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E’ la scienza che studia i fenomeni che avvengono in natura (dal greco φύσις, physis), coinvolgendo diversi

campi, dal moto dei corpi all’astronomia, dai fluidi alla fisica delle particelle.

I fenomeni naturali vengono spiegati attraverso delle leggi fisiche, le quali esprimono la regolarità di un dato
fenomeno attraverso il linguaggio della matematica.

Per formulare una legge fisica è necessario osservare un dato fenomeno naturale molte volte, compiendo
quindi vari esperimenti che diano lo stesso risultato.
Si giunge cosi a determinare una legge matematica che generalizzi il fenomeno osservato.
Tutti gli oggetti che ci circondano hanno della caratteristiche o proprietà che possono essere osservate: la
forma, il colore, la bellezza etc…
Alcune di queste proprietà però sono percepite diversamente da persona a persona, cioè sono soggettive.
Ad esempio alcune persone potrebbero preferire, quindi considerare più bella la Lamborghini Siàn, altre la
Ferrari F50.
Le grandezze che rivestono una grande importanza in fisica sono le cosiddette grandezze fisiche, ovvero delle
proprietà dei corpi che possono essere valutate in modo oggettivo, indipendentemente dall’osservatore.
Valutare oggettivamente una grandezza fisica significa quantificarla, o meglio ancora misurarla.
Quindi definiamo le grandezze fisiche come le proprietà dei corpi o dei fenomeni che possono essere misurate
attraverso uno strumento.
Alcune grandezze fisiche sono la lunghezza, la massa, la temperatura, la velocità.

In fisica è fondamentale, prima di misurare una grandezza, stabilire l’unità di misura che si vuole utilizzare.
L’unità di misura è la grandezza di riferimento a cui viene assegnato arbitrariamente il valore numerico pari a 1.

Misurare una grandezza perciò significa stabilire quante volte l’unità di misura scelta è contenuta in quella data
grandezza.
Immaginiamo di voler misurare la lunghezza della parete della stanza quadrata vista
dall’alto rappresentata in figura.
Se scegliamo come unità di misura la mattonella, concludiamo facilmente dicendo che
la lunghezza della parete è di 8 mattonelle.
Ognuno può ripetere la misurazione e giungere così allo stesso risultato.

Definizione operativa di una grandezza fisica.


Definire operativamente una grandezza fisica significa stabilire una procedura attraverso cui determinare la
misura della grandezza in modo oggettivo, che risulti quindi indipendente da chi la esegue.
Questa procedura o protocollo consta dei seguenti passi:
• Viene scelta l’unità di misura come campione;
• Si confronta la grandezza fisica con il campione, stabilendo il numero n di campioni che sommati fra di loro
danno una grandezza uguale a quella che stiamo misurando;
• Si esprime il numero n seguito dall’unità di misura scelta.
Tornando all’esempio della lunghezza della parete, abbiamo scelto la mattonella come unità di misura,
abbiamo osservato che occorrono 8 mattonelle per ottenere una grandezza uguale alla lunghezza della parete
della stanza e quindi affermiamo che la misura della parete è pari a 8 mattonelle.
In tal modo abbiamo misurato la grandezza in modo diretto.

Molte grandezze fisiche si misurano in modo indiretto, ovvero misurando precedentemente altre grandezze ad
essa collegate e poi usando delle formule per determinare la loro misura.
Ad esempio l’area di base della stanza quadrata della figura precedente è data dalla lunghezza della parete
(cioè la misura del lato del quadrato) elevata alla seconda, perciò può essere calcolata come:
𝐴 = (8 𝑚𝑎𝑡𝑡𝑜𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒)2 = 64 𝑚𝑎𝑡𝑡𝑜𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 2

Il numero che compare nella misura di una grandezza dipende dall’unità di misura
scelta: se infatti la lunghezza delle mattonelle fosse il doppio, come in figura accanto,
la lunghezza della parete della stanza sarebbe la metà, ovvero pari a 4 mattonelle.
A livello europeo è stato stabilito nel 1961 un insieme di unità di misura comuni chiamato Sistema Internazionale
di unità, abbreviato in SI, comprendente le sette grandezze fisiche fondamentali e le rispettive unità di misura,
dette unità fondamentali, come in tabella.

