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RIVISTA DI CULTURA, AMBIENTE, SOCIETÀ DEL TRENTINO

GIUGNO 2018 - NUMERO 510 - EURO 3,00

Poste Italiane S.p.A.


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D.L. 353/2003 (conv. min L. 27/02/2004 n°46)
art. 1, comma 1, CNS Trento - Taxe Percue

Ma quale
privacy?
A poche settimane dall'entrata in vigore del nuovo
regolamento europeo sulla privacy regna il caos.
In questo numero, mappe per orientarsi, idee per capire

Selena Michelon Luca Chisté Mario Peghini


Il nuovo regolamento Dolomiti Pride: Paolo Zucchi
Privacy il fotoreportage Un viaggio sul monte Athos
Luca Chistè
Retrofocus

“non solo ombre - persone”


rassegna di fotografie di Valentina Degiampietro “scivolate” per sbaglio, o per necessità, in un vor-
esposte al Museo Diocesano Tridentino ticoso tunnel di errori, spesso senza via di fuga.
L'impatto è stato, fin da subito, quello di voler

M ercoledì 6 giugno 2018 è stata


inaugurata, presso la sede del
Museo Diocesano Tridentino,
la rassegna dal titolo "Non solo ombre. Perso-
ne", un'esposizione che raccoglie gli elaborati
Valentina, raccontaci di questa esperien-
za. Come sei arrivata a questo progetto e
come sei riuscita a svolgerlo?
La fiducia che alcune persone hanno riposto
in me, nelle mie capacità di ritrarre momenti
creare insieme qualcosa. Non “noi” e “loro”, ma
un “noi collettivo”, una squadra che, una volta
comprese le ipotesi di lavoro, ha espresso, nel
lavoro di ripresa, l'immagine di sé.
Attraverso le immagini dei protagonisti, che
realizzati dai detenuti della Casa Circondariale ed emozioni, mi ha dato l'opportunità di far per ragioni di sicurezza e privacy hai potuto
di Spini di Gardolo nell'ambito di un progetto, parte di questo progetto, fortemente voluto riprendere per dei particolari, quali sensazio-
molto articolato, chiamato “Identità a confron- dal Museo. Inizialmente, avevo il forte timo- ni hai provato e che idea ti sei fatta della con-
to”, promossa dallo stesso Museo. re di invadere lo spazio intimo di una perso- dizione carceraria?
Fra i diversi contenuti esposti, quale risultante na, mettendo a nudo, attraverso l'obiettivo, Chi non vive o non è direttamente coinvolto
delle diverse iniziative e dei laboratori didattici l'anima delle persone. Senza retorica, devo nella vita del carcere non può capire a fondo il
attivati in collaborazione con i detenuti, trova- sottolineare che ho accettato a priori significato della parola “libertà”. Solo dopo aver-
no posto le immagini di Valentina Degiampie- l'incarico, promettendo a me stessa che la persa, o aver subito delle restrizioni indivi-
tro, che ha eseguito gli scatti ai detenuti entro avrei fatto di tutto per salvaguardare la duali, si comprende quanta sofferenza possa
contesti specifici e con vincoli operativi molti dignità delle persone ritratte; non individui celarsi dietro ad una pena da scontare, per chi è
precisi. da “mostrare”, quanto piuttosto il contrario: detenuto e per chi gli sta a fianco: famigliari ed
Per comprendere meglio questo lavoro dare voce a persone che vivono quotidiana- amici. Gli istituti penitenziari ti ricordano que-
d'interpretazione fotografica, reso possibile mente nel silenzio. Il denominatore comune sto. Ad ogni cancello, ad ogni controllo, ad ogni
grazie alla tenacia e alla forte volontà della delle immagini è stato quello di voler far limitazione. In quelle aule, scatto dopo scatto, ci
direttrice del Museo, Domenica Primerano, conoscere all'esterno - oltre il confine della siamo resi conto di quanta forza avesse la liber-
abbiamo posto alcune domande all'autrice. diffidenza - la vita ed i desideri e di persone, tà espressiva o di pensiero e più mettevamo a

