ERACLITO
Nacque ad Efeso nel 540 a.C. Egli era uno Ionico. Gli Ionici ritenevano che i principi di tutte le cose fossero
quelli di tipo materiale. L’importanza di Eraclito consiste nell’aver affermato che oltre alle impressioni
prodotte dai sensi (dunque, alle diverse opinioni) esiste un punto di vista unico e valido per tutti che è il
lògos. Lògos, in greco, significa sia parola che pensiero perciò corrisponde alla ragione (cioè la conoscenza
razionale che è superiore alla conoscenza sensibile).Il lògos permette agli uomini di considerare le cose da
un punto di vista comune e anche ciò che permette loro di comunicare. Tuttavia, secondo Eraclito, in
genere gli uomini non se ne curano e seguono le impressioni dei sensi, cioè si basano su punti di vista
particolari diversi l’uno dall’altro. Eraclito osserva che la vista (un senso) inganna, e perciò l’opinione è
caduca ( cioè destinata a cadere ). La sapienza consiste nel comprendere che tutte le cose sono governate
dalla stessa legge,chiamata anch’essa lògos. In questo caso il lògos è inteso come struttura della realtà, e
quindi come legge divina. La legge della realtà consiste nel fatto che ciascuna cosa è strettamente
congiunta al suo opposto e non può esistere senza di esso. Questa opposizione universale fa si che tutte le
cose siano in continuo mutamento, ossia passino continuamente da una condizione a quella ad essa
opposta. Questo continuo mutamento coinvolge gli stessi elementi. Secondo Platone, Eraclito paragonò
l’intera realtà a un fiume, dicendo che tutto scorre. Alludendo alla continua mutevolezza che è propria del
fiume, Eraclito disse che : nello stesso fiume non è possibile scendere due volte, perché la seconda volta il
fiume è già mutato. Eraclito intende principio di tutte le cose il fuoco, che è il più mobile di tutti gli
elemeti.ne, tutto deriva dal fuoco e tutto si tramuta in fuoco. ( dal fuoco deriva l’aria, dall’aria deriva
l’acqua, dall’acqua deriva la terra, la terra si si liquefa e torna ad essere acqua, dall’acqua si passa all’aria, e
l’aria torna ad essere fuoco). Attraverso questo processo di mutamento si formano le anime degli uomini,
che sono fatte di aria e differiscono tra loro a seconda che siano prossime all’acqua o prossime al fuoco. Le
prime sono le anime degli uomini che non sanno nulla, le seconde sono le anime degli uomini sapienti ( in
quanto avvicinandosi al fuoco diventano partecipi del lògos divino).
DEMOCRITO
Nacque ad Abdera nel 470/460 a.C. Egli sostenne l’atomismo insieme al suo maestro Leucippo. La teoria
degli atomi consiste nel porre alla base di tutto il pieno e il vuoto, cioè l’essere e il non essere, concependo
il pieno come composto di atomi. Gli atomi sono particelle indivisibili, eterne e dotate di movimento locale.
Gli atomi differiscono fra loro per forma,ordine e posizione. Muovendosi nel vuoto, gli atomi entrano in
urto gli uni contro gli altri ed in alcuni casi si respingono, in alti invece si agganciano. L’intreccio di più atomi
determina la formazione di corpi. Tutto ciò avviene secondo un’assoluta necessità. Il movimento degli
atomi è un movimento vorticoso, cioè un unico grande vortice cosmico. Anche l’anima e il corpo dell’uomo
sono costituite di atomi. Democrito affermò che gli atomi sono dotati di peso diverso gli uni dagli altri.
Democrito elaborò una dottrina delle sensazioni. Secondo tale dottrina le sensazioni si formerebbero
dall’incontro degli organi di senso e delle immagini emanate dai corpi (èidola) .
Democrito, inoltre, sostenne che le qualità sensibili ( colori ) sono soggettive, mentre la velocità/il peso
sono oggettive. Da questa teoria deriva la distinzione tra conoscenza sensibile che è ingannevole, e
conoscenza razionale che l’unica dotata di verità.
Democrito professò una dottrina morale, secondo la quale bisogna vivere tranquillamente, moderare le
passioni, ed esercitare così la virtù della temperanza.
Democrito era un cosmopolita, cioè considerava come propria città il cosmo stesso. Egli disse che : ‘’ ogni
paese della terra è aperto all’uomo saggio, perché la patria dell’animo virtuoso è l’intero universo’’ .
EPICURO
Nacque a Samo nel 341 a.C. Epicuro è uno dei maggiori filosofi dell’età ellenistica ( l’ellenismo è il periodo
della storia che ha inizio con la morte di Alessandro Magno ed è caratterizzato dalla diffusione della cultura
greca grazie alle conquiste di Alessandro. Da tale fenomeno nacquero l’individualismo e il
cosmopolitismo).Il sistema di Epicuro è formato da tre parti: logica, fisica e etica. La logica e la fisica
servono per ricercare i mezzi per conseguire la felicità.
