L’ANALOGIA è una tecnica di ragionamento attraverso cui il giudice colma le lacune del diritto -> TECNICA
DI INTEGRAZIONE DEL DIRITTO. Tecnica argomentativa attraverso cui si integra il diritto -> si producono
norme che non sono espresse in disposizioni a fronte della mancanza di una disposizione che regola un caso
che va nel giudizio.
L’INTERPRETAZIONE ESTENSIVA è l’esito di un operazione interpretativa , non è una tecnica interpretativa
ma il prodotto dell’uso di tecniche interpretative. Ci si può arrivare attraverso operazioni ermeneutiche
diverse. Interpretazione estensiva non è il nome di un argomento interpretativa ma designa l’effetto
dell’interpretazione, chiamiamo estensiva quel tipo di interpretazione in virtù della quale la disposizione
interpretata è applicata non solo alle fattispecie che letteralmente ricadono nel suo campo semantico ma
anche ad altre. Es. se interpreto l’art. della costituzione che attribuisce la libertà di riunione non in
riferimento ai cittadini ma a tutte le persone sto dando un interpretazione estensiva della disposizione
perché includo una classe di soggetti che non sono insite letteralmente nel campo semantico della
disposizione. Oppure altro esempio se interpreto l’art.2 cost. sui diritti involabili della persona includendo
anche il diritto all’identità personale che non compare nell’art. in questione sto espandendo il significato di
quella disposizione.
Si distingue l’esito interpretativo della tecnica usata per raggiungere un determinato esito.
Interpretazione estensiva in riferimento ad un interpretazione letterale. Si può considerare estensiva anche
un interpretazione che allarga una situazione che fino a poco tempo prima era disciplinata diversamente. Si
tratta di una scelta di parametro.
INTERPRETAZIONE RESTRITTIVA -> è restrittiva un interpretazione in virtù della quale una disposizione non
si applica a tutte le fattispecie incluse nel campo denotativo fraseggiato dall’enunciato normativo, incluse
letteralmente. Riprendendo in esame la sentenza della cassazione sull’ergastolo: la cassazione riteneva che
fosse indebita l’interpretazione restrittiva dell’enunciato secondo cui le pene devono tendere alla
rieducazione, se si concepiva rieducazione come risocializzazione si restringeva la portata normativa di quel
principio -> quella che veniva definita come interpretazione esclusivista non era nulla di diverso
dall’interpretazione restrittiva. Non si dice nulla sulla tecnica interpretativa ma si discute riguardo all’esito.
La tipica tecnica interpretativa che consente di giungere ad un interpretazione restrittiva è l’ARGOMENTO
DELLA DISSOCIAZIONE in campo di interpretazione produce un esito restrittivo -> si può vedere dall’art.
14 delle preleggi: le leggi penali e quelle che fanno eccezione a regole generali o ad altre leggi non si
applicano oltre i casi e i tempi in esse considerati questo articolo vieta l’analogia, la sentenza della
cassazione diceva che la conclusione sussuntiva per cui emissione di onde elettromagnetiche può stare
sotto l’art. 674 del c.p. è analogia o interpretazione estensiva? Sullo sfondo c’era l’idea che c’è un divieto
che riguarda solo l’analogia e non l’interpretazione estensiva. Letteralmente nell’art.14 c’è questa
distinzione? No, non c’è
La sicurezza di dire che vieta un’analogia deriva dal consolidamento di un’interpretazione restrittiva
conseguente all’uso dell’argomento della dissociazione, e cioè l’applicazione oltre i tempi e i casi
considerati può essere di 2 tipi:
1. Ragionamento analogico
2. Interpretazione estensiva
Questo divieto non si applica e riguarda solo l’analogia e non anche altro. È chiaramente un interpretazione
restrittiva della portata di quel divieto a cui si giunge solo utilizzando l’argomento della dissociazione.
Come opera:
schema della proposizione condizionale per formulare il dettato normativo Se F (aprotasi che identifica la
fattispecie) allora G (apodosi che identifica la conseguenza giuridica).