Grandezza fisica Unità di misura Simbolo unità di misura


LUNGHEZZA METRO m
MASSA CHILOGRAMMO kg
INTERVALLO DI TEMPO SECONDO s
TEMPERATURA KELVIN K
INTENSITA’ DI CORRENTE AMPERE A
INTENSITA’ LUMINOSA CANDELA cd
QUANTITA’ DI SOSTANZA MOLE mol
Multipli e sottomultipli.
Quando il valore numerico di una grandezza è molto grande o molto piccolo, risulta conveniente usare multipli
o sottomultipli, attraverso le potenze di 10, delle unità del SI. Per indicare tali multipli e sottomultipli e le
potenze di 10 si usano dei prefissi che precedono il nome dell’unità di misura, come riportato nella seguente
tabella.

MULTIPLI

PREFISSO SIMBOLO FATTORE


TERA 𝑇 1000000000000 = 1012
GIGA 𝐺 1000000000 = 109
MEGA 𝑀 1000000 = 106
KILO 𝑘 1000 = 103
ETTO ℎ 100 = 102
DECA 𝑑𝑎 10 = 101
SOTTOMULTIPLI

PREFISSO SIMBOLO FATTORE


DECI 𝑑 1
= 10−1
10
CENTI 𝑐 1
= 10−2
100
MILLI 𝑚 1
= 10−3
1000
MICRO 𝜇 1
= 10−6
1000000
NANO 𝑛 1
= 10−9
1000000000
PICO 𝑝 1
= 10−12
1000000000000
FEMTO 𝑓 1
= 10−15
1000000000000000

Proprietà delle potenze:


𝟏
𝑨−𝑵 = 𝑵, N intero positivo
𝑨
Esempi di equivalenze.

• 1450 m a quanti chilometri corrispondono?

1
1450 𝑚 = 1450 ∙ 𝑘𝑚 = 1450 ∙ 10−3 𝑘𝑚 = 1,450 𝑘𝑚
1000
• 78 kg a quanti grammi corrispondono?
78 𝑘𝑔 = 78 ∙ 1000 𝑔 = 78 ∙ 103 𝑔 = 78000 𝑔
• 48 cm a quanti metri corrispondono?

1
48 𝑐𝑚 = 48 ∙ 𝑚 = 48 ∙ 10−2 𝑚 = 0,48 𝑚
100
• 126 𝜇𝑔 a quanti chilogrammi corrispondono?
126 𝜇𝑔 = 126 ∙ 10−6 𝑔 = 126 ∙ 10−6 ∙ 10−3 𝑘𝑔 = 126 ∙ 10−9 𝑘𝑔 = 0,000000126 𝑘𝑔
• 1,39 𝑀𝑠 a quanti secondi corrispondono?
1,39 𝑀𝑠 = 1,39 ∙ 106 𝑠 = 1390000 𝑠
Spesse volte capita di incontrare grandezze fisiche espresse da numeri molto grandi o molto piccoli.
E’ allora utile scrivere tali grandezze attraverso la notazione scientifica, ovvero come prodotto di un numero,
maggiore o uguale a 1 e minore di 10, chiamato coefficiente e di una potenza di 10.

Per esempio il raggio terrestre è pari a circa 6400000 𝑚.


Esprimiamo la misura del raggio in notazione scientifica:
6400000 𝑚 = 6,4 ∙ 106 𝑚
Per ottenere un coefficiente compreso fra 1 e 10 abbiamo spostato la virgola di 6 posti a sinistra e, quindi,
l’esponente della potenza di 10 è pari a 6.

Il raggio dell’atomo di elio è pari a circa 0,000000000032 𝑚.


Esprimiamo la misura del raggio in notazione scientifica:
0,000000000032 𝑚 = 3,2 ∙ 10−11 𝑚
In questo caso, per ottenere un coefficiente compreso fra 1 e 10 abbiamo spostato la virgola di 11 posti a destra
e, quindi, l’esponente della potenza di 10 è pari a -11.

Il vantaggio di esprimere una grandezza in notazione scientifica è di scrivere quella grandezza in modo molto
più compatto.

Ricordiamo alcune proprietà delle potenze, attraverso cui è possibile eseguire moltiplicazioni e divisioni fra
numeri espressi in notazione scientifica:
• 𝑨𝑴 ∙ 𝑨𝑵 = 𝑨𝑴+𝑵 (prodotto di potenze con la stessa base)
• 𝑨𝑴 : 𝑨𝑵 = 𝑨𝑴−𝑵 (quoziente di potenze con la stessa base)
• (𝑨𝑴 )𝑵 = 𝑨𝑴∙𝑵 (potenza di potenza)
dove 𝑀 𝑒 𝑁 sono numeri interi.
Vediamo degli esempi di moltiplicazione e divisione fra numeri in notazione scientifica.

