IL GRIKO
FILIPPO PRATO: Salve a tutti, mi presento, sono Filippo Prato, uno dei tanti feudatari
medievali di Castrignano dei Greci, sono tornato qui per raccontarvi le tradizioni del mio
paese. Per farlo utilizzerò, insieme ad altri miei amici che più tardi conoscerete,
un'audioguida, un sistema di apprendimento differente rispetto alla solita noiosa visita
guidata e spero che vi piacerà trascorrere del tempo con noi!
Ve lo racconto subito!
E’ una lingua detta “neo greca” ed è il risultato della contaminazione dei vari popoli
passati da questa terra. Si è a lungo tramandato a voce, e con i canti popolari (i traudìa).
Vi capiterà di sentire questa lingua nei comuni di Calimera, Castrignano dei Greci e
Corigliano d’Otranto.
Ma adesso basta chiacchiere, vi porto alla scoperta dei più interessanti monumenti di
Castrignano: il Parco delle Pozzelle, dove si raccoglieva l’acqua piovana e dove
incontreremo un caro amico e poi il Castello baronale, citato in una pergamena di Carlo I
d’Angiò, anticamente circondato da un fossato e con un ponte levatoio.
2. LE POZZELLE
scambio di battute iniziale con Filippo Prato
COSIMO DE GIORGI: Ci troviamo nel Parco Pozzelle, luogo caratterizzato da una storia
assai antica, che le ha rese partecipi di narrazioni di personalità storiche.
Se osservate da vicino i circa 100 pozzi di questo luogo vedrete, all’esterno, un piccolo
rialzo circolare, usurato dal continuo sfregare delle corde che consumavano la fragile
pietra leccese. L’interno della “pozzella” è di forma a imbuto capovolto, profonda dai 4 ai
6 metri e larghe 4 metri.
Questi speciali pozzi funzionano come dei recipienti che raccolgono l’acqua piovana e,
attraverso la forza di gravità, filtrano tutte le impurità cadute all’interno del pozzo e sopra
rimaneva l’acqua “pulita”. Il sistema funziona grazie alla conformazione del paese: infatti,
questa particolare cittadina è in pendenza rispetto al “Largo Pozzelle”, grazie a ciò, si ha
che tutta l’acqua caduta viene raccolta in queste pozze e immagazzinata.
ANZIANA: Ai tempi mei e’ puzzelle erane nna fatica incredibile. Ognii mmane, me zzava,
facia nu saccu de via a lampete…Nu sacciu se sapiti…ddha via addhru osci se trovane i
vecchi cu cuntane, de retu, n’ce na scisa, ca ve dicu iou quantu pisava ogni fiata cu te
nen’chianavi cu li sicchi chini d’acqua, insomma… Scinniane e pijavane l’acqua cu ne
lavavane, cu biviane e cu cucinavane. / Ai miei tempi, le pozzelle erano una fatica
sovrumana. Ogni mattina mi alzavo, facevo un sacco di via a piedi… Non so se conoscete…
dove oggi si incontrano gli anziani per parlare…lì dietro c’è una discesa, non immaginate
quanto poteva pesare ogni volta risalire con i secchi pieni d’acqua,
insomma....scendevamo, la prendevamo per bere, lavarci e cucinare.
NICOLETTA: Ciao, sono Nicoletta, ho 17 anni e sono di Castrignano dei Greci. Per me le
pozzelle sono un luogo di ritrovo. Se devo uscire con i miei amici, ci incontriamo sempre
alle pozzelle.
ANZIANA: Ieu, alli tiempi miei, all’età tua, vidia e puzzule comu nna fatica, moi e’ viditi
comu nu sguariu, ieu nu sacciu… / Io ai miei tempi, alla tua età, vedevo le pozzelle come
uno sforzo, ora sono viste dai giovani come un divertimento…
aggiungere storia dei due operai di Soleto e della lignite (raccontate magari dalla signora
anziana)
3. PALAZZO DE GUALTIERIS E IL
CONTEMPORANEO DI KORA
NICOLA GUALTIERI: Castrignano, antico castello…Fortezza e nido di rapaci baroni
tremendi e crudeli. Così Leonardo Mascello descrisse il mio Palazzo, un tempo
imponente Castello ricordato dalle fonti antiche come eccellente strumento di difesa.
Non vi ho dato ancora il benvenuto a casa mia: io sono Nicola Gualtieri, ultimo erede di
questo Palazzo. Fu proprio la mia famiglia a decidere di trasformare il castello in Palazzo
Baronale nel XVI secolo. Oggi vi racconterò qualcosa in più di questo luogo e delle sue
varie anime.
L’antico castello si presenta con una pianta rettangolare, strutturato in due livelli,
separati da un robusto cordone in pietra leccese, al centro vi è un grande piazzale e
all’esterno un giardino laddove un tempo vi era il fossato..
