia comune secondo una delle possibili perni M e N esprime il rapporto di affinità dividendo i
costruzioni di una coppia di elementi omologhi. In bracci EB e DC in modo tale che
EM / MB = DN / NC = sin α .
È evidente che una qualsiasi retta ortogonale alla
traccia Sx Sy interseca le aste ED e BC rispettivamente
nei punti A’ e A le cui distanze da Sx Sy hanno rapporto
costante = sin α . Questa perpendicolare alla traccia è
materializzata da una riga a “T” che trasla lungo l’asta
BC restandole perpendicolare e garantendo quindi la
condizione di allineamento di un mirino nel punto A
(lungo BC) e di una matita nel punto A’ (lungo ED).
Mentre il mirino in A percorre i punti del piano xy in
vera misura, la matita in A’ segna i punti corrispondenti
nell’affinità che costituisce l’assonometria del piano
xy. Per ottenere direttamente i punti assonometrici A’’
delle sezioni parallele a xy basterà aggiungere alla riga
a “T” un regolo a partire da A’ sul quale si appoggia la
matita A’’ in corrispondenza di una tacca regolata sulla
quota z’ della sezione che si vuol tracciare, ovvero in
modo che la distanza A’’A’ sia, a seconda della quota,
costantemente uguale a z’ che vale z .cos α .
Questo dispositivo elementare per semplificare la
costruzione pratica dell’assonometria a mezzo delle
affinità omologiche - principio quasi tradizionale nella
letteratura tecnica italiana 6 specialmente per gli usi del
5 Sistema articolato per tracciare l’affinità omologica ortogonale disegno meccanico ed il disegno geometrico (fig. 6) -
tra l’immagine assonometria del piano xy e la sua immagine
ribaltata sul quadro intorno a S x Sy , da S. Vecchi, Gli Omolografi è interessante perché mette in risalto i rapporti tra i

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 15


6 Assonometria ortogonale di una superficie di rivoluzione, costruzione delle tangenti al contorno apparente e delle coordinate di un
punto generico della superficie, da D. Tessari, Sopra i principi della proiezione assonometrica, in “Annali del Regio Museo Industriale
Italiano", 1871, tav. XVII

sistemi ad aste articolate e la teoria delle trasformazioni


geometriche puntuali attraverso la quale si rileggono i
metodi di rappresentazione della geometria
descrittiva.

1.1.2 Del tutto analogo a questo parallelogrammo


assonometrico di Vecchi, ma formulato in termini più
generali, è un particolare biellismo, il rombo articolato
esposto da Delaunay 7 come apparecchio “projecteur”
attraverso il seguente teorema (fig. 7):
“Se due punti M e N di una losanga articolata A B C D,
posti ad ugual distanza dal vertice D, percorrono una
retta fissa Ox, quando il vertice B descrive una curva
qualunque, il vertice D descrive la proiezione 7 Schema geometrico del projecteur, da N. Delaunay, Sur quelques
ortogonale ribaltata sul piano della traiettoria del nouveaux mécanismes, in “Bulletin des Sciences
punto B.” Mathématiques”, 1895
Prolungando le aste AB e BC sino all’asse Ox nei
punti P e Q si ottengono i triangoli isosceli PBQ e MDN
simili (per la congruenza -di costruzione- degli angoli
nei vertici B e D, P e M, Q e N) le cui altezze SB e SD
sono proporzionali ai lati e, conseguentemente, per
qualsiasi posizione di M e N, si ha che
SB / SD = PB / MD = ad una costante.
Se consideriamo la retta fissa Ox come asse delle
ascisse, le altezze SB e SD si possono ritenere le
ordinate di una funzione che trasforma i punti
D = (x, y) nei punti B = (x’, y’). Per costruzione B e D 8 Schema interpretativo della trasformazione affine del projecteur,
saranno sempre allineati lungo una stessa ortogonale da N. Delaunay, Sur quelques..., cit.

pagina 16 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


9 Schema dell’elissoidografo, da N. Delaunay, Sur quelques..., cit. 10 Iperbolografo, da N. Delaunay, Sur quelques..., cit.

all’asse Ox e quindi le loro ascisse saranno uguali funzionare come ellissoidografo (fig. 9), dove le
(x = x’); le ordinate SB e SD avranno invece sempre un cerniere D e H descrivono due ellissoidi “a tre assi”
rapporto (y / y’) costante. quando la cerniera B percorre la sfera Σ di raggio OB.
Come per il parallelogrammo di Vecchi, si può Fin qui l’applicazione al disegno o alla modellazione
constatare che la trasformazione attuata dal rombo di tecnica motiva la trasformazione omologica - che
Delaunay è esattamente la corrispondenza (fig. 8) tra i corrisponde ad un semplice paradigma proiettivo - nel
luoghi descritti dal punto D e quelli della sua piano o nello spazio; forse la tentazione di fare del suo
proiezione parallela B su di un piano distinto che cinematismo un compasso conico induce Delaunay ad
interseca il piano del punto D lungo la retta Ox ed è esplorare un caso di trasformazione non lineare che si
inclinato d’un angolo α il cui coseno è = SD / SB = ottiene con un particolare vincolo meccanico ai moti
MD / PB. del rombo articolato. Osserviamo che se due vertici
Se con un qualche dispositivo, eliminando uno dei (cerniere A e C) opposti del rombo articolato A B C D
due gradi di libertà dei punti del cinematismo, fossero vincolati a scorrere su di una retta Oy, gli altri
obblighiamo, ad esempio, il punto nella cerniera B a due vertici B e D segnerebbero in ogni possibile
descrivere una curva, allora una matita in D traccerà posizione una coppia di punti che si corrispon-
la curva corrispondente nell’affinità omologica derebbero in simmetria assiale. Per eliminare uno dei
ortogonale di asse Ox. In sé il biellismo di Delaunay due gradi di libertà del cinematismo A B C D si possono
non esercita alcuna proprietà particolare della curva, vincolare le traslazioni relative delle due cerniere
ma solo quella della trasformazione affine. (carrelli) A e C sull’asse y (fig. 10) aggiungendo due
È con una nuova limitazione meccanica che il altre aste AM e CM (più corte dei lati del rombo) ed
projecteur di Delaunay può definirsi come un obbligando la nuova cerniera M a scorrere lungo una
curvigrafo; diventa, ad esempio, un ellissografo scanalatura δδ rettilinea. Delaunay dimostra 8 che
quando B è vincolato a muoversi circolarmente da un mentre M percorre la retta δδ i punti B e D descrivono
braccio imperniato in punto p. In questo caso D simmetricamente i due rami dell’iperbole che ha per
descrive la proiezione ortogonale del cerchio di centro asintoto la retta δδ . L’’iperbolografo di Delaunay è
p e raggio pB, che è l’ellisse con l’asse parallelo ad Ox dunque un biellismo, un deltoide articolato, che
uguale al diametro del cerchio (manovella) e l’altro trasforma la retta δδ (asintoto) in un’iperbole
asse EF tale che EF / 2.pB = MD / PB. costruendo una relazione non lineare.
Delaunay non si arresta alla trasformazione affine
del piano ed aggiunge una versione tridimensionale del 1.1.3 La generalizzazione del dispositivo mono-
suo meccanismo nel caso in cui sia vincolato a malografico, anche verso le funzioni di un completo

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 17


tracciatore di coniche, è invece condotta da Vecchi
entro i limiti della teoria dell’omologia, procedendo
per semplici migliorie tecniche.
Egli ritiene di poter ovviare agli attriti e rendere più
versatile il parallelogrammo articolato (fig. 5)
reinterpretandone il cinematismo che viene imma-
ginato come appartenente ad un piano perpendicolare
a quello del disegno. La figura 11 rappresenta l’alzato
di un nuovo strumento che consta di un sistema
articolato M N O P ... su di un piano ortogonale al
quadro assonometrico E F (al piano del disegno) che
può traslare rispetto al telaio fisso M N P. Sui due
bracci del telaio a “T” rovescia MNP possono scorrere
i “corsoi” (carrelli) A, A’ e G, ma i movimenti del
carrello A sono vincolati a quelli di A’ da un’asta di
lunghezza fissa AG lungo la quale è incernierata in H
un’asta HA’ tale che AH = A’H. Il triangolo A H A’
resterà, quindi -per costruzione-, sempre isoscele, e
comunque si spostino i carrelli A e A’ , in essi gli angoli 11 Profilo dello strumento di Stanislao Vecchi per il tracciamento
descritti dalle aste incernierate in H saranno sempre di affinità omologiche nel disegno di assonometrie, da S. Vecchi,
Gli Omolografi
congruenti; e di conseguenza sono sempre simili i
triangoli rettangoli in o, A’oL e AoG e costante il
rapporto A’o / Ao. inclinata di un angolo φ rispetto all’asse, una
Si può dunque interpretare la trasformazione dei trasformazione che intercorre tra l’immagine A’ dei
luoghi di A in quelli di A’, attuata da questo dispositivo punti di un piano in assonometria obliqua e quella degli
del tutto analogo a quello di Delaunay, come un’affinità stessi punti A del piano ribaltati sul quadro
omologica applicabile al disegno di assonometrie. Se assonometrico intorno alla traccia S..S..; da questa
si trasla il piano del disegno E F (o il telaio M N P) in trasformazione se ne potrebbero trarre tutte le
modo che il punto o percorra una delle tracce del applicazioni possibili: dall’assonometria più generale
triangolo con cui un quadro assonometrico incontra (teorema di Pohlke e sue generalizzazioni) alle
uno dei tre piani coordinati di un’assonometria - ad ordinarie proiezioni ortogonali di figure poste su piani
esempio la traccia Sx Sy (fig. 4) - mentre il carrello in A in posizione generica. In ogni caso l’uso dello
percorre il piano coordinato – ad esempio xy - ribaltato strumento mette in correlazione diretta gli astratti
sul quadro intorno alla sua traccia, la matita in A’ segna automatismi dell’omologia affine con i diversi
l’immagine assonometria - x’y’- di quel piano. Il paradigmi delle proiezioni parallele.
rapporto A’o /Ao ha dunque lo stesso significato Poiché gli omolografi sono automatismi che
indicato sopra e quindi il valore equivalente a quello generano un’omologia piana (interpretata come esito
del seno dell’angolo compreso tra il quadro e l’asse del ribaltamento di un piano su quello di una sua
coordinato perpendicolare al piano trasformato proiezione) lo sviluppo logico del loro discorso segue
nell’affinità. Il valore di questo rapporto si regola sullo il passaggio dalle proiezioni parallele alle proiezioni
strumento fissando la cerniera H sull’asta AG, sempre centrali, affronta la successione dai casi particolari a
in modo che A’H = HA. Quando, nel caso limite, H quello generale dell’omologia piana (dove il centro e
coincide con G e dunque A’o /Ao = 1, l’affinità diventa l’asse sono propri) che interpreta il ribaltamento di un
una simmetria assiale, e l’assonometria ortogonale si piano π sul quadro π ’ di una sua proiezione centrale
riduce ad “una” pura e sola proiezione ortogonale intorno alla retta π π ’..
giacché il quadro risulta parallelo 9 al piano coordinato
trasformato. 1.1.4 Anche nel caso della proiezione centrale Vecchi
Si immagini ora che il telaio M N o P (o il piano del traduce in meccanismo una tra le più consuete
disegno E F) possa traslare in modo che l’angolo costruzioni grafiche, quella che individua la pro-
orizzontale, che costantemente forma in o con la spettiva A’ di un punto A come intersezione di due
traccia S.S. (asse dell’affinità), non sia più retto. rette, dati sul piano del disegno il ribaltamento L del
Inclinando semplicemente il telaio verticale scorrevole punto di vista, la retta di fuga q’ e la retta di traccia s
M N o P di un angolo fisso orizzontale φ qualunque del piano π al quale appartiene il punto A. È la stessa
rispetto alla traccia S.S., i punti A e A’ sono sempre costruzione grafica dimostrata nel teorema di Stevin:
allineati e naturalmente, resta costante il rapporto A’o “se [fig. 15] il quadro [ π ’] ruota attorno alla linea di
/Ao. L’apparecchio realizzerebbe in questo caso terra [traccia comune s] e se lo spettatore [punto di vista]
un’affinità obliqua di asse S..S.. e centro in direzione ruota intorno al proprio piede restando sempre

pagina 18 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


12 Schema di cinematismo per tracciare un’omologia generale (prospettografo), da S. Vecchi, Gli Omolografi

parallelo al quadro, la prospettiva [la prospettività tra Q’1, cioè nei carrelli scorrevoli appunto sulle rette di
i due piani, l’omografia] non verrà turbata e sussisterà traccia e di fuga); individuano nella cerniera
anche quando il quadro risulterà rovesciato sul piano d’intersezione il punto A’ dove si istalla la matita che
orizzontale [ π ]”. Facendo ruotare uno dei due piani disegna nella prospettiva (s, q’) del piano π . Il
prospettivi π o π ’ intorno alla comune traccia s, i piani parallelogrammo articolato APLT è fissato al foglio
π e π ’ rimangono collineari, restano prospettivi solo nel perno del suo vertice L che rappresenta il
rispetto al punto di vista che contemporaneamente punto di vista ribaltato intorno alla retta q’ di fuga di
ruota intorno al suo piede descrivendo una circon- π . (Si osservi che se π fosse obiettivamente ⊥ a π ’ la
ferenza perpendicolare a s (quindi ⊥ a π e π ’)10 . Una distanza L q’ equivarrebbe alla distanza principale, cioè
volta sovrapposti π e π ’ (sull’unico piano del disegno) alla distanza minima del punto di vista dal quadro). Per
non sarebbero più omografici in senso stretto ma il resto le aste del parallelogrammo articolato sono
rimangono comunque collineari e mantengono la retta vincolate a scorrere lungo i carrelli in corrispondenza
s come asse della collineazione (dell’omologia piana). dei punti di traccia e di fuga delle rette Q’S e Q’1S1 ;
Il punto di vista, una volta abbattuto nel punto L sui quindi non possono che rappresentare (essendo due a
due piani sovrapposti π ≡ π ’, resta il centro della due parallele sui vertici opposti A e L) la coppia di rette
collineazione, il centro dell’omologia; ad esso si AT e AP obiettive (cioè appartenenti a π ) e le loro o
allineano le coppie A A’ di punti corrispondenti mentre corrispondenti rette proiettanti TL e PL (obiet-
rette corrispondenti mantengono ovviamente in tivamente // a AT e AP ) che determinano i punti di
comune i punti uniti (tracce) sulla s, asse dell’omologia. fuga Q’ e Q’1.
La retta di fuga q’ del piano π diventa, nel ribal- Vecchi può così affermare che mentre il segnatore
tamento, la retta limite dell’omologia piana di π ≡ π ’ (punto direttore) in A si sposta lungo i punti del piano
restando il luogo dei punti corrispondenti ai punti π ribaltato intorno ad s su π ’, la matitaa A’ descrive i
impropri di π . corrispondenti punti in prospettiva; A e A’ si cor-
Indicando con gli stessi simboli della proposizione rispondono dunque in un’omologia di asse s, centro L
precedente gli elementi dello schema del prospet- e retta limite q’ ed evidentemente la diagonale
tografo piano proposto da Vecchi (fig. 12), è chiaro A A’ L del parallelogrammo percorre il fascio di rette
come quello schema cinematico corrisponda ai termini unite di centro L. Di fatto l’autore non dimostra, come
dell’omologia su π ≡ π ’ che ha centro in L, asse in s e ci aspetteremmo oggi, proiettivamente quest’omo-
retta limite in q’. L’asta (o scanalatura) s indica la logia, ma la presuppone implicitamente dimostrata
traccia del piano π ’ e del piano π al quale appartiene (dobbiamo riferirci a proposizioni seicentesche come
il punto obiettivo A; la parallela q’ rappresenta la retta il teorema di Stevin -1610- o, in termini più mediati, ad
di fuga del piano π (se π fosse obiettivamente ⊥ a π ’,, un’interpretazione del teorema dei “triangoli omo-
q’ sarebbe la linea d’orizzonte). Le due aste Q’ S e Q’1S1 logici” di Desargues –1636-) nelle conseguenze
rappresentano le immagini prospettiche di due rette direttamente descrittive, nella stessa costruzione
(che hanno traccia nei punti S e S1 e fuga nei punti Q’e grafica della prospettiva di due rette.

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 19


13 Schema del prospettografo adattato alla seconda retta limite 14 Coniche come trasformazioni omologiche del cerchio
dell’omologia, da S. Vecchi, Gli Om0lografi tracciate con il prospettografo, da S. Vecchi, Gli Omolografi

Per costruzione il parallelogrammo (o rombo) parallelo a π ’; è dunque la traccia su π del piano


articolato, fissato nel perno L, soddisfa la condizione proiettante parallelo al quadro, e si comprende come
di allineamento L A’ A, e le simultanee condizioni di q’ sia una retta di π ’ che rappresenta la prospettiva
parallelismo tra la retta ribaltata AP e la sua pro- dei punti impropri di π , mentre r’’ sia una retta di π
iettante LT, tra la retta ribaltata AT e la sua pro- che corrisponde ai punti impropri di π ’..
iettante LP. Vincolati a spostarsi lungo i lati del Sul piano del disegno così apparecchiato, per
parallelogrammo, i perni scorrevoli sulla linea di trasformare i punti di π che sono compresi tra r’ ed s,
traccia del piano impongono la coincidenza dei punti si può scambiare il significato delle cerniere A e A’ e
uniti su s delle rette in prospettiva e di quelle riba- collocare la matita in quella che era la cerniera A (ora
ltate, mentre i perni scorrevoli sulla linea di fuga q’ A’). Il punto A è ora la cerniera tra le aste RS e R1S 1
stabiliscono la corrispondenza dei punti limite di interpretate come rette di π , e poiché il punto L
quelle rette. mantiene lo stesso significato, le rette LR e LR 1
Per dedurre a corollario l’uso di questo sistema conseguono, per costruzione, come rispettivamente
articolato come conicografo, si devono costruire le parallele alle SA’ e S1A’ (dove A’ è l’immagine in π ’
coniche come trasformazioni omologiche del cerchio; di A). Con lo strumento si possono quindi disegnare
se per l’ellisse il procedimento è immediato - basta tutte le coniche come immagini omologiche della cir-
costringere la cerniera A a descrivere un cerchio conferenza (fig. 14) secondo la consueta costruzione
perché A’ descriva la curva cercata -per parabola ed che trasforma la circonferenza obiettiva in ellisse,
iperbole bisogna affrontare una difficoltà tecnica. Si parabola od iperbole a seconda che la circonferenza
deve poter tracciare la prospettiva di una circonferenza non intersechi r’, sia tangente alla q’, intersechi r’.
di π che si trovi in una posizione più generale di quella
concessa dal meccanismo al punto A: la circonferenza 1.1.5 Immaginando una traduzione meccanica della
del piano π dovrebbe poter intersecare il quadro π ’ costruzione della prospettiva fondata sul teorema di
trovandosi rispetto a π ’ nel semispazio nel quale trovaa Stevin, parafrasando le rette in aste, i punti in cerniere,
il punto di vista ed il piano proiettante parallelo al le condizioni di appartenenza in vincoli meccanici
quadro (e, quindi, la seconda retta limite dell'omo- (cerniere, carrelli, incastri, perni), Vecchi giunge
grafia). indipendentemente ad un dispositivo sovrapponibile
Vecchi sposta semplicemente la guida q’ (della fig. (negli effetti) a quelli derivati dal pantografo
12) nella posizione r’ (fig. 13) tale che la distanza r’s prospettico illustrato nel 1752 da Johann Heinrich
sia uguale alla distanza L q’, potendo così osservare la Lambert 11 .
proprietà delle rette limite dell'omoloiga, ovvero che: L’analogia vale in particolare con la seconda
“Come la retta q’ comprende [corrisponde a] tutte le versione dello strumento proposto dal filosofo
immagini dei punti all’infinito nella figura originale alsaziano, che rappresenta con maggiore evidenza la
[del piano π ], così la retta r’ contiene tutti i punti costruzione di quell’omologia sulla quale si costruisce
dell’originale che corrispondono ai punti all’infinito anche il pantografo di Vecchi. Schematizzando il
dell’immagine [π ’].” Detto in altri termini r’’ è la dispositivo di Lambert (fig. 16) adottiamo gli stessi
traccia del piano π ’’che passa per il punto di vista ed è indici del pantografo di Vecchi: s è la traccia comune

pagina 20 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


punto di vista L

s
15 Schema del teorema di Stevin
di due piani prospettivi π e π ’,, q’ la retta di fuga del L'*
piano π , e L è il ribaltamento del punto vista intorno
a q’; aggiungiamo un’asta r che indica qui una retta di π ≡π ’
π sempre perpendicolare ad s mentre l’asta r’’ designa
l’immagine di r in prospettiva. Indichiamo con Q’ il
punto di fuga, il punto limite delle r e r’, cioè quel punto
che, se π e π ’ fossero ortogonali prima del ri- i-
baltamento, sarebbe il consueto punto principale (la
proiezione ortogonale del punto di vista sul quadro)
sulla linea q’ d’orizzonte. Il punto di vista ed il punto
di fuga Q’ appartengono allo stesso piano ortogonale
ad s ( π π ’) che spazzano nel ribaltamento ritro- o- Q'*
vandosi quindi in L e Q’, sul piano del disegno, allineati q’
lungo una stessa perpendicolare a q’ e s (fig. 15).
Perché (fig. 16) r e r’ possano riguardarsi come una
r'
coppia di rette corrispondenti nell’omologia devono
intersecarsi nella cerniera S (il punto di traccia rr’) A'*
lungo s; quindi mentre r trasla, (come una riga a “T”)
sempre perpendicolare ad s, deve trascinare nel perno
S l’asta scanalata r' incernierata nel perno fisso del s
suo punto di fuga Q’. Infine i punti corrispondenti A e
A’, di r e r’, devono essere allineati con una riga
incardinata nel centro dell’omologia (nel perno L).
Questa riga AA’L rappresenta quindi il fascio di tutte
le possibili rette unite (oltre all’asse s).
Ridotto a sole tre aste il dispositivo è tanto semplice
da sembrare poco diverso dagli ausili che fin dal tardo
Quattrocento si potevano apparecchiare sui tavoli da A
prospettiva, eppure presuppone il raggiungimento
della più semplice ed astratta riduzione ad un’unica
legge piana di due immagini proiettive. Ad essa
Lambert giunge dalla meccanizzazione (figg. 17 e 1)
degli altri schemi costruttivi della prospettiva per r
ribaltamento di piani ortogonali al quadro, simili a
quelli impliciti sin dalle costruzioni di Alberti,
Gaurico, Vignola, studiati fin dalle opere prospettiche 16 Schema di una versione semplificata del prospettografo di
di Commandino e Benedetti. Vi giunge in un percorso Johann Heinrich Lambert

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 21


apparentemente eclettico documentato dalle pagine
del suo manoscritto sulla prospettiva dove si alternano
le trattazioni aritmetiche (il calcolo proporzionale degli
scorciamenti prospettici), la semplice meccanica dei
pantografi, l’uso del compasso di proporzione e le
considerazioni di geometria analitica (lo studio della
funzione che lega lo scorciamento delle distanze in
prospettiva alla posizione del punto di vista, cfr. 1.2.3).
Lambert comprende queste diverse proposizioni
in quella che chiama géomètrie perspective, che com-
pone auguralmente una branca speciale della
geometria nella “teoria delle proiezioni”, in grado di
spiegare tutte le possibili “prospettive” - comprese
quelle “parallele” - prima che il compatto corpo
dottrinale della géomètrie descriptive di Monge si
istituisca a scienza della rappresentazione piana
dell’estensione12 .

1.1.6 A 130 anni dalle pagine di Lambert, l’incidente


quasi aneddotico de gli omolografi ci ricorda come la
moderna teoria dell’omologia venga inflessa nelle
stesse applicazioni meccaniche dell’antica géomètrie
perspective e ci rammenta che proprio la riduzione al
più semplice ed utile cinematismo corrisponde in
entrambi i casi alla prova di una raggiunta ge-
neralizzazione.
Vecchi, seguendo quasi letteralmente il modello di
Fiedler, traduce nella teoria dell’omologia piana (e
quindi risvolta nei suoi omolografi) tutti i metodi di
rappresentazione della descrittiva, scomposti
attraverso i passaggi che interpretano i loro paradigmi
proiettivi.
Le tre proiezioni13 che permettono di rappresentare
lo spazio sul piano sono ricomposte in omologie piane
(interpretate come prodotto di due prospettività), la
cui teoria è ora l’anello di congiunzione tra i paradigmi
proiettivi e (qui è il motivo d’interesse degli omo- 17 Prima versione del prospettografo, da J.H.Lambert, Anlage
lografi) le trasformazioni geometriche elementari zur Perspektive, pubblicato in (a cura di) Jeanne Peiffer, Lambert,
prodotte da sistemi articolati piani. Essai sur la perspective, Paris 1981
Vecchi, oltre alla contingenza generale (omologia
con centro ed asse propri) realizzata dal suo prospet- 18 Principio di classificazione degli omolografi
tografo, raggruppa in “cinque casi” particolari le
trasformazioni elementari puntuali in relazione ai casi
dell'omologia: a) le affinità (omologie con asse
proprio e centro improprio in direzione obliqua o
ortogonale all’asse) che interpretano ogni rap-
Paradigma proiettivo
presentazione piana delle proiezioni parallele su due (in relazione ai casi dell’omografia)
piani incidenti; b) le simmetrie assiali viste come
affinità di caratteristica = ( - 1), o involuzioni14, ed
impiegabili nei modi e per gli scopi trattati in 1.3; c) da centro improprio
con π e π ’ paralleli
l’omotetia (omologia con asse improprio e centro
( π π ’ impropria)
proprio) che trasformando una figura nella simile e da centro proprio
Proiezione
similmente posta, spiega la proiezione centrale di un
dei punti
piano π in un piano π ’ ad esso parallelo; d) l’omotetia di π su π ’ da centro improprio
inversa e, come caso particolare, la simmetria centrale con π e π ’ incidenti
(realizzabile con un pantografo tradizionale regolato ( π π ’ propria)
da centro proprio
su un rapporto di similitudine = -1) che manifesta la
proiezione centrale di un piano su un piano parallelo

pagina 22 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


da un centro a metà di una loro distanza; e) la
congruenza (l’omologia nella quale il centro e l’asse
sono impropri) che si può esprimere come traslazione
nel piano interpretandola come esito di proiezione
parallela dei punti di due piani paralleli.
Questa serie costituisce implicitamente per l’autore
il cenno ad una tassonomia degli strumenti per il
disegno geometrico riordinati secondo quei ci-
nematismi che producono i “casi” delle trasforma-
zioni.
L’ordine dei “casi” (fig. 18) mostra come Vecchi
proceda in ordine di generalità decrescente (e quindi
crescente numero di invarianti implicati nelle singole
trasformazioni). La geometria meno ricca di invarianti
(la proiettiva) contiene, come in scatole cinesi,
naturalmente le altre, definite da contingenze ulte-
riormente particolari che permettono di conservare un
sempre maggior numero di proprietà nella trasfor-
mazione delle figure.
Ma tra i cinematismi elementari e le trasformazioni
19 Schema di traslatore, da S.Vecchi, Gli Omolografi geometriche (che spiegano i paradigmi proiettivi) non
20 Schema di prospettografo a riflessione, da S. Vecchi, Gli si dà una corrispondenza biunivoca tale che ad ogni
Omolografi sistema articolato elementare corrisponda un caso
specifico di trasformazione. Se sviluppassimo il
criterio ordinativo di Vecchi si dovrebbero ascrive nella
categoria delle isometrie tutti i sistemi articolati che
realizzano in vari modi elementari le trasformazioni
irriducibili di quel gruppo: le simmetrie assiali
ortogonali 15 .
Nel caso delle isometrie (o isomerie) piane, che
hanno come sottogruppo le congruenze (isometrie
dirette e concordi) 1 6 , Vecchi indica di fatto le
traslazioni realizzate con un doppio parallelogrammo
articolato (fig. 19) A A’ M N P O con il lato MN in
comune ed il lato PO fisso al piano del disegno, ovvero
con un “traslatore” di Kempe17, un sistema in cui i
vertici A e A’ possono spostarsi con due gradi di libertà
restando il lato AA’ (vettore della traslazione) parallelo
a PO, che individua così in direzione, verso e modulo
la traslazione che trasforma A in A’.
Poiché nella serie degli omolografi un criterio
d’ordine deve predominare, Vecchi privilegia la
classificazione che dipende dai paradigmi di rap-
presentazione della geometria descrittiva più che un
ordine costruito attraverso le unità di costituzione dei
cinematismi riferiti completamente alla teoria dei
Trasformazione geometrica
(in relazione ai casi dell’omologia piana) gruppi. Preferisce cioè l’ordine dei “metodi” più che
una tassonomia geometrica e cinematica degli
“strumenti” anche se, una volta introdotta, quella
Congruenza (e) TRASLAZIONE embrionale tassonomia dei biellismi e dei sistemi
articolati in rapporto alle trasformazioni geometriche
Omotetia (d) Simmetria centrale rimane come elemento descrittivo, con l’esito curioso
(c) SIMILITUDINE di cambiare alcune classificazioni dei tradizionali
Omologia affine (b) Simmetria assiale prospettografi ai quali sono rivolti alcuni cenni nelle
(a) AFFINITÀ pagine conclusive della memoria di Vecchi.
Omologia generale PROIETTIVITÀ
1.1.7 Trattando dei mezzi per “determinare
direttamente l’immagine prospettica di una figura

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 23


21 Prospettografo, da George Adams, Geometrical and graphical essays..., London 1791 (ed. 1796)

qualunque anche non piana, senza passare prima per


le proiezioni geometriche ordinarie”, Vecchi
ripropone i tradizionali prospettografi. Non certo i
prototipi cinquecenteschi di Dürer o Vignola, ma le
loro recenti versioni ottiche (la “camera scura” e la
camera chiara di Wollaston) e meccaniche (ricapitolate
nel Diagraphe di Gravard18), fornendo un esempio
“migliorato” sia per la versione ottica che per quella
meccanica.
Vecchi (in fig. 20) mostra come si possa declinare
steroscopicamente il funzionamento della camera
chiara di Wollaston: mentre l’occhio M osserva
l’immagine di PQ riflessa nello specchio CD, l’occhio
N può seguire la mano nel riprodurre la figura P’Q’ sul
piano del disegno AB. L’impressione complessiva
dovrebbe indurre l’esecutore a sovrapporre stereo-
scopicamente le due immagini oculari consentendo lo 22 Prospettografo (a traslazione), da S.Vecchi, Gli Omolografi
stesso effetto di ricalco dell’immagine che si otterrebbe
su di un piano trasparente posto di fronte al soggetto.
Sul piano trasparente, sulla finestra albertiana, sui
veli di Dürer e su tutte le loro innumerevoli versioni,
il ridisegno dell’immagine, traguardata dall’occhio (a
volte sostituito dal capo fisso di un filo teso) è
comunque la più semplice delle congruenze. E nello
stereoscopio prospettico di Vecchi l’introduzione dello
specchio chiarisce anche intuitivamente come
l’isometria si componga per simmetria assiale.
Il funzionamento essenziale non cambia anche nelle
versioni meccanizzate di quei “veli” o “vetri”, come la
serie di strumenti analoghi all’ingegnoso dispositivo
automatico di Ludovico Cigoli (fig. 21), che riportano 23 Schema del prospettografo di Baldassarre Lanci, da J.Barozzi
(comunicandolo meccanicamente) su di un piano da Vignola, E.Danti, Le due regole della prospettiva pratica, Roma
orizzontale il ricalco fotografico dell’immagine 1583

pagina 24 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


25 Macchina di Achille Collas per la riproduzione di sculture, dal traguardata attraverso un contrassegno che si muove
brevetto francese n. 10959, 22 marzo 1837 sul (quadro) piano dell’intersezione della piramide
visiva. Questo trasferimento d’immagine è ancora,
nei casi più semplici, una congruenza, ed una semplice
punto di vista traslazione è quella impiegata nella variante di Vecchi
(oculare) illustrata nella fig.22, dove il punto di vista – l’oculare
A- è anche la cerniera tridimensionale del pa-
rallelogrammo articolato piano ABCD, fissato nel
secondo giunto cardanico in C. AB è un cannocchiale
con mirino a fili incrociati in B che traguarda ogni
P'
punto del soggetto, mentre il lato parallelo CD è la
giacitura di una matita M che risulta vincolata a
riprodurre i movimenti di B traslandoli sulla porzione
solida del quadro PQ.
Variante dello stesso doppio parallegrammo di
Kempe utilizzato nell’analogo prospettografo di Watt
(fig. 24) questo dispositivo di traslazione (che
ritroviamo oggi nei tecnigrafi e nelle lampade a
braccio) è comune a diversi strumenti per la
trascrizione prospettica, come al prospettografo su
P quadro cilindrico di Baldassarre Lanci riprodotto da
Vignola (fig.23) che pur ottiene un diverso esito
proiettivo.
P'' Nei vari prospettografi piani a ricalco la casistica
degli organi elementari che compongono la sostanziale
trasformazione per congruenza o per similitudine
(moltiplicando l’immagine dell’ “intersegazione”
della piramide visiva per un qualche fattore di scala)
potrebbe proseguire se non fosse sufficiente notare che
in questi strumenti la trasformazione meccanica più
generale è la similitudine prodotta dal pantografo, la
celeberrima invenzione ritrovata da Christof Scheiner
(illustrata proprio come prospettografo fin dal
frontespizio della sua Pantografices seu ars delineandi
del 1631) ed estesa a produrre similitudini dello spazio
ordinario nelle macchine per la riproduzione di
sculture (fig. 25).
L’introduzione degli omolografi non corrisponde
dunque all’invenzione di nuovi dispositivi, ma ad una
embrionale risistemazione dei tradizionali strumenti
per il disegno ed il rilievo, ad una nascente
24 Schema del prospettografo di James Watt (1765) classificazione che riunisce tanto i metodi quanto le

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 25


macchine elementari della rappresentazione. sentazione in grado di comunicare contempo-
Risponde ad un progetto che attraversa le diverse raneamente tanto la simulazione ottica quanto le
ricerche dell’ingegnere parmense nelle quali si indicazioni metriche dell’oggetto rappresentato.
persegue l’idea che uno stesso progresso possa ancora Ma se valutassimo questo preteso “nuovo genere di
riunire geometria e meccanica in un processo di disegno” per i vantaggi pratici che comporta forse
astrazione, generalizzazione e semplificazione. potremmo concludere che già i metodi di prospettiva
seicenteschi basati sull’introduzione di assi coordinati
obiettivamente ortogonali - come quello di Voulezard
1.2 prospettive axonometriche o meglio,quelli introdotti nella fondamentale Méthode
universelle de mettre en perspective ... di Desargues -
1.2.1 Non è l’invenzione de gli Omolografi e degli sembrano ben più agevoli.
ingegnosi dispositivi di idraulica pratica e nemmeno Anche la codificazione dell’axonometria pro-
la lunga attività politica e didattica ad aver garantito il spettiva non risulta che una rilettura di quel vasto tema
ricordo di Stanislao Vecchi. Il suo nome si sarebbe delle coordinate prospettiche che attraversa l’intera
confuso forse tra i molti cultori di matematiche storia della perspectiva artificialis, dagli originari
applicate della generazione attiva nell’Italia post sistemi di coordinate grafiche impliciti nelle varie
unitaria se il suo Saggio di una prospettiva axo- quadrettature prospettiche fin dagli esordi quattro-
nometrica, originariamente pubblicato su “Il Poli- centeschi, allo sviluppo delle diverse échelles perspecti-
tecnico” nel 1870, non fosse presto tradotto sulla ves nella letteratura del XVII secolo, per giungere alle
celebre rivista di Lipsia “Der Civilingenieur” 19 . varianti settecentesche nelle quali si comprendono
Questa memoria è forse il contributo più originale anche sistemi di coordinate angolari.
dell’ingegnere parmense che s’iscrive così nel La formalizzazione della prospettiva axonometrica
dibattito, prevalentemente in lingua tedesca, sulla ge- ripercorre le versioni prima aritmetiche e poi
neralizzazione dell’axonometria o meglio, sulla gene- algebriche della prospettiva, dai calcoli proporzionali
ralizzazione dei metodi di rappresentazione della (fig. 26) presenti fin dalle prime trattazioni della
geometria descrittiva. prospettiva 20 ,culminanti nelle formulazioni arit-
Nei lavori di Stanislao Vecchi degli anni Settanta, metiche seicentesche21, alle scritture settecentesche
la ricerca sui metodi di rappresentazione ha quasi che assimilano la prospettiva ad una funzione
sempre mostrato un intento pratico e didattico, algebrica, ad una legge di trasformazione dei punti
rivolgendosi alle applicazioni tecniche che cercano di dello spazio ordinario nei punti del quadro22 .
superare gli “svantaggi” dei “metodi usuali”. Per Vec- Dal punto vista dei progressi formali il tema delle
chi nel disegno industriale il metodo di Monge, “… che coordinate prospettiche è già compreso entro le stesse
necessita sempre di due proiezioni...presenta sempre proposizioni di Desargues 23 reinventate con
una certa difficoltà dovendosi con uno sforzo di
immaginazione dalle due proiezioni ricavare e
26 Proporzioni tra distanze obiettive e prospettiche, da Edmé-
comporre l’oggetto rappresentato”, tanto che “ tale Sébastien Jeaurat, Traité de perspective à l’usage des artistes...,
difficoltà rende questo disegno poco intelligibile agli Paris 1750
artefici ed è già da qualche tempo che si è pensato a
sostituirlo.” D’altronde i disegni in prospettiva, pur
assecondando la resa dell’apparenza percettiva del
corpo raffigurato, presentano la difficoltà “... almeno
fino ad ora, di dedurre dalle dimensioni dell’immagine
quelle vere dell’oggetto nello spazio” e non reste-
rebbero che le axonometrie a contemperare le esigenze
di verosimiglianza percettiva e misurabilità delle
rappresentazioni, se non avessero per Vecchi il difetto
di produrre immagini tali che gli oggetti raffigurati
“ … ci sembrano sempre deformati, e precisamente in
maniera che le parti più lontane [dal quadro] vadano
man mano crescendo in grandezza colla distanza”e che
“questa deformazione in alcuni disegni è
assolutamente insopportabile.”
La necessità di “…raccogliere in un solo genere di
disegno tutti i vantaggi della prospettiva e del disegno
axonometrico” è interpretata con l’axonometria
prospettiva che sarebbe dunque il metodo più atto per
“... fare tutte quelle applicazioni che più occorrono
nel disegno industriale”, un criterio di rappre-

pagina 26 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


l’istituzione della proiettiva poiché la costruzione
generale delle scale graduate in prospettiva è riducibile
ad una costruzione successiva di gruppi armonici24 .
Il significato formale e pratico dell’axonometria
prospettiva di Vecchi è quasi un ritorno indipendente
allo spirito delle principali formulazioni settecen-
tesche, specialmente a quelle di Lambert, dove il tema
delle coordinate prospettiche viene a riguardare anche
le prospettive (militari) con il punto di vista
all’infinito. Il “nuovo genere di disegno” di Vecchi
tenta di tradurre quelle formulazioni nei termini
normativi dei moderni metodi di rappresentazione, in
tecniche di disegno ed in dispositivi meccanici per il
tracciamento automatico delle omologie.
Gli Omolografi erano presentati dall’autore 27 Reticolo prestampato di un sistema di assonometria
proprio attraverso i passaggi della sua prospettiva prospettiva, da S. Vecchi, Sulla diffusione dei disegni axonometrici,
axonometrica, a costo di un’eccessiva formalizzazione Parma 1893
(che sopra abbiamo trascurato) rispetto alle semplici
proprietà necessarie alle dimostrazioni di quei assonometria prospettiva (fig.27)25 opportunamente
dispositivi. Ma quella digressione formale che l’autore stabilite per rendere la maggior verosimiglianza
dispiega nel tentativo di definire gli omolografi come dell’oggetto rappresentato per un osservatore che, a
macchine della prospettiva axonometrica, ci mostra seconda del formato della tavola, si collochi ad una
come in realtà il “nuovo genere di disegno” ed i nuovi distanza tra i 30 ed i 50 centimetri.
strumenti meccanici non fossero altro che due risposte
distinte allo stesso tentativo di produrre degli 1.2.2 I dispositivi di Vecchi non devono essere
automatismi insieme pratici e didattici, dei dispositivi giudicati soltanto attraverso la loro fortuna com-
che abbreviassero l’uso pratico delle leggi proiettive merciale, se trattano le questioni geometriche dal
del disegno. Dispositivi che probabilmente hanno punto di vista delle migliorie tecniche che vi si possono
avuto scarsa fortuna pratica come si evince apportare è per innestarvi la ricerca sulle leggi generali
indirettamente anche da una memoria del 1893 Sulla dell’estensione figurata e particolarmente sulle
diffusione dei disegni axonometrici nella quale Vecchi modalità enunciative dei disegni. Più che veri e propri
propone la produzione industriale di fogli da disegno brevetti tecnici i “metodi” di Vecchi rappresentano esiti
prestampati con griglie assonometriche ed in parziali dei tentativi di riportare le ricerche dei
geometri entro la geometria pratica, di apportare
maggiore generalità nell’insegnamento tecnico. Ed è
forse nella didattica dei metodi di rappresentazione,
almeno fino agli anni Trenta del Novecento 26 , che si
trova il miglior impiego dell’assonometria prospettiva.
Come la teoria delle ombre, il “nuovo genere di
disegno” di Vecchi svolgeva la funzione didattica di
riassunto applicativo di tutta la gamma dei paradigmi
proiettivi offrendo in più il vantaggio di sottolineare il
tema dei sistemi coordinati, ovvero il tema che assume
nella manualistica di geometria pratica del XIX secolo
un ruolo decisivo tra quelle nozioni elementari che
mettevano un qualsiasi artigiano nelle condizioni di
rilevare e rappresentare per punti una qualunque curva
e superficie.
Anche i “vantaggi” degli omolografi (come teoria
elementare degli strumenti per la rappresentazione) si
sarebbero misurati, nell’intenzione dell’autore, sul
piano della geometria applicata alle arti ed alle
industrie e, come la quasi totalità del suo lavoro, anche
le ricerche sulle macchine e sui metodi per il disegno
aderiscono al tema della “alleanza tra scienza e
industria”, della speculazione teorica come “vera
fucina di progresso tecnico” comune alle dichiarazioni
politiche di molti uomini di scienza italiani della

