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FOSCOLO

1- L’Ortis è un romanzo epistolare, ovvero un insieme di lettere, che Jacopo Ortis


invia all’amico Lorenzo Alderani, e di cornici, che ci fanno capire cosa avviene tra
una lettera e l’altra. Foscolo aveva iniziato a pubblicare il nell’autunno del 1798 a
Bologna. Ma, costretto ad allontanarsi dalla città, non portò a termine l’edizione, che
fu invece completata dallo stampatore Angelo Sassoli. La prima versione
integralmente foscoliana sarà poi pubblicata a Milano nel 1802. Però Foscolo ne
pubblica un’altra versione a Zurigo nel 1816. Ma il frontespizio del romanzo
presenta una falsa data (Londra 1814) perché l’autore, in fuga dagli austriaci, non
voleva dare indicazioni sulla sua residenza.
La nota introduttiva del romanzo è firmata da Lorenzo Alderani che, dopo il suicidio
di Jacopo, raccoglie e pubblica le lettere per far conoscere e ricordare il valore
dell’amico.

Foscolo racconta, attraverso il suo personaggio, la sua vita, cercando di farne un


mito. Di fatti vediamo in Foscolo questa esigenza di parlare di sé, di fare letteratura
utilizzando elementi autobiografici (come ad esempio inserendo lettere che aveva
effettivamente inviato ad amici o amanti).

2- TRAMA: Jacopo Ortis è un giovane veneziano di buona famiglia, studente e


patriota italiano. Jacopo è costretto a lasciare la città dopo che Venezia venne
ceduta all'Austria col trattato di Campoformio firmato da Napoleone. Quindi, per
scampare alle persecuzioni politiche, cerca rifugio in una sua proprietà di campagna
sui Colli Euganei, vicino Padova.

Qui fa la conoscenza di Teresa, la fanciulla di cui si innamorerà, pur sapendo che la


ragazza è stata promessa sposa, dal padre, al marchese Odoardo, un uomo
benestante, dedito più agli affari che agli affetti familiari. Teresa ricambia il
sentimento per Jacopo, ma nello stesso tempo non può sottrarsi al matrimonio già
combinato.

Il padre di Teresa viene a sapere dell'amore fra i due, e prova perciò a persuadere
Jacopo ad allontanarsi dai Colli Euganei, spiegandogli che il matrimonio di Teresa
con Odoardo avrebbe evitato le persecuzioni di quanti lo accusavano di aver
sostenuto Napoleone. Jacopo allora, nel sentire tali ragioni così vicine alla sua
esperienza, parte.
Egli cerca allora di distrarsi dall'amore per Teresa, viaggiando in molte importanti
città dell'Italia.
Infine ritorna ai Colli Euganei e venendo a sapere che Teresa e Odoardo si sono
sposati, dalla disperazione si suicida, colpendosi con un pugnale.
3- L’Ortis è chiaramente ispirato ai Dolori del giovane Werther di Goethe.
Anch’esso è un romanzo epistolare.
Goethe mette in scena la vita di un giovane colto, innamorato di una donna,
Charlotte, già promessa in sposa a un funzionario pragmatico. Werther quindi, alla
fine del romanzo, si suiciderà a causa dell'impossibilità di realizzare questo
amore e per la sua incapacità nel trovare una propria collocazione nella società.

E qui vi è un'importante differenza tra i due romanzi che riguarda il tema del
suicidio. In Jacopo il suicidio deriverà da una duplice delusione, quella amorosa
ma anche politica. Mentre Werther, si ammazzerà a causa della propria
inadeguatezza alla società borghese in cui vive, oltre che per il suo amore
fallimentare.

4- Ortis, nelle sue lettere, si descrive come in perenne conflitto con il suo tempo, sia
a livello politico che personale. In questo qu adro da lui disprezzato rientrano temi
come l’esilio, la lontananza dagli affetti familiari, il destino avverso, la precarietà
esistenziale e il suicidio come atto eroico di liberazione dalle sofferenze. In
particolare si presenta il tema della morte in patria o in terra straniera, che ispira i
sonetti A Zacinto e In morte del fratello Giovanni. Ortis diventa quindi quel
personaggio che definiremmo eroe romantico.
Un altro aspetto tipicamente romantico è l’attenzione verso i sentimenti e le passioni.