78000 ∙ 1900 = 7,8 ∙ 104 ∙ 1,9 ∙ 103 = 7,8 ∙ 1,9 ∙ 104 ∙ 103 = 14,82 ∙ 104+3 = 14,82 ∙ 107 =
= 1,482 ∙ 101 ∙ 107 = 1,482 ∙ 108

5400 5,4∙103 5,4 103


= = ∙ = 0,9 ∙ 103−5 = 0,9 ∙ 10−2 = 9 ∙ 10−1 ∙ 10−2 = 9 ∙ 10−3
600000 6∙105 6 105

L’ordine di grandezza.
L’ordine di grandezza di un numero è la potenza di 10 con esponente intero che meglio approssima il numero
stesso.
Valutare l’ordine di grandezza di un numero è molto semplice quando questo è espresso in notazione scientifica.
E’ infatti sufficiente considerare il coefficiente del numero:
• Se il coefficiente risulta minore di 5, l’ordine di grandezza coincide con la potenza di 10 della notazione
scientifica.
• Se il coefficiente risulta maggiore o uguale a 5, l’ordine di grandezza coincide con la potenza di 10 successiva a
quella della notazione scientifica.

Tornando alla misura del raggio terrestre, pari a 6400000 𝑚, ricordiamo che in notazione scientifica risulta pari a
6,4 ∙ 106 𝑚. Poiché il coefficiente è maggiore di 5 (6,4) allora l’ordine di grandezza del raggio terrestre è di 107 𝑚.

La misura del raggio dell’atomo di elio è invece di 0,000000000032 𝑚, pari a 3,2 ∙ 10−11 𝑚 in notazione scientifica.
Essendo il coefficiente minore di 5 (3,2) allora l’ordine di grandezza del raggio dell’atomo di elio è di 10−11 𝑚.

L’utilità degli ordini di grandezza sta nell’effettuare confronti rapidi tra due grandezze. Se ad esempio vogliamo
confrontare i raggi della Luna e del Sole, i cui ordini di grandezza sono rispettivamente di 106 𝑚 𝑒 109 𝑚, questo ci
109 𝑚
consente di affermare che il rapporto fra i due raggi è = 103 = 1000 e che, quindi, il raggio del Sole è circa
106 𝑚

1000 volte più grande del raggio della Luna.


Abbiamo detto che le grandezze fisiche fondamentali sono sette; fra queste concentreremo la nostra attenzione
sulle tre che riguardano la meccanica: la lunghezza, l’intervallo di tempo e la massa.

La lunghezza.
Nel SI l’unità di misura della lunghezza è il metro (𝑚).
Una prima definizione di metro fu data nel 1791: il metro veniva considerato la decimilionesima parte della
distanza tra l’Equatore e il Polo Nord, calcolata lungo il meridiano passante per Parigi. Poiché non si trattava di una
definizione così precisa, venne creato nel 1799 come campione del metro una sbarra costituita da una lega di
platino e iridio conservata all’Ufficio Internazionale dei pesi e misure di Sèvres, in Francia.
Poiché nel tempo, anche a causa delle variazioni
di temperatura, la sua lunghezza può variare,
si scelse un’altra definizione di metro.
Si trovò un accordo internazionale nel 1983 per ridefinire il metro attraverso una proprietà della luce:
il metro è la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo di 1/299792458 secondi.
A differenza delle definizioni date in precedenza, quest'ultima è migliore in quanto la velocità della luce nel vuoto
𝑚
è la stessa in ogni punto dello spazio, ovvero è costante e pari a 𝑐 = 299792458 .
𝑠

Sintetizziamo nella tabella seguente i principali multipli e sottomultipli del metro.


NOME SIMBOLO EQUIVALENZA IN METRI
CHILOMETRO 𝑘𝑚 1000 = 103
ETTOMETRO ℎ𝑚 100 = 102
DECAMETRO 𝑑𝑎𝑚 10
DECIMETRO 𝑑𝑚 1
= 10−1
10
CENTIMETRO 𝑐𝑚 1
= 10−2
100