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 27


precedente generazione risorgimentale 27 . Quel descrittiva” mentre il corso di “disegno di geometria
“progresso” genericamente delineato allude sostan- descrittiva” comprendeva l’intera gamma dei metodi
zialmente ad un fatto pedagogico da leggersi nel di rappresentazione, cioè quelli che al sorgere della
contesto delle condizioni concrete della preparazione gèometrie descriptive tali non erano considerati, perché
tecnica e scientifica28, nelle difficoltà della scuola di dipendenti da un paradigma proiettivo allora visto
agire sullo sviluppo tecnico delle arti e delle industrie, come monocentrale 33 : la prospettiva e le axonometrie.
nello sforzo di portare anche presso le facoltà di La trattazione dei metodi di rappresentazione
Scienze29 quegli aspetti dell’insegnamento politecnico nell’insegnamento di Vecchi era affrontata con lo
che nell’Italia Unita30 si cerca di assimilare al modello studio delle proprietà stereometriche, congiuntamente
delle Università tedesche e delle technische alla teoria delle superficie, al secondo anno di corso
Hochschulen piuttosto che a quello dell’originaria nelle lezioni di disegno di geometria descrittiva; la
École Polytechnique. L’impegno di Vecchi per il planimetria, con le rappresentazioni in doppia
progresso tecnico e culturale, secondo l’esempio di proiezione ortogonale, era affrontata nel corso di
Luigi Cremona31, si riflette soprattutto nelle intenzioni disegno geometrico al primo anno, condotto
d’emancipazione dell’istruzione universitaria, spesso alternando le costruzioni planimetriche elementari e
con argomenti positivisti piuttosto astratti, come la risoluzione grafica delle espressioni analitiche, a
quelli addotti nel discorso Delle armonie tra le scienze temi direttamente applicativi delle arti costruttive34 .
fisico matematiche e le belle Arti con il quale, nel 1885, I programmi d’insegnamento introdotti
inaugura l’anno accademico dell’Università di Parma. nell’Università post-unitaria non avevano soppresso il
Tali armonie risultano postulate dall’appartenenza di carattere applicativo dell’insegnamento geometrico
tutte le arti e le scienze ad un’unica storia della nella scuola parmense35 . L’insegnamento teorico della
coscienza direzionata in un incremento nel tempo del geometria proiettiva era impartito agli studenti del
sapere e del potere, verso un modello di conoscenza primo corso nel biennio per la Licenza in Scienze e per
formalizzato dalle matematiche. Esortando a “… l’ammissione alla Scuola di Applicazione mentre al
passare da generalizzazione a generalizzazione, da secondo corso era destinato quello della vera e propria
armonia in armonia, da sintesi a sintesi più larghe, geometria descrittiva; ad entrambi i corsi teorici
acciocché l’infinita varietà dei dati particolari venga corrispondeva una equivalente scuola di disegno
rappresentata da un piccolo numero di verità generali condotta anch’essa per quattro ore e mezzo alla
e feconde” Vecchi giunge ad intendere anche l’“evo- settimana. Si aggiunga poi che in quegli anni nello
luzione” dell’architettura come il progressivo sviluppo studio parmense quello che era chiamato disegno
della scienza delle costruzioni ed a legare il progresso geometrico al primo anno e disegno di geometria
delle arti figurative all’affinamento di una scienza della descrittiva al secondo non era l’unico ambito di
rappresentazione intesa come riproduzione delle applicazioni grafiche36 .
apparenze fenomeniche (ottiche). Affermando che Le considerazioni pratiche sono per Vecchi il
“...la separazione del bello dal vero, dell’arte dalla pretesto per sviluppare, da un punto di vista non solo
scienza è tutta artificiale”, estende questa prospettiva astrattamente geometrico, una generalizzazione
evolutiva anche alla sfera estetica; e lo stesso dell’assonometria e della prospettiva in grado di
vocabolario geometrico è inflesso in fraintendimenti sussumere tutti gli altri metodi descrittivi. Lo
tecnici: “La simmetria, la similitudine, l’affinità, la “svantaggio” che egli vede nell’uso dei paradigmi delle
congruenza che sono tanta parte della bellezza proiezioni parallele non è certamente nella bizzarra
dell’architettura, non sono che i casi più semplici della opinione che li vedrebbe di meno comoda esecuzione,
teoria scientifica generale dell’omologia”. ma nel fatto che si possono riguardare in molti casi
Concretamente la teoria dell’omologia32 poteva al come enunciati meno generalizzabili. Infatti, nel
più consentire una generalizzazione dei metodi di propagandare il suo “metodo”, Vecchi ricorda il
rappresentazione ed insieme (moltiplicando il consueto argomento che “... le due immagini che si
progetto sotteso a gli omolografi con la statica grafica considerano in geometria descrittiva [in doppia
ed il disegno cinematico) una maggiore estensione dei proiezione ortogonale], se ben si pensa non sono però,
campi applicativi delle costruzioni grafiche alla in fondo in fondo, che due prospettive in condizioni
simulazione delle proprietà meccaniche ed ottiche speciali, per cui vengono a semplificarsi le necessarie
delle costruzioni. L’intenzione di sviluppare le costruzioni, due prospettive nelle quali il punto di vista
tecniche grafiche di prefigurazione progettuale si è supposto ad una distanza infinita sopra una
sarebbe dovuta riflettere soprattutto nell’insegnamen- perpendicolare al piano della prospettiva.” Egli
to dove la geometria descrittiva costituiva il raccordo accoglie quella tendenza che vede nella proiezione
effettivo tra gli insegnamenti teorici e quelli ap- centrale, un metodo di rappresentazione in grado di
plicativi. stabilire i principi di ogni altro metodo.
Nei programmi universitari parmensi degli anni Una tendenza ripresa nell’ambito della géomètrie
Settanta e Ottanta il solo metodo di Monge era descriptive almeno a partire dal 1825, quando
significato dalla locuzione “ordinaria geometria l’Académie des Sciences approva una memoria di

pagina 28 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


Edouard Bartolomé Cousinery, Géomètrie perspective triedro trirettangolo che costituisce il riferimento
ou principes de projection polaire appliques a la dell’axonometria. Osserva che in una proiezione
description des corps 37 , poi seguita dalla Géomètrie centrale “... se tre rette proiettanti o tre piani
perspective … di Dufour38 . Il trattatello di Cousinery, [proiettanti] formano un angolo triedro trirettangolo,
che fin dal titolo riprende i termini di Lambert, le loro tracce nel quadro sono i vertici o i lati di un
ricapitolava semplicemente la teoria geometrica della triangolo, il punto in cui si incontrano le altezze del
prospettiva compiuta nella letteratura prospettica del triangolo è il punto principale e la distanza è media
Settecento, ma come rilevava Chasles 39, la géomètrie proporzionale fra i due segmenti in cui viene divisa
perspective vi era ridotta al “corpo di dottrina di ciascuna altezza del triangolo.” 45
Monge”. Se la géomètrie perspective di Lambert Evidentemente (fig. 28) i tre piani (o e le tre rette)
appartiene ancora all’ottica, alla scienza della proiettanti indicati da Fiedler individuano con le loro
percezione, la sua ripresa ottocentesca s’iscrive nel più intersezioni sul quadro prospettico le tre rette (o i tre
compatto corpo dottrinale della géomètrie descriptive punti) di fuga di un triedro trirettangolo (o dei suoi
di Monge, ovvero in una geometria modernamente spigoli) che si possono concepire come i tre piani
autoreferenziale, dove la coerenza delle rap- triortogonali analoghi a quelli supposti in riferimento
presentazioni non si attesta sull’analogia alla visione. ad una generica assonometria. Per quanto non
La speculazione non riguarda più il fenomeno esplicitata, l’osservazione riguarda le proprietà del
proiettivo, ma la legge generale delle proprietà delle triangolo delle fughe in rapporto alla distanza
figure che si conservano nelle loro trasformazioni principale, osservazione che si potrebbe riferire alla
proiettive, ovvero quelle proprietà che risultano ancora prospettiva di un triedro di riferimento assonometrico
più generali delle proprietà descrittive e diventano riconoscendo semplicemente la corrispondenza tra un
oggetto di un campo distinto della scienza dell’esten- qualsiasi triedro “assonometrico” obiettivo e quello ad
sione: la geometria proiettiva, definitivamente esso parallelo costituito dai piani proiettanti che ne
inaugurata nel 1822 con il Traité des propriétés individuano sul quadro le rette di fuga. Infatti
projectives des figures di Jean-Victor Poncelet.40 In basterebbe notare (fig. 28) che il quadro della
questo processo di generalizzazione della descrittiva prospettiva taglia il triedro “assonometrico” e quello
nella proiettiva la fortuna del trattato di Cousinery parallelo dei piani proiettanti che determinano le sue
(che riguarda le proprietà descrittive delle figure fughe formando due tetraedri inversamente omo-
conservate nella loro prospettiva) è contingente41 e tetici46 (simili e similmente posti). Il centro di questa
dovuta proprio all’indicazione di un rapporto diretto
tra geometria proiettiva e descrittiva. Per quel
rapporto, entro i due lustri successivi, la proiezione
centrale diventerà il paradigma proiettivo principale
sul quale unificare i metodi di rappresentazione della
geometria descrittiva, come risulterà suggellato nella Tz
sistemazione della darstellende Geometrie di Wilhelm
Fiedler42 , dove la precedenza alla proiezione centrale
nell’ordine espositivo dei paradigmi proiettivi ha lo
scopo di raggiungere al più presto e con la massima
evidenza spaziale le proposizioni dell’omologia che
nella sua articolazione casistica può compiere
brevemente la teoria delle proiezioni centrali e
parallele.
Nelle note bibliografiche del trattato di Fiedler, triedro
z' Ty
dove si sottolinea come“... sia considerato naturale il trirettangolo
collegamento dell’assonometria con la teoria delle obiettivo
Fx y'
trasformazioni”, accanto al fondamentale riferimento z
ai passi di Lambert43 , è citata tra i lavori “... sopra i punto di vista
principi del disegno assonometrico”, la memoria x
sull’axonometria prospettiva di Vecchi. Di rimando y O Fy
la darstellende Geometrie (nel 1874 tradotta in italiano),
fornisce alle ricerche di Vecchi il tramite verso la
generalizzazione dei metodi di rappresentazione a cui
possiamo riferire molti lavori, soprattutto di Hauck e
di Kruppa44 . Fz
1.2.3 Un’osservazione di Fiedler allude fugacemente
all’idea di studiare le proprietà della prospettiva del 28 Schema della proiezione centrale di un triedro trirettangolo

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 29


zz’
ttante
oie
o pr
pian

punto di
vista

O O
x

29 30 Schemi del triedro di riferimento di un’assonometria 31 Schema del piano proiettante


prospettiva zz’

omotetia è il punto del quadro determinato dalla metriche le operazioni di ribaltamento sul quadro dei
intersezione della retta (proiettante) che unisce i vertici piani coordinati Ox, Oy, Oz o dei piani proiettanti Ox’,
dei due triedri (l’origine obiettiva degli assi ed il punto Oy’, Oz’ (fig. 31) ed in queste operazioni si mantengono
di vista), ovvero è l’immagine dell’origine degli assi. tutte quelle costruzioni che utilizzano piani proiettanti
Sono dunque inversamente omotetici sul quadro della ortogonali al quadro (figg. 31 - 33) e non necessitano
prospettiva il triangolo delle tracce del triedro della determinazione del luogo del punto di vista.
obiettivo ed il triangolo delle fughe di quello e di tutti L’aver portato il centro di proiezione ad una distanza
gli infiniti triedri ad esso paralleli. finita dal quadro cambia solo la costruzione delle
Stanislao Vecchi nelle prime memorie non usa “metrie” degli assi x’, y’, z’, ora prospetticamente
ancora esplicitamente, seguendo Fiedler, la cor- scorciate. Infatti la proiezione centrale non conserva,
rispondenza omotetica sottolineando la relazione tra i in genere, le proprietà metriche e trasforma i sistemi
paradigmi proiettivi e la teoria delle trasformazioni di rette parallele agli assi in sistemi di rette concorrenti
puntuali; il suo intento iniziale è piuttosto quello di nei punti di fuga degli assi, i sistemi di piani paralleli
estendere alla proiezione centrale la costruzione
dell’ordinaria assonometria ortogonale portandovi al
finito il centro di proiezione (figg. 29 e 30) lungo la Tz Tz
retta perpendicolare al quadro e passante per il punto
d’intersezione dei tre piani di riferimento, l’origine O
dei tre assi coordinati Ox, Oy, Oz. In questa particolare
z* z'
proiezione centrale si conservano utili proprietà di
costruzione del sistema assonometrico ortogonale: i
tre assi coordinati si proiettano (fig. 30) nei sostegni O' O* O'
delle tre altezze del triangolo formato dalle tracce con Tx Ty
il quadro dai tre piani coordinati; e di conseguenza il
punto principale della prospettiva (che coincide con
la proiezione O’ dell’origine degli assi) è l’ortocentro
del triangolo delle tracce. Come nelle consuete as-
sonometrie ortogonali, anche in questa particolare
prospettiva è semplice determinare la distanza
dell’origine O degli assi dalla sua proiezione O’, oppure
dato il triangolo delle tracce, individuare graficamente
le proiezioni degli assi, e viceversa verificare se tre
segmenti concorrenti in O’, assegnati sul quadro, 32 Triangolo delle tracce e cerchio di distanza nella proiezione
possano riguardarsi come prospettiva “ortogonale” di centrale di un triedro trirettangolo
tre spigoli tra loro obiettivamente ortogonali. Non 33 Ribaltamento dell’asse z (del piano proiettante zz’) sul quadro
differiscono dalle ordinarie costruzioni assono- nella proiezione centrale di un triedro trirettangolo

pagina 30 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


ai piani coordinati in sistemi di piani concorrenti nelle proiettata dal rispettivo punto di vista ribaltato sulla
rette di fuga dei piani coordinati. sua retta che ne rappresenta la prospettiva (fig. 36).
Questa reinterpretazione delle “metrie” pro- La casistica delle collocazioni che può assumere la
spettiche non recupera direttamente quelle tecniche terna degli assi coordinati rispetto al quadro della
che nella letteratura prospettica del Seicento rispon- prospettiva assonometrica ortogonale può così
devano al problema della “reduction au geometral” (la ricalcare i principi stabiliti da Molinger e Weisbach
costruzione della prospettiva direttamente sul quadro per l’axonometria ortogonale. Per far questo Vecchi
utilizzando opportune scale degli scorciamenti pro- deve stabilire una relazione generale tra una grandezza
spettici), ma avviene tutta nell’ambito delle ordinarie α misurata ad esempio sull’asse obiettivo Oy a partire
costruzioni grafiche, oppure per mezzo del calcolo, dall’origine O e la sua prospettiva m’ su O’y’; ovvero
con una semplice trasformazione delle formule note scrivere la funzione che determina le “scale pro-
per gli “scorciamenti” assonometrici. Mutuando il spettiche” degli assi coordinati, definita attraverso le
procedimento di Schlömilch per l’axonometria similitudini che vengono a determinarsi, per esempio,
ortogonale si ottiene la costruzione più semplice della sul piano proiettante l’asse y che abbiamo appena
proiezione dei segmenti di grandezza unitaria che considerato49 . La lunghezza m’ prospettiva di una
forma le “metrie” degli assi coordinati in axonometria lunghezza unitaria α sull’asse obiettivo viene espressa
prospettiva. Si ribaltano sul quadro i piani proiettanti in una funzione che lega questa misura obiettiva a tre
passanti per i tre assi obiettivi Ox, Oy, Oz intorno alle grandezze in grado di definire completamente il
tre rette O’x’, O’y’, O’z’ che rappresentano la sistema di assonometria prospettiva: la distanza
prospettiva sul quadro dei tre assi; si ottengono così in principale O’PV (tra il punto di vista ed il punto
vera grandezza le rette degli assi Ox, Oy, Oz (ribaltate principale), la distanza OO’ tra origine obiettiva e
in O**x*, O***y*, O*z*) e la distanza OO’ punto principale, la grandezza del segmento dell’asse
dell’origine degli assi dal quadro (figg. 32 – 35)47 . Infine obiettivo compreso tra l’origine O ed il quadro.
sulla retta sostegno di OO’ si può stabilire il punto di Infine rappresentando in tabella o graficamente
vista PV (alla distanza da O’ voluta) definendo comple- entro un sistema di assi cartesiani questa relazione tra
tamente il sistema di rappresentazione. m’ (in ordinata) ed α (in ascissa) si ottiene un’iperbole
Il procedimento si riduce al semplice ribaltamento equilatera (con gli asintoti paralleli agli assi cartesiani)
sul quadro dei tre piani proiettanti passanti per gli assi passante per l’origine degli assi.
intorno alla loro traccia con il quadro. In ognuno di Queste rappresentazioni - che possono così essere
questi tre ribaltamenti si determina anche il punto di usate direttamente come vere e proprie “scale di
fuga di un asse coordinato conducendo dal punto di riduzione” o di “scorciamento” delle misure obiettive
vista ribaltato la parallela allo stesso asse ribaltato48 . nelle corrispondenti prospettiche - saranno sempli-
La costruzione si completa suddividendo ogni asse ficate nelle successive trattazioni 50 del 1871 e 1872 dove
ribaltato in una scansione metrica regolare che viene le scale iperboliche vengono sostituite da scale

z* z' Fy Fx

O* punto
di vista
ribaltato

Fz Fz

34 Determinazione delle unità 35 Determinazione del triangolo 36 Tracciamento del reticolo coordinato
metriche sull’asse z’ e del punto di delle fughe nella proiezione centrale di una prospettiva assonometrica
fuga della direzione z di un triedro trirettangolo

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 31


Y
y

O Z

Pxz

Y
d
Pyz

P
Z
37 Schemi della relazione tra le coordinate obiettive e le coordinate della prospettiva di un generico punto P, cfr. Nicolas Louis de La
Caille, Leçons élémentaires d’optique avec un traité de perspective Paris 1756

ordinarie. tive di P conoscendone le coordinate prospettiche (x’,


I modi con cui viene stabilita e rappresentata la y ’). Se, ad esempio, P è il generico punto di un piano
legge delle “scale prospettiche” - che non è determi- orizzontale la sua coordinata Y è costantemente uguale
nata ricorrendo direttamente alle generalizzazioni ad una quantità h e quindi la sua prospettiva da O sul
proiettive, ma alle consuete considerazioni propor- quadro π ’ (ovvero sul piano Z = d) è:
zionali sulle similitudini di triangoli con vertice nel y’= (d.h) /Z, x’= (d .X )/ Z.
punto di vista ed alla rappresentazione grafica o Da analoghe relazioni Lambert, in alcuni paragrafi del
tabellare della funzione – richiamano direttamente le suo trattato manoscritto52, studia la “natura” delle
pagine di Lambert del 1752 sulla prospettiva di un curve con cui si possono rappresentare le due
piano e sull’uso del compasso di proporzione. Nel caso equazioni della prospettiva e nota come quella che
di Lambert e di La Caille 51 i riferimenti coordinati (che abbiamo indicato con l’espressione y’= (d. h)/Z
possiamo considerare impliciti) sono solidali al quadro (interpretando l’incognita y’ come funzione della
ed al punto di vista (figg. 37 e 38); i tre piani coordinati variabile Z) rappresenti un’iperbole equilatera ovvero
triortogonali possono considerarsi come passanti per un’iperbole che ha per asintoti gli stessi assi Z ed Y (fig.
il punto di vista in modo che le loro rette d’intersezione 38).
costituiscano una terna X, Y, Z di assi cartesiani L’espressione y’= (d.h)/Z esprime la coordinata
triortogonali. Il quadro di rappresentazione π ’,, prospettica verticale y’ in funzione della coordinata di
misurato dagli assi x e y – paralleli a X e Y- risulta situato profondità (di allontanamento) Z determinando quella
ad una qualche distanza d (costante) dall’occhio O ( che che si chiamava scala degli allontanamenti. Il rapporto
è origine degli assi obiettivi XYZ) e parallelamente al con le analoghe formulazioni di Vecchi si evidenzia
piano XY. Ogni punto P (X, Y, Z) dello spazio ordinario notando che la “natura” dell’iperbole y’= d h/Z non
può essere proiettato da O su π ’ nel punto P’(x’, y’), cambia quando il piano che si mette in prospettiva non
immagine degli ∞ 1 punti della retta proiettante OP.. è più orizzontale. Anche vincolando le coordinate
Considerando le proiezioni ortogonali (a XZ e YZ) del obiettive con l’equazione di un piano α inclinato no-
punto P (Pxz, Pyz) La Caille determina facilmente le tiamo che l’iperbole degli allontanamenti di Lambert
relazioni che legano P alla sua proiezione P’ (x’, y’) da sul piano verticale principale taglia sempre il quadro
O su π ’; dalla similitudine dei triangoli rettangoli che lungo la retta di traccia del piano α , il suo asintoto
hanno vertice in O e per ipotenuse i raggi proiettanti parallelo al quadro passa per il punto di vista mentre
del punto P e delle sue proiezioni sul piano orizzontale l’asintoto ortogonale al quadro passa per la retta di fuga
e verticale (fig. 37) si hanno le proporzioni del piano α .
Z : Y = d : y’, Z : X = d : x’
dalle quali si ricavano le relazioni che legano le
coordinate prospettiche a quelle obiettive: 1.3 apparecchi omolografici
y’= (d.Y)/Z , x’ = (d.X)/Z.
Se poi il punto P (fig. 38) fosse vincolato ad appar- 1.3.1 I passi che Lambert destina ad una futura scienza
tenere solo un piano, allora le relazioni precedenti per- dell’estensione avevano principalmente lo scopo
metterebbero anche di restituire le coordinate obiet- pratico di sviluppare l’uso del compasso di proporzione

pagina 32 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


Y

Z
y’= (d. h)/Z
h

d
38 Schemi della costruzione di Lambert di una "scala degli allontanementi" determinando la funzione che trasforma le coordinate
obiettive di un punto in quelle della sua prospettiva; cfr.Johann Heinrich Lambert, Anlage zur Perspektive (agosto 1752), manoscritto
conservato alla biblioteca universitaria di Basilea. Trad. fr. di Jeanne Peiffer in J. H. Lambert, Essai sur la perspective, Paris 1981

nel disegno di prospettive mentre il pantografo pros- variabile di un cannocchiale a sistema obiettivo
pettico era probabilmente usato da quel geniale doppio”, primo risultato della ricerca 54 che li condurrà
precettore, accanto alla sua versione della prospettiva ad un apparecchio per restituire meccanicamente per
aerea e della teoria dell’illuminamento, nel disegno di coordinate polari (in rilievi di dettaglio) la posizione
paesaggio. La prospettiva, come ogni altro suo caso planimetrica ed altimetrica di tutti i punti rilevati da
particolare usato in astronomia ed ingegneria, era una stazione sul nodo di una trilaterazione principale.
essenzialmente uno strumento di controllo e rap- L’idea perseguita dai due topografi era inizialmente
presentazione dello spazio ed il suo sviluppo nella quella di riunire in un unico apparecchio un goniografo
geometria proiettiva avviene proprio attraverso i ed un sistema stadimetrico, ovvero un tacheometro ed
paradigmi topografici connessi ai sistemi di coordinate. una tavoletta pretoriana. Le modifiche ottiche e
Le relazioni indagate da La Caille e Lambert sono di meccaniche successive avevano fatto dello strumento
fatto la scrittura dell’omologia conseguente una sorta di goniografo longimetro in grado di
all’omografia esistente tra un piano e quello della sua disegnare direttamente su una tavoletta circolare la
prospettiva. proiezione orizzontale del punto traguardato (sul quale
Le misure della prospettiva diventano oggetto tanto è collocata la stadia graduata entro un raggio di 140
della geometria proiettiva quanto delle pratiche metri dalla stazione), oltre alla possibilità di “...leggere
topografiche ed il termine “omolografo” si ritrova a immediatamente l’altezza vera [livello] di quel punto.”
significare tanto un utensile da disegno quanto uno Le distanze rilevate con un sistema stadimetrico erano
strumento di rilevamento poiché entrambi manifestate attraverso movimenti nel cannocchiale
automatizzano una stessa “omologia”. dell’obiettivo e dei fili di mira di un micrometro,
Le formulazioni di Lambert e La Caille confermano comunicati da due sistemi articolati al dispositivo di
algebricamente che ogni prospettografo utilizzabile tracciamento sulla tavoletta.
all’inverso (ogni congegno che realizza un’omologia, In altri termini, l’apparecchio consentiva la
e dunque una corrispondenza biunivoca, invertibile) trasformazione dei punti dello spazio in una loro
è naturalmente anche una sorta di restitutore foto- rappresentazione nel metodo dei piani quotati (cioè,
grammetrico, uno strumento per ricavare le misure in una loro proiezione orizzontale in scala associata
obiettive da quelle prospettiche. all’indicazione della “quota”) tramite un opportuno
Prima che Stanislao Vecchi chiamasse Omolografi sistema articolato.
i suoi strumenti da disegno, gli ufficiali francesi Se nel 1874 era questo solo un caso particolare
Peaucellier e Wagner pubblicavano 53 la teoria ed i d’impiego dei biellismi e dei sistemi articolati per
resoconti del collaudo del loro appareil homolo- ottenere determinate trasformazioni geometriche
graphique in uso presso la Brigata Topografica del applicate a parti di congegni meccanici, lo si deve
Genio, dispositivo destinato, come recitava il titolo proprio al capitano Charles-Nicolas Peaucellier al
della memoria, “... a sostituire alle operazioni abituali quale spetta la priorità di una scoperta (dieci anni
[del rilievo topografico] dei processi puramente prima) che segna l’inizio della teoria esplicita dei
meccanici”. Già dal 1866 i due ufficiali avevano sistemi articolati e la sua applicazione sistematica alle
costruito uno strumento “... basato sull’ingrandimento macchine: la soluzione esatta del problema della

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 33


trasformazione del moto circolare in moto rettilineo. corrispondono nell’inversione circolare, quando P
percorre una retta non passante per il centro della
1.3.2 L’inaugurazione della teoria dei sistemi circonferenza base dell’inversione, P’ descrive una
articolati è in genere datata55 proprio al 1864 quando circonferenza passante per quel centro62 . Peaucellier
l’ufficiale del Genio, ponendo la questione di “... de- dimostra che questa trasformazione si ottiene con un
terminare dei compassi composti [sistemi articolati] in semplice cinematismo tramite il seguente lemma: (fig.
grado di descrivere in modo continuo : 1°la linea retta, 39) “... un qualunque punto C preso sulla diagonale di
2°il cerchio comunque grande sia il suo raggio, 3°le una losanga divide la diagonale in due segmenti il cui
coniche” 56, sottolinea che il caso della linea retta “... prodotto (AC . CB) è uguale alla differenza (AD2 –CD2)
offre una soluzione rigorosa del problema risolto in tra i quadrati costruiti sul lato della losanga e sulla
modo approssimato per mezzo del parallelogrammo di distanza CD del punto considerato dall’altro estremo
Watt.” della diagonale.” Peaucellier considera lo schema in
Che la celebre “cella di Peaucellier” avesse risolto figura come un sistema di aste articolate del quale il
completamente nel piano 57 il problema di Watt, punto C è un perno fisso al piano, e si avrebbe che il
nonostante la Communication sur le compas composé cerchio di centro D e raggio AD risulterebbe intersecato
de M. Peaucellier tenuta da Victor Amédée Mannheim
nel 1867 presso la Société Philomathique 58 , fu
riconosciuto ufficialmente solo dopo il 1871, quando
in Russia vennero tributati gli onori della stessa
scoperta a Lipkine. L’invenzione dell’ufficiale fran-
cese risalta pienamente solo nei primi anni Settanta
quando si concentra sulle proprietà dei sistemi arti-
colati l’interesse di matematici (specialmente inglesi)
di primissimo piano come Artur Cayley, James Joseph
Sylvester ed Alfred Bray Kempe (l’autore del celebre
How to draw a straight line).
Nel 1873 il colonnello Peucellier riespone, con
semplici dimostrazioni sintetiche, le proprietà del suo
compas composé: “Queste diverse proprietà”,
afferma, “... raccomandano [i sistemi articolati] in
39 Anti inversore circolare (A, B) ,da Charles-Nicolas Peaucellier,
special modo ai costruttori di strumenti di precisione;
Note sur une question de géométrie de compas, in “Nouvelles
noi li adotteremo per l’oggetto che ci siamo prefissi: Annales de Mathematiques” , 2° série, t. XII, 1873
vale a dire il tracciamento meccanico delle curve piane.
La linea percorsa da un punto qualunque guidato da
una combinazione di parti articolate è necessaria-
mente algebrica. Reciprocamente si concepisce come
tutte le curve algebriche possano essere generate per
mezzo di un sistema articolato convenientemente
scelto: poiché si disporrà sempre di un numero
sufficiente di elementi variabili, raggi e centri di
rotazione, per soddisfare le equazioni che esprimono
l’identità tra la curva descritta ed una curva data.” 59
La proposizione, poi dimostrata nel teorema di Kempe-
Kœnigs (ogni curva algebrica piana di qualsiasi grado
può essere descritta mediante un sistema articolato)60 ,
40 41 Celle (inversori) di Peaucellier, da C. N. Peaucellier, Note
introduce così una teoria esplicita dei curvigrafi come sur une question de géométrie de compas, cit.
“trasformatori” geometrici, derivati da cinematismi
a due gradi di libertà [deux paramètres indépendants]
vincolati in modo tale che mentre un punto segue una
figura, un altro non possa che descriverne la trasfor-
mata.
La più semplice curva algebrica, la linea retta, vi è
realizzata come trasformata del cerchio in un’inver-
sione circolare, una trasformazione che fa corri-
spondere ad ogni punto P di un piano un punto P’ dello
stesso piano secondo una sorta di riflessione (sim-
metria) rispetto ad una circonferenza base (gene-
ralizzando la simmetria assiale)61 . Così se P e P’ si

pagina 34 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


dal prolungamento di CD in F e G. Come Mannheim, mobile.” Mannheim riunisce nei suoi Principes et
conclude (per il teorema delle corde sarebbe AC .CB = développements de géométrie cinématique – intesa
DG . CF) che il prodotto delle due parti della diagonale come“... lo studio delle proprietà intrinseche degli
AC . BC = CF . CG è anche uguale al prodotto (AD – spostamenti delle figure”- le ricerche che dalla fine
CD).(AD + CD) e dunque uguale alla differenza dei degli anni Sessanta si erano addizionate nei suoi
quadrati (AD) 2 – (CD) 2 delle lunghezze delle aste complementi di geometria descrittiva; dal 1867 il suo
maggiore e minore. I vertici A e B si corrispondono in insegnamento della geometria descrittiva all’École
quella che oggi si chiamerebbe antinversione circolare Polytechnique (succeduto a Jules De La Gournerie) si
per rapporto alla circonferenza che ha centro nel perno caratterizza attraverso le considerazioni cinematiche
C e raggio immaginario equivalente alla radice che concernono direttamente la teoria delle superficie
quadrata della differenza dei quadrati dell’asta e trovano applicazione particolare nella casistica delle
maggiore e minore (AD2 – CD2). Poiché “... i vertici superficie elicoidali e nei problemi di “raccordo” delle
opposti A e B descrivono curve reciproche” questo superficie rigate. Le proprietà degli spostamenti delle
cinematismo costituisce l’organo essenziale dei figure sono usate soprattutto come sistema dimostra-
compassi composti che Peaucellier declina nel seguito tivo di grande evidenza intuitiva e di estrema
della sua memoria del 1873. Aggiungendo un nuovo estensione tanto che Mannheim ritiene d’aver “costi-
braccio (fig. 40 e 41) che vincola il punto B a ruotare tuito un nuovo metodo geometrico per mezzo del quale
intorno ad un centro C’ con un raggio uguale alla si possono risolvere questioni fino ad ora riservate
distanza CC’ tra i perni fissi, al movimento circolare di all’analisi infinitesimale.” 65 Ma soprattutto ritiene
B corrisponde in A la descrizione di una retta. Lo d’aver “... cercato di riunire tutto ciò che nel corso di
schema generale è quindi quello che prevede due Meccanica e di Fisica è relativo alla geometria; poiché
diversi rombi articolati con due vertici opposti comuni non è che per mezzo di una relazione ben intesa tra i
con la possibilità di sopprimere due aste consecutive. diversi Corsi dell’École [Polytechnique] che
Risulta così che se si assume come centro di inversione l’insegnamento di questa grande Istituzione può
uno dei vertici del rombo maggiore si corrispondono presentare una certa unità.”
in un’inversione gli estremi del rombo minore allineati
al centro. 1.3.3 Come ricorda Kœnigs “...il merito di
Si scopre che i cinematismi in grado di realizzare Peaucellier, di Hart, di Lipkine non è tanto quello di
inversioni circolari non devono necessariamente avere essere pervenuti al tracciamento con sistemi articolati
tutte le condizioni di simmetria dei rombi articolati della tale o tal altra curva particolare, quanto l’aver
rispetto al centro dell’inversione, bastano infatti dei introdotto i mezzi per realizzare delle vere trasfor-
deltoidi 63 o, più semplicemente degli antiparel- mazioni geometriche.”66 Lo sviluppo della teor ia
lelogrammi articolati, dei quadrilateri articolati in geometrica delle trasformazioni e degli invarianti nel
modo da assumere l’aspetto biconcavo (come l’insieme tardo Ottocento stabilisce un nuovo punto di vista dal
dei due lati opposti e delle diagonali di un trapezio), quale rileggere la fenomenologia (e la storia) delle
come l’inversore di Hart. macchine e fissare criteri per la loro progettazione.
Cominciata dall’analisi dei sistemi a sei aste Sono in particolare gli omolografi, gli apparecchi
(almeno per la maggior parte) visti caso per caso, omolografici (ed i curvigrafi che vi si possono trarre)
considerati dispositivi particolari quasi dotati di una gli esempi storici e tecnici che costituiscono forse la
loro specifica natura come gli antichi conicografi, la traduzione meccanica più esplicita delle più semplici
teoria delle configurazioni articolate completamente trasformazioni puntuali (lineari e non lineari) piane:
collegate si sviluppa, attraverso generalizzazioni le isometrie, gli stiramenti, le inversioni circolari, le
successive, verso l’analisi cinematica che sarà omotetie e le omologie più generali. Nella quasi
semplificata nelle procedure dell’algebra lineare. Nel totalità delle vicende della loro formazione la teoria
calcolo matriciale si annulleranno tutti i residui matematica precede l’esperimento meccanico e la
iconografici degli originari “compassi composti”; la macchina è solo un corollario di una teoria il cui valore
forma ad asta dei componenti non avrà significato dipende dalla dimostrazione formale e non dalla sua, a
diverso da quello di un qualsiasi altro corpo se non nelle volte impossibile, costruzione materiale.
applicazioni specifiche al disegno cinematico delle L’omolografo non dimostra più, ma è dimostrato
macchine. dall’omologia, proprio come il teorema di Polhke
Proprio per tali applicazioni nella stessa geometria sull’assonometria obliqua è mostrato, ma non è
descrittiva francese si precisa l’attenzione per la dimostrato dall’ombra solare di un cubo sul piano. In
géométrie cinematique. “Mentre la cinematica ha per qualche modo, con l’avvento della teoria dei sistemi
oggetto lo studio del movimento indipendentemente articolati in rapporto a quella delle trasformazioni
dalle forze” – precisa Victor Amédée Mannheim 64 –“la geometriche cessa definitivamente la funzione
geometria cinematica ha per oggetto lo studio del direttamente sperimentale dei prospettografi che non
movimento indipendentemente dalle forze, dal tempo, precedono più la teoria, mentre la loro storia si
e da tutti gli elementi arbitrari estranei alla figura comprime in quella delle poche proprietà dei cine-

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 35


A'
o
t
A
x'

B' o

t
A
B'' A''

42 43 Schemi di un ipotetico uso improrio di uno strumento riduttore (per similitudine) di Marolois come prospettografo per ritrarre
corpi che possono anche estendersi nel semispazio tra il quadro ed il punto di vista

matismi che li schematizzano. tutto il Seicento.