La logica si occupa di trovare un criterio di verità, che è identificato da Epicuro nell’evidenza. Dunque, sono
considerate vere solo le conoscenze che risultano immediatamente evidenti. Tali sono le sensazioni ( che
non ingannano mai) e le prenozioni (che sono sensazioni conservate dalla memoria), tutte le altre
rappresentazioni o sono frutto dell’immaginazione o sono semplici supposizioni.
La fisica di Epicuro è di tipo materialista. Infatti, le sole realtà esistenti sono corpi percepibili dai sensi, che
sono aggregati di atomi che si muovono nel vuoto. Secondo Epicuro, lo spazio vuoto è infinito, perciò
anche l’universo è infinito. L’universo è formato da infiniti mondi ( che sono corpi costituiti da atomi) e da
intermondi che separano i vari mondi.
A differenza di Democrito, Epicuro sostiene che la causa del movimento degli atomi sia il peso, dunque tutti
gli atomi si muovono verso il basso. In base a questa teoria però gli atomi , cadendo tutti all’in giù, non si
incontrerebbero mai e quindi non potrebbero dare origine, con la loro aggregazione, ai corpi. Questo
problema è stato risolto con l’esistenza di una deviazione dalla loro traiettoria, facendo si che si incontrino
e si aggreghino.
Anche l’anima, secondo Epicuro, è formata di atomi e le sensazioni che l’anima prova sono prodotte
dall’incontro dei suoi atomi con gli atomi delle immagini (emanate dai corpi stessi). Pertanto, l’anima è
mortale cioè destinata a dissolversi quando gli atomi che la costituiscono si disgregheranno. Questa
certezza di non sopravvivere ci libera dal timore della morte.
Anche gli Dei sono fatti di atomi e vivono negli intermondi. Gli Dei sono immortali e beati perché
indifferenti alle vicende umane. Questa certezza ci libera dal timore degli Dei.
Epicuro afferma con l’etica che l’unico criterio per distinguere il bene dal male è dato dai sentimenti, cioè
dalle sensazioni di piacere e di dolore. L’unico vero bene è il piacere, che è dato dall’imperturbabilità. Essa
è possibile con la liberazione dal timore della morte e dal timore degli Dei (grazie alla fisica).
Dunque, al dolore ci sono 4 rimedi:
1) liberarsi dal timore degli Dei;
2) liberarsi dal timore della morte;
3) liberarsi dal desiderio di cose non necessarie;
4) liberarsi dal timore del dolore.
Conseguenza dell’imperturbabilità è la rinuncia alla vita politica.
L’unico affetto che si può coltivare è l’amicizia perché si tratta di un sentimento disinteressato e non
passionale.
SOCRATE
Nacque ad Atene nel 469 a.C. Socrate fu contemporaneo dei sofisti,e come loro Socrate si dedicò
all’educazione dei giovani (i sofisti sono i sapienti,portatori di saggezza). Socrate non scrisse nulla e il suo
pensiero può essere ricostruito solo su quanto ne riferiscono alcuni testimoni. La questione socratica
riguarda, appunto, il saper distinguere tra le testimonianze il vero pensiero di Socrate. Il pensiero di Socrate
è tutto nei dialoghi di Platone, e colui che distinguerà il pensiero di Socrate da quello di Platone sarà
Aristotele.
Socrate si interessò di problemi di etica, cioè di ciò che è bene per l’uomo e di cosa che lo rende felice. Per
essere un buon politico è necessario anzitutto essere un uomo di valore,cioè rendersi migliori. Per rendere
migliori se stessi bisogna conoscere se stessi. Il ‘’se stesso’’,secondo Socrate, corrisponde all’anima
dell’uomo,che è il principio stesso della sua vita. Il bene dell’anima è la virtù (mentre il bene del corpo è la
salute). Dunque bisogna cercare la virtù, perché solo la virtù ci può dare la felicità. La salute dell’anima, che
è la virtù, corrisponde alla giustizia; mentre,la malattia dell’anima, che è il vizio, corrisponde all’ingiustizia.
Dunque, per Socrate, è meglio subire l’ingiustizia che commetterla. Solo quando l’uomo raggiungerà la sua
virtù,cioè la sua perfezione, si sentirà realizzato e proverà la felicità. Ma non si può realizzare una virtù se
non si sa in che cosa essa consiste. Ogni virtù è essenzialmente nella scienza,e tutte le virtù si riconducono
ad una che è la conoscenza del bene. Questa dottrina significa che il sapere non è solo necessario ma anche
sufficiente. La conseguenza di questa dottrina è che : chi conosce il bene è virtuoso e agisce bene, mentre
chi agisce male,ovvero il vizioso, non conosce il bene. Infatti nessuno fa il male volontariamente. Educare
alla virtù significa insegnare a conoscere, e quindi la virtù è insegnabile.
Socrate capì che molte azioni sono ispirate da una stessa virtù, queste azioni sono simili tra loro ma non si
identificano con la virtù, perciò costituiscono un caso particolare. Socrate utilizzando il procedimento
induttivo ha tentato di risalire dai casi particolari all’essenza che li accomuna. Nonostante ciò, Socrate, non
dirà mai in cosa consiste effettivamente la virtù ricercata. Il suo merito consiste, comunque nell’aver posto
l’esigenza di trovare l’universale,cioè il concetto.