MILLIMETRO 𝑚𝑚 1
= 10−3
1000
L’intervallo di tempo.
Quando nella vita quotidiana parliamo di tempo, facciamo quasi sempre riferimento ad intervalli di tempo
compresi tra due eventi ben precisi, basti pensare alla durata di un film che rappresenta l’intervallo di tempo tra
l’inizio e la fine del film, la durata di un viaggio in treno che rappresenta l’intervallo temporale compreso tra la
partenza e l’arrivo del treno etc…
Quindi parlando di tempo facciamo riferimento quasi sempre alla durata di un evento.
Molte unità di misura del tempo si basano su dei fenomeni naturali: il giorno, che è l’intervallo di tempo impiegato
dalla Terra per compiere una rotazione completa attorno al proprio asse, oppure l’anno, che è l’intervallo di tempo
impiegato dalla Terra per compiere una rivoluzione completa attorno al Sole.
Quest’ultimi due sono esempi di moti periodici che si ripetono sempre allo stesso modo. Quindi la misura del
tempo richiede sempre un confronto con un moto periodico, in particolare:
la misura di un intervallo di tempo consiste nel contare quante volte un fenomeno periodico si ripete durante
quell’intervallo di tempo.
I primi orologi meccanici sono quelli a pendolo (come in figura), in cui la misura del tempo
viene effettuata sulla base del moto periodico del pendolo.
Molti degli orologi da polso misurano il tempo contando il numero delle oscillazioni periodiche
di un piccolo cristallo di quarzo contenuto in essi.
Nel SI l’unità di misura dell’intervallo di tempo è il secondo (𝑠).

Nel corso dei secoli si è cercato di dare una definizione di secondo riconducendosi a
fenomeni periodici sempre più precisi.
Una delle prime definizioni era da ricondurre alla durata del giorno solare medio: il
secondo è la 86400-sima parte del giorno solare. Infatti in un giorno solare medio
contiene 24 ore, ognuna delle quali 60 minuti e ogni minuto 60 secondi:
86400 = 24 ∙ 60 ∙ 60

Con il passare del tempo gli scienziati si accorsero che il giorno solare medio ha una durata variabile e perciò non
costituisce un buon campione da usare come unità di misura per l’intervallo di tempo.
Nel 1967, grazie ad un accordo internazionale, si giunse a definire il secondo attraverso una proprietà dell’atomo di
cesio-133, il quale viene utilizzato negli orologi atomici.
Uno degli orologi atomici più importanti e più precisi si trova negli Stati Uniti e si chiama NIST-F1.
Il secondo viene definito come l’intervallo di tempo impiegato da una particolare radiazione emessa da
atomi di cesio-133 per compiere 9192631770 oscillazioni.

Sintetizziamo nella tabella seguente i principali multipli e sottomultipli del secondo.

NOME SIMBOLO EQUIVALENZA IN SECONDI


ANNO 𝑎 3,16 ∙ 107
GIORNO 𝑑 86400
ORA ℎ 3600
MINUTO 𝑚𝑖𝑛 60
MILLISECONDO 𝑚𝑠 1
= 10−3
1000

MICROSECONDO 𝜇𝑠 1
= 10−6
1000000
La massa.
La massa viene definita operativamente come la grandezza fisica che si misura con la bilancia.
Il tipo di bilancia più antico è quella a bracci uguali (figura a lato); tramite questo strumento si può facilmente
controllare se due oggetti hanno la stessa massa quando la bilancia si trova in equilibrio, ovvero i piatti della
bilancia non salgono né scendono.

Nel SI l’unità di misura della massa è il chilogrammo (𝑘𝑔).


La definizione di chilogrammo è stata cambiata molte volte nel corso dei secoli.
Nel 1793 venne definito come un multiplo del grammo (1000 grammi), che a sua volta
era definito come la massa di un centimetro cubo di acqua in determinate condizioni di
pressione e temperatura.
Per ottenere una maggiore precisione, nel 1795 si giunse a definire il chilogrammo nel
seguente modo:
Il chilogrammo è definito come la massa del cilindro di 39 mm di altezza e di diametro
composto da una lega di platino e iridio conservato a Sèvres.
Dal 20 Maggio 2019 il chilogrammo è definito attraverso la bilancia di Kibble, usando
una costante della fisica chiamata costante di Planck.
Sintetizziamo nella tabella seguente i principali multipli e sottomultipli del chilogrammo.

NOME SIMBOLO EQUIVALENZA IN


CHILOGRAMMI
TONNELLATA 𝑡 1000 = 103
QUINTALE 𝑞 100 = 102
ETTOGRAMMO ℎ𝑔 1
= 10−1
10
GRAMMO 𝑔 1
= 10−3
1000
DECIGRAMMO 𝑑𝑔 1
= 10−4
10000

MILLIGRAMMO 𝑚𝑔 1
= 10−6
1000000
Le grandezze fisiche derivate sono tutte quelle grandezze che si definiscono a partire da quelle fondamentali,
attraverso delle leggi fisiche.
Di conseguenza, le unità di misura delle grandezze derivate si ottengono dalle unità di misura delle grandezze
fondamentali.
Le grandezze fisiche derivate sono molte; né studieremo in questa parte tre, ovvero l’area, il volume e la densità.