Si dissolve il rapporto ambivalente tra macchine e Marolois affronta la prospettiva, oltre che con le
teorie che aveva contrassegnato l’intersezione tra costruzioni grafiche più comuni 68 , attraverso ri-
meccanica e geometria fino al Settecento dove, in buo- soluzioni aritmetiche e meccaniche. Una prima
na parte della letteratura prospettica, nel tema delle relazione è stabilita tra procedimento geometrico ed
trasformazioni proiettive si connettevano quelli della aritmetico; accanto alla costruzione puramente grafica
formulazione delle coordinate prospettiche e del compare a volte una demostratio arithmetica 69
congegno delle macchine per la rappresentazione. attraverso calcoli proporzionali. Computi analoghi
Un esempio di questo rapporto tra macchine e vengono esemplificati poi nella quarta parte dell’opera
teorie si trova in quelle opere che affiancano che tratta le abbreviazioni delle costruzioni pro-
esplicitamente il calcolo aritmetico degli scorciamenti spettiche, dove trova naturalmente posto anche l’uso
prospettici all’illustrazione di particolari pro- del prospettografo. Del suo strumento Universale,
spettografi, come ad esempio, le fortunate Oeuvres simile al noto dispositivo di Cigoli (giuntogli
mathematiques di Samuel Marolois67 , ristampate per probabilmente dalla versione di Niceron), Marolois

pagina 36 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


illustra anche un’applicazione particolare 70 (ana- punti obiettivi del piano che si trova alla stessa quota
logamente al pantografo di Scheiner ) per il riporto di del mirino il rapporto di riduzione è 1/1 e la simili-
un disegno in scala ridotta. tudine diventa una completa congruenza. Quando
Se (fig. 42) il mirino di traguardo resta ad altezza (fig. 43) si rappresentano sul piano del disegno i punti
fissa, il segnatore alla base della sua asta verticale dei piani ad una quota superiore rispetto a quella del
disegna una figura simile a quella obiettiva traguardata mirino, i valori dell’asta t diventano negativi ed il
che giace sullo stesso piano del disegno. Infatti il rapporto di omotetia (o - t)/o diventa maggiore di 1
mirino di traguardo è costretto a muoversi lungo i punti tendendo all’infinito all’annullarsi di o. Le
di un piano parallelo a quello della figura sezionando, riproduzioni simili delle figure di questi piani, con
nei punti dell'effettivo quadro del prospettografo, la l’aumentare della quota che si avvicina a quella
“piramide visiva” parallelamente alla sua base. dell’occhio, risultano progressivamente accresciute.
Dunque il piede dell’asta del mirino riporta sul piano Infine è lecito supporre che il dispositivo fornisca
della base i punti della sezione simile ad essa. anche la riproduzione di figure in piani paralleli a
Si vede facilmente anche il valore di questa quello del disegno, ma ad una quota superiore a quella
similitudine: indicando con o la lunghezza costante dell’occhio traguardando i punti dal mirino attraverso
dell’asta dell’oculare, con t la lunghezza costante l’oculare. Ad esempio un parallepipedo poggiante sul
dell’asta del mirino di traguardo, con x la distanza del piano del disegno ed elevato oltre la quota dell’occhio
punto della figura obiettiva dalla base dell’asta ammetterebbe la rappresentazione della fig. 43; ben
dell’oculare e con x’ la distanza tra la base dell’asta oltre gli esiti di una deformazione anamorfica si
dell’oculare e quella dell’asta del mirino, il dispositivo avrebbero gli elementi della figura a quota dell’occhio
realizza la similitudine tra i trilateri rettangoli di cateti rappresentati sul piano del disegno dalla retta
o, x e t, (x - x’) ovvero la proporzione o : x = t : (x – x’), all’infinito di quel piano (come nelle prospettive
altrimenti (scambiandovi i medi) equivalente a ordinarie accade ai punti appartenenti al piano
o : t = x : (x-x’). Essendo o e t costanti, per un qualsiasi passante per il punto di vista e parallelo al quadro)
altro punto del piano della figura obiettiva, e dunque mentre punti obiettivi ad altezza infinita sarebbero
per una qualsiasi distanza x dalla base dell’oculare, si tutti rappresentati dallo stesso punto di piede dell’asta
avrà lo stesso rapporto = o /t necessariamente positivo, dell’oculare.
e ogni nuovo punto x’ sarà = x . (o - t)/o. Dato che Per quanto non sia lecito supporre queste astrazioni
ogni punto del piano ad una distanza x dal piede da parte di Marolois, dobbiamo tuttavia considerare
dell’asta dell’oculare è trasformato in un punto dello che le macchine per la rappresentazione costituivano
stesso piano a distanza x’ dal medesimo piede e lungo modelli i cui esiti potevano allontanarsi dal verosimile
la stessa congiungente, il dispositivo di Marolois della percezione ordinaria (dalle limitazioni del campo
realizza sul piano del disegno un’omotetia che ha visivo) per accedere sperimentalmente ad un vero
centro nel piede dell’asta o dell’oculare e rapporto comunque fenomenico che due secoli dopo sarà
uguale ad (o - t)/o . sussunto nella teoria dell’omologia. Gli antichi
Questa notazione naturalmente è estranea al prospettografi, lo nota Kemp71 , più che veri e propri
fortunato trattato olandese, ma certo l’autore deve utensili, sono considerabili come modelli, simulazioni
aver considerato aritmeticamente il senso della trasfor- oggettuali di un fenomeno, sono oggetti che, come
mazione determinata dallo strumento che, usato ogni scrittura (o figurazione), spiegano e interrogano
appunto come pantografo di riduzione, implica la de- nello stesso tempo, costituendo le tappe di una
terminazione della scala di riduzione del disegno interlocuzione speculativa.
evidentemente equivalente al rapporto tra la differenza
delle lunghezze delle due aste e la lunghezza dell’asta
dell’oculare.
Potrebbero essere stati altrettanto chiari gli effetti
delle trasformazioni proiettive prodotte da un uso
apparentemente “improprio” del dispositivo come
normale prospettografo a ricalco (considerando che il
quadro della prospettiva, il vetro o il velo ideale, è il
luogo della quota fissa del mirino) per ritrarre corpi
solidi appoggiati sul piano del disegno. In questo caso
il dispositivo sembrerebbe funzionare come un
particolare apparecchio anamorfico (vedi fig. 42)
poiché, quando si traguardano punti non appartenenti
al piano del disegno, con il variare della quota del punto
cambia di una stessa quantità il valore delle lunghezze
delle due aste o e t; conseguentemente muta in fun-
zione della quota del punto il rapporto (o - t)/o. Per i

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 37


Note al capitolo 1 avvaliamo dunque della proprietà che afferma essere retto
ogni angolo alla circonferenza i cui lati passano per gli
1
Stanislao Vecchi (1843 –1903) è oggi noto principalmente estremi del diametro S x S y di quella circonferenza.
(cfr. Gino Loria, Storia della Geometria Descrittiva, Milano Trattandosi poi di un’assonometria ortogonale è certo che
1921)per i suoi contributi alla generalizzazione dell’assono- il piano spazzato dal ribaltamento del punto O è un piano
metria con una serie di memorie pubblicate prevalente- proiettante e dunque, la sua traccia è una retta ortogonale a
mente su “Il Politecnico” a partire dal Saggio di una Sx Sy ; ne segue che O’ ed il suo ribaltamento O sul quadro
prospettiva axonometrica del 1870. Laureatosi in apparterranno ad una retta perpendicolare a Sx Sy.
matematica nel 1864, dopo un periodo di studi a Parigi, tiene 6
Si veda G. Loria, Storia della Geometria Descrittiva... cit.,
un corso libero di Meccanica Applicata a Parma nel 1866.
cap. XII.
Nel 1868 ottiene il Diploma di Ingegnere Civile presso il
Regio Istituto Tecnico di Milano ed i suoi primi contributi
7
N.Delaunay, Sur quelques nouveaux mécanismes, in :
scientifici riguardano temi di idraulica applicata, sui quali “Bulletin des Sciences Mathématiques”, 2 série, T. XIX,
tornerà in più occasioni. Mentre insegna disegno geometrico Paris 1895, pp. 240-245.
all’Ateneo parmense (succedendo a Guido Dalla Rosa) e
8
Dato – figura 10, pag. 17 - il riferimento coordinato Ox e
disegno di macchine con elementi di cinematica all’Acca- Oy, il punto M di coordinate x’,y’ è vincolato a percorrere la
demia di Belle Arti di Parma (fino all’abolizione del corso retta δ δ di equazione y = cos ( δ O x) . x’,, mentre il punto
nel 1892), continua le sue ricerche di fisica applicata alla D ha coordinate x, y. Dai triangoli rettangoli PCM e PCD
strumentazione (Sul barometro campione moltiplicatore, in si ha che: x’ 2 = CM2 – CP2 = CM2 – (CD 2 – x 2 ); inoltre y = y’.
“Nuovo Cimento”, 1868, ed altre memorie sugli strumenti Sostituendo questo valore di x’ nelle equazioni della retta,
geodetici e sui prospettografi). Dopo i più noti contributi Delaunay ricava l’equazione di un’iperbole che ha per
alla scienza della rappresentazione, con gli scritti del asintoto la retta stessa.
1871\72, torna all’insegnamento della meccanica, come 9
Nell’esempio quando sin α = 1 l’asse z è ovviamente
testimoniano le lezioni di meccanica razionale (Parma 1874) ortogonale al quadro.
tenute dal 1873 al ‘76, e riprende gli studi di meccanica 10
La dimostrazione si può ridurre al caso piano rap-
applicata (Quale debba essere la forza motrice nell’industria
presentando i due piani prospettivi π e π ' nella sezione
italiana, Milano 1873), e di idraulica (Su alcuni fenomeni
passante per il centro di proiezione PV e perpendicolare ai
osservati da Van Beek nella rotazione dei liquidi, in “Il
piani. E’ evidente che la similitudine dei triangoli PV PV’
Politecnico” 1874). Negli anni Ottanta pubblica diversi
P e S P’ P si mantiene anche quando PV PV’ ruota intorno a
contributi sulle applicazioni della teoria dell’omologia
PV’ parallelamente a SP’ che ruota intorno a S; dalla
inaugurati dalla memoria su Gli Omolografi. Tra gli ultimi
costanza dei rapporti tra i cateti, dalle similitudini che
scritti, i più noti sono l’ampia memoria su L’essenza reale
permangono al variare dell’inclinazione di PV PV’ si
delle quantità ora dette immaginarie, Parma 1890, e due
dimostra la congruenza di PV PV e P’S.
memorie del 1899: il Saggio di un disegno polarimentrico, e
Sulle figure complete determinate da un numero qualunque
11
Johann Heinrich Lambert, Anlage zur Perspektive (agosto
di punti, o da un numero qualunque di tangenti di una conica 1752), manoscritto conservato alla biblioteca universitaria
e sulle loro correlative nello spazio. di Basilea. Trad. fr. di Jeanne Peiffer in J. H. Lambert, Essai
2
In “Il Politecnico”, XXIX, 1881. sur la perspective, Paris 1981.
3
G. Dalla Rosa, Studii di disegno monomalografico, Torino
12
Quando la geometria si riarticolerà (istituzionalmente con
il programma di Felix Klein) in scienza dei diversi spazi
18 76.
caratterizzati mediante gruppi di trasformazione, attraverso
4
Il dispositivo consiste essenzialmente nella rappre-
quell’idea di “trasformazione” si rileggeranno i cinematismi
sentazione di una retta ortogonale al piano assonometrico della géomètrie perspective anche per darne un nuovo
Sx Sy Sz inteso inizialmente come un piano genericamente
sviluppo tecnologico. Cfr. 1.3.2
posto in una doppia proiezione ortogonale i cui piani di 13
Si consideri che anche il metodo di Monge – della doppia
proiezione siano in assonometria due piani coordinati. La
proiezione ortogonale – si basa sulla convenzione di una
retta che proietta ortogonalmente il generico punto A sul
terza proiezione, quella che consente il ribaltamento dei due
quadro assonometrico S x S y S z sarà rappresentata nella
quadri, esattamente l’omologia piana di π ≡ π ’, l’affinità
proiezione ortogonale da un’immagine ortogonale alla
traccia del piano assonometrico. Lo si intuisce facilmente di asse π π ’ e centro ortogonale a π π ’..
(condizioni di ortogonalità tra retta e piano) dal fatto che se
14
Wilhelm Fiedler, Die darstellende Geometrie, Zurigo 1871,
una retta è perpendicolare ad un piano, perpendicolari a trad. it. Trattato di geometria descrittiva, Firenze 1874, p.54.
quel piano devono essere tutti i piani che costituiscono il 15
Già abbiamo considerato che in un rombo articolato con
fascio che ha per asse la retta tra i quali vi è quel piano due vertici opposti vincolati a scorrere lungo una retta gli
proiettante che determina l’immagine della retta. Ne segue altri due vertici si muovono su punti simmetrici rispetto alla
che le tracce omonime di quel piano proiettante (l’immagine retta. Oltre a questo biellismo elementare si possono
della retta) e del piano generico Sx Sy Sz dovranno essere tra includere nel gruppo delle isometrie tutti i “ribaltatori” -
loro ortogonali. come quelli di Kempe – gli strumenti “rotatori” - come il
5
Considerando che l’angolo in O del triangolo Sx Sy O deve pantografo di Sylvester – nonché i pantografi comuni usati
essere retto in O. Sul diametro Sx Sy si traccia un semicerchio per produrre simmetrie centrali. Cfr. E. A. Togliatti, Sui
sul quale si individua il punto O* (l’origine ribaltata sul meccanismi articolati in geometria elementare, in “Periodico
quadro) intersecandovi la retta perpendicolare da O’ a Sx Sy. di Matematiche”, 2, 1922, p.41.
Per individuare il luogo dell’origine O ribaltata sul quadro, 16
Il cui studio era ormai sussunto nella teoria dei gruppi a
sapendo che gli assi obiettivi x e y sono ortogonali, ci partire probabilmente dalla Mémoire sur les groupes de

pagina 38 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


mouvements (1868) di Jordan (Camille Jordan, OEuvres, vol. 23
Il calcolo delle metrie prospettiche (della scala degli
IV, pp. 231 – 302). allontanamenti) è tema sottolineato nella letteratura
17
Alfred Bray Kempe, How to draw a straight line, Londra prospettica della prima metà del XVII secolo, soprattutto
1877. nelle opere di I.L.Vaulezard e di G.Desargues (in
18
L’invenzione risale al 1833; al riguardo la principale fonte particolare la Méthode universelle de mettre en perspective
di Vecchi è il Traité de Perspective lineaire di Jules De la avec les proportions, mensures, eloignemets, sans émploier
Gournerie, Paris 1859, pp.292-304. aucun piont qui soit hors du champe de l’oubrage.” Paris
1636). Si veda al proposito: L’oeuvre mathématique de G.
19
L’ Abriiss einer Axonometrischen Perspective pubblicato
Desargues / textes publiés et commentés avec une
in “Der Civilingenieur” del 1871 è la versione del Saggio di
introduction biographique et historique, II ed. Paris 1988 ed
una prospettiva axonometrica pubblicato su “Il
anche J. Dhombres e J. Sakarovitch(a cura di), Desargues
Politecnico”, XVII, 1870. Il tema è poi sviluppato dall’autore
en son temps, Paris 1994.
nei seguenti lavori: Sulla prospettiva axonometrica, in “Il
Politecnico”, XIX, 1871, pp. 466-475, 541–552, 592–610, 717–
24
Cfr. Luigi Campedelli, Lezioni di Geometria, Vol. II, parte
720; Sulla prospettiva axonometrica, in “Il Politecnico”, prima, 4° ed., Padova 1972, pp. 18 –22.
XX, 1872, pp. 89–105, 216–225; Generalizzazione del teorema
25
Vecchi lamenta la scarsa diffusione dell’assonometria
di Pohlke, in “Il Politecnico”, XXXI, 1883, pp. 178 – 185. ortogonale presso i disegnatori imputandola alla laboriosità
20
A partire dalle pagine di Piero della Francesca (lo studio delle operazioni per ottenere lo scorciamento delle metrie
della corrispondenza tra misura apparente di una grandezza assonometriche. Questo problema non sussisterebbe
e sue distanze all’occhio - e dal quadro - e lo studio dei nell’assonometria obliqua che a giudizio dell’autore non
rapporti tra diverse proiezioni di una stessa grandezza a presenta i requisiti di verosimiglianza propri dell’assono-
distanze regolarmente diverse condotto con mezzi grafici metria ortogonale. Tuttavia il vero oggetto della memoria
ed aritmetici nel De prospectiva pingendi) o di Leonardo Sulla diffusione dei disegni assonometrici (Parma 1893) è
(ad es. in Codice A, f. 8 recto: “ La cosa seconda che sia l’espediente per ovviare alle difficoltà di costruzione
lontana dalla prima quanto la prima dall’occhio, apparirà la dell’assonometria prospettiva attraverso l’uso di fogli da
metà che la prima, benché infra loro sieno di pari grandezza. disegno già preparati simili agli ausili ancora oggi in
(…) Se ti porrai la pariete [quadro] vicino all’occhio un commercio. Come molte di queste odierne “basi” per il
bracio, la prima cosa che fia lontana dal tuo occhio 4 braci tracciamento di prospettive gli elementi della rappre-
diminuirà i ¾ della sua altezza in detta pariete; e se fia sentazione erano fissati con la cura di ottenere un buon
lontana dall’occhio 8 braci, diminuirà i 7/8; e se fia lontana effetto di verosimiglianza ponendo la distanza principale
16 diminuirà i 15/16 di sua altezza, e così farà di mano in della prospettiva in determinati rapporti con il formato della
tavola. Queste considerazioni risultavano comode con il
mano”).
sistema della prospettiva assonometrica poiché l’origine
21
In particolare nei lunghi computi degli esercizi di Samuel degli assi ed il rapporto tra triangolo delle tracce e triangolo
Marolois: Opera mathematica, ou Oeuvres mathematiques delle fughe consente di regolare la distanza oggetto (origine
traictans de geometrie, perspective, architecture et degli assi) osservatore.
fortification , L’Aja 1614-1617 (noto in varie edizioni 26
Cfr. G. Loria, I metodi di rappresentazione della geometria
successive nel XVII secolo). Ci riferiamo anche alle
formulazioni di André Albrech (o Albert) , Duo libri Prior descrittiva, 3a ed., Milano 1924, pp. 329-342.
de Perspectiva cum et preater arithicam inventa…, I ed.
27
Il discorso di Vecchi sembra seguire, ad esempio, quanto
Nurnberg 1628, (ed. 1671),Cap.V “… in quo delineatio optica affermava Giovanni Codazza - altro importante professore
per aritmeticam juxta regulam proportionum computas di Geometria Descrittiva - nel suo discorso Dell’influenza
docetur”. delle arti e dell’industria sui progressi delle scienza e del
22
Con l’avvento della geometria analitica a tre dimensioni sapere tenuto all’adunanza dell’Istituto Lombardo nel
anche la prospettiva viene assimilata ad una vera e propria maggio 1856: “...le arti industriali sono oggidì per tal guisa
funzione. Si veda inizialmente la Soluzione di un problema alle scienze collegate che i progressi delle une si traducono
generale di prospettiva riportata dal “Journal Trevoux” in perfezionamenti delle altre e quelle rimarrebbero
ciecamente stazionarie se non chiedessero a queste di
(“ Mémoire pour servir à l’histoire des sciences er des beux
continuo nuovi lumi e nuovi principi …”
artes” o “Journal Trévoux”, MDCCXII ottobre 1712, pp.
1826-33) di Antoine Parent dove definisce alcune formule
28
Nella scuola secondaria tecnica di Stato la sezione fisico-
che legano i segmenti di un piano alla loro prospettiva matematica, che avrebbe dato la formazione di base per
coinvolgendo grandezze lineari ed angolari legate da l’accesso alla facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e
relazioni trigonometriche. Ben più chiara al riguardo è la Naturali, si distingueva dalle altre sezioni dell’Istituto che
formulazione dell’ultimo trattato di ottica che comprende erano destinate all’avviamento professionale. L’in-
un capitolo sulla prospettiva: quello che l’abate La Caille segnamento delle matematiche era distinto in tre fasi; in un
aggiunge nella seconda edizione delle sue Leçons primo biennio comune a tutti gli indirizzi si davano le
élémentaires d’optique… pubblicate a Parigi nel 1756. Nella nozioni generali di aritmetica e geometria mentre
terza parte di quel celebre trattato sono illustrati i principi l’insegnamento geometrico si ripartiva nelle classi
della prospettiva con i fondamenti del calcolo algebrico, ma successive; nella prima lo studio planimetrico
con proposizioni espresse nel linguaggio naturale e non dell’uguaglianza e della similitudine, le prime nozioni di
formalizzate attraverso il calcolo letterale. Si veda: Nicolas stereometria con formule di misura dei poliedrici e dei solidi
Louis de La Caille, Leçons élémentaires d’optique avec un rotondi, nella terza classe lo studio della proiettività tra due
traité de perspective, Paris 1756, in particolare la p. 45 e punteggiate, il birapporto, la polarità, la classificazione delle
seguenti. coniche, le costruzioni grafiche, oltre ad un programma di

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 39


trigonometria piana, nella quarta classe le proprietà focali 34
Gli stessi programmi per “l’esame speciale di disegno
delle coniche e le proprietà proiettive dei coni e delle figure geometrico per gli studenti di primo anno” mantengono
sferiche e alcune nozioni di geometria analitica, oltre ai per tutti gli anni settanta ed ottanta una serie costante di
cenni di trigonometria sferica. Era comunque una temi direttamente applicativi al disegno edile ed al disegno
condizione soltanto teorica, poiché ancora nel 1863 non vi meccanico. La congiunzione dei legnami e la congiunzione
erano scuole secondarie tecniche di stato in tutte le province dei ferramenti, il disegno delle ruote dentate o dei muri e dei
emiliane e romagnole. pavimenti sono capitoli alternati a quelli che concernono i
29
Con l’estensione al nuovo Regno d’Italia della legge Casati vari gradi delle costruzioni geometriche, della
(1859) l’istruzione superiore è suddivisa in cinque Facoltà: rappresentazione grafica delle espressioni analitiche, la
Teologia, Giurisprudenza, Medicina, Filosofia e Lettere, teoria delle curve e le tecniche della loro rettificazione. Tutti
Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. La legge Matteucci questi diversi capitoli concorrono a delineare uno studio
del 31 luglio 1862 suddivide le Università del Regno in una delle proprietà planimetriche da intendersi studio delle
prima classe - le Università di Torino, Pavia, Pisa, Bologna, proprietà metriche e proiettive delle figure piane e delle
Napoli, Palermo – ed in una seconda classe - quelle di costruzioni geometriche piane.
Genova, Catania, Messina, Cagliari, Modena, Parma e Siena. 35
All’Università di Parma l’insegnamento della Geometria
Dalla suddivisione conseguiva anche una differenza nel Descrittiva è introdotto nel 1847-48 ed è tenuto
trattamento economico degli atenei, dei Professori, dei congiuntamente a quello di meccanica pura ed applicata da
Direttori di Gabinetti, Orti botanici e Cliniche. Giuseppe Osenga, sospeso nel ’49 per “cause politiche”. Nel
30
Ci riferiamo in particolare ai casi del Politecnico di periodo di chiusura ufficiale dell’Università era abilitato
Milano (1863) e della Scuola di applicazione per ingegneri all’insegnamento privato della geometria descrittiva
di Roma (1873); scuole che nascono in diversi contesti Gaetano Zilioli. Questa cattedra congiunta è ristabilita nel
industriali e che sono dirette rispettivamente da Francesco 1854 alla riapertura dell’Università, quando vi viene
Brioschi e Luigi Cremona, matematici attivi nella nominato Guido Dalla Rosa (fino al suo trasferimento a
comunità scientifica internazionale. Roma nel 1871) al quale succede Stanislao Vecchi.
31
Il 1860 segna anche l’istituzione della nuova cattedra di
36
Anche gli studenti in Scienze Naturali dovevano riportare
Geometria Superiore all’Università di Bologna affidata a “profitti” in corsi di disegno dal vero presso la scuola di Belle
Luigi Cremona. E la famosa prolusione di quel corso (vedi: Arti ai quali, sempre nel “biennio”, erano impartiti
Luigi Cremona, Opere Matematiche , vol. I, p. 240) è una insegnamenti di Ornato e di Architettura.
perentoria denuncia dello stato di arretratezza della
37
Edouard Bartolomè Cousinery, Géomètrie perspective ou
“istruzione dello Stato” ed in particolare dell’insegnamento principes de projection polaires appliqués à la description des
delle geometrie in Italia rispetto a Francia, Germania e corps, Paris 1828.
Inghilterra. cfr.2.2.2 38
Guillaume Henri Dufour, Géometrie perspective avec ces
32
Si noti però che Vecchi usa come sinonimi di geometria application à la recherche des ombres, Paris – Géneve 1827.
proiettiva oltre a “geometria di posizione” o “geometria di 39
Michel Chasles, Aperçu historique sur l’origine et le
sito” anche quelli di “geometria derivata”, “geometria développement des méthodes en géométrie, particulierement
Moderna” e “geometria sintetica” quando non vi fa de celles qui se rapportent a la géométrie moderne, suivi d’un
coincidere gli stessi “ultimi progressi delle matematiche”. mémoire de géométrie sur deux principes généraux de la
33
L’idea di metodo di rappresentazione definita da Gaspard science, la dualité et l’homographie, I ed., Bruxelles 1837,
Monge a fondamento della geometria descrittiva consiste in pp. 196-7.
una convenzione rappresentativa (anche non necessa- 40
Sull’argomento, ampiamente trattato quasi in ogni storia
riamente di origine proiettiva) che stabilisce una cor-
rispondenza biunivoca tra gli ∞ 3 punti dello spazio e gli della matematica, si veda ad esempio Umberto Bottazzini,
Storia della matematica moderna e contemporanea, Torino
∞ 2 punti di un piano (del disegno); tale corrispondenza è
una trasformazione non solo suriettiva (ogni punto del 1990, cap. X, La geometria delle proiezioni e sezioni.
piano corrisponde ad almeno un punto dello spazio), ma 41
Ci riferiamo in particolare al fatto che l’interesse di Jean-
anche iniettiva (punti distinti dello spazio devono Victor Poncelet per il “troppo favorevolmente apprezzato”
corrispondere a punti distinti del piano). Per realizzare una trattatello di Cousinery si trova stemperato nell’edizione
simile corrispondenza tramite proiezione su di un piano del 1865 (tomo primo, p. 412) del suo Traité des propriétés
occorre che ogni punto dello spazio sia proiettato sul piano projectives des figures, (1 ed. Paris 1822).
di rappresentazione in almeno due punti distinti e quindi 42
W. Fiedler, Trattato ... cit.
sia proiettato da almeno due centri di proiezione distinti. 43
Ivi, p. 575. Fiedler rinvia alla “... specialmente alla
Perciò il principale metodo, all’esordio della geometria sezione VII della Fraie Perspekctive di J. H. Lambert , che
descrittiva, come è noto, è individuato nella doppia ha per titolo: Vor der Perspectivischen Entwerfung aus einem
proiezione ortogonale o metodo di Monge. Si comprende unendlich entfernten, pagg. 149 – 167 e fig. 26. Parimente il
come l’esclusione dall’alveo dei metodi di rappresentazione metodo ottenuto dal sig. Polhke nella sua Darstellende
delle varie prospettive (coniche o cilindriche) e dei vari pa-
Geometrie, pagg. 72-100.”
radigmi stereografici non potesse essere che contingente
e pratica. L’idea di metodo di rappresentazione rilegge
44
Sui rapporti tra l’elaborazione dell’assonometria pro-
perfettamente tutta la gamma delle mappe descrittive per spettiva e la generalizzazione dei metodi di
proiezione su un piano nelle quali evidenzia il loro rappresentazione si veda in particolare: Gino Loria, Storia
inevitabile funzionamento almeno per doppia proiezione della Geometria ... cit., pp. 444 – 455.
(presente sotto altri termini ed altre proposizioni). 45
W. Fiedler, Trattato..., cit., p. 22 esercizio n.10.

pagina 40 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


46
Risulta evidente considerando che: 1) la similitudine delle plus que tout siècles détient inconsciemment entre ces
facce dei due tetraedri considerati è conseguenza del mains les découvertes des siècles futures, et que l’histoire
parallelismo tra i piani obiettivi ed i piani proiettanti i loro des choses devances très souvent celle des idées.” Nel
elementi di fuga che è dato per definizione; 2) si può seguito precisa come la comparsa di un’invenzione come il
dimostrare la condizione di allineamento con il centro pantografo di Scheiner non significhi necessariamente la
dell’omotetia dei punti del tetraedro delle proiettanti agli coscienza di una teoria completa. Gabriel Koenigs, Leçons
omonimi punti del tetraedro obiettivo con le condizioni di de cinématique professées à la Sorbonne ..., Paris 1897, p.
appartenenza implicate nella costruzione della prospettiva. 243.
3) Infine si può dimostrare la proporzione tra le distanze 56
Lettre di M. Peaucellier, Capitaine du Génie (a Nice), in
dal centro dell’omotetia dei punti del tetraedro obiettivo “Nouvelles Annales de Mathematique”, 2°série, t. III,
dai loro omonimi del tetraedro delle proiettanti 1864, p. 414.
considerando queste distanze come lati di triangoli simili. 57
Sarrus nel 1853 aveva posto una soluzione con un sistema
47
Si noti che questo ribaltamento non richiedendo tridimensionale al problema di Watt. Cfr. Pierre-Frédéric
necessariamente tra i dati la conoscenza della distanza del Sarrus, Note sur la transformation des mouvements
punto di vista dal quadro è identico a quello che si pratica rectilignes alternatifs en mouvements circulaires , et
nel caso dell’ordinaria assonometria ortogonale. réciproquement, in « Comptes rendus de l’Académie des
48
Naturalmente questo punto di fuga appartiene alla retta Sciences de Paris », t. XXXVI, 1855, pp 1036 –1038 ; Jean-
che rappresenta la prospettiva di quest’asse. E’ evidente Victor Poncelet, Rapport sur une transformation nouvelle
per costruzione poiché le rette x’ , y’, z’, (prospettive di x, y, des mouvements rectilignes alternatifs en mouvements
z) sono insieme tracce e fughe di piani principali passanti circulaires, et reciproquement, par Sarrut , in Comptes
per il Punto di vista ai quali appartengono sempre tanto gli rendus... cit., p. 1125 –1127.
assi obiettivi quanto le parallele ad essi per PV che ne 58
Victor Mayer Amédée Mannheim, Communications sur
terminano i punti di fuga. Altre relazioni tra il sistema delle le comaps composé de M. Peaucellier, in “Bulletin de la
tracce ed il sistema delle fughe della prospettiva ortogonale Société Philomathique de Paris”, procès-verbaux des
di un triedro asson0ometrico si possono sviluppare séances des 20 et 27 juillet 1867, p. 124 –126.
considerando le proprietà comuni delle condizioni di 59
Charles-Nicolas Peaucellier, Note sur une question de
ortogonalità in prospettiva ed in assonometria in base alla géométrie de compas, in “Nouvelles Annales de
teoria delle polari. Ne risulterebbe anche una relazione Mathematiques”, 2°série, t. XII, 1873, p. 72.
con il metodo di prospettiva detto “dei punti misuratori”. 60
Gabriel Kœnigs, Leçons de... cit., p. 302 e segg. ; si veda
49
Le considerazioni si possono semplificare prendendo ad Henry Lebesgue, Lecons sur les Constructions
esempio l’asse y e la sua prospettiva. Sia O l’origine Géométriques, Paris 1950.
obiettiva degli assi, O’ la sua prospettiva che è anche il 61
In un piano, dato un cerchio di centro O e raggio r, i
punto principale, PV il punto di vista, Ty la traccia dell’asse
punti P ed i punti P’ si corrispondono in un’inversione che
y sul quadro, Fy il punto di fuga dell’asse y.
ha come base la circonferenza se si realizza una relazione
Considerando il piano proiettante dell’asse y sono
evidentemente formati i due triangoli O Ty O’ e O’ PV Fy tale che OP.OP’= r2. Evidentemente i soli punti uniti nella
che sono rettangoli nel punto O’ ed opposti in quel vertice. trasformazione del piano sono quelli della circonferenza.
I cateti O O’ e O’PV sono allineati come pure i cateti Ty O’ 62
Precisamente si danno i seguenti casi: 1) se un punto
e O’ Fy. percorre una retta passante per O anche il suo
50
S. Vecchi, in “Il Politecnico”, 1871, 1872. corrispondente descrive una retta passante per O come
51
Nicolas Louis de La Caille , Leçons élémentaires d’optique segue immediatamente dalla definizione; 2) se un punto
percorre una retta non passante per O il suo corrispondente
avec un traité de perspective, Paris 1756.
descrive una circonferenza passante per O e reci-
52
J.H.Lambert, Anlage..., cit., passim ed in particolare procamente; 3) se un punto percorre una circonferenza non
foglio 62 verso, da paragrafo 39. passante per O il suo corrispondente percorre una
53
Wagner, Méthodes de levers en usage dans la Brigade circonferenza non passante per O.
Topographique et de l’emploi d’un nouvel istrument 63
Si intende un sistema di aste articolate agli estremi
(appareil Homolographique de MM. Peaucellier et Wagner) formanti una coppia di triangoli isosceli con una base in
destiné à substituer aux opérations habituelles des procédés comune. Sull’analisi cinematica dei sistemi articolati a
purement mécaniques, in ”Mémorial de l’Officier du quattro aste si veda ad esempio G.Kœnigs, Leçons de...,
Génie”, n. XXIII, 1874, pp. 157 –208. La versione dello cit., pp.246 –262.
strumento ideato da Peaucellier e Wagner presentata in 64
V.A. Mannheim, Principes et développements de géométrie
quella memoria era già stata illustrata nel 1872. cinématique, ouvrage contenant de nombreuses applications
54
Cfr. Mémoire sur un appareil diastimométrique nouveau, a la théorie des surfaces, Paris 1894, p. V.
dit appareil autoréducteur, in “Memorial de l’Officier du 65
V. A. Mannheim, Cours de Géométrie Descriptive de l’École
génie”, n. XVIII, 1868, p. 351. Polytechnique, comprenant les éléments de la Géométrie
55
Gabriel Koenigs afferma: “La théorie des système Cinématique, Paris, (1878) 1880, 2°ed., Paris 1886, p.VIII.
articulés ne date que de 1864” ed ancora precisa “Sans 66
G. Kœnigs, Leçons de..., cit., p. 243.
doute on les a utilisés bien avant cette époque; il se peut 67
S. Marolois, Opera mathematica..., cit.
même que quelque esprit amoureux de précision
rétrospective découvre des systèmes articulés dans
68
Per un’analisi di questi procedimenti grafici si veda M.
l’antiquité la plus reculée; nous apprendrions une fois de Poudra, Histoire de la perspective ancienne et moderne, Paris

1. le macchine dell'assonometria prospettiva pagina 41


1864, pp. 238-39.
69
S. Marolois, Opera mathematica..., cit.,(edizione Jan
Janssen, Amsterdam 1662), pag 11, problema tertium: dato
quadrato, quomodo ejus apparentia in sectione inveniri
possit; vedi anche pag. 39, le “questiones scenographiae
supputate..."
70
Ivi, tavola 62, figure CXCV e CXCVII e riferimenti testuali
a pag. 27: “Descriptio ulterioris usus praecedentis nostri
Instrumenti, tam in ichographia quam in scenographia
materiali. Hactenus de utilitate praecedenti nostri istru-
menti in usu rerum simpliciter imaginatione fictarum
egimus; Nunc de ejus proprietate in usu rerum materialium
tractandum est; quod quam fieri potest brevissime facere
conabimur in modum sequentem.
71
Martin Kemp, The science of art, 1990, trad. it. in La
scienza dell’arte, Firenze 1994, p. 187 e segg..