Se applicazione oltre i casi ei tempi previsti dalla legge allora divieto (caso specifico dell’art.14)
L’argomento della dissociazione -> F designa una classe di fatti ma in questo si può distinguere 2 sottoclassi:
F1 e F2 e si devono distinguere in base alle modalità con cui interpretiamo. Posto il caso quindi che F si può
distinguere in F1 e F2 (in questo caso specifico si può distinguere in interpretazione estensiva o analogia)
noi affermiamo che il divieto in realtà non riguarda F2 ma solo F1 e quindi F2 è permesso, sta fuori dal
divieto. In questo caso è permesso l’interpretazione estensiva. Letteralmente il divieto non distingue ma
parla di applicazione oltre i casi previsti. Visto che estensiva è quell’interpretazione per cui una disposizione
è applicata non solo ai casi letteralmente inclusi nel suo campo semantico, a partire da ciò ci si accorge che
quel divieto comporta tutte le applicazioni oltre i casi. Si afferma che quindi il diveto riguarda solo l’analogia
e a questo ci si arriva grazia all’argomento della dissociazione
Per mettere a fuoco il problema si deve sapere che:
ANALOGIA = TECNICA INTERPRETATIVA
INTERPRETAZIONE ESTENSIVA= ESITO DELL’USO DI TECNICHE INTERPRETATIVE
Es. art. 89 comma I cost. -> letteralmente riguarda tutti gli atti del presidente però avviene che sul piano
dottrinale si distingue nella fattispecie atti strettamente presidenziali e atti in cui il presidente ha dei
compiti nell’ambito di competenza dell’esecutivo -> si correla quindi l’obbligo di controfirma ministeriale
solo a una delle sottoclassi escludendo le altre. Anche questa è un interpretazione restrittiva che usa
l’argomento della dissociazione.
Es. art. 100 comma 2 cost. -> La Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del
Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato -> come opera qui la
dissociazione? La distinzione è applicata su atti del governo e questa si può distinguere in tipi di atti diversi
che sarebbero le sottoclassi -> la distinzione che si pone è tra atti aventi forza di legge e altri atti, posta tale
distinzione si afferma che quel controllo si esercita solo in riferimento agli atti che non hanno forza di legge.
Art.16 comma I -> non sono soggetti al controllo preventivo della corte dei conti i decreti del presidente
della repubblica adottati su deliberazione del consiglio dei ministri ai sensi degli artt. 76,77 cost. -> se si sta
al significato letterale dell’art.100 questa legge è incostituzionale, per considerarla costituzionale si deve
operare una distinzione che sottrae al controllo preventivo della corte dei conti gli atti aventi forza di legge,
se si fa questa operazione usando l’argomento della dissociazione si può ritenere costituzionale altrimenti
no.
Argomenti e interpretazione come operano tra loro?
Con l’interpretazione restrittiva l’interprete mette in luce una rilevanza per cui letteralmente l’attività
normativa non ha dato peso. Dice qualcosa che non è stato contemplato dalla legge.
Un controllo di legittimità su atti aventi forza di legge che tipo di controllo può essere? Controllo di
legittimità costituzionale esercitato dalla Corte costituzionale e non dalla Corte dei conti e quindi se così
fosse interpretato l’art.100 cost. non avrebbe senso perché appunto in realtà la Corte costituzionale si
occupa della questione di legittimità costituzionale e non la Corte dei conti. Questo mostra come
nell’interpretazione gli argomenti raramente compaiono separati. Sono sempre correlati.
L’interpretazione restrittiva porta ad usare l’argomento della dissociazione nel distinguere gli atti può
essere relazionato con l’uso dell’argomento all’assurdo.
L’argomentazione è sempre complessa, si serve sempre di più tecniche argomentative per sostenere una
tesi interpretativa.
Interpretazione restrittiva, espansiva designano esisti interpretativi e non tecniche così come espressioni
del tipo interpretazione sistematica, adeguatrice, evolutiva, originalista e così via sono esiti e non tecniche.
Es. L’interpretazione originalistica può essere l’esito interpretativo che si raggiunge attraverso il dare peso
all’intenzione originaria o al significato originario.
Interpretazione evolutiva può essere argomentato con differenti tecniche interpretative, ad esempio,
quella che dà valore alla trasformazione di dati della realtà, alla natura delle cose per cui il diritto si deve
adattare ed evolvere.
Interpretazione sistematica può essere argomentata con la tecnica, ad esempio, della costanza semantica o
con l’argomento della sedes materie cioè quello topografico su dove si colloca la disposizione.
PIU’ TECNICHE ARGOMENTATIVE POSSONO PORTARE AD UNA TESI INTERPRETATIVA, possono portare
all’una o all’altra. Un interpretazione evolutiva, ad esempio, può portare ad un esito restrittivo o espansivo.
Es. l’interpretazione restrittiva rispetto alle applicazioni di 50 anni fa dell’espressione atti osceni è l’esito
dell’interpretazione evolutiva.
Non tutti gli argomenti sono così strettamente correlati all’esito interpretativo. Mentre altre sono
strettamente correlate all’esito interpretativo.