L’area.
L’area di una superficie è quella grandezza fisica derivata che si ottiene moltiplicando una lunghezza per una
lunghezza.
Nel SI l’unità di misura dell’area è il metro quadrato (𝑚2 ), ovvero l’area di un quadrato di lato lungo 1 metro:
1 𝑚2 = 1 𝑚 × (1 𝑚)

Immaginiamo di considerare un tavolo rettangolare e di voler misurare l’area della superficie del tavolo.
Volendo misurare direttamente l’area del tavolo, dovremmo scegliere un campione, ad esempio il metro
quadrato, e contare quanti metri quadrati sono contenuti nell’area della superficie del tavolo.

Campione
Quindi, l’area della superficie del
tavolo sarà di 8 𝑚2
1 𝑚2

Questa operazione non è sempre così semplice, perciò spesso per misurare un’area si procede con una misura
indiretta, ovvero utilizzando le formule della geometria piana.
Tornando all’esempio del tavolo, misurando la lunghezza della base del rettangolo otteniamo il valore 4 𝑚, mentre
per quella dell’altezza il valore 2 𝑚. Quindi l’area della superficie rettangolare del tavolo è data dal prodotto della
base per l’altezza, quindi:
𝐴 = 𝑏 ∙ ℎ = 4 𝑚 × 2 𝑚 = 8 𝑚2
L’area di una superficie può essere misurata anche attraverso multipli o sottomultipli del metro quadrato.
Equivalenze fra misure di aree.
Per convertire ad esempio una misura espressa in metri quadrati ad una in decimetri quadrati, dobbiamo capire
quanti sono i quadrati di lato 1 𝑑𝑚 che sono contenuti in un quadrato avente lato 1 𝑚. Dobbiamo cioè stabilire a
quanti 𝑑𝑚2 equivale 1 𝑚2 :
𝟏 𝒎𝟐 = (1 𝑚) × 1 𝑚 = (10 𝑑𝑚) × 10 𝑑𝑚 = 𝟏𝟎𝟎 𝒅𝒎𝟐 = 𝟏𝟎𝟐 𝒅𝒎𝟐
Allo stesso modo possiamo stabilire le equivalenze fra il metro quadrato e i principali sottomultipli:
𝟏 𝒎𝟐 = (1 𝑚) × 1 𝑚 = (100 𝑐𝑚) × 100 𝑐𝑚 = 𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎 𝒄𝒎𝟐 = 𝟏𝟎𝟒 𝒄𝒎𝟐
𝟏 𝒎𝟐 = (1 𝑚) × 1 𝑚 = (1000 𝑚𝑚) × 1000 𝑚𝑚 = 𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎 𝒄𝒎𝟐 = 𝟏𝟎𝟔 𝒎𝒎𝟐
𝟏 𝒅𝒎𝟐 = (1 𝑑𝑚) × 1 𝑑𝑚 = (10 𝑐𝑚) × 10 𝑐𝑚 = 𝟏𝟎𝟎 𝒄𝒎𝟐 = 𝟏𝟎𝟐 𝒄𝒎𝟐
𝟏 𝒅𝒎𝟐 = (1 𝑑𝑚) × 1 𝑑𝑚 = (100 𝑚𝑚) × 100 𝑚𝑚 = 𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎 𝒎𝒎𝟐 = 𝟏𝟎𝟒 𝒎𝒎𝟐
𝟏 𝒅𝒎𝟐 = (1 𝑑𝑚) × 1 𝑑𝑚 = (10−1 𝑚) × 10−1 𝑚 = 𝟏𝟎−𝟐 𝒎𝟐
𝟏 𝒄𝒎𝟐 = (1 𝑐𝑚) × 1 𝑐𝑚 = (10−2 𝑚) × 10−2 𝑚 = 𝟏𝟎−𝟒 𝒎𝟐
𝟏 𝒎𝒎𝟐 = (1 𝑚𝑚) × 1 𝑚𝑚 = (10−3 𝑚) × 10−3 𝑚 = 𝟏𝟎−𝟔 𝒎𝟐
Il volume.
Il volume di un oggetto è quella grandezza fisica derivata che si ottiene moltiplicando tre lunghezze.
Nel SI l’unità di misura dell’area è il metro cubo (𝑚3 ), ovvero il volume di un cubo di lato lungo 1 metro:
1 𝑚3 = 1 𝑚 × (1 𝑚) × (1 𝑚)

