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371 e seguenti
Secolo XI: MICROLOGUS (Guido d’Arezzo, 1026): il termine organum viene sostituito da diaphonia
a a
Modus durus (arcaico) alla 4 inf. + raddoppi all’8 (come Musica Enchiriadis)
Modus mollis: vox organalis intesa come “suono di riferimento”, quasi un pedale, che non deve scendere sotto la
a a
nota più grave dell’esacordo; c’è quindi un’ interruzione della sequenza di intervalli di 4 ; intervalli possibili: tono , 3
a a
magg. (3 min. ) oltre naturalmente alla 4 ; al modus mollis appartiene anche l’organum suspensum, caratterizzato
dall’incrocio temporaneo del cantus con la vox organalis, dovuto all’obbligo di cui sopra. es. 7.4 (*)
N.B. Non compare l’intervallo di 5.a; conclusione con 2.a –unisono (come in Musica Enchiriadis…)
Evoluzione della tecnica polifonica: con il modus mollis si ottiene (più di fatto, che in base ad una specifica
intenzionalità compositiva) una costruzione musicale più VARIA, con due linee melodiche più indipendenti
Secoli XI/ XII: TRATTATI (per la maggior parte anonimi) ATTORNO AL 1100 PROVENIENTI DAL REGNO FRANCO:
Maggiore libertà concessa alla vox organalis (libertà e necessità decisionale dell’organizator):
- Montpellier: organum sopra il cantus: [la melodia originaria perde quindi rilievo, a favore della vox
a a
organalis]; compaiono intervalli di 3 , 6 [novità!] oltre agli intervalli già usati; nella conclusione (detta
a a
clausola, copula, …ecc.): consonanza + unisono (opp. 8 ); [non più 2 > unis. !] es. 7.5
es.7.5
a a a
Trattato di Milano: solo intervalli di unisono, 4 , 5 (novità!), 8 ; inizia ad apparire il concetto di organum melismatico
(riservato però solo alla conclusione). es.7.6
es.7.6
De arte musica di J. Cotto(n): diaphonia con ampio uso dell’incrocio; unisono alla fine di ogni parola o di frammento
del testo (respirationes); applicazione di melismi [probabilmente nella conclusione, anche se L. A. non lo precisa] a
piacere dell’organizator, anche improvvisati. es.7.7
es.7.7
a a
- Chartres: coesistenza di antica e nuova tecnica dell’organum: incrocio delle parti; bicordi di 3 e 6 per
a
raggiungere l’unisono o l’8 . es. 7.8
es.7.8
es.7.9
es.7.10
POLIFONIA a 3 voci: per comporre un Conductus (forma profana!) si compone il tenor, poi il discantus (accordato con
il tenor) e poi il triplum (accordato con il tenor). La verticalità nel XIII secolo rimane ancorata al principio della
bicordalità, nonostante qualche segnale possa essere letto nella direzione della policordalità “per 3.e”; incipit di 3
Conductus del XIII secolo (es. 7.11):
es.7.12a
- il cosiddetto discanto inglese: si tratta di una struttura a 3 voci, prevalentemente omoritmica, in cui è molto
a a a a
frequente la sovrapposizione di 5 /8 e, ancora di più, di 3 /6 . es. 7.12b
es.7.12b
[il commento di L. A: “sensibilità vicina all’organum” non è fuori luogo, ma la 4.a (intervallo che sempre più spesso viene
a a a a
considerato dissonante) non si forma più con il basso ma nelle voci superiori (quindi 3 e 6 e non 4 e 6 !)]
NOTA: il discanto inglese darà inizio ad un “topos” che comparirà con una certa frequenza nella letteratura musicale (fino almeno a
Mozart): il “falso bordone” (in termini più “moderni”: una progressione melodica di accordi di 3.a e 6.a)
Secoli XIV/XV: sviluppo della Teoria del Contrappunto, che definisce due ordini concettuali:
a
- La classificazione sulle specie delle consonanze (la 4 è considerata [prevalentemente] dissonanza, mentre
le 3.e /6.e sono considerate, sia pure imperfette, consonanze)
- Le regole compositive
- moto contrario [in base a quanto scrive L. A - cambio di specie tra un bicordo e quello successivo [anticipazione
sembrerebbe esclusivo!] della varietas]
- via breve nel collegamento melodico - opportunità di inserire alterazioni per modificare i bicordi da Magg.
a min. e viceversa [concetto di musica ficta] es. 7.13
es.7.13
Vari trattati del XV secolo (in primis, Liber de arte contrapuncti di J. Tinctoris,1474): Regole compositive:
a a a a
- inizio e fine con consonanza perfetta - vietato il movimento parallelo tra 5 /5 - 8 /8 unis./unis.
- cambiamento di specie nella successione di bicordi - adozione del principio della fuga (imitazione) es. 7.14
(varietas)
es.7.14