5- Per quanto riguarda i modelli da cui Foscolo trae ispirazione, troviamo in primis
Alfieri. Foscolo di fatti ha quello spirito alfieriano che lo porta a credere nella
superiorità della poesia rispetto alle altre arti, in quanto trascende nel tempo. Ma
per i modelli letterari, Foscolo si ispira a Rousseau e a Sterne. I quali daranno il
nome ai due personaggi: Jacopo (da Jean -Jacques Rousseau) e Lorenzo (da
Laurence Sterne).

6 - Nella lettera in cui Ortis riflette sul significato dell’esistenza Foscolo esordisce
con una riflessione filosofica. Parla di come secondo lui la Natura abbia creato la
razza umana come l’anello debole della catena, l’ultimo gradino.
La Natura stessa si prende gioco di noi, dopo averci illusi di essere i padroni del
creato.
Foscolo vede la vita come un sogno ingannevole, un'illusione a cui attribuiamo
ingiustamente valore.
7- Foscolo ha una visione interamente laica dell’esistenza: non crede in un
creatore e in un aldilà. Dopo la morte i corpi si decompongono. Insomma una
filosofia che Foscolo riprende da Epicuro e Lucrezio. Epicuro, filosofo che tratta del
piacere dell’anima, inteso come assenza di dolore e che affermava che dopo la
morte non vi fosse nulla.

8- La lettera intitolata La Bellezza, l’amore e le illusioni è una lettera che segue il


bacio tra Jacopo e Teresa. La felicità derivata da quell'episodio romantico stimola
l’immaginazione di Jacopo. Il quale si sente pervaso da un’idea di Bellezza e di
armonia. Da questa idea derivano le arti e la poesia, che permettono all'uomo di
esprimere la bellezza immaginata.

Inoltre, Foscolo afferma che senza amore non esisterebbe neppure la vita, e il
mondo diventerebbe selvaggio e inospitale.
Vengono quindi risaltati i miracoli compiuti dall'amore, che rendono gioioso e
compassionevole l'uomo.

9- Mentre, nella seconda parte della lettera Foscolo aggiunge un’altra riflessione.
Praticamente definisce tutto ciò che è Bellezza, eroismo, amore e poesia
un’illusione. Qualcosa di idealizzato, ma senza la quale non potremmo vivere.
Senza di essi la vita sarebbe solo un involucro di noia e dolore. E ancora una
volta, vediamo come Foscolo si distacchi dalla visione illuminista, appoggiando una
concezione romantica.

10- Infine troviamo la lettera Ortis e Parini: la società umana e la politica. In


questa lettera vengono messe in evidenza le ragioni politiche che stanno alla base
della disperazione di Ortis. Analizza la desolata società umana e la politica,
attribuendo poi le sue opinione al giovane laico Ortis e al vecchio religioso Parini.

Nella prima parte della lettera la società viene divisa in due: i pochi che comandano
e che salgono al potere con mezzi illeciti e i molti che, nella loro ignoranza, sono
sottomessi. Ortis però ha una moralità tale che non gli permette di scendere al
livello di coloro che comandano né di essere un inconsapevole servo. Dovendo
assegnarsi una collocazione sceglie quella del cane sciolto, ovvero un cane senza
padrone Indipendente e incapace di adattarsi alla società.
Ortis se fosse costretto a diventare uno strumento nelle mani del potere iniquo, si
ucciderebbe. L’unica cosa che lo mantiene in vita è l’aspirazione alla Gloria
derivata dalla liberazione della patria.
11- Nella seconda parte della lettera Ortis parla con Parini, il quale gli elenca le
disgrazie del presente.
Alla fine Ortis, dopo l’allontanamento di Parini, conclude esprimendo il suo
desiderio. Ovvero quello di poter descrivere i mali della patria, affinchè:
- possano essere conoscibili
- possa conseguire la gloria
- e perseguitare con la verità i criminali e chi pur avendo il potere non ha avuto il
coraggio di cambiare le cose.