Il metodo socratico suppone una situazione di dialogo. Per sapere il ‘’che cos’è’’, Socrate pone una
domanda ad un interlocutore che crede di sapere la risposta. Socrate stesso inizialmente finge di credere
che l’interlocutore sappia ciò che Socrate sta cercando, esercitando l’ironia. Il dialogo è un vero e proprio
esame, in cui, Socrate mette alla prova il ‘presunto’ sapere del suo interlocutore. L’interlocutore in genere
risponde alla domanda citando un caso particolare della virtù, ma Socrate naturalmente insoddisfatto
demolisce tale risposta mediante la confutazione ( consiste nel dedurre dalla risposta data conseguenze
contraddittorie). Così facendo, possiamo dire che Socrate praticava la dialettica, e la confutazione è il
demone della dialettica, in quanto serve a rilevare l’insufficienza delle risposte date. Un elemento
fondamentale del metodo di Socrate è il riconoscimento della propria ignoranza. Socrate è consapevole di
essere ignorante,e alla fine del dialogo anche i suoi interlocutori saranno consapevoli di essere ignoranti.
Dunque, l’unico sapere di Socrate è ‘’ il sapere di non sapere’’. Socrate può essere paragonato ad una
levatrice (colei che aiuta la altre a partorire), infatti egli non trova lui stesso la risposta ma aiuta gli altri a
trovare il vero sapere. L’arte dell’aiutare a partorire è la maieutica, il metodo socratico è stato appunto
chiamato maieutica.
PLATONE
Nacque ad Atene nel 428/427 a.C. secondo Platone la condizione più importante per governare bene è
sapere cos’è il bene. Il progetto di Platone era unire la politica alla filosofia. Egli si occupò di formare i futuri
uomini politici. A tale scopo costruì un’accademia, in cui i temi delle conversazioni erano di carattere etico e
politico. La filosofia ha lo scopo di produrre una virtù, tale virtù consiste nella salute dell’anima. Alla base di
questa dottrina vi è una concezione dell’uomo come composto di anima e corpo. Il corpo costituisce la
tomba dell’anima,carcere dell’anima in cui essa è imprigionata. L’anima è immortale, è un essere
immateriale, è principio di vita e si ricorda (teoria della reminiscenza).L’anima è divisa in tre parti: anima
concupiscente(dove hanno sede i desideri),anima irascibile(dove hanno sede gli impulsi) e anima
razionale(dove ha sede la ragione). La virtù dell’anima è la giustizia,mentre il vizio corrisponde
all’ingiustizia. Dunque, se la giustizia è il bene dell’uomo, l’uomo realizza il suo bene solo nei rapporti con gli
altri. Perciò la scienza del bene è la politica, cioè la scienza della società in cui l’uomo sviluppa i rapporti con
gli altri. Compito del vero politico è rendere migliori gli uomini. Secondo Platone, la città giusta nasce
dall’esigenza dei cittadini di collaborare per soddisfare i propri bisogni. La città risulta formata da 3
categorie: i produttori,i custodi,e i governanti. Le condizioni per realizzare una città giusta sono:l’abolizione
della famiglia,parità tra uomo e donna,abolizione della proprietà privata, e l’affidamento del potere ai
filosofi.
Platone ha dato una risposta al ‘’che cos’è’’ di Socrate. Platone lo identifica con l’idea. Tale termine deriva
dal greco,vedere, e può essere inteso come una forma intelligibile.
Platone ha utilizzato il mito per rendere più facile la comprensione di un discorso. Platone ricorre al mito
ogni volta che si trova di fronte a vicende non dimostrabili. Infatti il mito ci consente di guardare oltre ai
limiti della nostra conoscenza. Platone ha usato il mito ad esempio per spiegare il destino delle anime dopo
la morte e l’azione degli Dei nella storia umana.
SANT’AGOSTINO
Nacque a Tagaste nel 354. Agostino si affidò al manicheismo (che affermava l’esistenza di due principi
supremi la luce e le tenebre, in lotta fra loro). Insoddisfatto di questa dottrina passò allo scetticismo. Dal
superamento dello scetticismo arrivo al neoplatonismo. Nel neoplatonismo egli trovò una filosofia che si
accordava con la fede. Dunque, agostino partendo dalla fede andava alla ricerca di una comprensione
razionale di essa ( questa è la ‘’conversione’’). Tutto questo è scritto in una sua opera le ‘’Confessioni’’, che
sono la sua autobiografia spirituale. Nella filosofia di Agostino fede e ragione sono legate da un’influenza
reciproca.
Secondo Agostino, Dio è sostanza immateriale e fonte di ogni verità (Dio è essere,verità e amore). È Dio che
ha dato origine al mondo e lo ha fatto mediante un atto di creazione, cioè di produzione dal nulla di sè e dal
nulla di altri. Mediatore della creazione è il verbo. Il verbo ha permesso a Dio di introdurre le forme iniziali
di tutte l cose destinate ad evolversi. L’uomo è formato di anima e corpo,l’anima è sostanza indipendente
che usa il corpo come un suo strumento. Solo l’anima del primo uomo, Adamo, è stata creata da Dio.