ARGOMENTO A FORSIORI (=a maggior ragione) è tipicamente una tecnica interpretativa che porta ad un
esito estensivo. Es. Se è vietato l’ingresso agli animali domestici a maggior ragione è vietato l’ingresso agli
orsi. Tecnica interpretativa che porta all’estensione del significato delle disposizioni. Può essere confuso? Si
tratta sostanzialmente di un argomento che sta all’analogia come un rapporto di specie e genere, è un
argomento a simili ovvero un ragionamento analogico dove però non occorre evidenziare la ratio della
norma, non deve essere mostrata. Si dice a maggior ragione perché la ratio è evidente e vale a maggior
ragione. Si tratta di un ragionamento analogico che non passa per la valutazione della somiglianza rilevante
per estendere la portata della disposizione. Esito è l’applicazione di una disposizione oltre i casi
letteralmente previsti nel suo campo semantico. L’argomento a forsiori funziona diversamente a seconda se
la norma è permissiva (va da maggiore a minore) o imperativa (va da minore a maggiore).
Altre tecniche possono dare esiti diversi a seconda di come sono usati.
Sentenza onde elettromagnetiche -> art 674 c.p. -> si può dare all’espressione gettare cose un senso più
ampio tale da far ricomprendere anche onde elettromagnetiche? Si, se fa questo si ragiona per analogia o si
include semplicemente un caso che non era incluso? Sullo sfondo c’è una attività vietata (analogia) in base
all’interpretazione restrittiva dell’art.14 preleggi e una consentita (interpretazione estensiva) -> due
situazioni sostenute da una parte e dall’altra. il termine cosa presente nella disposizione è suscettibile di
ricomprendere una serie di situazioni tra cui anche onde elettromagnetiche. Parte da una parola rilevante
nella fattispecie e ne accerta il significato sulla base delle competenze linguistiche del giudice che si basano
sulla consultazione di un dizionario e poi ne fa una riformulazione, approvato che ci troviamo nel campo
denotativo. Tutte le parole hanno un significato intenzionale ed estensionale (tutte le parole hanno tutte e
due i significati).
Cosa è una definizione connotativa, è intenzionale. Dopo aver stabilito questo ne risulta un significato
denotativo. Cosa vuol dire cosa? = significato intenzionale\connotativo e poi ne consegue il significato
denotativo.
Il giurista ragiona su un significato partendo da intensione o estensione del significato della parola. Si
giudica attraverso le relazioni che esistono tra le parole e le cose\ tra il linguaggio e il mondo.
Il giudice parte dall’analisi della parola cosa per giungere alla conclusione che le onde elettromagnetiche
possono essere fatti ricompresi nella parola cosa.
Già il legislatore penale con l’art.624 dice che energia elettrica si paragona ad energia elettrica ->non si
guarda più al significato proprio delle parole ma si guarda alla collocazione della disposizioni in un sistema
di norme e il sistema è il codice penale, corrobora il senso attraverso l’interpretazione sistematica basata
sulla sedes materie ancorata ad un articolo del codice che rileva per una serie di oggetti dando un
riferimento largo agli effetti della legge penale a coloro che applicano il diritto. Si sta contestualizzando, si
situa la disposizione nel sistema affinché il suo senso sia ulteriormente appurabile.
Espressione gettare cose -> cosa atta ad offendere -> si tratta di una norma di condotta che sancisce e
sanziona una condotta -> la parola rilevante è il verbo e questa espressione può comprendere anche
l’emissione o la propagazione di onde elettromagnetiche, verbo gettare è anche sinonimo di mandar fuori.
Si riassume l’argomentazione della parte che sostiene l’applicabilità dell’art 674 relativamente ad emissione
di onde elettromagnetiche -> argomento interpretativo: quello del significato proprio delle parole che
consente l’accertamento del significato letterale -> stabilisce una sinonimia tra gettare ed emettere.
Gettare può significare anche emettere. Chi ha scritto la sentenza è un dantista? NO. L’operazione che si
deve fare è quella di prendere l’art. del codice che contiene una norma definitoria. La norma definitoria è
una metanorme rispetto alle norme di condotto che includono la parola definita. In questo caso gettare è
un termine del linguaggio comune. Come si attribuisce un significato ad un parola il cui significato non
appartiene ad un linguaggio tecnico o comunque non è definito dal legislatore? Si usa il dizionario. Il
dizionario della lingua italiana dà diversi tipi di informazione anche storici. Non può contare l’intuizione
sganciata da qualche tipo di riferimento.