pagina 42 1. le macchine dell'assonometria prospettiva


2 teatri didattici

2.1 aule oscurate e vetrine di modelli

2.1.1 “… nessuno più di Monge ha concepito e fatto


geometria senza figure” afferma Michel Chasles 1
intendendo con “figure” i “disegni” connessi alle pro-
posizioni geometriche, ricordando che nell’in-
segnamento all’“... École Polytechnique (...) Monge
sapeva far concepire nello spazio, ad un grado
inaudito, tutte le forme più complicate dell’estensione
e penetrare nelle loro relazioni generali e nelle loro
proprietà più nascoste senz’altro soccorso che quello
delle sue mani, i movimenti delle quali assecondavano
amabilmente le parole, qualche volta difficili, ma
sempre dotate della vera eloquenza del soggetto, della
nitidezza e precisione, della ricchezza e profondità
delle idee.”
Sembra paradossale che la nuova scienza della
rappresentazione venga all’origine - nelle leçons
données aux écoles normales, l’an 3 de la république
(nelle lezioni tenute ai futuri insegnanti) - insegnata
quasi senza disegni, ma con parole sottolineate da gesti
allusivi al loro significato spaziale e cinematico.
Eppure la Géométrie descriptive di Gaspard Monge
contribuisce a liberare la geometria dalla fatica della
lettura comparata dei grafici, dal continuo rimando del
testo alla “figura” disegnata - specie per le proposizioni
stereometriche non disegnabili eloquentemente -
insegnando a vedere (sapere) la figura senza guardare
necessariamente il grafico dove si accumulano le tappe
della costruzione di un luogo geometrico. Pra-
ticamente distanti, le applicazioni strumentali e le
astrazioni matematiche, la nuova pratica del disegno 44 Descrizione delle superfici per proiezione e sezione, da
di officina e le speculazioni di geometria differenziale, Abraham Bosse, Moyen universel de pratiquer la perspective sur les
confluiscono tutte nella geometria descrittiva che si tableaux ou surfaces irregulières..., Paris 1653.
presenta come un giano bifronte, rivolto da un lato alla
pura scienza dell’estensione e dall’altro alle model- pensare le proprietà dell’estensione figurata. Le
lizzazioni grafiche nelle arti costruttive. “…ogni épure antiche operazioni di rappresentazione piana della
di Geometria descrittiva” nota Chasles2 “potrà espri- stereotomia, della cartografia, della carpenteria etc.,
mere un teorema di Geometria piana” e “... da questo organizzate nei metodi di rappresentazione della
punto di vista la Geometria descrittiva di Monge offre geometria descrittiva, esercitano un’educazione
un metodo di geometria razionale.” Ponendosi come all’astrazione, ai processi di selezione e gene-
scienza dei disegni, delle epures, elevando i grafici ralizzazione dei problemi stereometrici.
geometrici praticati nelle officine allo status di Le applicazioni originarie della geometria
proposizioni teorematiche nella forma del problema, mongiana inducono anche una drastica semplificazione
la geometria descrittiva induce un’emancipazione della stereotomia tradizionale che viene alleggerita da
dell’immaginazione spaziale, un’intuitiva capacità di alcune fondamentali concezioni meccaniche, come

teatri didattici pagina 43


45 Modello in gesso di quadriche confocali, schema da (a cura di)
Martin Schilling, Katalog mathematischer Modelle für den höheren
mathematischen Unterricht veröffentlicht durch die Verlagshandlung 46 50 Modello di quadriche confocali, schema da David Hilbert e
von Martin Schilling, Halle am Saale, 1903 (ed. Lipsia 1911), modello Stefan Cohn-Vossen, Anschauliche Geometrie, Berlin 1932, trad. it.,
185, XVI, 9 Geometria intuitiva, Milano 1960

quella della direzione dei carichi e dei sovraccarichi ha efficacemente chiamato una “geometria imma-
accidentali, dei problemi di dimensionamento legati ginativa”.
alla resistenza dei materiali, e considera il problema
della forma delle volte e dei conci in modo puramente 2.1.2 Geometria immaginativa indica, in effetti, la
geometrico secondo la teoria delle linee di curvatura principale funzione pedagogica della geometria
delle superficie. Come nota Jules De La Gournerie, descrittiva nei Politecnici, nell’insegnamento delle arti
traendo un bilancio in parte negativo da tre quarti di costruttive, nelle Accademie di Belle Arti del secondo
secolo di conseguenze pratiche delle idee didattiche Ottocento. La descrittiva sembrava incarnare e seco-
del fondatore della geometria descrittiva, “...Monge larizzare la funzione astrattiva del disegno celebrata e
ha stabilito l’insegnamento delle arti grafiche su basi declinata nella più tradizionale letteratura artistica. Il
nuove. Ha presentato il Trait del taglio delle pietre in processo astrattivo del disegno, per quanto il suo senso
modo astratto e lo ha eretto, sotto il nome di Geometria fosse ormai privato dei correlati idealistici e
Descrittiva, a Trait universale” 3 riducendo l’inse- secolarizzato nell’aristotelica e fisica nozione di
gnamento dell’arte di costruire alla geometria pura a “forma”, continuava a costituirsi come imitatio ed
scapito della “... geometria dei cantieri”. electio. In questo senso il disegno era diffusamente
Monge, in realtà, aveva cercato di surrogare l’ap- insegnato anche negli studi naturalistici – specialmente
prendimento delle concrete conseguenze meccaniche nelle facoltà di Scienze Naturali del tardo ottocento -
di cantiere suggerendo l’aggregazione al corpo dove offriva la possibilità di costruire tassonomie da
docente di quadri tecnici intermedi particolarmente ripetute osservazioni morfologiche, di pervenire a
capaci e ricorrendo all’antico esercizio della co- schemi funzionali in grado di esprimere anche
struzione e manipolazione di modelli stereotomici e complessi fenomeni anatomici. Diremmo oggi che l’uso
di carpenteria. Il ricorso alle maquettes era una astrattivo del disegno ne faceva un mezzo efficace per
esercitazione aggiuntiva dalla quale non dipendeva costruire la coscienza dei “percetti”, per educare al
strettamente l’apprendimento delle facoltà im- distacco dell’oggetto della percezione dal riferimento
maginative dell’ingegnere; per definizione la geo- alla cosa fisica percepita, per allenare una memoria
metria descrittiva sussume la geometria pratica e nasce selettiva e progressivamente ordinante. E questo
dalla difficoltà oggettiva del disegno a tre dimensioni, esercizio avrebbe sviluppato anche un’istintiva capacità
per evitare il contrattempo dell’esecuzione del modello di simulare mentalmente le relazioni spaziali e le
oggettuale sostituendolo con sue rappresentazioni proprietà delle forme.
piane. La geometria descrittiva sembra poter assolvere a
L’educazione all’astrazione che insegna la questa funzione pedagogica presupponendo uno stretto
geometria dovrebbe facilitare il processo opposto, la contatto tra geometria e applicazioni, un reciproco
concretizzazione percettiva, visuale, di molte pro- scambio tra l’esplorazione di un modello grafico e la
prietà delle forme; il disegno, la manipolazione grafica formalizzazione delle proprietà del luogo rap-
nel piano di proprietà delle figure, sarebbe divenuta presentatovi. Ma certo “disegno” e “figura geometrica
strumento sperimentale - come lo furono i metodi [ente ideale]”, versante strumentale e versante spe-
meccanici ed i modelli oggettuali di Archimede - per culativo della geometria, restano ontologicamente
l’induzione o per l’applicazione dedotta di proprietà distinti. Nulla connette il senso di un grafico particolare
ideali. L’epure - più semplicemente misurabile, inter- a quello di un enunciato generale, anche se si possono
rogabile e manipolabile - sostituisce la maquette e la credere entrambe manifestazioni diverse della
simulazione grafica dovrebbe sviluppare un’attitudine percezione di medesime proprietà strutturali delle
immaginativa o meglio, quella che Roberto Gabetti forme. E questa distinzione tra la considerazione di un

pagina 44 teatri didattici


fenomeno, di un modello, e quella di un ente ideale anche quando le accortezze e le maestrie grafiche
sembrerebbe accentuarsi con lo sviluppo in senso possono ridurre la particolarità della configurazione
formalistico della geometria ottocentesca, distan- tracciata alla lavagna vi sono spesso proprietà che non
ziando sempre più la geometria dalla geometria pratica. possono più essere evidenti e nemmeno accettate dalla
Le considerazioni empiriche sembrano valere esclu- comune immaginazione spaziale. Si può immaginare,
sivamente nell’insegnamento introduttivo o in quello ad esempio, l’andamento asintotico di una curva oltre
applicativo della geometria, come puri espedienti i confini fisici del disegno, ma è più complicato pensare
didattici elementari o necessità pratiche di fatto fisicamente ai punti ciclici del piano, visualizzare i punti
estranee alla natura del discorso geometrico. immaginari; si pensa l’infinitamente piccolo e vicino e
Tuttavia gli espedienti didattici che concorrono a l’infinitamente grande e lontano, ma non si accetta
formare l’attitudine astrattiva - che coglie le forme visivamente che una figura di area infinita possa avere
dell’estensione - insegnata dalla geometria, finiscono un volume di rotazione finito. Questi paradossi non
per interpretare in qualche modo l’origine psicologica sono inimmaginabili, contrastano o contraddicono
degli assiomi assunti in un discorso geometrico. Sono l’esperienza fisica comune, con i principî elementari
dunque fondamentali - nel pieno senso del termine - della sua logica, ma si accettano entro una “visione”
anche quei dispositivi per suscitare ed articolare della forma dell’estensione, costruita gradualmente,
l’immaginazione spaziale nell’insegnamento della a frutto di un’educazione maieutica.
geometria e relegati in genere al rango di curiosità Il modello maieutico che Steiner applica nei suoi
aneddotiche. In questi racconti i processi astrattivi corsi all’università di Berlino deriva probabilmente
indotti dal docente si ammantano di un’aura quasi dalla sua stessa costituzione biografica. E’ noto che
mistica - ben esemplificata dal breve riferimento di egli inizia la sua formazione scolastica solo all’età di
Chasles allo stile didattico di Monge – dovuta al fatto circa 19 anni ad Iferten presso la scuola del celebre
che il dispositivo adottato è in genere quello di pedagogo svizzero Johann Heinrich Pestalozzi.
nascondere agli occhi, di celare la “figura” alla vista Sviluppando le concezioni pedagogiche di Jean Jacques
quando il disegno alla lavagna con la sua lenta o Rousseau, Pestalozzi realizza un’educazione anti-
complessa esecuzione non può tenere il passo con dogmatica fondata su una religione naturale, che trae
l’induzione immaginativa suscitata dal racconto i suoi principî, più che dalla ragione umana, dall’istinto.
verbale. L’istinto naturale, considerato l’unica vera norma
Il caso più clamoroso di quest’aneddotica è forse di giudizio, portava nell’insegnamento delle mate-
quello che riguarda Jacob Steiner – tra i maggiori matiche ad indurre essenzialmente l’intuizione
rappresentanti dell’indirizzo sintetico nella geometria geometrica individuale; l’educando ricostruiva da sé,
del XIX secolo e tra principali sistematori della con l’ausilio socratico del maestro, il suo “istinto”
geometria proiettiva - che all’università di Berlino dal geometrico e aritmetico. “Non sono mai giunto a
1835 preferiva discutere le tesi con i suoi allievi in una comprendere l’applicazione dell’algebra alla geo-
stanza oscurata. Tra le varie congetture che metria”, scrive Rousseau ne le Confessioni. “Non
spiegherebbero il buio dell’aula di Steiner sembra amavo il metodo di operare senza vedere quel che si
probabile quella per cui l’oscurità scoraggia sempli- faceva, e mi sembrava che risolvere un problema
cemente la memoria eidetica, fotografica, salva- geometrico mediante equazioni fosse come suonare
guardando l’incolmabile differenza tra “figura” e una nota girando una manovella,(...)mi piaceva
“disegno”, tra enunciato e grafico. Il grafico è un moltissimo l’algebra considerata come pura quantità
caso tanto particolare dell’enunciato che le proprietà astratta, ma quando era applicata all’estensione,
che vi si dimostrano possono essere accidentali ed desideravo vederla applicata sulle linee, altrimenti non

teatri didattici pagina 45


51 Modelli in carta adottati nell'insegnamento della "geometria 52 53 Due stati di un modello composto da due schiere di dischi di
infinitesimale", da Katalog mathematischer Modelle für den höheren cartone paralleli (inseriti tra loro tramite una fenditura che permette
mathematischen Unterricht veröffentlicht durch die Verlagshandlung la variazione della reciproca inclinazione tra le due schiere) che
von Martin Schilling, ed. Lipsia 1911, modelli 172-174, XXII, 1-3 descrivono generalmente un ellissoide a tre assi e particolarmente
(quando le due schiere di dischi sono ortogonali) una sfera

capivo più nulla.” La scrittura algebrica dei problemi “geometrie del soprasensibile”) non sono affatto bui,
geometrici appare, ad uno stadio iniziale, asso- privi di “immagini” e di oggetti. Che i piani e gli spazi
lutamente innaturale, costituisce una mediazione, un non euclidei fossero concezioni alla portata dell’im-
protocollo complesso e astratto, che si frappone tra il maginazione visuale e tattica è anche ricordato dal fatto
mondo della quantità e quello dell’estensione. che proprio un curioso oggetto accompagna la
Rousseau consiglia un’azione educativa inizialmente diffusione italiana della geometria di Lobachevsky-
negativa, alla quale potrebbe corrispondere anche il Bolyai. Interpretata in un senso spaziale di derivazione
buio dell’aula di Steiner, una protezione dall’ambiente geodetica la geometria sopra una superficie a
esterno che consenta ad ogni nuova formazione curvatura costante negativa (fig. 54) è assunta da
concettuale di essere percepita dall’educando come Eugenio Beltrami 4 fin dal 1862 come esempio
propria istintiva costruzione. L’ammissione di una oggettuale della geometria non euclidea di Loba-
proprietà deve essere sentita individualmente senza chevsky, Bolyai e Gauss, valida in una porzione limitata
subire il gioco di prestigio eidetico del diagramma o di piano. Egli costruisce una particolare pseudosfera
dell’equazione. elastica, nota come cuffia di Beltrami, per illustrare
alcune proprietà dello spazio iperbolico5 , indicata
2.1.3 Se credessimo che anche le questioni didattiche anche da Hermann von Helmholtz nelle sue lezioni
seguano una marcia incessante della geometria verso popolari dove invitava gli uditori ad immaginarsi
una cieca astrazione formale saremmo portati a abitanti puntiformi di un mondo bidimensionale
contrapporre l’evidenza dell’antica geometria, legata costituito da particolari superficie in modo che non
all’immagine dei disegni tracciati sulla sabbia assolata, fossero indotti a concepire la minor distanza in linea
all’astrazione della moderna geometria proiettiva retta e, di conseguenza, a verificare che la somma degli
inaugurata nelle leçons des tènébres di Desargues. E poi angoli interni di un possibile “triangolo” (di distanze
immaginare che il lume utilizzato forse da Desargues minime tra tre punti) non equivale necessariamente
per ottenere facilmente le immagini delle coniche nelle ad un angolo piatto. Fingendo i “rilievi geodetici”
tènébres, si vada spegnendo nella concezione contabile delle formichine umane sulla “superficie di una statua”
ed iconoclasta che vede confluire la geometria si traducevano gli enti euclidei nei corrispondenti non
proiettiva nell’algebra lineare. L’astrazione che euclidei e si argomentava anche in modo intuitivo sulle
vedremmo progredire con il buio dell’aula di Steiner loro nuove proprietà. Le rette ordinarie della
sarebbe quella che procede, se non verso un vero e geometria euclidea erano, ad esempio, tradotte nelle
proprio pensiero privo di immagini, verso una geodetiche della superficie a curvatura costante
geometria non più immaginabile visivamente, a negativa (dello spazio euclideo ordinario), che nel caso
cominciare dall’introduzione di una quarta dimensione della “cuffia” pseudosferica, si immagina generata
spaziale nelle geometrie non euclidee. dalla rotazione di una curva trattoria intorno ad un suo
Le storie della geometria ottocentesca contrad- asse coordinato.
dicono invece in buona parte questo schema sempli- Il ricorso ai modelli, non solo nella divulgazione, è
cistico di progressivo distacco della mente dai sensi, importante per gli stessi matematici ottocenteschi nel
di abbandono di ogni considerazione fenomenica, di comprendere il senso geometrico delle nuove teorie.
rinuncia alle visualizzazioni oggettuali. È ampiamente La geometria ellittica si modellizza su di un emisfero
noto che gli spazi curvi delle nuove geometrie (definite dove le rette euclidee sono tradotte nelle circonferenze
dal matematico veneto Bellavitis “da manicomio” o massime e le distanze sono misurate come angoli al

pagina 46 teatri didattici


54 [a destra] Schema del modello di una superficie pseudosferica
determinata dalla rivoluzione di una curva trattoria attorno ad un
suo asse e delle sue geodetiche (interpretabili come corrispondenti
alle corde di un cerchio del piano euclideo). Cfr. Katalog
mathematischer Modelle für den höheren mathematischen Unterricht
veröffentlicht durch die Verlagshandlung von Martin Schilling, ed.
Lipsia 1911, modello 230, I 1

centro. In generale, trovato un modello che soddisfa visualizzazioni di leggi matematiche e fisiche; anche
un gruppo di assiomi è possibile costruirvi una gli strumenti di calcolo, di misura e di disegno si
specifica teoria ricorrendo quasi a semplici con- vorrebbero far valere come modelli (che oggi si
siderazioni topografiche, senza che venga meno direbbero “interattivi”) perché i loro dispositivi, se
l’evidenza intuitiva e visiva di quel sistema autonomo trasparenti, rendono visibile una determinata legge, la
di proposizioni. Per quanto i più considerassero i esemplificano in un oggetto. Se uno strumento è in
sistemi non euclidei delle pure curiosità logiche, queste grado di mostrare semplicemente il suo dispositivo
teorie venivano accettate in una geometria che era geometrico in moto allora diventa un vero e proprio
ancora, in gran parte, scienza dell’estensione fisica; modello didattico, un esempio evidente in grado di
tanto che, com’è noto, la dimostrazione della natura aiutare la comprensione e la ritenzione mnemonica di
non euclidea del nostro spazio viene tentata una legge.
sperimentalmente da Karl Friedrich Gauss attraverso La difficile speranza che sembra sottesa a queste
la misurazione topografica degli angoli di un triangolo raccolte tardo ottocentesche di strumenti didattici è
reale di qualche chilometro di lato. proprio quella della loro trasparenza geometrico-
cinematica che vorrebbe vedere teorie e tecnologie
2.1.4 L’uso didattico dei modelli è anche un progredire tanto in generalizzazione quanto in
importante corollario di questa componente semplicità, almeno per quei dispositivi che incorporano
“empirica” della geometria. La cuffia di Beltrami le applicazioni più dirette della geometria con un
apparteneva al corredo didattico che negli istituti progresso della teoria in grado di produrre allo stesso
universitari ha lasciato posto (in ogni senso) agli odierni modo l’evidenza delle macchine didattiche e
personal computer. Simili teatri di modelli utilizzati nel l’efficienza degli utensili. Ma questa speranza non è
tardo Ottocento e nei primi anni dal Novecento per verificata nelle pagine di materia geometrica del
l’insegnamento delle geometrie sono ancora Katalog ..., come rappresentano complessivamente i
parzialmente visibili nelle vetrine sopravvissute ai due interventi di Guido Hauck, significativamente un
traslochi universitari e sono ben documentati, ad primo teorico fondativo (un saggio) ed un secondo
esempio, dal Katalog mathematischer und mathe- tecnico applicativo (uno strumento).
matisch-physikalischer Modelle, Apparate und Instru- Nel saggio iniziale7 il professore berlinese delinea
mente dell’esposizione di Monaco del 1892-93 o dalle l’ampliamento dei postulati di costruzione (le
analoghe raccolte che gli succedono 6 . Modelli di gesso operazione lecite) degli Elementi di Euclide am-
(fig. 45) o di legno e fili metallici, di superficie mettendovi: a) il poter condurre una retta da due punti
algebriche (atti anche ad esemplificare la teoria delle arbitrari dello spazio, b) la possibilità di prolungare
linee di curvatura) o “scheletri” di trasformazioni indefinitamente qualsiasi retta, c) di trasportarvi un
proiettive sono elencati e descritti nel Katalog curato qualsivoglia segmento, d) la descrizione di un cerchio
da Walter Dyck accanto ad apparecchiature su ogni piano generico dello spazio. Con tali “con-
sperimentali ed a veri e propri strumenti per il calcolo cessioni costruttive” Hauck ritiene si possa giungere a
grafico come Integrafi, planimetri, o a strumenti per soluzione coerente di ogni questione stereometrica e
il disegno, come i prospettografi ed i curvigrafi. definisce un paradigma proiettivo generale che
Questa varietà di oggetti sarebbe comprensibile consiste nella doppia proiezione centrale da centri
unitariamente proprio come un’enorme raccolta di situati sui due piani di rappresentazione. Egli associa

teatri didattici pagina 47


55 56 Pantografo prospettico di A. L. F. Meister, da Instrumentum scenograficum cuius ope datis obiecti ichnographia et orthographia
invenire scenographiam citra omnem punctorum linearum intersectionum circini numerorum perspectivae adeo usum facili licet methodo ...,
Gottinga 1753
dunque una generalizzazione estrema del metodo di nimetria e della stereometria nell’insegnamento degli
Monge ad una rifondazione della geometria descrittiva Elementi di geometria (cfr. 2.2.2). È noto del resto
nel corpo assiomatico della geometria elementare. La che Hauck sperimenta la stessa Darstellende Geome-
breve nota assume un significato particolare in trie come una geometria della percezione 8 e ricorre
rapporto al dibattito coevo sulla fusione della pla- continuamente all’evidenza eidetica, iconografica,

pagina 48 teatri didattici


tanto nelle sue note raccolte di esercizi 9 – dove usa propone nel corpo del catalogo, dove espone 10 due
esempi architettonici – quanto nelle lezioni al dispositivi per il tracciamento meccanico della
Politecnico di Berlino nella quali ometteva l’indicazione proiezione centrale di una figura da due sue proiezione
delle lettere nelle figure dimostrative tracciate alla mongiane. Si tratta in realtà di due interpretazioni
lavagna. meccaniche dell’antica costruzione “legittima”
Ma non si danno relazioni dirette tra il piano brunelleschiana (più modernamente prospettiva
speculativo e quello utilitario degli strumenti che egli tecnica), come già realizzava l’istrumentum sceno-

teatri didattici pagina 49


57 Schema del prospettografo Fiorini, da P. Fiorini, Il
prospettografo: strumento riduttore a proiezione centrale, in “Annali
della società degli Ingegneri e degli Architetti italiani”, 1891

graficum pubblicato da Meister nel 175311 (figg. 55 e 58 Schema del sistema articolato del primo modello del
56). Hauck propone due varianti (figg. 58 - 61) di un prospettografo di Guido Hauck, (a cura di W. Dick) Katalog
prospettografo costituito da un sistema articolato di mathematischer und mathematisch-physikalischer Modelle,
aste colleganti la posizione di una penna O3 (pro- Apparate und Instrumente, Monaco 1892-93, strumento n.112
spettiva) a ciascuna coppia delle posizioni di segnatori
che percorrono uno (O1) la pianta e l’altro (O2) l’alzato
di un corpo. Per entrambe le versioni il quadro
prospettico può essere posto in qualsiasi posizione per
rapporto all’alzato del corpo, ma sempre perpen-
dicolarmente al piano orizzontale. Il primo modello
(figg. 58 e 59) differisce dalla sua più comoda variante,
rielaborata da Brauer (figg. 60 e 61), solo per la diversa
articolazione del cinematismo e quindi per la
disposizione degli elementi della rappresentazione.
Entrambi ottengono i tre punti correlati in proiezione
ortogonale - O1 e O2 – ed in prospettiva - O3 - fissando
la proiezione P del punto di vista sul piano orizzontale,
la traccia g del quadro sul piano orizzontale e la sua
immagine nella linea di terra g’ alla distanza principale
Pg ’ dal quadro, un punto di fuga F sull’orizzonte.
Come lo strumento riduttore a proiezione centrale (fig.
57), brevettato contemporaneamente da Fiorini 12 ,
questi strumenti realizzano una proiezione centrale
entro una doppia proiezione ortogonale con una
complessa articolazione che, nonostante alcune sue
componenti (come un perno o una riga) possano
rappresentare concretamente degli enti geometrici
(come il punto di vista o una retta proiettante), non ha
l’immediata semplicità dello schema geometrico. Il
numero delle aste articolate è tale da rendere non
immediatamente intelligibile la catena cinematica di
questi sistemi articolati che come modelli didattici 59 Schema del dispositivo geometrico sul quale si fonda il
sarebbero più complessi della costruzione prospettica prospettografo di Guido Hauck, da (a cura di W. Dick), Katalog
per intersegazione che dovrebbero esemplificare. mathematischer ..., cit., strumento n.112

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60 Sistema articolato della variante di Brauer del prospettografo
di Guido Hauck, da (a cura di W. Dick), Katalog mathematischer ...,
cit., variante dello strumento n.112, pp.234-241
61 Schema del dispositivo geometrico sul quale si fonda la variante
di Brauer del prospettografo di Guido Hauck, da (a cura di W. Dick),
Katalog mathematischer..., cit., variante dello strumento n.112,
pp.234-241

Più che utensili didattici le macchine triproiettrici


analoghe ai modelli di Meister, Fiorini ed Hauck
(riproducendo un’interdipendenza tra tre proiezioni di
ciascun punto di una regione dello spazio ordinario) si
trasformeranno nei primi esemplari meccanici di
restitutori fotogrammetrici mentre i prototipi delle
applicazioni fotogrammetriche dell’omologia piana
seguiranno i più semplici omolografi di Stanislao
Vecchi e le varianti del pantografo di Lambert.

2.1.5 Forse più consueti nei veri e propri teatri


didattici erano i sistemi articolati, come quelli adottati
dai primi anni Settanta dal professor Gariel nell’in-
segnamento dell’ottica elementare alla Facoltà di
Medicina di Parigi, che aveva trovato “... il modo di
far comprendere agli auditori il percorso dei raggi
[luminosi] nei diversi casi, utilizzando schemi mobili
[schémas mobiles] analoghi a quelli che sono stati, a più
riprese, impiegati con successo in fisiologia”13 . Gli
schémas mobiles non erano che le consuete illustrazioni
in sezione dei fenomeni di riflessione e rifrazione nelle
quali i raggi luminosi venivano simulati da aste di un
sistema articolato “...i cui spostamenti sono deter-
minati in modo da corrispondere ad un caso dell’ap-
parecchio ottico...”. La rappresentazione della legge
di riflessione risultava immediata con l’uso di un
qualunque rombo articolato: per la costante orto-
gonalità delle diagonali, interpretate come la linea che
rappresenta la superficie riflettente e la sua normale, i

teatri didattici pagina 51


lati contigui possono rappresentare il raggio incidente
ed il raggio riflesso ugualmente inclinati rispetto alla
normale. Per rappresentare la rifrazione il sistema
articolato piano (fig. 62 a) deve invece realizzare la
costanza (indice di rifrazione m = sin i / sin r) del
rapporto tra il seno dell’angolo del raggio incidente
AI ed il seno dell’angolo del raggio rifratto IB misurati
nel punto I d’incidenza sulla superficie XY che divide i
due mezzi diversamente rifrangenti. Gariel (fig. 62 b)
realizza questo schema applicando un traslatore di
Kempe (un parallelogrammo articolato ICHK con lato
IK fisso) il cui lato CH porta una scanalatura lungo la
quale si fissa un perno D.
Mentre il raggio incidente è rappresentato dal
prolungamento del lato AI, il raggio rifratto è l’asta IB
sulla quale si fissa in D il perno scorrevole su CH e quindi
tale che IC e ID, di lunghezza fissa, non possano che 62 a - Schema geometrico del modello di Gariel per la simulazione
della rifrazione: XY è la superficie di separazione tra i due mezzi
ruotare intorno al punto d’incidenza I.
diversamente rifrangenti, AI il raggio incidente ed NIN la normale
Applicando lo stesso parallelogrammo giungeva al punto d’incidenza I. Le due circonferenze hanno raggi IE ed IF
all’esposizione delle proprietà della rifrazione tra due tali che IF/IE = all’indice m di rifrazione del secondo mezzo in
mezzi separati da una superficie sferica ed in seguito rapporto al primo. Prolungando il raggio incidente fino a C sulla
affrontava lo studio delle lenti con altri dispositivi circonferenza IE e tracciata CD parallelamente ad IN si trova il punto
D dove GC incontra la circonferenza IF. Dunque IB è il raggio
articolati a due gradi di libertà nei quali, fissando un rifratto corrispondente al raggio incidente IA poiché il seno
determinato elemento, si possono valutare le incidente è = IG/IC e quello rifratto è =IG/ID ( l’indice di rifrazione
variazioni degli altri. è m = sin i / sin r = ID/IC). Da C.M.Gariel, Appareils schemas pour
Per Gariel gli schémas mobiles sono “apparecchi l’exposition des lois et phénoménes de l’0ptique élémentaire, in
dimostrativi” da applicarsi in vari campi dello « Comptes Rendus de l’Association Française pour l’Avancement
“...insegnamento elementare, dov’è necessario parlare des Sciences », 1874
agli occhi”, soprattutto quando mancano le stesse
conoscenze matematiche elementari e la scrittura
algebrica non esplicita le proprietà geometriche e
cinematiche dei fenomeni rappresentati. “Questi ap-
parecchi di dimostrazione”- afferma -“prodotti su
grande scala, sostituiscono vantaggiosamente, grazie
alla loro mobilità, le figure tracciate alla lavagna” ed
“altri modelli mobili più piccoli, che si potranno
costruire ad un costo molto basso, permetteranno
all’allievo che lavora da solo di ripassare o d’ap-
prendere questioni difficili da cogliere e ricordare, se
non dispone di qualche nozione di matematica.” 14
I sistemi articolati, i biellismi e le corde tese, i diversi
mezzi usati nelle aule, dove sostituivano il disegno della
figura alla lavagna, potevano aggiungere fisicamente
al piano nero della lavagna le dimensioni dello spazio 62 b - Modello di Gariel per la simulazione della legge di rifrazione
ordinario e del tempo (del moto), portando a maggior con un sistema articolato, da Gariel, op. cit.
evidenza le considerazioni stereometriche e cine-
matiche sulla cui importanza nell’insegnamento degli motto con cui si misurava la progressività della
elementi di geometria convenivano i sostenitori della geometria e di ogni altra scienza, credendo che le verità
fusione di planimetria e stereometria in un unico corpo più generali fossero anche le più semplici e che la
di dottrina. complessità contingente con cui si presentavano fosse
dovuta solo ad una comprensione ancora immatura,
ad una teorizzazione poco estesa. Nel lavoro didattico
brillava spesso l’idea che ogni invenzione (ri-
2.2 elementi solidamente fondati
trovamento) o scoperta, che ogni “trovato” in geo-
2.2.1 Nelle aule il geometra era tenuto ad usare le metria ne reinvesta l’intera storia sotto una nuova
ricerche “d’avanguardia” per perfezione l’antico generalizzazione e che la reinvenzione degli Elementi
edificio dei fondamenti, per semplificarli e quindi, per sia anche un ristabilimento de “le origini della geo-
renderli più veri. Simplex sigillum veri era l’antico metria” come oggi le intende Michel Serres15 .

pagina 52 teatri didattici


“Perfezionare gli Elementi di Euclide” era tra i 2.2.2 Nell’insegnamento secondario predominano
compiti più urgenti dei molti autori di manuali didattici certamente le dichiarazioni del ritorno “ ... all’antica
nell’Italia post unitaria, allorché il decreto Coppino del purezza della trattazione della geometria razionale
1867 1 6 stabiliva nel tratt ato alessandrino il testo elementare che il Legendre e i suoi imitatori avevano
d’insegnamento della geometria nelle scuole offuscato adoperando sovente il calcolo aritmetico a
secondarie di indirizzo classico, dove, potendo eccepire dimostrare verità, che poche argomentazioni fondate
dalla concezione “strettamente utilitaristica degli sulla semplice intuizione, sarebbero bastate ad
insegnamenti matematici”, la scienza dell’estensione accertare nel modo più diretto ed appropriato”, un
veniva impartita come “... una ginnastica del pensiero, indirizzo che si voleva esemplificato dai fortunati
diretta a svolgere le facoltà del raziocinio”. Questi Elementi di Geometria di Sannia e d’Ovidio,
termini suggellavano le Istruzioni del decreto che non continuamente riediti dal 1869. Ma i requisiti didattici
si limitava ad enunciare astrattamente la funzione della “semplice intuizione” e del “modo più diretto”
pedagogica della geometria, ma ne argomentava richiedevano ulteriori emendamenti e ridistribuzioni
l’articolazione didattica: “insegnata col metodo degli della materia euclidea individuate da taluni nella
antichi, la geometria è più facile e più attraente che fusione della planimetria con la stereometria.
non la scienza astratta dei numeri; ond’è che in luogo Uno tra i più attivi fusionisti, Giulio Lazzeri,
di postporla all’algebra se n’è assegnata una parte (I chiamato nel 1886 ad insegnare la geometria
libro di d’Euclide) alla quinta classe del ginnasio, ed elementare all’Accademia Navale di Livorno ottiene e
una anche alla prima del liceo (II e III libro d’Euclide).” sperimenta una modifica del programma didattico che
Alla seconda liceo sarebbero spettati i libri IV, V, XI e gli consente di trattare contemporaneamente la
XII, ai quali si dovevano aggiungere le proposizioni planimetria e la stereometria in una serie di lezioni,
archimedee sulla misura del cerchio e dei solidi rotondi. poi pubblicate con Anselmo Bassani nel 1891 20 .
La teoria della misura era dunque lasciata in coda ed Ricollegandosi ai testi francesi di Méray 21 e di
ai docenti si raccomandava di attenersi strettamente Mahistre 22 (segnatamente a Les Analogies de la
“...al metodo euclideo, perché questo è il più proprio géométrie élémentaire, ou la Géométrie dans l’espace,
a creare nelle menti giovanili l’abitudine al rigore ramenée à la géométrie plane), il manuale di Lazzeri e
inflessibile del raziocinio”. “Soprattutto” - le Istruzioni Bassani, che dopo alcune fortunate riedizioni italiane
raccomandavano al docente –“non intorbidi la purezza viene tradotto in tedesco23 , conserva un ordi-
della geometria antica, trasformando teoremi namento 24 simile e l’intento degli Elementi di
geometrici in formule algebriche, cioè sostituendo alle geometria di Roberto De Paolis 25 . Per Lazzeri e
grandezze concrete (linee, angoli, superficie, volumi) Bassani “[De Paolis] ... aveva per la prima volta in Italia
le loro misure: ma avvezzi i suoi scolari a ragionare tentato l’applicazione alla geometria elementare”
sempre sulle prime, anche la dove se ne considerino i della “...fusione intima e sistematica della geometria
rapporti.” Sembrava così bandita tutta la genealogia piana colla solida, fusione della quale era stata
dei manuali discendenti dal trattato di Legendre, che riconosciuta l’utilità per la geometria proiettiva”26 ; se
usavano fin dalle prime pagine la teoria delle la geometria elementare non si era ancora giovata
proporzioni e della misura, anteponendo (nei casi estesamente di questo metodo si doveva al fatto che
migliori) una rigorosa teoria dei numeri reali ad ogni “... le menti dei geometri, attratte dalle questioni
considerazione geometrica. Ma gli stessi criteri nuove che si presentano in seguito allo straordinario
pedagogici di economia e chiarezza che portavano sviluppo della geometria superiore negli ultimi
all’opzione per il puro rigore sintetico della geometria cinquant’anni, hanno trovato maggiore soddisfazione
razionale imponevano qualche cautela all’adesione nella ricerca di nuove scoperte, anziché nello studio di
letterale al testo euclideo degli elementi17 che, pur perfezionare le antiche; e forse perché le vecchie
valendo come “modello” logico del discorso geo- tradizioni e la consuetudine di oltre venti secoli erano
metrico, doveva essere reso effettivamente di ostacolo ad una trasformazione radicale dei metodi
elementare, fondativo, senza facili schematismi. d’insegnamento” 27 . Riconoscevano proprio nella
D’altronde il probabile estensore delle Istruzioni - in tradizione della geometria descrittiva e proiettiva
quanto relatore per le discipline matematiche della l’inaugurazione di un procedere tale che le “...verità
commissione ministeriale che le produsse - è (in appariscano collegate con ciò che l’intuizione ci mostra
accordo con Enrico Betti e Francesco Brioschi) Luigi avvenire nei corpi reali”28 ; “...fin dagli ultimi anni del
Cremona,uno dei maggiori protagonisti del secolo scorso” – afferma Lazzeri –“Monge nel suo
“risorgimento geometrico italiano”18 , che nel 1865 classico Traité de Geometrie descriptive, col quale si può
pubblica 19 la traduzione degli Elemente der Ma- dire che fondasse una scienza nuova, dette i primi
thematik di Richard Baltzer, un manuale del 1853 tanto esempi dell’utilità della fusione suddetta, dimostrando
esteso e ricco (anche di riferimenti storici) da evitare coll’aiuto di figure a tre dimensioni molti teoremi
ogni contrapposizione semplicistica tra metodi sintetici relativi a figure piane con una semplicità ed evidenza
ed analitici. dalla quale si resta ben lontani quando si voglia fare
uso di soli elementi del piano. Molti altri, fra i quali

teatri didattici pagina 53


63

64

63 64 66 Schema dell'enunciato corollario dimostrativo del


teorema di Monge
65 Diagramma del teorema di Monge, da Gaspard Monge, Geometria superiore, e lodato e raccomandato dai più
Geometrie descriptive ..., ed. 1799, Tav. VII-I, fig. 22. illustri geometri, come Chasles, Bellavitis,
Cremona29 ”.
Questo argomento, largamente accettato 30, veniva
articolato chiaramente nel 1900 da Gino Loria, ad
apertura di un suo nuovo intervento profusionista 31 ,
con tre esempi strategici: “... nel suo trattato di
Géométrie Descriptive Monge ha dimostrato come alla
proposizione [fig. 65] << i centri di similitudine esterna
di tre cerchi di un piano considerati a due a due >> si
giungesse nel modo più naturale e luminoso,
considerando i circoli dati come sezioni centrali di tre
sfere e quindi immaginando i tre coni inviluppati dei
piani che ne toccano esternamente due qualunque. È
questo”- proseguiva Loria - “forse il più antico e
certamente uno dei più brillanti esempi del vantaggio
che vi è in certi casi di invocare considerazioni
stereometriche nella geometria del piano”. E portava
come terzo esempio una proposizione più antica ed in
ricordiamo Brinchon e Poncelet, sulle tracce di Monge, qualche modo connessa al teorema di Monge: la “...
riuscirono per questa via a fare numerose ed notissima dimostrazione stereometrica della proprietà
importanti scoperte; cosicché l’uso di questo metodo caratteristica di due triangoli omologici appartenenti
si è diffuso a poco a poco, ed ormai lo vediamo allo stesso piano.” La dimostrazione del teorema di
universalmente applicato in Geometria proiettiva e in Desargues 32 (detto poi “dei tr iangoli omologici”)

pagina 54 teatri didattici


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67 Schema dell'enunciato del teorema di Desargues nel caso dei triangoli appartenenti a piani distinti

consegue automaticamente dall’ipotesi, considerando con sfere iscritte nel cono.”