Agostino si soffermò molto sul problema del male, cioè di come possano esistere il dolore, la violenza e la
morte se tutto il mondo è stato creato da Dio (che è sommamente buono). Agostino afferma che il male
non esiste, ma è il limite naturale che ciascuna creatura possiede in quanto è creata da Dio,ma non è Dio.
Questo è il male metafisico. Il vero male che ci appare come irrazionale è il male morale, cioè il peccato
( derivato dal cattivo uso che l’uomo ha fatto della libertà che Dio gli ha dato). Il male fisico, ovvero le
malattie, la violenza e la morte, sono la pena per il peccato. Dunque, la vera fonte del male non è Dio ma
l’uomo. L’unico rimedio al peccato, cioè al male, è la grazia di Dio. L’uomo non può fare nulla per salvarsi. È
Dio che stabilisce, mediante predestinazione, quali uomini si salveranno (eletti ad avere la fede) e quali
saranno dannati.
Agostino ha cercato di dare senso alla storia umana. La storia dell’umanità è caratterizzata dalla lotta tra la
città terrena(abitata dai malvagi) e la città celeste(abitata dai giusti). Dopo la venuta di cristo queste due
città continuano a coesistere. La città di dio è costituita dai cristiani ed ha come scopo la pace eterna. La
città terrena,invece, è costituita dall’impero romano ed ha come scopo la tranquillità dell’orine pubblico.
VOLTAIRE
Nacque a Parigi nel 1694, fu un esponente dell’illuminismo francese. Nella prima parte della sua vita aderì
a un moderato ottimismo,dicendo che ‘’tutto va bene’’. Più avanti invece passo ad un moderato
pessimismo, affermando che a causa della presenza del male nel mondo si può dire che ‘’un giorno tutto
andrà bene’’. Egli critica l’assolutismo politico, che portò al dispotismo illuminato, cioè nella necessità che i
monarchi promuovessero spontaneamente riforme,per assicurare libertà per i sudditi. Egli fece anche una
critica all’intolleranza religiosa, tesa a dimostrare l’inautenticità dei testi sacri. Negli scritti storiografici
risulta una concezione razionalistica della storia, cioè contraria a qualunque spiegazione di tipo
provvidenzialistico.
ROUSSEAU
Nacque a Ginevra nel 1712. Fu il rappresentato dell’illuminismo francese.
I due ‘Discorsi’: le primo Rousseau presenta la tesi che l’uomo è naturalmente buono e soltanto le
istituzioni lo rendono malvagio. Da ciò deriva la sua critica contro le scienze e le arti che corrompono i
costumi. Dunque, all’uomo nella civiltà Rousseau contrappone l’uomo primitivo che è innocente in quanto
non contaminato dai vizi. Nel secondo Discorso il tema è l’origine della disuguaglianza. Rousseau sostiene
che nello stato di natura l’uomo viveva felice perché erano tutti uguali e avevano le proprietà in comune. La
disuguaglianza tra gli uomini fu introdotta dalla proprietà privata. A conservare la disuguaglianza solo le
istituzioni politiche, perciò devono essere rovesciate.
Il ‘Contratto sociale’: in quest’opera Rousseau propone di ricostruire la società sulla base di un patto ovvero
un contratto sociale che deve ristabilire le condizioni naturali di libertà e di uguaglianza per tutti gli uomini.
Il patto proposto da Rousseau è un patto di unione, in cui tutti gli individui devono cedere i propri diritti a
tutti gli altri, in modo che nessuno prevarichi sugli altri. Da questa unione si forma la volontà generale che è
unica e indivisibile. Così il popolo diverrà titolare della sovranità. In questo modo egli fonda una democrazia
totalitaria, perché attribuisce la totalità dei poteri e dei diritti soltanto al popolo ( si tratta di una forma di
democrazia diretta). ‘L’Emile’: è
un’opera di pedagogia moderna. Rousseau parte dal principio che l’uomo è naturalmente buono ed è la
società che lo corrompe. Nel ‘contratto sociale’ egli sostiene che bisogna rinnovare la società anche da un
punto di vista politico. Nell’Emilio, egli sottolinea che non si può fare nulla se non si parte dall’educazione. È
proprio l’educazione che crea uomini nuovi in una società nuova. Tale educazione però non deve interferire
nella libera espressione della natura. Il bambino non deve essere forzato ad apprendere, ma bisogna
lasciargli tutto il tempo di crescere.
FILOSOFIA MODERNA
Giordano Bruno
Nasce a Nola (Napoli) nel 1548. Studia all’Università di Napoli. Entra nell’ordine domenicano e si fa
sacerdote nel 1565. Venne accusato di eresia di omicidio. Così, nel 1576, Bruno abbandona l’abito
domenicano e fugge a Roma e da Roma in Liguria. Venne processato a Roma dove si rifiutò di abiurare alle
proprie idee e pertanto fu condannato a morte e bruciato vivo. Tra le opere di Bruno troviamo: Il De umbris
idearum ,Il Cantus Circaeus ,L'Ars memoriae, La cena de le ceneri , De l'infinito, universo e mondi ,Degli
eroici furori.