LE POESIE
Tutte e tre le poesie sono dei sonetti composti da 14 versi
ALLA SERA
Alla sera è un componimento composto nel 1802 e pubblicato l’anno successivo.
Fa parte dell’edizione definitiva delle Poesie, inserito dall’autore nella posizione di
testa.
IL TEMA
L’arrivo della sera, che il cielo sia sereno o tempestoso, è un momento caro al poeta,
perché ispira in lui i pensieri più intimi, donandogli un momento di riposo, e liberandolo
dalla tristezza della giornata.
Foscolo in questo sonetto si rivolge direttamente alla sera che suscita in lui una
riflessione riguardo il nulla eterno che segue la morte. E, con questa concezione
della morte, l’animo del poeta si adegua alla calma della sera. Forse perché essa
rasenta l’immagine della quiete definitiva

PAROLE CHIAVE

Fatal quiete/nulla eterno = morte

O Sera! = invocazione della sera

Le secrete vie del mio cor = i miei pensieri più intimi


Zeffiri (che è una sineddoche, ovvero si usa una parte per definire il tutto)= è un vento
primaverile

Aere= cielo
Reo tempo= meschino tempo

Le torme delle cure (metafora)= le schiere degli affanni


A ZACINTO
Riprende la tematica delle sue origini greche, è consapevole che non potrà mai
più tornare nella sua terra natale. Esule e disperato saluta la sua patria e ne
rievoca il fascino.

Recitare poesia...
Questo appena esposto è un sonetto composto da 14 versi che pero non sono disposti
con il consueto schema di 8 versi piu 6 ma con uno che segue lo schema 11+3 infatti
non vi sarà la fine del primo periodo fino alla fine del verso 11. Il che conferirà alla
lettura fino a quel verso notevole velocità.

La rima è ABAB ABAB CDE CED


È ricca di enjambement, e tendenzialmente il più importante è tra il verso 4 e 5 cpn le
parole Nacque e Venere.
In questo sonetto Il poeta esordisce con la sua immagine fanciullesca che giacque
sulle rive della sua isola, dando l'idea di un corpo privo di vita. Che riporta al tema
della morte e della sepoltura che viene ripreso alla fine del sonetto per questo
definiamo il sonetto di struttura ciclica.
In contrapposizione al tema della morte abbiamo elementi che richiamano la vita: la
vergine Venere che su queste sacre sponde nacque, le isole divenute fertili dopo un
suo sorriso, e l'idea della terra materna.
Il poeta lontano dalla sua amata patria poi paragonerà il suo esilio a quello dell’eroe
omerico Ulisse. Egli, come Foscolo, è costretto alla lontananza dalla sua terra natale.
Con la differenza che Ulisse, dopo dieci anni di vagabondaggio ritornerà alla sua
Itaca, riabbracciando moglie e figlio. Mentre Foscolo non farà mai ritorno a Zante. E
questa condizione di solitudine del poeta lo porterà al pensiero ossessivo di una sua
probabile sepoltura lontana dal pianto di amici e parenti. (illacrimata sepoltura)

PAROLE CHIAVE

Sacre sponde= sacre perché da queste nasce una divinità: Venere


Greco mar= mare greco, quello Ionio

Feconde= fertili

Inclito verso di colui= versi famosi di Omero sineddoche

Illacrimata sepoltura= sepoltura dove nessuno verrà a piangere

IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI


In questo sonetto Foscolo mette in evidenza il valore della tomba, che sarà poi
approfondito nel carme Dei sepolcri. E spicca soprattutto l’importanza della famiglia:
questo è il valore che consola il poeta. Si tratta di un sonetto nel quale Foscolo utilizza
il tema della morte del fratello Giovanni per esprimere il dolore per il suo esilio e i suoi
affanni.
La prima quartina presenta Foscolo che, riferendosi alla sua condizione di fuggitivo, si
augura di poter visitare la tomba del caro fratello, morto nel pieno della giovinezza.
Nella seconda quartina Foscolo inserisce l'immagine della madre che, trascinando la
sua stanca vecchiaia, parla di lui con il "cenere muto" del fratello. La sua condizione
di esule gli impedisce di ricongiungersi con i suoi cari. Il destino gli sembra avverso e
l’unica cosa che ormai gli rimane, oltre gli affanni, è la speranza di trovare la quiete
morte.
Nell’ultima terzina rivolge una preghiera ai popoli stranieri presso cui morirà, affinchè
riportino il corpo alla madre.

PAROLE CHIAVE

La tua pietra= la tua tomba

Cenere muto= cadavere del fratello


Le palme tendo= tendo le braccia (Foscolo vorrebbe abbracciare la sua famiglia)

Avversi numi= fato avverso

Porto quiete= morte

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