soltanto i postulati di appartenenza se i due triangoli Il sorprendente teorema di Dandelin34 inventa una
appartengono a due piani incidenti (distinti) e sono definizione e dimostrazione completamente
allineati con un centro di proiezione esterno ai loro elementare delle proprietà del fuoco di una conica;
piani (fig. 67); mentre la dimostrazione nel caso di soprattutto è questa una delle proposizioni geometriche
figure complanari (o su piani sovrapposti) – a parte la che ottengono l’immediatezza intuitiva appoggiandosi
sua stupefacente sperimentazione grafica - non è del completamente ad un’immaginazione oggettuale e
tutto elementare. A questa modalità dimostrativa si cinematica, che costituisce una consapevolezza
potrebbe rapportare anche la proposizione mongiana percettiva (visiva) del problema inscenato nella
indicata da Loria, da riguardare come teorema (detto proposizione. L’efficacia comunicativa del teorema era
di Monge) (fig. 65): “Dati tre cerchi di qualunque dovuta anche alle sue rappresentazioni in una
grandezza e posizione su di un piano se, considerandoli assonometria cavaliera (fig. 68) dove il piano della
due a due, si conducono le loro tangenti esterne conica veniva raffigurato orizzontale come la
prolungate fino a che si intersechino, i tre punti superficie di uno specchio d’acqua entro il quale si
d’intersezione D, E, F, così ottenuti sono in linea immergono cilindri o coni di vetro contenenti una
retta.” 33 circoscritta sfera galleggiante ed una circoscritta sfera
L’immagine delle sfere iscritte da coni torna nel immersa, entrambi tangenti alla superficie “liquida”.
secondo esempio con cui si apriva l’intervento di Loria, Nel caso del cilindro, variando l’inclinazione del “tubo
esempio “... offerto da Quetelet e Dandelin, quando trasparente” che lo rappresenta è facile immaginare
mostrano con quanta naturalezza si pervenga ai fuochi come varia la sua sezione ellittica sul pelo dell’acqua
di una curva di second’ordine, con quanta eleganza se mentre i punti di contatto delle sfere tangenti al piano
ne stabiliscano le proprietà, riguardando quella curva liquido segnano i fuochi della curva. Di fatto Dandelin
come sezione piana di un cono circolare retto e quei tornava allo schema antico delle sezioni del cono di
punti [i fuochi] come di contatto del piano della curva Menecmo e di Apollonio ma le comprendeva tutte,

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C1 C1

F1 F2 F1 F2

C2

C2

68 Schema dell'enunciato del teorema di Quetelet e Dandelin

secondo la concezione moderna, come stadi di un’unica preliminari dell’insegnamento, in quella “geometria
trasformazione pensata nei termini di un movimento intuitiva” da consumarsi nei primi anni del ginnasio,
continuo del piano della conica rispetto al vertice, in soppressa su pressione dello stesso Beltrami dal
grado di figurare esattamente anche la natura delle ministro Coppino nel 1884, riproposta dal ministro
curve focali; rendeva solo più evidente oggettualmente Baccelli nel 1891 e ripristinata nel 1900 durante il
quella concezione cinematica di trasformazione per ministero Gallo.
transizione continua, implicita tanto nel moderno Una concezione strettamente logica dei fondamenti
“principio di continuità” quanto nelle concezioni della geometria elementare, che alla fine del secolo si
infinitesimali e differenziali del XVII secolo. esprime definitivamente nei fondamenti della
geometria di David Hilbert, si sviluppa nell’Italia
2.2.3 Alle soglie del Novecento mentre Loria dichiara dell’ultima decade del secolo nel fortunato indirizzo
la fusione “... metodo atto a rendere più perfetta la deduttivo formale, testimoniato dai lavori di Giuseppe
struttura delle geometria,più sciolto e regolare il Peano36 , Mario Pieri (in particolare il volume Della
funzionamento de’ suoi organi”, il fusionismo viene geometria elementare come sistema logico deduttivo, del
accolto35 nella scuola italiana entro il principio della 1899)37, di Gino Fano38 e di Alessandro Padoa. Con i
libertà didattica e l’accettazione delle considerazioni fondamenti della geometria del 1899, salutati come
cinematiche tra i principi dell’insegnamento geo- l’opera direttamente paragonabile per importanza
metrico non si pone in modo esplicitamente polemico. dottrinale agli Elementi di Euclide, si diffonde, spesso
In geometria, anche tra i sostenitori delle concezioni in modo caricaturale, il principio che la coerenza degli
ipotetico-deduttive più formali ed antisperimentali, assiomi è sufficiente a determinarne la verità e, come
molti erano disposti ad ammettere tutta l’utilità conseguenza, a definire l’esistenza degli enti. Le
didattica dell’uso dei modelli considerandoli, se non suggestioni psicologiche e spaziali delle parole che
altro, l’inizio di una scala contingente per raggiungere indicano gli enti e le relazioni elementari non hanno
le dovute astrazioni. Nelle Istituzioni di geometria l’uso più alcun valore come vuole la battuta spesso attribuita
di modelli oggettuali o di strumenti-modello a scopo ad Hilbert secondo la quale si possono sostituire i
induttivo o dimostrativo era da considerarsi, appunto, termini “punto”, “retta” e “piano”, con “boccale di
strumentale, da rubricarsi tra le “esperienze pre- birra”, “sedia” e “tavolo”, purché gli assiomi stabiliti
matematiche”. Sulle considerazioni cinematiche vale non contraddicano le loro conseguenze.
la cautela che, a rigore, in geometria i punti “si Ma il successo, a volte enfatizzato, del principio che
corrispondono” ma “non si muovono”, e la finzione la massima arbitrarietà semantica risiede nel massimo
cinematica è generalmente accettata solo negli stadi rigore assiomatico (la prevalenza del puro gioco dei

pagina 56 teatri didattici


dell’uso didattico dei modelli e degli strumenti, quanto
dell’uso didattico della loro storia.

2.3 mostre e storie


2.3.1 Nella sezione introduttiva del catalogo della
mostra monacense del 1892 curato da Walter Dyck, il
saggio di Braunmübl sulla costruzione organica delle
curve piane dall’antichità al XVIII secolo 40 commenta,
implicitamente e da un punto di vista geometrico, la
genealogia dei moderni curvigrafi presentati in gran
numero nella parte “commerciale” della raccolta.
Braunmübl non tratta di questioni meccaniche o
tecnologiche dei curvigrafi, piuttosto intende “... de-
scrivere quei momenti, nelle singole epoche dello
sviluppo della geometria, nei quali si è determinata la
possibilità di pervenire a quei dispositivi.” L’origine
di quei dispositivi è stabilita nel tema delle costruzioni
geometriche , nella storia della risoluzione dei tre
problemi classici per mezzo delle curve non ammesse
entro le regole delle costruzioni per riga e compasso:
69 Modello di E. Kötter per la dimostrazione del teorema di Quetelet le coniche e le antiche quadratrici, trisettrici e du-
e Dandelin, da Katalog mathematischer Modelle für den höheren plicatrici. Questi metodi risolutivi, afferma
mathematischen Unterricht veröffentlicht durch die Verlagshandlung Braunmübl, “... potevano essere usati solo dopo
von Martin Schilling, ed. Lipsia 1911, modello 277, XXXII, 2
l’invenzione degli strumenti che consentivano la
produzione di queste curve” datando di conseguenza
simboli fin dagli esordi didattici) non venne letto, all’epoca di Menecmo anche l’invenzione dei primi
nell’insegnamento della geometria, come divieto di conicografi. Nel racconto che parte dalle macchine
tener conto della struttura dello spazio argomentata escogitate per rispondere all’enigma dell’oracolo di
sui modelli oggettuali, otticamente e tatticamente Delo si fa strada l’idea che sia il dispositivo tracciante
esperibili, poiché lo stesso fine pedagogico di coltivare a porre il vero problema geometrico, e quest’idea
le attitudini astrattive puramente logiche si poteva sembra evidenziarsi tra XVI e XVIII secolo nella
raggiungere con diversi mezzi e per vari gradi; l’invito prossimità tra meccanica e geometria. La ricostruzione
ai sensi offerto dai modelli non contrastava filologica di Braunmübl articola il complesso rapporto
necessariamente con il “distacco dai sensi” imposto geometria / meccanica secondo le scansioni tra-
dalle astrazioni e generalizzazioni successive. Vi era dizionali della storia della geometria; la sua è
inoltre una certa convergenza di fondo39 sull’origine principalmente una storia della concezione delle curve
psicologica dei postulati della geometria (per citare il che talora precede e talora succede al dispositivo
titolo di un importante saggio di Enriques), in meccanico di tracciamento. Una storia che l’autore
particolare nell’osservazione dei corpi in movimento; ritiene conclusa con quella separazione delle
e, comunque, gli argomenti contrari avrebbero avuto meccaniche dalla geometria che egli vede stabilita
un rapporto soltanto mediato con le questioni definitivamente con il Traité de dinamique di
didattiche. D’Alembert e con la fondazione della foronomia come
I discorsi intorno all’insegnamento facevano disciplina autonoma.
inizialmente della didattica una sorta di retorica Nel XIX secolo i curvigrafi non sarebbero dunque
dell’epistemologia (i fondamenti della geometria erano questione di geometria, ma oggetti di una specifica
anche le fondazioni del suo edificio pedagogico), ma manualistica tecnica (geometria pratica), testimoniati
dovevano poi misurarsi sulla trama delle contingenze da cataloghi ed istruzioni commerciali. Riconoscere,
della scuola italiana, dove la geometria era destinata anche implicitamente, l’uso sperimentale di strumenti
ad inverarsi o nel formulario pratico dei futuri operai nella geometria dell’Ottocento, significava ricadere in
e tecnici o nell’ornamentale palestra logica ad uso dei considerazioni empiristiche, quasi tentativi di
futuri dirigenti di formazione classica. risuscitare nostalgie archimedee e rinascimentali in
Bisogna attendere la diffusione tra gli insegnanti di pieno positivismo, nella marcia che affrancava la
una concezione costruttivistica delle matematiche e geometria dal funzionare ancora come scienza
l’affermarsi dell’idea che una teoria è anche, in qualche naturale. Nelle storie di natura “idealistica”, fondate
modo, la sua storia, perché analoghi argomenti sul disinteresse alle motivazioni esterne alla
epistemologici siano risollevati, non tanto a proposito matematica stessa, riconoscere agli strumenti e modelli

teatri didattici pagina 57


oggettuali del XVIII e XIX secolo ancora una qualche geometria superiore, analisi superiore (dai con-
funzione “sperimentale”, implicava ammettervi seguimenti di Ernesto Pascal46 ), calcolo infinitesimale
almeno una lunga eco della matematica “barocca”, dei (ad opera di Ernesto Cesàro), geometria proiettiva,
suoi ordigni e delle sue metafore meccanicistiche. geometria descrittiva (arricchito da Alfonso Del Re 47
Da questo punto di vista (idealistico) la storia interna dal 1899 al 1921, anno della sua morte), nonché di
di una scienza è separata da quella delle sue disegno di architettura e disegno di ornato. Tanto
applicazioni; questa distinzione si avverte ancora nella panorama aveva lo scopo di evidenziare il ruolo
storia della geometria descrittiva (ancora l’unica tanto dell’intuizione spaziale, l’attitudine a costruire
comprensiva) consegnata da Gino Loria nel 1921, dove “modelli” grafici ed oggettuali per dimostrare
le millenarie tecniche di concezione di mappe visivamente le forme e le forze e, genericamente, le
descrittive appartengono naturalmente solo ad una proprietà connesse a determinate teorie; propensione
preistoria della scienza di Monge e l’uso sperimentale che veniva esaltata non solo alla luce delle esigenze
e didattico di modelli e di strumenti non è affatto fusioniste, ma anche conformemente al principio
evidente, ad eccezione di qualche sporadica nota ad dell’insegnamento dinamico rimarcato da Enriques 48 .
indizio della vasta attività di Guido Hauck. Il principale elemento di novità non era certo nella
natura, nello scopo delle collezioni o nella passione
2.3.2 Loria ha affidato a trattazioni separate le sperimentale e pratica, ma nell’influenza delle idee di
considerazioni che lo hanno qualificato tra i maggiori Enriques, specie quelle espresse nei suoi interventi sul
protagonisti del dibattito sulla didattica della Periodico di matematiche nel corso degli anni Venti che
geometria tra Ottocento e Novecento: in particolare stabiliranno un punto di vista decisivo sotto il quale
ai suoi interventi - come quello pro fusionista citato ricomprendere l’intera questione della didattica e dei
sopra - sul Periodico di Matematiche, che testimoniano fondamenti.
anche il suo ruolo attivo nella società Mathesis 41 . Con il crescere dell’influenza della posizione di
Nello stesso 1921 Loria è presente a Napoli al primo Enriques sui fondamenti della geometria verranno
congresso nazionale nel dopoguerra della società meno (nel dibattito culturale, ma non nelle scelte
Mathesis, presieduta in quegli anni da Federigo politiche) molte contrapposizioni schematiche che
Enriques, dove l’attenzione dei congressisti è attirata hanno connotato le istituzioni didattiche italiane, come
proprio dalle grandi collezioni di modelli per le antitesi di logica ed intuizione, di un insegnamento
l’insegnamento delle matematiche. diretto a fini utilitari (tecnico) versus l’educazione ai
La scelta del tema era soprattutto dovuta alla fini puramente speculativi (scientifica more
“passione” modellistica di Roberto Marcolongo, dal classicistica). “La polemica antiutilitaria”- afferma
1908 professore a Napoli di meccanica razionale, il cui Enriques -“di coloro che esaltano il valore artistico delle
intervento su Materiale didattico ed esperienze scienza, come valore in sé, disconosce a sua volta che
nell’insegnamento si prolungava in una visita guidata l’interesse pratico (nella vita degli individui come nella
alle quattro sale espositive ed ai “laboratori” della storia della società) può ben creare gli oggetti cui si
Facoltà di Scienze, una mostra che esemplificava il suo volgerà la contemplazione artistica ...”. Intuizione e
progetto di un gabinetto di matematica che logica non sono più considerate facoltà separabili
auspicabilmente avrebbe dovuto affiancare quelli di dell’intelletto, ma “... due aspetti inscindibili di uno
fisica e scienze naturali nelle scuole dei vari gradi. Il stesso processo attivo”, di uno stesso atto di conquista
percorso espositivo rispecchiava esemplarmente un della coscienza personale in termini non lontani da
possibile percorso pedagogico: dai modelli per quelli usati da Pestalozzi. Dall’ammissione dell’origine
l’insegnamento della matematica elementare (modelli psicologica dei postulati delle geometria si poteva
in cartone e legno per la dimostrazione del teorema di giungere, senza scandalo, al riconoscimento della
Pitagora, dei solidi platonici, di vari altri solidi geometria come scienza sperimentale o meglio, come
decomponibili, di superficie di secondo grado in carta scienza perfettibile (come tutte le altre) dove le verità
etc.) si giungeva agli ausili per affrontare le “questioni valgono fino a quando si manifesta una prova
più elevate” 42 e le interpretazioni meccaniche43 . E su contraria.
queste Marcolongo sottolineava l’efficacia di quei Inserita nel contesto generale del pensiero
nuovi teatri di filosofia sperimentale dove, oltre ai scientifico, la geometria poteva anche apparire una
modelli veri e propri, alle tavole precalcolate ed ai scienza costruita dove si riconosceva alle teorie
disegni di geometria redatti dagli studenti, si matematiche una loro specifica ed originaria
presentavano diversi strumenti 44 (con l’esplicit a strumentalità, una precisa storicità. Questo punto di
funzione di modelli dimostrativi) che erano stati raccolti vista ridimensiona anche il possibile dibattito sull’uso
nell’ateneo napoletano dagli ultimi decenni del XIX didattico dei modelli, non più da intendersi stret-
secolo45 . I modelli raccolti presso le varie cattedre tamente come strumenti diretti di dimostrazione
costituivano, oltre al più antico gabinetto di geodesia, attuale (o come testimoni delle fasi immature di una
quelli di fisica matematica, di meccanica razionale speculazione), ma come testi storici connessi a teorie,
(costituito soprattutto ad opera di Marcolongo), documenti che offrono testimonianze di valore

pagina 58 teatri didattici


epistemologico poiché depongono sulle motivazioni o finisce per ricalcare la sistematica degli oggetti
sulle procedure esterne alla matematica e sul suo matematici rappresentati, suscettibili di diversi
rapporto con le applicazioni. ordinamenti. Si delinea così un percorso ricco di
deviazioni, ma che si attiene fandamentalmente allo
2.3.3 Anche per la diffusione delle idee di Enriques, schema portante delle storie della geometria moderna
oggi gli antichi strumenti ed oggetti dimostrativi che, partendo dalle antiche modellizzazioni delle
rispondono alla necessità di insegnare le matematiche coniche secondo Apollonio e passando alla loro
congiuntamente alle loro storie, per esplicitarne (come interpretazione proiettiva sei e settecentesca, giunge
insegna Francesco Speranza 49 ) le “filosofie implicite”, – per tramite dei prospettografi e curvigrafi congegnati
per far risaltare la stessa strumentalità originaria delle tra XVI e XVIII secolo - alle più generali trasformazioni
teorie (anche se non necessariamente la loro oscura geometriche.
origine nelle tecniche). Questo tragitto che, nella sua generalità, sembra
Non solo negli studi storici delle letterature costituire anche lo schema portante di un programma
artistiche e delle rappresentazioni, ma anche in d’insegnamento della geometria, non è certo univoco
matematica, alcune ricerche storico-didattiche sui e lineare. La mostra manifesta che il “percolare”
modelli dimostrativi tornano oggi alle “macchine” o (secondo l’arguta definizione di Michel Serres) - non
agli strumenti, posti sul confine a volte poco definito, lo scorrere lineare - della storia delle matematiche
tra matematica ed applicazioni, tra geometria e ritrova continue relazioni diacroniche, riletture che
meccanica. economizzano e setacciano l’accumulo delle idee.
Tra gli esempi più evidenti di intreccio tra didattica L’ordine della mostra non può essere quindi rigida-
e storia attraverso i modelli geometrici si trovano le mente cronologico: dalle coniche di Apollonio si può
ricerche organizzate presso il laboratorio di passare direttamente al teorema di Quetelet e Dan-
Matematica del Museo di Storia Naturale e della delin; dal compasso di Nicomede si può giungere con
Strumentazione Scientifica dell’Università di Modena poche modifiche a tracciare le complicate sestiche degli
che hanno prodotto una vasta collezione di macchine ovoidi dell’architettura barocca; dalla cartografia
matematiche 50 corredate da “biog rafie” del loro antica o delle anamorfosi speculari di Niceron si giunge
dispositivo. Il termine macchina per questi modelli ai cinematismi articolati ottocenteschi che ne
dimostrativi è giustificato per estensione dalla riproducono gli effetti formali. La distanza tas-
categoria degli strumenti o meglio, delle “macchine sonomica tra due macchine matematiche non misura
calcolatrici”. Non si considerano però le macchine certo la loro distanza cronologica ed i loro ordinamenti
aritmetiche o algebriche vere e proprie (ad eccezione non possono che riflettere o le storie delle teorie alle
di un piccolo gruppo di dispositivi come il mesolabio quali vengono ascritte o la sequenza didattica delle
ed il compasso di proporzione) e poche tra le macchine proposizioni che esperimentano. Ogni percorso cerca
matematiche sono veri e propri strumenti di calcolo di contemperare le necessità didattiche (l’economia
(almeno in senso esplicito); “macchine” e modelli di espositiva delle definizioni e dei teoremi) ed il rigore
varia provenienza sono ridotti al loro dispositivo storiografico che vorrebbe vedere ogni macchina iuxta
geometrico, spesso alla loro geometria cinematica. propria principia, cercando di mediare tra l’esplosione
Nel rapporto diretto tra modello oggettuale e legge enciclopedia di un catalogo di storie di specifici
matematica rappresentatavi si definisce l’idea di strumenti, modelli, e l’implosione formale in pochi
macchina matematica sulla quale l’iniziativa modenese teoremi di geometria cinematica.
si distingue dalle altre ricerche a scopo museologico
sulla strumentazione scientifica. Forse i singoli strumenti e modelli stereometrici
La sistemazione delle mostre del nucleo modenese esposti in queste mostre potrebbero essere ancora
ci permette di valutare direttamente alcuni problemi quelli del Katalog curato da Walter Dyck o quelli della
che si costituiscono intorno al rapporto tra storie e mostra napoletana del 1921. Queste recenti esposizioni
mostre, tra le molte storie delle macchine dimostrative didattico - storiche di modelli si possono ancora leggere
e le poche astrazioni e generalizzazioni matematiche con le ragioni del fusionismo, dell’insegnamento
che sono chiamate ad esprimere con l’economia della dinamico, della ricerca di concretezza e di evidenza
trattazione didattica. spaziale e cinematica, perseguite in molti insegnamenti
Le macchine raccolte, astratte dalla loro eventuale geometrici negli istituti tecnici e nei politecnici del
origine nell’uso pratico e considerate in genere come tardo ottocento quando proprio la geometria
puri schemi cinematici della generazione (ovviamente cinematica si costituiva ufficialmente nell’ambito della
locale) del luogo di una legge geometrica, si prestano geometria descrittiva francese ad opera di Victor
alla composizione di diversi itinerari narrativi, Amédée Mannheim.
divenendo nodi di una rete di relazioni (percorsi) Secondo Mannheim (cfr. 1.3.2) il legame che
stabilite non a partire dalle unità di costituzione stabiliva “una certa unità” tra gli insegnamenti
meccanica quanto dagli oggetti matematici che dell’Ècole Polytechnique, una “relazione ben intesa tra
rappresentano. Per quanto aperta la loro tassonomia i diversi Corsi”, si sarebbe affermata ribadendo quanto

teatri didattici pagina 59


più possibile i nessi tra meccanica, ottica e geometria.
Sosteneva che, soprattutto, l’insegnamento della
geometria cinematica avrebbe potuto toccare
direttamente le corde dell’intuizione spaziale tanto
nello stabilimento degli Elementi quanto nella
preparazione di un’attitudine alle applicazioni, alla
concreta scienza dell’ingegnere. A sostegno di questa
tesi citava i problemi esemplari che contrappuntavano
la géométrie descriptive di Monge ed in genere quegli
insegnamenti di geometria pratica – specie dell’art des
traits - ma con un brevissimo elenco di referenze
storiche: “... Descartes, credo, per primo ha fatto uso
di una proprietà dello spostamento [déplacement] delle
figure quando ha determinato la tangente in un punto
della cicloide. Nel 1827, Cauchy, nella sua memoria Sur
les mouvements que peut prendre un système invariable
libre, ou assoujetti à certaines conditions, dimostra come
lo spostamento di una figura piana sul suo piano si
possa ottenere legando la figura ad una curva che
rotola su un’altra; ma egli non enuncia esplicitamente
questa proprietà. L’ha data Chasles nella sua Mémoire
de Géométrie sur la constructions des normales a
plusieurs courbes mécaniques.” 51 I due aspetti del tema
citato da Mannheim mostrano come in realtà la
géometrie cinématique si ricollegasse direttamente alla
teoria delle curve nella geometria del XVII secolo
(come ci viene restituita dalle storie della matematica),
oltre a Descartes, anche alle ricerche di Torricelli, di
Roberval e poi di Huygens sulle proprietà delle cicloidi,
delle evolventi ed evolute. Riattinge, soprattutto,
all’espressione più evidente di una concezione
cinematica e di uno stretto legame tra meccanica e
geometria come si trova, appunto, nella geometria del
primo Seicento.

pagina 60 teatri didattici


Note al capitolo 2 datis obiecti ichnographia et orthographia invenire
scenographiam citra omnem punctorum linearum
intersectionum circini numerorum perspectivae adeo usum
1
Michel Chasles, Aperçu historique sur l’origine et le
facili licet methodo ..., Gottinga 1753.
développement des méthodes en géométrie, particulièrement
de celles qui se rapportent à la géométrie moderne, Bruxelles
12
P. Fiorini, Il prospettografo: strumento riduttore a
proiezione centrale, in “Annali della società degli Ingegneri
1837, III ed., Paris 1889, p. 209. È importante notare come
e degli Architetti italiani”, 1891.
l’affermazione sia rafforzata da una proposizione
introduttiva generale sulla funzione dello « stile » in
13
C. M. Gariel, Appareils schemas pour l’exposition des lois
geometria : “… le style, en effet est si intimement lié à et phénoménes de l’0ptique élémentaire, in « Comptes
l’esprit des méthodes, qu’il doit avancer avec elles, de même Rendus de l’Association Française pour l’Avancement des
qu’il doit aussi, s’il a pris les devans, influer puissamment Sciences », seduta dell’11 agosto 1874, pp. 244-249.
sur elles et sur les progrès généraux de la science.”
14
Ivi, p.249.
2
Ivi, p. 194, § 7.
15
Michel Serres, Les origines de la géométrie. Tiers livre
3
Jules De La Gournerie, Mémoire sur l’enseignemet des arts des fondations, Paris 1993, trad. it. Le origini della
graphiques, in « Annales du Conservatoire des Arts et geometria, Milano 1994, in particolare pp. 30-55.
Métiers », Paris 1874.
16
Regio Decreto n.1942 dell’11 ottobre 1867, in Raccolta
4
Eugenio Beltrami, Saggio di interpretazione della ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia, vol. VII,
geometria non euclidea, in “Giornale di matematiche ad uso p. 256. Si veda: Luigi Besana e Massimo Galuzzi, Geometria
degli studenti”, (“Giornale” di Giuseppe Battaglini), VI, e latino, due discussioni per due leggi, in Storia d’Italia,
1868, pp. 284 –312. Torino, 1978, pp.1287 – 1298.
5
Come l’assunto che data una retta ed un punto qualunque
17
Gino Loria - nel saggio Della varia fortuna d’Euclide in
fuori di essa ci sono molte rette passanti per qual punto relazione con i problemi dell’insegnamento geometrico
che non incontrano la retta data, e ogni triangolo su quella elementare, in “Periodico di matematica”, 1893, VIII, vol.
superficie ha una somma degli angoli strettamente minore IV, fasc. 3 – affermava: “... non potendosi pensare ad
di 180°. aggravare i programmi delle scuole secondarie fa d’uopo
riordinare completamente il piano degli elementi. Bisogna
6
Oltre alla raccolta curata da Walter Dick su incarico
anzitutto togliere la vieta separazione della planimetria
dell’Associazione dei Matematici tedeschi, si deve
dalla stereometria, al che non si oppone alcuna seria
aggiungere il fortunato catalogo (che avrà almeno cinque
difficoltà scientifica, né didattica, e potrebbe essere
edizioni a partire dal 1892) raccolto dal 1877 da L. Brill:
generalmente adottato purché i programmi governativi
Katalog mathematischer Modelle für den höhere
avessero una elasticità sufficiente.”
mathematischen Unterricht veröffentlicht durch die
Verlagshandlung von L. Brill, Darmstadt 1892. Un’edizione
18
Sulle conseguenze istituzionali delle ricerche di
ampliata è quella curata da Schilling dal 1903, Katalog Cremona si vedano in particolare gli studi di Umberto
mathematischer Modelle für den höhere mathematischen Bottazzini: Va’ pensiero : immagini della matematica
Unterricht veröffentlicht durch die Verlagshandlung von nell’Italia dell’Ottocento, Bologna, 1994, e Storia della
Martin Schilling, Halle am Saale, 1903, e successive. matematica moderna e contemporanea, Torino 1990, p. 211
7
Guido Hauck, Über die constructiven Postulate der e segg.; con Lauro Rossi, voce Cremona Luigi, in
Raumgeometrie in hihrer Bezeihung zu den Mhetoden der Dizionario Biografico degli italiani, 1984, vol. 30, pp. 606 –
Darstellenden Geometrie, in (a cura di W. Dick) Katalog 611. Si veda anche M. Menghini, Il ruolo di caposcuola di
mathematischer und mathematisch-physikalischer Modelle, Felix Klein e Luigi Cremona alla luce della loro
corrispondenza, in “Rivista di storia della scienza,” II serie,
Apparate und Instrumente, Monaco del 1892-93, pp. 40-53.
vol. 1, n.2, 1993, pp. 185 –225.
8
Ci riferiamo in particolare ai temi trattati da Guido Hauck 19
Richard Baltzer, Elementi di matematica del dottor
a partire dal saggio Die subiective Perspective und die
horizzontalen Curvaturen Des dorischen Stils. Eine Riccardo Baltzer professore nel ginnasio civico di Dresda:
perspectivisch-ästhetische Studie, Stuttgard 1875, e ripresi prima versione italiana fatta sulla seconda edizione
in diversi contributi dello studioso sullo sfondo di una dell’autore: opera destinata alle scuole secondarie del Regno
polemica trentennale, più volte risorta nel nostro secolo d’Italia, traduzione di Luigi Cremona, Genova, 1865.
tanto in merito alla vexata questio dei metodi di resa
20
Giulio Lazzeri e Anselmo Bassani, Elementi di geometria,
spaziale presso gli antichi quanto a quella della I ed., Livorno 1891.
corrispondenza tra rappresentazioni prospettiche e 21
Charles Méray, Nouveaux elements de Geometrie, Paris
percezione visiva. 1874, riedito nel 1903 e nel 1906.
9
Cfr. Guido Hauck, Vorlesungen über Darstellende 22
A. Mahistre, Traité de géométrie élémentaire, à l’usage
Geometrie unter besonderer berücksichtigung der des collèges de l’Université et des écoles normales
bedürfnisse der technik, a cura di Alfred Hauck, Leipzig, primaires..., Paris, 1840 ; Les Analogies de la géométrie
Berlin, 1912; Guido Hauck, Uebungsstoff fuer den élémentaire, ou la Géométrie dans l’espace, ramenée à la
praktischen Unterricht in der Projektionslehre géométrie plane... par A. Mahistre..., II edizione, Paris 1844.
(Parallelperspective, Centralperspective und Schattenlehre), 23
Giulio Lazzeri e Anselmo Bassani, Elemente der
Berlin 1888. Geometrie (unter Verschmelzung von ebener und räumlicher
10
Cfr. (a cura di W. Dick) Katalog... cit., strumento n.112 e Geometrie), von G. Lazzeri und A. Bassani,... Aus dem
variante, pp.234-241 Italienischen übersetzt von P. Treutlein..., Leipzig 1911.
11
A. L. F. Meister, Instrumentum scenograficum cuius ope 24
Nei primi tre capitoli si studiano le proprietà di posizione

teatri didattici pagina 61


e di “figura” delle grandezze, “...derivanti dal concetto omonimi è il centro dell’omologia.
fondamentale dell’eguaglianza”, nel quarto la teoria delle 33
“... Car, si l’on conçoit les trois sphères” – continua
grandezze equivalenti e nel quinto “la teoria delle Monge nella proposizione 44 –
grandezze proporzionali e delle misure”. L’unica vera e
propria trattazione aritmetica riguarda l’ultima parte dove
il rapporto è “…il fondamento, l’essenza della cosa”. In
generale gli autori dichiarano: “Partendo dai postulati
ammessi, abbiamo potuto ricavare logicamente da essi,
senza alcun ausilio dell’Algebra, tutte le verità della
Geometria elementare, riuscendo a rendere indipendenti
dalle teorie delle proporzioni e delle misure molte
questioni, che negli altri trattati si danno a dipendere dalle
teorie stesse.” G. Lazzeri, A. Bassani, Elementi ...cit., p. IX.
25
Roberto De Paolis (in Elementi di Geometria, Torino 1884)
afferma fin dalla prefazione che “Esiste molta analogia tra
certe figure del piano e dello spazio, studiandole separatamente
rinunziamo a conoscere tutte le cose che questa analogia ci
insegna, e cadiamo in ripetizioni inutili. Di più”- continua
De Paolis –“obbligandoci a cercare le proprietà di una linea o
di una superficie senza poter utilizzare gli enti geometrici
posti fuori dalla superficie stessa, limitiamo le forze di cui
possiamo disporre e rinunziamo spontaneamente a materiali
geometrici coi quali si potrebbero semplificare le costruzioni
e le dimostrazioni.” Lazzeri e Bassani sottolineavano come “dont ces cercles sont les grands cercles, et un plan qui les
fosse “... evidente che la maggior parte delle proprietà degli touche toutes les trois extérieurement, ce plan touchera aussi
angoli e dei diedri, dei poligoni e degli angoloidi, del circolo les trois surfaces coniques circonscrites aux sphères
e della sfera sono somigliantissime e” se studiate considérées deux à deux, et passera pour leurs trois sommets
D, E, F. Mais ces trois sommets son aussi sur le plan des trois
“separatamente, obbligano a ripetizioni inutili”.
centres : donc ils sont sur deux plans différens, et par
26
G. Lazzeri, A. Bassani, Elementi... cit., p. VII.
conséquent en ligne droite.” Monge considera questa
27
Ivi, p. IX. proposizione un caso particolare delle seguente : “Quatre
28
Ibid. sphères quelconques étant données de grandeurs et de
29
Ibidem. Lazzari e Bassani si riferiscono all’affermazione positions dans l’espace, si l’on conçoit les six surfaces coniques
di Cremona (nella prefazione alla sua Geometria qui sont circonscrites exterieurement à ces sphères considérées
proiettiva): “...le considerazioni stereometriche deux à deux, les sommets des six cônes seront dans un même
suggeriscono bene spesso il modo di rendere intuitivo ciò plan et aux intersections de quatre droites ; et si l’on conçoit
che in geometria piana sarebbe complicato o di malagevole les six autres surfaces coniques circonscrites intérieurement,
dimostrazione, di più esse acuiscono l’intelletto …”. c’est-à-dire, qui ont leurs sommets entre les centres de deux
30
Nella seconda edizione del testo, a testimonianza della sphères, les sommets de ces six nouveaux cônes seront trois
diffusione dei temi fusionisti “anche nella dotta par trois dans un même plan avec trois des premiers. ”
Germania”, Lazzeri e Bassani citano l’intervento del prof. Gaspard Monge, Géométrie descriptive ..., edizione dell’anno
Rohn alla 44 riunione dei filologi ed insegnanti tedeschi VII, Paris 1799, p.55.
nel quale trattò dello “ordinamento delle relazioni spaziali 34
I fuochi di una conica sono i punti nei quali il suo piano è
per dedurne teoremi planimetrici” e “mostrò come tangente alle due sfere iscritte nel cono rotondo dalla cui
passando dallo spazio al piano si trovino dei teoremi la cui sezione la conica è generata.
dimostrazione è impossibile nel piano, e come il collegamento
delle figure piane alle solide svegli l’interesse degli scolari e
formi la loro facoltà intuitiva.” (Op. cit. pag. VI).
31
Gino Loria, La fusione della planimetria con la stereo-
metria, in “Periodico di matematiche: organo della Società
italiana Mathesis”, 15, 1900, pp. 1 – 11, (intervento del 20
aprile 1899).
32
La Première proposition géométrique, in appendice alla
Méthode universelle de mettre en perspective del 1636,
equivale alla seguente: se due triangoli ABC e A’B’C’ di un
piano (o su due piani distinti) sono tali che le rette
congiungenti i vertici corrispondenti A A’, B B’, C C’
concorrono in uno stesso punto O, allora i lati
corrispondenti AB e A’B’, BC e B’C’, AC e A’C’ prolungati
si incontrano in tre punti allineati. E’ evidente che la retta Le direttrici della conica sono le rette d’intersezione tra il
sulla quale si allineano le intersezione dei prolungamenti piano secante ed il piano del cerchio di contatto tra sfera e
dei lati omonimi è l’asse dell’omologia mentre il punto O cono. Germinal Dandelin, Mémoire sur quelques propriétés
per il quale passano le congiungenti di coppie di punti remarquables de la Focale Parabolique , in « Nouvelles

pagina 62 teatri didattici


Mémoire de l’Academie des Sciences de Belgique », 1822, 2, 39
Si deve tener presente che l’osservazione del movimento
p. 172. Cfr. Giulio Lazzeri, Teoria elementare delle coniche, dei corpi solidi è considerata da Helmholtz e Poincaré
in Enciclopedia delle matematiche elementari, edizione l’origine psicologica della nozione fondamentale di gruppo
Milano 1964, voll. II, parte II. continuo, ovvero della base logica della geometria.
35
Nella prefazione alla seconda edizione (1898) dei loro 40
A. von Braunmübl, Historische studie über die organische
Elementi Lazzeri e Bassani affermano: “Quando Erzeugung ebener Curven von den ältesten Zeiten bis zum
pubblicammo la prima edizione di questo libro, l’idea di Ende des achtzehnten jahrhunderst, in (a cura di W. Dick),
fondere nell’insegnamento la geometria piana colla solida “Katalog mathematischer und mathematisch-physikalischer
era considerata dalla gran maggioranza come un’utopia, e Modelle.... cit., pp.54-88.
come tale, i più credevano che non valesse neanche la pena 41
L’associazione Mathesis (nell0 stesso vocabolo greco si
di discuterla. In pochi anni però quest’idea ha fatto molto intende tanto l’insegnamento quanto l’apprendimento)
cammino, malgrado gli ostacoli di ogni maniera, che, come nasce nel 1895 con lo scopo di migliorare, insieme alla
tutte le idee nuove, ha incontrato sulla sua via. preparazione matematica dei professori di scuole
L’associazione Mathesis tra gl’insegnanti di matematica secondarie, gli indirizzi didattici della matematica nelle
delle scuole medie ha proposto a tutti i professori come scuole italiane.
tema di discussione, l’opportunità della fusione suddetta, 42
Come la rappresentazione grafica della funzione
e in tutte le riunioni tenute ad iniziativa della stessa
potenziale di un guscio sferico omogeneo e delle sue
associazione a Torino, a Palermo, a Firenze ed in altre città,
derivate, i modelli dei poloidi ed epipoloidi dei moti di
è stato proposto di modificare i programmi in modo che sia
Poinsot. Il panorama dei modelli è pressoché quello dei
possibile ad ogni insegnante di scegliere senza troppe
celebri cataloghi curati da Walter Dyck e dall’editore Brill
difficoltà tra il vecchio ed il nuovo sistema. Finalmente
(già citati); molti erano stati acquisiti dalle celebri sedi
questo stesso voto è stato espresso nell’elaborato
europee del tardo Ottocento come il Mathematischen Insitut
memoriale che il presidente della citata associazione Prof.
der technischen Hoschule di Monaco e il Mathematischen
R. Bettazzi presentò nel maggio 1897 a Sua Eccellenza il
Seminar der Universitat Göttingen, altri erano stati costruiti
Ministro dell’Istruzione pubblica a nome di tutti i soci, (...)
in laboratori presso la stessa università.
come si vede l’utopia è diventata un’idea che ha la virtù di
richiamare l’attenzione e lo studio di quanti si occupano
43
Si tratta delle Tavole di Zappa per la composizione dei
dell’insegnamento.” moti armonici, della Tavola di Palomby sulla traiettoria
parabolica dei proiettili, della serie di sistemi articolati di
36
Nei Principi di Geometria logicamente esposti che
Paucellier, di Hart, di Sylvester.
Giuseppe Peano pubblicava nel 1889 “... il lettore può
intendere col segno 1 una categoria qualunque di enti, e
44
Presso l’Università dal tardo ottocento si erano
depositati, oltre ai celebri integrafi di Ernesto Pascal,
con c Î ab una relazione qualunque tra tre enti di quella
diversi planimetri, e modelli di Pascaline, (Cfr. Mauro
categoria.” Per quanto l’autore dei Principi potesse
Picone, Ernesto Pascal, in “Rendiconto dell’Accademia
acquisire i concetti geometrici fondamentali (gli enti e le
delle scienze Fisiche e Matematiche di Napoli”, 1942, 4,
relazioni elementari)per induzione sperimentale da oggetti
XII) ed altre macchine aritmetiche come il regolo
fisici, usava le proprietà più semplici di questi enti, definite
calcolatore, le macchine calcolatrici Brunswighs,
negli assiomi, come gli elementi dai quali dedurre i teoremi
Borroughs e Ray sub traco-adder, diversi curvigrafi, uno
usando un linguaggio puramente simbolico.
spiralografo, un compasso ellittico.
Analogamente a Moritz Pasch, non richiedeva che la sequenza
deduttiva fosse legata al significato fisico dei concetti
45
Cfr. Franco Palladino, Antichi strumenti e modelli
geometrici (alle stesse figure), e sosteneva che il valore degli matematici conservati a Napoli e a Pisa, in “Physis. Rivista
assiomi sarebbe risultato dall’ordine delle proposizioni. internazionale di storia della scienza” 1992.
Insistendo sull’ordine delle proposizioni Peano non dà di fatto
46
Su Ernesto Pascal (1865-1940), direttore del gabinetto di
prova dell’indipendenza degli assiomi. L’analisi dei principi Analisi Superiore a Napoli e la sua versione degli Integrafi
seguiva un principio economico (che definisce morale) già sviluppati nella seconda metà dell’ottocento applicando
scegliendo il minor numero possibile di proposizioni i principi dei planimetri e dei totalizzatori dinamometrici,
arbitrarie a costituire una base assiomatica. Cfr. Franco Palladino, Ernesto Pascal e gli integrafi per
37
Di Mario Pieri, al quale si deve la traduzione italiana equazioni differenziali, in “Annali dell’Istituto e Museo di
(1889)della Geometrie der Lage di von Staudt, si vedano storia della scienza di Firenze”, 1985.
anche le tre memorie Sui principi che reggono la geometria
47
Alfonso Del Re (1859 –1921) nel 1906 pubblica l’opuscolo
di posizione del 1895, raccolti poi nel saggio su I principi Insegnamento di Geometria Descrittiva che contiene con il
della geometria di posizione composti in sistema logico programma didattico anche l’Elenco dei modelli geometrici
deduttivo del 1897-98. Pieri nell’intervento Sur la géometrie eseguiti dagli allievi della Scuola di Geometria Descrittiva
envisagée comme un système purement logique al congresso dell’Università di Napoli dal 1901 al 1906. Altri modelli in
Internazionale di Filosofia di Parigi del 1900 definiva la gesso erano stati donati dallo stesso Del Re o acquisiti dalla
geometria una “science idéelle purement deductive et cattedra sul catalogo curato da Schilling citato
abstraite comme l’arithmétique.” (Opere sui fondamenti precedentemente.
della matematica, a cura dell’U.M.I., Roma 1980, p.236) 48
In particolare: Federigo Enriques, Insegnamento
38
In particolare il saggio Sui fondamenti della geometria dinamico, in “Periodico di matematiche”, 13, 1921.
proiettiva in uno spazio lineare ad un numero qualunque di
49
Si vedano ad esempio gli Scritti di epistemologia della
dimensioni, in “Giornale di Matematiche”, 1892, vol. XXX, matematica, Bologna 1997.
pp. 106-132. 50
Nucleo di Ricerca in Storia e Didattica della Matematica

teatri didattici pagina 63


(di Modena), Macchine matematiche ed altri oggetti, catalogo
della mostra, Comune di Modena, 1992; Marcello Pergola e
Carla Zanoli, Macchine Matematiche, Catalogo della mostra,
Torino, Museo dell’Automobile, 1996; Marcello Pergola,
Macchine Matematiche ed altri oggetti: un progetto di ricerca
didattica, in C. Marchini, F. Speranza, P. Vighi, La Geo-
metria da un glorioso passato ad un brillante futuro, Atti del
3° Incontro Internuclei Matematici delle Scuole Secondarie
Superiori, Università degli Studi di Parma 1995; Maria G.
Bartolini Bussi, Drawing Instruments: Theories and Practices
from History to Didactics, in Documenta Mathematica - Extra
Volume ICM, 1998, vol. III, pp.735-746.
51
Victor Amédée Mannheim, Principes et développements de
géométrie cinématique, ouvrage contenant de nombreuses
applications a la théorie des surfaces, Paris 1894, pp. VI -
VII.