De umbris idearum – idee e ombre (1582)
Per Bruno l'universo è un corpo unico, organicamente formato, con un preciso ordine che struttura ogni
singola cosa e la connette con tutte le altre. Fondamento di quest'ordine sono le idee,ovvero principi eterni
e immutabili presenti totalmente e simultaneamente nella mente divina, ma queste idee vengono ombrate
e si separano nell'atto di volerle intendere. Nel cosmo ogni singolo ente è dunque imitazione, immagine,
ombra della realtà ideale che la regge.
L’Ars memoriae
L’arte della memoria opera nello stesso mondo delle ombre delle idee, presentandosi come
emulatrice della natura. Se dalle idee prendono forma le cose del mondo, e ai nostri sensi le cose
si manifestano come ombre di quelle idee, allora tramite l’immaginazione sarà possibile
ripercorrere il cammino inverso, risalire cioè dalle ombre alle idee, dall’uomo a Dio: l’arte della
memoria è un mezzo per ri-creare il mondo.
Cena de le ceneri (1584) - Rivoluzione linguistica
Bruno si chiede come l’uomo, pur essendo un ente finito, riesce a toccare qualcosa dell’infinito,
come la «prima verità». Egli teorizza una ‘scrittura per immagini’, l’unica in grado di poter
rappresentare e descrivere il cammino dell’uomo verso la verità (che nella sua dimensione
absoluta è inaccessibile all’uomo).
Le immagini e gli Eroici furori
Nell’universo infinito, all’uomo non è possibile accedere alla verità solo attraverso la potenza dell’intelletto
in quanto l’intelletto è finito e l’universo è infinito. A tale scopo l’uomo ricorre alla forza di volontà che
sospinge l’uomo oltre i propri limiti, mettendolo in condizione di toccare la «prima verità. Ma l’azione della
volontà si deve congiungere alla potenza dell’immaginazione: solo attraverso una inesauribile produzione di
immagini essa riesce a dischiudere all’uomo, oltre la vita, la vita «beata». Questa è per Bruno l’apocalypsis
: l’esperienza eccezionale nella quale si compie l’itinerario del furioso, mai uniforme, mai riducibile a una
regola fissa. Il furore – scrive Bruno – non è «oblio», ma una più profonda «memoria» di sé. Ma l’azione
della volontà si deve congiungere alla potenza dell’immaginazione: solo attraverso una inesauribile
produzione di immagini essa riesce a dischiudere all’uomo, oltre la vita, la vita «beata». Bisogna dunque
imparare a ‘pensare per immagini’. Non è una scelta, ma una necessità: solo chi, come il furioso, ‘pensa per
immagini’, può situarsi nel «moto metafisico», aprendo gli occhi verso la «prima verità».
Accuse di Giovanni Mocenigo, 23 maggio 1592
Bruno avrebbe sostenuto:
• che è biastemia grande quella de’ cattolici il dire che il pane si transustantii in carne; • che lui è nemico
della messa; • che niuna religione gli piace; • che Christo fu un tristo et che, se faceva opere triste di sedur
popoli, poteva molto ben predire di dover esser impicato; • che il mondo è eterno, et che sono infiniti
mondi, et che Dio ne fa infiniti continuamente • che Christo faceva miracoli apparenti et che era un mago,
•che Christo mostrò di morir mal volentieri, et che la fuggì quanto che puoté;
Ulteriori accuse:
• avere opinioni contrarie alla fede cattolica
• avere opinioni eretiche sulla Trinità, la divinità e l’incarnazione di Cristo
• avere opinioni eretiche su Cristo
• avere opinioni eretiche sull’eucaristia e la messa
• credere nell’esistenza e nell’eternità di più mondi
• credere nella metempsicosi
• praticare la divinazione e la magia
• non credere nella verginità di Maria
• essere lussurioso
• vivere al modo degli eretici protestanti
Difesa di Giordano Bruno : Bruno prova a difendersi dalle accuse con il distinguere la sua attività
intellettuale di filosofo dalle opinioni che un cristiano deve seguire per fede. Nega di aver
insegnato contro la religione cattolica, riassumendo la propria cosmologia. Sul problema della
trinità sostiene di credere in un dio distinto in padre,figlio e spirito santo.Sostiene di credere nella
necessità delle buone opere per ottenere la salvezza.Sostiene di credere nella confessione e nella
messa.Sostiene che le anime vadino in paradiso o nel purgatorio o nell’inferno.Nega di aver
praticato la magia. Sostiene di essersi accostato alle altre dottrine solo per curiosità.
UMANESIMO E RINASCIMENTO (dalla seconda metà del XIV fino al XVI secolo)
Questo periodo è caratterizzato dal bisogno di conoscenza, che distingue l’uomo dagli altri esseri viventi. Le
grandi corti signorili, in particolare la corte di Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico, diventano i luoghi di
creazione e di scambio delle nuove idee. Vasto spazio viene dato all’arte e alle scienze umane. La figura più
importante dell’Umanesimo europeo nel 500 fu Erasmo da Rotterdam.