Prego, varcate la soglia ed addentratevi al suo interno, nel piazzale centrale. Come
vedrete non ci sono molti elementi decorativi, fatta eccezione per un artistico balcone, i
fregi delle finestre sormontate da qualche piccolo putto a braccia aperte, un’imponente
scalinata e qualche mascherone di pietra sparso qui e lì.
In questo Castello sono accadute tantissime storie strane: da anni si tramandano notizie
circa la presenza di un corridoio sotterraneo,privo di aria e luce che condurrebbe alla
Cripta Bizantina di Sant’Onofrio, percorribile solo da coraggiosi intenditori e non da
principianti inesperti e timorosi come me.
Ma una delle storie più tragiche è capitata proprio a me: un giorno sotto il mio Palazzo
stava passando la processione del Corpus Domini, mentre io ero intento a fare i miei
bisogni…
Sentite anche voi queste voci? Sono i nuovi abitanti di questo Palazzo! La scorsa estate è
arrivato KORA CENTER!
Saliamo insieme la scalinata e andiamo a scoprire di che si tratta nel piano nobile del
palazzo. Io ci provo, non ci capisco granché!
KORA CENTER è un progetto e uno spazio creativo forgiato dalla commistione tra
architettura e spazio, la storia dei luoghi e l’arte del ricamo come metafora di una
tessitura anche sociale che tiene insieme le storie di una comunità e di una lingua antica
esemplificative della nostra Grecìa Salentina.
MARILU’: Buongiorno anche a te Nicola, si tutto bene, sono carichissima per questo
viaggio.
Benvenuti ragazzi, oggi vi porto alla scoperta del Museo del ricamo a mano, dei pizzi e
dei merletti, un cimelio della cultura artigiana del Salento, tra sorprese e racconti
inquietanti, teletrasportandoci indietro nel tempo.
Tutti i reperti esposti nel museo sono stati donati nel tempo da abbienti famiglie
salentine. Nella prima sala vi è una stanza da letto, con al centro un letto con una
coperta rossa ricamata. Sulla sinistra vi è, come potete notare, un mobile con piatti e
centrini antichi ricamati, non lontano un manichino con un abito da sposa molto antico,
ornato da una fascia di fiori. Erano questi gli abiti nuziali tradizionali di un tempo.
Nella seconda sala la prima cosa che si nota è il grosso e antico telaio al centro: erano
questi i macchinari che aiutavano le donne e le ricamatrici nel loro lavoro, con esso si
creavano tovaglie, tappeti, abiti e molto altro… Sul lato destro della stanza vi è un
armadio con all’interno della biancheria intima bianca, fatta di diverse stoffe; potete
vedere canotte, pancere, mutande e molto altro. Venite qui, voglio mostrarvi questa
piccola cristalliera dove vi è un reperto speciale: la lista nozze di una ragazza con la sua
dote. Si narrano molte storie su questa ragazza, quale sia vera non si sa, ciò che tutti
conoscono è la sua fine.
Era il 1857. Una giovane ragazza dalla carnagione rosea e i capelli ricci e rossicc avrebbe
dovuto sposare un ragazzo che non amava: per i suoi genitori quel ragazzo era il più
idoneo perché molto ricco. A quei tempi le donne dovevano badare alla casa e non
potevano scegliere i propri uomini senza il consenso del pater familas.
La ragazza, però, si era invaghita di un altro: decise allora di assecondare la sua passione
e scappare per andare a vivere con il suo amante. I due organizzarono così un piano, una
fuitina, che doveva essere attuato la sera prima delle nozze obbligatorie. La ragazza si
attenne al piano e così a mezzanotte uscì di casa per raggiungere il suo amante in un
capannone nelle campagne dietro alle pozzelle. Ma l’amante non la vide mai arrivare,
della ragazza non si ebbero più notizie. Il giorno dopo, alla luce del sole, si intravide la
candida camicia da notte della ragazza sporca di sangue vicino a una pozzella; da quel
momento gli abitanti di Castrignano seppero che nelle pozzelle qualcuno abitava e che
questo qualcuno o che questa creatura veniva infastidito dal non rispetto delle tradizioni.
Non vorrei che vi foste spaventati, stiamo parlando di tanti anni fa. Per questo le ragazze
di Castrignano un tempo preferivano rispettare le tradizioni e le leggende, per non finire
come quella povera ragazza sparita nel nulla la notte prima delle sue nozze.
Spero di non avervi annoiato e mi auguro che vi sia piaciuto l’intero viaggio che avete
fatto con le varie guide alla scoperta di Castrignano de Greci, vi ringraziamo per
l’attenzione e per il tempo che ci avete dedicato. Mi raccomando portate alto il nome
delle tradizioni.