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fuoco pose, sorrisi o parole scritte a matita sul nostre intenzioni; alcuni erano restii addirit- organizzare un set
corpo, più ci rendevamo conto che stavamo met- tura a tornare la volta successiva. Oggi, il gio- fotografico accet-
tendo a fuoco pezzi di vita: storie di padri, fratelli, vedì, alcuni di essi rinunciano alla possibilità tabile. Tuttavia l'ingegno ci ha reso forti e
figli... uomini... che per un motivo o per l'altro di fare altre cose pur di esserci. Questa è il capaci di superare le difficoltà logistiche e
hanno commesso un errore durante la loro vita. maggior valore che porto via da questo pro- situazionali: delle tavole di progetto di alcu-
Grazie ad una conferenza tenutasi a Trento, nel getto: aver conquistato - insieme alle colle- ni cari amici ingegneri in formato XXL, si
2017, ho potuto comprendere quello che c'è esi- ghe d'avventura - l'attenzione e, in parte, il sono trasformate in improvvisati e utilissi-
ste nel carcere direttamente dal racconto, in rispetto delle persone con cui ho lavorato. mi fondali, pazientemente attaccati ai
prima persona, del dott. Elvio Fassone, ex magi- Le difficoltà nell'affrontare i limiti e le muri con mezzi di fortuna. Per illuminare le
strato, scrittore e politico. Il libro scritto da Fas- restrizioni imposte alle riprese.. Come hai scene ho cercato, ove possibile, di sfruttare
sone - “Fine pena ora” (edizioni Sellerio) - raccon- organizzato il tuo lavoro e quali strategie la poca luce naturale che filtrava dalle fine-
ta della fitta corrispondenza tra lui ed un uomo hai impiegato per fare le fotografie ai dete- stre e, con giornate buie (ce ne sono state
che lui stesso, in veste di giudice, ha mandato nuti? purtroppo molte!) ho impiegato, perché
all'ergastolo. Quel libro, gelosamente risposto La difficoltà maggiore, non è stata quella che non era permesso portare altro all'interno
sulla mia libreria, mi ricorda che l'umanità è la facilmente ci si può immaginare, legata alle della struttura, un piccolo faretto da can-
grande vera ricchezza. restrizioni, ma - piuttosto - a non cadere nel tiere.
Raccontaci un episodio che, più di altri, ti ha banale o nel retorico. L'immagine che volevo Al progetto formativo con i detenuti,
colpito nel corso delle riprese.. creare sin dall'inizio doveva essere hanno preso parte la stessa direttrice del
La cosa che più mi ha colpito in questo lungo un'istantanea con il compito di arrivare drit- Museo, Domenica Primerano, l'educatrice
periodo è stata la capacità di evadere da to al cuore dell'osservatore, interagendo con museale Valentina Perini e le docenti Mar-
quell'aula - insieme - per le due ore settimanali, la coscienza di esso, senza però mai mettere tina Baldo e Riccarda Turrina.
che ci hanno visti partecipi, per oltre cinque mesi. lo spettatore nel difficile compito di giudica- La rassegna, rimane aperta, con indicazio-
I racconti, i sorrisi ed i gesti di sincero affetto sca- re cosa sia giusto o sbagliato: non era di ne di consultare il sito del museo diocesa-
turiti dagli incontri hanno caratterizzato l'intero certo il mio compito e non c'è sede al mondo no per gli orari e le altre iniziative attivate
programma di corso disintegrando completa- in cui lo si possa fare, se non in un'aula di tri- (www.museodiocesanotridentino.it), fino
mente quella paura iniziale di essere oggetto di bunale. Tecnicamente, le difficoltà maggiori al 7 luglio p.v.
giudizio o di scolarizzazione obbligata da parte si sono palesate nell'impossibilità di avere
Nota: Le immagini esposte in rassegna, sono state
dei partecipanti al progetto. Inizialmente, le per- delle vere e proprie luci o dei fondali adegua- stampate, con tecnica fineart, da Phf Photoforma di
sone iscritte erano del tutto diffidenti sulle ti, oltre a degli spazi minimi utili per poter Trento.

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