Erasmo da Rotterdam (1466-1536)
Nacque da una relazione tra una donna e un prete, in un periodo contraddistinto dalle critiche Lutero e la
riforma della Chiesa cattolica. Erasmo rifiutò di cambiare confessione, ritenendo che vi fosse la possibilità
di una riforma nelle strutture esistenti della Chiesa cattolica. ( i rinnovatori criticavano i metodi,le pratiche e
il lassismo della chiesa cattolica.) Il bisogno di guadagnare lo vide rivolgersi a diversi benefattori, come Anna
van Borsselen. Nel 1509 a Londra dall’amico Thomas More. Qui scrisse i sette giorni l’Elogio della pazzia. La
vita è una commedia che noi stessi stiamo recitando, e il saggio che volesse mostrare l'autentica realtà
delle cose farebbe la figura dell'insensato . In tale saggio è la follia stessa che parla. Nessuno elogia la follia,
solo Pluto(ricchezza) scrisse di lei. E’ grazie alla follia che le cose vanno bene e si sistemano. Folle è chi
utilizza la religione per i propri scopi.
Thomas More (1478-1535)
1516 Scrive Utopia. L’Utopia è un luogo felice inesistente.
Nel 1521 More entra nella Corte di Enrico VIII. More fu tra i redattori de “La difesa dei sette sacramenti” in
contrasto con Lutero e la riforma protestante (difende il Papa). La sua vita è legata ad un monarca Enrico
VIII, definito il più bel principe del cristianità. 1509, a 18 anni diventa re e vuole sposare Caterina
D’Aragona(sposata con Arturo, fratello di Enrico). Sposa Caterina da cui ebbe un figlio nato morto,un figlio
che morirà dopo due mesi e Maria. Ebbe due amanti Maria Bolena e Elizabeth Blount(da cui ebbe un figlio
che morirà a 17 anni). Nel 1526, mentre Caterina era regina, il re corteggia Anna Bolena che chiede il
divorzio. Scoppia un processo. Anna chiede di nominare Thomas More al posto del Lord Cancelliere Wolsey.
1532, il Re ed Annasi sposano segretamente e nel 1533 Anna viene incoronata Regina. L'11 luglio 1533 il
papa Clemente VII emette una bolla con cui invalida il matrimonio, e chiede ad Enrico di allontanare Anna,
dichiarando illegittimi gli eventuali figli nati dall'unione tra i due.
Vi furono due accadimenti politico-religiosi:
• Atto di Successione: con il quale re Enrico riconosceva Anna come legittima regina d'Inghilterra,
spostando la linea dinastica di successione da quella di Caterina d'Aragona a quella della Bolena .
• Atto di Supremazia: con cui re Enrico si riconosceva capo supremo della Chiesa d'Inghilterra (chiesa
anglicana).
Anna Bolena ebbe tre gravidanze: Elisabetta, un aborto spontaneo, un altro aborto spontaneo di un figlio
maschio. La notizia dell'ennesimo aborto causò un deterioramento del matrimonio con il re che, convinto
oltre dell'incapacità di Anna di dargli un erede, cominciò a considerare il suo matrimonio frutto di un
sortilegio, e quindi, maledetto da Dio. Anna Bolena venne accusata di stregoneria e di tradimento del
talamo. Dopo l’esecuzione di Anna Bolena, il re sposò Jane Seymour e More venne giustiziato(perché
rimase fedele alla chiesa romana). L’isola di Utopia ha la forma simile alla Gran Bretagna. Qui è vietata la
proprietà privata,la terra viene coltivata da tutti, il tempo libero è occupato dallo studio delle scienze e della
filosofia,la famiglia è allargata e monogamica,il divorsio è consentito,l’adulterio è vietato,vi è tolleranza
religiosa,chi infrange le regole viene cacciato dall’isola. Qui tutti hanno diritto a una vita pacifica il cui fine è
il benessere.
ARISTOTELE- IL COSMO SECONDO ARISTOTELE
- sistema geocentrico-aristotelico tolemaico
La Terra è formata da 4 elementi: aria, acqua, terra e fuoco. Essi costituiscono tutto ciò che si trova nel
mondo. Dalla loro combinazione emergono i 4 attributi della materia: secco,umido,freddo e caldo. Esiste
un 5° elemento ‘’l’ETERE’’ che compone il cosmo e non esiste sulla Terra. Esso è privo di massa,invisibile,
eterno ed inalterabile. Dunque, il cosmo è eterno ed immutabile, dove i corpi e le sfere celesti si muovono
di moto circolare uniforme intorno alla Terra. La Terra, fissa al centro dell’universo, è il regno del
mutamento il cui i 4 elementi provocano cicli di generazione e corruzione.
Aristotele fornì le prove osservative della sfericità della Terra:
-Notò che i viaggiatori che vanno verso sud vedono le costellazioni salire più in alto rispetto all'orizzonte:
ciò è possibile solo se l'orizzonte di chi sta più a sud forma un certo angolo con l'orizzonte di chi sta più a
nord. Pertanto la superficie della Terra non può essere piatta.
-Notò inoltre che il bordo dell'ombra terrestre sulla Luna durante la fase parziale di un'eclissi lunare è
sempre circolare. Solamente una sfera proietta sempre un'ombra circolare in tutte le direzioni.
Secondo Aristotele l’universo è finito ed unico:
-unico perché se esistesse un altro universo esso sarà formato dagli stessi elementi del nostro ,dunque
questi elementi tenderebbero ad avvicinarsi e ad unirsi con il nostro.