Per misurare direttamente il volume di un oggetto, bisogna scegliere un campione, come ad esempio il decimetro
cubo, e stabilire quante volte esso è contenuto nel volume dell’oggetto.
Guardando la figura a lato, ad esempio, il volume del cubo di lato 1 𝑚 è dato da
1000 𝑑𝑚3 , poiché contiene 1000 cubi di lato 1 𝑑𝑚.
Altrimenti si può misurare il volume procedendo anche con una misura indiretta,
usando le formule della geometria solida.
Il volume di un cubo, ad esempio è pari al lato elevato alla terza. Poiché il lato del
cubo a fianco misura 1 m, otteniamo che il volume è dato da:
𝑉 = 𝑙 3 = (1 𝑚)3 = 1 𝑚3
Il volume di un corpo può essere misurato anche attraverso multipli o sottomultipli del metro cubo.
Equivalenze fra misure di volumi.
Per convertire ad esempio una misura espressa in metri cubi ad una in decimetri cubi, dobbiamo capire quanti
sono i cubi di lato 1 𝑑𝑚 che sono contenuti in un cubo avente lato 1 𝑚. Dobbiamo cioè stabilire a quanti 𝑑𝑚3
equivale 1 𝑚3 :
𝟏 𝒎𝟑 = (1 𝑚) × 1 𝑚 × 1 𝑚 = (10 𝑑𝑚) × 10 𝑑𝑚 × 10 𝑑𝑚 = 𝟏𝟎𝟎𝟎 𝒅𝒎𝟑 = 𝟏𝟎𝟑 𝒅𝒎𝟑
Allo stesso modo possiamo stabilire le equivalenze fra il metro cubo e i principali sottomultipli:
𝟏 𝒎𝟑 = (100 𝑐𝑚)3 = 𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎 𝒄𝒎𝟑 = 𝟏𝟎𝟔 𝒄𝒎𝟑
𝟏 𝒎𝟑 = (1000 𝑚𝑚)3 = 𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎 𝒎𝒎𝟑 = 𝟏𝟎𝟗 𝒎𝒎𝟑
𝟏 𝒅𝒎𝟑 = (10 𝑐𝑚)3 = 𝟏𝟎𝟎𝟎 𝒄𝒎𝟑 = 𝟏𝟎𝟑 𝒄𝒎𝟑
𝟏 𝒅𝒎𝟑 = (100 𝑚𝑚)3 = 𝟏𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎 𝒎𝒎𝟑 = 𝟏𝟎𝟔 𝒎𝒎𝟑
𝟏 𝒅𝒎𝟑 = (10−1 𝑚)3 = 𝟏𝟎−𝟑 𝒎𝟑
𝟏 𝒄𝒎𝟑 = (10−2 𝑚)3 = 𝟏𝟎−𝟔 𝒎𝟑
𝟏 𝒎𝒎𝟑 = (10−3 𝑚)3 = 𝟏𝟎−𝟗 𝒎𝟑
Per misurare il volume di liquidi e gas si usa spesso un’unità di misura che non appartiene al SI, ovvero il litro (𝐿),
che corrisponde ad un decimetro cubo:
1 𝐿 = 1 𝑑𝑚3
Quindi l’equivalenza tra un litro e un metro cubo è la seguente:
1 𝐿 = 10−3 𝑚3
ovvero il litro è la millesima parte del metro cubo.
Richiamo dei concetti di proporzionalità diretta e inversa.

Definizione.
Due grandezze 𝑥 e 𝑦 sono direttamente proporzionali quando il loro rapporto è costante, ovvero se vale una
relazione di questo tipo:
𝒚 = 𝒌 ∙ 𝒙,
𝑦
dove 𝑘 è la costante di proporzionalità data da 𝑘 = .
𝑥

Quando vi è una proporzionalità diretta fra due grandezze si ha che al raddoppiare di una raddoppia anche l’altra,
al triplicare di una triplica anche l’altra e così via…
E’ possibile rappresentare in un piano cartesiano la relazione di proporzionalità diretta fra due grandezze,
ottenendo il grafico di una retta passante per l’origine degli assi la cui pendenza è data proprio dalla costante 𝑘.