pagina 64 teatri didattici


3 curve antiche, nuovi istromenti

3.1 geometria meccanica

3.1.1 Le “parti dell’architettura” - aedificatio, gno-


monica e machinatio - nel senso sistematico che Daniele
Barbaro costruisce con i commentari (1556) al De
Architectura di Vitruvio1 sono riguardabili in diverso
modo come forme di rappresentazione della natura;
esse rispecchiano diversamente l’analogia tra il modo
di formare della natura e quello dell’arte. L’aedificatio
è per lo più imitazione in senso metaforico (imitazione
delle idee) mentre i processi astrattivi dell’imitatio e
dell’electio (attraverso i quali l’architettura distil-
lerebbe le sue forme) riguardano anche la machinatio
che, manipolando localmente effetti e forme di cause
conosciute, produce “modelli” di un fenomeno,
imitazioni imperfette, ma efficienti di un aspetto della
natura. Una rappresentazione più diretta è prodotta
dall’automatismo delle ombre solari studiato dalla
gnomonica, l’arte di costruire gli orologi solari,
descritta come il sapere che legge il manifestarsi in
tracciati dei moti della “macchina del mondo”2 ad
effetto della proiezione solare. La gnomonica con-
sidera la stessa proiezione solare come “macchina” e
ne inferisce, come causa dei suoi sintomatici tracciati,
la forma dei moti celesti. Fondata sull’Analemma3 , la
rappresentazione esplicitamente proiettiva della forma
del cosmo (fig. 71), la gnomonica manifesta og-
gettualmente lo stesso paradigma proiettivo che
ancora oggi chiamiamo gnomonico o centrografico.
Anche il paradigma della prospettiva, nella 70 Orologio, da Daniele Barbaro, I dieci libri dell'Architettura di
letteratura del XVI secolo, viene sussunto nel M. Vitruvio..., Venezia 1556
“modello” della proiezione solare. Come figura
suggestivamente Cesare Cesariano (fig. 72) nella sua giorno il transito dell’ombra del vertice dello gnomone
edizione vitruviana (1521, I 1), l’0cchio, il punto di vista segna la traccia dell’ intersezione conica dei raggi
della prospettiva, è l’analogo del sole, entrambi vertici solari, ovvero una particolare “prospettiva” del
degli irraggiamenti conici sui quali si fonda, attraverso (apparente) moto solare. I tracciati della macchina
le proporzioni ricavate da triangoli simili, la misura dell’ombra solare, le coniche quotidiane e le rette
dell’estensione: la topografia, la prospettiva, l’astro- orarie, sono letti come segni plurivoci, come parti
nomia, la cosmografia. dell’orologio solare quelle tracce sono indici che
La sommità dello gnomone di una meridiana è denotano la misura del tempo mentre come rap-
quotidianamente (fig. 71) vertice del cono che ha per presentazioni proiettive connotano la natura geo-
generatrici i raggi solari e quindi, per direttrice l’orbita metrica dell’immagine prospettica dei paralleli e dei
apparente dell’astro. Identificando il punto di vista meridiani della sfera celeste (fig. 71). Questi particolari
della prospettiva con il vertice dello gnomone, il compassi conici costituiti dagli orologi solari
quadro prospettico corrisponde al piano della me- assumono anche la funzione di modello grafico della
ridiana sul quale – come su una lastra eliografica - ogni forma del cosmo ed insieme del paradigma proiettivo

curve antiche nuovi istromenti pagina 65


pian
o del
meri
dian
o

ombra nel solstizio d'inverno

XV
IX
X XIV
XII XIII
Nord
sfera celeste ombra nell'equinozio

orbita
solare
apparente

nel Ovest Est


solstizio
d'estate GNO
MON
E
nell'equinozio

ombra nel solstizio d'estate


nel solstizio
d'inverno

Sud

piano del quadrante della


meridiana

71 Schema dell'analemma vitruviano nell'ipotesi del quadrante orizzontale


che produce quel modello, i cui “significati” geo- centro della sfera (nel punto di vista della prospettiva)
metrici e fisici si articolano progressivamente con e conseguentemente, essendo ogni parallelo connesso
l’affinarsi delle teorie interpretanti. ad un’angolazione fissa delle generatrici del suo cono
Nell’ottica geometrica del Settecento le singole di raggi rispetto al piano equatoriale, l’intersezione
tracce coniche e rette delle meridiane, i percorsi della superficie conica con il quadro della prospettiva
quotidiani dell’ombra del vertice dello gnomone e la è il luogo dei punti di fuga delle rette passanti per il
sua scansione delle ore, non sono solo letti come punto di vista e parimenti angolate rispetto al piano
prospettive di possibili paralleli e meridiani celesti, ma equatoriale.
esplicitamente (fig. 73), come i luoghi dei punti di fuga Le diverse interpretazioni descrittive del “modello
(sul piano della prospettiva) delle direzioni di raggi geometrico” offerto dalla macchina delle ombre solari
vettori di un sistema di coordinate polari con origine non costituiscono il suo principale valore tecnico ed
nel punto di vista. In quel senso, infatti, un possibile emotivo che invece si fonda sull’evocazione
parallelo della sfera celeste è interpretato come dell’archetipo stesso dello strumento geometrico di
direttrice della superficie conica che ha vertice nel “misura”: il “bastone”, lo “stilo”, la “squadra” o il “filo

pagina 66 curve antiche, nuovi istromenti


72 Immagine del modello proiettivo centrale, da Cesare
Cesariano, I dieci libri ..., 1526

73 Schema delle iperboli luogo dei punti di fuga delle direzioni


inclinate di un angolo θ con il piano orizzontale

a piombo” ovvero lo gnomone, dalla cui ombra, secon- che produce le tavole numeriche 6, indica insieme lo
do il racconto mitico, Talete commisura le grandezze strumento e la procedura.
analoghe dell’ombra e dell’altezza inaccessibile della
piramide. La gnomonica rievoca la figura del triangolo 3.1.2 La compresenza dei potenti significati “arcaici”
rettangolo che ha per cateti lo gnomone e la sua ombra dello gnomone autorizza l’ampio proemio digressivo
e per ipotenusa il raggio di sole, che è ragione delle con cui Vitruvio introduce il libro sulla gnomonica - il
similitudini svelate dal teorema di Talete attraverso il nono del De Architectura- tracciando un excursus
quale, come afferma Michel Serres4 , “la geometria” - esemplificativo delle “... riflessioni che sono di utilità
nella sua “origine ottica” – si istituisce come “... il per lo sviluppo della vita umana” ovvero delle
risultato di un’astuzia, di una deviazione il cui percorso scoperte geometriche e fisiche, delle procedure e
indiretto permette di accedere a ciò che supera una delle macchine, dei dispositivi di calcolo posti al
pratica immediata.” Il teorema che dimostra l’inva- servizio dell’arte di costruire. La sequenza divulgativa
rianza nel mutamento, è connesso alla produzione di e celebrativa delle utili invenzioni dei grandi filosofi
un sostituto, di un modello misurabile (lo gnomone) della citati da Vitruvio sembra delineare quello che oggi
grandezza inaccessibile (l’altezza della piramide). rubricheremmo come un eterogeneo formulario di
Lo gnomone, sottolinea Michel Serres, agisce geometria pratica; egli ricorda nell’ordine: Platone
“...senza alcun intervento umano, senza soggetto per la dimostrazione della duplicazione del quadrato
motore” e rappresenta “ una conoscenza macchinistica, (nei passi del Menone), Pitagora per la generazione
in quanto intercetta un movimento, quello del Sole.” numerica connessa allo gnomone del triangolo
Serres preferisce qui “...il termine macchina a quello rettangolo, Archimede per l’applicazione dell’idea di
di strumento tanto, per noi, l’utensile fa riferimento al densità delle materie come rapporto peso/volume,
soggetto che l’utilizza e alla sua mano o all’azione Eratostene di Cirene ed Archita di Taranto per le
volontaria e finalizzata per la quale il soggetto stesso soluzioni al problema della duplicazione del cubo. I
l’ha concepito e fabbricato” mentre “l’attività mentale celebri trovati riguardano problemi che ammettevano
designata dal termine gnomon, in greco, si riferisce qui soluzioni grafiche e meccaniche, presentati in tutta la
a una macchina, a un oggetto che realizza una delle loro contingenza applicativa come risoluzioni di
prime conoscenze automatiche della storia, il primo concreti problemi mensori (di topografia, di
macchinario che unisce qualcosa di materiale [matériel] dimensionamento edilizio, di estimo ...) ed esposti
a del software [logiciels].” nella forma aneddotica in cui venivano tramandati da
Gnomone (gnomon) non è solo il nome dello stilo (del una ricca letteratura divulgativa. Tale celebrazione
sostituto della grandezza incognita), ma indica la stessa di un sapere oggettuale fatto di strumenti di misura,
figura dimostrativa, il dispositivo che genera il numero5 , sembra sovrapporre all’idea di astrazione matematica

curve antiche, nuovi istromenti pagina 67


74 75 Strumenti geometrici usati nelle soluzioni del problema delico, da Daniele Barbaro, I dieci libri dell'Architettura di M. Vitruvio...,
Venezia 1556

quella di rigore empirico, di precisione sperimentale. allargare l’estensione tecnica e spiegare l’intensione
Seguendo la frammentarietà delle sue fonti Vitruvio teorica del testo romano attraverso una serie di
non comprende in un unico stile dimostrativo tutti gli precisazioni filologiche soprattutto nel merito delle
episodi del suo proemio, ma in quella piccola soluzioni del problema della duplicazione del cubo.
costellazione di exempla, di invenzioni (anzi di presunte Egli cita estesamente la fonte principale, la lettera dello
scoperte matematiche) il commento di Daniele pseudo Eratostene al re Tolomeo - tramandata nel com-
Barbaro approfondisce il racconto dei tr ionfi mentario di Eutocio (VI sec. d. C.)al trattato sulla sfera
matematici sulla natura, dettaglia l’or igine dei e il cilindro di Archimede - dove si sovrappongono il
dispositivi come “astuzie” escogitate per rispondere mito e la storia cronologica della duplicazione delica7 :
agli enigmi della natura e ne sottolinea il fondamento “ Egli si dice, che uno de gli antichi compositori di
nella teoria delle proporzioni e della misura sulla base Tragedie introduce Minos [Minosse] a fabricare il
degli Elementi di Euclide. sepulcro a[l] [figlio] Glauco: e havendosi detto, che
Il commento, “... avvertendo che questo nome di quello era di cento piedi per lato, rispose, questa è
gnomonica si estende molto piu di quello, che Vitruvio picciola arca per un sepulcro regale. sia dunque doppia,
potesse intendere nel presente luogo”, cerca di e non si muti il cubo. Veramente chi vorrà raddoppiare

pagina 68 curve antiche, nuovi istromenti


ogni lato in larghezza del sepulcro, non parerà esser [inserire due segmenti medi proporzionali x ed y tra i due
fuori di errore; [s’inganna] perche se si raddoppieranno estremi dati: l/x=x/y=y/2l ], che agevolmente si
i lati, ogni piano riuscirà quattro piu [si quadruplica raddoppierebbe il cubo [x3=2l3]. per ilche la difficultà
l’area], e il sodo otto piu [raddoppiando gli spigoli si di doppiare il cubo, e il dubbio proposto addusse i
ottuplica il volume]. Fu adunque dimandato ai mathematici, e gli avvolse in una [difficoltà] maggiore.
Geometri, in che modo stando quel sodo [volume] nella Non molto dapoi, si dice, che essendo a gli habitatori
istessa figura, si potesse raddoppiarlo. e questa di Delo, che erano appestati, dall’oracolo imposto, che
dimanda fu detta. il raddoppiamento del cubo. raddoppiassero un certo altare, si venne nella istessa
imperoche propostogli un cubo, cercava in che modo dubitatione e essendo ripresi i geometri da Platone
potessero farne un doppio a quello. Stando adunque nell’Academia, che si pensassero di ritrovare quello,
molti lungamente in dubbio, primo fu Hippocrate Chio che era proposto, quelli molto più volentieri si diedero
[8], il quale pensò, che se egli si trovava, come proposte alla fatica e ritrovorno, che proposte due linee bi-
due linee dritte [segmenti di lunghezza l e 2l], delle quali sognava ritrovarne due altre di mezo [medi propor-
la maggiore fusse doppia alla minore, si pigliasse due zionali]. Si dice, che Archita Tarantino ritrovò la
altre di mezo proportionate in continua proportione proposta per via di semicilindri [9] Eudoxo per linee

curve antiche, nuovi istromenti pagina 69


piegate [tramite curve 10 ]; Avenne invero che questi più tardi alessandrini potessero essere estranei alla
tutti con dimostrata ragione descrivessero la scientia geometria platonica (ed all’odierna) come, forse, gli
del ritrovare come tra due date linee dritte se ne veniva tramandato attraverso i celebri passi di
potessero dare due in continua proportione ma non Plutarco:
ritrovarono pero come questo si potesse agevolmente “La meccanica, oggi [I sec. d.C.] così tenuta in
operare con mani, e usare con instrumenti: eccetto considerazione e decantata, prese origine da Eudosso
Menechmo, il quale brevemente e con oscurità ritrovò e da Archita, che resero più attraente la geometria con
non so’ che [11 ]. Ma non ci havemo imaginato una facile le sue sottigliezze e basarono su esempi sensibili e
inventione, per via d’instrumenti, con laquale non meccanici i problemi che non venivano risolti con una
solamente si potranno ritrovare due linee di mezo a dimostrazione astratta e geometrica, come il problema
due proposte e dritte in continua proportione, ma delle due rette medie proporzionali, principio
quante ci sara il piacere di ritrovare.”12 necessario per molte altre figure geometriche, che
Barbaro sottolinea come, con uno strumento in entrambi gli studiosi riportarono a strumenti mec-
grado di inserire infiniti medi proporzionali tra due canici, adattando per il loro scopo alcune medie
segmenti le cui grandezze sono in un rapporto qua- proporzionali ricavate con il mesolabio da linee curve
lunque, si possa mettere capo ad una vasta gamma di e da sezioni [coniche]. Ma Platone si indignò e si oppose
problemi pratici che concernono la trasformazione di energicamente a loro, dicendo che corrompevano e
aree e volumi applicabili anche al dimensionamento distruggevano il buono della geometria, la quale da ciò
strutturale 13 . Gli “undici” dispositivi greci che che è incorporeo e intelligibile se ne fuggiva verso il
risolvono il problema delico si riportano in ultima sensibile e a sua volta si avvaleva di nuovo di oggetti
analisi ad una stessa “teoria” (tecnica di calcolo e di- che richiedevano lavoro manuale e grossolano e in
mostrazione), quella delle proporzioni e delle figure quantità. Così la meccanica si separò dalla geometria e
simili, sviluppata specialmente nel V e VI libro degli decadde; e per molto tempo fu trascurata dalla filosofia
Elementi. La stessa che fonda le tecniche di misura- e divenne una delle arti militari.”14
zione ottica come allude implicitamente Barbaro Tuttavia nel platonismo di Barbaro, ed in genere
rimarcando: “... dice Vitruvio che le inventioni di dello scientismo cinquecentesco, agisce la mediazione
Archita e di Eratosthene sono state grate agli huomini, aristotelica per la quale viene meno la contrap-
ma trattando amendue una questione istessa, e posizione tra il mondo delle idee e quello dei fenomeni.
forzandosi ciascuno per diverse vie risolverla, hanno Passando dall’eidos platonico all’ideale neoplatonico
dato sospetto: non perche una quistione non si possa o alla “forma” aristotelica, a buon diritto, gli oggetti
sciogliere a diversi modi: ma perche le genti che non matematici, ora astrazioni (idee) nella mente dell’in-
sanno, vedendo, che Archita usava una via, e terprete, non sono considerati indipendenti dall’espe-
Eratosthene un’altra, sospettavano per la loro concor- rienza, e l’espressione oggettuale e meccanica di un
renza, pensando che guerreggiassero a prova, come diagramma geometr ico non è necessariamente
se uno pigliasse l’altezza d’una torre col quadrante, relegata al rango minore di sostegno di una congettura
l’altro con lo specchio, il terzo con due dardi, e l’altro appena plausibile, se non di puro espediente peda-
insomma con l’Astrolabio, o con il raggio mathe- gogico. Gli strumenti, i dispositivi meccanici, che
matico, non sapendo il vulgo che di tutti questi, e altri hanno in questo contesto un certo valore euristico
istrumenti, fusse una ragione istessa, presa dalla fondato (come nella medievale scientia de ponderibus)
proprietà, e forza degli anguli, sospicherebbe, che sull’identificazione di geometria e meccanica, raccolti
quella concorrenza de i misuratori non intricasse il nei mirabilia prescientisti, assumono un significato che
vero, con la diversità de gli instrumenti.” oggi definiremmo feticistico.
In virtù di questa “ragione istessa” il patrizio veneziano Quasi come “trofei” della risoluzione del problema
può affermare non solo che “...Archita con le delico, Barbaro illustra in due tavole affiancate (figg.
descrittioni de i cilindri, Eratosthene con la ragione 74 e 75) gli strumenti aggiunti sistematicamente alla
instrumentale del mesolabio esplicorno la istessa cosa” vaga trattazione vitruviana. E tra questi il più semplice
ma che tutti “questi instrumenti convenivano nel dei mesolabi è quello detto l’“instrumento di Platone”
nome, perche mesolabio era nome commune, che che è precisamente la versione semplificata del “telaio”
significa instrumento da pigliare il mezo [medio], attribuito a Platone dal commentario di Eutocio. Lo
imperoche con quello instrumento si trovano le linee strumento illustrato è tratto letteralmente dallo Under-
proportionali di mezo alla proposte.” E tratta con un weysung der Messung... (1525-1538) di Dürer ed è una
certo rigore quella “ragione istrumentale” de- semplice squadra a “L” con un ulteriore braccio
scrivendo prima gli strumenti nella loro configurazione scorrevole ortogonalmente come una riga a “T”. Il
materiale e poi i diagrammi geometrici che vi sono telaio, complessivamente a forma di “F”, viene so-
sottesi, dimostrando su questi la tesi premessa. vrapposto al disegno di due rette ortogonali sulle quali
Ma il commentatore cinquecentesco tace quanto la sono individuati a partire dal loro punto d’intersezione
“ragione instrumentale del mesolabio” ed i dispositivi i due segmenti di grandezza data a e b, voluti come
meccanici dei matematici classici vicini a Platone o dei estremi di una proporzione continua [a/x = x/y = y/b].

pagina 70 curve antiche, nuovi istromenti


simili e che potrebbe estendersi alla ricerca di un’in-
terminabile catena di medi proporzioni individuati in
spire successive sulle due rette ortogonali della
d
a costruzione.
Ma per l’inserzione di più medi proporzionali dati
b gli estremi si ritiene più agevole una serie lineare –non
c spiraliforme - di opportuni triangoli rettangoli simili,
come quella realizzata dal vero e proprio mesolabio di
F Eratostene che Barbaro illustra con indicazioni
costruttive16. Anche in questo caso il meccanismo detta
le condizioni della similitudine di una serie di triangoli
rettangoli; sono dati (fig. 76) tre o più telai rettangolari
(a.c) identici, ciascuno con una diagonale (d),
sovrapponibili uno sull’altro, allineati e traslabili lungo
una sorta di binario sul quale scorrono (allineate) le
A G basi (c) mantenendo paralleli i cateti (a) e le ipotenuse
(d) di questa serie di triangoli congruenti. Mentre
l’estensione (a) del cateto verticale AF più estremo
corrisponde al valore a dell’estremo maggiore della
proporzione continua, sul parallelo cateto all’estremo
D opposto della serie si individua il segmento DE pari alla
grandezza b dell’estremo minore della proporzione.
Traslando i telai in modo che i punti B e C - nei quali si
F G H E I sovrappongono (intersecano) i cateti a e le ipotenuse
d - risultino allineati con A e D, si ottiene la serie cercata
A di triangoli simili.
B Posti infatti BG = x e CH = y, si può dimostrare17 che le
similitudini costruite con gli allineamenti ABCDI e
a C
D FGHEI realizzano la costanza dei rapporti
x
y AI : BI = GI : HI = BI : CI = HI : EI
x = a. y b e conseguentemente, a : x = x : y = y : b .
Con la stessa procedura di allineamento, ma
F G H E I aumentando il numero dei telai scorrevoli si potrebbe
parimenti aumentare la quantità di medi proporzionali
76 Schema del Mesolabio di Eratostene tra gli estremi a e b; almeno fin che i limiti meccanici
non rendano il mesolabio una sorta di caricatura
Le tre braccia dello strumento “di Platone”, op- impraticabile del diagramma geometrico manifestando
portunamente disposto e regolato, forniscono, nell’in- l’evidenza delle obiezioni di Platone. A parte i pro-
tersezione con le due rette ortogonali e gli estremi blemi meccanici, l’aumento delle parti del mesolabio
iniziale di a e finale di b, le ipotenuse di tre triangoli renderebbe evidente l’inevitabile processo di aggiu-
rettangoli simili di cateti a e x, x e y, y e b, ovvero di stamento mostrando l’interminabile sequenza di ten-
triangoli la cui similitudine verifica la proporzione tativi con cui si assestano anche le braccia del telaio
continua a/x = x/y = y/b. “di Platone” regolandone lunghezze ed angoli sui
Il “funzionamento” del telaio si basa sulla segmenti e le rette date.
costruzione geometrica elementare (Elementi, l. VI Anche con un ristretto numero di componenti da
prop. 13) del medio proporzionale tra due segmenti manovrare, questi strumenti – come del resto i celebri
dati tramite il teorema secondo il quale in un triangolo “squadri mobili” di Bombelli18 impiegati in analoghi
rettangolo l’altezza “x” relativa all’ipotenusa “a+y” problemi di terzo grado - richiedono una procedura “ad
occhio” per affrontare le verifiche ed i tentativi di
esprime la grandezza ( ) media propor- allineamenti, esigono una serie di prove più che
zionale [a/x = x/y] tra quelle dei due segmenti a e y sufficienti per la precisione pragmatica, ma il cui
nei quali il piede dell’altezza “x” divide l’ipotenusa15 . insieme, diremmo oggi, non esaurisce la potenza del
Iterando il procedimento sul triangolo rettangolo di continuo.
ipotenusa x+b, relativa all’altezza y, si verifica la Agli occhi di Daniele Barbaro anche queste
proporzione continua cercata (a/x = x/y = y/b). “soluzioni” meccaniche a due gradi di libertà sono
Il telaio “di Platone” è, dunque, semplicemente aristotelicamente19 immuni dai paradossi eleatici che
un dispositivo che impone la costanza degli angoli tra vi può trovare un matematico odierno e sono esaltate,
cateti ed ipotenuse in una serie di triangoli rettangoli con la connaturata teoria delle proporzioni, ben al di

curve antiche, nuovi istromenti pagina 71


là del loro significato utilitario. Queste antiche L’esemplare macchina algebrica dell’Encyclopedie
macchine algebriche (ante litteram) sono emblemi del è un Constructeur universel d’equations (fig. 79), un
contenuto matematico dell’arte di costruire in quanto congegno che automatizza la risoluzione (appros-
suoi strumenti d’imitazione della natura. Sono (in simata) di un’equazione scritta in forma di polinomio
genere) protesi che diminuiscono l’arbitrio dei sensi di terzo grado con coefficienti reali (che nell’esempio
riproducendo una precisione “naturale”, come si illustrato sono assunti tutti positivi) del tipo
manifesta chiaramente in quei cinematismi ad un gra- y = d + cx + bx2 + ax3.
do di libertà utilizzabili nel disegno delle curve, Lo strumento assimila le grandezze in gioco alle
testimoniati, tra i dispositivi per la suluzione del lunghezze di opportuni segmenti, interpretati dalle
problema delico trattati da Barbaro, dal compasso di porzioni delle aste incernierate che lo costituiscono, e
Nicomede: il compasso concoidale utilizzabile sia come si configura come una porzione di un piano misurato
macchina algebrica sia come strumento per il trac- da coordinate cartesiane ortogonali dove l’asse delle
ciamento dell’entasi delle colonne. ascisse è (fig. 77) la rotaia ZZ e quello delle ordinate
l’asta SS; l’asta RR parallela a MM è fissata ad una
3.1.3 Questa duplicità d’uso di alcuni cinematismi distanza che si dice pari al valore unitario dell’ascissa.
come dispositivi sia per il calcolo algebrico che per il Sull’asta delle ordinate si fissano (fig. 77) dei perni (A,
disegno di “curve” non è certo prerogativa della cul- B, C, D) ciascuno dei quali dista dal precedente una
tura prescientista cinquecentesca. lunghezza che si dice equivalente ad un coefficiente del
Anche nella voce dell’Encyclopedie di Diderot e polinomio nell’ordine della potenza decrescente di x;
D’Alembert l’algebra è mostrata come la scienza che dunque, nell’esempio illustrato, il primo perno (A)
ha lo scopo di alleviare “... la memoria e l’imma- dista (fig. 78) “d” dall’origine (O) degli assi, il secondo
ginazione diminuendo di molto gli sforzi che sarebbero (B)dista “c”dal primo (A), il terzo (C) dista “b ” dal
obbligate a fare per ritenere le diverse cose necessarie secondo (B) etc.. Le aste (Aa, Bb, Cc della fig. 77), che
alla scoperta della verità sulla quale si lavora e che si ruotano attorno ai perni A, B, C nei punti in cui
devono conservare presenti all’intelletto [esprit]”20 . incontrano l’asta RR, conducono ciascuna la
Altrimenti definita come “geometria metafisica”, traslazione di una guida parallela all’asse delle ascisse
l’algebra è descritta come potente metalinguaggio che interseca sempre l’asta rotante successiva in un
dell’ “arte di risolvere i problemi” che può giovarsi punto appartenente all’asta MM, vincolata a traslare
anche di alcuni dispositivi meccanici destinati ad parallelamente all’asse delle ordinate. Si realizza così
alleviarci dalle fatiche di lunghe operazioni contabili21 . un cinematismo ad un grado di libertà, un legame
Vi è tuttavia un’evidente differenza tra le macchine meccanico tra tre coppie di triangoli rettangoli simili e
aritmetiche, gli ingegni di calcolo meccanico inventati tali che22 il punto s assume sull’asta MM i valori di
a profusione nel secolo precedente, ed il dispositivo y =d + cx +bx2+ ax3 (con a, b, c, d reali e, qui, positivi).
illustrato nella plance dell’Encyclopedie dedicata Potendo l’asta MM traslare nell’intervallo tra le ascisse
all’algebra. 0 e 1, il cinematismo vi realizza l’equazione in forma
1
(1
1 -x )

f= a.(1 -x)
a

g=(a+b+c-f -g).(1 -x)


b
h=(a+b+c - f - g). (1 -x)

c
y= a+b+c+d –h –g –f
d
77 Diagramma geometrico del Constructeur universel d’equations,
particolare della plance dedicata all'algebra dell'Encyclopedie [di
Diderot et d’Alembert] ou Dictionnaire raisonné des sciences, des 78 Schema dimostrativo del constructeur universel d’equations dal
arts et des métiers, Paris, 1751-1772 quale si ricava y =d + cx +bx2+ ax3

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79 Constructeur universel d’equations, plance dedicata all'algebra dell'Encyclopedie [di Diderot et d’Alembert] ou Dictionnaire raisonné
des sciences, des arts et des métiers, Paris 1751-1772

indeterminata e dunque il punto s traccia il grafico di secondo grado e q di primo grado, ed aumentando
della funzione y =p(x). Si può notare che mentre s i componenti del cinematismo, se si immagina una
percorre una curva di terzo grado, r traccia una curva meccanica senza attriti, aumenta parimenti il grado

curva y =d + cx +bx2+ ax3

80 83 Schema esemplificativo del cinematismo del constructeur universel d’equations

curve antiche, nuovi istromenti pagina 73


del polinomio rappresentato; proprio come accadeva soluzioni dei tre problemi classici. Ma nell’avvento
per il particolare Mesolabio descritto da Cartesio nel della meccanica moderna, il tema della “curva” come
secondo libro della Géométrie 23 . rappresentazione misurabile di un fenomeno assume
Questa macchina algebrica cartesiana (fig. 91), un ruolo decisivo.
come il Constructeur universel d’equations della Le “curve” (non solo come grafici spazio / tempo
Encyclopedie, è uno “...str umento composto di della variazione di quantità di moto) esprimono anche
parecchi regoli congiunti” dei quali se ne può “... con- in senso diretto (spazio / spazio) la traiettoria di un
cepire un’infinità” e che può anche mostrare come si punto che si sposta, mentre in quel punto istantaneo le
possa tracciare per intersezione una serie di curve “... tangenti alla traiettoria manifestano la direzione del
nell’ordine [sempre] più composte” a partire dal movimento ed il sostegno del risultante delle forze che
cerchio. Realizza un metodo di trasformazione in quel luogo ed in quel momento determinano il
generale di una curva in un’altra di “genere” più “alto” tragitto.
dimostrando che nulla impedisce “... che si concepisca In particolare, il procedimento di Gille Personne De
la descrizione della prima [curva] tanto chiaramente e Roberval esposto nelle Observations sur la composition
distintamente quanto quella del cerchio, o almeno delle des mouvemens et sur le moyen de trouver les touchantes
coniche,(...) che si comprenda la seconda, la terza e des lignes courbes 25 (trascritte da lezioni del celebre
tutte le altre che possiamo descrivere altrettanto bene matematico parigino) è un metodo analogo a quello
quanto la prima” e “d’accoglierle tutte nello stesso mo- di Archimede per la costruzione delle tangenti alla
do, per utilizzarle nelle speculazioni della geometria.” spirale ed a quello usato nel 1644 da Evangelista
La macchina, nel suo immaginoso ampliamento Torricelli. L’aspra polemica sulla priorità dell’in-
teorico, mostra come non abbia più senso la distinzione venzione appartiene propriamente alle controversie
greca delle curve in luoghi piani (retta e cerchio), solidi sulla cicloide - la curva cinematica per eccellenza - e
(coniche) e lineari (tutte le altre curve), ma forse solo consente di verificare la penetrazione e la diffusione
quella tra curve geometriche (che si possono scrivere di quei principi archimedei nelle concezioni dei
con un’equazione algebrica in due incognite di grado géométres del Seicento a partire da Guidobaldo dal
finito) e meccaniche (trascendenti) come la cicloide o Monte e Galileo.
la spirale, anch’esse impiegate nelle speculazioni E’ probabile che per la costruzione delle tangenti
geometriche. alle curve sia Roberval il primo a formulare com-
piutamente un procedimento, già messo a profitto da
3.1.4 Curve algebriche e trascendenti sono comunque Galileo e Cartesio, basato su una diretta applicazione
soggette ad una stessa immaginazione cinematica ed il della composizione dei movimenti.
senso geometrico e meccanico di ciò che oggi inten- Nelle sue Observations Roberval, estendendo ad
diamo con “funzione” non si abbandona, ma resta ogni traiettoria curvilinea il principio (come assioma)
implicito anche quando, attraverso l’algebrizzazione che la direzione di una forza26 [puissance] che muove
della geometria, si considerano scritture analoghe un punto mobile lungo una circonferenza è la tangente
un’equazione indeterminata ed un luogo geometrico. in quel punto alla circonferenza, definisce (pour
La curva è pensata come il prodotto di una sorta di principe d’invention) la tangente alla generica curva
macchina perfetta, come la traiettoria ideale di un come linea di direzione del movimento del mobile. In
punto “guidata” da un’equazione che - lo tradisce il ogni punto della curva la tangente assume il significato
verbo “guidare”- è immaginabile come l’insieme dei di direzione istantanea del movimento del mobile
vincoli di un qualche dispositivo meccanico. Rap- immaginato come composizione di diverse “forze”.
presentare una figura significa dunque individuare le E allorché il movimento (la curva traiettoria) del
“condizioni” che si impongono ad un ente variabile mobile si può concepire come “causato” dalla compo-
per vincolarlo a descrivere quella figura; la nuova sizione27 (fig. 84) di diverse forze agenti direzionate
scrittura algebrica, superando la distinzione greca tra [impressions], è possibile risalire alle linee di movimento
luoghi piani, solidi (le coniche) e lineari, consente, componenti e da queste alla risultante, ovvero alla tan-
diremmo oggi, di operare su entrambe le scritture della gente [directions du mouvement] alla curva28.
figura: la curva che verifica una condizione geometrica
e l’equazione che la esprime come condizione analitica 3.1.5 Il tema della costruzione delle normali (e dunque
(come relazione tra quantità variabili e costanti) impo- delle tangenti) nelle formulazioni cinque e seicentesche
sta alle coordinate dei punti. non viene esclusivamente presentato come questione
L’immagine meccanica, balistica, della “curva” di geometria pura, ma anche di meccanica e di ottica e
come traiettoria di un punto (rappresentata ogget- costituisce quasi un esercizio tecnologico nella
tualmente dalle macchine algebriche) non nasce solo costruzione degli orologi, delle lenti, delle rappre-
all’avvento della rivoluzione scientifica moderna24, sentazioni cartografiche.
quando le “curve” consolidano il loro antico ruolo di Come ci ricorda ogni storia della matematica, la
strumenti pratici di calcolo, di dispositivi di computo conoscenza di quell’istante infinitesimo in cui la curva
come quelle inventate dai geometri g reci nelle del moto si identifica con la sua tangente è tra le

pagina 74 curve antiche, nuovi istromenti


84 Diagrammi relativi alle prime proposizioni sulla composizione geometrica dei "moti" delle Observations sur la composition des
mouvemens et sur le moyen de trouver les touchantes des lignes courbes, in Ouvrages de mathematique de M. de Roberval, in « Memoires de
l’Académie Royale des Sciences contenant les ouvrages apportez par cette Academie avant son renouvellement en 1699 », Tomo III,
Amsterdam 1736

domande che segnano l’esordio del calcolo moderno. non è nient’altro che quella parte della meccanica uni-
Queste storie dimostrano come sia artificioso separare versale che propone e dimostra l’arte di misurare ac-
le vicende originarie del calcolo infinitesimale da quelle curatissimamente.”29 “Poiché, infatti” – continua
della costruzione della meccanica classica, e da questa Newton - “le arti manuali sono interessate soprattutto
il suo corredo di strumenti e di aneddoti tecnologici. ai corpi in movimento, accade di solito, che la geo-
Meccanica e geometria convergono confondendosi metria sia riferita alla grandezza e la meccanica al
in una stessa origine non soltanto nell’antica scientia moto. In questo senso la meccanica razionale sarà la
de ponderibus, ma anche nella moderna scienza scienza dei moti che risultano da forze qualsiasi, e delle
newtoniana,come appare nella prefazione del 1686 ai forze richieste da moti qualsiasi, esattamente esposta
Philosophiae naturalis principia mathematica dove si e dimostrata.” Per Newton “Gli antichi in verità
afferma che “... la geometria … si fonda sulla prassi e fondarono una duplice meccanica: la razionale, che