-finito perché in uno spazio infinito non potrebbe esistere alcun centro .
Il cosmo di Aristotele presenta delle sfere su cui sono infissi gli astri(corpi celesti). Le sfere si muovono
mentre i corpi celesti sono privi di movimento proprio e si muovono in quanto sono infìssi nelle sfere.
Abbiamo la terra al centro, 7 pianeti infissi sulle sfere (Luna,Mercurio,Venere,Sole,Marte,Giove,Saturno), ‘’il
cielo delle stelle fisse’’ e infine il primo mobile. I corpi celesti i e le sfere sono fatte di Etere ma : nei corpi
celesti l'etere è più denso, mentre nelle sfere l’Etere è più rarefatto. Per questo motivo, le stelle e i pianeti
vengono percepiti anche ad occhio nudo, mentre le sfere appaiono trasparenti anche se sono solide e non
possono essere oltrepassate.
Secondo i Pitagorici l’armonia è un’ideale di bellezza. Il cosmo è inteso come qualcosa di bello e armonioso.
Dato che il cosmo è armonioso esso si muoverà di moto circolare uniforme. Dato che le sfere sono in
rapporti armonici dal loro movimento nasce un accorso musicale ,ma che noi non sentiamo a causa
dell’abitudine.
Dio è immobile e privo di materia dunque non è localizzabile in alcun luogo.(la perfezione divina è
l’immobilità) Il primo mobile tende a Dio come propria causa finale. Cercando dunque di imitare
l’immobilità divina, partendo dal caos terrestre, il primo mobile giungere al moto circolare uniforme. Il
primo mobile mosso dalla causa prima mette in movimento le altre sfere.
Pascal (1623-1662)
Fisico e matematico. La conoscenza della matematica e della fisica lo induce a comprendere che la ragione
non può spiegare i princìpi primi che sono : lo spazio, il tempo, il movimento, i numeri. Tali principi vanno
colti in modo immediato da un organo pre-razionale che è: il cuore, il luogo del sentimento, dell’intuizione
e dell’istinto. Pascal,dunque, distingue lo spirito di geometria dallo spirito di finezza. L’esprit de geometrie è
la capacità della matematica di dedurre la conoscenza in maniera rigorosa da principi astratti e lontani dal
comune modo di pensare. L’esprit de finesse permette di cogliere delle verità che non sono formalizzabili
attraverso un ragionamento, ma devono essere colte per mezzo di un’intuizione.
Nulla mi garantisce che le cose esistano anche quando non le percepisco) Scetticismo (sul piano teoretico):
non è dunque la ragione la guida della vita, ma l’abitudine. ci salva la natura
Secondo Hume tutta la conoscenza umana può suddividersi solo in due tipologie e al di fuori di questi due
tipi di conoscenza non vi è alcuna altra possibilità di raggiungere una verità:
1. conoscenza logico-matematica, cioè la conoscenza che riguarda la relazione tra idee.Per esempio la
logica.
2. conoscenza che si basa sull’esperienza,che interessa i dati di fatto e le relazioni tra i dati di fatto. Per
esempio, le scienze naturali.
La distinzione tra relazioni di idee e relazioni tra materia di fatto :
-relazioni di idee[intelletto] : qualsiasi affermazione che sia certa sia intuitivamente che dimostrativamente.
-relazioni tra materia di fatto [sensi] : non si possono accertare nella stessa maniera perché implica
contraddizioni.
Per Hume, come per Locke e Berkeley, l’esperienza ottenuta attraverso i sensi è l’unica strada che porta alla
conoscenza del mondo esterno, per cui la funzione della ragione consiste solo nella sua capacità di ordinare
i contenuti offertici dalle impressioni sensoriali e dalle idee che da queste derivano.
Hume subì l’influenza di Newton. Infatti, così come Newton aveva visto nella legge della gravitazione
universale il principio che spiega il movimento di tutti i corpi nel sistema solare,unificando fenomeni
terrestri e celesti; allo stesso modo Hume pensa di scoprire nella dottrina della associazione delle idee il
principio che permette di spiegare come sia possibile, a partire dalle impressioni sensibili, costruire tutti i
concetti che fanno parte della conoscenza umana.
Dunque, secondo Hume: la materia di fatto genera delle idee semplici. Queste idee sono ordinate da una
forza attrattiva/repulsiva simile alla gravitazione universale. L’attrazione tra le idee semplici permette di
costruire un sistema ordinato,come fa la gravità in natura. L’attrazione è dovuta a tre principi:
1. principio della somiglianza: che ci fa associare idee tra loro simili;
2. principio della contiguità: che ci fa richiamare alla mente idee di eventi vicini nel tempo e nello spazio;
3. principio della causazione: che ci fa passare dalla causa all’effetto.
Hume critica il principio di induzione. L’induzione consiste nella possibilità di estendere un numero limitato
di esperienze a tutte le altre dello stesso tipo. La relazione che vi è tra causa ed effetto ci è data
dall’esperienza. Ma l’esperienza ci attesta semplicemente la contiguità spaziale e temporale tra le cose.