Esempio.
Un chilogrammo di pane costa 2 €. Disegnare nel piano cartesiano il grafico che indica la spesa in funzione della
quantità (massa) di pane acquistato.
Poiché 1 chilogrammo di pane costante 2 €, significa che il prezzo del pane è di 2 €/kg.
Se ad esempio compriamo 2 kg di pane, la spesa sarà di 4 €, se ne compriamo 3 kg, la spesa sarà di 6 €, se ne
compriamo 4 kg, la spesa sarà di 8 € e così via.
Quindi abbiamo una proporzionalità diretta tra la spesa del pane e la massa di pane acquistato.
Indicando la spesa con 𝑦 e la massa di pane con 𝑥, la relazione è data da: 𝑦 = 2 ∙ 𝑥, essendo la costante
𝑘 = 2 €/𝑘𝑔.
Rappresentando alcuni valori della spesa sull’asse y e della massa di pane sull’asse x otteniamo il grafico della
retta 𝑦 = 2 ∙ 𝑥:
Definizione.
Due grandezze 𝑥 e 𝑦 sono inversamente proporzionali quando il loro prodotto è costante, ovvero se vale una
relazione di questo tipo:

𝒌
𝒚= ,
𝒙
dove 𝑘 è la costante di proporzionalità data da 𝑘 = 𝑥 ∙ 𝑦.
Quando vi è una proporzionalità inversa fra due grandezze si ha che al raddoppiare di una grandezza l’altra
dimezza, al triplicare di una l’altra diventa un terzo e così via…
E’ possibile rappresentare in un piano cartesiano la relazione di proporzionalità inversa fra due grandezze,
ottenendo il grafico di un ramo di iperbole equilatera.

Esempio.
Versiamo un volume di alcol pari a 200 𝑚𝑙 in quattro cilindri di vetro con area di base pari a
10 𝑐𝑚2 , 25 𝑐𝑚2 , 50 𝑐𝑚2 𝑒 100 𝑐𝑚2. Calcolare l’altezza dell’alcol nei diversi cilindri e disegnare il grafico
dell’altezza in funzione dell’area di base.
Ricordiamo che il volume di un cilindro si calcola come il prodotto dell’area di base per l’altezza: 𝑉 = 𝐴 ∙ ℎ.
Il volume è sempre lo stesso e vale 𝑉 = 200 𝑚𝑙. Quindi la relazione diventa 200 ml = 𝐴 ∙ ℎ.
Ricaviamo la formula inversa per determinare l’altezza raggiunta dall’alcol nei diversi cilindri:

200 𝑚𝑙
ℎ=
𝐴
Se l’area di base del cilindro raddoppia, l’altezza raggiunta dall’alcol dimezza, se l’area di base quadruplica,
l’altezza diventerà un quarto e così via. Perciò l’area e l’altezza sono inversamente proporzionali e la costante di
proporzionalità è 𝑘 = 200.
Utilizzando la formula precedente è possibile ricavare le altezze dell’alcol nei diversi cilindri:
AREA (𝒄𝒎𝟐 ) ALTEZZA (𝒄𝒎)
100 200
=2
100
50 200
=4
50
25 200
=8
25
10 200
= 20
10
Rappresentando i valori dell’altezza sull’asse 𝑦 e dell’area sull’asse 𝑥 otteniamo il grafico dell’iperbole equilatera
200
𝑦= :
𝑥
La densità.
Immaginiamo di avere sulle mani due palloncini gonfiati fino a raggiungere lo stesso volume, ma il primo
riempito con acqua mentre l’altro con aria. Quale pesa di più? Intuitivamente rispondiamo che pesa di più il
primo. Il motivo di ciò è che l’acqua è più «densa» dell’aria.
Introduciamo quindi questa nuova grandezza fisica.
La densità di un corpo è la grandezza definita dal rapporto tra la massa del corpo e il suo volume:
𝒎
𝒅=
𝑽
Sulla base della formula precedente possiamo dire che:
• A parità di volume, la densità e la massa sono direttamente proporzionali;
• A parità di massa, la densità e il volume sono inversamente proporzionali.
Poiché la densità è il rapporto fra una massa ed un volume, la sua unità di misura è data dal rapporto fra le
unità di misura della massa e del volume.
𝑘𝑔
Quindi nel S.I. la densità si misura in chilogrammi al metro cubo .
𝑚3
Nelle seguenti tabelle riportiamo i valori di densità di alcuni corpi solidi, liquidi e gas.
𝑔
A volte la densità la si trova espressa in grammi al centimetro cubo . Vediamo come convertire una
𝑐𝑚3

densità espressa in grammi al centimetro cubo nell’unità di misura del SI, ovvero in chilogrammi al metro cubo:

𝒈 10−3 𝑘𝑔 −3+6
𝑘𝑔 3
𝑘𝑔 𝒌𝒈
𝟏 = = 10 = 10 = 𝟏𝟎𝟎𝟎
𝒄𝒎𝟑 10−6 𝑚3 𝑚3 𝑚3 𝒎𝟑
Per ottenere la densità espressa in chilogrammi al metro cubo, dobbiamo quindi moltiplicare la densità
espressa in grammi al centimetro cubo per 1000.