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procede con accuratissime dimostrazioni, e la pratica.
Tutte le arti manuali appartengono alla pratica, dalle
quali, peraltro, la meccanica prese il nome. (…) Colui
che lavora con minor cura è un meccanico imperfetto,
e se qualcuno potesse lavorare in modo accuratissimo,
questo sarebbe un meccanico perfettissimo fra tutti.
Infatti anche le descrizioni delle linee rette e dei cerchi
sulle quali la geometria è fondata appartengono alla
meccanica.” E conclude che “la geometria non insegna
a descrivere queste linee ma le postula. Postula infatti
che il novizio prima di giungere al confine della
geometria, apprenda a descrivere accuratissimamente 85 Tracciamento dell'ellisse a filo teso da R. Descartes, Discour
le medesime, e in seguito insegna in qual modo i de la methode..., Leida 1637
problemi si risolvano mediante queste operazioni;
Descrivere rette e cerchi è un problema ma non
geometrico. La sua risoluzione è richiesta alla mec-
canica. In geometria si insegna l’uso delle risoluzioni.”
Certo è che l’intera questione delle costruzioni
geometriche, legata alle ferree leggi euclidee della riga
e del compasso ed alla più recente scrittura algebrica,
è assolutamente distinta dalla pratica delle ar ti
costruttive. Nessun artigiano tutto s’affigge per poter
misurar lo cerchio, e da quel cerchio ciascuno costruisce 86 Perfezionamento della costruzione a filo teso dell'ellisse, da
con un rapportatore ogni sorta di poligono entro Cristoforo Clavio, Gnomonices libri octo..., Roma 1581
l’esaustione della materia lavorata. Vige sempre
un’incolmabile differenza ontologica tra il cerchio del
muratore e quello de ‘l geometra; mentre il primo conta
il numero dei mattoni circonferenti come tre volte
quello che sarebbe occorrente per il diametro, il
matematico mette oggi nel rapporto tra diametro e
perimetro, in luogo della malta del muratore, un
miliardo di cifre decimali e dimostra che il suo lavoro
contabile non finisce lì. Il profilo concoidale rifinito
dallo scalpellino nell’entasi delle colonne non è
propriamente la stessa concoide considerata da
Nicomede per risolvere la mitica duplicazione del
volume dell’altare cubico del tempio di Apollo;
l’irriducibile differenza di senso vale per tutta la storia
delle figure geometriche che consideriamo.
L’ambiguo interregno delle “macchine”, degli
strumenti di calcolo, di disegno e di disegno per il 87 Costruzione meccanica dell'ellisse, da Guidobaldo Del Monte,
calcolo sei e settecenteschi tiene in realtà distinta la Planisphaeriorum universalium theorica, Pisa 1569
curva figura dalla cur va oggetto superando il
fraintendimento che identifica la questione delle
costruzioni geometriche con le procedure del disegno
geometrico, l’identificazione dell’idea di numero di
qualcosa con quella di numero in sé. L’ ambiguità che
potrebbe apparire ai nostri occhi non è dunque nella
sovrapposizione di enti ideali ed oggetti reali, ma nel
sovrapporsi della fornitura di strumenti per le arti
costruttive alla attiva presenza di un’immaginazione
meccanica (specialmente cinematica) nelle for-
mulazioni puramente geometriche, con la conseguente
difficoltà nelle storie di quegli svariati strumenti, che
si raccoglievano nel novero delle “utili macchine
matematiche”, di stabilire il confine tra geometria e
meccanica, un confine che anche attraverso quegli 88 Tracciamento dell'iperbole a filo teso da R. Descartes,
avvenimenti si è, solo in seguito, riprodotto. Discour de la methode..., Leida 1637

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89 Compasso conico (compasso perfetto), da Giovanni Battista 90 Macchina per il taglio delle lenti iperboliche, da R. Descartes,
Benedetti, De gnomonum umbrumque solarium usu liber ..., Torino Discour de la methode..., (Diottrica) Leida 1637
1574

Postulando quella meccanica universale, non nella genealogia dei cosiddetti “compassi perfetti”34 .
sempre era irriducibile uno specifico rapporto tecnico Dal “compasso perfetto” (fig. 89), che descrive le
tra oggetto e figura, tra costruzione matematica e coniche come effettive sezioni di un movimento conico
costruzione materiale della figura; tra teorema e con il piano del disegno, proviene lo strumento
strumento si poteva trovare una sorta di “divisore indicato da Cartesio per il taglio delle lenti iperboliche,
comune”, anche negli autori sicuramente lontani ma anche quelli destinati al disegno delle meridiane o
dall’empirismo newtoniano. Basti ricordare come la quelli utilizzati in seguito in alcuni tracciamenti
corda tesa con i capi fissati nei due fuochi o nell’unico cartografici. Le costruzioni delle coniche, come
centro, con la quale il giardiniere traccia ellissi e cerchi, abbiamo riscontrato nel paradigma geometrico delle
materializza la proprietà della curva enunciata nelle meridiane e come dimostra la varietà dei conicografi
proposizioni 52 e 21 delle Coniche di Apollonio, cinque e seicenteschi evidenziati in importanti studi
nonché le proprietà ottiche e acustiche dei fuochi30 . storici35 (sulla letteratura tecnica e scientifica che
Anche se la verità fotografica di quei tracciati “poco declina in ottica ed astronomia le conoscenze sui
nitidi” può essere vista da noi come a “bassa defi- paradigmi proiettivi e la geometria delle curve), sono
nizione”, la costruzione a filo teso caratterizza e anche in diversi modi una riproduzione artificiale del
precisa sul piano espressivo le qualità della figura fenomeno proiettivo della vista e della propagazione
riassumendo i risultati del procedimento logico della luce. Questi strumenti cinque e seicenteschi in
discorsivo della sua definizione formale. Così Cartesio quanto modelli più o meno diretti di “fenomeni
(fig. 85) nella Dioptrique non evita di riproporre innanzi geometrici” riguardano allo stesso modo diverse
tutte la costruzione che ha “...visto servire ai giardinieri pratiche speculative ed utilitarie come la gnomonica,
nella divisione delle loro aiuole” nonostante “... questi la prospettiva o la geometria.
...descrivono [l’ellisse] in un modo certamente gros- In quanto “modelli” la loro funzione preminente
solano ed impreciso”, perché gli “ ... pare faccia com- non è (spesso) quella di utensili, ma quella di strumenti
prendere la sua natura meglio della sezione di un dimostrativi a supporto di un ragionamento induttivo.
cilindro o di un cono.” 31 La costruzione dell’iperbole Abbiamo visto, infatti, che i riferimenti a cinematismi
a filo teso 32 (fig. 88) è ritenuta dall’autore anche per tracciare curve nelle celeberrime appendici al
tecnologicamente più conveniente delle descrizioni per Discours de la méthode non rispondono soltanto a
punti tramite compasso, utili solo “... per costruire in problemi tecnologici, non compaiono solo nei Discorsi
modo grossolano qualche modello che rappresenti ottavo e decimo della dioptrique, dove Cartesio
approssimativamente la forma delle lenti che vorremo affronta la costruzione geometrica e pratica delle lenti,
tagliare” tramite “...qualche altro strumento per mezzo ma anche nel secondo libro della Géométrie 36 dove,
del quale sia possibile descrivere iperboli d’un sol tratto attraverso il mesolabio (fig. 91) inf initamente
come si descrivono cerchi con un compasso.”33 Lo ampliabile, si dà un metodo di trasformazione generale
strumento per tagliare lenti in forma iperbolica (fig. di una curva in un’altra dimostrando la liceità e la
90) non è descritto come un sistema articolato piano, costruibilità geometrica di curve via via “più compo-
ma come un dispositivo che permette di tagliare una ste”. Dalla presenza di macchine immaginariamente
serie di iperboli mediante le sezioni piane parallele a ampliabili si potrebbe concludere che gli strumenti per
due generatrici di un cono descritto dal moto di una Cartesio, pur non avendo una funzione completamente
sega rettilinea, uno strumento che s’iscrive, dunque, dimostrativa, hanno perlomeno uno scopo mne-

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coedificai qualche compositissmo edificio, e disposi
più ordini e numeri di colonne con varii capitelli e base
inusitate, e collega’vi conveniente e nuova grazia di
cornici e tavolati. E con simili conscrizioni occupai me
stessi sino che ‘l sonno occupò me. E quando pur mi
sentissi non atto con questi rimedi a rassettarmi, io
piglio qualche ragione sottilissima in conoscere e
discutere cagioni ed essere di cose da natura riposte e
ascose. E sopra tutto, quanto io provai, nulla più in
questo mi satisfa, nulla tutto tanto mi compreende e
adopera, quanto le investigazioni e dimostrazioni
91"Mesolabio", curvigrafo per tracciare curve via via "più matematice, massimo quando io studii ridurle a
composte" da R. Descartes, Discours de la méthode ..., Leida 1637, qualche utile pratica in vita; come fece qui Battista, qual
Geometria, libro II cavò e suoi rudimenti di pittura e anche e suoi elementi
pur da’ matematici, e cavonne quelle incredibili
motecnico e didattico come modelli induttivamente preposizioni de motibus ponderis.”
esemplificativi. La progressione dei rimedi attraversa le attività
D’altronde nelle Regulae ad directionem ingenii egli dell’autore (Battista) quasi nell’ordine vitruviano:
definisce l’esercizio del pensiero come “... un dall’aedificatio (De Re Aedificatoria) si passa ai Ludi
movimento continuo (...) tale che intuisce le cose una rerum mathematicarum ed alla prospettiva (il De
per volta e nel contempo si trasferisce alle altre, finché pictura), forse alla costruzione navale (il perduto
abbia imparato a passare dalle prime alle ultime così Navis), o alla gnomonica (e dunque i paradigmi
velocemente da non lasciare quasi alcuna parte alla proiettivi di prospettiva e stereotomia) per giungere al
memoria e da avere l’impressione di intuire tutto il perduto De motibus ponderis; la sequenza suggerisce
processo in una volta …”37. Il movimento previsto, come l’architettura nelle sue tre componenti vitruviane
presaputo, del modello cinematico aiuterebbe a abbia qui lo stesso scopo farmacologico, autoipnotico,
concepire istantaneamente un “complesso” così come dei ludi matematici.
avverrebbe nella percezione delle “nature semplici”, La vitruviana scienza ed arte del costruire si innesta
a riunire nella visione mentale senza tempo della ad una riedizione del mito archimedeo di un sapere
geometria le singole immaginazioni ottiche e mec- potentemente astratto che si invera in un attivo potere
caniche. tecnico, ma il cui scopo ed effettivo senso privato
sembra essere principalmente quello di distrarci dalla
finitezza dei mezzi e della vita, di costituire, in fondo,
3.2 ludi matematici un rimedio al dolore.
Questo punto di vista esistenziale, che assume le
Proprio come attrezzi ginnici dell’ingegno le macchine speculazioni tecniche con la funzione di ludi
solo immaginate offrono un particolare legame con la matematici, ci ricorda come la maggior parte delle
cultura architettonica, un legame che rubricheremmo fonti che abbiamo considerato si ascrivono ormai al
senza dubbio tra le suggestioni letterarie in cui si genere letterario dei trattenimenti matematici, della
connette l’idea di forma e di macchina, suggestioni matematica dilettevole e curiosa. Istruire dilettando,
ereditate forse con la stessa concezione albertiana concentrare distraendo l’attenzione del lettore è
della macchina dell’architettura. appunto lo scopo delle innumerevoli trattazioni che,
Se dal racconto di Plutarco (vita di Marcello), dal fin dall’aritmetica di Diofanto, offrono la più vasta
quale abbiamo appreso il disprezzo di Platone per la gamma di questioni aritmetiche, geometriche ed
meccanica, ripercorressimo le tante riprese del mito algebriche, dagli antichi quadrati magici, triangoli
di Archimede “…prigioniero veramente delle muse”, pitagorici ed eroniani, a questioni di topologia e di
giungeremmo anche all’ultima pagina dei Profugiorum teoria dei grafi. Sfogliando i tanti esempi odierni di
ab erumna libri di Leon Battista Alberti che, prima di questo genere letterario, vi ritroviamo l’antica que-
richiamare il luogo letterario sul celebre geometra “…si stione delle costruzioni geometriche, i tre problemi
occupato coll’animo e tanto astratto da ogni altro classici greci, ed i cinematismi che ne permisero le
senso”, indifferente all’orrore del saccheggio di soluzioni meccaniche; e poi la teoria dei sistemi
Siracusa e della morte imminente, termina l’elenco in articolati, annessa nel novero dei ludi matematici a
progressione d’efficacia dei propri r imedi per meno di un quarto di secolo dalla sua sistemazione
guadagnare il sonno, per distrarsi astraendosi: definitiva, che prese corpo sul confine tra la disciplina
“… e qualche volta m’avvenne che non solo degli ingegneri e quella dei matematici.
m’acquetai in mie agitazioni d’animo, ma e ancora La curiosità “dilettevole” di questi dispositivi è stata
giunsi cose rare e degnissime di memoria. E talora, individuata spesso in quell’ambiguità tra meccanica e
mancandomi simili investigazioni, composi a mente e geometria che costituiva l’antica scientia de ponde-

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ribus, che confondeva l’iconografia delle macchine assecondano la tendenza della pubblicistica di suc-
belliche nella quiete senza tempo dei diagrammi cesso caratteristica del XVIII secolo che, incorag-
geometrici. giando l’arte delle esperienze fisiche, produce una
Le macchine per il disegno si possono porgere alla enorme diffusione di apparecchiature sperimentali ed
contemplazione estetica e, come la géométrie induce una varietà di dispositivi meccanici, per ottenere
cartesiana, anche la trattazione degli Istromenti talora medesimi scopi dimostrativi o produttivi , diversificati
si ritrae dagli immediati scopi applicativi per costi- solo da migliorie tecniche e da varianti ornamentali.
tuire, con pregiate illustrazioni, una sorta di ideale Appartenenti a generi letterari diversi, ma rivolti
wunderkammer che s'iscrive nel genere dei tratteni- in buona parte ad uno stesso pubblico, i due testi ed i
menti matematici. Il pretesto applicativo è l’ingre- due autori, se pur di diversa notorietà, sono legati
diente essenziale dei ludi matematici, è ciò che trasfor- anche biograficamente38 .
ma una macchina astratta nella simulazione di un fe- Infatti Giovanni Battista Suardi “... fatti gli studi di
nomeno naturale, nella tappa spettacolare di un teatro belle lettere e di filosofia in patria fu dal padre mandato
di filosofia naturale. È questo, tra gli ultimi esempi, il a Padova perché attendesse allo studio delle leggi, alle
caso del trattato di Giovanni Battista Suardi sui Nuovi quali per vero dire poco inclinava”39 , si dedicò “… con
istromenti per la descrizione di diverse curve antiche e molto più di favore alle matematiche sotto il marchese
moderne, e di molte altre, che servir possono alla Poleni”. Ottenuta “... la laurea dottorale secondando
speculazione de’ Geometri, ed all’uso de’ Pratici ..., del il desiderio del padre” e compiute varie esercitazioni
1752. letterarie e studi teologici, “... ei si risolse alle predilette
matematiche... animato in questo tanto della
persuasione del P. Sanvitali [Federico Sanvitali da
3.3 nuovi istromenti Parma (1704 –1761, o 65)] e del P. Fortunato da Brescia
[Girolamo Ferrari (1701 – 1754)40 ].” Il ruolo di Suardi
3.3.1 Pietro Riccardi, compilando verso il 1890 la in un attivo ambiente di ricerche si rileva, più che dalle
sistemazione per materia della sua Biblioteca mate- scarse notizie biografiche e dalla sua aggregazione a
matica italiana dalla origine della stampa ai primi anni varie accademie41 , dai rapporti epistolari con Ruggero
del secolo XIX, deve aver trovato qualche imbarazzo Boscovich e dagli apprezzamenti diretti a Maria
nell’attribuire alcuni scritti di materia geometrica alla Gaetana Agnesi contenuti nei Nuovi istromenti, anche
meccanica, alla geometria pura o ad una più specifica dalle attenzioni dedicate dai contemporanei al trattato
letteratura tecnica. Il bibliografo, tra i titoli della degli Istromenti - che“…meritò gli elogi de’ più illustri
Geometria pratica e Geodesia, rubrica quello degli matematici anche oltremontani”- e alle “plusieurs
Scritti sugli strumenti grafici e meccanici nel quale trova vérités nouvelle, …réflexions curieuses” lette nel suo
posto la sottoclasse descrizione meccanica delle curve trattato dei trattenimenti matematici (1764). Per il
che torna, come classe, anche sotto i titoli della vasto pubblico colto gli Istromenti suardiani rievocano
Meccanica Teorica e Pratica. Entrambe le rubriche “... il buon gusto della Geometria e della Meccanica”
sui curvigrafi indicano solo il trattato di Giovanni Bat- e ascrivono l’autore tra “... quelli che seguono l’orme
tista Suardi Nuovi istromenti per la descrizione di e l’esempio del gran Galilei”, mentre per gli studiosi
diverse curve antiche e moderne, e di molte altre, che appartengono prevalentemente all’ambito della
servir possono alla speculazione de’ Geometri, ed poleniana “matematica mista” 42 .
all’uso de’ Pratici. Col progetto di due nuove macchine
per la nautica ed una per la meccanica, e con alcune 3.3.2 Da Poleni43 Suardi mutua soprattutto il senso
Osservazioni sopra de’ Poligoni rettilinei regolari- del della ricerca sui curvigrafi, come emerge quando il
1752 - accompagnato, nella sola categoria della Mec- geometra bresciano affronta la questione di Quali curve
canica, dall’Epistolarum mathematicarum fasciculus si convenga descrivere con un medesimo istromento.44
… pubblicato da Giovanni Poleni nel 1729 (un insieme Le curve che “...siano di tal genere, che non v’abbia
di trattati in forma epistolare di argomento matemati- altra differenza tra l’una e l’altra, che di maggiore o
co, meccanico ed astronomico tra i quali Riccardi minor grandezza, come la cissoide, il circolo, la ci-
sott’intende indicato quello ad Jacobum Hermannum cloide, che sono mutabili soltanto secondo il più ed il
in qua agitur de Organica Curvarum Tractoriae, atque meno, immutabile restando la loro simmetria [simi-
Logarithmicae Constructione). litudine]” sono distinte a seconda della loro utilità.
Tipici esempi della letteratura scientifica set- Per quelle che “...tornano frequentemente in uso
tecentesca, tanto il volume di trattati in forma episto- agli uomini, come il circolo, l’ellisse [sic]” Suardi
lare di Poleni quanto il trattato di Suardi, non pongono ritiene “... che costruendo l’istromento si debba aver
confini netti tra geometria e meccanica e tra mate- riguardo ad infinite grandezze di un medesimo o
matica e tecnica. Certo non ricadono nel diffuso genere circolo o ellisse [sic], o altre tali, intendendo però il
della fisica puramente fenomenologica degli spettacoli termine d’infinito per il suo diritto.” Mentre per quelle
sperimentali, priva di ogni formalizzazione mate- curve che sono “... per questo capo tuttavia inutili,
matica, anche se in modo assai diverso i due testi come la catenaria e simili ”- ritiene - “certamente

curve antiche, nuovi istromenti pagina 79


92 (fig. 1) variante di parabolografo a filo teso, (fig. 2) schema della proprietà della curva logaritmica di avere costante la sottotangente,
(fig. 3) illustrazione del problema proposto da Claude Perrault di determinare la "natura" della curva (trattoria, trattrice o traiettoria di
Huygens) tracciata sul tavolo dall' orologio trainato facendo scorrere il capo della catenella lungo un bordo rettilineo, da Giovanni Poleni,
Ad Jacobum Hermannum epistula; in qua agitur de organica Curvarum Tractoriae, atque Logarithmicae Constructione…, in Epistolarum
mathematicarum fasciculus, Padova 1729 r e Organica Curvarum Tractoriae, atque Logarithmicae Constructione
93 (fig. 1) Diagramma della curva logaritmica, (fig. 2) strumento per la descrizione organica della curva logaritmica, (figg. 3 e 4) particolari
della rotaia di base e del carrello, (fig. 5) costruzione approssimata per riga e compasso della curva trattoria, (fig.6) variante della rotaia
dello strumento per la logaritmica in modo che si presti al tracciamento della curva trattoria, (figg. 7 e 8) "nuova foggia di armare una trave"
considerando le proprietà della trattoria, da G. B. Suardi, Nuovi istromenti per la descrizione di diverse curve antiche e moderne..., Brescia
1752

soverchio, che un prudente inventore indirizzi a tale Se giudicassimo la rispondenza a questo principio
scopo le sue meditazioni; si perché manca una certa degli strumenti proposti da Suardi vi troveremmo
utilità, che lo persuada, si anche perché questi tali diverse contraddizioni, specie quando suggerisce come
istromenti non ad altro occupano i tavolini de’ più utile conicografo (per precisione di tratto) – a
Geometri, che per tosto fornir loro una curva, qualora scapito di ogni distinzione di dimensioni e di si-
per avventura solleciti di una bella figura, che dovesse militudini - “... l’istromento chiamato d’Imitazione”,
incidersi in rame, o usare in qualche dimostrazione, una semplice mascherina, “... una polita lamina d’ar-
vogliono sottrarsi al tedio di un più lungo metodo.” gento o altro metallo, in cui [cfr. fig. 94 -1- ], col

pagina 80 curve antiche, nuovi istromenti


metodo per punti, si descriva diligentemente non gli interessano tanto quei curvigrafi che dice utili
un’Iperbola HIL, una parabola PRo, ed un’Ellisse solo per ricavare sporadiche illustrazioni per i trattati,
ABMN.”45 Ma l’interesse del geometra bresciano non ma ritenendo di interpretare l’indirizzo di Poleni, egli
riguarda il genere di curvigrafi per i quali sottintende, vede il senso dell’impiego degli strumenti soprattutto
rimandando all’opera di Van Schooten46 di un secolo nello studio delle trasformazioni delle curve. Per lui
prima, la vasta e ben più aggiornata (e precisa) rivestono un particolare interesse quelle curve “... di
letteratura sulla descrizione organica delle coniche; tal fatta che non solo siano alterabili secondo il più ed

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il meno, ma in varie e nuove guise spiegandosi, e flessi debbano descrive con un solo istromento infinite curve
e regressi variando, all’occhio d’esse più non appaiono, d’un istesso genere di quest’ultima razza, perché così
quantunque lo sieno, e per tali vengano dall’equazione veggasi la curva trasformarsi, e passar per tutti li stati
accusate. Il che avviene delle Concoidi, mentre per la suoi quasi per gradi.”47 Quel “solo istromento” inter-
forma apparente le esteriori alle interiori non s’asso- preterebbe oggettualmente una natura di un “istesso
migliano, ne le prime ne le seconde a quella della Con- genere” di curva mostrandone la variazione delle
tessa Agnesi. E però dico”- conclude Suardi -“ che si apparenze al variare dei parametri meccanici, anche

pagina 82 curve antiche, nuovi istromenti


94 [a sinistra] (fig. 2) diagramma della curva trattoria a base circolare e della sua costruzione approssimata per riga e compasso, (fig 1)
sagoma di un'ellisse, una parabola ed un'iperbole, (fig. 3) diagramma della cicloide e della sua costruzione attraverso le proprietà delle
tangenti alla curva, (figg. 4-7) diagrammi di proposizioni sullo sviluppo di superfici di coni e cilindri e sulla descrizione di di rette e spirali
considerando il rotolamento del cilindro e del cono e sul piano, da G. B. Suardi, Nuovi istromenti ..., cit.

95 [in alto] Penna Geometrica, da G. B. Suardi, Nuovi istromenti ..., cit.

se la variazione, mancando una stretta corrispondenza “...lasciando nel piacere del discreto artefice
biunivoca tra cinematismi e scrittura algebrica, non l’aggiungervi da se altre parti, quando in pratica le
riguarda tanto quelle nature “dall’equazione accu- trovasse necessarie, e confacenti alla natura dell’istro-
sate”, ma le specifiche ragioni, le leggi geometriche, mento.” Questo strumento, con la sola variazione di
dello strumento. un vincolo, si dimostra atto a descrivere anche la
Lo studio della natura meccanica delle curve è trattoria a base retta (realizzando la proprietà,
sviluppato da Suardi con un intento prevalentemente individuata da Leibniz, che per la curva è costante il
estetico; lo dimostriamo in particolare a proposito segmento di tangente fra il punto di contatto e la retta
delle descrizioni organiche delle curve “meccaniche”, data) in modo più spedito e preciso di quanto fosse
specie la logaritmica, la trattoria (trattrice, o traiettoria consentito dai metodi usuali. I metodi di Leibniz “...
di Huygens) e la sua evoluta - la catenaria – (le curve che descriveva questa curva con un peso attaccato ad
legate anche alle questioni meccaniche più dibattute un filo” e di Huygens “... con una rigida verga fornita
confluite nella teoria delle curve elastiche) che offrono alle due estremità di una punta” secondo Suardi “ in-
evidentemente i rimandi più diretti al testo di Poleni volgevano il Problema, ed erano lo stesso che tirar per
(fig. 92). la tavola l’oriuolo di Perralto [48 ], in quella guisa ap-
Sulla descrizione organica della curva logaritmica punto che sarebbe apposto a biasimo, se per descrivere
il contributo di Suardi consiste solo in una riduzione “ le sezioni coniche, altri recasse prestamente tre pezzi
a più poche parti” (fig. 93 - 2-) del curvigrafo di Poleni, di un cono, intorno a’ quali una penna si avesse a gui-
che usa la proprietà secondo la quale la sottotangente dare”49 .
della curva è sempre uguale ad una costante data, L’argomento avanzato da Suardi secondo cui il

curve antiche, nuovi istromenti pagina 83


96 (figg. 1-3) diagrammi della costruzione per punti di "una curva incognita" [archi di una cubica], (figg. 4- 6 ) strumento per la descrizione
organica della " curva incognita", ( figg. 7 e 9) esempi di descrizioni della curve tracciate con "tremiti regolari", da G. B. Suardi, Nuovi
istromenti ..., cit.

curvigrafo non dovrebbe riprodurre il singolo episodio e fisico Paolo Frisi che, in una lettera50 del 1753, pur
di un“fenomeno geometrico naturale”, oltre ad giudicando positivamente la dottrina geometrica e
esporre a quello stesso “biasimo” anche la sua masche- l’ingegnosità del trattato degli Istromenti, dimostra
rina delle coniche, attira un’obiezione del matematico qualche perplessità sui diversi requisiti che il geometra

pagina 84 curve antiche, nuovi istromenti


bresciano adduce per avvalorare la propria ricerca e le piuttosto che quello della mela di Newton.
opinioni di Poleni. “Quanto alla descrizione della “Ammirando specialmente i fiori, e le foglie mi
Trattoria e della Cicloide”, scrive Frisi, “io non con- avvidi” – afferma nella prefazione –“ che portavano
verrei mai di parere col sig. Marchese Poleni. Che vagamente impressa la forma di una qualche curva (...)
importa, che il descrivere la Trattoria con una rigida questo riflesso ... m’indusse a voler tentare se si potesse
verga fornita all’estremità di una punta, sia il medesimo richiamare alle leggi di Meccanica la forma di alcune
che tirare sopra un tavolo l’oriuolo di Perralto? di quelle, e delineare con qualche ingegno le curve che
Quando nel tempo stesso di ritrovar qualche curva si è ne caratterizzano le diverse specie.”
ritrovato ancora il vero, e natural modo, con cui La sua ricerca non è dunque rivolta ad una enu-
descriverla, descrivendosi a questo modo non lascia meratio delle curve secondo il loro significato alge-
già d’esser buona la descrizione.” E riprende oltre: brico o propriamente meccanico, ma all’invenzione di
“...che con uno stesso strumento non si possa che quell’ “ingegno” che riproduce le “infinite curve d’un
descrivere una sol curva, come con una sola rotella una istesso genere” tramite il quale “veggasi la curva
sola cicloide, con una sola apertura di compasso un solo trasformarsi, e passar per tutti li stati suoi quasi per
circolo, questo, o deve render viziose le descrizioni di gradi”. La trattazione degli ingegni grafici non
tutte quante le curve, o non dee importar nulla , e dee persegue un ordine naturalistico, ma segue (grosso
bastare, che il metodo di descrivere, se non la modo) la cronologia storica delle curve culminando con
descrizione medesima, sia universale.” l’invenzione suardiana di maggior fortuna: la penna
Frisi muove dunque obiezioni realistiche assumendo geometrica, un versatile curvigrafo in grado di tracciare
un punto di vista dal quale non importa, come invece agevolmente epi ed ipocicloidi, ellissi e spirali.
sostiene Suardi, che i curvigrafi siano modelli indi- La penna geometrica (fig. 95), che d’altronde è
pendenti di principi di generazione meccanica poiché, l’invenzione più nota53 del bresciano, ben realizza gli
per Frisi, le curve stesse appaiono come strumenti, e scopi promessi dal geometra che noi verificheremo,
non oggetti, dello studio della meccanica. concludendo, nella trattazione del primo degli ingegni,
Gli interessi propriamente meccanici del trattato di il compasso di Nicomede, il più semplice e pro-
Suardi sono rari ed incidentali; l’uso della trattoria nel babilmente il più antico strumento documentato54 per
dare “... una nuova foggia di armare una trave”51 vi è la produzione meccanica di una curva più complessa
dimostrata solo “per trattenimento”. Per lui le pro- del cerchio.
prietà meccaniche delle forme nei problemi di otti-
mizzazione strutturale delle costruzioni restano sullo 3.3.3 Le curve greche - concoide di Nicomede, cis-
sfondo dei poco precisati usi speculativi e pratici delle soide di Diocle, quadratrice di Dinostrato - che Suardi
curve, tanto che Frisi stupisce del fatto “...che [Suardi] pone all’inizio della sua trattazione non sono certo
tra le curve inutili, parlando della Cissoide, annoveri curiosità archeologiche, ma ancora utili strumenti per
la Catenaria”, omettendo il ruolo della curva nelle la risoluzione dei problemi algebrici55 non riducibili
recenti versioni dei problemi di Galileo52 . Dal punto alla rigorosa costruzione per soli riga e compasso (anzi
di vista meccanico la catenaria è certo tra le curve più per solo compasso56 ). Inoltre la concezione meccanica
interessanti, ma la sua descrizione pratica può age- che aveva determinato alcune curve greche, come la
volmente coincidere con il suo stesso modello fisico: quadratrice e la spirale d’Archimede, viene estesa non
la fune o la catena pesante, flessibile, uniforme, appesa solo all’invenzione di nuovi luoghi geometrici ,ma
a due capi posti alla stessa altezza. Un modello di anche allo studio degli antichi luoghi lineari. Abbiamo
descrizione che corrisponde alla generalizzazione già riscontrato (cfr. 3.1.4) come Rober val, nelle
immediata del problema dell’equilibrio funicolare, Observations sur la composition des mouvemens et sur
tanto immediata che è possibile ipotizzare l’uso della le moyen de trouver les touchantes des lignes courbes,
catenaria in architettura più di un secolo prima che leghi lo studio delle tangenti alla concoide di
Jacques Bernouilli ne desse le equazioni generali (1697- Nicomede alla manifestazione di un’esplicita geometria
98) e la dimostrasse soluzione del problema della cinematica, e come il compasso concoidale sia citato
forma ideale dell’arco semplicemente compresso da Barbaro (cfr. 3.1.2) tra le macchine algebriche ante
(1704). litteram per la soluzione del problema delico; e po-
Suardi non sembra interessato ad indagare le cause tremmo ritrovarlo ancora nella letteratura tecnica delle
dell’economia costruttiva della natura - quel principio arti costruttive anche come strumento per il trac-
teleonomico delle forme esaltato dalle moderne ciamento dell’entasi delle colonne (verosimilmente di
estetiche funzionaliste – ed il problema dei suoi seri ridotte dimensioni).
trattenimenti è piuttosto quello di riprodurre l’effetto Per la fortuna pratica e matematica della concoide,
“estetico” di alcune forme naturali con un cinematismo dovuta probabilmente alla semplicità del suo trac-
autonomo. Presenta il suo lavoro infatti, secondo il ciamento, appare conseguente che Suardi inizi l’espo-
luogo letterario dell’osservazione di un evento casuale sizione delle sue macchinette ponendo, nell’economia
“negli oziosi tempi”, come testimonia anche l’aned- del trattato, il compasso concoidale come il primo tipo
doto dell’orologio trascinato sul tavolo da Perrault di diretta connessione tra condizioni geometriche e

curve antiche, nuovi istromenti pagina 85


97 Varianti al compasso di Nicomede, (fig. 1) diagramma di "concoidi di Nicomede", (fig. 2) compasso concoidale di Suardi, (fig. 3)
braccio aggiuntivo che adatta lo strumento di Suardi alla descrizione di concoidi a base circolare, (fig. 4) sezione dell'asta trasversale, da
G. B. Suardi, Nuovi istromenti ..., cit.

corrispondenti vincoli meccanici. Dati (fig. 97) un immagine dello strumento ) detto intervallo, si con-
punto fisso P detto polo, una retta fissa DR (direttrice) ducono dal polo tutte le possibili rette arbitrarie AG
detta base ed un segmento St (lettere indicate sulla (riferite all’immagine prospettica dello strumento) che

pagina 86 curve antiche, nuovi istromenti


incontrano la base DR nei punti t. Riportando su il polo (P) costituito dal perno d’acciaio PZ, che
ciascuna trasversale arbitraria dal suo verso t P la costituisce dunque il centro di rotazione attorno al
grandezza dei segmenti St (indicata in fig. 97-1 come quale scorre e ruota la trasversale arbitraria. La
tH ) si ha come luogo dei punti S un primo ramo detto distanza del polo dalla base DR è materializzata
Concoide superiore (de dessus [secondo la nomen- dall’asta PH avvitata in C ad una sbarra corrispondente
clatura di Roberval] o citerieure). Riportando alla rotaia che rappresenta la base DR. Due punte
l’intervallo MP nell’altro verso delle rette t si ottiene scriventi S (Stili) poste sull’asta AG (trasversale) alla
(nell’altro semipiano oltre DR) il secondo ramo della distanza dal perno t corrispondenti ai valori degli
curva, la concoide inferiore (de dessous o ulterieure). intervalli, al ruotare della trasversale intorno a P,
Otterremmo propriamente una concoide nico- disegnano i due rami della concoide.
medea solo se l’intervallo fosse uguale per i due rami. Suardi aggiunge al tradizionale compasso
In quel caso, posto l’intervallo St = i, la distanza PC concoidale dispositivi che evitano gli intralci tra le aste
tra polo e base = d ed assunto il polo P come origine di in posizioni particolari. Così l’asta AG, che sta in luogo
un sistema di coordinate polari (r, ω ) tutta la concoide della trasversale arbitraria, è trafilata secondo una
viene unitariamente espressa dall'equazione sezione ad “U” ( fig. 97 - 4 - ) in modo che al suo interno
r = [d / cos ( )] + i. possa scorrere il perno Pz (polo) senza essere impedito
A seconda che la distanza (PC = d) tra polo e asse dallo stilo tracciante S.
sia minore, uguale o maggiore dell’intervallo (S t = i) Così modificato il compasso di Nicomede permette
muta la forma dei rami, specie quello (de dessus) presso di controllare, entro la sua portata materiale, le due
il polo, nonché lo stesso ruolo del polo nella forma della grandezze che determinano le varietà della curva: la
curva. Nel luogo r = [d / cos ( )] + i il polo è sempre un distanza polo base (con la vite nell’incastro C) ed il valore
punto della curva: precisamente un punto isolato dell’intervallo (tramite la posizione delle punte
quando non appartiene direttamente ad un ramo, traccianti lungo l’asta trasversale).
ovvero quando d < i . Se invece d = i il polo è la cuspide È evidente, sin dalla sua prima (fig. 97 - 1 -) rap-
del ramo (de dessus) e resta sempre un punto doppio presentazione della concoide, che ponendo le punte
anche quando, posta d > i, diventa un nodo della curva. traccianti a distanze diverse (intervalli) dal punto
Le fonti dirette di Surdi non sono probabilmente le d’intersezione della loro trasversale con la retta base
trattazioni moderne di Roberval e De la Hire - che (ovvero alterando il valore costante dell’intervallo
considerano unitariamente la curva – e nemmeno i St = i) si ottengono altre curve concoidiformi, come
ω frammenti classici dove si consideravano i due rami quelle indicate incidentalmente da Maria Gaetana
come curve distinte 57 , ma è verosimile che Suardi Agnesi nelle Instituzioni analitiche.
apprenda le proprietà della curva, più che dagli studi Suardi non è interessato alla classificazione dei
architettonici di Giovanni Poleni, dalle fortunate luoghi geometrici secondo il grado del polinomio che
Instituzioni Analitiche di Maria Gaetana Agnesi (che li esprime e nemmeno approfondisce il loro uso diretto
possiamo considerare l’effettiva dedicataria dei Nuovi nella risoluzione di problemi tipicamente algebrici;
istromenti ) che nel capitolo dedicato alla costruzione non conclude gli effetti prima geometrici e poi mec-
dei luoghi che superano il secondo grado dà, in risposta canici derivanti dalla manipolazione algebrica della
al problema IV 58 , la costruzione dell’equazione scrittura della curva, ma al contrario, agisce spe-
cartesiana dei singoli rami della concoide 59 . rimentalmente sulla macchina per esaminare le
La prima figura (97 - 1 -) della tavola di Suardi indica conseguenti nature delle curve descritte.
diversi rami di concoide non accoppiati in un’unica Osserva che “... le Concoidi di Nicomede han per
curva dalla costanza dell’intervallo nei due versi delle base o sia direttrice [la retta DR ovvero] una porzione
trasversali e, se non come caso particolare, non si della periferia di un circolo infinito” dunque “... sono
tratterebbe del luogo espresso in coordinate cartesiane caso particolare e dipendente da un generale nel quale
(x,y) con il polo nell’origine degli assi da una relazione le Concoidi nascono da base che sia un circolo finito”.
del tipo (x - d)2 (x2 + y2) – i 2 x 2 = 0 (nella quale i indica Con semplici modifiche ad alcuni vincoli del compasso
l’intervallo fisso e d la distanza tra polo e base). di Nicomede si possono descrive i tracciati di concoidi
Lo strumento si presta dunque alla costruzione di più generali che egli crede “... non furono note per lo
luoghi di più faticosa codificazione algebrica per la sua innanzi”.
semplice aderenza alla formulazione geometrica del Fissato il perno mobile pt al centro della retta base
problema. DR (in modo che non possa lasciare la posizione C,
I dati del problema sono trasformati nelle parti e ovvero il piede della distanza tra base e polo) gli si
nei vincoli dello strumento (fig.97 - 2 - ). La retta base aggancia il braccio tK, illustrato dalla fig 97 - 3 - ; ne
DR è significata dalla fenditura dell’asta DR al cui risulta che il luogo del perno K è ora la circonferenza
interno può scorrere orizzontalmente il perno pt che di raggio tK e centro C. Se si dispone l’asta AG (la
rappresenta il punto d’intersezione delle trasversali alla trasversale) in modo che la sua scanalatura non riceva
base DR. Queste trasversali sono riprodotte dall’asta più il perno scorrevole t ma il nuovo perno K, si muta
AG vincolata tramite una scanalatura a scorrere lungo la base (direttrice) della concoide con il cerchio tK. Il

curve antiche, nuovi istromenti pagina 87


98 (figg. 1-3) diagrammi di rami di concoidi a base circolare costruite per punti e tracciabili con il compasso concoidale di Suardi, (fig.
4) diagramma della descrizione per punti della quadratrice di Dinostrato, (fig. 5) strumento per la descrizione della quadratrice di
Dinostrato, da G. B. Suardi, Nuovi Istromenti ..., cit.