Dunque la connessione di casualità ci è data dall’abitudine. E’ l’abitudine che ci porta a credere alla
connessione causale. Lo scetticismo di Hume (scettico moerato: egli non negava l’esistenza dei copri e delle
leggi naturali, ma solo la loro conoscibilità) ci porta e pensare, dunque, che non è la ragione la guida della
vita, ma l’abitudine. Ci salva la natura che ci permette di vivere e agire nella vita di ogni giorno.
L’approccio kantiano viene detto «trascendentale». Con ciò si intende una filosofia che mira a indagare
strutture mentali che permettono la conoscenza del reale. Esse non traggono origine dall’esperienza ma
sono le strutture mentali che ci consentono di avere esperienza, e pertanto vengono indicate come forme
pure. Le forme pure sono due: Spazio e Tempo. le forme di tempo e spazio sono universali, cioè tutti noi le
possediamo nello stesso modo in quanto non derivano dall’esperienza. Nell’ Estetica trascendentale Kant
esamina il primo gradino dellaconoscenza, l’intuizione sensibile. Essa venie organizzata mediante le due
forme a priori di spazio e tempo :ogni sensazione, infatti, ha una dimensione spaziale e una temporale.
Spazio e tempo ,dunque, sono dette forme a priori dell’intuizione sensibile. (spazio e tempo non esistono
di per sé, ma sono legati alla nostra esperienza). La conoscenza che deriva dall’esperienza ( sensi) non è
autentica, per raggiungerla è necessario l’intelletto.
La logica trascendentale è lo studio delle forme a priori dell’intelletto ( l’intelletto è la seconda fonte della
conoscenza umana). La logica trascendentale si divide in:
- Analitica trascendentale: studia gli elementi del pensiero nel loro rapporto con i dati dell’esperienza
formulando dei giudizi.L’intelletto è colui che formula giudizi. I concetti dell’intelletto – chiamati da Kant
categorie – sono funzioni trascendentali che si applicano al molteplice dell’intuizione sensibile e
permettono di organizzarlo in relazioni universali e necessarie. Tra queste categorie, particolare è quella
della causalità: essa fa sì che l’intelletto congiunga secondo un nesso necessario e universale eventi diversi,
stabilendo tra essi un legame garantito dall’universalità dell’intelletto. Grazie a questa operazione
dell’intelletto, è possibile l’unità sintetica del molteplice.
- Dialettica trascendentale: Si analizza la metafisica per arrivare alla conoscenza della realtà noumenica. Si
entra qui nel mondo della ragione, che è quella facoltà del pensiero che aspira alla conoscenza di ciò che
sta al di là dell’esperienza,utilizzando le categorie.La ragione è l’attività dell’intelletto che unifica i dati ma
andando al di là dell’esperienza, formando l’idea di anima (unione dei dati del senso interno), l’idea di
mondo (unione dei dati del senso esterno),l’idea di Dio (unione dei dati del senso interno ed esterno). Tali
idee sono inevitabili ed hanno la funzione di stimolare la conoscenza scientifica. Ma dato che queste idee
sono considerate fonte di conoscenza metafisica esse non hanno alcuna legittimità. La metafisica, dunque,
non è possibile come scienza.
•Nel ‘’De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis’’ (1770) Kant fa una distinzione tra:
-Phenomena «le rappresentazioni delle cose come appaiono»
-Noumena «rappresentazioni delle cose come sono»
Inoltre, in tale opera afferma che i concetti dell’intelletto, chiamati «idee pure», non dipendono dalle
rappresentazioni della sensibilità
• Critica della ragion pratica, in quest’opera kant mira ad evidenziare l’autonomia della vita moral. La legge
morale è universale, razionale e pura a priori in quanto non è legata a alcun particolare. La legge morale ci
impone di obbedire ad un imperativo categorico, ovvero a un comando che è essere subordinato a niente.
È la ragione, nella sua universalità e necessità, a dare la legge morale a se stessa, per cui non è la morale a
fondarsi sulla religione, ma piuttosto è la religione a essere fondata sulla morale.
• Critica del giudizio. In quest’opera Kant cerca di stabilire un unità tra i risultati de ’’la critica della ragion
pura’’ con i risultati de ‘’la critica della ragion pratica’’, ossia tra i concetti della natura filosofia teoretica) e il
concetto della libertà ( filosofia pratica). Il principio unificante è il giudizio. Esso è un principio a priori. Il
giudizio è la facoltà di giudicare cioè di collegare il particolare(soggetto) col generale (predicato).se il
generale è già dato , il giudizio non ha bisogno di sussumere il particolare, si formulerà così il giudizio
determinante. Determinano gli oggetti dell’esperienza imponendogli un certo ordine facendoli essere ciò
che sono). Se è dato solo il particolare il generale deve essere cercato, perciò si formulerà il giudizio
riflettente. ( questo giudizio non ci fa conoscere scientificamente come stanno le cose, ma ci indica come
dobbiamo pensarle).Il principio a priori dei giudizi riflettenti, è quello che potrebbe essere superiore al
nostro, cioè da un intelletto divino. Il quale stabilisce le leggi della natura a vantaggio della nostra facoltà di
conoscere. Questo è il principio di finalità.