Esempio.
Quanto pesa un litro di acqua?
Sapendo che il volume di acqua è pari a 𝑉 = 1 𝐿, dobbiamo ricavare la massa di acqua. Dalla tabella della slide
𝑘𝑔
precedente sappiamo che la densità dell’acqua è di 1000 . Usiamo la formula inversa della densità per
𝑚3

ricavare la massa: 𝑚 = 𝑑 ∙ 𝑉. Prima di sostituire i valori numerici alle grandezze, dobbiamo convertire il volume
nell’unità di misura del SI, ovvero in metri cubi:
𝑉 = 1 𝐿 = 1 ∙ 10−3 𝑚3 = 10−3 𝑚3
La massa di acqua è quindi data da:

𝑘𝑔 −3 𝑚3 = 103
𝑘𝑔 −3 𝑚3 = 1 𝑘𝑔
𝑚 = 𝑑 ∙ 𝑉 = 1000 ∙ 10 ∙ 10
𝑚3 𝑚3
Quindi un litro di acqua ha massa di un chilogrammo! Per le altre sostanze non è così, dipende dalla densità.
Le dimensioni fisiche di una grandezza.
Ogni specifica grandezza fisica la si misura con delle unità di misura ben precise: l’intervallo di tempo in secondi
(o nei suoi multipli e sottomultipli), la massa attraverso il chilogrammo (con i rispettivi multipli e sottomultipli),
la distanza con il metro e i suoi multipli/sottomultipli etc…
La natura fisica di una grandezza e il tipo di unità di misura utilizzata per specificarla costituiscono la dimensione
fisica della grandezza.
La distanza ha le dimensioni fisiche di una lunghezza, che si indica attraverso le parentesi quadre e una l: [𝑙].
Le dimensioni fisiche dell’intervallo di tempo si indicano con [𝑡], quelle della massa con [𝑚].
Chiaramente non ha alcun significato sommare o sottrarre grandezze fisiche aventi dimensioni diverse: ad
esempio non si può sommare un intervallo di tempo con una lunghezza.
E’ invece possibile moltiplicare o dividere due grandezze fisiche con dimensioni diverse: basti pensare alla
densità, che risulta il rapporto fra la massa e il volume. Le dimensioni fisiche della densità saranno quindi il
rapporto fra le dimensioni di una massa e quelle di una lunghezza alla terza:

[𝑚] −3 ]
𝑑 = = [𝑚𝑙
[𝑙 3 ]
Quando nelle formule troviamo delle costanti, queste non hanno alcuna dimensione fisica; sono cioè
adimensionali. Basti pensare alla formula dell’area del cerchio:
𝐴 = 𝜋𝑟 2
La costante pigreco 𝜋~3,1415 … non ha dimensioni fisiche mentre hanno dimensioni fisiche l’area e il raggio, che
sono rispettivamente quelle di una lunghezza alla seconda e di una lunghezza.

E’ molto importante quando si usa una formula che esprime una legge fisica eseguire l’analisi dimensionale per
controllarne la correttezza.
L’analisi dimensionale consiste nel controllare che le quantità che si trovano nel primo membro dell’uguaglianza
(cioè a sinistra del simbolo =) abbiano le stesse dimensioni di quelle che si trovano a secondo membro
dell’uguaglianza (cioè a destra del simbolo =). Nel caso in cui le dimensioni non fossero uguali, la formula non è
corretta.
Esempio.
Verificare la correttezza della legge del moto rettilineo uniforme, secondo cui lo spostamento ∆𝑠 percorso da un
corpo è il prodotto della velocità 𝑣 del corpo per l’intervallo di tempo ∆𝑡 impiegato a percorrere lo spostamento:
∆𝑠 = 𝑣 ∙ ∆𝑡
La velocità è una grandezza fisica derivata data dal rapporto fra uno spazio ed un tempo; perciò le sue dimensioni
fisiche sono:

[𝑙]
[𝑣] = = [𝑙𝑡 −1 ]
[𝑡]
Le dimensioni fisiche dello spostamento sono quelle di una lunghezza:
∆𝑠 = [𝑙]
Calcoliamo le dimensioni fisiche del secondo membro della formula, ovvero di 𝑣 ∙ ∆𝑡:
𝑣 ∙ ∆𝑡 = 𝑙𝑡 −1 𝑡 = 𝑙𝑡 0 = [𝑙]
Abbiamo così ottenuto le stesse dimensioni fisiche sia della quantità scritta a primo membro, sia di quella a
secondo membro: in entrambi i casi la dimensione fisica è quella di una lunghezza.
Perciò possiamo concludere che la legge è dimensionalmente corretta.

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