pagina 88 curve antiche, nuovi istromenti


luogo tracciato dagli stili, posti sull’asta AG ad una certa
distanza i dal perno K, è appunto la concoide che ha
polo in P e per base la circonferenza di raggio tK. Si
possono così ottenere le curve illustrate nelle prime
figure della tavola II (fig. 98 -1-3-) dove la circonferenza
base è contrassegnata dai punti T… e t…, e devono dun-
que intendersi come luoghi del perno K che ruota
intorno al centro C. Il polo, ovvero il perno fisso Pz
del compasso, vi è indicato con la lettera R; i rami della
concoide - i luoghi tracciati dalle punte S e P dello stru-
mento - sono i punti P ... p ... (ramo esteriore) ed i punti
N ... n... (ramo interiore). Si descrive in genere una
curva di sesto grado il cui aspetto dipende naturalmente
dai rapporti tra i valori dell’intervallo (i),della cir-
conferenza base e dalla distanza del polo dal centro C
della circonferenza base. Se questa distanza tra polo e
centro della direttrice fosse infinita i due rami ri-
produrrebbero ciascuno la circonferenza base, traslata
nella direzione del polo secondo il valore dell'inter-
vallo. Dei casi con il polo proprio, Suardi si limita a
considerare l’esempio di un rapporto tra le costanti
dello strumento che “... gentilmente rappresenterà una
sezione d’uovo, di cui spesso può occorrerne l’uso,
per fare si simil forma o quadri di pittura, o cornici ...”.
Questo semplice strumento costituisce forse il
mezzo più intrinseco per generalizzare l’idea di
concoide includendovi curve che solo a prima vista
potrebbero risultarne estranee. Se il rapporto tra le
costanti meccaniche fosse quello che vede il polo
appartenere alla circonferenza direttrice, la concoide
rappresentata si ridurrebbe di grado, sarebbe una
quartica, già ben nota come lumaca di Pascal. In questo
caso le fogge della curva chiusa dipendono unicamente
dal rapporto tra i valori dell’intervallo e della cir-
conferenza base: se l’intervallo è minore del diametro
della circonferenza base il polo è un nodo della curva
e ne diventa un punto isolato (un punto doppio) se
l’intervallo è maggiore del diametro. Se diametro della
base ed intervallo sono uguali il polo diventa cuspide
della curva che, in quel caso, era già nota come
cardioide.
“Siffatta generalizzazione” – nota Gino Loria –“si
presenta così spontaneamente che crediamo non si sia
allontanato dal vero chi la suppose nota agli antichi”60,
come se ai continui ritorni della storia dei “modelli”
(le curve antiche) si sovrapponesse una progressiva
storia del linguaggio con cui si esprimono le loro
proprietà (i nuovi strumenti).

curve antiche, nuovi istromenti pagina 89


Note al capitolo 3 De genio Socratis in Moralia, 579 b-d e De E apud Delphos
in Moralia, 386 e-f) secondo cui l’oracolo al quale si
rivolsero i Deli, colpiti da gravi sventure, richiedeva la
1
Daniele Barbaro, I dieci libri dell’Architettura di M. Vitruvio
duplicazione del volume dell’altare cubico. L’origine del
..., Venezia 1556 (edizione del 1567).
problema è riferita tuttavia in una serie di varianti; Barbaro
2
Così recita il testo vitruviano “... l’universo è il sistema
riferisce quelle contenute nel commentario di Eutocio di
che riunisce tutto ciò che compone la natura e inoltre il
Ascalona al De sphaera et cylindro di Archimede.
cielo, la cui forma è data dalle costellazioni e dal movimento 8
Ippocrate di Chio, attivo intorno al 430 a.C., avrebbe per
delle stelle. Quest’ultimo ruota incessantemente attorno
primo generalizzato il problema elementare di
alla terra e al mare, facendo leva sui perni posti all’estremità
trasformazione di un rettangolo l.h in un quadrato x.x di
dell’asse. Tale è infatti il congegno realizzato in questi punti
stessa area l.h = x.x ovvero l/x = x/h con l’inserimento di
dalla potenza della natura, la quale ha disposto questi perni
un nuovo termine medio proporzionale. Se gli estremi di
con la funzione, per così dire, di centri, l’uno nel punto più
questa nuova proporzione continua sono l e 2l ne segue la
alto dell’universo in rapporto alla terra e al mare,
proporzione l/x = x/y = y/2l ovvero:
oltrepassante persino le stelle dell’Orsa maggiore, l’altro
x2 = l y , y2 = 2 l x, xy = 2 l2 .
esattamente all’opposto, sotto la terra, nelle regioni
Eliminando la y si ha: x3=2 l 3, che esprime la soluzione
meridionali; attorno a questi perni essa ha realizzato come
(irriducibile)al problema delico, della quale nessuna radice è
in un tornio attorno ai centri due anelli detti in greco poloi,
razionale (se il lato del cubo dato vale 1, il lato del cubo di
attraverso i quali il cielo compie rapidamente il suo eterno
volume doppio vale la radice cubica di 2).
movimento. Nel mezzo, la terra, che così, assieme al mare, 9
è stata collocata dalla natura nel punto centrale del La risoluzione del problema delico “con mezzi cilindri”
sistema.” Vitruvio, De Architectura, a cura di Pierre Gros, del matematico Archita di Taranto (428-347 a.C.), pitagorico
Torino 1997, IX, 2. e maestro di Platone, consisterebbe nel ricavare il lato x (tale
3 3
3
L’Analemma è definito nel testo vitruviano “ ... una figura che x =2l ) come misura presa del punto comune a tre
matematica che si cerca nel corso del sole [ratio conquisita particolari superficie ricavate da tre cerchi triortogonali tutti
solis cursus] e si trova mediante l’osservazione dell’ombra di raggio l e centro comune: un primo cerchio è direttrice di
che si va allungando fino al solstizio d’inverno; grazie ad un cono con vertice sull’estremo del diametro del cerchio
esso, attraverso procedimenti propri dell’architettura perpendicolare, il secondo cerchio per l’asse del cono è
[rationes architectonicas] e disegni tracciati col compasso, direttrice di un cilindro ed infine il terzo cerchio genera una
si è potuto determinare l’effetto del sole nell’universo.” superficie torica per rivoluzione intorno all’asse che passa per
Vitruvio, De architectura, cit., IX, 1, cfr. Maria Losito, il vertice del cono e per una generatrice del cilindro. La misura
L’analemma vitruviano e il IX libro del De Architectura di x si assume come ascissa misurata sull’asse del cono a partire
Daniele Barbaro (1556-67), in Vitruvio, De architectura, cit., dal vertice. La complessa dimostrazione presuppone una
p. 1429 e segg. completa padronanza della stereometria e al proposito proprio
4
Michel Serres, Les origines de la géométrie. Tiers livre des ad Archita si attribuisce l’esordio della concezione della
fondations, Paris 1993, trad. it. in Le origini della geometria, generazione dinamica delle curve e delle superficie.
Milano 1994, pp. 161 –165.
10
La soluzione di Eudosso di Cnido (408 –355 a.C) citata da
5
“Noi abbiamo difficoltà a tradurre la parola gnomon Eutocio non è ricostruibile. Come suggerisce Paul
perchè la conoscenza scintilla sulla punta del suo asse. Tannery si tratta probabilmente di una versione piana –per
Letteralmente, gnomon significa, sotto una forma proiezione- della procedura stereometrica di Archita (cfr.
apparentemente attiva, ciò che descrive e regola, ma T. L. Heath, A History of Greek Mathematics I, Oxford 1921).
designa sempre un oggetto. (...) Come l’asse del quadrante Seguendo l’ipotesi di Tannery Eudosso avrebbe usato la
si ergeva perpendicolarmente al suo piano, l’espressione curva che ha equazione cartesiana a2 x4 = b4 (x2+y2) o polare
secondo lo gnomone esprimeva per i greci arcaici, l’angolo r = b2/(a cos2 θ).
retto o il filo a piombo. Così potremmo quasi tradurlo con 11
Menecmo di Alopeconnesus (380 - c. 320 a.C.) avrebbe
riga o squadra, tanto più che Euclide ... chiama così le aree dato soluzione al problema delico per mezzo delle sezioni
dei parallelogrammi complementari a un parallelogramma coniche da egli stesso formulate, si ritiene, per primo. La
dato, in modo che la loro somma o la loro sottrazione li proporzione continua della quale Ippocrate di Chio aveva
lascino insieme simili tra loro. Così una squadra mostra colto l’analogia al problema della duplicazione del cubo si
due rettangoli o due quadrati complementari a un presta ad interpretazioni geometriche per via sintetica che
quadrato o a un rettangolo dato: il termine stesso sembra oggi sarebbero esposte semplicemente in geometria
significare l’estrazione di una quadrato o quadrante.” analica.
Michel Serres, Le origini... cit., pp. 194-195. Sul vasto tema Infatti la proporzione continua a:x = x:y = y:b si può
dei rapporti tra i diversi significati tecnici e storici di sviluppare come:
gnomon inteso come concetto primigenio di procedura di 1) a/x = x/y , ovvero x2 = ay che esprime il luogo di
calcolo si veda l’ampissimo studio di Paolo Zellini, Gnomon. una parabola,
Una indagine sul numero, Milano 1999. 2) e inoltre a/x = y/b ovvero xy = ab che esprime il
6
Connesso all’avvento delle tavole tr igonometriche luogo di un’iperbole.
attraverso i calcoli astronomici (e geografici: calcolo delle Segue che i valori delle medie proporzionali x ed y si
latitudini dall’ombra all’equinozio) lo gnomone è anche possono ottenere come coordinate dell’intersezione delle
una macchina mnenomica: “... alla macchina corrisponde due curve.
la tavola, alla conoscenza automatica si associa la 3) a/x = x/y ovvero x2 = ay,
mnemotecnica.” Michel Serres, Le origini... cit., p.195. 4) x/y = y/b ovvero y2 = bx,
7
Il problema è detto “delico” per l’aneddoto (Cfr. Plutarco, I valori di x ed y si possono dunque ricavare anche

pagina 90 curve antiche, nuovi istromenti


dall’intersezione delle due parabole x2 = ay e y2 = bx. t alle quali bisogno sia che a ritrovarne due di mezo in
12
Daniele Barbaro, I dieci... cit, pp. 354-355 . Sulla Lettera di continua proportione, non saranno uguali a quelle linee
Eratostene al Re Tolomeo riportata nel commento di Eutocio che sono nello istrumento, ab e rd facciasi col movere
cfr. Archimedis Opera omnia cum commentariis Eutocii, secondo il bisogno la lametta hdc tirandola verso la lametta
edizione di Iohan Ludwig Heiberg, Lipsia 1881, ed. Stoccarda ferma, o allargandola, e ponendola sempre egualmente
1972-1975, vol. III, pag. 102 e segg. distante: facciasi dico, che si come si ha la s, alla t così si
13
Il Patriarca d’Aquileia chiarisce anche il significato habbia la ab alla rd cioè se saranno la s, e la t tra se in
pratico del procedimento: “Con questa inventione, proportione doppia, o tripla, o sesquialtera, cosi siano tra
adunque potremo ridurre in cubo ogni corpo sodo se la ab e rd perche alla ab e rd che sono nello isnstrumento
proposto, che sia sotto linee parallele contenute, e ritrovate, ritrovate si sono due di mezo proportionate,
similmente transferite da corpo in corpo, e farne un simile, seguita, che alla s e alla t proposte trovate saranno due di
e accrescerlo quanto ci piacerà, osservando sempre la mezo in continua proportione.
istessa simiglianza [similitudine]: per il che e i Tempii e gli Quanto piu adunque artificioso sarà lo instrumento, e ben
altari. potremo anche e a misura [in proporzione qualsiasi] fatto, tanto più facilmente ci servià a ritrovare le due
ridurre le misure delle cose liquide e aride come le metrete, proportionali, però le teste delle lamette, che si moveno
i moggi, e al cubo trasferirle con i lati de i quali si misurano entreranno ne i loro canali assertate, e si moveranno
i vasi capaci delle cose liquide, e delle secche, accioche si dolcemente. Et se alcuno vorrà trovare piu di due linee
sappia quanto tengono. In somma la cognitione di questa proportionali, egli potrà con la aggiunta di piu regole, e
dimanda, è utile, e commoda a quelli, che vogliono lamette farlo commodamente. e questa è stata la inventione
raddoppiare o fare maggiore tutti quelli strumenti, che di Eratosthene. Bisogna però avvertire, che le regole siano
sono per trarre dardi, pietre o pali di ferro: percioche egli è lunghe, perche quando bisogna allargare le lamette possino
necessario che ogni cosa cresca in larghezza, e grandezza aggiugnere a i tagli delle linee, che si vorranno
con proportioni, o siano fori o nervi, che ci entrano, o proprortionare, e tocchino il lato superiore dello
quello che occorre. se pur volemo, che il tutto cresca con istrumento, come em, fx, Ku. anzi per dir meglio siano tanto
proportione. Ilche non si può fare senza la inventione del grandi quanto sarebbe la diagonale della lametta efgh, overo
mezo [medio proporzionale].” D. Barbaro, I dieci ..., cit., poco più.” D. Barbaro, I dieci...,cit., p.356.
p.355. 17
Per costruzione si stabilisce l’allineamento dei punti
14
Plutarco, Marcellus, 14. 9-12 , trad. it. di P. Fabrini in Vite ABCD e di EFGH, allineamenti che hanno in comune il
parallele, Marcello, Milano 1998, p.431. punto I. Per i parallelismi di costruzione vale dunque la
15
Ponendo y = 1 si tratta evidentemente della familiare similitudine tra i triangoli AIF e BIG per la quale è AI : BI =
costruzione geometrica della radice quadrata del valore a FI : GI. Vale anche la similitudine tra i triangoli AIG e BHI
di un segmento commisurato da un segmento unitario per la quale è AI : BI = GI : HI. Per la similitudine tra i
(y=1) che consiste nel costruire il triangolo rettangolo di triangoli BGI e CHI si ha che BI : CI = GI : HI; mentre per la
x= a similitudine tra BHI e CEI si ha che BI : CI = HI : EI.
ipotenusa a+1 e la cui altezza è individuata alzando
Valgono le proporzioni continue (*):
dall’estremo interno di a il segmento perpendicolare sino AI : BI = FI : GI = GI : HI
al punto nel quale si può determinare l’angolo retto tra i BI : CI = GI : HI = HI : EI
cateti, ovvero fino ad incontrare la semicirconferenza di Valendo anche le proporzioni:
diametro a+1. AF : BG = AI : BI = FI : GI
16
Barbaro descrive la costruzione del mesolabio con BG : CH =BI : CI = GI: HI
riferimento alla figura 74 (pag. 68): “ ... Piglia una piana di CH : DE = CI : DI = HI : EI
legno, o di rame più lunga, che larga di figura qua- e sostituendo a =AF, x =BG, y = CH, b = DE le (*) sono
drangulare, e d’angoli dritti. E sia per essempio la tavola a a:x = FI : GI = x:y
b c d. acconcia poi tre lamette sopra di quella di qualche
materia soda sottile, e polita, che siano quadrangolari, e di x:y = GI : HI =y : b .
anguli dritti, di modo che una di quelle sia ferma nel mezo
18
Raffaello Bombelli, L’algebra...divisa in tre libri...,
della piana, si che non si possa movere nè alla destra, nè Bologna 1579, (Milano 1966).
alla sinistra, e sia quella e f g h. habbia poi questa lametta 19
Ci riferiamo alla confutazione aristotelica dei paradossi di
ne gli angoli suoi, ne i punti e. e f. fitte due regole con i suoi Zenone che erano diretti a falsificare sia la concezione dello
pironi in modo, che ciascuna si possa volgere in ogni verso, spazio e del tempo come indefinitamente divisibili (se il
e sia una regola e m. e l’altra f n. ma l’altra lametta si K d c. movimento è continuo in questi termini non si può attraversare
che sia con le teste sue in un canale nella piana si che possa una distanza finita in un tempo finito poiché anche un
scorrere verso la lametta efgh. e anche a rimover da quella, segmento finito è infinitamente divisibile), sia quella opposta
si che habbia i lati suoi paralleli al lato fh. della lametta per la quale lo spazio ed il tempo sono scomponibili in piccoli
ferma; tenga questa lametta Kdc. sopra il punto K. una intervalli indivisibili (nel singolo istante indivisibile non può
regola, che si possa volger e alzare, e abbassare, come le esservi movimento per l’esistenza di unità indivisibili di
altre e sia quella Ko. e possa essere parallela con le altre spazio). Aristotele salva il senso comune ammettendo due
regole. e i loro communi agli, che fanno con la ag. fh. e l. sensi dell’infinità, quello dell’intensione (della divisibilità) e
siano nella istessa dritta linea mnol. similmente la am. sia quello dell’estensione; in un tempo estensivamente finito si
uguale alla dK. perche la am insensibilmente avanza la dK. possono percorrere distanze infinitamente divisibili perché
Essendo queste cosi ordinate tra due linee ab e cd si danno anche il tempo è infinito in questo senso.
due di mezo in continua proportione, che sono en, e fo per 20
« Elle soulange la mémoire et l’imagination en diminuant
le sopradette ragioni. beaucoup les efforts qu’elles seraient obligées a faire pour
Ma se per sorte le due proposte linee, come sarebbe la s e la retenir les différentes choses nécessaire à la découverte de la

curve antiche, nuovi istromenti pagina 91


vérité sur laquelle on travaille, que l’on veut conserver lelogramme.” I mouvements entiers sono l’insieme delle
présentes à l’esprit: c’est pourquoi quelques auteurs loro directions (direzione e verso) e delle loro vitesses
appellent cette science Géométrie Métaphysique. » Voce (intesità).
Algébre, in Encyclopedie [di Diderot et d’Alembert] ou 28
Un qualsiasi movimento rettilineo uniforme può essere
Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, concepito come composto di una serie di altri movimenti
Paris, 1751-1772, la citazione è tratta dalla prima edizione rettilinei uniformi o di diversa intensità, “…o da un’infinità
di Livorno 1770 e segg., t. I, col. 255 e segg. di altri movimenti, per esempio, da un movimento
21
Cfr. Encyclopedie..., cit., voce Equation, t. V, col. 780 – rettilineo e da uno circolare.” Ivi,p. 16. Sarebbe questo il
815. caso in cui una retta AB che ruota intorno ad un suo punto
22
Dallo schema quotato ( fig. 78) è evidente per la serie di A mentre un altro suo punto C si muove su di essa
similitudini dei triangoli rettangoli i cui cateti orizzontali descrivendo, per effetto dei due “moti” congiunti, i punti
valgono 1 e (1-x) che: di un’altra retta DE. Perché ciò avvenga questi due
f=a.(1 - x); movimenti devono essere quantitativamente diversi e tali
g=(a+b+c-f-g).(1 - x); che, dato un punto A, la retta DE e qualche punto della
h=(a+b+c – f - g). (1 - x); retta AB, sarà determinabile la proporzione tra le due
y=a+b+c+d –h –g –f, ovvero “quantità di moto”. Roberval determina graficamente una
y =d + cx +bx2+ ax3. di queste proporzioni, valida nell’istante al quale si
23
R. Descartes, Discours de la méthode pour bien conduire riferiscono i dati A, AD e B. In figura (84 - 1-3-, pag. 75)
sa raison & chercher la varité dans les sciences, plus la sono infatti dati l’intensità e direzione AB del movimento
diotrique, les meteores, et la geometrie, qui sont des essais semplice di C ed il luogo DE del movimento composto; se
de cette methode - Leida 1637, trad. it. Discorso sul metodo, le perpendicolari CF (o BG) a AB significano dunque
La diottrica, Le meteore, La geometria,Torino 1983, p. 566. l’intensità e verso (la direction) del movimento circolare
24
Nel XVII secolo non si è realmente consumata alcuna che agisce (qui se tait) su C, il risultante CG stabilisce la
rottura di senso con la geometria greca. La géométrie di proporzione dei suoi componenti CB e CF. Comunque si
Cartesio non era nata, come sembrerebbe dalle odierne scelga B i rettangoli CFBG saranno simili. Lo stesso
trattazioni scolastiche, come riduzione della geometria movimento DE si può immaginare come composto di
all’algebra,ma quasi al contrario, come traduzione delle infiniti altri moti. Il punto C che descrive la retta DE potrebbe
operazioni aritmetiche ed algebriche nella geometria. I appartenere ad una parabola che si muove di moto rettilineo
parametri e le incognite delle equazioni significano per uniforme parallelamente ad un suo diametro. Ed ancora il
Cartesio, come per un geometra greco, grandezze di metodo della tangente ci consegnerebbe la proporzione tra i
segmenti, ed anche se il grado di un’incognita non significava moti componenti che determina, nello istante dei dati, il moto
più necessariamente la sua dimensione spaziale, la risoluzione composto voluto. Queste proprietà permettono di trovare le
dei problemi ridotti ad equazioni è ancora questione tangenti ad una curva (le direzioni del movimento) nel punto
geometrica, oggetto di “costruzioni geometriche” soggette che movendosi la descrive.
ad una immaginazione meccanica. 29
Isaac Newton, Philosohiae naturalis principia mathematica,
25
Ouvrages de mathematique de M. de Roberval, i n London 1687, trad. it. in Principi matematici della filosofia
« Memoires de l’Académie Royale des Sciences contenant les naturale, Torino 1965, p.54.
ouvrages apportez par cette Academie avant son renou- 30
È noto che la normale all’ellisse biseca l’angolo tra i due
vellement en 1699 », Tomo III, Amsterdam 1736. Il trattato, raggi focali e conseguentemente un raggio di luce o una
non composto direttamente da Roberval, ma tratto da sue direzione sonora che parte dal primo fuoco si riflette sulla
lezioni, è oggetto di una lettura all’Acadèmie Royale nel 1668. curva in un raggio riflesso che va nell’altro fuoco.
26
La concezione di “movimento” espressa dall’ autore del 31
Renè Descartes, Discours... cit., Diottrica, discorso
Traité de Mecanique, è essenzialmente cinematica; anche ottavo, trad. it. p.287; l’argomento è ripreso nel libro II, t.
la puissance e la stessa applicata e direzionata [impression] VI. p. 412.
sono concepite in termini di spazio/tempo, di velocità. Il 32
Ivi, p. 297 e 333.
termine “forza” ha evidentemente un signif icato più 33
Ivi, p. 334.
ambiguo dell’attuale e lo si intende spesso anche nel secolo 34
Si tratta di dispositivi di probabile origine araba che
successivo nell’accezione di “quantità di moto” (concetto modellizzano direttamente il funzionamento conico
che non presenta la stessa immediatezza con cui lo dell’irraggiamento solare e quindi hanno particolare
concepiamo con i termini di acellerazione per massa). fortuna in tutta la letteratura gnomonica: cfr. A. von
27
Vedi Gille Personne de Roberval, Observations sur la Braunmübl, Historische studie über die organische
composition des mouvemens et sur le moyen de trouver les Erzeugung ebener Curven von den ältesten Zeiten bis zum
touchantes des lignes courbes.., in Ouvrages...cit ., Teorema Ende des achtzehnten jahrhunderst, in (a cura di W. Dick),
I: il principio di composizione è analogo a quello Katalog mathematischer und mathematisch-physikalischer
ordinariamente noto con la notazione vettoriale. Modelle, Apparate und Instrumente, Monaco 1892-93, pp.
In ogni genere di movimento si considerano sei entità: le tre 59 –60 e 63.
direzioni, le due dei movimenti semplici e quella del 35
Tra i diversi studi classici sulla storia delle matematiche
movimento composto, e le tre intensità delle forze cinque e seicentesche (come quelli di Paul Lawrence Rose)
(impressions), componenti e composta. I due concetti sono ci riferiamo in particolare alla sintesi offerta dal saggio di
sovrapponibili proprio tramite la notazione vettoriale Elisabetta Ulivi, Le fonti di Bonaventura Cavalieri, in
grafica. Infatti si ripropone il principio galileano: “… les “Bollettino di storia delle scienze matematiche” VIII, fasc. 1,
proportions des mouvements seront les mesmes que celles de 1987, in particolare pp. 130 e segg. dal quale abbiamo ricavato
deux costez [lati] & du diamétre [diagonale] du paral- la tabella seguente:

pagina 92 curve antiche, nuovi istromenti


36
René Descartes, Discours... cit., Geometria, p. 566. sensum mechanica ad usum accademicos accomodata …,
37
R enè Descartes, Regulae ad directionem ingenii, in pubblicati a Brescia in diverse edizioni dal 1733-36, degli
Oeuvres... cit., X pp.381-382 trad. it., cit. p. 63. Elementa matheseos ad mechanicam philosophiam in privatis
38
Se del celebre fisico, ingegnere, architetto, filologo e scholis tradendam et comparandam accomdata ..., Brescia
bibliofilo veneziano Giovanni Poleni (1683-1761) molti 1740, e degli Geometriae elementa ad philosophiam
studi recenti hanno restituito i meriti delle ricerche comparandam accomodata …, Brescia 1734. A lui si deve
scientifiche, tecniche e dell’insegnamento universitario, anche un corso di algebra e geometria , gli Elementa
l’apporto del dilettante bresciano Giovanni Battista Suardi mathematica in quatuor tomos digesta … Brescia, 1738-39.
(1711-1761) sembra circoscritto al genere “salottiero” dei 41
Istituto di Bologna, Accademia Clementina di Bologna,
ludi matematici. Sono appunto i Trattenimenti matematici Accademia degli Agiati di Rovereto e Accademia Bresciana
(Brescia 1764) l’unica altra sua opera scientifica giunta alle di Fisica e Storia Naturale.
stampe; un’opera per molti versi leggibile in continuità con 42
Delineata da Poleni - simmetricamente - nel De phisices in
i Nuovi istromenti … . I ludi suardiani sono evidentemente rebus mathematicis utilitate (Padova 1716, prolusione del 1715
legati all’Epistola di Poleni da una vera e propria al corso patavino di filosofia ordinaria in secondo luogo) e
discendenza genealogica testimoniata prima che dai nel De mathesis in rebus physicis utilitate , la “matematica
rimandi diretti in alcuni passi dei Nuovi istromenti …, dal mista” fa da ponte e da centro epistemologico tra la matematica
fatto che il conte bresciano è tra gli studenti del celebre pura, che considera le quantità come enti ideali in sé, e la
scienziato e tecnico negli anni a ridosso della pubblicazione filosofia sperimentale, che - con minori certezze formali -
dell’Epistolarum. considera la pura realtà fenomenologica. È il luogo ove si
39
Vincenzo Peroni, Biblioteca bergamasca, 1818-23, vol. 3 vogliono conciliati l’empirismo newtoniano ed il razionalismo
(222) la cui fonte è probabilmente Antonio Brogonoli, post-cartesiano, dove si concentra l’attività di formalizzazione
Elogi di Bresciani per dottrina eccellenti nel secolo XVIII, dello sperimentatore e la vigilanza sul dato empirico del
Brescia 1785, p. 147. Cfr. anche Antonio Lombardi, Storia matematico; sembrerebbe dunque coincidere, più che con la
della letteratura italiana nel secolo XVIII, Modena 1827-30, musica, l’astronomia o l’ottica, con la newtoniana meccanica
t. I, p. 516. razionale, o quanto meno con la sua parte più consolidata o
40
Padre Fortunato è autore dei due tomi della Philosophia meno tormentata dalle polemiche, la cinematica. La dinamica

curve antiche, nuovi istromenti pagina 93


è ancora affetta dalla intricata contrapposizione dei 50
Cfr. Arnaldo Masotti, Scritti inediti di Paolo Frisi; II –
leibniziani ai cartesiani e newtoniani intorno al calcolo Giudizio del Frisi sul trattato meccanico-geometrico di
della misura (ed in definitiva sulla natura) della “forza viva” Giovanbattista Suardi, maggio 1943, pp.20 e segg.
dei corpi in moto. Ad un nuovo risvolto della polemica sulla 51
G. B. Suardi, Nuovi..., cit., p.32.
vis viva, come la definì Leibniz nello Specimen 52
Continua Frisi “... Quando altro ancora non fosse, una
dynamicorum del 1695, si deve l’urgenza che sollecita la sola proprietà, che è stata prima dal sig. Euler, e poi da me
pubblicazione dell’epistolarum di Poleni che offre dimostrata, e che consiste in questo, che ella in più casi sia
complessivamente un vasto panorama di questioni e quella curva, che rotolata attorno ad un asse determinato
dispositivi dimostrativi tra i quali gli strumenti matematici genera il solido, che sotto la stessa superficie comprende
veri e propri che destano la curiosità del giovane Suardi. tra tutti gli altri possibili la massima solidità ... ”
Con il breve trattato del 1729, l’epistola ad Antonio Conti 53
Cfr. George Adams, Geometrical and graphical essays,
… de Viribus Vivis motorum corporum ab esperimento containing a description of the mathematical instruments
aestimandis, Poleni intende rispondere sinteticamente a used in geometry, civil and military surveying, levelling and
tutte le obiezioni che gli si erano indirizzate da quando perspective, with many new problems illustrative of each
(1722) Willelm Jakob s’Gravesande si schiera in favore branch, London 1791, pp. 157 e segg.
dell’esperimento leibniziano(con l’Essai sur une nouvelle 54
Cfr. A. von Braunmübl, Historische Studie ... cit., p. 57, in
théorie toucheante les chocs des corpos, in “Journal particolare nota (**).
litéraire” , XII, 1722, pp. 1-54) e (nel Supplement à la nouvelle 55
Newton, nell’Arithmetica universalis ( Arithmetica
téorie du choc, “ Journal litéraire”, 1722, pp. 190-197) cita universalis, sive, De compositione et resolutione arithmetica
un esperimento del veneziano. A sostegno della posizione liber : cui accessit Halleiana aequationum radices
leibniziana in favore della dipendenza quadratica della arithmetice inveniendi methodus : in usum juventutis
velocità, s’Gravesande portava all’attenzione academicae, London 1707, traduzione francese di
internazionale l’esperimento poleniano trattato nel De Beaudeaux, Paris 1802, tomo II p.52,) osservando che i
Castellis del 1718 che consiste nel valutare l’identità delle problemi che assumono una forma algebrica cubica e
impronte sulla cera o sull’argilla di due sfere dello stesso biquadratica sono tutti analoghi alla forma del problema
volume e di massa inversamente proporzionale alle altezze della duplicazione del cubo e della polisezione dell’angolo,
dalle quali vengono lasciate cadere. Poiché la forza più propone di consentire l’uso di altre soluzioni meccaniche
conosciuta era quella di gravità, la vis viva dei corpi in moto accanto a quella di riga e compasso tra le regole del gioco
comunicata ad un corpo urtato è misurata sfruttando le delle costruzioni geometriche ed in particolare sostiene
leggi dei gravi e dunque riportata alla cinematica di Galileo l’impiego della concoide di Nicomede. Il rimando è indicato
dove velocità e tempo dipendono nello stesso modo anche da Gino Loria nella fondamentale Curve piane
dall’altezza di caduta. Non avviene una svolta storica nello speciali algebriche e trascendenti…, Milano 1930, vol. I, p.
sviluppo della questione che però è riportata sul terreno 170.
degli esperimenti quantitativi dove si possono aggirare le 56
Con la pubblicazione a Pavia nel 1797 de La geometria del
motivazioni ultime, ovvero i problemi metafisici delle cause compasso di Lorenzo Mascheroni (1750-1800) diviene di
prime. In un preciso ambito fenomenologico, a partire patrimonio comune la possibilità di eseguire con il solo
dagli effetti esattamente conosciuti (non dalle cause prime compasso le costruzioni per riga e compasso (essendo la
e dagli effetti finali), si pone una corretta prassi retta individuata – e quindi rappresentata - da due suoi punti
sperimentale ed una sorvegliata formalizzazione. non coincidenti). Si veda anche: L. Mascheroni, Lettera
43
“Instrumenta ... non alia facile recipienda esse ... del professore...Lorenzo Mascheroni all’illustrissi-
praeterquam illa, quorum unumquodlibet lineas infinitas mo...Annibale Beccaria... : con alcuni problemi geometrici
generis eiusdem describere queat.” sciolti col solo cerchio senza la regola, in “Giornale fisico-
44
G. B. Suardi, Nuovi istromenti per la descrizione di diverse medico, ossia, Raccolta di osservazioni sopra la fisica,
curve antiche e moderne, e di molte altre, che servir possono matematica,...”, T.2, 1795, p.185-206.
alla speculazione de’ Geometri, ed all’uso de’ Pratici. Col Per quanto la scoperta sia legata al nome del geometra
progetto di due nuove macchine per la nautica ed una per la italiano la sua priorità spetterebbe al matematico danese
meccanica, e con alcune Osservazioni sopra de’ Poligoni Georg Mohr che sviluppa il principio dell’economia delle
rettilinei regolari, Brescia, 1752, p.15. costruzioni nel suo Euclides Danicus del 1672, opera di
45
Ivi, p.25-26. scarsa diffusione; si veda anche il suo Compendium Euclidis
46
Di Frans Van Schooten (1615-1660) Suardi intende curiosi, Amsterdam 1673, tradotto da Joseph Moxon in,
probabilmente delle Exercitationum mathematicarum libri Compendium Euclidis curiosi : or geometrical operations,
quinque..., il libro IV (... sive de organica conicarum London 1677.
sectionum in plano descriptione), 1657, o il De organica 57
Secondo Pappo altre distinte concoidi erano le tre forme
conicarum sectionum in plano descriptione tractatus : assunte dal ramo (de dessus) che vede il polo come punto
geometris opticis praesertim verò gnomonicis & mechanicis isolato, cuspide oppure nodo a seconda del differenziarsi
utilis ..., 1646. delle dimensioni della distanza e dell’intervallo.
47
G. B. Suardi, Nuovi ..., cit., p. 16. 58
Il problema chiede, data una retta ed un punto P fuori di
48
Lo studio della curva è inaugurato dal problema posto da essa, di determinare il luogo dei punti M tali che M siano
Claude Perrault di determinare la curva luogo del percorso gli estremi di segmenti di medesima lunghezza determinati
dal suo orologio da tasca (un oggetto puntiforme pesante sulle trasversali per P ed aventi altro estremo sulla retta.
su un piano orizzontale)posto su un tavolo e trascinato per Cfr. Maria Gaetana Agnesi, Instituzioni analitiche ad uso
la catenella il cui capo scorre lungo il bordo del tavolo. della gioventù italiana..., Milano 1748, p.382.
49
G. B. Suardi, Nuovi ... cit., p.34. 59
Il luogo cercato da Maria Gaetana Agnesi è un ramo della

pagina 94 curve antiche, nuovi istromenti


concoide che descrive con un’equazione che, posta la
distanza = d e l’intervallo = i,potremmo semplificare nella
forma:
y = +- [(i 2 x2 - x4 – 4 . i 2d 2 x 4 + i 2 d 2 - d 2 x2) (1\2) ] / x .
Il grafico dell’equazione, applicata consecutivamente e
non assumendo valori dell’intervallo minori della
distanza, delinea una forma paragonabile a quella di un
fusto di colonna.
60
Gino Loria, Curve piane speciali algebriche e trascen-
denti…, cit., vol. I,p. 172 e nota 1.

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